UNIVERSITÀ POLITECNICA DELLE MARCHE FACOLTÀ DI ECONOMIA “G. FUÀ” Dottorato di ricerca (XIV° ciclo) Curriculum Economia Aziendale WELLNESS TOURISM Coordinatore di curriculum/Tutor Tesi di Dottorato di Chiar.mo Prof. Silvio Cardinali Dott.ssa Maria Pia Spurio Anno accademico 2014-2015 INDICE INTRODUZIONE 5 METODOLOGIA 9 EVOLUZIONE DELL’INDUSTRIA DEL BENESSERE 11 1. La revisione della letteratura 11 2. La storia del termalismo 17 3. La struttura del settore termale 24 Domanda e offerta del settore termale 30 La tipologia di turisti: i turisti italiani 32 La tipologia di turisti: i turisti stranieri 36 I risultati del settore termale 2013 - 2014 40 Riferimenti normativi 44 4. Riferimenti normativi nazionali antecedenti la Legge Quadro 323/2000 44 Legge Quadro n. 323 del 24 ottobre 2000 WELLNESS TOURISM E HEALT TOURISM 1. 48 55 La nuova domanda di benessere 55 La domanda 57 2. Wellness Tourism: le caratteristiche 58 3. Il valore economico del Wellness Tourism nell’economia italiana 64 4. L’ospitalità del benessere 65 5. Health Tourism: il turismo medico 67 6. Health Tourism: le nuove mete per gli italiani 71 IL MARKETING TERRITORIALE: IL caso delle terme di Acquasanta terme (Ascoli Piceno) 75 1. Concetto ed evoluzione di marketing territoriale 75 2. Obiettivi e funzioni del marketing territoriale 86 3. Gli attori del marketing territoriale 93 3 4. Le strategia di marketing territoriale 4. Le Terme del Comune di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno) 108 5. Il caso Acquasanta Terme 115 I risultati dell’indagine 116 Prospettive future 145 Interviste 147 6. 97 OSSERVAZIONI CONCLUSIVE 159 BIBLIOGRAFIA 162 4 INTRODUZIONE “La salute è uno stato di complesso benessere fisico, psicologico e sociale e non solo l’assenza di malattia...” è quanto la World Health Organization sostiene e sottolinea relativamente al concetto di “benessere”, termine che solitamente viene usato per testimoniare l’evoluzione del concetto di “salute”. L’“industria del benessere”, settore complesso e articolato, nel corso di questi ultimi decenni è stato protagonista di grandi cambiamenti e trasformazioni a livello nazionale ed internazionale. Ciò ha comportato un grande interesse interdisciplinare sul tema del benessere e del termalismo sviluppando così differenti contributi relativi all’interpretazione (Gregori e Cardinali vari anni; Grénman, 2011). Il coinvolgimento di molte aziende, quali quelle del business to business, di produzione del servizio, del business to consumer, caratterizza questo complesso comparto richiedendo approfonditi studi. La complessità del settore e la forte crescita della domanda, soprattutto come “prodotto integrato” richiede risposte puntuali e concrete oltreché differenziate in termini di riorganizzazione dell’offerta. La grande voglia di “benessere” è testimoniata dallo sviluppo delle imprese del comparto, a tal proposito si rileva che negli ultimi anni i centri benessere su tutto il territorio nazionale hanno registrato un saggio di crescita che è pari a circa al 3, 5%. Fra queste imprese ci sono anche i centri termali perché ormai tutte le terme dispongono di un proprio centro benessere. (Becheri et al., 2012). Come sottolineato dall’Osservatorio Nazionale del Turismo nel 2010, questa nuova tipologia di domanda non è soltanto caratteristica dei consumatori con 5 elevato reddito, ma l’attuale ricerca del benessere con i servizi non tradizionali, ha come principali target, le famiglie e le coppie, consumatori non necessariamente con un elevato reddito, ma caratterizzate da una situazione economica differenziata (Osservatorio Nazionale del Turismo, 2010). Con riferimento a quanto sostenuto, anche l’Unioncamere descrive nella sua analisi questa nuova tendenza della “domanda” che si traduce nella voglia di relax, nella possibilità di dedicarsi al benessere e alla cura del corpo, nel godere delle bellezze naturali del luogo, nella vicinanza alla città di provenienza ecc. che contribuiscono ad incrementare le motivazioni del cliente-turista a scegliere una meta “termale e del benessere” (Impresa –Turismo Unioncamere). Relativamente alla Domanda europea, nel 2013 quasi 900 mila stranieri hanno frequentato centri SPA e centri termali. Inoltre, si registrano flussi crescenti anche dalla Russia, infatti per i turisti russi è un modo per coinvolgere la loro passione per le terme con il sogno di poter vivere e scoprire l’Italia. (Rapporto Federterme 2013/14) Diretta conseguenza dell’incremento del flusso dei turisti è l’aumento della domanda dei servizi, sempre più differenziata nei bisogni e nelle motivazioni ciò ha determinato un potenziamento degli operatori del settore chiamati necessariamente a studiare e definire nuove proposte commerciali ricorrendo sempre più diffusamente a nuove forme di competizione. Ma la crescita del settore, ovvero la trasformazione della Domanda e della concorrenza, come viene evidenziato da analisi e studi che negli ultimi anni hanno caratterizzato il settore, non è stata supportata da una equivalente evoluzione delle competenze gestionali-manageriali (Kimes e Sing, 2009 ). Attraverso questo studio, a fronte di questa forte dinamicità del mercato dell’industria del benessere, si è posta l’attenzione alla sua evoluzione approfondendo in particolare il comparto del termalismo, delle problematiche 6 gestionali delle imprese che erogano servizi wellness/termali, anche con l’obiettivo di sperimentare strumenti nuovi per tale contesto settoriale. Infine si è realizzato un’analisi dettagliata di una struttura termale esistente nel comune di Acquasanta Terme della provincia di Ascoli Piceno con lo scopo di verificare le sue potenzialità e criticità, contesto socio economico del Piceno considerando anche l’attrattività rispetto ai territori limitrofi ipotizzando nuove strategie di marketing territoriale e manageriali scaturite da una serie di interviste eseguite in loco. Pertanto l’obiettivo del presente lavoro nella sua generalità è stato quello di individuare strategie di sviluppo di nuovi modelli di business in grado di accrescere i livelli di attrattività e competitività del territorio nell’ottica di favorire la massima integrazione tra il territorio stesso e l’offerta termale e del benessere con lo scopo di valorizzare il prodotto turistico. 7 METODOLOGIA La metodologia che è stata adottata in questo studio si colloca nell’ambito di differenti filoni di ricerca (economia e marketing del tempo libero, marketing relazionale, marketing dei servizi, customer satisfaction), utilizzando strumenti teorici dell’Economia e Gestione delle Imprese (Panati e Golinelli G.1988) e metodi dell’analisi scientifica applicati allo studio dei casi (Eisenhardt, 1989). Inoltre si è adottato il processo “circolare” di produzione e di applicazione delle conoscenze nell’Economia d’impresa, che “comprende l’approccio positivo e quello normativo, utilizzando il metodo induttivo e quello deduttivo in fasi diverse” (Silvestrelli, 1994). Lo studio è supportato dall’analisi di dati quantitativi (rilevati sia a livello locale che nazionale ed internazionale) e qualitativi (attraverso la somministrazione di questionari ai clienti /turisti). Tali indagini empiriche sono state svolte negli ultimi anni sulle tematiche in oggetto. Il lavoro è strutturato in tre capitoli che, pur avendo differenti obiettivi, sono strettamente collegati. Il primo capitolo è caratterizzato da uno studio della letteratura esistente relativa alle tematiche oltre ad una analisi delle caratteristiche del prodotto Wellness Tourism e termalismo, della complessità della struttura dell’offerta e dei modelli gestionali utilizzati dalle imprese italiane di tale industria, anche in confronto con le aziende internazionali; inoltre verrà analizzata la domanda di servizi che si presenta sempre più differenziata nei bisogni, nelle motivazioni e nelle fruizioni ricercate. Nel secondo capitolo si è analizzato il concetto di Wellness Tourism sottolineando, in particolare, l’importanza e la necessità di facilitare la 9 trasformazione della fase di collegamento tra termalismo tradizionale Wellness Tourism e termalismo e Health Tourism. Nel terzo capitolo si è affrontato il tema di Marketing territoriale attraverso lo sviluppo di questa disciplina e l’analisi di piani strategici operativi. In particolare è stato presentato un case study quale quello dello stabilimento termale di Acquasanta Terme, comune della provincia di Ascoli Piceno, tale analisi è stata integrata da un’indagine qualitativa realizzata sul campo attraverso la somministrazione di questionari rivolti ai curandi e curisti. 10 EVOLUZIONE DELL’INDUSTRIA DEL BENESSERE 1. La revisione della letteratura Negli ultimi anni, l’industria del benessere è stata la protagonista di un processo di grande trasformazione accompagnata da “una domanda “ sempre più attenta e in forte sviluppo, ovvero crescente con aspettative molto elevate rispetto a quelle tradizionali, una domanda che utilizza parametri di valutazione differenti che necessitano di risposte diverse da parte degli operatori dell’offerta. In questo periodo di crescita rilevante, come risulta da differenti studi, si riscontrano alcune tendenze omogenee nei principali Paesi industrializzati (Gregori e Cardinali, 2010). Il termine Benessere, in questi ultimi anni, è stato molto utilizzato con grande interesse dagli analisti, dagli studiosi e ricercatori di varie discipline quali quelle economiche, sociologiche, psicologiche, scientifico/mediche, ergonomiche e dagli operatori, oltreché dai giornalisti del settore che analizzano il mercato del benessere con strumenti di analisi differenti suscitando un elevato interesse interdisciplinare, ma che ha determinato non poche difficoltà nel dare una possibile delimitazione al settore. Diversi sono gli autori che hanno cercato di circoscriverne il campo di definizione: alcuni hanno proposto una visione complessiva del fenomeno wellness – anche da prospettive differenti – (Morace, 2005; Gregori, 2005; Montagnini, 2011), altri invece hanno approfondito i trend evolutivi delle singole componenti (Becheri, 1997). Relativamente agli aspetti manageriali si riscontra un interesse scientifico rilevante in campo internazionali (Skok, Kophamel e Richardson, 2001; Koustelios, 2003; McNeil e Ragins, 2005; McKechnie et al., 2007), gli effetti socio-economici dello svolgimento dell’attività fisica (Leicester e Windmeijer, 11 2004; Madore, 2007; Goldman S.M (2011), i vantaggi economici del corporate wellness (Kelly, 1999; Horton e O’Fallon, 2011); (Gregori, Cardinali, 2012). Considerata la complessità del fenomeno, risulta necessario delimitare i differenti ambiti mediante l’utilizzo di diversi metodi. Un punto di partenza ci è fornito da Lambin (2008), che definisce “le tre forze motivazionali che determinano il benessere individuale: la ricerca di comfort, che riduce le tensioni per mezzo della soddisfazione dei bisogni omeostatici; la ricerca di stimolo, che combatte la noia grazie agli stimoli esterni quali la novità, il cambiamento, l’incertezza, il rischio ecc.; la ricerca di piacere, che proviene allo stesso modo da due fonti: il piacere inerente alla riduzione delle tensioni e il piacere provocato dagli stimoli” (Gregori Cardinali, 2012). Cercando di definire i confini dell’industria del benessere si può analizzare l’insieme di imprese specializzate nell’offerta di vari tipi di prodotti e servizi; tra gli altri si fa riferimento al turismo integrato, alle attività sportive, all’alimentazione, alla medicina ai prodotti per il fitness al fine di migliorare le condizioni psico-fisiche dell’uomo. Questa tipologia di approccio allargato, ha permesso di delineare e individuare i vari settori interessati al confezionamento di un’offerta del benessere integrata e completa per il soddisfacimento della domanda crescente e sempre più diversificata oltre che esigente. Tale offerta, così strutturata però, ha determinato una lenta ascesa, seppur registrando una crescente diversificazione e integrazione di servizi e prodotti. Tuttavia, ricorrendo ad un approccio più restrittivo, è possibile superare alcuni limiti rilevabili nel caso precedente, operando una classificazione in: 12 servizi «non residenziali», che possono essere identificati anche come «servizi di prossimità»; servizi «residenziali», per i quali è subordinata l’erogazione di prestazioni accessorie come il servizio ricettivo alberghiero o extralberghiero; prodotti connessi al benessere (cosmetica, alimentazione ecc.). […] Nell’«industria del benessere» in Italia si sta verificando un’evoluzione qualitativa e non solo quantitativa e risulta interessante verificare quali possano essere le prospettive e i modelli gestionali più efficaci per le aziende, anche in considerazione di un’accresciuta competizione; infatti, i cambiamenti in atto nel sistema della domanda e dell’offerta non coinvolgono solo il numero di prestazioni o di prodotti venduti/erogati, ma anche le modalità di produzione/erogazione. Figura 1- Una rappresentazione di sintesi del mercato del benessere Imprese di produzione Aziende di servizi alla persona e commerciali Aziende produttrici di macchinari per il relax (saune, vasche idromassaggio, ecc…) Centri fitness Centri di estetica Aziende produttrici di macchinari per il fitness Aziende termali Alberghi Farmacie Aziende che realizzano prodotti cosmetici Negozi specializzati G.D.O. I N F L U E N Z A T O R I MERCATO DI CONSUMO Fonte: Gregori, 2005 Si riscontrano previsioni positive per i prossimi anni che non sono il risultato di un «fenomeno moda» transitorio, ma al contrario vanno interpretate anche in relazione ai nuovi modelli di consumo che si stanno affermando. 13 Focalizzando l’attenzione sull’intero comparto dei servizi è possibile effettuare un’analisi «separata» delle diverse componenti del sistema di offerta valutando la consistenza delle imprese e le caratteristiche della domanda” (Gregori, Cardinali, 2012). Alcuni autori, tra cui Dalli (2008) affermano che i cambiamenti in essere sono dovuti non solo alla riduzione delle risorse, ma anche e soprattutto a livello qualitativo. I risultati del Rapporto Eurisko (2012), commissionato dall’Unione di Prodotto Terme, Salute e Benessere dell’Emilia Romagna, che ha analizzato come viene interpretato dagli italiani il settore termale e del benessere, consente di rilevare che nella percezione attuale degli italiani, lo stato di “benessere” non corrisponde semplicemente ad essere in buona salute, ma, appare oggi, come una condizione multi-dimensionale nella quale più che “sentirsi in forma” (33%), è importante il benessere psicologico (42%) e l’essere in armonia con gli altri (36%). Inoltre, analizzando i principali risultati delle indagini condotte presso differenti Paesi, (USA, Italia; Francia, Germania) “emerge in modo evidente che la domanda non riguarda segmenti di mercato «altospendenti»; inoltre la ricerca del benessere non può essere considerata come un fenomeno esclusivo e si estende al ceto medio della popolazione. «L’esigenza di star bene » diventa quasi un bisogno primario; si riscontra, quindi, un forte cambiamento rispetto ai modelli di consumo precedenti” (Alessandri, 2001). Un altro aspetto significativo riguarda il concetto di “bisogno di benessere”, che favorisce lo sviluppo di una domanda orientata alla scelta di un unico fornitore di prodotti/servizi. Alla base di tale affermazione, risulta opportuno inserire il concetto di bisogni “convergenti” o “bisogni a grappoli” (Vicari, 1989; Busacca, 1994). 14 Le nuove esigenze del consumatore dunque, sono orientate non più solo ad appagare un bisogno con l’acquisto solo di prodotti e/o servizi ma anche e soprattutto “acquistando esperienze” (Scarpi, 2006). Questa nuova definizione della domanda, comporta alle imprese l’apertura a nuovi mercati di riferimento che non sono dati dalla sommatoria di diversi comparti ma costituiscono un mercato unico. (Hanks e Mattila 2012). Il sistema termale ha assunto un ruolo significativo nel mercato turistico nazionale /internazionale anche relativamente all’indotto generato al settore termale; risulta dunque necessario ed indispensabile l’integrazione con altri attori del territorio (Pencarelli e Splendiani, 2010; Alessandri, 2012). “Gli studi del sistema termale possono essere collocati dunque all’interno del più ampio filone del Wellness Tourism (Kaspar, 1990; Borsay, 2012)” (Gregori, Cardinali, 2012). “Il Wellness Tourism, infatti, è un prodotto dove non si intende il concetto di turismo legato al desiderio di relax ma piuttosto per essere considerato tale, devono verificarsi contributi psicologici, spirituali ed emotivi, oltre che fisici, i quali durante il “viaggio” permettono all’individuo di raggiungere uno stato di benessere complessivo (Smith e Kelly, 2006)” (Gregori, Cardinali 2012). I fattori che hanno influito sulla evoluzione divergente tra segmento termale tradizionale e segmento benessere, sono identificabili in: - il cambiamento dei bisogni e quindi del comportamento della popolazione sempre più attenta a voler star bene con la volontà di dedicare più tempo a questo scopo; - lo stile di vita frenetico che non permette di dedicare intere settimane di ferie; - la forte concorrenza dei centri benessere non termali, aperti tutto l’anno e soprattutto facilmente raggiungibili perché localizzati nella propria città; 15 - il minor tempo di durata delle prestazioni benessere rispetto a quello canonico delle cure termali tradizionali; - la riduzione dei fondi pubblici destinati al sostegno di cicli di cura; - il maggior uso di farmaci che riducono i tempi per il risultato. Dall’analisi dei dati nazionali si rileva che, nonostante una lieve flessione annua, il settore del benessere termale(terme + benessere) si mantiene . Tale flessione è dovuta al fatto che l’aumento degli arrivi, relativi alle prestazioni benessere non bilancia la diminuzione continua delle prestazioni termali; si può quindi affermare che “la crescita del benessere ha salvato l’economia delle Terme seppur, l’attività termale, risulta comunque diffusa su tutto il territorio nazionale e continua a rappresentare una risorsa, solo in parte valorizzata per il suo retaggio storico di subalternità nei confronti dell’aspetto sanitario, che ne ha condizionato lo sviluppo”. Grafico 1 - Andamento degli arrivi per prestazioni benessere e di quelli per prestazioni termali tradizionali negli anni 2007-2010. Anno 2007=100 Fonte: Rapporto Terme Sicilia, 2012 16 2. La storia del termalismo Il fenomeno del termalismo ha una storia antica e le sue origini si perdono nei tempi. Testimonianze letterarie, reperti archeologici ci hanno documentato come già l’idroterapia fosse praticata nelle popolazioni del Mediterraneo. Nell’antichità il rito dell’immersione nelle acque, oltreché avere una funzione sacrale, aveva anche funzione sociale, si purificava il corpo, si rispettava gli altri ma anche gli dei. Tra gli avvenimenti che testimoniano interessanti riferimenti curativi delle acque si ricorda il ritorno da Troia dei guerrieri achei feriti (prima popolazione ellenicapopolo greco abitante dell’Acaia) che si immergevano nelle acque termali dei bagni di Agamennone. Presso le località termali sorgevano i templi e agli occhi delle popolazioni antiche la presenza di divinità giustificava i poteri terapeutici e le proprietà caratteristiche delle acque. Nel primo trattato di medicina di Ippocrate (460 a.c. 377 a.c.) viene dedicato spazio allo studio delle acque, analizzando, oltreché gli aspetti organolettici chimici, anche gli effetti delle acque calde e fredde sull’organismo umano. Grazie a testimonianze storiche e reperti archeologici, si narra che sorgenti anche sulfuree, venivano usate dalle popolazioni locali per gli effetti terapeutici e benefici come l’attenuazione dei dolori muscolari ed risposte positive sulle patologie della pelle. L’uso terapeutico delle acque ha avuto grande importanza anche presso le popolazioni Italiche e gli Etruschi alcune tuttora utilizzate come Therme Taurine Aque Tauri presso Civitavecchia, Bagno del Sasso a Cerveteri, Fontes Cusini (Chianciano), le Acque Populoniae (zona Caldana). 17 Il fenomeno delle Terme, ovvero l’introduzione del popolo romano nei centri termali e di bagni pubblici procurò effetti sicuramente positivi sia per quanto riguarda l’igiene personale dei cittadini, sia per quanto riguarda la propensione della popolazione a servizi ginnici e alla cura del corpo. Seppur poco accoglienti, i bagni pubblici permettevano alla povera gente di beneficiare degli effetti curativi delle acque; ben presto, così vista la larga diffusione dei bagni tra la gente e già nel II sec a.C., vennero costruite le prime terme che via via portarono la sostituzione dei bagni pubblici. Importante sottolineare che prima del secolo III a.C. infatti non era molto diffusa la cultura del bagno termale e l’igiene personale era molto ridotta e limitata a qualche bagno nel Tevere. Le terme divennero un luogo estremamente importante per la vita sociale delle città e il significato di cura e relax si consolida divenendo consuetudine nella città di Roma. Questo determinò, proprio a Roma, la realizzazione delle Therme Pubbliche che si aggiunsero al Balneum presente nelle domus, nelle ville rustiche e suburbane. I Balneum non erano che l’esatta copia delle terme nei quali il popolo accedeva per concedersi un bagno. La struttura era composta di distinte parti: - Apodyterium: lo spogliatoio - Fregidarium: piccola stanza per il bagno freddo; - Tepidarium: stanza di marmo che faceva abituare il corpo allo sbalzo di temperatura tra una stanza e un’altra; - Caldarium: l’ultima stanza che era molto luminosa ed era costituita da tinozze e bacini e nelle strutture più grandi e più importanti si trovava una piscina. 18 La caratteristica delle Terme pubbliche era la particolare funzione di carattere terapeutico, con annessi centri medici e di controllo, oltre che l’intrinseca essenza sociale, ovvero luogo di incontro per uomini e donne quest’ultime avevano assegnate terme distinte. L’approvvigionamento idrico della città eterna è da attribuire alla grande capacità progettuale ingegneristica dei romani, solo nell’Urbe si contavano più di 800 stabilimenti. I grandi imperatori finanziavano questi colossi termali, tanto da gareggiare per superarsi. A tal proposito si ricordano: le Terme di Nerone, di Tito, Tiberio, Traiano, di Caracalla di Domiziano, ma anche le numerose Ville imperiali dotate di complessi sistemi termali come l’Heliocaminus nella Villa di Adriano a Tivoli o le strutture termali di Piazza Armerina, Sicilia (inizi IV sec.d.C.). Ben presto gli stessi imperatori per ottenere il favore dal popolo, ridussero notevolmente il costo d’entrata delle strutture termali, così da permettere a tutta la popolazione di accedervi. Il sistema termale romano di termoregolazione delle acque, dalle caldissime alle freddissime, testimoniò una pratica idroterapica oltreché su Roma, su tutto il Mediterraneo; dai riscontri storici si registra che siano stati n.14 gli stabilimenti termali tra pubblici e privati lungo la via Cassia, nel tratto tra Roma e l’Etruria centrale. Fu con Erodoto che vennero descritte le metodiche idrologiche del tempo, ovvero il periodo di trattamento delle terme e venne descritto un tempo ideale consigliato di 4 settimane, con la durata del bagno, inizialmente di 30 min., aumentando progressivamente fino a due ore e decresceva al termine del trattamento; i periodi erano la primavera e l’autunno quelli più consigliati con un controllo medico prima, durante e dopo il trattamento. 19 La fine dello splendore della cultura termale fu determinata dalla fine dell’Impero Romano con l’affermarsi della cultura cristiana caratterizzata dai suoi elementi di demonizzazione della nudità e della promiscuità e dalla distruzione delle opere idrauliche a causa delle invasioni barbariche. In tutto il Medioevo e il Rinascimento si assiste alla trasformazione del termalismo che ugualmente, di fronte alla crisi del termalismo artificiale delle grandi città, riesce a mantenere il suo successo nei centri termali naturali, diventando infatti veri poli di attrazione di numerose masse di pellegrini-pazienti. In questo periodo il successo del termalismo fu favorito anche dalla divulgazione grazie alla scoperta della stampa. Anche in Europa si registrò un sensibile aumento della valorizzazione delle sorgenti termali. In Francia i molti pazienti guariti (gli ex voto), testimoniarono il successo dopo essersi sottoposti alle cure termali, resti rinvenuti nei pressi del santuario di Sequana e di quello di Sources des Roches, vicino a Chamalierè. In Germania si ricordano le terme di Badenweiler nella Foresta Nera (dell’80 d.C.) le celebri Terme di Aquae (odierna Baden Baden), divenute sotto Caracalla Aquae Aureliae, le terme di Aquisgrana e i resti grandiosi dell’antico complesso termale di Wisbaden. In Britania, la testimonianza è caratterizzata della presenza delle sorgenti termali ed dal complesso di Bath fiume Avon, recentemente dichiarato, dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Nel frattempo, in questo periodo storico, si assiste alla nascita dell’idrologia con fisionomia di pratica terapeutica, mentre scompare l’uso del bagno come pratica igienica e status sociale è quanto sostiene, nel saggio “ Terme e Termalismo nella storia, Barbara Colacchia”. 