Tutto il programma dei QUARTIERI DELL`ARTE

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Quartieri dell’Arte
Swap-Scambio
Pressbook 2009
Festival Quartieri dell’Arte
XIII Edizione- 5 settembre 10 ottobre 2009- Viterbo, Caprarola, Ronciglione, Tuscania
INTRODUZIONE AL PROGRAMMA DEL FESTIVAL
Il tema della tredicesima edizione del Festival "Quartieri dell'Arte" è "SWAP-SCAMBIO". Il
programma 2009(dal 5 settembre al 10 ottobre 2009 a Viterbo Caprarola Tuscania e Ronciglione) è
tutto dedicato ad una serie di pratiche transculturali e transdisciplinari che coinvolgono la
drammaturgia. Lo scopo del Festival, oltre a quello di realizzare un progetto originale e un innovativo
processo di creazione dell’evento teatrale e artistico in genere, sarà quello di creare nuove formule di
dialogo tra personalità creative provenienti da vari campi dell’arte e della cultura e da vari sistemi
teatrali.
Tra gli eventi di apertura del Festival spicca l’ anteprima mondiale di “Se sapessi cantare mi
salverei” di Juan Mayorga pluripremiato drammaturgo spagnolo –rappresentato in tutta Europa e in
molti paesi del mondo e pubblicato lo scorso anno in Italia da Ubulibri- che investe nei suoi studi e nel
suo background interdisciplinari (il suo curriculum accademico conta, infatti, oltre ai titoli teatrali, una
laurea in Matematica e un Dottorato in Filosofia) per creare una scrittura efficace e originale.
Una parte della programmazione di QdA 2009 è il prodotto di un intenso scambio di materiali e di una
discussione approfondita con alcune istituzioni straniere che promuovono la drammaturgia
contemporanea: così la messa in scena di “Tentazione” di Carles Batlle e la mise en espace di
“Sotterraneo” di Josep Maria Benet i Jornet nascono dal rapporto del Festival con la Sala Beckett
di Barcellona, teatro spagnolo che da ormai vent’anni lavora sulla nuova scrittura; con metodologie
analoghe nasce nasce il progetto di messa in scena in prima mondiale di due opere di Tiziano Scarpa
(vincitore quest’anno del Premio Strega), “Gli straccioni” e “Il professor Manganelli e l’ingegner
Gadda” la cui selezione è il risultato di un dibattito con “Quellicherestano” gruppo che da anni
promuove la drammaturgia contemporanea italiana.
Tre progetti di QdA 2009 sono fortemente legati all’immagine: “L’uomo più crudele” di Gian Maria
Cervo (già autore in residenza della Deutsches Schauspielhaus in Hamburg con Roland
Schimmelpfennig e Dejan Dukovski) commedia sugli aspetti fictional della storia e sulla continua lotta
dell’umanità nel ridefinire i propri obiettivi diventa una graphic novel (in mostra) con gli apporti del
cartoonist-disegnatore Enrico D’Elia e all’artista visivo Marco Raparelli ; “Variazioni sul modello
di Kräpelin” opera di Davide Carnevali, selezionata per lo Stückemarkt dei Theatertreffen di
Berlino vincitrice del Premio Deutschlandradio Kultur e del Premio Riccione Marisa Fabbri 2009,
si propone con una serie di scene il cui ordine può essere scambiato come in una specie di gioco con
delle fotografie; Rafael Spregelburd uno dei maggiori drammaturghi latinoamericani parte dalle
suggestioni della pittura del fiammingo Hieronymus Bosch per la composizione di una serie di opere:
l’“Eptalogia di Hieronymus Bosch”, è infatti un corpus di sette opere teatrali ispirate alla tavola dei
Peccati Capitali di Hieronymus Bosch, scritte da Spregelburd tra il 1996 e il 2008. I peccati moderni
che danno titolo alle opere sono: L’inappetenza, La stravaganza, La modestia, La stupidità, Il panico,
La paranoia, La cocciutaggine.
I Sette Peccati capitali sono migrati verso altri ordini morali, verso una delirante “cartografia” della
morale, dove la ricerca del centro costituisce il motore di tutta l’indagine disperata sul divenire.
L’ordine nel quale lo spettatore scelga di vedere le opere, il lettore di leggerle, il regista di
rappresentarle, inciderà sulla sua cosmovisione, e pertanto modificherà la sua visione particolare di
ciascuna di esse e del loro insieme. Il Festival propone tre opere dell’eptalogia con la regia di Manuela
Cherubini (vincitrice, con la sua compagnia PsicopompoTeatro, del Premio Ubu per la migliore
novità straniera 2008 con “Hamelin” di Juan Mayorga): “L’inappetenza”, “La stravaganza” e “Il
panico”.
Alcune delle opere in programma esplorano i confini e i punti di contatto tra il teatro, la stand-up
comedy, il cinema, le arti visive e la performance artistica: è questo il caso di “Shoot, Get Treasure,
Repeat” di Mark Ravenhill (già proposto dall’Accademia degli Artefatti tra gli eventi di anticipazione
del Festival), di “Sibilla” novità del Premio IDI Alberto Bassetti diretta da Antonio Spadaro, del
corto “Di che hai paura” di Richard Dresser, opera che si svolge all’interno di un’auto in movimento
con gli attori ai posti anteriori e i 3 spettatori sul sedile posteriore.
Presenta un’interazione tra drammaturgia, teatro fisico e danza “Anima” di Roberta Nicolai che
prende spunto dalla brechtiana “Anima buona del Sezuan”, prima collaborazione del Festival con
Teatri di Vetro mentre rientra nella strategia di “Quartieri dell’Arte” di inserimento della figura del
dramaturg nel sistema teatrale italiano “25 anni” di e con Laura Olivi, dramaturgin della Bayerisches
Staatsschauspiel di Monaco di Baviera.
Infine, una sezione del programma QdA è dedicata al rapporto tra teatro e novella con “Der Weg nach
der Wende” di Davide Carnevali tratto da una novella di Durs Grünbein, con regia di Carlo
Roncaglia, con “Doll is mine” monologo (già proposto tra gli eventi di anticipazione del Festival) di
Katia Ippaso che raccoglie suggestioni dai mondi di Kawabata e Yoshimoto e con “Il pozzo e il
pendolo” riscrittura freak (rappresentata nell’ambito della rassegna letteraria “Caffeina”) di Franco
Eco dell’omonimo racconto di Edgar Allan Poe.
La messa in cantiere di un numero così alto di prime mondiali ed eventi esclusivi da parte del Festival è
dovuto ancora una volta, in modo particolare, al sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione
Lazio che, avendo biennalizzato il proprio contributo, ha permesso un planning di più ampio respiro
alla direzione di “Quartieri dell’Arte”.
Il tema di QdA 2009 sarà anche l’occasione per esplorare luoghi della Città di Viterbo, antichi e ricchi
di significati, da poco aperti al pubblico degli eventi teatrali e artistici, messi a disposizione dal
Comune di Viterbo che anche quest’anno garantisce la propria attenzione e il proprio sostegno
all’iniziativa.
I direttori artistici
Gian Maria Cervo e Alberto Bassetti
PROGRAMMA
Eventi di apertura
Viterbo Ex Tribunale
5 settembre 2009 h. 12,00,
6,7 settembre 2009 h. 17,00 e h. 21,15
SE SAPESSI CANTARE MI SALVEREI di Juan Mayorga (Spagna). Traduzione di Antonella Caron
Regia di Adriano De Santis
Co-produzione del Festival con il Centro Sperimentale di Cinematografia
ANTEPRIMA MONDIALE
Libreria del Teatro
5 settembre 2009 h. 16,00
FRANCO QUADRI INCONTRA JUAN MAYORGA
Viterbo Sala Gatti
Dal 5 al 20 settembre 2009 dalle h. 17,30 alle h20,00
PROGETTO “L’UOMO PIU’ CRUDELE”
Gian Maria Cervo- Enrico D’Elia- Marco Raparelli (Italia)
Mostra-Graphic Novel-Performance
In collaborazione con Ass. “Cittadinanza e Cultura”
CREAZIONE DEL FESTIVAL
Viterbo Ex Tribunale
5 settembre 2009 h. 21,00
VARIAZIONI SUL MODELLO DI KRÄPELIN di Davide Carnevali (Italia)
Regia di Fabrizio Parenti
Opera selezionata dallo Stückemarkt dei Theatertreffen di Berlino e vincitrice del Premio della
Deutschlandradio Kultur
Opera vincitrice del Premio Riccione Marisa Fabbri
Studio
PRIMA ASSOLUTA
_______________
Altri eventi
Ronciglione, vari luoghi
Dal 12 al 16 settembre 2009
Spettacoli alle h. 18,00 19,00 20,00 21,00 22,00
DI CHE HAI PAURA? di Richard Dresser (Usa). Traduzione di Barbara Alesse
Regia di Carlo Fineschi
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
Caprarola Scuderie del Palazzo Farnese
22 settembre 2009 h.21,00
SIBILLA di Alberto Bassetti (Italia)
Regia di Antonio Spadaro
PRIMA ASSOLUTA
Viterbo, Palazzo dei Priori
26 settembre 2009 h. 12,00
25 ANNI il ruolo del dramaturg nel teatro tedesco
Conferenza-spettacolo con Laura Olivi dramaturgin della Bayerisches Staatsschauspiel di Monaco di
Baviera (Germania). Con la partecipazione di Carlo Roncaglia, Davide Carnevali e Durs Gruenbein
PRIMA ASSOLUTA
Tuscania, Teatro Rivellino
26 settembre 2009 h. 21,15
TENTAZIONE di Carles Batlle (Spagna). Traduzione di Laura Bernardini.
