Festival di teatro, musica e danza contemporanei dal 6 luglio al 3 ottobre Con il Patrocinio di RegioneLombardia Culture, Identità e Autonomie della Lombardia PROVINCIA DI MANTOVA Con il Contributo di PROVINCIA DI CREMONA A.N.C.T ENTE TEATRALE ITALIANO Un’armonia di melodie e paesaggi; un dialogo continuo con l’habitat naturale, le persone, la storia, la memoria collettiva, l’arte; un cammino che si proietta nell’animo umano, attraverso percorsi culturali proposti dal “Festival Terre d’Acqua”. L’ambientazione è quella tipica padana, nel contesto fluviale che si snoda tra l’Oglio ed il Po, in un paesaggio caratterizzato dalla presenza dell’uomo, ma che ha saputo mantenere inalterati i tratti rurali del secolo scorso, dedicando particolare attenzione alla tutela dell’ambiente. Arte e cultura si fondono nel ricco programma del Festival, sapientemente ideato dal Direttore Artistico Giuseppe Romanetti e dai suoi collaboratori. Cascine, corti, palazzi ed antiche dimore diventano lo scenario naturale e suggestivo in cui si intrecciano musiche e danze, artisti e racconti, opere e riflessioni. Sul palcoscenico della vita irrompono così miti classici ed arie moderne, danze che animano i pensieri e musiche che sussurrano emozioni, fortificando il dialogo con l’ideale e l’onirico. Un viaggio che nasce e ritorna, con rinnovata energia nelle “terre d’acqua”, coinvolgendo ogni spettatore nelle stellate sere estive e nelle colorate giornate autunnali. Denis Spingardi Assessore Provinciale alla Cultura e alla Promozione del territorio On. Giuseppe Torchio Presidente della Provincia di Cremona 4 Ritorna puntuale la manifestazione Terre d’acqua, a ribadire la provvisorietà dei confini amministrativi su cui si basa il governo del territorio. Ancora una volta comunità di confine che condividono le stesse caratteristiche ambientali, che hanno in comune origini e prospettive di sviluppo molto simili, ma che hanno anche peculiarità sociali e culturali proprie da offrire a un processo comune, sentono come naturale la propensione all’incontro , al “fare insieme” non solo sul piano culturale, basti pensare ad esempio a quanto sia essenziale la programmazione interprovinciale sulla viabilità e sulla salvaguardia ambientale, ma prima di tutto sul piano culturale. Terre d’acqua risponde al bisogno di sconfinamento culturale come presupposto dei tanti sconfinamenti necessari per una moderna gestione del territorio. Non solo, Terre d’Acqua in questi anni ci ha aiutato a vedere con occhi nuovi paesaggi e luoghi, a scoprirli e ad interpretarli con le suggestioni che solo l’arte e la poesia sanno suscitare restituendo ad ogni cosa il giusto valore ambientale, sociale e culturale. Mi preme inoltre sottolineare come la manifestazione si realizzi nella convinzione, oggi imprescindibile, che si debbano cercare i motivi di aggregazione nella programmazione degli eventi culturali (ma non solo), pena la dispersione delle risorse e l’inconsistenza dei risultati. Oltretutto è proprio compito della cultura favorire l’incontro e il confronto. Roberto Pedrazzoli L’assessore al turismo e alla cultura della Provincia di Mantova 5 Il “Festival” che l’Associazione Terre d’acqua” ha il piacere di riproporre, incoraggiata dal notevole successo di critica e di pubblico della scorsa edizione, non è solo un’importante rassegna teatrale, un momento alto di incontro con le svariate forme in cui l’arte del comunicare si esprime, ma è anche una preziosa occasione per conoscere angoli suggestivi, spesso trascurati dai tradizionali circuiti turistici, per vivere incanti,per assaporare atmosfere che da sempre animano i nostri territori. Il sapore della cultura e la raffinatezza degli spettacoli si coniugano con la bellezza dei luoghi,coinvolgendo ed emozionando quanti sanno aprire l’animo alla corroborante forza dei sentimenti. Le proposte, di prosa, di musica, di danza , non sono solo un evento, ma una piacevole consuetudine,che ,specie nelle sere estive ,sanno regalare momenti magici, ora colorati dalla leggerezza del sogno, ora sostanziati da quella riflessione che dà senso al vivere. Riscoprire e rivivere le ricchezze artistiche dei nostri territori è uno dei fini della rassegna, ma l’obbiettivo principale è quello di regalare emozioni, portando il teatro tra la gente e coinvolgendo strati sempre più ampi di pubblico. Il Festival vuol essere un viaggio tra suggestioni e scoperte, tra evasione e riflessione, tra sogno e realtà, viaggio tra luoghi che ci rimandano la nostra storia, le nostre tradizioni, la nostra identità e viaggio nella nostra interiorità. Ringrazio, a nome dell’Associazione, quanti, in modi diversi, hanno collaborato alla realizzazione della rassegna, soprattutto il Direttore artistico, dott. Giuseppe Romanetti, e auguro, a tutti coloro che inseriranno nel loro calendario gli appuntamenti del Festival, piacevoli e intense serate , all’insegna della cultura e della bellezza. Gabriella Malanca Presidente dell’Associazione Terre d’Acqua 6 Dove si narra di incontri “straordinari” Il Festival Terre d’Acqua è giunto alla Quarta Edizione. Passo dopo passo si sta facendo adulto pur se nei nostri progetti vuol mantenere la freschezza, l’energia, la spregiudicatezza, e perché no anche i fatali errori, degli eroici anni di formazione. Avendo a disposizione teatri, architetture meravigliose e luoghi suggestivi ricchi di storia, leggende e cultura materiale in un territorio splendido e periferico rispetto alle isterie del mondo, avvolto per vero dai misteri legati a elementi primordiali come la terra e l’acqua, abbiamo