Santarcangelo Festival, un lungo “viaggio al termine della notte” dall’8 al 17 luglio Mercoledì 18 Maggio 2016 Presentata ufficialmente a Bologna la 46esima edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza, riconosciuto come uno dei dodici più innovativi della scena europea: ecco le novità Un'immagine dell'edizione 2015 del Festival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo Il Festival Internazionale del Teatro in Piazza, recente vincitore dell’Effe Award, premio voluto dal Parlamento Europeo, si terrà dall’ 8 al 17 luglio a Santarcangelo di Romagna, sotto la direzione artistica di Silvia Bottiroli, e concluderà un quinquennio di direzione artistica che ha consentito di reimpostare identità e obiettivi dell’evento. Riconosciuto come uno dei dodici festival più innovativi della scena europea, nei dieci giorni del suo svolgimento riassume un anno di intenso lavoro, che prende le mosse dal territorio che lo ospita per proporsi come un polo culturale dove si incontrano alcuni tra gli artisti più significativi della scena performativa italiana e internazionale. Santarcangelo Festival, presentato ufficialmente a Bologna martedì 17, sarà quest’anno un invito a un viaggio particolare, un intreccio tra realtà e finzione, lungo coordinate spazio-temporali che sovvertiranno l’ordinarietà dell’esperienza, anche teatrale. Un viaggio compiuto attraverso i lavori di artisti italiani e internazionali cui spesso il Festival si affianca in veste di sostenitore e co-produttore. Sarà un viaggiare dentro e fuori di sé, attraverso la caverna del mito platonico, a conoscere se stessi e ciò che è sconosciuto. Un percorso nella notte, nelle oscurità e nei sottosuoli, ma anche un viaggio oltre lo specchio, nel mondo dell’immaginazione, dell’invenzione, della trasformazione dei luoghi e degli spazi. Un viaggio accompagnato da momenti ad alto tasso di ritualità, a partire da quello iniziale, quando una accensione del fuoco darà il segnale che qualcosa sta per accadere, per prendere vita, forma, per diventare mondo. Un viaggio, infine, anche molto reale e concreto, con l’attraversamento, la scoperta e la riscoperta di luoghi caratteristici e non solo – a volte dimenticati e “non visti” dalla stessa comunità locale – della città di Santarcangelo: lo Sferisterio, la Rocca Malatestiana, il parco dei Cappuccini, le grotte, ma anche il greto del fiume Marecchia, una vecchia fabbrica abbandonata, un Rimininotizie campetto da basket, il parcheggio di un centro commerciale, le palestre di una scuola tecnica. “Il festival lavora su tre coordinate fondamentali dell’esperienza teatrale – lo spazio, il tempo e il rito – spiega Silvia Bottiroli - estendendone la portata e declinandole nel senso del rapporto (combattimento o danza) tra realtà e finzione. Lo spazio, là dove luoghi della quotidianità di Santarcangelo sono presi in conto nelle loro identità specifiche – essere una scuola, un campo da gioco, una grotta ipogea, una fabbrica abbandonata da poco…– e al contempo sovrascritti dal lavoro degli artisti che li trasformano con i loro interventi o vi fanno apparire frammenti di mondi immaginari. Il tempo, in una scrittura complessiva delle dieci giornate di festival e del programma di ciascuna serata, a costruire intensità e rallentamenti, serie di incontri, pause e lunghe durate. E da ultimo il rito, l’attuarsi di una trasformazione individuale e collettiva, soprattutto nella sua chiave notturna e sotterranea, di accensione del fuoco e scatenamento del ballo, di grande e spaventosa impresa collettiva, di celebrazione del cambiamento e del tempo nuovo che ogni festival apre”. Viaggio al termine della notte Ad aprire idealmente la 46esima edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza sarà il progetto di uno degli artisti cult della nuova scena europea, Philippe Quesne, che