Dott.ssa Riccarda Serri Dermatologa, Esperta in Dermatologia cosmetica ed ecologica Presidente SKINECO Associazione Internazionale Dermatologia Ecologica Riccarda Serri Presidente SKINECO Associazione Internazionale Dermatologia Ecologica Riccarda Serri Presidente Pucci Romano Vice Presidente Tema sempre più attuale I dermatologi sono punti di riferimento ed esperti della cura della pelle Interesse per i cosmetici Interesse per ingredienti che arrivano a contatto della pelle Interesse per l’ambiente e la salvaguardia dell’ambiente Ecocosmesi: fenomeno in crescita Necessità di rigore scientifico e approccio razionale Pelli sensibili Pelli reattive Dermatosi cosmetogene, causate o slatentizzate da cosmetici (anche DS, Rosacea, Acne adulta, DIC) Dermatite atopica Cute asfittica, “pori dilatati”, comedoni Iperpigmentazioni post-infiammatorie Test epicutanei negativi Pelli che non migliorano, non ostante l’uso costante di prodotti cosmetici Comparsa di secchezza, irritazioni, desquamazioni Uso di cosmetici errati per la propria cute Uso eccessivo/incongruo di cosmetici Routine igienico/cosmetica mal condotta Veicoli cosmetici non dermocompatibili Ingredienti cosmetici non dermocompatibili Disattenzione per il veicolo Mancato intervento del dermatologo sulla gestione e trattamento della cute …….. Il dermatologo spesso non conosce gli ingredienti dei prodotti che suggerisce: conosce solo i principi attivi Molti ingredienti, pur essendo non tossici e non allergizzanti (e pur presentando profili tossicologici rassicuranti), si rivelano, sulla lunga distanza, poco “dermocompatibili” Tali ingredienti molto spesso non sono ecocompatibili The Company J&J released last August a statement saying it is planning to "remove potentially cancer-causing and other dangerous chemicals from nearly all its adult toiletries and cosmetic products worldwide." Late last year, the company "pledged to remove 'chemicals of concern' from its baby products around the world. , J&J reiterated that vow, saying it "remains on track to have baby products reformulated with safer ingredients by the end of 2013"; and it expects to have its adult products reformulated by the end of 2015. Among the ingredients J&J plans to remove is formaldehyde, which "last year was identified by government scientists as a carcinogen," and is released by common preservatives such as quaternium-15 and DMDM hydantoin, and 1,4 dioxane, which is "created during a process commonly used to make other ingredients gentler on the skin." The company also plans to get rid of phthalates, which have a variety of uses, like lessening the stiffening effects of hair spray; several fragrance ingredients; triclosan, an antibacterial; and parabens, a preservative. Triclosan (TCS), a high-production-volume chemical used as a bactericide in personal care products, is a priority pollutant of growing concern to human and environmental health. Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) Triclosan impairs excitation–contraction coupling and Ca2+ dynamics in striated muscle PNAS 2012 109 (35) 14158-14163; published ahead of print August 13, 2012, doi:10.1073/pnas. Governo Norvegese App per rilevare molecole che agiscono come disturbatori endocrini nei prodotti cosmetici The Norwegian Consumer Council: Hormone Check Butilparabene - conservante (medio fattore di rischio) Etilparabene - conservante (medio fattore di rischio) Metilparabene - conservante (medio fattore di rischio) Propilparabene – conservante (medio fattore di rischio) 3-benzilidene canfora - Filtro UV (alto fattore di rischio) 4,4’-diidrossi-benzofenone (detto anche Oxibenzone) - Filtro UV (medio fattore di rischio) 4-metilbenzilidene canfora - Filtro UV (alto fattore di rischio) Benzofenone-1 - Filtro UV (alto fattore di rischio) Benzofenone-2 - Filtro UV (alto fattore di rischio) EtilhexileMetoxycinnamato / Octile Methoxycinnamato (detto anche Octinoxate) - Filtro UV (alto fattore di rischio) Butilated idrossianisolo (BHA) - Antiossidante (alto fattore di