Stagione Teatrale
2007/2008
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TeatroCilea07/08
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TeatroCilea07/08
Si apre la nuova ricca stagione del Teatro “Francesco Cilea”. Si da
il via alla passione, quella per l’arte, quella per il teatro, che racchiude in se il fascino della danza, l’amore per la musica, il richiamo della prosa, la passione per la lirica.
Siamo di fronte ad un nuovo intenso programma, dunque,
2007/2008, tutto da vivere, tutto da scoprire, serata dopo serata.
Il teatro Cilea, si inserisce a pieno titolo nel panorama culturale
internazionale, con le stelle della danza ad inaugurare il cartellone, con spettacoli sempre nuovi, sempre accattivanti, con grandi
attori, autori, etoile, maestri d’orchestra, artisti di fama mondiale
che si sono succeduti e continuano a succedersi tra le quinte del
massimo Teatro reggino.
Abbiamo lavorato con sentimento ed impegno per far si che il
Cilea divenisse un punto di riferimento importante ed oggi, che
festeggiamo il primo lustro di attività, possiamo dirci soddisfatti alla luce del cammino percorso e pronti a proseguire ancora,
sempre con la stessa passione, che ha animato ed anima la nostra intensa attività nell’ottica della crescita culturale.
Cinque importanti candeline che hanno permesso a Reggio Calabria di entrare nel circuito che la porterà sempre più alla ribalta
nella prospettiva di polis turistica e culturale che desideriamo per
la nostra adorata città.
Giuseppe Scopelliti
Sindaco di Reggio Calabria
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TeatroCilea07/08
Direzione Artistica
Julian Kovatchev
Direttore Artistico Opera e Concerti Sinfonici
Ha studiato direzione d’orchestra con Herbert Ahlendorf e con Herbert von Karajan. Ricopre attualmente la carica di Direttore Musicale dell’orchestra sinfonica della capitale
bulgara e i Direttore ospite principale dell’orchestra sinfonica di Zagabria. Ha diretto
Capuleti e Montecchi al Carlo Felice di Genova, La sposa venduta al Teatro Verdi di Trieste, I dialoghi delle Carmelitane a Siviglia, Il Trovatore a Stoccarda e Ravenna, Carmen a
Trieste, Alcina a Stoccarda, oltre a vari concerti con l’orchestra del San Carlo di Napoli e
il M° Uto Ughi.
Maria Pia Liotta
Direttrice Artistica per la Danza
Esperta del mondo della comunicazione e manageriale, prima formatasi in corsi specializzati, quindi con incarichi di responsabilità; così come dello spettacolo dal vivo,
danzatrice, studiosa di arte coreografica, compositrice musicale, soggettista, regista
di lavori teatrali. Prima si è rivelata nei concorsi di bellezza, nei quali ha vinto titoli
nazionali che le hanno permesso di intraprendere la carriera di attrice cinematografica,
interpretando films italiani e stranieri. Vasta e significativa la sua conoscenza della danza classica e moderna, numerosi i suoi rapporti personali con le maggiori formazioni di
balletto, europee e americane.
Geppy Gleijeses
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Direttore Artistico per la Prosa
Attore, autore e regista è nato a Napoli; è uno degli ultimi e prediletti allievi di Eduardo
De Filippo. È stato definito dalla critica (De Chiara, Rea, Giammusso) “il miglior attore
napoletano della sua generazione”. Ha vinto come attore il premio Gino Cervi nel 1979,
il premio Arsita Teatro nel 1980 il premio De Curtis nel 1985 e il premio come migliore
attore dell’anno nel 2000. È stato candidato come migliore attore protagonista ai Premi
Olimpici del teatro 2003 e 2004 per gli spettacoli Le cinque rose di Jennifer , Un marito
ideale e Ragazze sole con qualche esperienza. Come autore, con lo spettacolo Ammore
e cummedia, nel 1979 ha vinto il premio IDI e il Festival Internazionale di New York.
Ha diretto e gestito per sette anni il Teatro Nazionale di Milano. Ha fondato e dirige il
“TEATRO STABILE DI CALABRIA”, unica istituzione stabile privata di prioritario interesse
pubblico del Mezzogiorno d’Italia.
TeatroCilea07/08
Gli spettacoli
16 Novembre 2007
pagina12
LE STELLE DEL BALLETTO RUSSO
ÈTOILE DEL KIROV E DEL BOLSHOI
Gala evento in esclusiva per il Cilea
20/21/22 Novembre 2007
pagina14
TEATRO DI ROMA COMPAGNIA LAVIA
MISURA PER MISURA
30 Novembre e 1/2 Dicembre 2007
pagina16
COMPAGNIA ATTORI E TECNICI
BLACK COMEDY
14/15 Dicembre 2007
pagina18
RUSSIAN STATE BALLET OF SIBERIA
CENERENTOLA
19/20 Dicembre 2007
pagina20
CONCERTO SPETTACOLO
È DI NUOVO DI NATALE
22/23 Dicembre 2007
pagina22
COMPAGNIA DEL BALLETTO
MIMMA TESTA
IL MAGO DI OZ
28 e 30 Dicembre 2007
pagina24
M° JULIAN KOVATCHEV
NORMA
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TeatroCilea07/08
Gli spettacoli
4/5/6 Gennaio 2008
pagina26
TEATRO STABILE DEL VENETO
ELETTRA DI SOFOCLE
11/12/13 Gennaio 2008
pagina28
DREAMERS PRODUCTION
IL LAUREATO
18/19 Gennaio 2008
pagina30
BALLETTO TEATRO DI TORINO
DIDONE ED ENEA
26/27 Gennaio 2008
pagina32
M° RICCARDO FRIZZA
CONCERTO
1/2/3 Febbraio 2008
pagina34
TEATRO STABILE DELL’ABRUZZO
JEKYLL & HYDE, Musical
8/9/10 Febbraio 2008
pagina36
GLI IPOCRITI
MADRE CORAGGIO E I SUOI FIGLI
13/14 Febbraio 2008
pagina38
COMPAGNIA DI BALLETTO CLASSICO
LILIANA COSI, MARINEL STEFANESCU
COPPELIA
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TeatroCilea07/08
Gli spettacoli
15/16/17 Febbraio 2008
pagina40
TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA
ALDO MORO, UNA TRAGEDIA
ITALIANA
29 Febbraio e 1/2 Marzo 2008
pagina42
TEATRO BELLINI
LA TEMPESTA
6/7 Marzo 2008
pagina44
M° JULIAN KOVATCHEV
CONCERTO
26/27 Marzo 2008
pagina46
COMPAGNIA DANSA TEATRO
DE LA HABANA
SONLAR
4/5/6 Aprile 2008
pagina48
ASSOCIAZIONE TEATRO DI ROMA
E ELLEDIEFFE
LE VOCI DI DENTRO
11/12 Aprile 2008
pagina50
COMPANYIA DE DANSA METROS
CARMEN
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TeatroCilea07/08
Gli spettacoli
18/19/20 Aprile 2008
pagina52
A. ARTISTI ASSOCIATI TEATRO STABILE
DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
LA RIGENERAZIONE
25/26 Aprile 2008
pagina54
M° JULIAN KOVATCHEV
CONCERTO
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Ph: Pellicanò / Kajzar
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TeatroCilea07/08
Ph: Pellicanò / Kajzar
Insala
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16 Novembre
Gala evento in esclusiva
per il Teatro Cilea
Le stelle
del Balletto
Russo
Étoile del Kirov e
del Bolshoi
Direzione Artistica
Maria Pia Liotta
A cura di
Daniele Cipriani
Consulenza Artistica
Alfio Agostini
Con la partecipazione
straordinaria di
Ph: Pellicanò / Kajzar
Vladimir Derevianko
Orchestra del Teatro
“Francesco Cilea”
Direttore M° Ivan Ciampa
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TeatroCilea07/08
Ph: Pellicanò / Kajzar
Dalla metà del 1700 e in particolare nel corso del 1800 fino ai
primi anni del secolo scorso la grande protagonista del Balletto
classico internazionale è stata la Russia. Molto prima dei celeberrimi Bellets Russes la Russia si afferma come la madre patria del
balletto, merito della tecnica impeccabile, lo stile rigoroso e la
straordinaria superiorità espressiva di alcuni danzatori che hanno portano la bandiera russa in tutto il mondo, dando vita ad una
vera e propria scuola.
Il Teatro Bolshoi di Mosca e il Teatro Marjinsky di San Pietroburgo
meglio conosciuto come Kirov sono le due grandi istituzioni che
dal XVIII secolo in poi si sono distinte in tutto il mondo per aver
formato e cresciuto alcune delle più grandi star internazionali
di tutti i tempi. Dal Kirov esce infatti Rudolf Nureyev, indimenticabile e forse irraggiungibile da un punto di vista della fama
mondiale. Il danzatore il cui nome è diventato l’antonomasia di
“ballerino” e Mikail Barishnikov, straordinaria personalità del balletto internazionale che ha saputo grazie alla sua grande dote
eclettica, conquistare in seguito il mondo della danza contemporanea e del cinema. Il Teatro Francesco Cilea, dopo aver avuto
ospiti tanti tra primi ballerini, solisti, étoiles, provenienti da tutte
le parti del mondo vuole dedicare una serata alla celebrazione
dei grandi danzatori russi che ancora oggi portano alto il nome di
storiche istituzioni del balletto quali il Bolshoi, il Teatro Marjinsky
di San Pietroburgo e quelli che formatisi in patria si sono affermati nei primi ruoli dei teatri di tutto il mondo.
Una serata di Gala, ideata ad hoc dalla Direttrice Artistica del Teatro, Maria Pia Liotta, per inaugurare la nuova stagione del Teatro
Francesco Cilea. Uno spettacolo che riunisce sullo stesso palcoscenico cinque coppie di danzatori, selezionate accuratamente
tra gli innumerevoli nomi di spicco nel panorama del Balletto internazionale dal curatore dello spettacolo Daniele Cipriani con la
consulenza del famoso critico di danza, Alfio Agostini.
La serata vedrà i grandi interpreti russi di oggi esibirsi in passi a
due dal repertorio classico più celebre: Don Chisciotte, Il Corsaro,
Il Lago dei Cigni, Romeo e Giulietta, Anna Karenina sono solo alcuni dei brani che vedremo eseguire sulle scene del Cilea.
Ospite d’onore della serata è Vladimir Derevianko, étoile russa
internazionale ora direttore artistico del teatro Comunale di Firenze che danzerà il passo a due tratto da Il Rosso e Nero e del
balletto Paganini creato appositamente su di lui dal grande Vladimir Vassiliev.