Regia di Nuccio Siano
Co-produzione del Festival con Beat ‘72
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio e con il Festival
“Paesaggi di Suoni”
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
Tuscania, Supercinema
27 settembre 2009 h. 21,15
SOTTERRANEO di Josep Maria Benet i Jornet (Spagna). Traduzione di Laura Bernardini, Davide
Carnevali, Gian Maria Cervo, Isabel Turull.
Regia di Eleonora Pippo
Mise en espace
Co-produzione del Festival con Beat ‘72
Con il sostegno dell’Institut Ramon Llull- Catalogna- Spagna
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio e con il Festival
“Paesaggi di Suoni”
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
Caprarola, Scuderie del Palazzo Farnese
29 e 30 settembre 2009 h. 21,00
GLI STRACCIONI di Tiziano Scarpa (Italia)
Regia di Sandro Mabellini
PRIMA ASSOLUTA
IL PROFESSOR MANGANELLI E L’INGEGNER GADDA di Tiziano Scarpa (Italia)
Regia di Sandro Mabellini
Tiziano Scarpa è il vincitore del Premio Strega per il 2009
PRIMA ASSOLUTA
Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia
Viterbo, Sala Gatti
1 e 2 ottobre 2009 h.21,00
DER WEG NACH DER WENDE di Davide Carnevali (Italia) da una novella di Durs Grünbein
(Germania).
Regia di Carlo Roncaglia
In collaborazione con il Goethe Institut
PRIMA ASSOLUTA
Caprarola, Scuderie di Palazzo Farnese
7 ottobre 2009 h.21,00
ANIMA di Roberta Nicolai (Italia)
Regia di Roberta Nicolai
Studio
In collaborazione col Festival Teatri di Vetro
PRIMA ASSOLUTA
Tuscania, Supercinema
8 ottobre 2009 h. 21,15
L’INAPPETENZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini
Regia di Manuela Cherubini
Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
h. 22,00
LA STRAVAGANZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini
Regia di Manuela Cherubini
Una produzione di Psicopompo Teatro
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio
Tuscania, Teatro Rivellino
9 ottobre 2009 h 19,00
FRANCO QUADRI INCONTRA RAFAEL SPREGELBURD
9 ottobre 2009 h. 21,15
IL PANICO di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini
Regia di Manuela Cherubini
Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
Tuscania, Supercinema
10 ottobre 2009 h. 17,15
L’INAPPETENZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini
Regia di Manuela Cherubini
Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
Tuscania, Teatro Rivellino
10 ottobre 2009 h. 21,15
IL PANICO di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini
Regia di Manuela Cherubini
Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
QdA Special (Eventi di anticipazione)
Viterbo
DOLL IS MINE di Katia Ippaso (Italia)
Tuscania
SPARA TROVA IL TESORO RIPETI di Mark Ravenhill (Gran Bretagna). Traduzione di Luca
Scarlini e Pieraldo Girotto
Regia di Fabrizio Arcuri
Co-produzione dell’Accademia degli Artefatti con Teatro Metastasio, Stabile della Toscana
QdA Extra
Viterbo
IL POZZO E IL PENDOLO di Franco Eco (Italia)
Regia di Franco Eco
PRIMA ASSOLUTA nell’ambito del Festival Caffeina
SCHEDE
Viterbo Ex Tribunale
5 settembre 2009 h. 12,00,
6,7 settembre 2009 h. 17,00 e h. 21,15
SE SAPESSI CANTARE MI SALVEREI di Juan Mayorga (Spagna). Traduzione di Antonella Caron
Regia di Adriano De Santis
Con Francesco Brandi e Vito Mancusi
Con l’amichevole collaborazione artistica di Roberto Antonelli
Disegno luci Marco Palmieri
Co-produzione del Festival con Beat ‘72 il Centro Sperimentale di Cinematografia
ANTEPRIMA MONDIALE
SE SAPESSI CANTARE MI SALVEREI
«Sento un’ enorme gratitudine per il Festival Quartieri dell'Arte di Viterbo e il suo direttore, Gian
Maria Cervo. Lo scorsa stagione il Festival mi ha fatto l'onore di presentare in Italia il mio lavoro
"Himmelweg”. Quest'anno la nostra amicizia fa un passo in avanti, o meglio, un passo “in dentro”,
perché ciò che viene presentato oggi è un lavoro che in qualche modo non considero del tutto
concluso. In realtà, non do mai un testo per terminato, e qusto è un fatto che appartiene piuttosto
normalmente al momento in cui l’autore si domanda se deve o non deve sottoporre il testo a qualcuno.
Così mi sento come se stessi invitando a casa un gruppo di amici per la prima stesura di un pezzo. So
che saranno onesti e sensibili nei loro commenti. L'amico è colui che meglio sa criticarci.
“Se sapessi cantare mi salverei" è un'opera i cui personaggi sono proprio un autore teatrale e un
critico. E' un'opera, dopotutto, sulla lotta che esiste tra il teatro e il mondo. Però è anche un'opera sul
bisogno di essere riconosciuti e compresi e sull'amicizia».
Juan Mayorga (Premio Ubu e Premio Max)
Juan Mayorga è nato a Madrid nel 1965. Potrà sembrare strano, ma il
suo curriculum accademico conta una laurea in Matematica e un
dottorato in Filosofia. Teatralmente si è formato con il drammaturgo
cileno Marco Antonio de la Parra, con Sarah Kane, e con José Sanchis
Sinisterra. Dal 1998 insegna Drammaturgia e Filosofia presso la Real
Escuela Superior de Arte Dramático de Madrid; è membro fondatore del
collettivo teatrale “El Astillero”, e membro del consiglio di
redazione delle riviste “Primer Acto” e “Acotaciones”. Come autore si
è rivelato all’attenzione del pubblico nel 1998 con Cartas de amor a
Stalin, ma la consacrazione è avvenuta nel 2003 con Alejandro y Ana.
Lo que España no pudo ver del banquete de la boda de la hija del
presidente (scritta a quattro mani con Juan Cavestany), seguito
l’anno successivo da Últimas palabras de Copito de Nieve, entrambe
portate in scena dalla compagnia Animalario. Mayorga è oggi
probabilmente
l’autore
in
castigliano
più
rappresentativo
e
importante della sua generazione. Hamelin, una delle sue opere più
recenti, premiata lo scorso anno in Italia col prestigioso Premio Ubu
come migliore novità straniera, ha fatto anche incetta di Premi Max,
il più prestigioso riconoscimento del teatro spagnolo.
Nato da madre inglese e padre italiano, Adriano De Santis, si divide
per i suoi impegni registici tra l’Italia, la Gran Bretagna, gli
Stati Uniti e la Grecia, spaziando dalla regia di grandi eventi di
massa a quella di intimistici allestimenti di testi contemporanei. E’
stato regista collaboratore di artisti internazionali come David
Warren e Malcolm McKay. Ha collaborato come dramaturg al progetto
Intertext
realizzato
dal
Festival
“Quartieri
dell’Arte”
(in
collaborazione con il National Theatre di Londra, il Burgtheater di
Vienna e la MEEC di Parigi) per cui ha messo in scena lo scorso anno
l’acclamata
versione
italiana
“Himmelweg”
di
Juan
Mayorga.
Attualmente è responsabile della pianificazione e programmazione
della Scuola Nazionale di Cinema presso il Centro Sperimentale di
Cinematografia di Roma.
Viterbo Sala Gatti
Dal 5 al 20 settembre 2009 dalle h. 17,30 alle h20,00
PROGETTO “L’UOMO PIU’ CRUDELE”
Gian Maria Cervo- Enrico D’Elia- Marco Raparelli (Italia)
Mostra-Graphic Novel-Performance
In collaborazione con Ass. “Cittadinanza e Cultura”. Col sostegno della Fondazione Carivit
CREAZIONE DEL FESTIVAL
PROGETTO “L’UOMO PIU’ CRUDELE”
Gian Maria Cervo è stato autore in residenza della Deutsches Schauspielhaus, Teatro Nazionale di
Amburgo; Enrico D’Elia è un disegnatore-cartoonist che ha collaborato con riviste underground di
fumetto come “Kerosene” , “Centro fumetto Andrea Pazienza” e “Epoch”; Marco Raparelli ha esposto
in Italia e all’estero. Una sua opera è stata recentemente acquisita dala Metropolitana di Napoli. I tre
artisti lavorano insieme alla trasformazione del testo teatrale di Cervo in graphic novel.
