“l`attività fisica non fa perdere peso”, vero o falso?

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Anno V – Numero 1056
AVVISO
Ordine
1. ORDINE: Progetto “Un
farmaco per Tutti”
2. ORDINE: Assistenza legale
gratuita;
3. Caduceo 2016
4. Convenzioni
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
5. “l’attività fisica non fa
perdere peso”, vero o
falso?
6. trombosi
venosa
profonda, attenzione a
sedentarietà e diabete
7. Uso di cocaina: produce
una alterazione cerebrale,
forse alla base del rischio
di ricaduta
Prevenzione e Salute
8. Abitudini scorrette che
non fanno respirare
la pelle e bloccano i pori.
come intervenire?
Meteo Napoli
Martedì 21 Febbraio
 Variabile
Minima: 4° C
Massima: 14 °C
Umidità:
Mattina = 60%
Pomeriggio = 70%
Martedì 21 Febbraio 2017 - S. Pier Damiani
Proverbio di oggi….……..
L'omm faticator è a ruvin ra cas.
“L’ATTIVITÀ FISICA NON FA PERDERE
PESO”, VERO O FALSO?
Passate le feste, tra chi è alla ricerca dei modi più facili e rapidi
per rimettersi in forma c’è chi crede che l’attività fisica non
faccia perdere peso. Vero o falso?
L’abbiamo chiesto alla prof.ssa D. Lucini, Resp.
della Sezione di Medicina dell’Esercizio e Patologie
funzionali dell’Ospedale Humanitas.
FALSO “: Premesso che per perdere
peso bisogna certamente mangiare di
meno e seguire una dieta equilibrata,
tuttavia se alla dieta non si associa anche un’adeguata attività fisica, perdere
peso può essere un’esperienza solo temporanea.
Per questo motivo è ormai comune in tutti i programmi per perdere
peso associare la dieta all’attività fisica. Infatti, seguire solo la dieta, in breve
tempo, induce l’adattamento del metabolismo alla restrizione calorica tipica
delle diete e, per questo motivo, dopo un po’ si smette di perdere peso.
Se quindi da un alto è vero che fare un’attività fisica leggera o moderata,
come la camminata di 30 minuti a passo veloce tutti i giorni, fondamentale
per la salute cardiovascolare e per la prevenzione di molte malattie, non fa
perdere tanto peso, tuttavia praticare un’attività fisica a dosi e intensità
elevate come la corsa di un’ora tutti i giorni fa certamente perdere
peso anche non modificando le proprie abitudini alimentari e quindi senza
stare a dieta. Per chi invece non vuole o non può sudare troppo, anche
un’attività fisica aerobica ad intensità non elevata purché costante, associata
alla dieta come la classica camminata a passo veloce per 30-40 min al giorno,
anche se non fa consumare tante calorie, è in grado di modulare il
metabolismo in modo da aumentare l’efficacia della dieta nel far perdere
peso. Quando l’attività fisica è associata alla dieta, l’ago della bilancia
potrebbe non scendere quanto sperato perché l’attività fisica favorisce
l’aumento della massa magra, proprio quella che produce energia e quindi
consuma calorie.” (Salute, Humanitas)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
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Anno IV – Numero 1056
SCIENZA E SALUTE
TROMBOSI VENOSA PROFONDA, ATTENZIONE A
SEDENTARIETÀ E DIABETE
Come riconoscere la trombosi venosa profonda?
Gonfiore, dolore simile a un crampo e arrossamento sono i possibili sintomi di questa condizione
patologica caratterizzata dalla formazione di un grumo di sangue in una vena che può avere effetti
gravi addirittura mortali. Se non viene riconosciuta e trattata tempestivamente, infatti, la trombosi
venosa profonda può causare un’embolia polmonare: il grumo di sangue che si è formato ad esempio
in una vena della gamba può viaggiare e raggiungere i vasi sanguigni
arteriosi dei polmoni dove provoca un infarto del polmone.
Di trombosi venosa profonda ha parlato sul Corriere della Sera il
dottor Corrado Lodigiani, responsabile del Centro Trombosi e Malattie
Emorragiche dell’ospedale Humanitas.
1. GONFIORE
Braccia o gambe diventano più “pesanti”: «Il soggetto colpito accusa un
senso di pesantezza in genere associato anche a un aumento di volume. Le
gambe sono più esposte al rischio per via della stasi del sangue che tende ad accumularsi alle estremità
per effetto della forza di gravità durante la posizione eretta».
