Quartieri dell’Arte Swap-Scambio Pressbook 2009 Festival Quartieri dell’Arte XIII Edizione- 5 settembre 10 ottobre 2009- Viterbo, Caprarola, Ronciglione, Tuscania INTRODUZIONE AL PROGRAMMA DEL FESTIVAL Il tema della tredicesima edizione del Festival "Quartieri dell'Arte" è "SWAP-SCAMBIO". Il programma 2009(dal 5 settembre al 10 ottobre 2009 a Viterbo Caprarola Tuscania e Ronciglione) è tutto dedicato ad una serie di pratiche transculturali e transdisciplinari che coinvolgono la drammaturgia. Lo scopo del Festival, oltre a quello di realizzare un progetto originale e un innovativo processo di creazione dell’evento teatrale e artistico in genere, sarà quello di creare nuove formule di dialogo tra personalità creative provenienti da vari campi dell’arte e della cultura e da vari sistemi teatrali. Tra gli eventi di apertura del Festival spicca l’ anteprima mondiale di “Se sapessi cantare mi salverei” di Juan Mayorga pluripremiato drammaturgo spagnolo –rappresentato in tutta Europa e in molti paesi del mondo e pubblicato lo scorso anno in Italia da Ubulibri- che investe nei suoi studi e nel suo background interdisciplinari (il suo curriculum accademico conta, infatti, oltre ai titoli teatrali, una laurea in Matematica e un Dottorato in Filosofia) per creare una scrittura efficace e originale. Una parte della programmazione di QdA 2009 è il prodotto di un intenso scambio di materiali e di una discussione approfondita con alcune istituzioni straniere che promuovono la drammaturgia contemporanea: così la messa in scena di “Tentazione” di Carles Batlle e la mise en espace di “Sotterraneo” di Josep Maria Benet i Jornet nascono dal rapporto del Festival con la Sala Beckett di Barcellona, teatro spagnolo che da ormai vent’anni lavora sulla nuova scrittura; con metodologie analoghe nasce nasce il progetto di messa in scena in prima mondiale di due opere di Tiziano Scarpa (vincitore quest’anno del Premio Strega), “Gli straccioni” e “Il professor Manganelli e l’ingegner Gadda” la cui selezione è il risultato di un dibattito con “Quellicherestano” gruppo che da anni promuove la drammaturgia contemporanea italiana. Tre progetti di QdA 2009 sono fortemente legati all’immagine: “L’uomo più crudele” di Gian Maria Cervo (già autore in residenza della Deutsches Schauspielhaus in Hamburg con Roland Schimmelpfennig e Dejan Dukovski) commedia sugli aspetti fictional della storia e sulla continua lotta dell’umanità nel ridefinire i propri obiettivi diventa una graphic novel (in mostra) con gli apporti del cartoonist-disegnatore Enrico D’Elia e all’artista visivo Marco Raparelli ; “Variazioni sul modello di Kräpelin” opera di Davide Carnevali, selezionata per lo Stückemarkt dei Theatertreffen di Berlino vincitrice del Premio Deutschlandradio Kultur e del Premio Riccione Marisa Fabbri 2009, si propone con una serie di scene il cui ordine può essere scambiato come in una specie di gioco con delle fotografie; Rafael Spregelburd uno dei maggiori drammaturghi latinoamericani parte dalle suggestioni della pittura del fiammingo Hieronymus Bosch per la composizione di una serie di opere: l’“Eptalogia di Hieronymus Bosch”, è infatti un corpus di sette opere teatrali ispirate alla tavola dei Peccati Capitali di Hieronymus Bosch, scritte da Spregelburd tra il 1996 e il 2008. I peccati moderni che danno titolo alle opere sono: L’inappetenza, La stravaganza, La modestia, La stupidità, Il panico, La paranoia, La cocciutaggine. I Sette Peccati capitali sono migrati verso altri ordini morali, verso una delirante “cartografia” della morale, dove la ricerca del centro costituisce il motore di tutta l’indagine disperata sul divenire. L’ordine nel quale lo spettatore scelga di vedere le opere, il lettore di leggerle, il regista di rappresentarle, inciderà sulla sua cosmovisione, e pertanto modificherà la sua visione particolare di ciascuna di esse e del loro insieme. Il Festival propone tre opere dell’eptalogia con la regia di Manuela Cherubini (vincitrice, con la sua compagnia PsicopompoTeatro, del Premio Ubu per la migliore novità straniera 2008 con “Hamelin” di Juan Mayorga): “L’inappetenza”, “La stravaganza” e “Il panico”. Alcune delle opere in programma esplorano i confini e i punti di contatto tra il teatro, la stand-up comedy, il cinema, le arti visive e la performance artistica: è questo il caso di “Shoot, Get Treasure, Repeat” di Mark Ravenhill (già proposto dall’Accademia degli Artefatti tra gli eventi di anticipazione del Festival), di “Sibilla” novità del Premio IDI Alberto Bassetti diretta da Antonio Spadaro, del corto “Di che hai paura” di Richard Dresser, opera che si svolge all’interno di un’auto in movimento con gli attori ai posti anteriori e i 3 spettatori sul sedile posteriore. Presenta un’interazione tra drammaturgia, teatro fisico e danza “Anima” di Roberta Nicolai che prende spunto dalla brechtiana “Anima buona del Sezuan”, prima collaborazione del Festival con Teatri di Vetro mentre rientra nella strategia di “Quartieri dell’Arte” di inserimento della figura del dramaturg nel sistema teatrale italiano “25 anni” di e con Laura Olivi, dramaturgin della Bayerisches Staatsschauspiel di Monaco di Baviera. Infine, una sezione del programma QdA è dedicata al rapporto tra teatro e novella con “Der Weg nach der Wende” di Davide Carnevali tratto da una novella di Durs Grünbein, con regia di Carlo Roncaglia, con “Doll is mine” monologo (già proposto tra gli eventi di anticipazione del Festival) di Katia Ippaso che raccoglie suggestioni dai mondi di Kawabata e Yoshimoto e con “Il pozzo e il pendolo” riscrittura freak (rappresentata nell’ambito della rassegna letteraria “Caffeina”) di Franco Eco dell’omonimo racconto di Edgar Allan Poe. La messa in cantiere di un numero così alto di prime mondiali ed eventi esclusivi da parte del Festival è dovuto ancora una volta, in modo particolare, al sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio che, avendo biennalizzato il proprio contributo, ha permesso un planning di più ampio respiro alla direzione di “Quartieri dell’Arte”. Il tema di QdA 2009 sarà anche l’occasione per esplorare luoghi della Città di Viterbo, antichi e ricchi di significati, da poco aperti al pubblico degli eventi teatrali e artistici, messi a disposizione dal Comune di Viterbo che anche quest’anno garantisce la propria attenzione e il proprio sostegno all’iniziativa. I direttori artistici Gian Maria Cervo e Alberto Bassetti PROGRAMMA Eventi di apertura Viterbo Ex Tribunale 5 settembre 2009 h. 12,00, 6,7 settembre 2009 h. 17,00 e h. 21,15 SE SAPESSI CANTARE MI SALVEREI di Juan Mayorga (Spagna). Traduzione di Antonella Caron Regia di Adriano De Santis Co-produzione del Festival con il Centro Sperimentale di Cinematografia ANTEPRIMA MONDIALE Libreria del Teatro 5 settembre 2009 h. 16,00 FRANCO QUADRI INCONTRA JUAN MAYORGA Viterbo Sala Gatti Dal 5 al 20 settembre 2009 dalle h. 17,30 alle h20,00 PROGETTO “L’UOMO PIU’ CRUDELE” Gian Maria Cervo- Enrico D’Elia- Marco Raparelli (Italia) Mostra-Graphic Novel-Performance In collaborazione con Ass. “Cittadinanza e Cultura” CREAZIONE DEL FESTIVAL Viterbo Ex Tribunale 5 settembre 2009 h. 21,00 VARIAZIONI SUL MODELLO DI KRÄPELIN di Davide Carnevali (Italia) Regia di Fabrizio Parenti Opera selezionata dallo Stückemarkt dei Theatertreffen di Berlino e vincitrice del Premio della Deutschlandradio Kultur Opera vincitrice del Premio Riccione Marisa Fabbri Studio PRIMA ASSOLUTA _______________ Altri eventi Ronciglione, vari luoghi Dal 12 al 16 settembre 2009 Spettacoli alle h. 18,00 19,00 20,00 21,00 22,00 DI CHE HAI PAURA? di Richard Dresser (Usa). Traduzione di Barbara Alesse Regia di Carlo Fineschi PRIMA ITALIANA ASSOLUTA Caprarola Scuderie del Palazzo Farnese 22 settembre 2009 h.21,00 SIBILLA di Alberto Bassetti (Italia) Regia di Antonio Spadaro PRIMA ASSOLUTA Viterbo, Palazzo dei Priori 26 settembre 2009 h. 12,00 25 ANNI il ruolo del dramaturg nel teatro tedesco Conferenza-spettacolo con Laura Olivi dramaturgin della Bayerisches Staatsschauspiel di Monaco di Baviera (Germania). Con la partecipazione di Carlo Roncaglia, Davide Carnevali e Durs Gruenbein