Rivista Ligure di Meteorologia METEOROLOGIA IN PILLOLE

Rivista Ligure di Meteorologia
n° 35 anno X - febbraio 2010
METEOROLOGIA IN PILLOLE
L’ABC del global warming
di: Luca Onorato
Prima parte
In questa pillola parleremo del cambiamento climatico che recentemente è stato oggetto di
una complessa discussione svoltasi al vertice di Copenaghen (dicembre 2009).
Affronteremo sinteticamente questo tema, sia confrontando i dati attuali con le conoscenze
climatologiche, sia tramite un’analisi delle possibili proiezioni future, cercando di mettere un
po’di ordine tra le molteplici e confuse informazioni che ci arrivano dai media e focalizzandoci
in particolare sul suo aspetto più evidente: il riscaldamento climatico (global warming).
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 35 anno X
Il caldo anomalo e duraturo della scorsa estate, gli incendi, altri molteplici eventi nel mondo
(desertificazione, scioglimento ghiacciai, temperature record in Australia, violente alluvioni
autunnali che hanno interessato anche il Mediterraneo e le nostre isole), così come
l’improvvisa ondata di freddo invernale (in Europa), fanno discutere molto sullo stato del clima
e la possibile estremizzazione dei fenomeni, provocando spesso speculazioni mediatiche di
basso profilo scientifico; infatti, tali eventi vengono spesso distorti e manipolati da fonti poco
competenti o di parte, per confutare o enfatizzare il fenomeno. Ma è utile ricordare che quando
determinati eventi (estremi o eccezionali che siano) vengono separati da un determinato
contesto climatico ed analizzati come fenomeni isolati, non possono avere alcun significato
scientifico, se non sono rapportati ad una climatologia sufficientemente rappresentativa.
Tutto il resto è solamente pura speculazione che lascia il tempo che trova….!
Ecco in sintesi i punti ormai incontrovertibili, anche per i negazionisti
del cambiamento climatico:
a. Il cambiamento climatico è ormai una realtà, un fenomeno in corso;
b. Il processo del riscaldamento globale - che è l'aspetto più evidente del cambiamento
climatico, perché misurabile – attualmente risulta inequivocabile (e non ha nulla a che
vedere ad ex. con un temporaneo periodo freddo invernale che abbiamo osservato
recentemente in Europa);
c. La causa del riscaldamento che molto probabilmente (probabilità del 90-95%,) è da
ricercare nelle attività umane, il che significa che non è la certezza assoluta, ma ci si
avvicina.
d. I monitoraggi, infatti, mostrano come il clima su scala globale evidenzi una chiara
tendenza all’ incremento delle temperature (sempre più netto dagli anni ’60);
e. Tale tendenza, contrariamente a quanto si
pensava, sembra emergere
significativamente, anche su scala locale (a livello regionale ad ex. sono evidenti
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soprattutto nell’ultimo decennio con un incremento costante delle temperature rispetto
al trentennio precedente);
f. Tale cambiamento agisce in maniera molto più rapida rispetto ai cambiamenti passati
ed è inequivocabilmente legato all’aumento della C02 che ha avuto una crescita
esponenziale mai vista prima (stiamo velocemente avvicinandoci ai 400 PPM, contro
valori medi che in precedenza erano rimasti attorno ai 200!), che è spiegabile solo con il
contributo delle attività umane;
g. Le proiezioni future mostrano diversi scenari più o meno pessimistici, ma sono concordi
nell’evidenziare un ulteriore aumento della temperatura (probabilmente tale tendenza
non si invertirebbe se attuassimo da domani tutti gli accorgimenti necessari per
abbattere le emissioni).
h. In questo contesto il cambiamento si sta manifestando con fenomeni sempre più intensi
e devastanti (aridità, precipitazioni brevi ma molto intense, alluvioni, ecc); le notizie di
eventi meteorologici eccezionali (che ormai sempre più di frequente ci giungono dal
mondo e dalla stessa Italia), non possono essere spiegate unicamente attraverso il
dissesto e una cattiva urbanizzazione del territorio, ma derivano anche da
un’estremizzazione del clima.
Ora approfondiamo meglio cos’è l'effetto serra, lo possiamo
considerare un fenomeno naturale o legato all’uomo? Seguiranno altre
brevi ma frequenti domande.
Come ben sappiamo il sole è il motore della vita sul nostro pianeta; quest’ultimo viene
alimentato dall'energia solare, che in parte viene rispedita verso lo spazio (ad esempio dalle
nuvole), mentre un’altra parte viene assorbita dalla terra stessa che così incrementa la sua