20 Inizia un periodo dove tra credenze e osservazioni popolari, vengono ulteriormente analizzati i meccanismi d’azione delle varie acque e si attribuiscono i diversi effetti. Per le malattie della pelle e per la sterilità femminile vengono raccomandate le acque solfuree e le salsobromoiodiche, come tutt’oggi viene riconosciuto e confermato dai nostri cultori del termalismo. Compaiono le inalazioni di vapori, le terapie inalatorie e sudatorie in grotte naturali con le realtà delle sorgenti termali e l’applicazione di fanghi. Tuttavia, da questo periodo in poi, le Therme non rappresentarono più luoghi di incontro della vita cittadina, ma si iniziava a identificarle come vere destinazioni turistiche, dapprima esclusive per le classi sociali più elevate e poi accessibili anche al ceto medio. A partire dal XIII sec. scienziati e medici condussero i primi studi idrologici; si ricorda Pietro D’Abano, Pietro da Eboli che, con il suo De Balneis Puteolanis illustrò le qualità di ben 35 fonti campane oltre a tanti altri trattati di Gentile da Foligno, Pietro da Tassignano, Tura di Castello, Falloppio, Ugolino da Montecatini autore del Tractatus de Balneis, Andrea Bacci autore De Thermos, che testimoniano un attento esame delle analisi e dei bagni noti in Italia nel XVI sec. Anche illustri personaggi quali Federico II, Petrarca, Bonifacio VIII, vengono guariti o più o meno “beneficiati dalle acque”, ma conoscenze e metodi sulle acque in questi secoli seppur sostenuti e ben considerati dall’Università di Bologna, non progrediscono. Rispetto al Medioevo anche nel Rinascimento, non si assiste ad una sostanziale progressione. 21 La svolta scientifica dell’idrologia ha inizio solo nel XVIII sec. con l’affermarsi del metodo sperimentale e con il sopraggiungere della chimica moderna si realizzano i primi studi sulla composizione delle acque minerali. Il periodo del pieno sviluppo scientifico della medicina è segnato dall’800, quando la scienza chimica, fisica e biologica evolvendosi sempre di più arriva a delineare l’acqua minerale nella sua fisionomia moderna di farmaco complesso e irriproducibile artificialmente; teoria supportata da molti cultori del termalismo. Ciò che nel ‘700 era ancora un luogo puramente di svago, la stazione termale si trasforma in “un antico luogo romano di salute, di cultura, sociale” (Ario Locci 2013 Dal Termalismo al turismo organizzato), ma viene a identificarsi anche come sede occasionale di incontri politici. L’offerta ricettiva alberghiera si arricchisce e impreziosisce di grandi strutture alberghiere, giardini, parchi, ville caratterizzati dallo stile liberty, che ancora oggi è possibile ammirare e vivere. È la nascita dei centri di villeggiatura e di vita mondana, una trasformazione di quelle località termali in vere e proprie stazioni e città termali dove le classi economicamente più elevate si recavano per passare le acque, dunque vere e proprie “destinazioni turistiche”. Questa trasformazione però subì, con i due conflitti mondiali, un rallentamento e solo dopo, con la ripresa economica negli anni ’50 e ’60, si definì “la stagione del termalismo sociale” quando andare alle terme, per molte persone, rappresentava la sola vacanza annuale con un concetto terapeutico delle terme come “cure”, che lo hanno contraddistinto fino a pochi decenni fa. Il forte cambiamento infatti, fu favorito dalle politiche sanitarie di allora, favorevoli al settore, quando l’offerta del servizio curativo e di intrattenimento era rivolta a tutte le classi sociali e sostenuto dal Sistema Sanitario Nazionale e la 22 domanda era concentrata verso un termalismo terapeutico, dove il maggior intervento statale era la causa. Questo determinò l’uscita del termalismo dal mercato, dove la maggioranza dei loro ricavi derivava da utenti convenzionati, portando così il termalismo ad essere un comparto protetto. Solo verso gli anni ’80 assistiamo ad un nuovo modo di concepire il benessere fisico e la cura della propria immagine e dunque ad un primo cambiamento della “domanda termale”, dove un soggiorno di cura con la qualità della terapia proposta, era fondamentale (Sartore, 2008). Grande fu lo sviluppo di molti centri benessere specializzati a soddisfare le nuove esigenze e i nuovi bisogni, dove tutto il sistema termale si trovò impreparato e incapace a saper sfruttare queste nuove opportunità. Seguì così, negli anni 90, la profonda crisi dei stabilimenti termali e di conseguenza una forte diminuzione delle prestazioni termali causato principalmente da : - crisi dello Stato sociale (e di conseguenza minor supporto del Sistema Sanitario Nazionale); - crisi d’immagine delle terme (associate sempre più spesso a qualcosa di vecchio e stantio); - mancanza di una normativa europea; - l’apertura dei nuovi centri benessere specializzati con la determinazione di una nuova tipologia di clientela che si stava affermando; - sviluppo di una nuova concorrenza dei Paesi dell’Est. Questa crisi determinò una nuova immagine del settore; infatti molti stabilimenti termali vennero privatizzati con nuove prospettive e problematiche dovendosi confrontare in modo del tutto nuovo, con un mercato in evoluzione e in forte concorrenza. 23 Il termalismo oggi ha necessità di far uscire dall’isolamento lo stabilimento termale, il cui successo è legato ormai non solo dalle caratteristiche intrinseche (qualità delle acque, tipologia dei servizi offerti, efficienza della struttura), ma anche dall’integrazione che questo riesce ad avere con il territorio, in cui è inserito. Non più una concezione chiusa del centro termale, ma un’offerta territoriale di area inserita nella specifica identità ambientale. 3. La struttura del settore termale L’Italia, grazie alla diffusa presenza del fenomeno denominato “vulcanesimo secondario”, è il Paese europeo che vanta una straordinaria risorsa termale con vere e proprie città termali, dove si riscontra un maggior numero di aziende. Il settore, rappresenta un comparto rilevante nel sistema economico produttivo, turistico ed occupazionale del Paese. Le fonti ISTAT /Union Camere, alla data del 31 dicembre 2013 evidenziano che operano in Italia 326 imprese termali distribuite in 20 regioni e in 185 località, con un numero degli addetti assorbiti nel settore che risulta essere 153.350 circa di lavoratori. Da tener conto, però, che circa 50 aziende sono classificate diversamente dall’ATECO e che esercitano quale attività principale la ricezione alberghiera. Seppur presenti nel nostro territorio realtà di successo, la massima concentrazione si registra nelle Regioni del Veneto e della Campania con aree più ricche di sorgenti e acqua solfurea quali Colli Euganei e l’Isola di Ischia. 24 Grafico 2 - Consistenza delle aziende termali per aree geografiche (al 31 dicembre 2013) Fonte: Elaborazione Federterme su dati ISTAT e Unioncamere Dall’analisi delle informazioni statistiche rilevate occorre sottolineare che si riscontra una notevole coincidenza all’interno del settore delle società di capitali (SPA, SRL, SAPA, ecc.), le quali costituiscono circa il 78% delle unità produttive. Altra nota, degna di essere sottolineata, è che vi è un’alta propensione dell’offerta del prodotto turistico termale ad ampliare la gamma dei servizi e dei beni erogati alla clientela. Questo perché oggi i “bisogni” della domanda tipica di un prodotto termale si sono trasformati, la crisi economica che perdura in questi ultimi anni e le nuove esigenze delle famiglie, dei loro gusti e delle loro preferenze, hanno modificato la domanda. È mutata, dunque, la domanda di mercato e conseguentemente l’offerta dell’attività termale, così come la concezione del termalismo. È emersa una nuova concezione di “benessere termale”, con il quale accanto al tradizionale apporto delle acque termali e alla certezza validata delle cure, si sono affermate prestazioni legate al relax, agli stili di vita, più distanti da vincoli di 25 carattere sanitario, più determinanti per l’affermazione di nuove forme e destinazioni turistiche. Uno sviluppo del “benessere” che ha visto la nascita di importanti investimenti e di interessanti esperienze pubbliche e private, pur non risultando risolutivo per le difficoltà che vive il settore termale più tradizionale (soprattutto grandi difficoltà per quelle città dove la risorsa termale è stata modello di sviluppo centrale e quasi assoluto), ha comunque mostrato le grandi potenzialità dell’integrazione fra le declinazioni del “Wellness” e quella “terapeutico-sanitaria” che dev’essere salvaguardata e rilanciata in quanto, oltre a rappresentare un’attività sostenibile rispetto alle peculiarità naturali ed a diversificare la qualità dell’offerta di benessere, terapeutica-sanitaria, potrebbe contribuire e valorizzare l’intero settore turistico nazionale, uno dei comparti d’eccellenza del nostro Paese. Dal punto di vista qualitativo i consumatori richiedono servizi ad hoc per le loro esigenze, per gli obiettivi che si sono prefissati, sono più aggiornati sulle novità, più attenti alla qualità del servizio che viene loro offerto, più esigenti e consapevoli di cosa vogliono. Infatti la famiglia acquista il prodotto termale non solo per curare o prevenire i disturbi delle malattie più o meno gravi, ma soprattutto ci si avvicina al prodotto turistico termale, per soggiornare in un ambiente sano, incontaminato, per alleviare lo stress del quotidiano, per sottoporsi a percorsi del Wellness quali benessere ed estetici. Accanto ai tradizionali trattamenti termali (inalazioni, irrigazioni, bagni di vapore di acqua sulfurea, fanghi, ecc.), viene offerto un prodotto integrato da prestazioni di medicina riabilitativa e per il benessere in senso lato, servizi alberghieri e della ristorazione (con menù diversificati e studiati per particolari clienti, menù biologici per quelli con particolare patologie ed esigenze), prodotti cosmetici, attività sportive, ricreative, culturali, enogastronomiche, ecc. 26 Questo giustifica che, essendo in quest’ultimi anni aumentato il peso economico delle aziende termali di grandi dimensioni, solo quest’ultime possono investire risorse adeguate per differenziare e consolidare l’offerta di beni e servizi. Importante sottolineare a tal proposito che nel 2013 le imprese con 4 milioni di euro di fatturato, pur rappresentando poco più del 21% del totale, contribuiscono per circa il 60% ai ricavi del settore. Nel nostro Paese, l’offerta ricettiva nelle destinazioni termali risulta essere determinata da oltre 3 mila imprese ricettive e una capacità di posti letto di 192.00 circa che rappresentano rispettivamente, il 2% e il 3% sul totale Italia (fonti ISTAT 2013-14). Da considerare che il 12% dei posti letto è di pertinenza delle stesse strutture termali. Mediamente ogni azienda conta circa 80 posti letto, un dato che sale notevolmente se si escludono gli stabilimenti più piccoli e quelli che essendo privi di una propria struttura ricettiva, stipulano convenzioni con esercizi esterni. Importante sottolineare che oltre alla quantità, che risulta piuttosto considerevole dell’offerta ricettiva termale disponibile, vi è un’altrettanta elevata qualità, infatti più della metà della capacità ricettiva garantisce gli standard qualitativi dei servizi alberghieri dove si riscontra, in più della metà delle strutture ricettive, una realtà classificata a 4, 5 stelle, dotate di camere confortevoli, impianti sportivi e spazi destinati a mostre, convegni e tanto altro, strumenti importanti per riuscire a diversificare l’offerta turistica termale e del territorio (Federterme, 2014). 27 Grafico 3 - Ripartizione delle aziende termali per classi di fatturato (Anno 2013) Fonte: Elaborazione Federterme su dati tratti dai bilanci aziendali Si riscontra però che rispetto al 2005 diminuisce il numero di esercizi ricettivi (16%) e quello dei posti letto (-9%), un ridimensionamento legato maggiormente al comparto alberghiero che conta nel 2011 un totale di 1.276 esercizi (-24%) per quasi 100 mila posti letto (-11%). Il comparto exalberghiero/complementare assorbe circa 58% dell’offerta ricettiva in termini di strutture, con un totale di 1.732 imprese (-8%) e 34 mila posti letto (1%). 28 Tabella 1 - Esercizi ricettivi e capacita per tipologia di imprese nelle località termali Esercizi Alberghi Extralberghiero Campeggi turistici Alloggi in affitto Alloggi agrituristici e Country-Houses Ostelli per la Gioventù Case per ferie Rifugi alpini Altri esercizi ricettivi Bed & breakfast Totale 2005 2011 1.685 1.879 31 1.066 482 15 34 39 34 178 3.564 1.276 1.732 49 712 562 15 46 47 9 292 3.008 Letti Var % 20052011 -24, 3 -7, 8 58, 1 -33, 2 16, 6 0, 0 35, 3 20, 5 -73, 5 64, 0 -15, 6 2005 2011 111.989 34.376 10.662 10.284 5.922 801 1.794 1.626 1.665 1.622 146.365 99.779 33.949 11.074 7.595 7.684 706 2.910 1.813 612 1.555 133.728 Var % 20052011 -10, 9 -1, 2 3, 9 -26, 1 29, 8 -11, 9 62, 2 11, 5 -63, 2 -4, 1 -8, 6 Fonte:ISTAT Relativamente al prodotto termale, come precedentemente sottolineato, gli stabilimenti termali sono distribuiti su tutto il territorio nazionale abbastanza omogeneamente, riscontrando, nelle regioni dell’Emilia Romagna e Toscana la massima concentrazione. Tutte, però, hanno una loro tipologia e caratteristica tanto da consentire una precisa distinzione in base a parametri diversi quali ad esempio le modalità di somministrazione dell’acqua termale e identità. Diverse dunque le tipologie che si possono trovare: Acqua da bere, che permette di effettuare una cura idroponica: Terme di Montecatini, Chianciano, Fiuggi; Acque utilizzate per le altre prestazioni (come terapia inalatoria): terme di Salsomaggiore, Sirmione o nel Bacino termale Euganeo. Ma il sistema termale nazionale si può suddividere indicando un’altra tipologia di terme relativa alla dimensione: - Siti termali di piccole dimensioni in un unico stabilimento, realtà che si riscontra in gran parte delle località termali, dove raramente troviamo 29 strutture ricettive annesse perché il loro core business è l’erogazione dei servizi termali a residenti e pendolari. - Siti termali di piccole dimensioni che oltre al servizio termale offrono servizi ricettivi in questo caso il core business è rappresentato da diversi servizi, tra i quali anche quelli termali. - Siti termali di grandi dimensioni che possono a loro volta essere suddivisi in: Siti termali di grandi dimensioni con un unico stabilimento o pochi grandi stabilimenti (ad esempio Salsomaggiore, Chianciano e Montecatini). In questo caso il servizio ricettivo è esterno allo stabilimento ed il core business è unicamente l’erogazione di prestazioni termali. Sito termale di grandi dimensioni con molte strutture ricettive all’interno di ognuna delle quali è presente lo stabilimento termale (l’unico esempio nazionale ed Europeo di questa tipologia è dato dal Bacino Termale Euganeo. Domanda e offerta del settore termale Il prodotto termale, pur rivestendo una notevole importanza nel mercato del turismo, in questi ultimi decenni non ha avuto il successo che merita (Sartore, 2008). In costante aumento dal 2004 è stato l’interesse alla salute del proprio corpo intesa come stato di benessere psicofisico, registrando, inoltre, che la quota dei trattamenti di benessere, pagata in proprio dai privati, è in aumento, ciò in contraddizione con il calo d’interesse per le cure termali tradizionali dove è previsto anche il rimborso delle spese da parte del Sistema Sanitario Nazionale. È interessante notare come la domanda dei servizi termali sia concentrata in un numero molto limitato di siti, infatti, quasi l’85% degli arrivi e presenze è 30 convogliata nelle prime 5 stazioni a elevata specializzazione termale quali Bacino termale Euganeo, Montecatini, Cianciano Siena, Salsomaggiore e Fiuggi. Tale domanda, che si diversifica da quella che sceglie esclusivamente un soggiorno legato al benessere e incentrato sul fitness, sull’estetica, sull’alimentazione, sul divertimento ovvero dove il cliente tipo si colloca nella fascia d’età fino a 60 anni, infatti si registra che solo il 19% ha più di 60 anni e un altro 19% ha tra 46 e 60 anni (Gregori 2005 e Federterme –Mercury, 2004). Caratteristica da non sottovalutare è che negli anni successivi al 2005, si determina un maggior incremento dell’età media della domanda e maggiori servizi differenziati tra loro. Occorre dunque differenziare 2 tipologie di domanda termale: Cliente tradizionale legato a cure tradizionali (con o senza il supporto del SSN) Cliente innovativo che richiede servizi più incentrati sul Wellness, servizi estetici, fitness, relax, alimentari, ecc., un target molto interessante in termini assoluti, ma molto rilevante in termine di crescita. Secondo i risultati di una ricerca empirica proposta dal Prof. Gregori nel 2004 che ha sostenuto un’analisi delle caratteristiche della tipologia della clientela termale considerando diverse variabili, il cliente termale appartiene ad un ceto medio della popolazione, mentre il cliente classico è caratterizzato da un’elevata fidelizzazione il 30,1% degli ospiti afferma di frequentare da più di 10 anni la struttura termale e oltre l’80% dichiara di volerci tornare nei prossimi anni. Inoltre, il cliente termale ricopre una posizione di pensionato (con un ben 51%), seguito dalle casalinghe (22,7%), e impiegati (10, 5%) pochi sono i lavoratori autonomi (5, 9%), operari (2, 8%) e studenti (2%). 31 La tipologia di turisti: i turisti italiani Secondo gli ultimi dati dell’Unioncamere, oggi gli italiani che soggiornano nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere nelle località termali sono il 6%. Scopo principale del soggiorno nelle località termali è caratterizzato principalmente dall’interesse di trascorrere qualche giorno di relax assoluto (41%), all’insegna del benessere e della cura di sé nelle beauty farm (37%), registrando la percezione di queste località come “esclusive” (15%), di un certo richiamo naturalistico (12%) e interessati anche in termini di vicinanza (11%). Lo strumento che ha inciso sulla scelta della destinazione si conferma il passaparola (36%) e la propria esperienza personale (32%), mentre in questo settore c’è da registrare un calo per quanto riguarda l’influenza per la scelta di internet rispetto al 2011, appena il 15%, il 10% tramite le informazioni e il 5% con i pacchetti. In riferimento alle attività svolte durante il soggiorno si registra che il 43% frequentano il centro benessere, il 41% praticano lo sport e relativamente a interessi e motivazioni diverse si registra il 24% effettua escursioni, il 17% shopping ed il 17% hanno interesse alla degustazione dei prodotti tipici locali. I turisti italiani hanno un giudizio dell’offerta turistica termale complessiva pari a un punteggio di 7, 7 da una scala che va da 1 a 10, facendo emergere un punteggio più alto di soddisfazione per quanto riguarda le strutture di alloggio (7, 8): un 8, 1 espresso per le informazioni nelle strutture di alloggio ed un 8 per l’accoglienza, per le misure di sostenibilità ambientale, per la valorizzazione dell’identità locale e per la pulizia. Tra le valutazioni si sottolineano le azioni si sensibilizzazione ambientale verso la clientela e l’atmosfera legata all’identità locale (8,1). 32 Relativamente a quanto spendono pro- capite, i turisti spendono 95 euro a persona per il viaggio A/R, 73 euro per l’alloggio al giorno e 85 euro per le spese extra. Da quest’ultimi dati, relativi alle attività svolte durante il soggiorno termale si conferma l’interesse a trascorrere qualche giorno di assoluto relax (41%) e all’insegna del benessere (il 43%) e alla cura di sé nelle beauty farm (37%), emerge chiaramente come al turista tradizionale si sia affiancata una clientela innovativa che desidera rilassarsi e mantenersi in forma. Ma quest’ultimo target è a sua volta composto da una tipologia di clientela molto eterogenea con bisogni ed esigenze diverse: prestazioni di estetica, di piscina termali e altri servizi con acque termali prestazioni di fitness, cure alimentari, ma anche relax. Certamente molta attenzione va a questo tipo di “domanda innovativa” rispetto a quella tradizionale, un cliente di aspettative molto elevate rispetto a quello tradizionale ed utilizza parametri di valutazione differenti che necessitano di risposte diverse da parte delle aziende. Tabella 2 - Il peso del turismo nelle località termali in Italia (%) Confronto 2008-2012 2008 2009 2010 2011 2012 Italiani 4, 9 5, 4 4, 9 4, 6 6, 0 Stranieri 3, 7 2, 3 3, 1 3, 2 4, 7 Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – dati Unioncamere 33 Totale 4, 4 4, 1 4, 1 4, 0 5, 4 Tabella 3 - TERME : Motivazione principale del soggiorno (Possibili più risposte, % calcolata sul totale turisti) Italiani Posto ideale per riposarsi Benessere, beaty, beauty farm fitness Bellezze naturali del luogo Località esclusiva Prezzi convenient Posto ideale per praticare un particolare sport Il desiderio di vedere un posto mai visto Per la vicinanza Per i divertimenti che offre Decisione altrui Ho i parenti/amici che mi ospitano Interessi enogastronomici Per il gusto dell’avventura Abbiamo la casa in questa località Perché siamo clienti abituali in una struttura ricettiva di questa località Shopping Facilità di raggiungimento di buoni collegamenti Motivazione lavoro Eventi Posto adatto per bambini piccoli Per conoscere usi e costumi dalla popolazione locale Partecipare a eventi folkloristici della cultura locale Ricchezza del patrimonio artistico/monumentale 41, 0 37, 2 12, 2 14, 5 8, 1 6, 8 6, 4 10, 6 5, 5 7, 2 7, 3 3, 0 3, 1 6, 5 5, 1 3, 6 4, 5 1, 9 1, 8 2, 5 0, 7 1, 1 0, 8 Europei 42, 1 37, 2 20, 2 7, 4 15, 3 16, 5 13, 3 5, 6 9, 0 6, 0 4, 6 10, 9 8, 7 2, 3 3, 2 3, 9 2, 1 4, 3 3, 0 0, 6 3, 4 1, 2 1, 8 Stranieri Extraeuropei 28, 3 22, 0 6, 4 7, 9 17, 0 2, 7 19, 0 4, 0 20, 4 6, 3 10, 8 8, 5 7, 6 10, 7 6, 3 21, 7 0, 9 0, 8 4, 1 0, 9 3, 5 4, 1 2, 7 Totale Totale 41, 3 36, 2 19, 3 7, 5 15, 4 15, 6 13, 6 5, 5 9, 7 6, 0 5, 0 10, 7 8, 6 2, 8 3, 4 5, 1 2, 0 4, 1 3, 1 0, 6 3, 4 1, 4 1, 9 41, 1 36, 8 14, 9 11, 8 10, 9 10, 2 9, 2 8, 7 7, 1 6, 7 6, 4 6, 0 5, 2 5, 1 4, 4 4, 2 3, 5 2, 7 2, 3 1, 7 1, 7 1, 2 1, 2 Fonte : Osservatorio Nazionale del Turismo – dati Unioncamere Tabella 4 - Canali di comunicazione che influenzano la scelta del soggiorno possibile più risposte, % calcolata sul totale turisti. Anno 2012 Italiani Consiglio/Racconti di amici/parenti/familiari C’ero già stato/ esperienza personale Internet Informazioni internet Offerte internet Consiglio dell’agenzia di viaggi Non ho scelto io/hanno deciso altri Cataloghi /Depliant di agenzie di viaggi Mostre/Convegni/Fiere Pubblicità Pubblicità in TV Pubblicità sulla stampa Guide turistiche Consiglio di enti/uffici turistici presso cui mi sono recato Articoli/redazionali su periodici su periodici/Quotidiani Libri/testi non di turismo Richiesto dai figli fino a 14 anni Smart phone 36, 2 32, 2 14, 6 9, 7 6, 3 6, 2 6, 3 2, 7 2, 8 2, 6 1, 3 0, 5 1, 8 2, 5 2, 1 1, 5 0, 9 1, 3 Europei 27, 1 21, 8 35, 3 26, 2 13, 7 11, 5 7, 5 6, 8 6, 7 4, 6 1, 2 1, 8 5, 6 4, 0 3, 4 2, 2 2, 3 0, 9 Stranieri Extraeuropei 45, 2 11, 0 13, 8 7, 5 6, 3 6, 6 12, 9 16, 9 6, 4 8, 4 5, 0 5, 2 5, 1 1, 9 0, 1 7, 2 7, 3 - Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – dati Unioncamere 34 Totale Totale 28, 2 21, 2 33, 9 25, 0 13, 2 11, 2 7, 9 7, 4 6, 6 4, 8 1, 4 2, 0 5, 6 3, 9 3, 2 2, 6 2, 6 0, 8 33, 2 28, 0 22, 0 15, 5 8, 9 8, 1 6, 9 4, 5 4, 3 3, 5 1, 4 1, 1 3, 2 3, 0 2, 5 1, 9 1, 5 1, 1 Tabella 5 - TERME :Attività svolte (Possibili più risposte; % calcolata sul totale turisti. Anno 2012) Italiani Escursioni Sono andato in centri benessere (saune ecc.) Praticato attività sportiva Ho degustato prodotti tipici locali Ho fatto shopping Visita musei e/o mostre Ho acquistato prodotti tipici e/o dell’artigianato locale Partecipazione ad eventi enogastronomici Visitato monumenti e siti di interesse archeologico Ho assistito a spettacoli musicali Partecipazioni ad eventi folkloristici Partecipazione a convegni e/o congressi o fiere e manifestazioni espositive Partecipazioni a spettacoli teatrali o cinematografici 23, 7 43, 0 40, 6 16, 6 17, 0 9, 1 7, 1 7, 4 5, 4 6, 0 3, 9 2, 9 2, 5 Europei 27, 2 46, 9 48, 7 29, 0 18, 4 10, 7 10, 9 9, 4 8, 9 4, 9 6, 3 6, 0 3, 7 Stranieri Extraeuropei 25, 9 51, 5 35, 3 26, 8 23, 4 15, 1 19, 0 6, 8 8, 6 4, 6 6, 5 7, 4 3, 2 Totale Totale 27, 1 47, 2 47, 8 28, 8 18, 7 11, 0 11, 4 9, 2 8, 9 4, 9 6, 3 6, 1 3, 7 25, 0 44, 6 43, 4 21, 3 17, 6 9, 8 8, 7 8, 1 6, 7 5, 6 4, 8 4, 1 2, 9 Fonte: ISTAT - Osservatorio Nazionale del Turismo – dati Unioncamere Tabella 6 - Terme: giudizio medio sul soggiorno – Anno 2012 (dove 1 è il minimo e 10 il massimo) Italiani Offerta turistica nel complesso Destinazione/Territorio Adozione di misure di sostenibilità ambientale Atmosfera legata all’identità locale Cortesia /ospitalità della gente Pulizia del luogo Accessibilità del territorio Coerenza con l’immagine/aspettative Rispetto per l’aree verdi Presenze di aree verdi Attività di sensibilizzazione verso i turisti Organizzazione del territorio Informazioni turistiche Presenza di connessione wi-fi gratuite Strutture alloggio Informazioni nelle strutture di alloggio Misure di sostenibilità ambientale nelle strutture di alloggio Valorizzazione dell’identità ambientale locale Accoglienza nelle strutture di alloggio Pulizia di alloggio Coerenza con l’immagine veicolata Capacità di problem solving Conoscenza delle lingue straniere Professionalità personale Promozione dei prodotti tipici Rapporto qualità /prezzo Costo dell’alloggio 7, 7 7, 7 8, 1 8, 1 7, 9 7, 7 7, 8 7, 7 7, 7 7, 7 7, 6 7, 5 7, 4 7, 2 7, 8 8, 1 80 8, 0 8, 8 8, 0 7, 9 7, 8 7, 8 7, 9 7, 7 7, 7 7, 5 Europei 7, 9 7, 9 8, 3 8, 1 8, 3 8, 1 7, 9 7, 9 7, 8 7, 7 7, 7 7, 6 7, 6 7, 4 8, 1 8, 3 8, 4 8, 3 8, 2 8, 2 8, 2 8, 2 8, 1 8, 0 7, 9 7, 7 7, 8 Stranieri Extraeuropei 7, 8 7, 7 8, 6 7, 9 7, 8 7, 7 8, 0 7, 4 7, 6 7, 6 7, 9 7, 5 7, 0 6, 6 7, 9 8, 7 8, 5 7, 9 7, 9 8, 6 8, 7 7, 5 7, 1 7, 0 7, 1 7, 4 Fonte ISTAT - Osservatorio Nazionale del Turismo – Unioncamere 35 Totale 7, 9 7, 9 8, 3 8, 1 8, 3 8, 1 7, 9 7, 8 7, 8 7, 7 7, 8 7, 6 7, 6 7, 4 8, 1 8, 4 8, 4 8, 3 8, 2 7, 7 8, 2 8, 3 8, 0 7, 9 7, 9 7, 7 7, 7 Totale 7, 8 7, 8 82 8, 1 8, 1 7, 9 7, 9 7, 8 7, 7 7, 7 7, 6 7, 6 7, 4 7, 2 7, 9 8, 2 8, 1 8, 1 8, 1 8, 2 8, 0 8, 0 7, 9 7, 9 7, 8 7, 7 7, 6 Tabella 7 - Terme: Giudizio medio sul soggiorno – Anno 2012 (Dove 1 è il minimo e 10 il massimo) Italiani Ristorazione Qualità del mangiare e bere Azioni di sensibilizzazione ambiente verso la clientela Presenza di menù per persone con esigenze speciali Varietà dell’offerta Promozione dei prodotti tipici Tipicità dell’offerta Misure di sostenibilità ambientale nei luoghi di ristoro Organizzazione di eventi enogastronomici Costo di ristorazione Trasporti Bike sharing/car sarin Informazioni sui trasporti locali Presenza e qualità dei collegamenti Traffico Offerta dei porti turistici Attenzione alle esigenze speciali di mobilità Accessibilità via terra /via mare Piste ciclabili Costo dei trasporti locali Costo dei trasporti locali Attività Rapporto qualità prezzo delle attività ricreative Varietà dell’offerta per il tempo libero Occasioni di socializzazione Fruibilità dell’offerta Informazioni sull’offerta d’intrattenimento Offerta culturale legata al territorio Informazioni sull’offerta culturale Offerta culturale Offerta d’intrattenimento Europei 8, 1 8, 5 8, 3 8, 1 8, 1 8, 0 8, 0 7, 8 7, 7 7, 6 7, 6 8, 1 7, 7 7, 7 7, 6 7, 4 7, 7 7, 5 7, 4 7, 5 7, 5 7, 9 8, 2 8, 2 7, 9 8, 0 7, 9 7, 8 7, 6 7, 8 7, 7 7, 7 8, 0 8, 1 8, 0 7, 9 7, 7 7, 7 7, 5 7, 5 7, 3 7, 5 8, 0 7, 7 7, 6 7, 5 7, 6 7, 4 7, 4 7, 4 7, 4 7, 4 7, 5 7, 9 7, 9 7, 8 7, 7 7, 7 7, 7 7, 7 7, 4 7, 3 Stranieri Extraeuropei 7, 7 7, 8 7, 8 7, 55 8, 3 8, 3 7, 4 7, 3 8, 1 7, 2 7, 6 7, 8 7, 6 7, 7 7, 5 7, 3 7, 9 7, 3 7, 8 7, 3 7, 3 7, 7 7, 6 8, 4 7, 4 8, 1 7, 0 7, 6 7, 8 7, 4 7, 5 Totale Totale 8, 0 8, 4 8, 3 8, 1 8, 1 8, 0 7, 9 7, 8 7, 7 7, 5 7, 6 8, 1 7, 7 7, 7 7, 6 7, 4 7, 7 7, 5 7, 4 7, 5 7, 5 7, 9 8, 1 8, 2 7, 8 8, 0 7, 8 7, 8 7, 6 7, 7 7, 7 7, 8 8, 2 8, 2 8, 0 7, 9 7, 8 7, 8 7, 6 7, 6 7, 4 7, 6 8, 0 7, 7 7, 6 7, 5 7, 5 7, 5 7, 4 7, 4 7, 4 7, 4 7, 7 8, 0 8, 0 7, 8 7, 8 7, 7 7, 7 7, 7 7, 5 7, 4 Fonte: Osservatorio Nazionale per il Turismo- dati Unioncamere Tabella 8 - TERME: Spesa sostenuta per il viaggio e l’alloggio dai turisti (Anno 2012) Spesa media a persona in euro Viaggio A/R (media a persona) Alloggio (media giornaliera a persona) Altre spese (media giornaliera a persona) Italiani Europei Extraeuropei Totale Totale 94, 73 163, 09 515, 02 189, 37 129, 09 73, 18 69, 21 51, 09 67, 84 71, 17 7, 3 7, 7 7, 5 7, 7 7, 4 Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – dati Unioncamere La tipologia di turisti: i turisti stranieri Si registra un dato superiore rispetto allo scorso anno dei turisti stranieri che soggiornano nel nostro Paese per le cure termali. 