PRIMA ASSOLUTA Tuscania, Teatro Rivellino 26 settembre 2009 h. 21,15 TENTAZIONE di Carles Batlle (Spagna). Traduzione di Laura Bernardini. Regia di Nuccio Siano Co-produzione del Festival con Beat ‘72 In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio e con il Festival “Paesaggi di Suoni” PRIMA ITALIANA ASSOLUTA Tuscania, Supercinema 27 settembre 2009 h. 21,15 SOTTERRANEO di Josep Maria Benet i Jornet (Spagna). Traduzione di Laura Bernardini, Davide Carnevali, Gian Maria Cervo, Isabel Turull. Regia di Eleonora Pippo Mise en espace Co-produzione del Festival con Beat ‘72 Con il sostegno dell’Institut Ramon Llull- Catalogna- Spagna In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio e con il Festival “Paesaggi di Suoni” PRIMA ITALIANA ASSOLUTA Caprarola, Scuderie del Palazzo Farnese 29 e 30 settembre 2009 h. 21,00 GLI STRACCIONI di Tiziano Scarpa (Italia) Regia di Sandro Mabellini PRIMA ASSOLUTA IL PROFESSOR MANGANELLI E L’INGEGNER GADDA di Tiziano Scarpa (Italia) Regia di Sandro Mabellini Tiziano Scarpa è il vincitore del Premio Strega per il 2009 PRIMA ASSOLUTA Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia Viterbo, Sala Gatti 1 e 2 ottobre 2009 h.21,00 DER WEG NACH DER WENDE di Davide Carnevali (Italia) da una novella di Durs Grünbein (Germania). Regia di Carlo Roncaglia In collaborazione con il Goethe Institut PRIMA ASSOLUTA Caprarola, Scuderie di Palazzo Farnese 7 ottobre 2009 h.21,00 ANIMA di Roberta Nicolai (Italia) Regia di Roberta Nicolai Studio In collaborazione col Festival Teatri di Vetro PRIMA ASSOLUTA Tuscania, Supercinema 8 ottobre 2009 h. 21,15 L’INAPPETENZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini Regia di Manuela Cherubini Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio PRIMA ITALIANA ASSOLUTA h. 22,00 LA STRAVAGANZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini Regia di Manuela Cherubini Una produzione di Psicopompo Teatro In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio Tuscania, Teatro Rivellino 9 ottobre 2009 h 19,00 FRANCO QUADRI INCONTRA RAFAEL SPREGELBURD 9 ottobre 2009 h. 21,15 IL PANICO di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini Regia di Manuela Cherubini Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio PRIMA ITALIANA ASSOLUTA Tuscania, Supercinema 10 ottobre 2009 h. 17,15 L’INAPPETENZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini Regia di Manuela Cherubini Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio PRIMA ITALIANA ASSOLUTA Tuscania, Teatro Rivellino 10 ottobre 2009 h. 21,15 IL PANICO di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini Regia di Manuela Cherubini Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio PRIMA ITALIANA ASSOLUTA QdA Special (Eventi di anticipazione) Viterbo DOLL IS MINE di Katia Ippaso (Italia) Tuscania SPARA TROVA IL TESORO RIPETI di Mark Ravenhill (Gran Bretagna). Traduzione di Luca Scarlini e Pieraldo Girotto Regia di Fabrizio Arcuri Co-produzione dell’Accademia degli Artefatti con Teatro Metastasio, Stabile della Toscana QdA Extra Viterbo IL POZZO E IL PENDOLO di Franco Eco (Italia) Regia di Franco Eco PRIMA ASSOLUTA nell’ambito del Festival Caffeina SCHEDE Viterbo Ex Tribunale 5 settembre 2009 h. 12,00, 6,7 settembre 2009 h. 17,00 e h. 21,15 SE SAPESSI CANTARE MI SALVEREI di Juan Mayorga (Spagna). Traduzione di Antonella Caron Regia di Adriano De Santis Con Francesco Brandi e Vito Mancusi Con l’amichevole collaborazione artistica di Roberto Antonelli Disegno luci Marco Palmieri Co-produzione del Festival con Beat ‘72 il Centro Sperimentale di Cinematografia ANTEPRIMA MONDIALE SE SAPESSI CANTARE MI SALVEREI «Sento un’ enorme gratitudine per il Festival Quartieri dell'Arte di Viterbo e il suo direttore, Gian Maria Cervo. Lo scorsa stagione il Festival mi ha fatto l'onore di presentare in Italia il mio lavoro "Himmelweg”. Quest'anno la nostra amicizia fa un passo in avanti, o meglio, un passo “in dentro”, perché ciò che viene presentato oggi è un lavoro che in qualche modo non considero del tutto concluso. In realtà, non do mai un testo per terminato, e qusto è un fatto che appartiene piuttosto normalmente al momento in cui l’autore si domanda se deve o non deve sottoporre il testo a qualcuno. Così mi sento come se stessi invitando a casa un gruppo di amici per la prima stesura di un pezzo. So che saranno onesti e sensibili nei loro commenti. L'amico è colui che meglio sa criticarci. “Se sapessi cantare mi salverei" è un'opera i cui personaggi sono proprio un autore teatrale e un critico. E' un'opera, dopotutto, sulla lotta che esiste tra il teatro e il mondo. Però è anche un'opera sul bisogno di essere riconosciuti e compresi e sull'amicizia». Juan Mayorga (Premio Ubu e Premio Max) Juan Mayorga è nato a Madrid nel 1965. Potrà sembrare strano, ma il suo curriculum accademico conta una laurea in Matematica e un dottorato in Filosofia. Teatralmente si è formato con il drammaturgo cileno Marco Antonio de la Parra, con Sarah Kane, e con José Sanchis Sinisterra. Dal 1998 insegna Drammaturgia e Filosofia presso la Real Escuela Superior de Arte Dramático de Madrid; è membro fondatore del collettivo teatrale “El Astillero”, e membro del consiglio di redazione delle riviste “Primer Acto” e “Acotaciones”. Come autore si è rivelato all’attenzione del pubblico nel 1998 con Cartas de amor a Stalin, ma la consacrazione è avvenuta nel 2003 con Alejandro y Ana. Lo que España no pudo ver del banquete de la boda de la hija del presidente (scritta a quattro mani con Juan Cavestany), seguito l’anno successivo da Últimas palabras de Copito de Nieve, entrambe portate in scena dalla compagnia Animalario. Mayorga è oggi probabilmente l’autore in castigliano più rappresentativo e importante della sua generazione. Hamelin, una delle sue opere più recenti, premiata lo scorso anno in Italia col prestigioso Premio Ubu come migliore novità straniera, ha fatto anche incetta di Premi Max, il più prestigioso riconoscimento del teatro spagnolo. Nato da madre inglese e padre italiano, Adriano De Santis, si divide per i suoi impegni registici tra l’Italia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Grecia, spaziando dalla regia di grandi eventi di massa a quella di intimistici allestimenti di testi contemporanei. E’ stato regista collaboratore di artisti internazionali come David Warren e Malcolm McKay. Ha collaborato come dramaturg al progetto Intertext realizzato dal Festival “Quartieri dell’Arte” (in collaborazione con il National Theatre di Londra, il Burgtheater di Vienna e la MEEC di Parigi) per cui ha messo in scena lo scorso anno l’acclamata versione italiana “Himmelweg” di Juan Mayorga. Attualmente è responsabile della pianificazione e programmazione della Scuola Nazionale di Cinema presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Viterbo Sala Gatti Dal 5 al 20 settembre 2009 dalle h. 17,30 alle h20,00 PROGETTO “L’UOMO PIU’ CRUDELE” Gian Maria Cervo- Enrico D’Elia- Marco Raparelli (Italia) Mostra-Graphic Novel-Performance In collaborazione con Ass. “Cittadinanza e Cultura”. Col sostegno della Fondazione Carivit CREAZIONE DEL FESTIVAL PROGETTO “L’UOMO PIU’ CRUDELE” Gian Maria Cervo è stato autore in residenza della Deutsches Schauspielhaus, Teatro Nazionale di Amburgo; Enrico D’Elia è un disegnatore-cartoonist che ha collaborato con riviste underground di fumetto come “Kerosene” , “Centro fumetto Andrea Pazienza” e “Epoch”; Marco Raparelli ha esposto in Italia e all’estero. Una sua opera è stata recentemente acquisita dala Metropolitana di Napoli. I tre artisti lavorano insieme alla trasformazione del testo teatrale di Cervo in graphic novel. “Sono partito da un personaggio storicamente esistito di cui si conosce solo il nome e poco altro (Voico Dobrita- era un boiardo alla corte di Vlad Dracul, il Dracula storico) e dalle crescenti opportunità che al giorno d’oggi ogni umano ha di essere antico e moderno, orientale e occidentale, cyborg e scimmia, per realizzare questo gioco alla Orlando di Virginia Woolf, una farsa che attraversa cinque secoli, una commedia sugli aspetti fictional della storia e sulla continua lotta dell’umanità