Le gambe possono gonfiarsi, ad esempio, dopo un lungo viaggio aereo. È la cosiddetta sindrome della
classe economica da non confondersi però con il semplice “edema”, ovvero un gonfiore di caviglie o
polpacci «dovuto alla stasi e non un segno di trombosi venosa profonda. Per scongiurare il rischio di
edema come semplice gonfiore degli arti così come quello di trombosi venosa profonda si possono
indossare calze elastiche, fare esercizi con i piedi e le caviglie anche da seduti e alzarsi di tanto in
tanto», suggerisce l’esperto.
2. IL DOLORE
Il dolore è il sintomo che più spesso si presta a fraintendimento «perché somiglia
a un crampo, a un dolore articolare o muscolare attribuito a un possibile trauma
non noto. Il dolore può essere lieve o molto intenso, raramente insopportabile».
3. ARROSSAMENTO
Possiamo riconoscere la trombosi venosa profonda anche da una variazione
del colore della pelle che si può «può arrossare, talora diventare di un colorito
scuro-brunastro, in associazione a una sensazione di intenso calore», aggiunge
il dottor Lodigiani. «I sintomi possono comparire contemporaneamente o
meno. Se non si riconoscono la situazione può peggiorare nell’arco di ore o di
giorni, un periodo sufficiente per far sì che la trombosi venosa profonda possa evolvere e avere come
esito un’embolia polmonare. In caso di sintomi è fondamentale andare in Pronto Soccorso, in modo da
confermare il sospetto clinico e poter impostare al più presto una terapia che è “salva vita”».
4. EMBOLIA POLMONARE: Quali sono invece i segni dell’embolia polmonare? «I suoi sintomi più
frequenti sono un dolore trafittivo, descritto come una pugnalata al torace; un’alterazione del respiro,
avvertita come una improvvisa “fame d’aria”; una tosse secca o con catarro misto a sangue e, infine, il
cardiopalmo, si avverte cioè il “cuore che batte nel petto” con accelerazione del battito cardiaco.
L’embolia polmonare può portare anche a sincope, perdita di conoscenza e persino essere un evento
mortale. Tuttavia è bene ricordare che l’embolia polmonare può essere senza sintomi, un fenomeno
non così raro, soprattutto nel paziente con altre patologie e sintomi».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1056
5. ULCERE E SINDROME POST-FLEBITICA
Oltre all’embolia polmonare, la trombosi venosa profonda può evolvere in
sindrome post-flebitica, il cui segno più grave è la formazione di ulcere
venose cutanee: «Le vene interessate dal trombo si dilatano, il sangue non
riesce a risalire verso l’addome e ristagna in periferia. Così esercita una
pressione verso l’esterno e le cellule della pelle vanno in sofferenza
ischemica. Si avverte un forte dolore e compare l’ulcerazione. È un evento estremamente invalidante
che ha più probabilità di manifestarsi quanto più tardivamente si interviene per il trattamento
della trombosi venosa profonda e che può essere in parte contrastato con l’uso corretto e costanze di
calze elastiche specifiche».
6. I FATTORI DI RISCHIO
Cosa favorisce la formazione dei trombi? «Il trombo può formarsi
secondariamente ad altre patologie, come un tumore o un’infezione, o dopo
che un individuo è stato sottoposto a intervento chirurgico. Dopo
l’operazione, infatti, la circolazione sanguigna si “riattiva” e se prevale lo
stimolo alla coagulazione per fermare l’emorragia può sorgere un trombo.
Pertanto è bene sottoporre i pazienti più a rischio a una profilassi tromboembolica attraverso farmaci
in grado di ripristinare un equilibrio, come ad esempio gli anticoagulanti».
«Oltre alla familiarità e alla presenza di difetti genetici della coagulazione (trombofilia), tra i restanti
fattori di rischio ci sono l’assunzione di farmaci che alterano in senso pro-trombotico l’equilibrio del
sistema della coagulazione, ad esempio la “pillola” o la terapia ormonale sostitutiva. Aumentano le
probabilità di insorgenza di trombosi anche la gravidanza, l’obesità, l’insufficienza venosa in presenza
di vene varicose, la sedentarietà, il diabete o una grave dislipidemia». (Salute, Humanitas)
SENO, POCO GRASSO AUMENTA IL RISCHIO DI TUMORE
Il grasso è amico o nemico del tumore al seno?
