Festival di teatro, musica e danza contemporanei dal 6 luglio al 3

Festival di teatro, musica e danza contemporanei
dal 6 luglio al 3 ottobre
Con il Patrocinio di
RegioneLombardia
Culture, Identità e Autonomie
della Lombardia
PROVINCIA DI MANTOVA
Con il Contributo di
PROVINCIA DI CREMONA
A.N.C.T
ENTE
TEATRALE
ITALIANO
Un’armonia di melodie e paesaggi; un dialogo continuo con l’habitat naturale, le persone, la storia, la memoria
collettiva, l’arte; un cammino che si proietta nell’animo umano, attraverso percorsi culturali proposti dal “Festival Terre d’Acqua”.
L’ambientazione è quella tipica padana, nel contesto fluviale che si snoda tra l’Oglio ed il Po, in un paesaggio
caratterizzato dalla presenza dell’uomo, ma che ha saputo mantenere inalterati i tratti rurali del secolo scorso,
dedicando particolare attenzione alla tutela dell’ambiente.
Arte e cultura si fondono nel ricco programma del Festival, sapientemente ideato dal Direttore Artistico Giuseppe Romanetti e dai suoi collaboratori.
Cascine, corti, palazzi ed antiche dimore diventano lo scenario naturale e suggestivo in cui si intrecciano musiche e danze, artisti e racconti, opere e riflessioni.
Sul palcoscenico della vita irrompono così miti classici ed arie moderne, danze che animano i pensieri e musiche
che sussurrano emozioni, fortificando il dialogo con l’ideale e l’onirico.
Un viaggio che nasce e ritorna, con rinnovata energia nelle “terre d’acqua”, coinvolgendo ogni spettatore nelle
stellate sere estive e nelle colorate giornate autunnali.
Denis Spingardi
Assessore Provinciale alla Cultura
e alla Promozione del territorio
On. Giuseppe Torchio
Presidente della Provincia di Cremona
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Ritorna puntuale la manifestazione Terre d’acqua, a ribadire la provvisorietà dei confini amministrativi su cui
si basa il governo del territorio. Ancora una volta comunità di confine che condividono le stesse caratteristiche
ambientali, che hanno in comune origini e prospettive di sviluppo molto simili, ma che hanno anche peculiarità
sociali e culturali proprie da offrire a un processo comune, sentono come naturale la propensione all’incontro ,
al “fare insieme” non solo sul piano culturale, basti pensare ad esempio a quanto sia essenziale la programmazione interprovinciale sulla viabilità e sulla salvaguardia ambientale, ma prima di tutto sul piano culturale.
Terre d’acqua risponde al bisogno di sconfinamento culturale come presupposto dei tanti sconfinamenti necessari per una moderna gestione del territorio. Non solo, Terre d’Acqua in questi anni ci ha aiutato a vedere con
occhi nuovi paesaggi e luoghi, a scoprirli e ad interpretarli con le suggestioni che solo l’arte e la poesia sanno
suscitare restituendo ad ogni cosa il giusto valore ambientale, sociale e culturale.
Mi preme inoltre sottolineare come la manifestazione si realizzi nella convinzione, oggi imprescindibile, che
si debbano cercare i motivi di aggregazione nella programmazione degli eventi culturali (ma non solo), pena
la dispersione delle risorse e l’inconsistenza dei risultati. Oltretutto è proprio compito della cultura favorire
l’incontro e il confronto.
Roberto Pedrazzoli
L’assessore al turismo e alla cultura
della Provincia di Mantova
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Il “Festival” che l’Associazione Terre d’acqua” ha il piacere di riproporre, incoraggiata dal notevole successo
di critica e di pubblico della scorsa edizione, non è solo un’importante rassegna teatrale, un momento alto di
incontro con le svariate forme in cui l’arte del comunicare si esprime, ma è anche una preziosa occasione per
conoscere angoli suggestivi, spesso trascurati dai tradizionali circuiti turistici, per vivere incanti,per assaporare
atmosfere che da sempre animano i nostri territori.
Il sapore della cultura e la raffinatezza degli spettacoli si coniugano con la bellezza dei luoghi,coinvolgendo ed
emozionando quanti sanno aprire l’animo alla corroborante forza dei sentimenti.
Le proposte, di prosa, di musica, di danza , non sono solo un evento, ma una piacevole consuetudine,che ,specie
nelle sere estive ,sanno regalare momenti magici, ora colorati dalla leggerezza del sogno, ora sostanziati da quella
riflessione che dà senso al vivere.
Riscoprire e rivivere le ricchezze artistiche dei nostri territori è uno dei fini della rassegna, ma l’obbiettivo principale è quello di regalare emozioni, portando il teatro tra la gente e coinvolgendo strati sempre più ampi di pubblico.
Il Festival vuol essere un viaggio tra suggestioni e scoperte, tra evasione e riflessione, tra sogno e realtà, viaggio tra
luoghi che ci rimandano la nostra storia, le nostre tradizioni, la nostra identità e viaggio nella nostra interiorità.
Ringrazio, a nome dell’Associazione, quanti, in modi diversi, hanno collaborato alla realizzazione della rassegna,
soprattutto il Direttore artistico, dott. Giuseppe Romanetti, e auguro, a tutti coloro che inseriranno nel loro calendario gli appuntamenti del Festival, piacevoli e intense serate , all’insegna della cultura e della bellezza.
Gabriella Malanca
Presidente dell’Associazione Terre d’Acqua
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Dove si narra di incontri “straordinari”
Il Festival Terre d’Acqua è giunto alla Quarta Edizione. Passo dopo passo si sta facendo adulto pur se nei nostri
progetti vuol mantenere la freschezza, l’energia, la spregiudicatezza, e perché no anche i fatali errori, degli eroici
anni di formazione.
Avendo a disposizione teatri, architetture meravigliose e luoghi suggestivi ricchi di storia, leggende e cultura
materiale in un territorio splendido e periferico rispetto alle isterie del mondo, avvolto per vero dai misteri legati
a elementi primordiali come la terra e l’acqua, abbiamo pensato di agire il teatro che rappresenta, per noi, l’unica
espressione arcaica in cui abiti ancora la libertà.
