Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Dicembre 2008 CANBERRA NUOVI SISTEMI DI VEICOLAZIONE DI FILTRI SOLARI Santo Scalia –Dipartimento di Scienze Farmaceutiche – Università di Ferrara – Ferrara – Italia L’attività scientifica del gruppo di ricerca da me diretto si è focalizzata negli ultimi anni sullo sviluppo di sistemi innovativi per migliorare le caratteristiche dei filtri solari. L’importanza di questo filone di ricerca è suffragata dalle conoscenze sempre più ampie che sono state acquisite sugli effetti negativi causati dalla luce solare. Infatti, l’esposizione alle radiazioni UV (290-400 nm) dello spettro solare riveste un ruolo fondamentale nell’eziologia di diverse patologie a carico della cute umana quali processi infiammatori, alterazione del sistema immunologico e lo sviluppo di neoplasie cutanee (Ziegler et al., Nature, 1994). In particolare, i tumori di tipo non-melanoma rappresentano le neoplasie umane più diffuse e la loro incidenza insieme a quella del melanoma sta aumentando in maniera più rapida rispetto alle altre forme di cancro (Lens e Dawes, British J. Dermatol., 1999). Sebbene la riduzione del tempo d’esposizione e l’utilizzo di un abbigliamento appropriato vengano considerati sistemi efficaci per ridurre gli effetti negativi delle radiazioni solari, l’applicazione sulla pelle di preparazioni contenenti filtri solari rappresenta una delle strategie più diffuse per proteggere la cute dai danni causati dalle radiazioni solari (EC Commission, Off. J. Eur. Union, 2006). Nonostante l’efficacia di queste sostanze sia stata dimostrata (Gasparro et al., Photochem. Photobiol., 1998), evidenze sempre maggiori indicano che il grado di fotoprotezione prodotto dai filtri solari sia spesso inferiore rispetto a quello atteso (Diffey et al., Eur. J. Dermatol., 1997). Inoltre, il numero di segnalazioni di effetti collaterali dovuti all’utilizzo di queste sostanze è in aumento. Per questi motivi i filtri solari sono oggetto di continue innovazioni tecnologiche e di un elevato livello di attenzione da parte degli organismi internazionali di controllo in relazione alla loro sicurezza d’uso. I filtri solari sono sostanze in grado di riflettere o assorbire l’energia dei raggi UV della luce solare, proteggendo la pelle dagli effetti nocivi causati da queste radiazioni. Proprio a causa della loro capacità di assorbire radiazioni, i filtri solari sono molecole potenzialmente instabili. I processi di dissipazione dell’energia assorbita possono infatti portare, in alcuni casi, a degradazione del filtro solare stesso con conseguente riduzione dell’effetto protettivo e formazione di specie tossiche (Scalia et al., Eur. J. Pharm. Sci., 2004). Risulta quindi evidente come un’elevata fotostabilità costituisca una delle caratteristiche più importanti per assicurare l’efficacia e la sicurezza di queste sostanze. Questa proprietà deve costituire un requisito fondamentale per lo sviluppo di nuovi prodotti solari, come indicato anche nella recente raccomandazione della Commissione Europea sull’efficacia dei prodotti solari (EC Commission, Off. J. Eur. Union, 2006). La strategia che è stata perseguita nel mio gruppo di ricerca per migliorare il comportamento fotochimico dei filtri solari è basata sulla loro incapsulazione in microparticelle (particelle di dimensioni comprese tra 0.001-0.005 mm a 0.20.3 mm) che esplicano il loro effetto protettivo mediante riflessione e diffusione della radiazione incidente. In particolare sono state studiate particelle lipidiche, sistemi costituiti da lipidi naturali solidi a temperatura ambiente, con elevata affinità per i costituenti della pelle e quindi particolarmente biocompatibili e caratterizzate da elevata tollerabilità cutanea. I sistemi particellari sono stati prodotti con la tecnica di fusione, ritenuta più idonea di altre metodiche in quanto permette di evitare l’impiego di solventi organici. La caratterizzazione dei sistemi microparticellari ottenuti viene effettuata mediante microscopia ottica, microscopia a scansione elettronica (un’immagine rappresentativa ottenuta al microscopio elettronico é riportata nella Fig. 1), analisi termica e diffrattometria dei raggi X. I vettori microparticellari sono stati poi esaminati in relazione al possibile effetto stabilizzante sui filtri solari incapsulati mediante esperimenti di fotolisi condotti sottoponendo i campioni ad irraggiamento prodotto da un simulatore solare (SunTest CPS+). Per riprodurre le reali condizioni di utilizzo dei prodotti solari, le microparticelle sono state inserite in idonee