ispirandosi al tema della notte, del mito della caverna di Platone e dell’immaginario del parco tematico e delle sue possibili declinazioni, ha concepito il suo nuovo lavoro Welcome to Caveland! che sarà presentato in prima italiana a Santarcangelo dopo avere debuttato a inizio maggio al Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles. Del progetto fa parte lo spettacolo La nuitdestaupes (Welcome to Caveland!) (a Santarcangelo il 10 e 11 luglio): una “notte delle talpe” in cui i sette personaggi, nella loro grotta, ci invitano a immergerci in un universo surreale e fantastico, che come sempre nei lavori di Quesne è sottilmente ironico e pieno di meraviglia e di poesia. In apertura del Festival, sabato 9 luglio, Quesne condurrà, con la collaborazione di Michele Bandini/Zoe Teatro e dei ragazzi della non-scuola di Santarcangelo, una Parata guidata da una talpa che scenderà per le strade della città. E sempre nell’esplorazione del mito della caverna platonica, l’artista curerà, in collaborazione anche con la locale associazione cinematografica Dogville, un Caveland Cineclub alla Sala Wenders del Supercinema di Santarcangelo, con in programma una serie di corto e mediometraggi d’artista (dal 15 al 17 luglio). A un vero e proprio rituale è affidata l’inaugurazione effettiva del Festival, venerdì 8 luglio allo Sferisterio – grande campo rettangolare sottostante la cinta muraria del nucleo storico di Santarcangelo costruito nell’Ottocento per ospitare il gioco del pallone col bracciale – attraverso l’accensione delle forme di fuoco di Lumen, lavoro con cui Luigi De Angelis (fondatore e regista della compagnia Fanny&Alexander), insieme a Emanuele Wiltsch Barberio e Giorgio Andreatta Calò, mette a frutto le proprie ricerche sullo sciamanesimo e sulla musica da trance. Sempre allo Sferisterio sabato 9 luglio eroi mitologici si affronteranno per la conquista del Monte Olimpo in una delle tappe di lavorazione de L’Invincibile, film che il collettivo Zapruderfilmmakersgroup dedica alle fatiche di Ercole e che debutterà al Maxxi di Roma il prossimo settembre: un live set appositamente creato per il festival, un’impresa accompagnata dalla presenza musicale del gruppo Zeus!. In dialogo con le linee tematiche del notturno si specchiano anche i lavori di due artisti che hanno saputo distinguersi nell’ambito della danza e della coreografia: Michele Rizzo, giovane italiano attivo ad Amsterdam, che con Higher (dal 9 all’11 luglio) realizza un omaggio al potere catartico della danza come forma di celebrazione dell’esistenza, immerso nell’universo estetico, relazionale e sociale del clubbing contemporaneo; e Cristina Kristal Rizzo, che torna al festival con due lavori: BoleroEffect (8 luglio, 16 luglio long version), che dopo l’anteprima a Santarcangelo nel 2014 viene presentato ora nella sua forma di Rapsodia, e l’anteprima della nuova creazione Prelude, che vede in scena sette danzatori internazionali con cui la coreografa esplora, in un contesto sonoro che si riferisce al movimento afrofuturista, la nozione del preludio, dell’iniziare e annunciare qualcosa che verrà. Attiva sulla scena della danza contemporanea italiana a partire dai primi anni 90, Cristina Kristal Rizzo si è formata a New York alla Martha Graham School of Contemporary Dance, ha frequentato gli studi di Merce Cunningham e TrishaBrown. Rientrata in Italia, è tra i fondatori di Kinkaleri nel 1995, con cui ha lavorato fino al 2005, collaborando poi con diverse realtà artistiche tra cui il Teatro Valdoca, Roberto Castello, Mk, Virgilio Sieni. Anche Hearing (15-16 luglio), l’ultimo spettacolo di un artista caro a Santarcangelo come l’iraniano Amir Reza Koohestani – risale allo scorso anno la presentazione dello splendido Timeloss - esplora le ambiguità e le sfumature che scaturiscono nel corso di una notte, quando in un collegio