nel ridefinire i propri obiettivi. Con Marco Raparelli, artista visivo di cui apprezzo l’ironia e la capacità di sintesi abbiamo iniziato a ragionare sull’idea di trasporre il testo in una graphic novel. Dopo alcuni incontri Marco ha coinvolto Enrico D’Elia e il progetto ha avuto inizio” Gian Maria Cervo "Trasformare il testo de L'Uomo Più Crudele in un fumetto è un compito che indurrebbe ogni autore che si diletti dell' oscuro e degli abissi al più scriteriato entusiasmo: misteri che spiraleggiano attraverso i secoli, orrori particolari che rivelano malvagità universali, amore, assassini seriali e ironiche orge di sangue. Una commedia e un dramma che suggeriscono un lavoro ferocemente gioioso e posseduto dall' ispirazione. Un compito invitante, forse troppo invitante: Contratti e offerte tanto irragionevolmente allettanti provengono spesso dal Demonio in persona, e il prezzo da pagare è invariabilmente l'inferno." Enrico D’Elia Gian Maria Cervo (Napoli 1970) è autore dei testi teatrali "Penetrazioni" (1995 prima assoluta Hill Street Theatre Festival Fringe di Edimburgo; prima italiana Nuovo Teatro Nuovo di Napoli ), "Del mio globo distratto" (1998 reading al Museo Revoltella, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Trieste; prima assoluta al Teatro dell'Unione, Festival "Quartieri dell'Arte", Viterbo; nuova versione al Neues Cinema, Deutsches Schauspielhaus di Amburgo ), "Nihil" (trilogia di atti unici brevi 1999-2002; reading al Festival Sitges Teatre Internacional, Spagna; prima assoluta Scuderie di Palazzo Farnese, Caprarola -VT-), "Fantomas a Roma" (2004 trasmissione su Radio Rai 3; mise en espace al Teatro Vascello, Roma), "Antigone-mdf" (2005 prima assoluta Festival Benevento Città Spettacolo), "Vi" (2005 prima assoluta Teatro Gobetti, Teatro Stabile di Torino), "L'uomo più crudele" (2006 anteprima al Piccolo Teatro di Milano, Festival Tramedautore; prima assoluta Sala del Consiglio del Palazzo dei Priori, Viterbo; repliche successive al Teatro Eliseo di Roma e al Burgtheater di Vienna), “Il ragazzo con l’albergo” (2007 prima assoluta al Superstudio +, Milano), “Il tempo libero” (2008 prima assoluta allo Schauspiel Essen, Germania,prima italiana assoluta al Teatro dei Varii di Colle Val D’Elsa, poi al Teatro Palladium, Roma) rappresentati e proposti da alcuni dei maggiori teatri, festival e media italiani ed internazionali. Nella stagione 2001-2002 è stato autore in residenza, con Dejan Dukovski e Roland Schimmelpfennig, della Deutsches Schauspielhaus, il Teatro Nazionale di Amburgo (Germania). Nel 1997 ha fondato il Festival "Quartieri dell'Arte" (di cui è attualmente direttore artistico) per la promozione della drammaturgia contemporanea in Italia e per il recupero di testi antichi poco o mai rappresentati (soprattutto per motivi di censura). Svolge un' intensa attività di traduttore (ha curato, tra l'altro, le versioni italiane di opere di Tony Kushner, Sarah Kane, Doug Wright, Enda Walsh, Peter Gill, Dennis Kelly), consulente letterario e docente di drammaturgia. Ha ricevuto nel 2006 un prestigioso incarico di studio e ricerca nell'ambito del progetto MELEZ per Essen Capitale Europea della Cultura per il 2010. E' uno degli autori di GAY, una guida italiana in 150 voci, edito da Mondadori Strade Blu. Enrico D’Elia (infidel) Nato ad Anxur (Terracina) il 10 agosto 1975 cresce a Roma, dove attualmente vive. Influenzato in tenerissima età dal nonno pittore e dalla lettura dei fumetti di Magnus, J. Kirby, A. Pazienza, E. Bilal e Moebius, completerà la sua formazione di disegnatore con un corso di fumetto (Scuola Internazionale di Comics 1993-1996). Esordisce come autore di fumetti sulla rivista Kerosene e fra il 1996 e il 2001 pubblica fumetti su Interzona, Fandango, Orcodrillo e per il Centro Fumetto Andrea Pazienza. Sue illustrazioni appaiono su Alias (supplemento de Il Manifesto), Drome, Blue e il magazine canadese Adbusters . Dal 1996 fino al 2005 crea manipolazioni e pitture in computergrafica per la rivista-libro Torazine (poi Catastrophe), oltre a numerosi flyer per eventi dell'underground musicale e culturale romano. Impiegato in lavori di grafica e prostituzione pubblicitaria (dal 1994 ad oggi), ha ricoperto le mansioni di copywriter, animatore flash, art director e illustratore, ricavandone se non altro una discreta ed eclettica conoscenza dei software e delle possibilità della computergrafica statica e animata. Mentre lavora nel campo dell'advertisting e del gaming online consegue la laurea in Scienze della Comunicazione in un crescendo di perplessità. Dal 2003 usa il software open source Flxer per esibirsi come vj mixando dal vivo e proiettando grafiche animate a fianco di dj o musicisti. Questa attività lega il suo nome a quello di alcuni party capitolini come Phag Off (the ultimate queer experience) e Subwoofer. Nel 2007 identifica o ricorda la vocazione per il disegno manuale e il fumetto fantastico e inizia una nuova stagione di autoformazione e disperatissimo studio i cui frutti periodicamente si riversano nella rivista epoc (per la quale attualmente produce idee, illustrazioni e fumetti realizzati a quattro mani con Simone Montozzi in arte Tsò). Marco Raparelli nasce a Roma nel 1975. Vive e lavora a Roma.Tra le principali mostre personali e collettive New Entry Careof Milano a cura di Chiara Agnello, Screening Haunch of Venison Londra, One of these things is not like the other thing, Galleria unosunove Roma a cura di Raimundas Malasauskas, Luoghi per eroi Galleria via Nuova, Firenze a cura di Lorenzo Bruni e le personali "Pina ti amo Catania", galleria Ugo Ferranti, Roma (2005), Il Futuro non è più quello di una volta, Galleria Umberto di Marino, Napoli (2009). Ha pubblicato per la rivista Fukt contemporary drawing edita da Revolver (Berlino). Nel 2009 ha pubblicato per la casa editrice Purple press di Roma il suo nuovo libro “The economy of the leisur class”. Viterbo Ex Tribunale 5 settembre 2009 h. 21,00 VARIAZIONI SUL MODELLO DI KRÄPELIN di Davide Carnevali (Italia) Regia di Fabrizio Parenti Con Fabrizio Parenti, Alberto Astorri e Emanuele Arigazzi Opera selezionata dallo Stückemarkt dei Theatertreffen di Berlino e vincitrice del Premio della Deutschlandradio Kultur Opera vincitrice del Premio Riccione Marisa Fabbri Studio PRIMA ASSOLUTA VARIAZIONI SUL MODELLO DI KRÄPELIN Emil Kraepelin è lo psichiatra che, negli anni Venti del secolo scorso, ha dato il nome alla patologia conosciuta come “morbo di Alzheimer”, scoperta e teorizzata, per l’appunto, dal suo collega Alois Alzheimer. I tre uomini che compaiono in questo testo sono una persona affetta da demenza senile (Primo Uomo); suo figlio (Secondo Uomo); il suo dottore (Terzo Uomo). Mentre il Primo Uomo sta perdendo la memoria, il Secondo Uomo e il Terzo Uomo cercano di mantenere vivo il ricordo della sua vita. Ma come funziona la mente del Primo Uomo, che processi associativi segue, in che modo la sua immaginazione influisce nella sua memoria? Spesso chiama con un altro nome le persone, le cancella e poi le fa riapparire per collocarle in un altro contesto. Confonde gli anni e non ricorda il nome degli oggetti. In quello che racconta del suo passato, i particolari reali convivono con quelli immaginari. Crede lui stesso a tutto quello che pensa e dice? Possiamo crederci noi? E che senso hanno adesso le sue parole? Cosa significano? Questo è un testo sulla possibilità di ricostruire il passato, e quindi l’identità, di una persona. Nella misura in cui il Primo Uomo mantiene viva la sua storia, conserva la sua identità. Ma nel momento in cui il racconto della sua storia smette di essere coerente, presenta contraddizioni e si modifica senza nessuna logica apparente, la sua identità muta. Anche l’Europa sta perdendo la sua identità. L’identità di una nazione, come quella del singolo, si struttura sulla capacità di ricordare, di dotare di coerenza la narrazione cronologica degli eventi che la interessano. Questo testo si decompone in frammenti che stabiliscono tra loro relazioni ambigue. Alcuni si contraddicono, altri si interrompono bruscamente, altri si ripetono. Altri sono una continua