Se lo spettacolo non ci fa perdere l`equilibrio, la serata

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Se lo spettacolo
non ci fa perdere
l’equilibrio,
la serata
è squilibrata.
Peter Brook
Carlo Goldoni
Damiano Michieletto
Joyce Carol Oates
Francesco Frongia
Corinna Agustoni
Luca Toracca
Francesco Piccolo
Valerio Aprea
Giovanni Pascoli
Giuseppe Battiston
Gianmaria Testa
Renato Sarti
Maurizio Lastrico
Gioele Dix
Marco Martinelli
Ermanna Montanari
Babilonia Teatri
Alessandro Bergonzoni
Mark Ravenhill
Ferdinando Bruni
anno IV 02/2013
aprile/maggio/giugno
è un trimestrale edito da
Teatridithalia Società Cooperativa
Teatro dell’Elfo Impresa Sociale
corso buenos aires 33
20124 milano
direttore responsabile
barbara caldarini
redazione
flora cucchi, nicola manfredi
veronica pitea, diana sartori
progetto grafico
plum (plumdesign.it)
registrazione tribunale di milano,
n. 5 del 4 gennaio 2010
stampa
arti grafiche bianca e volta
via del santuario – 20060
trucazzano (milano)
marzo 2013
distribuzione gratuita
Grazie!, Elfo Puccini è il coro dei 100,
200, 300 studenti (forse anche di più
perché ad ogni lezione ne arrivano
di nuovi) che per tre mesi, da ottobre
a dicembre, hanno affollato le aule
dell’Università degli Studi di Milano, in via Noto. Si studia la storia del
Teatro dell’Elfo, raccontata non dai libri
ma dagli stessi protagonisti che, tra una
prova e una recita,
trovano il tempo per
ricordare, discutere,
spiegare quarant’anni di teatro d’arte contemporanea.
Elio De Capitani e Ferdinando Bruni sono i
primi a salire in cattedra. Ci parlano dei
loro Shakespeare e
della scoperta di Fassbinder, di Resti umani non identificati e
di Rosso, dei primi
anni (quelli del tutti
fanno tutto) e dell’Impresa Sociale di oggi.
È poi la volta di Fiorenzo Grassi. Lui sa
veramente tutto e ci
porta dalla Milano degli anni Settanta (il suo Teatro Uomo, i Teatridithalia,
Milanoltre) all’inaugurazione dell’Elfo
Puccini multisala. La lezione di Cristina Crippa è una grande emozione: la
sera prima l’abbiamo applaudita nella Discesadi Orfeo! E applausi in aula
anche per Ida Marinelli e Elena Russo
Arman che ci regalano una divertente
anteprima di Alice underground.
Carlo Sala ci dice: “Creare è come ricordare il futuro” mentre le sue scenografie scorrono sotto i nostri occhi a
testimoniare un percorso artistico straordinario. Quando non ci stiamo più
in aula (siamo troppi!), Ferdinando
Bruni ci accoglie nella sala Shakespeare e ci mostra la storia dell’Elfo attraverso quarant’anni di
manifesti e locandine. Con la lezione di
Corinna Agustoni e
Luca Toracca, il corso per quest’anno si
conclude.
Ci contiamo. Siamo
in 700! E tutti, professori e alunni, abbiamo ancora voglia
di sapere, di incontrare chi non siamo
riusciti ad ascoltare,
di non perdere questa occasione.
Elio De Capitani ci ricorda che l’Elfo muta
forma, è sempre differente, cambia, non
lo si può afferrare.
Noi tutti lo ascoltiamo a bocca aperta
ma, in cuor nostro, una certezza ce
l’abbiamo: il prossimo anno il corso di
storia del teatro non cambierà. I nostri
generosi e fantastici Elfi saranno ancora con noi.
100
200
300
studenti
TEATRO DELL’ELFO 1973/2013
in questa foto:
Resti umani non identificati (1993),
lo spettacolo che segnava l’inizio dell’avventura di
Teatridithalia - Elfo e Portaromana associati.
Foto di Armin Linke
l’elfo
Alberto Bentoglio
docente di Storia del teatro e dello spettacolo
dell’Università degli Studi di Milano
di p os
un ve
aglio
nt
Non ha ancora
quarant’anni Damiano Michieletto,
ma già da dieci dirige opere liriche nei maggiori teatri e festival d’Europa: dalla Fenice
alla Scala, dall’Opéra Bastille al Liceu di
Barcellona, fino al Festival di Saliburgo dove è stato il più giovane regista italiano
di tutti i tempi. Ora affronta con il consueto
piglio deciso e radicale un classico del teatro
di prosa.