formulazioni (creme). Sono stati studiati (Scalia et al., Int. J. Pharm., 2006; Tursilli et al., Eur. J. Pharm. Biopharm., 2007; Scalia et al., J. Pharm. Pharmacol., 2007) alcuni tra i filtri solari più diffusi (butil metossidibenzoilmetano, octil dimetil aminobenzoato, metilbenziliden canfora). In particolare, il butil metossidibenzoilmetano, il filtro UV-A (320400 nm) più efficiente e più utilizzato, è caratterizzato da un’elevata fotoinstabilità che ne riduce il potere fotoprotettivo durante l’utilizzo. Microparticelle lipidiche contenenti butil metossidibenzoilmetano sono state preparate utilizzando tristearina e fosfatidilcolina e sottoposte ad esperimenti di fotodegradazione. I risultati ottenuti hanno evidenziato che la microincapsulazione del filtro solare produce una riduzione significativa (47.2%) della degradazione indotta dalla luce del butil metossidibenzoilmetano (Fig. 2). Inoltre, l’ effetto fotoprotettivo delle microparticelle lipidiche risulta essere stabile nel tempo (Fig. 2). Un altro requisito estremamente importante per assicurare l’efficacia dei filtri solari è quello relativo all’assorbimento percutaneo. Infatti, poiché queste sostanze esplicano la loro azione sulla superficie della pelle, è necessario che in seguito ad applicazione topica il filtro solare venga trattenuto negli strati più esterni del corneo e che il suo assorbimento transdermico sia limitato. Diversi studi sia in vitro che in vivo hanno 42 Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Dicembre 2008 CANBERRA dimostrato che alcuni filtri solari vengono assorbiti in seguito ad applicazione topica in volontari sani e risultano rintracciabili nelle urine (Hayden et al., Lancet, 1997). In relazione a questo aspetto, ed in collaborazione con il gruppo della Prof. H. Benson (Curtin University, Perth) abbiamo studiato l’utilizzo delle ciclodestrine come sistemi per ridurre la permeazione attraverso pelle umana dei filtri solari più comunemente utilizzati. Le ciclodestrine sono oligosaccaridi ciclici costituiti da un numero variabile di unità di glucosio, la cui struttura tridimensionale è approssimativamente quella di un tronco di cono. Questa particolare configurazione delle ciclodestrine conferisce loro la capacità di includere all’interno della loro cavità sostanze di dimensioni compatibili (peso molecolare compreso tra 100 e 400). Questo processo può ridurre la penetrazione cutanea della sostanza inclusa e quindi favorirne la localizzazione negli strati più superficiali della pelle. I sistemi ciclodestrina-filtri solari sono stati preparati con diverse metodologie (tecniche in soluzione, in sospensione, kneading) e caratterizzati mediante studi di solubilità, analisi termica, risonanza magnetica nucleare e diffrattometria dei raggi X. Preparazioni contenenti i filtri solari in forma libera o associati con ciclodestrine sono stati applicati su campioni di pelle umana provenienti da interventi di chirurgia estetica e, dopo opportuni intervalli di tempo, è stata determinata la concentrazione di filtro solare permeata nei diversi strati della cute (strato corneo, epidermide, derma). Nel caso dell’ oxybenzone, uno dei filtri solari più comunemente utilizzati, è stato osservato che quando esso viene incluso nella solfobutiletere-b-ciclodestrina si ottiene una riduzione notevole (>82.3 %) della quantità di filtro solare presente nell’epidermide e nel derma (Fig. 3). Quindi mediante l’utilizzo di questa ciclodestrina si produce un’elevata localizzazione dell’ oxybenzone sulla superficie della pelle, aumentandone così l’azione fotoprotettiva (Simeoni et al., J. Incl. Phenom. Macro. Chem., 2006). Pertanto, i risultati ottenuti indicano come sia le microparticelle lipidiche che le ciclodestrine rappresentino idonei sistemi per la formulazione di prodotti solari innovativi ad alto valore fotoprotettivo e ad elevata sicurezza. 0.010 mm Figura 1. Immagine al metossidibenzoilmetano. microscopio elettronico di microparticelle lipidiche 43 contenenti butil Bollettino della Comunità Scientifica in Australasia Ambasciata d’Italia Dicembre 2008 CANBERRA Figura 2. Fotodegradazione del BMDBM in emulsioni O/A contenenti il filtro solare libero o microincapsulato e conservate per 3 mesi a temperatura ambiente ed al riparo dalla luce. Figura 3. Assorbimento percutaneo dell’oxybenzone come tale o associato con ciclodestrine attraverso pelle umana. Santo Scalia, PhD Professore Associato Dipartimento di Scienze Farmaceutiche via Fossato di Mortara, 17 44100 Ferrara (Italy) Phone:+39-0532-455919 E-mail:[email protected] 44