> Dal cantiere Robbins di S.J. Wilson Nuovo concetto di scavo nelle gallerie sotto pressione Sono trascorsi 100 anni dalla prima idea di realizzazione del tunnel peruviano sotto le Ande “Trans-Andean Olmos Tunnel” e, dal 1950, sono stati molteplici i tentativi di scavo. La galleria si sviluppa sotto 2.000 m di rocce vulcaniche, che lo rendono il secondo tunnel al mondo in quanto a profondità R occia fratturata, spingente ed esplosiva hanno fatto di questo tunnel per irrigazione un progetto molto complesso. Ma ora nuove prospettive tecniche, comprendenti differenti metodologie di supporto del terreno e intensivi programmi di stabilizzazione, stanno cambiando gli scenari di scavo, massimizzandone la sicurezza. A un oceano di distanza, un progetto simile, in presenza di alta copertura, è stato recentemente realizzato a 600 m di “profondità”, al di sotto delle Alpi. Il tunnel di accesso del Monte Ceneri, localizzato in Svizzera presso Sigirino, è stato completato in anticipo sui tempi previsti e con importanti risultati. La fresa Robbins del tipo aperto da 9,7 m di diametro è stata appositamente disegnata con taglienti a disco da 19” per gallerie ad alta copertura. Entrambi questi progetti dimostrano che frese di questo genere, accoppiate a me- todologie appropriate di supporto del terreno e al disegno della testa fresante, permettono lo scavo di alcune delle più profonde gallerie al mondo. Scavo del tunnel transandino Olmos La macchina, del diametro di 5,3 m, iniziò lo scavo nel 2007 con il sub-contrattista Odebrecht Peru Ingenieria y Construccion, S.A.C. (OPIC). Nel 2004, il lavoro era stato assegnato in concessione ventennale dal governo peruviano e regionale del Lambayeque al contrattista generale Concesionaria Trasvace Olmos, S.A. La fresa aperta sta scavando questa galleria della lunghezza di 13,9 km che trasferirà l’acqua del fiume Huancabamba a est delle Ande alle aree desertiche sul lato del Pacifico. Circa 40.000 ettari di terreno pianeggiante saranno irrigati al completamento della galleria, risolvendo una situazione critica per la regione dello Lambayeque che riceve al momento solo 215 mm di pioggia all’anno. PF | gennaio-febbraio 2011 73 > Dal cantiere facilmente rimanere bloccato in presenza di terreni che tendono a richiudersi. “Per noi la macchina ‘aperta’ è sempre stata considerata la sola soluzione possibile. Abbiamo sposato questo disegno dopo innumerevoli discussioni e incontri”, ci ha dichiarato Jose Luis Torres de la Piedra della Odebrecht. Sempre l’alta copertura del tunnel ha reso necessario lo studio di un sistema di smarino molto particolare in grado di contrastare i 54° di temperatura che si potevano aspettare all’interno del tunnel. Gli ingegneri Robbins hanno pertanto progettato un sistema di ventilazione e di raffreddamento dell’aria che si potesse adattare alla elevazione del cantiere (1.080 m), Con i suoi 13,9 km di lunghezza, il tunnel transandino Olmos è il secondo del mondo nella sua tipologia Le condizioni geologiche La posizione della galleria nel massiccio delle Ande presenta numerose difficoltà (la montagna, formatasi 24 milioni di anni fa, è relativamente giovane e geologicamente complessa). All’interno del tunnel di Olmos si trova una grande varietà di rocce che variano dagli scisti alle rocce argillacee, quarziti scistose e porfidiche , andesiti, tufo e brecce piroclastiche. La durezza varia, per la quasi totalità della galleria, da 60 a 175 MPa UCS. “La presenza di intrusioni granitiche contestualmente agli altri tipi di roccia rappresentano un rischio, dal momento che il contatto tra i materiali intrusivi e la roccia, associate con l’acqua presente nel sottosuolo, possono compromettere le zone altamente sollecitate e fratturate”, ha dichiarato Dean Brox, consulente per la Hatch Mott Mac Donald. La notevole copertura crea altresì ulteriori rischi: “Uno dei rischi principali di questa galleria è la sua localizzazione a più di 1.500 m di profondità, per una significante lunghezza, ed è pertanto soggetta a notevoli tensioni. In presenza poi di diversi tipi di roccia con valori moderatamente bassi, ci si potranno aspettare significanti tensioni e rilasci dell’ammasso roccioso intorno allo scavo della fresa. Ciò riguarda anche violenti e subitanei rilasci