Soft Secrets IT 03-11 Leggere online

GRATIS
18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi
Numero 3 - 2011
Notizie dal mondo
In questa edizione:
L’Hempfest non è un festival
Sulla religione della
Canapa ›› 11
Il prossimo agosto (dal 19 al 21), la città di
Seattle ospiterà il Seattle Hempfest per il
20° anno. Con una previsione di 250.000
visitatori, è il maggior evento della cannabis mondiale.
Non chiamatelo festival però, perché gli
organizzatori sottolineano che Hempfest
in realtà è un ‘protestival’.
Fumo per dimenticare
Tra le tesi maggiormente sostenute da chi
nutre la proibizione della marijuana, una
delle più ricorrenti è sicuramente quella che
vede il consumo dell’erba danneggiare la
funzione mnemonica. Recenti studi hanno
però messo in evidenza come il THC aiuti a
far svanire ricordi, quelli brutti e spiacevoli
però, che possono esser capitati o accadere
nella vita di ognuno di noi. ››
9
Su vari palchi nei tre parchi della città,
decine di oratori prenderanno la parola e
saranno messe in scena varie performance. Ci sarà uno stage di ballo e un mercato
molto ampio di prodotti legati al mondo
della cannabis.
Hempfest dipende interamente dagli
sponsor e dai volontari: si tratta di un’occasione incredibile per le Società che
vogliano mettersi in evidenza sul mercato
americano, che attualmente sta vivendo
una crescita esplosiva.
Potete
trovare
informazioni
su
come affittare uno stand, sponsorizzare o lavorare da volontario:
www.hempfest.org. Orsi e coccodrilli a fare la guardia: soluzioni ecologiche per la
vostra coltivazione
Un ponte tra culture ››
26
Erba alla siciliana
Leone Bianco Leone nero è la vera storia di un
giovane laureato trovatosi con le manette ai polsi
solo perché auto produceva la sua marijuana. Un
diario scritto da dietro le sbarre per denunciare
un sistema che non sfugge alla degenerazione
civile in atto nella società odierna ma soprattutto
un viaggio attraverso un mondo di ingiustizie,
sprechi e verità nascoste
››
35
Per un pugno di
fumo ›› 44
Alla fine del 2010, BBC News e altri media
di rilievo hanno riferito che durante un’incursione in una coltivazione di marijuana
canadese, la polizia si è trovata davanti a
degli insoliti guardiani della coltura: degli
orsi bruni.
Dapprima gli officiali hanno temuto che
questi animali potessero essere pericolosi, ma gli orsi non si sono comportati
in modo aggressivo. Si sono messi a giocherellare con l’automobile della polizia
e a girovagare. Poi si sono seduti e hanno
assistito all’incursione.
La Royal Canadian Mounted Police ha
arrestato due persone e confiscato oltre
2.300 piante di marijuana.
Quando gli ufficiali hanno capito che
questi amichevoli animali erano abituati
al contatto umano ed erano contenti di
averlo, hanno deciso di fare delle foto con
loro a distanza ravvicinata.
“Erano tranquilli, si sono semplicemente
seduti e si sono messi a guardare. A un
certo punto uno degli orsi è salito sul
cofano di un’automobile della polizia, vi
si è seduto per un po’ ed è saltato giù”, ha
affermato il Sergente Fred Mansveld. “Abbiamo inoltre trovato un maiale e un
piccolo procione che stavano dormendo
in un letto nella casa. È stato amichevole e
ha cercato di salire sulla gamba di un ufficiale. Il maiale si è agitato un po’ alla vista
della polizia, ma il procione è rimasto tranquillo e ha preso la confusione con calma”.
La polizia ha poi redatto una dichiarazione: “Un paio di coltivatori di marijuana
utilizzava un gruppo di animali selvatici,
fra cui orsi bruni, procioni e maiali, per
sorvegliare la loro attività di coltivazione
di droghe illegali vicino al confine fra Stati
Uniti e Canada”.
Questo insolito racconto è diventato
ancora più strano dopo che qualcuno ha
sottratto l’erba confiscata dagli armadietti
della polizia e ha cercato di proteggerlo
con dinamite rubata, circondata con fusibili preparati artigianalmente. Gli ufficiali hanno trovato anche una granata, un
fucile da caccia calibro 12 e due fucili. È
stata di nuovo confiscata la marijuana. I
titolari della Happy Farm sono stati arrestati per produzione e detenzione di una
sostanza illegale. Sono anche accusati di
atti di crudeltà sugli animali. In Canada,
Continua a pagina 3
3
Notiziario Italiano
Continua dalla prima pagina
nutrire gli orsi è illegale, dato che aumenta le probabilità che gli orsi arrivino in
città per cercare cibo. Gli ufficiali dicono
che i sorveglianti selvatici della coltivazione avrebbero potuto essere uccisi.
Ciononostante, sta crescendo la pressione pubblica per proteggere gli orsi
e il Ministro dell’Ambiente della British
Columbia Barry Penner afferma che il
governo sta cercando delle soluzioni per
salvare gli orsi. Coltivazioni della Ndrangheta
in Australia
La polizia australiana è convinta che
il capannello locale della Ndrangheta
sia occupato a coltivare cannabis nel
Distretto di Riverina, una regione agricola altamente fertile nella parte sudoccidentale del New South Wales.
Genetica: Equilibrio: Livello THC: Raccolto in outdoor:
Powerplant x Lavender
Sativa/Indica
alto
inizi di ottobre
Una pianta perfetta che produce cime grandi e
lunghe a forma di coda di volpe. Acquisisce un
tono lavanda metallico sulle foglie alla fine della
fioritura. Per la proporzione calice-foglia, è una
pianta facile da curare. Questa varietà produce
un aroma così intenso e penetrante che il suo
odore è inebriante. È molto ricca di THC e le
sue caratteristiche organolettiche rasentano la
perfezione. Benvenuti nel paradiso dei sapori e
dei colori di Cotton Candy.
Foto: Delicious Seeds
Cotton Candy
Si potrebbe definire una coltivazione
guerrilla su scala commerciale, con il tradizionale nascondiglio in mezzo al mais,
sostituito da vigneti e aranceti.
Dopo un’operazione durata cinque giorni
alla fine di marzo in questa regione, oltre
10.000 piante di erba di altissima qualità
sono state strappate e incenerite, mandando in fumo circa 15 milioni di euro.
Wally il sorvalligatore
L’unione di droghe e animali è sempre
positiva per creare emozione, come sanno
bene i media. A pochissima distanza di
tempo dalla notizia della coltivazione
canadese sorvegliata dagli orsi, ecco l’ultima storia di abuso su animali a fini relazionati con la cannabis.
coltivazione il 10 marzo. Un giovane alligatore di nome Wally e il suo proprietario
sono stati scoperti in mezzo alle piante.
La sensibile stampa ha nominato questo
animale “il sorvalligatore’.
Non c’era alcuna prova di abuso su animali. Al contrario, l’animale era stato “trattato
molto bene” secondo il centro di accoglienza per animali a cui è stato mandato
Wally – “forse fin troppo bene” (vedi foto).
L’erba a uso medico supera
quasi il Viagra
L’Associazione americana di marketing
Sea Change Strategy ha stimato che le
vendite della marijuana a scopi medici negli Stati Uniti raggiungeranno 1,2
miliardi di Euro nel 2011. Queste vendite costituiranno un’alternativa verde alle
vendite inarrestabili di Viagra. La pillola
dell’erezione ha infatti vendite annue di
1,3 miliardi di dollari negli Stati Uniti.
Se si calcola il mercato nero, il settore della cannabis potrebbe raggiungere
una cifra compresa fra i 13 e i 25 miliardi
di euro l’anno.
Il rapporto Sea Change prevede che il
numero di Stati un cui può essere venduta
raddoppierà nei prossimi cinque anni.
Al momento quasi 25 milioni di americani
hanno il diritto ad avere una prescrizione
medica per la marijuana a scopo medico, sebbene a malapena 730.000 persone
sfruttino tale diritto, il 92% dei quali residenti in California e Colorado. Nella sala attigua a un negozio che vendeva erba a scopo medico illegalmente a
Riverside, California, è stata scoperta una
Indice:
Cotton Candy3La bimba di pagina 3
Caro Soft Secret
4
Posta
Fumo per dimenticare
9
Medical Cannabis
Sulla religione della canapa
11
Il Canapaio
Semi rispetto a talee
14
Growing
Pirati dei semi
18
Dal mondo
Di madri ce ne sono 10
21 Indoor avanzato
Ed Rosenthal
27 Ask Ed
Alla guerra come alla guerra
33
Interview
Erba alla siciliana 35
Book review
Un ponte tra culture
36
History Cannabis
Jorge Cervantes38
Consigli
Finding Shelter42
Belpaese
Il risveglio della vita
43 Speciale varietà 2011
Per un pugno di fumo
44 Punto legale
Shops46
Shop review
4
Lettere dai lettori
Ciao Cari,
Vi allego qualche foto di una AK48
di Nirvana da talea, cresciuta sotto
una 250 W.
La pupa che s’intravede ha una ricetta segreta... Saluti & complimenti
per la rivista, avanti così !
Johnny
La AK48 è una varietà molto rapida
da coltivare. Se si ha poco tempo,
la si può coltivare in addirittura 48
giorni, ma sembra che a questa sia
stato lasciato tempo per svilupparsi
bene. È un ottimo esempio di cimatura a forma di candelabro.
Attenzione lettori
italiani!
Volete vincere semi FEMMINIZZATI di DINAFEM?
Mandateci una fotografia della vostra stanza di
coltura o della vostra miglior pianta di cannabis, dove si veda chiaramente una copia di Soft
Secrets e DINAFEM vi manderà una confezione
3 semi femminizzati. Se nella fotografia dovessero figurare anche la vostra bellissima moglie
o ragazza che indossano un micro bikini sexy
o dell’intimo molto allettante, riceverete una
confezione 2 x 3 di semi femminizzati. La fotografia del mese riceverà una confezione 3 x 3 di
semi femminizzati di prima qualità! Il tutto è
un omaggio di Soft Secrets Europa e DINAFEM!
Mandate le vostre fotografie via e-mail a
[email protected] o mandatele alla nostra
PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà gestito con la massima discrezione. Non pubblichiamo foto sfuocate e non ci piacciono le fotografie
di piante in fase vegetativa. Vogliamo vedere
grosse cime e belle tette! Buona fortuna!
Ciao Soft Secrets,
siete fantastici e
soprattutto utili.
Queste sono il mio
amore e le mie 3
bimbe, purtroppo
un po’ sofferenti perché vivono in uno
spazio molto stretto
e poco arieggiato,
ma le loro succeditrici con l’arrivo
della primavera
potranno godere di
ampi spazi all’aperto
e quindi dare tanta...
“soddisfazione”!
La crescita sembra
indicare che sarebbero più felici con
un po’ più di luce, se
possibile. I vasi sembrano poter trarre
vantaggio se riempiti
un po’ di più (se non
riempi un vaso, è
come se ne usassi
uno più piccolo).
Soft Secrets Italia,
PoBox 17250,
1001 JG Amsterdam,
Paesi Bassi
E-mail: [email protected]
Anonimo
La signorina sembra che potrebbe godersi
qualche irrigazione in più e che vorrebbe
stare di più al sole. Bella struttura e sembra
che sia valso lo sforzo fatto.
Anonimo
6
Foto di una Holland’s Hope
della Dutch Passion ... mi
dispiace per la mancanza di
tette ma comunque FORZA
RAGAZZI!
Non molto spazio è stato
sprecato su questa pianta.
La Holland’s Hope è nota per
gli ottimi risultati in outdoor.
Bellissime cime coperte dal
bianco rivestimento che hanno
un fantastico aspetto.
Bouh-Bouh
Bravo! Quando le
signorine davanti
maturano, dovrebbero diventare
molto belle. La
graziosa signorina
con la copertina
di Soft Secrets va
benissimo così.
Matteo
Le cime sono abbastanza belle, ma la signorina è fantastica!
ciao redazione Soft Secrets vi invio le foto del mio 2 raccolto in indoor !!! sono 3 snow bud di dutch passion e 5 four way special della high qualty seeds, di cui mi avete mandato voi!!! sono rimasto abbastanza soddisfatto si sa come non e mai troppa!!!!
comunque siete grandi vi seguo con enorme gioia! e apprendo ogni vostro prezioso consiglio!!!!! attendo con ansia altri vostri buon
semini se e possibile inviatemi dei semi blue berries... un caloroso abbraccio a tutta la redazione e a lettori di SOFT SECRETS PS: jex
sparo!!!! LEGALIZE IN ALL THE WORLD
Ottimo riutilizzo dei contenitori. Anche i barattoli in latta sono una scelta diffusa. Ottima scelta del materiale da leggere mentre si fuma.
Anonimo
Le piante sono troppo giovani
e piccole per una foto in Dear
Soft Secrets. Per tua fortuna lei
è così carina che abbiamo fatto
un’eccezione.
7
Anonimo
Anonimo
Ciao Soft Secrets, sono Bibiano
Queste due bambine sono il risultato della mia prima coltivazione. Sono Green Poison alla 5° settimana di fioritura,
su una delle due ho effettuato un’operazione di legatura
al fine di arieggiare e permettere alle cime più interne di
svilupparsi! Credete sia una buona idea? E nel caso in cui
lo fosse, pensate che abbia scelto la giusta tecnica? Viva la
ganja e chi se la mangia!
La Green Poison è un ibrido tendente all’indica di Sweet
Seeds. Quando si lega una pianta, bisogna farlo più in
prossimità della punta dei rami. Se si è delicati, i rami
s’inarcheranno come degli archi poco tesi.
Se queste mutandine marrone suonano famigliari,
date un’occhiata a qualche lettera fa e paragonale.
Abbiamo pensato che ai lettori di Soft Secrets avrebbe
fatto piacere vedere dell’altra AK48 e un’altra immagine della graziosa signorina.
Sono un grower italiano e sono interessato alla promozione
foto in cambio di semi gratis io o già avuto da voi 3 Critical
Jack della Dinafem grazie. Allora questa pianta purtroppo
quando l’ho tirata su non conoscevo ancora la vostra rivista
quindi le foto che vi mando non anno la copia ben visibile
di Soft Secrets però vi garantisco che questa l’ho coltivata
io o le foto cartacee che o usato adesso per scannerizzare le
foto appunto per mandarvele visto che la pianta vale la pena
secondo me di essere vista è una Sativa ma la qualità precisa
non la conosco perche o avuto questi semi da un incrocio
del tutto casuale quando si dice la magia del polline allora vi chiedo se per favore questa volta potete fare
uno strappo alla regola e mandarmi comunque un pacchettino da 3 semi visto che ci sono provo anche a
chiedervi se fosse possibile avere uno strain Automatico tipo la Roadrunner #2 della Dinafem o in mancanza
anche la prima Roadrunner in ogni caso uno strain autofiorente vi ringrazio in anticipo sia che mi mandiate
i semi oppure no comunque Soft Secrets resta un faro in
mezzo al mare per noi poveri coltivatori Italiani repressi
da una classe Politica Vecchia e ipocrita non in grado di
poter decidere della nostra libertà.
Viva la Cannabis!!
Come gli uccellini in gabbia, anche le piante indoor non
riescono ad aprire le ali e volare come l’erba coltivata
in outdoor. È un ottimo esempio di Critical Jack della
Dinafem (Critical+ x Jack Herer).
anonimo
Magnifico! Gruppi compatti e felici di fiori, ovviamente
ben curati e amati. L’appassimento delle foglie più vecchie
dimostra che sono state risciacquate per bene.
Anonimo
Delle cime grandi
ben sviluppate
indicano che le
piante sono state
illuminate molto
bene. Queste
bellezze outdoor
dimostrano cosa
è possibile fare
con l’ambiente
giusto.
GENETICA: vanilla kush BANCA SEMI: barney’s farm SUBSTRATO:
idro (argilla espansa) FERTILIZZANTI: advanced hydroponics of
holland (grow bloom micro) FONTE: hps 600 watt
Questa è la mia prima coltivazione in idroponica, ho fatto molti
errori con i fertilizzanti ma spero che vi piacciano lo stesso. La
prossima volta andrà meglio
green life420
Sembra che come prima coltura sia andata molto bene. La prossima
volta usa meno fertilizzanti, perché sembra che tu abbia avuto la
mano un po’ pesante in questo senso. Una fonte da 600 watt va bene
per una coltivazione domestica e la pianta tende a produrre cime più
grandi rispetto a quanto non faccia con fonti di luce più piccole.
Anonimo
8
Prodotti
La Fattoria dei Lombrichi
Hai bisogno di terreno fertile per le tue piante?
Vuoi aumentare la crescita, la fioritura e la resa
del raccolto? Sei contrario ai prodotti chimici
per il terreno e preferisci il concime naturale?
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trasformazione degli scarti di cucina, arricchendoli con i propri succhi gastrici. Un chilo
di vermi si possono alimentare con mezzo
chilo di cibo al giorno, ed ogni 1-2 mesi produrranno 10 litri di Humus( 5 kg.) e circa 1
litro di Estratto liquido (lombri-thè).
E’ sufficiente aggiungere una manciata di vermi
e i vostri rifiuti nel vassoio inferiore. I lombrichi
cominceranno la trasformazione. Una volta che il vassoio è pieno si aggiunge un altro
vassoio, i vermi migrano verso l’alto per la nuova sorgente di cibo, lasciando il fondo
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risultati ottimi dimostrati
Il Top Grown Box è la confezione
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una nutrizione base, degli stimolatori di crescita e della fioritura e il
potente booster Green Sensation.
Un Top Grown Box è sufficiente per
un metro quadro di piante. Plagron
offre due confezioni complete
diverse: il Top Grow Box 100% BIO
e il Top Grow Box Terra. Entrambe
le confezioni sono combinabili perfettamente con i substrati scarsamente fertilizzati
Light-Mix, il prodotto più venduto della Plagron. Le differenze tra le due confezioni
sono riportate di seguito.
Top Grow Box 100% BIO
Il Top Grow Box 100% BIO è la confezione ideale se per te sono importanti l’odore,
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stimolano la crescita delle piante e il miglioramento della struttura del fondo. Il
fertilizzante fogliare Phyt-Amin mantiene in salute la pianta durante tutto il periodo di coltivazione.
Top Grow Box Terra
Il Top Grow Box Terra è una buona scelta nel caso in cui vuoi essere flessibile. Grazie
alle sostanze nutritive ad assorbimento diretto Terra Grow e Terra Bloom puoi reagire sempre tempestivamente ai bisogni della tua pianta. La cosa comoda è che
puoi influenzare direttamente il valore EC dell’acqua fertilizzante. L’ammendante
biologico Enzymes garantisce una vita salutare del fondo, assicurando in questo
modo uno sviluppo ottimale delle radici della pianta.
Per il coltivatore organico,
Atami ha ideato questo stimolatore di odore e gusto
organico liquido. È un fertilizzante a base di melassa
di barbabietola. Ha un’azione eccezionale sul gusto e
sull’odore del prodotto finale
mantenendo il gusto caratteristico del tipo di pianta.
Adesso un accendino in omaggio
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assicurato! In aggiunta, se compri il Top Grow Box, troverai nella confezione un
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Soft Secrets è la rivista sulla cannabis più conosciuta in Europa ed è distribuita in
migliaia di centri di giardinaggio, negozi di punta e coffee shop del continente.
Naturalmente, I negozi che offrono questa pubblicazione vogliono far sapere ai propri
clienti che ne sono provvisti. Questo però in alcuni Paesi è un problema, dato che Soft
Secrets deve essere distribuita ‘sottobanco’, per ovviare alle restrizioni imposte dalle
Autorità locali. Per aumentare la visibilità di Soft Secrets, offriamo ora due ‘poster neutri’ a tutti i negozi che distribuiscono la rivista. Se c’è un poster interessante sulla parete
o un adesivo simile sulla porta, i visitatori sanno di poter chiedere con tranquillità Soft
Secrets. O meglio, lo possono fare se non sono già andate a ruba tutte le copie!
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fioritura e di fine fioritura ( da 4 a 6 settimane).
Bloombastic aumenta il contenuto di zucchero del
vostro raccolto e quindi il peso e l’odore. Grazie ad
un’esplosione nella produzione di zuccheri e fiori,
Bloombastic assicura dei fiori grandi, compatti e
dall’odore dolce.
In confronto con altri prodotti liquidi di fioritura, Bloombastic contiene più del 50% di
biominerali (fosforo e potassio) e non contiene nessun prodotto non digeribile (sodio
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enzimatico su diversi aspetti e funziona quindi come agente di prevenzione di stress e di
ripresa per la pianta.
Disponibile in 100 ml, 250 ml, 325 ml, 1,25 L e 5,5 L
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Poster Soft Secrets
Per maggiori informazioni, contattate: www.softsecrets.nl
9
Medical Cannabis
Fumo per dimenticare
Ricordare è bene ma a volte scordare è meglio. Di Davide Calabria
Tra le tesi maggiormente sostenute da chi
nutre la proibizione della marijuana, una
delle più ricorrenti è sicuramente quella
che vede il consumo dell’erba danneggiare
la funzione mnemonica. Così si esprimono
alcuni studi e i vari Dipartimenti Antidroga
Governativi che, pur di mantenere i fondi
che garantiscono loro sostentamento,
riassumono superficialmente la questione asserendo che fumare gli spinelli fa
perdere la memoria e che quindi va proibito. Eppure, anche se fosse vero che la
cannabis ti fa perdere un po’ di memoria,
magari quella a breve termine (in grado di
conservare informazioni per una ventina
di secondi), sicuramente non si tratta di un
valido motivo per incarcerare delle persone. Al di là del fatto che una persona possa
non ricordarsi quello che ha appena fatto
o appena detto per il semplice fatto che si
tratti di qualcosa di poco importante, effettivamente la marijuana aiuta a far svanire
ricordi, quelli brutti e spiacevoli però, che
possono esser capitati o accadere nella vita
di ognuno di noi.
Dimenticare, in fondo, è una funzione molto
importante della mente. Immaginate che
incubo sarebbe la vita se il cervello non
scordasse tutte le persone che avete visto
passeggiando in centro città o tutti i prodotti che vi sono passati davanti agli occhi
nelle corsie di un supermercato. La vita
sarebbe insopportabile e ancor di più lo
sarebbe se fossimo perseguitati da brutti
ricordi ricorrenti.
E’ il caso di persone affette da PTSD (Post
Traumatic Stress Disorder), un insieme di
forti conseguenze psicologiche
che conseguono un
evento
trau-
matico, violento o catastrofico (terremoti,
incendi, nubifragi, incidenti stradali, abusi
sessuali, atti di violenza subiti o di cui si è
stati testimoni, attentati, azioni belliche,
etc.). Le persone colpite da PTSD possono sentirsi stressate e spaventate anche
quando non sono più in pericolo. Si stima,
ad esempio, che il 30% delle persone che
hanno vissuto in zone di guerra soffra di
questo disturbo, una situazione debilitante
che induce l’individuo a persistenti ricordi
e pensieri terrificanti, con flashback della
situazione. A distanza di tempo alcuni soggetti mostrano ancora ansia, depressione
e attacchi di panico e la marijuana risulta
utile nel trattamento di questi sintomi.
Una ricerca australiana dell’Università di
Melbourne, pubblicato sulla rivista scientifica Comprehensive Psychiatry, ha rilevato
l’utilizzo di cannabis come autotrattamento in pazienti affetti da PTSD, approvando
l’automedicamento scelto dai pazienti.
gior parte delle persone, l’acool è in grado
di “ingannare” la memoria cancellando il
contesto del “dispiacere”, ma lascia vivo
il trauma subito che si riflette psichicamente con maggiore intensità attraverso
flash back.
Sempre quest’anno, uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Psychology of
Addictive Behaviors, è stato svolto su 432
veterani militari affetti da PTSD e sottoposti a cure in un centro specializzato. A
quattro mesi dalle dimissioni la possibilità
che i pazienti assumessero marijuana era
relazionato ad un inferiore risposta alla
terapia. Più la terapia aveva fallito quindi,
A suffragio della teoria che marijuana
non sia poi così dannosa per la memoria arrivano anche un’altro paio di studi
recenti. Il primo è un trial clinico pubblicato sulla rivista scientifica Pharmacology,
Biochemistry, and Behavior e svolto dai
ricercatori della Columbia University e del
San Francisco Brain Research. Analizzando
gli effetti dell’intossicazione acuta da mari-
“La cannabis sarebbe in grado di limitare il rilascio
dell’ormone dello stress nel cervello,
agendo sulla memoria e sui ricordi traumatici”
Secondo alcuni studiosi del Dipartimento
di Psicologia dell’Università di Haifa
(Israele), la cannabis sarebbe in grado di
limitare il rilascio dell’ormone dello stress
nel cervello, agendo sulla memoria e sui
ricordi traumatici. In Israele sono infatti già
diversi anni che i soldati di ritorno dal fronte vengono trattati con cannabis. Questa
ricerca del 2009 ha dato il via a una serie
di studi sull’argomento e, in questi primi
mesi del 2011, altri due organismi si sono
espressi favorevolmente.
maggiore è la probabilità che i pazienti si
rivolgessero alla canapa per l’auto-cura.
