norma italiana cei - CEI Webstore - Comitato Elettrotecnico Italiano

Progetto
Data Scadenza Inchiesta
C. 1153
10-04-2015
Data Pubblicazione
2015-…
Classificazione
306-….
Titolo
C E I
hie
sta
Disposizioni per l’infrastrutturazione degli edifici con impianti di
comunicazione elettronica
Linee guida per l’applicazione della LEGGE 11 novembre 2014, n. 164
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Title
1
Pr
PROGETTO
I T A L I A N A
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N O R M A
CEI COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO
AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI
CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
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Disposizioni per l'infrastrutturazione degli edifici
con impianti di comunicazione elettronica
3
Linee guida per l’applicazione della LEGGE 11 novembre 2014, n. 164
1
4
5
6
7
8
9
1
Indice
Introduzione ..................................................................................................................... 2
10
2
Definizioni e Acronimi ....................................................................................................... 3
11
3
Infrastruttura fisica multiservizio passiva di edificio .......................................................... 5
12
4
Spazi installativi ............................................................................................................... 8
5
Spazi installativi in edifici multi-unità immobiliari ..................................................... 9
4.1.1 Punto di accesso all’edificio per segnali provenienti dal sottosuolo .............. 9
4.1.2 Punto di accesso all’edificio per segnali via radio ...................................... 11
4.1.3 Parti comuni dell'edificio ............................................................................ 13
4.1.4 Infrastrutture verticali (montanti) ................................................................ 17
4.2 Spazi installativi in edifici a singola unità immobiliare ............................................ 17
Spazi installativi interni alle unità immobiliari .................................................................. 18
6
Topologia .............................................................................................................. 18
Quadro Distributore dei Segnali di Appartamento (QDSA) ..................................... 19
Infrastruttura orizzontale di accesso e interna all’unità immobiliare ....................... 20
5.3.1 Dimensione e posa di condotti e/o tubi corrugati ........................................ 20
Predisposizione dell’impianto in fibra ottica .................................................................... 21
7
6.1 Topologia .............................................................................................................. 21
6.2 Centro Servizi Ottico di Edificio (CSOE) ................................................................ 23
6.3 Scatola di Terminazione Ottica di Appartamento (STOA) ....................................... 27
6.4 Requisiti del cablaggio ottico ................................................................................. 27
Collaudo finale e dichiarazione di impianto alla “Regola dell’arte” ................................... 29
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
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1 Introduzione
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35
36
37
Con questo documento, il CEI intende fornire ai progettisti e agli operatori edili uno strumento
semplificato per favorire l’applicazione del DPR 380/01, articolo 135-bis, come modificato
dalla legge 164/2014 di conversione del D.L. 133/2014, art. 6-ter, dove vengono indicate le
Guide CEI 306-2, CEI 64-100/1, CEI 64-100/2, CEI 64-100/3 come riferimento tecnico per
l'infrastrutturazione digitale degli edifici.
38
39
40
Il presente documento riguarda la realizzazione, negli edifici, di una “infrastruttura fisica
multiservizio passiva interna all'edificio, costituita da adeguati spazi installativi e da impianti
di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica”.
41
42
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44
45
Le guide Tecniche CEI 306-2, CEI 64-100/1, CEI 64-100/2, CEI 64-100/3 costituiscono un
supporto adeguato per la progettazione di spazi installativi e predisposizioni della fibra ottica,
idonei a garantire la realizzazione di reti di comunicazione elettronica (considerate nella
1
accezione definita nel D.Lgs. 259/03, art.1, comma 1, lettera “dd”) , aventi caratteristiche tali
da assicurare:
46
47
48
49
a) la riduzione dei costi di installazione e di manutenzione degli impianti
b) un elevato livello di adattabilità, flessibilità, affidabilità nel tempo delle infrastrutture,
tenendo conto delle mutevoli esigenze, sia tecniche, sia dell’utenza, e della protezione
dell’investimento
50
51
52
In tal modo potranno essere garantiti i “diritti inderogabili di libertà delle persone nell’uso dei
mezzi di comunicazione elettronica” (cfr. Codice delle Comunicazioni Elettroniche: D.Lgs.
259/03, Art.3, comma 1).
53
Potranno inoltre essere rispettate le prescrizioni e/o i principi presenti nei seguenti documenti:
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32
54
•
Direttiva Europea: DIR/2014/61/EU
55
•
Legge 166/2002, art. 40
56
•
DM 22-01-2013
nc
4
Il presente documento tratta esclusivamente gli aspetti relativi agli impianti di comunicazione
elettronica, “impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla destinazione
d’uso, collocati all’interno degli stessi o delle relative pertinenze. Se l’impianto è connesso a
reti di distribuzione si applica a partire dal punto di consegna della fornitura.” (cfr. art.1,
comma 1 DM 37/08).
ni
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3
2
<<reti di comunicazione elettronica: i sistemi di trasmissione e, se del caso, le apparecchiature di
commutazione o di instradamento e altre risorse, inclusi gli elementi di rete non attivi, che consentono di
trasmettere segnali via cavo, via radio, a mezzo di fibre ottiche o con altri mezzi elettromagnetici, comprese le
reti satellitari, le reti terrestri mobili e fisse (a commutazione di circuito e a commutazione di pacchetto,
compresa Internet), le reti utilizzate per la diffusione circolare dei programmi sonori e televisivi, i sistemi per il
trasporto della corrente elettrica, nella misura in cui siano utilizzati per trasmettere i segnali, le reti televisive
via cavo, indipendentemente dal tipo di informazione trasportato;>>
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Il decreto definisce le “regole tecniche relative agli impianti condominiali centralizzati d’antenna riceventi del
servizio di radiodiffusione”, cioè uno degli impianti di comunicazione elettronica.
Pr
4
La Direttiva chiede agli stati membri: “misure volte a ridurre i costi dell'installazione di reti di comunicazione elettronica ad
alta velocità”.
La legge 166/2002, all’Art. 40 prescrive, nelle nuove costruzioni civili a sviluppo verticale, per abilitare il
passaggio di cavi di telecomunicazioni e di altre infrastrutture digitali, di predisporre idonei cavedi multi-servizi
o, comunque, cavidotti di adeguate dimensioni per rendere agevoli i collegamenti delle singole unità immobiliari
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Sono esclusi dal presente documento:
64
65
•
le infrastrutture e gli impianti elettrici, per i quali dovranno applicarsi le Norme del
Comitato Tecnico 64 del CEI
66
67
•
le infrastrutture e gli impianti per l’Automazione integrata dei servizi di edificio
(Domotica), per i quali dovranno applicarsi le Norme del Comitato Tecnico 205 del CEI
68
69
•
le infrastrutture fisiche per gli impianti di comunicazione elettronica relative ad
ambienti e/o spazi pubblici, presenti su suolo pubblico.
2 Definizioni e Acronimi
71
Nel documento sono state utilizzate le seguenti definizioni ed acronimi.
72
Definizioni:
73
74
75
76
Antenna ricevente: dispositivo atto a trasformare il campo elettromagnetico di un'onda radio
che si propaga nello spazio (radiodiffusione terrestre e satellitare) in un segnale RF (tensione
e corrente) da applicare al ricevitore direttamente oppure mediante un impianto centralizzato
d'antenna
77
Appartamento: abitazione o unità immobiliare di più vani all'interno di un edificio
78
79
80
81
Bidirezionalità della infrastruttura: caratteristica degli spazi installativi costituenti la
infrastruttura fisica multiservizio, assicura la duplicità di accesso sia all'edificio, sia alle
singole U.I. Tale caratteristica consente di utilizzare senza discriminazioni tutti i segnali
provenienti sia dal sottosuolo, sia dalle antenne
82
83
84
85
Bidirezionalità dei servizi: caratteristica dei servizi di comunicazione elettronica
(tipicamente Broadband) che consente lo scambio di informazioni con il fornitore di servizi,
attraverso un canale di ritorno, generalmente sullo stesso mezzo trasmissivo costituito da
cavo in rame, fibra ottica o canale a radiofrequenza
86
87
Bussole ottiche: supporto necessario per garantire l'allineamento preciso fra le ferule di due
connettori (tipicamente per realizzare la connessione
88
89
90
91
Edificio: complesso multi-unità immobiliare, a prevalente destinazione abitativa, costituito sia
dal palazzo/condominio, caratterizzato dalle unità immobiliari (appartamenti, uffici, o negozi)
distribuite verticalmente su più piani, sia dall’insieme di singole unità residenziali, tipicamente
villini/case a schiera con ingressi distinti, distribuite orizzontalmente
92
93
Home networking: rete di connettività (su cavi in rame, su fibre ottiche e via radio) all’interno
dell’appartamento o Unità Immobiliare
94
95
96
97
Impianto centralizzato d'antenna: un impianto condominiale, dotato dei componenti e delle
apparecchiature impiantistiche necessarie alla ricezione (mediante antenne riceventi) dei
segnali del servizio di radiodiffusione sonora, televisiva e dati associati ed alla loro
distribuzione ai ricevitori con appropriati mezzi trasmissivi
98
99
Modem: dispositivo attivo per la ricetrasmissione di segnali, con funzionalità logiche di
modulazione/demodulazione (analogica o numerica) in trasmissioni analogiche e digitali
100
101
102
Modulo di gestione: modulo/scheda utilizzato per alloggiare le fibre giuntate e le loro relative
scorte, garantendo la corretta gestione delle fibre (raggi di curvatura controllati). Può
alloggiare anche diramatori ottici passivi (splitter ottici)
103
104
Optical Network Termination (ONT): Terminazione attiva e di conversione ottico/elettrico
della rete in fibra ottica
105
106
Pannello di interconnessione: Pannello che permette l'alloggiamento delle bussole ottiche
per la realizzazione delle diverse connessioni ottiche
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Quadro Distributore dei Segnali di Appartamento (QDSA): quadro contenente le
apparecchiature attive ed i permutatori annessi per realizzare il centro-stella. Equivalente al
distributore di appartamento definito nella CEI EN 50173-1
110
111
Router (instradatore): dispositivo elettronico che, in una rete informatica a commutazione di
pacchetto, si occupa di instradare i dati, suddivisi in pacchetti, fra reti diverse
112
113
Segnali provenienti dal sottosuolo: segnali elettrici/ottici distribuiti su cavi (tipicamente cavi
in rame e/o fibra ottica), da operatori pubblici
114
115
116
Segnali via radio: segnali elettromagnetici (campo elettrico e magnetico) a radiofrequenza
del servizio di radiodiffusione sonora, televisiva e dati associati, diffusi nello spazio
(radiodiffusione terrestre e satellitare)
117
118
Servizi di comunicazione: TV, telefonia, dati. Nella guida CEI 306-2 sono dettagliate le
caratteristiche di tali servizi.