della roccia relativa al perimetro dello scavo definiti come veri e propri colpi di tensione”, ha dichiarato Brox. Queste sovratensioni si mani74 PF | gennaio-febbraio 2011 Il progetto e lo schema originale di assemblaggio della TBM Robbins prevede un particolare sistema di raffreddamento dell’aria che consente di ridurre la temperatura interna del tunnel a 32°C festano solitamente sul fronte della fresa, cosicché è necessario installare i supporti immediatamente dietro la testa fresante per proteggere i lavoratori e stabilizzare le pareti della galleria. Disegno della fresa e del sistema di smarino Gli ingegneri Robbins hanno disegnato la macchina partendo dall’assunto delle alte coperture presenti sopra la galleria e includendo pertanto due bullonatori e una sonda con la possibilità di iniezioni sui 360°. Non è mai stato considerato uno scudo, dal momento che questo può ottenendo un’aria meno densa e con ridotte capacità di trasferimento del calore. Un sistema composto da quattro raffreddatori dà come risultato una temperatura di 32°C nella zona di lavoro della macchina e del sistema di smarino. Due raffreddatori sono montati in serie sui carri del sistema di smarino. L’aria, dal portale della galleria, fluisce a circa 12 m3/s passando nella galleria attraverso la condotta flessibile di ventilazione (diametro 1.600 mm), dov’è spinta per mezzo di un ventilatore in ripresa e 100 m di condotta da 762 mm di diametro ai due raffreddatori montati sui carri del sistema di smarino. L’aria è poi fatta confluire in avanti e trasferita al fronte del sistema di smarino e della fresa usando una sezione in ferro di condotta telescopica che permette movimenti relativi tra la fresa e i carri. I due raffreddatori addizionali ricircolano l’aria e la raffreddano ulteriormente ad un ritmo di 7,5 m3/s. Metodologie dei tipi di supporto Al lancio della macchina, nel marzo 2007, le condizioni della roccia erano abbastanza stabili. Dal 2009, però, la macchina è entrata in sezioni di galleria con alte coperture dove i minatori sperimentarono congiuntamente a grandi faglie e caverne a cattedrale colpi di tensione che non potevano essere contenuti usando solo rete, bulloni e centine: “Abbiamo incontrato circa 1.200 m di roccia altamente fratturata con oltre 8.500 colpi di tensione (rockburst) annotati. Cavità si formarono anche durante lo scavo e dovettero essere intensamente iniettate con malta”, ha dichiarato John Simm, sovraintendente Robbins in cantiere. Per controllare al meglio questa nuova situazione, Robbins e Odebrecht decisero di modificare e installare un nuovo tipo di supporto del terreno. I supporti in estensione del tettuccio superiore della macchina furono eliminati e rimpiazzati dal sistema McNally fornito dalla C&M Mc Nally Engineering di Toronto (Canada). “Il sistema di sostegno McNally fornisce il beneficio di un supporto continuo lungo l’area del tetto della galleria, proteggendo i minatori dalle rocce che si staccano”, ha detto Brox. La stessa struttura di supporto può essere installata lungo le pareti della galleria come ulteriore protezione nei casi di condizioni di tensione della roccia. Il sistema è altresì adattabile alle differenti condizioni della roccia. Con gallerie poco profonde e stratigrafia geologica orizzontale può usare supporti con capacità di sostentamento relativamente basse e facilità di installazione. Per tunnel più profondi, in presenza di alte condizioni di tensioni della roccia, possono essere installati supporti pesanti con notevoli capacità di tenuta, ma che possono essere sempre installati dalla macchina durante lo scavo. Lungo i 2.000 m di tracciato del tunnel Olmos la TBM Robbins dovrà superare terreni cedevoli e rocce compatte La macchina viene adattata per il sistema McNally sostituendo i piatti di protezione distribuiti sul tettuccio superiore della fresa della macchina a contatto della roccia con profilati vuoti a sezione rettangolare. Questi profilati si estendono assialmente dalla parte posteriore della testa a tutto il supporto della stessa all’interno dell’area dove lavorano le bullonatrici. Prima di ogni spinta della fresa la squadra inserisce all’interno delle tasche dei profilati (stecche di acciaio o legno) in modo da avere inserite in profondità a