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20/21/22 Novembre
Misura
per misura
di William
Shakespeare
traduzione
Alessandro Serpieri
Regia
Gabriele Lavia
Con
Gabriele Lavia
e con Pietro Biondi
Federica Di Martino
Lorenzo Lavia
Francesco Bonomo
Marco Cavicchioli
Gianni De Lellis
Luca Fagioli
Rita Di Lernia
Scene
Carmelo Giammello
Costumi
Andrea Viotti
Coreografie
Luca Tommassini
Musiche
Andrea Nicolini
Produzione
TEATRO DI ROMA
COMPAGNIA LAVIA
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TeatroCilea07/08
Ph: Pellicanò / Kajzar
Che mondo è quello di Misura per misura? Che
mondo è quello di “uomini che si ingozzano come
topi del loro veleno... che inseguono un male che
asseta...” e quando ne bevono per dissetarsi, per
vivere, non fanno che bere la loro morte? Il male
che asseta è l’atto che dà ed è vita. La lussuria è l’eccesso, la dis-misura, dell’atto della vita. La malattia
del mondo senza misura di “Misura per misura” è
l’eccesso di desiderio di vita. Si dice che Shakespeare non fornisca al Duca il motivo per lasciare il suo
regno. È un errore. Il motivo c’è ed è grandissimo e
gravissimo. È il Duca stesso che dice: “Così potremo
vedere se i buoni propositi li cambia il potere e quale
sia la vera essenza che si nasconde sotto l’apparenza”. Il Duca ha paura di sembrare quello che crede
di non essere e di non essere quello che crede di
sembrare. È un proposito “grave e maturo”, sono gli
“altri motivi” che rivelerà solo al momento opportuno. Motivi indicibili e inesplicabili. È proprio questo
altro motivo, segreto, misterioso, profondo, il misterioso motore dello strano dramma, metà tragedia e metà commedia. Come se lo stesso dramma
non riuscisse, nemmeno lui, ad essere quello che
sembra, a prendere la sua misura di commedia o
di tragedia. Il tema dell’”Amleto”, essere e apparire,
risuona sulla scena di “Misura per misura”. Le ragioni della strana fuga del “Duca dagli angoli bui”
pone lo stesso Duca di fronte a uno specchio che
gli rimanda il lato oscuro di sè stesso. Il suo fondo
abbissale, il suo Essere. Posto di fronte a sè stesso, il Duca non si riconosce tanto che, travestito da
frate, chiederà al vecchio amico Escalo: “Che uomo era il Duca?”. Il vecchio amico gli risponderà con
un enigma: “Era... un uomo... che lottava... per conoscere sè stesso”. È questa lotta che porta il Duca a
intraprendere il suo viaggio di conoscenza che è solo una fuga apparente da un mondo verso un
altro mondo. Dal mondo di Sopra del Palazzo del Potere al mondo di Sotto delle Prigioni. Così, nei
“sotterranei della sua anima” il Duca trova il suo Tempio di Delfi su cui campeggia la scritta: “Conosci
te stesso”. Ma se la vita è “il male che asseta”, è la morte la liberazione possibile? La grande battuta
nichilista del Duca-Frate: “Con la vita ragiona così: se ti perdo, perdo una cosa che solo gli stupidi e
pazzi vogliono conservare...”, è il tema centrale di tutta l’opera e dimostra “per assurdo” che la vita è
l’unica possibilità concessa all’uomo di essere ed essere uomo vuol dire essere la somma di tutte le
“contraddizioni della vita”.
Gabriele Lavia
30 Nov. - 1/2 Dicembre
Black
comedy
di Peter Shaffer
traduzione e adattamento
Attilio Corsini
Con
Barbara Tabita
Viviana Toniolo
Stefano Altieri
Massimiliano Franciosa
Stefano Messina
Annalisa Favetti
Regia
Attilio Corsini
Scene
Uberto Bertacca
Produzione
TEATRO VITTORIA
ATTORI & TECNICI
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“Black Comedy” è una di quelle rare piece che non invecchiano mai, un virtuoso concertato dei meccanismi della pochade con in più una trovata geniale: il buio. È una commedia che il pubblico vede al
negativo: quando i personaggi brancolano nel buio sulla scena c’è una luce accecante e, al contrario,
quando si accende un fiammifero o una candela si fa buio. Scritta nel 1965 dall’ inglese Peter Shaffer, uno dei drammaturghi più costanti nelle hit parade di tutto il mondo, basti ricordare i successi di
“Equus” e di “Amadeus”, “Black Comedy” arrivò sui palcoscenici italiani nel ’67 con la regia di Franco
Zeffirelli e, come protagonisti Giancarlo Giannini e Anna Maria Guarnieri. Nel buio è tutto un frenetico
susseguirsi di equivoci, tormentoni, scambi di identità. C’è un black out nella casa dove un giovane
scultore spiantato e la sua fidanzata snob aspettano la visita del padre di lei che deve dare l’assenso al
matrimonio e quella di un ricchissimo collezionista tedesco che potrebbe fare la fortuna dell’artista.
Per rendere più accogliente il modesto appartamento i due hanno preso in prestito dal vicino, un antiquario partito per il week end, mobili e soprammobili preziosi di cui lui è gelosissimo. E quando manca
la corrente arrivano nell’ordine: una vicina astemia terrorizzata dall’oscurità, il padre della ragazza che
è un irascibile colonnello, il vicino antiquario gay rientrato in anticipo, la precedente fidanzata dell’artista che non sa che lui sta per sposare un’altra, un operaio della compagnia elettrica che parla con
accento tedesco e viene scambiato per il ricco collezionista. E alla fine, atteso come Godot, arriva il
vero miliardario che precipita in una botola. Pur attraverso una commedia recitata “alla cieca”, a tentoni
e a spinte, Shaffer ci da la metafora di un’umanità che annaspa, inciampa e farnetica. È un “parapiglia”
di grande coralità, di interpreti che devono sincronizzarsi in movimenti millimetrici per eseguire una
nevrotica partitura dalla quale scaturiscono straordinari effetticomici. E la nostra compagnia, che quest’anno festeggia il trentesimo anno di attività, è ben attrezzata per questo tipo di orchestrazione che
in alcuni momenti ricorda i ritmi frenetici di “Rumori Fuori Scena”.
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TeatroCilea07/08
14/15 Dicembre
Cenerentola
Russian State
Ballet of Siberia
PRIMA NAZIONALE
Balletto in due atti
Musica
Sergei Prokofiev
Coreografia
Sergei Bobrov
Sinossi
Nikolai Volkov
rivisitazione di
Sergei Bobrov
Scenografie
Dmitry Tcherbadzhi
Costumi
Valery Kungurov
Maestro di Danza
Messaggeri del Tempo
Produzione
JUST IN TIME
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TeatroCilea07/08
Ph: Pellicanò / Kajzar
Cenerentola è forse la
più famosa favola sull’amore che racchiude
profondamente in sé il
concetto di bene, bontà d’animo e saggezza.
È una leggenda su una
povera fanciulla che
diventerà una principessa, una delle più
belle e conosciute del
mondo delle fiabe. La
morale della favola è
che l’amore, la bontà
e la saggezza vincono
sempre sul male e la malvagità. Questo soggetto è sempre stato e rimane tuttora popolare per compositori, coreografi e registi. Il famoso compositore classico del XX secolo Sergei Prokofiev ha creato
questo balletto nel 1944. Lo stesso Prokofiev ha definito con questa frase l’essenza della sua musica
per il balletto: “Quando la lirica incontra la felicità!”. Molti compositori si sono rivolti alla Cenerentola
di Prokofiev dopo la sua creazione, ed ogni coreografo ha sviluppato, secondo il suo punto di vista,
una sua versione originale di questo soggetto fiabesco; alcuni hanno cercato di meravigliare con un
informale, a volte eccessivo, uso della fantasia, altri si sono attenuti più strettamente alla prima versione del balletto. Il coreografo Sergei Bobrov, ponendo l’accento sull’aspetto fiabesco, ha cercato
di decifrare e “sviscerare” l’idea racchiusa nella musica di Prokofiev.
Il susseguirsi di peripezie commoventi e a volte naif del balletto sono permeate da una grande e
profonda riflessione sull’inclemente corso del tempo e sulla preziosità di ogni attimo di vita che non
ritorna. Bobrov ha fatto di Cenerentola non una semplice favola ma una riflessione filosofica sull’esistenza della povera orfana, sul ragazzo innamorato, sulle sorelle egoiste e sulla matrigna cattiva,
sull’eterno contrasto tra il bene ed il male, infine sulla forza del vero sentimento dell’amore che non
è soggetto al tempo. L’immagine di Cenerentola è resa incredibilmente commovente, la sua fede nel
meraviglioso vince su tutte le avversità. Sullo sfondo, tra eroi che sono “costretti” a soffrire, Cenerentola ed il principe, ci sono altri personaggi a cui è permesso anche essere ridicoli, come la matrigna
e le due sorellastre (Krivlyaka e Zliuka). I cortigiani capricciosi sono stati carattezzati in modo molto
ironico e assolutamente accattivante mentre è decisamente grazioso il maestro delle danze.
Nella coreografia, con una grande forza emotiva, è stato sviluppato principalmente il tema dell’amore: il tempo ha potere su coloro che non sono in grado di amare, ma esso è senza potere sugli
innamorati.
“Gli innamorati sono angeli con un’ala sola; solamente unendosi si liberano dal potere del tempo e possono volare”, conferma ancora una volta Sergei Bobrov.
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TeatroCilea07/08
Ph: Pellicanò / Kajzar
19/20 Dicembre
È di nuovo
Natale!
CONCERTO
SPETTACOLO
Ideato da
Renzo Giacchieri
Diretto dal
M° Carlo Montanaro
Condotto da
Enzo Zolea
Regia di
Renzo Giacchieri
Solisti
F. Demuro tenore
S. Vassileva soprano
T. Vaughn mezzosoprano
D. Vatchkov basso
Orchestra del
Teatro “F. Cilea”
Coro lirico
“F. Cilea”
Direttore del coro
M° Bruno Tirotta
Coro di voci bianche
MILLENOTE diretto dal
M° Roberto Caridi
Luci
Salvo Manganaro
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TeatroCilea07/08
Il M° CARLO MONTANARO
Studia e si diploma in violino presso il conservatorio Luigi Cherubini di Firenze. Nel
1991 entra a far parte dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino suonando con
tutti i più importanti direttori del panorama musicale internazionale, quali Mehta,
Muti, Giulini, Prêtre, Ozawa, Mazel, da cui trae preziosi spunti e consigli che, uniti
alle sue doti musicali e gestuali, lo hanno portato a dedicarsi alla direzione d’orchestra. In Italia guida più volte varie formazioni orchestrali, fra cui l’Orchestra da
Camera Risonanza, con la quale nel maggio 2000, esegue un programma dedicato
al Novecento alla presenza del M° Zubin Mehta ottenendo ampi consensi da pubblico e critica nonché personali elogi da parte dello stesso Mehta.
DEYAN VATCHKOV
Nato a Sofia, Bulgaria, finito il Liceo spagnolo Miguel de Cervantes, viene ammesso nell’Accademia Musicale di Sofia “Pancho Vladigerov” nella classe dei prof.
Konstantin Karapetrov e prof. Nedialko Nedialkov (direttore). Recentemente ha
cantato con enorme successo di pubblico e critica “Masetto” al festival estivo di Budapest, “Zuniga” all’Arena di Verona. Un altro grande successo di pubblico e critica
è stato il suo “Don Basilio” (Barbiere di Siviglia) che ha cantato a Trieste diretto da
Daniel Oren, ma anche “Il Pirata ad Amsterdam”. Ha partecipato all’ inaugurazione
del Teatro Comunale di Bologna con l’opera “I Masnadieri” (Moser) diretta dal Maestro Daniele Gatti. Ha fatto il suo debutto in Canada cantando la parte di Timur a
Toronto. Ancora, ha cantato “Idomeneo” al San Carlo di Napoli, “Aida” (Re) all’Arena
di Verona, “Le Roi de Lahore” di Massenet al Teatro La Fenice di Venezia, “I Puritani”
all’Opera di Palm Beach, “La Boheme” alla Scala diretta da Bruno Bartoletti e “La
Boheme” alla Suntory Hall di Tokyo diretta da Nicola Luisotti etc.