Notturni teatrali per un pubblico nomade, carovaniero che intraprende un cammino tra territori stupendi, tra la
necessità di tenere alto il dibattito attorno al teatro ed un progetto in continua espansione in cui confluiscono valorizzazione del patrimonio monumentale e paesaggistico, cultura, e perché no enogastronomia (les produits identitaires). E allora tutti cominciamo a scoprire con altri occhi quanto abbiamo sempre visto ma mai “guardato”.
Tappa dopo tappa il progetto va a ravvivare un territorio operoso, a scapito delle proprie potenzialità culturali,
costruendo delle risposte alte e forti.
Siamo convinti che il teatro è un bene prezioso da condividere in più modi e fuori da ogni rigorosa formalità
e da ogni spazio. Facendoci portatori consapevoli di ciò che le grandi civiltà ci hanno insegnato, sentiamo, in
tutta umiltà, il dovere morale di promuovere il teatro come espressione di bellezza e grandi ideali, specchio di
armonia sociale.
Le persone devono ritrovare il piacere di uscire di casa e insieme emozionarsi, riflettere e discutere con nuovi
impulsi, motivazioni, contenuti da rielaborare pensando magari al senso di uno spettacolo. È la riconquista del
teatro come spazio pubblico in cui si pone come luogo di incontro civile. La nostra precisa volontà è quella
di facilitare questo dialogo. Il teatro, linguaggio della contemporaneità per eccellenza, in presa diretta opera/
pubblico, offre preziose occasioni per questo ritrovarsi e saper leggere come il mondo muti, vicino e lontano,
restando spesso simili le esigenze primarie, comuni a tutti.
Ed è proprio al contemporaneo e segnatamente alle giovani e giovanissime compagnie che volge lo sguardo
questa edizione del festival, consapevoli che a dispetto delle difficoltà economiche e strutturali mai come ora nel
nostro paese si è visto tanto fermento e vivacità nel teatro.
Accanto al teatro di strada (L’Attesa) la musica (Sorelle Marinetti), accanto alla musica la danza (Julieta e Romeo,
Creature), la narrazione - termine riduttivo trattandosi di lavori ricchi di molto altro - (Incantadora, Cirano, Il
grande viaggio, Micamadonne) ma, soprattutto, tanta energia esplosiva proveniente da compagnie giovani ma che
mostrano di conoscere bene il sapore antico del teatro.
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Grandi classici rivisitati da grandi registi (Sogno di una notte di mezza estate, La casa di Bernarda Alba, Purificati),
coproduzioni straniere, debutti nazionali, spettacoli pensati per “quel luogo”. Ironia, dramma, comicità, stupore,
tutti i sentimenti sono declinati in questo percorso.
Citeremo infine gli incontri “straordinari” con il teatro dei carcerati di Volterra (Sing Sing Cabaret), con gli ospiti
dell’Istituto psichiatrico di Imola (Party) e con il debutto nazionale di una brava autrice/regista napoletana che
porta in scena il dramma della chiusura di tutti gli Istituti di accoglienza per minori.
Non ci resta che augurarvi che l’estate vi sia lieve e che l’incanto dei trilli degli animali notturni vi accompagni
ai nostri appuntamenti.
Giuseppe Romanetti
Direttore Artistico
Festival “Terre d’acqua” Edizione 2008
San Giovanni in Croce (Cr), 06 luglio 2008 - ore 21.30
Compagnia Teatrale ATMO
L’attesa
Scandolara Ravara (Cr), 11 luglio 2008 - ore 21.30
Galleria Toledo Teatro Stabile d’Innovazione Taverna Est
Santa Lucia della Bella Speranza
Debutto Nazionale
Rivarolo Mantovano (Mn), 13 luglio 2008 - ore 21.30
Oplas Teatro
Julieta e Romeo
Spineda (Cr), 20 luglio 2008 - ore 21.30
St. Kilda Theater - Piccolo Teatro Milano
Visioni: Sogni Di Una Notte Di Mezz’Estate
Rivarolo del Re (Cr), 27 luglio 2008 - ore 21.30
Inteatrofestival e Babelia&C
Incantadora
Solarolo Rainerio (Cr), 10 agosto 2008- ore 21.30
P-NUTS, Le Sorelle Marinetti
Non ce ne importa niente
Commessaggio (Mn), 15 agosto 2008 - ore 21.30
Compagnia Balletto Civile
Creature
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Piadena (Cr), 30 agosto 2008 - ore 21.30
Teatro Minimo
Cirano
Sabbioneta (Mn), 05 settembre 2008 - ore 21.30
FUORIVIA produzioni, Giuseppe Cederna in
Il grande viaggio
San Giovanni in Croce (Cr), 08 settembre 2008 - ore 21.00
Compagnia Teatrale della Luna Crescente, Associazione La Giostra Onlus - Laboratorio Integrato La Kengah,
Teatro Comunale di Imola - Assessorato alla Cultura del Comune di Imola
Party
Progetto Speciale
Casalmaggiore (Cr), 13 settembre 2008 - ore 19.00
Teatro Stabile dell’Umbria Demetra
Micamadonne
Gli Spettacoli
Casalmaggiore (Cr), 13 settembre 2008 - ore 21.00
Teatro Stabile dell’Umbria - Centro Universitario Teatrale di Perugia,
Purificati
Asola (Mn), 16 settembre 2008 - ore 21.00
Carte Blanche/Volterrateatro, Compagnia della Fortezza,
Sing Sing Cabaret
Ostiano (Cr), 03 ottobre 2008 - ore 21.00
Piccola Compagnia della Magnolia, Théâtre de l’Èpée de Bois-Cartoucherie de Vincennes (Parigi),
La Casa di Bernarda Alba
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Domenica 06 luglio 2008 - ore 21.30
San Giovanni in Croce (Cr), Villa Medici del Vascello
Compagnia Teatrale ATMO
L’Attesa
con Franco Aiello, Chiara Albanese, Giorgia Ceccarelli, Luca Mammoli, Carlo Massucci,
Alessio Papini, Marco Serrau
costumi e scenografie Laura Lucarini, Claudia Polticchia
macchine sceniche Massimo Aristei, Dino Piccini, Franco Grassini
audio e luci Michele Benda
regia Graziano Lazzari
Da allora si ruppe ogni equilibrio tra le persone e le cose, tutto diventò più difficile anche regalare un sorriso. Crebbe il
sospetto e la discordia, i cuori divennero di pietra, gli occhi videro nemici dappertutto, nemici da combattere. I colori
della vita si spensero, finché un giorno una risata squarciò la quotidianità. La sua forza si contrappose agli eventi scuri
e riaccese di nuovo la speranza.