pensato di agire il teatro che rappresenta, per noi, l’unica espressione arcaica in cui abiti ancora la libertà. Notturni teatrali per un pubblico nomade, carovaniero che intraprende un cammino tra territori stupendi, tra la necessità di tenere alto il dibattito attorno al teatro ed un progetto in continua espansione in cui confluiscono valorizzazione del patrimonio monumentale e paesaggistico, cultura, e perché no enogastronomia (les produits identitaires). E allora tutti cominciamo a scoprire con altri occhi quanto abbiamo sempre visto ma mai “guardato”. Tappa dopo tappa il progetto va a ravvivare un territorio operoso, a scapito delle proprie potenzialità culturali, costruendo delle risposte alte e forti. Siamo convinti che il teatro è un bene prezioso da condividere in più modi e fuori da ogni rigorosa formalità e da ogni spazio. Facendoci portatori consapevoli di ciò che le grandi civiltà ci hanno insegnato, sentiamo, in tutta umiltà, il dovere morale di promuovere il teatro come espressione di bellezza e grandi ideali, specchio di armonia sociale. Le persone devono ritrovare il piacere di uscire di casa e insieme emozionarsi, riflettere e discutere con nuovi impulsi, motivazioni, contenuti da rielaborare pensando magari al senso di uno spettacolo. È la riconquista del teatro come spazio pubblico in cui si pone come luogo di incontro civile. La nostra precisa volontà è quella di facilitare questo dialogo. Il teatro, linguaggio della contemporaneità per eccellenza, in presa diretta opera/ pubblico, offre preziose occasioni per questo ritrovarsi e saper leggere come il mondo muti, vicino e lontano, restando spesso simili le esigenze primarie, comuni a tutti. Ed è proprio al contemporaneo e segnatamente alle giovani e giovanissime compagnie che volge lo sguardo questa edizione del festival, consapevoli che a dispetto delle difficoltà economiche e strutturali mai come ora nel nostro paese si è visto tanto fermento e vivacità nel teatro. Accanto al teatro di strada (L’Attesa) la musica (Sorelle Marinetti), accanto alla musica la danza (Julieta e Romeo, Creature), la narrazione - termine riduttivo trattandosi di lavori ricchi di molto altro - (Incantadora, Cirano, Il grande viaggio, Micamadonne) ma, soprattutto, tanta energia esplosiva proveniente da compagnie giovani ma che mostrano di conoscere bene il sapore antico del teatro. 7 Grandi classici rivisitati da grandi registi (Sogno di una notte di mezza estate, La casa di Bernarda Alba, Purificati), coproduzioni straniere, debutti nazionali, spettacoli pensati per “quel luogo”. Ironia, dramma, comicità, stupore, tutti i sentimenti sono declinati in questo percorso. Citeremo infine gli incontri “straordinari” con il teatro dei carcerati di Volterra (Sing Sing Cabaret), con gli ospiti dell’Istituto psichiatrico di Imola (Party) e con il debutto nazionale di una brava autrice/regista napoletana che porta in scena il dramma della chiusura di tutti gli Istituti di accoglienza per minori. Non ci resta che augurarvi che l’estate vi sia lieve e che l’incanto dei trilli degli animali notturni vi accompagni ai nostri appuntamenti. Giuseppe Romanetti Direttore Artistico Festival “Terre d’acqua” Edizione 2008 San Giovanni in Croce (Cr), 06 luglio 2008 - ore 21.30 Compagnia Teatrale ATMO L’attesa Scandolara Ravara (Cr), 11 luglio 2008 - ore 21.30 Galleria Toledo Teatro Stabile d’Innovazione Taverna Est Santa Lucia della Bella Speranza Debutto Nazionale Rivarolo Mantovano (Mn), 13 luglio 2008 - ore 21.30 Oplas Teatro Julieta e Romeo Spineda (Cr), 20 luglio 2008 - ore 21.30 St. Kilda Theater - Piccolo Teatro Milano Visioni: Sogni Di Una Notte Di Mezz’Estate Rivarolo del Re (Cr), 27 luglio 2008 - ore 21.30 Inteatrofestival e Babelia&C Incantadora Solarolo Rainerio (Cr), 10 agosto 2008- ore 21.30 P-NUTS, Le Sorelle Marinetti Non ce ne importa niente Commessaggio (Mn), 15 agosto 2008 - ore 21.30 Compagnia Balletto Civile Creature 8 9 Piadena (Cr), 30 agosto 2008 - ore 21.30 Teatro Minimo Cirano Sabbioneta (Mn), 05 settembre 2008 - ore 21.30 FUORIVIA produzioni, Giuseppe Cederna in Il grande viaggio San Giovanni in Croce (Cr), 08 settembre 2008 - ore 21.00 Compagnia Teatrale della Luna Crescente, Associazione La Giostra Onlus - Laboratorio Integrato La Kengah, Teatro Comunale di Imola - Assessorato alla Cultura del Comune di Imola Party Progetto Speciale Casalmaggiore (Cr), 13 settembre 2008 - ore 19.00 Teatro Stabile dell’Umbria Demetra Micamadonne Gli Spettacoli Casalmaggiore (Cr), 13 settembre 2008 - ore 21.00 Teatro Stabile dell’Umbria - Centro Universitario Teatrale di Perugia, Purificati Asola (Mn), 16 settembre 2008 - ore 21.00 Carte Blanche/Volterrateatro, Compagnia della Fortezza, Sing Sing Cabaret Ostiano (Cr), 03 ottobre 2008 - ore 21.00 Piccola Compagnia della Magnolia, Théâtre de l’Èpée de Bois-Cartoucherie de Vincennes (Parigi), La Casa di Bernarda Alba 10 11 Domenica 06 luglio 2008 - ore 21.30 San Giovanni in Croce (Cr), Villa Medici del Vascello Compagnia Teatrale ATMO L’Attesa con Franco Aiello, Chiara Albanese, Giorgia Ceccarelli, Luca Mammoli, Carlo Massucci, Alessio Papini, Marco Serrau costumi e scenografie Laura Lucarini, Claudia Polticchia macchine sceniche Massimo Aristei, Dino Piccini, Franco Grassini audio e luci Michele Benda regia Graziano Lazzari Da allora si ruppe ogni equilibrio tra le persone e le cose, tutto diventò più difficile anche regalare un sorriso. Crebbe il sospetto e la discordia, i cuori divennero di pietra, gli occhi videro nemici dappertutto, nemici da combattere. I colori della