rischio) Acido Borico - Antimicrobico (medio fattore di rischio) Ciclotetrasiloxano (silicone) - Emolliente (alto fattore di rischio) Dietil ftalato (DEP) - Denaturante (medio fattore di rischio) Diidrossibifenile/ 4,4′-diidrossi-bifenile - Filtro UV, disinfettante, profumo (alto fattore di rischio) Resorcinolo - Colorante per capelli – (alto fattore di rischio) Nella maggior parte dei casi, cavalca l’onda dell’emotività collettiva. Luoghi comuni imperano Prodotti spesso formulati e in maniera poco scientifica, secondo criteri di “ecologia” pura, in carenza di test e di prove cliniche Frequentemente, non è affatto “naturale”(ecofurbi ©Zago) Non è regolamentato da un disciplinare chiaro, o da un regolamento unico europeo Dermatologicamente testato Principi attivi Efficacia funzionale E la lettura dell’INCI? E l’efficacia sulla lunga distanza? E la valutazione del veicolo? Le aziende ci ragguagliano sulla cura della pelle Le aziende ci informano sulle necessità della pelle Tendiamo a credere a tutto ciò che affermano le aziende Tendiamo ad accontentarci di test epicutanei negativi a 48-72 ore E dopo? a) b) c) d) e) f) g) h) Il nome o la ragione sociale e la sede legale Il contenuto nominale La data di durata minima Le precauzioni particolari per l’impiego Il numero del lotto di fabbricazione Il paese di origine La funzione del prodotto L’elenco degli ingredienti L'elenco degli ingredienti deve essere riportato nell'ordine decrescente di peso al momento dell'incorporazione. Tale elenco viene preceduto dal termine "Ingredienti" o "Ingredients". In caso di impossibilità pratica, queste indicazioni figurano su un foglio di istruzioni o su una fascetta o un cartellino allegati la cui presenza deve essere richiamata sull'imballaggio secondario, se presente, ovvero sul condizionamento primario mediante una indicazione abbreviata o mediante il simbolo raffigurato nell'allegato VI; a) I composti odoranti e aromatizzanti e le loro materie prime devono essere indicati con i termini "profumo" o "parfum" e "aroma". Gli ingredienti in concentrazione inferiore all'1% possono essere menzionati in ordine sparso dopo quelli in concentrazione superiore all'1%. b) I coloranti possono essere indicati in ordine sparso dopo gli altri ingredienti, conformemente al numero Color Index o alla denominazione di cui all'allegato IV. c) Per i prodotti cosmetici da trucco, ivi compresi quelli per le unghie e per i capelli, immessi sul mercato in varie sfumature di colore può essere menzionato l'insieme dei coloranti utilizzati nella gamma a condizione di aggiungervi le parole "può contenere" o il simbolo "+/-". Tuttavia non sono considerati ingredienti: 1) le impurezze contenute nelle materie prime utilizzate; 2) le sostanze tecniche secondarie utilizzate nella fabbricazione, ma che non compaiono nella composizione del prodotto finito; 3) le sostanze utilizzate nei quantitativi assolutamente indispensabili come solventi o come vettori di composti odoranti e aromatizzanti. Tali sostanze, per la loro davvero esigua concentrazione, non costituiscono una rilevante possibile fonte di pericolosità Non esiste alcuna indicazione circa la biodegradabilità e la ecocompatibilità degli ingredienti stessi Non esiste la valutazione degli effetti cutanei a lunga distanza NO: E’ UNA COSMESI ECOCOMPATIBILE E DERMOCOMPATIBILE, PURCHE’ RIGOROSAMENTE SCIENTIFICA, TECNOLOGICAMENTE AVANZATA Petrolatum, paraffinum liquidum, mineral oil Siliconi (ciclometicone, dimeticone, etc) Polietilenglicoli (PEG)- contengono ossido di etilene che può formare diossano Cessori di formaldeide- Diazolydinyl urea, Imidazolidinyl urea, DMDMHydantoin, Bronopol, etc Ammine (DEA, MEA, TEA, MIPA): rischio formazione nitrosammine EDTA - ittiotossico Nonoxynol, poloxamer e nonilfenoli- alterazioni ormonali (disturbatori endocrini) Triclosan - antibatterico tossico se troppo presente -trimonium e -dimonium : ittiotossici, non biodegradabili FTALATI (PHTALATES) ECO-COSMESI : temine che unisce in se il concetto di ecologico e di cosmetico – con il termine ecocosmesi ci si riferisce a prodotti per la cura della persona che siano stati formulati, sviluppati e realizzati sia nel rispetto delle caratteristiche della cute sia valutando gli effetti che i prodotti possono avere sull’ambiente. La valutazione degli effetti ambientali dei prodotti eco cosmetici implica la determinazione del loro impatto sia durante le fasi di sviluppo e preparazione sia al termine della loro funzione quando entrano definitivamente nel ciclo ambientale. La creazione di un ecocosmetico permette di avere un prodotto che racchiude in se azioni di salvaguardia dell’integrità cutanea, legandole al rispetto e alla salvaguardia delle caratteristiche dell’ambiente in cui viviamo; a questo scopo il formulatore, nella fase di creazione del prodotto ecocosmetico, dovrebbe unire in sinergia le conoscenze legate agli effetti cutanei delle sostanze, con conoscenze inerenti la valutazione della quantità di energia necessaria alla sua produzione, alla quantità di CO2 prodotta nelle varie fasi della vita del prodotto, grazie ad un approfondito studio del ciclo di vita (LCA) dei suoi componenti e delle fasi di vita del prodotto stesso. Valutando sempre gli effetti che le sostanze utilizzate nella preparazione dell’ecocosmetico possono manifestare, come tossicità, una volta che queste hanno raggiunto i corsi d’acqua e l’ambiente. Termine che unisce in se il concetto di prodotto biologico e di cosmetico – la biocosmesi costituisce un sottogruppo dell’ecocosmesi. In essa sono presenti aspetti di rispetto della funzione cutanea e del mantenimento e prevenzione delle alterazioni della pelle, tipiche del cosmetico, legati ad un rispetto dell’ambiente che si estrinseca nell’utilizzo d’ingredienti naturali che sono stati prodotti secondo i precisi dettami che regolamentano l’agricoltura biologica; regole che proibiscono l’uso di numerose sostanze chimiche come, ad esempio, pesticidi e fertilizzanti che possono restare come tracce sia all’interno delle materie prime naturali sia all’interno del prodotto cosmetico finito. Gli elementi-base della biocosmesi sono botanici. Esistono diversi disciplinari che regolamentano la preparazione dei biocosmetici; grazie ad essi il prodotto biocosmetico non solo contiene materie prime di origine naturale derivanti da agricoltura biologica ma devono essere assenti o fortemente limitate le sostanze di sintesi chimica, soprattutto petrolchimica. ECO : significa che la sostanza è ecologicamente sostenibile, ovvero che l’impatto sull’ambiente è il minore possibile. Come impatto ambientale occorre considerare sia l’energia, la produzione di CO2, in generale l’intero ciclo di vita (LCA) necessaria per produrre la sostanza che la tossicità che la medesima sostanza avrà una volta raggiunto i corsi d’acqua, l’ambiente (una sottofamiglia delle sostanze ecologiche è la sostanza “biologica”. Sono dette biologiche le sostanze da agricoltura biologica, che cioè rispettano gli standard per la coltivazione senza l’uso di pesticidi, concimi chimici, eccetera. Si tratta di una cosmesi essenzialmente botanica). DERMO: il cosmetico è fatto nel pieno rispetto dell’ecosistema cutaneo, e mira a mantenere o restaurare la fisiologia e l’omeostasi della cute e delle mucose. L’ecodermocosmetico si basa su ingredienti il più sostenibili possibile per l’ambiente (ecologici), quindi, se di sintesi, provenienti da chimica amica (chimica sostenibile, o comunque il più sostenibile possibile), ma contemporaneamente ben tollerati dalla cute e ipoallergenici. L’ecodermocosmetico deve essere gradevole nell’uso, testato clinicamente, utile alle sue funzioni, efficace, di qualità. Qualità significa purezza certificata e livello basso di impurezze note: il minimo possibile di antibatterici, confezioni anti-inquinanti, ma senza rischi di scarsa preservabilità per chi usa il prodotto, stabilità finalmente controllata in dettaglio. Gli estratti vegetali eventualmente presenti devono essere puliti (privi cioè di pesticidi, solventi di