36 Le destinazioni termali hanno un appeal particolare per i turisti che provengono dall’Austria (8%) e dalla Svizzera (7%). La scelta è basata principalmente per il relax e benessere (41% e 36%), che unita alle bellezze naturalistiche (19%), alla percezione delle località come “convenienti” (15%) e ideali per praticale lo sport (16%) e in grado di suscitare molta curiosità per chi vive il prodotto per la prima volta (14%). Strumento di comunicazione principale per l’orientamento della scelta è internet, un terzo dei turisti che soggiornano in queste località termali è influenzato da tale strumento (25% sul piano delle informazioni e il 13% in relazione alla presenza di offerte e pacchetti). L’11% si rivolge ai consigli e all’assistenza delle agenzie di viaggio a cui si aggiunge il 7% che sceglie sfogliando cataloghi e depliant. Relativamente alle attività svolte durante il loro soggiorno, gli stranieri dedicano tempo al benessere il 47% e allo sport il 48% ma si registra maggior interesse alla degustazione dei prodotti tipici e del territorio (29% li degusta, il 27% fa escursioni). Il 19% dedica tempo allo shopping, mentre interessati alla sfera culturale dando spazio ai musei e monumenti l’11% e interessati all’artigianato locale sono ugualmente l’11%. Nell’esprimere il giudizio dell’offerta turistica nel complesso indicano un 7,9, indicando i servizi più apprezzati le strutture di alloggio in media 8,1 e la ristorazione 8, il cui punto di forza risulta l’offerta enogastronomica 8,4 e le azioni di sensibilizzazione ambientale verso la clientela 8,3. Relativamente a quanto spendono pro- capite, i turisti stranieri spendono per il viaggio A/R 515 euro a persona per chi proviene da oltre i confini europei e 163 euro per gli europei, 69 euro per l’alloggio al giorno per gli europei e 51 euro per extraeuropei e 69 euro per le spese extra. 37 Tabella 9 - Turismo straniero - Prodotto di destinazione del soggiorno: terme - Anno 2012 (% sul totale dei turisti in Italia per Paese di origine) Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – dati Unioncamere AUSTRIA Gli austriaci che scelgono le località termali in Italia sono l’8%. La motivazione principale che determinata la scelta è il relax 48% accanto al desiderio di dedicarsi al benessere nelle beauty farm o centri fitness (31%) Il canale di comunicazione che più sensibilizza la scelta per i turisti austriaci è internet 27%, mentre, il passaparola è un fattore di supporto alla scelta della destinazione (influenza il 26%). Durante il soggiorno dedicano principalmente il tempo a praticare lo sport (44%) avendo anche interesse alla degustazione e alla conoscenza dei prodotti tipici (39%). SVIZZERA Gli svizzeri che scelgono le località termali in Italia sono il 7%. 38 La motivazione principale che determinata la scelta è la cura di sé (42% ), accanto al desiderio assoluto di relax (39%). La passione sportiva e la convenienza dei prezzi motivano il turista svizzero a scegliere l’Italia (23%). Il canale di comunicazione che più sensibilizza la scelta per i turisti austriaci è il consiglio di amici e familiari (32%), influente è internet (25%) accanto alla propria esperienza personale (25%). Durante il soggiorno circa la metà dei turisti frequentano i centri benessere (50%) registrando un interesse quasi parallelo per praticare lo sport (47 %). Tra le attività più praticate sul luogo di vacanza si evidenziano la degustazione dei prodotti tipici (24%) e lo shopping 20%. SPAGNA Gli spagnoli che scelgono le località termali in Italia sono il 5%. La motivazione principale che determinata la scelta è la convenienza economica (51%) accanto al desiderio di dedicarsi alla cura di sé nelle beauty farm e il desiderio di riposo (entrambi il 31%). Il canale di comunicazione che più sensibilizza la scelta è il web (49%), dai media (recensioni e articoli su periodici influiscono per il 25%) e dalle agenzie di viaggio (il 25% dai cataloghi). Durante il soggiorno sono fortemente attratti dalla buona cucina locale e dalla degustazione dei prodotti tipici locali, è in primo piano in termini di attività svolte (47%); mentre il 43% frequentano i centri benessere e il 32% si dedica allo shopping. 39 I risultati del settore termale 2013 - 2014 Nell’andare ad esaminare i risultati del settore termale relativi agli anni 2013 2014 è importante sottolineare e soffermarsi sull’andamento degli anni precedenti e su alcune considerazioni di carattere generale. Relativamente all’occupazione si registra complessivamente, una performance al di sopra di quella registrata nel 2011, infatti si ha un picco stagionale in estate, il 53% a luglio, il 67% ad agosto ed il 51% a settembre. Rispetto alle precedenti stagioni relative al periodo inizio 2010 fino a chiusura stagione 2012, nel 2012 si è registrato un trend positivo al di sopra della performance del 2011, con il 41% di camere occupate ad ottobre, il 29% a novembre e il 32% a dicembre. Grafico 4 - Occupazione camere turismo termale confronto 2010/2012 (%) Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo – dati Unioncamere 40 Il perdurante arretramento delle due componenti della domanda interna, “investimenti e consumi”, ha contribuito fortemente al calo del PIL a prezzi costanti dell’economia italiana, facendo registrare nel 2013 un calo del 1,9% rispetto al calo del 2012 pari al 2, 5%. Si sottolinea che per quanto riguarda i consumi il periodo preso in esame registra una forte diminuzione della spesa delle famiglie per la generalità dei beni e servizi contenuti nel paniere, per effetto dell’incisività delle misure di aggiustamento fiscale e delle dinamiche negative occupazionali (Federterme, 2014). In particolare per le prestazioni sanitarie e prodotti farmaceutici si calcola una diminuzione del 5,3% in termini monetari. Nell’esaminare, invece, l’andamento delle componenti positive del reddito, viene evidenziato che i ricavi totali del settore (calcolati al lordo del ticket sui cicli di cura), hanno registrato, dopo un 2012 con un segno negativo pari al -6%, nel 2013 una flessione di tre punti, determinandosi a 698 milioni di euro, dove il 65% di tale somma è stata assorbita dalle quattro regioni in cui si concentra l’attività degli stabilimenti ovvero Veneto, Campania, Emilia Romagna e Toscana. La flessione registrata dei ricavi totali nel settore è stata determinata non solo dal comparto delle cure termali (-2,1%), ma anche da quello comprendente la ricezione alberghiera, la ristorazione, il Wellness e gli altri beni e servizi satelliti al prodotto (-3,8%). La diminuzione dei rimborsi effettuati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per le prestazioni erogate in regime di convenzione, che nel 2013 si aggirano attorno a 120 milioni di euro, ha enormemente determinato la negativa performance del comparto cure, dove il 50% di tale somma sarebbe stato assorbito dalle aziende del Nord, il 17% da quelle del Centro ed la restante somma 33% da quelle del Mezzogiorno. 41 Il calo degli arrivi e presenze nelle strutture ricettive degli stabilimenti, il venir meno della domanda relativa ai vari segmenti del Wellness (medicina estetica, fisiokinesiterapia, massoterapia, ecc.) hanno poi contribuito fortemente alla riduzione dei ricavi. Viene sottolineato che, relativamente ai flussi turistici nel periodo 2007-2013, la durata media di permanenza nelle strutture ricettive alberghiere delle località termali registra una diminuzione da 4 a 3,5 giorni. Tabella 10 - Conto economico del settore termale (Anni 2008-2013) VOCI DI BILANCIO 2008 2009 2010 810.614 823.789 839.516 Ricavi delle vendite 774.336 783.501 - Ricavi per cure termali 377.102 378.431 - Ricavi per altri beni e servizi 397.234 810.317 Beni e servizi Personale Altri costi della produzione 2011 2012 2013 816.418 769.882 745.246 786.437 765.203 719.291 697.712 375.838 360.111 332.022 325.050 405.070 410.599 405.092 387.268 372.663 810.696 830.893 803.575 773.039 745.210 370.478 371.600 378.348 363.856 346.248 332.052 300.796 294.308 299.467 293.504 285.606 279.037 139.043 144.788 153.078 146.215 141.185 134.121 440.136 452.188 461.168 452.562 436.277 429.297 --- 1, 6 Ricavi delle vendite --- - Ricavi per cure termali --- - Ricavi per altri beni e servizi Dati assoluti in migliaia di euro Totale valore della produzione Totale costi della produzione Valore aggiunto ai prezzi di mercato Variazioni percentuali annue Totale valore della produzione Totale costi della produzione 1, 9 -2, 8 -5, 7 -3, 2 1, 2 0, 4 -2, 7 -6, 0 -3, 0 0, 4 -0, 7 -4, 2 -7, 8 -2, 1 --- 2, 0 1, 4 -1, 3 -4, 4 -3, 8 --- 0, 0 2, 5 -3, 3 -3, 8 -3, 6 Beni e servizi --- 0, 3 1, 8 -3, 8 -4, 8 -4, 1 Personale --- -2, 2 1, 8 -2, 0 -2, 7 -2, 3 Altri costi della produzione --- 4, 1 5, 7 -4, 5 -3, 4 -5, 0 --- 2, 7 2, 0 -1, 9 -3, 6 -1, 6 Valore aggiunto ai prezzi di mercato Fonte: Elaborazione Federterme su dati tratti dai bilanci aziendali 42 Tabella 11 - La spesa del SSN per le prestazioni assistenziali (Anni 2008-2013) Spesa per le Totale spesa sanitaria prestazioni termali Anni Migliaia di Numeri Milioni di Numeri euro indici euro indici 2008 128.636 100, 0 101.102 100, 0 2009 139.540 108, 5 102.644 101, 5 2010 141.189 109, 8 104.711 103, 6 2011 132.823 103, 3 103.135 102, 0 2012 121.420 94, 4 101.590 100, 5 2013 120.000 93, 3 101.269 100, 2 Nota: Il dato delle prestazioni termali del 2013 è provvisorio Fonte: Elaborazione Federterme su dati Ministero della salute Da ultimo, si registra che, relativamente all’andamento delle componenti negative sul reddito, la spesa per l’acquisto di beni e servizi (materie prime, merci, utenze dell’acqua, dell’elettricità manutenzioni e riparazioni, ecc...), la riduzione del personale e quindi delle spese relative ai lavoratori stagionali e al ricorrere agli ammortizzatori sociali in deroga, ha segnato un calo del 4,1% per la spese beni e servizi e del – 2, 3% per il personale. Grafico 5 - L’andamento delle principali voci di costo del settore termale nel periodo 2008-2013 (Numeri indici a prezzi correnti – Anno 2008=100) Fonte: Elaborazione Federterme su dati tratti dai bilanci aziendali 43 Dall’analisi dei dati, di recenti indagini sul territorio nazionale, si registrano leggeri segnali di ripresa, relativi al primo semestre 2014, sui ricavi delle cure e delle altre attività integrative del prodotto segnando un graduale recupero della domanda di manodopera. È opportuno riflettere sul fatto che, la generalità delle aziende ha provveduto ad aumentare i prezzi del 3% delle tariffe delle prestazioni termali convenzionate in base all’accordo concluso, nel dicembre 2013, tra Federterme, Ministero della Salute e Regioni. Sebbene si registrino lievi segnali positivi, continuano a permanere alcuni elementi di criticità e incertezza che frenano programmi di investimento, oltre alla difficoltà, ancora forte, di accesso al credito. 4. Riferimenti normativi Riferimenti normativi nazionali antecedenti la Legge Quadro 323/2000 Il settore termale in Italia è caratterizzato da una elevata complessità normativa, dovendo conciliare l’aspetto turistico e l’aspetto sanitario. Da sottolineare infatti che, le attività termali, spesso, sono gestite direttamente o indirettamente da strutture pubbliche, anche se si sta andando verso la privatizzazione di esse. Spesso la normativa, sia essa nazionale ma soprattutto regionale e comunale, ha influenzato le strutture termali del territorio e soprattutto le stesse sono state a loro volta fortemente condizionate, in quanto dal punto di vista economico spesso determinanti sul territorio. Il passaggio da termalismo curativo a termalismo innovativo ha modificato in parte la legislazione del sistema termale e contemporaneamente, con la diminuzione del supporto del SSN, il termalismo tradizionale ha subito un calo. 44 Possiamo quindi dedurre che settore termale e normativa sono strettamente interconnesse l’una con l’altra. La prima legge che contiene disposizioni in merito alle acque termali ed agli stabilimenti balneari è del 16 luglio 1916 (legge n.947 capo IV, ) il cui regolamento di esecuzione segue dopo tre anni (il Regio Decreto n.1924 del 28 settembre 1919). In quest’ultimo si stabiliscono i regolamenti sanitari e vengono tracciate le definizioni e le differenze tra stabilimento termale, stabilimento idroterapico, stabilimento di cure fisiche ed affini. Cercando di dare una cronologia alle leggi riguardanti gli assetti termali, dopo il citato Regio Decreto del 1919, viene emanata la legge n.1443 del 1927, che considera le acque termali come ricchezza originaria ed assimila le fonti sorgive alle miniere. Il testo unico delle leggi sanitarie, approvato con Regio Decreto del 27 luglio 1934 n.1265, non contiene un regolamento ad hoc in materia termale, per cui vigono ancora le norme del Regio Decreto del 1919. Lo sviluppo dell’attività termale ha reso evidente, ben presto, la particolarità del settore che non può essere considerato un comparto monolitico ma, piuttosto, un settore molto complesso, con sfaccettature e prospettive articolate che riguardano aspetti istituzionali, sanitari e proprietari, con una incerta collocazione del comparto fra sanità, attività minerarie e turismo. Successivamente, gli art. 117 e 118 della Costituzione attribuiscono le competenze legislative ed amministrative per le acque minerali e termali alle Regioni. La legge n.833 del 1970 stabilisce che le acque termali costituiscono patrimonio indisponibile delle Regioni e, in base a questa legge il successivo DPR n.2 del 45 14.02.1972 stabilisce il trasferimento delle funzioni amministrative in materia termale alle Regioni a statuto ordinario. La legge 23 dicembre 1978 n.833 (l’Istituzione del Servizio Sanitario) definisce ulteriormente il riparto delle competenze fra Stato, Regioni e Comuni per il suddetto settore e all’art. 6 al punto t, stabilisce che il riconoscimento delle proprietà terapeutiche delle acque minerali e termali e la pubblicità relativa alla loro utilizzazione a scopo sanitario è di competenza esclusiva dello Stato. Inoltre l’art 36 stabilisce che le prestazioni idrotermali, limitate al solo aspetto terapeutico, devono erogarsi presso i presidi riconosciuti (art 6 lettera t) e convenzionati con SSN (art 44). Allo stesso articolo viene riconosciuta valenza terapeutica e riabilitativa delle prestazioni termali e si deroga alle Regioni la formulazione di leggi mirate alla promozione, all’integrazione sanitaria ed alla riqualificazione degli stabilimenti termali, sia pubblici che privati. Nel 1986 il Decreto Ministeriale n.19 definisce lo schema tipo di convenzione tra aziende termali e USL. Il Governo italiano nei primi degli anni ’90, con la crisi economica è costretto a prendere alcuni provvedimenti per razionalizzare la spesa pubblica compresa quella sanitaria. Con la Legge del 1991 n.412 infatti, vengono stabilite condizioni più rigide per l’autorizzazione all’effettuazione di cure, concedendo solo in casi particolari dei giorni aggiuntivi di riposo dal lavoro. Con il Decreto Legislativo n.105 del 1992 vengono classificate le acque minerali e con la legge n. 438 /92 si stabilisce in 100.000 lire il ticket per ogni ciclo di cura. 46 Il Decreto Legislativo den. 502/92 demanda agli Assessorati alla Sanità delle Regioni il compito di definire le nuove regole per l’erogazione delle prestazioni termali. Successivamente con la legge n.724/94 viene abbassato a lire 70.000 e soppressi i congedi straordinari. Fu l’inizio della crisi del mondo termale dalla quale sembra impossibile risollevarsi. Solo la determinazione e la convinzione degli operatori del settore, dopo un lungo torpore, sono stati i punti fondamentali di forza per reagire a tale crisi sapendo intraprendere la difficile strada della risalita puntando sulla validazione scientifica delle cure termali. Lo strumento più importante però che ha portato al riconoscimento della validità terapeutica e riabilitativa delle cure termali è stato quel complesso programma di ricerca scientifica denominato “Progetto NAIADE”. Tale “Progetto ha coinvolto 45000 casi riguardanti tutte le patologie trattate alle terme, esaminando tutti gli stabilimenti termali su tutto il territorio nazionale ed è consistito nella somministrazione di un questionario per la relazione dei dati relativi a studi osservazionali longitudinali di tipo clinico epidemiologico di cui all’art.2, 1 comma. lettera b del Decreto Ministeriale 15 dicembre 94. Le linee guida per la conduzione del progetto sono state indicate da un’apposita Commissione ministeriale istituita dal Decreto Ministeriale 10 febbraio 1995. Uno studio durato tre anni, realizzato nelle stagioni termali ’96, ’97, e ’98 e tutti i dati raccolti sono stati fatti confluire ad un centro di raccolta presso la Facoltà di Statitica dell’Aquila che li ha elaborati e consegnati alla Commissione per la conduzione e conclusioni finali. Nel 1996 oltre al “Progetto Naiade”, il Coordinamento degli Assessorati alla Sanità delle Regioni definiva i principi e i criteri per regolare i rapporti tra aziende termali e SSN ai sensi dell’art. 8 del Decreto legislativo n 502 del 1992. 47 Legge Quadro n. 323 del 24 ottobre 2000 I provvedimenti legislativi successivi negli anni dettati dalla necessità di soluzioni a problemi contingenti e immediati non riuscirono a dare certezze al termalismo italiano che stava vivendo un momento di grandi cambiamenti sul piano della qualità nell’ambito di un più ampio sistema della salute e ad inserirlo in un contesto omogeneo. La legge 323 del 24 ottobre 2000 nella sua natura di legge di principio apre finalmente una fase nuova e costituisce per gli anni a venire, un sicuro punto di riferimento normativo anche se permangono elementi di confusione e di difficile applicazione. Nel formulare il testo il legislatore non si è limitato a disciplinare una domanda di salute generica, ma si è preoccupato di dare risposte ad una richiesta più complessa e culturalmente avanzata. La legge così formulata introduce rilevanti novità individuando e promuovendo sinergie tra aspetti prettamente salutistici ed altri di natura turistico-ambientale, con una forte valorizzazione di questi ultimi. - Art. 1. Finalità La legge disciplina l’erogazione delle prestazioni termali, al fine di assicurare il mantenimento ed il ripristino dello stato di benessere psico-fisico, e s’interessa della promozione e riqualificazione del patrimonio idrotermale, al fine della valorizzazione delle risorse naturali, ambientali e culturali dei territori termali ed ai fini dello sviluppo turistico degli stessi. Si introduce il concetto di tutela urbanistica, come criterio fondamentale per la salvaguardia ambientale dei territori termali. Si esplica l’autonomia di attuazione della presente legge da parte delle province autonome di Trento e Bolzano. - Art.2. Definizioni 48 Vengono date le definizioni di acqua termale di cura termale, di patologia, di stabilimento termale e di azienda termale. Riforma il concetto di utilizzare le prestazioni termali non solo come prevenzione delle stesse ed in genere del benessere dell’utente. Molto importante risulta la precisazione secondo la quale i termini “terme”, “termale”, “idrotermale”, “spa (salus per acquam)”possono essere utilizzati solo in riferimento alle fattispecie aventi riconosciuta efficacia terapeutica. - Art.3. Stabilimenti termali. Le cure termali sono erogate negli stabilimenti delle aziende termali che risultano in regola con l’atto di concessione mineraria, utilizzano per finalità terapeutiche acque minerali e termali, fanghi, vapori e nebulizzazioni, sono in possesso dell’autorizzazione regionale e rispondono ai requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi. Lo scopo delle prestazioni e dei trattamenti eseguiti sulla superficie del corpo umano dev’essere quello di mantenerlo in perfette condizioni, di migliorarne e proteggerne l’aspetto estetico. Le cure termali sono erogate a carico del Servizio Sanitario Nazionale. - Art. 4. Erogazione delle cure termali. Le patologie per cui il trattamento è assicurata l’erogazione delle cure termali a carico del Servizio Sanitario Nazionale sono individuate con Decreto del Ministro della Sanità 21 Maggio 2001 n.296. Con riferimento al comparto termale è possibile fare un elenco delle patologie che più frequentemente si presentano, ovvero quelle artroreumatiche, quelle relative a naso e gola e all’apparato digerente, quelle cardiovascolari e quelle dermatologiche. - Art. 5. Regimi termali speciali e rilancio degli stabilimenti termali. - Art. 6. Ricerca scientifica, rilevazione statico-epidemiologica, educazione sanitaria. 49 Si prospetta una proficua collaborazione fra Stato, aziende termali, Università, Enti ed Istituti di ricerca specializzati per obiettivi anche di interesse sanitario generale. - Art. 7. Specializzazione in medicina termale. La formazione professionale degli operatori del comparto termale rappresenta un presupposto della qualità dell’offerta. - Art. 8. Disposizioni sul rapporto di lavoro dei medici termalismi. - Art. 9. Profili Professionali. Vi sono vari raggruppamenti di operatori: quelli strettamente tecnicoscientifici, quelli addetti alla promozione, alla commercializzazione ed all’amministrazione. Risultano determinanti le figure del Manager termale, del Responsabile marketing dello stabilimento degli operatori addetti ai servizi termali e dei centri benessere. Nei primi anni Duemila soprattutto a causa della diffusione dei centri benessere, è alta la richiesta di operatori del benessere, ma sotto questa denominazione si possono trovare fisioterapisti, esperti in riabilitazione, istruttori di fitness, esperti in osteopatia, esperti in massaggi orientali, in alimentazione, kinesiologia, estetisti ed altro ancora. Si può parlare di operatore olistico come di una figura professionale interdisciplinare, che promuove un benessere globale, aiuta la persona a ritrovare l’armonia psicofisica attraverso l’uso di tecniche naturali, energetiche, psicosomatiche ed interiori. Non è un terapista, non fa diagnosi e non cura malattie, ma promuove la salute e la crescita personale interiore. E’prevista l’istituzione dello speciale profilo professionale di operatore termale, benché sia difficile definire tale figura, perché comprende più 50 funzioni e figure che assumono diverse caratterizzazioni secondo le esigenze locali del settore termale. Per quanto riguarda il medico termale, a livello universitario non esistono corsi di laurea con oggetto diretto l’attività termale, vi sono invece corsi di specializzazione ed alcuni master. All’università di Milano è attiva la Scuola di specializzazione in idrologia medica destinata a trasformarsi in Scuola di specializzazione in Medicina Termale. - Art. 10. Talassoterapia Fra le prestazioni erogabili dal Servizio Sanitario Nazionale rientrano quelle erogate dagli stabilimenti talossotapeutici e fitobalneoterapici. Tale norma non ha prodotto effetti e la Commissione prevista è stata abolita con Decreto del Ministero della Salute del 5 novembre 2002. In Italia, quindi manca per ora il riconoscimento al riguardo da parte del Ministero della Salute, nonostante la presenza di studi e ricerche in materia. - Art. 11. Qualificazione dei territori termali La legge intende promuovere lo sviluppo economico e sociale di aree comprendenti territori a vocazione turistico termale, considerando quindi uno spazio più ampio del solo territorio termale. - Art. 12. Promozione del termalismo e del turismo dei territori termali - Nell’ambito delle proprie competenze istituzionali, l’ENIT inserisce nei propri piani e programmi idonee iniziative per la promozione del termalismo nazionale all’estero quale parte integrante della complessiva offerta turistica italiana, avvalendosi anche della partecipazione delle aziende termali e di istituzioni, di enti ed associazioni pubbliche o private interessate allo sviluppo dell’economia dei territori termali. - Art. 13. Marchio di qualità termale. 