Dal Corrierone

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Dal Corrierone
I pianeti e l'oroscopo del 2012
Il filosofo dialoga con l'astrologo
Solo superstizione? Il confronto tra chi crede nei segni
e chi la pensa come Leopardi
«Très Riches Heures del Duca di Berry», Musée Condé di Chantilly (Corbis)
Oliver Cromwell così esortava l'amico Robin: «Guarda i segni del cielo, certamente significano qualcosa, anche se non so
esattamente cosa». Astrologia e astronomia hanno intrecciato il loro cammino fin dalle origini della civiltà; il loro divorzio è
relativamente recente. Il rigoroso Galileo, il razionale Cartesio e il visionario Newton hanno tutti bazzicato con quella che
era definita «l'antica scienza dei Caldei». Ma già nell'età dei Lumi tipi come Voltaire o Kant si erano convinti che proprio i
risultati della fisica newtoniana avessero reso superflue le speculazioni su come gli astri influenzino le umane vicende.
Pochi decenni dopo il giovane Leopardi definiva l'astrologia una «superstizione». E uno dei maggiori filosofi del secolo
scorso, Karl Popper, l'ha bollata come esempio di «pseudoscienza». «Ma l'astrologia deve smettere di credersi
scientifica - mi dice Roberto Donzelli (firma di spicco di Astra) - altrimenti fa il gioco di coloro che la denigrano. Oggi
l'impresa scientifica ha le sue norme e i suoi vincoli, e io non sono affatto d'accordo con i "colleghi" che presentano
l'astrologia come una disciplina paragonabile alla fisica o alla biologia. Tuttavia, non mi pare giusto che quello che non
rientra nell'attuale mentalità scientifica sia considerato falsità».
Lorenzo de’ Medici (1449–1492). Celebre la citazione del grande letterato e mecenate, signore di Firenze
dal 1469 fino alla morte: «Truovasi in alcuni autori d’astrologia che chi ha una certa costellazione, ha virtù, solo
con la presenza, di guarire indemoniati»
Girolamo Savonarola (Ferrara 1452–Firenze 1498). Il frate domenicano e fustigatore dei costumi prese posizione
contro le diffuse credenze astrologiche: «V’ho monstro con tante ragioni che questa strologia iudicatoria del libero
arbitrio è falsa»
Francesco Guicciardini (Firenze, 1483–1540). Scrive lo storico e politico: «Della astrologia, cioè di quella che
giudica le cose future, è pazzia parlare: o la scienza non è vera o tutte le cose necessarie a quella non si possono
sapere o la capacità degli uomini non vi arriva...»
Alessandro Manzoni (Milano 1785–1873). Lo scrittore, poeta e drammaturgo italiano commenta
l’astrologia con il suo tono ironico «O rimettete in onore l’astrologia, o bandite dal linguaggio i vocaboli:
influsso, ascendente, disastro, e altri derivati dalla stessa fonte»
Ribatto: «Perché allora dovremmo crederle, e comunque darle così tanto spazio?». Donzelli non esclude che sia
possibile una verifica anche per le predizioni astrologiche. «Per esempio, le posizioni dei cosiddetti pianeti lenti (Saturno,
Urano, Plutone) sono oggi analoghe a quelle del 1929 all'epoca del crollo di Wall Street: questo ci fa supporre che per
l'economia globale non solo il 2011 è stato un anno non certo felice, ma che lo sarà anche il 2012». Ma non è sufficiente
per un pronostico del genere quello che Tex Willer chiama «puro buon senso»? Donzelli ribatte che già nel 2008 aveva
contrastato l'opinione comune che in due o tre anni la crisi si sarebbe risolta. Comunque, opta per un quadro più
sfumato: per esempio, la presenza di Urano in Ariete dovrebbe farci pensare a un sempre maggior contrasto tra
individuo e Stato. Spiega: «L'astrologia andrebbe vista in maniera dialettica, e l'Ariete che rappresenta l'individuo si
oppone nello Zodiaco alla Bilancia che rappresenta tutto ciò che frena l'individuo, a cominciare dalla macchina statale».
Forse questa dialettica nei cieli sarebbe piaciuta a Hegel, che era della Vergine, essendo nato il 27 agosto; black bloc e
altri «anarco-insurrezionalisti» sono avvisati! Ma Donzelli lascia qualche speranza ai libertari: lo Stato non ce la farà a
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controllare tutto, dato che la forza dell'individuo resiste a qualsiasi... Bilancia. Chiedo qualche altra previsione più
definita: che cosa capiterà, poniamo, a quelli nati come me (e come per esempio Karl Marx e John Stuart Mill) sotto il
segno del Toro? Donzelli non ritiene attendibili le previsioni troppo categoriche legate al segno zodiacale. Preferisce
sostenere che nel cosiddetto «tema natale» sia racchiuso il rapporto di ciascuno di noi con il mondo: «So bene che da
Copernico in poi la Terra ha perso la sua centralità e che l'universo è molto più grande di come potevano raffigurarselo i
Sumeri o ancora Dante Alighieri; ma le connessioni che mi interessano non riguardano la sfera della causalità fisica, bensì
il terreno della sincronicità (la coincidenza di eventi significativi che non dipende da alcun nesso causale), esplorato da un
grande della psicoanalisi come Carl Gustav Jung e da un fisico come Wolfgang Pauli. In breve, il tema natale è un
istante del dialogo tra gli dei...». Ancora le antiche divinità «false e bugiarde», come le chiamava Dante? Donzelli chiarisce
che per «dei» vanno intesi i grandi archetipi: i quali indicano le forze profonde che plasmano la nostra realtà interiore ed
esteriore. Qui abbiamo forse toccato il punto di maggior dissenso. Io la penso come Giordano Bruno, che nel Candelaio
si beffava degli astrologi e che nella Cena delle ceneri riteneva che non fosse più necessario cercare Dio nei cieli dopo
che si era dimostrato che la fisica terrestre e quella celeste rientravano in un unico schema e che semmai la divinità
andava scovata entro noi stessi. Su questo punto Donzelli ritrova però un accordo: prevede per il 2012 anche un «ritorno
di autentica spiritualità». Mette l'enfasi su quell'aggettivo «autentica». Scherzando gli faccio notare che nel periodo della
Riforma e della Controriforma (quando l'astrologia era ancora rispettata e temuta) ciò gli avrebbe fatto correre il rischio di
finire... in cenere: a Ginevra come a Roma. Ma è bene poter fare dell'ironia anche sulle pieghe della storia, e prendere
quest'ultima «profezia» come un augurio per tutti.
Giulio Giorello30 dicembre 2011 (modifica il 31 dicembre 2011
Il filosofo
Giulio Giorello, laureato in filosofia nel 1968 e in matematica nel 1971, allievo di Ludovico Geymonat è docente di
Filosofia della scienza alla Statale di Milano. Tra i libri Lussuria. La passione della conoscenza (Il Mulino, 2010) e Senza
Dio. Del buon uso dell’ateismo (Longanesi, 2010)
L’astrologo
Roberto Donzelli, firma di spicco di «Astra» è nato a Sanremo nel 1974. Si è avvicinato all’astrologia sui testi di
vari autori, tra cui Barbauld, Rudhyar e Lisa Morpurgo. Alla passione per l’astrologia ha affiancato quella per la
naturopatia e le tecniche olistiche
tratto da
Corriere Cultura
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