estrazione, sostanze incognite) e non alterati dall’età o dalla conservazione. L’ecodermocosmetico prevede una selezione di ingredienti benefici secondo criteri combinativi moderni per un’applicazione topica finalizzata al riequilibrio cutaneo, e al rispetto degli ecosistemi cutanei, oltre che ambientali. Occorre ricerca e tecnologia per produrre cosmetici progressivamente più dermo-ecocompatibili Attualmente le priorità delle aziende cosmetiche vanno nella direzione della tollerabilità cutanea e delle caratteristiche reologico-sensoriali Fare un buon Dermoecocosmetico, tecnologicamente avanzato, è più difficile Dicaprylyl carbonate E’ di origine vegetale con un tocco simile ai siliconi, biodegradabile e pochissimo tossico per gli organismi acquatici CocoCoco-caprylate Idem Ethylhexylglycerin Conservante di origine vegetale. Ottimo su fungi e lieviti, contro i Gram+ discreto contro i Gram-. Resistente al calore ed all’idrolisi. PHENETHYL ALCOHOL Buon conservante natural-identico dal profumo di rosa (di cui è un principio attivo) Sodium Methyl 22-Sulfolaurate Tensioattivo di derivazione vegetale senza PEG estremamente ipoirritante. Sodium Stearoyl Lactylate Tensioattivo di derivazione vegetale senza PEG estremamente ipoirritante. Glyceryl Caprylate/Caprate Emolliente surgrassante 100% di origine vegetale. Fitosteroli (β (β -Sitosterolo, Campesterolo, Stigmasterolo, Brassicasterolo,ecc) Efficace azione cortisone simile. Componenti tipici della frazione in saponificabile di oli vegetali. Da riscoprire! Methylglycinediacetic acid Sequestrante biodegradabile. Sostituto dell’EDTA. Irritazioni, status cosmeticus syndrome Pelle asfittica Secchezza Atopie in peggioramento Red face syndrome (Rosacea e DS) Eccipienti inadatti a ingredienti dermatologicamente validi (compresi eccipienti di farmaci topici e detergenti “medicati”) Sono esperti della pelle Sono amici della pelle Rispettano l’ambiente Rispettano la pelle nell’ambiente Una delle funzioni importanti della pelle è quella di ASSORBIRE Parte di ciò che viene applicato durante l’atto cosmetico viene assorbito e interagisce con l’intero organismo. Fonte: Dott.Zago Finché si parla di inquinamento delle acque possiamo sempre fare affidamento sulla presenza dei depuratori Ma quando il prodotto viene applicato sulla pelle? I depuratori diventiamo noi! Fonte: Dott.Zago - - Circa il 25% delle donne e il 14% degli uomini abbiano lamentato una reazione avversa a cosmetici in un anno 9,4 milioni di persone abbiano sofferto di allergie e pelli intolleranti nell’ultimo anno, circa il doppio rispetto a 10 anni fa Dati SIDAPA - Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale Le sostanze cancerogene di categoria 2 non possono essere utilizzate nei prodotti cosmetici. In aggiunta alla conformità della Farmacopea Europea, i fornitori dovranno dare l’assoluta certezza che la loro materia prima non è cancerogena secondo la Direttiva Sostanze Pericolose a) il fornitore garantirà di essere a conoscenza dell’intero processo di raffinazione delle materie prime utilizzate nella produzione della vaselina con relativo e comprovante certificato di analisi b) Oppure il prodotto deve essere ottenuto da sostanze appartenenti ai due gruppi non cancerogeni (olii altamente raffinati, paraffine e cere idrocarburiche) La vaselina è occlusiva e può alterare l’equilibrio microbiologico La vaselina non è biodegradabile Meglio se utilizzata con indicazioni precise, in sedi precise Attualmente è quasi sempre ai posti più alti dell’INCI nei cosmetici In alternativa, esistono i polideceni Pori dilatati L’uso continuativo di prodotti filmanti e occlusivi (siliconi e petrolati) favorisce la comparsa di pori dilatati e cute “asfittica” foto a.sparavigna siliconi emollienti : cyclopentasiloxane, cyclohexasiloxane, cyclomethicone. Hanno un ottimo effetto rullante e setoso, si spargono in film sottilissimo senza ungere dimethicone,cetyl dimethicone, stearyl dimethicone - piu pesante Phenyl dimethicone, diphenyl dimethicone, phenyl trimethicone. -Proprietà