51 Questo articolo avrebbe dovuto introdurre un’importante novità, vale a dire quella del marchio di qualità termale. Il Ministro dell’ambiente avrebbe dovuto emanare un decreto con il quale istituire un marchio riservato ai titolari di concessione mineraria per le attività termali. La legge, comunque, dispone che il marchio può essere assegnato solo se per il territorio di riferimento sono stati adottati gli strumenti di tutela e di salvaguardia urbanistico- ambientale, tra cui l’adozione di un apposito bilancio ambientale, la sottoscrizione di accordi volontari tra gli esercizi alberghieri del territorio termale per autodisciplinare l’uso più corretto dell’energia in funzione della tutela ambientale, idonei provvedimenti per la gestione dei rifiuti, per la conservazione e la corretta fruizione dell’ambiente naturale. A questi va aggiunta l’attività di promozione per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali e storico-artistiche proprie del territorio. Questo marchio, che vedeva coinvolti a vario titolo autorità locali e regionali, settori del turismo e dell’industria, è rimasto inapplicato per l’assenza del decreto del Ministero dell’Ambiente. Il marchio, che aveva come obiettivo quello di identificare e di promuovere un prodotto di qualità, non è stato visto con favore dai principali centri termali, perché la legge non descrive in modo specifico quale funzione dovrebbe avere; inoltre tale marchio sembrerebbe quasi portare ad un’omologazione generalizzata, ad un allineamento verso il basso su requisiti minimi. Sarebbe sufficiente essere in regola con norme che già esistono, riguardanti concessione mineraria, requisiti strutturali, di sicurezza, tecnologici, 52 amministrativi, per vedersi assegnato questo marchio di qualità, che a queste condizioni non porterebbe alcun valore aggiunto. - Art.14. Pubblicità e sanzioni. L’autorizzazione, limitatamente a quanto attiene alle cure termali, alle patologie, alle indicazioni e alle controindicazioni è rilasciata dall’Autorità Sanitaria competente per territorio, sentito il parere del Servizio di Igiene. Interessante notare come lo sviluppo e la crescita dell’Italia è strettamente collegata al’attività dell’Unione Europea e che però proprio nell’UE manchi una normativa ben definita in ambito termale contribuendo a favorire una scorretta concorrenza nel settore ed un suo adeguato sviluppo. 53 WELLNESS TOURISM E HEALT TOURISM 1. La nuova domanda di benessere Il termalismo dopo un lungo processo di cambiamento, durato un quarto di secolo sia nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale e sia nell’ambito dell’attività turistiche, ha visto un nuovo posizionamento. Tutto ciò ha contribuito allo sviluppo in modo autonomo del comparto del benessere privo anche di quelle applicazioni che non richiedono le proprietà terapeutiche delle acque e quindi privo del vincolo della localizzazione. Da sottolineare che la crescente “Domanda di Benessere” ha determinato la grande diffusione dei centri benessere non solo nelle grandi città. Tali centri si affacciano sul mercato con le denominazioni di SPA - etimologia dell’espressione “salus per aquam” il cui significato è “salute attraverso l’acqua” e la loro localizzazione è spesso all’interno delle palestre e negli alberghi a dimostrazione che ormai il benessere appartiene ai molti aspetti della vita quotidiana. È un’offerta, quella del “benessere”, rivolta al turista in cerca di una vacanza all’insegna del benessere-relax ricercando esperienze uniche e autentiche con terapie dolci e non invasive, ma è anche un prodotto dove il cittadino come abitante della città cerca rifugio dallo stress del quotidiano e della città e vede nella denominazione di SPA-beauty farm, centri benessere e terme, la concretezza della risposta (Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC, 2014). Lontano dal mondo dei tradizionali stabilimenti termali, il Wellness e l’Health tourism sono le due modalità di fare turismo legato al benessere personale e fisico delle persone. 55 Da alcuni anni però, vista la grande attenzione dei territori e delle singole imprese, si sta riscontrando, in molte realtà delle aziende termali, una riorganizzazione e rimodulazione della propria offerta per essere poi pronti con maggiore attrattività e competitività al mercato e in particolare a questo nuovo segmento. Seppur considerato “nuovo segmento”, il turismo medico e quello del benessere in questi ultimi 10 anni si sta sviluppando in maniera esponenziale ottenendo molto interesse da parte dei territori turistici e dei singoli imprenditori, ma a differenza del Wellness Tourism che ottiene successo di sviluppo in Italia, l’Health Tourism (turismo medico) allontana gran parte degli italiani dal loro Paese d’origine e li spinge verso Paesi Europei e non solo. In questo particolare contesto di successo e crescita, si attribuisce un’importanza significativa al sistema tradizionale termale italiano affinchè possa garantire una fase di collegamento tra termalismo tradizionale Wellness Tourism e Health Tourism. Un compito questo molto complesso perché vede un’attenta trasformazione degli stabilimenti di cura termali, per la maggior parte dei casi organizzati e strutturati in ambienti poco accoglienti e poco confortevoli e con tecniche di gestione manageriali quasi del tutto assenti in molte realtà, diventando parte importante del Wellness Tourism. Inoltre, l’offerta italiana dovrà, dapprima, saper affrontare la fase dell’interconnessione tra termalismo tradizionale, Wellness Tourism e Health Tourism, un’integrazione necessaria ed importante per rilanciare e riqualificare l’offerta italiana. Un’interconnessione che sarà possibile solo se gli stabilimenti termali verranno riorganizzati considerando le terme parte importante oltrechè del Wellness Tourism anche nel settore dell’Health Tourism, conquistando così un ruolo 56 funzionale nel loro utilizzo, sia nella fase precedente sia in quelle successive alle procedure mediche, ovvero nella riabilitazione e nel recupero. Possiamo, dunque, definire il Wellness Tourism come un percorso per migliorare il proprio stato di salute psico–fisica, ricercando esperienze uniche ed autentiche mentre si può definire l’Health Tourism come un percorso più o meno particolare di trattamenti relativi a interventi, anche complessi, in grado di curare malattie a una condizione passiva dell’utente/cliente, caratterizzato soprattutto dall’unione di un percorso curativo e di piacere del soggiorno. Il successo sarà quello di ottenere un miglioramento del proprio stato fisico di salute, legato ad una malattia o ad un desiderio dello star bene fisicamente, come ad esempio procedure legate alla chirurgia estetica, all’ortodonzia, ecc.. La domanda Di fronte ad un panorama di offerte molto similari, la “domanda”, in realtà, è molto più differenziata e caratterizzata da vere e proprie esigenze e determinati bisogni. Il “vero turista” che sceglie il Wellness Tourism è un turista che predilige un luogo con lo scopo base di svolgere un programma di salute come il dimagrimento, il cambiamento delle abitudini alimentari, la meditazione, i massaggi, ecc., con un unico obiettivo, quello di migliorare il proprio stato psicofisico. Si differenzia da quella tipologia di turista chiamata Wellness Tourism “parziale” perché, quest’ultima, sceglie il luogo per vivere la vacanza o soggiorno per qualsiasi motivo e individua la struttura ricettiva che possa garantire percorsi di benessere quali sauna, bagno turco, idromassaggi, massaggi ecc.; come, ad 57 esempio, i turisti che acquistano una settimana bianca e scelgono una struttura alberghiera o extralberghiera con un centro SPA. Tale comparto ha comunque continuato a mostrare segnali di crescita pur in un clima di diminuzione generalizzata dai consumi: l’andamento del benessere in ambiente termale, infatti ha mostrato sempre variazioni complessivamente positive. La crisi economica non è riuscita a determinare andamenti negativi ma solo a diminuire il tendenziale saggio di crescita. Secondo uno studio condotto dall’Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC, in termini economici, nel mondo questi settori forniscono all’industria del turismo mondiale un fatturato annuo vicino ai 250 miliardi di Euro l’anno e precisamente il Wellness Tourism 176,6 miliardi di euro e l’Health Tourism 68,9 miliardi di Euro. 2. Wellness Tourism: le caratteristiche Il Wellness Tourism è sempre più ricercato e scelto dalla “Domanda” italiana e questo è dimostrato dall’aumento degli short week, brevi periodi di distacco dal quotidiano e soprattutto attratti da nuovi emergenti fattori ovvero la certezza di trovare luoghi ricchi di atmosfere particolari, suggestive, panorami unici, rilassanti, oltre ai valori culturali ed enogastronomici del territori. Il “luogo-destinazione” dunque, per gli Italiani, è un elemento essenziale di scelta del prodotto Wellness Tourism, perché combinato al piacere del corpo e della mente garantiscono il successo del benessere e quindi della vacanza. “Tutto ciò che porta ad un risveglio dei sensi è positivo; tutto ciò che genera un effetto di rilassamento porta benefici” (Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC, 2014). 58 Ecco allora che vengono realizzati prodotti con risorse della natura che riconducono alla natura stessa ed ai rimedi naturali: tutti elementi legati alla terra e a quello che la natura crea dall’uva al fieno, dal sole al fango. Oltre al luogo, agli ampi spazi che permettono lunghe passeggiate immersi nella natura, alla bellezza dei paesaggi incontaminati e rilassanti che accompagnano e impreziosiscono bagni in piscina termali o in vasche in idromassaggio, anche i valori enogastronomici insieme ai quelli culturali faranno da cornice al successo della scelta di un prodotto sempre più preferito e desiderato. Emerge, infatti, che la “Destinazione” e non la struttura ricettiva seppur dotata di un centro SPA, Beauty all’avanguardia, è l’elemento che gli italiani collegano al concetto di Wellness e Benessere. Valore primario per il 26,5% degli intervistati infatti, secondo i dati ultimi dati dell’Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014), risulta essere il “territorio”, ovvero il paesaggio rilassante, immerso nella natura e la visione del bello. Il 27,7%, invece, collega il Wellness al tema dell’enogastronomia ovvero scelgono la destinazione in base alle possibilità di vivere una vacanza di benessere legata all’enogastronomia locale (Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC, 2014). Seguono poi la facile raggiungibilità il 14,8% e la scelta su motivazioni elitarie, con clienti selezionati il 10%. Il 5% sceglie la destinazione per vivere una vacanza legata alla cultura locale e il 2,7% per viverla legata ad alti valori locali. Importante sottolineare che gli italiani individuano la destinazione escludendone un’altra sulla base di fattori come: poca atmosfera ed ambientazione non molto piacevoli il 46,5% o anche da fattori critici relativi al personale non sempre accogliente e sorridente (il 12,3%), il rumore e la confusione 11,8%, la troppa 59 concentrazione nel fine settimana il 9,8%, i costi troppo elevati 7,9%, la sempre più presente standardizzazione di servizi (6,9%) . Ma tra i fattori sociali, per gli italiani, che determinano la spinta a scegliere una vacanza di Wellness rispetto ad altre tipologie di vacanze, si ravvisa come elemento principale, la voglia di concedersi un po’di relax 20,6%, con una motivazione primaria per il 14,2% degli intervistati del piacere di trascorrere un periodo facendosi coccolare. Gli elementi rilevanti che contribuiscono a qualificare l’identikit di chi si avvicina a vive il Wellness Tourism sono: l’esigenza di prendersi cura del proprio corpo 11,3%, il desiderio di fuga dall’attuale realtà 11,1%, la certezza di fare una vacanza che permetta di evadere mentalmente dalla quotidianità 8,5%, la possibilità di fare nuove conoscenze 7,7% e un turismo che si può vivere con brevi soggiorni 5,5% Grafico 6 – Link con il territorio Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) 60 Caratteristica del Wellness Tourism che lo contraddistingue è la sua stagionalità: infatti la scelta si identifica verso destinazioni lacuali, verdi e balneari nei periodi primaverili, estivi e autunnali e verso località invernali e lacuali nei periodi invernali. Grafico 7 – Motivazioni di scelta Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) Analizzando, infatti, le vacanze in base ai mesi si identifica il mese di maggio come periodo di massima concentrazione (15%); seguono poi, con alto riscontro di presenze aprile con il suo 12,6%, ottobre 11,6%, settembre 10,6, marzo 9,2% ed luglio 8,7%. Relativamente alla location il 27% degli italiani sceglie una location estera in particolare Austria 13,6%, Svizzera e la Slovenia soprattutto per una vicinanza a corto medio raggio. 61 Questa tipologia di turismo viene scelta sulla base di distinte esigenze e bisogni: c’è chi la sceglie per la “destinazione”, chi perché desideroso di ambienti affini alla sua persona, altri perché considerano il centro benessere un luogo di ritrovo e in tale luogo socializzano. Altri invece per provare un proprio ed esclusivo piacere intimo e personale; altri ancora i cosiddetti “modaioli” scelgono il Wellness Tourism perché rappresenta uno stile di vita e ciò che primeggia nella vacanza è la possibilità di raccontare l’esperienza. Per quanto concerne il “profilo” secondo recenti analisi e studi si prevede una leggera diminuzione del turista/coppia di età compresa tra i 36 e i 50 anni che primeggia come tipologia che sceglie il prodotto Wellness che dal 72% del 2012, ha registrato un 68,5% nel 2013, un leggero aumento invece si registra quello relativo ai gruppi di amici che nel 2012 registrava il 12,3% nel 2013 vanta un 13%. Con quote inferiori al 5% risultano i giovani single, giovani coppie sotto i 26 anni, i senior. La durata del soggiorno dell’ospite italiano/Wellness è per il 64,5% rappresentata da donne e risulta come durata media pari a 2,4 notti. Relativamente al livello di “fidelizzazione” della clientela al prodotto come struttura curativa alberghiera e alla destinazione la media nazionale si attesta al 32,7% rimanendo legato per almeno 2 anni. Chi acquista il prodotto Wellness Tourism è un cliente italiano che proviene dalla Lombardia con il 19,2% a seguire il Lazio con l’11,1%, il Veneto 10,2%, la Campania il 10,1% e l’Emilia Romagna l’8,9%. Segue con l’8,2% il Piemonte, il 6,3% la Toscana e il 5,5% la Puglia come fanalino di coda la Valle d’Aosta, Basilicata e il Molise con solo lo 0,03% di clientela Wellness. 62 Grafico 8 – Clienti Wellness per regione Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) Grafico 9 – Quote ospiti wellness tourism per regione Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) 63 3. Il valore economico del Wellness Tourism nell’economia italiana Il settore Wellness Tourism in Italia in questi ultimi anni, è stato caratterizzato da un interessante successo del fatturato, determinando particolari attenzioni da parte di tutta l’economia italiana, solo marginalmente la crisi ha colpito il settore. Nel 2012 l’Italia ha fatturato ben 2 miliardi 175 milioni di euro di cui circa i miliardo 468 milioni di euro per il settore ospitalità; 474 milioni di euro per i servizi benessere; 169 milioni di euro di ricavi per i trattamenti di estetica; 50 milioni di euro di ricavi derivanti dalla vendita di prodotti e 13 milioni di euro circa derivanti da altri servizi. Emerge dunque, da questi dati che del fatturato complessivo il 67,5% coinvolge il il “settore ospitale”, il 21,8% i “servizi benessere”, il 78% i “trattamenti estetici” e il 2,3% la “vendita dei prodotti”. Grafico 10 - Fatturato per settore Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) Quello del Wellness Tourism è un settore di grande importanza per l’economia italiana e i dati riscontrati relativi all’analisi dell’Osservatorio del 2013, manifestano che esso è 64 stato scelto nel 2012 in misura ridotta registrando un fatturato complessivo pari ad un – 3,8% rispetto all’anno precedente, giustificato soprattutto dalle sempre più manifestate difficoltà economiche che attraversa l’Italia . E proprio il perdurare della crisi economica, che fortemente colpisce questo settore, che il 2013 ha registrato un ulteriore calo del suo fatturato complessivo pari a un -14% assestandosi a 1 miliardo e 870 milioni di euro. Il settore dove si registra maggiormente la diminuzione è l’ospitalità che passa dal 67% del totale al 61%, mentre unico settore in crescita della quota percentuale è quello dei “servizi benessere” e dei “trattamenti estetici” che segna un fatturato superiore rispetto a quello del 2012. 4. L’ospitalità del benessere Nel 2012 l’italiano – cliente Wellness che sceglieva un prodotto benessere affrontava una spesa giornaliera pari 145 euro, in essa erano compresi tutti i servizi e prodotti che solitamente una struttura Wellness offre, ovvero (ospitalità, trattamenti, benessere ecc.) Gli elementi che condizionano gli italiani alla la scelta della struttura ricettiva/benessere sono caratterizzati da alcuni rilevanti requisiti: - La possibilità di acquistare un prodotto Wellness indicato dal 18% degli italiani intervistati; - “L’atmosfera generale della struttura” e il “design del centro”, indicato dal 21,8% degli intervistati; - “L’ampiezza del centro benessere” per il 1,6%; - “La qualità dei prodotti utilizzati”, espresso dal 5,4% - “La qualità delle opzioni di servizi e trattamenti presenti “ rimangono gli elementi primari per il 15,3% degli italiani unito alla “professionalità e competenza del personale” con il 12,1% 65 - L’8% degli italiani intervistati esprimono come elemento base “la garanzia di vivere un’esperienza da raccontare”. - A seguire altri fattori come “nuovi trattamenti” per il 6,7%. Grafico 11 – Elementi di scelta Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) Tra i servizi richiesti nelle strutture ricettive con prodotti Wellness sono la palestra e il solarium rispettivamente lo 0,3% e lo 0,7%, bassissimo è l’interesse a “percorsi vita nella natura e personal trainer” (1,1% e 1,3%) mentre nei servizi particolarmente richiesti sono “sauna, bagni di vapore, biosauna, bagno turco”, ecc (22,9%) e “massaggi” 18,4%. Segue la” piscina con bagno termale”12,9% gli “idromassaggi” (12,2). Relativamente ai trattamenti si registra un 7,3% per quelli “viso” e un 6% per quelli “corpo”. 66 Meno richiesti sono i “bagni di fieno, la cronoterapia, il percorso kneipp, trattamenti con prodotti del territorio”, ecc. Grafico 12 – I servizi richiesti Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) 5. Health Tourism: il turismo medico L’Health Tourism è una forma di turismo relativamente nuova in Italia, generato da persone che si recano in un luogo per sottoporsi ad un percorso o un operazione più o meno complessa per curare o migliorare situazioni particolari o di malattia e dove lo scopo della cura si unisce il piacere di un soggiorno. A differenza del Wellness Tourism che viene praticato in gran parte in Italia, lo stesso non può essere affermato per l’Health Tourism in quanto sua particolarità è quella di originare nuovi flussi di residenti italiani oltre i confini nazionali. 67 In America questa forma di turismo esiste da decenni, soprattutto in Canada e negli Usa confermato dal fatto che grandi sono le difficoltà degli stessi americani hanno nel questo tipo di cure in questi Stati. In Italia invece e in altri Paesi europei, a causa di questa perdurante crisi economica, la questa tipologia di domanda è molto cresciuta verso offerte più convenienti oltre confine abbinando al periodo di cura un percorso di vacanza. Un ulteriore motivo sta nel fatto che si tratta di un’offerta di turismo medico , di alto livello professionale ed ospitale della struttura e dei professionisti impiegati, con l’assenza di attesa e da ultimo con la formula del “soddisfatto o rimborsato”. Dunque un’offerta confortevole e completa dal trattamento prescelto, medici famosi, polizza assicurativa, avanzata tecnologia, assistenza di alta qualità umana, biglietto andata e ritorno e almeno una settimana di soggiorno /vacanza. Dagli ultimi dati dell’analisi di questo settore si valuta che dal 2009 ad oggi è sempre cresciuto infatti per praticare la formula dell’Health Tourism all’estero si sono registrati circa 20.000 italiani nel 2009, circa 184.000 nel 2012 e nel 2013 si è superata la cifra di 200.000; da sottolineare che relativamente alla domanda dei turisti americani si registreranno cifre in aumento, per i prossimi anni, pari a quasi 2 milioni di turisti. Dall’analisi del settore si registra che per il 24,1% degli italiani recarsi all’estero per praticare il Health Tourism è un motivo di risparmio oltre alla rapidità del percorso dei trattamenti medici oltre alla mancanza di attese per il 15,9%. L’11,9% invece indica come motivazione il legame con il soggiorno/vacanza e l1,1% per la riservatezza oltre al territorio di residenza. Seguono tra le altre motivazioni i centri sanitari ed attrezzature moderne il 7.9% e i professionisti di alto rango 7,4% e il 6% per questioni personali. 68 Il periodo più richiesto per la scelta del prodotto Health Tourism è quello relativo ai mesi più tradizionalmente legati alla vacanza ovvero agosto 25,8%, dicembre 14,2%, luglio 10,8%, aprile 10,4%. Si registra invece una bassa percentuale degli italiani che si recano a febbraio 2,3%, novembre 2,4%, gennaio ed ottobre. Grafico 13 – Motivi di scelta Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) 69 Grafico 14 – I mesi dell’healt tourism Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) In merito alle destinazioni ovvero Paesi scelti per praticare l’Health Tourism, nota ricca di attenzione è che determinati luoghi hanno assunto una propria caratteristica ovvero alcuni sono specializzati per la chirurgia ortopedica, altri per la chirurgia estetica ed altri ancora per la chirurgia cardiaca. Volendo individuarli in una classifica, i Paesi più richiesti che offrono un prodotto di turismo medico sono ravvisati nell’area del Sud America, ovvero Cuba, Panama, Messico, Brasile Argentina e Columbia. Nell’area del Medio Oriente con l’Arabia Saudita, Libano, Giordania e Israele. Nell’area asiatica con l’India, Thailandia, Singapore, Malesia, Vietnam, Corea del Sud e Filippine. Negli ultimi anni però per questo tipo di turismo l’Europa Orientale è la destinazione più richiesta e più popolare grazie ai costi che addirittura per i residenti in Canada o nel Regno Unito raggiungono il - 50% di quello che nei loro paesi d’origine devono sostenere Per l’Health Tourism, vengono riconosciute come le più importanti destinazioni Europee l’Ungheria con il suo essere leader nell’odontoiatria, protesi, estetica 70 dentale, restauro dentale, ponti in ceramica, con assistenza sanitaria di alta qualità a prezzi fortemente economici. La Romania con prestazioni nel settore dell’odontoiatria; la Croazia con prestazioni di odontoiatria e chirurgia plastica; la Repubblica Ceca leader per interventi di chirurgia facciale; la Serbia a sempre famosa per le strutture sanitarie di qualità, specializzate in particolar modo cardiologia, oncologia, chirurgia estetica, protesi al seno, operazioni per rassegnazione sesso e protesi dentarie oltre al seno. Oltre l’Europa orientale vengono riconosciuti anche i Paesi europei occidentali quali il Belgio e la Germania con una garanzia di un Servizio Sanitario altamente sofisticato oltre ai costi ridotti e quindi molto concorrenziali Il Belgio in particolare vanta una posizione mondiale per la chirurgia plastica ed estetica garantendo ai residenti degli altri Paesi europei una forte riduzione dei costi, sui servizi prestati dei costi, pari al 50%. Relativamente alla Germania si può parlare di anche di una rigida e attenta supervisione della popolazione, oltre che di una garantita offerta completa di qualsiasi tipo di trattamento. 