temperatura. A sua volta la terra, scaldata dai raggi solari, restituisce verso lo spazio, una
quantità di questa energia sotto forma di raggi solari (onde più lunghe diverse da quelli che
vengono dal sole). Infatti, queste radiazioni hanno la proprietà di poter essere assorbite dalle
particelle presenti naturalmente in quello strato di aria che circonda la terra (atmosfera).
Quello che accade è che queste particelle presenti in atmosfera, trattenendo parte dell'energia
emessa dalla superficie terrestre, generano un aumento della temperatura dell'atmosfera
stessa, in quanto appartengono a quella famiglia di gas chiamati gas effetto serra: infatti il loro
comportamento è simile a quello che avviene nelle serre ad opera dei vetri che le
costituiscono. Cioè i vetri sono trasparenti ai raggi solari, che li attraversano raggiungendo la
superficie terrestre che, scaldandosi, a sua volta tende a riscaldare l'aria presente all'interno
della serra.
Inoltre i vetri della serra non permettono all'aria riscaldata di abbandonare la serra stessa;
quindi l'aria continua ad essere riscaldata dall'energia emessa da terra, cosicché la
temperatura dell'aria dentro la serra è molto più alta di quella esterna. I gas serra più rilevanti
sono: il vapore acqueo (H2O), l'anidride carbonica (CO2), il metano (CH4), l'ossido d’azoto
(NO2) e l'ozono (O3). Da quello che abbiamo visto, l'effetto serra è un fenomeno naturale
importantissimo in quanto permette la vita sul nostro pianeta, mantenendo la temperatura
dell'aria presente nell'atmosfera intorno a valori che ci consentono di svolgere tutte le nostre
attività. Se non ci fossero i gas serra, la temperatura sarebbe molto più bassa di quella che
sperimentiamo e le condizioni di vita diventerebbero proibitive, per come le conosciamo. Però
talvolta succede che la concentrazione, cioè il numero di particelle di gas serra presenti
nell'aria, subisce delle variazioni (diminuisce o aumenta) generando anche forti variazioni nella
temperatura dell'aria. Ad esempio, gli scarichi delle nostre automobili oppure degli aeroplani
contengono gas effetto serra. Quindi usando le auto e viaggiando in aereo contribuiamo ad
aumentare il numero di particelle di gas serra nell'aria. Ci sono anche da altri fattori che
contribuiscono all'aumento delle particelle di gas serra, come la produzione di energia da
combustibili fossili, come il petrolio, la deforestazione e la produzione agricola intensiva. Il
risultato è che soprattutto dal secolo scorso, le particelle di gas serra sono aumentate
incredibilmente, determinando un aumento nella capacità di trattenere energia nell'aria e
quindi contribuendo fortemente al riscaldamento globale, con gravi conseguenze sul clima della
terra e sulla vita nostra e degli animali. Ad esempio, al Polo Nord, che è uno dei luoghi dove i
cambiamenti climatici sono maggiormente evidenti e gli orsi polari hanno iniziato ad avere
difficoltà per la loro sopravvivenza a causa dello scioglimento dei ghiacci. Oppure in alcune
aree subtropicali come nell'oceano indiano sono aumentati notevolmente fenomeni
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meteorologici con piogge molto intense che hanno causato alluvioni così intense da provocare
sempre maggiori vittime, soprattutto nella popolazione che vive in condizioni precarie.
Quali azioni hanno attuato i governi mondiali Per cercare di attenuare i
cambiamenti climatici?
Per cercare di attenuare questi fenomeni i governi di molto stati del mondo hanno siglato degli
accordi come il Protocollo di Kyoto per diminuire le emissioni di gas effetto serra nell'aria, che
tra l'altro sono nocivi alla salute delle persone. Il Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici
è un accordo internazionale che stabilisce precisi obiettivi per i tagli delle emissioni di gas
responsabili dell'effetto serra, del riscaldamento del pianeta, da parte dei Paesi industrializzati.
E’ sicuramente importantissimo in quanto è l'unico accordo internazionale che sancisce una
limitazione delle emissioni ritenute responsabili dell'effetto serra, degli stravolgimenti climatici,
del surriscaldamento globale si fonda sul trattato United Nations Framework Convention on
Climate Change (Unfccc), firmato a Rio de Janeiro nel 1992 durante lo storico Summit sulla
Terra.
Ci sono altri fattori oltre a quello umano che potrebbero spiegare la
