Opuscolo 15 x 18 MACBETH corretto esecutivo

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CENTRO SERVIZI CULTURALI S.CHIARA DI TRENTO
STAGIONE LIRICA 2008
MACBETH
MELODRAMMA IN QUATTRO ATTI
DI FRANCESCO MARIA PIAVE E ANDREA MAFFEI
RIFORMATO PER IL TEATRO LIRICO DI PARIGI 21 APRILE 1865
musica di
GIUSEPPE VERDI
TRENTO | TEATRO SOCIALE
Anteprima riservata alla scuole
Mercoledì 26 marzo ore 18.00
Venerdì 28 marzo ore 20.30
Domenica 30 marzo ore 16.00
ROVIGO | TEATRO SOCIALE
Venerdì 4 aprile ore 20.30
Domenica 6 aprile ore 16.00
PISA | TEATRO VERDI
Venerdì 5 dicembre ore 20.30
Domenica 7 dicembre ore 16.00
MACBETH
MELODRAMMA IN QUATTRO ATTI DI
FRANCESCO MARIA PIAVE E ANDREA MAFFEI
RIFORMATO PER IL TEATRO LIRICO DI PARIGI 21 APRILE 1865
edizione critica della partitura edita da Chicago University Press
e Universal Music Puplishing Ricordi, Milano
a cura di D.Lawton
musica di Giuseppe Verdi
maestro concertatore e direttore d'orchestra
regia
Giampaolo Bisanti
Andrea De Rosa
scene e costumi
coreografia
luci
Alessandro Ciammarughi
Anna Redi
Cesare Accetta
Macbeth
Alberto Gazale
(Trento 28/3 - Rovigo 4/4)
Claudio Sgura
(Trento 30/3 - Rovigo 6/4)
Banco
Lady Macbeth
Dama
Macduff
Malcolm
Fleanzio
Medico e Sicario
Domestico
Apparizioni
Francesco Palmieri
Olha Zhuravel
Maria Letizia Grosselli
Stefano Ferrari
Cristiano Olivieri
Andrei Baes
Franco Federici
Simone Marchesini
Anna Leonardi
coro voci bianche C. Eccher di Cles
Giuseppe Ostini
ORCHESTRA FILARMONIA VENETA “GIANFRANCESCO MALIPIERO”
CORO E CORPO DI BALLO DEL TEATRO SOCIALE DI TRENTO
maestro del coro
Luigi Azzolini
ALLESTIMENTO SCENICO IN COPRODUZIONE TRA I TEATRI DEL CIRCUITO LIRICO
LOMBARDO (GRANDE DI BRESCIA, SOCIALE DI COMO, PONCHIELLI DI CREMONA,
FRASCHINI DI PAVIA) E IL CENTRO SERVIZI CULTURALI S. CHIARA DI TRENTO,
TEATRO SOCIALE DI ROVIGO E TEATRO VERDI DI PISA.
COPRODUZIONE DEL CENTRO SERVIZI CULTURALI S. CHIARA DI TRENTO
E TEATRO SOCIALE DI ROVIGO E TEATRO VERDI DI PISA.
direttore allestimenti scenici
aiuto regista
direttore di scena
collaboratore tecnico artistico luci
Maestri Collaboratori
maestro collaboratore di sala e direttore
musicale di palcoscenico
maestri collaboratori di palcoscenico
Damiano Pastoressa
Ermisenda Soy Bajar
Matteo Mazzoni
Matteo Benzoni
attrezzista
Eddi de Nadai
Alberto Nones
Federico Scarfì
Anna Nardelli
Francesca Cereghini
Stefania Casagranda
Virginia Callegari
Lucia Santorsola
Collaborazione dell’Istituto
di Formazione Professionale
di Trento
Marisa Castellin
Maria Iorno
con la collaborazione
dell’Istituto di Formazione
Professionale di Trento
Gabriella Gasperini
foto di scena (backstage)
Monique foto - Trento
Associazione Culturale Arte Danza Trento
responsabile
Fabrizio Bernardini
Danzamania - Pergine (TN)
responsabile
Maria Pia Di Mauro
maestro collaboratore alle luci
maestro ai sovratitoli
capo sarta
aiuto sarta
truccatrice
aiuto truccatrice
parrucchiera
aiuto parrucchiera
Costumi
Sartoria Teatrale Fiorentina - Firenze
Nicolao Atelier - Venezia
Fondazione Teatro alla Scala di Milano
Fondazione Teatro dell'Opera di Roma
Fondazione Teatro Regio di Parma
Attrezzeria
Rancati di Milano
Fondazione Teatro alla Scala di Milano
Parrucche
Mario Audello - Torino
Calzature
Calzature Epoca - Milano
Centro Servizi Culturali S. Chiara
ufficio stampa
direttore tecnico
segreteria organizzativa
assistente alla produzione
servizi tecnici, organizzativi e amministrativi
Katia Cont
Viviana Bertolini
Marco Carletti
Marina Ambrosi
Anna Ferro
Centro Servizi Culturali S. Chiara
consulente artistico e produzione
Alfonso Malaguti
“La paura è tutto
e l'amore nulla”
W. Shakespeare, Macbeth, IV, II, 12
“Non scoraggiamoci in questi tempi oscuri.
Essi non sono morti invano.
Noi fummo vinti, vinti, vinti.
Ma con la loro vittoria inizierà la loro riscossa.
Noi possiamo vincere una sola volta:
la nostra vittoria sarà l'ultima”
H. Eisler, Gesang der Besigten, op. 13, n.2
(canto dei vinti)
MACBETH, l'umanità del tiranno e la malattia del regno.
Verdi amava Shakespeare:
“È un poeta di mia predilezione, che ho avuto fra le mani dalla mia prima gioventù e che leggo e
rileggo continuamente” 1.
Shakespeare scrive 36 pièces, come si evince dall'in-folio del 1623, delle quali quasi un paio di
dozzine rappresentano i più grandi capolavori della letteratura teatrale di tutti i tempi da Eschilo,
Sofocle, Euripide attraverso appunto Shakespeare per giungere a Goldoni, Goethe, Pirandello,
Beckett.
Macbeth appartiene ad uno dei grandi inimitabili capolavori shakespeariani che il poeta inglese
scrive nel 1606 a 42 anni in sole 2000 righe ( poco meno di 2/3 rispetto alle altre tragedie) al
culmine della sua straordinaria fase “tragica”: Romeo and Juliet, Othello, King Lear.
Verdi compone Macbeth nel 1847 a 34 anni per il Teatro della Pergola di Firenze e poi lo riforma 18
anni dopo, 1865, per il Teatro Lirico di Parigi.
Sono gli anni della sua maturità che culmina nella trilogia romantica: Rigoletto, 1851, Il Trovatore,
1853, La Traviata, 1853. La revisione gli fu chiesta da Léon Escudier, editore francese del musicista. Verdi ha una gran parte nella stesura del libretto di Francesco Maria Piave. Il maestro
preordina la struttura del libretto, stabilisce le scene che vanno incluse, scrive il libretto in prosa
affidandone la verseggiatura a Piave. Riduce la pièce shakespeariana a meno della metà. La poesia
del dramma originale è tout–court sacrificata, ma la musica la riconquista in modo straordinario,
producendo il primo grande capolavoro verdiano.
L'incipit dell'opera è la terza scena della piéce con la presenza delle streghe e quindi Macbeth e
Banquo (Banco in Verdi): “So foul and fair a day I have not seen” (cors.n.), “Non ho mai visto un
giorno così brutto e bello”, che Verdi rende così: “Giorno non vidi mai sì fiero e bello”.
In Shakespeare domina la figura dell'ossimoro: bello e brutto, luci e tenebre, sovranità e tirannia,
sacro e demoniaco. È il conflitto del bene e del male che Verdi ricrea musicalmente in maniera
splendida nella sua partitura pervasa da una melodia misteriosa e significante.
Arriva Lady Macbeth che legge la lettera inviatale dal marito. “They met me in the day of success”,
tradotto praticamente alla lettera da Verdi: “Nel dì della vittoria io le [le streghe] incontrai”. Ha inizio
l'indagine psicologica su Macbeth e la Lady. Essi condividono lo stesso fondamentale peccato, pur
essendo diversi avendo diversi temperamenti. Alla fine ella verrà travolta dalle proprie paure;
mentre Macbeth con una immaginazione più povera si ritroverà a combattere senza remore e
senza ambasce la battaglia della vita contro Macduff che – secondo il vaticinio delle streghe – lo
ucciderà essendo nato per parto cesareo.