«Mi piace questo testo perché è una storia
d’amore sospesa nel tempo e nello spazio:
non è collocata da Goldoni in uno spazio
preciso, e non ci sono elementi sociali che
forzano i personaggi in una determinata
cornice storica. Tutto questo mi affascina
perché lascia libera l’immaginazione, degli
interpreti prima e dello spettatore poi.
li
tà
Mi piace perché dà la possibilità di lavorare con gli attori mettendo l’accento su
una recitazione fisica, per inventare personaggi che invece nella scrittura sono ritratti
molto rapidamente. Mi piace perché è una
scrittura basata esclusivamente sul ritmo,
capace di sintetizzare queste maschere
umane in un microcosmo di relazioni tutte
legate assieme. Penso ad
uno spettacolo frizzante,
leggero, erotico. Penso
ad un gruppo di attori giovani, capaci
innanzitutto di ascolto. In questa,
che è l’ultima grande commedia corale di
Goldoni, tutto avviene per via di un semplice oggetto che passa di mano in mano
con un ritmo indiavolato. Questo oggetto
è il simbolo dell’erotismo, come fosse una
freccia scoccata dall’arco di un Cherubino
sbadato, come un Puck di Shakespeare...
che si muove invisibile tra i personaggi e
li comanda, li provoca, si diverte alle loro
spalle, gioca con i loro sentimenti e rapidamente li contagia fino alla follia. Allo stesso
tempo li educa all’amore, permette loro di
imparare a dire i propri sentimenti, scioglie
le loro lingue ed apre i loro occhi... Tutti vengono coinvolti nella vicenda del ventaglio,
diventano violenti, accecati per amore, folli
di gelosia, ridicoli nelle loro smanie, impugnano pistole e coltelli, si minacciano... e
tutto per un niente, per un piccolo ventaglio
che non vale neanche due lire. Ma in realtà
si tratta dell’amore: l’amore non ha prezzo
e per amore si sono sempre fatte le più immense follie...».
Damiano Michieletto
i
b
si
elfo puccini | sala Shakespeare
2 – 14 aprile
ore 20.30 (domenica ore 16.30)
IL VENTAGLIO
di Carlo Goldoni | regia Damiano Michieletto
produzione Teatro Stabile del Veneto
Teatri e Umanesimo Latino SpA
Chi parte, chi torna, chi resta
Parole e musica
sulle tracce
dei migranti
Si rinnova la complicità
artistica tra Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa : tornano insieme sul palcosce-
nico per raccontare con sguardo delicato e
partecipe le fatiche di vivere nell’Italia di
ieri e di oggi. Dopo il successo di 18 mila
giorni – Il Pitone, che metteva al centro della
scena la dignità del lavoro e la precarietà
come nuova condizione personale e sociale,
ora con Italy ci parlano di altre povertà, altri
“invisibili” e perdenti: sono gli emigranti
del secolo scorso, i nostri concittadini che
si spostavano verso l’America, e sono quelli
di oggi. E lo fanno attraverso la poesia e le
parole di Giovanni Pascoli e del suo poema
Italy e attraverso la musica di Testa che alle
migrazioni contemporanee ha dedicato l’album Da questa parte del mare.
La lirica che dà corpo allo spettacolo,
scritta nel 1904, sviluppa una vera e propria
narrazione seguendo le vicende di una coppia di italiani che, emigrata oltreoceano ritorna a Caprona con la figlia nata e cresciuta
negli Stati Uniti. La piccola Molly, affidata
alle cure della nonna, vive inizialmente un
forte senso di alienazione ed estraniazione.
Non conosce la lingua, non conosce i luoghi e,
a differenza degli altri, per cui il tornare ha il sapore della malinconia, per Molly questo arrivo
è fatto di cose tristi, nere, che fanno paura.
Pascoli dunque ci parla di un ritorno.
Gli emigrati confondono la loro lingua d’origine e non sanno più esprimersi, se non in
dialetto, ma americanizzato, che rende difficile la comunicazione, che pone distanze e
ancora una volta emargina. Di un conflitto,
seppure inconsapevole, che emerge dall’incontro di due generazioni, nazionalità, lingue. Molly e la nonna all’inizio non riescono
a comunicare, Molly parla solo con la sua
bambola, non capisce gli usi, le abitudini di
questo mondo sconosciuto. Per la nonna il suo
parlare è simile al cinguettio degli uccelli…
piano piano attraverso i gesti, gli sguardi e le
poche parole condivise, riescono a costruire
un loro linguaggio, un rapporto affettivo e
un piccolo bagaglio di ricordi comuni.
«Nella ricerca del materiale Pascoliano - dice
Giuseppe Battiston - mi sono imbattuto in una
serie di fotografie e di queste una mi ha colpito
in modo particolare: la foto di un barcone carico
all’inverosimile. Di italiani. L’analogia con i tempi che
viviamo, con la nostra Storia contemporanea, che
sarà “futura Storia e Memoria” è il motivo per cui ho
scelto di proporre questo poema. Vorrei che l’Italia,
gli italiani avessero rispetto per la propria memoria e
ne facessero un patrimonio».
elfo puccini | sala Shakespeare
16 – 21 aprile
ore 20.30 (domenica ore 16.30)
Italy Sacro all’Italia raminga
Giuseppe Battiston legge Italy
di Giovanni Pascoli
musica di Gianmaria Teasta (voce e chitarre)
produzioni Fuorivia
«Nel teatro ci sono leggi
iono come il linguaggio più adatto
a descrivere ed esorcizzare i disagi
della contemporaneità, una sorta di
alfabeto musicale e letterario per comporre il mosaico di inferni e purgatori
quotidiani. Nell’attesa forse vana di
qualche saltuario sprazzo di paradiso.
