32 / INsight INtoday luglio-agosto 2013 Interni Interni luglio-agosto 2013 INsight INtoday / 33 INsight in scena la pelle nel racconto di pasquale natuzzi, dalla prima bottega artigianale a taranto ai siti produttivi modello di oggi, la vocazione alla ricerca e all’innovazione, dalla puglia al mondo di Patrizia Catalano A Sant’Eramo l’head quarter del Gruppo Natuzzi. L’azienda nota per essere il più importante produttore di imbottiti italiano, punta sulla qualità del Made in Italy e sull’importanza di comprendere l’intero ciclo produttivo. Nella foto, Pasquale Natuzzi a capo del Gruppo Natuzzi, ritratto nel Centro di sviluppo prodotto. C_In633_R_32_39_sede_natuzzi.indd 32-33 25/06/13 18.10 luglio-agosto 2013 Interni 34 / INsight INtoday Interni luglio-agosto 2013 l’incontro / 35 Q uando nel 1972 Pasquale Natuzzi definisce la sua attività di imprenditore iniziata nel 1959, fondando la Natuzzi Salotti srl, immaginava che avrebbe creato un colosso imprenditoriale? “Affermare che immaginassi già da allora quello che la Natuzzi sarebbe diventata è forse eccessivo. Tuttavia, che abbia sempre avuto lo sguardo rivolto alla crescita e all’allargamento dei confini all’interno dei quali la mia azienda operava è verissimo. Quando avviai la mia bottega artigianale a Taranto, nel 1959, ero un ragazzo. Ricordo che la preoccupazione più ricorrente era legata al timore di restare senza lavoro: “Che farò – pensavo– il giorno in cui avrò venduto i miei salotti a tutte le famiglie di Taranto?” La risposta me la diedi da solo, allargando da subito la vendita dei salotti alle regioni limitrofe e, da lì, al resto d’Italia. Da questa spinta interiore si sono sviluppate, negli anni, due caratteristiche della mia azienda: la propensione alla crescita e la vocazione all’esportazione. Oggi, a distanza di oltre 50 anni, il gruppo Natuzzi è il primo produttore italiano nel settore dell’arredamento e leader mondiale nel segmento dei divani in pelle. Gestisce due marche posizionate su fasce di prezzo differenti, destinate a target distinti e distribuite attraverso canali separati, una interamente realizzata in Italia (Natuzzi Italia) e l’altra realizzata all’estero (Leather Editions). Produce una Private Label rivolta alla grande distribuzione. Ha stabilimenti produttivi in Italia, Cina, Brasile, Romania; uffici commerciali in 12 Paesi; 619 punti vendita Natuzzi Italia in tutto il mondo e 6.740 collaboratori. Insomma, di strada ne abbiamo fatta”. Oggi il gruppo Natuzzi è certamente la più importante realtà produttrice di imbottiti del nostro Paese. Soprattutto, è un’industria con un ciclo produttivo controllato nei dettagli. Ci vuole parlare della ‘fabbrica Natuzzi’? “La ‘fabbrica Natuzzi’ oggi è un’azienda globale che realizza i suoi prodotti all’interno di siti produttivi ubicati in Italia, Cina, Brasile, Romania, tutti verticalmente integrati. Controlliamo direttamente il 92% delle materie prime e dei semilavorati destinati alla produzione, acquistandoli direttamente dai mercati di approvvigionamento e trasformandoli all’interno di stabilimenti produttivi C_In633_R_32_39_sede_natuzzi.indd 34-35 Un’immagine simbolica della campagna pugliese: per Pasquale Natuzzi il rapporto con il proprio territorio ha un grande valore simbolico, culturale e affettivo. pagina accanto. Il divano Preludio, contraddistinto da ampi braccioli e da un design modernista, disegnato dal Centro Stile Natuzzi nel 2012, qui nella versione in pelle color rosso scuro. specializzati nella lavorazione delle pelli, delle strutture portanti in legno o metallo, delle imbottiture e dei prodotti finiti. L’integrazione verticale consente di ottenere efficienze e di conseguire livelli qualitativi ottimali a tutela dei consumatori. La produzione viene realizzata dalle mani di esperti artigiani. Un know-how che custodiamo e trasmettiamo ai collaboratori attraverso attività di formazione. Ma il nostro modello di impresa industriale non si ferma qui. C’è un filo conduttore che unisce queste attività, rappresentato dal rispetto per l’ambiente a partire dalla rigorosa tracciabilità dei materiali fino all’uso di energia pulita e rinnovabile. Abbiamo installato 21.000 moduli fotovoltaici sui tetti dei nostri stabilimenti produttivi di Santeramo in Colle, Matera e Laterza. L’intera produzione made in Italy è realizzata attraverso energia solare. Il nostro Sistema di Qualità è certificato secondo le norme ISO 9001, da quasi 20 anni. Dal luglio del 2003 abbiamo ottenuto la Certificazione del nostro Sistema di Gestione Integrato Qualità/Ambiente ISO 9001/2000”. Quanto ha influito il rapporto con il territorio pugliese nell’imprenditore Pasquale Natuzzi? “Di solito mi piace pensare alla mia azienda come ad un grande albero con le radici