L’effetto specifico è stato riscontrato per
la cannabis e non per altre sostanze come
oppiacei o alcool, che venivano scartate
dai soggetti colpiti da PTSD.
Al contrario, il famoso detto “bere per
dimenticare” non ha effettivamente nessun fondamento scientifico. Secondo alcuni studiosi inglesi dell’University College
di Londra, bere non aiuta a dimenticare,
anzi appesantisce ulteriormente il ricordo. Il test svolto su una cinquantina di
volontari a cui è stato chiesto di bere
diverse quantità di alcolici, soffermandosi nel frattempo su immagini virtuali
memorizzabili semplicemente, ha
evidenziato la cancellazione
della memoria a seguito
dell’ingestione di 6-7
drinks. Fermandosi
invece a 3-4 bicchieri
come
fanno la mag-
juana su 24 volontari che fumano 24 spinelli a settimana non sono state riportate alterazioni significative alla memoria
semantica (riguarda le conoscenze generali sul mondo) e episodica (la memoria
degli avvenimenti della nostra vita, a lungo
termine). Un consumo moderato di cannabis non diminuisce le funzioni cognitive (memoria, attenzione, percezione e
comprensione delle informazioni provenienti dal mondo esterno) anche secondo
uno studio pubblicato sulla rivista Human
Psychopharmacology e svolto dall’Università Ludwing Maximillian di Monaco di
Baviera (Germania) su 284 adulti.
Addirittura, nel 2006, ad Atlanta (Stati
Uniti) durante il meeting annuale della
Society for Neuroscience, sono stati presentati alcuni studi secondo cui la marijuana contiene composti antinfiammatori
che potrebbero rallentare la perdita della
memoria, sintomo comune del morbo
di Alzheimer. Questi studi hanno anche
rivelato che i fumatori di marijuana degli
anni ‘60 e ‘70 difficilmente sviluppano sintomi di questa grave malattia mentale.
Questa teoria è stata confermata da alcuni
scienziati israeliani e spagnoli della Royal
Pharmaceutical Society, in Gran Bretagna,
secondo i quali la cannabis potrebbe addirittura migliorare la memoria nei pazienti
con l’Alzheimer. A conferma della teoria,
da circa una anno, nella casa di riposo nel
kibbutz di Naan, a pochi km da Tel Aviv,
agli anziani con gravi patologie come
l’Alzheimer viene somministrata cannabis
terapeutica. Grazie a tre spinelli al giorno
qualche anziano ha ripreso a vivere, a
dipingere o semplicemente a socializzare.
11
Il Canapaio
J.M. Campbell e l’Indian Hemp Drug Commission del 1894
Sulla religione della Canapa
Lo studio commissionato dal governo inglese in India nel 1893-94,
comprendente sette volumi per un totale di 3281 pagine è sicuramente
lo studio sulla cannabis più completo e sistematico esistente. A causa
della rarità e forse del volume formidabile di questo documento,
l’abbondanza di informazioni contenute non è stata presa in considerazione negli scritti contemporanei su questo soggetto. Questo è
rimarchevole, poiché molti degli argomenti concernenti la cannabis che
vengono discussi oggigiorno sono stati affrontati e sviscerati nell’Indian
a cura di Franco Casalone
Hemp Drugs Commission Report. Da “Schaffer Library of
Drug Policy”
Per l’Hindù la pianta della canapa è
sacra. Un guardiano vive nella foglia
del bhang (nome comune della pianta
di cannabis e della preparazione della
pianta come bevanda). Come la moglie
di Visnu, il conservatore, vive nel tulsi,
basilico sacro, che cura l’isteria, e Shiva
vive nel bel, che cura la dissenteria, così
le proprietà della pianta di bhang, il suo
potere di placare l’appetito, la sua virtù
come febbrifugo, e le sue qualità di
rinvigorente del pensiero mostrano che
la foglia del bhang è la casa del grande
Yogi o terribile asceta Mahadeva (uno
dei nomi di Shiva).
Una pianta così sacra dovrebbe meritare una cura speciale. Shiva spiega a
sua moglie, Parvati, come, seminando la
canapa, bisognerebbe ripetere le parole
“Bangi, Bangi” così che il suono del
nome di questo guardiano possa spaventare le erbacce diaboliche.
Ancora, quando le piantine sono trapiantate, bisogna ripetere lo stesso sacro
nome, e lo stesso ad ogni annaffiatura
che, per lo spazio di un anno, le giovani piante devono ricevere giornalmente.
Quando appaiono i fiori, questi e le foglie
dovrebbero essere staccati dalla pianta
e tenuti per un giorno in acqua tiepida. Il giorno successivo, mormorando
cento ripetizioni del sacro nome “Bangi”,
le foglie ed i fiori dovranno essere lavati
in un fiume e lasciati asciugare in un contenitore aperto. Quando sono secche,
alcune delle foglie dovrebbero essere
bruciate con umiltà ripetendo il sacro
nome come un japa, un canto mormorato. Il Bhang così preparato esaudirà i
voleri ed i desideri dell’officiante. Preso
di mattina presto questo Bhang ripulisce
il suo consumatore dai peccati. Questo
Bhang santificato preso a mezzogiorno distrugge le infermità. Davanti al
devoto utilizzatore del Bhang stanno gli
Ashtadevata, o Otto Guardiani, con le
mani giunte pronti ad obbedirgli ed ad
adempiere ai suoi ordini. Sarà esaudito
il volere di chi, con mente pura, versa il
Bhang con la dovuta reverenza sul Linga
di Mahadeva.
Una tale santità e tali poteri di spaventare i demoni devono dare al Bhang
un posto di alto rango fra gli oggetti
che portano fortuna. Perché un giorno
sia fortunato, l’uomo accorto dovrebbe,
al risveglio, guardare dentro al Bhang
liquido. Così ogni incubo o spirito diabolico che possa essergli entrato dentro durante le ore della notte popolate
da fantasmi, volerà via da lui alla vista
del Bhang e lo lascerà libero durante
il giorno dalle loro influenze negative.
Così anche quando deve essere intrapreso un viaggio, o un nuovo lavoro, o
degli affari, è bene guardare al Bhang.
rare la pianta del Bhang e versare Bhang
sul Linga di Shiva guarirà il sognatore
dalla febbre. Un desiderio per il Bhang
predice felicità: vedere il Bhang bevuto
aumenta le ricchezze. Nulla di buono
può accadere all’uomo che schiaccia
sotto i piedi la sacra foglia del Bhang.
A Bombay, durante i matrimoni fra
quasi tutte le caste più alte degli Hindu,
ed anche degli Jaina, così come fra i
Bramini, da parte della famiglia della
sposa vengono offerte provviste alla
famiglia dello sposo durante il loro soggiorno di sette giorni, e fra queste provviste è incluso il Bhang. Il nome del
padre che dimentica di offrire Bhang
viene ad avere una bassa considerazione. Ancora, dopo il matrimonio, quando
lo sposo ed i suoi amici sono ospiti nella
casa della sposa, un Bhang riccamente
speziato viene bevuto dagli ospiti. Le
spose Musulmane del Gujarat, prima e
dopo il matrimonio devono bere una
preparazione di Bhang. Fra gli Hindu
del Nord, Pardeshi, residenti a Bombay,
il Bhang non è offerto solo ai matrimoni, ma il Pardeshi che manca di offrire
Bhang ai suoi ospiti è considerato un
avaro e miserabile. Un altro importante
dal dio le influenze di panico ha fatto
guadagnare al Bhang il nome di Vijaya,
l’invincibile. Così il combattente Rajput
quando circondato, quando non rimane
altro che morire, dopo aver sciolto i suoi
capelli perché lo spirito del Bhang possa
aver libero accesso, beve il Bhang sacramentale e correndo incontro al nemico
completa il suo juhar, o auto-sacrificio.
È questa qualità di cancellare il panico
che rende il Bhang, il Vijaya o Vittorioso,
specialmente caro a Mahadeva nel suo
aspetto di Tripur, l’uccisore del demone
Tripurasur. Come Shiva si trova nella
foglie di bel, come Visnu si trova nelle
foglie di tulsi, così Tripuresvar si trova
nelle foglie di Bhang. Chi vuole che i
suoi desideri si realizzino deve offrire
Bhang costantemente a Tripuresvar.
Il rinfrescante Bhang è un febbrifugo. Il
Bhang agisce sulla febbre non direttamente o fisicamente come una medicina comune, ma indirettamente o spiritualmente tranquillizzando le influenze
colleriche per le quali si verificano i
calori della febbre. Come da riferimenti
nell’Ayurveda, la febbre è una possessione causata dal respiro caldo irato
dei grandi dei Brama, Visnu e Shiva.
Lo studio commissionato dal governo inglese in India è
sicuramente lo studio sulla cannabis più completo e sistematico esistente
Incontrare qualcuno che porta Bhang
è un sicuro segno di successo. Vedere
in sogno le foglie, la pianta, od il Bhang
in forma liquida è segno di fortuna;
porta la dea del benessere nei poteri del
sognatore. Sognare i suoi genitori vene-
periodo dello spirito in cui il Bhang
riveste un ruolo importante è durante
le guerre. Prima dell’inizio di una guerra e durante il suo svolgersi il Linga
di Mahadeva dovrebbe essere bagnato
di Bhang. Il suo potere di allontanare
Citando un altro passaggio dell’Ayurveda, Shankar (Shiva), infuriato per
un insulto da parte del suo suocero
Daksha, esalò dalle narici le otto febbri
che affliggono il genere umano. Se il
febbricitante compie il rito di Vijaya, o
versa il Bhang sul Linga di Shankar, il dio
è soddisfatto, il suo respiro si raffredda,
e la parte del suo respiro nel corpo del
febbricitante scalda piacevolmente. Il
Kashikhanda Purana ci racconta che a
Benares un Bramino, sofferente per la
febbre, sognò di versare Bhang sul Linga
autogeneratosi, e di star bene. Al risveglio si recò al luogo di culto del Linga,
pregò, versò il Bhang. I sofferenti che
giacciono nel tempio versano Bhang sul
Linga le cui virtù gli hanno guadagnato
il nome di Jvareshwar, il Signore della
febbre. A Bombay molte persone sofferenti per la febbre sperano di rimettersi
in salute versando Bhang sul linga. Oltre
ad essere una cura per la febbre il bhang
ha numerose virtù medicinali. Rinfresca
il sangue bollente, favorisce il dormire
agli insonni, elargisce bellezza e assicura
lunghezza dei giorni. Cura dissenteria e
colpi di sole, ripulisce dalla flegma (uno
dei 4 umori nell’ Ayurveda), velocizza la
digestione, acutizza l’appetito, migliora
i difetti del linguaggio, rinfresco l’intelletto e da prontezza di riflessi al corpo
ed allegria alla mente. Il Makhzan, il
grande studio Greco-Arabo sulle droghe
concorda con l’approvare caldamen-
12
negli Shivapurana, durante i tre mesi
della stagione calda (febbraio-luglio),
il ç dovrebbe essere versato giornalmente sul Linga di Shiva, o perlomeno
durante i primi e gli ultimi giorni di
è completa senza un’offerta di ç., e le
offerte a Shiva sono comuni e parte dei
riti giornalieri. Diversamente dal ç liscio
o mischiato con latte e zucchero versato
sul Linga, il ç offerto a Baladeva è un
Sarà esaudito il volere di chi, con mente pura, versa il Bhang
con la dovuta reverenza sul Linga di Mahadeva
questo periodo. Come scritto nel Meru
Tantra ogni Lunedì, specialmente nel
mese di Shavran (luglio-agosto) nei
dodici pradoshs, nelle notti di luna nera,
specialmente durante Mahashivaratri,
la Grande notte di Shiva, nel mese di
Magh (gennaio- febbraio), durante tutte
le eclissi di sole o di luna, la persona
rispettosa sia di questo mondo sia del
mondo che verrà dovrebbe offrire ç a
Shiva, e versarlo sul Linga.
te la cannabis… la gangia in eccesso
causa ascessi, persino follia. Assunto
con moderazione il ç è il migliore dei
regali. Il ç è un cordiale, un assorbente
per la bile, uno stimolante per l’appetito, un prolungatore di esistenza. Il ç da
con la sua famiglia, camminava fra i
campi. L’ombra fresca di una pianta lo
rese calmo. Sfregò le foglie fra le mani,
ed il ç gli diede sollievo. Per queste due
proprietà benefiche il ç è Shankarpri,
il Mahadev (Grande Dio). Quindi i con-
Non tutti i devoti a Shiva fanno offerte
di ç. Questi riti a Bombay vengono eseguiti soltanto nei tempio di Bhuleswar e
Babulnath, e solo in occasioni speciali.
Il ç offerto a Mahadeva è senza pepe o
altre spezie. Viene mischiato con acqua,
acqua e latte, o latte e zucchero, poi
versato sul Linga. Alcuni ministri di culto
stabiliscono che l’officiante non dovrebbe toccare il ç offerto. Solo una serie di
amministratori del tempio dovrebbero
berlo. Se non ci sono amministratori, ciò
che resta dell’offerta dovrebbe essere
versata in una fontana o dato da bere
alle mucche. Altri ministri incoraggiano
l’officiante a bere ç, poiché sorseggiare
ç fa raggiungere al bevitore lo stato di
Shiva-Shakti, o spirito di Shiva.
Sia i fedeli di Visnu, sia quelli di Shiva,
fanno offerte di ç. La forma di Visnu, il
Guardiano per il quale il ç è un’offerta benvenuta, è Baladeva, Bainram o
Durante le epidemie di peste i bruciori e le febbri della malattia
sono mitigati versando ç sull’immagine di Shitaladevi
rapidità all’immaginazione, profondità
ai pensieri e capacità di giudizio.
Shiva, in fiamme a causa del veleno
estratto dall’oceano primordiale, fu rinfrescato dal ç. Un’altra volta, infuriato
sumatori di ç o ganja devoti, prima di
cominciare a bere o fumare la sostanza,
la offrono a Mahadev, dicendo: lena
Shankar, lena Babulnath (Bholenat): sii
compiaciuto di accettare Shankar, prendi (quest’offerta) Bholenat. Come scritto
Dauji, il fratello maggiore di Krishna. A
Baladev piacciono gli alcolici, non il ç,
ma i Banins, i Bhatias e altre alte caste di
Indù, non potendo offrire alcolici, invece
offrono ç sia a Baladeva che a Shiva. A
Bombay, una preghiera a Baladeva non
liquido riccamente speziato che tutti,
compreso l’officiante, bevono insieme.
Questa usanza sociale e religiosa di bere
ç è praticata comunemente, a Bombay,
nel tempio di Dauji, i Kalyan Kirparan
Lane, vicino a Bhuleswar. Come per le
caste più alte, l’offrire liquori nel culto di
Baladeva è stato purificato in un offerta
di ç, e lo stesso nel culto di Devi, la prima
e terribile consorte di Shiva. Durante
ogni martedì e venerdì, i due giorni
della settimana sacri a Devi, e soprattutto durante le Navrata, o Nove Notti del
mese di Ashwin, i fedeli le cui regole di
casta proibiscono l’uso di alcol preparano un piacevole ç speziato. E, come
nel culto di Baladeva, tutti i presenti,
fedeli e ministri del culto, si uniscono
nell’assumere la bevanda. Shitaladevi,
la Rinfrescante, la spaventosa dea della
peste, la cui natura, come la natura del
ç è quella di raffreddare, è gratificata
dall’offerta di ç. Durante le epidemie di
peste i bruciori e le febbri della malattia
sono mitigati versando ç sull’immagine
di Shitaladevi. E così per le febbri causate dal calore, specialmente per gli anziani nessuna cura ha gli stessi benefici del
bere ç. Diversamente dal desiderio per
la carne causato dal bere alcol, il desiderio di latte causato dal ç è approvato
dalla religione indiana. Anche in accordo con le più severe correnti di pensiero
degli obiettori agli stimolanti, mentre la
pena prevista per un Hindu di casta alta
per bere alcolici è la morte, non ci sono
punizioni per l’uso di ç, ed un singolo
giorno di digiuno è sufficiente per ripulirsi dallo spirito della ganja. Anche fra
coloro che ritengono gli stimolanti frutti
diabolici, si trova disapprovazione verso
l’uso dei preparati della canapa solo
quando vengono assunti senza spirito
religioso e senza osservare i dovuti riti.
Per ragioni di spazio, continua nel prossimo numero
14
Speciale varietà 2011
La scelta della genetica
Semi rispetto a talee
Scegliere la genetica che si adatta meglio alle vostre condizioni,
è la base per una coltivazione di successo. Attualmente, i semi
presentano vantaggi interessanti rispetto alle talee, sebbene
anche queste possano adattarsi ad alcune situazioni. J. Searcher
La diffusione per semi è il fenomeno più
normale in natura, dove sono rari processi
simili alla clonazione, sebbene si possano
produrre quando rimangono rami parzialmente sotterrati, una situazione in cui
la pianta crea un sistema radicolare dal
ramo stesso.
Assenza di insetti infestanti e
malattie
In moti casi le talee provengono da coltivazioni indoor, in cui gli insetti infestanti
penetrano facilmente, in assenza di predatori naturali. Una volta che l’insetto
infestante arriva all’esterno, può insediarsi durante l’intero ciclo della pianta. Per
esempio, il trip è abbastanza difficile da
combattere e non fa certo bene alle piante, perché succhia le foglie dall’interno e
lascia residui e sterco sulle foglie. Quando
arriva alle foglioline vicino alle cime, si ha
un focolaio che marcisce. Avere il ragno
rosso da una coltivazione outdoor sotto il
sole, con bassa umidità, può essere letale.
Si riproducono molto rapidamente e possono devastare un’intera piantagione.
Diversità
Tutte le talee sono uguali alla pianta madre
da cui sono state prelevate. I semi, invece,
sono meno omogenei. Persino i più stabili
hanno piccole differenze, mentre le varietà
non stabilizzate offrono vari fenotipi. In
una coltura outdoor, avere piante diverse
permette di diversificare i rischi. In questo
modo se un forte temporale colpisce la
coltivazione, avendo le piante diverse fasi
di fioritura, l’effetto non sarà devastante
per tutte allo stesso modo.
Per ottenere un buon risultato, serve una buona genetica
Un altro problema delle talee è che normalmente ce ne sono pochi tipi disponibili. Di solito corrispondono alle varietà
più conosciute. Se volete valutare le vostre
genetiche da una stagione all’altra, oppure
provare cose nuove, bisogna far ricorso ai
semi. Tutte le piante madri sono nate da
un seme e hanno un periodo di vita limitato. Arriva un punto in cui le madri si degradano e perdono vigore. Agli eredi viene
trasmessa così questa debolezza e non
si riesce più a tenerli bene. È interessante
provare cose nuove e correre rischi, aprirsi
a nuovi sapori. Se più coltivatori provano
15
Appena nato con il rivestimento ancora attaccato
cose nuove e le condividono, si crea un’intelligenza collettiva che produce progressi
nella genetica in modo molto più rapido
e consistente. Se invece tutti coltivano la
stessa cosa, si faranno passi indietro e ci
saranno meno varietà di madri quando
quelle attuali daranno segni di debolezza.
Avremo meno risorse con cui esprimerci,
si perderà una grande ricchezza e le piante
saranno sempre più deboli.
Ci sono banche di semi che offrono confezioni con più di una varietà. Da un lato, ci
sono edizioni che includono varietà diverse, ma identificate e separate, in modo
tale che il coltivatore possa sapere cosa
otterrà. Vi sono altre banche che offrono
i cosiddetti “Mix”, contenenti vari semi,
ma mescolati. Si possono ottenere grandi
risultati anche in questo caso, come la
famosa M8 comparsa iddn un Mix di Sensi
Seeds. In molti casi, neanche la banca
sa cosa contiene il Mix, dato che di solito utilizzano semi di prova o semi che
si sono mischiati e non sono identificati.
Altre banche usano semplicemente determinate varietà che hanno in eccesso, includendo autofiorenti nel mix da outdoor e
piante più complicate nel mix da indoor.
Comprare un mix è sempre una sorpresa.
Adattamento
La luce del sole è molto più intensa delle
fonti usate in indoor. I semi germinati in
outdoor si adeguano a questa luce sin
dalla nascita, per cui la sfruttano meglio.
Un altro punto a favore dei semi.
Nel caso delle piante indoor, è richiesto un
periodo di adattamento. Molte delle foglie
deboli delle piante indoor si bruciano,
rimangono bianche e muoiono. Bisogna
aspettare che venga prodotto altro fogliame che si adatti meglio all’outdoor. Non
spaventatevi se la talea perde foglie o soffre all’inizio, perché è una reazione tipica.
talee e sulle pianticelle. Nei centri di giardinaggio vendono filtri per l’ombra che
consentono di proteggere le pianticelle
nei primi giorni di vita. Cominciate subito
a lasciarle sotto la luce diretta del sole
per qualche ora, meglio se di mattina o di
sera, momenti in cui il sole è meno intenso
rispetto a mezzogiorno. Ogni giorno bisogna lasciarle più ore sotto il sole e alla fine
della settimana il periodo di adattamento
sarà completo.
Periodo di maturità
Le talee sono sufficientemente mature per
mettersi a fiorire non appena vengono
messe in outdoor. Questo può provocare
dei dislivelli nella pianta, poiché molte
volte si mettono a fiorire prima del tempo
e ritornano poi in crescita e di conseguenza gli ormoni non sono più ai giusti livelli.
I semi hanno bisogno di un periodo di
maturità prima d’iniziare la fioritura e sebbene ci siano giornate nuvolose o piovose,
non si metteranno a fiorire prima di passare questa fase. Questo garantisce un
vantaggio in outdoor, poiché si possono
piantare e adattare prima, con meno rischi
di fioritura anticipata e rivegetazione.
La radice apicale
Fino ad ora abbiamo visto vari vantaggi
dei semi. Abbiamo lasciato per ultimo il
più importante: la radice apicale. I semi
hanno una radice principale che penetra
fino all’interno della terra il più possibile,
il che consente lo sviluppo di una massa
radicolare più ampia e profonda, creando
piante più sane, maggiori e più produttive.
nascita e non potrà mai esprimere il suo
pieno potenziale. Bisogna quindi cercare
di non farle mancare acqua, perché non ha
quasi riserve, ma attenzione, non bisogna
neppure esagerare, perché l’eccesso d’acqua continua non le consente di respirare
e porta la pianta a marcire.
Per questo motivo, è consigliato utilizzare
contenitori profondi prima del trapianto,
in modo tale che la pianta possa sviluppare una massa radicolare in grado di arrivare
a diversi strati della terra madre. Cercate
nei centri di giardinaggio o nei negozi del
settore dei contenitori profondi e stretti,
ideali per il trapianto in outdoor. Per questo motivo, si scelgono inoltre substrati
a trama fine e con un buon drenaggio,
in modo che la radice si sviluppi senza
ostacoli e possa respirare. Da questa radice
principale derivano quelle secondarie che
danno luogo a una massa capillare sempre
più fine. Questo porta a buoni pani, la base
di piante sane e di una buona produzione.
Le talee, al contrario, non hanno questa
radice principale così potente. Sin dall’inizio sviluppano una massa radicolare
più debole, che tende a rimanere più in
superficie, soprattutto se il coltivatore non
la lavora. Questo svantaggio fa sì che le
piante coltivate da talee siano meno produttive. In Svizzera, durante il periodo di
tolleranza, ci sono stati vari coltivatori e
selezionatori che hanno realizzato grandi piantagioni outdoor. Nella stessa zona
hanno paragonato talee e semi della stessa varietà. Alla fine dell’estate, il risultato
era definitivo sia in outdoor che in serra. Le
piante coltivate da semi davano produzioni di gran lunga superiori rispetto a quelle
nate da talee, arrivando, in alcuni casi, a
raddoppiare il risultato.
Nelle zone e nei periodi di forte insolazione, si può ottenere un adattamento
progressivo per evitare impatti forti sulle
Leggete l’articolo che abbiamo dedicato su questa rivista alla pregerminazione,
germinazione e cure della pianticella. Se
riflettete un po’, noterete come la maggior
parte delle cure è destinata a proteggere
questa radice principale. Il piccolo germoglio bianco che esce dalla canapuccia è la
base di una coltivazione di successo. Se
si compromette durante i primi giorni, la
pianta rimarrà menomata poco dopo la
“Pirati dei Semi Principali”
“Ricordare è bene ma a volte scordare è meglio” 18
I coltivatori di cannabis devono tenere in
grande considerazione la massa radicolare
nella coltura, sia nel caso dei semi, che
in quello delle talee. Prima di arrivare al
luogo di coltura finale, bisogna fare almeno un paio di trapianti o tre, in modo tale
9
che la radice sia obbligata a estendersi per
l’intero substrato.