Le ultime ricerche condotte sul tema confermano quanto già noto:
 dopo la menopausa sovrappeso e obesità sono associati a un aumento del
rischio di ritrovarsi alle prese con questo tipo di cancro.
Tuttavia, avere un seno poco ricco di tessuto adiposo sembra essere un fattore di
rischio per il tumore al seno addirittura più importante di caratteristiche come la
presenza di casi in famiglia, la diagnosi passata di tumori benigni e l’essere diventate
madri dopo i 30 anni. A svelarlo è uno studio pubblicato su JAMA Oncology.
Lo studio ha previsto l’analisi dei dati relativi a oltre 200 mila donne di età compresa tra i 40 e i 74
anni. Ne è emerso che
 il 39,3% dei tumori al seno diagnosticati prima della menopausa
 e il 26,2% di quelli diagnosticati dopo la menopausa
 potrebbero essere evitati se si avesse un seno meno denso (cioè più ricco di grasso).
Secondo i ricercatori un seno più denso è più a rischio di tumore perché più ricco di cellule e a causa
dell’interazione tra le cellule che rivestono i dotti galattofori e il tessuto circostante.
Inoltre mentre in un mammogramma le eventuali masse tumorali - bianche - spiccherebbero all’interno
del tessuto adiposo - più scuro - sarebbero più difficili da distinguere in mezzo a tessuto ghiandolare - a
sua volta bianco. “Il trattamento con tamoxifene, un antagonista degli ormoni estrogeni, è l’unico
trattamento fra quelli attualmente noti in grado di ridurre la densità del seno e quindi ridurre il rischio
di tumore al seno. Tuttavia, il tamoxifene può avere gravi effetti collaterali e in genere è
raccomandato solo alle donne ad elevato rischio di cancro al seno”. (Salute, 24Ore)
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Anno IV – Numero 1056
SCIENZA E SALUTE
ABITUDINI SCORRETTE CHE NON FANNO RESPIRARE
LA PELLE E BLOCCANO I PORI. COME INTERVENIRE?
Quando i pori si dilatano difficilmente tornano alle dimensioni iniziali: cosa fare
per impedirlo e come mantenere la pelle libera e pulita? Lo abbiamo chiesto al
professor Santo Raffaele Mercuri, primario di dermatologia e
cosmetologia all’ospedale San Raffaele di Milano
1. CATTIVE ABITUDINI
Alcune abitudini scorrette o la mancanza di precauzioni possono causare
problemi alla pelle. «Cattiva pulizia del viso, sbalzi di temperatura, detergenti
aggressivi, fattori ereditari, trucco che si lascia la notte…. E i pori si dilatano», illustra il dottor Santo
Raffaele Mercuri, primario di dermatologia e cosmetologia all’ospedale San Raffaele di Milano, e
aggiunge: «Una volta dilatati, i pori difficilmente tornano alle dimensioni iniziali. Per cui più che cercare
una cura, bisogna imparare a prevenire finché si è giovani».
2. SCHIACCIARE PORI E FORUNCOLI
L’abitudine peggiore: «Quando schiacciamo i pori e tiriamo la pelle creiamo
piccole cicatrici, infiammazioni e irritazioni», spiega l’esperto. «Le mani non
perfettamente pulite possono trasferire grassi, batteri e impurità ai pori col
rischio di ostruzione. Bisognerebbe usare dei guanti o non farlo. Se vogliamo
togliere un punto nero dovremmo comunque agire nella maniera corretta usando i prodotti giusti, che
pure ci sono in commercio».
3. TOCCARSI IL VOLTO TROPPO SPESSO
Per lo stesso motivo, pensate a quante cose toccate con le dita durante la
giornata: maniglie delle porte, scrivanie e tavoli, lavelli, carte di credito,
soldi. «Toccarsi il viso dopo aver toccato tutto il resto potrebbe trasferire le
impurità sulla pelle e ostruire i pori», conferma il professor Mercuri.
4. IL TRUCCO VA RIMOSSO
«La rimozione del trucco è un passo essenziale per la buona cura della pelle –
afferma Mercuri - , perché non farlo consente a tutte le impurità accumulate
durante il giorno sulla pelle di stabilirsi nei pori durante il sonno. Non solo
questo accelera il processo di invecchiamento, ma contribuisce anche alla
dilatazione dei pori. Bastano anche semplici salviette di pulizia del viso, o lavarsi
la faccia, ma è essenziale farlo sempre, ogni sera prima di coricarsi».