variazione. In fondo questo è un testo che subisce un processo degenerativo, proprio come la mente del Primo Uomo. In quest’opera, tanto i personaggi quanto gli spettatori sono così invitati a formulare ipotesi di ricostruzione della storia, e della Storia. In un libero gioco di interpretazioni, per scoprire che l’immagine che abbiamo del passato è solo una sua approssimativa rielaborazione personale. Davide Carnevali è nato a Milano nel 1981 e ha lavorato come assistente dell’ attrice-drammaturga Laura Curino al Piccolo Teatro di Milano e al Teatro Stabile di Torino. Ha studiato drammaturgia a partire dal 2005 presso la Sala Beckett di Barcellona, e sta attualmente completando i suoi studi post-laurea presso l'Universitat Autònoma della città. Carnevali lavora come traduttore e critico per la rivista teatrale Hystrio e come editor per la casa editrice Ubulibri. E 'stato finalista al Premio Riccione per il Teatro con la sua opera "Saccarina". “Variazioni sul modello di Kräpelin” ha vinto il Premio Riccione Marisa Fabbri per il 2009 e il Premio Deutschlandradio Kultur ai Theatertreffen di Berlino e sarà prodotto come radiodramma e trasmesso nel 2010 dalla radio nazionale tedesca. Fabrizio Parenti è socio fondatore della compagnia Quellicherestano(insieme a Werner Waas, Paolo Musio, Massimo Bellando Randone) fondata a Roma nel 1992 E’ attore protagonista in tutte le produzioni del gruppo con testi di:Herbert Achternbusch, Heiner Mueller, Alfred Jarrj, Georg Buechner, Werner Schwab, Roland Schimmelpfennig, Eilfriede Jelinek, Rolf Kemnitzer, Titus M. Plautus, Alberto Moravia, Antonio Moresco, Paolo Musio, Carlo Collodi, Aldo Nove, Tiziano Scarpa.Tutti diretti da Werner Waas. Lavora in numerosi teatri italiani, tra i quali: Teatro Vascello, Teatro di Roma, Piccolo Teatro Milano, Centro Teatrale Bresciano, Festival Oltre 90 Milano, Festival delle Letterature Roma, ERT Modena, Teatro Eliseo Roma, e altri. Inoltre lavora con i registi: Giancarlo Nanni, Daniel Horowitz, Cesare Lievi, Paolo Rosa, Andrea Taddei,Cherif, Tito Piscitelli. Nella stagione 2003/2004 collabora al progetto “Petrolio” a cura di Mario Martone per il Teatro Mercadante Teatro Stabile di Napoli con “Qualcosa di scritto” da “Petrolio” di Pierpaolo Pasolini, di cui è interprete e coautore insieme ad Emanuele Trevi e Fabrizio Ruggiriello, “Dialogo” e “Il Cormorano” di Natalia Ginzburg in cui è il protagonista maschile riscuotendo un enorme successo di critica e di pubblico. Esordisce nella regia nel giugno 2005 con lo spettacolo “Servizi e Servitori”di cui è anche interprete all’interno del Festival “La fabbrica dell’uomo” tenutosi a Milano nel Giugno/Luglio 2005 Cura la regia di “And Bjork off corse” di Thorvaldur Thorstenson e “Radio Lombardo Veneto International” di Bepi Vigna entrambi al Piccolo Teatro di Milano. Nella stagione 2006/7 è regista e interprete de “L’assoluto Naturale” di Goffredo Parise con Carla Chiarelli. Produzione C.R.T, Milano che ha riscosso un incredibile consenso di pubblico e critica. E’ seguita una tournè nella stagione 2007/8 che ha toccato diversi teatri stabili. Nel 2009 è regista e drammaturgo di “Ho dei fulmini per capelli - Il futuro è (anche) donna”, spettacolo teatrale a piu’ voci, realizzato per il Comune di Milano, in occasione dei festeggiamenti per il centenario del Futurismo. Ha preso parte a numerose produzioni televisive quali “La Squadra” ,“Un posto al sole”, “Gente di mare” e “Giovanni Falcone”. Ronciglione, automobile, vari luoghi Dal 12 al 16 settembre 2009 Spettacoli alle h. 18,00 19,00 20,00 21,00 22,00 DI CHE HAI PAURA? di Richard Dresser (Usa). Traduzione di Barbara Alesse Regia di Carlo Fineschi Con Barbara Alesse, Edoardo Ciufoletti, Sara Allegrucci, Camillo Ventola e gli allievi diplomandi del CSC PRIMA ITALIANA ASSOLUTA DI CHE HAI PAURA Nel 1999 Richard Dresser, un drammaturgo statunitense, dà vita a un nuovo genere teatrale: la “commedia d’automobile” (“car play”), scrivendo il corto teatrale “Di che hai paura?” (“What are you afraid of?”), messo in scena per la prima volta nello stesso anno allo Humana Festival di Louisville, Stati Uniti d’America. Il pubblico e gli attori sono tutti seduti nell’abitacolo di una vettura, mischiati gli uni agli altri. Tra i due personaggi, un “lui” e una “lei”, conosciutisi apparentemente solo nel momento in cui sono saliti in macchina, scocca l’amore, amore a prima vista. Nell’ora che seguirà, gli spettatori saranno testimoni della velocissima parabola di un amore, dalla sua nascita al suo apice fino alla sua conclusione, veloce e imprevista tanto quanto il suo inizio. Questo innovativo genere teatrale offre la possibilità di sperimentare un nuovo rapporto tra il pubblico e lo “spettacolo”: la prossimità dei due mondi, il loro mischiarsi fino quasi a fondersi, rivoluzionano e stravolgono i ruoli. Gli spettatori, in un numero massimo di tre, non sono protetti dal buio della sala, non sono silenti testimoni degli eventi ma hanno la possibilità di cambiarne il corso, interagendo con gli attori in una dimensione dove finzione e realtà si fondono completamente. L’aspetto più rivoluzionario della “commedia d’automobile” consiste nel fatto che lo spettacolo abbandona lo spazio neutro del teatro e viaggia nutrendosi, arricchendosi e modificandosi grazie ai differenti percorsi cittadini, alle vie, i negozi, e i monumenti davanti ai quali l’automobile farà tappa. La storia prevede proprio delle soste in differenti punti del centro urbano o extra urbano in cui gli attori continueranno a recitare. I luoghi quotidiani e quelli più affascinanti diventeranno il set di un “film dal vivo”. Richard Dresser è un autore e sceneggiatore americano. Tra le sue commedie ricordiamo la trilogia sulla felicità in America (Augusta, The Pursuit of Happiness e A View of the Harbor), e le commedie Gun Shy, Something in the Air (messa in scena in prima italiana assoluta al Festival “Quartieri dell’Arte” nel 2000) e Wonderful World, tutte presentate allo Humana Festival di Louisville prima di essere messe in scena off-Broadway. Dresser è anche autore del musical Good Vibrations e la sua commedia Below the Belt è stata adattata per il cinema con il titolo Human Error. Per la Tv ha scritto Vietnam War Stories (HBO) ed è autore di episodi di altre serie televisive come Bakersfield P.D. e The Job. What are you afraid of? è diventato nel 2007 un film per la televisione tedesca. Carlo Fineschi è membro e socio fondatore della Compagnia “Urlo”. E’ autore (Il Cerchio, F.C., La scelta), attore (diretto da Benno Boudgoust, Vito Boffoli ma anche da Michele Placido e Lino Capolicchio per il cinema) e regista (Garage Olimpo, dal film di Marco Bechis, L’Uomo più crudele di Gian Maria Cervo, in entrambi dei quali è anche interprete, Qualcosa nell’aria di Richard Dresser e molti altri). I suoi spettacoli sono rappresentati in teatri come l’Eliseo di Roma, Piccolo di Milano, Burg Theater di Vienna, nonché al Festival di Edimburgo. Il tempo libero, scritto da Gian Maria Cervo e diretto da Carlo Fineschi ha avuto previews nel 2008 al Festival Quartieri dell’Arte, prima di essere rappresentato in prima assoluta allo Schauspiel Essen in Germania e poi al Teatro Palladium di Roma. Caprarola Scuderie del Palazzo Farnese 22 settembre 2009 h.21,00 SIBILLA di Alberto Bassetti (Italia) Con Pietro Faiella e Cristina Arnone Suono Davide Mastrogiovanni Aiuto regia e movimento Sonia Bertin Una produzione DOPPIAEFFE compagnia di Mariano Rigillo Regia di Antonio Spadaro PRIMA ASSOLUTA SIBILLA “Esistono due tipi di silenzio, uno privo di parole e uno con un torrente di parole”. Harold Pinter Un uomo su un autobus, vomita il suo vuoto la sua disillusione il totale fallimento della sua vita e dei suoi ideali. Non è solo ma resta solo coi suoi discorsi e i moti del suo animo ad agitarli. Come apparizioni in una dimensione vicina all’onirico gli fanno da uditori una giovane donna , un uomo di colore e sua figlia, simbolo di una vita che non ha speranza se non quella di essere destinata a un’omologazione una serialità di comportamento e di pensiero che isolano l’individuo spingendolo a una disperata