Inoltre, si può aiutare il processo con stimolatori radicolari ed è consigliato applicarli durante le prime fasi e dopo ogni trapianto. Gli stimolatori radicolari funzionano meglio se si utilizzano separatamente,
anziché in concomitanza con concime di
crescita. Non abbiate paura a non concimare la pianta nelle prime fasi o dopo un
trapianto, perché deve trovare il substrato
di cui ha bisogno e non dipendere dalla
collaborazione esterna continua.
Un altro modo per aiutare la radice sono i
composti di micorriza. Le micorriza s’insediano nella massa radicolare e creano con
questa un rapporto simbiotico, aiutano
ad aver accesso a determinati minerali,
aumentano la sua portata e occupano lo
spazio superficiale, in modo tale che le
infezioni hanno meno spazio in cui insediarsi. La micorriza è molto utile quando
la pianta è soggetta a condizioni difficili,
come una coltivazione guerrilla o una coltura outdoor con poche cure. Anche nelle
piante che ricevono ogni tipo di cura, può
essere utile, ma si nota meno nei risultati.
Queste piante non hanno bisogno di allearsi con nessuno, dato che l’aiuto arriva
dall’esterno con pochi sforzi.
Talee: vantaggi e gestione
Fino ad ora abbiamo parlato dei vantaggi
dei semi, ma i coltivatori utilizzano talee
in outdoor da varie stagioni e questo non
avviene perché sono pazzi, ma perché
presentano alcuni vantaggi.
In primo luogo, tutte le talee di qualità
portano solo a piante femmina di prima
qualità, per cui non bisogna curare maschi,
ermafroditi o piante deboli, perché in questo modo si risparmiano risorse, tempo
e materiale. Inoltre, richiede un minor
numero di piante.
Se la talea è ben selezionata ed è di una
varietà conosciuta, i suoi punti forti e
deboli sono molto prevedibili e ci si può
“Erba alla siciliana” 36
16
informare sul periodo di maturazione,
sull’effetto e sui risultati nella propria zona
climatica. È inoltre interessante utilizzare
talee per i piccoli auto-coltivatori urbani,
poiché, fiorendo più velocemente, non
un’omogeneità sufficientemente alta, che
sono quindi piuttosto prevedibili. Se si
vogliono invece vari fenotipi, si possono
scegliere varietà che esprimono una
maggior diversità.
è molto semplice e aiuta a osservare la
pianta frequentemente. Questo provoca
sintonia fra la marijuana e il coltivatore
che aiuta a prevenire i problemi potenziali
che possono emergere.
Le piante coltivate da semi davano produzioni di gran lunga superiori rispetto
a quelle nate da talee, arrivando, in alcuni casi, a raddoppiare il risultato
portano a piante grandi e ingestibili. Le
talee di fiducia e provate nel proprio clima,
hanno maggiori probabilità di successo.
Sono consigliabili nei casi in cui si hanno
poche piante e in cui non si può diversificare notevolmente il rischio.
Per quanta fiducia possa ispirarvi il fornitore delle talee, la cosa migliore è agire
con prevenzione totale, come se fosse
infetto. Molti auto-coltivatori hanno vari
insetti infestanti nelle loro coltivazioni e
non lo sanno o non danno importanza a
sufficienza. Per quanto riguarda i fornitori
del mercato nero, bisogna tenere in considerazione che hanno strutture più grandi,
destinate a produrre più talee, per cui ci
sono molte possibilità che emerga un problema che non viene individuato.
I semi femminizzati sono straordinari per
cominciare, ma anche per raccolti semplici, senza complicazioni. Questo non
esclude in nessun modo i semi di sempre
che danno maschi e femmine.
Pretendere il contrario sarebbe come
squilibrare la natura duale della cannabis,
il che porterebbe problemi a lungo termine a livello della ricchezza della pianta su
cui si basa questo. Il processo di sessaggio
non deve essere fonte di preoccupazione,
I semi autofiorenti hanno aggiunto un’ulteriore possibilità di scelta. Sono molto
utili nelle coltivazioni urbane piccole,
come anche nelle colture officinali, poiché
non dipendono dal fotoperiodo, danno
risultati rapidi e sono semplici da coltivare.
Ricerca genetica di qualità
Qualunque opzione scegliate, cercate di
selezionare genetica di qualità e che sia
adatta alla vostra area di coltivazione, alle
vostre necessità e ai fattori ambientali.
Chiedete consigli nel negozio in cui comprate i semi e contattate le banche su
internet. Anche chiedere ad altri coltivatori
della zona è una buona fonte di informazione. Occasioni come i trofei, le feste del
raccolto, gli assaggi, le fumate collettive
e altri appuntamenti simili, sono un’occasione per conoscere altri auto-coltivatori e
sfidare il proibizionismo.
Quando piantare?
Sfruttate il periodo di crescita per nebulizzare preventivamente. Alle piante piace
l’igiene, si puliscono gli stomi, respirano
meglio, si trascinano le uova degli insetti
Coltivazione outdoor che sfrutta
infestanti e la sporcizia e si dà fastidio agli
infestanti. Da quando le ricevete, nebu- anche la parte indoor della stanza
lizzate le talee una volta la settimana con per l’adattamento e la clonazione:
Parte outdoor della coltivazione
neem o sapone di potassio.
se si ha immaginazione, coltivare
indoor: ci sono talee, piante, talee
Dato che la sua massa radicolare è più costa poco
appena nate e un rivestimento
debole, bisogna applicare con impegno
di paglia filtra il sole in questa
tutte le cure delle radici descritte in preprima
fase
cedenza. È inoltre importante sostenere
maggiormente la pianta, perché non ha
una forte radice principale, in modo che si
potrà inclinare più facilmente durante l’intera coltivazione, soprattutto in occasione
dei temporali di fine estate, dato che le
pesanti cime intrise d’acqua metteranno
a dura prova la resistenza della pianta.
Per questo, la cosa migliore è sostenere
la pianta prima che ne abbia bisogno. Il
Spazio delle madri, germinazione e
momento adatto è quando si fa il trapianto
definitivo o alla terra madre, in modo tale clonazioni di piccole autofiorenti
che no si danneggino le radici mettendo
i tutori in un secondo momento. Ci sono
varietà con rami forti e vigorosi, le talee
crescono senza necessitare di un sostegno aggiuntivo. Vogliamo insistere ancora
una volta sul fatto che bisogna sfruttare il
Talea di seme
vantaggio principale delle talee: sono prevedibili, per cui si possono ricavare tutte le
informazioni in modo preventivo.
Convenzionali, femminizzati o
autofiorenti
Ci sono molte banche di semi sponsorizzate in questa rivista che producono genetica di qualità, come anche molti negozi
seri, dove sanno bene quello che vendono
e possono dare consigli. In questa rivista ci sono abbondanti possibilità fra cui
scegliere. Inoltre, nel nostro blog www.
softsecrets.es inseriremo più informazioni
sulle varietà. Inoltre, nel nostro blog avete
i link di molti negozi e banche di semi.
Un’altra possibilità è quella di scaricare
l’intera raccolta di Soft Secrets e i numeri 2
sono degli speciali sulle varietà degli anni
2006, 200, 2008, 2009 e 2010. I numeri 3 e
4 di solito includono molte informazioni
sulla coltivazione outdoor.
Varie pianticelle da semi
Fino a poco fa, la prevedibilità delle talee
nel sessaggio e la loro omogeneità erano
due grandi argomentazioni a suo favore,
poiché portavano a molto meno lavoro
nella coltivazione in outdoor. Con la
comparsa dei semi femminizzati questo
è cambiato. Le banche serie garantiscono
quanto promettono e offrono una
percentuale elevatissima di esemplari
femmina. Inoltre, ci sono varietà create Piante outdoor coltivate da semi
con sistemi di coltivazione che garantisce
Coltivazione outdoor in cui
convivono piante cresciute
da talee e da semi
Affrettare le cose è uno dei grandi errori dei coltivatori outdoor nella maggior
parte dei casi, per una produzione che
richiede un auto-coltivatore non è necessario germinare non appena inizia la primavera. Portare le talee troppo presto
in outdoor, le porterà a fiorire o a rimanere semiparalizzate. Quando crescono
e migliorano le giornate, passano poi
in fase vegetativa. I semi richiedono un
periodo vegetativo prima di mettersi a
fiorire, ma se si fanno germinare troppo
presto, cominceranno la fioritura prima
del tempo, con il successivo passaggio alla
fase vegetativa.
Cominciare fuori tempo produce piante
molto grandi, più facili da individuare, con
più rami e conseguentemente, maggiormente esposte alle inclemenze del tempo.
Inoltre, si esauriscono le risorse del contenitore, il che provoca accumulo di sali. Ci
sono anche più possibilità che la pianta sia
attaccata da un insetto infestante o da un
temporale primaverile.
I coltivatori impazienti possono germinare
a maggio, il mese dei fiori. Le talee si possono cominciare ad adattare al più presto
alla fine di maggio, sebbene anche giugno
o luglio siano mesi adatti. Tutto dipende
dalle dimensioni finali che si vogliono raggiungere. Se vi bastano piante piccole e
discrete, luglio è il mese adatto.
È comprensibile avere ansia in questi
mesi per paura di aver poi meno riserve.
Ora, grazie alle autofiorenti, i coltivatori
che hanno fretta possono già germinare.
Le autofiorenti di seconda generazione
danno risultati straordinari, piante con
sapore gradevole ed effetto evidente,
oltre a produzioni crescenti. Se germinate autofiorenti all’inizio della primavera,
avrete il raccolto alla fine di giugno. È
un piacere veder crescere queste piccole
meraviglie ed è un buon riscaldamento per la stagione. Nulla di meglio che
cominciare la stagione con delle riserve
e con l’ottimismo necessario a trionfare.
18
Pirati dei Semi Principali
Di Jules Marshall
Internet è stato una manna per i coltivatori
di tutto il mondo, soprattutto per quelli
che non possono recarsi in veri e propri
negozi per soddisfare le loro esigenze di
coltivazione. I giorni dei viaggi lampo ad
Amsterdam o in cui si chiedeva a un amico
di spedire o riportare dei semi sono ormai
un ricordo, ma come per il resto della Rete,
il commercio di semi di cannabis è vittima
della facilità con cui possono essere rubate
e copiate le idee. La Rete, a quanto pare,
è un vero e proprio paradiso per i com-
volte no. Serious Seeds ha un elenco di
negozi effettivi sul sito, che vendono cose
autentiche. Garantiamo per loro. La gente
può chiedere se un negozio che non è
sull’elenco è vero o meno.
È già successo che alcune società copiano
anche il packaging, fino all’ultimo dettaglio, vendendo i semi come se fossero
autentici. Serious Seeds è l’unica società
che, per quanto ne sappia, numera singolarmente ogni confezione di semi e teniamo un database di tutto ciò. Questo è
Ho visto questi siti, sebbene non ricordi
dove. Ci sono anche delle Liste Nere, ma
non visito i forum, quindi non posso dare
indicazioni precise.
Vi farò l’esempio di un caso – Ontario Seed
Bank, OSB – un negozio in Canada. Aperto
da un paio d’anni, compra l’intera ultima
pagina dell’High Times a fini pubblicitari.
Normalmente comprava Serious Seeds da
noi, ma a un certo punto abbiamo ricevuto un paio di reclami, uno dopo l’altro, dai
loro clienti e dal tipo di reclamo è stato
I nomi e la proprietà intellettuale di ceppi d’erba molto noti
vengono rubati sempre più di frequente
pratori notturni, gli invasori cibernetici e
i pirati. Oggigiorno in fatti, non vengono
falsificate e piratate solo Chanel, Prada e
le sigarette di marca. I nomi e la proprietà
intellettuale di ceppi d’erba molto noti vengono rubati sempre più di frequente – ma
senza la protezione garantita alle attività
legali dalla Legge. Soft Secrets ha parlato
con Simon, uno straordinario selezionatore
di semi della vecchia scuola e titolare di
Serious Seeds: le ormai conosciute e note
Bubblegum e AK-47 sono infatti fra le varietà più colpite da questa attività impropria.
Soft Secrets: parlavi di furto dei nomi
dei ceppi d’erba.
Simon: Sì, può sembrare banale, ma non
penso lo sia. È un fenomeno diffuso. Se si
comprano i semi da internet, sulla base
del nome, in molti casi ci si accorgerà che
quello che si compra non è certo quello
che si pensava di comprare. Molte persone stanno cercando di diventare parassiti
per la popolarità di certi nomi conosciuti. Comprano siti pirata, che a volte non
vendono proprio nulla. La gente “compra”
qualcosa con la carta di credito e non riceve nulla. Se sono fortunati, ricevono semi
finti e solo se sono davvero fortunati, ricevono quelli veri. È molto diffuso, riportato
in vari forum e così via e ne so qualcosa.
Quando ti sei reso conto del problema
della pirateria?
Prima di avviare la mia attività. Ero coltivatore in quel periodo, quando già c’erano la Skunk e la Northern Lights e ad
Amsterdam c’erano negozi con semi che
riportavano nomi molto più economici degli originali. I pirati quindi ci sono
dall’inizio, perché è un’attività lucrativa e
operiamo in un mondo che non è davvero
protetto come avviene per le attività e le
imprese regolari. Queste possono infatti
avviare procedimenti legali e tutto il resto,
ma nel nostro settore, abbiamo le mani
legate, soprattutto quando si opera a livello internazionale. La gente lo sa bene. I
coltivatori sostanzialmente sono vittime.
Pagano per i loro parassiti. Mi arrivano
regolarmente e-mail di persone che scrivono: “Ho comprato questi semi AK da questo
negozio: sono veri?”. A volte lo sono, altre
dovuto solo a questo problema.
Siamo anche l’unica società a garantire i
nostri semi: per tutelare il cliente. Se comprano semi e hanno un’esperienza negativa – anche se per colpa loro – diamo
loro nuovi semi. Vogliamo che abbiano
una bella esperienza con i nostri semi, così
possiamo portare avanti un servizio clienti
di qualità. Abbiamo un elenco di siti legittimi, possono chiamare e controllare se un
negozio è vero o meno. Tutto questo viene
fatto per proteggere il cliente finale.
Quanto riescono a guadagnare i pirati
dai semi rubati? Che differenza di prezzo c’è fra i semi generici rispetto a quelli
di marca, i semi AK-47?
AK-47 non è il seme più caro, ma senza
dubbio non è neanche il più economico.
È una sorta di ‘alta borghesia’, diciamo. 80
euro per 11 semi. È interessante dunque
per i pirati che vogliono copiare.
E non ci sono praticamente possibilità
che vengano presi.
Pochissime in realtà.
Quindi vorresti vedere o consigliare ad
altre società di essere attente quanto
Serious nel documentare ed etichettare
le loro varietà? Copiare quello che stai
facendo, insomma.
Puoi capire che il principale interesse nel
creare una società è quello di fare denaro,
quindi il fatto che nessuno lo faccia, punta
sempre in questa direzione. Nessun’altro lo
fa e non sono certo qui per dare consigli
alle altre società, ma noi lo facciamo sin dal
primo giorno. Ho iniziato a vendere i tubi di
semi e ora quasi tutti lo fanno, soprattutto
le società spagnole. Si può vedere che
prendono buone idee, ma non l’intera procedura di etichettatura. È molto oneroso
farlo, controllare i numeri, gestire i reclami.
L’idea in genere è quella di venderli e lavarsene le mani. Non so esattamente come
facciano le altre società con i reclami.
Ci sono siti indipendenti in cui i coltivatori possono discutere fra loro su
che semi o rivenditori sono legittimi, su
quali siti non possono essere considerati sicuri?
chiaro che in realtà non avevano comprato veri Serious Seeds. Il packaging era
simile al mio, ma non esattamente così.
Ho quindi chiamato il negozio, parlato al
titolare e detto: ‘Hey, ho ricevuto reclami
e pare che tu non stia vendendo Serious
Seeds. Ovviamente stai vendendo semi
come se fossero Serious Seeds, ma che
non lo sono’. Non si è neanche preso la
briga di negarlo.
Secondo lui, non stava facendo nulla di
sbagliato. Aveva venduto i nostri semi
per un po’ e ora vendeva i suoi semi
come se fossero Serious. La sua prima
argomentazione è stata che aveva a che
fare con possibili reclami e così via. In
sostanza significava: ‘Chi se ne frega? Se
hanno reclami, sono io ad affrontarli’, ho
detto. “Stai facendo soldi e mettendoci
in cattiva luce. Vengono per comprare i
nostri semi, non le tue copie”. Pensava che
fosse assolutamente normale quello che
stava facendo e che ancora fa. Ho saputo
da alcuni clienti che lo sta facendo anche
con altre società. Ecco a che punto si può
arrivare.
Scommetto che quando il settore dei
semi era più limitato ad Amsterdam e
all’Olanda, si potevano fare richieste,
scoprire cosa succedeva nelle proprie
reti personali e controllare il tutto un
po’ meglio, ma con internet è quasi
impossibile.
Ho scoperto un paio di mesi fa che oggigiorno… Questa attività è cominciata
con piccole società di semi, come Sensi
Seeds e così via. Ora ci sono molte grandi
società in Spagna che coltivano quantità
massicce di semi e vendono a chiunque.
Quindi ora ci sono coffee shop o centri
di giardinaggio e bar o altre attività che
vendono con il proprio nome. Vari coffee
shop ad Amsterdam iniziano a vendere semi con il loro nome, che vengono
comprati tutti da un grande produttore:
e sai cosa? Hanno cominciato a vendere
semi con nomi originariamente Serious:
Bubblegum, Chronic – nomi conosciuti.
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nomi ultimamente, ma nei tribunali europei fanno fatica a non scoppiare a ridere,
perché pensano sia divertente. Qual è la
differenza fra questo e la Heineken o una
società che produce sigarette? Vi dico che
la differenza c’è: abbiamo a che fare con
un prodotto molto rilassante, non velenoso, mentre loro vendono droghe davvero
pericolose – se non si considera però che le
loro sono legali e la nostra non lo è. È tutta
colpa del denaro. Tutto ciò che possiamo
fare è proteggere i nostri interessi e nomi
al meglio.
Prendono quindi i vostri nomi e li mettono sui loro semi?
Esattamente. I coffee shop li comprano,
non sanno abbastanza della questione.
Non sono nel settore e non hanno conoscenze specifiche. Vengono offerti loro
semi con questi nomi, così loro li comprano e li vendono. Fortunatamente l’ho scoperto subito e dato che non si trattava di
un’azione deliberata contro Serious Seeds,
hanno deciso di comune accordo di smettere di usare i miei nomi. Bisogna sempre
stare sul chi vive qui ad Amsterdam. Sta
accadendo in Olanda, figuriamoci a livello
internazionale.
Una società ad Amsterdam – Spliff
- ha appena cominciato a vendere
Bubblegum, AK-47, come se fosse totalmente normale. Nirvana ha cominciato
a vendere AK-47 finché non me ne sono
accorto alla Cannabis Cup alcuni anni fa
e ho detto: ‘Che cazzo sta succedendo?
Stai usando il mio nome. Devi smetterla
immediatamente’. Alla fine mi ha capito.
Anche questo è difficile: chi non ha mai
alzato un dito per fare semi, non ha idea
di quanto tempo ci voglia. Iniziano a
vendere semi con il nome di qualcun
altro, in modo tale che non si rendono
conto del problema. Nirvana ha promesso
che avrebbe cambiato il nome: l’hanno
fatto… è diventato AK-48!
Una variante… le variazioni di
determinati nomi sono diffuse in
tutto il settore.
Probabilmente l’AK-47 è il nome più
copiato nel settore. Significa che quando
pago per una pubblicità su un depliant
o una guida, di fianco al mio nome ci
sono AK-48, Jack 47, Kaya 47, Oké 47,
Olé 47, AK 74, per citarne alcuni. Tutte
società che vendono AK-47. Dopo il mio
intervento, hanno cambiato il nome in
qualcosa che si riferiva o si avvicinava ad
AK-47, che va bene, ma io sono preoccupato del fatto che quando i clienti fumano
da soli o in gruppo dell’AK-47, decidono:
ecco cosa voglio, vado al negozio e chiedo
l’AK-47. Arrivati al negozio non dovrebbero confondersi con prodotti che hanno
Un cliente quindi non deve guardare solo
il nome, ma anche la società produttrice.
Se i due corrispondono e si scopre anche
I coltivatori sostanzialmente sono vittime. Pagano per i loro parassiti
copie dell’AK-47 originale. Sembrano tutti
uguali nel depliant, me li considero copie,
che non arrivano ai livelli dell’originale.
Quando li si vede stampati di fianco ai
tuoi, sembra che siano tutti allo stesso
livello, se si considera anche che tutto ciò
che puoi stampare è il nome e il periodo di fioritura e non è consentito citare
i riconoscimenti che ha vinto il ceppo.
Accettare queste condizioni è un oltraggio ai semi originali e alla mia società.
Cosa dovrebbero fare quindi i coltivatori
per proteggere la loro scelta dei semi?
La cosa migliore è controllare quale compagnia ha prodotto originariamente i
semi. A differenza dal nome dei semi, raramente questo si copia. Come ho detto, ho
fatto cambiare i nomi a Nirvana, White
Label e altri, ma ci sono ancora molte
GANJAMAN, HO
NOTIZIE PER TE
lo stesso nome o un nome simile e non
dovrebbero quindi comprare una cosa
che non volevano. Ecco la mia preoccupazione. Se qualcosa vi ricorda l’AK-47, per
me va bene. Ci sono semi chiamati OK-57,
Armageddon 47 e Jack 47. È molto chiaro
che sono stati presi da AK-47, ma non c’è
pericolo di confondersi con l’originale. O
per lo meno spero…
Scommetto che una risposta sia quella
di fare ciò che iniziano a fare in America,
dove trattano il settore della marijuana
come ogni altro ramo del settore agricolo, con documentazione completa dal
seme al consumatore.
Sì, questo è un modo, ma bisogna investire
molto più denaro per essere tutelato in
questo modo. I miei nomi sono tutelati in
Benelux. Ci sono stati casi e azioni legali sui
SONO INCINTA E IL
BAMBINO STA NASCENDO
ORA. AAAHHHHHHH!
FAMMI
PASSARE DAI!
HEY TU!
PIACERE DI
VEDERTI
Un altro fenomeno diffuso è che c’è gente
che apre un sito e inizia a vendere semi e
dopo tre mesi, chiude l’attività e ne inizia
una nuova. Sono ancora più difficili da
beccare. Un altro ancora… Paradise Seeds
mi ha contattato, o meglio, sono stato io a
contattare loro, un paio d’anni fa. Il loro sito
si chiama paradiseseeds.com e qualcun
altro ha aperto un sito chiamato paradiseseeds.nl. Sono nomi molto simili ma non
sono uguali e il sito canaglia sta deviando
l’attenzione verso di sé, allontanandola dal
sito originale. Vendono semi naturalmente
e sono nel registro delle imprese canadese,
ma è molto difficile scoprire chi c’è dietro.
come è fatta la confezione, le possibilità di
successo sono maggiori. Conviene inoltre
dare un’occhiata al seme della società per
vedere se è legittimo. Bisogna osservare
tutte queste cose per aumentare le possibilità di successo. Non fidatevi solo del nome.
Caspita, c’è molto da dire su questo
argomento.
In effetti sì. Voglio dire, non mi voglio
lamentare sempre, ma è anche un bene
per i clienti finali, perché sono loro a pagare il prezzo , quindi penso che abbiamo la
responsabilità di avvisarli, per far loro capire cosa sta succedendo e dobbiamo farlo
prima che comprino i semi.
Eccoci qua. Si può dire che siamo tornati al
vecchio avvertimento Caveat Emptor per i
compratori.
UFF, ERA SOLO
UN SOGNO. OK,
BASTA SPUNTINI DI
MEZZANOTTE
D’ORA IN POI.
HEY TU!
MR NICE?
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Coltivazione indoor avanzata
Di madri ce ne sono solo dieci
In questo numero parleremo dell’avere una sezione dedicata esclusivamente allo stato vegetativo e
alle madri. L’importanza di mantenere la nostra selezione e di condividere la buona genetica. Mr. X
Una delle cose per me più difficili quando
ho cominciato a coltivare, è stata questo:
ho sempre messo troppe energie nella
fioritura nell’acquisto di semi. Ora capisco l’importanza della conservazione di
alcune genetiche e del fatto che una
pianta abbia una buona crescita. Ci ho
messo anni a capirlo e con questo articolo spero di farvi venire voglia di raccogliere varietà diverse e di migliorare la vostra
fioritura a partire da una crescita corretta.