“Sono partito da un personaggio storicamente esistito di cui si conosce solo il nome e poco altro
(Voico Dobrita- era un boiardo alla corte di Vlad Dracul, il Dracula storico) e dalle crescenti
opportunità che al giorno d’oggi ogni umano ha di essere antico e moderno, orientale e occidentale,
cyborg e scimmia, per realizzare questo gioco alla Orlando di Virginia Woolf, una farsa che attraversa
cinque secoli, una commedia sugli aspetti fictional della storia e sulla continua lotta dell’umanità nel
ridefinire i propri obiettivi. Con Marco Raparelli, artista visivo di cui apprezzo l’ironia e la capacità
di sintesi abbiamo iniziato a ragionare sull’idea di trasporre il testo in una graphic novel. Dopo alcuni
incontri Marco ha coinvolto Enrico D’Elia e il progetto ha avuto inizio”
Gian Maria Cervo
"Trasformare il testo de L'Uomo Più Crudele in un fumetto è un compito che indurrebbe ogni autore
che si diletti dell' oscuro e degli abissi al più scriteriato entusiasmo: misteri che spiraleggiano
attraverso i secoli, orrori particolari che rivelano malvagità universali, amore, assassini seriali e
ironiche orge di sangue. Una commedia e un dramma che suggeriscono un lavoro ferocemente gioioso
e posseduto dall' ispirazione. Un compito invitante, forse troppo invitante: Contratti e offerte tanto
irragionevolmente allettanti provengono spesso dal Demonio in persona, e il prezzo da pagare è
invariabilmente l'inferno."
Enrico D’Elia
Gian Maria Cervo (Napoli 1970) è autore dei testi teatrali
"Penetrazioni" (1995 prima assoluta Hill Street Theatre Festival
Fringe di Edimburgo; prima italiana Nuovo Teatro Nuovo di Napoli ),
"Del mio globo distratto" (1998 reading al Museo Revoltella, Teatro
Stabile del Friuli Venezia Giulia, Trieste; prima assoluta al Teatro
dell'Unione, Festival "Quartieri dell'Arte", Viterbo; nuova versione
al Neues Cinema, Deutsches Schauspielhaus di Amburgo ), "Nihil"
(trilogia di atti unici brevi 1999-2002; reading al Festival Sitges
Teatre Internacional, Spagna; prima assoluta Scuderie di Palazzo
Farnese, Caprarola -VT-), "Fantomas a Roma" (2004 trasmissione su
Radio Rai 3; mise en espace al Teatro Vascello, Roma), "Antigone-mdf"
(2005 prima assoluta Festival Benevento Città Spettacolo), "Vi" (2005
prima assoluta Teatro Gobetti, Teatro Stabile di Torino), "L'uomo più
crudele" (2006 anteprima al Piccolo Teatro di Milano, Festival
Tramedautore; prima assoluta Sala del Consiglio del Palazzo dei
Priori, Viterbo; repliche successive al Teatro Eliseo di Roma e al
Burgtheater di Vienna), “Il ragazzo con l’albergo” (2007 prima
assoluta al Superstudio +, Milano), “Il tempo libero” (2008 prima
assoluta allo Schauspiel Essen, Germania,prima italiana assoluta al
Teatro dei Varii di Colle Val D’Elsa, poi al Teatro Palladium, Roma)
rappresentati e proposti da alcuni dei maggiori teatri, festival e
media italiani ed internazionali. Nella stagione 2001-2002 è stato
autore in residenza, con Dejan Dukovski e Roland Schimmelpfennig,
della Deutsches Schauspielhaus, il Teatro Nazionale di Amburgo
(Germania). Nel 1997 ha fondato il Festival "Quartieri dell'Arte" (di
cui è attualmente direttore artistico) per la promozione della
drammaturgia contemporanea in Italia e per il recupero di testi
antichi poco o mai rappresentati (soprattutto per motivi di censura).
Svolge un' intensa attività di traduttore (ha curato, tra l'altro, le
versioni italiane di opere di Tony Kushner, Sarah Kane, Doug Wright,
Enda Walsh, Peter Gill, Dennis Kelly), consulente letterario e
docente di drammaturgia. Ha ricevuto nel 2006 un prestigioso incarico
di studio e ricerca nell'ambito del progetto MELEZ per Essen Capitale
Europea della Cultura per il 2010. E' uno degli autori di GAY, una
guida italiana in 150 voci, edito da Mondadori Strade Blu.
Enrico D’Elia (infidel) Nato ad Anxur (Terracina) il 10 agosto 1975
cresce a Roma, dove attualmente vive.
Influenzato in tenerissima età dal nonno pittore e dalla lettura dei
fumetti di Magnus, J. Kirby, A. Pazienza, E. Bilal e Moebius,
completerà la sua formazione di disegnatore con un corso di fumetto
(Scuola Internazionale di Comics 1993-1996).
Esordisce come autore di fumetti sulla rivista Kerosene e fra il 1996
e il 2001 pubblica fumetti su Interzona, Fandango, Orcodrillo e per
il Centro Fumetto Andrea Pazienza. Sue illustrazioni appaiono su
Alias (supplemento de Il Manifesto), Drome, Blue e il magazine
canadese Adbusters .
Dal 1996 fino al 2005 crea manipolazioni e pitture in computergrafica
per la rivista-libro Torazine (poi Catastrophe), oltre a numerosi
flyer per eventi dell'underground musicale e culturale romano.
Impiegato in lavori di grafica e prostituzione pubblicitaria (dal
1994 ad oggi), ha ricoperto le mansioni di copywriter, animatore
flash, art director e illustratore, ricavandone se non altro una
discreta ed eclettica conoscenza dei software e delle possibilità
della computergrafica statica e animata. Mentre lavora nel campo
dell'advertisting e del gaming online consegue la laurea in Scienze
della Comunicazione in un crescendo di perplessità.
Dal 2003 usa il software open source Flxer per esibirsi come vj
mixando dal vivo e proiettando grafiche animate a fianco di dj o
musicisti. Questa attività lega il suo nome a quello di alcuni party
capitolini come Phag Off (the ultimate queer experience) e Subwoofer.
Nel 2007 identifica o ricorda la vocazione per il disegno manuale e
il fumetto fantastico e inizia una nuova stagione di autoformazione e
disperatissimo studio i cui frutti periodicamente si riversano nella
rivista epoc (per la quale attualmente produce idee, illustrazioni e
fumetti realizzati a quattro mani con Simone Montozzi in arte Tsò).
Marco Raparelli nasce a Roma nel 1975. Vive e lavora a Roma.Tra le
principali mostre personali e collettive New Entry Careof Milano a
cura di Chiara Agnello, Screening Haunch of Venison Londra, One of
these things is not like the other thing, Galleria unosunove Roma a
cura di Raimundas Malasauskas, Luoghi per eroi Galleria via Nuova,
Firenze a cura di Lorenzo Bruni e le personali "Pina ti amo Catania",
galleria Ugo Ferranti, Roma (2005), Il Futuro non è più quello di una
volta, Galleria Umberto di Marino, Napoli (2009). Ha pubblicato per
la rivista Fukt contemporary drawing edita da Revolver (Berlino).
Nel 2009 ha pubblicato per la casa editrice Purple press di Roma il
suo nuovo libro “The economy of the leisur class”.
Viterbo Ex Tribunale
5 settembre 2009 h. 21,00
VARIAZIONI SUL MODELLO DI KRÄPELIN di Davide Carnevali (Italia)
Regia di Fabrizio Parenti
Con Fabrizio Parenti, Alberto Astorri e Emanuele Arigazzi
Opera selezionata dallo Stückemarkt dei Theatertreffen di Berlino e vincitrice del Premio della
Deutschlandradio Kultur
Opera vincitrice del Premio Riccione Marisa Fabbri
Studio
PRIMA ASSOLUTA
VARIAZIONI SUL MODELLO DI KRÄPELIN
Emil Kraepelin è lo psichiatra che, negli anni Venti del secolo scorso, ha dato il nome alla patologia
conosciuta come “morbo di Alzheimer”, scoperta e teorizzata, per l’appunto, dal suo collega Alois
Alzheimer.
I tre uomini che compaiono in questo testo sono una persona affetta da demenza senile (Primo Uomo);
suo figlio (Secondo Uomo); il suo dottore (Terzo Uomo). Mentre il Primo Uomo sta perdendo la
memoria, il Secondo Uomo e il Terzo Uomo cercano di mantenere vivo il ricordo della sua vita.
Ma come funziona la mente del Primo Uomo, che processi associativi segue, in che modo la sua
immaginazione influisce nella sua memoria? Spesso chiama con un altro nome le persone, le cancella e
poi le fa riapparire per collocarle in un altro contesto. Confonde gli anni e non ricorda il nome degli
oggetti. In quello che racconta del suo passato, i particolari reali convivono con quelli immaginari.
Crede lui stesso a tutto quello che pensa e dice? Possiamo crederci noi? E che senso hanno adesso le
sue parole? Cosa significano?
Questo è un testo sulla possibilità di ricostruire il passato, e quindi l’identità, di una persona.
Nella misura in cui il Primo Uomo mantiene viva la sua storia, conserva la sua identità. Ma nel
momento in cui il racconto della sua storia smette di essere coerente, presenta contraddizioni e si
modifica senza nessuna logica apparente, la sua identità muta.
Anche l’Europa sta perdendo la sua identità. L’identità di una nazione, come quella del singolo, si
struttura sulla capacità di ricordare, di dotare di coerenza la narrazione cronologica degli eventi che la
interessano.
Questo testo si decompone in frammenti che stabiliscono tra loro relazioni ambigue. Alcuni si
contraddicono, altri si interrompono bruscamente, altri si ripetono. Altri sono una continua variazione.