Lo spettacolo è liberamente ispirato al Deserto dei Tartari di Dino Buzzati ed alle tradizioni popolari italiane
legate alla notte di San Giovanni in cui si celebra l’acqua e il fuoco. L’impianto narrativo è arricchito dall’uso
del fuoco, di grandi macchine sceniche e dalla pirotecnica. Le scene incalzanti coniugano, in modo coerente, la
parola, il gesto, gli effetti e le emozioni per dare ritmo ad una storia che narra di uomini e delle loro paure, frutto
di un’obsoleta interpretazione della storia, della cultura e della religione.
Infine prevarrà la fiducia nell’uomo che, facendo tesoro dei propri errori, alimenta la speranza in un futuro sereno e allora sarà il momento per fare tutti insieme una grande festa.
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Venerdì 11 luglio 2008 - ore 21.30
Scandolara Ravara (Cr), località Castelponzone
Galleria Toledo Teatro stabile d’innovazione, Taverna Est
Santa Lucia Della Bella Speranza
regia e drammaturgia Sara Sole Notarbartolo
con Giulio Barbato, Valenzuela Benegas, Ilaria Migliaccio, Valentina Carbonara
training Buto Marie Thérèse Sitzia
scene El Pampa
immagini e documentazione Juan Pablo Echeverry
foto di scena Pietro Botte
disegno luci Marcello Falco, Silvia D’Alesio
organizzazione e distribuzione Natalia Di Vivo
Debutto Nazionale
La storia
Il brefotrofio di “Santa Lucia della Bella Speranza” è in fiamme. Unici indagati quattro ragazzini dalle facce impaurite e dagli occhi sinceri che continuavano a vivere nell’Istituto anche dopo che questo era stato chiuso.
Negli interrogatori si scopre che avevano taniche di benzina, esplosivi, fiammiferi e le valigie pronte vicino alla
porta. Che in passato, quando ancora c’erano i preti, avevano già manifestato un certo amore per il fuoco. Che
hanno tutte le ragioni per realizzare il loro piano criminale. Che però, in realtà, molto probabilmente, sono
completamente innocenti.
Premessa dal reale
Una legge dello Stato (la 149 del 2001) stabilisce al 31 dicembre 2007 la chiusura di tutti gli istituti di accoglienza
per minori o la loro riconversione in casa famiglia. Oggi ci sono in Italia circa 200 istituti, con dentro oltre 2.600
minori. Non si tratta semplicemente di orfani ma di bambini che per i motivi più diversi non possono vivere con i
genitori e che difficilmente entrano nelle liste di adottabilità: sono afgani, albanesi, marocchini, rumeni, moldavi,
nigeriani, camerunensi, etiopi, italiani sottratti a contesti di ordinaria povertà, morale e materiale. Qualcuno alla
camorra. Hanno dai sei ai diciotto anni.
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Domenica 13 luglio 2008 - ore 21.30
Rivarolo Mantovano (Mn), Piazza Finzi
OPLAS Teatro
Julieta e Romeo
Coreografia, regia e testi Luca Bruni
Musica Marco Schiavoni
Disegno Scene e Costumi Mario Ferrari
Realizzazione scene e costumi Teatro OPLAS
Testi originali Yarlo Osnel Ruiz Echavarria
Primo violino Prisca Amori
Premio del Pubblico come miglior spettacolo open-air
alla VII Feria de Teatro de Castilla y Leon, Ciudad Rodrigo (E) 2005
Nel settembre 2003, in occasione di una tourné a Cuba ospiti del Festival Internazionale di Teatro de La Havana, l’OPLAS incontra il Consejo Nacional Artes Escenica de Cuba. Dall’ incontro nascono alcune idee per una
collaborazione artistica. L’OPLAS sviluppa il progetto “Un teatro per Cuba e per il mondo” che riceve in Italia
l’immediato sostegno della Regione Umbria, della Provincia di Perugia, del Comune di Umbertide (PG), del
Comune di Soliera (MO). Il progetto prevedeva due fasi: il riallestimento di uno spettacolo di repertorio per la
compagnia Danza Contemporanea de Cuba (Misa en piso, Gran Teatro de la Havana, gennaio 2004); la creazione
di uno spettacolo dedicato a questa esperienza cubana, Julieta e Romeo (aprile/maggio 2004).
Noi, in quanto uomini di spettacolo, crediamo profondamente che la cultura sia più che un’idea, un vento forte
che trapassa ogni frontiera, una forza irresistibile condivisa da tutti gli uomini illuminati e che viene temuta solo
laddove ancora oggi regna la paura e l’oppressione.
Dedicato a questa esperienza vissuta in prima persona in terra cubana il capolavoro di Shakespeare si trasla in un
contesto onirico così come Verona si mescola alle facciate in rovina del malecon habanero. I due giovani protagonisti, Julieta - cubana - e Romeo - italiano - sono due ragazzi di oggi (... o di ieri come di domani), per i quali l’idea
dell’amore sublime è più forte e travolgente di qualsiasi ostacolo, anche della morte stessa. Sospesi in bilico tra il
purgatorio e l’inferno, rei suicidi, sono i testimoni di un mondo sbagliato, potente e violento oltre ogni limite, cieco
all’amore, ma coraggiosi a tal punto da subirne le conseguenze.