Maurizio Lastrico riesce dunque a
conciliare lo stile frammentario, sin-
non scritte che regolano da sempre i rapporti
fra chi sta sul palco e chi si trova in platea,
una sorta di patto basato sulla mutua fiducia. Ecco, quando Maurizio Lastrico entra
in scena, il pubblico si predispone istintivamente a ridere, perché capisce che è arrivato
un attore comico di cui si può fidare. E subito
si lascia conquistare dalla sua elegante figura dinoccolata, dalla sua originale e ariosa
gestualità, da quella particolare fisicità che
lo contraddistingue, generosa, a tratti debordante, eppure mai invadente, segno indiscutibile della sua innata, civile educazione.
Lastrico sovverte l’idea della comicità tutta
Gli endecasillabi
di Maurizio Lastrico
di pancia, impulsiva, fisiologica. La sua carta
vincente è nella qualità dei testi e nell’energia comunicativa, quella famigerata e tanto
rara vis comica che gli permette di far ridere
grazie a parole che prendono letteralmente
corpo. Una ricetta speciale, frutto del suo
talento, che ha per ingredienti risolutivi
un’intelligenza vivace, un’inesorabile e feroce ironia, una discreta dose non esibita di
cultura, che non guasta mai. Nel suo nuovo
spettacolo, Facciamo che io ero io, intreccia
fra loro resoconti sulle sue origini, cronache su incontri e personaggi del presente,
riflessioni su sogni e sfide per il futuro. Costruisce così un racconto teatrale dal peso
specifico molto superiore a quello di un puro
monologo di intrattenimento, grazie a una
lingua mai sciatta e a una recitazione consapevole dei propri mezzi. In tale contesto, il
suo “marchio di fabbrica”, gli endecasillabi
danteschi che lo hanno reso famoso, appa-
L’attore di Zelig
in teatro con
un nuovo spettacolo
diretto da Gioele Dix
tetico, folgorante delle sue fortunate
esibizioni televisive con la sua indole
di attore teatrale che pratica e nobilita
l’approfondimento mimetico, l’introspezione, la cura del dettaglio. Dirigere Maurizio Lastrico è un’avventura
stimolante e impervia, che implica
concentrazione, rigore e attenzione,
sia ai massimi sistemi che alle sfumature. Non una passeggiata, insomma.
È questo il suo bello».
Gioele Dix
elfo puccini | sala Shakespeare
2 – 12 maggio
ore 21.00 (domenica ore 16.30)
FACCIAMO CHE io ERO IO
di Maurizio Lastrico | regia di Gioele Dix
produzione Bananas
Possono esistere felicità trascurabili? E allora come chiamare quei
un irresistibile
catalogo
dell’allegria
di vivere
elfo puccini | sala Fassbinder
15 – 21 aprile
ore 21.00 (domenica ore 16.00)
MOMENTI DI
TRASCURABILE FELICITÀ
di Francesco Piccolo
regia e interpretazione di Valerio Aprea
produzione Associazione Città Teatro
piaceri intensi e volatili che punteggiano le
nostre giornate, accendendone i minuti come
fiammiferi nel buio?
Valerio Aprea - attivo tra cinema, televisione e teatro, di recente anche in coppia con
Valerio Mastandrea - porta in scena all’Elfo
Puccini la versione teatrale del clamoroso
successo letterario di Francesco Piccolo e
del suo perfido, irresistibile catalogo dell’allegria di vivere. Attraverso una regia essenziale, imperniata su un’alternanza di monologhi e immagini video, senza un’apparente
consequenzialità narrativa, lo spettacolo
tenta dunque di ricomporre, mattone dopo
mattone, questa specie di piccola, grande,
esilarante, mappatura della gioia. Tra decisioni liberatorie, ripensamenti dell’ultimo
momento, osservazioni segrete degli altrui
comportamenti, considerazioni sui tanti
minuscoli gesti di rassicurante inutilità o
di inconfessabile egoismo che costellano il
nostro universo giornaliero di ricerca della
felicità.
Trascurabile.
Ma non troppo.
Valerio Aprea e Francesco Piccolo hanno iniziato a
collaborare con alcune serate di reading da cui è nato
un progetto che si è andato ripetendo e consolidando
nel tempo. A maggio 2006 è andato in scena lo
spettacolo, sempre in forma di reading, per più attori,
Allegro Teatrale, una specie di ‘zibaldone’ di scritti,
tra brani e racconti.
Momenti di trascurabile felicità è l’ultimo, naturale
atto di questa collaborazione letteraria e teatrale.
e
p
e
i
s
a
l
e
r
t
l
o
il buio
Nel buio dell’America,
edito da Sellerio nel 1999, raccoglie due pièce
teatrali della scrittrice americana Joyce C.
