Anno III – Numero 420 Notizie in Rilievo Scienza e Salute 1. Ecco lo stetoscopio tecnologico. Il tracciato arriva via wireless 2. Il laser che diagnostica il cancro della pelle può evitare la biopsia 3. Scoperto orologio interno alla pelle, la sera si cura meglio Prevenzione e Salute 4. Abbracciatevi nel sonno e sarete felici 5. Farmaci dati ai bambini, 7 su 10 non sono studiati per loro 6. I sorrisi finti fanno male alla salute? 7. Sesso: incinta con un bacio e coca Cola antigravidanza, i falsi miti giovanissime Alimenti e Salute 8. Cioccolato e caffè: buoni sì, ma non per il sonno. Interazioni Farmaci e Salute 9. Biancospino contro l'ipertensione: attenti ad associarlo ai betabloccanti Giovedì 29 Maggio 2014, S. Massimo Proverbio di oggi…….. Vederse pigliate d''e turche (Non sapere che fare - vedersi perduto) ABBRACCIATEVI nel SONNO e sarete FELICI Schiena controButtarsi schiena o per mano: il 94% di chi mantiene un a mare vestito = Ridursi alla miseria contatto fisico con il partner durante la notte poi vive un rapporto di coppia più soddisfacente Vissero felici e contenti per tutta la vita perché di notte si addormentavano tenendosi per mano, oppure incrociando i loro piedi o, ancor meglio, abbracciati. Sembra una bella favola e invece è quanto emerge da uno studio sul comportamento notturno della coppia eterologa condotto su oltre mille persone dai ricercatori dall’univ. inglese di Hertfordshire, che hanno dimostrato come il 94% di chi mantiene un contatto fisico con il partner durante il sonno poi vive un rapporto di coppia più soddisfacente rispetto a chi invece non lo fa, la cui soddisfazione non va oltre il 68%. Partner vicini e lontani: I modi per restare in contatto nel sonno sono molti: il 42% schiena contro schiena, il 31% tenendosi per mano o spalla contro spalla il 4% abbracciati. Ha importanza anche la distanza a cui si mantengono quelli che dormono senza sfiorarsi: chi resta al di sotto di 2 cm e mezzo, il 20% del campione esaminato, ha un rapporto felice nell’86% dei casi, mentre non superano una felicità del 66% quelli che dormono a oltre 75 cm di distanza l’uno dall’altro, il 2% dei partner esaminati. Diversa forma di relazione. Informarsi sul modo di dormire della coppia può diventare una semplice, ma efficace modalità d’indagine sulle problematiche del rapporto a due, da cui trarre anche indicazioni sulla personalità dei coniugi: chi, per es., tende ad abbandonarsi fra le braccia del partner è fondamentalmente un/una estroverso/a. «Le informazioni raccolte dal medico di coppia sul rapporto fra le posizioni assunte dai due compagni nel sonno e la qualità della loro relazione possono gettare nuova luce su ciò che realmente avviene nella loro psiche». (Salute, Corriere) SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it iBook Farmaday E-MAIL: [email protected]; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 420 SCIENZA E SALUTE ECCO LO STETOSCOPIO TECNOLOGICO IL TRACCIATO ARRIVA VIA WIRELESS Nato con l’intento di superare lo storico handicap di questo strumento e cioè la capacità acustica del dottore che, se compromessa, fa perdere i battiti più flebili Diventerà supertecnologico lo stetoscopio che da due secoli i medici usano per auscultare i battiti del cuore o i rumori polmonari e che, nell’immaginario collettivo, li caratterizza più di qualunque altro strumento medico, dal martelletto allo sfigmomanometro. Col suo tubo di gomma nera, verde, rossa o gialla, ha penzolato dal collo di generazioni di medici che, come insegnano tanti telefilm alla «Doctor House», se lo portano dietro anche al bar dell’ospedale. Nessuno lo disinfetta: Anche se è risultato che la maggior parte dei camici bianchi (70-90%) non lo disinfetta fra un’auscultazione e l’altra, in questi due secoli di utilizzo in miliardi di pazienti non si è mai assistito a pandemie da auscultazione settica e quindi continueremo a vederlo appeso al collo dei camici bianchi, ma d’ora in poi sarà un po’ diverso perché avrà una nuova guaina triangolare metallica da applicare prima del supporto conico per la membrana di auscultazione, ad avvolgere il tubo di plastica che ne fuoriesce. Elettrocardiografo portatile: Questo astuccio, che negli USA è stato chiamato