ciascuna tasca due file di stecche. Le parti finali delle stecche fuoriescono dalle tasche e sono imbullonate al soffitto della galleria con una bandella flessibile. All’avanzare della macchina, le stecche fuoriescono e sono costantemente imbullonate al soffitto del tunnel usando ulteriori bandelle flessibili. Le stecche sono poi caricate nuovamente e usate per la lunghezza della galleria per prevenire deformazioni e cadute di materiali. Per ridurre i fenomeni di scoppio della roccia sul fronte della macchina dovuti alla tensione del cavo fu sviluppato un unico sistema di pretrattamento del terreno da parte di Winston Lewis, direttore di produzione della Odebrecht. Il sistema consiste in microcariche di esplosivo posizionate in fori della profondità tra 12 e 15 m. “Abbiamo sviluppato questa metodologia per creare vuoti e fratture sul fronte di scavo della macchina e smorzare così tutta la tensione accumulata dalla roccia che potrebbe creare notevoli danni alla fresa”, ci ha detto Lewis. Una versione simile di questa sistema fu originariamente utilizzata nelle miniere in Cile per aumentare la sicurezza prima dello scavo. Dopo aver rimosso i supporti dalla TBM Robbins, i tecnici hanno montato un nuovo sistema di sostegno composto da lastre di acciaio imbullonate alla volta del tunnel PF | gennaio-febbraio 2011 75 > Dal cantiere Il sistema di sostegno McNally consente di stabilizzare e proteggere le pareti del tunnel prevenendo cadute di rocce e frane nella zona posteriore allo scudo Durante lo scavo della fresa, la sonda viene utilizzata per creare dai tre ai cinque fori sul fronte dello scavo; ogni foro ha un angolo verso il basso tra 6° e 12° che si adatta al piano di stratificazione della roccia per fare in modo che le fratture possano verosimilmente allargarsi, rilasciando la pressione sulle rocce circostanti e riducendo/prevenendo pericolosi fenomeni dovuti alle tensioni accumulate. Lo scavo in rocce fratturate o rotte sul fronte può oltretutto provocare anomali fenomeni di usura alla testa fresante. Per questo motivo, gli ingegneri della Robbins pensarono di aggiungere piastre di usura dello spessore di 19 mm congiuntamente a barrotti quadri da 50 mm (chiamati “Boomerang”) davanti a ciascun tagliente. I Boomerang proteggono i corpi di ciascun tagliente dalle rocce che tendono a bloccare e cedere, scoppiando sul fronte di scavo. “Questa modifica ha ridotto i tempi morti per il cambio dei taglienti e la necessità di entrare nella testa per manutenzione, pratica che può essere pericolosa con questi generi di roccia”, ha dichiarato Simm. Dal momento della realizzazione delle 76 PF | gennaio-febbraio 2011 Dopo l’installazione del sistema di sostegno McNally, la TBM Robbins ha aumentato la velocità di avanzamento fino a 674 m/mese modifiche, l’avanzamento della fresa è aumentato con produzioni mensili di 674 m. L’aumento degli avanzamenti è rimarchevole considerando altresì che, nel frattempo, si sono succeduti due allagamenti che hanno coperto l’area di cantiere di fango e cancellato le strade di accesso. Si prevede il completamento della galleria per la fine di quest’anno. Taglienti di grande diametro per il Monte Ceneri Mentre i sistemi di sostentamento del terreno sono essenziali nei casi di gallerie con alte coperture, la progettazione della testa fresante risulta essere un fattore determinante per l’efficienza dello scavo e gli avanzamenti delle macchine. I taglienti a disco da 19” di diametro hanno il vantaggio di poter scavare con rocce molto più dure e terreni che si chiudono con, in aggiunta, una notevole diminuzione nella sostituzione dei gruppi. Come accennato nell’introduzione, nel 2008 l’ingresso principale della galleria di base del Monte Ceneri è stata scavata sotto 600 m di copertura usando una fresa aperta Robbins del diametro di 9,7 m. Inizialmente fu scavato un tunnel pilota per determinare la geologia all’entrata della galleria, composta da scisti, molassa Svizzera e gneiss metamorfici del gruppo del Ceneri con valori dai 30 ai 130 Mpa UCS. La fresa fu quindi costruita sulla base di tale geologia come “Fresa Aperta ad Alte prestazione – High Performance – con taglienti da 19” che permettono una maggiore durata, riduzione dei fermi per la sostituzione e maggiori produzioni