BEAUTY
ATTRATTE
da unfilo
INVISIBILE
Si parte da un laser, si passa per un «cocktail» e si finisce
con i «tiranti»: è la medicina estetica soft, quella che rialza l'ovale del viso,
illumina la pelle oppure, new entry, modella il naso
di M A R I A N G E L A M I A N I T I
Uniformare e rinnovare
Tutte insieme, una o due volte all'anno, in viaggio per fermare
il tempo. Ormai è un fenomeno sociale assodato, andato oltre
il tabù: per molte donne infatti, e in particolare per quelle
- pare sempre più numerose - con fidanzati più giovani, la
medicina estetica è diventata una pratica usuale, da condividere con le amiche. E siccome al Sud i costi sono più bassi
che nelle grandi città o al Nord, si sta allargando il fenomeno
della «gita beauty». Nello studio palermitano del medico
estetico e chirurgo plastico Alessandro Masellis, per esempio,
arrivano pazienti che, abitando dall'altra parte della Sicilia,
noleggiano un pulmino e vanno assieme a fare filler, fili, laser,
biorivitalizzazioni. Ma ci sono anche le signore che prendono
l'aereo da Roma, unendo l'utile del trattamento di medicina
estetica al dilettevole del weekend fuori porta. Così numerose
che il dottor Masellis spiega di aver «organizzato navette
dall'aeroporto allo studio».
U n segnale di fiducia forte verso la medicina estetica nato dal
fatto che oggi esistono soluzioni soft per uniformare, tonificare, sollevare, riempire senza perdere naturalezza. In più,
«le esigenze sono cambiate», dice Christophe Buratto, chirurgo plastico e medico estetico con studio a Milano. «Oltre
ad avere pazienti di 30 anni, la novità è che invece di usare un
rimedio solo, se ne combinano due o tre diversi». Fondamentale è scegliere strutture sicure: i casi di infezioni causate da
punturine praticate senza troppe precauzioni sono frequenti.
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« U n a delle richieste più frequenti è ridare uniformità al
colore della pelle, e si p u ò fare togliendo lo strato superficiale», dice Masellis. «Si p u ò intervenire con un peeling
chimico, leggero o forte, oppure con il laser, frazionato o
pulsato, che stimola alcune cellule a produrre collagene.
Quello frazionato è più light, provoca un leggero arrossamento ed è perfetto per chiudere i pori dilatati, togliere le
cicatrici da acne, le macchie da gravidanza o pillola. Quello
pulsato è più aggressivo, causa una leggera ustione che se ne
va in qualche giorno, m a richiede m e n o applicazioni, dà
grande tonicità e può essere molto utile sui primi capillari.
C'è poi la radiofrequenza che, riscaldando il derma, lo stimola a rigenerarsi. Produce lo stesso risultato del laser, ma
ha un effetto più blando, non ustiona i tessuti e quindi permette di non interrompere la vita sociale. L ' u n i c o p u n t o
debole è che richiede più sedute». E invece i manipoli per
uso domestico? «Sono p o c o efficaci perché non h a n n o la
potenza di quelli da studio».
Secondo Buratto, la scelta di un metodo piuttosto di un altro
non si può stabilire a tavolino, m a nasce sempre da un confronto con il medico. «Si deve tener conto di tre fattori: budget, tempo e disponibilità a soffrire. Ci sono pazienti che alle
tecniche soft preferiscono quelle più invasive perché hanno
l'impressione che siano più efficaci, anche se magari così
non è».
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I CONSIGLI DEL COAC11
Rimpolpare e distendere
« D o p o aver rigenerato e stimolato, si p u ò
passare a nutrire e rimpolpare con le procedure infiltrative alla cui base sta la biostimolazione», dice ancora Masellis. «Oggi non si
iniettano più fiale con solo acido ialuronico,
m a cocktail che contengono anche aminoacidi, vitamine, sali minerali e antiossidanti.
Queste sostanze», osserva Buratto, « n o n
riempiono, m a apportano al tessuto materie
prime che lo nutrono, distendono e stimolano a rigenerarsi. In questo m o d o la pelle
non solo appare da subito più tonica e soda,
m a migliora a ogni seduta». E c o m e se la
pelle avesse accesso a u n a s u p e r c r e m a
antiage in profondità.
«Oltre a rimpolpare gli zigomi, i filler sono
sempre più richiesti per modellare anche il
naso», conclude Masellis, «riempiendo gli
avvallamenti sopra e sotto la gobbetta».
Poiché l'effetto dei filler è temporaneo, si
consiglia un ciclo di sei sedute ravvicinate,
u n a ogni due settimane, e poi una di mantenimento ogni tre mesi.
L'avete vista in televisione, su La5 e Deejay Tv, a dispensare consigli: ora Fiorella Donati,
chirurgo plastico che dirige l'omonima clinica milanese da lei fondata, ha scritto un libro,
Beauty Coach (Sonzogno, pagg. 2 8 8 , € 18,50), che spiega come muoversi nel mondo
della medicina e della chirurgia estetica, abbandonando i pregiudizi ma tenendo anche
i piedi per terra. Tra i consigli pratici, come recuperare braccia toniche dopo i 5 0 anni,
per esempio: il primo passo è individuare l'inestetismo di cui si soffre, per capire se sia più
adatta una liposcultura o un lifting. Per farlo, basta mettersi nella posizione «delle mani in alto»:
braccia sollevate a 9 0 ° rispetto al busto, con gli avambracci ad angolo retto. M a su un'area così
delicata come quella delle braccia, dice Donati, l'intervento è l'ultima risorsa e serve prevenzione.
Evitando continui cambiamenti di peso e facendo lavorare tricipiti e bicipiti con pesi crescenti,
fino a sollevare almeno 7 - 8 chili. Con i «soliti» due, sarebbe un po' barare.
Sollevare
L ' u l t i m a tendenza riguarda i fili liftanti.
«Sono più grossi di quelli biorivitalizzanti»,
spiega Buratto, «e sono pensati proprio per
sollevare gli zigomi, le rughe naso-labiali, il
collo e per ridefinire la linea della mascella.
D i materiale riassorbibile, vanno inseriti
sotto la cute con un ago e si agganciano alla
pelle tramite piccole spine, si sciolgono in 6
o 8 mesi e il loro effetto dura circa un anno.
Poiché inserirli richiede una certa abilità e
conoscenza dei tessuti sottocutanei», puntualizza Masellis, «consiglio di farli applicare
da chi ha esperienza in chirurgia plastica ed
estetica». Qual è il periodo ideale per ricorrere a questi trattamenti? «Fine autunno e
inizio primavera, quando si è lontani dall'estate e la pelle non è abbronzata». Il botulino
rimane il metodo consigliato per sollevare
l'arcata sopraccigliare ma, a differenza del
passato, è praticato con oculatezza: la fronte
ingessata non piace a nessuno.
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