Dunque, da un lato la superba scena del sonnambulismo della Lady, una delle pagine più belle e
drammatiche non solo di Verdi, ma di tutto il teatro musicale con l'alternarsi e la combinazione di
archi e di legni; dall'altro il “Pietà, rispetto, amore” (entrambi risalenti alla partitura del 1847) che
rappresenta la serena disperazione e la profonda umanità del tiranno che per avidità e per amore ha
fatto di se medesimo la malattia del regno.
Il “tomorrow, and tomorrow, and tomorrow” del V atto, scena V shakespeariano (forse il più grande
dei soliloqui del poeta) lascia il posto prima al “Pietà” e poi a “La vita…..che importa?..../ È il
racconto di un povero idiota/ vento e suono che nulla dinota!” del IV atto, scena V verdiano. È una
profonda, rapidissima meditazione sulla futilità della vita (“Life's but a walking shadow“, la vita non
è che un'ombra che cammina, dice Shakespeare) che il poeta tratta più ampiamente dedicandovi 5
versi (V Atto, scena V, vv. 24-28), mentre il maestro di Busseto raggiunge la catarsi in soli 2 versi
con poche battute di arioso.
Shakespeare e Verdi, dunque. Entrambi conseguono con queste opere la vetta del vocale Elicona
rendendo immortali Macbeth e Lady Macbeth che “cercano di essere assassini senza essere
malvagi”, anche se lei “non uccide nessuno, ma è colpevole nell'intenzione e ancora più colpevole
di Macbeth perché lo istiga”, mentre le streghe, come Jago, traggono piacere da ciò che fanno, “ciò
che fa Macbeth può essere fatto senza soffrire solo se è interamente frutto di premeditazione
malvagia. (…) Macbeth e Lady Macbeth non mostrano mai un'autentica malvagità. Sono indotti ad
agire come demoni senza mai diventare tali, ed è questo che li annienta”. 2
A questo quadro dei due protagonisti assoluti di Shakespeare/Verdi, vanno aggiunti almeno altri 3
aspetti desunti dall'opera: Banco, il Coro, il Balletto.
Banco è soprattutto individuato da una delle più belle arie per basso scritte da Verdi, strumentata in
maniera magistrale: “Come dal ciel precipita” del II Atto, scena IV. È un'aria di profonda apprensività
ove Verdi, nel famoso passo “e al mio pensiero ingombrano”, fa entrare improvvisamente gli archi
che raddoppiano la voce. È un passo del tutto assente in Shakespeare il cui Banquo, nel III Atto,
scena I, ricorda il vaticinio delle Streghe e che lui sarebbe stato radice e padre – rooth and father – di
molti re.
Il Coro nel Macbeth ha un ruolo centrale. Ci soffermiamo solo su “Patria oppressa” che apre il IV
Atto. Il Coro dei profughi scozzesi fu riscritto per Parigi. A nostro avviso è una pagina musicale
straordinaria che supera, in virtù dell'accuratezza stilistica, il “Va, pensiero”. È stato paragonato ad
un vero e proprio lamento che nel suo realismo produce un effetto “quasi mussorgskiano”. 3
Il Balletto nell'edizione del 1847 non esisteva. Verdi lo scrive per l'edizione di Parigi del 1865. Sono
poco meno di 10 minuti di musica: Allegro vivacissimo; un poco ritenuto; allegro; andante; allegro;
valzer – allegro vivacissimo; poco più mosso. Sul Balletto si è scritto di tutto e di più.
Nelle edizioni recenti di solito viene amputato in quanto sacrifica la tensione drammatica costruita
da Verdi, indipendentemente dal fatto che si tratta di un brano musicale eccellente. È opportuno
dare spazio alle tesi di Verdi che così scrive a Léon Escudier:
“Voi vedete che nel Balletto vi è una piccola azione che lega benissimo col resto del dramma.
L'apparizione di Ecate, la Dea della notte sta bene perché interrompe tutti quei ballabili infernali e
dà luogo ad un adagio calmo e sereno. Inutile che vi dica che Ecate non dovrebbe mai ballare, ma
soltanto fare delle pose. Inutile anche che io avverta che quell'adagio deve essere suonato
propriamente dal Clarone o dal Clarinetto Basso (come è indicato), onde all'unissono col Violoncello e col Fagotto permane un suono basso cupo e severo, come esige la situazione. Pregate anche
il Direttore d'orchestra di sorvegliare di tratto in tratto lo studio della danza onde conservare i tempi
che io ho segnati. Voi sapete che i ballabili alterano sempre i tempi. (All'Opera, per esempio, dicono
che non si può ballare la Tarantella come la voglio io. Un gamin di Sorrento o di Capua la ballerebbe
benissimo col mio tempo!) Se si alterassero i tempi, questo Balletto di streghe perderebbe ogni
carattere e non produrrebbe l'effetto che mi pare vi sia”. 4
Nell’edizione che oggi si presenta il Balletto viene eseguito, ritenendolo fondamentale nell'economia
dell'opera.
Dunque, Verdi amava Shakespeare.
E Macbeth è il suo primo straordinario approccio. I temi storici, i contenuti drammatici, l'indagine
psicologica hanno sempre appassionato Verdi che trova proprio in Shakespeare una fonte straordinaria d'ispirazione. Così dopo Macbeth tenta con Salvatore Cammarano l'adattamento di King Lear
(1852) che però abortisce. Dopo il rifacimento del 1865 passano 22 anni. È il 1887, Verdi ha 74
anni. Ha composto tre capolavori assoluti: Don Carlo (1867 come Don Carlos in Francia; 1884
nella versione in 4 atti a Milano); Aida (1871); Messa da Requiem (1874), tacendo poi per oltre
10 anni. È, dunque, il 1887. Vede la luce uno dei suoi più grandi capolavori, Otello da Othello di
Shakespeare.
Inizia l'ultima straordinaria stagione artistica di Verdi. Passano 6 anni e nel 1893, ad 80 anni, arriva
il capolavoro estremo Falstaff, tratto da Le allegre comari di Windsor e da Enrico IV di Shakespeare.
In entrambe le opere librettista è il poeta e musicista Arrigo Boito che dà una grande attenzione al
testo poetico proprio come avviene per la musica.
Per giungere a questi traguardi Verdi percorre una strada tortuosa, difficile.
Da capolavoro a capolavoro: Macbeth e Otello/Othello.
È con Macbeth che Verdi apre “tendenze nuove, strade nuove (...) è l'opera più sperimentale di
Verdi, almeno fino all'Otello” 5. Con il Macbeth Verdi - come Wagner che proprio nel 1847 scrive
Lohengrin - “è sulle tracce del Gesamtkunstwerk, l'opera d'arte totale, e di quel nuovo modo di
canto che un giorno Arnold Schönberg chiamerà Sprechgesang” 6, e che Verdi nella lettera al baritono, Felice Varesi - l'interprete eponimo dell'edizione del 1847 - chiama “un cantabile sui generis” 7.
Da una pièce comica modesta: Le allegre comari di Windsor, e da un dramma storico notevole:
Enrico IV ad un capolavoro assoluto: Falstaff.
Dice Auden:
“Le allegre comari di Windsor” è una commedia francamente noiosa. Dobbiamo essere grati a
Shakespeare per averla scritta, poiché ha fornito lo spunto per il Falstaff di Verdi, un eccelso capolavoro operistico. Personaggi come Page, Sommario, Mingherlino e l'Oste sono del tutto insignificanti.
Non avendo nulla da dire su quest'opera shakespeariana, propongo di ascoltare Verdi” 8.
E sempre Auden ci ricorda che nell'Enrico IV esistono due dimensioni del tempo, quello naturale e
quello storico 9 e che nella medesima piéce vi sono due atteggiamenti nei confronti della politica: i
politici sono tutti dei delinquenti (secondo Falstaff); tutti gli uomini di successo sono dei progressisti
(Enrico) 10. Ebbene, tutto ciò ritorna anche nel Macbeth sia shakespeariano che verdiano. Malcolm
vale Enrico. Il principe figlio di Duncan vale il principe figlio di Giovanni di Gaunt. Ed è il tempo
storico che prende in entrambi i casi il sopravvento. L'antipoliticità di Falstaff nella sua oscena
comicità vale l'antipoliticità di Macbeth nella sua tragica tirannia. Ed è il tempo naturale che si
afferma. Falstaff è il vecchio corrotto, è il vizio che acquista una grande carica umana di simpatia
così come Macbeth è il tiranno umano, un uomo con tutte le contraddizioni della sua natura. Viene
ucciso da Macduff secondo la profezia: “nato non son; strappato/ fui dal seno materno”. Malcolm
diventa re e il popolo può cantare inni di gloria: la Scozia dall'oppressore è stata liberata, può con
serenità guardare al futuro. Il tempo naturale e il tempo storico possono camminare di nuovo
assieme.