cardiosleeve, è un concentrato di tecnologia in grado di amplificare e tradurre i segnali sonori in impulsi digitalizzati che trasformano il vecchio stetoscopio in una sorta di elettrocardiografo portatile. Nato con l’intento di superare lo storico handicap di questo strumento e cioè la capacità acustica del dottore che se è anche solo lievemente compromessa fa perdere i battiti più flebili, il cardiosleeve, già approvato dalla FDA americana, non fa perdere nemmeno il più piccolo tono e lo rileva così come un ecografo rileva le immagini attraverso gli ultrasuoni. Collegamento wireless: Un volta acquisiti, i toni vengono digitalizzati per creare un tracciato identico a quello di un vecchio cardiografo a carta e pennino, che viene scaricato in tempo reale sullo schermo di un computer o di un device portatile collegato via wireless. Il tracciato viene inoltre arricchito del relativo sonoro udibile mentre si forma il diagramma del tracciato e quindi se ne può seguire la creazione come se contemporaneamente stessimo auscultando il cuore del paziente con un vecchio stetoscopio. Non ci sono più dubbi. Il salto di qualità è enorme: nella pratica clinica i dubbi sui reperti auscultatori sono all’ordine del giorno e nei reparti ospedalieri si può spesso assistere alla ricerca del Dr House di turno capace di interpretare correttamente il significato di un certo soffio che agli altri appare incomprensibile. E se anche il medico più esperto non giunge a un’interpretazione certa oltre ogni ragionevole dubbio, si deve passare a esami via via più complessi con aumento dei costi sanitari e dei disagi per il paziente, senza contare il fatto che a volte poter interpretare subito un certo rumore cardiaco consente di intervenire immediatamente con notevole risparmio di vite. Medici tutti bravi: Adesso questi problemi forse ce li lasceremo alle spalle e tutti i medici saranno ugualmente capaci di auscultare i loro pazienti senza rischio di errori perché cardiosleeve li metterà tutti sullo stesso piano. Non dovranno comunque dimenticare la vecchia semeiotica dell’auscultazione che s’impara sui libri e al letto del malato, perché se per caso la batteria al litio di cardiosleeve si esaurisse tornerebbero ad avere fra le mani un normale stetoscopio e allora dovranno saperci fare ugualmente. (Salute, Corriere) PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 420 INTERAZIONI FARMACI E SALUTE BIANCOSPINO CONTRO L'IPERTENSIONE: ATTENTI AD ASSOCIARLO AI BETABLOCCANTI I consigli dell'esperto su una ipotetica 'terapia' mista per regolarizzare la pressione. Risposte anche su sintomi adolescenziali di fitte al cuore e sulla fibrillazione atriale Domanda - Sono una donna di 50 anni e soffro di ipertensione essenziale da 25 anni. Da circa 18 anni sono in cura con betabloccanti (carvedilolo 25 mg al dì), che fino a poco tempo fa hanno dato buoni risultati. Ora, invece, la pressione è spesso alta, soprattutto la minima. Il medico vorrebbe integrare la cura con altri farmaci oppure aumentando la dose del betabloccante. Io non vorrei assumere ulteriori farmaci e ho provato di mia iniziativa a prendere perle di aglio e biancospino. Mi sembra di vedere dei miglioramenti. Leggendo su vari siti ho trovato, però, specificato di fare attenzione nell'assunzione di betabloccanti e di biancospino, poiché quest'ultimo potrebbe potenziare l'effetto dei betabloccanti. Nel mio caso non è forse positivo? Non è meglio affiancare il biancospino al carvedilolo piuttosto che aumentare la dose di quest'ultimo? Vorrei sapere cosa rischio esattamente continuando con questa terapia. Risposta - Quella con betabloccante è una delle terapie più usate nella ipertensione sia per l'azione benefica sulle resistenze periferiche sia per la riduzione della frequenza cardiaca. Ovviamente il betabloccante ha un dosaggio individuale per ciascun paziente che è raggiunto monitorando in particolare la frequenza cardiaca con l'obiettivo di raggiungere i 60 battiti al minuto (comunque la frequenza non deve andare sotto i 50 battiti al minuto). Il biancospino rappresenta un fitocomplesso molto utile nelle fasi iniziali della insufficienza coronarica e delle cardiopatie associate a senilità. Il biancospino agisce tramite tre