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Come proteggere la nostra pelle?
E' arrivata la bella stagione e con lei le prime esposizioni al sole.
Che tipo di protezione solare dobbiamo usare? Le creme solari prevengono davvero i tumori della pelle? E' il dibattito del
secolo e il tema è ancora controverso: non ci sono metodi e standard comuni per valutare l'efficacia protettiva degli schermi dai
raggi solari di tipo A e B, che possono provocare l'insorgenza di alcuni tumori.
Segue in basso
L'Università dell'Ohio ha annunciato di aver identificato un metodo di laboratorio in grado di valutare se gli ingredienti dei prodotti
solari siano in grado o no di prevenire il melanoma, il tumore della pelle più aggressivo e temuto. Christian Burd, l'inventore del
sistema basato sull'uso di topolini transgenici predisposti al cancro in questione, ha dichiarato che sì, i filtri anti raggi UV dotati di
SPF 30 ne hanno rallentato l'insorgenza. Con tutta la prudenza del caso, i limiti dell'osservazione sono insiti nel tipo di esperimento
eseguito (sono stati usati solo i raggi ultravioletti di tipo B in dose massiccia e non realistica per l'uomo), per la prima volta si
individua un sistema che valuta l'efficacia dei filtri solari sulla comparsa del melanoma, fino ad oggi solo ipotizzata.
I filtri solari proteggono dal danneggiamento del DNA e quindi dall'insorgenza dei tumori cutanei, secondo Antonio Costanzo,
professore di Dermatologia e direttore dell'unità di dermatologia dell'università Humanitas di Milano. In particolare dai tumori di
tipo 'non melanoma', quindi cheratosi attiniche, carcinomi squamocellulari e carcinomi basocellulari, che dipendono effettivamente
dal danneggiamento totale del DNA accumulato negli anni.
La relazione tra il Sole e il Melanoma è piuttosto complessa. Secondo il prof. Costanzo tutto dipende dal background genetico del
soggetto. Ad esempio, i fototipi rossi hanno mutazioni che predispongono al melanoma. L'uso degli schermi solari contro questo tipo
di tumore è dibattuto soprattutto per come vengono usati. Infatti l'uso degli schermi ha indotto un aumento paradossale dell'incidenza
di melanoma perché le persone li applicano e, sentendosi protette, si espongo più a lungo. La maggior parte delle volte, però, non
ripetono l'applicazione e quindi si scottano più frequentemente e rendono maggiore il danneggiamento del DNA. Il nuovo studio
dell'università dell'Ohio, precisa Costanzo, "è molto importante perché lega inequivocabilmente la protezione solare all'incidenza di
melanoma dimostrandone l'utilità. Purtroppo bisogna convincere le persone a usare gli schermi solari correttamente, cioè ripetere
l'applicazione più volte".
E' evidente che, oltre alle abitudini errate dei singoli, esiste una confusione di scelta dei prodotti dovuta anche alle etichette dei
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prodotti stessi, ritenute complicate da interpretare dalla gente comune e qualche volta fuorvianti. Del problema se ne è occupata a
più riprese la Commissione europea che ha così redatto una serie di raccomandazioni rivolte alle industrie del settore, non
obbligatorie ma adottate dalla quasi totalità delle imprese produttrici, che si sommano agli obblighi di legge. Anche l'Agenzia
internazionale per la ricerca sul cancro dell'Organizzazione mondiale della sanità ha sottolineato l'importanza di applicare
correttamente i prodotti per la protezione solare affinché il fattore di protezione indicato sulle etichette sia efficace sulla pelle.
Dunque, i solari da soli non bastano a prevenire i tumori della pelle, ci vuole anche prudenza, ma una volta al Sole mai stare senza
schermi protettivi.
Secondo Sergio Leone, responsabile del centro per le malattie rare, fotodermatosi ed esperto di fotoprotezione all'Istituto San
Gallicano di Roma, i filtri solari sono utili nella prevenzione di tutti i tumori cutanei, proteggono le cellule dalla carcinogenesi per il
basaliomi e spinocellulari. Sul melanoma ci sono ancora dubbi, si ipotizza che i raggi più pericolosi siano gli UV-A, quelli presenti
non solo nei raggi del sole, ma anche nei lettini abbronzanti. Sull'insorgenza del melanoma contano soprattutto le scottature solari
prese durante l'infanzia, mentre per gli altri tumori cutanei conta la quantità di raggi accumulata negli anni.
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