TICHINA VAUGHN
Il mezzosoprano americano Tichina Vaughn è ormai acclamata come artista internazionale di consumata bellezza, drammaticità e versalità vocale. Nata nel North
Carolina, si laurea in musica presso l’Università della Georgia ed entra subito dopo
al Metropolitan nel programma giovani artisti lirici. Fa il suo debutto al Metropolitan in “Porgy and Bess” e canta piccoli ruoli nella “Suor Angelica”, “La Traviata” e
“The Ghost of Versailles”.
SVETLA VASSILEVA
Nata a Dobritch, Bulgaria, Svetla Vassileva si è diplomata in canto e pianoforte
all’Accademia di Musica di Sofia. Ha vinto il Concorso Traviata 2000 a Vienna. Nel
1998 invitata al Ravenna Festival ha cantato “Nedda nei Pagliacci” con Placido Domingo diretta da Riccardo Muti. Da quel momento il soprano bulgaro ha iniziato a
frequentare i più importanti teatri del mondo. Nella stessa stagione 2000 ha interpretato il ruolo di Liù nella “Turandot” a Vienna (Staatsoper).
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TeatroCilea07/08
22/23 Dicembre
Il Mago
di Oz
di L. Frank Baum
Compagnia
del balletto
Mimma Testa
Testi e regia
Laura Saraceni
Coreografia
Stefanella Testa
Musiche
J. Hoffenbach, I. Stravinskij,
M. Ravel, C. Lecoq,
J. Strauss, M. Musorgskij
Musiche originali
J. Fiastri
Scene
Michele Ricciarini
Costumi
Adriana Gianturco
Disegno Luci
Mario Carletti
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TeatroCilea07/08
Il viaggio di Dorothy, dello Spaventapasseri senza cervello, dell’Uomo di Latta senza cuore e del Leone senza coraggio, porterà i
nostri protagonisti di avventura in avventura nel magnifico mondo di Oz. Incontreranno lo strano paese dei Succhialimoni dove
la Fata Buona donerà a Dorothy un bel paio di scarpette rosse.
Attraverseranno la foresta incantata; si perderanno nel prato dei
papaveri; incontreranno le perfide scimmie volanti, guidate dalla
Strega Cattiva. E quando finalmente giungeranno al cospetto del
potente Mago di Oz, scopriranno di aver sempre posseduto dentro di loro ciò che cercavano. E Dorothy come farà a tornare nella
sua casetta? Sogno o realtà... stiamo a vedere!
LA COMPAGNIA DEL BALLETTO MIMMA TESTA
Fondata nel 1973 e riconosciuta con sovvenzione ministeriale dal
1976, la Compagnia del Balletto Mimma Testa diretta da Stefanella Testa, deve la sua nascita ed il suo nome ad una fra le più
prestigiose scuole private a Roma, l’omonimo “Centro di danza
Mimma Testa” con una attività che dura da più di 50 anni.
È stata per lungo tempo l’unica compagnia di balletto a proporre
un repertorio di spettacoli per ragazzi. Il suo impegno si è rivolto
all’allestimento di favole danzate e narrate che si ispirano ai capolavori della letteratura, alle leggende, ai costumi ed alle tradizioni popolari di tutto il mondo.
Negli ultimi anni, in collaborazione con il comune di Roma, ha
partecipato ai progetti “Tenda Comune”, “Mattine a Teatro Parioli” diretti da Maurizio Costanzo, proponendo “Il gatto con gli stivali”, “I vestiti nuovi dell’Imperatore”, “Il Mago di Oz”, “La scarpona
di Cenerentola” ad un pubblico di circa 100.000 bambini in età
scolare. Ha registrato per Rai Uno, nell’ambito del programma
pomeridiano “Solletico”, “La Scarpona di Cenerentola”, trasmesso
in cinque puntate nel periodo Natalizio,continuando così dialogo con la televisione iniziato nel 1974.
La Compagnia del Balletto Mimma Testa si è avvalsa della collaborazione di partner prestigiosi: Il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, Il Comune di Roma, gli Assessorati alle Politiche Culturali educative e dell’Infanzia, “La città a misura delle bambine e
dei bambini”, la Provincia e la Regione Lazio, L’Unicef, L’INA Assitalia, La Garzanti Editori, la BNL, Rai. L’attività fino ad ora svolta ha
consolidato l’impegno e il lavoro della Compagnia, rivolto a un
pubblico di ragazzi, che sono particolarmente stimolanti come
primo approccio al mondo dello spettacolo.
DANZATORI
Dorothy:
Valentina Carpitella
Sara Carpitella
L’uomo di paglia:
Fabio Garau
L’uomo di latta:
Anthony Basile
Il leone:
Fabrizio Podaliri Vulpiani
ed inoltre:
Lara Borghini, Mauro Carbone,
Irene Iovino, Ilaria Mecarozzi
ATTORI
Franco Sciacca e Antonella Voce
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TeatroCilea07/08
28 e 30 Dicembre
Norma
Tragedia Lirica
in due atti
Libretto di
Felice Romani
Musica di
Vincenzo Bellini
Maestro concertatore e
Direttore d’orchestra
Julian Kovatchev
Regia
Flavio Trevisan
Scenografo
Alfredo Troisi
Costumi
Eugenio Girardi
Maestro del Coro
Bruno Tirotta
Ph: Pellicanò / Kajzar
Light Designer
Salvatore Manganaro
Balletto
Vividanza
Orchestra del Teatro F. Cilea
Coro lirico Teatro F. Cilea
Organizzazione
IMPRESA LIRICA
GITTO GIOACCHINO
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TeatroCilea07/08
L’azione si svolge nelle Gallie, all’epoca della dominazione romana.
Nell’antefatto la sacerdotessa Norma, figlia del capo dei Druidi Oroveso, è stata l’amante segreta del proconsole Pollione, dal quale ha
avuto due figli, custoditi dalla fedele Clotilde all’insaputa di tutti.
Atto I
Pollione confida all’amico Flavio di essersi innamorato di una giovane novizia del tempio d’Irminsul, Adalgisa, e di voler lasciare
Norma. Adalgisa chiede un colloquio a Norma per aprirle il proprio animo e confessarle di aver mancato al voto di castità, senza però rivelare il nome dell’uomo amato. Norma, che riconosce
nella novizia i propri sentimenti e il proprio peccato, la scioglie dai
voti. Quindi le chiede chi sia l’innamorato e Adalgisa indica Pollione, che sta sopraggiungendo proprio in quel momento. Furiosa,
Norma rivela tutto ad Adalgisa, che sdegnata respinge Pollione.
Atto II
Nella sua abitazione, Norma, sconvolta dalla rivelazione, ha deciso
di uccidere i due figli, ma cede al sentimento materno. Decisa a
suicidarsi, fa chiamare Adalgisa e la prega di adottare i bambini e
di portarli a Roma, dopo essersi sposata con Pollione. Ma Adalgisa
rifiuta e promette a Norma di convincere Pollione a tornare da lei.
Da tempo i Druidi, guidati da Oroveso, tramano una rivolta contro
Roma. Norma, che si era sempre opposta, quando apprende che
Adalgisa non ha ottenuto nulla dal colloquio con Pollione, chiama
i Galli a raccolta e proclama guerra ai Romani. Sta per pronunciare
il nome della vittima sacrificale da immolare al dio, quando giunge notizia che un romano è penetrato nel chiostro: è Pollione, venuto a rapire Adalgisa. Norma sta per colpirlo con un pugnale, ma
poi si ferma, invita tutti ad uscire col pretesto di interrogarlo e,
sola con Pollione, gli offre la vita purché egli abbandoni Adalgisa.
L’uomo rifiuta e Norma chiama i suoi a raccolta; ha deciso quale
sarà la vittima sacrificale: una sacerdotessa che ha infranto i sacri
voti e tradito la patria. Sta per pronunciare il nome di Adalgisa,
quando si rende conto che la colpa di Adalgisa è la sua e, nello
sbigottimento generale, pronuncia il proprio nome. Commosso,
Pollione comprende la grandezza di Norma e decide di morire
con lei. In segreto, Norma confida ad Oroveso di essere madre e lo
supplica di prendersi cura dei bambini, affinché possano salvarsi,
raggiungendo Roma insieme a Clotilde. Quindi sale sul rogo con
l’uomo amato.
PERSONAGGI ED INTERPRETI
POLLIONE
proconsole di Roma nelle Gallie
Manrico Tedeschi
OROVESO
capo dei Drudi
Enzo Capuano
NORMA
druidessa figlia di Oroveso
Natalia Dercho
ADALGISA
giovane ministra del tempio d’Irmisul
Géraldine Chauvet
CLOTILDE
confidente di Norma
Gabriella Grassi
FLAVIO
amico di Pollione
Costantino D’Aniello
Direttore di Palcoscenico:
Maura Ippoliti
Maestro Sostituto:
Rosario Presutti
Maestri Collaboratori:
Alessandro Bagnato, Olga Kirilova
Assistente Regia:
Francesco Sgrò
Fornitura Costumi: Casa d’arte Arrigo
Attrezzeria: Rancati
Scene: La Bottega Fantastica
Parrucche: Di Mattei di Palermo
Calzature: Epoca s.r.l
Luci: Sud Service srl
Musica: Kalmus
25
TeatroCilea07/08
4/5/6 Gennaio
Elettra
di Sofocle
Regia
Luca De Fusco
Con
Lina Sastri
Max Malatesta
Leda Negroni
Luciano Virgilio
Produzione
TEATRO STABILE
DEL VENETO
26
TeatroCilea07/08
Nello spettacolo di Luca De Fusco presentato dal “Teatro Stabile
del Veneto”, in collaborazione con lo “Stabile” di Catania, e tratto
dalla tragedia di Sofocle, nella bella, moderna e incisiva traduzione curata da Caterina Barone, lo sconvolgente finale di una parossistica danza di Elettra, preludio di morte per la nostra tragica
eroina. La stessa scena, ideata da Mauro Zocchetta, situa l’azione
su una inedita e densa superficie lavica con al centro la bocca di
un cratere da cui escono e vengono inghiottiti i personaggi che
entrano probabilmente nella stessa stanza dove Agamennone
venne ucciso, al suo ritorno da Troia, dalla moglie Clitemnestra
e dal suo amante Egisto. Emarginata, straniera nella sua casa,
Elettra decide di vendicare la morte del padre uccidendo quei
diabolici assassini. Per raggiungere questo scopo, chiede aiuto
alla sorella Crisotemi, che si rifiuta di assecondare il suo piano
invitandola, al contrario, alla ragionevolezza e alla moderazione.
Non le resta che aspettare il ritorno del fratello Oreste, animato
anch’egli dei suoi stessi sentimenti di vendetta. La conclusione
della storia è nota: Oreste ucciderà prima la madre e poi Egisto,
forte anche del sostegno di Apollo, mentre Elettra, fuori da quelle mura domestiche insanguinate, sta ad ascoltare, ad incitare il
fratello, quando viene il turno di Egisto (“Non permettere che si
dilunghi coi suoi discorsi... Uccidilo subito...”). Ma la forza di questa tragedia non è data dal compimento di questi delitti, bensì,
al contrario, dalla necessità di rimandarli, da una strategia del
“rinvio” che permette ai personaggi di esprimersi per lo più attraverso stupefacenti monologhi in cui danno sfogo ai loro sentimenti più segreti, dubbi, incertezze, volontà manifeste con cui
nel loro sostanziale isolamento si confrontano. Da questo punto
di vista, perfetta è sembrata la scelta di una attrice come Lina
Sastri, al suo felice e importante rientro sul palcoscenico del teatro di prosa, per il ruolo di Elettra, che ci conduce, con cristallina
trasparenza interpretativa, negli intrecci e nelle tortuosità di un
pensiero che costantemente fa i conti con una reale disperazione: recita, canta, danza impone la sua voce e la sua solidità d’attrice all’intero spettacolo.
