OBIETTIVI DA SIGMA IL PRIMO ZOOM ULTRAGRANDANGOLARE Sigma presenta uno zoom 15-30mm f/3.5-4.5 che completa la gamma di zoom grandangolari di Sigma. Un obiettivo leggero e capace di mettere a fuoco a distanza ravvicinata. Il Sigma 15-30mm f/3.5-4.5 EX DG Aspherical è progettato tenendo conto delle esigenze attuali delle fotocamere reflex digitali. La sigla DG è una conferma di questa caratteristica. Tra le precisazioni espresse dal costruttore c’è quella che quest’ottica non è impermeabilizzata. Significa che occorre fare attenzione a non esporla a spruzzi ed umidità eccessiva, per non danneggiarla. I progettisti di Sigma hanno una fantasia inesauribile nello sperimentare nuove strade. Oggi è il momento di uno zoom “da grandangolo a grandangolo”, che parte dalla brevissima focale dei 15mm (si parla di 110° di angolo di campo!) e sale fino ai 30mm di una grandangolarità leggera (71° di angolo di campo). Se a 30mm quest’ottica si può considerare come un obiettivo da reportage “quasi normale”, e dunque di utile uso generale, certamente non altrettanto va detto quando ci si spinge ai brevissimi 15mm. Una focale così corta è infatti capace di fornire una spettacolare prospettiva, molto pronuncia- ta, e l’obiettivo si trasforma in un supergrandangolare d’effetto. Non basta. I tecnici che l’hanno ideato non si sono limitati alle mezze misure nemmeno sotto altri profili. In particolare: hanno progettato lo schema ottico in modo molto moderno, preoccupandosi che fosse adatto all’impiego su apparecchi reflex anche di tipo digitale. In più, non hanno economizzato nella raffinatezza dello schema ottico, introducendo due lenti asferiche che si sono rivelate molto utili per correggere bene le diverse aberrazioni ottiche che su grandangolari sono particolarmente in agguato. Le superfici asferiche sono una nel gruppo frontale ed una nel gruppo posteriore di lenti. La progettazione ha fatto molti sforzi per cercare di contenere in misura ragionevole l’aberrazione sferica, l’astigmatismo, la distorsione. Non è finita. Questo obiettivo ha una prerogativa che siamo sicuri piacerà a molti fotografi, perché è perfettamente in linea con le più moderne tendenze espressive. Si tratta della possibilità di mettere a fuoco a distanza ravvicinata, addirittura fino a soli 30cm. Questa opportunità è molto interessante anche perché è attuata su tutte le focali disponibili. Vuole dire che, focheggiando a 30cm, chiudendo il diaframma al- L’obiettivo adotta la ghiera di messa a fuoco secondo il Le ghiere sono di dimensioni generose e di facile azionamento. È sistema “dual focus” (sigla DF), che prevede una ghie- davvero apprezzabile la possibilità di focheggiare a soli 30cm di ra di focheggiatura mobile in modo telescopico su due distanza, prestazione utile per spettacolari riprese d’effetto. posizioni: messa a fuoco AF (autofocus) oppure M (manuale). In media, le reflex digitali comportano un fattore di moltiplicazione pari a 1.5x. Ciò significa che con questo obiettivo 15-30mm il fotografo si troverà, di solito, ad operare come se avesse uno zoom con focali 22.5-45mm, dunque con una escursione da supergrandangolo a “quasi” normale. I filtri in gelatina sono inseribili posteriormente, in un apposito vano di tenuta costituito da due mollette (26x26mm). Lo schema ottico dell’obiettivo. Sono evidenziate in rosa le lenti asferiche. La progettazione dell’ottica è stata sviluppata secondo il principio IF (Internal Focusing) e quindi le dimensioni dell’obiettivo non variano quando si cambia la distanza di ripresa e si adegua ad essa la messa a fuoco. Messa a fuoco AF oppur e M Su alcune reflex autofocus, in particolare Canon e Sigma, occorre, per operare in messa a fuoco manuale, che siano in posizione M sia la fotocamera