6. Health Tourism: le nuove mete per gli italiani A livello mondiale l’Health Tourism è sostenuto dalla presenza di nuove strutture sanitarie altamente qualificate nei Paesi dell’Ungheria, Malesia e Messico. La scelta del percorso medico turistico per gli italiani soprattutto per trattamenti relativi a cure odontoiatriche o plastiche facciali ecc. rimane la Croazia per il 16.7%, l’Ungheria 14,6%, la Romania 13%, gli Usa 7%, il Belgio 5,2% ed il Regno Unito 4,9%. 71 Grafico 15 – Destinazioni dell’healt tourism Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) È un settore quello del Health Tourism che, seppur sviluppata in questi ultimi anni dove sempre più forte è la crisi economica, vede un costante aumento della “domanda”. La durata media del soggiorno si registra pari a 9,7 notti e con una rappresentanza maggiore di cliente di sesso maschile: il 57% precisamente sono uomini e il 43% donne. Il fatturato maturato nel 2012 è stato di 537 milioni 280 mila euro dove il 62% di esso ricade nel settore del Percorso Medico mentre per il quello che riguarda il sistema dell’ospitalità e il 4,1% riguarda tutte le spese legata al soggiorno nella località. Da ultimo il 15,8% è riconosciuto al costo del soggiorno. Da sottolineare dunque che tutto ciò che la “domanda” del Health Tourism è portata a consumare durante il suo percorso/soggiorno principalmente nel luogo/destinazione scelto. 72 Grafico 16 – Fatturato per settore Fonte: Osservatorio Italiano del turismo del benessere JFC (2014) 73 IL MARKETING TERRITORIALE: IL CASO DELLE TERME DI ACQUASANTA TERME (ASCOLI PICENO) 1. Concetto ed evoluzione di marketing territoriale Il marketing territoriale è una disciplina che si è sviluppata nel mondo accademico come una disciplina di matrice pratica (Baker, 1998) basata sull’osservazione di prassi ripetute, ideate, progettate e realizzate dagli attori di un determinato territorio (McDonald’s, 1938; Ryans e Shanklin, 1986). Le prime azioni di marketing territoriale si fanno risalire all’epoca coloniale quando, in Europa, i giornali proponevano pubblicità relative ai territori da poco conquistati e le località turistica iniziano a promuovere la loro immagine. Anche negli Stati Uniti, verso la metà del XIX secolo, allo scopo di attrarre nuovi investimenti da parte di terzi e stimolare il trasferimento di soggetti provenienti da altri luoghi, alcuni comuni iniziarono a svolgere attività di comunicazione e di promozione del proprio territorio e a partire dai primi anni del Novecento sempre negli Stati Uniti furono istituite delle Agenzie Pubbliche per la promozione delle differenti realtà. Ulteriori casi di marketing territoriale per attrarre investimenti si riscontrano, nello stesso periodo in alcune città del Canada e della Gran Bretagna, quest’ultima si era maggiormente interessata a politiche di marketing turistico. In Europa, nel periodo due conflitti mondiali e delle dittature, vengono meno le azioni promozionali del territorio, ma a partire dal secondo dopoguerra si affermarono ben presto politiche di pianificazione territoriale del tutto estranee al marketing, ritenuto spesso inadeguato ad ottenere risultati soddisfacenti. 75 Successivamente, negli anni Ottanta, la crisi del settore manifatturiero e l’avvento di nuovi scenari economici, ha determinato la necessità per alcune realtà territoriali europee di ricorrere nuovamente a strumenti e politiche di marketing, con particolare riferimento ai nuovi mezzi di comunicazione di massa; in Europa (in particolar modo in Gran Bretagna, Francia e Olanda) il marketing territoriale diventa uno strumento di pianificazione territoriale particolarmente incisivo e diffuso, suscitando un conseguente interesse accademico in materia. In Italia le politiche di marketing territoriale sono approdate quando fenomeni, quali la riforma della Pubblica Amministrazione, l’integrazione europea, la globalizzazione, hanno reso necessario modificare, e di molto, l’approccio di gestione del territorio. Molti studiosi che si sono occupati di marketing territoriale hanno individuato una pluralità di cause della nascita e dello sviluppo di tale disciplina. A tal proposito Ahsworth e Voogd (1988) sostengono che il marketing territoriale si è sviluppato a partire dall’insieme di nuovi obiettivi e aspettative cui gli operatori impegnati nella pianificazione politica, economica e sociale si sono trovati a dover affrontare a partire dagli anni Ottanta; in particolar modo si fa riferimento alla necessità di coniugare i nuovi obiettivi con la riduzione delle risorse. In questa prospettiva diventa evidente la necessità di ricorrere a tecniche di impronta manageriale e quindi anche ad utilizzare tecniche di marketing considerato indispensabile per fronteggiare situazioni di mercato concorrenziale e competitivo. Altri autori, quali ad esempio Paddison (1993) identificano la nascita del marketing territoriale nella crisi del manifatturiero che ha progressivamente stimolato la crescita della competizione territoriale, mentre, sempre nello stesso anno, Kotler, Haider e Rein affermano la necessità della nascita del marketing a seguito dell’individuazione di fattori interni ed esterni. 76 “Relativamente ai fattori interni, per detti autori, la causa principale è rappresentata dal ciclo di vita di una città, che vede naturalmente alternare periodi di crescita a periodi di declino; le cause esterne, invece, sono da ricercarsi nel repentino cambiamento tecnologico, nella competizione globale e nei cambiamenti verificatesi entro i livelli di potere politico, non solo entro i confini statali” (Mazzara, 2013). Successivamente, Van Den Berg, Bramezza e Van Der Meer (1994) riconoscono le cause dello sviluppo del marketing territoriale in cinque scenari che si sono affermanti nel nostro periodo: 1. La globalizzazione con il conseguente incremento dell’interdipendenza delle aree geo-economiche; 2. L’integrazione europea; 3. Il declino sociale ed ambientale; 4. La concorrenza tra le zone urbane; 5. L’attenzione allo sviluppo economico. Krantz e Schatzl (1997) riscontrano due livelli di competizione territoriale in Europa: 1. La competizione interurbana accentuata dal processo di integrazione europea; 2. La competizione intra-urbana causata dall’aumento di funzioni che le città sono chiamate a svolgere. In questo particolare contesto il marketing territoriale sarebbe capace di rispondere in modo coerente e adeguato ad entrambe le tipologie di competizione. Nel 2000, Valdani e Ancarani fanno risalire la causa dello sviluppo del marketing del territorio alla concorrenza tra le aree, dovuto principalmente a cause esterne quali la globalizzazione, la terziarizzazione, l’integrazione economica e monetaria e a cause interne, riconducibili al new public management (Meneguzzo, 1995). 77 “Marketing territoriale” significa marketing applicato al territorio; questo potrebbe sembrare che il marketing territoriale sia una nuova terminologia per un insieme di tecniche che sono rimaste sostanzialmente immutate (Paddison, 1993). In realtà, il marketing territoriale risulta essere “qualcosa di ben più complesso di quanto possa a prima vista sembrare” (Sicca, 2000) e certamente non si concretizza soltanto nella comunicazione e promozione dei territori (Kotler et al., 1993), infatti, “la disciplina di marketing ha molto più da offrire che non solo un nuovo nome per ciò che da sempre si chiama politica di sviluppo urbano” (Krantz e Schatzl, 1997). La locuzione “marketing territoriale” comprende sia i concetti propri di marketing che quelli di territorio questo consente di rilevare che le metodologie, i principi e gli obiettivi del marketing possano essere trasferiti anche ad altre organizzazioni che hanno relazioni con il pubblico. “Secondo Corsico (1994) il marketing territoriale potrebbe nascondere tre diverse metafore: 1. Marketing nella città, dove la città è intesa come mercato in cui si svolge un sistema di scambi; 2. Marketing della città, dove la città si qualifica come merce, termine dell’azione di marketing e oggetto dello scambio; 3. Marketing fatto dalla città dove la città si caratterizza come impresa ovvero svolge attivamente azioni di marketing. Nessuna delle tre metafore sembra da sola esaurire la complessità della problematica, ma evidenzia le sovrapposizioni evocate da un’espressione quale “marketing territoriale”, che non vanta al momento un consolidato costrutto e una base empirica pregnante. 78 La letteratura italiana ha preferito, pur evidenziandone i limiti e le cautele, la terza metafora, sostenendo l’applicabilità del marketing al territorio in virtù dell’assimilazione delle dinamiche territoriali a quelle d’impresa. La letteratura italiana associa il marketing territoriale al marketing d’impresa (Camagni, 1994; Caroli, 1999; Valdani e Ancarani, 2000; Latusi, 2002) (Gilodi, 2004). Il marketing territoriale è stato oggetto di studio di differenti discipline: l’urbanistica, la sociologia, l’economia d’impresa, la geografia economica, etc. per questo motivo esistono numerose definizioni che non sono sempre coincidenti tra di loro. “Le differenti visioni, oltre ad impiegare una terminologia eterogenea (si parla, di volta in volta, di city marketing, marketing territoriale, sviluppo locale, marketing urbano, marketing locale, ecc.), presentano una diversa interpretazione di quelli che sono gli obiettivi dell’attività, il suo oggetto, il processo attraverso cui questa viene svolta, i suoi destinatari, i suoi beneficiari” (Cercola, 1999). Di conseguenza risulta necessario avere una panoramica delle principali definizioni di marketing territoriale proposte in letteratura. Ashworth e Voodg, nel 1988 sostengono che il city marketing descrive i vari modi in cui le città possono migliorare la loro posizione competitiva in un mercato. Il city marketing può essere descritto come un processo in cui le attività urbane sono possibilmente relative alle richieste dei clienti target in modo da massimizzare l'efficiente funzionamento sociale ed economico della zona in questione, conformemente agli obiettivi stabiliti. Questa idea può essere applicata a diverse scale territoriali e, quindi, il city marketing può essere visto come una parte del più ampio marketing territoriale a fianco del marketing regionale o addirittura nazionale. 79 Successivamente Kotler, Haider e Rein affermano che il marketing territoriale o marketing d’area può essere definito come un insieme di azioni poste in atto per attrarre in una specifica area o territorio nuove attività economiche e produttive, favorire lo sviluppo delle imprese locali e promuovere un’immagine positiva. Qualche anno più tardi Van Den Berg, Bramezza e Van Der Meer ritengono che il marketing territoriale sia l’analisi, pianificazione e implementazione di programmi che mirano a creare, costruire, mantenere rapporti e scambi vantaggiosi con i mercati relativi al fine di raggiungere obiettivi organizzativi. Per Valdani e Jarach (1998) il marketing territoriale è una disciplina cui compete l’analisi, la pianificazione, e l’implementazione di piani che hanno la finalità di creare, costruire e mantenere rapporti vantaggiosi con i mercati per il raggiungimento obiettivi politico-organizzativi di interesse, quali l’incremento della popolazione produttiva e l’arricchimento e miglioramento delle condizioni di vita della popolazione residente o migrante. Mentre per Cercola (1999) il marketing del territorio è un processo finalizzato alla creazione di valore per una collettività composta dall’insieme di individui che fruiscono di un territorio predeterminato nei suoi confini. Infine si riportano alcune definizioni elaborate da Caroli nel corso degli anni; nel 1999 il marketing del territorio è una funzione che contribuisce allo sviluppo equilibrato dell’area, attraverso l’ideazione e l’attuazione di un’interpretazione delle caratteristiche in chiave di offerta che soddisfa segmenti identificati di domanda attuale e potenziale; questa soddisfazione è realizzata attraverso la creazione di un valore netto positivo. Sul piano strategico, il marketing del territorio è un’intelligenza d’integrazione e di fertilizzazione. Successivamente tale definizione viene completata con la seguente: il marketing territoriale rappresenta un metodo che orienta la gestione strategica e operativa 80 dell’offerta territoriale in un ambito geografico ed è basato su cinque principi: centralità della domanda, selezione della domanda, posizionamento, orientamento al lungo termine, coinvolgimento di tutti gli attori rilevanti sul territorio. Il marketing territoriale, inoltre, rappresenta una “funzione” che si esplica mediante l’intelligenza sviluppata su tre piani concettuali fortemente interdipendenti: integrazione, che si concretizza nella visione sistemica dei diversi elementi caratterizzanti l’offerta territoriale; fertilizzazione, poiché il marketing territoriale fornisce gli strumenti per valorizzare le misure prese nell’ambito di ciascuna area o attività rilevante dell’offerta territoriale; connessione, che consiste nelle condizioni che permettono al territorio (ovvero agli attori che ne fanno parte) di stabilire interazioni efficaci con i soggetti esterni. Infine nel 2011, Caroli afferma che il marketing territoriale è inteso come un metodo per intervenire sulle condizioni materiali e immateriali (tra cui il sistema di relazioni tra gli attori) determinanti la capacità del territorio di attrarre determinate categorie di soggetti meglio di quanto riescano a fare ambiti geografici concorrenti. Chiariti i fattori da cui dipende questa capacità, diviene possibile delineare gli ambiti operativi in cui il marketing può concretamente esprimere la sua funzione e in particolare il prodotto, la comunicazione, la relazione con coloro che rappresentano la domanda. Infine, per concludere l’analisi del concetto di marketing territoriale e per definirne ancora più dettagliatamente i confini, può essere utile definire “cosa non è il marketing territoriale: 1. un nuovo modo di chiamare la politica di sviluppo locale; 2. una modalità «moderna» per realizzare la pianificazione degli spazi nelle aree urbane; 81 3. la funzione che si occupa della vendita del patrimonio pubblico che il governo locale vuole privatizzare; 4. l’insieme delle misure per rafforzare la competitività anche internazionale delle imprese collocate nel territorio; 5. l’insieme delle misure per attrarre gli investimenti produttivi di soggetti esterni al territorio”; (Caroli, 1999). Il quadro teorico di riferimento del marketing territoriale si riscontra in altri filoni di ricerca del marketing quali il marketing delle organizzazioni non profit, il marketing sociale e il marketing relazionale. Il marketing delle organizzazioni non profit “condivide con il marketing territoriale sia la natura degli obiettivi che dell’organizzazione preposta alla loro realizzazione. Gli obiettivi, infatti, nel marketing del non profit, come in quello territoriale, sono diversi dalla massimizzazione del profitto; inoltre, gli attori che elaborano ed implementano la strategia di gestione territoriale sono complessivamente riconducibili ad un modello organizzativo non profit” (Castellett, D’Acunto, 2006). Dall’altro lato il marketing sociale “pur distinguendosi in diversi filoni può essere sintetizzato nella accezione proposta da Kotler (1986) secondo cui esso comprende tutte le attività mirate a migliorare il benessere del consumatore e della società nel suo complesso sia nell’immediato che nel lungo termine. Il marketing sociale si preoccupa, quindi, di sviluppare nei soggetti «target» determinate attitudini favorevoli al perseguimento di obiettivi significativi sotto il profilo etico e sociale” (Caroli, 1999). 82 Figura 2 - Le radici concettuali del marketing del territorio Fonte: Caroli, 1999 Il marketing sociale fornisce a quello territoriale una prospettiva condivisibile relativamente a tre aspetti: 1. le finalità di benessere generale degli obiettivi di marketing; 2. il marketing sociale dà rilievo a fattori extraeconomici; 3. sono entrambi orientati al lungo termine. “Il marketing territoriale è un metodo che orienta la progettazione e l’attuazione delle politiche di sviluppo economico del territorio, e una funzione articolata in attività di tipo sia strategico che operativo” (Caroli, 2006). Il marketing territoriale come metodo si basa su cinque principi e quattro criteri di azione. I principi sono: 1. Centralità della domanda: questo principio implica l’opportunità di basare interventi volti al miglioramento delle condizioni di un’offerta territoriale su una valutazione delle aspettative degli utenti potenziali cui 83 l’offerta risulta, dunque, indispensabile prestare attenzione ai due elementi dell’offerta territoriale che sono la rigidità e l’apertura a diverse categorie di utenti. 2. Orientamento al lungo termine: questo principio è connaturato nel fatto che gli interventi sulla maggior parte dei fattori che caratterizzano l’offerta del territorio necessitano di tempi più lunghi per produrre concretamente i loro effetti. Questo aspetto implica una continua relazione tra il soggetto responsabile sul piano tecnico e gli organi di governo politico. 3. Selezione della domanda: questo principio è conseguenza diretta del primo e sottolinea l’esigenza di individuare modalità di scelta della domanda cui orientare l’offerta considerando il modello di sviluppo futuro e le potenzialità competitive attuali. Figura 3 - I cinque principi di marketing territoriale come metodo Fonte: Caroli, 2006 4. Posizionamento: questo aspetto consiste nella capacità del marketing territoriale di operare un’integrazione tra domanda e offerta considerando 84 le caratteristiche delle offerte territoriali potenzialmente alternative. Questo implica da un lato l’esame delle caratteristiche dell’offerta territoriale al fine di individuare le opportunità di valorizzazione; dall’altro l’analisi della domanda per comprendere le esigenze e le modalità di comportamento. 5. Coinvolgimento di tutti gli attori rilevanti che compongono un sistema locale: questo principio è particolarmente importante poiché “le misure di marketing territoriale devono poggiare su una precisa sensibilità culturale che sia adeguatamente metabolizzata almeno dalla maggior parte degli organismi pubblici e privati”. (Caroli, 2006) L’approccio del marketing territoriale deve essere basato su 4 criteri: 1) Chiarezza: - ovvero definizione di orientamento delle iniziative per lo sviluppo competitivo del territorio che risulti il più possibile unitario e coerente rispetto alle caratteristiche del territorio stesso e aspettative dei soggetti che ne fanno parte. 2) La collaborazione: - sottolinea l’opportunità che la strategia di Marketing territoriali e le misure operative conseguenti, siano il risultato di un efficacia coordinamento ed integrazione di attori pubblici e privati coinvolti sul territorio. 3) Il consenso: - ovvero la necessità che l’azione di marketing territoriale comuni e su moderne forme di concertazione degli interesse di tutti. 85 4) La continuità: - (ovvero orientamento di lungo termine) che deve caratterizzare il Marketing territoriale e alla necessità di un’azione continuativa sui fattori di sviluppo competitivo dell’area geografica in questione (Caroli, 2006). Figura 4 - Le “4C” del marketing territoriale Fonte: Caroli, 2006 2. Obiettivi e funzioni del marketing territoriale Le definizioni precedentemente riportate hanno consentito di individuare una serie di caratteristiche del marketing territoriale che risulta opportuno “sistematizzare, esplicitando gli obiettivi e le finalità delle politiche di sviluppo locale. Questi obiettivi si traducono poi in funzioni che portano alla luce il ruolo e quindi l’apporto specifico del marketing allo sviluppo del territorio” (Castellett, D’Acunto, 2006). 86 Caroli (1999) afferma che l’“obiettivo del marketing del territorio è il raggiungimento delle condizioni di utilizzazione ottimale delle risorse disponibili rispetto ai bisogni espressi dalle diverse categorie di utenti potenziali. […] Nell’ambito dell’Unione Europea, esistono alcune indicazioni di carattere generale relativamente all’indirizzo che le autorità pubbliche devono dare alla loro azione di sviluppo economico”. A tal proposito l’articolo 2 del trattato di Maastricht recita: “La Comunità ha il compito di promuovere uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche nell'insieme della Comunità, una crescita sostenibile, non inflazionistica e che rispetti l'ambiente”. La finalità generale dello sviluppo sostenibile si coniuga in tre obiettivi: 1. “Equilibrio e coesione sociale: le esternalità positive quanto quelle negative generate dalle attività di marketing devono essere equamente distribuite tra la collettività utilizzatrice dell’area. È necessario, cioè, contemplare tutte le esigenze degli stakeholders. Sono questi ultimi, infatti, e il loro benessere sociale oltre che economico, il riferimento costante delle iniziative di marketing, anche quando esse si rivolgono direttamente al pubblico esterno al fine di attirare investitori esogeni. 2. Sostenibilità ambientale: l’attuazione della strategia di marketing non può prescindere dalla valutazione del suo impatto ambientale sul territorio. Vivere in un ambiente sano e non inquinato è divenuto ormai uno degli indicatori principali del livello di qualità della vita di un’area. D’altronde, l’idea di uno sviluppo che sia compatibile con la preservazione delle risorse e degli equilibri ambientali, giustamente considerata in una prospettiva ed una strategia di intervento globali non è meno perseguibile e dipendente da scelte di gestione effettuate in ambito locale. 87 3. Competitività economica: la dimensione economica è quella privilegiata dal marketing territoriale. Questo non vuol dire che essa è prioritaria rispetto alle altre due, ma semplicemente che, considerati gli strumenti di cui si avvale, il marketing è in grado di agire soprattutto sulle variabili economiche del territorio. Tale azione si svolgerà secondo parametri di sostenibilità ambientale e sociale, puntando ad attrarre dall’esterno dell’area e a valorizzare al suo interno tutte quelle risorse in grado di attivare per essa un processo di sviluppo” (Castellett, D’Acunto, 2006). Figura 5 - Gli obiettivi del marketing territoriale Fonte: Caroli, 1999 Varaldo (1999) sostiene che il marketing territoriale rappresenta un modo per governare al meglio lo sviluppo locale e individua quattro funzioni principali. 88 La prima funzione è relativa al radicamento dell’esistente che si occupa del mantenimento e consolidamento del tessuto produttivo presente nel territorio, questo affinché le imprese mantengano la loro localizzazione traendone un vantaggio competitivo. Figura 6 – Possibili funzioni del marketing territoriale Fonte: Varaldo, 1999 La seconda funzione è riferita alla promozione del nuovo attraverso la creazione di alcune iniziative imprenditoriali, incentivando e promuovendo l’imprenditorialità locale e introducendola nei circuiti globali. La terza funzione concerne la creazione di condizioni che rendono il territorio attrattivo attraverso il trasferimento di conoscenze innovative dalle università e dalle grandi imprese locali verso tutto il tessuto produttivo. L’ultima funzione, infine, è data dalla creazione delle condizioni che rendono il territorio attrattivo per determinati utenti potenziali, realizzando una serie di 89 interventi sulle componenti del territorio al fine di rendono competitivo rispetto alle altre aree concorrenti. Le funzioni individuate da Varaldo sono interdipendenti tra di loro, infatti, lo sviluppo di nuove imprese locali mediante il coinvolgimento del territorio nel processo di crescita delle grandi imprese è strettamente collegato alla funzione di rafforzamento del tessuto produttivo esistente. Allo stesso modo anche la diffusione delle conoscenze e dell’innovazione e lo sviluppo di spin-offs aziendali costituiscono un aspetto importante per radicare la struttura produttiva locale. “L’azione di marketing territoriale si può ricondurre a due indirizzi: - il potenziamento delle condizioni che favoriscono la competitività delle imprese locali e la crescita della struttura esistente; - il consolidamento, lo sviluppo o addirittura la creazione delle condizioni che rendono il territorio sede competitiva per le scelte localizzative” (Caroli, 1999). La prima direttrice concerne le azioni di “rigenerazione” delle attività produttive locali; attraverso il marketing le imprese esistenti hanno la possibilità di rinnovare l’assetto organizzativo, di valorizzare le risorse presenti, comunicare l’immagine all’esterno in modo più efficace. Il marketing territoriale consente anche di attivare un processo di industrializzazione attraverso la creazione di attività nuove, la cui crescita e il cui sviluppo sono favoriti attraverso strumenti normativi, finanziari, organizzativi che il marketing può indirizzare in un’ottica strategica e sistemica. La seconda direttrice è relativa alle attività che riguardano sia la domanda che l’offerta; nel primo caso il marketing deve selezionare e attrarre i segmenti più opportuni, nel secondo caso il marketing deve agire per comporre il “pacchetto 90 localizzativo” e poi comunicarlo e promuoverlo adeguatamente all’esterno (Castellett, D’Acunto, 2006). Nel caso in cui il marketing sia applicato al territorio è necessario tener conto di alcune differenziazioni tra le principali componenti del marketing tradizionale; ad esempio, si fa riferimento: - Alle tipologie di utenti. Varie categorie di soggetti possono coesistere nel territorio pur avendo caratteristiche e bisogni differenti; per questo motivo gli interventi di marketing dovranno essere differenziati - Alle componenti che costituiscono il territorio e che compongono l’offerta - Agli attori che governano i fattori caratterizzanti il territorio: questi hanno obiettivi diversi e possono essere anche in contrasto tra di loro. Per quanto riguarda le componenti, il territorio può essere considerato come un insieme di elementi materiali e immateriali, o come un sotto-insieme degli stessi elementi o anche come insieme di elementi attualmente esistenti e insieme di elementi potenzialmente realizzabili. È invece meno complesso identificare gli attori che governano e gli utenti del territorio. La differenziazione rispetto ai tre elementi citati ha delle importanti ripercussioni sulla natura del marketing riferito al territorio, infatti questa varia in funzione delle diverse prospettive che si possono prendere in considerazione: - “Rispetto alle diverse tipologie di domanda. Il programma di marketing si differenzia a seconda che sia rivolto ad attrarre nuove imprese, a sostenere lo sviluppo delle aziende locali, a scoraggiare l’abbandono del territorio da parte delle imprese esistenti, ad attrarre nuovi turisti, etc. - Rispetto alle componenti del territorio. 