In fondo questo è un testo che subisce un processo degenerativo, proprio come la mente del Primo
Uomo.
In quest’opera, tanto i personaggi quanto gli spettatori sono così invitati a formulare ipotesi di
ricostruzione della storia, e della Storia. In un libero gioco di interpretazioni, per scoprire che
l’immagine che abbiamo del passato è solo una sua approssimativa rielaborazione personale.
Davide Carnevali è nato a Milano nel 1981 e ha lavorato come
assistente dell’ attrice-drammaturga Laura Curino al Piccolo Teatro
di Milano e al Teatro Stabile di Torino. Ha studiato drammaturgia a
partire dal 2005 presso la Sala Beckett di Barcellona, e sta
attualmente completando i suoi studi post-laurea presso l'Universitat
Autònoma della città. Carnevali lavora come traduttore e critico per
la rivista teatrale Hystrio e come editor per la casa editrice
Ubulibri. E 'stato finalista al Premio Riccione per il Teatro con la
sua opera "Saccarina". “Variazioni sul modello di Kräpelin” ha vinto
il Premio Riccione Marisa Fabbri per il 2009 e il Premio
Deutschlandradio Kultur ai Theatertreffen di Berlino e sarà prodotto
come radiodramma e trasmesso nel 2010 dalla radio nazionale tedesca.
Fabrizio
Parenti
è
socio
fondatore
della
compagnia
Quellicherestano(insieme a Werner Waas, Paolo Musio, Massimo Bellando
Randone) fondata a Roma nel 1992
E’ attore protagonista in tutte le produzioni del gruppo con testi
di:Herbert
Achternbusch,
Heiner
Mueller,
Alfred
Jarrj,
Georg
Buechner, Werner Schwab, Roland Schimmelpfennig, Eilfriede Jelinek,
Rolf Kemnitzer, Titus M. Plautus, Alberto Moravia, Antonio Moresco,
Paolo Musio, Carlo Collodi, Aldo Nove, Tiziano Scarpa.Tutti diretti
da Werner Waas.
Lavora in numerosi teatri italiani, tra i quali: Teatro Vascello,
Teatro di Roma, Piccolo Teatro Milano, Centro Teatrale Bresciano,
Festival Oltre 90 Milano, Festival delle Letterature Roma, ERT
Modena, Teatro Eliseo Roma, e altri.
Inoltre lavora con i registi: Giancarlo Nanni, Daniel Horowitz,
Cesare Lievi, Paolo Rosa, Andrea Taddei,Cherif, Tito Piscitelli.
Nella stagione 2003/2004 collabora al progetto “Petrolio” a cura di
Mario Martone per il Teatro Mercadante Teatro Stabile di Napoli con
“Qualcosa di scritto” da “Petrolio” di Pierpaolo Pasolini, di cui è
interprete e coautore insieme ad Emanuele Trevi e Fabrizio
Ruggiriello, “Dialogo” e “Il Cormorano” di Natalia Ginzburg in cui è
il protagonista maschile riscuotendo un enorme successo di critica e
di pubblico.
Esordisce nella regia nel giugno 2005 con lo spettacolo “Servizi e
Servitori”di cui è anche interprete all’interno del Festival “La
fabbrica dell’uomo” tenutosi a Milano nel Giugno/Luglio 2005
Cura la regia di “And Bjork off corse” di Thorvaldur Thorstenson e
“Radio Lombardo Veneto International” di Bepi Vigna entrambi al
Piccolo Teatro di Milano.
Nella stagione 2006/7 è regista e interprete de “L’assoluto Naturale”
di Goffredo Parise con Carla Chiarelli. Produzione C.R.T, Milano che
ha riscosso un incredibile consenso di pubblico e critica. E’ seguita
una tournè nella stagione 2007/8 che ha toccato diversi teatri
stabili.
Nel 2009 è regista e drammaturgo di “Ho dei fulmini per capelli - Il
futuro è (anche) donna”, spettacolo teatrale a piu’ voci, realizzato
per il Comune di Milano, in occasione dei festeggiamenti per il
centenario del Futurismo.
Ha preso parte a numerose produzioni televisive quali “La Squadra”
,“Un posto al sole”, “Gente di mare” e “Giovanni Falcone”.
Ronciglione, automobile, vari luoghi
Dal 12 al 16 settembre 2009
Spettacoli alle h. 18,00 19,00 20,00 21,00 22,00
DI CHE HAI PAURA? di Richard Dresser (Usa). Traduzione di Barbara Alesse
Regia di Carlo Fineschi
Con Barbara Alesse, Edoardo Ciufoletti, Sara Allegrucci, Camillo Ventola e gli allievi diplomandi del
CSC
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
DI CHE HAI PAURA
Nel 1999 Richard Dresser, un drammaturgo statunitense, dà vita a un nuovo genere teatrale: la “commedia
d’automobile” (“car play”), scrivendo il corto teatrale “Di che hai paura?” (“What are you afraid of?”), messo
in scena per la prima volta nello stesso anno allo Humana Festival di Louisville, Stati Uniti d’America.
Il pubblico e gli attori sono tutti seduti nell’abitacolo di una vettura, mischiati gli uni agli altri. Tra i due
personaggi, un “lui” e una “lei”, conosciutisi apparentemente solo nel momento in cui sono saliti in macchina,
scocca l’amore, amore a prima vista. Nell’ora che seguirà, gli spettatori saranno testimoni della velocissima
parabola di un amore, dalla sua nascita al suo apice fino alla sua conclusione, veloce e imprevista tanto quanto
il suo inizio.
Questo innovativo genere teatrale offre la possibilità di sperimentare un nuovo rapporto tra il pubblico e lo
“spettacolo”: la prossimità dei due mondi, il loro mischiarsi fino quasi a fondersi, rivoluzionano e stravolgono
i ruoli. Gli spettatori, in un numero massimo di tre, non sono protetti dal buio della sala, non sono silenti
testimoni degli eventi ma hanno la possibilità di cambiarne il corso, interagendo con gli attori in una
dimensione dove finzione e realtà si fondono completamente.
L’aspetto più rivoluzionario della “commedia d’automobile” consiste nel fatto che lo spettacolo abbandona lo
spazio neutro del teatro e viaggia nutrendosi, arricchendosi e modificandosi grazie ai differenti percorsi
cittadini, alle vie, i negozi, e i monumenti davanti ai quali l’automobile farà tappa. La storia prevede proprio
delle soste in differenti punti del centro urbano o extra urbano in cui gli attori continueranno a recitare. I luoghi
quotidiani e quelli più affascinanti diventeranno il set di un “film dal vivo”.
Richard Dresser è un autore e sceneggiatore americano. Tra le sue commedie
ricordiamo la trilogia sulla felicità in America (Augusta, The Pursuit of
Happiness e A View of the Harbor), e le commedie Gun Shy, Something in the
Air (messa in scena in prima italiana assoluta al Festival “Quartieri
dell’Arte” nel 2000) e Wonderful World, tutte presentate allo Humana
Festival di Louisville prima di essere messe in scena off-Broadway.
Dresser è anche autore del musical Good Vibrations e la sua commedia Below
the Belt è stata adattata per il cinema con il titolo Human Error. Per la
Tv ha scritto Vietnam War Stories (HBO) ed è autore di episodi di altre
serie televisive come Bakersfield P.D. e The Job. What are you afraid of?
è diventato nel 2007 un film per la televisione tedesca.
Carlo Fineschi è membro e socio fondatore della Compagnia “Urlo”. E’
autore (Il Cerchio, F.C., La scelta), attore (diretto da Benno Boudgoust,
Vito Boffoli ma anche da Michele Placido e Lino Capolicchio per il cinema)
e regista (Garage Olimpo, dal film di Marco Bechis, L’Uomo più crudele di
Gian Maria Cervo, in entrambi dei quali è anche interprete, Qualcosa
nell’aria di Richard Dresser e molti altri). I suoi spettacoli sono
rappresentati in teatri come l’Eliseo di Roma, Piccolo di Milano, Burg
Theater di Vienna, nonché al Festival di Edimburgo. Il tempo libero,
scritto da Gian Maria Cervo e diretto da Carlo Fineschi ha avuto previews
nel 2008 al Festival Quartieri dell’Arte, prima di essere rappresentato in
prima assoluta allo Schauspiel Essen in Germania e poi al Teatro Palladium
di Roma.
Caprarola Scuderie del Palazzo Farnese
22 settembre 2009 h.21,00
SIBILLA di Alberto Bassetti (Italia)
Con Pietro Faiella e Cristina Arnone
Suono Davide Mastrogiovanni
Aiuto regia e movimento Sonia Bertin
Una produzione DOPPIAEFFE compagnia di Mariano Rigillo
Regia di Antonio Spadaro
PRIMA ASSOLUTA
SIBILLA
“Esistono due tipi di silenzio, uno privo di parole e uno con un torrente di parole”.
Harold Pinter
Un uomo su un autobus, vomita il suo vuoto la sua disillusione il totale fallimento della sua
vita e dei suoi ideali.
Non è solo ma resta solo coi suoi discorsi e i moti del suo animo ad agitarli.