uniformi in un ampio intervallo di temperatura (non si addensano col freddo e non diventano più liquidi col caldo, non sono degradati col calore come la maggior parte degli olii vegetali); -Bassa tensione superficiale (abbattono lo schiuma, spesso sono usati in minima quanti nelle creme per questa loro proprietà; aumentano la bagnabilità del prodotto in cui sono inseriti, cioè lo fanno scorrere meglio: per questo motivo i fondotinta siliconici si spalmano così bene); - Alto grado di lubrificabilità e scorrevolezza specie su substrati organici (sulla pelle fanno il famoso "effetto rullante" tipico, imitato in natura solo dai fitosteroli contenuti in alcuni burri vegetali); - Alta idrorepellenza (sono unti, e quelli che lo sono di più vengono usati nelle creme mani barriera perchè impediscono che l'acqua arrivi alla pelle) - Inerzia fisiologica Sulla lunga distanza possono avere effetto disseccante Tendono a “tenere” gli altri ingredienti sulla superficie cutanea Non sono del tutto inerti (esempio dei siliconi usati per le cicatrici ipertrofiche) Alcuni siliconi volatili sono sotto indagine La concentrazione approssimativa varia secondo i prodotti: • profumi (12–20%), • deodoranti (5– 8%) • acque di colonia (2–5%) • saponi e prodotti da bagno (0.5– 4%) • prodotti per il trucco e rossetti (1%) • cosmetici "privi di profumo" (0.1–0.5%) Spesso mix di 60-70 componenti vanno a costituire la miscela di profumo In INCI molto semplicemente: PARFUM. Ogni materia prima ad uso cosmetico viene fornita con una specifica scheda tecnica e con una scheda sicurezza, che fornisce ulteriori informazioni sulla materia d’interesse irritante Esempio di una scheda sicurezza per un parfum Pericoloso per l’ambiente I conservanti vengono introdotti nei prodotti cosmetici per preservare il prodotto dall'inquinamento microbico : le variabili biologiche di ciascun ingrediente si sommano, dando origine ad un “insieme biologicamente instabile”, che può essere attaccato da vari microorganismi. Tanto più un cosmetico è ricco di acqua, tanto più è soggetto all'inquinamento batterico. I conservanti più comunemente impiegati nei prodotti cosmetici per prevenire la contaminazione batterica sono: ACIDO BENZOICO, SUOI SALI ED ESTERI (INCI: Benzoic Acid, Sodium Benzoate) ACIDO SORBICO E SUOI SALI (INCI: Sorbic acid, Potassium Sorbate) ACIDO DEIDROACETICO E SALE SODICO (INCI: Dehydroacetic Acid, Sodium Dehydroacetate) ALCOL BENZILICO (INCI: Benzyl Alcohol) ISOTIAZOLINONI (INCI: Methylisothiazolinone, Chloromethylisothiazolinone) ACIDO 4-IDROSSIBENZOICO SUOI SALI ED ESTERI (INCI: Methyparabene, Ethylparabene, Propylparabene, Butylparabene, Isobutylparabene) IMIDAZOLIDINIL UREA (INCI: Imidazolidinyl Urea) FENOSSIETANOLO (INCI: Phenoxyethanol) DIMETILOL DIMETIL IDANTOINA (INCI: DMDM Hydantoin) Antimicrobial endocrine-disrupting compounds triclosan, propyl, butyl parabens linked to allergies 2012 - June 22 (HealthDay News) -- Antimicrobial endocrine-disrupting compounds commonly found in toothpaste and cosmetics are associated with a higher risk of allergic sensitization in children, according to a study published online June 18 in the Journal of Allergy and Clinical Immunology. Jessica H. Savage, M.D., M.H.S., and colleagues from Johns Hopkins University in Baltimore, examined the association between urinary levels of endocrine-disrupting compounds (bisphenol A; triclosan; benzophenone-3; and propyl, methyl, butyl, and ethyl parabens) and allergic sensitization (immunoglobulin E levels) in 860 children aged 6 to 18 years. […] . "Levels of the antimicrobial endocrine-disrupting compounds triclosan and parabens were significantly associated with allergic sensitization," Savage and colleagues conclude. "Because these compounds are found in personal care products, such as toothpaste and mouthwash, and/or are commonly used as preservatives in foods, drugs, and cosmetics, they are frequently encountered in daily life in Western society." Triclosan in plasma and milk from Swedish nursing mothers and their exposure via personal care products. Sci Total Environ. 