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Domenica 20 luglio 2008 - ore 21.30
Spineda (Cr), Area dello Sport
ST. KILDA THEATRE - Piccolo teatro di Milano
Visioni:
Sogni Di Una Notte Di Mezz’Estate
da William Shakespeare
avevamo incontrato un testo che parlava di passione e di magia, di giovani soggetti al continuo oscillare del desiderio e
costretti a passare attraverso tutto questo per intraprendere il primo passo verso la maturazione come individui. E non è
quello che siamo mi dico? Chi meglio di noi può parlare di quel tipo di amore, della passione che ti spinge a lasciare la tua
Atene, di quella pulsione, di quel disequilibrio, di quella voglia di rovesciare un sistema di regole, di entrare in un bosco
dove magie furiose ti stravolgono la mente? Forse ci piace fare questo spettacolo perché parla di una parte di noi che ancora
non abbiamo ben compreso ma che sentiamo pulsare incessantemente dentro, che ci spinge sempre un passettino più in là
di dove ci saremmo potuti fermare. Per questo ogni volta che riprendiamo questo spettacolo è qualcosa di diverso, perché
noi pian piano cresciamo e pian piano vediamo cose su cui prima avevamo solo incoscientemente volato.”
con Alice Bachi (Ippolita/Titania), Gabriele Ciavarra (Teseo/Oberon),
Marco Brinzi (Puck/Filostrato), Silvia Casotti (Elena/Fata),
Rosanna Sparapano (Ermia/Fata), Matteo Romoli (Demetrio/Elfo),
Giorgio Sangati (Lisandro/Elfo)
Caterina Simonelli
regia Caterina Simonelli
costumi Alice Bachi, Rosanna Sparapano,
luci Giorgio Sangati
musiche ed effetti sonori Fausto Cabra
scene Matteo Romoli, Fausto Cabra
Sinossi. È il tempo del matrimonio fra Teseo Duca di Atene e Ippolita Regina dell’Amazzoni. Egeo arriva alla
reggia trascinando la figlia, Ermia, che egli aveva promesso in sposa a Demetrio e che si rifiuta di obbedire perché
innamorata di Lisandro. La sentenza per Ermia è il matrimonio con Demetrio o la morte, o la clausura in un
convento. Ermia e Lisandro progettano la fuga da Atene ma si imbattono in Elena, intima amica di Ermia, e a sua
volta innamorata di Demetrio. Elena cieca di passione per lui gli rivela il piano della amica e del suo innamorato;
così la fuga è presto nota a Demetrio che insegue gli amanti ed è a sua volta seguito da Elena. I quattro giovani
raggiungono un bosco nei pressi di Atene dove Oberon Re delle fate e Titania sua Regina si contendono aspramente un fanciullo. Oberon con l’aiuto di Puck, suo giullare e servitore, si impossessa di un fiorellino magico che
scatena furibondi amori e lo usa sia per stregare Titania sia per aiutare Elena a far si che Demetrio s’innamori di
lei. Qualcosa va storto e nel bosco gli amanti fedeli sono tramutati in infedeli, le amiche in nemiche, un povero
attore in mostro…
La scelta di Sogno di una notte di mezz’estate in un primo momento è stata superficiale: forse nessuno di noi aveva
veramente afferrato la portata di questo testo. Una scelta incosciente ma che si è rivelata la più appropriata. Senza saperlo
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Domenica 27 luglio 2008 - ore 21.30
Rivarolo del Re (Cr), Villanova - Cascina Maddalena (Strada Maddalena)
Inteatrofestival e Babelia&C
Incantadora
Cucina e memorie di una filibustiera
di e con Roberta Biagiarelli nel ruolo di Incantadora
e con Sandro Fabiani nel ruolo di Dora
scenografia Lucio Diana
Chef-toi di Davide Berchiatti
Gazpacho leggero con tortillas
Carpaccio di ananas al rosmarino con spuma di caprino alle erbe
Tortino di miglio all’origano con quenelle di pere
Bignè con mousse di melanzane alla menta
Cannolo con ricotta alla siciliana con salsina rossa alla cannella
acqua/vino (bianco siciliano)
Spettacolo per 100 spettatori. Siete pregati di prenotare anticipatamente al 347 7556898.
collaborazione all’arredamento Claudia Losi e AttrazioniBiagiarelli
cuoco Davide Berchiatti - catering chef-toi
luci Giovanni Garbo
La casa volante dove si muove l’Incantadora è un luogo magico, un po’ gitano e un po’ stravagante… è ovviamente una stanza della casa da lei abitata arredata con teli colorati, lampade vecchio stile, oggetti d’altri tempi che
provengono da solai di nonne strampalate e poetesse. Sui tavoli qualche candela profumata, spezie, cioccolata,
frutta e verdura fresca, insieme a piccole caramelline e altri oggettini pescati chissà in quale fiera, in chissà quale
parte del mondo. È una sorta di bric à brac, un mucchio d’oggetti diversi usati, ammassati gli uni sugli altri, con libri
sparsi un po’ d’ovunque, sui ripiani, a terra, chincaglieria varia dietro le tende fruscianti di foglie e campanellini.
Gli ospiti vanno per ascoltare le storie della padrona di casa, i suoi racconti che si muovono tra l’appetito e l’amore,
là dove i confini sono così labili da confondersi completamente, per raccogliere confidenze tra la cucina e il salotto:
bocconi cucinati come fossero ingredienti e tratti dalla letteratura internazionale, amalgamati in gustose ricette,
pezzi di storie serviti come portate tra lo svaporare dei sensi. Sarà l’Incantadora a trasportare gli ospiti nel fascino
di diverse culture: tra i profumi delle spezie, le ricette arzigogolate e il dipanarsi di biografie di donne straordinarie
e passionarie. La stanza della rappresentazione è il posto che tutti noi vorremmo avere nella nostra casa; un luogo
pieno di colori e profumi, dove sedersi e lasciare che qualcuno si occupi di noi con piccoli gesti di ospitalità e con
l’incanto di qualcuno che sa raccontare.
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Domenica 10 agosto 2008 - ore 21.30
Solarolo Rainerio (Cr), San Lorenzo Aroldo, Cascina Sant’Antonio
Le Sorelle Marinetti
Non ce ne importa niente
Andrea Allione voce
Marco Lugli voce
Nicola Olivieri voce
Musicisti Riccardo Tosi (batteria), Pierluigi Petris (chitarra)
Gibertini Riccardo (tromba), Adalberto Bollettieri (trombone), Alberto Ferrari (sax),
Paolo Dessi (contrabbasso), Christian Schmitz (pianoforte)
Non ce ne importa niente non è un semplice concerto, ma una vera e propria piece di teatro musicale, che propone allo
spettatore un viaggio temporale a ritroso, verso gli anni ’30. Anni di grandi inquietudini, per l’approssimarsi all’orizzonte di nubi nere, ma anni anche di voglia d’evasione e di spensieratezza che, grazie alla scuderia di autori, cantanti e
direttori d’orchestra della radio ha prodotto un repertorio di canzoni che ancora oggi mettono buon umore.
