Life Long Learning Trimestrale di informazione socio-sanitaria Anno I - n° 2 - 2009 Intervista a Sebastiano Andò Preside della Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute UniCal di Francesco Montemurro* Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% Aut. CBPA-SUD/NA/131/2009: Decreto di Autorizzazione del Presidente del Tribunale di Cosenza n. 844 del 9/10/2008 U na delle Facoltà più giovani del Campus d’Arcavacata (istituita nell’anno accademico 1992/93), eppure tra quelle maggiormente in salute che, cioè, vantano un costante aumento delle iscrizioni, un’ ottima produzione scientifica, e soprattutto, un buon tasso “d’internazionalizzazione” grazie all’attivazione di una serie di prestigiose collaborazioni scientifiche. Una consistente presenza di studenti stranieri, tra cui spicca una nutrita colonia cinese, sono la garanzia di continui scambi nella ricerca e nell’integrazione delle culture. Parliamo della Facoltà di Farmacia, Scienze della Nutrizione e della Salute. Il preside della facoltà è il prof. Sebastiano Andò che naturalmente ci parla della “sua” creatura con grande entusiasmo. “I risultati conseguiti negli ultimi anni, spiega, in termini di iscrizioni, di collaborazioni internazionali e di ricerca pura, ci incoraggiano a proseguire su questa strada. continua a pag. 4 Considerazioni sull’ epidemia da virus influenzali L di Giulio Tarro* a storia dei virus influenzali insegna che l’ influenza ha origine da animali volatili, genericamente acquatici, per poi passare all’ uomo attraverso il “salto” nei maiali. La promiscuità degli allevamenti, come è in uso in Asia, determina questo passaggio e poi la diffusione. Hanno avuto così origine l’ influenza Spagnola (1918, H1N1), l’ Asiatica (1957, H2N2), quella di Hong Kong (1968, H3N2) e così via. continua a pag. 2 E.C.M. Educazione Continua in Medicina www.jbprof.com • Via Piemonte, 12 Rende • info 0984 837852 Life Long Learning Life Long Learning Cancro all’utero, una malattia che fa meno paura Necessario ristabilire una corretta scala di valori Incoraggianti i dati della vaccinazione preventiva di Francesco Montemurro* O gni anno si registrano solo in Italia 3.700 casi, con 1.800 morti. Eppure oggi è possibile, grazie ai progressi della scienza, vaccinarsi contro il principale responsabile del tumore al collo dell’utero: l’Hpv, l’antipapilloma virus. L’Asp cosentina, presieduta da Franco Patramala, e grazie all’azione del direttore del Dap di Cosenza Marcello Perrelli, sta facendo registrare risultati straordinari in termini di copertura della fascia di ragazze per le quali questa vaccinazione risulta più efficace. Parliamo delle dodicenni per le quali la vaccinazione, oltre che essere gratuita, offre i migliori risultati. L’antipapilloma, infatti, può annidarsi in seguito ai rapporti sessuali anche protetti, per cui i protocolli ministeriali hanno indicato questa età come fascia che offre maggiori garanzie. Anche le ragazze più grandi, però, possono vaccinarsi ed in tal senso l’Asp cosentina sta studiando il sistema per far pagare solo i costi vivi aziendali della vaccinazione (che richiede tre richiami). In questa maniera si spera di aumentare ancora di più il numero delle adolescenti immunizzate da questa terribile malattia che si può sconfiggere solo dopo una diagnosi precoce ed attraverso le normali cure antitumorali. La campagna di prevenzione dell’ASP ha avuto risultati incoraggianti, grazie ad una informazione a tappeto ed anche per un meritorio allargamento della fascia d’età che ha permesso ad un numero più ampio di ragazze di usufruire gratuitamente del vaccino. Si sfiora, infatti, a Paola il 100 per cento, il 75 % nella zona di Rossano, quasi del cento per cento è la copertura delle aventi diritto a Cosenza. Eppure, nonostante gli ottimi risultati, Marcello Perrelli, direttore del Dap cosentino, avverte: «Bisogna continuare su questa strada e non abbassare la guardia. Dopo un primo boom di vaccinazioni oggi registriamo una leggera quiescienza, per questo è necessario informare ulteriormente e studiare, come appunto sta facendo la nostra Direzione, tutte quelle misure capaci di