Ogni seme è un individuo irripetibile.
Sebbene acquistiamo varie confezioni
di semi della stessa banca e sebbene
abbiano alle spalle un buon lavoro di
stabilizzazione, è inevitabile che si manifestino sempre vari fenotipi. Al contrario,
una talea è una replica esatta della pianta
da cui è stata prelevata, l’unico modo per
conservare concretamente determinate
caratteristiche.
ticarci di utilizzare gli enzimi periodicamente. Un valore adeguato per le madri
è 6,2, con un EC inferiore a uno.
In ogni sezione dei ripiani ci saranno
dieci madri: quelle che voglio abbiano
una crescita più limitata, saranno posizionate sotto i led, dove utilizzo solo un
watt per ogni esemplare. Quelle da cui
voglio invece prelevare a breve delle
talee, saranno sotto fonti fluorescenti,
dove ricevono un watt e mezzo, che
è sufficiente per ottenere vari cloni da
ciascuna pianta. Se voglio creare un SOG
e ho bisogno di un numero più elevato,
per esempio trenta, di solito le sposto
in un vaso da sette litri, le metto sotto
una fonte di alogenuri metallici con un
paio di settimane di anticipo e in questo
modo il gioco è fatto.
luce o persino di ventiquattro ore. Per vari
anni ho tenuto la luce accesa costantemente e non ho osservato alcun problema. Uno dei vantaggi che otteniamo è un
clima più stabile, dato che la temperatura
non varia a seconda dell’accensione o
spegnimento della luce. È inoltre utile per
evitare che alcune piante ribelli entrino
in fioritura nella fase di crescita. Il maggior inconveniente è la bolletta della luce,
giacché, oltre a quello che si prendono
normalmente, dovremo pagare un extra.
Il mio fotoperiodo preferito per la crescita
è di venti ore di luce accesa: è efficiente e
ti lascia riposare.
Una buona opzione per i coltivatori indoor è quella di scegliere la tariffa a fasce
orarie. Il passaggio di contratto costa circa
dieci euro. Installano un contatore che
Le banche, con il tempo, per miglioramenti, perdita di progenitori originari,
cambiamenti di coltivatore… modificano
le loro linee, non sempre incontrando
maggior fortuna rispetto al lavoro precedente. Per questo, di solito si sente il
prefisso “old” in alcuni cloni, quando si
fa riferimento alla prima linea uscita sul
mercato, la linea “vecchia”.
Abbiamo anche i cosiddetti “cloni d’elite”.
Non sono molto d’accordo con questa
descrizione, ma non me ne viene una
migliore. Di solito si tratta di una selezione a partire da un numero elevato di
individui, dove chiaramente sono scelti
quelli che si sono distinti, per una o
varie caratteristiche: livello di resina,
potenza, vigore, proprietà organolettiche… Normalmente, questa selezione
dovrebbe essere il più rappresentativa
possibile del risultato ricercato dal coltivatore. Va da sé che questo richiede un
grande sforzo del coltivatore e investimenti importanti.
Manutenzione delle madri
Mantenere le madri è semplice e richiede poche cure rispetto a quanto non si
possa pensare. Per la questione relativa
all’illuminazione, nel mio caso, ho optato
per tubi fluorescenti e led. Devono essere
montati su ripiani prefabbricati di quelli
che vendono i negozi di bricolage, una
opzione economica, sia a livello di mobile, che di consumo elettrico futuro.
Ogni varietà è in un contenitore da un
litro e quando posso uso un substrato
preconcimato. In questo modo guadagno tempo a livello di accumulo di sali
prodotto dall’irrigazione con fertilizzante. Dobbiamo solo irrigare con acqua e
come già detto negli articoli precedenti,
dobbiamo controllare il pH e non dimen-
Coperte termiche per il
Vista generale di madri
mantenimento della temperatura
sotto led e fluorescenti
Possiamo anche scegliere di avere le
madri in sistemi idroponici. Io non li
uso per la loro efficacia, perché le madri
crescono troppo e hanno bisogno di più
spazio. Per una richiesta elevata sono
comunque ottimali, dato che creano
sistemi radicolari e madri spettacolari.
Anche la temperatura può essere una
nostra alleata quando vogliamo conservare delle genetiche a lungo e in questi
casi le basse temperature sono molto
utili per generare cloni. Un altro grande
vantaggio sta nel fatto che il ciclo vitale
degli insetti infestanti è rallentato, per lo
meno per quelli che di solito sono fonte
di preoccupazione per i coltivatori indoor, come la mosca del terreno, il ragno
rosso, i trip… La loro diffusione è più
facilmente controllabile.
I fotoperiodi
Il ciclo utilizzato per lo stato vegetativo
in indoor è di diciotto ore di luce e sei di
buio. A partire da questo punto possiamo
accelerare le cose dando più ore di luce,
utilizzando un fotoperiodo di venti ore di
imposta la tariffa a due prezzi diversi:
quella normale di quattordici ore in cui si
pagherà la metà e per le dieci ore rimanenti, pagheremo circa il dodici percento
in più, ma se abbiamo una coltura in
fioritura e una in crescita indipendenti,
saranno comode. Con una coltivazione
maggiore, il passaggio a questo contratto è ancora più interessante, dato che si
risparmia maggiormente, poiché possiamo passare la fioritura in questo orario e ci
avanzano due ore. Per la crescita, un buon
metodo è quello di utilizzare la tariffa solita per quattordici ore e nelle quattro ore
con ricarica, lasciare i led o le fluorescenti
per mantenere il fotoperiodo.
Tipi di potatura
Possiamo potare in vari modi. La prima
cosa da provare a capire è che le priorità
sono due. Una è quella di lasciare la pianta
madre il più bassa possibile e la seconda
è quella di ottenere il maggior numero
possibile di steli, per cui dovremo forzare
l’apertura dei rami, potando ogni due
giorni le gemme e facendo in modo che
le parti inferiori si aprano e ricevano luce.
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Possiamo praticare alcune perforazioni
nei vasi e legare i rami con dello spago,
per forzare la ramificazione, come si fa
con alcuni tipi di bonsai. È utile soprattutto per le piante che hanno, per natura,
una struttura a colonna.
indica per piante sativa, o al contrario…
È un mondo in cui a volte l’etica brilla per
la sua assenza. Per un coltivatore avvezzo
è solo un passaggio, ma per chi comincia, può essere fonte di frustrazione che
porta ad abbandonare il tutto.
Possiamo anche fare “cropping” ai rami,
cioè dividerli in parte per poterli poi
guidare e forzare i rami inferiori ad allungarsi. Dove creiamo il danno si forma una
sorta di gomito, che lascia la struttura in
questa posizione.
Ci vuole circa un’ora a fare trenta talee,
un po’ di ormoni e diedi giorni di attesa.
Prendete coraggio se vale la pena mettersi in gioco e spendere quello che di
solito è richiesto.
Il mio “trucchetto” è quello di partire
simultaneamente da quattro o più cloni
nella madre, come se si partisse da una
pianta con quattro braccia principali. Con
il primo taglio delle gemme, ne avremo
giù otto, poi sedici e così via. Dobbiamo
fare in modo che siano il più uniformi
possibile quando li trapiantiamo, perché
non si sovrappongano gli uni con gli altri.
A me ogni anno piace ottenere un nuovo
clone e trasformarlo in madre, facendo
fiorire la precedente. In questo modo
parto sempre in terreno nuovo, con un
maggior vigore. Un’altra possibilità è
quella di togliere il pane con il terreno e
potare le radici. Con un coltello grande
si toglie una porzione su ogni lato e si
riempie con terreno nuovo. In alcune
settimane possiamo così recuperare lo
stesso vigore.
Due buoni alleati sono i funghi micorriza
che dobbiamo miscelare con il substrato affinché lo colonizzino, come anche
gli enzimi che aggiungeremo periodicamente quando irrighiamo. Questi due
passaggi sono particolarmente importanti per le madri, dove l’accumulo di sali
a lungo termine è inevitabile.
Le talee
Uno dei dubbi che mi sono venuti immediatamente è stato: cosa succede se
prendo un clone di clone e così via? Ho
letto quello che sono riuscito su questo
argomento, ma non c’è consenso, né
studi concreti sulla nostra amica pianta
a lungo termine. Sulla base della mia
umile esperienza, non credo dunque che
nessuno possa assicurare che fra cinquant’anni, per esempio, la pianta sarà
esatta, sebbene si mantenga in modo
perfetto, ma non si può neanche affermare il contrario. Alcune delle madri
che conservo hanno quindici anni o più.
Sembra che mantengano le loro caratteristiche o per lo meno questo è quanto
sostengono coloro che le hanno selezionate originariamente. Non ho osservato
nessun elemento di deriva genetica per
il momento, per lo meno in individui dai
semi regolari e che non hanno subito
rivegetazione.
Il costo elettrico per mantenere dieci
madri al mese non supera i cinque euro
se si utilizza illuminazione a basso consumo. In cambio però otteniamo un grande
valore, in primo luogo e non dovremo
ricorrere al mercato nero per rifornirci,
risparmiando così denaro e problemi,
perché molte volte questo accade. A
volte si trovano varietà selezionate male,
con problemi di ermafroditismo, piante
Possiamo fare i cloni in molti sistemi:
lana, Jiffy, idro, aero… Spiegheremo le
differenze a grandi linee. I sistemi con la
torba o la terra sono i più abituali, sono
pratici e non hanno segreti. Tagliamo i
cloni da una madre sana e ben idratata,
cerchiamo di lasciare un paio di nodi
inferiori per potenziare l’uscita delle radici e tagliamo le punte delle foglie per
evitare la disidratazione. Il taglio forma
un angolo di quarantacinque gradi, il che
dà una maggior superficie di radicamento. Li inseriamo nel substrato selezionato
e introduciamo nell’incubatrice a una
temperatura di circa venticinque gradi.
Possiamo nebulizzare puntualmente con
alimenti e ormoni per aiutarli fino alla
comparsa delle radici. Di solito il processo dura fra i dieci e i quindi giorni,
altrimenti, se ci mette di più, le piante cominceranno a marcire per l’elevata umidità. Non è neanche una buona
idea toglierli subito quando vediamo una
radice. Conviene aspettare che abbiano
un buon sistema radicolare per alimentarsi e fare il trapianto in maniera corretta. Se facciamo molti cloni da madri
diverse, in un vassoio con Jiffy, è facile
contraddistinguerli. Quando sono ancora
pressati, prendiamo un pennarello indelebile e mettiamo le iniziali e il numero
di madri sul retro. Poi li immergiamo
come sempre e avremo un segno leggibile. Se lo facciamo in bicchieri o simili,
è consigliabile etichettare ciascuno di
essi con una fascetta, altrimenti creiamo
una confusione di genetiche senza poter
identificare e avere inconvenienti.
Nel caso dei sistemi idro, “senza terreno”,
che funzionano per aspersione, nebulizzazione, fil nutritivo, eccetera, bisogna
modificare alcuni parametri. Il più importante è il pH: nei sistemi idroponici bisogna abbassarlo di 0,5-1 rispetto a quanto
non facciamo con il terreno. In questo
modo, stabilizzeremo la soluzione nutritiva a 5,8 per il radicamento. L’altro fattore è la EC (conduttività elettrica): se non
utilizziamo acqua sufficientemente pura,
avremo problemi. Ci sono fertilizzanti per
acqua dura e per acqua morbida, ma si
parte sempre con una EC inferiore a uno.
Se non abbiamo questo grado di purezza, dobbiamo utilizzare filtri a osmosi per
ridurre i sali o utilizzare la terra, che lascia
un po’ più di margine in questo senso.
Se utilizziamo ceste con argilla espansa, dobbiamo pulire e correggere il pH
iniziale che di solito è molto elevato.
Dobbiamo pulire con cura e lasciare il
tutto immerso in acqua con pH regolato,
almeno 24 ore prima dell’utilizzo. Se non
facciamo questo passaggio in maniera
Madri sotto illuminazione led
Pianta madre che parte
da quattro cloni
Incubatrici che mantengono
Sistema idroponico
un clima umido e caldo
di radicamento
corretta, noteremo che in molti casi il
pH tende a salire, generando stress non
necessario ai cloni. Durante l’inverno,
quanto meno, è anche necessario utilizzare un riscaldatore d’acqua, per fare in
modo che la temperatura non scenda
eccessivamente. Il lato positivo di questi
sistemi è che se facciamo tutto correttamente, otterremo cloni in tempi record,
con masse radicolari senza pari, ideali
per la fioritura in sistemi dello stesso tipo.
Nel luogo ideale per tagliare le talee, fate
una prova. Io ho tagliato metà dei cloni
dalla parte inferiore della pianta madre,
i più teneri. Ho tagliato poi l’altra metà
dalla parte superiore, con steli molto
più grossi e sviluppati. Li ho messi nello
stesso vassoio in condizioni identiche: il
risultato è stato che tutti i cloni presi dalla
parte inferiore hanno messo le radici più
velocemente, a una velocità del 30% più
elevata rispetto agli altri.
Illuminazione per il mantenimento e lo stadio vegetativo
In questa sezione, le fonti ad alogenuri
metallici sono l’ideale, sebbene emettano meno lumen per watt rispetto a quelle al sodio, dato che avendo uno spettro
specifico, la loro efficacia è di gran lunga
maggiore. Possiamo far crescere o radicare con APS, ma in questo modo possiamo
perdere molti watt e in alcuni casi, si può
produrre stress. Gli alogenuri metallici
producono una distanza più corta fra i
nodi, il che è sempre auspicabile.
Se entriamo in fioritura con piante deboli,
selezionate male o radicate male, faremo
un primo passo critico. Se al contrario,
abbiamo pazienta e dedichiamo molte
cure a questa fase, faremo il primo passo
per ottenere buone cime. Un paio di
settimane di crescita sotto gli alogenuri
metallici di solito sono sufficienti per un
Sea Of Green, a seconda della genetica.
I led sono fantastici per il mantenimento delle madri, dato che hanno una
temperatura così bassa che non c’è da
preoccuparsi che si brucino le foglie.
Come già detto in precedenza, è meglio
avere una crescita più breve in inverno.
L’utilizzo delle fluorescenti è simile ai led,
ma meno efficace a parità di watt e a
lungo termine.
Le madri e l’estate
Ogni estate chi conserva le madri deve
fare i salti mortali per mantenerle, ma
non è certo una scusa per perderle.
Sebbene non mostrino il loro miglior
aspetto alle temperature elevate, fra
i trenta e i quaranta gradi, le piante
sopportano. Bisogna riuscire ad arriva-
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cia è così che bisogna fare. Vi assicuro
che dove cade il prodimenol25 scompare l’oidio e non colonizza più l’area.
Quando utilizziamo questi prodotti,
bisogna rispettare le consegne di sicurezza indicate dal produttore e nel caso,
allungarli di un paio di settimane. Nelle
madri in crescita non ci sono problemi,
ma in fioritura bisogna applicare il tutto
solo se è appena cominciata. Se invece la fase è avanzata, dimenticatevene.
Un’altra cosa a cui fare attenzione è la
presenza di animali domestici che di solito mangiano le foglie, come il mio gatto:
in questo caso dovete evitare che gli
animali domestici si avvicinino alla zona
trattata nei termini di sicurezza. Quando
nebulizziamo, corriamo il rischio d’inalare particelle. È dunque consigliabile che
indossiate una mascherina per questo
tipo di disinfezione.
Cloni introdotti in Jiffy
Ci sono molti estratti naturali come il
neem, ma questi sono utili a livello preventivo; una volta che il problema è
iniziato, saranno solo palliativi.
Selezione delle madri
Questo è uno dei temi più complicati
da consigliare. Quando condivido genetiche con amici, quello che ad alcuni
sembra il migliore del mondo, per altri
non vale nulla. Voglio quindi dire che il
criterio di selezione è aperto e dipende
dai nostri gusti.
Il mio consiglio è quello di conservare varietà che si distinguano effettivamente dalle altre. Non ha senso tenere
mezza dozzina di piante dolci, per esempio, o mezza dozzina di piante con retrogusto a incenso. Selezioneremo quella
con il sapore più pronunciato e nel caso
non sia distinguibile, quella con il maggior vigore o produzione all’interno di
queste qualità.
Le radici dopo circa dieci giorni
Bisturi e ormoni per il
radicamento
Piante in varie fasi vegetative
re a casa in questo periodo dell’anno
con alcune piante impollute, perché il
momento ideale per attaccare il ragno
rosso è in inverno e l’oidio in estate, al
contrario di quanto si pensi.
Normalmente si aspetta di vedere l’insetto infestante o l’infezione per agire, ma
una volta che il ragno rosso ha attaccato
la coltivazione, la probabilità che scompaia completamente è remota. Come
l’oidio, può sopravvivere in quasi tutti i
substrati e situazioni per lunghi periodi
di tempo, finché le condizioni sono favorevoli e può cominciare ad attivarsi.
Per questo motivo, dobbiamo sfruttare il
loro punto debole per eliminarli: nel caso
del ragno, la bassa temperatura e l’aumento dell’umidità che porta l’inverno.
Ad agosto, chi ha provato a farlo, sa bene
cosa succede: vincono loro. La guerra
biologica utilizzando predatori naturali
è interessante, ma si deve cominciare al
minimo indizio e tenere in considerazione che poi non si possono nebulizzare pesticidi, perché elimineremmo la
fauna benefica come effetto collaterale.
Bisogna quindi raggiungere velocemente
un buon equilibrio.
Quello che faccio io è nebulizzare una
volta l’anno bermectine e prodimenol25
nelle stanze di coltura e le madri. Sono
prodotti chimici, non mi piace in genere consigliarli, ma se vogliamo effica-
Quello che dobbiamo evitare sono le
piante con tratti ermafroditi. Se una pianta ha fiori maschio, sebbene pochi e puntuali, è una pianta che può rovinare una
coltivazione. Pochi fiori maschio possono
impollinare tutte le femmine attorno e
creare centinaia o migliaia di semi. Ci
sono poche cose più sgradevoli di dover
togliere mezza dozzina di semi da ogni
canna o l’odore che esce quando viene
bruciato uno di questi.
Ogni giorno ci sono sempre più banche
di semi e una maggior offerta di genetiche, ma la realtà è che è difficile trovare
cose concrete e interessanti. Sapere in
quali semi investire il nostro tempo e
capitale, non è un compito semplice. Il
mio consiglio è quello di leggere e informarvi prima di dedicare mesi di sforzi a
una cosa che può essere, sin dall’inizio,
ciò che non volete.
Per questo è importantissimo che teniate
un clone di ogni pianta che coltivate e
che non lo perdiate fino al raccolto, all’essiccatura, la potatura e a quando fumate
il tutto. Potrebbe essere una genetica
meravigliosa e se non la conservate, non
potrete riaverla. Io preferisco non coltivare una pianta, piuttosto che farlo e non
conservare un clone. Saluti, X.
26
History Cannabis
La Million Marijuana March di Roma e i pellerossa
Un ponte tra culture
di Enrico Fletzer
Siamo arrivati alla undicesima volta della
Million Marijuana March di Roma che
coinvolge centinaia di città in tutto il
mondo e la cui edizione italiana è considerata il principale evento planetario.
La marcia globale di quest’anno partirà
da piazza dei Partigiani e arriverà alla
Bocca della Verità per un percorso di
tipo imperiale che sfilerà anche dinanzi
Lakota in Lazio perché in quel frangente
la richiesta di coltivare la canapa, ancora impossibile negli USA, rappresentava
una possibilità di rinascita di una comunità. Come ci dicevano allora gli indiani
“Storicamente la cultura della canapa
nella riserva di Pine Ridge è strettamente
connessa con una sola cosa e cioè con il
problema di fondo della riserva: la disoc-
rappresentate della tribù degli indiani
Lakota, Sioux Milo Yellow Hair – che a
dispetto del suo nome ha i capelli corvini
–, era venuto in Italia con una delegazione di abitanti della riserva di Pine Ridge
in appoggio della campagna partita con
la prima edizione . Lo slogan di allora era
“Signor Giudice ho piantato un seme” e
alla riuscitissima manifestazione aveva-
La MMM nasce anche dalla fruttuosa collaborazione intercorsa tra gli
antiproibizionisti romani e la riserva indiana di Pine Rigde
all’anfiteatro Flavio – meglio noto come
Colosseo –, accompagnato ovviamente dalla musica dei truck ma anche da
numerose bande di strada che sono
destinate ad aggregarsi lungo il tragitto.
Nonostante il ridimensionamento dovuto alla riduzione del numero dei camion
allestiti, l’evento romano è la più grande manifestazione antiproibizionista del
mondo, che tutti ovviamente ci invidiano. In Europa solo nella Repubblica Ceca
gli amici ed amiche di Praga cercano di
eguagliarci, lanciandosi in una nuova ed
esplosiva primavera.
cupazione. Oltre l’88% degli abitanti ne
sono coinvolti: questo comporta molti
problemi sociali, ad esempio l’abuso di
alcol, famiglie disgregate rapporti sociali
disturbati e maltrattamenti su vari piani”.
L’anno scorso vi fu un percorso un po’
più breve ma sempre molto interessante, e quest’anno il percorso tocca il
Colosseo riportando la canapa al centro
del Mediterraneo, per ribadire quanto la
no aderito numerose autorità tra cui il
premio Nobel Dario Fo. Tra i due oceani
nacque un feeling che portò i Lakota
nei pressi di una stazione di polizia dove
furono consegnate le autodenunce di
centinaia di persone, gesto simbolico ed
assolutamente rivoluzionario con cui si
voleva portare all’attenzione dei media il
problema della criminalizzazione dell’auto-coltivazione.
cultura proibizionista stia andando lentamente a disfare connessioni storiche e
culturali fondamentali per la costruzione
della propria identità, pretendendo di
Tornando in America, Pine Rige, nel bel
mezzo di un ambiente ancora intatto,
rimane un luogo con molti problemi.
Allora come oggi la speranza di miglio-
a dismisura. E così, almeno momentaneamente, gli agenti della DEA non riuscirono ad arrivare ai campi a causa della
forte umidità e dei disagi conseguenti
alle piogge torrenziali.
Secondo Milo gli agenti che perseguitavano il capo Piuma Bianca stavano
violando il trattato di Fort Laramie, un
documento ufficiale prodotto durante
la Seconda Guerra Mondiale secondo
cui gli abitanti della zona erano tenuti a
coltivare e produrre canapa secondo le
esigenze belliche del governo federale.
Il trattato ispirò poi il documentario di
propaganda del governo statunitense
Hemp for Victory - Canapa per la vittoria,
prodotto dal Ministero dell’Agricoltura
statunitense e riscoperto fortunosamente dall’attivista californiano Jack Herer.
A pochi giorni dalla Million Marijuana
March e dalla loro partecipazione all’evento romano, il 26 aprile 2001 la Slim
Butte Land Association decise di conti-
A Roma, nonostante alcuni aggiustamenti abbiano fatto leggermente calare la partecipazione delle ultimissime
edizioni, per il prossimo 7 maggio sono
previste dalle trenta alle sessantamila
presenze in una Roma in cui in poche
ore sfileranno vari ed importanti cortei,
anche sindacali.
Ma anche la qualità di una marcia per la
canapa non è acqua, dal momento che
la manifestazione è sorta non solo per
le sinergie esistenti tra Roma e New York
ma anche per la fruttuosa collaborazione
intercorsa tra gli antiproibizionisti romani e la riserva indiana di Pine Rigde dove
nacque l’American Indian Movement.
Pine Ridge é famosa anche per aver dato
i natali al detenuto politico forse più
famoso degli Stati Uniti, l’uomo della
medicina Leonard Peltier, arrestato nel
1977 e condannato ingiustamente a due
Il trattato di Fort Laramie, prodotto durante la Seconda Guerra
Mondiale, obbligava gli abitanti della riserva a coltivare canapa secondo
le esigenze belliche del governo USA
ergastoli per l’omicidio di due agenti dell’FBI, la sua storia di ordinaria ingiustizia
è stata di ispirazione per numerosi artisti,
primi tra tutti i Rage Against the Machine
e la loro Freedom.
Undici anni fa, alla vigilia della prima
edizione italiana, arrivò una delegazione
cancellare quanto di atavico resta nel
nostro essere “animali sociali”.