91 Il programma di marketing si differenzia a seconda che riguardi la valorizzazione di un’area industriale, di una zona commerciale, o lo sviluppo di una zona turistica; - Rispetto agli attori che sono direttamente coinvolti dall’azione di marketing: La differenziazione del programma di marketing può derivare anche dal fatto che esso può essere ideato e attuato attraverso il coinvolgimento di soggetti diversi” (Caroli, 2006). Figura 7 - Risorse materiali e immateriali del sistema territoriale Fonte: Caroli, 2011 92 L’oggetto del marketing si identifica mediante l’integrazione dei diversi elementi che pongono in relazione le varie componenti del territorio con gli utenti cui è rivolto il programma. A tal proposito, diventa necessario prevedere l’esistenza di un piano di marketing unitario con una posizione gerarchica rispetto ai vari programmi di marketing rivolti a specifici segmenti, sia affidato a un soggetto con un potere di coordinamento e di intervento e abbia natura strategica. 3. Gli attori del marketing territoriale In un territorio vivono e collaborano numerosi soggetti coinvolti più o meno direttamente nelle decisioni di marketing territoriale. Infatti, “un territorio è sede di un insieme di attori costituiti da persone fisiche e da organizzazioni più o meno complesse, dotate di risorse e finalizzate allo svolgimento di determinate attività che, almeno in parte, sono realizzate e hanno riflesso sul territorio dove hanno sede” (Caroli, 2006). I vari soggetti “vivono” il territorio con un’intensità diversa, a tal proposito Caroli (2006) scrive che “un determinato attore può essere distinto in funzione dell’intensità del legame che esso ha con il contesto geografico. L’intensità del legame tra un attore e il territorio può essere descritta su tre livelli: - Intensità forte, quando un soggetto risiede stabilmente nel territorio; - Intensità media, quando un soggetto non risiede stabilmente nel territorio, ma ha relazioni al suo interno sufficientemente frequenti e rilevanti, oppure al contrario, risiede formalmente nel territorio, ma non ha relazioni significative; 93 - Intensità debole, quando un soggetto non risiede stabilmente nel territorio e ha contatti rari o comunque non sistematici”. Un altro possibile parametro per la classificazione degli attori è fondato sulla natura giuridica, sulla missione istituzionale, sul rilievo economico o sociale. Un soggetto, studiato dal punto di vista territoriale, costituisce da un lato una risorsa, mentre dall’altro lato risulta essere un utente. Quando il soggetto è una risorsa allora è anche un utente, ma non è valida la relazione inversa; infatti, un utente può essere semplicemente tale e produrre sul territorio esternalità positive inferiore a quelle negative, di cui può invece esserne causa. Nel caso in cui l’attore rappresenta una risorsa può esserlo in tre modalità differenti: 1. Detentore di risorse e conoscenze funzionali a determinate dinamiche di sviluppo del territorio 2. Valorizzatore di risorse esistenti 3. Generatore o attrattore di altre risorse (Caroli, 2006). Un ulteriore sistema di classificazione degli attori si serve di due criteri: uno basato sulla ripartizione dei soggetti pubblici/privati; l’altro incentrato sull’ampiezza geografica dell’area su cui è esercitata l’azione. In riferimento a quest’ultimo criterio (Castellett, D’Acunto, 2006), Paoli fa riferimento a quattro livelli: - Il livello comunale: il Comune cerca di gestire il territorio in base alle tecniche del marketing creando un ufficio municipale che fornisce alle imprese tutte le informazioni utili riguardanti il potenziale dell’area industriale, in tal modo mette in contatto i servizi preesistenti e gli imprenditori favorendo lo sviluppo o la costruzione di nuove imprese. 94 - Il livello metropolitano: costituito da centri medi e piccoli che ruotano intorno ad un baricentro o risultano della convergenza multi-baricentrica di alcuni territori. - I soggetti convergenti si accordano per far gestire da un’Agenzia da loro partecipata un territorio comune prescelto. - Il livello regionale: la gestione e la promozione di un territorio possono essere promosse dalle regioni le quali costituiscono un organismo di pianificazione che può funzionare bene per la sua capacità, possibilità di coinvolgere gerarchicamente molti soggetti dei livelli istituzionali che occupano ruoli attivi nello sviluppo di aree industriali. - Il livello nazionale: è lo Stato centrale che può essere fondamentale nell’azione di promozione di un organismo per il rilancio di aree svantaggiate e arretrate soprattutto per la sua capacità di mobilitazione delle risorse necessarie (Paoli, 1999). A questi quattro livelli alcuni studiosi ne aggiungono un altro, il livello internazionale, in cui agiscono sia gli organismi comunitari sia i soggetti che rappresentano e promuovono un Paese all’estero. A ciascun livello vi sono diversi attori che hanno un ruolo importante nei programmi di marketing territoriale e possono essere espressione sia della pubblica amministrazione che dell’imprenditoria privata (Caroli, 1999). Un’ulteriore criterio di classificazione dei diversi attori presenti su un territorio è quello che contrappone i portatori di interessi rilevanti (pubblici interni) ai clienti/mercati (pubblici esterni) e a coloro che amministrano il territorio. I pubblici interni sono portatori di interessi rilevanti e possono a loro volta essere distinti in: residenti, imprese e attività commerciali, associazioni e soggetti che lavorano nel territorio. 95 I residenti rappresentano gli attori principali e sono tanto più soddisfatti quanto più il territorio offre livelli di qualità della vita rispondenti alle loro aspettative. Le imprese e le attività commerciali, invece, valutano il territorio sulla base della capacità di offrire vantaggi di tipo localizzativi; il livello di soddisfazione degli imprenditori è relativo alla presenza di servizi o alle strutture e agli eventi che favoriscono il flusso di clienti. Un ulteriore aspetto riguarda la categoria di coloro che lavorano nel territorio; questi possono suddividersi in residenti e in pendolari, i primi sono soddisfatti se trovano opportunità di lavoro economicamente convenienti e coerenti con la loro formazione e professionalità, gli altri tengono in considerazione l’accessibilità, la presenza di parcheggi, etc. (Bassani, 2009). Per quanto riguarda i pubblici esterni si può sostenere che “il territorio è in grado di far convergere clienti/pubblici esterni sempre più numerosi e più «adatti» quanto più si rende attrattivo, cioè quanto più è in grado di soddisfare le specifiche esigenze dei differenti pubblici” (Rizzi, Scaccheri, 2006). I pubblici esterni possono essere raggruppati in: 1. Fruitori dei beni e servizi, sono numerosi soggetti fruitori di beni e servizi anche completamente differenti tra di loro, 2. Turisti e visitatori, al di là della motivazione, la loro soddisfazione può derivare da diversi fattori come l’accoglienza, la qualità delle strutture, l’accessibilità … 3. Investitori, che fanno confluire risorse verso aree che ritengono meritevoli di investimento. Un altro gruppo di soggetti particolarmente significativo è quello dei policy makers che rappresentano sia la posizione della pubblica amministrazione che quella dell’imprenditoria privata. 96 Infine la “categoria dei potenziali stakeholders che, se giudicano attrattivo un territorio, sono in grado di apportare nuove capacità lavorative, nuove competenze, nuova imprenditorialità e allo stesso modo, se consideriamo tra questi anche le generazioni future, possiamo concludere che i policy maker dovranno adottare delle politiche che rispettino sia gli stakeholders attuali sia quelli futuri promuovendo azioni di sviluppo sostenibile” (Bassani, 2009). In conclusione, al fine di realizzare un piano di marketing territoriale di successo risulta necessario il coordinamento di tutti gli attori le cui attività influenzano le condizioni strutturali dell’area; per questo motivo è molto importante comprendere in che misura il coordinamento possa essere svolto dall’unità responsabile del marketing del territorio e quali aspetti debbano essere delegati ad altre autorità. 4. Le strategia di marketing territoriale La formulazione di una strategia per un territorio risulta essere molto complessa in quanto il territorio è costituito da differenti attori, ciascuno con una propria strategia. “La strategia di un territorio non è evidentemente la sintesi, più o meno complessa, di queste strategie, anche se è pur vero che l’orientamento strategico degli attori più rilevanti per ruolo o per risorse detenute sul territorio, ne caratterizza in modo significativo l’evoluzione di lungo termine” (Caroli, 2006). Sul piano strategico il marketing territoriale ha funzioni fondamentali: 1. Sviluppare una chiave di lettura del territorio in funzione della soddisfazione delle esigenze della domanda, 2. Individuare e attrarre la parte di domanda portatrice delle risorse più adatte al processo di sviluppo economico sostenibile. 97 “Finalità strategica del marketing territoriale è dunque selezionare e attrarre il tipo di domanda migliore per la dinamica evolutiva del territorio; al tempo stesso, stimolare (e in alcuni casi, realizzare direttamente) gli interventi che consentono all’offerta territoriale di essere il più possibile coerente con le attese della domanda cui si rivolge esplicitamente. Nel perseguire questa duplice finalità, il marketing contribuisce alla competitività economica del territorio poiché favorisce le condizioni che consentono al territorio stesso di trarre dallo scambio con altri soggetti esterni le energie più indicate per il proprio processo di sviluppo interno” (Caroli, 1999). Tali energie possono essere considerate come differenti tipologie di capitale: 1. Capitale economico 2. Capitale finanziario 3. Capitale terziario 4. Capitale di conoscenza 5. Capitale culturale 6. Capitale sociale. (Vicari, 1999) Il marketing, nell’ambito del piano operativo, può svolgere tre funzioni al fine di perseguire i propri obiettivi strategici: - analizzare le componenti della domanda e scegliere quelle che meglio mettono in luce il potenziale competitivo; - ideare e realizzare le condizioni che caratterizzano il territorio rispetto ai concorrenti; - sviluppare la percezione delle caratteristiche del territorio più coerenti con la domanda potenziale. 98 Figura 8 - Articolazione del marketing territoriale per il raggiungimento dei suoi obiettivi Fonte: Caroli, 1999 È evidente che tali funzioni esprimono attività di marketing quali la segmentazione, il posizionamento, lo sviluppo del prodotto e la comunicazione. “Dal punto di vista operativo il marketing territoriale annovera tutti quei comportamenti tesi alla valorizzazione/promozione/vendita di un’area geografica. Esso comprende una serie di strumenti operativi utili per gestire al meglio le opportunità competitive offerte dal contesto locale. In particolare il marketing operativo si occupa fondamentalmente di svolgere due tipi di attività: 99 - creare le condizioni per la migliore fruizione del territorio da parte degli utenti; - comunicare i fattori di attrattività del territorio” (Caroli, 1999). Figura 9 - Marketing territoriale operativo Fonte: Caroli, 2009 Per quanto concerne la prima attività, il marketing territoriale nel perseguimento dell’obiettivo dello sviluppo locale farà uso di due azioni: - L’ideazione e implementazione degli interventi sulle componenti del territorio per permettere una migliore soddisfazione della domanda interessata alle opportunità competitive dell’area; 100 - L’attività di assistenza agli investitori prima, durante e dopo l’insediamento sul territorio (Del Colle, 2006). Dopo aver individuato i bisogni della domanda è opportuno affrontare tre problematiche: 1. “La determinazione delle singole componenti e dei servizi necessari per soddisfare la domanda; 2. La determinazione del modo migliore di coordinare e finalizzare verso obiettivi comuni l’azione dei vari soggetti che hanno il controllo diretto delle componenti e dei servizi che compongono l’offerta territoriale; 3. La definizione delle singole componenti e servizi in un «pacchetto» organico, relativamente stabilizzato e caratterizzato da elementi quantificabili in termini di valore” (Caroli, 1999). Per raggiungere questi obiettivi occorre: 1. Individuare le componenti e i servizi che formano l’offerta territoriale; 2. Definire gli interventi innovativi sulle componenti e sui servizi esistenti; 3. Progettare le connessioni e le interdipendenze tra componenti e servizi individuati; 4. Sfruttare le opportunità offerte dal territorio; 5. Coordinare i soggetti responsabili del governo delle componenti o dei servizi; 6. Organizzare le componenti, i servizi e le relative interdipendenze. Dall’altro lato, per quanto riguarda le attività di assistenza agli investitori durante e dopo l’insediamento nel territorio è opportuno definire una serie di azioni da svolgere. La prima consiste nella fornitura delle informazioni necessarie per assumere la decisione localizzativa: le informazioni sono molto analitiche e quantitative e sono relative a tutti gli elementi che influenzano concretamente le condizioni di insediamento. 101 Figura 10 - Modalità di assistenza all’insediamento nel territorio Fonte: Caroli, 1999 La seconda funzione concerne l’assistenza nell’individuazione e valutazione delle diverse opzioni localizzative: in questa fase si aiuta l’investitore nel realizzare l’analisi delle opportunità logistiche disponibili, nello studio di possibili collaborazioni con i fornitori, nell’affrontare problemi burocratici e amministrativi, etc. La terza funzione è quella di fornire supporto nell’approvvigionamento delle fonti finanziarie: tale supporto si manifesta in due attività quali: l’identificazione dei programmi di agevolazione di cui l’impresa esterna può beneficiare e la facilitazione della relazione tra impresa e finanziatore. Un’altra funzione consiste nella valutazione dell’impatto economico e strategico di una modalità d’insediamento: questa funzione completa le precedenti poiché si basa sulle informazioni acquisite e sulla scelta effettuata. 102 Infine, un aspetto rilevante nell’ambito delle azioni di sostegno all’insediamento nell’area consiste: nell’identificazione delle esternalità positive o negative sia dell’investitore che delle autorità. Dallo schema precedente raffigurante il marketing territoriale operativo (figura 8), si può rilevare una seconda attività, ovvero quella di comunicare i fattori di attrattività del territorio. Anche quest’ultima si suddivide in due attività differenti. Nel primo caso relativo al posizionamento dell’area, la comunicazione rappresenta lo strumento per rafforzare e diffondere presso gli utenti la percezione del posizionamento strategico. Nel secondo caso la comunicazione è finalizzata a favorire la scelta operativa da parte degli utenti; questa funzione consiste nel realizzare alcuni interventi che chiariscono concretamente le opportunità e i motivi di convenienza della localizzazione di un determinato investimento nell’area che si vuole promuovere. Relativamente all’attività di rafforzamento e diffusione della percezione e del posizionamento, un aspetto di cui tener conto è quello riguardante l’offerta del territorio, infatti, il territorio ha una natura omogenea in grado di soddisfare differenti tipologie di utenti che percepiscono in modo differenziato l’immagine del luogo. La percezione che si ha di un territorio cambia in riferimento alla funzione d’uso che se ne vuole fare. Sulla base delle osservazione precedenti si può concludere che la politica di comunicazione si svolge su due livelli: il primo “generale” con l’obiettivo di sviluppare una percezione complessivamente positiva del luogo e dei prodotti del territorio offerti al suo interno; la comunicazione è volta a creare negli utenti una fiducia verso le potenzialità offerte dal territorio. 103 Il secondo livello ha come obiettivo quello di valorizzare una determinata funzione d’uso del territorio e si rivolge, quindi, a determinati target in modo da creare la giusta percezione di specifici elementi dell’offerta (Caroli, 1999). Una strategia di marketing territoriale ha inizio con l’analisi del mercato e della definizione del target e procede con il posizionamento dell’offerta e la scelta dell’orientamento di fondo. “La pianificazione della strategia di un territorio è, allora, principalmente finalizzata a definire e attivare le condizioni che consentono questa mobilitazione dei diversi attori verso l’attuazione di un comune progetto di sviluppo territoriale […] La strategia di marketing di un territorio può manifestarsi fondamentalmente in quattro maniere che, oltre ad individuare il percorso storico di questa materia (Kotler-Haider-Rein, 1993), definiscono una progressione del modo in cui il marketing è stato applicato ad un’area urbana” (Caroli, 1999). I quattro orientamenti della strategia di marketing territoriale sono: - Marketing indifferenziato, ha l’obiettivo di promuovere vantaggi economici del luogo per attrarre qualunque nuova attività produttiva o investimento, in questa fase si fa leva sulla comunicazione, sugli incentivi e sulle agevolazioni. - Marketing differenziato, ha l’obiettivo di attrarre investimenti in specifici settori o attività economiche e quello di sostenere e sviluppare il benessere dei soggetti residenti. In questo caso la strategia di marketing ha origine da un’attenta segmentazione e sulla scelta di una posizione competitiva. - Marketing focalizzato, ha l’obiettivo di attuare le linee guida del piano di sviluppo locale e raggiungere la leadership in specifici settori/attività. La strategia si focalizza sullo sviluppo dei fattori di vantaggio competitivo e sulle interdipendenze con le altre aree di intervento per lo sviluppo locale. 104 - Marketing sistemico, ha l’obiettivo di attivare i processi interni per l’attrazione delle risorse esterne e quello di attivare processi interni per la valorizzazione delle risorse acquisite, a tal proposito il marketing coordina tutte le componenti che costituiscono l’offerta e ne valorizza ne caratteristiche. Il processo attraverso cui si può elaborare una strategia di marketing territoriale si articola in diverse fasi. La domanda può essere segmentata secondo diverse modalità che fanno riferimento, ad esempio, agli utilizzatori, agli stakeholders, alla natura dell’utente e all’appartenenza o meno a un territorio. Per quanto riguarda il posizionamento la scelta può basarsi su quattro elementi: 1. La vocazione riguarda l’identità del territorio e costituisce il riferimento primario per orientarsi nella scelta del posizionamento. La vocazione è data dalle condizioni ambientali, storiche, sociali che identificano il territorio e dal modo in cui tali condizioni si sono evolute nel tempo. 2. La capacità è costituita dal risultato delle interrelazioni tra le componenti tangibili e intangibili esistenti; queste determinano il valore dell’offerta territoriale. Le capacità esistenti rappresentano la fonte principale delle condizioni che giustificano una strategia di posizionamento. 3. L’ambiente è dato dalle componenti fisiche che compongono il territorio. Tali elementi incidono in modo significativo sulla modalità in cui l’utente percepisce il territorio. 4. La coerenza è l’elemento che caratterizza il concetto di posizionamento; la coerenza tra la percezione della domanda relativa al territorio e la percezione 105 riguardante le componenti del territorio costituisce un aspetto rilevante sulla validità del posizionamento. Figura 11 - Fasi per lo sviluppo di una strategia di marketing territoriale Fonte: Caroli, 1999 La strategia di marketing si orienta in due direzioni, che sono: - Lo sviluppo di un progetto coerente con la vocazione del territorio valorizzando le opportunità interne, - Lo sviluppo di un progetto basato sull’innovazione delle condizioni attuali. Tali direzioni si manifestano mediante tre indirizzi strategici che rappresentano le tre strategie di marketing territoriale di base: 106 a. Integrazione e fertilizzazione delle componenti attuali del territorio; b. Sviluppo di opportunità di cambiamento; c. Sviluppo di progetti innovatori. Figura 12 - Strategie di marketing Fonte: Caroli, 1999 “Il marketing territoriale si esprime su tre piani fortemente interdipendenti. Il primo è quello dell’«integrazione» che si concretizza nello sviluppo di una visione sistemica dei diversi elementi da cui dipende l’attrattività complessiva dell’offerta territoriale. In questo senso, il marketing territoriale costituisce la forza ordinatrice e propulsiva che consente la trasformazione delle singole caratteristiche materiali e immateriali del territorio in un insieme di servizi integrati che creano valore per l’utente. A tal fine, il marketing promuove e facilita le relazioni tra gli attori che operano nel territorio; nonché l’individuazione e lo sfruttamento delle sinergie positive che possono manifestarsi tra gli stessi. 107 Il secondo piano è quello della fertilizzazione. Il marketing territoriale fornisce gli strumenti operativi e di metodo attraverso i quali è possibile valorizzare le misure prese nell’ambito di ciascuna specifica area dell’offerta territoriale, per cui una determinata componente dell’offerta territoriale espande il suo potenziale a beneficio delle altre, aumentando l’attrattività complessiva del territorio” (Caroli, 2007). La seconda strategia si focalizza sulle caratteristiche e la vocazione del territorio per attivare un processo evolutivo che, attraverso l’arricchimento della dotazione di risorse, modifica alcuni aspetti dell’originaria vocazione del territorio. Infine, la terza strategia prevede lo sviluppo di progetti innovatori e si caratterizza per il fatto che si effettuano interventi strutturali, economici e di immagine sul territorio; tali interventi risultano essere fortemente innovativi e avanzati dal punto di vista delle tecnologie utilizzate, in tal modo si producono trasformazioni radicali che possono determinare il rilancio di un territorio poiché possono svilupparsi nuove condizioni di attrattività (Caroli, 1999). 4. Le Terme del Comune di Acquasanta Terme (Ascoli Piceno) 1 Le terme di Acquasanta hanno sempre rappresentato un elemento di grande rilievo per la Regione. La testimonianza dei ritrovamenti archeologici e i risultati delle ricerche che si sono realizzate negli anni passati, ultima quella dell’Università Politecnica delle Marche Dipartimento di Scienze e Ingegneria della materia, dell’Ambiente ed 1 La storia delle Terme del Comune di Acquasanta Terme (in Provincia di Ascoli Piceno) è stata ripresa dal Progetto “Uso sostenibile delle acque sotterranee e superficiali della Provincia di Ascoli Piceno” – Il sistema idrotermale di Acquasanta Terme. Progetto preliminare finalizzato alla valorizzazione, utilizzazione e tutela delle risorse idriche del bacino geotermico presente nella dorsale carbonatica di Acquasanta Terme a cura dell’Università Politecnica delle Marche, Dipartimento di Scienza e Ingegneria della Materia, dell’Ambiente e Urbanistica. 