vita si spensero, finché un giorno una risata squarciò la quotidianità. La sua forza si contrappose agli eventi scuri e riaccese di nuovo la speranza. Lo spettacolo è liberamente ispirato al Deserto dei Tartari di Dino Buzzati ed alle tradizioni popolari italiane legate alla notte di San Giovanni in cui si celebra l’acqua e il fuoco. L’impianto narrativo è arricchito dall’uso del fuoco, di grandi macchine sceniche e dalla pirotecnica. Le scene incalzanti coniugano, in modo coerente, la parola, il gesto, gli effetti e le emozioni per dare ritmo ad una storia che narra di uomini e delle loro paure, frutto di un’obsoleta interpretazione della storia, della cultura e della religione. Infine prevarrà la fiducia nell’uomo che, facendo tesoro dei propri errori, alimenta la speranza in un futuro sereno e allora sarà il momento per fare tutti insieme una grande festa. 12 13 Venerdì 11 luglio 2008 - ore 21.30 Scandolara Ravara (Cr), località Castelponzone Galleria Toledo Teatro stabile d’innovazione, Taverna Est Santa Lucia Della Bella Speranza regia e drammaturgia Sara Sole Notarbartolo con Giulio Barbato, Valenzuela Benegas, Ilaria Migliaccio, Valentina Carbonara training Buto Marie Thérèse Sitzia scene El Pampa immagini e documentazione Juan Pablo Echeverry foto di scena Pietro Botte disegno luci Marcello Falco, Silvia D’Alesio organizzazione e distribuzione Natalia Di Vivo Debutto Nazionale La storia Il brefotrofio di “Santa Lucia della Bella Speranza” è in fiamme. Unici indagati quattro ragazzini dalle facce impaurite e dagli occhi sinceri che continuavano a vivere nell’Istituto anche dopo che questo era stato chiuso. Negli interrogatori si scopre che avevano taniche di benzina, esplosivi, fiammiferi e le valigie pronte vicino alla porta. Che in passato, quando ancora c’erano i preti, avevano già manifestato un certo amore per il fuoco. Che hanno tutte le ragioni per realizzare il loro piano criminale. Che però, in realtà, molto probabilmente, sono completamente innocenti. Premessa dal reale Una legge dello Stato (la 149 del 2001) stabilisce al 31 dicembre 2007 la chiusura di tutti gli istituti di accoglienza per minori o la loro riconversione in casa famiglia. Oggi ci sono in Italia circa 200 istituti, con dentro oltre 2.600 minori. Non si tratta semplicemente di orfani ma di bambini che per i motivi più diversi non possono vivere con i genitori e che difficilmente entrano nelle liste di adottabilità: sono afgani, albanesi, marocchini, rumeni, moldavi, nigeriani, camerunensi, etiopi, italiani sottratti a contesti di ordinaria povertà, morale e materiale. Qualcuno alla camorra. Hanno dai sei ai diciotto anni. 14 15 Domenica 13 luglio 2008 - ore 21.30 Rivarolo Mantovano (Mn), Piazza Finzi OPLAS Teatro Julieta e Romeo Coreografia, regia e testi Luca Bruni Musica Marco Schiavoni Disegno Scene e Costumi Mario Ferrari Realizzazione scene e costumi Teatro OPLAS Testi originali Yarlo Osnel Ruiz Echavarria Primo violino Prisca Amori Premio del Pubblico come miglior spettacolo open-air alla VII Feria de Teatro de Castilla y Leon, Ciudad Rodrigo (E) 2005 Nel settembre 2003, in occasione di una tourné a Cuba ospiti del Festival Internazionale di Teatro de La Havana, l’OPLAS incontra il Consejo Nacional Artes Escenica de Cuba. Dall’ incontro nascono alcune idee per una collaborazione artistica. L’OPLAS sviluppa il progetto “Un teatro per Cuba e per il mondo” che riceve in Italia l’immediato sostegno della Regione Umbria, della Provincia di Perugia, del Comune di Umbertide (PG), del Comune di Soliera (MO). Il progetto prevedeva due fasi: il riallestimento di uno spettacolo di repertorio per la compagnia Danza Contemporanea de Cuba (Misa en piso, Gran Teatro de la Havana, gennaio 2004); la creazione di uno spettacolo dedicato a questa esperienza cubana, Julieta e Romeo (aprile/maggio 2004). Noi, in quanto uomini di spettacolo, crediamo profondamente che la cultura sia più che un’idea, un vento forte che trapassa ogni frontiera, una forza irresistibile condivisa da tutti gli uomini illuminati e che viene temuta solo laddove ancora oggi regna la paura e l’oppressione. Dedicato a questa esperienza vissuta in prima persona in terra cubana il capolavoro di Shakespeare si trasla in un contesto onirico così come Verona si mescola alle facciate in rovina del malecon habanero. I due giovani protagonisti, Julieta - cubana - e Romeo - italiano - sono due ragazzi di oggi (... o di ieri come di domani), per i quali l’idea dell’amore sublime è più forte e travolgente di qualsiasi ostacolo, anche della morte stessa. Sospesi in bilico tra il purgatorio e l’inferno, rei suicidi, sono i testimoni di un mondo sbagliato, potente e violento oltre ogni limite, cieco all’amore, ma coraggiosi a tal punto da subirne le conseguenze. 