Ma se il futuro non è scritto, come direbbe Joe Strummer, possiamo rivedere
come la Marcia sia nata in Italia con una
interessante collaborazione tra le due
rive dell’Oceano grazie alla presenza del
rare la triste situazione era legata alla
canapa. Autorità permettendo. Da anni il
governo cercava di bloccare la coltivazione e conduceva una guerra alle droghe
con conseguenze gravi per il popolo
Lakota. Alla vigilia della Million di undici
anni fa, solo grazie allo spirito delle praterie la pioggia aveva fatto crescere l’erba
nuare la coltivazione nonostante la campagna d’odio e di intimidazione. Poco
dopo iniziava la cerimonia della semina
che fu ripresa dai reporter di una importante rete televisiva nazionale. La canapa
veniva utilizzata per un progetto di bioedilizia ma anche per altri scopi.
Il giorno dopo la trasmissione arrivò
anche la DEA, l’ente federale di controllo,
che ordinò al consiglio della riserva di
smettere. A seguito di questa intimidazione si riunì l’assemblea generale della
comunità, con il risultato che tutta la riserva annunciò di aver preso una decisione
unanime: la canapa andava comunque!
E che anche in Italia ci si sarebbe provato
anche perché in tutto il mondo nonostante quanto dicono le lingue biforcute, la
canapa unisce popoli e culture.
27
SISTEMA SEA OF GREEN
Sto creando un sistema Sea Of Green (SOG). Conviene che poti le parti inferiori delle piante o i rami laterali? Nelle foto che ho
visto dei sistemi SOG vedo solo una cima per pianta. Cosa devo fare con i rami laterali?
Team Gilly
Il vantaggio dei sistemi Sea Of Green (SOG) sta nel poco tempo che trascorrono le piante in fase vegetativa. Piuttosto che avere
alcune piante che crescono in maniera lineare finché il canopo è pieno di vegetazione, il che può metterci un mese o più, vi sono
molte piante nella coltura. Ciascuna di esse deve crescere solo un po’ affinché la coltura si riempia. Le piante SOG stanno in fase
vegetativa soltanto da una a tre settimane dopo essere diventate pianticelle o cloni trapiantati. Le piante raggiungono un’altezza
di circa 20-30 cm e il fotoperiodo viene poi modificato nel ciclo di fioritura, con 12-13 ore di luce e 11-12 ore di buio ininterrotto
ogni giorno.
Nella maggior parte dei sistemi SOG le piante sono distanziate di circa 15-25 cm. Questo consente a ciascuna pianta di far crescere
una cima grande. Alcuni coltivatori utilizzano un sistema modificato, facendo crescere la cima principale e 3 o 4 cime laterali.
Quando si coltivano piante con una cima, si possono vedere alcuni rami laterali durante le prime settimane di fioritura. Questo
dipende dal varietà, fertilizzante e spazio disponibile per ogni pianta. Le piante ammassate fanno crescere meno rami laterali e
danno maggior importanza alla crescita verticale. Tagliate questi rami in modo tale che l’energia non sia deviata in questo senso.
Copyright 2010 di ed rosenthal. Tutti i diritti riservati. Diritti di prima rivista europea
di soft secrets magazine. La riproduzione di
questo materiale non e’ permessa in assenza
di consenso esplicito per iscritto da parte
dell’autore/detendore del copyright.
Accentando il presente manoscritto, si considerano accettati i termini di cui sopra.
MELASSA SERBATOIO IDROPONICO
L’utilizzo della melassa intaserà il sistema di gocciolamento del mio serbatoio idroponico? Alla mia pianta mancano quattro settimane al raccolto. Ho letto che la melassa dà il tocco finale per una resa massima. L’articolo diceva di utilizzare 4 grammi per ogni
litro d’acqua. Consiglieresti di utilizzare la melassa in una coltura idroponica?
Rodney
Mettere melassa in ogni tipo di sistema a serbatoio porta alla fermentazione, dato che l’amido e gli altri organismi fanno festa
quando ci sono zuccheri ad alta energia. Questo può portare a una situazione non sana per le radici, dato che gli organismi utilizzano tutto l’ossigeno, poiché bruciano gli zuccheri e creano CO2.
Man mano che cresce l’amido, formano degli ammassi di liquido denso e schiumoso che possono otturare il sistema di gocciolamento. La melassa aumenta inoltre il pH dell’acqua.
Ci sono vari prodotti in commercio consigliati per i sistemi idroponici che contengono zuccheri ma che non provocano infezioni
e non otturano le tubature. È un modo più sicuro per aggiungere carboidrati al sistema idroponico.
RISCALDARE UNO SPAZIO FREDDO
Sto creando una stanza di coltura di 3 x 2 metri in un capanno isolato. Sono preoccupato per i mesi invernali. Come terrò lo spazio sufficientemente caldo quando
non c’è illuminazione artificiale? Qual è un modo sicuro ed efficace?
G. Grant
Ci sono varie cose che puoi fare per tenere il capanno caldo d’inverno. Prima di
tutto, dovrebbe essere isolato, in modo tale che il calore non esca. I materiali da
utilizzare per questo sono dei pannelli di Styrofoam e la plastica a bolle. Entrambi i
materiali sono facilmente installabili e rimuovibili.
Se le luci sono abbastanza alte al di sopra della coltivazione, in modo tale da non
dover essere raffreddate ad aria, il calore che generano può essere rimandato alle
piante, con ventilazione. Possono essere utilizzati ventilatori posti sopra o lateralmente, regolati tramite termostato, in modo tale che si accendano quando la temperatura nel canopo diminuisce fino a un certo livello, al di sotto dei 30° C quando
le luci sono chiare e viene immessa CO2 nella coltura.
I riscaldatori a gas o i generatori di CO2, che bruciano gas naturale o gas in bombola e rilasciano CO2, calore e umidità, sono un’ottima scelta per tenere la stanza
calda e immettervi CO2. Il generatore dovrebbe essere regolato tramite termostato,
per il calore. Quando la temperatura diminuisce notevolmente, il generatore si
attiva. I riscaldatori a gas sono economici e aggiungono umidità all’aria secca.
Ciononostante, l’umidità dovrebbe essere mantenuta a un livello massimo del 50%.
Potrebbe essere necessario utilizzare occasionalmente un deumidificatore per diminuire il livello di umidità dell’aria. Questo dispositivo crea anche calore. Utilizza un
serbatoio di CO2 regolato tramite un misuratore di PPM per metro di CO2 sopra il
canopo.
Un’alternativa è il riscaldatore elettrico. Devi solo attaccare la spina del riscaldatore,
accenderlo e impostare la temperatura desiderata. Il riscaldatore manterrà la temperatura costante. Quando l’aria fredda è riscaldata elettricamente, diventa molto
secca, perché l’aria fredda trattiene molta poca acqua. Quando si riscalda e trattiene dunque più umidità, l’umidità relativa diminuisce. Per mantenere l’umidità relativa a un livello minimo del 40%, dovresti forse installare un deumidificatore regolato
mediante un dispositivo di regolazione dell’umidità.
Se mantieni la temperatura del ciclo di buio in corrispondenza con il periodo in cui
è acceso, i gambi saranno più spessi e solidi. Anche le piante cresceranno e matureranno più velocement.
Pollinator: “Il Pollinator (c) funziona setacciando il materiale essiccato della pianta attraverso un setaccio a tamburo. I tricomi vengono separati dalla pianta e possono essere
pressati per produrre hashish o utilizzati per il kief”
28
DURATA DELLA LUCE PER SCATENARE LA FIORITURA
Ho guardato quanto dura la luce del giorno da maggio a settembre nella parte della California in cui vivo e ho scoperto la luce più forte è il 22 giugno, la giornata più lunga, alle 14:50. Questo mi ha portata a chiedermi: perché le piante nelle coltivazioni indoor hanno bisogno di un minimo di 18 ore di luce nello stadio vegetativo quando Madre Natura ne dà soltanto 15 per cominciare? Sono davvero necessarie le 18 ore? Posso avviare i cloni con un fotoperiodo di 15 ore
di luce e 9 ore di buio e forzarli poi in fioritura portando la fase di buio a 12 ore?
Claudia
La quantità di buio ininterrotto richiesta per indurre la fioritura varia a seconda della varietà. I ceppi che fioriscono tardi durante la stagione richiedono una fase di
buio più lunga rispetto a quelli che fioriscono precocemente.
Per trovare la durata della fase di buio, bisogna scatenare la fioritura, mettendo le piante in uno spazio con 17 ore di luce e 7 ore di buio. Ogni giorno bisogna poi
aumentare il periodo di buio di 5 minuti. Le prime piante daranno indicazioni le prime sei settimane. Nel giro di due mesi, quando il periodo di buio è portato a più di
11 ore, praticamente tutte le piante daranno indicazioni. Dato che la pianta ci mette del tempo a far crescere i fiori una volta che il processo è stato avviato, contate
10 giorni prima di quella data e otterrete il giorno in cui la fioritura è cominciata. Questo v’indicherà di quanto buio ininterrotto aveva bisogno la pianta per essere
forzata in fioritura.
Nell’emisfero settentrionale, il periodo di luce più lungo e il periodo di buio più breve si verificano il primo giorno d’estate, il 22 giugno. A cominciare dal primo giorno
d’estate, il solstizio d’estate, la durata del periodo di luce diminuisce giorno dopo giorno. Il 22 settembre, il primo giorno d’autunno, la luce e il buio sono uguali a tutte
le latitudini. Il periodo di luce continua a diminuire fino al nadir, il 22 dicembre, il solstizio d’inverno, quando il periodo di luce ricomincia poi ad aumentare.
LUOGO
LATITUDINE
22 GIUGNO
– N. ORE DI BUIO
AMERICA DEL NORD
DATA PER N. DI ORE DI BUIO:
8
9
10
11
Fairbanks, Alaska USA
64.8 N
2
17-Ago
26-Ago
4-Set
13-Set
Edmonton, AB CANADA
53.6 N
7,2
21-Mag
9-Ago
24-Ago
7-Set
Vancouver, BC CANADA
49.3 N
8
22-Giu
31-Lug
19-Ago
5-Set
Portland, OR USA
45.5 N
8,5
-
20-Lug
13-Ago
2-Set
Ashland, OR USA
42.1 N
9
-
4-Lug
9-Ago
31-Ago
Eureka, CA USA
40.8 N
9,2
-
22-Giu
5-Ago
30-Ago
Ukiah, CA USA
39 N
9,3
-
-
2-Ago
29-Ago
San Francisco, CA USA
37.8 N
9,4
-
-
29-Lug
27-Ago
Santa Barbara, CA USA
34.5 N
9,7
-
-
17-Lug
24-Ago
San Diego, CA USA
32.7 N
9,8
-
-
8-Lug
21-Ago
Chihuahua, MESSICO
28.6 N
10,2
-
-
-
16-Ago
Mazatlan, MESSICO
23.2 N
10,6
-
-
-
3-Ago
Mexico City , MESSICO
19.4 N
10,8
-
-
-
5-Mag/17-Lug
Oaxaca, MESSICO
17 N
11
-
-
-
22-Giu
GUATEMALA
14.6 N
11,1
-
-
-
22-Giu
PANAMA
9N
11,5
-
-
-
-
Stoccolma, SVEZIA
59 N
5,8
5-Ago
18-Ago
30-Ago
2-Set
Mosca, RUSSIA
55.8 N
6,7
29-Lug
13-Ago
26-Ago
9-Set
Amsterdam, PAESI BASSI
52.4 N
7,4
17-Lug
6-Ago
22-Ago
17-Set
Bruxelles, BELGIO
51 N
7,7
10-Lug
3-Ago
22-Ago
6-Set
Parigi, FRANCIA
49 N
8
22-Giu
30-Lug
19-Ago
6-Set
Venezia, ITALIA
45.4 N
8,5
-
20-Lug
13-Ago
2-Set
Madrid, SPAGNA
40.4 N
9,1
-
-
5-Ago
31-Ago
Cordoba, SPAGNA
37.8 N
9,4
-
-
29-Lug
27-Ago
EUROPA
Supponete che coltivando nella Contea di
Humboldt, le vostre piante sono maturate
il 10 ottobre. Considerando che il periodo dall’inizio a quando avete forzato la
maturazione è stato di 60 giorni, poco
più di otto settimane, le piante hanno
cominciato il processo di fioritura l’11
agosto. In quel giorno ad Arcata, latitudine
40.530 N, una città nel cuore della Contea
di Humboldt, ci sono state 14 ore di luce
del giorno e un’ora di crepuscolo (alba e
imbrunire) per un totale di 15 ore di luce.
Questo indica che la pianta ha bisogno di
nove ore di buio per iniziare la fioritura.
Se la pianta fosse cresciuta a San Diego,
vicino al confine con il Messico, latitudine
32.420 N, il periodo di buio di nove ore si
sarebbe verificato 24 giorni prima, il 18
luglio e le piante sarebbero maturate il 15
settembre.
Parlando in generale, le piante che richiedono più tempo per maturare, hanno
anche bisogno di un periodo di buio più
lungo per iniziare la fioritura. Le piante a
maturazione breve di solito hanno bisogno
di meno buio per fiorire.
In indoor, si può tenere la maggior parte
delle piante in fase vegetativa con 8 ore
di buio e 16 ore di luce. Il motivo per cui
i libri sulla coltivazione consigliano 6 ore
di buio e 18 ore di luce è che ai coltivatori
viene assicurato che le piante hanno meno
della quantità minima di buio rispetto a
quella necessaria per iniziare la fioritura,
a prescindere dalla varietà che stanno coltivando. Le piante indoor possono essere
coltivate utilizzando luce continua per produrre una crescita più rapida.
Le piante coltivate in indoor per essere
poi trapiantate in outdoor alla fine della
stagione sono sottoposte a meno stress se
il fotoperiodo è stato di sei od otto ore al
giorno, anziché di luce continua. Ilo Plants
growing indoors for transplanting outdoors later in the season will face less stress
if the light regime was six or eight hours
daily rather than in continuous light. The
reason is that the change in light regimes
is sometimes enough to set the plants to
flower or shock them so they stop their
growth for 5-10 days while they adjust to
the new light regime.
30
VENT OR COOL?
Sto progettando di creare una stanza con otto fonti a sodio ad alta
pressione (HPS). Pensavo di coltivare 20 piante a rotazione, in modo
che possa raccogliere una pianta ogni tre giorni. Se uso fonti raffreddate ad aria, con ventole che aspirano l’aria, sarà sufficiente per
rinfrescare l’area di coltura? Immetterò aria dall’esterno.
Willy
Le fonti daranno un totale di 500-1000 BTU ciascuna, a seconda
delle caratteristiche del riflettore. Non penso che dovresti utilizzare l’aerazione per regolare la temperatura della tua coltivazione,
perché la temperatura in outdoor varia troppo. È calda d’estate e
fredda d’inverno. Quando l’aria esterna è calda, ci vuole molta ventilazione per rinfrescare lo spazio. Quando sale oltre i 27°C, non farà
granché per rinfrescare la stanza. In inverno l’aria è molto fredda e
dovrebbe essere miscelata con aria più calda prima di entrare nello
spazio di coltura.
Anziché ventilare la stanza, una soluzione migliore è quella di controllare la temperatura della stanza utilizzando un condizionatore
d’aria per rinfrescare e un generatore di CO2 controllato via termostato per l’aria calda. Quando fuori fa caldo e non c’è bisogno di riscaldare, utilizza un serbatoio di CO2 per immettere CO2 nello spazio.
DISTANZA LUCI CFL
Ho una piccola coltivazione di marijuana da 60 x 60cm, che sto illuminando con fonti fluorescenti (CFL) compatte da 300 e 150 watt.
Sta funzionando molto bene.
A che distanza devo posizionare le luci dalle piante? Sono pianticelle, di circa 2 settimane di vita e le metterò fuori non appena il
tempo lo consente.
Kimberly S
Le CFL devono essere posizionate a una distanza sufficiente dalle
piante, in modo che la luce si diffonda e illumini la coltivazione in maniera il più omogenea possibile e che tutte le piante
siano illuminate correttamente. Per ottenere risultati migliori,
andrebbe usato un riflettore a campana o riflettori fatti con
fogli d’alluminio resistenti. Questo contribuisce a dirigere la luce
verso la coltivazione, piuttosto che verso il soffitto o le pareti. Il
perimetro della coltivazione deve essere dipinto di bianco o ricoperto con materiale altamente riflettente.
Le fonti hanno un input di 450 watt, che contribuisce ad accelerare
la crescita. Si può tenere il fondo delle fonti a 30 cm dalla punta
del canopo della pianta e ottenere una crescita straordinaria.
Assicuratevi di rifornire costantemente la coltivazione di anidride
carbonica (CO2) durante la fase d’illuminazione aerando lo spazio
con un ventilatore che funziona soffiando molta aria fresca. Se la
coltivazione dovesse essere più permanente, direi che dovresti usare
un sistema a CO2 mediante un serbatoio regolato con un misuratore
di ppm (parti per milione).
CFL a scodella: “In una piccola coltura, dei riflettori a scodella di CFL aiutano a puntare la luce verso la coltivazione, piuttosto che verso il soffitto o le pareti. Sono disponibili nella maggior parte dei negozi di ferramenta”
IONI NEGATIVI E POTENZA
Se le mie piante sono esposte direttamente alla produzione di un Generatore di Ioni Negativi, la
potenza del prodotto finito sarà invariata?
Myja Music
Sì e no. La quantità di THC che contengono le ghiandole (tricomi) rimane la stesa quando gli ioni
negativi entrano in contatto con le cime. I terpeni seguono un percorso diverso. Ha dei punti che
evaporano velocemente dai 21°C in su. Gli ioni negativi si attaccano queste molecole, neutralizzando l’odore e precipitandoli in modo che escano dall’aria. Si attaccano anche ai terpeni che hanno
lasciato la ghiandola o che si trovano nelle ghiandole rotte e in contatto con l’aria. Se si entra in
una stanza di fioritura da cui è stato eliminato l’odore con un generatore di ioni negativi ad alta
potenza, si prova un’esperienza fantastica, perché anche da vicino, non si sente proprio nulla. È
solo schiacciando una cima che i terpeni vengono rilasciati e si sente l’odore.
I generatori di ioni negativi caricano le molecole di ossigeno con un elettrone aggiuntivo poco
attaccato, pronto a saltare sulle molecole con carica positiva che oscillano nell’aria. I terpeni hanno
carica positiva e sono neutralizzati quando avviene il trasferimento, il che porta all’eliminazione
dell’odore.
Un generatore di ioni negativi è un buon dispositivo da utilizzare nella stanza di coltura in fase
vegetativa. I generatori attaccano i terpeni, quindi non consiglio di utilizzarli nella stanza di fioritura durante le ultime settimane. Tuttavia, li utilizzerei negli spazi circostanti, dove cercano e distruggono le molecole odorifere.
Gli ioni negativi migliorano lo stato d’animo, il grado di attenzione e l’apprendimento/la memoria
negli esseri umani e possono anche migliorare la crescita della pianta, quindi è sicuro utilizzarli a
casa e nelle aree di lavoro.
I generatori di ozono creano ozono (O3) dall’ossigeno (O). Essendo un gas, gli atomi di ossigeno si
legano in coppie piuttosto stabili, descritte come O2. I generatori creano una molecola di O3 instabile, costituita da tre atomi di O e con carica negativa. Quando una di queste molecole entra in
contatto con una molecola con carica positiva, uno degli atomi di O salta dalla molecola all’altra
molecola e neutralizza ed elimina l’odore. L’O3 ha gli stessi effetti degli ioni negativi, perché cerca e
distrugge le molecole odorifere che sono a contatto con l’aria.
Si ritiene che l’ozono non crei un ambiente sano, quindi va utilizzato solo in spazi in cui le persone
non lavorano o non vivono.
I filtri di carbonio eliminano l’odore solo nell’aria che passa attraverso il filtro, non i terpeni attaccati alla pianta. Sono un modo eccellente per togliere odore alla coltivazione, senza influenzare
l’odore della pianta.
HEY TU!
IMMAGINE
Contraffatta
COSA CAZZO STAI FACENDO
SCORFANO? MI STAI
RUBANDO L’IMMAGINE.
IDENTITA’ NASCOSTA PER
MOTIVI LEGALI…
ACCETTATE SOLO L’ORIGINALE.
31
COLTIVAZIONE IN CONTENITORI OUTDOOR
Sto piantando per creare una coltivazione outdoor in contenitori da 20 e 25
litri. Per proteggere la coltivazione, ho comprato un carrello serra mobile, in
modo da poter muovere le piante all’interno del garage, se necessario. Il carrello ha quattro ruote, ripiani regolabili e un rivestimento in plastica chiara.
Vivo nell’entroterra della California meridionale fra Los Angeles e San Diego.
D’estate fa molto caldo, fra i 35 e i 44°C. Le piante riescono a gestire l’intenso
sole o devo utilizzare un filtro per il sole nel patio? Hai altri suggerimenti?
Richard D.
Non è il sole intenso ad influenzare negativamente le piante. Sono contente
sotto la luce del sole. È il caldo intenso a stressarle. Bloccano infatti la fotosintesi a 35°C. Durante la maggior parte del giorno, traspirano solamente, per
rinfrescarsi, ma non avviene fotosintesi.
La soluzione al problema è quella di non riparare le piante per rinfrescarle, ma di
usare dei micro-nebulizzatori. I micro-nebulizzatori e i ventilatori per la nebulizzazione rinfrescano l’aria di 5-10°C spezzettando l’acqua in particelle da 5 mm che
evaporano rapidamente, rinfrescando l’aria nell’area circostante. Utilizzano molta
poca acqua ed energia per creare un’area outdoor fresca.
Con la luce intensa e un ambiente fresco, le piante cresceranno molto rapidamente e con vigore. Le piante avranno bisogno di molta acqua, non solo per la
fotosintesi, ma anche per stabilizzare la temperatura. Assicurati che le piante
abbiano sempre molta acqua, ma utilizza terreno poroso a sufficienza per fornire
abbastanza aria alle radici. Per questo motivo, somministra una soluzione acquanutrienti. Se la soluzione è forte, le radici assorbiranno troppi nutrienti e si potrà
verificare eccessiva fertilizzazione.
Dato che puoi muovere facilmente le piante, puoi forzarle a fiorire una volta che
diventano abbastanza grandi. Portale dentro e fuori dal garage ogni giorno,
assicurandoti che ricevano 11-12 ore di buio al giorno nello stesso momento della
giornata. Un’altra soluzione, se quella proposta non è pratica, è quella di coprirle
con plastica nera utilizzando un telaio. Fioriranno e matureranno in estate, quando la luce i raggi UV-B sono più forti e le cime saranno estremamente vigorose.
Se le cime vengono raccolte all’inizio della stagione, le piante possono essere fatte
rifiorire. Tienile in outdoor, in modo tale che ricevano più luce e interrompi il ciclo
di buio (notte) esponendo le piante alla luce per alcuni secondi o più. Questo le
riporta in fase vegetativa. Nel giro di alcune settimane, le piante cominceranno a
far crescere nuovamente le foglie. Una volta che sono di nuovo in fase vegetativa,
possono essere fatte rifiorire o ricominceranno a fiorire di nuovo, naturalmente, al
passaggio fra l’estate e l’autunno e quando le notti durano di più.
COLTIVAZIONE INDOOR-OUTDOOR
Dove vivo, ho sole tutto l’anno e gli inverni sono davvero miti. La temperatura
minima è di 15°C.
NON GLI PIACE FUMARE O MANGIARE CANNABIS
Sono un paziente, ma non mi piace né fumare, né mangiare la cannabis. Esistono
altre opzioni per la medicazione? Mi diresti le differenze fra tinture, oli e concentrati?
Rod
Ci sono varie alternative per chi non vuole fumare o mangiare la marijuana.
I vaporizzatori scaldano la marijuana al punto in cui il THC e altri composti psicoattivi
evaporano e vengono poi inalati. Dato che non c’è combustione, non c’è fumo, solo
aria con l’essenza della cima.
Le capsule di marijuana vengono fatte con della marijuana immersa nell’olio di
cottura. Piuttosto che mangiarla nel cibo, puoi inghiottire una capsula e ottenere lo
stesso risultato.
Di solito le tinture utilizzano etanolo o alcol, oppure glicerina, come solvente. La
marijuana viene immersa nel liquido per vari giorni. Il THC e altri composti psicoattivi si sciolgono nell’alcol. Le cime vengono eliminate. La tintura generalmente viene
assunta in sublinguale (sotto la lingua). Questo ha vari vantaggi con il mangiare e il
bere. Prima di tutto, entra in circolazione nel flusso sanguigno molto rapidamente,
attraverso le membrane mucose della bocca, rispetto a dover fare il lungo percorso
nell’apparato digerente, penetrando lentamente nel flusso sanguigno. Secondo, più
sostanze attive entrano nel flusso sanguigno attraverso la membrana mucosa rispetto a quanto non accada attraverso l’apparato digerente, quindi ci vuole meno ad
avere un effetto con la somministrazione sublinguale.