Giuseppe Liotta
27
TeatroCilea07/08
11/12/13 Gennaio
Il laureato
di Terry Johnson
Versione italiana di
Antonia Brancati
Francesco Bellomo
Regia
Toedoro Cassano
Con
Giuliana De Sio
Mrs. Robinson
Giulio Forges Davanzati
Benjamin
e con
Alessia Cardella
Elaine
e la partecipazione di
Pietro De Silva
Mr. Braddock
Produzione
FRANCESCO BELLOMO E
THE DREAMERS
PRODUCTIONS
28
TeatroCilea07/08
Il 1968 doveva essere un anno di agitazione
in tutto il mondo, particolarmente in quello
studentesco e giovanile in generale. Negli
Stati Uniti quest’agitazione si sarebbe cristallizzata nell’opposizione alla guerra del
Vietnam, ma nel 1967 il problema non era
stato ancora chiaramente messo a fuoco:
esisteva solo un senso di insoddisfazione nei
confronti dello status quo.
Il tono anarchico del laureato si accordava
perfettamente ai sentimenti di quel tempo,
combinando umorismo e staira dei costumi
sociali e sessuali. Benjamin Braddock, appartenente ad una facoltosa famiglia americana,
ritorna a casa dopo la laurea.
I genitori organizzano una grande festa in
suo onore ma lui, infastidito, preferisce isolarsi nella sua stanza. Qui viene raggiunto
dalla signora Robinson, una piacente quarantenne, moglie del capo di suo padre.
Questa gli chiede di accompagnarla a casa
sua dove cerca di sedurlo. Solo l’arrivo del
signor Robinson salva Benjamin dall’imbarazzante situazione. Ma la signora Robinson
non demorde e tra i due inizia una relazione
che viene interrotta solo dall’arrivo di Elaine,
figlia dei Robinson, di ritorno dal college.
A questo punto i due ragazzi si innamorano
sempre contrastati dalla madre di lei che
minaccia Benjamin di raccontare tutto a sua
figlia. Elaine viene allontanata dai genitori
che le hanno preparato un ricco marito ma
Benjamin...
29
TeatroCilea07/08
18/19 Gennaio
Didone
ed Enea
Danza d’autore
PRIMA
RAPPRESENTAZIONE
ASSOLUTA
Direttore artistico
Loredana Furno
Ideazione e coreografia
Matteo Levaggi
Musica
Henry Purcell
Disegno luci
Marco Policastro
Costumi
Manuela Dello Preite
Elementi di scena
Livio Girivetto
Produzione
BALLETTO TEATRO
DI TORINO
30
TeatroCilea07/08
“Dido and Eneas” venne composta da Henry Purcell nel
1689 per la scuola di giovani gentildonne di Josias Priest,
coreografo e musicista celebre nella Londra dell’epoca.
L’opera, in sei quadri, s’ispira alla vicenda della regina di
Cartagine narrata nel IV libro dell’”Eneide” di Virgilio, che
Henry Purcell mette in musica sul libretto di Nahum Tate
(a sua volta ricavato da una tragedia inglese contemporanea). Nell’opera di Purcell tutto procede in modo veloce e
sintetico rispetto alla vicenda originale; protagonista è Didone, il cui carattere nobile e tragico ma anche passionale
DANZATORI
è il centro drammatico dall’inizio alla fine dell’opera, aperta e chiusa appunto
Selene Manzoni
da due grandi arie del soprano. Naturalmente quello di “Didone e Enea” è
Viola Scaglione
un soggetto emotivamente coinvolgente. Ma in Purcell vengono alla luce
Manuela
Maugeri
risvolti surreali, magici; infatti la sventura non è attribuita agli dèi e al destino
Luca Martini
di Enea, come nell’”Eneide”, ma al sortilegio, personificato dalla maga e dalle
Mattia Furlan
streghe, creando così nuove e affascinanti dinamiche teatrali. La musica, meTakashi Setoguchi
ravigliosa e toccante, essenziale, per così dire compatta ma allo stesso temPedro Gonzales
po ricca e varia, si sviluppa sullo schema operistico convenzionale dell’epoca
che alterna recitativo, aria, coro e danza. Con un gioco di luce e ombra, verità
UNA RAGAZZA
e inganno, all’inizio schematico e poi sempre più coinvolgente, l’opera sfocia
Stefania Ventura
nella sublime aria finale e nella morte di Didone. “Didone e Enea” ha già diversi trascorsi coreografici; tra i più famosi in anni recenti, la versione androgina di Mark Morris (con
lui stesso che interpreta il ruolo di Didone) e quella della coreografa Sasha Waltz. Concepire un lavoro
coreografico su Didone e Enea senza cadere nel gioco dell’alternanza o del “doppiaggio” danzatore/
cantante, non è facile. Abbiamo una musica, prima di tutto, anzi una musica teatrale che poggia su
un libretto e di conseguenza un’intera vicenda che si svolge con dinamica incalzante e cambi di scena
continui. Per questo si dovrebbe subito abbandonare il progetto di una pièce di danza! Ma ahimè, ho
scelto di creare un balletto proprio su questa musica, così “emotiva” e imponente, come dicevamo,
ma che sento in questo momento come materia artistica (direi “strumento” se Purcell mi perdonasse)
in grado di convivere nello spazio e nel tempo insieme alle mie danze. Con questo progetto vorrei
abbandonare il concetto per cui un balletto, un lavoro d’invenzione di danza pura, si debba creare su
musiche astratte, in spazi freddi, sull’onda di quel minimalismo che credo sia diventato un atteggiamento più che un concetto estetico vero e proprio, come poteva essere negli anni Sessanta. La danza
non è “astratta”, è semplicemente danza come la musica è musica. Ciò che accade nella mia visione di
“Didone e Enea” è l’incontro tra una musica famosa e importante e una danza semplice pensata per
pochi danzatori in un luogo e in un momento precisi. Qui trovo l’emozione, è qui che vorrei spingere
il pubblico a guardare, nella totale assenza del dramma scritto in un dramma fatto di assenze concentrato sulla figura di Didone, la quale fin dall’inizio è perseguitata da un presagio che con una linea
continua ma dinamica la porta alla morte, come una luce trovata accesa che piano piano si spegne.
Matteo Levaggi
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TeatroCilea07/08
26/27 Gennaio
Concerto
Direttore
M° Riccardo Frizza
Clarinetto solista
Giampiero Sobrino
Orchestra del
Teatro “F. Cilea”
Prima parte
Di Marco Tutino
Scene III da Riccardo III,
Balletto in 2 atti
di Carl Maria von Weber
Concerto II in mi bemolle
maggiore, per Clarinetto e
orchestra , op. 74 (solista
Giampiero Sobrino - clarinetto).
Ph. Luca Bissoli
Seconda parte
Di Pyotr Ilyich Tchaikovsky
Sinfonia numero 5 in mi
minore, op. 64
Direttore d’orchestra Riccardo
Frizza, solista - clarinetto
Giampiero Sobrino.
32
TeatroCilea07/08
GIAMPIERO SOBRINO
nasce in Piemonte nel 1965 e, parallelamente agli studi umanistici si diploma col massimo dei voti presso il Conservatorio di
Alessandria. Grazie alle sue spiccate qualità tecnico musicali si impone da subito in importanti competizioni internazionali a
Genova, Roma, Ancona, Palmi, Torino, Stresa, Martigny, Colmar e Parigi. A 22 anni è già primo clarinetto solista nell’Orchestra
Sinfonica della RAI di Torino e nell’Orchestra Filarmonica della stessa città, incarico ricoperto ininterrottamente fino al
1994, anno dal quale ricopre il medesimo ruolo con l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona. Vincitore di cattedra
per l’insegnamento al concorso nazionale indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione, ha svolto attività didattica nei
Conservatori di Stato, nella Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo e in Master Class in Italia, Francia e Spagna,
collaborando inoltre con formazioni da camera per una intensa attività concertistica e discografica. Ha seguito attivamente
simposi di Direzione d’orchestra e di Fenomenologia della musica con i Maestri Carlo Maria Giulini e Serghiu Celibidache. La
sua intensa attività artistica gli ha consentito di collaborare con i più grandi Direttori dei nostri tempi quali Solti, Bernstein,
Giulini, Levine, Rostropovic, Maazel, Temirkanov, De Burgos, Muti, Sawallich, Mehta, Chailly, Sinopoli e con compositori come
Berio, Boulez, Donatoni e Bussotti. è stato scelto da G. Bertini per ricoprire il ruolo di primo clarinetto solista nell’Orchestra
Filarmonica di Lisbona e da Celibidache per una importante tournée internazionale con la Schleswig-Holstein Orchestre.
Il suo vastissimo repertorio lo ha portato, come clarinetto solista, nei più importanti Festival Internazionali (Biennale di
Venezia, Festival Mozart di Praga, Settembre Musicale di Torino, Festival d’Automne di Parigi, Panatenee, Festival di Alicante
e di Aix-en-Provence, International Festival of the Arts di New York) e nelle Stagioni Sinfoniche di Roma (RAI e Istituzione
Universitaria dei Concerti), Napoli (Maggio Musicale), Padova (Solisti Veneti), L’Aquila (Solisti Aquilani), Montecarlo
(Orchestra da Camera), Torino (RAI e Orchestra Filarmonica) eseguendo capolavori di Mozart, Salieri, Mercadante, Weber,
Rossini, Strauss, Debussy, Copland, Finzi e Berio.
IL M° RICCARDO FRIZZA
é nato il 14 Dicembre 1971 a Brescia dove ha incominciato i suoi studi musicali proseguiti in seguito presso il Conservatorio
di Musica di Milano. Ha studiato direzione d’orchestra con Gilberto Serembe all’Accademia Musicale Pescarese, ed ha
seguito i Corsi di Perfezionamento di Jorma Panula presso l’Accademia dei Filarmonici di Verona. Dal 1996 al 1999 si è
perfezionato con Gianluigi Gelmetti presso l’Accademia Chigiana di Siena. Nel 1998 ha vinto il Concorso Internazionale
per Direttori d’Orchestra della Filarmonica di Stato della Sud-Boemia, Repubblica Ceca. Dal 1994 al 2000 è stato direttore
stabile dell’Orchestra Sinfonica di Brescia dove ha diretto l’integrale delle Sinfonie di Beethoven, e tantissime altre pagine
del repertorio sinfonico. Ha diretto anche i Carmina Burana di Orff, lo Stabat Mater di Rossini, il Magnificat di Bach, i Quattro
pezzi sacri ed il Requiem di Verdi, In Memoriam di Ruzicka, il Requiem e la Messa dell’incoronazione di Mozart. In campo
operistico ha debuttato con Le convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti, ed ha diretto Il Signor Bruschino, Semiramide,
Turco in Italia, Cenerentola, Italiana in Algeri, Matilde di Shabran e La donna del lago, Il Barbiere di Siviglia di Rossini, Luisa
Miller, Il Trovatore, Un giorno di regno, Rigoletto, Macbeth, Aida, Ballo in maschera, La forza del destino e Nabucco di Verdi, Cosi
fan tutte di Mozart, Mirandolina di Martinu , I Puritani e Sonnambula di Bellini, la Favorite, Fille du regiment, Maria Stuarda
ed Elisir d’amore, Don Pasquele di Donizetti. Ha diretto l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S.Cecilia, l’Orchestra del
Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra del Centenario del Festival Verdi di Parma, l’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”,
l’ Orchestra Sinfonica Toscanini, l’Orchestra Stabile di Bergamo, l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, l’Orchestra
Internazionale d’Italia, l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, la Orquesta de Galicia, l’Orchestre National de Montpellier,
la Philarmonia Orchestra di Londra, l’Orchestre National de Belgique, l’Orchestra Sinfonica Portuguesa, la Julliard Orchestra
di New York, la JONDE di Madrid, la Orquesta Pablo Sarasate de Pamplona, la Orquesta Filarmonica de Gran Canaria, la
Filarmonica di Bielorussia, la Filarmonica Lutowlasky di Wroclav, I Musici di Praga, I Solisti di Praga, l’Orchestra della Radio
Romania, l’Orchestra Filarmonica “G. Enescu” di Bucarest, la New Tokyo City Orchestra, la Tokyo Simphony Orchestra, la Kyoto
Symphony Orchestra, la Stadtkapelle di Dresda.