sia l’obiettivo. Occorre fare attenzione e verificare che la posizione M sia correttamente impostata su entrambi gli strumenti. Se la macchina è su AF e l’obiettivo è su M, si corre comunque il rischio di forzare in qualche modo il motore autofocus presente nell’obiettivo. la minima apertura e ponendosi sulla focale di 15mm, si ha la possibilità di ottenere immagini con una profondità di campo straordinariamente estesa. Si pensi ad esempio alla facilità di eseguire riprese con un primo piano a brevissima distanza, ad esempio un fiore, e nello stesso tempo lo sfondo ancora ampiamente leggibile, ad esempio il prato, il bosco, le montagne circostanti. Uno scatto a focale 30mm. L’angolo di campo è pari a 71° 6’. Uno scatto a focale 15mm. L’angolo di campo è pari a 110° 5’. Con fotocamer e Minolta Le due focali estreme a confronto. La differenza di inquadratura, negli zoom grandangolari, è davvero significativa anche quando la focale varia di pochi millimetri. C’è dell’altro: la messa a fuoco a 30cm è attuabile anche quando si imposta la focale grandangolare di 30mm e anche questa possibilità è davvero notevole: sono pochi i grandangolari che permettono una focheggiatura a breve distanza. Mantenendo lo standard consueto di Sigma, i progettisti hanno puntato a realizzare un obiettivo non eccessivamente pesante: nonostante l’ingombro non trascurabile, e soprattutto l’elevato numero di lenti, vediamo infatti che questo attrezzo pesa 655 grammi. Il livello di finitura è buono, nelle tradizioni della casa. Viene espressamente specificato dal costruttore che l’ottica non è impermeabilizzata e che quindi è compito del fotografo cercare di proteggerla al meglio da eventuali danni derivanti da spruzzi d’acqua o pioggia. Filtri La progettazione molto sofisticata di que- SCHEDA TECNICA SCHEDA TECNICA Sigma 15-30 mm f/3.5-4.5 EX DG Aspherical Focali: da 15mm a 30mm Angoli di campo: 110° 5’ – 71° 6’ Diaframma minimo: f/22 – f/32 (rispettivamente in posizioni 15mm e 30mm) Schema ottico: 17 lenti in 13 gruppi (due lenti asferiche) Lamelle diaframma: 8 Minima messa a fuoco: 30cm Rapporto di riproduzione: 1:6 Filtri: in gelatina, inseribili posteriormente (26x26mm) Lunghezza: 130mm Diametro: 87mm Peso: 655 grammi Innesti disponibili: Sigma SA, Canon EF, Minolta AF, Nikon AF, Pentax AF Adoperando una reflex Minolta autofocus si consiglia di predisporre l’obiettivo con la ghiera di messa a fuoco in posizione AF, prima di innestare l’ottica sulla macchina o di manovrare l’interruttore generale on-off. Tenere impostata la posizione M può infatti fare correre il rischio di danneggiare il motore incorporato nella fotocamera. sto obiettivo ha creato qualche problema collaterale. In particolare per quanto riguarda l’impiego di accessori, come ad esempio i filtri. Infatti la possibilità di inserire filtri su di un obiettivo dallo schema ottico molto complesso, e caratterizzato da una lente frontale piuttosto sporgente, non è un problema di facile soluzione per i progettisti. In questo caso però, ancora una volta, gli uomini Sigma hanno deciso di aggirare ogni difficoltà realizzando un sofisticato sistema basato su lamelle di tenuta, poste a lato della lente posteriore, studiate in modo da essere in grado di trattenere filtri in gelatina appositamente ritagliati. Con l’obiettivo viene fornito un piccolo accessorio, una sagoma metallica dell’esatta dimensione di un filtro in gelatina posteriore, utile appunto per sagomare in proprio questi accessori e per introdurli tra le lamelle di tenuta. Il nuovo 15-30mm è anche dotato di un paraluce sagomato a corolla: un accessorio indubbiamente utile, o per meglio dire indispensabile, per proteggere dai riflessi la lente frontale e non fare perdere contrasto. Maurizio Capobussi