PRF2001202 La capacità di utilizzare modelli animali per lo studio di patologie umane è stata una delle conquiste della ricerca biomedica di quest’ultimo decennio. L’identificazione delle cellule staminali embrionali, cordonali, midollari e, probabilmente, amniotiche, con elevata capacità di replicazione e di differenziamento, ha permesso di impiegare queste cellule nella correzione di difetti genetici e somatici attraverso la rigenerazione tissutale. Inoltre, la possibilità di espandere e studiare in vitro e in vivo questi tipi cellulari consente di ovviare al limite della scarsa disponibilità di materiale biologico da utilizzarsi nei trapianti terapeutici. In questo ambito il fine ultimo del presente progetto è stato lo studio del grado di plasticità e del potenziale terapeutico delle cellule staminali. La ricerca nell’ambito della rigenerazione tissutale ha interessato principalmente tre settori: le patologie del tessuto epatico, del sistema visivo e, infine, del sistema nervoso. I risultati dello studio condotto hanno evidenziato come cellule staminali isolate dal sangue periferico e coltivate in presenza di fattori appropriati come HGF siano in grado di differenziare in cellule con caratteristiche proprie degli epatociti. Esiti contrastanti sono invece stati ottenuti nell’indagine in vivo relativa all’inoculazione di cellule staminali umane in suini neonati sottoposti ad epatoctomia parziale. Infatti,soltanto in una prova si è riscontrato chimerismo in sede epatica fra cellule umane e suine nella sede lesa e, tale reperto, è stato rilevato mediante analisi in PCR basato sull’amplificazione di geni mitocondriali. L’inoculazione di topi per via intrauterina con cellule staminali marcate con GFP isolate da midollo osseo ha evidenziato come circa il 10% degli stessi sia estensivamente colonizzato da tali elementi cellulari. La positività alla fluorescenza è stata identificata in numerosi organi e, soprattutto, anche in sede epatica. La linea operativa relativa alla valutazione delle cellule di tipo fibroblastoide presenti nel liquido amniotico e ritenute cellule mesenchimali, inoculate in ratti lesionati a livello dell’arteria cerebrale media ed in altri animali non trattati di controllo, sono risultate in grado di migrare dal sito d’inoculo, sia nella zona lesionata, che in quella normale. L’obiettivo relativo alla caratterizzazione e differenziazione in vitro di cellule staminali isolate dal derma di topo allo scopo di ottenere cellule esprimenti marcatori neuronali ha evidenziato come la cocoltura con gli astrociti corticali sia essenziale per indurre la differenziazione delle cellule staminali dermiche in neuroni maturi. Nel loro insieme l’indagine svolta ha evidenziato la potenziale plasticità delle cellule staminali adulte che, con appropriati accorgimenti e fattori di crescita, possono essere indotte a differenziare in specifici tipi cellulari con conseguente conferma dell’enorme potenziale applicativo da esse presentato in ambito terapeutico.