E pensare che nel ’25 Mussolini disse: “Questa radio non funzionerà mai!”.
Figlie improbabili della fulgida epopea dell’Eiar (l’emittente radiofonica nata in piena dittatura, da cui, come Araba Fenice, si generò la RAI), le tre sorelle canterine sono cresciute ascoltando - con un’ostinazione che rasentava
l’autismo - i grandi nomi della canzone degli anni ’30: il Trio Lescano, Silvana Fioresi, Maria Jottini, Alberto Rabagliati, Natalino Otto, Odoardo Spadaro. A furia di improvvisazioni di fronte allo specchio della loro cameretta,
con tanto di spazzola a mo’ di microfono in mano, le Sorelle Marinetti hanno trovato spontaneamente la fusione
e l’amalgama di timbri tipici del canto armonico a tre. Provato il loro talento è arrivato il primo disco che spazia
da alcuni grandi successi del Trio Lescano a trascrizioni per canto armonico di altri interpreti degli anni ’30, da
canzoni del repertorio delle Andrews Sisters (il trio americano a cui le stesse Sorelle Lescano si rifecero) fino a un
delizioso omaggio a una cantante pop/rock americana tra le più amate, con un medley in chiave di standard swing.
Se sul coté artistico sono una cosa sola, su quello più caratteriale le Sorelle Marinetti sono davvero una diversa
dall’altra: Turbina, la maggiore è la più saggia e posata; Mercuria, la mediana, più ingenua e sognatrice; Scintilla,
la minore, più sfacciata e birichina. Nel febbraio 2008 è uscito Non ce ne importa niente, il primo disco delle Sorelle
Marinetti e a seguire, la messa in scena dello spettacolo teatrale che ha lo stesso titolo dell’album.
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Venerdì 15 agosto 2008 - ore 21.30
Commessaggio (Mn), Casa Studio “La Silenziosa”
Balletto Civile
Creature
azione itinerante di teatro fisico
ideazione e adattamento Michela Lucenti
performers Balletto Civile
Nel 2008 un lungo progetto artistico guida il Balletto Civile.
Un titolo apparentemente unico, Creature, che nasce dalla stessa poetica essenziale ma si ramifica in più risultati.
L’obiettivo è di utilizzare i nostri corpi, il frutto della nostra ricerca sulle relazioni fisiche e sul canto, per l’interazione
itinerante con gli spazi aperti.
E così avverrà con le opere e il giardino di Italo Lanfredini.
Il suo lavoro materico, il legno e la terracotta, sculture ergonomiche con cui interagire con passione dissacrante, spostare l’immaginario e alterarlo, ripopolando quei luoghi di nuovi esseri viventi.
Suggestioni, immagini, sonorità e la semplice presenza di creature che con il loro corpo e la loro voce, plasmabili come
creta, hanno il compito di creare un’esperienza autentica, misteriosa e magica, senza alcun supporto narrativo, con il
pubblico che assiste ad un rituale di cui è comunque protagonista.
Un luogo condiviso che custodisce il segreto dell’azione, si arricchisce e diventa tangibile e afferrabile, non puramente
onirico, ma attraverso azioni concrete celebra l’unione tra lo spazio immaginativo e lo spettatore che vive sulla propria
carne quest’esperienza.
Balletto Civile
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Sabato 30 agosto 2008 - ore 21.30
Piadena (Cr), Cascina Martinelli
Teatro Minimo
Cirano
di e con Michele Santeramo, Giorgio Vendola
scritto da Michele Santeramo
musiche di Giorgio Vendola
cura del progetto Antonella Papeo
coproduzione Comune di Andria
in collaborazione con il Festival Castel dei Mondi di Andria
sostegno alla produzione Comune di Terlizzi - Provincia di Bari - Regione Puglia
Cirano è innamorato della cugina Rossana. Lei è innamorata di Cristiano, ricambiata. Cirano è brutto, ha un naso
troppo lungo, e lo sa. Cristiano è bello ma non sa parlare. Rossana non ci ha mai parlato, ma ama sentir ben parlare.
Cirano sa parlare è gran rimatore e gran spadaccino. Cirano e Cristiano mettono insieme un corpo bello e un’anima
bella, e fanno un’altra persona. Rossana s’innamora di questa persona che non esiste, e che è la somma di questi due.
Poi c’è la guerra, e la guerra uccide. Cristiano muore, Rossana va in convento. Cirano per 14 anni, ogni settimana va
a trovarla, non rivelando mai il suo amore. Una sera, però, qualche minuto prima che Cirano muoia assassinato, lei
capisce che le lettere che ha amato non erano di Cristiano, ma di suo cugino. E chiede: eravate voi, Cirano, ad amarmi
così tanto? Vostre le lettere che m’hanno innamorata? Eravate voi ad amarmi? No, mio caro amore, io non vi ho mai
amata.
Lo spettacolo segue l’esempio di Calvino con l’Orlando Furioso: a parti di pura narrazione, riscritte dal punto di vista
di Cirano, si alternano passi dell’opera di Rostand. In scena poche luci, musiche, Cirano, e tutta la leggerezza di questa
storia. Le musiche partecipano al racconto dell’opera. Cirano è il fondamento del racconto. Spesso siamo portati a
riconoscere in Cirano e Cristiano due parti di una stessa persona; il tentativo di questo racconto, al contrario, cerca
di dimostrare che questa necessità, in realtà, è una falsa necessità. Cirano è personaggio in sé, non è una maschera, è
sentimento e desiderio. Cirano non sa com’è un bacio, e quando deve descriverlo a Rossana è costretto a farne poesia,
immagine, perché non sa descriverne la sensazione. Questa impreparazione è la condizione che lo rende uomo e lo
distanzia dalla condizione di eroe.