119
120
121
Switch: dispositivo di rete che agisce sull'indirizzamento e sull'instradamento all'interno delle
reti selezionando i dati ricevuti e dirigendoli verso il dispositivo corretto. L'instradamento
avviene per mezzo di una corrispondenza univoca porta-indirizzo
122
123
124
125
126
Terminazione di rete TLC: elemento della rete di accesso che realizza la connessione
tra le infrastrutture appartenenti all’operatore della rete di accesso e l’impianto di
distribuzione dell’edificio. La terminazione di rete può essere passiva o attiva. Il mezzo
trasmissivo può essere rame o fibra ottica. Quando è in fibra ottica la terminazione si trova
all’interno del ROE. (Corrisponde alla «Building Entrance Facility»)
127
128
Terminazione ottica: struttura/modulo in cui viene terminato, mediante bussole ottiche, il
cablaggio in fibra ottica (sia lato CSOE, sia lato QDSA)
129
Acronimi:
130
CEI
Comitato Elettrotecnico Italiano
131
CSOE
Centro Servizi Ottico di Edificio
132
DVB-S
Digital Video Broadcasting-Satellite
133
DVB-T
Digital Video Broadcasting-Terrestrial
134
FTTx
Fiber To The x (x= cabinet, home, antenna, ecc.)
135
NAS
Network Attached Storage
136
QDSA
Quadro Distributore Segnali di Appartamento, detto anche Centro Stella
137
138
ROE
Ripartitore Ottico di Edificio (identificabile anche come BEF: Building Entrance
Facility secondo la CEI EN 50173)
139
STB
Set-Top Box
140
STOA
Scatola di Terminazione Ottica di Appartamento
141
TLC
Telecomunicazione
142
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Televisione
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U.I .
Unità Immobiliare
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
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3 Infrastruttura fisica multiservizio passiva di edificio
146
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Per ottenere i migliori risultati nella realizzazione di una infrastruttura fisica multiservizio
passiva, è raccomandabile che il progetto dell’edificio venga realizzato considerando
contestualmente gli spazi fisici in cui tale infrastruttura verrà installata.
149
150
Con il termine “infrastruttura multiservizio” citato dal DPR 380/01 si intende, in base a
quanto prevede il nuovo articolo 135-bis del DPR 380/01:
151
152
153
154

155
156
157
 “impianto di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica”, predisposizione
passiva in fibra, idonea a rendere disponibili in ciascuna unità immobiliare i servizi ad
alta velocità offerti dai diversi operatori.
158
159
160
161
Gli spazi installativi considerati sono destinati ad accogliere, senza discriminazioni, i diversi
mezzi trasmissivi utilizzabili per la realizzazione di impianti di comunicazione elettronica (cfr.
DM 22-01-2013, art. 4, comma 3). La descrizione ed i requisiti di tali spazi sono contenuti nei
capitoli 4 e 5.
162
163
164
Relativamente all’impianto di comunicazione ad alta velocità in fibra ottica, questo documento
esamina con maggiori dettagli (capitolo 5) le caratteristiche degli elementi costituenti già
descritte nella Guida 306-2:
hie
sta
“adeguati spazi installativi” idonei ad accogliere le diverse tipologie di impianti di
comunicazione elettronica che gli utenti sceglieranno di fare installare (es.: impianto
d’antenna centralizzato terrestre e satellitare, impianto telefonico, impianto dati a
banda larga e/o ultralarga FTTH, ecc.)
•
un Centro Servizi Ottico di Edificio (CSOE), che rappresenta il punto di accesso
all’infrastruttura da parte delle reti dei vari operatori dei servizi ed è l’interfaccia di
collegamento con le singole unità immobiliari
168
169
170
•
un cablaggio in fibra ottica tra il CSOE e le singole unità immobiliari e tra CSOE e il
vano tecnico che ospita il terminale di testa dell’impianto di ricezione televisivo, alla
sommità dell’edificio
171
172
173
•
una terminazione ottica all’interno dell’unità immobiliare, che potrà essere inserita in
un Quadro Distributore dei Segnali di Appartamento (QDSA), detto anche Centro
Stella
nc
165
166
167
Le figure e gli esempi utilizzati in questo documento, ancorché diversi da quelli presenti nelle
Guide, sono complementari e di approfondimento a quanto riportato nelle Guide stesse.
176
177
Nel seguito del documento, per “edificio” s’intende, secondo le caratteristiche dimensionali e
costruttive, un complesso multi-unità immobiliare, costituito:
ni
174
175
•
sia dal palazzo/condominio, caratterizzato dalle unità immobiliari (appartamenti, uffici,
o negozi) distribuite verticalmente su più piani (Figura 1)
180
181
•
sia dall’insieme di singole unità residenziali, tipicamente villini/case a schiera con
ingressi distinti, distribuite orizzontalmente (Figura 2)
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
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Figura 1 – Esempio schematico di predisposizione di un’infrastruttura multiservizio in
edifici multi-unità immobiliari a distribuzione verticale (spazi installativi e fibra ottica).
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sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
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(c)
Figura 2 – Esempi di schemi logici di predisposizione dell’infrastruttura multiservizio
(spazi installativi e fibra ottica) in edifici multi-unità immobiliari a distribuzione
orizzontale. I locali tecnici per i servizi radiotelevisivi (TV) possono essere separati
(Figura 2a), unificati (Figura 2b) o indipendenti con la ricezione dei segnali effettuata
separatamente in ogni edificio (Figura 2c). Deve essere comunque assicurato il
percorso più breve dal terminale di testa alla postazione per le antenne mediante
opportune tubazioni.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Le caratteristiche fondamentali che una infrastruttura fisica multiservizio passiva di edificio
deve avere, sono:
198
199
200
•
semplicità
di
accesso
per
gli
interventi
di
installazione/manutenzione/integrazione/modifica del sistema di cablaggio e degli
eventuali apparati attivi
201
202
•
assenza assoluta di condizioni di servitù che ne limitino gli accessi e/o l’utilizzo per le
esigenze delle diverse utenze
203
204
205
•
distinzione ben definita tra il punto di accesso per gli operatori che offrono i servizi di
comunicazione elettronica e quello per gli operatori che installano, gestiscono ed
eseguono manutenzione dell’impianto di edificio
206
•
adeguata protezione da potenziali manomissioni e/o atti vandalici
207
208
209
•
duplicità di accesso (“bidirezionalità” dell’infrastruttura) per consentire la fruizione dei
servizi provenienti sia dal sottosuolo, sia via radio (diffusione televisiva terrestre e/o
satellite).
210
Gli interventi sugli edifici devono essere eseguiti in modo da:
•
non pregiudicare le prestazioni energetiche (isolamento termico e/o acustico)
dell’edificio, sia nella zona del tetto predisposta per le antenne, sia nella zona alla
base dell’edificio per gli accessi dal suolo pubblico
214
215
•
collocare in modo semplice e funzionale gli elementi contenitori e gli apparati
d’interfacciamento in modo da minimizzare i tempi di intervento e di manutenzione
216
217
218
•
collocare i componenti che costituiscono le varie parti dell’impianto in modo da
garantire ed assicurare un efficace collegamento e minimizzare i rischi di
danneggiamento o manomissione sia intenzionale sia accidentale
219
220
221
•
fornire la documentazione a corredo della infrastruttura, che deve essere di facile
reperibilità, in modo da permettere al manutentore condominiale o all’operatore di
servizi di comunicazione elettronica di poter operare nella più ampia autonomia
222
223
224
225
•
assicurare il godimento del diritto di antenna, salvaguardando contemporaneamente la
tutela paesaggistica ed il decoro degli edifici (evitando il ricorso a soluzioni
impiantistiche determinanti tetti affollati da antenne singole e/o parabole sui balconi o
facciate degli edifici, ecc.).
nc
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211
212
213
4 Spazi installativi
227
228
229
230
Gli spazi installativi costituiscono la condizione preliminare, nonché fondamentale, per la
realizzazione di impianti tecnologici a regola d’arte e contemporaneamente per consentire, se
progettati in modo avveduto, di rispettare alcune caratteristiche specifiche della struttura edile
che concorrono a determinare la classe energetica dell’edificio.