108 Urbanistica in collaborazione con il Consorzio Ferrara Ricerche, a cura delle Dott.ssa Nanni Giulia e Dott.ssa Paola Maria Vivalda, hanno permesso di constatare l’esistenza di Terme nel periodo romano. Molti resti romani oggi non sono più visibili a seguito dei lavori di ricostruzione del dopoguerra, per l’allargamento delle strade o ancora per la costruzione dell’acquedotto e delle linee telefoniche. Testimonianze di archeologi in particolare la Dott.ssa Conta constatarono che durante la costruzione del tunnel, nel 1985, le ruspe sconvolsero la zona interessata dai resti delle terme romane, sottraendo allo studio qualsiasi testimonianza fosse ancora presente. Il Colucci (1794) e il Gabrielli (1882) sottolineano che tra i numerosi resti romani rinvenuti nell’area potessero essere relativi ad un grande complesso termale e che corrispondessero al Pagus (circoscrizione territoriale preromana e romana di tipo rurale), al Vicus (case e terre appartenenti al Pagus) o Mansio (stazione di sosta lungo le strade romane) ad Aquas della Tabula Peutingeriana. Nello stralcio del testo del Colucci (1794) si fa riferimento anche all’Andreantonelli (1673) dove nella sua opera Historiae Asculanae (libro V) parla di Santa Maria in Marsia, in riferimento a ritrovamenti archeologici che testimoniavano una grande ed antica magnificenza. Le Terme avevano sede nell’area occupata dall’attuale paese di Santa Maria e si dovevano estendere dalla zona della chiesa del SS. Crocifisso fino ed oltre l’odierna piazza del centro abitato. La Conte, inoltre, riferisce di un altro elemento di notevole interesse, un manoscritto di anonimo autore posteriore al 1792, ritrovato dalla famiglia Caucci all’interno della loro abitazione che precisa alcuni ritrovamenti “si tratta di una cisterna, di una parete della piscina, lungo un lato del quale fu costruita la chiesa, sostenuta da numerose semicolonne, con il pavimento inclinato verso 109 nord, di un pezzo di conduttura in piombo, dell’apodyterium delle terme (prima sala non riscaldata dal percorso termale, spogliatoio)”, in cui l’autore anonimo vuole sicuramente identificare la sala con pavimento a mosaico a tessere bianche e nere scoperta nel 1798 nell’orto della casa di proprietà del benemerito maestro di Eloquenza Don Serafino Massi… “attinente la Chiesa, di un vano probabilmente adibito a bagni, con pavimento costruito da grandi lastroni di travertino a cui si accedeva con scale…” Il farmacista Egidi, nel suo trattato del 1826 scrive sulle acque solfuree e saline “che abbondano nelle vicinanze dell’antichissima città di Ascoli” con la speranza “di rendere ad esse il credito che ebbero durante l’impero di Roma”. Attorno al sec. X Acquasanta passò sotto l’influenza dell’Abbazia di Farfa che dominò in una vastissima area fino al XI sec. e da documenti farfensi dell’XI sec. e da carte ascolane del sec. XVI (Cognoli 1995), risulta che sorgenti di acqua solfurea erano presenti in molte località ad est e a ovest di Santa Maria quali Piscaria, Acqua Santa, Acqua Puzza e Acqua salmacina (zona di Casteltrosino). La località ad Acquas doveva essere abbastanza conosciuta dai romani in quanto la presenza e la ricchezza di acque solfuree lungo la grande strada “Salaria” induceva ad una sosta a chi vi transitava. Non sorprende perché i romani avessero poi scelto di costruire un grande complesso termale proprio in questa preziosa risorsa naturale. Nel chiedersi come mai le antiche terme romane non vennero costruite nell’attuale area termale di Acquasanta ma nell’odierna Santa Maria troviamo risposta in alcune ipotesi come anche la Conta nel 1982 riporta: “ c’è chi sostiene che le terme vennero distrutte durante le invasioni barbariche, chi invece ipotizza che una calamità naturale possa aver causato la scomparsa delle sorgenti di acque solfuree che alimentavano le terme. 110 Ma c’è anche un ‘ipotesi di motivo religioso, come riporta il manoscritto ritrovato dal Caucci di autore anonimo che sosteneva che la fine delle terme romane “ fu opera della religione … così sulle abbattute terme di Diocleziano fu innalzato il tempio di Santa Maria degli Angeli … E così tante altre come la Chiesa del SS. Crocifisso sorta sulle rovine della piscina delle nostre terme… la distruzione elle nostre terme avvenne tra il VI e VII secolo di Gesù Cristo quando lor volse le spalle la potenza dei Cesari… Le pareti dell’apdysterio si vedono distrutte sino al pari del pavimento tesserato; il pavimento stesso era stato sotterrato insieme con tutti i Bagni e la piscina…. Una sola ne fu in parte conservata per costruirvi sopra, come è di fatti il tempietto di Maria; l’emissario della Cisterna aperto a colpi di piccone… e la lapide afatta a pezzi e poche lettere solo in piccolo frammento di un angolo si lasciarono visibili, ma capovolte. Questi sono tutti segni dell’odio……” Non si è certi dunque, né delle cause né del periodo in cui le terme romane vennero abbandonate. Ma possiamo ritenere solo che un insieme di fattori legati da un lato a motivi religiosi e alle invasioni barbariche, dall’altro a fenomeni naturali, potrebbe aver contribuito a far perdere le tracce delle antiche terme. Presumibilmente nel periodo delle invasioni barbariche caddero in disuso e scomparvero. Più tardi nacquero le terme di Acquasanta con modifiche subite nel tempo, vicende amministrative attraverso secoli e testimonianze di antichi studiosi, medici, farmacisti e poeti. Molti autori del passato evidenziano nei propri trattati quanto tutta la zona dell’ascolano fosse apprezzata per le sue acque termali, dagli antichi testi infatti risulta che molto note erano anche le acque di Casteltrosino. 111 Di grande importanza storica le relazioni del Prof. Gaetano Sgarzi del 13.03.1851 con le prime rudimentali analisi delle acque e dei fanghi naturali. Si ricorda infine la pubblicazione “delle Fonti” per la Storia d’Italia del 1910 con le citazioni di Acquasanta. Nei primi documenti sulle Terme, le acque termali sfruttate erano quelle emergenti all’interno del complesso ipogeo, reso fruibile via via nel tempo per mezzo di strutture ed edifici che acque che vennero ad assumere un certo rilievo soprattutto a partire dai primi dell’800. Tali acque, con una temperatura circa da 22 a 42°C e con una facies chimica cloruro-sodica con forti arricchimenti in solfati e bicarbornati, rappresentano una singolarità tra acque del fronte adriatico e hanno sempre costituito una ingente e preziosa risorsa a scopi terapeutici. Lo studio del Consorzio Ferrara Ricerche, presentato il 25 gennaio 2014, presso il Teatro dei Combattenti di Acquasanta Terme, analizza problemi relativi alle infiltrazioni di inquinamento e si descrive lo stato di degrado in cui versano attualmente le sorgenti solfuree ed il sito ipogeo. Oggi le acque solfuree utilizzate dalle Terme, non sono più infatti quelle emergenti all’interno delle grotte, ma quelle emunte da un fosso profondo ubicato in direzione Ascoli Piceno, dopo il paese Santa Maria. L’intero complesso ipogeo completamente inutilizzato, purtroppo versa in uno stato di totale abbandono. Sulla strada nazionale Salaria, a 18 km da Ascoli Piceno si trovano le Terme di Acquasanta situate nel comune di Acquasanta ad un’altitudine di m.400 ai confini dei parchi nazionali del Gran Sasso e Monti della Laga e dei Monti Sibillini. Le prime notizie sulla storia delle Terme di Acquasanta, tratta dal Cognoli (1995) risalgono al 1286 quando i bagni vennero venduti al Comune di Ascoli a cui rimarranno per parecchi secoli. 112 Frammentarie sono le notizie raccolte relative al 1300, mentre a partire dal 1400, si assiste a numerosi interessi ai Bagni di molti personaggi e a particolari vicende e mutamenti che li caratterizzano per diversi secoli. Tra i diversi gestori che si sono succeduti si ritrova Giuliano di Tibulo affittuario del 1400 con il quale i Bagni si trovavano in uno stato grezzo e primitivo, nel 1582 il Tassi pavimentò di travertino e rivestì il sudatorium “sive stufa balnei”, il Castelli o il Ruffini, durante il ‘600, li portarono al massimo degrado, rendendoli “il più immondo luogo da che è avvezzo alle lordure”. Verso la metà del ‘700 iniziò il Massetti a farlo rinascere, poi successivamente nella prima metà dell’800, il Piccolomini apportò numerose modifiche lamentandosi “che le acque di pioggia da Cagnano ristagnavano sui fondi dietro la parrocchia e infiltrandosi sul suolo spugnoso scolavano nelle acque del Bagno nel grottone”. Il Trocchi lo succedette nella seconda metà dell’800 e sotto la sua gestione fece iniziare i controlli a tappeto sul Torrente Garrafo per evitare i danni che le piene estive arrechino alle terme con infiltrazioni di acque dolci. Tutti i gestori nel corso di questi secoli, dovettero adoperarsi in tutti i modi per accordarsi con gli acquasantani con i quali fin dai secoli precedenti c’erano stati dissidi e contrasti che pregiudicano il buon funzionamento dei Bagni, in particolare relativi al problema delle infiltrazioni di acque fredde dall’esterno, per risolvere il quale vennero condotti diversi studi, ma che non venne mai risolto, e quello delle continue controversie tra i gestori, abitanti di Acquasanta e Comune di Ascoli. Dopo i Trocchi le Terme diventano proprietà di una società composta per lo più da Ascolani presieduta da Francesco Merli che nel 1926 è di podestà di Ascoli Piceno fino al 1930. Il complesso termale dai primi del ‘900 subisce notevoli cambiamenti. 113 Scompaiono il mulino e le Bagnarole e viene costruito un nuovo stabilimento dove oggi è l’albergo Italia. Nel dopoguerra le Terme vengono vendute all’attuale società S.A.N.T.A., di proprietà della famiglia Ferrante. Negli anni ’50 e ’60 il complesso termale gode di una discreta salute, l’albergo Italia cambia fisionomia, la piscina e la grotta sudatoria sono utilizzate per le cure dagli ospiti delle terme e dai turisti. Nel 1954 viene effettuata una spedizione all’interno delle grotte da parte della Sezione Geospeleologica della società adriatica di Scienze Naturali di Trieste su invito della società proprietaria delle terme. La famiglia Ferranti si tramanda la proprietà delle Terme con terapie convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale ma, nel 1988, si ha la chiusura della piscina che trova giustificazione per una presunta instabilità della volta e per i fenomeni di inquinamento e della grotta sudatoria dove tale provvedimento di chiusura non trova giustificazione. Dal 1993 al 2014 sono susseguite una serie di vicende amministrative (Regione Marche, Provincia di Ascoli Piceno e Comune di Acquasanta che riassumono l’attuale situazione: attualmente 2014 lo stabilimento termale e L’Albergo Italia ad esse collegato, sono di proprietà della Società S.A.N.T.A.. Vi si praticano cure di diverso tipo sia affezioni dell’apparato respiratorio (aerosol, inalazioni, ecc) sia per malattie dell’apparato muscolo-scheletrico (fangoterapia, idromassaggi, ecc). Le acque termali utilizzate provengono da un pozzo. Oltre al centro termale la società ha provveduto a ristrutturare parte dell’immobile aggiungendo al servizio ricettivo termale anche un nuovissimo Centro Benessere per il benessere psicofisico della persona, di recente inaugurato insieme alle 4 elegantissime suite. 114 Un Centro Benessere completo di: sauna, bagno turco, docce a getto cromato, minipiscina con idromassaggio, sala relax con tisaneria, salarium con minipiscina esterna e cabina per trattamenti estetici. Il complesso ipogeo è attualmente ancora chiuso, ne è impedito l’accesso e versa in stato di completo abbandono. 5. Il caso Acquasanta Terme L’analisi e lo studio della stazione termale di Acquasanta Terme, unica realtà presente nel territorio Piceno, sono stati condotti nell’ottica del grande cambiamento subito dal “termalismo in genere”, sia nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, sia nel contesto delle attività turistiche, quale diretta conseguenza della profonda trasformazione della domanda e dell’offerta e delle dinamiche competitive del settore. Lo studio quindi si è proposto di individuare non solo le problematiche dello stabilimento termale acquasantano, ma soprattutto nuove strategie di sviluppo con nuovi modelli di business anche per il territorio. Anello di Acquasanta Terme è un mercato turistico caratterizzato da una “domanda” molto diversificata sia in termini di tipologie di utenti/turisti, sia nella richiesta dei singoli servizi, e da una “offerta” che seppur rinnovata e integrata negli ultimi anni necessita fortemente di nuove strategie, incisive e personalizzate sia in ambito termale che nel benessere. L’analisi del prodotto termale è stata realizzata nel periodo luglio 2014 /giugno 2015, attraverso la somministrazione di due tipologie di questionari riservati, rispettivamente ai curandi e ai curisti, che hanno consentito di rilevare, seppur tra diverse criticità, l’offerta di un “prodotto maturo”, di buona qualità ed efficacia delle cure e per diversi servizi complementari, quali ristorante e wellness. 115 È evidente, quindi, che ogni nuova strategia di promo commercializzazione dovrà coinvolgere la struttura termale unitamente al territorio di riferimento, in una strategia di marketing territoriale, che dovrà consentire ed incrementare il grande valore dello stesso territorio attraverso gli asset che esso contiene . È infatti ormai noto che saranno sempre più le singole aree a dover ricercare, da sole, le risorse occorrenti per tale sviluppo, individuandone anche nuovi modelli organizzativi e gestionali. Tuttavia questi risultati potranno essere raggiunti, in modo efficace e rapido, solo se nel territorio cessano i rapporti di conflittualità, spesso rilevati tra gli operatori privati, gli enti locali e l’azienda che gestisce lo stabilimento termale. A tal proposito, qualora non dovesse verificarsi una strategia condivisa di marketing territoriale, ogni progetto di riposizionamento dell’attività acquasantana è destinato a segnare il passo. I risultati dell’indagine I risultati scaturiti dall’indagine effettuata, attraverso la somministrazione di questionari di cui sopra, confermano che il cliente termale acquasantano appartiene ad un ceto medio della popolazione ed è caratterizzato da una elevata fidelizzazione, dato che il 68% dichiara di voler tornare nei prossimi anni e che lo frequenta da altri 3. Inoltre, le diverse variabili inserite nei questionari dicono che il cliente ternale è prevalentemente un pensionato (43%) e a seguire impiegati (25%), operai (14%), casalinghi (8%), mentre è molto scarsa la presenza di lavoratori autonomi (8% per i curandi e addirittura il 3% per i curisti). Per quanto concerne la provenienza, il 5% dei curandi, dichiara di provenire dai territori della Provincia di Ascoli Piceno, da Teramo (13%), Fermo e Macerata 116 (3%), mentre, per i curisti, la situazione si inverte, nel senso che solo il 7% proviene dalla Provincia di Ascoli Piceno, nel 93% provengono da altre Province e/o Regioni (es. Bologna 11%, Chieti 14%, Fermo 11%, etc.). Scopo prioritario del soggiorno nel centro acquasantano è caratterizzato principalmente dalla bontà delle cure e dalla buona qualità delle acque (57% dei curandi e 66% dei curisti), dal luogo che si presta a far trascorrere una breve vacanza in totale tranquillità (22%), a contatto con il buon contesto geografico (9%). Scarso è risultato l’appeal del centro benessere (3%). Gli strumenti che hanno determinato la scelta della destinazione sono risultati: le indicazioni del proprio medico di base (26%), la propria esperienza personale (19%), il passaparola inteso come consiglio di parenti e amici (17%), mentre è da constatare che la scelta di internet influenza solo il 9% dei curandi, ma il 34% dei curisti, considerato che la loro provenienza è prevalentemente da fuori provincia, se non dalle regioni limitrofe. In riferimento, invece alle attività svolte dagli ospiti durante il soggiorno si constata che sono molto diversificate a seconda se si è curandi o curisti. In particolare i curandi preferiscono dedicarsi principalmente alle degustazioni delle specialità locali, quindi alle escursioni ed allo shopping, mentre i curisti mettono al primo posto le escursioni, a seguire la visita alle città d’arte e ai relativi musei, quindi le degustazioni e lo shopping. Nel dettaglio si ha: 1. Escursioni Curisti 21% Curandi 38% 2. Degustazioni di prodotti tipici locali Curisti 29% Curandi 15% 3. Visite a mostre, musei e città d’arte Curandi 17% 4. Shopping Curisti 12% Curandi 6% 5. Attività sportive Curisti 5% Curandi 6% 117 Molto apprezzate risultano la qualità e l’efficacia delle cure, tant’è che il 72% dei curandi e il 49% dei curisti la consiglierebbe ad amici e conoscenti, anche in rapporto alla qualità complessiva del centro. Forte è l’interesse degli utenti del centro acquasantano, nei confronti del territorio circostante, considerato che oltre il 90% consiglierebbe di visitarlo (curandi 92%, curisti 96%), mentre come già detto, scarso è l’interesse verso il Wellness, visto che solo il 13% dei curandi e il 7% dei curisti vi si dedica, o per mancanza di interesse (circa il 40%) o per il poco tempo a disposizione (circa il 30%). Infine i servizi. I frequentatori del centro giudicano positivamente i servizi offerti dal centro termale, esprimendo un punteggio più alto di gradimento per l’accoglienza, la ristorazione e la struttura degli alloggi. Il tutto come meglio specificato nei questionari e grafici seguenti. 118 QUESTIONARIO ACQUASANTA TERME / CURANDI Università Politecnica delle Marche - Dipartimento di Economia Aziendale, Indagine conoscitiva sul termalismo piceno. Gentile cliente, l'Università Politecnica delle Marche, di concerto con la Provincia di Ascoli Piceno, sta effettuando un'indagine conoscitiva sul termalismo piceno nell'ambito di una Tesi di dottorato di ricerca in Economia Aziendale (XIV ciclo) dal titolo “Analisi di sviluppo delle attività economiche termali e del wellness della Provincia di Ascoli Piceno”. Le chiediamo pertanto qualche minuto del Suo tempo per la compilazione del seguente questionario relativo all’oggetto di studio per soli fini statistici e di ricerca garantendole l’anonimato ai sensi del D.lgs sulla privacy n. 196/2003. Per ciascuna domanda si dovrà esprimere una sola risposta e, una volta compilato restituirlo alle persone incaricate che troverà presso la reception dell'albergo. La ringraziamo della Sua preziosa e cortese collaborazione nella certezza che questi dati, una volta elaborati, contribuiranno al miglioramento dei servizi offerti sul territorio. Questionario 1. Condizione: □ □ □ □ □ □ □ □ Disoccupato/a Casalinga Operaio/a Impiegato/a Imprenditore/trice Lavoratore/trice autonomo/a Pensionato Altro__________ 2. Fascia d’età □ □ □ □ □ □ □ Meno di 14 14-20 21-30 31-40 41-50 51-60 Oltre 60 119 3. Titolo di studio □ □ □ □ Licenza elementare Licenza media Diploma Laurea 4. Ci indica la città di provenienza? ______________________________________ 5. Aveva visitato questi luoghi in precedenza? □ Si □ No 6. Se sì, quanto tempo fa? □ Meno di 1 anno □ 1 anno □ 2 anni □ 3 anni □ Più di 3 anni 7. Consiglierebbe ad altri di visitare questi luoghi? □ □ Si No 8. Se non residente nella provincia di Ascoli Piceno, quale fattore di comunicazione ha influenzato la scelta di questo luogo □ Precedente esperienza □ Medico di base □ Medico specialista □ Consiglio parenti, amici, famigliari □ Internet □ Guide turistiche □ Altro__________ 9. □ □ □ In questo suo soggiorno dedica parte del suo tempo a trattamenti estetici o al wellness? Si No In parte 10. Se ha risposto no per quale motivo? □ Poco tempo a disposizione □ Mancanza di interesse □ Costo eccessivo □ Altro 120 11. Quali sono le principali attività svolte in questo luogo oltre alle cure termali □ □ □ □ □ □ Escursioni Degustazioni di prodotti tipici locali Shopping Partecipazione ad eventi folkloristici Pratica di attività sportive Altro _______________ 12. Quali sono i motivi per cui ha scelto questo stabilimento □ □ □ □ □ □ □ □ Tipologia di acque e cure Perché consigliato Perché frequentatore abituale Per il contesto geografico nel quale è situato Per la dotazione di strutture e servizi benessere Per il buon rapporto qualità/prezzo Per l’abbinamento con altre forme di turismo (per es. vacanza attiva e terme) Altro__________________ 13. Giudizio medio di soddisfazione (1=min 5=max) Struttura termale Servizio ristorazione/bar/accoglienza Trasporti Attività culturali/sport/escursioni 1 1 1 1 2 2 2 2 3 3 3 3 4 4 4 4 5 5 5 5 14. Lei consiglierebbe ad amici e conoscenti questo centro termale? □ □ □ □ Si, soprattutto per la qualità e l’efficacia delle cure Si, soprattutto per la qualità complessiva del centro, per le sue strutture ed i servizi Si, soprattutto per la sua collocazione e le opportunità che il territorio offre per una vacanza interessante No, può specificare il motivo __________________________________________________ 15. Pensa di tornare in questa struttura termale? □ □ □ □ □ Si, nello stesso periodo dell’anno Si, ma in un altro periodo dell’anno No, pur essendo ancora interessato/a ad una vacanza termale No, non sono più interessato ad una vacanza termale (può specificare il motivo)_________________________________________________________________________ ________________________________________________________ Non sa 16. Riflessioni e suggerimenti _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Grazie per la collaborazione 121 Schede totali n. 74 curandi Condizione Fascia d’età 122 Titolo di studio Provenienza 123 Aveva visitato questi luoghi in precedenza? Se sì, quanto tempo fa aveva visitato questi luoghi? 124 Consiglierebbe ad altri di visitare questi luoghi? Se non residente nella provincia di Ascoli Piceno, quale fattore di comunicazione ha influenzato la scelta di questo luogo 125 In questo suo soggiorno dedica parte del suo tempo a trattamenti estetici o al Wellness? Se ha risposto no per quale motivo? 126 Quali sono le principali attività svolte in questo luogo oltre alle cure termali Quali sono i motivi per cui ha scelto questo stabilimento 127 Giudizio medio di soddisfazione relativamente a: Struttura termale (1=minimo, 5=massimo) Servizio ristorazione, bar, accoglienza (1=minimo, 5=massimo) 128 Trasporti (1=minimo, 5=massimo) Attività culturali, sport, escursioni (1=minimo, 5=massimo) 129 Lei consiglierebbe ad amici e conoscenti questo centro termale? Pensa di tornare in questa struttura termale? 130 QUESTIONARIO ACQUASANTA TERME/ CURISTI Università Politecnica delle Marche - Dipartimento di Economia Aziendale, Indagine conoscitiva sul termalismo piceno. Gentile cliente, l'Università Politecnica delle Marche, di concerto con la Provincia di Ascoli Piceno, sta effettuando un'indagine conoscitiva sul termalismo piceno nell'ambito di una Tesi di dottorato di ricerca in Economia Aziendale (XIV ciclo) dal titolo “Analisi di sviluppo delle attività economiche termali e del wellness della Provincia di Ascoli Piceno”. Le chiediamo pertanto qualche minuto del Suo tempo per la compilazione del seguente questionario relativo all’oggetto di studio per soli fini statistici e di ricerca garantendole l’anonimato ai sensi del D.lgs sulla privacy n. 196/2003. Per ciascuna domanda si dovrà esprimere una sola risposta e, una volta compilato troverà alla reception un apposito contenitore dove depositarlo. La ringraziamo della Sua preziosa e cortese collaborazione nella certezza che questi dati, una volta elaborati, contribuiranno al miglioramento dei servizi offerti sul territorio. Questionario 1. □ □ □ □ □ □ □ □ Condizione: Disoccupato/a Casalinga Operaio/a Impiegato/a Imprenditore/trice Lavoratore/trice autonomo/a Pensionato Altro__________ 2. □ □ □ □ □ □ □ Fascia d’età Meno di 14 14-20 21-30 31-40 41-50 51-60 Oltre 60 3. □ □ □ □ Titolo di studio Licenza elementare Licenza media Diploma Laurea 4. Ci indica la città di provenienza? ______________________________________ 131 5. Aveva visitato questi luoghi in precedenza? □ Si □ No 6. Se sì, quanto tempo fa? □ Meno di 1 anno □ 1 anno □ 2 anni □ 3 anni □ Più di 3 anni 7. □ □ Consiglierebbe ad altri di visitare questi luoghi? Si No 8. □ □ □ □ □ □ Quale è la principale motivazione Cure termali Benessere fitness Bellezze naturali Posto ideale per riposarsi Prezzi convenienti Altro__________________ 9. □ □ □ □ □ □ □ Quale fattore di comunicazione ha influenzato la scelta di questo luogo Precedente esperienza Medico di base Medico specialista Consiglio parenti, amici, famigliari Internet Guide turistiche Altro__________ 10. In questo suo soggiorno dedica parte del suo tempo a trattamenti estetici o al wellness? □ Si □ No □ In parte 11. □ □ □ □ Se ha risposto no per quale motivo? Poco tempo a disposizione Mancanza di interesse Costo eccessivo Altro 12. □ □ □ □ □ □ □ Quali sono le principali attività svolte in questo luogo oltre alle cure termali Escursioni Degustazioni di prodotti tipici locali Shopping Visite a mostre o musei e a città d'arte Partecipazione ad eventi folkloristici Pratica di attività sportive Altro _______________ 132 13. □ □ □ □ □ □ □ □ Quali sono i motivi per cui ha scelto questo stabilimento Tipologia di acque e cure Perché consigliato Perché frequentatore abituale Per il contesto geografico nel quale è situato Per la dotazione di strutture e servizi benessere Per il buon rapporto qualità/prezzo Per l’abbinamento con altre forme di turismo (per es. vacanza attiva e terme) Altro__________________ 14. Giudizio medio di soddisfazione (1=min 10=max) Struttura alloggio 1 2 3 4 Destinazione territorio 1 2 3 4 Ristorazione 1 2 3 4 Trasporti 1 2 3 4 Accoglienza 1 2 3 4 Attività 1 2 3 4 15. □ □ 5 5 5 5 5 5 6 6 6 6 6 6 7 7 7 7 7 7 8 8 8 8 8 8 9 9 9 9 9 9 10 10 10 10 10 10 Consiglierebbe ad altri di fare questa esperienza? Si No 16. Lei consiglierebbe ad amici e conoscenti questo centro termale? □ Si, soprattutto per la qualità e l’efficacia delle cure □ Si, soprattutto per la qualità complessiva del centro, per le sue strutture ed i servizi □ Si, soprattutto per la sua collocazione e le opportunità che il territorio offre per una vacanza interessante □ No, può specificare il motivo _____________________________________________ 17. Pensa di tornare in questa struttura termale □ Si, nello stesso periodo dell’anno □ Si, ma in un altro periodo dell’anno □ No, pur essendo ancora interessato/a ad una vacanza termale □ No, non sono più interessato ad una vacanza termale (può specificare il motivo)___________________________________________________ □ Non sa 18. Riflessioni e suggerimenti _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________ Grazie per la collaborazione 133 Questionari totali n. 92 curisti Condizione: Età 134 Titolo di studio Provenienza 135 Aveva visitato questi luoghi in precedenza? Se sì, quanto tempo fa? 136 Consiglierebbe ad altri di visitare questi luoghi? Quale è la principale motivazione 137 Quale fattore di comunicazione ha influenzato la scelta di questo luogo In questo suo soggiorno dedica parte del suo tempo a trattamenti estetici o al wellness? 