Teatro contemporaneo, "Darling (ipotesi per un`Orestea)"

Teatro contemporaneo, "Darling (ipotesi per un’Orestea)"
sabato 20 al 'Diego Fabbri' di Forlì
Mercoledì 17 Febbraio 2016
Una data a forti tinte per un inizio strong con la scandalosa e irriverente compagnia romana
Ricci/Forte, in scena alle ore 21
Dopo il prologo di ottobre con due presenze internazionali di grande rilievo come Kat Válastur e il suo originale modo di
interrogare il corpo in relazione allo spazio e la danza politica della brasiliana Aline Corrêa, la stagione che il Teatro della
città di Forlì dedica al contemporaneo giunge adesso al suo nucleo centrale. Il Teatro Diego Fabbri ospita sabato 20
febbraio (ore 21) la scandalosa e irriverente compagnia romana Ricci/Forte che con Darling (ipotesi per un’Orestea) ci
catapulta in un mondo oscuro, ancestrale, senza lieto fine, all’interno del quale con un melting pot di linguaggi diversi dal Bmovie ai reality show, dalle soap opera ai fumetti il duo autoriale con alle spalle una formazione classica e il lavoro come
sceneggiatori in tv, realizza quel teatro crudo e trasgressivo al quale il loro immaginario tende.
Gli orrori dell’Orestea di Eschilo, sapientemente remixati da Stefano Ricci e Gianni Forte, giocano con smalto ipercontemporaneo sulla genesi di ogni tragedia. Cos’hanno in comune Eschilo, Hannah Arendt, Gregory Crewdson, Edward
Hopper, Antonin Artaud e i Led Zeppelin? Il corto circuito è tutto nelle corde del teatro di Ricci/Forte capace di
rappresentare il dolore contemporaneo con linguaggio visionario.
La trilogia tragica eschilea racconta quanto accade dopo la fine della guerra di Troia, dal ritorno ad Argo di Agamennone al
suo omicidio da parte della moglie Clitennestra e del suo amante, alla vendetta del figlio Oreste e la successiva persecuzione
delle Erinni contro il matricida. Le vicende degli Atridi saranno punto di osservazione e trampolino di lancio per aggredire la
realtà. Con i loro lavori ad alto impatto visivo, quasi violenti com’era il teatro della crudeltà di Artaud, sostenuti da ritmo funky o
da un riff di chitarra hard rock e plastificati come una foto di Crewdson, parlano sempre del nostro tempo.
Lo spettacolo che vede quattro attori in scena, e non ha una trama precisa, ma vuole essere un’esperienza visionaria per il
pubblico. In un mondo senza Dèi, dove tutto si regge sulla polis, l’essere umano è smarrito, orfano. L’essere umano, non
appoggiandosi più alla religione, non riesce a trovare risposte al suo stare al mondo, tuttavia è desideroso di ricostruire un
ordine sociale basato sull’ascolto dell’altro.
Darling infatti è parola d’amore, svilita e consumata nelle prassi dei messaggi d’amore vuoti che plastificano il sentimento e
ridimensionano le emozioni. Il darling di oggi è spogliato di ogni senso profondo, è una grammatica vuota di senso, è la morte
del sentimento puro.
“Fare wallpaper theatre, teatro da arredamento e di intrattenimento, costruito su una trama che prevede un inizio, uno
svolgimento e una fine, non ci interessa - dichiarano i due registi - Non partiamo mai da un copione, ma da un faticosissimo
lavoro che svolgiamo con i nostri attori, per capire di volta in volta il codice espressivo da mettere in campo”.
Insomma, un’esperienza anche per il pubblico. Da provare.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni: Teatro Diego Fabbri Corso Diaz 47 Forlì, tel. 0543 712176 / 0543 712170
(biglietteria diurna); [email protected]; www.teatrodiegofabbri.it
Prezzi biglietti: settore unico platea Intero €10; Ridotto,Bac Fondo per la Cultura € 7; Carta Doc, Romagna Visit Card,
youngERcard/Under 14 €5
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biglietteria diurna Via Dall’Aste, 18 (ingresso laterale teatro) aperta aperta tutti i pomeriggi (esclusi i festivi) dalle 15.30 alle 18.30 - tel.
0543.712170
biglietteria C.so Diaz 47 (ingresso principale teatro Diego Fabbri) nei giorni spettacolo da 45' prima orario rappresentazione - tel. 0543
712168
per gli spettacoli alla chiesa di San Giacomo prevendita biglietteria diurna (orari pomeridiani sopra indicati) e, da 45′ prima orario inizio
rappresentazioni, presso biglietteria Musei San Domenico.
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