16 17 Domenica 20 luglio 2008 - ore 21.30 Spineda (Cr), Area dello Sport ST. KILDA THEATRE - Piccolo teatro di Milano Visioni: Sogni Di Una Notte Di Mezz’Estate da William Shakespeare avevamo incontrato un testo che parlava di passione e di magia, di giovani soggetti al continuo oscillare del desiderio e costretti a passare attraverso tutto questo per intraprendere il primo passo verso la maturazione come individui. E non è quello che siamo mi dico? Chi meglio di noi può parlare di quel tipo di amore, della passione che ti spinge a lasciare la tua Atene, di quella pulsione, di quel disequilibrio, di quella voglia di rovesciare un sistema di regole, di entrare in un bosco dove magie furiose ti stravolgono la mente? Forse ci piace fare questo spettacolo perché parla di una parte di noi che ancora non abbiamo ben compreso ma che sentiamo pulsare incessantemente dentro, che ci spinge sempre un passettino più in là di dove ci saremmo potuti fermare. Per questo ogni volta che riprendiamo questo spettacolo è qualcosa di diverso, perché noi pian piano cresciamo e pian piano vediamo cose su cui prima avevamo solo incoscientemente volato.” con Alice Bachi (Ippolita/Titania), Gabriele Ciavarra (Teseo/Oberon), Marco Brinzi (Puck/Filostrato), Silvia Casotti (Elena/Fata), Rosanna Sparapano (Ermia/Fata), Matteo Romoli (Demetrio/Elfo), Giorgio Sangati (Lisandro/Elfo) Caterina Simonelli regia Caterina Simonelli costumi Alice Bachi, Rosanna Sparapano, luci Giorgio Sangati musiche ed effetti sonori Fausto Cabra scene Matteo Romoli, Fausto Cabra Sinossi. È il tempo del matrimonio fra Teseo Duca di Atene e Ippolita Regina dell’Amazzoni. Egeo arriva alla reggia trascinando la figlia, Ermia, che egli aveva promesso in sposa a Demetrio e che si rifiuta di obbedire perché innamorata di Lisandro. La sentenza per Ermia è il matrimonio con Demetrio o la morte, o la clausura in un convento. Ermia e Lisandro progettano la fuga da Atene ma si imbattono in Elena, intima amica di Ermia, e a sua volta innamorata di Demetrio. Elena cieca di passione per lui gli rivela il piano della amica e del suo innamorato; così la fuga è presto nota a Demetrio che insegue gli amanti ed è a sua volta seguito da Elena. I quattro giovani raggiungono un bosco nei pressi di Atene dove Oberon Re delle fate e Titania sua Regina si contendono aspramente un fanciullo. Oberon con l’aiuto di Puck, suo giullare e servitore, si impossessa di un fiorellino magico che scatena furibondi amori e lo usa sia per stregare Titania sia per aiutare Elena a far si che Demetrio s’innamori di lei. Qualcosa va storto e nel bosco gli amanti fedeli sono tramutati in infedeli, le amiche in nemiche, un povero attore in mostro… La scelta di Sogno di una notte di mezz’estate in un primo momento è stata superficiale: forse nessuno di noi aveva veramente afferrato la portata di questo testo. Una scelta incosciente ma che si è rivelata la più appropriata. Senza saperlo 18 19 Domenica 27 luglio 2008 - ore 21.30 Rivarolo del Re (Cr), Villanova - Cascina Maddalena (Strada Maddalena) Inteatrofestival e Babelia&C Incantadora Cucina e memorie di una filibustiera di e con Roberta Biagiarelli nel ruolo di Incantadora e con Sandro Fabiani nel ruolo di Dora scenografia Lucio Diana Chef-toi di Davide Berchiatti Gazpacho leggero con tortillas Carpaccio di ananas al rosmarino con spuma di caprino alle erbe Tortino di miglio all’origano con quenelle di pere Bignè con mousse di melanzane alla menta Cannolo con ricotta alla siciliana con salsina rossa alla cannella acqua/vino (bianco siciliano) Spettacolo per 100 spettatori. Siete pregati di prenotare anticipatamente al 347 7556898. collaborazione all’arredamento Claudia Losi e AttrazioniBiagiarelli cuoco Davide Berchiatti - catering chef-toi luci Giovanni Garbo La casa volante dove si muove l’Incantadora è un luogo magico, un po’ gitano e un po’ stravagante… è ovviamente una stanza della casa da lei abitata arredata con teli colorati, lampade vecchio stile, oggetti d’altri tempi che provengono da solai di nonne strampalate e poetesse. Sui tavoli qualche candela profumata, spezie, cioccolata, frutta e verdura fresca, insieme a piccole caramelline e altri oggettini pescati chissà in quale fiera, in chissà quale parte del mondo. È una sorta di bric à brac, un mucchio d’oggetti diversi usati, ammassati gli uni sugli altri, con libri sparsi un po’ d’ovunque, sui ripiani, a terra, chincaglieria varia dietro le tende fruscianti di foglie e campanellini. Gli ospiti vanno per ascoltare le storie della padrona di casa, i suoi racconti che si muovono tra l’appetito e l’amore, là dove i confini sono così labili da confondersi completamente, per raccogliere confidenze tra la cucina e il salotto: bocconi cucinati come fossero ingredienti e tratti dalla letteratura internazionale, amalgamati in gustose ricette, pezzi di storie serviti come portate tra lo svaporare dei sensi. Sarà l’Incantadora a trasportare gli ospiti nel fascino di diverse culture: tra i profumi delle spezie, le ricette arzigogolate e il dipanarsi di biografie di donne straordinarie e passionarie. La stanza della rappresentazione è il posto che tutti noi vorremmo avere nella nostra casa; un luogo pieno di colori e profumi, dove sedersi e lasciare che qualcuno si occupi di noi con piccoli gesti di ospitalità e con l’incanto di qualcuno che sa raccontare. 20 21 Domenica 10 agosto 2008 - ore 21.30 Solarolo Rainerio (Cr), San Lorenzo Aroldo, Cascina Sant’Antonio Le Sorelle Marinetti Non ce ne importa niente Andrea Allione voce Marco Lugli voce Nicola Olivieri voce Musicisti Riccardo Tosi (batteria), Pierluigi Petris (chitarra) Gibertini Riccardo (tromba), Adalberto Bollettieri (trombone), Alberto Ferrari (sax), Paolo Dessi (contrabbasso), Christian Schmitz (pianoforte) Non ce ne importa niente non è un semplice concerto, ma una vera e propria piece di teatro musicale, che propone allo spettatore un viaggio temporale a ritroso, verso gli anni ’30. Anni di grandi inquietudini, per l’approssimarsi all’orizzonte di nubi nere, ma anni anche di voglia d’evasione e di spensieratezza che, grazie alla scuderia di autori, cantanti e direttori d’orchestra della radio ha prodotto un repertorio di canzoni che ancora oggi mettono buon umore. E pensare che nel ’25 Mussolini disse: “Questa radio non funzionerà mai!”