richiesta di amicizia, di amore. Una tragicommedia che si consuma velocemente con un altalenarsi di umori e situazioni che mostrano il nostro ineluttabile percorso di solitudine. Alberto Bassetti nasce a Roma il 4 agosto 1955. Esordisce in teatro con il testo “Il segreto della vita”, di cui cura anche la regia. Riceve due Premi dell’Istituto del Dramma Italiano, nel ’90 per “La tana” (nel 1993 Maschera d’Oro e Medaglia alla regia per l’allestimento curato da Antonio Calenda; testo presentato anche in versione catalana col titolo “El cau”, regia di Joan Rieira al Festival Grec di Barcellona nel ’97; nuovamente prodotto dal Centro Teatrale Bresciano con regia di Tatiana Olear nel 2000) e nel ’95 per “La Gabbia” (messo in scena da Cherif nel 2001 e da lui stesso nel febbraio 2007 al Burgteather di Vienna).Tra gl altri suoi testi andati in scena: “Harem”con Giuseppe Pambieri, regia di Giorgio Albertazzi, musiche originali di Franco Battiato (debutto al Festival di Taormina nel 1995); “Scandalo” con Gabriele Ferzetti” e “Il ventre” con Isabel Russinova, ambedue diretti da Francesco Branchetti; “Le due sorelle”, regia di Antonio Calenda nel ’97 (Premio Randone alle attrici Claudia Poggiani e Daniela Giovanetti) e di Andrea Buscemi nel 2002; “Stato padrone”, da lui diretto, che dopo il Premio Fondi alla commedia riceve il Superfondi per l’allestimento del 1994; “Entrate” regia di Pierpaolo Sepe; “Sopra e sotto il ponte”, premio Giuseppe Fava 1995, che in differenti allestimenti ha visto in scena, tra gli altri: Gianni Garko, Ivana Monti, Bruno Armando; “Il volo del gallo”, regia di Marco Maltauro; “Venditori di anime” diretto in successive edizioni: da lui stesso per il Dramma Nazionale di Fiume, in Croazia, poi da Marco Maltauro con Enrica Bonaccorti e Giancarlo Zanetti, e ancora da Pierpaolo Sepe in una produzione del Teatro di Roma con Jitka Frantova, Luigi Maria Burruano e Max Malatesta, spettacolo ospitato anche dal Narodni Divadlo (Teatro Nazionale di Praga) che successivamente ne propone una propria versione in lingua ceca, diretta da Michal Docekal. Ha curato diversi adattamenti : “Senilità” da Svevo per Roberto Herlitzka; “Un sogno a Lisbona” da ‘Requiem’ di Tabucchi con regia di Teresa Pedroni; “Rudens” da Plauto (autore su cui aveva già lavorato nel “Plautus” diretto da Calenda, tutto in lingua latina) per Flavio Bucci; “Il caso Sofri” da Luigi di Majo e Annalisa Scafi per Piera Degli Esposti e Gabriele Ferzetti. Dirige con Gian Maria Cervo il Festival “Quartieri dell’Arte” ed è direttore artistico del settore teatrale di “Opere.festival” (Castello di Bracciano). Ha curato per le Edizioni Interculturali la collana “Boccascena”, pubblicando testi di Tony Kushner, Jon Fosse, Angelo Longoni e Sonia Antinori. Dal novembre del 2007 dirige il ‘TeatroLoSpazio.it’ da lui fondato a Roma con Francesco Verdinelli: un nuova sala teatrale polivalente che si avvia a divenire “Casa dell’autore presente”. Nel 2004 ha girato il suo primo film: “Sopra e sotto il Ponte”, con Graziano Piazza, Isabel Russinova, Lorenzo De Angelis e gli esordienti Davide Rossi, Clio Bassetti e Ismaila ‘Mbaje, che ha debuttato al Festival du cinema du monde di Montreal nel settembre 2005 ed è uscito in Italia nella primavera 2006. Antonio Spadaro ha iniziato a lavorare in teatro come attore nel 2000 dopo aver frequentato la scuola del Teatro Stabile di Genova. E’ stato diretto da registi come Cristina Pezzoli (Filumena Marturano), Memè perlini (Il Postino di Neruda), Roberto Guicciardini (Titus Andronicus) e Giancarlo Sepe (Morso di Luna nuova). Ha frequentato numerosi stage tenuti tra gli altri da Antonio Latella, Pierpaolo Sepe, Ennio Coltorti e Michele Placido. Come regista ha fatto da assistente a Jerome Savary (Irma la dolce) e Piero Maccarinelli (4.48 Psychosys) debuttando nel 2006 al festival Quartieri dell’Arte con una sua regia per il testo “Lasciala Sanguinare” di B.Galemiri . Nel 2008 per lo stesso festival dirige il monologo di Will Eno “Thom Pain – tratto da niente”, finalista al premio Pulitzer nel 2004 Viterbo, Palazzo dei Priori 26 settembre 2009 h. 12,00 25 ANNI il ruolo del dramaturg nel teatro tedesco Conferenza-spettacolo con Laura Olivi dramaturgin della Bayerisches Staatsschauspiel di Monaco di Baviera (Germania). Con la partecipazione di Carlo Roncaglia, Davide Carnevali e Durs Gruenbein PRIMA ASSOLUTA 25 ANNI Laura Olivi ha diretto quest’anno al Festival di Salisburgo un’acclamata sintesi della trilogia “The Coast of Utopia” di Tom Stoppard alla presenza dell’autore. Tuscania, Teatro Rivellino 26 settembre 2009 h. 21,15 TENTAZIONE di Carles Batlle (Spagna). Traduzione di Laura Bernardini. Regia di Nuccio Siano Con Nuccio Siano, Fabio Gomiero e Giulia Andò Aiuto Regia Anna Maria Loliva Scene e costumi Viola Natali Luci Luca Santini Co-produzione del Festival con Beat ‘72 In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio e con il Festival “Paesaggi di Suoni” PRIMA ITALIANA ASSOLUTA TENTAZIONE Carles Batlle è uno degli autori della cosiddetta nuova drammaturgia catalana, affacciatasi sulla scena negli anni novanta. In Tentazione , opera costruita per lo più su monologhi, l’autore, sfruttando anche la presenza/assenza fisica degli interlocutori, ci propone come un gioco di indovinelli che finisce per risolversi nel progressivo smascheramento del protagonista, una sorta di personificazione di un’ Europa in pieno declino. Senza rinunciare al relativismo, alla sottrazione, all’occultamento di informazioni, alla dissezione degli elementi tematici, il nucleo centrale di Tentazione è costituito dalla volontà dell’autore di affrontare un argomento tra i più rilevanti e contraddittori della nostra società: l’irrompere dell’immigrazione e il suo ruolo nell’Europa di oggi. Carles Batlle , nato a Barcellona nel 1963, è tra le figure più rappresentative della scena catalana attuale. Le sue opere, caratterizzate dalla costante ricerca di un linguaggio e di una forma contemporanei, affrontano temi come la memoria, lo sradicamento,l’immigrazione, lo scontro tra culture, i rapporti generazionali e la guerra. Ha diretto fino al 2008 l’Obrador della Sala Beckett di Barcellona e la rivista teatrale (Pausa.). È uno dei patrons del Festival New Plays from Europe di Wiesbaden e dal 1998 al 2005 ha fatto parte del Consiglio Consultivo del Teatre Nacional de Catalunya, di cui, tra il 2003 e il 2004 è stato anche drammaturgo residente. Professore di Drammaturgia all’Institut del Teatre di Barcellona e all’Universitat Autònoma de Barcelona, coordina il Programma di Dottorato in Arti Sceniche di entrambe le Istituzioni. La sua tesi dottorale sul teatro simbolista di Adrià Gual ha ricevuto il Premio della Critica "Serra d’Or" 2002. Tentazione ha debuttato nel 2004 al Teatre Nacional de Catalunya di Barcellona e al Burgtheater di Vienna. Nello stesso anno la versione tedesca dell’opera, Versuchung, è stata scelta per essere presentata allo Stückenmarkt di Berlino e nel corso del 2006 sono stati tre gli allestimenti in altrettanti teatri francesi, fra cui quello di Metz. Tra le sue opere, tradotte e rappresentate in molte lingue, Sara i Eleonora, Combat, Les veus de Iambu, Suite (Premio SGAE 1999), Oasi (Premio Recull "Josep Amatller" 2002). La sua ultima opera, Trànsits, ha debuttato nell’ ottobre 2007 alla Sala Beckett diBarcellona. Nuccio Siano è regista, attore, cantante e musicista. Dirige la Associazione Culturale Porta Nova Le sue più recenti prove registiche sono la messinscena de ll Contagio per il Festival “Quartieri dell’Arte”, dal romanzo di Walter Siti, Testamento di sangue di Dario Bellezza, Le canzoni di Pasolini con Aisha Cerami per il Festival Pasolini di Viterbo, rappresentato a Roma e a New York, Dialogo di una prostituta con un suo cliente di Dacia Maraini, Un pesciolino di P.P.Pasolini, La Duchessa di Amalfi di J. Webster, allestito all’interno dell’antico duomo di Amalfi, Mari colorati di Vincenzo Cerami sull’opera poetica di Alfonso Gatto. Sul fronte musicale ha prodotto il cd Le canzoni di Pasolini dall’omonimo spettacolo, ed è in uscita il cd di canzoni classiche napoletane Voce ‘e notte . (www.myspace.com/nucciosiano) Ultimo impegno cinematografico il film Noi credevamo di Mario Martone; in televisione è il medico legale della serie Rex (rai 1). Tuscania, Supercinema 27 settembre 2009 h. 21,15 SOTTERRANEO di Josep Maria Benet i Jornet (Spagna). Traduzione di Laura Bernardini, Davide Carnevali, Gian Maria Cervo, Isabel Turull. Regia di Eleonora Pippo Mise en espace Co-produzione del Festival con Beat ‘72 Con il sostegno dell’Institut Ramon Llull- Catalogna- Spagna In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio e con il Festival “Paesaggi di Suoni” PRIMA ITALIANA ASSOLUTA SOTTERRANEO Per il vocabolario della lingua italiana il sotterraneo è l’insieme dei locali di un edificio che si trovano sotto il livello del terreno o, in senso figurato, che avviene in segreto, clandestino. Nel Sotterraneo di Benet i Jornet assistiamo alla terrificante esplorazione dei locali dell’edificio psichico dei due protagonisti, un uomo alla ricerca della propria moglie scomparsa e uno psicologo, e all’emersione del clandestino e segreto: la trattazione dei termini della resa del Super-Io alla pulsione di morte nel sadomasochismo erogeno e morale. Un’esplorazione nell’abisso della mente umana, la guerra che comporta, il sesso e la paranoia come nella migliore fantascienza New Wave che focalizza nell’ innerspace e nella violazione dei tabù le sue tematiche portanti. Salvador Dalì tenne una conferenza a Londra indossando uno scafandro. L'operaio mandato a ispezionare la tuta gli chiese quanto si proponesse di scendere e il maestro esclamò: "Fino all'inconscio!", al che l'operaio rispose: "Ho paura che non potremo scendere tanto!". Cinque minuti più tardi, si dice, Dalì a momenti soffocava entro il casco. “E questa tuta intern-spaziale che ancora ci manca!” scrisse J. G. Ballard e io dico: Benet i Jornet con Sotterraneo ne ha costruito un pezzetto. Josep M. Benet i Jornet è nato a Barcellona nel 1940. Dopo aver conseguito la laurea, ha iniziato a scrivere per il teatro. Divenne noto dapprima con l’opera Una Vella, coneguda olor (1964), un lavoro che è stato insignito del Premio Josep M. de Sagarra 1963. Questa è stata seguita da due opere pubblicate nel 1970, Fantasia per a un auxiliar administratiu e Cançons perdudes. Continuò a proporre un teatro di impianto realistico con Berenàveu a les fosques (1972) e Quan la ràdio parlava de Franco (1979). Tuttavia, con Revolta de bruixes (1977) adottò toni simbolistici. In La desaparició de Wendy, il mondo dell'infanzia e il periodo successivo alla guerra civile assumono una dimensione mitica. Ha scritto anche opere per bambini, tra i quali Supertot (1975), Helena a l'illa del baró Zodíac (1975) e El somni de Bagdad (1977). Nel 1989 ha debuttato Ai, carai! Al Teatre Lluire , mentre Desig è stata allestita presso il Centro Teatrale della Generalitat (il governo catalano) nel 1991. Ha ricevuto il Premio Nazionale per il Teatro nel 1995 per l’opera E.R., rappresentata al Teatre Lluire (1994) e trasposta in un film intitolato Actrius (Attrici, 1996) di Ventura Pons. Tra le opere più recenti cituamo Olors, presso il Teatro Nazionale della Catalogna, regia di Mario Gas (2000), Això, a un fill, no se li fa (Teatreneu , 2002), L'habitació del nen ( Teatre Lliure, 2003) e Salamandra ( TNC, 2005). Ha anche realizzato gli script per il primo serial prodotto dalla Televisione de Catalunya (Poble Nou, 1993-94, Rosa, 1995-96; Nissaga de poder , 1996-98; Laberint d'ombres , 1998-2000, e Nissaga, l’herencia, 1999. Sta attualmente scrivendo sceneggiature per la serie tv, El cor de la ciutat. E’ membro dell’ AELC (Associazione degli scrittori di lingua catalana). Eleonora Pippo si forma come attrice alla Scuola del Teatro Stabile di Torino e lavora con Giancarlo Cobelli , Lorenzo Loris, Carmelo Rifici , Tim Stark, Franco Branciaroli, Jurij Ferrini, Ferdinando Bruni e Elio De Capitani. E' stata assistente alla regia di Claudio Longhi e Giancarlo Sepe. "Yumiura" di Yasunari Kawabata è il primo lavoro da regista. Nel 2005 fonda CALIBRO2 e dirige la commedia "Cinque donne con lo stesso vestito" del premio Oscar Alan Ball, che debutta proprio al Festival “Quartieri dell’Arte”. Poco dopo dirige "Itagliani!" di Antonella Cilento con Margherita Di Rauso. Caprarola, Scuderie del Palazzo Farnese 29 e 30 settembre 2009 h. 21,00 GLI STRACCIONI di Tiziano Scarpa (Italia) Regia di Sandro Mabellini PRIMA ASSOLUTA IL PROFESSOR MANGANELLI E L’INGEGNER GADDA di Tiziano Scarpa (Italia) Regia di Sandro Mabellini Tiziano Scarpa è il vincitore del Premio Strega per il 2009 PRIMA ASSOLUTA Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia Tiziano Scarpa ha vinto il Premio Strega 2009 con il romanzo “STABAT MATER” GLI STRACCIONI Per chi non ha lavoro rimane pur sempre la nobile arte dell’accattonaggio. Ma niente si improvvisa: anche per chiedere l’elemosina occorrono preparazione ed esperienza. Così in questa sorta di “Opera da tre soldi” catapultata tra mendicanti professionisti in giacca, cravatta e camicia stirata, si incontrano per la strada fascinose barbone aristocratiche e passanti che si cambiano continuamente d’abito, anche se forse sono sempre la stessa- pericolosissima- persona. IL PROFESSOR MANGANELLI E L’INGEGNER GADDA Nemmeno a casa propria si può stare al sicuro. Il Professor Manganelli e l’ingegner Gadda bisticciano in un appartamento di Roma fino a sfidarsi a duello in un indimenticabile scontro sciamanico da veri stregoni della parola. Proprio la mattinain cui la figlia Giulietta era arrivata a Milano suonando alla porta del padre dopo quindici anni di separazione. Nato a Venezia nel 1963, Tiziano Scarpa ha pubblicato i romanzi Occhi sulla graticola e Kamikaze d'occidente, le raccolte di racconti Amore, Cosa voglio da te e Amami, le raccolte di interventi civili Cos'è questo fracasso? e Batticuore fuorilegge, il libro di aforismi Corpo e il poema Groppi d'amore nella scuraglia. Ha inoltre pubblicato la guida Venezia è un pesce. Con Aldo Nove e Raul Montanari ha scritto le poesie Nelle galassie oggi come oggi. Covers. E' autore dei radiodrammi Popcorn e La visita. Il suo ultimo romanzo Stabat Mater, vince il Premio Strega 2009. Sandro Mabellini è regista ed attore; si è diplomato nel 1992 alla Scuola di Teatro di Bologna, specializzandosi nel 2004 con Luca Ronconi come regista, nel 2007 con la Socìetas Raffaello Sanzio come Performer dello spettacolo dal vivo e nel 2009 con Ariane Mnouchkine e il Theatre du Soleil come Attore.Collabora dal 2007 come attore e regista al Laboratorio di Prato, progetto triennale di formazione applicata del Teatro Metastasio di Prato, diretto da Federico Tiezzi. Fra le sue regie, Il gabbiano di Martin Crimp, Qualcuno arriverà di Jon Fosse Albatros di Fabrice Melquiot (tutte per il Festival “Quartieri dell’Arte”), Sciame di Toni Negri e Magnificat di Alda Merini. Viterbo, Sala Gatti 1 e 2 ottobre 2009 h.21,00 DER WEG NACH DER WENDE di Davide Carnevali (Italia) da una novella di Durs Grünbein (Germania). Regia di Carlo Roncaglia In collaborazione con il Goethe Institut PRIMA ASSOLUTA DER WEG NACH DER WENDE di Davide Carnevali uno studio su Der Weg nach Bornholm di Durs Grünbein Berlino è una città che fatica a dimenticare il proprio passato, il che può essere un bene o un male, secondo le circostanze e i punti di vista. Gran parte del ventesimo secolo ha avuto a che fare con questa città, e in questa città ha lasciato una traccia difficile da cancellare. La traccia del muro è oggi una doppia fila di mattonelle di porfido che taglia l’asfalto e i giardini, le strade e i marciapiedi, correndo lungo un perimetro che allora era marcato dal filo spinato. Oggi qualche frammento del muro è ancora visibile in giro per la città, scrostato dal tempo o ridipinto dai writers. Quello spettro che si aggirava per l’Europa è oggi un triste uno scheletro, di cui è rimasto solo qualche osso. Qualche osso di questo muro alto poco più di tre metri e dallo spessore nemmeno troppo consistente; a guardarlo quasi non ci si crede che abbia diviso così nettamente la città e l’Europa per più di ventotto anni. Quello della Bornholmerstraße è stato il