Come apparizioni in una dimensione vicina all’onirico gli fanno da uditori una giovane donna , un
uomo di colore e sua figlia, simbolo di una vita che non ha speranza se non quella di essere destinata a
un’omologazione una serialità di comportamento e di pensiero che isolano l’individuo spingendolo a
una disperata richiesta di amicizia, di amore.
Una tragicommedia che si consuma velocemente con un altalenarsi di umori e situazioni che mostrano
il nostro ineluttabile percorso di solitudine.
Alberto Bassetti nasce a Roma il 4 agosto 1955. Esordisce in teatro
con il testo “Il segreto della vita”,
di cui cura anche la regia.
Riceve due Premi dell’Istituto del Dramma Italiano, nel ’90 per “La
tana” (nel 1993 Maschera d’Oro e Medaglia alla regia per
l’allestimento curato da Antonio Calenda; testo presentato anche in
versione catalana col titolo “El cau”, regia di Joan Rieira al
Festival Grec di Barcellona nel ’97; nuovamente prodotto dal Centro
Teatrale Bresciano con regia di Tatiana Olear nel 2000) e nel ’95 per
“La Gabbia” (messo in scena da Cherif nel 2001 e da lui stesso nel
febbraio 2007 al Burgteather di Vienna).Tra gl altri suoi testi
andati in scena: “Harem”con Giuseppe Pambieri,
regia di Giorgio
Albertazzi, musiche originali di Franco Battiato (debutto al Festival
di Taormina nel 1995); “Scandalo” con Gabriele Ferzetti” e “Il
ventre”
con
Isabel
Russinova,
ambedue
diretti
da
Francesco
Branchetti; “Le due sorelle”, regia di Antonio Calenda nel ’97
(Premio Randone alle attrici Claudia Poggiani e Daniela Giovanetti) e
di Andrea Buscemi nel 2002; “Stato padrone”, da lui diretto, che dopo
il Premio Fondi alla commedia riceve il Superfondi per l’allestimento
del 1994; “Entrate” regia di Pierpaolo Sepe; “Sopra e sotto il
ponte”, premio Giuseppe Fava 1995, che in differenti allestimenti ha
visto in scena, tra gli altri: Gianni Garko, Ivana Monti, Bruno
Armando; “Il volo del gallo”, regia di Marco Maltauro; “Venditori di
anime” diretto in successive edizioni: da lui stesso per il Dramma
Nazionale di Fiume, in Croazia, poi da Marco Maltauro con Enrica
Bonaccorti e Giancarlo Zanetti, e ancora da Pierpaolo
Sepe in una
produzione del Teatro di Roma con Jitka Frantova,
Luigi Maria
Burruano e Max Malatesta, spettacolo ospitato anche dal Narodni
Divadlo (Teatro Nazionale di Praga) che successivamente ne propone
una propria versione in lingua ceca, diretta da Michal Docekal.
Ha curato diversi adattamenti : “Senilità” da Svevo per Roberto
Herlitzka; “Un sogno a Lisbona” da ‘Requiem’ di Tabucchi con regia di
Teresa Pedroni; “Rudens” da Plauto (autore su cui aveva già lavorato
nel “Plautus” diretto da Calenda, tutto in lingua latina) per Flavio
Bucci; “Il caso Sofri” da Luigi di Majo e Annalisa Scafi per Piera
Degli Esposti e Gabriele Ferzetti.
Dirige con Gian Maria Cervo il Festival “Quartieri dell’Arte” ed è
direttore
artistico
del
settore
teatrale
di
“Opere.festival”
(Castello di Bracciano).
Ha curato per le Edizioni Interculturali la collana “Boccascena”,
pubblicando testi di Tony Kushner, Jon Fosse, Angelo Longoni e Sonia
Antinori.
Dal novembre del 2007 dirige il ‘TeatroLoSpazio.it’ da lui fondato a
Roma con Francesco Verdinelli: un nuova sala teatrale polivalente che
si avvia a divenire “Casa dell’autore presente”.
Nel 2004 ha girato il suo primo film: “Sopra e sotto il Ponte”, con
Graziano Piazza, Isabel Russinova, Lorenzo De Angelis e gli
esordienti Davide Rossi, Clio Bassetti e Ismaila ‘Mbaje, che ha
debuttato al Festival du cinema du monde di Montreal nel settembre
2005 ed è uscito in Italia nella primavera 2006.
Antonio Spadaro ha iniziato a lavorare in teatro come attore nel 2000
dopo aver frequentato la scuola del Teatro Stabile di Genova.
E’ stato diretto da registi come Cristina Pezzoli (Filumena
Marturano), Memè perlini (Il Postino di Neruda), Roberto Guicciardini
(Titus Andronicus) e Giancarlo Sepe (Morso di Luna nuova).
Ha frequentato numerosi stage tenuti tra gli altri da Antonio
Latella, Pierpaolo Sepe, Ennio Coltorti e Michele Placido.
Come regista ha fatto da assistente a Jerome Savary (Irma la dolce) e
Piero Maccarinelli (4.48 Psychosys) debuttando nel 2006 al festival
Quartieri dell’Arte con una sua regia per il testo “Lasciala
Sanguinare” di B.Galemiri .
Nel 2008 per lo stesso festival dirige il monologo di Will Eno “Thom
Pain – tratto da niente”, finalista al premio Pulitzer nel 2004
Viterbo, Palazzo dei Priori
26 settembre 2009 h. 12,00
25 ANNI il ruolo del dramaturg nel teatro tedesco
Conferenza-spettacolo con Laura Olivi dramaturgin della Bayerisches Staatsschauspiel di Monaco di
Baviera (Germania). Con la partecipazione di Carlo Roncaglia, Davide Carnevali e Durs Gruenbein
PRIMA ASSOLUTA
25 ANNI
Laura Olivi ha diretto quest’anno al Festival di Salisburgo un’acclamata sintesi della trilogia “The
Coast of Utopia” di Tom Stoppard alla presenza dell’autore.
Tuscania, Teatro Rivellino
26 settembre 2009 h. 21,15
TENTAZIONE di Carles Batlle (Spagna). Traduzione di Laura Bernardini.
Regia di Nuccio Siano
Con Nuccio Siano, Fabio Gomiero e Giulia Andò
Aiuto Regia Anna Maria Loliva
Scene e costumi Viola Natali
Luci Luca Santini
Co-produzione del Festival con Beat ‘72
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio e con il Festival
“Paesaggi di Suoni”
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
TENTAZIONE
Carles Batlle è uno degli autori della cosiddetta nuova drammaturgia catalana, affacciatasi sulla scena
negli anni novanta. In Tentazione , opera costruita per lo più su monologhi, l’autore, sfruttando anche la
presenza/assenza fisica degli interlocutori, ci propone come un gioco di indovinelli che finisce per
risolversi nel progressivo smascheramento del protagonista, una sorta di personificazione di un’ Europa
in pieno declino.
Senza rinunciare al relativismo, alla sottrazione, all’occultamento di informazioni, alla dissezione degli
elementi tematici, il nucleo centrale di Tentazione è costituito dalla volontà dell’autore di affrontare un
argomento tra i più rilevanti e contraddittori della nostra società: l’irrompere dell’immigrazione e il suo
ruolo nell’Europa di oggi.
Carles Batlle , nato a Barcellona nel 1963, è tra le figure più
rappresentative della scena catalana attuale. Le sue opere,
caratterizzate dalla costante ricerca di un linguaggio e di una forma
contemporanei,
affrontano temi come la memoria, lo sradicamento,l’immigrazione, lo
scontro tra culture, i rapporti generazionali e la guerra. Ha diretto
fino al 2008 l’Obrador della Sala Beckett di
Barcellona e la rivista teatrale (Pausa.). È uno dei patrons del
Festival New Plays from Europe di Wiesbaden e dal 1998 al 2005 ha
fatto parte del Consiglio Consultivo del Teatre Nacional de
Catalunya, di cui, tra il 2003 e il 2004 è stato anche drammaturgo
residente. Professore di Drammaturgia all’Institut del Teatre di
Barcellona e all’Universitat Autònoma de Barcelona, coordina il
Programma di Dottorato in Arti Sceniche di entrambe le Istituzioni.
La sua tesi dottorale sul teatro simbolista di Adrià Gual ha ricevuto
il Premio della Critica "Serra d’Or" 2002.
Tentazione ha debuttato nel 2004 al Teatre Nacional de Catalunya di
Barcellona e al Burgtheater di Vienna. Nello stesso anno la versione
tedesca dell’opera, Versuchung, è stata scelta per essere
presentata allo Stückenmarkt di Berlino e nel corso del 2006 sono
stati tre gli allestimenti in altrettanti teatri francesi, fra cui
quello di Metz. Tra le sue opere, tradotte e rappresentate in molte
lingue, Sara i Eleonora, Combat, Les veus de Iambu, Suite (Premio
SGAE 1999), Oasi (Premio Recull "Josep Amatller" 2002). La sua ultima
opera, Trànsits, ha debuttato nell’ ottobre 2007 alla Sala Beckett
diBarcellona.
Nuccio Siano è regista, attore, cantante e musicista. Dirige la
Associazione Culturale Porta Nova
Le sue più recenti prove registiche sono la messinscena de ll
Contagio per il Festival “Quartieri dell’Arte”, dal romanzo di Walter
Siti, Testamento di sangue di Dario Bellezza, Le canzoni di Pasolini
con Aisha Cerami per il Festival Pasolini di Viterbo, rappresentato a
Roma e a New York, Dialogo di una prostituta con un suo cliente di
Dacia Maraini, Un pesciolino di P.P.Pasolini, La Duchessa di Amalfi
di J. Webster, allestito all’interno dell’antico duomo di Amalfi,
Mari colorati
di Vincenzo Cerami sull’opera poetica di Alfonso
Gatto.