L’olio di marijuana è un concentrato che generalmente si ottiene sciogliendo THC in un
solvente come l’etere di petrolio che bolle a una temperatura relativamente bassa. Dato
il basso punto di bollitura del solvente, non è presente nel prodotto finito. La maggior
parte dei solventi che vengono utilizzati sono molto selettivi, quindi l’olio di solito è
piuttosto concentrato. Varia da un liquido quasi trasparente a un liquido denso scuso e
appiccicoso. Queste differenze derivano dal materiale iniziale, dal solvente utilizzato e
dalla tecnica del produttore.
Concentrati: ci sono molti metodi per concentrare i principi attivi della marijuana. Il più
semplice è quello di utilizzare un setaccio per concentrare le ghiandole strofinandole sulla
superficie di piombo. Si possono utilizzare setacci di nylon o metallici per questo, ma il
nylon diventa fragile e in questo modo le sue fibre riescono a penetrare il concentrato. I
setacci di acciaio inossidabile sono quelli che durano ad oltranza.
Il “Pollinator” meccanizza il tutto utilizzando una cornice a tamburo ricoperta da un
setaccio. È all’interno di un contenitore e crea sufficiente attrito per rimuovere le ghiandole, che cadono sul fondo del contenitore.
Il “kief” che si ottiene setacciando, può essere utilizzato per fare capsule, nei vaporizzatori
o per fare le tinture, ma può essere anche fumato o mangiato. Quando il kief viene riscaldato e pressato, si condensa diventando solido, con la consistenza di un ammasso di toffee o di sabbia compatta. Dipende dal tipo di marijuana da cui viene preso il kief. Di solito
l’hashish viene fumato o vaporizzato. Tuttavia negli anni 1840, il Club des Hashischins
teneva delle “séances” (sedute) in cui i membri mangiavano hashish per indurre esperienze di viaggio. Gli incontri si tenevano in un hotel di Parigi. Vari autori conosciuti vi
prendevano parte.
Se faccio germinare indoor e coltivo le piante vegetativamente fino a 75 cm
sotto fonti HPS e metto le pianete all’esterno nel periodo “invernale”, il breve
periodo di luce indurrà la fioritura? Se ricevono la luce del sole, finiranno in
6-8 settimane, come in indoor?
L’hashish da acqua viene prodotto “lavando” la marijuana in acqua e ghiaccio. Le ghiandole si rompono e vengono filtrate attraverso una serie di sacchetti con setacci di varie
dimensioni. A volte questi sacchetti vengono utilizzati per filtrare ghiandole di dimensioni
diverse, che alcuni pensano abbiano proprietà psicoattive. Lavare le ghiandole crea un
prodotto molto pulito, senza impurità. Può essere utilizzato nello stesso modo del kief.
Le piante possono essere trapiantate nel terreno quando vengono messe
outdoor?
J. Thang
Dato che non ti piace mangiare o fumare la marijuana, fossi in te userei le tinture
sublinguali, così puoi regolarti con piccole dosi. Tuttavia, ci saranno comunque degli
effetti fisiologici.
Sì. Puoi iniziare in indoor, facendo crescere le piante a sufficienza e trapiantandole poi all’esterno. Le piante cominceranno a fiorire quando ricevono un minimo
di 11 ore di buio ininterrotto ogni sera.
Trapiantandole nel terreno, le radici avranno la possibilità di ricevere acqua e
nutrienti dalle nuove fonti.
In realtà si può farle crescere da semi outdoor. Interrompi il ciclo di buio a metà
ogni sera, puntando una luce fluorescente bianca calda su tutta la pianta. Anche
una luce notturna chiara può funzionare. Le piante devono ricevere luce per
alcuni secondi. Questo previene la fioritura delle piante, che rimarranno in stato
vegetativo. Quando vuoi che le piante fioriscano, smetti di puntare la luce.
Qualunque area calda e soleggiata in inverno può essere utilizzata per la fioritura
delle colture in inverno. Nelle aree soleggiate ma più fresche, si può usare una
serra per tenere le piante al caldo, mentre il sole fornisce la luce.
Errata corrige
A causa di un refuso sul catalogo dei ceppi Soft
Secrets 2011, una fotografia figura due volte. Si
tratta dell’immagine della Black Jack Autofiorente
di Sweet Seeds, che si ritrova nell’articolo sulla
Black Jack Autofiorente, ma anche nell’articolo
sulla Kritikal Bilbo di Genehtik Seeds.La fotografia della Kritikal Bilbo, di Genehtik Seeds, è
riportata in questa correzione.
33
Interview
Alla guerra come alla guerra
Quattro chiacchiere con Giancarlo di ASCIA
E’ giunta l’ora: à la guerre comme à la guerre. Guerra, guerra, guerra. Il nostro paese
combatte in territori stranieri guerre che
definisce più o meno umanitarie, conflitti
più o meno dimenticati per motivi più o
meno evidenti. Ma guardando esclusivamente all’esterno dell’involucro italiano,
si rischia di dimenticare un particolare
molto importante. Dentro i propri confini
infatti, all’interno del territorio nazionale,
lo Stato è inequivocabilmente in guerra.
E alla guerra come alla guerra. Guerra alla
droga, la chiamano loro, indistintamente.
In crociata contro gli infedeli, tutti.
Guerra ai consumatori la chiamiamo
noi, distinguendo il tranello di chi scova
nella guerra alla droga la via più veloce
terrorista che attenta alla salute pubblica.
Una legge che rende impossibile anche
produrre in proprio per fini terapeutici.
Una vergogna che solo lo stato catatonico
della dirigenza politica può permettere
di non revisionare. Le priorità sono altre.
E ormai da 5 anni a questa parte. Cinque
anni di omissione di responsabilità, da
parte dei politici e omissione di soccorso,
nei confronti dei cittadini. In trincea tanta
gente comune che non accetta di essere
etichettata come criminale.
Ecco le parole di Giancarlo. Fatevi un’idea.
Di sicuro nessuno al di fuori dei diretti
interessati ha la possibilità di invertire
la direzione presa dagli apparati legislativi, giudiziari e polizieschi, quindi à la
Associazione Radicali Antiproibizionisti)
abbiano aderito all’Assemblea Nazionale
di Bologna, quindi il primo scopo, quello
di far sedere intorno a un tavolo le varie
componenti antipro, è riuscito.
L’obiettivo finale è creare un movimento
di opinione in grado di avere la forza per
la richiesta della fine della persecuzione
contro una criminalità inesistente.
Perché è importante la battaglia antiproibizionista?
In primo luogo è importante perché è una
battaglia per le libertà individuali e per la
dignità di chi viene ingiustamente accusato di essere un criminale o un tossicodipendente, ma è altrettanto importante
Con la legalizzazione della coltivazione domestica si darebbe un bel
colpo ai profitti della malavita organizzata
per negare ogni ipotesi di dialogo con
chi invece conosce in prima persona le
sostanze criminalizzate e vorrebbe poter
proporre una visione alternativa a quella
bellica e paternalista. Una visione, quella
statale, che da un parte criminalizza il cittadino e le sue abitudini e dall’altra lascia
il mercato nero a se stesso, per la gioia
del narcotraffico.
Proprio per questi motivi i primi di aprile nasce a Bologna ASCIA: Associazione
per la Sensibilizzazione sulla Canapa
Autoprodotta in Italia. Di seguito l’intervista a Giancarlo uno degli artefici di questo
esempio di opinione pubblica attiva che
cerca la propria strada per interferire, dati
alla mano, contro gli abusi ideologici, ma
dalle conseguenze concretissime prodotte dalla legge Fini-Giovanardi. Una leggevergogna che equipara le droghe leggere
alle droghe pesanti e punisce il coltivatore
che autoproduce la propria erba (da sei
a venti anni di galera) come se fosse un
guerre comme à la guerre. Informatevi
e informate.
SSIT: Come nasce la vostra associazione?
Nel gennaio 2010 è nato il sito www.
legalizziamolacanapa.org, con lo scopo di
coalizzare le realtà antiproibizioniste online, che hanno aderito al nostro Manifesto
filosofico-politico (visionabile nel nostro
sito) e che hanno iniziato una campagna
di informazione e sensibilizzazione sulla
canapa. Dalla Coalizione, che oggi conta
15 siti con circa 60.000 utenze complessive, è nata l’ASCIA con l’obiettivo di creare
un fronte unito contro la Fini-Giovanardi
per ottenere la regolamentazione della
coltivazione domestica.
Qual’è stato lo scopo dell’incontro che
si è tenuto il 3 aprile a Bologna?
Forse il fatto più significativo è che tre
Associazioni tra le più autorevoli (PIC,
Pazienti Impazienti per la Cannabis –
ALC, Associazione Luca Coscioni – ARA,
perché con la legalizzazione della coltivazione domestica si darebbe un bel colpo
ai profitti della malavita organizzata, alle
industrie farmaceutiche e a tutte quelle
realtà industriali e cultu-
di Carlos Rafael Esposito
rali che nella legalizzazione della canapa
vedono solo un nemico da contrastare
per difendere i loro interessi. Quindi se a
prima vista può sembrare una battaglia
marginale, in realtà, oltre a liberare molte
persone dall’incubo della prigione, la
lotta per legalizzazione della coltivazione
domestica è una lotta contro lo strapotere
di interessi industriali e criminali.
Perché la legge è così severa nei confronti dei coltivatori per uso personale?
La mia opinione è che si sia scatenata
dal 2006 una vendetta politica verso i
consumatori di una sostanza da sempre
associata al pensiero libertario, creativo e
antagonista nei confronti della convenzione. Fino al ’68 i consumatori di marijuana
erano veramente pochi, ma da quell’anno
in poi il suo consumo è aumentato in
maniera esponenziale ed è stato sempre
associato alle rivendicazioni generazionali, alle tendenze intellettuali di sinistra,
alla musica rock e ai ribelli in generale
e di certo c’è che tutte queste categorie
non rientrano di sicuro tra le preferenze di
una destra che per quanto moderna è pur
sempre fascista.
34
Una vendetta politica subdola e in
grande stile, provata dalle migliaia di
arresti eseguiti assurdamente dal 2006
ad oggi e che colpisce uno stile di vita
non congeniale al Potere, arrivando a
criminalizzare addirittura chi coltiva la
canapa per fini terapeutici!
media, sui partiti politici e sulle associazioni e sindacati di categoria (Ass.
Magistrati e sindacati di polizia) per continuare a sensibilizzare la società civile
sulle nefaste conseguenze dell’applicazione della Fini-Giovanardi, con lo scopo
di rendere conoscenza comune il deva-
ia. Migliaia di persone che subiscono il
carcere e le sue illegali brutture senza
meritare una punizione che traccia su
pelle e sullo spirito un senso di frustrazione costante nei confronti di uno stato
dispotico, autoritario nel contrastare il
buonsenso, come un padre che si ostina
Tesserarsi significa unirci contro chi ci vuole dipingere come criminali,
avere la forza per difendere la nostra libertà e la nostra dignità
Come
vi
muovete
per
sensibilizzare la politica sui temi
dell’antiproibizionismo?
Abbiamo iniziato la scorsa primavera inviando a tutti i 630 parlamentari
della Camera dei Deputati, l’opuscolo “La
Canapa: una Pianta!” (che è scaricabile
dal nostro sito), ponendo così le basi per
un confronto.
Dopo di che con la nascita dell’Associazione abbiamo iniziato a prendere contatti
più mirati, che continueremo a coltivare e
pressare finché non appaia, nei programmi elettorali dei partiti ora all’opposizione, la chiara proposta per una legge che
regolamenti la coltivazione domestica.
Avete qualche riscontro che vada
oltre le frasi di circostanza da parte
dei politici?
In occasione dell’Assemblea del 3 aprile
a Bologna abbiamo ricevuto l’adesione
di Rita Bernardini che è una veterana
della lotta antiproibizionista, ma anche
di Angelo Bonelli, presidente dei Verdi
e dei responsabili delle politiche giovanili di PD, SEL e PRC, che oltre ad una
formale adesione hanno dimostrato una
grande sensibilità e l’auspicio che la FiniGiovanardi possa ritornare nel cassetto
dal quale è partita. Abbiamo iniziato solo
ora a prendere veramente il toro per le
corna e dobbiamo avere solo pazienza,
costanza e un gran numero di persone
che si iscriva all’Associazione, per dimostrare che è veramente inaccettabile finire
in galera per poche piante auto-coltivate.
Come procede il tesseramento?
Stiamo ricevendo decine di richieste di
tesseramento e questo è molto confortante per gli obiettivi che ci siamo preposti.
L’Ascia continuerà a far pressione sui
stante risultato di migliaia di arresti ai
danni di pacifici cittadini. Ma tutto questo sarà possibile solo se dietro questo
lavoro ci sarà un numero sempre crescente di persone che hanno il coraggio
di rivendicare il rispetto per la propria
persona. Tesserarsi significa: unirci contro
chi ci vuole dipingere come criminali,
avere la forza per difendere la nostra
libertà e la nostra dignità, organizzarci
per far sentire la voce dell’indignazione, sostenerci nelle inevitabili spese di
gestione e di promozione dell’associazione, darci la possibilità di avere un
notevole riscontro mediatico e credibilità
politica. Ringraziamo tutti gli associati e i
simpatizzanti che si vorranno attivare per
far crescere l’ASCIA e per sconfiggere la
politica repressiva del governo.
Come ci si tessera?
Abbiamo inaugurato la nuova modalità
di tesseramento online, che ti consente di ricevere direttamente la tessera
per posta. La quota associativa richiesta
nella direzione che il figlio sconsiglia per
non dimostrare l’errore. Padri e figli. Due
Italie a confronto. Le storie raccolte sono
assurde, ma quotidiane: testimonianze di
famiglie attonite raccolte nel dossier Non
siamo Criminali, opuscolo che permette
di comprendere le dimensioni grottesche
a tragiche di una carcerazione potenzialmente di massa, perché è una massa
quella che si trova impotente di fronte a
questa persecuzione penale.
C’è chi ha un precedente per coltivazione
e ogni posto di blocco è buono per smontargli la macchina, chi per 200 grammi
per uso personale si è beccato 2 anni
e 14 mila euro di multa, chi ha ricevuto una perquisizione domiciliare perché
in possesso di infiorescenze legalmente
registrate e ad uso terapeutico per sclerosi multipla, chi per 30 grammi di erba
ha ricevuto la visita di carabinieri armati
di tutto punto, chi è stato arrestato per 4
piante di maria, chi si occupa di sviluppo
di genetiche e in altri paesi è uno scien-
dere la patente, chi fermato in bicicletta
con tre grammi d’erba è stato rinnegato
dai genitori, chi dopo aver bruciato un
rosso è incorso nell’iter della guida sotto
effetto di sostanze (una volta ti facevano
solo una multa salata e sei punti della
patente), mentre adesso migliaia di euro
di multa, sospensione della patente e
rischio di confisca del veicolo, chi addirittura è agli arresti domiciliari per aver
regalato a un barbone meno di un grammo di fumo. Concludo la lista con la storia
di un ragazzo di 15 anni costretto a fare
le flessioni in questura, via le mutande e
dai con i piegamenti, solo perché i carabinieri si erano intestarditi. Morale? Trovato
nulla, ma segnalato in quanto sospetto di
spaccio al Tribunale dei Minori. Sospetto
di spaccio. Sospetto di spaccio ripeto.
Troppe volte in questo paese ci si rammarica della situazione politica senza
domandarsi quanto essa dipenda
dall’indifferenza diffusa nei suoi confronti e quanto parallelamente la non
partecipazione alla vita democratica
precluda alcune istanze dal giungere a
buon diritto sul piedistallo dell’opinione
pubblica nazionale.
L’indifferenza con la quale sempre
più spesso l’italiano medio guarda il
Parlamento in primis e le istituzioni della
Repubblica in generale, sviluppa un vuoto
che in una democrazia sana si dovrebbe
colmare nel più rapido tempo possibile,
un vuoto che separa chi legifera da chi
si suppone debba seguire le leggi e chi
Troppe volte in questo paese ci si rammarica della situazione politica
senza domandarsi quanto essa dipenda dall’indifferenza diffusa
per l’iscrizione all’ASCIA è di 10,00 Euro
(a cui vanno aggiunti 1,00 Euro per le
commissioni postali o bancarie). Tutte le
informazioni comunque sono sul nostro
sito internet.
Ecco le parole di Giancarlo. Ci si potrebbe
domandare ma perché si parla di guerra?
Perché di guerra si tratta. ASCIA ha prodotto a sostegno di tale interpretazione
un vero e proprio bollettino dove cita
gli arresti eseguiti nel 2010 per colpa
della legge Fini- Giovanardi. Sono miglia-
ziato mentre in Italia un criminale, chi per
una canna è stato obbligato a firmare per
un anno. E poi ancora, chi per disintossicarsi dall’eroina ha trovato la cannabis,
salvo esser poi costretto a usare solo il
metadone, chi (incensurato e consigliato
dall’avvocato) patteggia 1 anno e 8 mesi
per 4 piantine d’erba, oppure per 0,1 un
grammo trovato con il microscopio in
macchina e una piantina in casa si becca
1 anno di patente sospesa e 4 mesi di
servizi sociali. C’è poi anche chi ogni volta
si mette in macchina ha paura di per-
governa da chi deve seguire le regole. In
poche parole se non sono i cittadini stessi
a farsi portavoce delle proprie necessità
non sarà certo la classe politica a promuovere un dibattito che colpevolmente non
comprende, e sistematicamente ignora,
a causa di questa distanza esistente tra
problemi reali e risposte politiche.
ASCIA è nata con lo scopo di portare
avanti la regolamentazione della coltivazione domestica e la depenalizzazione
dell’uso di cannabis, se siete d’accordo
sostenetela e tesseratevi. Respect.
35
I diamanti sono i migliori amici del coltivatore
Jorge’s Diamonds #1
Testo e immagini: Green Born Identity - G.B.I
Se un autore di testi sulla coltivazione di
cannabis, di successo, noto a livello mondiale, scommette la sua reputazione su
un nuovo ceppo di cannabis, la qualità
dei risultati è particolarmente interessante.
Dopo tutto il nome rappresenta un prodotto di elevata qualità. Jorge’s Diamonds #1
si sarebbe realmente dimostrata un tesoro
di diamanti?
La Jorge’s Diamonds #1 è il risultato di un
progetto sui ceppi congiunto di Dutch
Passion e Jorge Cervantes, autore di molti
libri conosciuti sulla coltivazione della cannabis e di numerosi articoli apparsi su svariate riviste sulla cannabis di tutto il mondo.
Ho chiesto a Jorge come è nata la collaborazione con Dutch Passion: “Conosco
Henk personalmente da oltre 10 anni e la
nostra amicizia si è rafforzata con il tempo.
Lo vedo in molte fiere della cannabis. DP è
il maggior rivenditore di semi in Europa e
ha una reputazione notevole. I ceppi di DP
sono fra i più forti e mettono molto impegno nella produzione di semi. Un giorno
abbiamo parlato e abbiamo cominciato
a discutere di un ceppo che riportasse il
nome di Jorge. Abbiamo pensato entrambi che fosse una buona idea. DP manda
migliaia e migliaia di cataloghi ogni anno.
Volevo vendere più libri in Europa e ho
deciso che sarebbe stata una buona idea
che il mio nome comparisse su uno dei
loro semi. È pubblicità gratuita per i miei
libri!”. Quando gli è stato chiesto che ruolo
avesse Jorge nello sviluppo della Jorge’s
Diamonds #1, ha detto: “Sono stato il degustatore e il selezionatore di ceppi più semplice che ci potesse essere. Mi sono state
presentate varie selezioni di DP. Ho scelto
quella che mi piaceva di più. Ho seguito il
mio istinto e ho scelto una fragranza e un
aroma dolci, delicata da fumare e con un
effetto potente e duraturo. Ho anche considerato il fatto che questa pianta è facile da
coltivare e molto flessibile, quindi è adatta
a ogni tipo di coltivatore.”
La genetica del ceppo è stata selezionata
dal “Gruppo di Ricerca Genetica” di Dutch
Passion, che opera da ormai 25 anni. La
società di semi lo descrive come un “ceppo
unico a predominanza indica, ricoperto
di resina, che è potente, dolce, saporito e
incredibilmente delicato da fumare”. Per
quanto riguarda il pedigree della Jorge’s
Diamonds #1, Dutch Passion dichiara:
“rari geni a predominanza indica miscelati
con la giusta quantità di sativa per dare
un effetto forte e duraturo”. Per quanto
riguarda l’aroma, Dutch Passion promette
molto: “La fragranza e l’aroma eccezionali
sono fruttati e dolci. Il gusto insaziabile
è dolce e simile al miele selvatico con
accento di lampone”. A parte ciò, secondo
Dutch Passion, la Jorge’s Diamonds #1 non
dovrebbe richiedere manutenzione e cure,
dato che sembra che gli acari e gli altri
insetti infestanti la lascino in pace. Dutch
Passion fornisce inoltre indicazioni precise
a chi ne fa uso officinale: alla cromatografia
a strato sottile, la percentuale rilevata di
THC della Jorge’s Diamonds #1 è compresa
fra il 16 e il 18%, mentre il ceppo ha una
concentrazione elevata di THCV, CBD e
CBN. La fioritura dura 8-9 settimane in
indoor, con una resa che varia dai 200 ai
500 g/m2. Tuttavia, grazie a un periodo
di maturazione piuttosto precoce a metà
ottobre, sotto la luce naturale, la Jorge’s
Diamonds #1 può anche essere coltivata
in outdoor, quindi si può dire che sia anche
un ceppo molto versatile.
Quando il ceppo è stato lanciato sul mercato dei semi nel 2008 – esclusivamente sotto
forma di semi femminizzati – ha avuto
molto successo, suscitando la curiosità di
molti coltivatori di tutto il mondo. Uno di
questi era “The Doc”, un coltivatore tedesco
con esperienza che si era procurato questo nome per il fatto che sapesse sempre
esattamente di cosa avesse bisogno una
pianta, risolvendo così ogni tipo di problema di coltivazione grazie al suo pollice
verde e spingendo le piante a raggiungere
le massime prestazioni possibili. The Doc
ha messo nella terra una confezione intera
(10 semi) di semi femminizzati di Jorge’s
Diamonds #1. Un paio di giorni più tardi,
si è reso conto con soddisfazione, che tutti
i semi erano germinati. Sono cresciuti poi
in vasi da un litro (pieni di terra adatta) per
due settimane, in un’area da 0,25 m2, sotto
due fonti CFL da 125 W (6400 K). Sono
cresciute molto bene, mostrando una crescita molto compatta e diventando verdi
e lussureggianti, in perfetto stile indica.
È stato incredibile notare quanto le dieci
pianticelle fossero omogenee: sembravano
quasi cloni. The Doc ha poi trapiantato le
pianticelle in vasi da 6,5 litri contenenti
terra Plagron Standard Mix più un 5% di
hydro per migliorare ulteriormente l’aerazione del terreno. È giunto poi il momento
di somministrare molta luce alle piante di
Jorge’s Diamonds #1. The Doc ha sostituito
le due fonti CFL con Osram Planta Star
(HPS): due fonti da 600 W e una da 400 W.
Ha poi spostato le piante in un’area di coltivazione da 2,5 m2. Hanno trascorso altre
due settimane in fase vegetativa con 18 ore
di luce al giorno. La potente illuminazione e
il clima perfetto nell’area di coltura (perfettamente attrezzata, fra le altre cose, anche
con un dispositivo di controllo automatico
SPC della temperatura) hanno portato a
una crescita molto rapida, sempre estremamente uniforme e compatta e le piante
di Jorge’s Diamonds #1 avevano internodi
molto corti, 10-12 per pianta, a un’altezza
di soli 40-50 centimetri! Avevano anche
molta ramificazione e questo comportava
la presenza di rami laterali molto forti.
Dopo quattro settimane, The Doc ha indotto la fioritura cambiando il fotoperiodo da
18/6 a 12/12. Una settimana dopo, tutte le
piante hanno rivelato il loro genere: femmine. The Doc ha tolto alcune foglie nella
parte inferiore, dato che erano diventate
così grandi da mettere in ombra comple-
ta i rami laterali. Nel corso della fioritura,
sono emerse differenze notevoli a livello
di modello di crescita. La maggior parte
delle piante ha cominciato a estendersi
immediatamente. Sei delle piante sono
cresciute in maniera omogenea, guadagnando rapidamente altezza. Dopo due
settimane in fioritura, mi erano già arrivate
all’altezza del petto. Un’altra pianta stava
diventando ancora più alta, il che mi ricordava tanto una pianta sativa. Le altre due
piante sono rimaste piccole e più tozze,
mostrando chiaramente i geni a predominanza indica, diventando molto compatte
nella fase di fioritura. Dopo la terza settimana di fioritura, numerosi “fiorellini” erano
emersi sulla punta dei rami e si stavano per
sviluppare molte ghiandole di resina, mentre la fioritura era ormai a pieno regime.