138 Se ha risposto no, per quale motivo? Quali sono le principali attività svolte in questo luogo oltre alle cure termali 139 Quali sono i motivi per cui ha scelto questo stabilimento Giudizio medio di soddisfazione relativamente a: Struttura alloggio (1=minimo, 10=massimo) 140 Destinazione territorio (1=minimo, 10=massimo) Ristorazione (1=minimo, 10=massimo) 141 Trasporti (1=minimo, 10=massimo) Accoglienza (1=minimo, 10=massimo) 142 Attività (1=minimo, 10=massimo) Consiglierebbe ad altri di fare questa esperienza? 143 Lei consiglierebbe ad amici e conoscenti questo centro termale? Pensa di tornare in questa struttura termale 144 Prospettive future Dall’indagine effettuata, emerge un modo inequivocabile che lo stabilimento termale di Acquasanta riveste un notevole interesse, sia nell’ambito del “turismo curativo e del benessere”,sia quale importante strumento di promozione del territorio. E’altresì evidente che esistono ampi margini di crescita per “l’offerta” dei servizi e quindi del suo posizionamento nell’ambito dell’industria del settore. Analizzando tuttavia, nel dettaglio, le peculiarità delle risposte, risulta evidente che è completamente assente una puntuale e specifica strategia di comunicazione, volta a veicolare non solo il profondo processo di trasformazione dell’immagine da “ vecchio a nuovo” termalismo, ma anche a raggiungere in modo efficace e convincente gli utenti residenti fuori ambito provinciale e regionale, la diversa tipologia relativa alla fascia d’età e capacità di spesa e i diversi enti sociali. Risulta infatti che i frequentatori del centro termale per il 57%% provengono dalla stessa provincia di Ascoli Piceno e per il 50% hanno un’età superiore ai 60 anni. Ma il problema non sembra solo rilevante nei termini di comunicazione, ma anche per gli aspetti organizzativi e gestionali, in quanto manca, ad esempio, l’elaborazione e la commercializzazione di pacchetti vacanza/benessere, destinati ad attrarre clienti più giovani e magari anche persone appartenenti ad uno status sociale medio /alti (imprenditori, professionisti, ecc.). E’assente inoltre l’integrazione tra le componenti dell’offerta: non solo azienda termale, ma anche enti locali, strutture ricettive, esercizi commerciali che avrebbero dovuto “ristrutturarsi” nell’ambito della realizzazione di un valido piano di marketing territoriale. Tale scarsa propensione ad integrarsi e collaborare tra gestore, istituzione ed associazioni locali ha fatto venir meno ai clienti/utenti la possibilità di sfruttare le 145 opportunità che offrono sui territori gli asset storico-culturali, architettonici e paesaggistici presenti, tanto più che il 90% dei frequentatori dello stabilimento termale consigliano di visitarli. Concludendo, appare chiara che, qualora si risolvessero le criticità sopra menzionate, tra l’altro tutto dovute semplicemente al fatto che per troppo tempo lo stabilimento termale è rimasto “isolato” dal contesto socio-culturale in cui è situato, le prospettive di sviluppo appaiono non solo concrete, ma destinate a risultare anche un grande volano per la ripresa economica di tali aree geografiche. 146 6. Interviste Ex Presidente Comunità Montana del Tronto Dott.ssa Marianna Perotti attuale vicesindaco del Comune di Venarotta (AP) Lei, che per diversi anni è stata Presidente della Comunità Montana del Tronto, occupandosi quindi dello sviluppo delle aree interne, quale ruolo pensa debbano avere le Terme Acquasantane, nell’ambito del progetto di rilancio di dette aree? Ritiene lei che lo sviluppo del Wellness, all’interno del termalismo acquasantano, possa accrescere l’appeal dei territori montani? Parlare di territorio montano per chi c’è nato,ci vive e lavora e soprattutto lo ha rappresentato istituzionalmente per molti anni, paradossalmente, è sempre molto difficile. Il territorio montano ha beneficiato sempre di pochissimi finanziamenti ma al contrario di molte promesse e tante pillole di saggezza sulla tematica del "vivere bene"e della "natura" . Scarso è stato negli anni, l’attenzione degli Enti locali e della Regione verso politiche di sviluppo per queste are interne. Dunque, vi è una grande necessità di implementare lo studio di questo di settore, di pianificare, ma soprattutto di individuare nuove strategie di marketing territoriale che riescano a combinare risorse naturali, paesaggistiche, storiche, enogastronomiche, architettoniche e termali in un unico prodotto integrato di successo. Ad oggi non si è riuscito a concretizzare tanto, anzi spesso si è stravolto il territorio, addirittura danneggiandolo, con progettualità e scelte, spesso, poco indicate alle reali sue esigenze. 147 Sono convinta, avendo rappresentato il territorio per diversi anni attraverso il mio incarico di Presidente della Comunità Montana, che vi è una grande necessità di progetti di sviluppo che integrano la location termale. Solo così, grazie anche alla sua posizione geografica, Acquasanta Terme e tutte le aree interne montane, potranno conquistare il meritato successo di sviluppo turistico e termale. Relativamente al Wellness, credo fortemente al suo sviluppo, in quanto tutti sono alla ricerca “dello star bene”. Ormai, tutti i centri termali sono dotati di centri benessere e riscontrano un forte aumento della “domanda “. La ristrutturazione del centro termale di Acquasanta Terme e la sua trasformazione con un “buon”centro Wellness, creerà sicuramente un’ulteriore possibilità di successo dello stabilimento e di tutti i servizi collegati ad esso quali ricettivi, enogastronomici, commerciali, ecc, sempre però combinati con una efficace di promo-commercializzazione coinvolgendo tutte le risorse del territorio, turistiche e sanitarie. Fondamentale, comunque risulterà la collaborazione, tra tutti gli attori pubblici e privati, che attendono allo sviluppo di tale area montana. 148 Il Presidente dell’Associazione Terme delle Marche è un giornalista medicoscientifico, Fabrizio Scoccia, esperto di termalismo e collaboratore in più stazioni termali da qualche decennio. - Presidente, come mai un giornalista medico è stato eletto presidente di un’associazione imprenditoriale? “ L’associazione imprenditoriale da lei correttamente definita, è composta da 8 stazioni termali, che prima di essere imprese sono strutture sanitarie accreditate e convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale per le cure con le acque e quindi è evidente l’attinenza con l’informazione medico-scientifica. La ragione della mia elezione sta proprio nella mia esperienza, maturata negli anni e in più di una stazione termale nell’ambito della comunicazione sulle caratteristiche e sulla valenza delle cure preventive con l’utilizzo delle acque minerali. La terapia termale ha radici antichissime, ma ancora non ha una conoscenza generalizzata e puntuale da parte di tutti i cittadini e nemmeno da parte dei medici di medicina generale e degli specialisti. Proprio per concentrare l’attività dell’Associazione Terme delle Marche su questa necessità è stato scelto un giornalista medico-scientifico”. - Ci può fare una panoramica delle Terme delle Marche e delle loro caratteristiche? “Le stazioni termali attualmente accreditate sono 8; partendo dal sud sono: le terme di Acquasanta, S. Giacomo di Sarnano, Santa Lucia di Tolentino, S. Vittore di Genga, Carignano di Fano, Raffaello di Petriano, Pithinum di Macerata Feltria e le terme di Montegrimano. La loro caratteristica anzitutto è che sono distribuite sul territorio regionale e tranne Carignano, le altre sono localizzate in una fascia media del territorio pedemontano. 149 Un’altra caratteristica comune è che sono di piccole dimensioni e tutte inserite per certi aspetti complementari in territori di grande interesse turistico, naturalistico e storico-culturale. Le Terme di Acquasanta sono vicinissime ad una città molto interessante per storia, cultura e monumenti come Ascoli Piceno e altrettanto vicine a parchi naturali dei Monti della Laga e dei Sibillini. Le Terme S. Giacomo a Sarnano si integrano con uno dei più bei borghi medievali della regione, dalla grande tradizione di stazione climatica e fornita di impianti per lo sci e sport invernali; le Terme S. Lucia a Tolentino appartengono ad un territorio ricchissimo di risorse artistiche e monumentali oltre che all’avanguardia per la produzione artigianale ed industriale; S. Vittore di Genga adiacenti alle Grotte di Frasassi; Carignano vicinissima alle spiagge e ad altri luoghi di interesse turistico come Pesaro e Fano; Le Terme di Raffaello prossime ad un altro centro culturale internazionale come Urbino; le Terme Pithinum di Macerata Feltria ai piedi del Monte Catria; le Terme di Montegrimano alle falde del Monte Titano di San Marino”. - Quali sono le loro peculiarità terapeutiche? “ Tutte le terme marchigiane utilizzano un’acqua sulfurea di buona qualità, in qualche caso di ottima qualità. Talvolta anche l’acqua salsobromoiodica, come a Tolentino per inalazioni e balneoterapia; l’acqua bicarbonato-calcica può essere bevuta per la terapia idropinica a Sarnano e Tolentino. Complessivamente con le varie modalità e tecniche di somministrazione tutte queste acque sono molto efficaci nelle terapie preventive delle patologie croniche dell’apparato respiratorio superiore, di quelle degenerative dell’apparato osteoarticolare, in qualche caso per patologie dermatologiche e ginecologiche; la 150 terapia idropinica è adatta per patologie renali (renella, calcolosi, gotta ) e gastroenteriche ( assorbimento, stipsi).” - Quali sono le prospettive delle Terme delle Marche? “ Sicuramente un consolidamento ed incremento dell’attività sanitaria con un sempre maggiore coinvolgimento per esempio nella terapia riabilitativa. Alcune stazioni termali stanno investendo molto nel campo del benessere e dell’estetica, seguendo un po’la tendenza di inserire nel concetto di buona salute una sempre più forte volontà di ricercare un migliore modo di vivere nel proprio ambiente e con se stessi.” Pres.te Proloco Acquasanta Sig. Sabatini Edoardo Lei ,che ha un punto di osservazione particolare sul turismo dell aree interne, può dirmi quali sono le aspettative e le richieste che il visitatore ha, arrivando in un territorio dove è forte la presenza delle Terme?..... E come giudicano in tal senso il territorio Il territorio di Acquasanta Terme è particolarmente ricco di risorse storiche, di bellezze naturalistiche ed artistiche, nonché di prodotti enogastronomici per cui il visitatore si avvicina ad esso con crescente curiosità, attratto però in primis dalla presenza delle terme che vengono messe ogni volta al primo posto delle sue scelte, riconoscendo importanti proprietà curative alle sue acque termali sicuramente tra le migliori d’Italia. Tantissimi sono gli ospiti delle terme che avendo trovato benefici per la propria salute, anche dopo un solo ciclo di cure decidono di tornare quali curisti nello stabilimento acquasantano. Naturalmente, come già detto non solo terme: il curista durante la sua permanenza nella nostra cittadina va alla scoperta delle bellezze paesaggistiche e storiche del territorio degustando anche le prelibatezze della enogastronomia locale. 151 Particolari benefici al turismo locale sono dovuti anche alla presenza dei due Parchi nazionali, quello dei Sibillini e quello dei Monti della Laga . In nostro centro Proloco registra infatti un numero elevato di turisti ed escursionisti in cerca di precise informazioni relative ad escursioni individuali e di gruppo da vivere nelle nostre affascinanti montagne e nei nostri 56 suggestivi borghi . Attraverso la collaborazione dell’Associazione speleologica vengono organizzate visite guidate presso le Gole del Garrafo caratterizzate da grotte con acqua sulfurea. Inoltre la piscina naturale e la grotta sudatoria, purtroppo ormai chiuse da 20 anni, rappresentano il fiore all’occhiello del territorio che se adeguatamente ristrutturate potrebbero diventare attraverso un’adeguata politica di promozione elemento di grande attrattività. Altra importante risorsa è il travertino, con le sue cave disegna un paesaggio in chiaroscuro che sprigiona emozioni. La sua valorizzazione avviene nel corso dell’anno attraverso l’organizzazione di simposi e mostre che richiamano la presenza di molti visitatori. Da segnalare che il travertino è stata l’unica risorsa economica del territorio acquasantano. L’accoglienza del territorio avviene attraverso un diversità di strutture alberghiere ed extralberghiere quali b&b, colonie, ostelli e case private, in grado di soddisfare una domanda diversificata unita alla tipicità delle attività commerciali. Il turista /escursionista di fronte all’emozione della scoperta del territorio e delle sue tipicità in genere segnala la scarsa promozione degli stessi e la mancanza di un’adeguata comunicazione turistica anche a livello nazionale. 152 Ex assessore al turismo di Acquasanta Terme dirigente dell’Istituto di Istruzione Superiore “E. Fermi” Tecnico Tecnologico di Ascoli Piceno – Capofila-Polo Tecnico professionale di domotica assistenziale A.A.L. Come la scuole può aiutare il territorio interno a promuoversi mettendo in risalto tutti gli asset che esso ha quali, quelli paesaggistici, storico-culturali e sociio economici, anche in rapporto al termalismo? In qualità di Dirigente Scolastico dell’IC di Acquasanta Terme ho lavorato dagli anni 1998 per un attento monitoraggio sul territorio, dove sono emerse le esigenze prioritarie da colmare, quali far riappropriare gli alunni e quindi i cittadini di una capacità imprenditoriale legata allo sviluppo sostenibile locale turistico. E’stato così definita la vision della Scuola, che ha dettato gli indirizzi per l’elaborazione di un progetto cardine dal titolo “AGENTI DI SVILUPPO IN ERBA”; un progetto che ha come finalità la conoscenza approfondita e capillare degli aspetti peculiari del territorio per la loro valorizzazione e promozione sostenibile. Lo studio è articolato attraverso laboratori ognuno per i differenti aspetti, quello dello studio dell’ambiente naturale e geologico, quello degli antichi mestieri, quello della ricerca di tradizioni alcune perdute, quello eno-gastronomico, quello culturale sacro-artistico, quello legato alle preziose acque solfuree e acque naturali etc… attraverso una metodologia di ricerca . L’obiettivo è di far acquisire agli studenti la consapevolezza della tutela e della conservazione degli aspetti singolari, come l’importanza dell’attivazione di progetti per il recupero del degrado e la promozione turistica-sostenibile derivante anche da analisi comparative di altre località turistiche d’avanguardia con la conoscenza di canoni standard da raggiungere. 153 Da tutto ciò scaturisce la progettazione del “PAESE IDEALE”, come vorrei che fosse il mio Comune con lo studio della fattività economica. Nel tempo gli aspetti studiati hanno anche dettato gli indirizzi di “JEEP SEVEN IN” il progetto Comenius per l’elaborazione di un itinerario turistico ideale fatto dai giovani per i giovani dal Comune di Acquasanta Terme verso sei Paesi Europei. Tra gli aspetti peculiari studiati dagli studenti è emersa la necessità di tutelare e quindi rivalorizzare uno degli aspetti più importanti per lo sviluppo turistico del benessere quale le preziose acque sulfuruee, il fango idropinico, la concentrazione rara dei minerali che la compongono e la rendono una delle migliori acque a livello europeo. Due anni completi scolastici sono stati dedicati allo studio di queste sorgenti e alla storia del termalismo di questo territorio che ha avuto notorietà fin da tempi dei Romani. Inaspettata l’efficacia dell’azione propulsiva didattica scaturita dalla conoscenza della peculiarità e di un passato glorioso di questo Comune, ora spento ed una volta uno dei più importanti Centri Benessere. Anche se piccoli di età poiché tutti studenti del 1° ciclo, appunto “Agenti di Sviluppo in Erba”, sono riusciti a fare attente ricerche e ritrovare alcune motivazioni di questa debacle turistica legata al termalismo, tanto da scrivere sotto forma di articolato una legge per la riapertura della splendida piscina di acqua solfurea, inserita in una grotta naturale e presentarla al Senato. 154 Ex Sindaco di Ascoli Piceno Ex Presidente della Provincia di Ascoli Piceno Consigliere Regionale Egr. Ing. Piero Celani, nella Sua qualità di rappresentante istituzionale ed ex amministratore della provincia, quindi profondo conoscitore del territorio Piceno, può dirmi quali sono le azioni e i progetti che gli attori pubblici e privati devono mettere in atto affinchè la stazione termale di Acquasanta terme possa assumere un ruolo importante oltre che nel comparto termale anche nel cluster del Wellnes/ benessere? Il Piceno presenta un’offerta turistica poliedrica che unisce mare, colline, montagne, città d’arte, centri termali e siti spirituali. Tra tali asset, il prodotto termale ha sempre avuto negli anni una valenza strategica, essendo collegato agli asset paesaggistici e storici-architettonici vista la sua particolare collocazione geografica. Attualmente, tuttavia, il sito, in esame, così come quasi tutti quelli italiani, conosce un periodo di grandi difficoltà, per la contrazione delle spese sanitarie che ne hanno determinato una crisi che non sembra abbia trovato ancora soluzione. Il nodo della questione, riguarda anche il mancato connubio tra terme e servizi benessere. Le prestazioni del settore benessere, ovviamente diverse dalle prestazioni meramente curative, non hanno ancora trovato nel nostro Paese (e in particolare nella nostra Regione), la necessaria identificazione con le località termali. Da questo punto di vista le terme Acquasantane restano ancora un prodotto con potenzialità interessanti ma inespresse, in quanto negli ultimi anni, di fronte a una domanda che chiedeva un continuo adeguamento dell’offerta e una notevole capacità di diversificazione rispetto alle esigenze del cliente/turista, la struttura 155 non è stata in grado di dare risposte adeguate: la qualificazione, il riposizionamento e l’integrazione con il territorio, erano e restano percorsi obbligati (per emergere nel panorama del settore). In attesa quindi di un rilancio del prodotto termale a livello nazionale, lo stabilimento di Acquasanta Terme dovrà avviare un processo di rivitalizzazione che riesca ad attivare in modo efficace il target turistico interessato ai servizi “benessere”, che come oramai noto sono comuni e trasversali ai diversi prodotti turistici del Piceno. La valorizzazione a fini turistici del comparto legato al Wellness e quindi delle terme di Acquasanta, si potrà ottenere con una politica di innovazione capace di arricchire l’offerta turistica del territorio Piceno grazie allo sviluppo dei servizi benessere, politica tra l’altro, già adottata dalla Regione Marche in due appositi network. E’evidente che il consumatore è sempre alla ricerca di dimensioni confortevoli indipendentemente dalle motivazioni del suo viaggio, che sia di lavoro, di svago o culturale. E proprio facendo leva, sulle diverse motivazioni che sono alla base del “viaggio” del turista/consumatore, che la struttura termale di Acquasanta potrà esprimere tutte le proprie potenzialità in ragione della sua particolare e strategica posizione geografica. Le risorse di tipo paesaggistico, culturali, rurali, storico-architettoniche e naturali dell’entroterra collinare Acquasantano e soprattutto dell’area dei “Sibillini”, possono, se adeguatamente integrate con il centro benessere, risultare il naturale volano per il suo sviluppo, anzi essere il valore aggiunto, rispetto a strutture similari presenti nella Regione. Sarà, altresì, decisivo la capacità della proprietà dello stabilimento in maniera adeguata e incisiva, interfacciarsi con gli Enti locali (Comuni, Unioni Montane, 156 Provincia, Camera di Commercio) e con le Associazioni di categoria, far elaborare progetti di promozione e commercializzazione, che abbiano valenza comune e soprattutto pluriennali in modo da essere presenti costantemente sui mercati di riferimento. Saranno poi le eccezionali qualità delle acque termali a fare il resto…! 157 OSSERVAZIONI CONCLUSIVE Il termalismo è un settore molto complesso e articolato che nel corso degli anni ha cambiato e sta cambiando il suo posizionamento, da un lato nell’ambito del servizio sanitario nazionale, dall’altro nel contesto delle attività turistiche, conseguenza questa di una profonda trasformazione della domanda e dell’offerta e delle dinamiche competitive. A seguito dello studio effettuato sull’industria del benessere e del termalismo emerge la nuova tendenza della “domanda “, che si traduce nella voglia di relax, nella possibilità di dedicarsi al benessere e alla cura del corpo, nel godere delle bellezze naturali del luogo, nella vicinanza alla città di provenienza, ecc.. che contribuiscono ad incrementare le motivazioni del cliente – turista a scegliere una meta “termale e del benessere “. Diretta conseguenza dell’aumento del flusso dei turisti è l’aumento della domanda dei servizi, particolarmente differenziata nei bisogni e nelle motivazioni portando un potenziamento degli operatori del settore chiamati a definire nuove formule e proposte commerciali ricorrendo sempre più a nuove forme di competizione. Lontano dal mondo dei tradizionali stabilimenti, il Wellness Tourism e l’Health Tourism sono le due modalità di fare turismo legato al benessere personale e fisico delle persone. Si è evidenziato nello studio, che da alcuni anni, vista la grande attenzione di territori e delle singole imprese, si sta riscontrando in molte realtà delle aziende termali una riorganizzazione e rimodulazione della propria offerta, per essere poi pronti, con maggiore attattività e competitività, al mercato e in particolare a questo nuovo segmento. 159 In questo particolare contesto di successo e crescita, si attribuisce un’importanza significativa al sistema tradizionale italiano affinchè possa garantire una fase di collegamento tra termalismo tradizionale, Wellness Tourism e Health Tourismo. Inoltre, si è voluto approfondire il tema del marketing territoriale quale strumento fondamentale nell’individuare gli obiettivi e le funzioni per lo sviluppo e successo delle differenti aree, sottolineando l’importanza della formulazione di una strategia di marketing e i diversi compiti strategici e operativi propri del marketing territoriale. Lo studio del caso Acquasanta Terme della provincia di Ascoli Piceno che ha caratterizzato l’ultima parte del lavoro, ha voluto verificare le sue potenzialità e criticità nel contesto socio economico del Piceno considerando anche l’attrattività rispetto ai territori limitrofi ipotizzando la necessità di nuove strategie di marketing territoriale e manageriale, scaturite da una serie di interviste eseguite in loco agli attori pubblici e privati . Quello di Acquasanta Terme è un mercato turistico caratterizzato da una particolare “Domanda” e da un’“Offerta” rinnovata e integrata che necessita fortemente di strategie molto diversificate e personalizzate dell’offerta termale e del benessere. L’analisi del prodotto termale, che è stata realizzata attraverso la somministrazione di due tipologie di questionari studiati e distribuiti, ha consentito di rilevare, un prodotto maturo, di alta qualità ed efficacia delle cure e per determinati servizi complementari, quali ristorazione e Wellness dove si è evidenziato, peraltro, un risultato più che positivo. È evidente che, ogni nuova strategia di promozione dovrà coinvolgere la struttura termale unitamente al territorio di riferimento in una strategia di marketing territoriale, che dovrà consentire ed incrementare il valore dello stessa area 160 attraverso gli asset che esso contiene; è infatti ormai noto che saranno sempre più le singole aree a dover ricercare da sole le risorse occorrenti per tale sviluppo. Questi risultati potranno essere raggiunti, in modo efficace e rapido, solo se nei territori interessati cessano i rapporti di conflittualità, spesso rilevati tra gli operatori privati, gli enti locali e l’aziende che gestiscono gli stabilimenti termali. A tal proposito qualora non dovesse verificarsi una strategia condivisa di marketing territoriale, ogni progetto di riposizionamento dell’industria del termalismo integrata al Wellnes è destinata a segnare il passo. 161 BIBLIOGRAFIA AIELLO G., DONVITO R., “L’evoluzione del network per il marketing territoriale e l’attrazione degli investimenti” in Mercati e Competitività Rivista della Società Italiana di Marketing, FrancoAngeli, Milano, n.1, 2007 ALESSANDRI N., “Wellness. Scegli il vivere bene”, Mondadori, Milano, 2001 Alessandri N., ” Wellness Economy: una opportunità per lo sviluppo del PIL e l’attrazione turistica “, intervento al Wellness Congess, 2012 ASHWORTH G. J., VOOGD H., “Marketing the city. 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