Sul fronte musicale ha prodotto il cd Le canzoni di Pasolini
dall’omonimo spettacolo, ed è in uscita il cd di canzoni classiche
napoletane Voce ‘e notte . (www.myspace.com/nucciosiano)
Ultimo impegno
cinematografico il film Noi credevamo di Mario
Martone; in televisione è il medico legale della serie Rex (rai 1).
Tuscania, Supercinema
27 settembre 2009 h. 21,15
SOTTERRANEO di Josep Maria Benet i Jornet (Spagna). Traduzione di Laura Bernardini, Davide
Carnevali, Gian Maria Cervo, Isabel Turull.
Regia di Eleonora Pippo
Mise en espace
Co-produzione del Festival con Beat ‘72
Con il sostegno dell’Institut Ramon Llull- Catalogna- Spagna
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio e con il Festival
“Paesaggi di Suoni”
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
SOTTERRANEO
Per il vocabolario della lingua italiana il sotterraneo è l’insieme dei locali di un edificio che si trovano
sotto il livello del terreno o, in senso figurato, che avviene in segreto, clandestino.
Nel Sotterraneo di Benet i Jornet assistiamo alla terrificante esplorazione dei locali dell’edificio
psichico dei due protagonisti, un uomo alla ricerca della propria moglie scomparsa e uno psicologo, e
all’emersione del clandestino e segreto: la trattazione dei termini della resa del Super-Io alla pulsione di
morte
nel
sadomasochismo
erogeno
e
morale.
Un’esplorazione nell’abisso della mente umana, la guerra che comporta, il sesso e la paranoia come
nella migliore fantascienza New Wave che focalizza nell’ innerspace e nella violazione dei tabù le sue
tematiche portanti.
Salvador Dalì tenne una conferenza a Londra indossando uno scafandro. L'operaio mandato a
ispezionare la tuta gli chiese quanto si proponesse di scendere e il maestro esclamò: "Fino
all'inconscio!", al che l'operaio rispose: "Ho paura che non potremo scendere tanto!". Cinque minuti più
tardi, si dice, Dalì a momenti soffocava entro il casco.
“E questa tuta intern-spaziale che ancora ci manca!” scrisse J. G. Ballard e io dico: Benet i Jornet con
Sotterraneo ne ha costruito un pezzetto.
Josep M. Benet i Jornet è nato a Barcellona nel 1940. Dopo aver
conseguito la laurea, ha iniziato a scrivere per il teatro.
Divenne noto dapprima con l’opera Una Vella, coneguda olor (1964), un
lavoro che è stato insignito del Premio Josep M. de Sagarra 1963.
Questa è stata seguita da due opere pubblicate nel 1970, Fantasia per
a un auxiliar administratiu e Cançons perdudes. Continuò a proporre
un teatro di impianto realistico con Berenàveu a les fosques (1972) e
Quan la ràdio parlava de Franco (1979). Tuttavia, con Revolta de
bruixes (1977) adottò toni simbolistici. In La desaparició de Wendy,
il mondo dell'infanzia e il periodo successivo alla guerra civile
assumono una dimensione mitica. Ha scritto anche opere per bambini,
tra i quali Supertot (1975), Helena a l'illa del baró Zodíac (1975) e
El somni de Bagdad (1977). Nel 1989 ha debuttato Ai, carai! Al Teatre
Lluire , mentre Desig è stata allestita presso il Centro Teatrale
della Generalitat (il governo catalano) nel 1991. Ha ricevuto il
Premio Nazionale per il Teatro nel 1995 per l’opera E.R.,
rappresentata al Teatre Lluire (1994) e trasposta in un film
intitolato Actrius (Attrici, 1996) di Ventura Pons. Tra le opere più
recenti cituamo Olors, presso il Teatro Nazionale della Catalogna,
regia di Mario Gas (2000), Això, a un fill, no se li fa (Teatreneu ,
2002), L'habitació del nen ( Teatre Lliure, 2003) e Salamandra ( TNC,
2005). Ha anche realizzato gli script per il primo serial prodotto
dalla Televisione de Catalunya (Poble Nou, 1993-94, Rosa, 1995-96;
Nissaga de poder , 1996-98; Laberint d'ombres , 1998-2000, e Nissaga,
l’herencia, 1999. Sta attualmente scrivendo sceneggiature per la
serie
tv,
El
cor
de
la
ciutat.
E’ membro dell’ AELC (Associazione degli scrittori di lingua
catalana).
Eleonora Pippo si forma come attrice alla Scuola del Teatro Stabile
di Torino e lavora con Giancarlo Cobelli , Lorenzo Loris, Carmelo
Rifici , Tim Stark, Franco Branciaroli, Jurij Ferrini, Ferdinando
Bruni
e
Elio
De
Capitani.
E' stata assistente alla regia di Claudio Longhi e Giancarlo Sepe.
"Yumiura" di Yasunari Kawabata è il primo lavoro da regista. Nel 2005
fonda CALIBRO2 e dirige la commedia "Cinque donne con lo stesso
vestito" del premio Oscar Alan Ball, che debutta proprio al Festival
“Quartieri dell’Arte”. Poco dopo dirige "Itagliani!" di Antonella
Cilento con Margherita Di Rauso.
Caprarola, Scuderie del Palazzo Farnese
29 e 30 settembre 2009 h. 21,00
GLI STRACCIONI di Tiziano Scarpa (Italia)
Regia di Sandro Mabellini
PRIMA ASSOLUTA
IL PROFESSOR MANGANELLI E L’INGEGNER GADDA di Tiziano Scarpa (Italia)
Regia di Sandro Mabellini
Tiziano Scarpa è il vincitore del Premio Strega per il 2009
PRIMA ASSOLUTA
Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia
Tiziano Scarpa ha vinto il Premio Strega 2009 con il romanzo “STABAT MATER”
GLI STRACCIONI
Per chi non ha lavoro rimane pur sempre la nobile arte dell’accattonaggio. Ma niente si improvvisa:
anche per chiedere l’elemosina occorrono preparazione ed esperienza. Così in questa sorta di “Opera da
tre soldi” catapultata tra mendicanti professionisti in giacca, cravatta e camicia stirata, si incontrano per
la strada fascinose barbone aristocratiche e passanti che si cambiano continuamente d’abito, anche se
forse sono sempre la stessa- pericolosissima- persona.
IL PROFESSOR MANGANELLI E L’INGEGNER GADDA
Nemmeno a casa propria si può stare al sicuro. Il Professor Manganelli e l’ingegner Gadda bisticciano
in un appartamento di Roma fino a sfidarsi a duello in un indimenticabile scontro sciamanico da veri
stregoni della parola. Proprio la mattinain cui la figlia Giulietta era arrivata a Milano suonando alla
porta del padre dopo quindici anni di separazione.
Nato a Venezia nel 1963, Tiziano Scarpa ha pubblicato i romanzi Occhi
sulla graticola e Kamikaze d'occidente, le raccolte di racconti
Amore, Cosa voglio da te e Amami, le raccolte di interventi civili
Cos'è questo fracasso? e Batticuore fuorilegge, il libro di aforismi
Corpo e il poema Groppi d'amore nella scuraglia. Ha inoltre
pubblicato la guida Venezia è un pesce. Con Aldo Nove e Raul
Montanari ha scritto le poesie Nelle galassie oggi come oggi. Covers.
E' autore dei radiodrammi Popcorn e La visita. Il suo ultimo romanzo
Stabat Mater, vince il Premio Strega 2009.
Sandro Mabellini è regista ed attore; si è diplomato nel 1992 alla
Scuola di Teatro di Bologna, specializzandosi nel 2004 con Luca
Ronconi come regista, nel 2007 con la Socìetas Raffaello Sanzio come
Performer dello spettacolo dal vivo e nel 2009 con Ariane Mnouchkine
e il Theatre du Soleil come Attore.Collabora dal 2007 come attore e
regista al Laboratorio di Prato, progetto triennale di formazione
applicata del Teatro Metastasio di Prato, diretto da Federico Tiezzi.
Fra le sue regie, Il gabbiano di Martin Crimp, Qualcuno arriverà di
Jon Fosse Albatros di Fabrice Melquiot (tutte per il Festival
“Quartieri dell’Arte”), Sciame di Toni Negri e Magnificat di Alda
Merini.
Viterbo, Sala Gatti
1 e 2 ottobre 2009 h.21,00
DER WEG NACH DER WENDE di Davide Carnevali (Italia) da una novella di Durs Grünbein
(Germania).
Regia di Carlo Roncaglia
In collaborazione con il Goethe Institut
PRIMA ASSOLUTA
DER WEG NACH DER WENDE
di Davide Carnevali
uno studio su Der Weg nach Bornholm di Durs Grünbein
Berlino è una città che fatica a dimenticare il proprio passato, il che può essere un bene o un male,
secondo le circostanze e i punti di vista. Gran parte del ventesimo secolo ha avuto a che fare con questa
città, e in questa città ha lasciato una traccia difficile da cancellare. La traccia del muro è oggi una
doppia fila di mattonelle di porfido che taglia l’asfalto e i giardini, le strade e i marciapiedi, correndo
lungo un perimetro che allora era marcato dal filo spinato.