componenti: l'acido ursolico che svolge effetto coronarodilatatore; i flavonoidi che modulano il movimento di calcio intracellulare con miglioramento della contrattilità; le procianidine che hanno effetto protettivo sull'endotelio per l'azione antiossidante. Nel complesso ne deriva un'azione inotropo positiva, diuretica e cronotropo negativa, cioè riduce la frequenza. Quest'ultimo è il motivo per cui è difficile associarlo con il betabloccante. Se posso darle un consiglio accetti l'associazione del betabloccante con altro farmaco recettoriale o calcio-antagonista in quanto la terapia della ipertensione, oggi, è fatta da associazioni di più farmaci. (salute, Repubblica) I SORRISI FINTI FANNO MALE ALLA SALUTE? Sì, e non solo. Anche alla produttività sul lavoro. Meglio musoni, quindi, che cordiali ma falsi. Più il sorriso è di circostanza, più è deprimente. Quindi, meglio "musoni" che sorridenti per finta, almeno per i nostri nervi e di conseguenza per la nostra salute. Lo sostiene uno studio che ha riscontrato quanto peggiorasse l'umore di un gruppo di autisti di autobus nei giorni in cui erano costretti per lavoro a sorridere spesso con i passeggeri. Di più: oltre al peggioramento dell'umore, è risultato che diminuiva la concentrazione sul lavoro e, quindi, la produttività. Che c’è da sorridere? Nei giorni infatti in cui i soggetti sorridevano perché stimolati da ricordi piacevoli, aumentava la produttività. Inoltre, dallo studio è emerso che il sorriso forzato risulta più deprimente per le donne che per gli uomini. Insomma, anche sul lavoro, non è vero che convenga essere sempre sorridenti. Soprattutto per il nostro datore di lavoro. (Focus) PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 420 SCIENZA E SALUTE IL LASER CHE DIAGNOSTICA IL CANCRO DELLA PELLE PUÒ EVITARE LA BIOPSIA Nuovo dispositivo con risultati accurati, per ora un prototipo Arriva un nuovo strumento per la diagnosi del tumore della pelle che potrebbe sostituire la biopsia. Se finora, dopo un esame visivo del medico, era necessario rimuovere un frammento di tessuto per analizzarlo, adesso basta una tecnica di imaging con un laser. Lo strumento innovativo è stato messo a punto dall'Università del Queensland, con la collaborazione dell'Università di Leeds. Una scoperta all'avanguardia - Per gli esperti, il laser di imaging fornisce in maniera esatta la visione della struttura della pelle. Il laser terahertz impiega una regione dello spettro elettromagnetico che, fino a tempi recenti, era quasi impossibile da usare. Tecnica meno invasiva - "Abbiamo costruito un prototipo che potrà facilitare una diagnosi tempestiva del cancro alla pelle, con migliori risultati per i pazienti. Ridurrà la necessità di ricorrere a biopsie nelle persone che presentano sintomi di cancro alla pelle come protuberanze, nei e lesioni". I vantaggi - Lim si sofferma sulle criticità delle tecniche attuali: "Se si individua il cancro, il trattamento di solito comporta la rimozione chirurgica della lesione. Il problema è che l'esame visivo non è sempre perfetto. Le opzioni di trattamento, come la chirurgia, possono sovrastimare l'estensione del tumore, portando alla rimozione di tessuto sano oltre che danneggiato". (Salute, Tgcom24) FARMACI DATI AI BAMBINI, SETTE SU DIECI NON SONO STUDIATI PER LORO Una ricerca dell'Aifa indica che le medicine per i bambini sono ancora troppo poche: ridurre le dosi in base al peso e all'età del piccolo è una pratica rischiosa In Italia il 70% dei farmaci che i genitori somministrano ai bambini non sono adatti a loro. Lo rivela uno studio dell'Afa, che apre una campagna informativa dedicata alle famiglie sui pericoli derivanti dagli errori dei genitori. Troppo spesso si somministrano medicine per adulti ai bimbi, riducendo le dosi in base al peso e all'età del piccolo. Una pratica che può essere però rischiosa. Allerta sui rischi - La campagna di Aifa "Farmaci e pediatria", lancia un messaggio chiaro: 'Bimbi e adolescenti non sono adulti in miniatura, non dare loro i tuoi farmaci'. Attraverso spot radio e tv, il consiglio ai genitori è di non somministrare i farmaci indicati per gli adulti sui figli, senza il controllo del pediatra e con dosi e durata delle terapie approssimativi. Niente