femminile a Teheran una ragazza sente, o crede di aver sentito, una voce maschile provenire dalla stanza di una compagna e la denuncia. Questo nuovo lavoro nasce da una suggestione procurata dalla visione di una pellicola del regista iraniano Abbas Kiarostami, Homework (1989), con protagonisti bambini che hanno vissuto la loro adolescenza durante la guerra con l’Iraq di Saddam Hussein. Uno degli attori era il figlio di Kiarostami, coetaneo di Koohestani: un’identificazione che ha portato il drammaturgo e regista a lavorare su quel periodo della propria adolescenza così condizionato dal clima di scontro bellico, ma affidandosi a figure unicamente femminili. Sul buio interiore lavora invece Zachary Oberzan, regista e performer statunitense noto tra l’altro per aver fatto parte della compagnia Nature Theatre of Oklahoma, che con Tell Me Love Is Real (9-10 luglio) evoca con ironia una serie di personaggi della cultura e dello show business: alcuni morti tragicamente, come Whitney Houston e Bruce Lee, celebrità tutte genio e Rimininotizie sregolatezza come Serge Gainsbourg, icone viventi come Leonard Cohen. Attingendo a un ricchissimo immaginario cinematografico, tra uno skype surreale con l’attore Jean Claude Van Damme e uno pseudo karaoke sulle note di Je t’aime…moi non plus, Oberzan conduce il pubblico dentro alla sua personale notte e alla possibilità di uscirne, riattuando il dualismo classico che lega amore e morte. Al tema della notte si ispira, sin dal titolo, anche il lavoro di un altro importante artista della scena internazionale, Mårten Spångberg, coreografo svedese che torna a Santarcangelo (dopo la partecipazione alle edizioni del 2013 e 2014) con la prima italiana di Natten (Notte), nuovo spettacolo che sabato 16 e domenica 17 luglio chiuderà la lunga parabola del Festival e in cui gli spettatori sono invitati a immergersi in una danza notturna fino e oltre l’alba. Al centro dell’opera, un’idea di notte che rimanda sia all’oscurità sia al sogno, sia alla paura sia alla liberazione: un lavoro profondamente anticapitalista, che invita gli spettatori a immergersi in una lunghissima durata, una notte che preluda a un giorno davvero nuovo. Donne metal-rock, donne-corvo: da Azdora a Corbeaux Festival che crea insieme agli artisti, che sviluppa i suoi progetti derivando spunti e temi, suggestioni e orientamenti, dal luogo stesso in cui vive e si produce, nel 2015 Santarcangelo ha commissionato e prodotto Azdora dello svedese Markus Öhrn, sviluppato insieme a Stefania Alos Pedretti e ad alcune donne romagnole. Azdora il 15 luglio darà vita a un concerto metal dal titolo DAI, dal disco in vinile prodotto da Santarcangelo Festival che uscirà in contemporanea a quella che si annuncia come una data unica, in programma in un luogo che rimarrà fino all’ultimo segreto. La stessa notte, Öhrn parteciperà alla serata Crude a cura della compagnia Motus a Villa Torlonia, progetto speciale per il “dopofestival mobile” di Santarcangelo. Nell’agosto del 2016 le signore santarcangiolesi saranno poi in Germania, dove Azdora è programmato alla Biennale di Wiesbaden. Nel solco di una continuità ideale con l’esperienza messa in piedi da Markus Öhrn, e cioè lavoro sulla presenza e la presa di parola nello spazio pubblico della figura femminile, Corbeaux (Corvi) (dall’8 al 10 luglio) della coreografa marocchina BouchraOuizguen – progetto nato a Marrakech nel 2014 e proseguito con le tappe di Bruxelles e Beirut nel 2015 – si arricchirà a Santarcangelo della presenza di un gruppo di donne locali italiane e straniere che si integreranno con il gruppo originario di donne provenienti dal Marocco per dar vita a una performance musicale e coreografica in alcuni luoghi della città. Corbeaux – progetto che per sua natura si rinnova e riscrive ogni volta dialogando con la geografia e le persone dei