È così che nel Macbeth shakespeariano si realizza in pieno - come sostiene Giorgio Melchiori - “la
trasformazione della 'cronaca storica' in tragedia” ovvero “la tragedia viene calata nel modello del
dramma storico” parimenti nel Macbeth verdiano si realizza “quella qualità di eterna 'modernità' che
è appunto il sogno della raggiunta grandezza tragica” 11.
Alfonso Malaguti
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Carteggi verdiani, a cura di A. Luzio. Accademia d'Italia, Roma, 1935, vol. IV, pag. 159
W. H. Auden, Lezioni su Shakespeare, Adelphi, Milano, 2006, pp. 289, 288, 289
Ch. Osborne, Tutte le Opere di Verdi. Guida critica, Mursia, Milano, 1969, pag. 155
Il Copialettere di Giuseppe Verdi, a cura di G. Cesari e A. Luzio, Milano, 1913, pp. 452-453 cit. da Osborne,
op. cit., pag. 154
M. Mila, Verdi, a cura di P. Gelli, Rizzoli, Milano, 2000, pag. 333
Ibidem
F. Abbiati, Giuseppe Verdi, Ricordi, Milano, 1959, I, pag. 660, cit. da M. Mila, op. cit., pag. 345
W. H. Auden, op. cit., pag. 181
Ivi, pag. 154
Ivi, pag. 155
Shakespeare, Le tragedie, Arnoldo Mondadori, Milano, VII ed., 1988, Introduzione alle tragedie, pag. XLI
MACBETH
Melodramma in quattro atti su libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei
tratto dall'omonima tragedia di William Shakespeare.
PRIMA
Firenze, Teatro della Pergola, 14 marzo 1847.
Riformato per il teatro lirico di Parigi 21 aprile 1865
SINOPSI
Atto I
In Scozia. Macbeth e Banco sono di ritorno da una vittoriosa battaglia contro i rivoltosi. Incontrano le streghe, che fanno loro una profezia: Macbeth sarà il signore di
Cawdor e i figli di Banco regneranno. La prima profezia si avvera subito: giunge un
messaggero, che porta la nomina reale. Al castello, si attende la venuta del sovrano.
Lady Macbeth incita il marito a farlo uccidere.
Atto II
Il re assassinato. Del delitto viene incolpato suo figlio Malcom, che è costretto a fuggire in Inghilterra. Ora che Macbeth è re di Scozia, la moglie vuole liquidare Banco e il
figlio di costui Fleanzio. Il primo è infatti assassinato mentre il secondo riesce a fuggire. Durante un banchetto, l'ombra di Banco viene a terrorizzare Macbeth.
Atto III
Inquieto Macbeth, torna dalle streghe per interrogarle. Il verdetto è oscuro: egli resterà signore di Scozia e assolutamente invincibile fino a quando la foresta di Birnam
non gli muoverà contro. E inoltre nessun uomo nato di donna potrà ucciderlo. Lady
Macbeth intanto lo incita a uccidere la moglie e i figli di Macduff che, con Malcom,
sta preparando, in Inghilterra un esercito con cui muovere contro la Scozia.
Atto IV
L'esercito invasore giunge segretamente al comando di Malcom e Macduff. Giunti nei
pressi della foresta di Birnam, i soldati colgono molti rami dagli alberi e con questi si
mimetizzano. Poi la truppa marcia contro lo scontro decisivo. Lady Macbeth, nel
sonno, è colta da incubi e muore. Macbeth fronteggia l'invasore ma, in duello, viene
ucciso da Macduff che è nato strappato dal seno materno. Si realizza così l'altra
profezia delle streghe.
NOTE DEL DIRETTORE D’ORCHESTRA
Macbeth,decima opera di Verdi,nonostante un'accoglienza poco calorosa a Parigi
nella versione rivista,è considerata una delle opere più importanti del compositore
emiliano. Durante la sua vita quest'opera fu comunque messa in scena pochissime volte,diventando un titolo frequentissimo nei teatri d'opera solamente dopo la
sua morte. Verdi studiò molto il programma definitivo,tantochè le sue riflessioni
furono per lo più influenzate dalle esigenze della compagnia di canto. Ruoli preponderanti furono elaborati per soprano e baritono e non per il tenore. Prediletta fu
la connotazione "fantastica" dell'opera il cui sviluppo venne coadiuvato da copiosi
scambi epistolari tra l'autore e Piave; a questo proposito, parte della critica fiorentina espresse evidenti riserve in merito all'ambientazione ed al trattamento del tessuto vocale. In particolare fu contestata la scrittura del ruolo di Macbeth definita
impervia e nociva per la voce.In secondo luogo la critica non apprezzò certi stilemi dell'accompagnamento orchestrale considerati sovente troppo ripetitivi e noiosi. D'altro canto, la partitura si guadagnò gli apprezzamenti di parte del pubblico e
della critica per gli effetti prodotti soprattutto dalla massa corale,elemento quasi
costante e pregnante di quest'opera. Tra i fattori preponderanti nella stesura dell'
opera spiccarono senza dubbio le peculiarità vocali dei cantanti dell'epoca,resi
edotti dallo stesso Verdi delle caratteristiche tecniche e drammaturgiche del Macbeth mediante invio di continue lettere che palesavano il desiderio di ottenere sonorità ed effetti fuori dal comune.
Risulta quindi evidente la difficoltà in termini di tessitura ed agilità del ruolo di Lady Macbeth che si
trova ad affrontare costantemente una scrittura delicatissima ed impervia allo stesso tempo. Numerosissime le indicazioni metronomiche,tecniche ed agogiche. Ad esempio espressioni come "sottovoce,quasi con spavento","a voce aperta" o "rimettendo la voce" evidenziano una novità assoluta
della scrittura ed in particolare la ricerca di una strettissima correlazione tra suono e parola in termini drammaturgici. I suggerimenti più dettagliati sono rivolti al soprano specialmente nel duetto del
primo atto e nella scena del sonnambulismo,nonchè nella sua prima entrata ove ella,sostenuta da
un accordo in pianissimo degli archi,produce un insolito effetto leggendo la lettera di Macbeth. Molto particolare e suggestiva la scrittura orchestrale - con organico al gran completo - intrisa di una costellazione di colori,dinamiche e sfumature raffinate,tecnicamente complessa e caratterizzata da
una magistrale,continua variazione e direzionalità armonica.Di grande suggestione l'utilizzo della
banda interna ma soprattutto degli strumenti sotto il palcoscenico il cui impasto sonoro descrive
una sognante atmosfera anche grazie all'ausilio del controfagotto,strumento usato raramente in
questo contesto storico.
Giampaolo Bisanti
“GLAMIS HA UCCISO IL SONNO,
E PERCIÒ CAWDOR NON DORMIRÀ PIÙ;
MACBETH NON DORMIRÀ PIÙ”.
(W. Shakespeare, Macbeth)
Quella di Macbeth è la storia di un triangolo, i primi due vertici del quale sono rappresentati dal protagonista e da sua moglie. Più misterioso, e quindi decisivo per la
messa in scena del dramma, è il polo rappresentato dalle streghe che, al pari degli
oracoli della tragedia greca, entrano in questa vicenda in modo subdolo, quindi più
pericoloso e terribile: le streghe, infatti, non interferiscono direttamente nella vita
dei due protagonisti, non hanno il potere degli dèi, ma la muovono semplicemente
indicando a Macbeth e a sua moglie una strada, suggerendo loro un destino, instillando nelle loro menti e nei loro cuori un'idea da cui essi non potranno più liberarsi.
La chimera che si affaccia nelle loro vite è un'idea di potere, di grandezza, di trionfo
ma, insieme e fin dal primo momento, un'idea che porta con sé un destino di morte; i due sciagurati, come tanti personaggi della tragedia greca, non sapranno fare
altro che correre all'impazzata perché questo destino si avveri, fino in fondo, fino
alla morte. Mi è spesso tornata in mente la frase di un filosofo che diceva che, tra
tutti i mali, il peggiore che si possa immaginare è quello che i nostri desideri non si
avverino. Ma ancora più grave, aggiungeva, è la sciagura che colpisce colui i cui
desideri si avverino! Ho capito il senso di questo paradosso solo di fronte a Macbeth. Quello che le streghe gli predicono, ho pensato, è nient'altro che il suo desiderio più nascosto e inconfessabile e il suo tragico destino è legato indissolubilmente all'avverarsi di quel desiderio. Per questo ho voluto che le apparizioni delle streghe fossero legate ai suoi sogni. Lontano da qualunque anacronistica tentazione
psicanalitica, è lì che il lato oscuro di Macbeth prende forma (nella raffinata indagine psicologica medievale si fa chiaro che nei sogni non si agisce, ma si viene agiti). É lì che il lato più misterioso dell'esistenza si affaccia, in forma di visione, di felicità, di terrore.