Oggi qualche frammento del muro è ancora visibile in giro per la città, scrostato dal tempo o ridipinto
dai writers. Quello spettro che si aggirava per l’Europa è oggi un triste uno scheletro, di cui è rimasto
solo qualche osso. Qualche osso di questo muro alto poco più di tre metri e dallo spessore nemmeno
troppo consistente; a guardarlo quasi non ci si crede che abbia diviso così nettamente la città e l’Europa
per più di ventotto anni.
Quello della Bornholmerstraße è stato il primo check-point aperto nella notte tra il 9 e il 10 novembre
1989. Ho cercato di immaginarmi Durs Grünbein che cammina in quella strada venti anni fa, ho cercato
di immaginarmi la gente che esce di casa e si incanala verso il Böse Brücke, ho cercato di immaginarmi
tra quelle persone. Non ci sono riuscito.
La percezione della città per una persona che vive a Berlino nel 2009 ha poco a che vedere con quella
di chi, come Durs Grünbein, a Berlino ci viveva allora. Per chi non ha provato sulla propria pelle il
regime e la dissidenza, le manifestazioni e la caduta del muro, la visione di questa storia non può che
essere una visione frammentata, fatta di ritagli di giornale, immagini video, documenti da museo e
sensazioni volatili. È una memoria ricostruita a posteriori.
Come raccontare tutto questo? Come trasmettere l’atmosfera concitata di quei giorni, a qualcuno che in
quei giorni non c’era, era lontano, e non sapeva cosa fosse la DDR e la Berlino Est ai tempi del Patto di
Varsavia? Una repubblica che si definiva democratica, uno stato che aveva promesso al suo popolo il
paradiso in terra, aveva finito per trasformarsi in una gabbia, aveva tolto al suo popolo la libertà. La
libertà di espressione, la libertà di movimento, la libertà di scelta, di credere o non credere. Come una
forma di religione, non ammetteva il dubbio, esigeva la fede.
E allora il racconto di Grünbein viene aperto, prova a diventare una mappa della memoria. Questo è un
testo che non racconta una storia, ma presenta dei materiali per capire una storia, e soprattutto la Storia.
Un testo che si frammenta e si espande, esplode come sono esplosi i fatti di quel 9 novembre 1989.
Nato a Dresda nel 1962, Durs Grünbein vive dal 1985 a Berlino come
poeta,
traduttore
e
saggista.
Autore di numerose raccolte di poesie e saggi, tra cui Vom Schnee
(2003),Antike
Dispositionen
(2006),
Strophen
für
übermorgen
(2007;
tutte
edite
da
Suhrkamp).
Oltre a molti altri riconoscimenti,nel 2005 ha ricevuto il Premio
Georg Büchner, nel 2004 il Premio Friedrich Nietzsche,nel 2005 il
Premio Friedrich Hölderlin, nel 2006 il Premio letterario della Città
di Berlino e il Premio Pasolini a Roma.
Davide Carnevali è nato a Milano nel 1981 e ha lavorato come
assistente dell’ attrice-drammaturga Laura Curino al Piccolo Teatro
di Milano e al Teatro Stabile di Torino. Ha studiato drammaturgia a
partire dal 2005 presso la Sala Beckett di Barcellona, e sta
attualmente completando i suoi studi post-laurea presso l'Universitat
Autònoma della città. Carnevali lavora come traduttore e critico per
la rivista teatrale Hystrio e come editor per la casa editrice
Ubulibri. E 'stato finalista al Premio Riccione per il Teatro con la
sua opera "Saccarina". “Variazioni sul modello di Kräpelin” ha vinto
il Premio Riccione Marisa Fabbri per il 2009 e il Premio
Deutschlandradio Kultur ai Theatertreffen di Berlino e sarà prodotto
come radiodramma e trasmesso nel 2010 dalla radio nazionale tedesca
Carlo Roncaglia è regista attore e musicista, diplomato nel 1997 alla
Scuola del Teatro Stabile diretta da Luca Ronconi. Nel 1997 fonda la
Compagnia di Musica-Teatro Accademia dei Folli di cui è regista,
musicista e attore. Tra gli spettacoli più recenti realizzati da
regista con il gruppo, Nevermore di Eric Minetto e Emiliano Poddi, La
nobile perplessità della fenice di Piero Ferrero, Kvetch di Steven
Berkoff, Sleuth di Anthony Shaffer, Come un romanzo di Antonio
Tarantino.
Caprarola, Scuderie di Palazzo Farnese
7 ottobre 2009 h.21,00
ANIMA di Roberta Nicolai (Italia)
Regia di Roberta Nicolai
Studio
In collaborazione col Festival Teatri di Vetro
PRIMA ASSOLUTA
ANIMA
“La ferita dell’impossibilità del bene, dell’impossibilità di cambiare il mondo.
L’Anima Buona del Sezuan sullo sfondo, condensando la coralità, in tratti e interpreti essenziali,
cerco di toccarne il nodo drammaturgico.
Nessuna intenzione di attualizzazione o di messa in scena. L’esigenza, al contrario, di tradire la
fonte per ritrovare al suo interno la domanda che muove le azioni degli uomini: dobbiamo cambiare
il mondo?
L’anima e il corpo indistinguibili e indissolubili al confronto con l’eterno. Si combattono e si
atterrano. Persino il dolore diventa merce di scambio, strumento per ottenere ciò che non si è
riusciti a raggiungere con i propri meriti.
La ricerca, ancora una volta, muove dalle armonie e disarmonie tra la voce e il corpo, tra la scena
e lo spettatore. Attraversa ordini diversi di grandezza partendo dalla ferita del singolo, in assenza
di collettività arriva a un significato globale.
Chiedo aiuto agli scritti filosofici di Nancy (guida del mio lavoro) e alle immagini degli artisti
orientali.
E come sempre cerco la creazione all’interno dell’esistente, in una vocazione pop che gode del
frammento recuperato, del riuso dell’usato, del residuo santificato”.
Roberta Nicolai
Anima è inserito in:
Projet de Coopération théâtrale franco-italienne
« L'acteur et ses langages dans les dramaturgies contemporaines françaises et italiennes»
Strutture che costituiscono la Rete :Teatro Libero de Palerme, Compagnie TST de Rome, Cie Pierre
Lucat de Vallée d’Aoste, compagnie Ricci/Forte de Rome, Compagnie Persona-Renaud Lescuyer de
Lyon/France.
Note
UN BRECHT NON PIU’ BRECHT NELL’EPOCA DELL’INDIFFERENZIATO
Perché ragionare sull’Anima buona del Sezuan
Parto dal punto in cui avevo lasciato il discorso: il lager che conclude il Calderòn di Pasolini. È
questo lager, in cui i corpi non sono più persone ma ammasso, grumo, reso indifferenziato da una
violenza che può esprimersi solo attraverso la spersonalizzazione del soggetto, l’avvio per iniziare
anche solo a ragionare su Brecht. Su un testo di Brecht, scritto quando quel lager non era che
un’ipotesi nella mente di qualcuno.
C’è un gesto, all’inizio di molti testi di Brecht, compiuto da una creatura povera; nel corso della
pièce una società barbara distrugge questo gesto. Mi chiedo: posso ancora parlare oggi di
società? Posso all’Anima concedere l’esistenza dell’antagonista? Nell’epoca che soffre il proprio
tramonto, mi vengono in mente molti temi: assottigliamento del lessico, processi di
ridimensionamento culturale, banalmente non si capisce più una lingua, non si sa leggere, né
scrivere … ma in teatro quello che siamo diventati o stiamo diventando diventa la pasta
dell’evento, il nodo, il fatto.
Cosa abbiamo di fronte quando si apre il sipario? Là, nella sala, chi c’è?
E allora oggi ho sempre sotto gli occhi il lager. Ma mi sfuggono i colpevoli. O meglio mi sfuggono i
salvati o i salvabili e quindi anche i colpevoli. Indifferenziato.
E poi mi accorgo che forse Brecht, dentro al grande paesaggio corale, guardava alla ferita del
singolo. Perché è chiaro: solo il singolo è feribile. Solo un corpo è mortale.
VEDO DUNQUE SONO
Una piccola nota sull’estetica
Un paradosso, perché so di partire dal testo, dalla scelta di un testo. A volte lo scrivo io stessa. Il
testo è la storia da raccontare nel modo in cui raccontarla.
Eppure penso IMMAGINE. Non penso in immagini, non parto dalle immagini che saranno lo
spettacolo. Penso l’immagine come soglia, come potenzialità, come confine.
Un lavoro per la visione degli spettatori, un meccanismo costruito per essere prima di ogni cosa
guardato. Credo sia per questo che non cerco immagini solo belle. È per questo che, negli ultimi
anni, ho puntato all’assottigliamento degli effetti teatrali, ho tolto, asciugato, reso più fragile ogni
singola immagine in scena. Lo spettacolo come un’unica immagine-soglia, un confine sul quale
stare tutti sospesi: io, gli attori e gli spettatori.
Un teatro così è difficile. È difficile da pensare, da fare e da guardare.