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TeatroCilea07/08
1/2/3 Febbraio
Jekyll & Hyde,
il musical
Musiche
Frank Wildhorn
Libretto
Leslie Bricusse
Traduzione e adattamento
TeatroMusica Mamò
Regia
Federica Ferrauto e Valeria Bafile
Direzione musicale e vocale
Alberto Martinelli
Scenografie
Andrea Taddei
Costumi
Silvia Polidori
Disegno luci
Corrado Rea A.I.L.D.
Movimenti coreografici
Aurelio Gatti
Orchestrazione
Stefano Fonzi
Con Giò Di Tonno,
Ilaria Deangelis, Simona Molinari,
Nejat Isik Belen, Alberto Martinelli,
Andrea Murchio
e con
Roberto Ferrauto, Luca De Paoli,
Fabio Casali, Stefania Ricci, Nicola
Faillace, Francesco Gioia, Fabio
Vagnarelli, Marco Rotilio, Clara
Maselli, Miriam Foresti, Franco
Casilli, Andrea Rossi, Chiara Vivola,
Silvia Rotilio, Chiara De Paolis,
Argenis Padilla.
Produzione
TEATRO STABILE D’ABRUZZO
in collaborazione con
TEATROMUSICA MAMÒ
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TeatroCilea07/08
Il Teatro Stabile d’Abruzzo è particolarmente felice di presentare “Jekyll & Hyde, il Musical” un allestimento realizzato completamente con giovani professionisti. Protagonisti Giò Di Tonno, Simona Molinari, Ilaria Deangelis, Nejat Isik Belen, Alberto Martinelli, Andrea Murchio ed altri ventidue straordinari
artisti tra attori, cantanti e danzatori. Il progetto di produzione del Teatro Stabile con “TeatroMusica
Mamò” nasce dalla volontà di assolvere a quel ruolo di “incubatore” che un teatro pubblico deve avere nel territorio di riferimento. La professionalità della “TeatroMusica Mamò” ha già avuto importanti
riconoscimenti, tanto che è stata la prima in Italia che è riuscita ad acquisire, dal Music Theatre International (MTI) di New York, i diritti d’autore per la rappresentazione dell’opera completa e per il suo
adattamento in lingua italiana. È il 28 Aprile 1997 quando va in scena per la prima volta a Broadway
“JEKYLL & HYDE”, musical basato sul romanzo di Robert Louis Stevenson: lo spettacolo è il risultato di
un lungo periodo di lavoro durato ben 17 anni! L’idea di scrivere un musical basato sull’avvincente
storia “The strange case of Doctor Jekyll & Mr Hyde” è del giovane e brillante Wildhorn, il quale, con la
collaborazione di Steve Cuden, noto scrittore e produttore cinematografico, dà il via alla prima produzione di questo spettacolo. Dopo poco tempo, Leslie Bricusse, vincitore di numerosi riconoscimenti
(Academy Awards, Grammy Awards e Ivor Novello) si aggiunge al progetto come autore e paroliere. Lo
spettacolo ha riscosso un sensazionale successo e alcuni brani come “This is the Moment”, “Someone
Like You” e “A New Life”, sono stati registrati e cantati in tutto il mondo. La messa in scena fa vivere a teatro il racconto classico di Robert Louis Stevenson sull’eterna lotta tra bene e male, racconta la battaglia
di un uomo con il dualismo che scopre dentro se stesso. È la storia di Henry Jekyll, un brillante medico
i cui esperimenti danno vita al suo diabolico alter ego Edward Hyde; la ricca e romantica partitura di
Wildhorn e Bricusse si combina con l’indimenticabile racconto di Stevenson per creare un musical di
portata epica. Il dottor Jekyll, spinto dalla ferma volontà di aiutare il padre oramai imprigionato da una
malattia mentale che devasta la sua anima, nel corso dei suoi studi sulla psiche umana, riesce, mescolando particolari sostanze chimiche, a mettere a punto una formula in grado di separare le due nature
dell’animo umano: quella buona e quella malvagia. La sua personalità si scinde così in due metà speculari che, alternativamente, bevendo la formula, prendono possesso del suo corpo, trasfigurandone
anche l’aspetto. Non nutrendo alcun sospetto sulle conseguenze cui andrà incontro, vittima della
sua stessa creatura, Jekyll cade in una trappola autodistruttiva, fino a identificarsi spontaneamente
con Hyde: un essere deforme e capace di ogni misfatto. Storia fra le più clamorose della letteratura
moderna, entrata con forza nel nostro immaginario anche grazie alle numerose versioni cinematografiche che ha ispirato, “Il dottor Jekyll e Mr. Hyde” (1886) a più di un secolo dalla pubblicazione stupisce
ancora: la lotta impari tra i due opposti mette in gioco temi di grande suggestione - la metamorfosi e
il doppio, lo specchio e il sosia - fino a toccare le più segrete e inconfessate corde dell’animo umano.
Jekyll & Hyde incarna, più ampiamente, il Victorian Compromise, il compromesso tra la rispettabilità e la
ricchezza dell’alta società vittoriana e la miseria, lo sfruttamento di donne e bambini, la prostituzione e
la corruzione dilagante... dietro l’apparenza si potevano nascondere anche le nefandezze più terribili.
Due distinte tendenze comportamentali quindi: di giorno Jekyll, stimato dottore e futuro marito della
dolce Emma, di notte Hyde ,un essere davvero ripugnante, cattivo, agile e forte fisicamente capace di
feroci delitti, passioni e desideri sfrenati.
35
TeatroCilea07/08
8/9/10 Febbraio
Madre
coraggio e
i suoi figli
di Bertold Brecht
traduzione
Roberto Menin
elaborazione
Antonio Tarantino
Regia
Cristina Pezzoli
Con
Isa Danieli
e con
Alarico Salaroli
Marco Zannoni
Lello Serao
Arianna Scommegna
Scene
Bruno Buonincontri
Costumi
Gianluca Falaschi
Musiche
Pasquale Scialò
Luci
Cesare Accetta
Produzione
GLI IPOCRITI
36
TeatroCilea07/08
L’opera teatrale “Madre Courage e i suoi figli” sottotitolo
“Una cronaca dalla guerra dei Trent’anni” porta in scena
le vicende verificatesi tra il 1624 ed il 1636 nel corso della guerra dei trent’anni (1618-1648); il conflitto fra Cattolici e Protestanti nel Sacro Romano Impero fornì alle
potenze europee il pretesto per dare il via ad una lotta
che segnò la fine dell’egemonia asburgica in Germania
e la sconfitta della Controriforma, cosa che provocò ingenti perdite demografiche e grave decadenza economica in particolar modo alla Germania. La protagonista
del dramma è Anna Fierling, vivandiera/commerciante
detta Madre Coraggio per aver sfidato le cannonate, durante l’assedio per portare a termine il suo commercio
di pagnotte ammuffite. Gli affari vengono prima di tutto
La regista Cristina Pezzoli
e, pur essendo bravissima nel suo “lavoro”, ciò non toglie
che esso si basi prevalentemente sulla miseria e sulla sventura degli altri. Padrona di un carro, che utilizza sempre nei vari spostamenti, è accompagnata nel suo “viaggio di lavoro” dai tre figli che, giusto
per inciso, hanno tre cognomi diversi considerato che Madre Coraggio non ricorda nemmeno i nomi
dei padri con certezza. Schweizerkas è il figlio buono e onesto che, per troppa onestà, si fa uccidere da
un sergente disonesto; Eilif, che è forte e robusto, aiuta la madre a spingere il carro e a fare affari, ma il
brigadiere e il reclutatore lo portano via, arruolandolo nell’esercito; fortuna che Madre Coraggio segue
sempre gli eserciti e ha modo di rivederlo tra un’eroica azione e l’altra e tra un massacro di contadini e
un sequestro di bestiame. Arriva una pace temporanea, Eilif sarà processato e ucciso come criminale per
le azioni commesse in guerra. Kattrin, la figlia muta, che sente di essere un grave peso per la madre, vive
nella speranza della pace che difficilmente potrà arrivare così come il marito che lei sogna. Fortuna che
la madre non l’abbandona dopo la morte dei fratelli e dopo che un cuoco le propone di buttar via Kattrin e andare a vivere con lui. Sarà l’unica vera eroina di tutta questa tragedia! Morirà per salvare la città e
fermare la guerra. Per Madre Coraggio nemmeno i figli contano, vorrebbe tenerli fuori dalla guerra, ma
non può fare a meno di sacrificarli o comprometterli “nella guerra.....in fondo, lo dice anche il brigadiere
nella prima scena “è impossibile pensare di poter vivere della guerra, senza pagarle gli interessi”.
Madre Coraggio, nonostante la perdita dei figli, non capisce che la guerra è un affare solo per potenti e
pensa di poterne fare un affare personale al seguito degli eserciti in lotta. Durante le sue peregrinazioni
per l’Europa, Madre Coraggio incontra soldati e reclutatori senza scrupoli, una prostituta e un generale, un cuoco, un cappellano ecc... una umanità piena di miserie, dolori e cinismi a cui si è costretti ad
assistere in guerra. “La guerra è solo la continuazione degli affari con altri mezzi, ma i grandi affari non
li fanno la povera gente, e nella guerra le virtù umani diventano mortali” questa è, secondo Brecht, la
morale del dramma.
“Il vincolo di un testo, di ogni testo, non è la sua assoluta necessità, in ordine alle parole con le quali è stato
creato come congegno espressivo, ma è la sua fatalità, ovvero il suo destino, la sua fortuna. Lo stesso autore
avrebbe potuto riscrivere “la cosa” in cento modi differenti. E in ciò risiede l’infinitezza di un testo, di tutti i
testi”. (Antonio Tarantino)
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TeatroCilea07/08
13/14 Febbraio
Coppelia
Balletto in tre atti
Compagnia di
balletto classico
Liliana Cosi
Marinel Stefanescu
Coreografie
Marinel Stefanescu
Maître du ballet
Liliana Cosi
Scene
Hristofenia Cazacu
Costumi
Marinel Stefanescu
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TeatroCilea07/08
COMPAGNIA BALLETTO CLASSICO
La Compagnia Balletto Classico è stata fondata da Liliana Cosi e
Marinel Stefanescu nel 1977 e dal 1978 ha la sua sede in un ampio edificio a Reggio Emilia. Al suo attivo vi sono1.800 spettacoli
in 390 città italiane e 58 estere, molte tournée in tutto il mondo,
dal Brasile agli Stati Uniti, dalla Cina Popolare al Giappone, dal
Medio Oriente a tutta l’Europa dell’Est e dell’Ovest. Il suo repertorio comprende balletti del repertorio classico ripresi dal coreografo della Compagnia Marinel Stefanescu come “Don Chisciotte”, “Coppélia”, “Spartacus”, “Raymonda”, e molte sue creazioni di
stile neo-classico e moderno, soprattutto su musica sinfonica,
o su musica originale, come “Risveglio dell’Umanità”, “Radici”,
“Anàfura”, “Omaggio a Ciaikovski”, “Sinfonie in Balletto”, “Balletto
d’Europa”, “Miniature d’Autore”, “Ground Zero-Nuovo Giardino”.