Andrea De Rosa
NOTE DI REGIA
Shakespeare non ha bisogno di nulla, la parola evoca spazio e tempo ma più ancora l'atmosfera in
cui si compiono le azioni dei personaggi, poche battute e tutto è chiaro dinanzi agli occhi. Verdi, che
lo amava profondamente, eredita la capacità di essere autosufficiente; anche nel suo Macbeth la
scena non serve, i personaggi possono sicuramente vivere in uno spazio neutro, la musica è sufficiente a descrivere tutto. Siamo sullo stesso piano dei tragici greci, bastavano tre porte e LA PAROLA. Non ho mai avuto in mente un'immagine definita per questo Macbeth, solo un'dea di luminosità stentata attraverso la nebbia. La mia necessità era di dare forma a certe sensazioni di terrore che
si provano nel sonno, all'alba, quando i sogni sono veritieri come dice Virgilio. Macbeth è un angoscioso incubo. Studiando l'opera ho ricordato una sconvolgente sensazione di terrore provata nella
mia primissima infanzia quando mi svegliai all'alba, solo, immerso in una luce di cenere mentre un
gallo cantava. Ho ricollegato quelle remote sensazioni a Macbeth, le ho trovate calzanti e ho cercato
di dargli concretezza. Per vie diverse Andrea de Rosa era arrivato a conclusioni simili nella sua indagine ed è stato facile percorrere il cammino insieme. Non castelli, dunque, o torri merlate ma l'angoscia come luogo scenico.
NOTE DI SCENOGRAFIA E COSTUMII
Alessandro Ciammarughi
NOTE CORO
L'esperienza artistica del Coro del Teatro Sociale, ha avuto origine costestualmente alla lungimirante
intuizione di riportare a Trento l'opera lirica con proprie produzioni. Le pagine affrontate nel corso di
questi anni, hanno consolidato il gruppo vocale, che, oggi, si presenta alla platea come entità artistica matura, versatile e compiuta. Dalla collaborazione artistica ed umana con direttori d'orchestra,
registi e solisti incontrati nelle diverse stagioni, sono sempre scaturiti nuovi e significativi stimoli di
crescita, favoriti da un clima di reciproca soddisfazione. Il coro è in grado di essere protagonista di
progetti musicali particolari, di ampio spessore che ne valorizzino appieno tutte le generose potenzialità; si vede così concretizzato l'obiettivo originario di formare in Regione la prima e, per ora, unica
compagine vocale professionale. I valori artistici e culturali espressi dal coro formano un ricco patrimonio di cui la sensibilità comune deve prendere piena coscienza. I celebri ed impegnativi interventi corali del Macbeth, sono le migliori opportunità per fruire ed apprezzare quanto il Coro del Teatro Sociale è in grado di offrire.
Luigi Azzolini
GIAMPAOLO MARIA BISANTI
direttore d' orchestra
Nato a Milano nel 1972, compie i suoi studi musicali presso il Conservatorio “G. Verdi” della
sua città diplomandosi nel 1997 con il massimo dei voti. Nel 1998 è vincitore dello Stage per
Direttori d'Orchestra tenuto dal M° Donato Renzetti presso i Pomeriggi Musicali di Milano. Nel
2002 Diploma di Merito dell'Accademi Chigiana di Siena. È vincitore di 3 concorsi internazionali prestigiosi. Dopo numerose esperienze in realtà minori e sempre suscitando grande
interesse per la sua sensibilità artistica, dalla Stagione 1999/2000 comincia la sua grande
carriera internazionale. In questa Stagione infatti dirige l'Orchestra Stabile del Teatro di Como e
l'Orchestra de “I Pomeriggi Musicali” di Milano con Cenerentola di Rossini e con La Bohème
di Puccini per il Circuito ASLICO. Nella Stagione 2001/2002 dirige a Bassano del Grappa
Oberto, Conte di San Bonifacio riscuotendo un tale successo da meritarsi il ritorno nelle successive Stagioni dell' “Opera Festival Veneto” con Titoli sempre più importanti ed impegnativi. Il
tutto alla guida dell'Orchestra Filarmonia Veneta “G.F. Malipiero” di Rovigo, terzo polo liricosinfonico della Regione Veneto della quale diviene direttore musicale e successivamente
direttore artistico. Nella Stagione 2005/2006 arrivano grandissimi e trionfali consensi con
diversi debutti: partecipa alla versione integrale de Il Trittico di Puccini presso l'Auditorium di
Milano; con l'Orchestra ed il Coro Giuseppe Verdi di Milano dirige, in prima esecuzione assoluta mondiale, l’opera L'Aumento di Luciano Chailly su testo di Dino Buzzati, trasmessa in
diretta da Radio-Rai. I successi del 2007 lo portano ancor più verso un ruolo di prestigio nel
Panorama odierno con tre prestigiosissimi debutti: Al Gran Teatro La Fenice di Venezia per la
Stagione Sinfonica 2006/2007; La Bohème a Tel Aviv alla guida di una delle più blasonate
Orchestre del Mondo la “Israel Philarmonic Orchestra”, su invito di Zubin Metha, che, al termine dell'esecuzione, gli ha tributato un caloroso riconoscimento soprattutto della stampa
israeliana. Successivamente è avvenuto il suo debutto Americano alla guida della “Monterey
Symphony Orchestra” a San Francisco; tale debutto ha suscitato un entusiasmo della critica
musicale americana che ne ha sottolineato in modo lusinghiero i meriti artistici. Gli Enti Lirici
si affrettano ad affidargli le Opere più complesse e delicate delle loro programmazioni future
(Manon Lescaut al Teatro Massimo di Palermo; Orphée et Euridice con Roberto Alagna al Teatro Comunale di Bologna con la produzione di un DVD Deutsche Grammophon, la Bohéme al
Teatro Comunale di Firenze - Maggio Musicale Fiorentino,la Clemenza di Tito a Savona, il
Macbeth a Trento, Rovigo e Pisa, mentre una delle più note e prestigiose Orchestre d'Italia,
quella della RAI di Torino, gli spalanca le porte per la Stagione Sinfonica 2007/2008 quale
unico direttore italiano. Per la stagione 2008/2009,2009/2010 la sua agenda prevede produzioni con l'Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”, la Monterey Symphony Orchestra a San
Francisco, il Teatro Verdi di Trieste, I Teatri di Piacenza e Modena e l'Orchestra della Fondazione Toscanini, il Teatro di Fidenza, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Politeama di Lecce,
il Teatro Carlo Felice di Genova e la Staatsoper di Vienna.
ANDREA DE ROSA
regista
Laureato in filosofia nel 1994, ha diretto vari cortometraggi tra i quali Appunti per una fenomenologia della visione (1994), premiato al Festival Internazionale Cinema Giovani di Torino.
Nel 2004 ha realizzato la sua prima regia d'opera con Idomeneo, re di Creta di Mozart per il
Teatro Sociale di Trento e da allora alterna costantemente il lavoro tra teatro e opera lirica. In
questo campo sono molti i titoli del Novecento: Curlew River di Britten, Satyricon di Maderna,
un trittico di opere per il Teatro Sao Carlos di Lisbona composto da Sancta Susanna di
Hindemith, Erwartung di Schoemberg, e Il Dissoluto Assolto di Corghi, su libretto di Saramago
(in prima mondiale). Lo scorso dicembre ha curato la regia di Don Pasquale di Donizetti,
diretto da Muti, con il quale tornerà a collaborare la prossima primavera per la messa in scena
di un'opera di Paisiello, per il Festival di Pentecoste di Salisburgo. Un grande interesse per i
personaggi tragici, alimentato anche dalla lunga collaborazione con Martone, di cui è stato per
anni assistente alla regia, lo ha condotto a mettere in scena vari testi, a partire da Encomio di
Elena tratto da Lentini (1997), a Le Troiane di Euripide (1999), a Il Decimo Anno da Euripide
ed Eschilo (Orestiadi di Gibellina - 2000), fino all'Elettra di von Hofmannsthal (2003). Ha
recentemente debuttato al Festival Astiteatro con un testo di Friell Molly Sweeney, interpretato
da Umberto Orsini.
ALESSANDRO CIAMMARUGHI
scenografo e costumista
Nato a Roma frequenta l'Accademia di Belle Arti, in seguito si diploma al Centro Sperimentale
di Cinematografia. Dall' '86 al '99 prende parte, come assistente alle scene e ai costumi, ad un
gran numero di spettacoli con noti registi (Ferreri, Menotti, Monicelli, Ronconi, Fassini), scenografi e costumisti: in particolare è allievo e assistente per molti anni di Pierluigi Samaritani.