Un teatro così serve una vita per farlo.
Rinnovo una sfida: non guardate me, guardate il mondo, io ho solo creato una piccola falla, una
breccia attraverso la quale riesco a vedere qualcosa.
IDENTICI DIVERSI
Note sul concetto di antagonismo
Mi rendo conto che quando penso l’antagonismo, approdo istintivamente al dualismo.
In una struttura teatrale che è simultaneamente spaziale, concettuale e lessicale, parlare di
antagonismo può diventare complesso.
E allora sintetizzo: corpo e mondo. Se parto da qui, presuppongo due spazi in un solo spazio,
quello della rappresentazione. In uno questi spazi il sé è spezzato, abbandonato; nell’altro spazio
esiste il dominio sociale. Dualità dello spazio nel quale mettere in scena la vulnerabilità, la
degradazione, arrivando al suo ribaltamento, alla creazione dell’autorità. Anima e corpo; corpo e
mondo. Il corpo come forma dell’anima eppure sua materia; l’anima che diviene forma del corpo.
Il corpo è il terreno in cui nascono le parole; e la parola, irrinunciabile, è vincolata alla macchina,
allo strumento che la produce: il corpo. La parola, il logos, l’anima, il principio nasce dalla sua
stessa materia: il corpo.
È il panorama di riferimento ogni volta che strutturo un esercizio per gli attori. La tecnica ormai è là,
da qualche parte, fortunatamente quasi dimenticata. Emerge solo a tratti. Sono quegli istanti in cui
i miei attori mi sembrano riconoscibili. Sono momenti di disagio. Spero sempre che si produca
irriconoscibilità, che mi siano stranieri come straniero è ogni corpo diverso dal mio e ogni altro
diverso da me. Elementi separati che possono trovare una sintesi soltanto nella loro performance:
lavorare insieme su un terzo soggetto-oggetto che non è il personaggio (termine che da tempo mi
appare vuoto) ma la performance, l’esecuzione, quella zona di sintesi tra la mia attesa d’arte e la
loro attesa d’arte. Quella zona produttrice di bellezza.
Roberta Nicolai è regista e direttore artistico del tst scaleno
teatro di Roma con il quale realizza progetti artistici, nuove
pratiche di creatività contemporanea: teatrinvisibili (monitoraggio
e convegno 2005/06), Teatri di Vetro (tre edizioni tra il 2007 e il
2009), OFFicINa, Cantiere di creatività contemporanea della Regione
Lazio (2008/09).
Laureata in filosofia. Dopo una formazione artistica eccentrica,
basata sulla pluralità degli insegnanti e degli insegnamenti, un
periodo di esperienze attorali e registiche presso compagnie delle
cantine romane, compagnie di giro, pratiche di teatro in luoghi non
convenzionali e la sperimentazione di progetti didattici in campi rom
e in Africa, diventa docente di recitazione presso
il Centro
Internazionale La Cometa (1998-2003) e il Centro Sperimentale di
Cinematografia (2003).
Tuscania, Supercinema
8 ottobre 2009 h. 21,15
L’INAPPETENZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini
Regia di Manuela Cherubini
Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
h. 22,00
LA STRAVAGANZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini
Regia di Manuela Cherubini
Con Simona Senz’acqua
video: Sergio De Vito
suono: Graziano Lella
luce: Gianni Staropoli
voce off: Settimia Di Stefano
Una produzione di Psicopompo Teatro
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio
Tuscania, Teatro Rivellino
9 ottobre 2009 h 19,00
FRANCO QUADRI INCONTRA RAFAEL SPREGELBURD
9 ottobre 2009 h. 21,15
IL PANICO di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini
Regia di Manuela Cherubini
Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
Tuscania, Supercinema
10 ottobre 2009 h. 17,15
L’INAPPETENZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini
Regia di Manuela Cherubini
con Silvia Alù, Emanuele Angeloni, Mary Di Tommaso, Angela Favella, Silvia Francese, Ilaria Giachi,
Salvatore Langella, Lidiya Liberman. Lorenzo Micheli, Elena Radonicich, Barbara Renzi ,Giacomo
Tarsi
Luce: Gianni Staropoli
Suono: Graziano Lella
Assistente alla regia: Patrizia Romeo
Sguardo vigile e voce: Stefano Gabrini
Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
Tuscania, Teatro Rivellino
10 ottobre 2009 h. 21,15
IL PANICO di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini
Regia di Manuela Cherubini
Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro
In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio
PRIMA ITALIANA ASSOLUTA
EPTALOGIA DI HIERONYMUS BOSCH
“L’“Eptalogia di Hieronymus Bosch”, è un corpus di sette opere teatrali ispirate alla tavola dei
Peccati Capitali di Hieronymus Bosch, composte da Rafael Spregelburd dal 1996 al 2008. I peccati
moderni che danno titolo alle opere sono: L’inappetenza, La stravaganza, La modestia, La stupidità, Il
panico, La Paranoia, La cocciutaggine. I Sette Peccati capitali sono migrati verso altri ordini morali,
verso una delirante “cartografia” della morale, dove la ricerca del centro costituisce il motore di tutta
l’indagine disperata sul divenire. L’ordine nel quale lo spettatore scelga di vedere le opere, il lettore di
leggerle, il regista di rappresentarle, inciderà sulla sua cosmovisione, e pertanto modificherà la sua
visione particolare di ciascuna di esse e del loro insieme.
Come nel quadro di Bosch, suddiviso in sette rappresentazioni, le sette opere dell’Eptalogia possono
essere lette autonomamente o nel loro insieme; ciascuna e tutte rendono testimonianza della caduta di
un Ordine, nel caso di Spregelburd quello Moderno, che l’Uomo credeva suo, e ciascuna di esse, a suo
modo, formula le domande che accompagnano il turbamento dell’Uomo dinanzi a questa caduta: dov’è
la deviazione quando ormai non c’è più un centro? E’ possibile la trasgressione quando non c’è una
legge fondante?”
Manuela Cherubini
Rafael Spregelburd è nato a Buenos Aires nel 1970
Drammaturgo, regista, attore, cineasta, sceneggiatore e traduttore, è
uno degli artisti argentini più riconosciuti nel mondo.
Al suo attivo più di trenta opere andate in scena e un centinaio di
premi nazionali e internazionali. Le sue opere sono state prodotte in
Argentina, Germania, Spagna, Messico, Repubblica Ceca, Svizzera,
Austria, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Francia, Portogallo,
Colombia, Brasile, Uruguay, Venezuela, Cuba.
Fondatore della compagnia “El Patrón Vázquez”, ha lavorato come
drammaturgo e regista per importanti teatri: Deutsches Shauspielhaus
di Amburgo, Shaubüne e Hebbel Theater di Berlino, Akademie Schloss
Solitude e Staatstheater di Stoccarda, Royal Court Theatre e National
Theatre Studio di Londra, Chapter Arts Center di Cardiff
e
Shauspielfrankfurt.
Fra le sue opere, pubblicate anche in francese, ceco, tedesco,
inglese, portoghese: Buenos Aires, Lucido, Bloqueo, Heptalogia de
Hieronymus Bosch, Raspando la cruz, Fractal, La escala humana,
Bizarra. (In italiano è in preparazione, presso Ubulibri, il primo
volume dell’Eptalogia di Hyeronimus Bosch, a cura di Manuela
Cherubini.)
È inoltre traduttore e responsabile della pubblicazione dall’inglese
e dal tedesco di Harold Pinter, Sarah Kane, Steven Berkoff, Marius
von Mayenburg, Reto Finger e Wallace Shawn.
Manuela Cherubini è nata a Roma nel 1973. E’ regista e traduttrice.
Laureata in Storia, da diversi anni collabora con il C.R.M. (Centro
Ricerche Musicali) di Roma, approfondendo l’indagine sulla relazione
fra Arte e Scienza. Per il C.R.M. realizza la regia di opere
musicali, performance, istallazioni (Forte Spagnolo de l’Aquila,
Giardini della Filarmonica, Goethe Insitut), radiodrammi musicali
(Rai Radio Tre), in collaborazione con Michelangelo Lupone e Laura
Bianchini.
Collabora con Marco Baliani, Maria Maglietta e José Sanchis
Sinisterra. Con quest’ultimo approfondisce la relazione tra Filosofia
della Scienza e ricerca nell’ambito della drammaturgia attorale.
Nel 2001 fonda PsicopompoTeatro, con Luisa Merloni e Patrizia Romeo,
dove prosegue l’indagine sulla drammaturgia contemporanea. Realizza
gli spettacoli: MedeiaMatri, di Daria Panettieri; La stagione del
maiale, in collaborazione con Luisa Merloni; Artemisia, tratto
dall’omonimo romanzo di Anna Banti; Anima-Li, opera di teatro
musicale di Graziano Lella; Criminal, di Javier Daulte; La
stravaganza, secondo capitolo dell’Eptalogia di Hieronymus Bosch, di
Rafael Spregelburd.
Realizza la traduzione e la messinscena di Hamelin, di Juan Mayorga,
Premio Ubu 2008 come miglior novità straniera.
Curatrice dello speciale del Patalogo 2008 dedicato alla “Nueva
hispanidad”;
traduttrice
e
curatrice
delle
opere
di
Rafael
Spregelburd in italiano.
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