ben salde nel Sud Italia e i rami diffusi in tutto il mondo. Il luogo in cui vivo e lavoro – tra la Puglia e la Basilicata – è affascinante, ricco di storia e di arte. Un territorio accogliente dove il tempo sembra essersi fermato, avendo trovato qui rifugio e ospitalità. Io sono affascinato dalle nostre meravigliose colline con i mandorli e gli ulivi secolari. I nostri prodotti sono il frutto dello speciale feeling tra il nostro lavoro e la nostra terra: i colori, il clima, il Mediterraneo sono le fonti della nostra ispirazione, insieme alle felici contaminazioni multiculturali di un gruppo globale come il nostro, dove lavorano insieme persone di diverse culture e tradizioni”. Local global: il gruppo è presente in tutti i continenti e in 123 stati: come intercettate le tendenze che proponete? “Siamo un’azienda globale che ha la possibilità di entrare subito in contatto con ciò che accade sui mercati grazie alle nostre sedi commerciali e alla nostra vasta rete distributiva. Abbiamo una struttura d’impresa basata sul dialogo continuo tra la ‘periferia’ ed il cuore pulsante della nostra azienda che è e resta a Santeramo in Colle, in provincia di Bari. Qui abbiamo 600 tra impiegati e manager, talenti che definiscono le strategie di marketing in tutta la sua più ampia accezione: prodotto, prezzo, punto vendita, marca e comunicazione. Qui abbiamo anche il Centro Stile con architetti, interior designer, colorist, specialisti della pelle, dei tessuti e del legno. È il luogo dove prende forma il nostro “total living in total harmony”: un’armonia che sappia far convivere stili, materiali e colori differenti e che unisca il comfort al design, per portare armonia e bellezza nelle case e rendere la vita più piacevole. 25/06/13 18.10 luglio-agosto 2013 Interni 36 / INsight INtoday Interni luglio-agosto 2013 l’incontro / 37 segnali di crescita. Cina, Brasile, India e anche Russia sono i Paesi su cui stiamo puntando già da alcuni anni. In Cina abbiamo 34 Natuzzi Store, con l’obiettivo di raddoppiare la distribuzione nell’arco dei prossimi 2-3 anni. In India abbiamo già aperto 7 Natuzzi Store nelle più importanti città del Paese. Il Brasile è uno degli altri mercati emergenti su cui stiamo puntando. Qui è imminente il lancio del marchio Natuzzi Italia, attraverso l’apertura di negozi e gallerie monomarca, con l’obiettivo di offrire ai consumatori brasiliani il fascino, la qualità e la bellezza dei nostri prodotti made in Italy”. Pasquale Natuzzi ha sempre creduto nel valore dell’internazionalità, basti pensare la quotazione in borsa a New York del 1993. Questo ha portato il marchio Natuzzi a essere riconosciuto in tutto il mondo come un brand di altissimo valore e qualità: di quali strumenti di comunicazione vi siete dotati nell’arco di questi anni? “Già agli inizi del 2000 noi abbiamo elaborato una strategia d’impresa che prevedeva di realizzare all’estero quella parte di produzione destinata alla fascia di consumatori più sensibili al prezzo e contemporaneamente di avviare gli ingenti investimenti necessari a rendere sempre più “percepibile” il valore aggiunto dei prodotti made in Italy: innovando il prodotto, i processi produttivi e le fabbriche italiane, investendo nell’apertura di punti vendita Natuzzi nel mondo e nella comunicazione. In dieci anni abbiamo investito centinaia di milioni di euro sul brand Natuzzi Italia e oggi, secondo una ricerca indipendente commissionata a in alto. Il centro stile Natuzzi ha un team di architetti, interior decorator e designer che quotidianamente si confronta con le nuove tendenze da selezionare e proporre sul mercato. Quindi è qui che vogliamo restare a produrre, proprio per la qualità del made in Italy solo qui può continuare a essere, anche se siamo consapevoli delle difficoltà che il settore e il nostro distretto sta attraversando”. Quali sono gli elementi imprescindibili che compongono la filosofia Natuzzi? “Da più di 50 anni seguo di giorno in giorno l’evoluzione della nostra azienda, per cui ritengo che i risultati della nostra impresa siano legati prima di tutto a un senso etico forte e molto presente nella nostra realtà. La fedeltà a valori come l’integrità, il rispetto per il cliente, per i collaboratori, i fornitori e C_In633_R_32_39_sede_natuzzi.indd 36-37 gli azionisti rappresentano una parte importante della nostra storia e, al tempo stesso, le basi su cui costruire il futuro”. L’azienda dichiara un fatturato al 31/12/2012 di 468,8 milioni di euro. Considerando il periodo di difficoltà che sta affrontando il mercato italiano, come vi muovete: state puntando e monitorando nuovi mercati? “Dal 2001 affrontiamo una delle più difficili congiunture che il nostro settore abbia mai incontrato. Noi stiamo investendo per