Oates. La prima, Dissonanze - vicina alla
produzione più noir dell’autrice - ritrae una
coppia del New Jersey, i coniugi Gulick, la cui
vita è sconvolta dall’arresto del figlio, accusato dell’omicidio di una giovanissima vicina
di casa.
Francesco Frongia aveva scelto questo
testo nel 2010 per inaugurare la sala Bausch
e il suo intimo spazio scenico, trasformato in
una sorta di ring o scacchiera, delimitato da
un rosso baldacchino. I due personaggi, scritti
con una finezza che ne fa risaltare tutta la
complessità, sono interpretati da due volti
storici dell’Elfo, Corinna Agustoni e Luca
Toracca.
«Comincia con una voce fuori campo la straordinaria
storia di orrore borghese a cui partecipano i coniugi
Gulick di questo asciutto atto unico. E comincia con
un’affermazione che li costringe a ragionare sul
concetto di società, famiglia e nazione, sul significato
della parola giustizia, sul loro essere americani,
eppure genitori di un figlio che ha portato l’orrore
e il disordine nella loro vita. La prima frase non
lascia spazio alle ambiguità, ai fraintendimenti e ai
tentennamenti, vuole una risposta e la vuole subito:
“In un caso di omicidio (considerando l’omicidio
come un’astrazione) si ha sempre la sensazione
dell’inevitabile - una volta stabilita l’identità
dell’omicida. In precedenza la sensazione è di
disarmonia”. La musica è presente già nel titolo
originale, Tone Clusters ovvero Dissonanze, e viene
usata in senso metaforico. Credo non ci sia bisogno
di altro per chiarire l’intenzione dell’autrice:
il mondo felice e roseo, fatto di casette pulite
e i praticelli ordinati, lascia il posto alla disarmonia
per mostrare che il prato è infestato da un’erba
del colore del sangue».
Francesco Frongia
elfo puccini | sala Bausch
3 – 21 aprile
3, 4 e 5 aprile, ore 21.30
dal 6 aprile ore 19.30 (domenica ore 15.30)
Nel buio dell’America
Dissonanze
di Joyce Carol Oates | regia di Francesco Frongia
con Corinna Agustoni e Luca Toracca
Teatro dell’Elfo
Abbonamenti e prezzi
Biglietteria Elfo Puccini
Prezzi
c.so Buenos Aires 33, Milano
tel. 02.00.66.06.06
www.elfo.org - [email protected]
Posto unico € 30.50
Riduzione convenzioni € 27
Riduzione giovani
(fino ai 25 anni compiuti) € 16
Riduzione anziani
(dai 60 anni compiuti) € 16
Il martedì posto unico € 20
da lunedì a sabato 10.30/19.30
domenica 14.30/17.30
Prenotazioni online
I biglietti possono essere prenotati
scrivendo a [email protected] o
compilando il form sul sito www.elfo.org
Acquisti telefonici
I biglietti si possono acquistare anche
telefonicamente con carta di credito allo
02.00.66.06.06 (senza costi aggiuntivi)
e ritirare entro 30 minuti prima dell’inizio
dello spettacolo.
Acquisti online
I biglietti e gli abbonamenti possono essere
acquistati online sul sito www.elfo.org
e su www.vivaticket.it con carta di credito
o bancomat (ritiro la sera stessa, entro 30
minuti dall’inizio dello spettacolo)
Call center Vivaticket by Charta all’ 899.666.805
(servizio a pagamento)
I biglietti per
e Urge sono in vendita anche su
www.ticketone.it.
Facciamo che io ero io
L’abbonamento Invito a teatro è valido
per Viva l’Italia , Nel buio dell’America ,
Shopping & fucking (tagliando Elfo
Puccini) e Nome di battaglia Lia
(tagliando Teatro della Cooperativa)
1
1 NOVITÀ
1Più tre 36 e
1 il nuovo abbonamento
1
1
1
1
dell’Elfo Puccini.
Tre spettacoli a scelta
tra tutti i titoli in programma
da aprile a luglio.