. Figlie improbabili della fulgida epopea dell’Eiar (l’emittente radiofonica nata in piena dittatura, da cui, come Araba Fenice, si generò la RAI), le tre sorelle canterine sono cresciute ascoltando - con un’ostinazione che rasentava l’autismo - i grandi nomi della canzone degli anni ’30: il Trio Lescano, Silvana Fioresi, Maria Jottini, Alberto Rabagliati, Natalino Otto, Odoardo Spadaro. A furia di improvvisazioni di fronte allo specchio della loro cameretta, con tanto di spazzola a mo’ di microfono in mano, le Sorelle Marinetti hanno trovato spontaneamente la fusione e l’amalgama di timbri tipici del canto armonico a tre. Provato il loro talento è arrivato il primo disco che spazia da alcuni grandi successi del Trio Lescano a trascrizioni per canto armonico di altri interpreti degli anni ’30, da canzoni del repertorio delle Andrews Sisters (il trio americano a cui le stesse Sorelle Lescano si rifecero) fino a un delizioso omaggio a una cantante pop/rock americana tra le più amate, con un medley in chiave di standard swing. Se sul coté artistico sono una cosa sola, su quello più caratteriale le Sorelle Marinetti sono davvero una diversa dall’altra: Turbina, la maggiore è la più saggia e posata; Mercuria, la mediana, più ingenua e sognatrice; Scintilla, la minore, più sfacciata e birichina. Nel febbraio 2008 è uscito Non ce ne importa niente, il primo disco delle Sorelle Marinetti e a seguire, la messa in scena dello spettacolo teatrale che ha lo stesso titolo dell’album. 22 23 Venerdì 15 agosto 2008 - ore 21.30 Commessaggio (Mn), Casa Studio “La Silenziosa” Balletto Civile Creature azione itinerante di teatro fisico ideazione e adattamento Michela Lucenti performers Balletto Civile Nel 2008 un lungo progetto artistico guida il Balletto Civile. Un titolo apparentemente unico, Creature, che nasce dalla stessa poetica essenziale ma si ramifica in più risultati. L’obiettivo è di utilizzare i nostri corpi, il frutto della nostra ricerca sulle relazioni fisiche e sul canto, per l’interazione itinerante con gli spazi aperti. E così avverrà con le opere e il giardino di Italo Lanfredini. Il suo lavoro materico, il legno e la terracotta, sculture ergonomiche con cui interagire con passione dissacrante, spostare l’immaginario e alterarlo, ripopolando quei luoghi di nuovi esseri viventi. Suggestioni, immagini, sonorità e la semplice presenza di creature che con il loro corpo e la loro voce, plasmabili come creta, hanno il compito di creare un’esperienza autentica, misteriosa e magica, senza alcun supporto narrativo, con il pubblico che assiste ad un rituale di cui è comunque protagonista. Un luogo condiviso che custodisce il segreto dell’azione, si arricchisce e diventa tangibile e afferrabile, non puramente onirico, ma attraverso azioni concrete celebra l’unione tra lo spazio immaginativo e lo spettatore che vive sulla propria carne quest’esperienza. Balletto Civile 24 25 Sabato 30 agosto 2008 - ore 21.30 Piadena (Cr), Cascina Martinelli Teatro Minimo Cirano di e con Michele Santeramo, Giorgio Vendola scritto da Michele Santeramo musiche di Giorgio Vendola cura del progetto Antonella Papeo coproduzione Comune di Andria in collaborazione con il Festival Castel dei Mondi di Andria sostegno alla produzione Comune di Terlizzi - Provincia di Bari - Regione Puglia Cirano è innamorato della cugina Rossana. Lei è innamorata di Cristiano, ricambiata. Cirano è brutto, ha un naso troppo lungo, e lo sa. Cristiano è bello ma non sa parlare. Rossana non ci ha mai parlato, ma ama sentir ben parlare. Cirano sa parlare è gran rimatore e gran spadaccino. Cirano e Cristiano mettono insieme un corpo bello e un’anima bella, e fanno un’altra persona. Rossana s’innamora di questa persona che non esiste, e che è la somma di questi due. Poi c’è la guerra, e la guerra uccide. Cristiano muore, Rossana va in convento. Cirano per 14 anni, ogni settimana va a trovarla, non rivelando mai il suo amore. Una sera, però, qualche minuto prima che Cirano muoia assassinato, lei capisce che le lettere che ha amato non erano di Cristiano, ma di suo cugino. E chiede: eravate voi, Cirano, ad amarmi così tanto? Vostre le lettere che m’hanno innamorata? Eravate voi ad amarmi? No, mio caro amore, io non vi ho mai amata. Lo spettacolo segue l’esempio di Calvino con l’Orlando Furioso: a parti di pura narrazione, riscritte dal punto di vista di Cirano, si alternano passi dell’opera di Rostand. In scena poche luci, musiche, Cirano, e tutta la leggerezza di questa storia. Le musiche partecipano al racconto dell’opera. Cirano è il fondamento del racconto. Spesso siamo portati a riconoscere in Cirano e Cristiano due parti di una stessa persona; il tentativo di questo racconto, al contrario, cerca di dimostrare che questa necessità, in realtà, è una falsa necessità. Cirano è personaggio in sé, non è una maschera, è sentimento e desiderio. Cirano non sa com’è un bacio, e quando deve descriverlo a Rossana è costretto a farne poesia, immagine, perché non sa descriverne la sensazione. Questa impreparazione è la condizione che lo rende uomo e lo distanzia dalla condizione di eroe. 26 27 Venerdì 05 settembre 2008 - ore 21.30 Sabbioneta (Mn), Teatro all’Antica FUORIVIA produzioni Giuseppe Cederna in Il grande viaggio di Giuseppe Cederna e Francesco Niccolini ispirato all’omonimo libro di Giuseppe Cederna, edizioni Feltrinelli musiche originali di Capelli, Manzoni, Negrini eseguite dal vivo da Alberto Capelli (chitarra e sitar), Mauro Manzoni (sassofono) Nicola Negrini (contrabbasso) disegno luci Andrea Violato Strana cronaca di un viaggio e di altre