primo check-point aperto nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1989. Ho cercato di immaginarmi Durs Grünbein che cammina in quella strada venti anni fa, ho cercato di immaginarmi la gente che esce di casa e si incanala verso il Böse Brücke, ho cercato di immaginarmi tra quelle persone. Non ci sono riuscito. La percezione della città per una persona che vive a Berlino nel 2009 ha poco a che vedere con quella di chi, come Durs Grünbein, a Berlino ci viveva allora. Per chi non ha provato sulla propria pelle il regime e la dissidenza, le manifestazioni e la caduta del muro, la visione di questa storia non può che essere una visione frammentata, fatta di ritagli di giornale, immagini video, documenti da museo e sensazioni volatili. È una memoria ricostruita a posteriori. Come raccontare tutto questo? Come trasmettere l’atmosfera concitata di quei giorni, a qualcuno che in quei giorni non c’era, era lontano, e non sapeva cosa fosse la DDR e la Berlino Est ai tempi del Patto di Varsavia? Una repubblica che si definiva democratica, uno stato che aveva promesso al suo popolo il paradiso in terra, aveva finito per trasformarsi in una gabbia, aveva tolto al suo popolo la libertà. La libertà di espressione, la libertà di movimento, la libertà di scelta, di credere o non credere. Come una forma di religione, non ammetteva il dubbio, esigeva la fede. E allora il racconto di Grünbein viene aperto, prova a diventare una mappa della memoria. Questo è un testo che non racconta una storia, ma presenta dei materiali per capire una storia, e soprattutto la Storia. Un testo che si frammenta e si espande, esplode come sono esplosi i fatti di quel 9 novembre 1989. Nato a Dresda nel 1962, Durs Grünbein vive dal 1985 a Berlino come poeta, traduttore e saggista. Autore di numerose raccolte di poesie e saggi, tra cui Vom Schnee (2003),Antike Dispositionen (2006), Strophen für übermorgen (2007; tutte edite da Suhrkamp). Oltre a molti altri riconoscimenti,nel 2005 ha ricevuto il Premio Georg Büchner, nel 2004 il Premio Friedrich Nietzsche,nel 2005 il Premio Friedrich Hölderlin, nel 2006 il Premio letterario della Città di Berlino e il Premio Pasolini a Roma. Davide Carnevali è nato a Milano nel 1981 e ha lavorato come assistente dell’ attrice-drammaturga Laura Curino al Piccolo Teatro di Milano e al Teatro Stabile di Torino. Ha studiato drammaturgia a partire dal 2005 presso la Sala Beckett di Barcellona, e sta attualmente completando i suoi studi post-laurea presso l'Universitat Autònoma della città. Carnevali lavora come traduttore e critico per la rivista teatrale Hystrio e come editor per la casa editrice Ubulibri. E 'stato finalista al Premio Riccione per il Teatro con la sua opera "Saccarina". “Variazioni sul modello di Kräpelin” ha vinto il Premio Riccione Marisa Fabbri per il 2009 e il Premio Deutschlandradio Kultur ai Theatertreffen di Berlino e sarà prodotto come radiodramma e trasmesso nel 2010 dalla radio nazionale tedesca Carlo Roncaglia è regista attore e musicista, diplomato nel 1997 alla Scuola del Teatro Stabile diretta da Luca Ronconi. Nel 1997 fonda la Compagnia di Musica-Teatro Accademia dei Folli di cui è regista, musicista e attore. Tra gli spettacoli più recenti realizzati da regista con il gruppo, Nevermore di Eric Minetto e Emiliano Poddi, La nobile perplessità della fenice di Piero Ferrero, Kvetch di Steven Berkoff, Sleuth di Anthony Shaffer, Come un romanzo di Antonio Tarantino. Caprarola, Scuderie di Palazzo Farnese 7 ottobre 2009 h.21,00 ANIMA di Roberta Nicolai (Italia) Regia di Roberta Nicolai Studio In collaborazione col Festival Teatri di Vetro PRIMA ASSOLUTA ANIMA “La ferita dell’impossibilità del bene, dell’impossibilità di cambiare il mondo. L’Anima Buona del Sezuan sullo sfondo, condensando la coralità, in tratti e interpreti essenziali, cerco di toccarne il nodo drammaturgico. Nessuna intenzione di attualizzazione o di messa in scena. L’esigenza, al contrario, di tradire la fonte per ritrovare al suo interno la domanda che muove le azioni degli uomini: dobbiamo cambiare il mondo? L’anima e il corpo indistinguibili e indissolubili al confronto con l’eterno. Si combattono e si atterrano. Persino il dolore diventa merce di scambio, strumento per ottenere ciò che non si è riusciti a raggiungere con i propri meriti. La ricerca, ancora una volta, muove dalle armonie e disarmonie tra la voce e il corpo, tra la scena e lo spettatore. Attraversa ordini diversi di grandezza partendo dalla ferita del singolo, in assenza di collettività arriva a un significato globale. Chiedo aiuto agli scritti filosofici di Nancy (guida del mio lavoro) e alle immagini degli artisti orientali. E come sempre cerco la creazione all’interno dell’esistente, in una vocazione pop che gode del frammento recuperato, del riuso dell’usato, del residuo santificato”. Roberta Nicolai Anima è inserito in: Projet de Coopération théâtrale franco-italienne « L'acteur et ses langages dans les dramaturgies contemporaines françaises et italiennes» Strutture che costituiscono la Rete :Teatro Libero de Palerme, Compagnie TST de Rome, Cie Pierre Lucat de Vallée d’Aoste, compagnie Ricci/Forte de Rome, Compagnie Persona-Renaud Lescuyer de Lyon/France. Note UN BRECHT NON PIU’ BRECHT NELL’EPOCA DELL’INDIFFERENZIATO Perché ragionare sull’Anima buona del Sezuan Parto dal punto in cui avevo lasciato il discorso: il lager che conclude il Calderòn di Pasolini. È questo lager, in cui i corpi non sono più persone ma ammasso, grumo, reso indifferenziato da una violenza che può esprimersi solo attraverso la spersonalizzazione del soggetto, l’avvio per iniziare anche solo a ragionare su Brecht. Su un testo di Brecht, scritto quando quel lager non era che un’ipotesi nella mente di qualcuno. C’è un gesto, all’inizio di molti testi di Brecht, compiuto da una creatura povera; nel corso della pièce una società barbara distrugge questo gesto. Mi chiedo: posso ancora parlare oggi di società? Posso all’Anima concedere l’esistenza dell’antagonista? Nell’epoca che soffre il proprio tramonto, mi vengono in mente molti temi: assottigliamento del lessico, processi di ridimensionamento culturale, banalmente non si capisce più una lingua, non si sa leggere, né scrivere … ma in teatro quello che siamo diventati o stiamo diventando diventa la pasta dell’evento, il nodo, il fatto. Cosa abbiamo di fronte quando si apre il sipario? Là, nella sala, chi c’è? E allora oggi ho sempre sotto gli occhi il lager. Ma mi sfuggono i colpevoli. O meglio mi sfuggono i salvati o i salvabili e quindi anche i colpevoli. Indifferenziato. E poi mi accorgo che forse Brecht, dentro al grande paesaggio corale, guardava alla ferita del singolo. Perché è chiaro: solo il singolo è feribile. Solo un corpo è mortale. VEDO DUNQUE SONO Una piccola nota sull’estetica Un paradosso, perché so di partire dal testo, dalla scelta di un testo. A volte lo scrivo io stessa. Il testo è la storia da raccontare nel modo in cui raccontarla. Eppure penso IMMAGINE. Non penso in immagini, non parto dalle immagini che saranno lo spettacolo. Penso l’immagine come soglia, come potenzialità, come confine. Un lavoro per la visione degli spettatori, un meccanismo costruito per essere prima di ogni cosa guardato. Credo sia per questo che non cerco immagini solo belle. È per questo che, negli ultimi anni, ho puntato all’assottigliamento degli effetti teatrali, ho tolto, asciugato, reso più fragile ogni singola immagine in scena. Lo spettacolo come un’unica immagine-soglia, un confine sul quale stare tutti sospesi: io, gli attori e gli spettatori. Un teatro così è difficile. È difficile da pensare, da fare e da guardare. Un teatro così serve una vita per farlo. Rinnovo una sfida: non guardate me, guardate il mondo, io ho solo creato una piccola falla, una breccia attraverso la quale riesco a vedere qualcosa. IDENTICI DIVERSI Note sul concetto di antagonismo Mi rendo conto che quando penso l’antagonismo, approdo istintivamente al dualismo. In una struttura teatrale che è simultaneamente spaziale, concettuale e lessicale, parlare di antagonismo può diventare complesso. E allora sintetizzo: corpo e mondo. Se parto da qui, presuppongo due spazi in un solo spazio, quello della rappresentazione. In uno questi spazi il sé è spezzato, abbandonato; nell’altro spazio esiste il dominio sociale. Dualità dello spazio nel quale mettere in scena la vulnerabilità, la degradazione, arrivando al suo ribaltamento, alla creazione dell’autorità. Anima e corpo; corpo e mondo. Il corpo come forma dell’anima eppure sua materia; l’anima che diviene forma del corpo. Il corpo è il terreno in cui nascono le parole; e la parola, irrinunciabile, è vincolata alla macchina, allo strumento che la produce: il corpo. La parola, il logos, l’anima, il principio nasce dalla sua stessa materia: il corpo. È il panorama di riferimento ogni volta che strutturo un esercizio per gli attori. La tecnica ormai è là, da qualche parte, fortunatamente quasi dimenticata. Emerge solo a tratti. Sono quegli istanti in cui i miei attori mi sembrano riconoscibili. Sono momenti di disagio. Spero sempre che si produca irriconoscibilità, che mi siano stranieri come straniero è ogni corpo diverso dal mio e ogni altro diverso da me. Elementi separati che possono trovare una sintesi soltanto nella loro performance: lavorare insieme su un terzo soggetto-oggetto che non è il personaggio (termine che da tempo mi appare vuoto) ma la performance, l’esecuzione, quella zona di sintesi tra la mia attesa d’arte e la loro attesa d’arte. Quella zona produttrice di bellezza. Roberta Nicolai è regista e direttore artistico del tst scaleno teatro di Roma con il quale realizza progetti artistici, nuove pratiche di creatività contemporanea: teatrinvisibili (monitoraggio e convegno 2005/06), Teatri di Vetro (tre edizioni tra il 2007 e il 2009), OFFicINa, Cantiere di creatività contemporanea della Regione Lazio (2008/09). Laureata in filosofia. Dopo una formazione artistica eccentrica, basata sulla pluralità degli insegnanti e degli insegnamenti, un periodo di esperienze attorali e registiche presso compagnie delle cantine romane, compagnie di giro, pratiche di teatro in luoghi non convenzionali e la sperimentazione di progetti didattici in campi rom e in Africa, diventa docente di recitazione presso il Centro Internazionale La Cometa (1998-2003) e il Centro Sperimentale di Cinematografia (2003). Tuscania, Supercinema 8 ottobre 2009 h. 21,15 L’INAPPETENZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini Regia di Manuela Cherubini Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio PRIMA ITALIANA ASSOLUTA h. 22,00 LA STRAVAGANZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini Regia di Manuela Cherubini Con Simona Senz’acqua video: Sergio De Vito suono: Graziano Lella luce: Gianni Staropoli voce off: Settimia Di Stefano Una produzione di Psicopompo Teatro In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio Tuscania, Teatro Rivellino 9 ottobre 2009 h 19,00 FRANCO QUADRI INCONTRA RAFAEL SPREGELBURD 9 ottobre 2009 h. 21,15 IL PANICO di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini Regia di Manuela Cherubini Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio PRIMA ITALIANA ASSOLUTA Tuscania, Supercinema 10 ottobre 2009 h. 17,15 L’INAPPETENZA di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini Regia di Manuela Cherubini con Silvia Alù, Emanuele Angeloni, Mary Di Tommaso, Angela Favella, Silvia Francese, Ilaria Giachi, Salvatore Langella, Lidiya Liberman. Lorenzo Micheli, Elena Radonicich, Barbara Renzi ,Giacomo Tarsi Luce: Gianni Staropoli Suono: Graziano Lella Assistente alla regia: Patrizia Romeo Sguardo vigile e voce: Stefano Gabrini Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio PRIMA ITALIANA ASSOLUTA Tuscania, Teatro Rivellino 10 ottobre 2009 h. 21,15 IL PANICO di Rafael Spregelburd (Argentina). Traduzione di Manuela Cherubini Regia di Manuela Cherubini Co-produzione del Festival con Beat’72, Centro Sperimentale di Cinematografia e Psicopompo Teatro In collaborazione con Tuscania d’Arte, Officina culturale della Regione Lazio PRIMA ITALIANA ASSOLUTA EPTALOGIA DI HIERONYMUS BOSCH “L’“Eptalogia di Hieronymus Bosch”, è un corpus di sette opere teatrali ispirate alla tavola dei Peccati Capitali di Hieronymus Bosch, composte da Rafael Spregelburd dal 1996 al 2008. I peccati moderni che danno titolo alle opere sono: L’inappetenza, La stravaganza, La modestia, La stupidità, Il panico, La Paranoia, La cocciutaggine. I Sette Peccati capitali sono migrati verso altri ordini morali, verso una delirante “cartografia” della morale, dove la ricerca del centro costituisce il motore di tutta l’indagine disperata sul divenire. L’ordine nel quale lo spettatore scelga di vedere le opere, il lettore di leggerle, il regista di rappresentarle, inciderà sulla sua cosmovisione, e pertanto modificherà la sua visione particolare di ciascuna di esse e del loro insieme. Come nel quadro di Bosch, suddiviso in sette rappresentazioni, le sette opere dell’Eptalogia possono essere lette autonomamente o nel loro insieme; ciascuna e tutte rendono testimonianza della caduta di un Ordine, nel caso di Spregelburd quello Moderno, che l’Uomo credeva suo, e ciascuna di esse, a suo modo, formula le domande che accompagnano il turbamento dell’Uomo dinanzi a questa caduta: dov’è la deviazione quando ormai non c’è più un centro? E’ possibile la trasgressione quando non c’è una legge fondante?” Manuela Cherubini Rafael Spregelburd è nato a Buenos Aires nel 1970 Drammaturgo, regista, attore, cineasta, sceneggiatore e traduttore, è uno degli artisti argentini più riconosciuti nel mondo. Al suo attivo più di trenta opere andate in scena e un centinaio di premi nazionali e internazionali. Le sue opere sono state prodotte in Argentina, Germania, Spagna, Messico, Repubblica Ceca, Svizzera, Austria, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Francia, Portogallo, Colombia, Brasile, Uruguay, Venezuela, Cuba. Fondatore della compagnia “El Patrón Vázquez”, ha lavorato come drammaturgo e regista per importanti teatri: Deutsches Shauspielhaus di Amburgo, Shaubüne e Hebbel Theater di Berlino, Akademie Schloss Solitude e Staatstheater di Stoccarda, Royal Court Theatre e National Theatre Studio di Londra, Chapter Arts Center di Cardiff e Shauspielfrankfurt. Fra le sue opere, pubblicate anche in francese, ceco, tedesco, inglese, portoghese: Buenos Aires, Lucido, Bloqueo, Heptalogia de Hieronymus Bosch, Raspando la cruz, Fractal, La escala humana, Bizarra. (In italiano è in preparazione, presso Ubulibri, il primo volume dell’Eptalogia di Hyeronimus Bosch, a cura di Manuela Cherubini.) È inoltre traduttore e responsabile della pubblicazione dall’inglese e dal tedesco di Harold Pinter, Sarah Kane, Steven Berkoff, Marius von Mayenburg, Reto Finger e Wallace Shawn. Manuela Cherubini è nata a Roma nel 1973. E’ regista e traduttrice. Laureata in Storia, da diversi anni collabora con il C.R.M. (Centro Ricerche Musicali) di Roma, approfondendo l’indagine sulla relazione fra Arte e Scienza. Per il C.R.M. realizza la regia di opere musicali, performance, istallazioni (Forte Spagnolo de l’Aquila, Giardini della Filarmonica, Goethe Insitut), radiodrammi musicali (Rai Radio Tre), in collaborazione con Michelangelo Lupone e Laura Bianchini. Collabora con Marco Baliani, Maria Maglietta e José Sanchis Sinisterra. Con quest’ultimo approfondisce la relazione tra Filosofia della Scienza e ricerca nell’ambito della drammaturgia attorale. Nel 2001 fonda PsicopompoTeatro, con Luisa Merloni e Patrizia Romeo, dove prosegue l’indagine sulla drammaturgia contemporanea. Realizza gli spettacoli: MedeiaMatri, di Daria Panettieri; La stagione del maiale, in collaborazione con Luisa Merloni; Artemisia, tratto dall’omonimo romanzo di Anna Banti; Anima-Li, opera di teatro musicale di Graziano Lella; Criminal, di Javier Daulte; La stravaganza, secondo capitolo dell’Eptalogia di Hieronymus Bosch, di Rafael Spregelburd. Realizza la traduzione e la messinscena di Hamelin, di Juan Mayorga, Premio Ubu 2008 come miglior novità straniera. Curatrice dello speciale del Patalogo 2008 dedicato alla “Nueva hispanidad”; traduttrice e curatrice delle opere di Rafael Spregelburd in italiano.