Carnet
9 ingressi a scelta libera € 171
da usare come quando e con chi vuoi
anche sulla stessa sera
Carta regalo
2 biglietti utilizzabili senza vincoli
per tutti gli spettacoli in stagione € 61
Per le scuole
Intero € 12
Abbonamento scuola € 30
Ufficio promozione e scuole:
tel 02.00.66.06.33 – [email protected]
stagione 12/13
elfo
puccini
14 – 26 maggio | sala Fassbinder
BABILONIA TEATRI
14 - 19 maggio THE END
21 - 26 maggio PINOCCHIO
di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
23 - 26 maggio | sala Shakespeare
URGE
2 – 14 aprile | sala Shakespeare
di e con Alessandro Bergonzoni
produzione Allibito
di Carlo Goldoni | regia Damiano Michieletto
Teatro Stabile del Veneto
3 – 29 giugno | sala Fassbinder
3 – 21 aprile | sala Bausch
di Mark Ravenhill | regia Ferdinando Bruni
TEATRO DELL’ELFO
IL VENTAGLIO
corinna agustoni, luca toracca
NEL BUIO DELL’AMERICA
di Joyce Carol Oates | regia Francesco Frongia
TEATRO DELL’ELFO
15 – 21 aprile | sala Fassbinder
Valerio Aprea
MOMENTI DI
TRASCURABILE FELICITÀ
SHOPPING & FUCKING
ottobre – luglio | sala Bausch
nuove storie
per un nuovo teatro
IN TOURNÉE
12 gennaio - 14 aprile THE HISTORY BOYS
www.elfo.org/calendario/20122013/tournee.html
di Francesco Piccolo | regia Valerio Aprea
produzione Associazione Città Teatro
16 – 21 aprile | sala Shakespeare
Giuseppe Battiston
Gianmaria Testa
ITALY
di Giovanni Pascoli
Produzioni Fuorivia
23 aprile – 1 maggio | sala Shakespeare
NOME DI BATTAGLIA LIA
testo e regia Renato Sarti
Teatro della Cooperativa
elfo puccini
2 - 12 maggio | sala Shakespeare
ore 21.00
FACCIAMO CHE io ERO IO
di e con Maurizio Lastrico
regia Gioele Dix
produzione Bananas
3 – 12 maggio | sala Fassbinder
TEATRO DELLE ALBE /
RAVENNA TEATRO
3 - 8 maggio PANTANI
9 e 10 maggio RUMORE DI ACQUE
11 e 12 maggio OUVERTURE ALCINA
22 aprile | sala Shakespeare
Il teatro di
Mariangela Melato
sullo schermo
IL DOLORE
di Marguerite Duras
con Mariangela Melato
regia Massimo Luconi
proiezione dello spettacolo
prodotto da Teatro Stabile di Genova
INGRESSO LIBERO
Dedicato alle donne e al loro coraggio
NOTE A MARGINE
Sentieri selvaggi
MUSICA IMPURA
rassegna di musica contemporanea 2013
26 marzo, sala Shakespeare
Lunapark ensemble
LUNAPARK
Renato Sarti mette in scena la Niguarda “resistente”
10 giugno, sala Bausch
Patrizio Fariselli,
Roberto Masotti,
Loretta Fariselli
ANTROPOFAGIA
Patrizio Fariselli
Massive Attack, Brian Eno, Squarepusher,
Louis Andriessen
23 aprile, sala Fassbinder
Evan Ziporyn, Sentieri selvaggi
ensemble, Carlo Boccadoro
LABORATORIO
Flavio Testi, Giorgio Colombo Taccani,
Matteo Manzitti, Anthony Fiumara,
Evan Ziporyn
30 aprile, sala Fassbinder
Andrea Rebaudengo
EL PUEBLO
DI Frederic Rzewski
14 maggio,
sala Shakespeare
Giovanni Sollima,
Sentieri selvaggi
ensemble,
Carlo Boccadoro
SPASIMO
Giovanni Sollima
posto unico €16,50
abbonati Elfo Puccini €11,50
www.sentieriselvaggi.org
13 maggio, ore 9.30 e 11.30, sala Shakespeare
WAGNER CIRKUS
regia Federico Grazzini
un progetto di Aslico nell’ambito
di Opera Education 2013
“L’opera lirica è un posto dove un uomo
viene pugnalato e, invece di morire, canta”.
Leopold Fetchner
posto unico € 12
info e prenotazioni: 02 89697360
[email protected] - www.operait.org
17 e 18 maggio, ore 21.00, sala Shakespeare
MILAN BURLESQUE
AWARD 2013
Prezzi: 17 maggio € 31.50 - 18 maggio € 36.50
Info: www.milanburlesqueaward.com
[email protected]
PREMIO HYSTRIO
www.premiohystrio.org
Sentieri selvaggi ensemble,
Carlo Boccadoro
23 giugno, sala Fassbinder
Michael Daugherty
concerto 2013
dei corsi di Francesca Breschi
AMERICAN ICONS
passato, che, attraverso la riscrittura drammaturgica, si fa tragedia, dolore antico, arcaico. Forse a volte ci si dimentica delle storie
apparentemente marginali e che al di là dei
momenti alti e celebrativi, esiste un mondo
fatto di episodi che fanno parte di una quotidianità ai più sconosciuta, ma dal valore
estremamente significativo. All’interno della
grande pagina della Resistenza, il quartiere
di Niguarda a Milano, e le donne dei suoi cortili, ebbero un ruolo particolare. Il 24 aprile
1945 si consumò uno degli episodi più tragici
della Liberazione della città: colpita al ventre
da una raffica di mitra di nazisti sulla via
della fuga, moriva - incinta di otto mesi - Gina
Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia, una
delle figure più importanti del Gruppo di Difesa della Donna.