storie, tutte che portano in India, sull’Himalaya, alle sorgenti del Gange, il fiume sacro della cultura indiana. Tutto mischiato, sottovoce, sorridendo, faticando, in mezzo a scoperte sorprendenti, dalla capitale infame alle vette della grande montagna. Ad occhi sgranati, in treno, jeep e a piedi, nel traffico disumano di Delhi e sulle strade di montagna che portano in cima al mondo, ai piedi di una grande diga o al mercato dei mercati, al crematorio dei bambini o sottoterra, ma vivi. E poi l’epica: le storie del Mahabharata raccontate dalle guide indiane o i miti indù, tra un passato remoto infinitamente lontano e un caos assolutamente contemporaneo. E i ricordi di casa, i sogni, tutto quello che scopri e quello che ti manca. Giuseppe Cederna con ironia, ci accompagna per mano, senza paura delle contraddizioni del viaggio e dei pensieri, degli odori e dei dispiaceri. Fragile, forte, dubbioso, vivissimo, pensando la morte. Il Grande Viaggio è una storia, un racconto in cui si fondono lo stupore del cammino dentro una natura che ancora si manifesta come ignota e miracolosa (le cime, gli dei che le abitano, le acque purificatrici dei fiumi, il trotto di un leopardo), gli incontri straordinari (con nomadi ed eremiti ma anche con i movimenti che si battono contro le grandi dighe e per la conservazione degli equilibri naturali), la riconquista - proprio attraverso il filtro della distanza - di una dolcissima vicinanza al sé più profondo e alle immagini dell’infanzia (i monti della Valtellina, la casa di famiglia, la figura del padre che torna per un simbolico passaggio di testimone). 28 29 Lunedì 08 settembre 2008 - ore 21.00 San Giovanni in Croce (Cr), Villa Medici del Vascello Compagnia Teatrale della Luna Crescente Associazione La Giostra Onlus - Laboratorio Integrato La Kengah Teatro Comunale di Imola - Assessorato alla Cultura del Comune di Imola Party teatro e regia Marina Mazzolani e Corrado Gambi con Roberto Alfano, Stefano Betti, Laura Bittoni, Serena Camaggi, Annalisa Cantoni, Lisa Cenosi, Alberto Dal Prato, Paolo Facchini, Gianmarco Falzoni, Stefano Farolfi, Corrado Gambi, Carla Ghini, Francesca Lama, Marina Mazzolani, Piero Minghetti, Irene Pierluca, Raffaella Romiti, Aristide Rontini, Sabrina Santandrea, Marco Silvestri e la partecipazione di Alfonso Cuccurullo costumi Paolo “Polpa” Poli musiche Roberto Bartoli (contrabbasso), Gaspare De Vito (sax) Simone Pareschi (pianoforte), Maurizio Piancastelli (tromba) Progetto Speciale 30 Sesta produzione del Laboratorio Integrato “La Kengah”, che riunisce persone in situazione di handicap e non, PARTY, rende omaggio a molte persone offese ed oppresse, specialmente a quelle che hanno trascorso gran parte della loro esistenza tra i muri degli ospedali psichiatrici. Lo spettacolo è nato in un luogo, l’ex ospedale Psichiatrico Osservanza di Imola. Lo spettacolo è anche dedicato ai muri fuori e dentro di noi, al profondo significato, e funzione, delle strutture psichiatriche; quell’essere confine, limite e raccolta di ogni “diversità”, specie quelle che più turbano l’ordine consolatorio della “normalità”. Questi muri si ritrovano, in altre forme e con altre definizioni anche laddove non esistono fisicamente; nelle parole, nei pensieri, nelle azioni… Questi muri, quelli dell’oppressione o, “semplicemente”, quelli delle classificazioni, dei giudizi (o dei pre-giudizi) sono ovunque. Occorre riconoscerli e cercare di abbatterli. Lo spettacolo è indefinibile, come lo sono i sogni più inquietanti, che ci portano in viaggio da una situazione all’altra e attraverso le metamorfosi dei personaggi e dei luoghi, e che, quando diventano intollerabili, ci permettono di svegliarci. Così come nei sogni, ogni cosa si trasforma mentre sta accadendo. Appena il tempo di “acquietarsi” in una situazione comprensibile, e già il pubblico viene portato altrove, anche fisicamente, perché si attraversano spazi diversi. La musica di un pianoforte non è che il preludio di un’avventura di cui tutti, gli attori, i musicisti e le persone del pubblico, saranno protagonisti. Non ci sono che pezzi di storie più lunghe, frammenti di esistenze, che si deformano incontrandosi, o scontrandosi, finendo con l’appartenere a nessuno, e quindi a tutti. In questi frammenti, in qualche istante, in qualche parola, in qualche suono, possiamo riconoscerci. Personaggi improbabili, inquietanti, comici oppure tristi, addolorati, irrompono, si agitano, declamano, ammiccano, seducono, confortano, ballano, conversano, raccontano, ripopolando uno spazio abbandonato: a loro volta cercano inquieti le relazioni, l’ordine e la logica che li giustifichino, li esaltino, li spieghino. Ma nel frattempo incontrano e incrociano il pubblico. Le cose accadono, nell’immediato, con una loro credibilità, esattamente come nei sogni. E hanno del sogno la stessa innocenza. Gli invitati siamo noi. Ognuno diverso, ognuno complesso, ognuno fuori posto, ognuno al centro del mondo. Il vortice coinvolge tutti. In questo psichedelico giro di giostra il pubblico gira assieme agli attori: tutti a bordo di questo strano mezzo di trasporto, che, presentatosi come una prigione, si rivela poi traghetto, capace di attraversare con apparente leggerezza le profondità della notte, per indurci il desiderio della luce - la festa del cuore -, per suggerirci un volo oltre tutte le porte, i cancelli, le sbarre, oltre tutti i muri. 31 Con il sostegno dell’Assessore alle politiche sociali della provincia di Cremona A 30 anni dalla pubblicazione della L. Basaglia siamo tutt’ora nella condizione di guardare ad esperienze