Dall' 87 firma scene e costumi di numerose produzioni, fra le quali: i costumi per Il Potere e la
Gloria di Greene con la regia di Sbragia; nel '94 le scene per Giulietta e Romeo (coreografia
Moricone) al Musiktheater di Malmo e nello stesso anno i costumi per Il Naso (regia Terlezchi)
al Festival di Spoleto; nel '94 le scene e i costumi per Maestro delle Primule (coreografia
Moricone) andato in scena a Roma in occasione delle celebrazioni per il ventennale della
morte di Pier Paolo Pasolini e, l'anno successivo, al Teatro Nazionale dell'Opera di Atene. Nel
'97 comincia a collaborare con Vizioli e realizzano il Trittico di Puccini al Teatro Sao Carlos di
Lisbona; nel '98 firma scene e costumi per: Apollon (coreografia Moricone) alla Deutsche Oper
di Berlino, Fedora al Politeama Greco di Lecce, regia di Fassini, Piegapiaga (coreografia
Moricone, musiche Lupone) all'Acquario Romano. Nella stagione '99-2000 realizza scene e
costumi per: Tancredi (regia Vizioli) al Politeama di Sassari, i costumi per Pulcinella di
Stravinskij sempre per Moricone al Teatro Nazionale di Roma, Rigoletto (regia Fassini) al
N.N.T. di Tokyo e Un ballo in maschera (regia Vizioli) al Teatro Sao Carlos di Lisbona. Nel
2001 ha firmato i costumi per La montagna incantata nuova creazione di M. Moricone da
Thomas Mann con musiche di M.Lupone al Teatro del Maggio Musicale di Firenze, le scene e i
costumi per Jekill e Hyde (Londra Sadler's Wells) con il Nortern Ballet e per Faustus Circus alla
Biennale Danza di Venezia entrambi per la coreografia di Moricone. Nello stesso anno disegna
i costumi per Nonostante tutto...Beati voi al teatro Sistina di Roma con la regia di Garinei e
Fassini gli affida il restauro delle scene e dei costumi di Don Carlo al N.N.T. di Tokyo
nell'edizione storica di Visconti. Con Vizioli allestisce Tancredi al Teatro Malibran di Venezia.
Nel 2002 ancora con Fassini riallestisce Manon di Massenet al Teatro di S. Carlo e idea i
costumi per La Forza del Destino di Verdi al Festival Verdiano di Parma: nel luglio dello stesso
anno firma scene e costumi del Rigoletto al Teatro Lirico di Cagliari con la regia di Fassini, in
ottobre scene e costumi per Otello di Verdi al Teatro Verdi di Sassari per la regia di Monti.
Insieme al regista Vizioli ha realizzato scene e costumi per Il Trovatore commissionato dalla
Baltimora Opera Company per la stagione 2003. Con il regista giapponese Jun Aguni, nel
2003, collabora disegnando i costumi di La Bohème al New National Theatre di Tokyo e le
scene e i costumi per Andrea Chenièr al Teatro Verdi di Sassari. Sempre nell'anno 2003
incontra il regista Cobelli e con lui partecipa alla messa in scena dello spettacolo Un ballo in
maschera disegnando i costumi presso il Teatro delle Muse di Ancona. Con Cobelli la
collaborazione continuerà negli anni a seguire con la creazione di scene e costumi per Sancta
Susanna di Hindemith e Il Dissoluto Assolto di Corghi per il Teatro alla Scala di Milano (2005)
l'impianto scenico per La locandiera di Goldoni (2005) e scene e costumi per La Tempesta
(2006) di Purcell e Galante per il Teatro Regio di Torino. Nel 2005 collabora come scenografo
e costumista con il Teatro Verdi di Sassari per la messa in scena di Mosè in Egitto di Rossini
regia Spada - Znaniecki. Nel 2006 torna a collaborare, con il teatro Sao Carlos di Lisbona per il
Trittico contemporaneo (Schönberg: Erwartung - Corghi: Dissoluto assolto - Hindemith:
Sancta Susanna) spettacolo con la regia di De Rosa e con il Teatro Verdi di Sassari per La
Clemenza di Tito di Mozart per la regia di Spada. Nel futuro Ciammarughi collaborerà ancora
in Giappone con il New National Theatre di Tokyo (La Bohème) e con la Nikikai Opera
Foundation (Ballo in Maschera) in Italia con il Teatro Massimo di Palermo (Manon).
CURRICULA VITAE
ANNA REDI
coreografa
Regista, danzatrice e attrice, ha conseguito la laurea al DAMS di Bologna con il massimo dei
voti. Nel suo percorso ha lavorato con Mario Martone, Pippo Delbono, Wim Vandekeybus,
Enzo Moscato, Arturo Cirillo, Alfonso Santagata, Marco Baliani, Pupi Avati e altri registi e
coreografi. Ha vinto Premio Scenario come autrice e attrice di Bagarie e Premio Girulà come
migliore giovane attrice napoletana. É collaboratrice alla sceneggiatura de I giorni dell'abbandono, regia di Roberto Faenza, presentato al Festival del cinema di Venezia 2005. Ha scritto e
diretto numerosi spettacoli di teatro danza tra cui: Animula, Le stanze di Penelope, Sono sfiorite le rose, Pa' e Matres Matutae presente a numerosi Festival europei e al Festival Magdalena a Bogotà. Dal 2001 ha curato i movimenti coreografici per le seguenti Opere liriche: Don
Giovanni e Le Nozze di Figaro, regia di Mario Martone Teatro S. Carlo di Napoli e nel 2007 La
Bohème, regia di Dino Gentili. Insegna teatro danza a Napoli e ai Festival Unidanza presso le
Università di Barcellona nel 2002, di Madrid e Bogotà nel 2006. Lavora come trainer nello
spettacolo Falstaff “Un laboratorio napoletano” diretto da Mario Martone e interpreta il ruolo di
Mistress Quickly nel 2007.
CESARE ACCETTA
luci
Lighting designer, nato a Napoli, ha cominciato la sua carriera come fotografo a metà anni settanta, effettuando un percorso parallello nel teatro d'avanguardia italiano per circa vent'anni.
Oltre ad aver documentato l'attività di molti artisti di teatro, si propone in qualità di autore con
numerose mostre. L'esperienza nel campo della fotografia lo ha portato ad applicare questa
sua competenza in altri ambiti, in particolare in teatro, creando le luci per numerosi spettacoli,
mostre di arti visive e realizzando progetti e consulenze per l'illuminazione di musei d'arte
contemporanea. Ha lavorato inoltre in produzioni di film e video e ha ricevuto significativi premi come direttore della fotografia. Negli ultimi anni ha realizzato le luci di opere liriche per la
Royal Opera House di Londra, il San Carlo di Napoli, il Teatro Nacional de Sâo Carlos di Lisbona, Rossini Opera Festival, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Comunale di Modena,
Teatro Ponchielli di Cremona.
CURRICULA VITAE
ALBERTO GAZALE
baritono
É stato definito da autorevolissimi critici il 'baritono verdiano' erede della scuola italiana. Allievo prediletto del tenore Carlo Bergonzi, dopo aver compiuto gli studi musicali a Verona, ha frequentato l'Accademia Verdiana di Parma e Busseto. Vincitore di concorsi internazionali, ha
compiuto il debutto nel 1998 interpretando Un ballo in maschera a Parma. Da allora ha intrapreso un'intensa e rapida carriera che l'ha condotto sui palcoscenici di alcuni dei più grandi
teatri al mondo: la Scala, Wiener Staatsoper, Deutsche Oper in Berlin, Teatro Real di Madrid,
Opernhaus di Zurigo, Regio di Parma, Arena di Verona, Teatro dell'Opera di Roma, Regio di
Torino, La Fenice di Venezia, Carlo Felice di Genova, Comunale di Bologna e l'Auditorium Rai
di Torino. Il suo vasto repertorio annovera titoli quali La Traviata, Il Trovatore, Un ballo in maschera, Aida, Rigoletto, Macbeth, Otello, La Bohéme, Madama Butterfly, Cavalleria Rusticana, Il Barbiere di Siviglia, Faust e Werther. Fra i prossimi impegni: Nabucco alla Wiener
Staatsoper e al Teatro La Fenice di Venezia, Macbeth a Trento e Rovigo, Andrea Chènier all'Opera di Las Palmas, La Traviata alla Wiener Staatsoper, ad Avenches e al Maggio Musicale
Fiorentino, Simon Boccanegra al Liceu di Barcellona e I Puritani all'Opéra di Toulon. Fra i successi della passata stagione (2006/07) si segnalano Don Carlo (Rodrigo) all'Opernhaus di Zurigo, il debutto del ruolo di Scarpia nella Tosca a Como, Brescia, Pavia e Cremona e al Festival
Internacional di Santander, Andrea Chènier (Gérard) al Massimo Bellini di Catania.