Les Vedettes
22 e 23 giugno, sala Shakespeare
22 maggio, sala Shakespeare
Un testo basato su testimonianze dirette del nostro recente
CANTARE LA VOCE
Uno spettacolo importante che racconta una triste
e bellissima storia di libertà, [...] che con perizia
drammaturgica Renato Sarti fa emergere da
testimonianze di vecchie compagne, da libri sulla
Resistenza.
Magda Poli, Corriere della Sera
elfo puccini | sala Shakespeare
23 aprile – 1 maggio
ore 21.00 (domenica ore 16.00)
NOME DI BATTAGLIA LIA
testo e regia Renato Sarti
produzione Teatro della Cooperativa
Quando
il tempo
antico
incrocia
il presente
Tre spettacoli del Teatro
delle Albe (creato nel 1983 da Marco Mar-
tinelli, Ermanna Montanari, Luigi Dadina
e Marcella Nonni ), tre momenti di una sto-
ria più che mai vitale, che ha fatto “scuola”:
dalla fondazione di Ravenna Teatro, uno
“stabile corsaro” che pratica un’originale
“coltura” teatrale della città, al metodo della
“non-scuola” che dalla Romagna ha attecchito anche a Scampia con il progetto Punta
Corsara. Un percorso che intreccia alla ricerca del “nuovo” la lezione della tradizione:
il drammaturgo e regista Martinelli scrive i
testi ispirandosi agli antichi e al tempo presente, pensando le storie per gli attori, i quali
diventano veri e propri co-autori degli spettacoli. Fondamentali all’interno del gruppo
sono le accensioni visionarie e la vocalità in-
quietante di Ermanna Montanari, che il pubblico milanese ha apprezzato in Sterminio e
nella sua versione al femminile di Arpagone
nell’Avaro dello scorso anno.
Il focus sulle Albe si apre con Pantani
(3 - 8 maggio), ultimo spettacolo della compagnia ispirato alla figura di Marco Pantani,
eroe tragico dei nostri tempi. Pantani l’idolo,
il pirata dei record imbattibile in salita, Pantani il dopato, il mostro distrutto e infangato
dalla stampa. Un dramma personale e familiare, una vicenda torbida risolta con facili
lapidazioni da bar. Quella di Pantani non è
solo una questione sportiva, ma un’autentica “passione” moderna. Marco Martinelli
mette in scena in Pantani una veglia funebre e onirica, affollata di personaggi, che
come un rito antico ripercorre le imprese
luminose dell’eroe. I genitori del campione,
figure archetipiche di una Romagna anarchica
e carnale, sono sospese come l’Antigone di Sofocle davanti al cadavere insepolto dell’amato:
cercano verità, e non avranno pace finché non
l’avranno ottenuta.
Si prosegue poi con Rumore di acque (9
-10 maggio), monologo nel quale la scrittura di
Martinelli riesce a trasfigurare in grottesca e
malinconica poesia la cronaca tragica dei barconi alla deriva nel Mediterraneo, un “oratorio
per i sacrificati” accompagnato dai musicisti
Enzo e Lorenzo Mancuso che, con le loro potenti voci di satiri antichi, sembrano gridare il
dolore dell’umanità dal fondo di un abisso.
Completa il ritratto della compagnia ravennate Ouverture Alcina (11 e 12 maggio):
un combattimento tra la potenza della voce
e quella della musica, magica alchimia tra
immagine e suono per una performanceconcerto acclamata in tutto il mondo.
Photocredit Olycom-Bettin
Elaborazione Cosetta Gardini-Casa Walden
elfo puccini | sala Fassbinder
ore 21.00 (domenica ore 16.00)
Teatro delle Albe
Ravenna Teatro
ideazione degli spettacoli Marco Martinelli e
Ermanna Montanari
regie di Marco Martinelli
3 - 8 maggio
Pantani
di Marco Martinelli
9 e 10 maggio
Rumore di acque
di Marco Martinelli
con Alessandro Renda e I Fratelli Mancuso
11 e 12 maggio
Ouverture Alcina
Alcina Ermanna Montanari musica Luigi Ceccarelli testo Nevio Spadoni
Elfo Puccini sala bausch
7 - 12 maggio
TÈ NERO NOTTE
Stradaprovinciale40
testo e regia di Cristina Belgioioso
La prostituzione
raccontata
al mio omeopata
drammaturgia e regia di Laura Tassi
produzione Evoè!Teatro
3 - 8 giugno
LA METAFISICA
DELL’AMORE
testo di Giovanna Donini
e Andrea Midena
Le brugole
17 - 22 giugno
HAMELIN
di Juan Mayorga
regia Simone Toni
Gli Incauti
1 - 6 luglio
LA VITA OSCENA
di Aldo Nove
drammaturgia e regia Nicola Russo
MONSTERA
in residenza al teatro Elfo Puccini
Quattro nuovi appuntamenti
tra maggio e luglio
Dal 7 al 12 maggio Tè nero notte
compie un’indagine sullo sfruttamento della
prostituzione e della tratta di esseri umani,
attraverso due spettacoli, replicati nella stessa
sera, nati dall’esperienza diretta degli allievi
della Scuola di teatro Paolo Grassi con le unità
di strada Segnavia-Padri Somaschi.