territori in cui si trasferisce - andrà in scena a Santarcangelo in differenti luoghi tra cui lo Sferisterio, parchi, strade, grotte private, il tetto del cinema, un campo da basket. Dopo l’esperienza a Santarcangelo, Corbeaux prenderà nuova vita in Francia, dove nell’autunno 2016 sarà presentato in diversi contesti – dalla Biennale Danza di Lione al Louvre e al Centre Pompidou di Parigi nell’ambito del Festival d’Automne – mentre è in preparazione per il 2017 un tour negli Stati Uniti che toccherà le città di New York e Philadelphia. Giovani in scena, per una nuova mappa della città Il festival riunisce anche giovani artisti della scena italiana, invitati a lavorare in luoghi specifici di Santarcangelo, che possano apportare un contributo drammaturgico alle loro ricerche e creazioni, e che gli artisti trasformino o rivelino, presentandoli agli occhi degli spettatori come mai visti. È il caso tra gli altri di Alessandro Miele e Alessandra Crocco che con Progetto Demoni (12-14 luglio) aprono la Rocca Malatestiana chiusa da anni; di Nicola Galli,ventiseienne coreografo che porterà nella Grotta Municipale di Santarcangelo Mars (8-10 luglio), spettacolo con cui prosegue la serie dedicata al mondo dei pianeti; di Mara Cassiani che in The skywaspink (9-14 luglio) trasformerà un campetto da basket in una vera e propria installazione. Enrico Malatesta, invece, con il suo progetto No Island but Other Connections (9-10 e 16 luglio), esplora territori di ricerca legati all’antropologia contemporanea all’interno del Museo Etnografico di Santarcangelo (Met), attraverso un laboratorio e poi in forma di concerto. O natura, o natura… Quello del rapporto uomo/natura è un tema individuabile in diversi lavori che saranno presentati a Santarcangelo Festival. A cominciare dall’installazione audiovisiva in formato cinematografico Thirst (8-17 luglio) che l’artista lettone VoldemÄ•rs Johansons porta in un magazzino abbandonato (Spazio Pagliarani), dove la riproduzione in maniera continuativa di riprese dell’Oceano Atlantico in tempesta ricreerà un’atmosfera Sturm un Drang in chiave contemporanea. Gruppo di ricerca fondato quindici anni fa da Eva Geatti e Nicola Toffolini, Cosmesi porterà a Santarcangelodue differenti lavori accomunati dal riferimento alla figura di David Thoreau e ai suoi testi su disobbedienza civile e rapporto tra uomo e natura: l’installazione performativa Ghezz (8-17 luglio) e lo spettacolo Di natura violenta (14-16 luglio). Prenderà la forma di una camminata di tre ore tra il cuore di Rimini e il lungofiume del Marecchia, infine, L’uomo che cammina (9-10 e 13-17 luglio) di DOM /Leonardo Delogu, lavoro che porta a compimento tre anni di ricerca intorno alle pratiche del camminare e al rapporto tra corpo e paesaggio. Rimininotizie Attraverso lo specchio Con questo titolo preso in prestito da Lewis Carroll, Santarcangelo dedica un’intera sezione del festival al teatro dei bambini e lo fa nello spazio dello Sferisterio dove la “non scuola” presenterà il lavoro di 68 ragazze e ragazzi delle scuole del paese che hanno partecipato a un laboratorio di cinque mesi confluito nello spettacolo Alice (14 luglio), e affiancheranno l’organizzazione del festival nell’accoglienza del pubblico per altri appuntamenti con i lavori per l’infanzia di artisti della scena contemporanea: Joseph_Kids (11 luglio) di Alessandro Sciarroni, che porta il protagonista in un percorso di ricerca della propria immagine, e all’incontro con i supereroi. Era ieri (16 luglio) di Beatrice Baruffini e Agnese Scotti del Teatro delle Briciole, un viaggio nel tempo preistorico popolato dai dinosauri; Butterfly (12 luglio) di Kinkaleri, riscrittura per i ragazzi dell’opera pucciniana; e Partituur (15 luglio) di Ivana Müller, gioco performativo costruito su una traccia sonora trasmessa in cuffia ai piccoli spettatori. Ai