CLAUDIO SGURA
baritono
Nato a Brindisi nel 1974, inizia lo studio del canto nel 1997 a Lecce con il soprano Maria
Mazzotta. Nel 2005 vince il primo premio assoluto al Concorso Lirico Internazionale di Viterbo, e nel 2006 il Secondo premio al Concorso “Voci Verdiane” a Busseto. Nel 2001 debutta il
ruolo di Germont in La Traviata al Paisiello di Lecce; e nel 2003 il ruolo di Escamillo Carmen in
una tournè tra le maggiori città spagnole. Ha successivamente partecipato al Festival di Valle
d'Itria con un concerto di musica sacra. Nel 2005 ha debuttato al Lirico di Cagliari con il ruolo
di Escamillo in Carmen sotto la direzione del M° Yves Abel e, nello stesso anno ha debuttato al
Comunale di Bologna con La Traviata diretto dal M° Daniele Gatti. Nel 2006 ha interpretato il
ruolo di Baldassarre ne “L'Arlesiana” di Cilea al Musica Festival di Sassuolo; ha inoltre preso
parte ad un concerto diretto dal M° Vito Lombardi con l'Orchestra Filarmonica Italiana, L'Arlesiana ed Elisir d'amore nel ruolo di Dulcamara a Mantova, ha partecipato alla prima rappresentazione mondiale di “Titania la rossa” di Liberovici a Piacenza ed ha debuttato alla Scala
nel ruolo di Sharpless in “Madama Butterfly” diretto dal M° Myung-Whun Chung, in Attila a
Piacenza ed in Il Trovatore a Busseto e Savona con la Fondazione Toscanini. Protagonista di
Macbeth nel Circuito Lombardo, Teatro Sociale di Trento e Rovigo; è tornato alla Scala per
Cyrano. Debutterà in Attila a Macerata e sarà Escamillo in Carmen nel Circuito Lombardo e
per il suo debutto allo Staatsoper di Amburgo. Sarà Jack Rance in Fanciulla del west per il debutto al Covent Garden diretto da Antonio Pappano, con regia di Piero Faggioni.
OLHA ZHURAVEL
soprano
Nasce e compie gli studi di pianoforte, direzione del coro e canto lirico in Ucraina. Vincitrice di
sette concorsi internazionali, tra cui il premio "Callas", debutta nel 2005 con il ruolo della
Principessa Turandot a Seoul in Corea e con Odabella nell'Attila a Vienna. Per L’opera di
Puccini ricopre la parte di Turandot nel 2006 allo Sferisterio di Macerata con la regia di Pier
Luigi Pizzi e la direzione di M° Callegari. Sempre con maestri Pizzi e Callegari ha inaugurato la
stagione di Sferisterio Opera Festival 2007 con Macbeth di Verdi. Scelta dal Maestro Gianluigi
Gelmetti è stata Sakuntala nell'opera omonima di Alfano al Teatro dell'Opera di Roma. Nell'
agosto 2006, sempre chiamata da Gelmetti, interpreta dapprima il ruolo di Tosca presso l'Accademia Chigiana di Siena e in seguito, nel mese di settembre, va in tournée in Giappone con
il Teatro dell’ Opera di Roma per interpretare il medesimo ruolo. Nel gennaio 2007 ha debuttato al Teatro Carlo Felice di Genova nel ruolo di Manon Lescaut di Puccini con la regia di
Gilbert Deflo e la direzione del Maestro Daniel Oren.
FRANCESCO PALMIERI
basso
Si è diplomato in canto al Conservatorio di Vibo Valentia e si è perfezionato con Paolo Montarsolo, Luigi Petrozziello, Bonaldo Giaiotti e con Elio Battaglia sul repertorio liederistico. Ha
vinto il Concorso Internazionale "Città di Roma" (1996) - debuttando successivamente nei
ruoli di Ferrando (Il Trovatore), Don Basilio (Il Barbiere di Siviglia), Colline (La Bohème) - e il
Concorso "Giuseppe Di Stefano" di Trapani (1977) che lo ha visto impegnato nel ruolo di Don
Magnifico (La Cenerentola). Dopo il debutto al Teatro Verdi di Trieste nel ruolo di Sparafucile
(Rigoletto), nel 1995 si è esibito in Falstaff (Pistola) al Teatro Verdi di Salerno, all'Arena di
Verona nella produzioni di Macbeth e Rigoletto e nuovamente a Trieste in Don Carlo (Frate).
Nel dicembre 2003 ha cantato all'Opera di Roma nell'Assassinio nella Cattedrale di Pizzetti
come Terzo Sacerdote. A Catania per Turandot, successivamente è all'Opera di Sofia per Anna
Bolena (Enrico VIII), al Teatro Regio di Torino per Un ballo in maschera (Tom), al Teatro Pergolesi di Jesi per Andrea Chénier (Roucher), allo Stadttheater di Berna per I Puritani e al Teatro
Vittorio Emanuele di Messina per interpretare il ruolo di Nonancour nel Cappello di paglia di
Firenze di Rota. Nel corso del 2005 debutta come Mefistofele nell'omonima opera di Boito al
Teatro Marrucino di Chieti, è impegnato al Politeama di Lecce per Les pecheurs de perles
(Nourabad), all'Arena di Verona nella Gioconda con la regia di Pierluigi Pizzi. Canta il ruolo di
Angelotti (Tosca) allo Sferisterio di Macerata e al San Carlo di Napoli. Tra gli impegni della
stagione 2006 segnaliamo Die Zauberflöte a Chieti, Turandot al Teatro Massimo di Palermo,
Sakùntala di Alfano con la direzione di Gianluigi Gelmetti all'Opera di Roma, Cristoforo Colombo di Gomes al Teatro Bellini di Catania, I Puritani al Chelsea Festival di Londra, il ruolo protagonista in Don Giovanni a Catania. Nel corso della stagione 2007 ha cantato Tosca a Palermo,
La Bohème (Colline) a Trento, La fanciulla del West (Ashby) a Messina ed è stato in tournée in
Giappone con il Teatro Massimo con I vespri siciliani. Svolge anche attività concertistica,
tenendo recital di musica liederistica. Tra i suoi futuri impegni si segnalano Il Trovatore (Ferrando) al Teatro Bellini di Catania, Madama Butterfly (Zio Bonzo) al Teatro Comunale di Firenze, Falstaff (Pistola) al Teatro Lirico di Cagliari, Macbeth (Banco) a Trento, Rovigo e Pisa.
STEFANO FERRARI
tenore
Nato a Desenzano, compie gli studi musicali presso il Conservatorio di Brescia conseguendo il
diploma da violinista. Nel 1995 entra a far parte del Coro da Camera Italiano “Athestis
Chorus” e, dal 1999, si dedica allo studio del canto con il Maestro Scherman Lowe. Dopo il
debutto nel ruolo di Tamino in Die Zauberflöte (1999; produzione As.Li.Co), ha modo di calcare i palcoscenici di alcune fra le maggiori istituzioni musicali del mondo, fra le quali Festival
di Salisburgo, Festival International Musique Baroque di Bearne, Citè de la Musique di Parigi,
Monnaie di Bruxelles, Rossini Opera Festival di Pesaro, Teatro Regio di Torino, Teatro delle Muse di Ancona, Teatro La Fenice di Venezia e Teatro Bellini di Catania. Nel corso della sua carriera ha collaborato con importanti direttori d'orchestra quali Giancarlo Andretta, Aldo Ceccato,
Massimo De Bernard, Carlo De Martini, Peter Maag, Antonello Manacorda, Corrado Rovaris.
Reduce dall'interpretazione di Macduff nel Macbeth a Glyndebourne ed in tournée nel Regno
Unito, annovera fra i suoi prossimi impegni La fida ninfa in tour con l'Ensemble Matheus (oggetto di incisione discografica per l'etichetta Naive), Ezio al Gluck-Festspiele di Norimberga,
Macbeth alla Staatsoper di Monaco, La clemenza di Tito al Teatro Regio di Torino e al Teatro
Comunale di Bologna e Die Zauberflöte al New National Theatre di Tokyo. Fra i successi della
passata stagione (2006/2007) si segnalano le interpretazioni di Pulcinella a Bremen, Il Re
pastore a Como e Pavia, La clemenza di Tito a Budapest, Così fan Tutte a Salonicco, Il
barbiere di Siviglia di Paisiello a Lausanne, Il trionfo del tempo e del disinganno alla Citè de la
Musique di Parigi, la Petite Messe Solennelle di Rossini ad Oslo e Messa dell'Incoronazione a
Bologna. Nel frattempo ha ottenuto grande successo nel Lucio Silla (Aufidio) al Teatro La Fenice di Venezia e al Festival di Salisburgo.