231
232
233
234
Questo capitolo fornisce le caratteristiche (numero, disposizione, lunghezza, sezione,
dimensione minima) che devono avere sia gli spazi installativi necessari (cavidotti, vani,
cavedi) per una corretta ed agevole installazione degli impianti di comunicazione, sia i tubi di
collegamento.
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Tali spazi installativi hanno lo scopo di alloggiare sia i cablaggi, sia le apparecchiature attive
o le terminazioni della rete in rame e della rete ottica, necessari per la distribuzione dei
segnali (TLC e TV), e devono consentire la protezione degli stessi e la loro connessione.
Particolarmente importante è la protezione dei collegamenti in fibra ottica, oltre che la
possibilità di accesso ed operatività al CSOE (vedi paragrafo 5.2).
240
241
242
Per non ledere i diritti di proprietà ed incorrere in possibili disservizi, si richiede che tutti gli
spazi installativi (comunitari) siano posizionati all’interno di parti comuni ed accessibili,
evitando di determinare condizioni di servitù.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
4.1 Spazi installativi in edifici multi-unità immobiliari
244
245
246
247
248
249
250
Per gli edifici a distribuzione verticale, le infrastrutture fisiche per il contenimento del
cablaggio possono essere progettate in base alla tipologia edilizia e alle combinazioni
scala/edificio, come illustrato in dettaglio nella guida CEI 64/100-1. Tali infrastrutture
consistono nei montanti principali tra i piani, nelle tratte di piano tra montante e unità
immobiliari e nei locali tecnici (sotterranei oppure al piano terra), da cui si dipartono i
montanti che devono raggiungere il vano alla sommità dell’edificio, dedicato agli apparati
(contenuti nel terminale di testa) per la gestione dei segnali ricevuti dalle antenne.
251
252
Per gli edifici che hanno una distribuzione orizzontale, la topologia delle predisposizioni
infrastrutturali sarà differente ed in accordo con quanto previsto dalla guida CEI 64/100-3.
253
4.1.1 Punto di accesso all’edificio per segnali provenienti dal sottosuolo
254
255
256
257
Il punto di accesso è quello spazio atto all’alloggiamento ed all’interfacciamento dei due
sistemi di distribuzione del segnale, quello esterno, derivante dagli operatori tipicamente di
telecomunicazione (su mezzi trasmissivi in rame o in fibra ottica), e quello interno, che
collega tutte le unità immobiliari e gli eventuali servizi condominiali.
258
259
260
261
Il punto di accesso, dimensionato in funzione della tipologia e del numero delle unità
immobiliari, può essere situato nelle parti condominiali, o all’interno di un locale o in una
porzione delle parti comuni stesse, oppure può trovarsi internamente o esternamente
all’edificio, all’interno di un adeguato contenitore (vedi Figura 3).
262
263
264
265
In questo spazio o locale tecnico devono trovare posto i diversi dispositivi di terminazione,
necessari per la distribuzione dei servizi (sia su mezzi trasmissivi in rame, sia su mezzi
trasmissivi in fibra ottica, prevedendo che possono avere accesso all’edificio più operatori),
oltre che le infrastrutture di accesso, come prescritto nel paragrafo 4.1.3.
266
267
268
Nel caso di edifici a distribuzione verticale, tale spazio
sarà tipicamente (ma non
esclusivamente) da collocare in prossimità dei montanti, con le dimensioni indicate nella
guida CEI 64-100/1 e riportate nella Tabella 1.
269
270
Tabella 1- Dimensioni degli spazi installativi necessari per il punto di accesso
all’edificio per segnali provenienti dal sottosuolo (edifici a distribuzione verticale)
Esempio 1
Esempio 2
(1)
(1)
(1)
Altezza (H)
Larghezza (L)
metri
metri
ni
Spazio installativo
nc
hie
sta
243
Profondità (P)
metri
> 2,7
1,8
1,0
H locale > 1,7
2,0
2,0
spazio minimo per vano scala per edifici a sviluppo verticale con un numero uguale o inferiore a 32 Unità
Immobiliari
oi
271
In Figura 3 sono indicate, in particolare, le dimensioni dello spazio che deve essere riservato
ai sistemi in fibra ottica, dove dovranno essere ubicati i moduli ROE e CSOE, oltre che le
relative infrastrutture di distribuzione (tubi e canalizzazioni) per il passaggio dei cavi
provenienti dall’interno (verso il CSOE) e dall’esterno dell’edificio (verso il ROE). Su tale
superficie non dovranno inoltre essere installati altri dispositivi, impianti od arredi che non
siano riconducibili alla finalità del sistema di distribuzione in fibra ottica, in quanto costituisce
la predisposizione per future espansioni od aggiornamenti tecnologici.
279
280
Nel suddetto locale tecnico o spazio installativo devono inoltre essere predisposti i tubi per le
alimentazioni (rete elettrica) delle apparecchiature, che necessitino di presa a 230 V.
og
ett
272
273
274
275
276
277
278
Pr
281
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
9
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
hie
sta
282
283
Figura 3 – Rappresentazione schematica del punto di accesso all’edificio per segnali
provenienti dal sottosuolo in edifici a distribuzione verticale: sono evidenziate le
dimensioni dello spazio installativo necessario per i sistemi in fibra ottica.
287
288
289
290
291
292
293
294
Nel caso di edifici a distribuzione orizzontale, tale spazio installativo potrà essere all’interno o
all’esterno e, nel caso in cui sia progettato un unico punto di ricezione dei segnali
radiotelevisivi (TV) con traliccio per le antenne, accoglierà le apparecchiature sia per i segnali
provenienti dal sottosuolo (TLC), sia per quelli via radio (TV). Nel caso in cui tali locali non
siano unificati, il collegamento tra i due locali dovrà essere assicurato mediante le opportune
tubazioni. La distanza del terminale di testa dalle antenne deve essere tenuta in conto e
possibilmente minimizzata, in quanto determinante ai fini della funzionalità dell’impianto che
dovrà essere successivamente realizzato.
295
296
297
Le caratteristiche del punto di accesso per le unità immobiliari distribuite orizzontalmente
sono riportate nella guida CEI 64-100/3 e riassunte nella Tabella 2, sia per i segnali
provenienti dal sottosuolo sia per quelli via radio (si veda anche l’esempio di Figura 2).
298
299
300
L’ubicazione all’interno dell’edificio di tale locale tecnico dovrà essere valutata considerando
il punto di collegamento tra l’infrastruttura della parte pubblica e di quella privata (si veda
paragrafo 4.1.3).
og
ett
oi
ni
nc
284
285
286
Pr
301
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
10
302
303
304
305
306
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Tabella 2 – Punti di accesso all’edificio, in caso di unità immobiliari a distribuzione
orizzontale, per i segnali provenienti dal sottosuolo e per quelli via radio. Le dimensioni
indicate si riferiscono all’esempio di Figura 7 e sono da definire in base alla superficie,
al numero/tipologia degli immobili, caso per caso.
Descrizione
Caratteristiche
Vano tecnico per i segnali (interno a ciascun edificio)
1 m (L) x 0,6m (P) x 1m (H)
Vano tecnico ( 1 ) per segnali provenienti da operatore telefonico
3 m (L) x 2,5 m (P) x 2,4 m (H)
2
Vano tecnico ( ) per i segnali provenienti dalle antenne della
radiodiffusione terrestre e satellitare
3 m (L) x 2,5 m (P) x 2,4 m (H)
NOTE:
( 1 ) Il vano tecnico per i segnali provenienti da un operatore telefonico e destinato a contenere le apparecchiature
telefoniche, se costruito in muratura, quando è posizionato sul confine di proprietà, potrebbe essere dotato di due
porte: una lato strada, per agevolare gli interventi degli operatori pubblici, ed una interna alla proprietà, per gli
interventi dell’addetto alla manutenzione. Tale vano è condivisibile con quello per i segnali provenienti dalle
antenne nel caso in cui vi siano le condizioni adatte.
hie
sta
( 2 ) Questo vano è da considerare presente solo nel caso in cui sia prevista una soluzione con un unico traliccio per
l’antenna centralizzata, dedicata a tutto il complesso di unità immobiliari distribuite.
307
4.1.2 Punto di accesso all’edificio per segnali via radio
308
309
310
Per la ricezione e distribuzione dei segnali provenienti da trasmettitori terrestri e satellitari, il
punto di accesso (vedi Figura 4) comporta il coinvolgimento di due strutture necessarie per
l’impianto vero e proprio:
311
•
il sostegno della parte aerea (antenne)
312
313
314
•
lo spazio installativo per gli apparati costituenti il terminale di testa, per l’elaborazione
dei segnali captati dalle antenne, al fine di renderli idonei alla distribuzione nella rete
cablata in rame e/o in fibra ottica
Relativamente alla parte aerea, è opportuno predisporre già dalla fase progettuale dell’edificio
(evitando in tal modo di pregiudicare la struttura del tetto, con conseguenze sia per le
infiltrazioni da pioggia, sia per eventuali ponti termici), gli ancoraggi adatti a poter fissare i
sostegni per il posizionamento delle antenne, anche alla luce del DM 22/01/2013.