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Venerdì 05 settembre 2008 - ore 21.30
Sabbioneta (Mn), Teatro all’Antica
FUORIVIA produzioni
Giuseppe Cederna
in
Il grande viaggio
di Giuseppe Cederna e Francesco Niccolini
ispirato all’omonimo libro di Giuseppe Cederna, edizioni Feltrinelli
musiche originali di Capelli, Manzoni, Negrini
eseguite dal vivo da Alberto Capelli (chitarra e sitar), Mauro Manzoni (sassofono)
Nicola Negrini (contrabbasso)
disegno luci Andrea Violato
Strana cronaca di un viaggio e di altre storie, tutte che portano in India, sull’Himalaya, alle sorgenti del Gange, il fiume
sacro della cultura indiana. Tutto mischiato, sottovoce, sorridendo, faticando, in mezzo a scoperte sorprendenti, dalla
capitale infame alle vette della grande montagna. Ad occhi sgranati, in treno, jeep e a piedi, nel traffico disumano di
Delhi e sulle strade di montagna che portano in cima al mondo, ai piedi di una grande diga o al mercato dei mercati, al
crematorio dei bambini o sottoterra, ma vivi. E poi l’epica: le storie del Mahabharata raccontate dalle guide indiane o
i miti indù, tra un passato remoto infinitamente lontano e un caos assolutamente contemporaneo. E i ricordi di casa,
i sogni, tutto quello che scopri e quello che ti manca. Giuseppe Cederna con ironia, ci accompagna per mano, senza
paura delle contraddizioni del viaggio e dei pensieri, degli odori e dei dispiaceri. Fragile, forte, dubbioso, vivissimo,
pensando la morte.
Il Grande Viaggio è una storia, un racconto in cui si fondono lo stupore del cammino dentro una natura che ancora
si manifesta come ignota e miracolosa (le cime, gli dei che le abitano, le acque purificatrici dei fiumi, il trotto di un
leopardo), gli incontri straordinari (con nomadi ed eremiti ma anche con i movimenti che si battono contro le grandi
dighe e per la conservazione degli equilibri naturali), la riconquista - proprio attraverso il filtro della distanza - di una
dolcissima vicinanza al sé più profondo e alle immagini dell’infanzia (i monti della Valtellina, la casa di famiglia, la
figura del padre che torna per un simbolico passaggio di testimone).
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Lunedì 08 settembre 2008 - ore 21.00
San Giovanni in Croce (Cr), Villa Medici del Vascello
Compagnia Teatrale della Luna Crescente
Associazione La Giostra Onlus - Laboratorio Integrato La Kengah
Teatro Comunale di Imola - Assessorato alla Cultura del Comune di Imola
Party
teatro e regia Marina Mazzolani e Corrado Gambi
con Roberto Alfano, Stefano Betti, Laura Bittoni, Serena Camaggi, Annalisa Cantoni, Lisa Cenosi,
Alberto Dal Prato, Paolo Facchini, Gianmarco Falzoni, Stefano Farolfi, Corrado Gambi, Carla Ghini, Francesca Lama, Marina Mazzolani, Piero Minghetti, Irene Pierluca, Raffaella Romiti,
Aristide Rontini, Sabrina Santandrea, Marco Silvestri
e la partecipazione di Alfonso Cuccurullo
costumi Paolo “Polpa” Poli
musiche Roberto Bartoli (contrabbasso), Gaspare De Vito (sax)
Simone Pareschi (pianoforte), Maurizio Piancastelli (tromba)
Progetto Speciale
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Sesta produzione del Laboratorio Integrato “La Kengah”, che riunisce persone in situazione di handicap e non, PARTY, rende omaggio a molte persone offese ed oppresse, specialmente a quelle che hanno trascorso gran parte della
loro esistenza tra i muri degli ospedali psichiatrici.
Lo spettacolo è nato in un luogo, l’ex ospedale Psichiatrico Osservanza di Imola.
Lo spettacolo è anche dedicato ai muri fuori e dentro di noi, al profondo significato, e funzione, delle strutture psichiatriche; quell’essere confine, limite e raccolta di ogni “diversità”, specie quelle che più turbano l’ordine consolatorio
della “normalità”.
Questi muri si ritrovano, in altre forme e con altre definizioni anche laddove non esistono fisicamente; nelle parole,
nei pensieri, nelle azioni…
Questi muri, quelli dell’oppressione o, “semplicemente”, quelli delle classificazioni, dei giudizi (o dei pre-giudizi)
sono ovunque. Occorre riconoscerli e cercare di abbatterli.
Lo spettacolo è indefinibile, come lo sono i sogni più inquietanti, che ci portano in viaggio da una situazione all’altra e
attraverso le metamorfosi dei personaggi e dei luoghi, e che, quando diventano intollerabili, ci permettono di svegliarci. Così come nei sogni, ogni cosa si trasforma mentre sta accadendo.
Appena il tempo di “acquietarsi” in una situazione comprensibile, e già il pubblico viene portato altrove, anche fisicamente, perché si attraversano spazi diversi.
La musica di un pianoforte non è che il preludio di un’avventura di cui tutti, gli attori, i musicisti e le persone del
pubblico, saranno protagonisti.
Non ci sono che pezzi di storie più lunghe, frammenti di esistenze, che si deformano incontrandosi, o scontrandosi,
finendo con l’appartenere a nessuno, e quindi a tutti. In questi frammenti, in qualche istante, in qualche parola, in
qualche suono, possiamo riconoscerci.
Personaggi improbabili, inquietanti, comici oppure tristi, addolorati, irrompono, si agitano, declamano, ammiccano,
seducono, confortano, ballano, conversano, raccontano, ripopolando uno spazio abbandonato: a loro volta cercano
inquieti le relazioni, l’ordine e la logica che li giustifichino, li esaltino, li spieghino.
Ma nel frattempo incontrano e incrociano il pubblico. Le cose accadono, nell’immediato, con una loro credibilità,
esattamente come nei sogni.
E hanno del sogno la stessa innocenza.
Gli invitati siamo noi. Ognuno diverso, ognuno complesso, ognuno fuori posto, ognuno al centro del mondo.
Il vortice coinvolge tutti.
In questo psichedelico giro di giostra il pubblico gira assieme agli attori: tutti a bordo di questo strano mezzo di trasporto, che, presentatosi come una prigione, si rivela poi traghetto, capace di attraversare con apparente leggerezza le
profondità della notte, per indurci il desiderio della luce - la festa del cuore -, per suggerirci un volo oltre tutte le porte,
i cancelli, le sbarre, oltre tutti i muri.