5. LA QUALITÀ DEI COSMETICI
Il consiglio dell’esperto è anche quello di usare cosmetici di buona qualità. Vanno bene ad esempio i
fondotinta liquidi senza silicone. Meglio evitare prodotti con cere, oli e burri nella preparazione.
6. PELLE GRASSA: CHE FARE
«Molti saponi commerciali seccano la pelle. Le ghiandole sebacee reagiscono
aumentando la secrezione di sebo. I prodotti per le pelli grasse hanno un Ph
basso (4.5-5.5) e contengono acidi della frutta a bassa concentrazione che
idratano la pelle. In presenza di brufoli bisogna utilizzare appositi detergenti
battericidi: con acido azelaico o benzoil perossido. No ai prodotti senza
risciacquo. Si può optare anche per lozioni naturali a base di olii essenziali come salvia, lavanda,
rosmarino, eucalipto e cipresso», spiega Mercuri.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1056
Il modo migliore per cancellare o limitare la
grandezza dei pori è attraverso l’esfoliazione.
Questo perché i detergenti non rimuovono completamente le cellule morte che
si accumulano durante la settimana. «Una volta a settimana il gel esfoliante
con prodotti poco aggressivi e adatti al tipo di pelle, aiuta a levigare e conferire
luminosità: gli esfolianti fisici e chimici promuovo il rinnovamento cellulare stimolando la sintesi del
collagene. Contengono ingredienti che aiutano a rassodare la pelle intorno i pori, riducendo al minimo
il loro aspetto e sciogliendo i batteri che causano l’acne (e rendono i pori gonfi)».
: Quando la situazione è compromessa si può pensare al peeling e al laser.
8. PEELING e LASER
«Il peeling con acido mandelico si può fare anche a casa. Quando i pori
sono ormai dilatati ci sono i laser “non ablativi” che cambiano la qualità della pelle: sostituiscono il
tessuto degenerato con quello nuovo. Una seduta laser vale 10 peeling rispetto all’efficacia e non ha
effetti collaterali». (Salute, Corriere)
SCIENZA E SALUTE
7. L’ESFOLIAZIONE
USO DI COCAINA: PRODUCE una ALTERAZIONE
CEREBRALE, FORSE alla BASE del RISCHIO di RICADUTA
Il consumo abituale di cocaina riduce la connettività tra due regioni del cervello: è
la spiegazione fisiologica dei comportamenti e del rischio di ricadute, anche a
distanza di mesi. Uno studio mette le basi per identificare i
momenti vulnerabilità di chi cerca di uscirne.
Il consumo abituale di COCAINA induce un'alterazione cerebrale: è una
modificazione fisiologica che permette anche di spiegare il perché una
persona che consuma cocaina, persino dopo un periodo relativamente
lungo di astinenza, resta soggetta a un elevato rischio di ricaduta.
DOVE DI MENO, DOVE DI PIÙ. Per dimostrare questa alterazione,
fino a oggi solo ipotizzata, i ricercatori hanno misurato il livello di organizzazione funzionale delle reti
cerebrali in stato di riposo di 18 ex consumatori abituali di cocaina in astinenza da cinque mesi.
Il confronto fra questo campione e 19 persone non tossicodipendenti ha permesso di localizzare
una riduzione della connettività funzionale fra il nucleo accumbens - una regione profonda del
cervello, importante per la motivazione - e la corteccia dorsale prefrontale, implicata nel controllo
cognitivo del comportamento.
Il nucleo accumbens mostrava invece una maggiore connettività con la regione orbitale del lobo
frontale, struttura che codifica il valore edonico delle ricompense. In 8 dei pazienti che sono ricaduti
nel consumo di cocaina tre mesi dopo le rilevazioni, l'alterazione è risultata ancora più evidente.
 Per l'intero gruppo dei tossicodipendenti si sono riscontrati disturbi nel controllo cognitivo del
comportamento in modo proporzionale alla connessione fra la corteccia dorsale prefrontale e il nucleo
accumbens
Il "cervello istintivo", essendo le strutture cerebrali alterate nei rapporti di forza fisiologici, tende a
prendere il sopravvento sul "cervello razionale" e il controllo del comportamento risulta indebolito,
così come risultano alterati i meccanismi chimici legati al rilascio di dopamina e alla sensazione di
ricompensa. Questo studio può portare a nuovi modelli di comprensione e gestione delle
tossicodipendenze. «Il fatto che dopo quasi 5 mesi di astinenza il cervello dei pazienti mostrasse ancora
gli effetti indotti dal consumo di cocaina suggerisce che la sostanza è in grado di lasciare nelle
strutture cerebrali una traccia che resta impressa per un arco di tempo relativamente lungo.»