MARIA LETIZIA GROSSELLI
soprano
Si diploma in canto lirico a pieni voti, a soli 19 anni, presso il Conservatorio F. A. Bonporti di
Trento. Prosegue poi gli studi presso l'Accademia Internazionale di Musica di Milano sotto la
guida del M° Vincenzo Manno. Si perfeziona con Renata Scotto al Verdi Opera Studio di Parma
e con Raina Kabaiwanska, Bernadette Manca di Nissa e Rolando Panerai presso il Teatro del
Maggio Musicale Fiorentino. Attualmente frequenta l'Accademia di alto perfezionamento dell'Arena di Verona. Finalista nel 2004 al X° Concorso Internazionale Zandonai di Riva del Garda, risulta vincitrice del Premio Speciale per la migliore esecuzione di arie di Riccardo Zandonai. Nel 2004 canta nel nuovo allestimento della Madama Butterfly nell'82° Festival dell'Arena di Verona, sotto la direzione di Daniel Oren e la regia di Franco Zeffirelli. Sempre nel
2004 debutta nell'opera di B. Britten Albert Herring al Teatro Rendano di Cosenza in coproduzione con il Maggio Musicale Fiorentino. Canta inoltre nel Gianni Schicchi (Nella) accanto a
Rolando Panerai al Teatro dei Rinnovati di Siena e La Pergola di Firenze e in Carmen (Micaela), in una tournèe in Giappone. L'attività concertistica la vede presente in diverse città italiane ed europee, collaborando tra l'altro con l'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e l'Accademia
Filarmonica di Bologna. Partecipa ad una tournée organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura in
Bruxelles dove canta nella prestigiosa sala da concerto Henri Leboeuf del Palais des Beaux
Arts. Nel 2002 si laurea con il massimo dei voti e la lode in Lettere Classiche, con la tesi Il canto di Dioniso. Mito e musica ne “Le Baccanti” di Giorgio Federico Ghedini.
CRISTIANO OLIVIERI
tenore
Compiuti gli studi universitari (teologia, lettere e filosofia), si diploma in canto presso il Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro. Ha inaugurato la stagione 2001-2002 al Teatro Verdi di Firenze con Il re pastore di Mozart, nel ruolo del protagonista Alessandro, sotto la direzione di G.
Kuhn. Ha cantato i ruoli di Ismaele in Nabucco, Duca di Mantova nel Rigoletto, Alfredo ne La
Traviata, Riccardo in Un ballo in maschera, Rodolfo ne La Boheme, Pinkerton in Madama
Butterfly, Turiddu in Cavalleria rusticana in vari Teatri e Festivals italiani ed esteri. Nel 2005
ha debuttato nel ruolo di Calaf in Turandot a Seoul: per il Festival 2005 dell'Arena Sferisterio di
Macerata ha interpretato Mario Cavaradossi in Tosca. Nell'estate 2006 è stato Beppe ne I
Pagliacci all'Arena di Verona e ha debuttato nel ruolo di Radames in Aida al Festival di Narni.
Ha preso parte, nel ruolo di Cassio, alla produzione di Otello del Teatro Sociale di Rovigo e alla
produzione di Tosca (nel ruolo di Spoletta) per l'As.Li.Co. (con la regia di Hugo De Ana), produzione ripresa al Festibal di Santander nell'estate 2007. Inoltre ha cantato il ruolo di Manrico
ne Il Trovatore a Venezia. Nel 2007 ha preso parte alla produzione di Anna Bolena al Teatro
Filarmonico di Verona (regia di Graham Vick); inoltre è stato Cristiano nel Cyrano de Bergerac
e Don Josè in Tragedie de Carmen al Teatro Nazionale di Ostrava e Radames in Aida a Tirana.
Nel 2008 ha cantato il 2° Ebreo nella Salomè al Teatro Regio di Torino.
CURRICULA VITAE
FRANCO FEDERICI
basso
Nato a Parma, diplomato al Conservatorio della stessa città col massimo dei voti; in seguito ha
acquisito per meriti artistici l'abilitazione all'insegnamento in tutti i Conservatori (Licei Musicali) italiani. Ha vinto concorsi nazionali ed internazionali nelle città di Parma, Milano, Reggio
Emilia, Firenze, Venezia, Trieste, Spoleto, Monaco di Baviera, Sofia e Ginevra. Ha ricevuto i
premi VERDI D'ORO a Parma e PONCHIELLI a Cremona per l'intensa attività svolta nelle opere
di questi autori. Ha lavorato e lavora tuttora nei maggiori teatri italiani e del mondo. Ha inciso
diverse opere in Video e CD, inoltre ha cantato e canta coi più famosi cantanti del mondo: ha
esordito giovanissimo ne La Forza del Destino, con Renata Tebaldi, Mario Del Monaco ed
Ettore Bastianini (direttore Antonino Votto), ha proseguito al fianco di Maria Callas, Giuseppe
Di Stefano, in seguito con Pavarotti, Domingo, Carreras, Kabaivanska, per dirne alcuni, perchè l'elenco sarebbe infinito. Ha collaborato coi maggiori direttori d'orchestra quali Riccardo
Muti, Claudio Abbado, Gavazzeni, Molinari Pradelli, Votto, Chailly, Zubin Metha, Henry Levine, Santi,Sonzogno e registi quali Luchino Visconti, Federico Fellini, Roberto Rossellini,
Eduardo De Filippo, Franco Zeffirelli. Recentemente ha cantato nelle opere La Traviata, Le
Nozze di Figaro, Salomè (negli U.S.A.), Tosca, Rigoletto, Andrea Chenier, Carmen, Bohème e
Macbeth. A questa attività operistica affianca un'intensa attività concertistica e di insegnamento.
CURRICULA VITAE
ORCHESTRA
FILARMONIA
VENETA
“G.F. MALIPIERO”
Rovigo
Presidente
Carlo Piombo
Segretario Generale
Claudio Sartorato
Direttore Artistico
Giampaolo Maria Bisanti
Segretario Artistico
Stefano Romani
Ispettore d'Orchestra
Davide Trevisan
Ufficio Stampa
Marina Grasso
Segreteria e Amministrazione
Elena Teso
Carlo Rossi
Silvia Piacentini
Archivista
Adina Furlanetto
Consiglio d'Amministrazione:
Presidente
Carlo Piombo
Consiglieri
vicepresidente
Alfonso Malaguti
Alberto Barbaro
Alessandro Dalla Libera
Gabbris Ferrari
Giancarlo Giacomin
Violini
Stefano ZANCHETTA
Giorgio BALDAN
Diana BEJANOVA
Vicenzino BONATO
Davide DAL PAOS
Mario DONNOLI
Adina FURLANETTO
Giovanni FURLANETTO
Emanuela GOTTARDELLO
Suela KAZAZI
Diana LUPASCU
Michele MARZANA
Monica MIOZZO
Dan PAUN
Riccardo SASSO
Francesco SCATTOLIN
Lavinia TASSINARI
Massimiliano TIEPPO
Viole
Fabrizio SCALABRIN
Francesca BASSAN
Alessandro DALLA LIBERA
Federico FURLANETTO
Andrea MORO
Marina NARDO
Violoncelli
Simone TIEPPO
Nazzareno BALDUIN
Alberto BARBARO
Massimo DELLA TORRE
Giancarlo GIACOMIN
Contrabbassi
Marco CIMINIERI
Davide GRESPI
Carlo NERINI
Spalla
Oboi
Arrigo PIETROBON
Michela MANAIGO
Oboe e Corno Inglese
**
**
Fagotti
Francesco FONTOLAN
Stefano MELONI
Corni
Lorenzo MENEGHETTI
Alessandro LANDO
Alberto PRANDINA
Paola SPONTI
Davide TREVISAN
*
**
*
Trombe
Fabrizio MEZZARI
Francesco PERRONE
Tromboni
Ferdinando DANESE
Alessio SAVIO
Fabio ROVERE
Trombone Basso
Basso Tuba
Roberto RONCHETTI
**
Timpani
Giacomo GIACOMETTI
*
Percussioni
Mirto CAGNI
Marica VERONESE
**
*
Arpa
Alessandra TARGA
Flauti
Anna MEDICI
Claudia BURLENGHI
Flauto e Ottavino
Clarinetti
Roberto SCALABRIN
Marco PIOVESAN
Clarinetto e Clarinetto Basso
**
**
** Prima Parte
* Concertino o Seconda Parte
**
**
**
**
Coro del Teatro Sociale di Trento
Soprani primi
Maria Assunta Breda
Alessandra Carlin
Irene D'Angelo
Claudia Giongo
Federica Majer
Anna Pellizzari
Michela Pizzolato
Sara Webber
Soprani secondi Paola Fumana
Emanuela Moreschi
Juliana Ospina
Isabella Pisoni
Daniela Sannicolò
Monica Schmidt
Michela Sollecito
Soprani terzi
Ivonne Dandrea
Giulia Gabrielli
Federica Guerra
Francesca Martinelli
Carlotta Nepoti
Dania Tosi
Monica Zeni
Tenori
Dino Burato
Silvano Ceolin
Francesco Galvani
Roberto Garniga
Alberto Manzoni
Sandro Miori
Stefano Nardo
Federico Rizzo
Eraldo Zago
Bassi
Luca Bauce
Stefano De Nardin
Salvatore De Salvo
Simone Marchesini
Giuseppe Ostini
Marco Petrolli
Corpo di Ballo
Arianna Amoroso
Anna Formilan
Chiara Pedron
Anna Pozzali
Denise Previati
Arianna Tovazzi
Lara Tovazzi
Lucia Trenti
Anna Chiara Zadra
Banda in Palco
Ottavino
Oboe
Clarinetti
Fagotti
Corni
Trombe
Basso tuba
Tamburo
Sonia Schelfi
Andrea Agostini
Daniel Betelle
Andrea Omezzolli
Matilde Pinteri
Manuel Cester
Achille Dalla Bona
Manuel Michelini
Luisa Passamani
Luca Perrone
Stefano Torboli
Alberto Azzolini
Nicola Schelfi
Figuranti
Giuseppe Botter
Paolo Cereghini
Sabino Roberto Palumbieri
Massimo Pezzedi
Maurizio Orlando
Maurizio Raffaelli
LUIGI AZZOLINI
maestro del coro
Inizia la propria carriera artistica come strumentista diplomandosi in violino e in viola presso il
Conservatorio di Padova ed intraprendendo anche studi di analisi e composizione con il M° A.