319
320
321
322
323
324
325
Se esistono le condizioni tecniche necessarie, le antenne paraboliche per la TV satellitare
possono essere ancorate allo stesso sostegno destinato a reggere le antenne dell’impianto
per la TV terrestre. Nel caso in cui non fosse possibile o conveniente posizionare sullo stesso
sostegno tutte le antenne (ad es. nel caso in cui risultasse un momento flettente dovuto
all’azione del vento sulle antenne maggiore di 1650 Nm (Newton per metro), è opportuno
prevedere gli spazi necessari per più sostegni, considerando anche le dimensioni e la
destinazione d’uso dell’edificio.
326
327
328
329
330
Il posizionamento delle antenne paraboliche può avvenire in qualsiasi punto (tetto, cortile,
ecc.) avente la visibilità diretta (senza ostacoli, tenendo conto anche delle fronde di alberi e
simili) dei satelliti geostazionari, nelle posizioni orbitali prescelte. Nella scelta della posizione
(ad esempio, balcone) è necessario considerare eventuali limitazioni fissate dal regolamento
comunale.
331
332
333
Per il dimensionamento del sostegno e del palo si rimanda alle indicazioni della Guida CEI
100-140 “Guida per la scelta e l’installazione dei sostegni d’antenna per la ricezione
televisiva”.
og
ett
oi
ni
nc
315
316
317
318
Pr
334
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
11
335
336
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Lo spazio installativo per il terminale di testa (rappresentato in Figura 4 nel caso di edifici a
distribuzione verticale) deve avere le seguenti caratteristiche:
337
•
posizione accessibile, senza che vi siano servitù di passaggio o altri condizionamenti
338
339
340
341
•
disponibilità di tubi idonei al transito dei cavi, dalle antenne (esterno) al locale o alla
nicchia (interno) dove saranno posizionati gli apparati del terminale di testa. I tubi
dovranno essere posati con criterio tale da rispettare le caratteristiche di isolamento
(coibentazione) della copertura del tetto
342
343
344
•
disponibilità di una linea elettrica dedicata per la fornitura di energia, derivante dal
quadro energia dell’edificio e protetta a monte con interruttore magnetotermico
differenziale
345
346
•
disponibilità di un collegamento di messa a terra, secondo le prescrizioni di legge (vd.
Guida CEI 100-7).
hie
sta
347
349
350
nc
348
Figura 4 – Rappresentazione schematica del punto di accesso all’edificio per segnali
via radio nel caso di installazioni condominiali
351
Per edifici a distribuzione verticale, le dimensioni dello spazio per l’armadio contenente gli
apparati del terminale di testa, se le antenne sono sul tetto, variano in funzione delle dimensioni
dell’impianto e della complessità del sistema ricevente. In ogni caso, quando la complessità
dell’impianto non sia prevedibile, si raccomanda di predisporre nel sottotetto, se accessibile,
oppure nella parte alta del vano scala all’ultimo piano, lo spazio avente le dimensioni riportate
in Tabella 3.
358
Per edifici a distribuzione orizzontale occorre fare riferimento agli spazi indicati in Tabella 2.
oi
ni
352
353
354
355
356
357
359
Tabella 3 – Contenitore o nicchia per la distribuzione dei segnali radio per edifici a
distribuzione verticale
og
ett
360
361
Contenitore o nicchia
Lunghezza (L)
Profondità (P)
Altezza (H)
Cm
cm
Cm
Esempio 1
100
20
70
Esempio 2 (per edifici con più di 12 U.I.)
200
20
140
Pr
362
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
12
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
363
4.1.3 Parti comuni dell'edificio
364
365
366
367
Gli spazi installativi nelle parti comuni di un edificio devono essere dimensionati nel rispetto
delle prescrizioni della Legge 166/2002, art. 40, dove recita: “Nelle nuove costruzioni civili a
sviluppo verticale devono essere parimenti previsti cavedi multi servizi o, comunque, cavidotti
di adeguate dimensioni per rendere agevoli i collegamenti delle singole unità immobiliari”.
368
369
La progettazione degli spazi installativi deve considerare diversi aspetti, fra i quali,
determinanti sono:
370
•
la dimensione e la tipologia dell’edificio
371
•
il numero di unità immobiliari totali e divisi per piano
372
•
la posizione geografica dell’edificio per la ricezione dei segnali via radio
373
374
•
la distanza dell’edificio dal punto di allaccio con le infrastrutture della rete di
comunicazione elettronica su suolo pubblico.
Il punto di accesso all’edificio è messo in comunicazione con la rete degli operatori di servizi
di comunicazione elettronica all’interno dell’area lottizzata di pertinenza, mediante
infrastrutture costituite da tubi in materiale plastico, interrati e intervallati da pozzetti
prefabbricati affioranti dal terreno, in numero adeguato alla distanza da coprire.
379
380
381
Per quanto riguarda i segnali provenienti dal sottosuolo, la distanza tra il locale tecnico e la
parte pubblica, dove deve avvenire il collegamento, costituisce un fattore determinante per la
scelta della soluzione da adottare:
hie
sta
375
376
377
378
382

Tratto breve: collegamento diretto dal locale tecnico al pozzetto in suolo pubblico
383
384

Tratto lungo o percorsi tortuosi: collegamento realizzato con uno o più pozzetti nel
territorio privato, fino ad arrivare al pozzetto in suolo pubblico.
Come indicato nella guida CEI 306-2, la predisposizione di tali infrastrutture è opportuno che
venga definita in stretta collaborazione con gli operatori dei servizi di comunicazione
elettronica. E’ opportuno che il lottizzatore preveda nel progetto che il punto di consegna sia
accessibile a più operatori.
389
390
391
392
Nel caso di edifici a distribuzione verticale, per il dimensionamento delle infrastrutture
sotterranee di accesso, occorre prevedere, da ogni singolo vano scala fino al punto di
diramazione dalla dorsale in suolo pubblico, la predisposizione indicata in Tabella 4 ed in
Figura 5.
393
394
Tabella 4 – Infrastruttura di accesso all’edificio (tubazioni e pozzetti) nel caso di unità
immobiliari distribuite su più piani (condominio)
oi
ni
nc
385
386
387
388
Descrizione
Caratteristiche
N.2 tubi corrugati per ogni vano scala (1 per la rete in rame e 1 per quella ottica), dal vano
tecnico al pozzetto esterno all’edificio
∅63 mm
550 x 550 mm
Eventuali pozzetti modulari (numero da definire in base a cambi significativi di direzione e
rompitratta)
550 x 550 mm
og
ett
N.1 pozzetto modulare all’esterno dell’edificio ( 1 )
Tubi di raccordo tra l’area privata ed il suolo pubblico, per i cavi in rame (numero da definire in
base ai cavi in rame da raccordare che soddisfano le esigenze di tutti gli edifici)
Ø 125 mm
N.1 tubo di raccordo tra l’area privata ed il suolo pubblico, per i cavi in fibra ottica
Ø 125 mm
NOTA:
(1) Tale pozzetto, nel caso di collegamento diretto su tratte brevi, potrebbe coincidere con il punto di consegna
dell’infrastruttura pubblica
Pr
395
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
13
Pozzetto
550x550 mm
Pozzetto
operatore/i TLC
396
397
2 tubi
398
tubi
399
400
401
ø 125 mm
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
ø 63 mm
AREA
CONDOMINIALE
Figura 5 – Rappresentazione schematica delle infrastrutture di accesso all’edificio a più
piani. L’area cerchiata è l’area di proprietà condominiale.
402
Nel caso di edifici distribuiti orizzontalmente, l’infrastruttura esterna è in genere realizzata
mediante cavidotti interrati, posizionati a lato dei viali carrabili o pedonali, che si sviluppano
tra l’ingresso dell’area del complesso immobiliare e le singole unità immobiliari. In questi casi,
l’infrastruttura, potendo accogliere segnali provenienti sia dal sottosuolo, sia da antenne
(terrestri e/o satellitari), può avere percorsi separati che vanno a convergere in un’unica
infrastruttura (si veda par. 8.7 della guida CEI 64-100/3).
409
410
411
Nel caso in cui siano previsti sistemi di ricezione via radio (terrestre e satellitare) individuali,
e quindi installati in ogni porzione del tetto, l’infrastruttura per i segnali dal sottosuolo sarà
limitata alle esigenze per i cavi telefonici in rame e per quelli in fibra ottica.