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1056
Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli
La Bacheca
ORDINE di NAPOLI: CADUCEO D’ORO 2016, MEDAGLIE
DI BENEMERENZA ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO
DI GALENO
Immagini e video dell’evento–Teatro Auditorium Mostra D’Oltremare –
Napoli
Sul sito dell’Ordine, nella Home page, Cliccando sull’icona “Cerimonia
Caduceo d’Oro e Giuramento di Galeno” è possibile visionare tutte le fasi
dell’evento sia in formato immagini che video.
1.Arrivo-2016
2016-2.ArrivoAutorità
2016-2.2 Arrivo
S.E.CardinaleCrescenzioSEPE
2016-3.Teatro
Arrivo Autorità
2016-4.Teatro
Concerto
S.Carlini
2016-5.Inizio
Cerimonia
Caduceo 2016
Autorità
2016-6.Progetto
Un Farmaco per
Tutti
20167.Consegna
Medaglie 65-6050 anni
20168.Delegazione
Giapponese
2016-9.Caduceo
40-25 anni
Giuramento
Galeno
http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/videocerimonia-2016
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno IV – Numero 1056
Progetto “UN FARMACO PER TUTTI”
Progetto per contrastare la povertà sanitaria.
FARMACIE COME ADERIRE:
Clicca sul link sottostante e compila il format in modo da avere le informazioni utili
riguardo il luogo di consegna del contenitore per la raccolta dei farmaci.
http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1097-unfarmaco-per-tutti
PAGINA 8
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Anno IV – Numero 1056
RACCOLTI 35.000 CONFEZIONI di FARMACI e DISPOSITIVI Donati ai seguenti ENTI ASSISTENZIALI:
La Tenda, La Casa di Tonia, Emergency, UNITALSI Campania, Stelle in Strada, Suore della
Carità Madre Teresa di Calcutta, Ordine di Malta, Croce Rossa, Elemosiniere del Santo Padre
– ROMA; Missione dei Padri Camilliani in Benin, Hospital La Croix
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Anno IV – Numero 1056
CONVENZIONI:
SERVIZI e AGEVOLAZIONI per gli ISCRITTI all’Ordine
Stipula di convenzioni con soggetti terzi con la finalità di
apportare concreti vantaggi a tutti gli Iscritti all’Ordine.
Il consiglio dell’Ordine, nella seduta di Consiglio del 28 Giugno
2016, ha approvato la possibilità di poter attivare delle
convenzioni con imprese che intendono offrire prodotti e/o
servizi agli iscritti all’Ordine della Provincia di Napoli a
condizioni più vantaggiose rispetto a quelle normalmente
praticate al pubblico, con la semplice esibizione del Tesserino
professionale dei Farmacisti (nuovo Tesserino Magnetico).
La Convenzione realizza simultaneamente la seguente finalità:
Attribuisce immediatamente dei vantaggi agli
Iscritti, nell’espletamento delle finalità dell’Ordine;
L’elenco delle imprese sarà aggiornato man mano che saranno attivate le convenzioni.
PER VISIONARE LE IMPRESE CONVENZIONATE BASTA CLICCARE IL SEGUENTE LINK:
http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/?option=com_content&view=article
&layout=edit&id=1493
AZIENDA E SITO
http://tufano.euronics.it/
ACCORDO DI CONVENZIONE
http://www.ordinefarmacistinapoli.it/o
rdineNuovo/images/convenzioni/CONV
ENZIONE-GRUPPO-TUFANO.pdf
e-mail: [email protected]
http://www.otofarma.it/
http://www.centroathenanapoli.
it/
http://www.ordinefarmacistinapoli.it/o
rdineNuovo/images/convenzioni/Tariffa
rio_Centro_ATHENA.pdf
http://www.centroflegreo.net/
http://www.centrofutura.net/
http://www.centromanzoni.com/
http://www.therapiccenter.it/
http://www.dinastar.it/
http://www.ordinefarmacistinapoli.it/o
rdineNuovo/images/convenzioni/TARIF
FARIO_CENTRO_Flegreo_2016_1.pdf
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