Molti gli appuntamenti di prestigio che hanno messo in rilievo le
alte qualità della Compagnia, come nel 1990 alla sede dell’ONU
a Ginevra, a Los Angeles nel grande Teatro dell’Università UCLA
per le Colombiadi 1992, due volte in Vaticano, a Kioto per l’inaugurazione di un tempio buddista, a San José di Costa Rica per
il VII Festival delle Arti, di recente (aprile 2004) al IV Festival del
balletto a Istanbul, e a Stoccarda (maggio 2004) per la grande
manifestazione “Insieme per l’Europa”. Da ultimo - maggio 2005
- una fortunata tournée in Marocco e marzo 2006 - a Tunisi.
LILIANA COSI
Nata a Milano, diviene prima ballerina étoile del teatro alla Scala e svolge la sua carriera internazionale invitata dalle maggiori Compagnie di tutto il mondo, è particolarmente apprezzata a Mosca al
Teatro Bolshoi e in tutta l’Unione Sovietica, ma anche in America e in Europa. Ha rappresentato più
volte l’Italia nella giuria dei Concorsi Internazionali a Mosca, ha ricevuto innumerevoli premi e riconoscimenti, sempre più spesso è invitata a partecipare a congressi, convegni, tavole rotonde, nei più
diversi ambienti culturali e artistici in Italia e all’estero. Dal 1977 è anche Presidente dell’Associazione
Balletto Classico fondata con Marinel Stefanescu a Reggio Emilia.
MARINEL STEFANESCU
Nato a Bucarest. Vince la medaglia d’oro al Concorso Internazionale di Varna e diviene subito primo
ballerino dell’Opera di Bucarest. Protagonista di tutto il repertorio classico-romantico, è ospite delle
Compagnie dei maggiori Teatri dell’Est e dell’Ovest, é partner delle più grandi ballerine. Per quattro anni è primo ballerino dell’Opera di Zurigo. Nel 1977 dà vita con Liliana Cosi alla Compagnia
Balletto Classico di cui ne è il coreografo, ideando più di venticinque nuovi titoli e libretti di nuove
produzioni e curando personalmente luci e costumi. Dal 1978 è direttore didattico della Scuola di
Balletto a livello professionale.
39
TeatroCilea07/08
15/16/17 Febbraio
Aldo Moro,
una tragedia
italiana
di Corrado Augias
e Vladimiro Polchi
Regia
Giorgio Ferrara
Con
Paolo Bonacelli
e con
Lorenzo Amato
Musica
Marcello Panni
Scene
Gianni Silvestri
Luci
Mario Loprevite
Costumi
Alessandra Giuri
Ph. (1,2,3) Tommaso Le Pera
Produzione
TEATRO STABILE
DELLA SARDEGNA/
TEATRO ELISEO DI ROMA
40
TeatroCilea07/08
“Giovedì 16 marzo un nucleo armato delle Brigate
Rosse ha catturato e rinchiuso in un carcere del popolo Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana.
La sua scorta armata, composta da cinque agenti dei
famigerati Corpi Speciali, è stata completamente annientata. Chi è Aldo Moro è presto detto: dopo il suo
degno compare De Gasperi, è stato fino ad oggi il gerarca più autorevole, il teorico e lo stratega indiscusso
di quel regime democristiano che da trent’anni opprime il popolo italiano”. - Comunicato n. 1 delle BR
Alle 9,15 del 16 marzo 1978, in via Fani a Roma, la
Fiat 130 guidata dall’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci, con a bordo l’onorevole Aldo Moro,
viene bloccata da un commando di terroristi e crivellata di colpi. Cinque uomini della scorta vengono
uccisi, il presidente della Dc sequestrato. La vicenda
umana e politica del rapimento Moro si consumò in
55 giorni: i più lunghi e oscuri dell’Italia del dopoguerra. Non sono bastati 5 processi e 2 commissioni
parlamentari d’inchiesta a fare definitiva chiarezza.
Su questa vicenda si sono confrontate due concezioni opposte, a ognuna delle quali va una parte di ragione. I sostenitori del valore della vita umana:
bene assoluto al quale ogni altra considerazione va subordinata. I difensori della Repubblica, chi
temeva cioè che cedendo ai terroristi si aprisse una spirale di ricatti, che facesse soccombere la
concezione stessa dello ‘Stato’. Ognuna delle due parti poté reclamare una superiore parte di ragione, una forte motivazione di natura etica. Anche questo ha reso l’intera vicenda una tragedia,
nel senso greco del termine: un conflitto, uno scontro senza soluzione possibile, che non sia quella
stabilita dal fato. Una tragedia antica, risolvibile solo sulla base di un’idea più religiosa che politica, il
dilemma di Antigone: Polis contro Pietas. A partire dalle numerose lettere scritte da Moro dalla “Prigione del Popolo”, lo spettacolo ripercorre la cronaca del più tragico sequestro politico del nostro
secondo dopoguerra: le lettere, i documenti, le immagini d’archivio, i commenti, i punti di vista, la
ricostruzione dei fatti fino al drammatico epilogo. Allo strazio delle parole di Moro imprigionato, la
pièce alterna i commenti e gli interrogativi di Sciascia e Pasolini, ma anche i comunicati ufficiali delle
Br. Il tutto scandito dall’uso di immagini, tratte dai telegiornali d’epoca e dal recente adattamento
cinematografico di Marco Bellocchio.
“Compagni, la battaglia iniziata il 16 marzo con la cattura di Aldo Moro è arrivata alla sua conclusione.
Il Presidente della Democrazia Cristiana è stato condannato a morte. L’unico linguaggio che i servi dell’imperialismo hanno dimostrato di saper intendere è quello delle armi. Concludiamo quindi la battaglia
eseguendo la sentenza”. - Comunicato n. 9 delle BR
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TeatroCilea07/08
29 Febbr. - 1/2 Marzo
La tempesta
di William
Shakespeare
Adattamento, Regia e Scene
Tato Russo
con
Tato Russo
Costumi
Giusi Giustino
Musiche originali
Patrizio Marrone
Movimenti coreografici
Aurelio Gatti
Produzione
TEATRO BELLINI
TEATRO STABILE DI NAPOLI
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TeatroCilea07/08
La grande nave del teatro veleggia verso l’isola della coscienza: la tempesta diventa
così rito dell’espiazione, cerimoniale del perdono, mistica e
finale riflessione sugli strumenti e i percorsi della vita, esoterica e propiziatoria funzione di
rosa-crociana memoria, attraversamento prodigioso verso il
giudizio, aspirazione alla palingenesi, apologo poetico e teleologico che, accompagnato
da uno straordinario, e sconosciuto in shakespeare, fervore
religioso e da un incommensurabile desiderio di purezza infinita in prossimità della morte,
prende il gusto e il piglio nella rappresentazione d’un “mystero” nella sua medievale accezione, mentre
la messinscena, perdendo quel gusto di favola pastorale intrisa di spunti d’arcadia e di commedia dell’arte, e evadendo da quel compiacimento molto elisabettiano e barocco di rappresentare il gran sentimento del meraviglioso, rende l’opera assimilabile ai frammenti d’una di quelle “moralities” che il teatro
inglese ben conobbe. L’amputazione del famoso e accorsatissimo “prologo a mare” che da sempre ha
stuzzicato la fantasia d’ogni regista a detrimento dello spessore tragico complessivo dell’opera si rivela
di fondamentale rilievo per l’affinamento del punto di vista. La soppressione degli “avvenimenti a mare”
favorisce infatti l’interiorizzazione della tempesta, la quale, perduto il carattere d’un accadimento esterno e reale, prende subito l’aspetto o il senso d’un evento metafisico, emotivo, d’una grande turbativa
della coscienza, vortice e turbinio della memoria, mentre l’isola appare e scompare in modo da rendere
ogni accadimento come una proiezione esclusiva dell’interior spiriti. Nello stesso tempo, sotto altro
aspetto, la messinscena prende il tono d’una grande liturgia della poesia, d’una grande “missa solennis”
del teatro, d’un trattato barocco sull’amore, sulla virtù e gli infiniti del palcoscenico, rito fascinoso per
chi quell’amore offizia volta per volta sulla scena, rito del rinnovamento, della frenesia della creazione
poetica, della fantasia sfrenata dell’autoreregista risoluto demiurgo della scena, poeta vecchio e bambino d’ogni creazione. e ritorna così, anche qui, il gusto del doppio piano, della doppia illusione “vitateatro”, della parabola dei due sogni paralleli e intercorrenti, del riflettente e del riflesso nel magico
specchio alchemico dell’arte. e qui, come in nessun altra opera del bardo, le direzioni in cui opera la
vicenda risultano contemporaneamente percorribili fino in fondo e ad un livello molto alto risultando
l’opera, nell’una, una grande allusione sulla vita, nell’altra, un grande apologo sul teatro. e mentre i lari
del teatro e gli strumenti d’esso diventano gli spiriti della magia officiata, l’intera opera sembra correre
dietro l’espressione d’un sacramento d’arte, propinato allo stremo della propria creazione artistica e del
proprio fervore poetico.
Tato Russo
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TeatroCilea07/08
6/7 Marzo
Concerto
Direttore
M° Julian
Kovatchev
Soprano
Lucrezia Garcia
Orchestra del
Teatro F. Cilea
Coro lirico
Teatro F. Cilea
Direttore coro
M° Bruno Tirotta
Musiche di
Verdi, Puccini, Bellini,
Mascagni
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TeatroCilea07/08
Il M° JULIAN KOVATCHEV
È stato avviato allo studio del violino dal padre e all’età di cinque anni ha tenuto il suo primo concerto in pubblico. Dopo i suoi
primi studi a Sofia, la famiglia si è trasferita in Germania nelle vicinanze di Salisburgo, dove ha studiato con Franz Samohyl al
Mozarteum, diplomandosi nel 1973. Vinta una borsa di studio messa in palio dalla Karajan-Stiftung, si è trasferito a Berlino, studiando direzione d’orchestra con Herbert Ahlendorf e successivamente con Herbert von Karajan. Ulteriore fondamentale esperienza quella nelle file dei Berliner Philharmoniker, dietro ai violini di “spalla” leggendari come M.Schwalbé, T.Brandis e L.Spierei,
durante il quinquennio 1975-80. È stato premiato da Karajan nell’ultima edizione del prestigioso concorso da lui organizzato e
soprinteso nel 1984. L’anno successivo ha debuttato in Italia al Teatro Verdi di Trieste con Jenufa di Janàcek, diventando ospite
regolare dei maggiori enti lirici italiani: Teatro alla Scala e San Carlo, Opera di Roma e Fenice di Venezia, Massimo di Palermo e
Comunale di Bologna, Carlo Felice di Genova e Comunale di Cagliari. Ha inaugurato con vivo consenso di pubblico e critica il
Ravenna Festival con I Capuleti e Montecchi di Vincenzo Bellini. Tra le Orchestre italiane è spesso ospite dell’Orchestra sinfonica
dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini” di Parma, dell’Orchestra Nazionale della Rai di Torino, dell’Orchestra sinfonica di Milano
“Giuseppe Verdi”; mentre all’estero ha diretto l’Orchestra della Radio di Colonia, l’Orchestra della Suisse Romande di Ginevra,
l’Orchestra Sinfonica della Radio di Praga e la KBS di Seul. È stato per diversi anni il direttore principale della Sophia Philharmonic
Orchestra.