paragonati ai taglienti standard da 17”. Un notevole spazio aperto subito a ridosso della testa permette ai minatori il montaggio di un’ampia varietà di supporti per il terreno in funzione delle diverse condizioni geologiche. I supporti per il terreno includevano il montaggio di rete metallica sul soffitto della galleria coprendo 240° della circonferenza del tunnel, chiodi e 1,4 m3 di calcestruzzo proiettato per metro scavato. Il personale provvedeva poi al montaggio continuo di tubo di drenaggio e al riempimento della base della galleria a tergo fresa con un pavimento dello spessore di 1,6 m in calcestruzzo per avere la galleria pronta per il montaggio dei binari. La fresa Robbins ha completato con successo il tracciato del tunnel d’ingresso entro la data stabilita. L’appropriato disegno della testa, risultante in un basso consumo di taglienti e alti avanzamenti, è stato il fattore determinante per il successo della macchina. “La prestazione dei taglienti è stato in assoluto il risultato più impressionante di questo progetto”, ha dichiarato Ferruccio Borroni, presidente di Robbins Europa. I taglienti a disco hanno scavato un totale di 167.000 m3 di roccia e la macchina ha mantenuto un avanzamento medio di 18,5 m/giorno. L’usura dei taglienti è sta- La TBM Robbins da 9,7 m utilizzata per lo scavo del tunnel Ceneri in Svizzera è equipaggiata con dischi di taglio da 19” specifici per il tunneling a grande profondità ta minima per tutta la durata dello scavo, con tempi morti ridotti per la sostituzione. “Abbiamo sostituito solo 30 taglienti durante lo scavo”, ci ha confidato Emanuele Tabet, Direttore di Cantiere per il consorzio CMC (Consorzio Monte Ceneri). La lunga durata e la penetrazione sono le caratteristiche principali dei taglienti a disco da 19”, che danno come risultato finale alte produzioni e avanzamenti nelle macchine che li usano. I taglienti da 19” possono operare a 311 kN paragonati al limite dei 267 kN dei taglienti da 17”. Anche utilizzando carichi superiori, la vita dei cuscinetti è superiore nei taglienti da 19”. Operando a 311 kN, i cuscinetti utilizzati nei 19” sono solo all’84% del carico massimo ammissibile dove, con i 17”, a 267 kN il carico è al 93% dell’ammissibile. L’alta capacità dei cuscinetti, assieme all’aumentata capacità di lubrificazione, si concretizzano in limitate rotture nei cuscinetti e in una migliore penetrazione in rocce dure e terreno che si chiude. L’aumento nel diametro dà come risultato un aumento nella vita dei taglienti. Il volume di usura permissibile prima che il tagliente sia sostituito è aumentato di circa un terzo con i taglienti da 19”. Quest’aumento si traduce in metri aggiuntivi di roccia scavata per anello tagliente e, quindi, nella diminuzione di sostituzione. In conclusione, meno taglienti sostituiti si traducono in meno fermi della macchina e produzioni di scavo superiori. Conclusioni Molto può essere fatto per diminuire i rischi legati agli scavi di gallerie con notevoli coperture e, contemporaneamente, ottenere buone produzioni in avanzamento. Appropriati sistemi di supporto del terreno, unitamente ad un’attenta progettazione della macchina e a taglienti di largo diametro, possono massimizzare la disponibilità della macchina allo scavo. La sfida è ora rivolta alle gallerie con co- perture notevoli poste in aree remote e montagnose. Secondo Brox “è difficile poter realizzare appropriati studi geologici e stabilire appropriate localizzazioni per questo genere di gallerie, considerando i notevoli investimenti necessari per i sondaggi. In aree aspre e montagnose l’accesso può essere molto difficile e i costi, pertanto, proibitivi”. In situazioni del genere la possibilità è spesso concentrata nella raccolta di campioni rappresentativi raccolti in superficie per operare prove di laboratorio. Altre metodologie includono anche sondaggi sub-orizzontali – a quote diverse – così come perizie geofisiche dal cielo. Anche se gli studi geologici iniziali possono presentarsi complicati, ma le tecniche di scavo stanno facendo passi in avanti . Al giorno d’oggi progetti come nel caso dell’Alptransit in Svizzera, con oltre 2.500 m di copertura, stanno perfino aumentando i limiti di copertura per que sto tipo di scavo. PF | gennaio-febbraio 2011 77