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Con il sostegno dell’Assessore alle politiche sociali della provincia di Cremona
A 30 anni dalla pubblicazione della L. Basaglia siamo tutt’ora nella condizione di guardare ad esperienze come quella di
Imola, con occhi incantati, riconoscenti e ammirati per comportamenti che avremmo dovuto e dovremmo incontrare quotidianamente sulla nostra strada. Così non è stato e non è.
Ecco quindi che la scelta degli organizzatori del Festival “Terre d’acqua 2008” diventa coraggiosa, essenzialmente perché
ci ricorda con la messa in scena dello spettacolo “Party”, che l’opportunità di esprimersi, non solo di esistere, è di tutti;
che la società è un insieme anche ricco di contraddizioni, di cittadini tra loro diversi, ma tutti ugualmente portatori dei
diritti di, raccontarsi, guardarsi, muoversi, gioire, dolersi, giocare o prendersi sul serio, amarsi ed essere amati, guardarsi
indietro per andare avanti, di scegliere, d’imparare, di abitare i propri luoghi, di avere cura di sé e di pretendere cura per
sé; di vivere insomma.
Noi rappresentanti delle Istituzioni abbiamo il dovere di costruire le opportunità affinché tutto ciò possa avvenire: ne
siamo i garanti.
Dopo 30 anni, la strada da percorrere è ancora lunga, come lunghi e pesanti sono i nuovi muri che si sono costruiti fra
noi cittadini, incapaci di sentirci diversi ma uguali, incapaci di regalare la nostra parte migliore perché la nostra società
diventi migliore.
Aiutare a rendere possibile questa manifestazione è per me un onore e mi auguro contribuisca, qui e ora, almeno un po’, a far
pensare, a guardarsi dentro e decidere che, ognuno, a modo suo, è normale; basta che trovi lo spazio per raccontarlo.
Anna Rozza
Assessore alle politiche sociali
della provincia di Cremona
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Sabato 13 settembre 2008 - ore 19.00
Casalmaggiore (Cr), Chiesa di Santa Chiara
Teatro Stabile dell’Umbria - Demetra
Micamadonne
scritto, diretto e interpretato da Virginia Virilli
suono Stefano Zazzera
collaborazione alla scelta delle musiche Dario Della Porta
costume di scena Sarina Nardi
Premio Nazionale Donne e Teatro per la drammaturgia
Un lavoro sulle prime forti voglie e dolori d’infanzia, dei primi anni di vita. Sugli occhi più aperti e registranti, i primi
allarmi di corpo, dita e unghie di otto anni che toccano e incidono tutto. Una prima porzione di vita attiva, interiormente mossa, che non va totalmente protetta, che si accorge, che sa difendersi, esplorata con la scrittura e il corpo,
esclusivamente attraverso momenti e rifugi appartenuti a tutti: riposini pomeridiani sul letto di nonna, sottotavolo,
docce della piscina, tutte e due le ginocchia sgrugnate, la sua furia ladra è preziosa, ha forze inedite, ginniche da pennello, si muove con potenza e grandi ironie su emozioni concrete, con un linguaggio che sputa, che dipinge relazioni e
fremiti in pochi secondi, violenta e poi subito via, butta via oggetti contatti sudori, ha torsioni che si accostano molto
all’arte. È una fabbrica molto autonoma.
Un ringraziamento particolare alla Fondazione “Conte Carlo Busi” per la concessione della Chiesa monastica
di Santa Chiara.
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Sabato 13 settembre2008 - ore 21.30
Casalmaggiore (Cr), Teatro Comunale
Teatro Stabile dell’Umbria - Centro Universitario Teatrale Perugia
Purificati
e nei giacobiti e che nel ‘900 ha avuto tra i propri fautori un altro autore controverso come Edward Bond, Sarah
Kane ha indagato gli abissi del dolore e del desiderio, della speranza e della disperazione. La sua ricerca espressiva
utilizza un linguaggio allo stesso tempo minuzioso e visionario che sigilla la sua statura di classico della contemporaneità. La sua ultima opera, 4.48 Psychosis, fu completata poco prima della morte dell’autrice e fu rappresentata
nel 2000, un anno dopo il suicidio.
di Sarah Kane - traduzione di Barbara Nativi
a cura di Antonio Latella
regista assistente Tommaso Tuzzoli
disegno luci Giorgio Cervesi Ripa
Didascalia Carolina Balucani
con David Berliocchi, Maria Varo, Domenico Viola, Francesca Colli, Caroline Baglioni
Stefano Cristofani, Francesca Aiello, Marta Pellegrino
“Dieci gelide bambole ammiccanti, scollate, scosciate, riscaldate solo da un nastrino rosso segno di amore e morte. Un filo
sottile come una vena che fa scaturire l’inferno di Sarah Kane, quell’inferno dove lei cerca l’amore”
Sabrina Busiri Vici
Purificati è il tentativo di un gruppo di giovani attori emergenti, guidati da un grande Antonio Latella, di dare una
risposta alla straziante richiesta di aiuto dell’autrice. Nessun orpello, nessun inutile realismo, movimenti del corpo
appena accennati, una forte plasticità; tutto in Purificati è affidato al potere lacerante che la parola ha di evocare immagini e suscitare emozioni ed alla straordinaria potenza visionaria del verbo. È il viaggio nel subconscio, il cammino
verso l’anelata catarsi, l’esperienza, la seconda pelle. Nasce “per via di togliere”, scavando giù, sempre più a fondo, fino
alla polpa, al cuore, al testo, lasciatoci come il testamento dall’autrice e restituito a Sarah nella sua natura primordiale,
privo di adulterazioni e sofisticazioni e trasferito al pubblico nella sua essenza, scena dopo scena, silenzio su silenzio.