In Stradaprovinciale40 tra clacson e fari che
tagliano il buio, si intrecciano pezzi di storie,
scampoli di dialoghi, piccoli dettagli minimi,
pensieri tracciati in un perimetro ristretto.
La prostituzione raccontata al mio omeopata
oscilla tra sogni impossibili e rinuncia:
l’inconsapevolezza, i timori, le bugie, ma anche
i sogni, di una ragazza di strada che porta con
sé le sue domande, speranze e utopie.
Le Brugole portano in scena
l’amore lesbico nello spettacolo La metafisica
dell’amore (3-8 giugno). Interrogativi, dubbi,
fragilità sommesse o esplose in una risata, per
raccontare una versione del discorso amoroso
ancora profondamente spinosa. Uno spettacolo
comico che parla soprattutto delle donne. Che
amano le donne che amano altre donne che
amano tutti gli altri. Una galleria di personaggi
che si alternano: la milanese, la fricchettona,
la psicopatica, l’artista, l’eterosessuale
generosa e la santa. L’amore è un
sentimento universale, tutti provano le
stesse emozioni, gli stessi piaceri, gli
stessi dolori: lui e lui, lei e lei, lui e lei.
Dal 17 al 22 giugno la compagnia
bolognese Gli Incauti si misura
con Hamelin di Juan Mayorga,
drammaturgo spagnolo tra i più
apprezzati a livello internazionale.
Hamelin è la città in cui i fratelli Grimm
ambientarono la fiaba Il pifferaio magico:
la “storia di una città che non ama i suoi
bambini”, per usare le parole dell’autore che
da quella ha preso spunto per raccontare un
caso di pedofilia. Testo misterioso e sfaccettato
sulla relatività del concetto di verità, con un
ritmo e intreccio da film giallo, in cui vittima e
carnefice sono interpretati dallo stesso attore.
Dall’1 al 6 luglio la compagnia
Monstera torna nella stagione di Nuove Storie.
Accostando due testi distanti per epoca e
stile, Nicola Russo costruisce uno spettacolo
visionario che trova il suo punto di partenza nel
romanzo di Aldo Nove La vita oscena. La storia
di un giovane che, dalla morte dei genitori
attraversa esperienze di alienazione, solitudine,
droga, sesso estremo, viene fatto “reagire” a
contatto con libere incursioni da San Giuliano
Ospitaliere di Flaubert, dove sono la natura
e gli animali a fare da specchio a un percorso
estremo di scoperta e rinascita.
Bergonzoni
Dalla morte
elfo puccini | sala Fassbinder
ore 21.00 (domenica ore 16.00)
Babilonia Teatri
GLI AMICI DI LUCA
14 - 19 maggio
THE END
con Valeria Raimondi
e con Enrico Castellani,
Luca Scotton, Ettore Castellani
21 - 26 maggio
PINOCCHIO
con Valeria Raimondi,
Enrico Castellani e la compagnia
“Gli amici di Luca”
Ideazione spettacoli Valeria Raimondi
ed Enrico Castellani
urge
Oggi la morte non esiste.
Non se ne parla. Non la si affronta, né la si nomina. È un tabù. Ma non per Babilonia Teatri
che in The End (premio UBU 2011 – Miglior
Novità Italiana) la mette in scena. Quella
morte, oggi trattata in modo bruciante
e carico di contraddizioni, occultata,
nascosta, quello spettro scuro di cui
abbiamo infinitamente paura irrompe
sul palcoscenico in tutta la sua tragicità,
in tutta la sua comicità, insieme al mito
dell’eterna giovinezza. Babilonia Teatri
si interroga sulle ragioni che portano a
vivere la morte come un corpo estraneo.
Violento. Traumatico. Un evento con
cui non convivere e non riconciliarci.
Babilonia Teatri officia un rito profano
all’ombra di un Cristo in croce con le teste
mozzate del bue e dell’asinello. Una natività
al contrario che stupisce, ferisce e commuove,
fino alla ricomparsa della vita.
E dal desiderio di trattare la vita, la rinascita, prende forma Pinocchio(Premio Hystrio
2012 alla drammaturgia), realizzato con Gli
Amici di Luca, compagnia teatrale costituita
da persone che hanno vissuto l’esperienza del
coma. Attraverso il teatro per loro è possibile
rimettere un piede in quella società che, dopo
il trauma, li ha messi da parte. Un’umanità da
ascoltare e amplificare senza pietismo, paternalismo né razzismo. Guidati dalla voce di
Enrico Castellani, Paolo Facchini, Luigi Ferrarini e Riccardo Sielli interpretano Pinocchio, lo
vivono, lo rivivono, lo raccontano, attraverso
la loro esperienza personale e attraverso il
racconto, ora ironico ora drammatico, dell’incidente, del coma, del dopo. Il testo si ispira
all’omonima opera di Collodi, nucleo generatore di una serie di riflessioni sulla vita, sulla
sua fragilità e la sua forza, sulla volontà, sulle
scelte fatte e quelle mancate.