Il Coro lirico e l’Orchestra “F. Cilea” durante un’esibizione.
L’Orchestra Filarmonica “F. Cilea”
è un complesso di nuova formazione composto in massima parte da musicisti reggini ed unità provenienti da Messina e dal restante territorio calabrese, diplomati presso il Conservatori di Reggio e degli altri Istituti musicale calabresi e siciliani. Tutti hanno
maturato esperienza in prestigiose orchestre nazionali, effettuando attività concertistica nel campo sinfonico ed operistico in
importanti teatri d’opera e sale da concerto, sotto la direzione di maestri di fama internazionale. L’Orchestra nei tre anni di attività
è diventata una delle istituzioni musicali tra le più promettenti nel Sud d’Italia e ha effettuato numerosi concerti lirico-sinfonici.
Quest’anno l’Orchestra sarà impegnata sempre presso il Teatro Comunale nella Stagione Sinfonica.
Il Coro lirico “F. Cilea”
Composto in massima parte da giovani diplomati in canto presso i Conservatori della Calabria e di Messina, è sorto nel 1981 e si è
costituito in Cooperativa nel maggio 1983. Fin dagli esordi ha rivolto la sua attenzione e preparazione al repertorio operistico con
particolare riferimento ai grandi lavori dell’800 italiano. Dal 1995 collabora con l’Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina
nelle produzione di tutte le opere liriche. Dal 2001 collabora con Taormina Arte per gli spettacoli lirici estivi. Dal 2005 è il coro
nelle coproduzioni liriche dei tre maggiori Teatri calabresi (Cilea, Politeama e Rendano). Già diretto dal M° Renato Palumbo, dal
1984 è diretto dal M° Bruno Tirotta docente al corso di Didattica della Musica presso il Conservatorio di Reggio Calabria.
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TeatroCilea07/08
26/27 Marzo
Sonlar
Spettacolo di danza e
percussioni
Compagnia Dansa
Teatro de la Habana
PRIMA NAZIONALE
Direzione artistica
e coreografia
Renè De Cardenas
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TeatroCilea07/08
Il giorno si sveglia al salir del sole e dell’aroma del caffè.
Ci porta i primi suoni di un giorno che trascorrerà
attraverso i gesti e i movimenti degli abitanti del solar...
“Sonlar” è uno spettacolo di Percussioni e Danza creato da René de Cardenas, ex danzatore del Balle
Nacional de Cuba e sponsorizzato dal Consiglio delle Arti. Cardenas ricrea coi suoni e i movimenti
una giornata tipo all’interno di un solar cubano. Nei solar cubani si condivide tutto, dalla tazza de
caffé alle baruffe. Un solar è come un micro-mondo che rispecchia un’immagine interiore di Cuba
nel quale possono convivere un ingegnere, un trafficante o un musicista.
Lo spettacolo si avvale di una ricca e coinvolgente gamma di ritmi dell’Isola, mescolati a ritmi brasiliani e beat. I ballerini stessi creano la musica, i ritmi con i piedi, le mani e oggetti che usano per ballare. Non esistono dunque sulla scena strumenti musicali veri e propri a parte qualche percussione,
tutti i suoni provengono da oggetti di vita quotidiana.
I 19 membri della compagnia sono tutti diplomati alla Escuelas Nacionales de Danza, Floklore, Música y Canto, di Cuba. Sonlar ha fatto più di 130 rappresentazioni trionfando in alcuni dei grandi teatri
europei tra i quali la Opera de Vichy (Francia), il Teatro de Madrid (España) e il Coliseo de Oporto
(Portugal).
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TeatroCilea07/08
4/5/6 Aprile
Le voci
di dentro
“tarantella” in tre atti
di Eduardo
De Filippo
Compagnia Teatro
Luca De Filippo
Regia
Francesco Rosi
con
Luca De Filippo
Gigi Savoia
Antonella Morea
Marco Manchisi
Carolina Rosi
scene
Enrico Job
costumi
Enrico Job e
Cristiana Lafayette
luci
Stefano Stacchini
Produzione
TEATRO DI ROMA
ed ELLEDIEFFE
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TeatroCilea07/08
Con la messa in scena di “Le voci di dentro” dopo “Napoli Milionaria!” desidero proseguire,
insieme a Francesco Rosi, il discorso teatrale sulla drammaturgia di Eduardo. Le due commedie, scritte a pochi anni di distanza (“Napoli Milionaria!” nel 1945 e “Le voci di dentro”
nel 1948), segnano infatti il momento di passaggio da un Eduardo in cui è ancora viva la
speranza nei grandi cambiamenti e nel recupero dei valori fondamentali, dopo il terribile
dramma della guerra, ad un Eduardo in cui la disillusione ed il pessimismo prevalgono in
misura crescente. È il momento in cui Eduardo passa dalla riflessione sulla società all’approfondimento dei rapporti all’interno della famiglia, sempre più espressione di ipocrisia,
tornaconto personale, cinismo e sempre meno di quei grandi ideali quali la fraternità,
la solidarietà, la pietà, che avrebbero dovuto segnare il rinnovamento sociale ed individuale. “Le voci di dentro”, nel filone del fantastico eduardiano con l’ambiguo rapporto
sogno-realtà, esprime profondamente gli umori del tempo, di un Paese scosso nel suo
sistema di valori e poco fiducioso in una autentica rinascita, come se gli orrori della guerra, ancorché finita, avessero contaminato la coscienza delle persone, come se una sottile
corruzione morale fosse penetrata in profondità, pur coperta da un’apparente moralità,
riportando a quella connivenza e alle responsabilità individuali e collettive che avevano
rese possibili le tragedie ancora così vicine. Il titolo è emblematico e come tale è entrato
nel linguaggio quotidiano: le voci di dentro non corrispondono più alle voci di fuori, e a
forza di reticenze, sospetti reciproci e ipocrisie si può arrivare a estremi impensabili, alla
negazione della comunicazione e della stima reciproca, rivelando zone insospettabili di
una umanità come sperduta.
Luca De Filippo
PERSONAGGI ED
INTERPRETI
Rosa Cimmaruta
Antonella Morea
Maria, cameriera
Anna Moriello
Michele, portiere
Matteo Salsano
Alberto Saporito
Luca De Filippo
Carlo, suo fratello
Marco Manchisi
Pasquale Cimmaruta
Gigi Savoia
Matilde, sua moglie
Carolina Rosi
Luigi, loro figlio
Matteo Mauriello
Elvira, loro figlia
Chiara De Crescenzo
Un brigadiere
Giovanni Allocca
Zi’ Nicola Saporito
Giuseppe Rispoli
Capa d’Angelo
Adriano Mottola
Teresa Amitrano
Stefania Guida
Aniello Amitrano
Giuseppe Rispoli
Una sera dell’anno scorso, in attesa dell’inizio di uno spettacolo, il critico Aggeo Savioli,
che aveva apprezzato la mia regia di “Napoli Milionaria!”, mi si rivolge per chiedermi: «Ma
perché non metti in scena “Le voci di dentro”?». Io ero seduto assieme a Luca De Filippo e a mia figlia Carolina. Gli risposi, più che sorpreso, sbalordito, come per un segno di
premonizione magica: «Ma è proprio quello che abbiamo deciso di fare con Luca per la
prossima stagione». Lo spettacolo lo faremo e spero che ad Aggeo Savioli piacerà. Questa
commedia, scritta e rappresentata per la prima volta nel 1948, chiude il ciclo delle opere
dell’immediato dopoguerra. Eduardo stesso la collocava a chiusura di un discorso unico
e coerente, aperto da “Napoli Milionaria!” e continuato con “Filumena Marturano”, “Questi
fantasmi” e “Le bugie con le gambe lunghe”. «Secondo me - dice Eduardo a Vito Pandolfi in un’intervista del ‘56
- non si è entrati nello spirito, si sono fermati al fatto della commedia. È sfuggito quello che era il mio proposito. I
tre figli di Filumena Marturano rappresentano le tre forze dell’Italia: l’operaio, il commerciante, lo scrittore... I figli
sono quelli che si tengono nelle braccia quando sono piccoli... Ma quando sono grandi, quando sono diventati
uomini, o sono figli tutti quanti o sono nemici... Pensavo con quella commedia di aver messo in evidenza questa
situazione ai governanti, pensavo che avrebbero preso dei provvedimenti. Poi scrissi “Questi fantasmi”, poi “Le
bugie con le gambe lunghe”, ma le cose rimasero stazionarie e allora ho scritto “Le voci di dentro”, dove il personaggio non parla più perché è inutile parlare quando nessuno ascolta». La commedia ebbe molto successo,
la gente, anche se spiazzata da tanta anticipazione, riuscì a cogliere il lato amaro di quello che Eduardo aveva
voluto dire: la famiglia come luogo di gelosia, di rancori, di odi nascosti.
Francesco Rosi
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TeatroCilea07/08
11/12 Aprile
Carmen
Metros
Companyia
de Dansa
Coreografia e direzione
Ramòn Oller
Assistente alla coreografia
Alicia Pérez Cabrero
Musica
Georges Bizet
Interventi musicali originali
Martirio
Produzione esecutiva
Sandra Lomas &
Ginette Casanovas
Disegno Luci
Gloria Montesinos
Progetto sonoro
Albert Puig & Josep Puigdoller
Scene Joan Jorba
Costumi Mercè Paloma
Coordinazione tecnica
Edgardo Millán
Tecnico del suono J. Thomas
Tecnico luci F. Rodriguez
Tecnico macchinista A. Rodriguez
In collaborazione con
JUST IN TIME
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TeatroCilea07/08
Carmen, uno dei miti letterari universalmente riconosciuti, è stata una fonte di
poca ispirazione per i coreografi spagnoli. Antonio Gades e Salvador Tàvora, ad
esempio, nella rilettura del “linguaggio
Flamenco” non hanno perseguito nessun
intento di accostamento tematico con il
linguaggio coreografico moderno. Questa è stata invece, l’ambizione di uno dei
coreografi catalani più versatili, nazionalmente ed internazionalmente riconosciuto, Ramòn Oller, che ha presentato la
sua ‘Carmen’ al Festival Internacional de
Perelada ad agosto 2003, riscuotendo un
grande consenso di pubblico e critica, al punto da essere accostata alle versioni più prestigiose di Roland Pettit e Antonio Gades. Le musiche sono per la maggior parte di Bizet, arricchite dal
preziso contributo di creazioni originali di Martirio.
METROS - COMPANYIA DE DANSA
DANZATORI
Mari Carmen Garcia, Sandrine
Rouet, Susana Garcia, Maria
Cabeza de Vaca, Joana Rañe,
Sonia Martinez, Ma Jesus
Picher, Jesus de Vega, Javier
García, Ruben Olmos, Vicent
Colomes, Lluis Pascual, Yannick
Badier
La compagnia Metros è cresciuta molto, nel corso degli anni, grazie al lavoro di una squadra di persone che hanno contribuito
a contraddistinguere la Compagnia stessa per creatività, stile e
modo di intendere la danza. Diciassette anni di collaborazione,
non solo tra ballerini che sono entrati a far parte di Metros nel corso degli anni, ma anche con molti
altri artisti provenienti da altri ambiti (flamenco, classico, teatro, musica...).