Sarah Kane (03/02/1971 - 20/02/1999) è una voce senza compromessi del teatro di oggi. Nei cinque testi che
costituiscono il suo breve arco creativo, prematuramente interrotto, crea immagini di grande forza che ricostruiscono fino al minimo dettaglio gli estremi di un paesaggio con rovine come risposta a un generale disagio esistenziale. Erede di una linea rosso sangue della drammaturgia inglese, che affonda le proprie origini negli elisabettiani
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Martedì 16 settembre 2008 - ore 21.00
Asola (Mn), Piazza XX settembre
Compagnia della Fortezza
Carte Blanche Centro Nazionale Teatro e Carcere
Volterrateatro
Sing Sing Cabaret
Scene da I Pescecani
regia di Armando Punzo
spettacolo concerto con Ceramichelineari
Marco Bagnai (chitarra, voce), Antonio Chierici (basso, cori, synth)
Marzio Del Testa (batteria, percussioni, loopscon)
con i detenuti attori della Compagnia della Fortezza
e con Stefano Cenci, Mimoum El Baruni, Pascale Piscina
Musiche originali Ceramichelineari, Coreografie Pascale Piscina, Collaborazione artistica Stefano Cenci,
Laura Cleri, Manuela Capece, Costumi Emanuela Dall’Aglio, Scene Alessandro Marzetti,
Ricerche musicali Barnaba Ponchielli, Suono Marco Ribecai,
Direzione Tecnica Carlo Gattai, Fabio Giommarelli,
Amministrazione e coordinamento Serena Scali, Isabella Brogi, Foto di scena Stefano Vaja
Si ringraziano per la collaborazione Cristiane Hutter, Pier Nello Manoni, Leonardo e Anna Dell’Aiuto
Organizzazione generale Cinzia de Felice
Con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Comune di Volterra, Regione Toscana,
Provincia di Pisa, Centro di Formazione Professionale Volterra, Cassa di Risparmio di Volterra,
Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra
Si ringraziano Ministero della Giustizia, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria,
Casa di Reclusione di Volterra
In caso di maltempo lo spettacolo sarà rappresentato al Teatro S. Carlo
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Venerdì 03 ottobre 2008 - ore 21.00
Ostiano (Cr), Teatro Gonzaga
Piccola Compagnia della Magnolia
Théatre de l’Èpée de Bois - Cartoucherie de Vincennes (Parigi)
La casa di Bernarda Alba
spettacolo per marionette vive
di Federico Garcìa Lorca
regia di Antonio Dìaz-Floriàn
con Giorgia Cerruti, Luisa Accornero, Raffaella Tomellini, Valeria Dafarra, Claudia Martore,
Valentina Tullio, Noemi Scala
“È la deformità delle nane che abbiamo scelto per rivelare la bellezza dell’anima. Nello spazio chiuso in cui gli uomini le
costringono, le figlie di Bernarda aprono la breccia del sogno e dell’amore”
Antonio Dìaz-Floriàn
La casa di Bernarda Alba è l’estremo capolavoro di García Lorca, completato nel giugno 1936. Prima di partire per
l’ultimo viaggio, nel tentativo di raggiungere la sua famiglia a Granada, Lorca affidò all’amico Nadal il manoscritto,
dicendogli: ‘prendi questo, nel caso mi succedesse qualcosa’. Il 18 agosto, catturato dai nazionalisti, il poeta trovò la
morte davanti al plotone d’esecuzione.
La Bernarda Alba di Dìaz-Floriàn è di grande impatto emotivo e visivo, che chiama il pubblico a condividere con gli
attori un rituale di morte fortemente evocativo; è una messa da requiem in cui la forza creativa di Lorca trova perfetta
rispondenza nel travestimento grottesco cui sono sottoposte le attrici, costrette in una condizione fisica di nane tale da
recitare in ginocchio. L’ispirazione deriva dalle Meninas di Velasquez e dalle figure terribili di Goya, in cui il dettaglio
raccapricciante tocca vertici di purezza assoluta. La recitazione insistita, “barocca”, la mimica facciale ed il gesto vicini
al gioco di maschera, il trucco straniante ed i costumi contribuiscono a creare quell’impressione di alterità e di devianza che è una condizione fisica ma soprattutto uno stato emotivo ed un nodo tematico evocato da Lorca. Lo spettacolo
è una collaborazione di grande prestigio per la Piccola Compagnia della Magnolia e un’occasione unica di mostrare al
pubblico italiano il lavoro di un maestro del teatro europeo.
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Associazione Terre d’Acqua
Festival Terre d’acqua 2008
Soci Fondatori
Comune di Casalmaggiore
Comune di Cella Dati
Comune di Commessaggio
Comune di Dosolo
Comune di Gazzuolo
Comune di Gussola
Comune di Motta Baluffi
Comune di Ostiano
Comune di Piadena
Comune di Pomponesco
Comune di Rivarolo del Re
Comune di Rivarolo Mantovano
Comune di Sabbioneta
Comune di San Giovanni in Croce
Comune di San Martino del Lago
Comune di Scandolara Ravara
Comune di Solarolo Rainerio
Comune di Spineda
Comune di Voltido
Direzione Artistica
Giuseppe Romanetti
Organizzazione, Segreteria, Ufficio Stampa
Francesca Consigli
sito: www.terredacquafestitival.it
e-mail: [email protected]
tel. 3477556898
Condizioni di biglietteria
L’ingresso agli spettacoli prevede un biglietto del costo di €
5, 00. I posti non sono riservati. Fatto salvo per gli spettacoli
espressamente indicati non è prevista alcun tipo di prenotazione. Quando la prenotazione è richiesta è opportuno telefonare
preventivamente al 347 7556898. A spettacolo iniziato il biglietto non è più rimborsabile.
Variazioni di programma
La Direzione si riserva la facoltà di apportare alla programmazione annunciata quelle variazioni di date, orari e/o spettacoli
che si rendessero necessari per ragioni tecniche o da causa di
forza maggiore. La comunicazione ufficiale sarà data tempestivamente tramite stampa, posta, posta elettronica e sito del
festival.
Riservatezza
Coloro i quali desiderano essere informati su tutte le attività
del festival potranno lasciare i propri dati sugli appositi moduli o sul sito del festival. Ai sensi del D. L. 196/03 si assicura
la riservatezza dei dati personali ed il loro esclusivo utilizzo
per comunicazioni inerenti l’attività dell’Associazione Terre
d’Acqua.
Consiglio di Amministrazione
Gabriella Malanca Marinoni (Presidente)
Daniela Azzi
Daniele Bottoli
Vittorio Ceresini
Claudio Lodi Rizzini
Francesco Sanfilippo
Andrea Vallari
Puntualità
Non è consentito l’accesso a spettacolo iniziato.
Riprese audio e video, telefoni cellulari
É severamente vietato introdurre in sala macchine fotografiche, cineprese, registratori e fare uso di telefoni cellulari.
Direttore Artistico
Giuseppe Romanetti
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