The Doc ha nutrito molto bene le piante.
Il fogliame erano ancora completamente
sano e verde, senza fenomeni d’ingiallimento. Dopo quattro settimane di fioritura,
la maggior parte delle piante mi era arrivata all’altezza delle spalle. Le cime sono
cresciute sempre più, diventando incredibilmente dense e spesse. Anche a livello di
foglie, si erano formate molte ghiandole di
resina nel frattempo e la Jorge’s Diamonds
#1 si è dimostrata essere un ceppo estremamente resinoso. Le enormi piante consumavano molta acqua, da uno a due litri
al giorno. Sulla maggior parte delle piante,
la struttura di fioritura era a predominanza
sativa, le cime erano lunghe e lanceolate
con un rapporto elevato calice-foglia, ma
molto più dense e spesse rispetto a quelle classiche di sativa, grazie all’influenza
indica. Senza ombra di dubbio, sono state
“campionesse pesi massimi di cime”. Fra
la settima e l’ottava settimana di fioritura,
molte cime sono diventate così pesanti
da dover essere sostenute, così The Doc
ha messo dei supporti. Le piante di Jorge’s
Diamonds #1 sono diventate molto grandi,
ricoperte di cime bianco neve composte
da piccoli calici in grandi quantità, uniti
uno all’altro. C’era da aspettarsi un raccolto
incredibile: The Doc aveva ormai preso la
febbre dei diamanti verdi!
Fra le otto piante alte di Jorge’s Diamonds
#1, c’era un esemplare che The Doc ha
chiamato il “fenotipo di haze”. Senza dubbio si trattava della pianta più alta, che
ha prodotto cime argentee molto lunghe,
quasi senza foglie, con calici particolarmente piccoli. Aveva inoltre una fragranza
di pianta Haze. Questo ha porto The Doc a
credere che la Haze fosse una delle componenti genetiche della Jorge’s Diamonds
#1. Ha capito che queste piante di Jorge’s
Diamonds #1 dovevano essere raccolte in
due fasi: la parte principale della pianta
e la parte finale di tutti i rami sono state
raccolte dopo circa otto settimane di fioritura, mentre le cime rimanenti ci hanno
messo un’altra settimana o due per maturare completamente.
Dopo che tutte le cime si sono essiccate,
The Doc le ha messe sulla bilancia ed è
rimasto sorpreso dei risultati: la resa è stata
di 90 grammi per pianta in media, con una
punta di 110 grammi prodotta da una delle
piante. Inoltre, ha ottenuto moltissimo
fogliame resinoso per il suo Ice-O-Lator.
La maggior parte delle cime aveva un gusto
e una fragranza molto dolci, di miele e alcune di loro avevano anche dei tocchi fruttati
nell’aroma. L’effetto è stato forte come ci
si aspettava, ma anche complesso, con
un effetto cerebrale duraturo tipico della
sativa, unito a un leggero grado di stordimento. Non è stata certo una sorpresa che
la pianta con fenotipo Haze provocasse
un effetto tipico della Haze senza alcuna
influenza indica, mentre le due piante con
fenotipo di indica hanno provocato un
effetto molto più tipico dell’indica.
Una delle dieci pianta aveva prodotto
pochissimi fiori maschi dopo sei settimane di fioritura alla base delle due cime,
ma The Doc è riuscito a scoprirli in breve
tempo e a liberarsene. Da quel momento
in poi, questa pianta ha prodotto solo fiori
femmina. Altre due piante hanno mostrato
due “banane” sulla cima principale alla fine
della fioritura, ma non erano fertili, non in
grado di contenere polline.
Nel complesso The doc è rimasto molto
soddisfatto della Jorge’s Diamonds #1: la
sua stanza del tesoro si è riempita di quasi
un chilo di diamanti verdi pregiati, con una
potenza e un aroma che avrebbero fatto
la gioia degli intenditori. Ha pensato che
per questo ceppo si dovesse senza dubbio
onorare Jorge Cervantes ed è giunto alla
conclusione che questo tipo di diamanti
sono davvero i migliori amici del coltivatore. I semi femminizzati di Jorge’s Diamonds
#1 sono disponibili in confezioni da cinque
o dieci.
Green Born Identity - G.B.I
Dati di coltivazione:
Ceppo
Jorge’s Diamonds #1 (A predominanza Indica)
Fase vegetativa
Qui: 4 settimane
Fase di fioritura
Qui: 8-10 settimane, 8-9 settimane in generale
SubstratoPlagron Standard Mix, vasi da 6,5 litri
pH
6-6.5
EC
Fase vegetativa: 1.2-1.6 mS
Fase di fioritura: 1.6-2.0 mS
LucePrima metà della fase vegetativa: 2 x CFL (6400 K) da 125 W
Seconda metà della fase vegetativa e fase di fioritura:
2 x 600 W e 1 x 400 W Osram Planta Star
Temperatura
Fase vegetativa: 22-24°C
Fase di fioritura: 24-28°C
Umidità dell’aria
Fase vegetativa: 40-60%
Fase di fioritura: 50%
IrrigazioneA mano
Fertilizzanti
HeSi Blühkomplex, HeSi Phosphor Plus
AdditiviNitrozyme, HeSi Boost Complex
Altezza
160-180 cm, due piante erano notevolmente più basse.
Resa
90 grammi per pianta in media
36
Book review
Erba alla siciliana
Storie di quotidiano proibizionismo
Domenica 3 aprile si sono ritrovati a
Bologna dei segmenti importanti della
galassia antiproibizionista del nostro
paese, con l’obiettivo di costituire un
modello di uscita efficace dalle politiche
repressive. Nel corso della giornata i promotori di Ascia hanno dimostrato con
modalità garbate e determinate la loro
missione di legalizzare la coltivazione
domestica della canapa, per superare
definitivamente la guerra ad una pianta
che rappresenta un bene comune e una
risorsa. Anche di fronte alla repressione
che vede circa mille coltivatori arrestati
ogni anno, è di centrale importanza la
questione della legittimità e legalità della
Nicosia estende l’area della coscienza dal
carcere ad una più vasta area di lettori e
fonda una critica costruttiva contrapposta alla realtà devastante delle politiche
vigenti. La sua è una storia capace anche
di far riflettere su una legge ingiusta.
Dimostrando ancora una volta come la
guerra contro le piante e l’umanità che
si sviluppa nella sua Sicilia, sia da sempre
benedetta dagli Al Capone e Provenzano
di turno.
A differenza di Aldo Bianzino, che per
alcune piante di canapa ha dovuto passare il fiume Lete, Giuseppe è stato
relativamente fortunato. E’ ancora vivo,
di Enrico Fletzer
to un inutile dispendio di energie, di
tempo e di risorse alle forze dell’ordine,
un eccessivo ingolfamento dei tribunali
e molte assurde ed ingiuste detenzioni.
In tutti noi batte un cuore nero e un
cuore bianco. Il libro di Nicosia dovrebbe
diventare un must per ogni operatore
del diritto che non voglia trasformarsi
in un complice dell’ingiustizia: “Questa
legge ci rende criminali pur non essendolo, come è avvenuto da sempre nella
Storia ai danni di numerose minoranze
non solo etniche o religiose, ma anche
culturali e pensiamo che in uno stato di
diritto, protetto da una Costituzione illu-
Leone Bianco Leone Nero descrive approfonditamente le connessioni
tra il business criminale e il proibizionismo
produzione personale: un argomento
molto caldo, considerando l’altalenarsi
di sentenze assolutorie o di condanna ai
coltivatori. Su questo aspetto l’avvocato
Carlo Maria Zaina ha fatto intravedere
la possibilità di costituire dei passaggi
verso l’autoproduzione controllata riecheggiando le esperienze dei Cannabis
Social Club e la costituzione di analoghe
strutture nel nostro paese. Ascia è riuscita a costituire una prima parte di questo
percorso anche perché alcuni dei suoi
fondatori hanno pagato sulla loro pelle la
follia proibizionista. Socializzando le proprie esperienze individuali, questi hanno
trasformato le storie individuali in un
potenziale collettivo la cui forza sta in un
mix di genuinità e di esperienze pratiche,
di cui fa parte a pieno titolo la biografia
del giovane siciliano Giuseppe Nicosia.
Con il suo emozionante Leone Bianco
Leone Nero. La legge non è uguale per
tutti, Nicosia parla del suo arresto e della
sua carcerazione per canapa passando in
rassegna i suoi 51 giorni di detenzione
al Malaspina e il meccanismo malato del
proibizionismo. Scrivendo Giuseppe ha
evocato un demone buono e contagioso che andrebbe moltiplicato. Giuseppe
rappresenta un esempio e un incoraggiamento per molti. Un testo che anche
il suo giudice dovrebbe leggere.
Il libro penetra nell’atmosfera del
Malaspina ma dimostra anche di come
la lettura e la scrittura possano diventare
dei grandi strumenti di reazione. La storia
di questo giovane siciliano, arrestato per
qualche pianta di canapa, rappresenta
un idealtipo rispetto alle mille persone
che ogni anno incappano nella repressione. Ma a differenza di altri, Giuseppe
ha trasformato il suo dolore in un’arma e con la scrittura ha escogitato un
sistema per reagire, dimostrando come
sia possibile trasformarsi da vittima in
attore, passando al contrattacco e sfoggiando indubbie doti di comunicatore
che ha poi utilizzato in numerosi dibattiti.
anche se per qualche pianta è stato condannato come un pericoloso criminale
nonostante il suo delinquere fosse in
realtà un atto di battaglia culturale e di
pratica extra-mafiosa.
Leone Bianco Leone Nero descrive
approfonditamente le connessioni tra il
business criminale e il proibizionismo ma
tutto questo ragionamento rinchiuso tra
le sbarre va diritto al cuore e al cervello:
“A distanza di quasi tre anni dall’accaduto, i momenti in cui sono stato preso
brutalmente da casa da individui che
sono preposti a difendere la brava gente
e sbattuto in cella; quelli passati costretto
in casa senza mai uscire neppure davanti
il palazzo per far due passi; tutto questo
brucia ancora e brucia di più quando
apro il giornale e leggo che quello che è
successo a me, oggi sta accadendo a un
altro ragazzo”.
Tra le testimonianze di una vera e propria persecuzione nei confronti dei
consumatori e degli stili di vita non
poteva mancare a Bologna quella di
Giancarlo Cecconi, segretario di Ascia
e coinvolto in uno storico processo ad
una comunità maremmana che vive
secondo l’impeccabile etica tipica delle
nostre campagne e che prevede una
armonia quasi cosmica tra uomini, animali e piante. Giancarlo è stato un ottimo conduttore di questa affollata ed
interessante rimpatriata del movimento antiproibizionista italiano reduce da
tante esperienze tumultuose e piacevoli. “Chiediamo l’immediata revisione
della legge Fini-Giovanardi – ha spiegato Cecconi – contemplando la detenzione dell’uso di canapa e derivati ad uso
privato, il suo reintegro nella economia
e nella società e la legalizzazione della
coltivazione domestica”. Regolamentare
la coltivazione domestica libererebbe
decine di miglia di cittadini e famiglie
dall’incubo quotidiano di ingiustificate
perquisizioni ed eviterebbe soprattut-
minata, certe persecuzione che ci riportano con la memoria ai metodi inquisitori del Medio Evo, siano anacronistici,
pericolosi e mortificanti per tutta la collettività” Molti sostenitori del proibizionismo credono, spesso in malafede, che
queste politiche siano attuate in nome
della tutela della salute. Mentre diventa
sempre più evidente come il proibizionismo nasconda piuttosto una finalità
politica piuttosto che di tutela. Anche
perché, come ha sottolineato Nicosia,
“In Sicilia (di cannabis) se ne consuma
una mezza tonnellata al giorno”. Si tratta
di un genere voluttuario di larghissimo consumo i cui profitti sono sottratti
alla società mentre i proventi, per un
meccanismo piuttosto farraginoso ma
estremamente efficace, risultano essere
un patrimonio completamente esentasse consegnato più o meno volutamente
alla criminalità. Si tratta e non solo in
Sicilia del solito grande regalo fatto ai
soliti ignoti, una politica che il nostro
governo intende peraltro continuare
con la benedizione di tante strutture che
sostengono essere di tutela alla salute e
alla sicurezza del cittadino o addirittura
che sostengono di esistere in funzione
antimafia. Di tutto questo parla Leone
Bianco Leone Nero. Ma in questo caso la
realtà non è una favola.
38
Erba umida!
Ho comprato alcuni barattoli in vetro con una serratura a scatto e un sigillo di gomma, come quelli che usava mia nonna per
tenerci le caramelle. Dopo che ho lasciato le cime all’interno dei barattoli per qualche giorno, si è depositata l’umidità sulle
pareti. L’umidità ha un odore molto acre, simile all’aceto. Succede persino nei contenitori che arieggio regolarmente o se le
cime vengono curate. Perché?
Da Rev
La tua erba è umida. L’umidità fuoriesce dalle cime quando sono chiuse nei barattoli e si condensa sulle pareti del vetro. La cima ha
bisogno di essere essiccata. Togli le cime e mettile in un pezzo di giornale. Possono essere coperte o meno. Tieni le cime nel giornale
tutta la notte. Se sono davvero umide, tienile fuori 2 o 3 giorni. Rimettile poi nel barattolo per 3 o 4 ore. Dovrebbero emettere ancora un po’ di umidità. Apri il barattolo fai arieggiare le cime per qualche minuto. Chiudi il barattolo e fai evaporare ancora. Ripeti
l’operazione qualche volta finché le cime non si sono essiccate completamente. Le cime dovrebbero bruciare bene a questo punto.
Domande
per Jorge
Se le cime iniziano a decomporsi, il che porta alla fragranza simile all’aceto, dovrai essiccarle nuovamente ed evitare che marciscano. Il miglior modo per evitare che si formi la muffa è tenere le cime completamente asciutte.
Scatola di fioritura
Jorge Cervantes è l’autore di: Marijuana
Horticulture: the Indoor/Outdoor Medical
Grower’s Bible (Gennaio 2006), Jorge
Cervantes’ Ultimate Grow DVD (girato in BC) e
Jorge Cervantes’ Ultimate Grow DVD II (girato in Spagna), Indoor Marijuana Horticulture:
The Indoor Bible, Marijuana Indoors: Five
Easy Gardens, Marijuana Outdoors: Guerrilla
Growing e Jorge’s Rx. Scrive per 13 riviste in 6
lingue diverse. I libri di Jorge sono pubblicati in
olandese, inglese, francese, tedesco e spagnolo.
Vai al sito www.marijuanagrowing.com
per maggiori informazioni.
È bello avere il tuo sostegno per questioni così
fondamentali! Voglio comprare una Seed to
Bloom Box di Quick Grow. Ne vale la pena? Hai
mai usato queste macchine? Cosa sai in proposito? Quanto rendono?
Mr. Dank
La Quick Grow produce un eccellente armadietto che rende le cime incredibili! Il proprietario è
davvero coscienzioso e fornisce un servizio impeccabile. Ci sono oltre una decina di armadi di coltura
(vedi elenco che segue) fra cui scegliere. Gli armadi
di coltura si sono diffusi enormemente negli ultimi
due anni. I sistemi pronti all’uso sono dotati di
luce/i, ventilatore/filtro, sistema idroponico, timer
e centraline, tutto ciò di cui hai bisogno per ottenere un buon raccolto. Il produttore ha cercato
di affrontare e risolvere tutti i problemi d’insetti
infestanti, quindi non sarà un tuo problema! Tutto
ciò che devi aggiungere sono i semi e un po’ di TLC.
La sovrastruttura può essere rigida, più costosa o
stile armadio-tenda, che costa meno. Puoi anche
acquistare l’armadio senza accessori. In entrambi i
casi è un affare e questi armadi sono facili da montare e utilizzare.
Bella cima.
La gamma di armadi varia dimensionalmente da
60 x 90 cm fino a 120 x 120 x 180 cm. Gli armadi di
coltura più alti spesso sono divisi in un’area di fioritura in alto e un’area vegetativa in fondo. Gli armadi
piccoli possono essere utilizzati per coltivare cloni,
semi, piante in fase vegetativa o di fioritura.
Avrai comunque bisogno di uno sfogo per arieggiare, per eliminare l’aria viziata e per immetterne
di nuova. Avrai inoltre bisogno di un luogo per
installare l’unità, ma ricorda, il trasformatore
luminoso e il ventilatore faranno probabilmente
rumore. Installa l’armadio in un luogo fresco e
asciutto. Regolare bene temperatura e umidità
all’interno dell’armadio farà la differenza fra successo e fallimento.
Prima di acquistare un armadio, visita questi siti
e chiama le Società che preferisci al telefono per
riempirle di domande. Chiedi loro se ti aiuteranno a
risolvere i problemi di coltivazione telefonicamente,
quando coltiverai pomodori e verdure varie. Ì molto
importante, in caso di problemi. Parla loro finché
non avrai la certezza che sanno di cosa parlano.
Cerca la loro pubblicità sulle riviste, controlla il loro
sito web.
“Pirati dei Semi Principali”
18
Serra svizzera con tendine oscuranti che vengono distese sui cavi per “oscurare” le piante per 12 ore ogni notte per
indurre la fioritura.
“Ricordare è bene ma a volte scordare è meglio” 9
“Erba alla siciliana” 36
39
Cima indoor spagnola.
Piccola resa
Questa è la mia terza coltivazione e ho incrociato un AK-47 perché volevo ottenere il massimo a livello di resa THC. Ho raccolto da un paio di settimane e finora
non sembra che il risultato sia esaltante. Ho ottenuto una resa piuttosto pietosa
di 60-70 grammi per pianta, se si considera che ho coltivato sotto fonti da 2000
watt in un’area di 200 x 130 cm, con idro-cocco e CO2 e un buon fertilizzante. Ci
sono voluti 75 giorni in tutto.
Suggerimenti per i cloni che passano ora in 12-12?
Ho una tolleranza piuttosto elevata quando fumo, facendolo spesso e volentieri.
Cosa mi suggerisci di considerare per la prossima coltivazione, che possa evitare
questo scarso effetto? Magari qualcosa di psichedelico!
T-Boy
I tuoi problemi derivano dal fatto che hai incrociato le tue piante. Il seme ottenuto
dall’incrocio non era già potente come i progenitori. Ecco perché non hai ottenuto l’effetto precedente. Il tempo in più necessario per giungere al raccolto deriva
anch’esso da questa unione improduttiva. Sembra che tu abbia usato molta luce e
buone condizioni di coltura. Tutto ciò di cui hai bisogno è della buona genetica. Inizia
con nuovi semi che puoi acquistare da una società di semi. Coltivali fino a farli sviluppare bene e scegli le migliori femmine per farne dei cloni. Una volta che avrai i tuoi
“super cloni”, falli produrre!
Ci sono varie possibilità “psichedeliche” in circolazione. La mia preferita è da anni la
Haze e molti incroci di Haze. La pianta tropicale a stagione lunga è difficile da coltivare e non rende bene, ma il contenuto di THC è elevato e la resa molto abbondante.
La Super Silver Haze è una delle migliori da coltivare. Magari vuoi coltivare una
pianta alta con resa molto elevata. Se è così, vai con la Chronic: ha una resa ottimale
e un effetto incredibile.
Bellissima sativa spagnola outdoor. Queste cime danno un effetto incredibile.
40
Piante a crescita lenta
Sto coltivando tre piante in un piccolo armadietto. Hanno circa un mese di vita.
Nessuna di queste ha foglie a cinque punte, bensì a tre. Perché? Ne desumo che
le cose non vadano bene e sto cominciando a preoccuparmi. Vorrei iniziare la
fase di fioritura fra un paio di settimane, ma temo di non ottenere alcun risultato
perché sembra che le piante non siano mature, non so per quale motivo.
Fabio
Pianta altri semi. Tre piante non sono sufficienti! Se due delle tre piante si rivelano
maschio, ti rimarrà solo una femmina per arrivare al raccolto!
Le piante probabilmente non ricevono quello di cui hanno bisogno per crescere
adeguatamente. Hanno bisogno di molta aria fresca, luce, acqua, buon terreno, 24
gradi centigradi e un’umidità del 50-60%. Ecco cosa le farà crescere bene. Se continuano a crescere, le foglie si svilupperanno come “dita”. Le prossime dovrebbero avere
cinque punte. Le piante dovrebbero già essere alte 15-20 cm. Fra un mese dovrebbero
raggiungere un’altezza di 30-40 cm e dovrebbero essere abbastanza cespugliose. La
crescita deve essere solida durante i primi due mesi.
Le piante emettono dei fiori precoci all’età di due mesi. Devi aspettare che spuntino
questi fiori precoci, prima d’indurre la fioritura con un fotoperiodo di 12/12. I fiori precoci spuntano all’incirca al terzo internodo dall’alto. I fiori femmina hanno due pistilli
simili a pilucchi bianchi che spuntano da un baccello e le piante maschio sviluppano
una piccola protuberanza che cresce fino a creare sacche per il polline. Evita i maschi
e fai fiorire le femmine!
Primo piano di una sativa spagnola. Da notare la consistenza delle foglie piene di resina.
Cima ibrida indoor da una stanza spagnola.
Nuova area di coltura
Sto creando una nuova area di coltura. Ho una capanna 8 x 10. Ho nebulizzato dello spray contro gli insetti
e ho coperto con della plastica bianca Visqueen. È arieggiata adeguatamente e ha un buon sistema d’irrigazione. Qual è il miglior sistema luminoso che si presta per un’area di queste dimensioni? Non dividerò l’area.
Coltiverò solo un paio di piante. Hai altri suggerimenti perché sia una buona area di coltura?
Mr. Nice Guy
Sei fonti HPS da 600 watt illuminano questa semplice
coltura indoor molto produttiva.
Un’area di coltura di 2 X 2 metri può essere illuminata facilmente con quattro fonti al sodio HP da 600 watt,
ciascuna delle quali copre circa 120 x 120 cm quadrati. Tu però vuoi coltivare “un paio di piante”. In questo caso,
tutto ciò di cui hai bisogno è un’unica fonte da 400 watt per coltivare le tue piante e arrivare al raccolto. Se vuoi
coltivare piante grosse, metti due fonti da 400 o 600 watt. Posiziona le piante a 15-30 cm di distanza dalle pareti
riflettenti e utilizza l’angolo dell’area in modo che le pareti riflettenti utilizzate siano due. Potresti creare delle
pareti riflettenti mobili per tenere chiuse le piante. Ricopri il compensato con della plastica bianca Visqueen o dipingi di bianco. Crea le altre due pareti in modo che possano riflettere la luce sulle piante.
42
Belpaese
L’odissea del Sunsplash diventa un film
Finding Shelter
L’avventura del Rototom Sunsplash ed il suo trasferimento dall’Italia
alla Spagna sono stati documentati in “Exodus - Finding Shelter”,
una pellicola della durata di 55 minuti realizzata dal regista romano
Tommaso D’Elia assieme ad Elisa Bonanni, che è stata presentata a
di Giovanna Dark
Udine e Roma lo scorso marzo.
“Exodus, movement of Jah people” cantava Bob Marley, il compianto profeta
del reggae, che in cuor suo mai avrebbe
voluto predire una sorte del genere
al Rototom Sunsplash, il più grande
festival che da anni in Europa porta
avanti il suo messaggio di pace, fratel-
come Rai, Bbc, Canal Plus, Discovery
Channel e National Geographic. Della
durata di 55 minuti, racconta con forte
suggestione l’avventura e la scommessa dei tanti ragazzi che hanno creato
in Friuli una manifestazione di richiamo mondiale, sostenendo un territorio
A causa di uno degli articoli più controversi della
legge Fini-Giovanardi, il Festival si è dunque trovato a
un bivio obbligatorio: chiudere tutto o emigrare
lanza e armonia universale. Eppure di
fatto è stato così e dall’anno scorso la
manifestazione che da 16 anni riusciva
a convogliare in un angolo della provincia italiana i migliori sound reggae
mondiali, ha dovuto fare i bagagli e
trasferirsi in un esilio nemmeno troppo volontario da quell’Italia che l’ha
sfrattato senza troppi scrupoli e l’ha
costretto a migrare in una Spagna ben
più aperta e tollerante, dove il successo
è stato persino maggiore e le polemiche politiche sono state miracolosamente inesistenti. Per questo è proprio
“Exodus – Finding Shelter” il titolo scelto
per la pellicola realizzata dal cineasta
romano Tommaso D’Elia assieme a Silvia
Bonanni, che è stata presentata in anteprima a Udine al Visionario e a Roma al
Cinema Aquila rispettivamente gli scorsi
11 e 14 marzo. Il film-documentario
è prodotto dall’associazione culturale
Exodus e da Paneikon, società di produzione che da sempre opera con alcuni
fra i maggiori broadcasters mondiali
come quello del Comune di Osoppo –
un paesino di poco più che 3000 anime
nella provincia di Udine – a cui le oltre
150 mila visite che ogni anno il Festival
registrava portavano indubbiamente un
grosso beneficio, sia in termini di indotto economico che, ancor più importante, in termini di apertura culturale e
capacità d’accoglienza.