412
413
Le predisposizioni da realizzare in questo caso sono riportate nella Tabella 5 e sono
rappresentate negli esempi di Figura 6 e Figura 7.
hie
sta
403
404
405
406
407
408
Pr
og
ett
oi
ni
nc
414
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
14
415
416
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Tabella 5 – Infrastruttura di accesso all’edificio (tubazioni e pozzetti) nel caso di unità
immobiliari distribuite orizzontalmente
Descrizione
Caratteristiche
N.2 tubi corrugati di ingresso all’unità immobiliare (1 per la rete in rame ed 1 per
la fibra ottica) ( 1 )
N.1 pozzetto esterno per ogni unità immobiliare ( 2 )
63 mm
400x400 mm
Pozzetti in corrispondenza dei cambi di direzione significativi del tracciato, dei
punti di diramazione verso gli edifici e come rompi tratta (uno ogni 50 m circa)
400x400 mm
∅125 mm
N.2 tubi corrugati di distribuzione (anello interno al complesso) ogni 10 unità
immobiliari (1 per la rete in rame ed 1 per la fibra ottica)
N.1 pozzetto modulare in corrispondenza dello spazio tecnico (esterno)
Pozzetti modulari(n. da definire in base ai cambi significativi di direzione e
rompitratta, ogni 100-120 m)
da 600 x 600 mm a 600x 1200 mm
(3)
da 600 x 600 mm a 600x 1200 mm
(3)
Ø 125 mm
N.1 tubo di raccordo tra l’area privata (spazio tecnico operatori di servizi) ed il
suolo pubblico, per i cavi in fibra ottica
Ø 125 mm
Tubo dal locale segnali ( 4 ) (base traliccio antenne)
Ø 125 mm
hie
sta
Tubi di raccordo tra l’area privata (spazio tecnico per operatori di servizi) ed il
suolo pubblico, per i cavi in rame (n. da definire in base ai cavi in rame da
raccordare che soddisfano le esigenze di tutti gli edifici)
NOTE:
( 1 ) La dimensione dei tubi è soggetta a valutazioni in funzione della distanza e della presenza o meno di uno
spazio tecnico all’interno dell’U.I.. Nel caso in cui il collegamento sia diretto al QDSA la dimensione dei tubi potrà
essere di 40mm di diametro.
( 2 ) Nel caso in cui questo pozzetto sia all’interno della singola proprietà dovrà essere previsto un tubo di raccordo,
con il pozzetto esterno, di diametro pari a 63 mm.
( 3 ) Le dimensioni maggiori vanno considerate nel caso in cui il pozzetto venga utilizzato anche per i cavi coassiali.
( 4 ) Rif. Figura 7. E’ consigliabile posizionare il vano tecnico, per le apparecchiature di segnale, nelle immediate
vicinanze del locale tecnico per l’energia.
Pr
og
ett
oi
ni
nc
417
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
15
hie
sta
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
418
419
420
Figura 6 – Esempio d’infrastrutture in caso di unità immobiliari distribuite
orizzontalmente appartenenti ad un complesso immobiliare unico.
og
ett
oi
ni
nc
421
422
Figura 7 – Esempio di predisposizione infrastrutturale in caso di unità immobiliari
distribuite orizzontalmente
Pr
423
424
425
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
16
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
4.1.4 Infrastrutture verticali (montanti)
427
428
Le infrastrutture verticali sono costituite da tubi o cavidotti, adeguati ad assicurare, a tutte le
unità immobiliari, gli accessi ai servizi di comunicazione elettronica.
429
430
431
Tali condotti si sviluppano per tutta l’altezza dell’edificio, passando attraverso le scatole di
derivazione posizionate nei vari piani, e consentono il transito dei diversi mezzi trasmissivi sia
dal basso verso l’alto, sia dall’alto verso il basso.
432
433
434
435
436
437
438
439
Il numero e la dimensione delle tubazioni (o cavidotti) sono da definire in funzione del numero
di unità immobiliari da collegare e sono riportati in dettaglio nel capitolo 6 della guida CEI 64100/1 per le diverse tipologie di edificio (numero piani edificio/numero unità immobiliari per
piano), dove sono anche indicate quelle che invece restano costanti. All’interno della stessa
guida sono riportate anche le indicazioni relative alle cassette per ogni montante, con le loro
dimensioni minime utili. Nella Tabella 6 sono riportati alcuni esempi di dimensionamento di
tubazioni e cassette, in relazione alle dimensioni dell’edificio. Tali dimensioni sono orientative
e non discriminanti nella scelta dei prodotti disponibili sul mercato.
440
441
442
L’indicazione di due scatole separate (per i segnali via radio e per quelli dal sottosuolo) e le
relative dimensioni consigliate, non sono vincolanti per il progettista, l’importante è che
vengano garantiti spazi equivalenti o maggiori (anche unificando le due scatole).
443
444
445
446
Si raccomanda, negli edifici con un numero maggiore di otto piani o con molte U.I. per piano,
la progettazione di un cavedio comune per la risalita di tutti i mezzi trasmissivi. Tale
soluzione, per la sua semplicità di gestione, è consigliabile anche per edifici con un numero
inferiore di piani.
447
448
449
450
In linea di principio, è sempre preferibile separare il più possibile il percorso dei cavi in fibra
ottica da quello dei cavi in rame, per una migliore gestione dell’impianto nel tempo. In ogni
caso, per motivi di sicurezza, dove i cavi ottici sono accessibili (scatole di derivazione e/o
rompitratta) dovranno riportare l’etichetta “segnale laser”.
451
452
Tabella 6 – Esempi di dimensionamento (in mm) di tubazioni e cassette in funzione del
numero di piani e delle unità immobiliari
nc
hie
sta
426
N. unità
immobiliari per
ogni piano
N. tubi
(1 )
Diametro
tubi ( 2 )
Numero di
cassette per
piano
Dimensioni minime
interne consigliate per le
cassette ai piani ( 3 )
2
2
5
40
2
400 x 215 x 65
ni
N.
piani
2
4
5
40
2
400 x 215 x 65
2
5
40
2
400 x 215 x 65
4
6
40
2
400 x 215 x 65
2
6
40
2
400 x 215 x 65
6
4
7
40
2
400 x 215 x 65
8
2
6
40
2
400 x 215 x 65
8
4
8
40
2
400 x 215 x 65
4
4
oi
6
og
ett
NOTA:
(1) Il numero dei tubi indicato tiene presente i fabbisogni sia dei segnali via radio sia dei
segnali provenienti dal sottosuolo (rame e fibra ottica).
(2) Il diametro indicato è riferito alla misura nominale del tubo corrugato (mm). Il progettista
potrà individuare soluzioni alternative purché assicurino una equivalente o maggiore
disponibilità di spazio.
(3) Per razionalizzare l’approvvigionamento dei materiali e per ottimizzare l’operatività su fibra
ottica, la dimensione delle scatole è stata unificata alla dimensione maggiore.
4.2 Spazi installativi in edifici a singola unità immobiliare
454
455
Per gli edifici costituiti da una singola unità immobiliare si rimanda alle prescrizioni delle
guide CEI 64-100/3 e CEI 306-2.
Pr
453
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
17
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
456
5 Spazi installativi interni alle unità immobiliari
457
458
Gli spazi installativi interni alle unità immobiliari, devono avere caratteristiche e dimensioni
idonee ad assicurare:
459
460
461
•
la posa dei diversi mezzi trasmissivi (fibra ottica, cavo a coppie simmetriche, cavo
coassiale) che portano i servizi di comunicazione elettronica all’interno dell’unità
immobiliare
462
463
464
465
466
467
468
469
470
471
•
la realizzazione all’interno dell’unità immobiliare di una rete di distribuzione che
assicuri l’accesso e l’utilizzo dei potenziali servizi, senza limitazioni, sia in riferimento
ai servizi offerti dai diversi operatori, sia in riferimento alla disposizione degli arredi.
NOTA: Come descritto nel Capitolo 5, l’infrastruttura passiva in fibra ottica deve essere realizzata curando che il
percorso della fibra ottica sia installato dal punto di accesso di edificio (CSOE) fino al quadro distributore di
ambiente (QDSA), dal quale è possibile poi raggiungere con tecnologie diverse (home networking ) il/i punti di
utilizzo in cui l’utente decide di usufruire dei/del servizi/o. Per home networking si intendono le tecnologie che
abilitano l’interconnessione dei dispositivi presenti all’interno della casa (PC, STB (Set-Top Box), tablet, NAS
(Network Attached Storage), game consolle, ecc.), per raggiungere sia il mondo Internet, sia tra loro per avere, per
esempio, uno streaming video di un contenuto presente nel NAS e presentato sul televisore attraverso il STB.
472
5.1
473
474
475
La topologia dell’impianto di comunicazione è del tipo a stella e prevede un Quadro
Distributore dei Segnali di Appartamento (QDSA), dal quale dipartono le linee di connessione
verso i punti presa.
476
477
478
Il QDSA raccoglie le terminazioni delle linee per la distribuzione dei segnali televisivi, le
terminazioni di rete TLC e gli apparati attivi di distribuzione (ad esempio: Modem/Router,
Switch, Optical Network Termination, ecc. ).
479
480
481
482
La predisposizione delle scatole che ospiteranno le future prese multimediali nei diversi locali
deve essere progettata tenendo conto delle diverse possibili varianti della disposizione
dell’arredamento, delle dimensioni dei locali e della posizione delle aperture (porte e finestre),
garantendo così il massimo livello di adattabilità dell’infrastruttura per il cablaggio.
ni
nc
hie
sta
Topologia
derivazione montanti
TV-tel-dati
(rame e fibra ottica)
oi
QDSA
QDSA
Quadro distribuzione
Punto presa
og
ett
Tubo Φ 32 oppure 2 x 25
Tubo Φ 25
483
Figura 8 – Esempio di topologia distributiva per l’impianto di comunicazione all’interno
di una unità immobiliare
486
487
Nella Figura 8 sono rappresentati i punti che possono essere predisposti per i collegamenti
TV, telefono e dati. Ciascun punto potrà essere configurato come richiesto dall’utente.