come quella di Imola, con occhi incantati, riconoscenti e ammirati per comportamenti che avremmo dovuto e dovremmo incontrare quotidianamente sulla nostra strada. Così non è stato e non è. Ecco quindi che la scelta degli organizzatori del Festival “Terre d’acqua 2008” diventa coraggiosa, essenzialmente perché ci ricorda con la messa in scena dello spettacolo “Party”, che l’opportunità di esprimersi, non solo di esistere, è di tutti; che la società è un insieme anche ricco di contraddizioni, di cittadini tra loro diversi, ma tutti ugualmente portatori dei diritti di, raccontarsi, guardarsi, muoversi, gioire, dolersi, giocare o prendersi sul serio, amarsi ed essere amati, guardarsi indietro per andare avanti, di scegliere, d’imparare, di abitare i propri luoghi, di avere cura di sé e di pretendere cura per sé; di vivere insomma. Noi rappresentanti delle Istituzioni abbiamo il dovere di costruire le opportunità affinché tutto ciò possa avvenire: ne siamo i garanti. Dopo 30 anni, la strada da percorrere è ancora lunga, come lunghi e pesanti sono i nuovi muri che si sono costruiti fra noi cittadini, incapaci di sentirci diversi ma uguali, incapaci di regalare la nostra parte migliore perché la nostra società diventi migliore. Aiutare a rendere possibile questa manifestazione è per me un onore e mi auguro contribuisca, qui e ora, almeno un po’, a far pensare, a guardarsi dentro e decidere che, ognuno, a modo suo, è normale; basta che trovi lo spazio per raccontarlo. Anna Rozza Assessore alle politiche sociali della provincia di Cremona 32 33 Sabato 13 settembre 2008 - ore 19.00 Casalmaggiore (Cr), Chiesa di Santa Chiara Teatro Stabile dell’Umbria - Demetra Micamadonne scritto, diretto e interpretato da Virginia Virilli suono Stefano Zazzera collaborazione alla scelta delle musiche Dario Della Porta costume di scena Sarina Nardi Premio Nazionale Donne e Teatro per la drammaturgia Un lavoro sulle prime forti voglie e dolori d’infanzia, dei primi anni di vita. Sugli occhi più aperti e registranti, i primi allarmi di corpo, dita e unghie di otto anni che toccano e incidono tutto. Una prima porzione di vita attiva, interiormente mossa, che non va totalmente protetta, che si accorge, che sa difendersi, esplorata con la scrittura e il corpo, esclusivamente attraverso momenti e rifugi appartenuti a tutti: riposini pomeridiani sul letto di nonna, sottotavolo, docce della piscina, tutte e due le ginocchia sgrugnate, la sua furia ladra è preziosa, ha forze inedite, ginniche da pennello, si muove con potenza e grandi ironie su emozioni concrete, con un linguaggio che sputa, che dipinge relazioni e fremiti in pochi secondi, violenta e poi subito via, butta via oggetti contatti sudori, ha torsioni che si accostano molto all’arte. È una fabbrica molto autonoma. Un ringraziamento particolare alla Fondazione “Conte Carlo Busi” per la concessione della Chiesa monastica di Santa Chiara. 34 35 Sabato 13 settembre2008 - ore 21.30 Casalmaggiore (Cr), Teatro Comunale Teatro Stabile dell’Umbria - Centro Universitario Teatrale Perugia Purificati e nei giacobiti e che nel ‘900 ha avuto tra i propri fautori un altro autore controverso come Edward Bond, Sarah Kane ha indagato gli abissi del dolore e del desiderio, della speranza e della disperazione. La sua ricerca espressiva utilizza un linguaggio allo stesso tempo minuzioso e visionario che sigilla la sua statura di classico della contemporaneità. La sua ultima opera, 4.48 Psychosis, fu completata poco prima della morte dell’autrice e fu rappresentata nel 2000, un anno dopo il suicidio. di Sarah Kane - traduzione di Barbara Nativi a cura di Antonio Latella regista assistente Tommaso Tuzzoli disegno luci Giorgio Cervesi Ripa Didascalia Carolina Balucani con David Berliocchi, Maria Varo, Domenico Viola, Francesca Colli, Caroline Baglioni Stefano Cristofani, Francesca Aiello, Marta Pellegrino “Dieci gelide bambole ammiccanti, scollate, scosciate, riscaldate solo da un nastrino rosso segno di amore e morte. Un filo sottile come una vena che fa scaturire l’inferno di Sarah Kane, quell’inferno dove lei cerca l’amore” Sabrina Busiri Vici Purificati è il tentativo di un gruppo di giovani attori emergenti, guidati da un grande Antonio Latella, di dare una risposta alla straziante richiesta di aiuto dell’autrice. Nessun orpello, nessun inutile realismo, movimenti del corpo appena accennati, una forte plasticità; tutto in Purificati è affidato al potere lacerante che la parola ha di evocare immagini e suscitare emozioni ed alla straordinaria potenza visionaria del verbo. È il viaggio nel subconscio, il cammino verso l’anelata catarsi, l’esperienza, la seconda pelle. Nasce “per via di togliere”, scavando giù, sempre più a fondo, fino alla polpa, al cuore, al testo, lasciatoci come il testamento dall’autrice e restituito a Sarah nella sua natura primordiale, privo di adulterazioni e sofisticazioni e trasferito al pubblico nella sua essenza, scena dopo scena, silenzio su silenzio. Sarah Kane (03/02/1971 - 20/02/1999) è una voce senza compromessi del teatro di oggi. Nei cinque testi che costituiscono il suo breve arco creativo, prematuramente interrotto, crea immagini di grande forza che ricostruiscono fino al minimo dettaglio gli estremi di un paesaggio con rovine come risposta a un generale disagio esistenziale. Erede di una linea rosso sangue della drammaturgia inglese, che affonda le proprie origini negli elisabettiani 36 37 Martedì 16 settembre 2008 - ore 21.00 Asola (Mn), Piazza XX settembre Compagnia della Fortezza Carte Blanche Centro Nazionale