Oltre ai più grandi nomi della musica
reggae mondiale, la kermesse riusciva
infatti a radunare anche intellettuali
di alto profilo per dibattiti e incontri
sulla cultura globale, lo sviluppo sostenibile, la pace, la tolleranza e il multiculturalismo. In più si era prefissata
di sostenere progetti solidali in Italia
e all’estero, secondo il principio della
condivisione libera dei saperi. Questa
preziosa finestra sul mondo si è però
purtroppo chiusa, nella sua versione
italiana, nell’autunno 2009 quando il
presidente dell’associazione Rototom,
Filippo Giunta, si è trovato citato in
giudizio per agevolazione dell’uso
di sostanze stupefacenti. A causa di
uno degli articoli più controversi – ed
eterogeneamente interpretati – della
legge Fini-Giovanardi, il Festival si è
dunque trovato a un bivio obbligatorio: chiudere baracca e cancellare per
sempre un’esperienza di cultura “alternativa” unica nel suo genere, oppure
far lasciare i propri affetti e cambiare le
proprie vite ai membri della sua organizzazione per cercar fortuna all’estero.
Esattamente come è costretto a fare un
numero sempre maggiore di giovani
che in un’Italia sempre più sorda alle
rivendicazioni della gioventù e del
talento, vede penalizzata la propria
professionalità e competenza in un
contesto in cui la libertà di costruirsi
un futuro adeguato ai propri sogni,
alle proprie abilità e al proprio merito
è quanto mai preclusa o difficilmente accarezzabile. La coraggiosa scelta
dei ragazzi dell’associazione Rototom
è stata la seconda: l’esodo come scelta
di libertà, per continuare a coltivare un
sogno e per non smettere di credere
che l’associazionismo ha tantissimo da
dare. Un’utopia di pace e fraternità –
un approccio critico al senso di omologazione imperante – che oggi può
sopravvivere in maniera organica solo
fuori dall’Italia. Era un rischio enorme:
organizzare una replica fedele all’originale ma in terra straniera, senza
contatti preventivi né basi consolidate:
un festival fra i più grandi e conosciuti
d’Europa rischiava di risolversi in un
flop. Ma il karma premia sempre chi lo
merita e l’edizione del 2010 tenutasi
oltre confine, è stata un plateale trionfo. Benicàssim, località spagnola nei
“Exodus – Finding Shelter” è la storia
di tutto questo. La storia di una seria
avventura culturale che il mondo invidiava all’Italia, ma che l’ottusità e la
cieca ostinazione della politica nostrana
– o porcocrazia, come sarebbe meglio
definirla – ha ridotto a “favoreggiamento del consumo di sostanze stupefacenti”, facendo scomparire dal suolo patrio
il senso di un’esperienza che può insegnare molto dal punto di vista organizzativo e filosofico e che rimane unica nel
suo genere. Il resto è docu-fiction abilmente condotta da Tommaso D’Elia e
Silvia Bonanni, una narrazione che prende spunto dalla vicenda del Sunsplash
per affondare la lama dell’inchiesta su
un’Italia che rifiuta le sue eccellenze nel
nome del pregiudizio, inseguendo un’astratta idea di Stato etico che vede come
nemico un Festival patrocinato perfino
dall’Unesco come “evento che promuove la pace e la non violenza”.
Il documentario è un contributo a chiarire i
motivi della dolorosa decisione di lasciare l’Italia
da parte del maggior festival reggae d’Europa
dintorni di Valencia, si è rivelata una
location ideale nel 2010 e intende continuare a esserlo anche in avvenire dati
gli enormi introiti prodotti dall’evento
e dall’arrivo di migliaia di giovani da
tutta Europa.
Ovviamente il documentario è un
contributo a chiarire i motivi della
dolorosa decisione di lasciare l’Italia
da parte del maggior reggae festival europeo. Ma l’obiettivo principale
degli autori è rendere evidente ad
un pubblico che si spera numeroso,
la paradossalità delle accuse formulate contro Filippo Giunta e l’associazione Rototom Sunsplash. Bandendo
dal suolo italiano la più imponente
manifestazione reggae dell’estate, si è
arrivati ad indicare un genere musicale
come potenziale veicolo di illegalità: il ragionamento alquanto rozzo e
primitivo sulla cui base è stata mossa
l’accusa dice infatti che se una persona ascolta Bob Marley piuttosto che
Jimmy Cliff allora questa è automaticamente una persona che si droga e
che è quindi penalmente perseguibile.
Lo stesso identico principio per cui gli
assassini della Columbine High School
avrebbero fatto quello che a tutto il
mondo è noto, solo perché ascoltavano Marylin Manson. Cose da pazzi,
associazioni mentali degne del miglior
nazismo. Ma siamo in Italia è questa
non è solo che l’ultima delle tristi storie cui toccherà assistere.
43
Speciale varietà 2011
Il risveglio della vita
J. Searcher
Pensate a come germina un
seme nel suo stato naturale.
Immaginate che questa nascita
ci dà la chiave per capire quello
di cui ha bisogno un seme per
una corretta germinazione:
umidità, buio e una temperatura
non aggressiva.
Il fenomeno che accade in natura è che
cada sul terreno e rimanga sotterrato
superficialmente. Con la primavera,
arrivano un caldo moderato e le piogge
primaverili. L’acqua entra nell’embrione
del seme che si sveglia e nasce, si apre il
rivestimento e nasce la pianticella che si
fa strada nel terreno, fino ad arrivare in
superficie.
Questo ci indica anche le migliori condizioni per conservare i semi senza rovinarli:
devono stare al riparo dalla luce, con poca
umidità e temperature basse. A questo
si deve la consuetudine di alcuni centri
di giardinaggio di conservarli in frigorifero, sebbene in alcuni casi possa essere
peggio il rimedio della malattia, poiché
di solito nei frigoriferi c’è molta umidità
e questo è estremamente dannoso per la
conservazione. Per questo motivo, bisogna utilizzare un frigorifero speciale o
un recipiente a tenuta stagna che possa
tenere i semi isolati dall’umidità.
Metodi di germinazione
Questo è dovuto al fatto che seminare la
cannabis costa, per cui si cerca di curare i
semi al massimo sin dall’inizio per contribuire al successo della coltivazione. Se la
cannabis fosse legale, il prezzo dei semi si
ridurrebbe molto, in quanto la produzione
industriale sarebbe agevolata. In questo
caso, non ci sarebbero problemi a irrigare
il terreno e a mettere i semi direttamente.
Nel terzo numero del 2010 abbiamo pubblicato un articolo completo sui semi F2 di
White Dwarf e su come i responsabili dei
test hanno utilizzato molti semi. In questo
caso i semi sono stati fatti germinare direttamente nella terra madre, con un indice
di successo molto elevato.
Uno dei metodi di germinazione più noti
prevede l’utilizzo di carta inumidita. Si
può anche usare un panno o una garza.
Si mettono i semi su tre o quattro strati di
carta da cucina e li si ricopre con altri tre o
quattro strati. In seguito, s’inumidisce con
un nebulizzatore e si fa uscire l’umidità in
eccesso perché non si producano infezioni. Bisogna mettere il tutto in un recipiente che mantenga l’umidità costante e che
protegga i semi dalla luce: la procedura
più diffusa è quella di mettere il tutto in un
tupperware o fra due piatti. Per mantenere una temperatura media, ma senza esagerare, si possono scegliere luoghi come
la parte superiore degli elettrodomestici,
come la televisione o il frigorifero. Non
usate mai luoghi troppo caldi, come una
stufa o un camino. Se la temperatura è
troppo alta, i semi germogliano male e
si secca il substrato, il che costituisce un
grande pericolo per le piccole pianticelle
appena nate.
Controllate quotidianamente per verificare che l’umidità sia costante. Non appena
si rompe il rivestimento e fa capolino la
piccola radice, bisogna trapiantare. Agite
con molta attenzione, facendolo a mano,
sebbene alcuni utilizzino delle pinzette.
Irrigate il substrato, praticate un’apertura
molto superficiale, mettete il seme e ricoprite con un po’ di substrato. L’apertura
non deve essere molto grande: basta il
doppio delle dimensioni del seme. Se il
seme rimane molto sotterrato, si riducono
le possibilità che raggiunga la superficie.
Conviene irrigare il substrato prima di
mettervi il seme, perché se lo fate dopo,
la forza dell’acqua può scoprire il seme o
sotterrarlo in modo sbagliato.
Un altro sistema di pregerminazione è
quello di mettere il seme in un bicchier
d’acqua per 24 ore. I semi si pieni d’aria
galleggiano e di certo daranno pessimi
risultati. Tenete i semi in acqua solo un
giorno e passate poi al substrato preinumidito. Con questa tecnica, l’acqua
entra nel seme e sveglia l’embrione. Se
si allunga troppo questo processo, può
essere controproducente. Un altro sistema è quello di germinare in Jiffy, nome
commerciale di alcune pastiglie di torba
compresse. Una volta inumidite, l’ammasso di torba è spugnoso ed è dunque un
substrato ideale per la germinazione.
Un’altra possibilità è quella di germinare
in semenzai di plastica. Ricordatevi di
preinumidire il substrato e di non sotterrare a gran profondità. Utilizzate un seme
in ogni apertura. Si può anche germinare
direttamente in piccoli vasi. Si può mettere della pellicola di plastica trasparente
sul vaso in modo che trattenga l’umidità.
Bisogna controllare costantemente e non
appena fuoriescono le pianticelle, togliete
la copertura.
In commercio si trovano semenzai in cartone che si possono trapiantare direttamente nella terra. Ad ogni modo questo
sistema non garantisce vantaggi provati,
dato che serve per non stressare la pianta, ma il processo per passare attraverso
il cartone e uscire dal substrato richiede
uno sforzo al seme. Può essere che tale
sforzo sia maggiore di questo richiesto
nel trapianto. Un altro sistema sconsigliato è quello di germinare vari semi nello
stesso contenitore e separarli durante
il trapianto. Le radici tendono a ingarbugliarsi e possono essere danneggiate
durante la separazione.
Prime cure
Chi ha fra le mani un bebè di marijuana, deve comportarsi di conseguenza.
Ha poche riserve, per cui bisogno controllare che la pianticella non secchi.
Attenzione però: la pianta respira attraverso la radice, per cui se è a contatto
con troppa acqua affogherà.
Per questo motivo bisogna verificare che
tutti i contenitori o semenzai che utilizziamo abbiano dei fori di drenaggio.
Tartufi magici e kit per
la coltivazione (Grow kit)
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12/3/09 11:59 AM
All’interno del rivestimento c’è un
piccolo feto della pianticella
Semi su carta da cucina
Semi in un bicchier d’acqua
In commercio, nei centri di giardinaggio,
si trovano vari substrati concepiti per i
semenzai, con una struttura molto fine, un
buon drenaggio e poco concime, che permette alla radice di svilupparsi facilmente
e senza soffrire.
Bisogna fornire luce dall’inizio. In indoor si
sviluppano molto bene con fluorescenti: i
tubi devono stare a circa dieci centimetri
di distanza. In outdoor, se il sole è molto
forte, si può utilizzare un filtro per l’ombra,
ma bisogna lasciare che la pianta si adatti
al sole il più velocemente possibile. Se
non hanno luce, crescono sottili e deboli.
La prima coppia di germogli della nostra
pianticella si chiamano foglie false
o cotiledoni. La pianticella mangia da
questa riserva e poi la elimina, quando
spunta la prima coppia di foglie reali.
Questa prima coppia di foglioline reali
mostra l’inizio del passaggio seguente: la
crescita vegetativa.
44
Punto Legale
Cosa succede quando si viene beccati alla guida con sostanze stupefacenti
Per un pugno di fumo
Come ben sapete Soft Secrets cerca da sempre di aiutare i lettori ma
stavolta piante, germogli e terricci non c’entrano. Nel testo che segue
cercheremo di sviscerare uno degli incubi più frequenti degli “amici
di Maria” , ovvero essere beccati mentre si è alla guida della propria
macchina, descrivendo cosa succede dal posto di blocco in poi.
L’estate è sempre più vicina e con lei
arrivano anche la voglia di tirare tardi e
di evadere dal grigiore quotidiano. Da un
paio d’anni a questa parte a quest’idilliaco cambio di stagione si accompagna
anche il fenomeno dei controlli a tappeto sulle strade italiane. Vuoi un po’ le
continue stragi alcoliche del sabato sera,
vuoi un po’ perché vedere tante divise in
giro è una bella pubblicità per il governo
delle emergenze, appena la temperatura
di Giovanna Dark
La notizia è stata presentata come se la
pratica fosse già stata implementata in
tutte le pattuglie delle forze dell’ordine
ma in realtà è ancora decisamente esiguo il numero di squadre dotate della
strumentazione necessaria ad eseguire
test chimici in presa diretta. Mancano i
soldi per la benzina delle gazzelle, figuriamoci se il ministero ne ha da spendere per attrezzature alla C.S.I.! Certo
esistono i fantomatici stick cutanei che
Quattro chiacchiere con Andrea, un fumatore
come noi che quattro anni fa ha avuto il
dispiacere di scontrarsi con gli assurdi dettami
della legge Fini-Giovanardi
passa i 20° le strade di tutta Italia si ritrovano pullulanti di posti di blocco. Certo
il timore più generalizzato del guidatore
è quello dell’implacabile alcool test che
con due birre ti fa subito saltare fuori
dai parametri positivi, ma a seguito di
casi di cronaca ben strombazzati ¬– in
cui degli autisti erano sotto l’effetto di
stupefacenti non meglio identificati – si
è deciso di introdurre parallelamente al
test alcoolemico anche quello per rilevare l’assunzione di droghe.
sarebbero in grado di individuare un
buon numero di droghe sintetiche e
non, ma data l’aleatorietà del supporto
scientifico sono in molti a non credere nell’efficacia dello strumento. Per
cui più che temere di essere analizzati
in presa diretta, sarebbe meglio concentrarsi sul fatto di avere con se la
prova del reato, ovvero la celeberrima
mutanda di sigaretta riempita con il
quantitativo che meglio credete della
vostra sostanza preferita.
Non è cosa usuale, ma oltre a chiedere patente e libretto l’agente di turno
potrebbe decidere di perquisire voi e la
macchina. La decisione in merito è totalmente arbitraria e ben più di una volta
è capitato che solo perché uno aveva i
dreadlocks venisse fermato e perquisito
seduta stante: è bene ricordare che siamo
in Italia e che queste cose purtroppo non
sono fantascienza. Per spiegare meglio
cosa succede quando si incappa in questo
tipo di controlli e si viene inesorabilmente
beccati, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Andrea, un fumatore come noi che
quattro anni fa ha avuto il dispiacere di
scontrarsi con gli assurdi dettami della
legge Fini-Giovanardi.
SSIT: Puoi dirci esattamente com’è
andata? Perché ti hanno fermato?
Premettiamo subito che era il gennaio del
2007 e che la nuova legge sulle droghe
era appena stata varata. Io stavo guidando la mia mestissima Fiat Punto quando
ho incrociato una pattuglia della Guardia
di Finanza, addosso avevo poco niente e
nell’immediato non mi sono preoccupato
della cosa, pensando che anche nel caso
in cui mi avessero fermato non sarebbe
successo niente. Speravo comunque che
la paletta maledetta rimanesse giù e invece, come nei migliori film, la paletta si è
alzata immediatamente. Non ho potuto
far altro che accostare e cercare di stare
il più tranquillo possibile. Non ti so dire
perché abbiano deciso di fermare proprio
me, io ho dato la colpa alla sfiga.
Certo la sfiga fa sempre la sua parte. Ad
ogni modo, una volta che ti sei trovato
li cosa è successo?
Mi hanno ovviamente chiesto patente e
libretto, solo che la patente l’avevo scordata a casa perché ero uscito senza portafoglio. Diciamo che li ho fatti incazzare
subito e quindi nel giro di due minuti già
mi chiedevano se avevo qualcosa addosso. Io non ero ancora al corrente di quello
che prevedeva la Fini-Giovanardi e dato
che avevo si e no due canne in tasca
ho deciso di tirare fuori il pacchetto e
consegnarglielo, pensando che la cosa
sarebbe stata premiata e che dopo avermi
sequestrato il fumo mi avrebbero lasciato
andare come era successo altre volte in
giro per la città.
Quindi diciamo che ti sei autodenunciato sperando che la cosa finisse li…
Si mi aspettavo la solita ramanzina ma
non avrei mai creduto di vivere quello che
ho vissuto dopo. In pratica mi hanno subito fatto un verbale in cui contestavano la
violazione del famosissimo articolo 75 per
il possesso di 0,43 grammi di hashish. Ti
rendi conto?!? Neanche mezzo grammo di
fumo! Poi mi hanno detto di andare a casa
a prendere la patente perché dovevano
sequestrarmela immediatamente. Quindi
sono tornato a casa, ho recuperato la
patente e sono andato al commissariato
della Guardia di Finanza. Ed è li che ho
avuto la sorpresa peggiore.
Le disposizioni della Fini-Giovanardi
prevedono infatti che se una persona
viene trovata alla guida e contemporaneamente è in possesso di stupefacenti, la patente deve essere ritirata
immediatamente per tre mesi e solo
dopo un triplice test tossicologico
possa essere restituita.
Esattamente quello che mi hanno detto e
che mi ha fatto cadere le braccia. In quel
periodo io con la macchina ci lavoravo e
non poter guidare era un problema enorme in più mi hanno detto che nell’arco
dei tre mesi avrei dovuto sottopormi ad
analisi periodiche per vedere se continuavo a drogarmi – queste le testuali parole.
Se li avessi passati tutti e tre allora mi
avrebbero ridato la patente, altrimenti la
patente restava sospesa per altri 6 mesi
e al terzo sgarro hanno detto che non
me l’avrebbero ridata più. Per me è stata
45
una botta tremenda anche perché non
me l’aspettavo proprio e sul momento
non avevo idea di come fare. Io che sono
un fumatore abituale da più di 10 anni,
ho subito pensato: “e adesso come cazzo
faccio a smettere di fumare per tre mesi?”.
Immagino sia il pensiero ricorrente di
tutti quelli che purtroppo hanno avuto
le tue stesse disavventure. Com’è andata con le analisi poi?
235 euro ogni prelievo per un totale di
705 euro tondi tondi. Oltre al danno la
beffa quindi: non solo mi hanno praticamente impedito di lavorare per tre mesi
ma in più mi hanno addebitato tutti i costi
delle analisi che sono stato obbligato a
fare! Tutto per nemmeno mezzo grammo
di fumo. Senza poi contare che grazie a
questo scherzo il premio di assicurazione
della macchina è salito di un bel po’, per
cui anche li c’ho rimesso dei gran soldi.
Mi hanno subito fatto un verbale in cui
contestavano la violazione del famosissimo articolo
75 per il possesso di 0,43 grammi di hashish
Preso dal panico ho ovviamente smesso di fumare il giorno stesso e mi sono
buttato sulle sigarette tradizionali, anche
perché non mi avevano detto quando
avrei dovuto andare all’ospedale per fare i
prelievi. Mi hanno solo accennato ad una
lettera che sarebbe arrivata direttamente
a casa. Così sono passati due mesi senza
patente e senza l’ombra di una canna,
agonizzante di fronte ai miei amici che
incendiavano chilloom dalla sera alla mattina e che in continuazione cercavano di
farmi rompere la “clausura” come la chiamavano loro. Poi arriva la fatidica lettera
con la convocazione all’ospedale. Nel giro
di un mese avrei dovuto sottopormi a tre
prelievi e la notizia migliore è stata che le
spese erano tutte a carico mio.
Le analisi tossicologiche sono notoriamente dispendiose, dato che
devono essere recettive verso ben
5 principi attivi diversi. (nda. Per i
pochi che ancora non lo sapessero il
limite di sensibilità del THC è quello
minore: bastano 50 nanogrammi per
essere fuori dai parametri. Mentre per
sostanze come il metadone o la morfina la soglia massima è 300, 1000 per
le amfetamine.) Il conto dello Stato è
stato quindi molto salato?
Col senno di poi avrei fatto meglio a stare
zitto al posto di blocco, essere onesti in
Italia non paga e se allora mi fossi tenuto
il pacchetto in tasca e avessi fatto finta di
nulla a quest’ora avrei molti più soldi nel
mio conto in banca.
Poi però la patente te l’hanno ridata no?
Certo, ci mancherebbe! Con tutto quello
ho speso ci mancava solo che mi facevo
fregare di nuovo. Ho fatto il bravo per tre
mesi anche se mi è costata parecchia fatica, ma poi una volta riavuta la patente ho
ricominciato come se nulla fosse successo.
Se quelli della politica credono di farci
smettere di fumare in questo modo, non
hanno capito nulla.
Questa l’odissea di Andrea e c’è da dire
che in fondo gli è andata anche bene. Se
infatti fosse stato fermato solo qualche
mese dopo, le pene previste avrebbero
potuto essere molto maggiori. Nel luglio
2007 veniva infatti approvato il disegno
di legge “Disposizioni in materia di circolazione e di sicurezza stradale” in cui
per chi viene sorpreso alla guida in stato
di alterazione psico-fisica, dopo aver
assunto sostanze stupefacenti o psicotrope, è punito con una multa da 1.000
a 4.000 euro e con l’arresto fino a tre
mesi. Oltre alla classica sanzione amministrativa accessoria della sospensione
della patente di guida che però viene
raddoppiata da sei mesi ad un anno. Se
invece il guidatore in stato di alterazione
psico-fisica, dopo aver assunto sostanze
stupefacenti o psicotrope, provoca un
incidente stradale, le pene sono raddop-
l’affidabilità dei drug test è ancora tutta
in discussione eppure alcuni posti di
blocco hanno cominciato ad usarli in
ottemperanza alle leggi che lo prevedono col risultato che si potrà arrivare
al caso paradossale per cui chi si fa uno
spinello oggi e si mette alla guida di
un’auto fra un mese, possa venir arre-
Nel giro di un mese avrei dovuto sottopormi
a tre prelievi e la notizia migliore è stata che le
spese (700 euro) erano tutte a carico mio
piate ed è disposto immediatamente il
fermo amministrativo del veicolo per
novanta giorni. Insomma nonostante
allora al governo ci fosse la sinistra,
questa è riuscita a rendere se è possibile
ancora più assurde le misure repressive
contro chi fa uso di cannabis.
Se infatti con l’etilometro è possibile
stabilire e dimostrare scientificamente
il tasso di alcool nel sangue, per quanto riguarda le sostanze stupefacenti
non ci sono strumenti o attrezzature in
grado di dare dati esaurienti e precisi
in presa diretta. Come dicevamo sopra,
stato. Com’è noto infatti il THC ha dei
tempi molto lunghi per lo smaltimento
dall’organismo in quanto è un principio attivo che anche il nostro corpo
naturalmente produce e per cui è più
facilmente tollerato. Stando all’incertezza dei test tossicologici anche chi ha
fumato un solo spinello un mese prima
delle analisi rischierebbe di venire beccato e di conseguenza indirizzato ad
azioni penali. Ad esempio se le analisi
fossero effettuate sulle urine, oltre al
THC assunto più o meno recentemente
verrebbero rilevati anche i suoi metaboliti interni, andando inevitabilmente
a falsare il risultato. Stando a quanto
affermano gli scienziati ad oggi il test
più affidabile è quello che viene eseguito tramite saliva e sarebbe l’unico in
grado di stabilire se la persona analizzata ha assunto THC in giornata.
Le forze dell’ordine italiane al momento sono – per fortuna o purtroppo
– alle prese con ben altri problemi: le
risorse economiche sono praticamente
inesistenti e dopo molti anni si sono
rivisti in piazza i sindacati di Polizia,
scesi a protestare contro l’impossibilità
materiale di svolgere il proprio lavoro. In questa “impossibilità materiale”
rientra anche la possibilità di dotarsi
sistematicamente di test antidroga da
effettuare ad ogni posto di blocco, per
cui non dovete temere più di tanto.
Certo è sempre meglio viaggiare sguarniti e cercare, per quanto possibile, di
non salire in macchina con gli occhi
rossi come la bandiera della Repubblica
Popolare Cinese. Come diceva un vecchio punk saggio: “la fortuna è cieca ma
la sfiga ci vede benissimo”.
“Pirati dei Semi Principali”
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“Ricordare è bene ma a volte scordare è meglio” 9
“Erba alla siciliana” 36
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