2006 Dec 15;372(1):87-93. Epub 2006 Sep 26. Allmyr M, Adolfsson-Erici M, McLachlan MS, Sandborgh-Englund G. The bactericide triclosan is commonly used in e.g. plastics, textiles and health care products. In vitro studies on rat and human biological systems indicate that triclosan might exert adverse effects in humans. Triclosan has previously been found in human plasma and milk, but neither the primary source of human exposure nor the efficiency of triclosan transfer to human milk is known. In this study, plasma and milk were sampled from 36 mothers and analyzed for triclosan. Scrutinization of the women's personal care products revealed that nine of the mothers used toothpaste, deodorant or soap containing triclosan. Triclosan and/or its metabolites were omnipresent in the analyzed plasma and milk. The concentrations were higher in both plasma and milk from the mothers who used personal care products containing triclosan than in the mothers who did not. This demonstrated that personal care products containing triclosan were the dominant, but not the only, source of systemic exposure to triclosan. The concentrations were significantly higher in plasma than in milk, indicating that infant exposure to triclosan via breast milk is much less than the dose in the mother. La questione sulla sicurezza dei parabeni è nata in seguito ad alcuni studi che mostrano che i parabeni sarebbero dotati di azione estrogeno-simile e vengono quindi classificati come xenoestrogeni. L'allarme sulla presunta pericolosità dei parabeni è nato dopo uno studio di Philippa Darbre, una biologa dell'università di Reading (Regno Unito) pubblicato nel gennaio del 2004 sul Journal of Applied Toxicology. Nello studio guidato dalla Darbre, eseguito su 20 campioni prelevati da donne affette da neoplasia al seno, si evidenziava che nella maggior parte dei campioni era stata riscontrata un'elevata presenza di parabeni, in particolar modo di metilparabene. Nello studio si ipotizzava quindi che i parabeni potessero favorire l'insorgenza di tumore al seno. Quest’anno, I ricercatori del Centro Genesis Breast Cancer Prevention dell’University Hospital of South Manchester, England, hanno pubblicato i risultati di uno studio di tre anni che ha misurato le concentrazioni di 5 parabeni in quattro diverse zone del seno raccogliendo i campioni da 40 donne sottoposte a mastectomia per cancro al seno primario (J App Toxicol. Jan. 12, 2012). Questo studio ha trovato uno o più parabeni in 158/160 (99%) dei campioni di tessuto e in 96/160 (60%) tutti e cinque I parabeni erano presenti. Ad oggi il legame fra utilizzo di parabeni e insorgenza di tumore al seno non è supportata da evidenze scientifiche conclusive. Per quanto i dubbi della comunità scientifica sullo studio condotto dalla Darbre siano numerosi, in Francia si è preferito adottare il principio di precauzione. Nel maggio 2011, all'Assemblea Nazionale francese, è passata una proposta di legge che propone di mettere al bando ftalati, parabeni e alchilfenoli; tale proposta di legge è stata presentata dal deputato Yvan Lachaud. In Danimarca dal 2011 i parabeni sono vietati in tutti quei prodotti il cui uso è destinato a soggetti di età inferiore ai 36 mesi. Miljøstyrelsen (Danish Environmental Protection Agency) Fonte: Dott.Zago Fonte: Dott.Zago I Cosmetici Dermoecocompatibili devono essere sostenibili nel loro intero ciclo produttivo (LCA), ma anche sicuri nell’uso, efficaci nelle loro funzioni, gradevoli, scientificamente razionali. La “CHIMICA AMICA” o GREEN CHEMISTRY come opportunità per introdurre nuovi ingredienti non di esclusiva derivazione vegetale Branca della chimica cosmetica che fonde insieme empiria, scienza, etica e qualità. Una chimica che non promette miracoli, ma che unisce principi attivi efficaci, nel rispetto della pelle e dell’ambiente. Dermocompatibile Ecocompatibile Tecnologicamente avanzata Funzionale ed efficace Sicura A impatto ambientale sempre più basso