Franceschini. Svolge un'intensa attività concertistica in Italia e all'estero e innumerevoli sono le
partecipazioni a registrazioni e incisioni discografiche nonché a prime esecuzioni assolute.
Dal 1985 all'attività strumentale affianca la direzione di coro divenendo Direttore del coro Polifonico Castelbarco di Avio, del Gruppo corale Quadrivium, dell' Ensemble Vocale Continuum
e del Coro del Teatro Sociale di Trento con notevole attività concertistica. Nel 2003 ha debuttato alla direzione dell'Orchestra Haydn di Trento e Bolzano e nel 2004, ha lavorato in qualità
di assistente del M° Corrado Rovaris, presso il Teatro dell'Opera di Losanna, recentemente ha
diretto il coro dell’Orchestra Haydn. Già docente presso i Conservatori di Musica di Adria e
Trento, attualmente insegna presso il Conservatorio "Claudio Monteverdi" di Bolzano.
CORO DEL TEATRO SOCIALE DI TRENTO
La compagine corale è nata con le produzioni operistiche del Centro Servizi Culturali S.Chiara
di Trento; l'allestimento del Barbiere di Siviglia di Rossini nel 1999, anticipato dalla messa in
scena de La Traviata e La Cenerentola di Rossini per l'inaugurazione del Teatro Sociale nel
2000 (occasione che ha determinato l'attuale denominazione del coro) sono le tappe che tracciano un itinerario artistico assai impegnativo. La stretta e proficua collaborazione con l'Orchestra Haydn e l'Orchestra Filarmonia Veneta, sotto la direzione dei Maestri Dario Lucantoni,
Giancarlo Andreatta e Karl Martin, hanno portato il Coro ad esibirsi in altri teatri italiani quali il
Sociale di Rovigo, il Verdi di Pisa, il Nuovo Teatro di Bolzano e all'Opera Festival di Bassano, riscuotendo unanimi consensi ed apprezzamenti. Da ricordare inoltre la partecipazione all'allestimento del Requiem di Verdi presentato nel mese di agosto 2001 a Bolzano, Bressanone e
nel Duomo di Trento con l'Orchestra Haydn con la direzione del Maestro Cristian Mandeal. Nel
2001 ha partecipato a Così fan tutte di Mozart con la Direzione di Corrado Rovaris, rappresentato a Trento, Rovigo e Bolzano. Nel 2002-2003 ha partecipato alla prima nazionale della
Messe Solennelle di Berlioz nel Duomo di Trento, per la direzione di Christoph Eberle, ed all'allestimento dell'Italiana in Algeri e del Don Giovanni, che hanno aperto le ultime Stagioni Liriche a Trento, con la Direzione del Maestro Giancarlo Andretta. Nel 2004 ha cantato nella
produzione del Centro S.Chiara di Trento Idomeneo, re di Creta di Mozart e nel 2005 in
Curlew River di Britten, nel 2006 e 2007 ha preso parte alle produzioni de Le nozze di Figaro
e La Bohème. Il Coro del Teatro Sociale di Trento è preparato e diretto dal M° Luigi Azzolini.
PROSSIMO APPUNTAMENTO
Mercoledì 23 aprile | ore 20.30
Giovedì 24 aprile | ore 20.30
DON PASQUALE
DRAMMA BUFFO IN TRE ATTI
Musica di Gaetano Donizetti
Libretto di Giovanni Ruffini
Prima rappresentazione:
Parigi, Théâtre Italien, 3 gennaio 1843
direttore Massimo Lambertini
regia Cristina Pietrantonio
scene e costumi Chiara Defant
luci Mariano De Tassis
orchestra 1813
NUOVO ALLESTIMENTO
In collaborazione tra:
AsLiCo (Progetto Pocket Opera)
Centro Servizi Culturali S. Chiara (Progetto Opera Discount)
Coordinamento Teatrale Trentino (Il Piacere dell’Opera)
CENTRO SERVIZI CULTURALI S.CHIARA DI TRENTO
STAGIONE LIRICA 2008
Centro Servizi Culturali S.Chiara
ORGANIGRAMMA
Presidente
Carlo Fait
Vice Presidente
Grazia Cattani
Direttore
Franco Oss Noser
Vice Direttore
Marisa Detassis
Consiglio di Amministrazione
Carmine Ragozzino
Giuseppe Endrizzi
Lia de Finis
Renzo Fracalossi
Sandra Tafner
Collegio revisori dei conti
Renzo Sartori
Antonella Andreatta
Michela Margoni
Segreteria organizzativa
Arely Pereyra Cruz
Doriana Frizzera
Marina Ambrosi
Nadia Clementi
Prenotazioni spazi
Paola Turcino
Ufficio cassa
Luigi Acler, responsabile
Anne Simons
Eugenia Derin
Lidia Baes
Veronica Bergamo Decarli
Centralino
Isabella Albertini
Angelo Dalla Costa
Lucino Salvetti
Ufficio tecnico
Marco Carletti, responsabile
Luca Dallabona
Responsabili di palcoscenico
Marco Comuzzi, luci
Giuseppe Finocchiaro, scene
Tecnici di sala, luci e audio
Alfeo Pacher
Aldea Viorel
Claudio Boniatti
Carlo Meloni
Luigi Zeni
Marco Bombardelli
Massimo Zanlucchi
Paolo Zanlucchi
Silvano Brugnara
William Trentini
Archivio
Sabrina Mottes
Amministrazione
Giuliano Nifoldi
Fiorella Bertolini
Alessia Spicuglia
Comunicazione e Promozione
Katia Cont, responsabile
Formazione e Promozione
Viviana Bertolini
Informazioni
Helga La Nave
Cristina De Nardis
Per TRENTO A TEATRO
con il Centro Servizi Culturali S.Chiara
collaborano i seguenti consulenti artistici:
Fausto Bonfanti, musica d'autore
Lanfranco Cis, danza
Stefano Giordano, cinema
Alfonso Malaguti, lirica
Giovanna Palmieri, teatro ragazzi
Cristina Pietrantonio, progetti di formazione lirica
Emanuela Rossini, progetti culturali stagione di prosa
Verba Volant - Trento AD Giuseppe Marchi Foto backstage: Monique - Trento
Comune di Trento
Provincia Autonoma di Trento
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo
Fondazione Carlo, Aldo, Alice e Maria Stella Tartarotti
Informazioni
Centro Servizi Culturali S. Chiara
Trento - Via S. Croce 67
Tel. 0461.213834 / 0461.213811
[email protected]
www.centrosantachiara.it
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