«Urge per la terza volta,
urge sempre, urge ancora, urge di più.
Se nel “non se ne può fare a meno” trovassimo una pace ulteriore sarebbe forse l’ultima volta. Ma cosa c’è di ulteriore a teatro,
in quella scrittura che chiede alla parola di
rivolgersi, che dà al pensiero una svolta,
che chiede al pubblico di smettere di fare
solo il suo mestiere e vuole farlo diventare?
A forza (?) di dilettevole, di
parodiato, di imitato, di ridicolizzato, non sentiamo più,
il gusto diventa l’im-palato,
non si muove secrezione,
non si sente mutazione, non
avviene metamorfosi e si stà
lì come se il lì fosse l’unico
mo(n)do. Il teatro non solo
non è una casa ma ti sfratta
anche dalla tua: non devi più
tornarci. Se torni a casa non
hai captato, non hai cambiato, non sei andato. L’andamento è tutto, la movenza,
il trotto, il gesto, l’atto unico
della rincorsa maggiore, riferimento stellare
per come andare, flusso portante, passo impellente, scarto del dono, sorpresa in ballo,
mistero danzante. Ci bastano i soliti acconti
per accontentarci, ci bastano gli sberleffi e gli
ammicchi per riderci sopra mentre non vediamo mai cosa c’è dentro, o urge una nuova
metafisica per immolare il poco, necessitano
altri versi per non subire più chi non fa altro
che il verso? Ditevelo».
Alessandro Bergonzoni
sempre
elfo puccini | sala Sala Shakespeare
23 – 26 maggio
ore 21.00 (domenica ore 16.00)
URGE
di e con Alessandro Bergonzoni
regia di Alessandro Bergonzoni
e Riccardo Rodolfi
produzione Allibito
torna in scena il titolo shock di Ravenhill
civiltà è
DENARO
«È ancora una bomba
Shopping&Fucking, il testo che nel 1996 rivelò l’allora trentenne Mark Ravenhill, sconvolgendo i benpensanti londinesi del West
End». Tre anni fa, al suo debutto, l’allestimento di Ferdinando Bruni venne accolto
con questo commento, a conferma che il
mondo che raccontavano i “nuovi arrabbiati” del teatro inglese, dove il denaro è
tutto e gli individui sono solo consumatori,
ci appartiene oggi come ieri.
«I giovani personaggi di Ravenhill passano
gran parte del loro tempo facendo shopping
(questo naturalmente quando non sono occupati in attività sessuali di varia natura) in un
vuoto totale di memoria, di senso della storia,
persino di caratteristiche individuali, in un
vuoto disperato e irritante come una puntata
del Grande Fratello, sintetizza Ferdinando
Bruni. Personaggi senza passato, senza padri e senza madri, stupidi e vulnerabili, vittime perfette per il primo orco di passaggio,
assurdi, ma tragicamente reali, specchio di
una generazione che troppo spesso rinunciamo a capire».
Banalmente, ma anche shakespearianamente,
si potrebbe dire che in questo dramma è ancora
una volta il rapporto fra giovani e adulti a venire
in primo piano. (...)
Così il forte spettacolo di Bruni, interpretato con
convinzione da un gruppo di giovani attori di rara
sensibilità, spiazza gli spettatori come un pugno allo
stomaco. Si, lo sappiamo che la vita non è «solo»
questo ma allo stesso tempo sappiamo che è «anche»
questo ed è proprio in questa crepa che Ravenhill
costruisce un impietoso teatro «politico» sul vuoto
di senso e di prospettive di una società.
Maria Grazia Gregori, l’Unità
Un dramma metropolitano portato in scena con
bella misura da Ferdinando Bruni, protagonisti i bravi
Alessandro Rugnone, Camilla Semino Favro,
Vincenzo Giordano, Gabriele Portoghese, nel quale
si intrecciano con ritmo cinematografico,
le vite di quattro giovani disperati: un angosciato
ex tossicodipendente, una ragazzetta smarrita con
il suo fragile amico bisessuale, un marchettaro che
ha come unico linguaggio la masochistica prigionia
della violenza da subire. Infine un indottrinatore
amorale e spietato, sostenuto con incisività dallo
stesso Bruni, depositario della saggezza del
consumo e della certezza del denaro.
Magda Poli, Corriere della Sera
Elfo Puccini | sala Fassbinder
3 - 29 marzo
lunedì - sabato ore 21
Shopping & fucking
di Mark Ravenhill
traduzione di Barbara Nativi
regia di Ferdinando Bruni
produzione Teatro dell’Elfo
DENARO
è civiltà
ALBERGHI DOVE INCONTRARSI
non solo luoghi di soggiorno,
ma anche di incontro della cultura,
dell'arte, della musica e del tempo libero
Ristorante “Il Capriccio”
Caffè Doria “JC” Jazz Club
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ADI Doria Grand Hotel
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elfo puccini
TEATRO D’ARTE CONTEMPORANEA
STAGIONE 2012 / 2013
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