variabilità della temperatura? Quale potrebbe essere il loro contributo?
La variabilità della temperatura globale media è per la gran parte causata da 4 fattori:
variabilità delle emissioni solari, grandi eruzioni vulcaniche, aerosol di solfati antropogenici e
gas serra. Tra gli scienziati tuttavia è ormai opinione comune come questi ultimi siano ritenuti
essere i principali responsabili del global warming almeno per l’90%. Guardate il grafico
sottostante che dimostra come l’ incremento esponenziale dei gas serra (dall’era industriale a
oggi) non possa essere legato a fenomeni naturali (cerchio rosso tratteggiato).
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Perché quando parliamo di global warming è importante soffermarsi al
1988?
In quest’anno l’Organizzazione Mondiale di Meteorologia (WMO) e il Programma sull’Ambiente
delle Nazioni Unite (UNEP) hanno istituito il Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti
climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC – http://www.ipcc.ch) con il
seguente mandato: “…definire mediante basi complete, oggettive, aperte e trasparenti le
informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche utili a comprendere i rischi dei
cambiamenti climatici dovuti alle attività umane, i loro impatti potenziali e le opzioni per la loro
mitigazione e l’adattamento.” L’IPPC pubblica periodicamente rapporti dettagliati sullo stato
della conoscenza scientifiche. Sebbene non sia uno strumento perfetto, questo organismo si
avvale di rigorosi scienziati del clima di molti paesi e ha sempre tenuto testa agli attacchi e ai
condizionamenti politici.
I dati e le osservazione a disposizione degli scienziati confermano il
progressivo riscaldamento della terra (Global Warming) ? Quali sono i
punti sui quali ormai sono concordi?
Il global warming è ormai una realtà e i rapporti del Intergovernmental Panel on Climate
Change (IPCC), che riunisce i maggiori scienziati di tutto il mondo, ha evidenziato come la
temperatura superficiale media della terra è salita di circa 0.7 °C nel corso del XX secolo, con
punte di dal 1920 al 1950 e poi a partire dal '75; il primo picco sembrerebbe essere correlato
all'incremento delle emissioni derivanti dalla produzione bellica che ha portato al conflitto
mondiale, mentre il successivo (ancora in atto) sarebbe da ascriversi principalmente
all'aumento della concentrazione dei gas serra (la concentrazione CO2 sta raggiungendo il suo
massimo storico di 400 ppm). Dai rilevamenti sulle carote di ghiaccio si evince che gli attuali
livelli di CO2, supera tutti quelli che si sono avuti sul pianeta da almeno 650.000 anni.
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Proprio l’incremento della temperatura globale, risulterebbe effettivamente superiore a quello
di ogni altro periodo negli ultimi 500-1000 anni, fattore che preoccupa non poco la comunità
scientifica; infatti, una tale pendenza (retta gialla del grafico) non risulterebbe assolutamente
paragonabile con i trend dei riscaldamenti passati (post glaciale), lasciando pochissimi dubbi in
merito a una significativa influenza antropica sul clima.
Che analogie con il riscaldamento attuale avrebbe la fase di riscaldamento avvenuta dopo
l’ultima glaciazione? Perché l’attuale riscaldamento preoccupa la comunità scientifica?
L’ultima glaciazione è avvenuta circa 21000 anni fa, si è verificata per una variazione nella
concentrazione dei gas serra e nell’estensione dei ghiacci. Si stima che la successiva fase di
riscaldamento sia avvenuta mediamente ad una velocità 10 volte più lenta di quella del
riscaldamento in atto dal XX secolo. In questo contesto molteplici evidenze confermano che
l’aumento della concentrazione in aria dei gas serra rispetto ai valori del periodo pre-industriale
(1750) non deriverebbe da meccanismi naturali. In questo contesto, l’apporto antropico
sarebbe legato principalmente dalle seguenti attività:

produzione energetica ed industriale

crescita della popolazione mondiale

pratiche agricole

trasporti e riscaldamenti domestici

deforestazione e cambio dell’uso del suolo

gestione dei rifiuti
In una delle prossime pillole meteo concluderò il ragionamento che abbiamo iniziato,
analizzando gli effetti a lungo termine del GW e focalizzandomi anche sull’andamento dei dati
locali di temperatura (ad ex. in Liguria a Genova), rispetto a quanto ormai osservato su grande
scala ….
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