bambini sono rivolti anche due laboratori che li porteranno a vedere spettacoli della programmazione per adulti del festival, e a costruire un proprio lavoro di creazione attorno alle loro figure e temi: le talpe di Philippe Quesne saranno il punto di partenza per il laboratorio curato da Giulia Mirandola e Silvia Vecchini, mentre la notte di Mårten Spångberg sarà il punto d’inizio per quello di Canicola. Concerti nel borgo Nel segno dell’apertura alla città e alla sua comunità, il festival presenta anche numerosi spettacoli gratuiti e laboratori che anticipano il festival e lo accompagnano; e nella relazione con pubblici trasversali programma sei concerti in Piazza delle Monache (tra gli altri The Soft Moon, Ninos Du Brasil e Hugo Race), a intersecare la dimensione musicale del festival e quella teatrale e performativa, dove hanno un forte segno musicale le collaborazioni tra Dewey Dell e Massimo Pupillo, tra Zapruderfilmmakersgroup e Zeus! e tra gruppo nanou e Ronin. Ritorni Concepito come un luogo di residenza e di ricerca per creatori di teatro, Santarcangelo torna a ospitare artisti per sviluppare il loro lavoro, per dare continuità a linguaggi che qui trovano un ambiente di crescita e maturazione. Ritroviamo ad esempio, nel programma 2016, il Fondo Speculativo di Provvidenza di Luigi Coppola e Christophe Meierhans che raccoglie un contributo di un euro su ciascun biglietto emesso e invita tutti a progettare insieme il possibile utilizzo della somma raccolta e che quest’anno diventa un progetto condiviso con altri due festival italiani, Short Theatre e Terni Festival. Viene riproposto anche Antologia di S. (11-15 e 17 luglio) di Riccardo Fazi / Muta Imago, lavoro sonoro che ha preso spunto dalla ricerca di una ragazzina incontrata a Rimini un’estate di vent’anni fa, prodotto da Santarcangelo dei Teatri attraverso una lunga residenza nel 2015. Dopo avere preso la forma di un radiodramma trasmesso nei mesi scorsi da Radio Tre Rai, Antologia di S. viene riproposto in un nuovo contesto, il Ristorante Zaghini di Santarcangelo, celebre per le sue tagliatelle, trasformato in stazione radiofonica speciale. Gli spettatori potranno inoltre farsi guidare dalle Audio Guide (8-17 luglio) di Cristian Chironi, altro progetto commissionato da Santarcangelo Festival nel 2015, che attraverso una trentina di tracce fa rivivere in forma audio il mercato settimanale della cittadina romagnola. Un Festival green La dimensione di ricerca del festival si manifesta infine, oltre che nelle scelte di un teatro capace di parlare e raccontare il contemporaneo, nell’attivazione di collaborazioni specifiche sul tema della eco-compatibilità: una serie di iniziative raccolte sotto il nome di P. S. Presente Sostenibile vanno dall’invito a non consumare acqua in bottiglie di plastica al potenziamento della raccolta differenziata ma anche all’attenzione al carpooling in collaborazione con Blablacar, e alla creazione di un campeggio temporaneo che ospiti gli spettatori più giovani. Enti soci emain sponsor Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, organizzato dall’Associazione Santarcangelo dei Teatri (enti soci: Comune di Santarcangelo di Romagna, Comune di Rimini, Comune di Longiano, Comune di Poggio Torriana e Comune di San Mauro Pascoli), si avvale del contributo di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio di Rimini, Banca Popolare dell’Emilia-Romagna. Fondamentale, per la sua realizzazione, il contributo dato in qualità di main sponsor dal Gruppo Hera, che da dieci anni sostiene con continuità e un’attenzione sempre crescente il Festival, e dal Gruppo Maggioli, sponsor storico che contribuisce anche in qualità di stampatore del materiale editoriale. Il programma completo del Festival sarà online il 6 giugno su www.santarcangelofestival.com. Cultura, Società Rimininotizie