488
489
E’ opportuno che il QDSA sia collocato in un punto baricentrico o comunque in una posiziona
tale da permettere di realizzare nel modo più comodo e conveniente tutti i cablaggi necessari,
Pr
484
485
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
18
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
490
491
tenendo conto delle massime distanze consentite dai cablaggi in uso (vedi CEI EN 50173-1
per i valori di tali distanze) e del livellamento delle attenuazioni (vedi Guida CEI 100-7).
492
493
494
Nel caso in cui la superficie dell’unità immobiliare sia molto ampia, può essere necessario
predisporre un secondo quadro per la ulteriore zona da collegare, creando così una rete a
stella secondaria.
495
496
497
Nel caso in cui il QDSA condivida l’alloggiamento con la distribuzione elettrica, l’area ad esso
dedicata deve essere opportunamente separata dal resto del sistema per assicurare la
separazione e la schermatura.
498
499
500
501
Nel caso invece in cui ciò non avvenga, deve essere realizzata una infrastruttura di
interconnessione fra i due quadri, in modo da garantire l’alimentazione agli apparati di
comunicazione attivi e l’accesso alla rete di telecomunicazione per gli eventuali apparati
dell’impianto energia che necessitano di un controllo remoto/allarme.
502
503
Le caratteristiche richieste per il QDSA ed il suo dimensionamento sono riportate nel
paragrafo 4.2.
504
5.2
505
506
507
La parte del QDSA (cfr. Guida CEI 306-2) necessaria per ospitare gli apparecchi di
distribuzione relativi agli impianti di comunicazione deve avere dimensioni indicative pari a 65
x 45 x 10 cm.
508
509
510
Tali dimensioni possono variare o essere scomposte in più spazi (interconnessi tramite
tubazioni adeguate, per garantire un’equivalente funzionalità), coerentemente alla superficie
dell’unità immobiliare e alla complessità dell’impianto.
511
512
513
514
La soluzione di QDSA distribuito in più scatole può risultare utile nei casi di ristrutturazione,
dove potrebbe essere più difficile realizzare un Centro stella unico. Deve essere in ogni caso
previsto uno spazio adeguato a consentire l’accesso per l’installazione e la manutenzione
delle apparecchiature (vedere anche il paragrafo 4.1).
515
516
517
518
In Figura 9 (tratta dalla Guida 306-2) è mostrato un esempio di collocazione dei vari elementi
all’interno del QDSA. Possibilmente nello stesso quadro, o nelle immediate vicinanze, dovrà
trovare collocazione la Scatola di Terminazione Ottica di Appartamento (STOA), descritta nel
paragrafo 5.3.
519
520
Il quadro distributore deve essere posizionato in modo da consentire la realizzazione ottimale
dei collegamenti, tenuto conto delle massime distanze di ogni tratta di cablaggio.
Pr
og
ett
oi
ni
nc
hie
sta
Quadro Distributore dei Segnali di Appartamento (QDSA)
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
19
hie
sta
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
521
522
523
Figura 9 – Esempio di collocazione dei vari elementi nel QDSA (“n” è un numero
congruo da definire in base alle dimensioni e al numero di vani dell’unità immobiliare)
5.3
Infrastruttura orizzontale di accesso e interna all’unità immobiliare
525
526
527
528
Dal quadro distributore (QDSA) partono i singoli tubi verso le corrispondenti scatole (punti
presa) predisposte in fase di costruzione/ristrutturazione dell’immobile e disposte in tutti i
locali dell’unità immobiliare dove potrebbe risultare necessario il collegamento ai servizi di
comunicazione elettronica.
529
530
Il committente potrà decidere quali dei punti predisposti dovranno essere cablati e resi
operativi.
531
532
L’installatore poserà, utilizzando l’infrastruttura predisposta, i cavi necessari e collegherà i
relativi punti presa.
533
534
535
Nel caso in cui i percorsi delle tubazioni orizzontali siano maggiori di 10 metri, con più di due
curve, è opportuno inserire scatole di derivazione con funzione di rompi-tratta, per evitare lo
stress meccanico subito dai cavi con basse o ridotte caratteristiche di resistenza al tiro.
536
537
538
La progettazione e la posa dell’infrastruttura orizzontale per le comunicazioni elettroniche
nelle unità immobiliari non possono prescindere dalle esigenze degli altri impianti tecnologici
(vedi Guida CEI 64-100/2, cap. 6.5).
539
5.3.1 Dimensione e posa di condotti e/o tubi corrugati
og
ett
oi
ni
nc
524
540
541
Per la scelta della dimensione dei condotti e/o tubi da installare, si può far riferimento alla
Guida CEI 64-100/2, Appendice C.
542
I condotti e/o tubi da installare devono essere posati in modo da:
543
•
rispettare i raggi di curvatura per il corretto funzionamento dei cavi
544
•
non alterare le proprietà antincendio, di isolamento termico ed acustico delle pareti
545
•
avere le dimensioni riportate in Tabella 6.
Pr
546
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
20
547
548
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
Tabella 6 – Dimensioni delle tubazioni di accesso e di distribuzione interna all’unità
immobiliare
Tubazioni
Diametro esterno minimo
(mm)
N. minimo di tubi
Dalla scatola di derivazione della colonna
montante al QDSA
32
1
Dal QDSA alle prese
25
549
1 per presa
Nei casi in cui vi siano problemi di spazio (spessore del massetto del pavimento ecc.), è
possibile ricorrere a tubi di diametro minore, ma aumentandone il numero sullo stesso
percorso.
553
554
555
Si raccomanda che durante la fase di posa delle tubazioni in cantiere, indipendentemente dal
loro numero, le stesse siano rapidamente protette nella loro interezza per evitare il
danneggiamento dovuto a urti, calpestio oppure al movimento di attrezzi di peso elevato.
556
557
558
559
Occorre inoltre evitare l’indebolimento del pavimento sovrastante: pertanto è sconsigliabile
posare un numero elevato di tubi adiacenti; si consiglia di sovrapporre agli stessi una rete
elettrosaldata, oppure di distanziare i tubi in modo che la colata del massetto si inserisca tra
tubo e tubo (vedi Guida CEI 64-100/2, cap. 6.4).
560
6 Predisposizione dell’impianto in fibra ottica
561
562
563
564
565
A partire da quanto indicato nelle guide CEI 306-2 e CEI 64-100/1, nel seguito sono
evidenziati i requisiti minimi richiesti per la realizzazione degli impianti in fibra ottica negli
edifici residenziali, sia nel caso in cui siano costituiti da unità immobiliari distribuite
verticalmente (condomìni), che distribuite orizzontalmente (complessi immobiliari tipo case a
schiera, gruppi di villette, ecc.).
566
567
Ogni parte dell’impianto in fibra ottica, descritto nei paragrafi successivi, sarà predisposto dal
costruttore edile.
nc
hie
sta
550
551
552
568
569
6.1 Topologia
571
La predisposizione dell’impianto in fibra ottica è costituita dai seguenti elementi:
ni
570
• un Centro Servizi Ottico di Edificio (CSOE), punto di accesso delle reti degli operatori
di servizi di comunicazione elettronica ed interfaccia di collegamento con le singole
unità immobiliari (par. 5.2)
575
576
577
• una Scatola di Terminazione Ottica di Appartamento (STOA), collocata all’interno o
nelle immediate vicinanze del Quadro Distributore dei Segnali di Appartamento
(QDSA), detto anche Centro Stella (par. 5.3)
578
579
• un cablaggio in fibra ottica tra il CSOE e le singole unità immobiliari e tra CSOE ed il
vano tecnico per il terminale di testa alla sommità dell’edificio (par. 5.4).
580
581
582
583
L’impianto può essere all’interno delle parti comuni, nel caso di edifici a distribuzioni verticale
o per complessi costituiti da più unità immobiliari unite, ma potrà essere anche all’esterno,
nel caso di immobili distribuiti orizzontalmente (complessi di villette), come illustrato in Figura
10.
584
585
586
Il cavo in fibra ottica tra il CSOE ed il vano tecnico alla sommità dell’edificio costituisce una
predisposizione del collegamento per segnali di antenne televisive, per consentire l’eventuale
soluzione distributiva attraverso il CSOE, e/o per eventuali altri servizi.
Pr
og
ett
oi
572
573
574
Progetto
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21
pu
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lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
587
588
589
Tra le diverse soluzioni di cablaggio per segnali televisivi, qualora il costruttore decida di
scegliere la distribuzione su fibra ottica, faranno testo le indicazioni del D.M.22-01-2013 e la
relativa guida di riferimento CEI 100-7 (per quanto applicabile).
590
591
592
593
594
595
Per servizi condominiali (es. wi-fi di condominio), potrà essere aggiunto un ulteriore cavo
ottico di tipologia tale da consentire l’estrazione e la protezione (mediante opportuni
accessori) delle fibre necessarie ad ogni pianerottolo. Un esempio di tale soluzione è riporta
nella Guida CEI 306-2 e nella Raccomandazione ITU-T L.82 “Optical cabling shared with
multiple operators in buidings: Amendment 1”. In tal caso dovrà essere terminato su un
opportuno pannello del CSOE (vedi par. 5.2).