tenere alta l’attenzione e portare ad un aumento delle vaccinazioni». Sono, dunque, previste tutte una serie di iniziative di carattere divulgativo che proseguirà e renderà più incisiva questa attività d’informazione che sta alla base della buona riuscita negli anni di questa importante vaccinazione che potrebbe portare, un giorno, a debellare una delle cause di morte nelle donne più frequente. Una terribile malattia, il cancro dell’utero, per la quale fino a qualche anno fa non si avevano strumenti preventivi davvero efficaci e che oggi fa molta meno paura. H di Adriana Angelieri * o visto l’altro giorno soccorrere un cane investito da un’auto. Una mezza dozzina di persone lo accudivano in attesa dei soccorsi. Ho visto l’altro giorno, su Internet e poi in tv, l’agghiacciante filmato dell’esecuzione di un uomo ucciso per errore dalla camorra a Napoli. Qui nessuno si ferma per soccorrerlo. Accanto al povero cristo, un musicista rumeno, resta solo la moglie, che urla disperata fino a quando l’uomo muore….. come un cane….. peggio di un cane. Ci sarebbe da chiedersi a quale punto siamo arrivati se la solidarietà scatta per un animale e non più per i nostri simili. Nulla di nuovo sotto il sole. L’uomo è una creatura talmente complessa da poter spaziare dalle vette più alte dell’amore a quelle - purtroppo più frequenti - del peggior egoismo. Non c’è da stupirsi se una piccola folla assiste un cane e una grande folla abbandona un proprio fratello al suo destino. L’animale fa meno paura. L’essere umano può portarci via qualcosa, fosse solo la scocciatura di dover chiamare la polizia e di essere poi chiamati a testimoniare. E’ nei confronti dei nostri simili che scatta il mors tua, vita mea. Così siamo fatti. E il rischio è quello di tirarci fuori... E se i killer fossero ancora nei dintorni? Se lo stessero inseguendo per dargli il colpo di grazia? E poi, chi sarà davvero quest’uomo crivellato di proiettili? Non sarà forse anch’egli un camorrista? Che se li sbrighino fra di loro, i conti: perché immischiarsi? Così siamo fatti, e in questo ragionare c’è tutta la nostra miseria, il nostro voler tornare al più presto nel nostro piccolo e sicuro mondo. Siamo tutti pronti a tuonare contro la camorra, contro la mafia, la ‘ndrangheta. Come no? Ma al dunque, volgiamo lo sguardo (e l’orecchio) dall’altra parte. Un uomo è morto ammazzato; gli altri avevano fretta di tornare a vivere tranquilli, ed è una morte peggiore. *Dott.ssa Adriana Angelieri Presidente Federfarma Crotone Life Long Learning Un nuovo approccio alla cura della psoriasi Apre ad Acri il primo ambulatorio multidisciplinare per il trattamento della malattia di Rosa Lucia Filippelli* L a psoriasi é la malattia maggiormente diffusa nel nostro territorio con le sue espressioni più eterogenee: dalla semplice “forfora” alle forme gravi eritrodermiche e artropatiche. Nella forma cutanea, la psoriasi si presenta come una dermatosi eritemato-desquamativa, cronico-recidivante su base infiammatoria che può esordire ad ogni età della vita con picchi d’incidenza tra i venti-trenta anni d’età che si ripetono tra i cinquanta-sessanta anni. L’inizio della patologia é influenzato da fattori ambientali che agiscono su quelli genetici della popolazione. L’incidenza massima della psoriasi, in Europa, si ha in Francia dove é pari al 3,6% mentre in Russia la più bassa percentuale, pari appena allo 0,2%. In Italia questa malattia colpisce il 3,1% della popolazione, ma, se consideriamo che troppo spesso talune forme non vengono diagnosticate oppure sono confuse con patologie simili, esempio l’onicomicosi, la percentuale é destinata ad un sensibile aumento. Fino a qualche anno fa la psoriasi era considerata una dermatosi riguardante soltanto la pelle, poi si é scoperta la connessione con l’artropatia psoriasica, oggi si può parlare di malattia sistemica per il coinvolgimento di altri organi e apparati, condizionata dall’alterazione dei loro metabolismi in grado di attivare altre patologie come infezioni virali, epatite HCV, neoplasie; alterazioni dell’umore in presenza di alcolismo, tabagismo, depressione; patologie con sindrome metabolica e