Teatro e Carcere Volterrateatro Sing Sing Cabaret Scene da I Pescecani regia di Armando Punzo spettacolo concerto con Ceramichelineari Marco Bagnai (chitarra, voce), Antonio Chierici (basso, cori, synth) Marzio Del Testa (batteria, percussioni, loopscon) con i detenuti attori della Compagnia della Fortezza e con Stefano Cenci, Mimoum El Baruni, Pascale Piscina Musiche originali Ceramichelineari, Coreografie Pascale Piscina, Collaborazione artistica Stefano Cenci, Laura Cleri, Manuela Capece, Costumi Emanuela Dall’Aglio, Scene Alessandro Marzetti, Ricerche musicali Barnaba Ponchielli, Suono Marco Ribecai, Direzione Tecnica Carlo Gattai, Fabio Giommarelli, Amministrazione e coordinamento Serena Scali, Isabella Brogi, Foto di scena Stefano Vaja Si ringraziano per la collaborazione Cristiane Hutter, Pier Nello Manoni, Leonardo e Anna Dell’Aiuto Organizzazione generale Cinzia de Felice Con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Comune di Volterra, Regione Toscana, Provincia di Pisa, Centro di Formazione Professionale Volterra, Cassa di Risparmio di Volterra, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra Si ringraziano Ministero della Giustizia, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Casa di Reclusione di Volterra In caso di maltempo lo spettacolo sarà rappresentato al Teatro S. Carlo 38 39 Venerdì 03 ottobre 2008 - ore 21.00 Ostiano (Cr), Teatro Gonzaga Piccola Compagnia della Magnolia Théatre de l’Èpée de Bois - Cartoucherie de Vincennes (Parigi) La casa di Bernarda Alba spettacolo per marionette vive di Federico Garcìa Lorca regia di Antonio Dìaz-Floriàn con Giorgia Cerruti, Luisa Accornero, Raffaella Tomellini, Valeria Dafarra, Claudia Martore, Valentina Tullio, Noemi Scala “È la deformità delle nane che abbiamo scelto per rivelare la bellezza dell’anima. Nello spazio chiuso in cui gli uomini le costringono, le figlie di Bernarda aprono la breccia del sogno e dell’amore” Antonio Dìaz-Floriàn La casa di Bernarda Alba è l’estremo capolavoro di García Lorca, completato nel giugno 1936. Prima di partire per l’ultimo viaggio, nel tentativo di raggiungere la sua famiglia a Granada, Lorca affidò all’amico Nadal il manoscritto, dicendogli: ‘prendi questo, nel caso mi succedesse qualcosa’. Il 18 agosto, catturato dai nazionalisti, il poeta trovò la morte davanti al plotone d’esecuzione. La Bernarda Alba di Dìaz-Floriàn è di grande impatto emotivo e visivo, che chiama il pubblico a condividere con gli attori un rituale di morte fortemente evocativo; è una messa da requiem in cui la forza creativa di Lorca trova perfetta rispondenza nel travestimento grottesco cui sono sottoposte le attrici, costrette in una condizione fisica di nane tale da recitare in ginocchio. L’ispirazione deriva dalle Meninas di Velasquez e dalle figure terribili di Goya, in cui il dettaglio raccapricciante tocca vertici di purezza assoluta. La recitazione insistita, “barocca”, la mimica facciale ed il gesto vicini al gioco di maschera, il trucco straniante ed i costumi contribuiscono a creare quell’impressione di alterità e di devianza che è una condizione fisica ma soprattutto uno stato emotivo ed un nodo tematico evocato da Lorca. Lo spettacolo è una collaborazione di grande prestigio per la Piccola Compagnia della Magnolia e un’occasione unica di mostrare al pubblico italiano il lavoro di un maestro del teatro europeo. 40 41 Associazione Terre d’Acqua Festival Terre d’acqua 2008 Soci Fondatori Comune di Casalmaggiore Comune di Cella Dati Comune di Commessaggio Comune di Dosolo Comune di Gazzuolo Comune di Gussola Comune di Motta Baluffi Comune di Ostiano Comune di Piadena Comune di Pomponesco Comune di Rivarolo del Re Comune di Rivarolo Mantovano Comune di Sabbioneta Comune di San Giovanni in Croce Comune di San Martino del Lago Comune di Scandolara Ravara Comune di Solarolo Rainerio Comune di Spineda Comune di Voltido Direzione Artistica Giuseppe Romanetti Organizzazione, Segreteria, Ufficio Stampa Francesca Consigli sito: www.terredacquafestitival.it e-mail: [email protected] tel. 3477556898 Condizioni di biglietteria L’ingresso agli spettacoli prevede un biglietto del costo di € 5, 00. I posti non sono riservati. Fatto salvo per gli spettacoli espressamente indicati non è prevista alcun tipo di prenotazione. Quando la prenotazione è richiesta è opportuno telefonare preventivamente al 347 7556898. A spettacolo iniziato il biglietto non è più rimborsabile. Variazioni di programma La Direzione si riserva la facoltà di apportare alla programmazione annunciata quelle variazioni di date, orari e/o spettacoli che si rendessero necessari per ragioni tecniche o da causa di forza maggiore. La comunicazione ufficiale sarà data tempestivamente tramite stampa, posta, posta elettronica e sito del festival. Riservatezza Coloro i quali desiderano essere informati su tutte le attività del festival potranno lasciare i propri dati sugli appositi moduli o sul sito del festival. Ai sensi del D. L. 196/03 si assicura la riservatezza dei dati personali ed il loro esclusivo utilizzo per comunicazioni inerenti l’attività dell’Associazione Terre d’Acqua. Consiglio di Amministrazione Gabriella Malanca Marinoni (Presidente) Daniela Azzi Daniele Bottoli Vittorio Ceresini Claudio Lodi Rizzini Francesco Sanfilippo Andrea Vallari Puntualità Non è consentito l’accesso a spettacolo iniziato. Riprese audio e video, telefoni cellulari É severamente vietato introdurre in sala macchine fotografiche, cineprese, registratori e fare uso di telefoni cellulari. Direttore Artistico Giuseppe Romanetti 42