596
597
L’infrastruttura (spazi installativi, tubi, scatole, pozzetti) che deve ospitare tali impianti è
quella definita nel capitolo 3.
598
599
Sia se realizzato all’interno dell’edificio che all’esterno, l’impianto deve soddisfare i requisiti
riportati nei paragrafi successivi.
Pr
og
ett
oi
ni
nc
hie
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600
Progetto
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pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
601
Figura 10 – Rappresentazione schematica dell’impianto di comunicazione in fibra ottica
nel caso di edifici a distribuzione verticale ed orizzontale
hie
sta
602
603
604
6.2 Centro Servizi Ottico di Edificio (CSOE)
606
607
608
609
Il Centro Servizi Ottico di Edificio è l’apparato passivo che costituisce il punto di attestazione
delle fibre ottiche che collegano le unità immobiliari per i vari servizi ed è anche il punto di
flessibilità dell’edificio, in cui ogni operatore di servizi può accedere a tali collegamenti in fibra
ottica (vedere la Figura 13).
610
611
Il CSOE è posizionato nel vano tecnico o nello spazio predisposto in prossimità della tratta di
adduzione all’edificio delle reti pubbliche di comunicazioni, come definito nel paragrafo 4.1.
612
Il CSOE dovrà garantire:
613
614
1) il
collegamento e
interconnessione:
nc
605
l’agevole
accessibilità,
attraverso
uno
o
più
pannelli
di
• alle fibre ottiche per i servizi di comunicazione elettronica previsti per le singole
U.I. (pannello FTTH, predisposto per la connettorizzazione di almeno 2 fibre
ottiche per U.I.). Dovrà essere garantita la possibilità, eventualmente in momenti
successivi, di collegarsi a tutte le fibre della U.I. (o tramite giunzione o tramite
connettore)
620
621
622
• alle fibre ottiche per il collegamento con il vano tecnico alla sommità dell’edificio
(pannello di interconnessione per servizi condivisi provenienti dal terminale di
testa, predisposto per la connettorizzazione di 8 fibre ottiche)
623
624
2) una chiara ed univoca identificazione dell’unità immobiliare a cui si riferiscono le singole
625
626
• numerazione sequenziale per le bussole delle fibre collegate alla stessa unità
immobiliare, associabile alle tipologie di servizio fornite
627
628
• possibilità di permuta del collegamento tra ogni bussola della rastrelliera ed i
moduli predisposti dagli operatori dei vari servizi.
629
630
• protezione delle bretelle di permuta da eventuali danneggiamenti ambientali e
meccanici
631
632
633
• compatibilità meccanica con i moduli ROE esistenti: tale compatibilità può essere
soddisfatta, a titolo di esempio, mediante la predisposizione di un telaio di
aggancio dei moduli con le caratteristiche riportate in Figura 11. Si consiglia in
oi
ni
615
616
617
618
619
Pr
og
ett
bussole ottiche inserite nel pannello mediante:
Progetto
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pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
634
635
636
637
ogni caso, a livello installativo, di ridurre al minimo possibile la distanza tra il
CSOE e i ROE e di prediligere un unico percorso per le bretelle ottiche di
collegamento che ne agevoli la gestione nel tempo e garantisca la protezione da
manomissioni/danneggiamenti.
638
639
640
• la compatibilità dimensionale con i ROE rappresenta un fattore di semplificazione
per l’installazione e di miglioria estetica e funzionale (in Figura 12 è riportato un
esempio di modulo di operatore TLC con le dimensioni)
hie
sta
641
642
643
nc
Figura 11 – Esempio di interfaccia meccanica da predisporre insieme al CSOE per
l’aggancio dei moduli degli operatori di servizi TLC (le dimensioni, in mm, sono
indicate per la parte destinata ai ROE: 300 mm è la distanza orizzontale e 180.5 mm
quella verticale tra i fori predisposti sulla rastrelliera per l’aggancio dei ROE)
oi
ni
644
645
646
647
648
Figura 12 – Esempio di dimensioni (mm) di modulo di operatore di servizi TLC (ROE)
og
ett
649
Pr
650
Progetto
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pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
651
652
653
654
655
656
3) la disponibilità di un numero di moduli di gestione dei cavi ottici, ciascuno dedicato ad
657
658
659
5) il rispetto in ogni sua parte ed accessorio delle norme CEI EN 50411-3-4 e CEI EN
660
661
Il CSOE potrà eventualmente prevedere la presenza di altri moduli o pannelli, per sviluppi
dell’impianto in fibra ottica, quali ad esempio :
662
663
664
665
666
667
•
668
669
670
Un esempio di predisposizione che, oltre a prevedere i requisiti minimi, può prevedere
altre interfacce per servizi futuri è illustrata in Figura 13.
5
ogni singola unità immobiliare, utilizzando preferibilmente una struttura modulare . I
suddetti moduli dovranno alloggiare le extra lunghezze delle fibre non connettorizzate e
le giunzioni di quelle connettorizzate e dovranno poter accogliere fibre sia 250 micron
sia 900 micron
4) la compatibilità dimensionale con gli spazi installativi previsti nel paragrafo 4.1.1
50411-3-8, con garanzia di raggio minimo di curvatura per le fibre ottiche (non inferiore a
15 mm per salvaguardare l’affidabilità meccanica nel tempo)
hie
sta
og
ett
oi
ni
nc
•
moduli di gestione per le fibre provenienti dalla sommità dell’edificio per il
collegamento con diramatori ottici utilizzabili per i servizi DVB-T/T2 e DVB-S/S2 (tale
modulo è mandatorio qualora il costruttore decida di realizzare la discesa TV in fibra
utilizzando i diramatori ottici all’interno del CSOE)
pannello di interconnessione vuoto, predisposto per futuri sviluppi (impianti video
sorveglianza, videocitofoni, impianti domotici, ecc.).
5 Per ottimizzare spazi e costi al variare del numero di U.I. degli edifici, si possono utilizzare ad esempio
soluzioni modulari da 8 U.I., incrementabili, evitando in tal modo un CSOE sovradimensionato (nel caso di
Pr
poche U.I.) o congestionato (nel caso di molte U.I .).
Progetto
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25
hie
sta
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
671
Figura 13 – Esempio di CSOE per un edificio (M piani ed N unità immobiliari) che, oltre a
prevedere le funzionalità minime, può anche accogliere predisposizioni per servizi
televisivi e futuri su fibra ottica
675
676
677
La disposizione e l’assemblaggio dei componenti associati al CSOE dovrà essere conforme al
disegno riportato nella Figura 14.
og
ett
oi
ni
nc
672
673
674
678
Figura 14 – Disposizioni e assemblaggio dei componenti associati al CSOE nello spazio
installativo dedicato
Pr
679
680
Progetto
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26
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
681
6.3 Scatola di Terminazione Ottica di Appartamento (STOA)
682
683
684
Il cavo ottico proveniente dal CSOE dovrà essere terminato all’interno di una Scatola di
Terminazione Ottica di Appartamento (STOA), posta possibilmente all’interno del QDSA o
nelle immediate vicinanze (vd. par 4.2).
685
La STOA dovrà garantire i seguenti requisiti minimi:
•
avere dimensioni e struttura di facile accessibilità, tali da alloggiare almeno 4 bussole
ottiche
688
689
690
691
•
essere una soluzione scalabile, cioè garantire quando sia necessario l’utilizzo delle
altre 4 fibre dedicate alla U.I., o mediante un successivo ampliamento per accogliere
altre 4 bussole o mediante una predisposizione per l’uscita di 4 bretelle. In ogni caso
dovrà prevedere la raccolta delle fibre non terminate e delle possibili giunzioni
692
693
694
695
•
garantire la raccolta delle fibre non terminate e l’eventuale contenimento delle
giunzioni (opportunamente protette da coprigiunti) fra le fibre ottiche e le semibretelle
connettorizzate; in alternativa è permesso l’uso di connettori terminati in campo
rispondenti alle norme CEI EN 50377-17-1 e CEI EN 50377-17-2
696
697
698
699
•
garantire che tutte le parti di gestione e contenimento delle fibre siano conformi alle
specifiche indicate nelle norme CEI EN 50411-3-4 e CEI EN 50411-3-8 e rispettino il
raggio minimo di curvatura per la salvaguarda l’affidabilità meccanica della fibra nel
tempo (un valore non inferiore a 15 mm)
700
701
702
•
avere una numerazione sequenziale per le posizioni delle bussole, rispondente in
maniera univoca alla numerazione riportata sul CSOE, numerazione associabile alle
tipologie di servizio fornite.
hie
sta
686
687
703
6.4 Requisiti del cablaggio ottico
705
706
707
708
Premesso che le tecniche di realizzazione dell’impianto in fibra saranno sotto l’esclusiva
responsabilità di chi sviluppa l’impianto ed indipendentemente dalla tipologia di edificio (a
distribuzione verticale od orizzontale), si richiede che il cablaggio ottico soddisfi le seguenti
caratteristiche:
nc
704
•
la tipologia di fibra ottica utilizzata deve essere di tipo monomodale a bassa sensibilità
alla curvatura, rispondente alla categoria B6_a della norma CEI EN 60793-2-50 Ed.4
(equivalente alla categoria A della raccomandazione ITU-T G.657 “Characteristics of a
bending loss insensitive single mode optical fibre and cable for the access network”)
713
714
715
716
717
718
719
•
il collegamento dal CSOE all’unità immobiliare deve essere eseguito con almeno 8
fibre. Di queste, 2 sono utilizzabili per i servizi TLC, 2 per i servizi televisivi DVB-T e
DVB-S e le restanti utilizzabili come scorta per manutenzione e/o per impieghi futuri
(videocitofono, videosorveglianza, domotica, ecc.) E’ raccomandabile che tali fibre
siano differenziate in base ai servizi, per favorire le operazioni di manutenzione
minimizzando i rischi di disservizio che potrebbero coinvolgere contemporaneamente
tutti i servizi afferenti la stessa unità immobiliare .