continuare a innovare, a competere e promuovere il made in Italy nel mondo. Oggi la sfida si vince su quei mercati che, a differenza dell’Europa e dell’Italia, mostrano sopra. il divano Tempo, presentato all’ultimo Salone di Milano, nella versione in pelle nera con poltrona chaise-longue. Di Memo Design. Pagina accanto. Uno store Natuzzi. Un dettaglio della fase di cucitura della pelle. Il divano Tenore, caratterizzato da braccioli ultra-sottili e pensato per spazi contenuti. Design Studio Memo. Ipsos dal più grande gruppo editoriale francese, il nostro brand made in Italy è risultato essere – fra i consumatori di beni di lusso in Paesi come Spagna, Francia, Usa, Germania, Giappone e Regno Unito – il più noto nel settore del design e arredamento. I nostri sforzi quindi sono stati premiati”. Che valore hanno “ricerca & innovazione” per il gruppo Natuzzi? “Sono l’essenza del nostro lavoro. Senza ricerca, per esempio, non avremmo realizzato tutte quella innovazioni nello stile, nel design e nel colore della pelle che ci hanno fatto diventare leader mondiali nel nostro settore. Dietro tutte queste idee c’è stato un lavoro che ci ha portato a reinventare e reingegnerizzare interamente la produzione dei divani. Nel corso degli anni abbiamo continuato ad innovare ogni area strategica dell’azienda, dalla produzione al prodotto, dalla gestione del marketing e delle vendite alla logistica. Oggi più che mai è sempre più vitale continuare a fare ricerca e noi lo stiamo facendo nelle nostre fabbriche, nei nostri nuovi prodotti, nei punti vendita e nella comunicazione, per essere innovativi nell’offerta, efficienti nella distribuzione e coerenti nella diffusione dei valori di marca”. Lo scorso aprile lo showroom milanese di via Durini ha ospitato un intervento dell’artista Fabrizio Plessi. La sua passione per l’arte contemporanea è fatto noto: ce ne vuole parlare? “Per noi la cultura e l’arte sono motivo di ispirazione nel lavoro quotidiano. Disegnare un prodotto, immaginare un nuovo progetto sono un lavoro appassionante. Da più di 50 anni la nostra missione è ricercare la bellezza in tutte le sue forme e creare emozioni. Per questo confermiamo il nostro impegno a favore dell’arte e della valorizzazione delle eccellenze del nostro Paese. Il connubio tra lo stile Natuzzi e il mondo dell’arte è partito con la collaborazione di Arnaldo Pomodoro nel 2007. 25/06/13 18.10 luglio-agosto 2013 Interni 38 / INsight INtoday Interni luglio-agosto 2013 l’incontro / 39 il divano Brio, grazie a un comodo sistema recliner elettrico, consente alla seduta di allungarsi trasformandosi in una confortevole chaise-longue. sotto, il divano Forma, design Claudio Bellini, novità aprile 2013. Disponibile sia nella versione in pelle che in tessuto (come nella foto), si compone di un sistema di moduli assemblabili. Nel 2009 abbiamo lanciato il progetto Natuzzi Open Art, con lo scopo di portare l’arte nei negozi Natuzzi e di renderla accessibile, “open”, a tutti. Abbiamo collaborato con artisti di diversa formazione ed esperienza (pittori, scultori, fotografi, ecc.), per creare opere d’arte prodotte in edizione limitata che diventano poi oggetti della collezione Natuzzi. Il primo protagonista è stato lo scultore Giacomo Benevelli. Sono seguite le collaborazioni con Nicola Del Verme e Gianni Basso. Nel 2013 il progetto si è arricchito della prestigiosa collaborazione di Fabrizio Plessi, uno dei più importanti e innovativi artisti contemporanei, di cui sono anche collezionista. The shape of energy è il titolo dato all’installazione che C_In633_R_32_39_sede_natuzzi.indd 38-39 Plessi ha realizzato per celebrare il dinamismo, il cambiamento e l’energia che da sempre animano l’azienda”. Quanto contano all’interno dell’azienda team e lavoro di squadra? “Sul mio Blackberry mi sono fatto inserire una frase che chiude tutti i miei messaggi email: TEAM – Together Everyone Achieves More. Sono convinto che in un’azienda sia possibile creare qualcosa di valido e duraturo solo se si impara a far parte di un team. I risultati arrivano quando si comprende di essere parte di qualcosa di più vasto del proprio orizzonte personale: è solo con il lavoro di squadra che si possono raggiungere grandi obiettivi”. pagina accanto. lo scorso aprile In occasione del FuoriSalone, Pasquale Natuzzi per la rassegna Natuzzi Open Art ha presentato presso lo showroom di via Durini “The shape of energy”, un’installazione del videoartista Fabrizio Plessi. Il tema, un’opera che aveva come soggetto la lava vulcanica, voleva esprimere l’energia fluida e creativa del gruppo di Sant’Eramo. Nella foto insieme a Pasquale Natuzzi e Fabrizio Plessi, Pasquale Natuzzi jr, che in azienda riveste il ruolo di Brand Planner del Gruppo. 25/06/13 18.10