In tutti questi anni il lavoro di Ramòn Oller è stato caratterizzato dalla ricerca e dalla contaminazione
di una grande varietà di generi. La “teatralità” è uno dei tratti distintivi del suo modo di intendere la
danza, nei suoi spettacoli il movimento risulta armonico, pieno di sentimento e naturalezza.
RAMÒN OLLER - Direttore
Ramòn Oller (Esparreguera, 1962), muove i suoi primi passi artistici nel teatro popolare catalano,
ha studiato Arte Drammatica presso l’Istitut del Teatre di Barcellona e danza classica e contemporanea sempre a Barcellona, Londra e Parigi. Oller ha creato fino ad oggi più di quaranta opere. Oltre
alle creazioni per la sua Compagnia Metros, ha realizzato coreografie per la Compañia Nacional de
Danza, Ballet Nacional de España, Teatro del Liceu, Centro Dramatico Nacional, Balletto Hispanico
de Nueva York y Good Speed Opera House, Intoto e Pulsion, solo per citarne alcuni. Oller è stato insignito del Premio Nacional de Danza dal Ministero della Cultura Spagnolo nel 1994 ed ha ricevuto
il Premio Nacional de Cataluña nel 1994 e nel 1996.
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TeatroCilea07/08
18/19/20 Aprile
La
rigenerazione
di Italo Svevo
Regia
Antonio Calenda
Con
Gianrico Tedeschi
Sveva Tedeschi
Musiche originali
Germano Mazzocchetti
Scene
Pier Paolo Bisleri
Costumi
Stefano Nicolao
Produzione
a.ARTISTIASSOCIATI e
TEATRO STABILE DEL
FRIULI VENEZIA GIULIA
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TeatroCilea07/08
È certamente significativo
per l’intero panorama teatrale nazionale che, per portare
in scena “La rigenerazione”,
capolavoro del grande autore triestino, si uniscano le
forze di due realtà teatrali
che affondano le loro radici
nel mondo dello scrittore: la
Compagnia a.ArtistiAssociati
di Gorizia e il Teatro Stabile
del Friuli-Venezia Giulia. Dopo
aver collaborato e sperimentato interessanti reciprocità
sul piano dell’ospitalità, lo Stabile del Friuli-Venezia Giulia
e a.ArtistiAssociati collaborano finalmente sul piano della produzione, il momento più notevole e
connotante dell’attività teatrale. Dal 2000 a.ArtistiAssociati collabora stabilmente con Gianrico Tedeschi, attore milanese di straordinario talento ed altissima scuola, che sarà anche il protagonista
di questa edizione de La Rigenerazione. A dirigerlo e a dare forma sul palcoscenico alle atmosfere
e alle emozioni sveviane sarà Antonio Calenda. La linea dell’appartenenza culturale, della “territorialità”, dell’identità che chiaramente si delinea nell’opera di Svevo, si intreccia – nell’affrontare ogni
suo nuovo testo – a quella di ancor più ampio respiro che riconosce nell’autore triestino il creatore
del più grande romanzo psicanalitico dell’ultimo secolo, il critico e sarcastico analista dell’“uomo in
crisi” colto in tutta la sua fragilità, nell’inettitudine davanti alle cose della vita e osservato magari con
minor drammaticità, rispetto al coevo Pirandello, ma con uguale, implacabile coerenza filosofica.
Appassionato di teatro, Italo Svevo ha dedicato al palcoscenico ben tredici suoi lavori a cui si affiancano annotazioni critiche, varianti, bozze... Purtroppo non ha avuto la gioia di vedere le sue commedie rappresentate: infatti tutte – eccetto Terzetto spezzato messo in scena da Anton Giulio Bragaglia,
furono allestite dopo la morte dell’autore. La Rigenerazione è l’ultimo e certamente il più riuscito
dei suoi lavori drammaturgici: ricco – come gli altri testi – di implicazioni psicologiche e culturali, si
incentra sull’intenzione del protagonista, l’ultrasettantenne Giovanni, di sottoporsi a un’operazione
che gli consenta di ringiovanire. Un ringiovanire che non è banalmente sinonimo di rifiuto della
vecchiaia ma attraverso il quale Giovanni vorrebbe recuperare la libertà dal rigore soffocante del
suo matrimonio, dal conformismo della sua vita borghese: una situazione nuova di ampi orizzonti
e mai vissuta prima. Una volta recuperata l’energia vitale però, Giovanni non può non tener conto
della propria consapevolezza, della moralità e della responsabilità e decide di restare al suo posto
di pater familiae. Un personaggio che – rispetto agli altri sveviani – rappresenta un’innovazione,
possiede una pars construens importante e conserva, anzi amplia la capacità di guardarsi dentro,
con limpidezza e senza ipocrisie.
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TeatroCilea07/08
25/26 Aprile
Concerto
Direttore
M° Julian
Kovatchev
Violino solista
Kirill Troussov
Orchestra del
Teatro F. Cilea
Coro lirico
Teatro F. Cilea
Ouverture Meerestille und
Glùckliche Fahrt, Concerto
per violino e orchestra in
Mi minore op. 64 di
F. Mendelsshon,
III Sinfonia di Brahms
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TeatroCilea07/08
KIRILL TROUSSOV
Nato nel 1982 a Saint-Pétersbourg, Kirill Troussov a quattro anni ha cominciato a studiare violino
al conservatorio Rimski-Korsakov, specializzato nell’insegnamento ai bambini. A sei anni, suona al
Philharmonie di Saint-Pétersbourg accompagnato da sua sorella Alessandra al pianoforte ed un
anno più tardi, dà il suo primo concerto da soloista con l’Orchestre National della Russia a Mosca. Si
è anche potuto sentirlo alla radio ed alla televisione nazionali. Nel 1990, ad otto anni, fa i suoi primi
concerti in Europa dell’Ovest a Vienna ed a Fribourg. A dieci anni, suona con l’orchestra di Nowossibirsk quindi, un anno più tardi, riceve un premio al Concorso International Yehudi Menuhin a Folkestone in Inghilterra ed il primo premio al Concorso del Festival Oleg Kagan a Kreuth in Germania.
Due anni più tardi, suona i concerti di Beethoven e Paganini con l’orchestra sinfonica di Varsavia
sotto la direzione di Justus Frantz quindi riceve il premio Davidoff dato nel corso del Festival di Schleswig-Holstein ed il primo premio del Concorso Lipinski-Wieniawski a Lublin in Polonia. Dal 1996
al99, riceve una borsa di Reuters dell’Académie di Verbier in Svizzera, dove è invitato regolarmente.
È presente nello stesso concerto di Vadim Repin, Evgeny Kissin e Radu Lupu. Successivamente,
inizia a dare numerosi concerti, in particolare in Francia, ma anche in Canada, in Belgio, nei Paesi
Bassi, in Svizzera, in Spagna ed in Germania con le orchestre più prestigiose come Orchestre del
Südwestfunk di Baden- Baden, Orchestre di Bamberg, Orchestre Philharmonique di Monte Carlo,
Orchestre National di Russia, Sinfonia Varsavia, Orchestre Mozart di Amburgo, Orchestre Philharmonique di Nowosibirsk, Gewandhausorchester Leipzig, Orchestre Philharmonique di Liegi, Orchestre
della Auvergne, Orchestre Philharmonique di Praga, ecc., sotto la direzione di Hiroshi Wakasugi,
Peter Maxwell Davis, David Stern, Sir Neville Mariner, Mikko Frank, Josef Suk, Jose Serebrier, JeanJacques Kantorow, Michael Schoenwandt, Arnold Katz, Vladimir Spivakov, Louis Langrée and Jiri
Belohlavec.
Si esibisce in recital in tutta Europa e nei più grandi festival come Festival Oleg Kagan a Kreuth,
Festival di Verbier, Festival Schleswig-Holstein, la rete Journée a Nantes, Festivals della Fondation
Gulbenkian a Lisbona, Lanaudière, Ludwigsbourg, Riquier santo, Al Bustan e Sully su Loire come
pure al teatro del Castelletto, teatro dei campi Elysées, alla Auditorium del Louvre a Parigi, all’Opéra
di Avignon, Arsenal di Metz, Opéra di Lione, al palazzo delle belle arti di Bruxelles, all’opera di Monte
Carlo, al casinò di Basilea, a In parallelo alla sua carriera di solista, suona regolarmente con il sua sorella Alexandra Troussova (piano) in concerti di musica di camera. Nel 2006, ha suonato con Heinrich
Schiff e Yuri Bashmet al Festival di Kronberg. Kirill Troussov ha registrato il suo primo disco per EMI
accompagnato il sua sorella Alexandra al piano in un programma di sonate di Beethoven, Brahms,
Rimsky-Korsakov e Wieniawsky. Kirill Troussov prosegue i suoi studi con Zakhar Bron in Germania.
Dal suo arrivo a Monaco, riceve i consigli artistici di Christoph Poppen.
Kirill Troussov suona con il “Brodsky”, Stradivarius del 1702 sul quale Alfred Brodsky ha suonato per
la prima volta il concerto per violino di Tchaikovski alla presenza dell’autore.
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TeatroCilea07/08
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TeatroCilea07/08
TeatroCilea07/08
Ph: Pellicanò / Kajzar
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www.lagave.it
L’agave, società multiservizi di promozione ed organizzazione eventi, è sorta nel 1997 opera su tutto
il territorio nazionale. Professionalità ed efficienza, unite a competenza ed a continui approfondimenti
nel campo della convegnistica, hanno permesso a L’agave di perfezionare l’organizzazione di manifestazioni, convegni e meeeting di ogni genere a 360 gradi, offrendo ai clienti un servizio completo, dal
personale hostess (bilingue) alla grafica necessaria per le manifestazioni (impostazione delle brochure
e materiale coordinato), dagli addobbi e dalla manutenzione delle sale congressuali all’animazione, dal
servizio catering a tutte le operazioni di incoming. L’agave si occupa inoltre di pratiche ministeriali,
rapporti con gli enti, pubblici e privati, richiesta di contributi, pubblicità e quant’altro necessario per
l’ideazione e la realizzazione di eventi.
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Art: Gianluca Borruto - Ph: © Poco_bw | Dreamstime.com
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Sponsor Tecnico stagione 07/08
Abbonamenti e biglietti
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Biglietti
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Gestione biglietteria a cura della Cooperativa Polis Cultura
Tel. 0965.312701 - 895162
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TeatroCilea07/08
La Stagione Teatrale 2007/2008
è coordinata da
Maria Luisa Spanò
Dirigente U.O. Cultura Immagine e Turismo
Antonio P. Casciola
Responsabile Attività Artistiche e Spettacolistiche
Elisabetta M. Mazzei
Responsabile Comunicazione e Immagine
Si ringrazia tutto il personale che con fattivo impegno
ha contribuito alla realizzazione della
Stagione Teatrale 2007/2008.
Redazione testi
Elisabetta M. Mazzei
Hanno collaborato
Annamaria Calarco
Santina Costarella
Maria T. Grande
siti web
www.teatrofrancescocilea.it
www.reggiocal.it
e.mail: [email protected]
Progetto grafico e Impaginazione
Gianluca Borruto / Grafica Enotria
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Grafica Enotria
c.da Gagliardi, 47 - Reggio Calabria - Tel. 0965 682606
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TeatroCilea07/08