720
721
722
723
•
il collegamento dal CSOE al terminale di testa deve esere esguito con almeno 8 fibre.
Di queste, 2 sono utilizzabili per i servizi televisivi DVB-T e DVB-S, le altre per
eventuali impieghi futuri (internet da satellite, ricezione satelliti su diverse posizioni
orbitali, ecc.) o per scorta in caso di manutenzione
724
725
•
per semplificare l’installazione e la gestione dell’impianto è sconsigliato l’impiego di
singoli cavetti monofibra
726
727
728
•
le dimensioni dei cavi utilizzati dovranno essere compatibili con gli ingressi degli
accessori (CSOE e STOA) e dovranno essere scelte in modo da evitare la saturazione
delle tubazioni predisposte
729
730
731
732
•
i cavi impiegati all’interno degli edifici (edifici a distribuzione verticale) dovranno
essere completamente dielettrici e rispondere alla norma CEI EN 60794-2-20. Per
ragioni di sicurezza, tali cavi dovranno avere caratteristiche di non propagazione
dell’incendio previste dalle norme CEI EN 60332-3-25 Cat. D (Non propagazione
Pr
og
ett
oi
ni
709
710
711
712
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
27
733
734
735
736
737
pu
bb
lic
a
Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
dell’incendio), CEI EN 60332-1-2 (Non propagazione della fiamma), CEI EN 61034-2
(Densità dei fumi) e il materiale costituente le guaine dovrà essere del tipo LSZH, con
le caratteristiche indicate nelle norme CEI EN 60754-1 (Contenuto di acidi
alogenidrici), CEI EN 60754-2 (Misura di PH e conducibilità), CEI 20-37/4-0
(Determinazione dell'indice di tossicità dei gas emessi)
•
i cavi utilizzati negli impianti esterni (edifici a distribuzione orizzontale) dovranno
essere in accordo con le norme CEI EN 60794-3, secondo la tipologia e l’ambiente
d’installazione scelta. Per la posa in tubazioni sotterranee esterne, potranno essere
previste protezioni aggiuntive (es. anti-roditore, non propagazione acqua, ecc.)
742
743
744
•
le 2 fibre dedicate ai servizi FTTH devono essere connettorizzate, sia nella STOA, sia
al CSOE, mediante connettori ottici di tipo SC/APC, con caratteristiche rispondenti alla
norma CEI EN 50377-4-2
745
746
747
748
749
•
per le fibre connettorizzate (e per tutte quelle che dovranno essere connettorizzate
successivamente), la massima attenuazione tra STOA e CSOE (misurata tra bussola e
bussola a cablaggio ultimato e senza punti di discontinuità intermedi), dovrà essere ≤
1,5 dB, alla lunghezza d’onda di 1550 nm; la misura deve essere eseguita secondo i
metodi descritti nella norma IEC 61280-4-2
750
751
752
753
754
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•
tutti i cavi ottici utilizzati dovranno essere provvisti di marcatura sulla guaina esterna,
che riporti le seguenti informazioni:
- anno di fabbricazione
- n° di fibre contenute
- tipologia e nome commerciale delle fibre ottiche (es. G.657-A1 o G.657A2/nome commerciale prodotto, necessario per una corretta identificazione dei
programmi di giunzione implementati sulle giuntatrici)
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•
per ragioni di sicurezza e di facile identificazione, è necessario identificare il cavo
ottico con una etichetta dove sia riportato il simbolo laser. Tale etichettatura deve
essere prevista in ogni punto della rete dove il cavo sia accessibile (es. scatole ai
piani, ecc.)
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•
le fibre del cavo (ed eventualmente i tubetti/moduli in cui potrebbero essere
raggruppate) devono rispondere ad un codice colore per facilitarne il riconoscimento.
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Qualora il costruttore decida di scegliere la distribuzione dei segnali DVB-T e/o DVB-S su
fibra ottica, saranno installati nel CSOE i diramatori ottici passivi simmetrici, rispondenti alla
norma IEC 61753-031-2 e l’impianto completo dovrà essere opportunamente collaudato prima
della fornitura del servizio per garantire i livelli del segnale previsti dalle Norme specifiche
(vedi Guida CEI 100-7).
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Le tipologie di cavo ottico impiegato devono essere considerate in relazione alla possibilità di
installazione negli spazi definiti dal presente documento. Diverse soluzioni costruttive
potranno essere utilizzate, purché abbiano le prestazioni minime richieste e sia favorita la
gestione delle 8 fibre afferenti alla stessa unità immobiliare. Il cavo ottico potrà essere ad
esempio costituito da un singolo modulo (cavo singola-UI) o più moduli (cavo multi-U.I.)
disposti longitudinalmente, e di facile estrazione, all’interno di una guaina esterna.
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Oltre alle tipologie più tradizionali di cablaggio, potranno essere impiegate anche altre
tecnologie (purché sia mantenuta la disposizione delle fibre in un modulo dedicato alla
singola UI), quali ad esempio quella della fibra soffiata, nella quale un modulo di 8 o più fibre
viene soffiato all’interno di un tubetto del diametro esterno di circa 5 mm che connette il
CSOE alla U.I., direttamente o attraverso scatole di derivazione ai piani. In questo caso il
CSOE dovrà essere equipaggiato con opportuni sistemi di aggancio per i tubetti, che
garantiscano la corretta esercibilità del sistema. In ogni caso i tubetti dovranno essere diretti
e dedicati dal CSOE ad ogni U.I.
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La struttura del cavo dovrà garantire che le sollecitazioni di tiro durante la posa non
influenzino negativamente le caratteristiche trasmissive e meccaniche delle fibre ottiche (ad
esempio tramite adeguato spessore della guaina, opportuni membri di rinforzo, etc...).
Dovranno pertanto essere indicate dal costruttore le forze di tiro applicabili al cavo durante la
posa e la sua temperatura di esercizio.
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Si richiama l’attenzione sul fatto che il presente testo non è definitivo poiché attualmente
sottoposto ad inchiesta pubblica e come tale può subire modifiche, anche sostanziali
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Al fine di salvaguardare la durata dell’impianto nel tempo è fondamentale che in fase di
predisposizione delle infrastrutture, siano rispettati i raggi di curvatura dei cavi indicate nelle
specifiche tecniche di prodotto (ad es. da 5 a 10 volte il diametro del cavo a seconda della
dimensione del cavo) e che tali valori siano controllati durante la posa. Inoltre, tutti gli
accessori impiegati devono rispettare il raggio di curvatura minimo delle fibre (15 mm), per
garantirne l’affidabilità meccanica.
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Durante l’installazione dei cavi, dovrà essere prestata attenzione a limitare il fattore di
riempimento dei tubi, per agevolare le operazioni di esercizio e manutenzione.
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Al fine di garantire il corretto funzionamento dei connettori ottici, si raccomanda di pulire
accuratamente le relative superfici terminali, onde evitare che le eventuali impurità possano
comprometterne le prestazioni e l’affidabilità nel tempo (nel rapporto tecnico IEC TR 6262701 sono indicate le procedure suggerite per la pulizia di connettori ottici). In generale, i
connettori dovranno trovarsi in un ambiente protetto da agenti atmosferici e da eventuali
danneggiamenti meccanici (usando opportunamente contenitori o scatole di terminazione).
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7 Collaudo finale e dichiarazione di impianto alla “Regola dell’arte”
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Come previsto dal DPR 380/01, la predisposizione dell’infrastruttura fisica multiservizio deve
essere realizzata da personale esperto, abilitato alla installazione di impianti come previsto
all’articolo 1, comma 2, lettera b) del decreto n. 37 del 22 gennaio 2008 e secondo quanto
previsto dalle Guide CEI 306-2 e 64-100/1,2 e 3.
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Al termine dei lavori dovrà essere dichiarata la conformità a tali documenti.
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Tutta la documentazione dell’impianto (tipo di cavo, produttori, percorsi, accessi, ecc.) dovrà
essere disponibile e mantenuta aggiornata (servizi attivi/U.I., operatori,..) dalla
amministrazione e/o proprietà dell’edificio.
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C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
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La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano e
beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1° Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano – Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 Luglio 1956
Direttore Responsabile: Ing. R. Bacci
Comitato Tecnico Elaboratore
CT 306- Interconnessione di apparecchiature di telecomunicazione (ex SC 303L)
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Altre norme di possibile interesse sull’argomento
Progetto
C. 1153:2015-03 – Scad. 10-04-2015
Totale Pagine 31
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Via Saccardo, 9
20134 Milano
T el. 02. 21006. 1
Fax 02.21006.210
[email protected]
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