test sull'infanzia - Il problema, sottolineano gli esperti, è che sono ancora troppo poche le sperimentazioni pediatriche dei farmaci e la ragioni non sono solo legate ai costi: vi è infatti, sottolinea l'Aifa, una sorta di "pregiudizio etico ad esporre i bambini alle sperimentazioni cliniche benché, al contrario, ciò vada a ledere i loro stessi interessi, perché preclude la possibilità di sviluppare farmaci adatti alle loro specifiche esigenze". Da qui la richiesta delle Società scientifiche di effettuare un maggior numero di studi clinici in ambito pediatrico, considerando che le sperimentazioni pediatriche sono pari a poco meno del 10% del totale. Pochi medicinali per bimbi - Nell'ambito della Campagna verrà anche lanciato un sito che conterrà un database con l'elenco dei medicinali disponibili per la popolazione pediatrica (anche quelli off-label, ovvero fuori indicazione) e la relativa posologia. Quasi 9mila saranno le schede a disposizione di genitori e medici per aiutarli nella scelta della terapia farmacologica più appropriata. (Tgcom24) PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno III – Numero 420 SCIENZA E SALUTE SCOPERTO OROLOGIO INTERNO ALLA PELLE, LA SERA SI CURA MEGLIO Una proteina apre e chiude pori e permette assorbimento crem L'idratazione della pelle dipende da ritmi circadiani interni e se si vuole sfruttare al meglio le sostanze nutrienti dei cosmetici è meglio applicarle la sera. L'esistenza di un orologio biologico interno era giá stata ipotizzata , ora alcuni scienziati giapponesi della Kyushu university, a Fukuoka, ne confermano l'esistenza svelando il meccanismo con cui la cute comanda il passaggio di acqua e glicerolo attraverso i pori, idratando così la pelle dall'interno con picchi diversi nell'arco delle 24 ore. La proteina è l'acquaglicerolporina (AQP3) e la scoperta è pubblicata sul Journal of investigative dermatology. "Abbiamo osservato un flusso continuo di acqua con picchi maggiori alla sera - mentre ciò non avveniva nei modelli privi della proteina regolatrice. Abbiamo poi anche osservato lo stesso meccanismo in linee cellulari di pelle umana". "Conoscere questi ritmi può spiegare perchè certi farmaci o cosmetici topici si assorbono meglio la sera attraverso la pelle, quando l'idratazione è maggiore nello strato corneo" concludono gli autori. (Salute e Benessere) SESSO: INCINTA CON UN BACIO E COCA COLA ANTIGRAVIDANZA, I FALSI MITI GIOVANISSIME Leggende e falsi miti sul sesso resistono fra le giovanissime italiane. Il 31% delle adolescenti sostiene che coito interrotto sia un efficace sistema contraccettivo, per il 29% non si può restare incinta con il primo rapporto sessuale, mentre per l’11% basta un bacio per avere un bambino. E il 7% è convinto ancora che lavaggi a base di Cola Cola possano funzionare come un valido spermicida. A evidenziarlo sono i ginecologi della Società italiana di ginecologia e ostetricia, illustrando i risultati di un sondaggio che ha coinvolto 17 Paesi, fra cui l’Italia. Sono state intervistate quasi 9 mila giovani donne tra i 20 e i 30 anni, di cui 456 in Italia (151 avevano già avuto un figlio). Ebbene, molte hanno confidato di essere cresciute tra falsi miti e pregiudizi sulla contraccezione. Nell’elenco delle ‘bufale’ più diffuse resiste ancora il sempreverde effetto bacio: una ex adolescente su 10 ha creduto che scambiandosi questa effusione poteva restare incinta. Quando invece si passa dal mito alla realtà, la situazione non migliora di molto: il 37% delle intervistate non conosce i sistemi intrauterini al rame (Iud) il 41% non sa che quelli intrauterini a rilascio ormonale (Ius), per essere efficaci, devono essere inseriti in utero. una donna su cinque non ha parlato mai di contraccezione con il proprio medico. Risultato? Secondo un’altra indagine del 2013, il 42% delle ‘under 25’ italiane non usa nessuna protezione la prima volta. “Nel 2012 hanno partorito 9 mila babymamme ‘under 19’ - questi numeri devono fare riflettere. Come pure i falsi miti e le leggende sul sesso così dure a morire. In Italia l’educazione sessuale non è materia obbligatoria per legge, e la stragrande maggioranza dei ragazzi si informa consultando amici, fratelli o sorelle. (Salute, Panorama)