malattie infiammatorie croniche intestinali; occasionalmente, insufficienza renale. A questo punto il paziente psoriasico come si gestisce? Quali sono i suoi riferimenti? Il ruolo del suo medico curante diviene importantissimo. D’ora in avanti toccherà a lui orientare il suo assistito nella giungla di terapie topiche e sistemiche esistenti: il malato psoriasico inizia qui il suo peregrinare fatto dai consigli del medico, degli amici e/o parenti, erboristi, e perché no, maghi e santoni della medicina alternativa, farmacisti, etc. Intanto cosa succede? Il paziente sta male, fuma, é depresso, spesso beve e la sua malattia avanza e progredisce. Dall’esperienza di dermatologa ambulatoriale, nasce l’idea d’inaugurare un ambulatorio integrato per la psoriasi, interdisciplinare, ove al centro ci sarà il malato intorno al quale saranno specialisti a valutare la patologia per poter, quindi, istituire una terapia mirata alla guarigione. La terapia per la psoriasi ha fatto passi da gigante negli ultimi trent’anni: topici a base di vitamina D e suoi derivati, terapie sistemiche a base di ciclosporina, metotressato, fino ad arrivare alle terapie biotecnologiche che ormai, dopo anni d’impiego, risultano sicure anche a lungo termine e possono offrire il vantaggio di una somministrazione ad intervalli sempre più lunghi, con periodi di remissione dalla malattia anche di anni. In autunno sarà inaugurato ad Acri (Cs), presso gli ambulatori del reparto di medicina del Presidio Ospedaliero “Beato Angelo” il primo ambulatorio interdisciplinare della psoriasi in Calabria. Il paziente, finalmente, sarà seguito in base alle sue esigenze: dal derma- tologo all’internista, dal reumatologo allo psichiatra. Una consulenza, cioè, a 360°. Sarà il primo ambulatorio dove troverà accesso lo psoriasico: un articolato e completo punto di riferimento con l’unico obiettivo di alleviare e guarire tale malattia, perché di psoriasi si po’ guarire. Il servizio verrà attivato grazie alla disponibilità e sensibilità della Direttrice Sanitaria Dott. ssa Anna Di Donato e del Direttore del reparto di medicina Dott. Luigi Mazzuca, che ha messo a disposizione gli ambulatori del reparto, oltre, ovviamente, a tutti gli altri specialisti che, senza compensi aggiuntivi di alcun genere, resteranno al servizio di chi soffre. Inizia, così, una nuova era per la psoriasi, sperando di poter parlare “una tantum”di sanità che funziona in Calabria, di medici validi, consapevoli, preparati, che operano secondo scienza e coscienza quotidianamente, senza che nessuno metta in evidenza le intrinseche difficoltà cui va incontro tutti i giorni, dalla carta che manca allo strumento che non si può acquistare per mancanza di soldi. *Dott.ssa Rosa Lucia Filippelli, Dermatologa Bullismo, un fenomeno Intervista a Sebastiano Andò Preside della Facoltà di Farmacia e Scienze da combattere della Nutrizione e della Salute UniCal A Cosenza il 38% degli studenti ammette di aver subito prepotenze I di Angela Costabile* l termine italiano bullismo è la traduzione letterale della parola bullying, termine inglese usato nella letteratura internazionale per connotare il fenomeno delle prepotenze tra pari, in un contesto di gruppo (Olweus, 1978; Smith, 1991). Il bullismo designa un tipo di interazione tra due o più individui, caratterizzata da uno squilibrio di forze in gioco, sul piano sia fisico che psicologico. Il bullo prevarica l’altro in modo intenzionale, persistente e strumentale, cioè finalizzato al raggiungimento di qualche scopo, di tipo materiale o legato al bisogno di esercitare il potere. La prevaricazione può avvenire a diversi livelli, attraverso prese in giro, ricatti, minacce, botte o persino estorsioni. La vittima, che è l’altro protagonista dell’interazione, spesso vive in una condizione di isolamento, è debole ed incapace di reagire. In Italia la ricerca sul bullismo è iniziata negli anni Novanta. I primi dati sono stati raccolti in due città del Centro e Sud Italia: Firenze e Cosenza, mediante la somministrazione di un questionario anonimo di Olweus (1991) tradotto e adattato alla realtà italiana a partire dalla versione inglese di Whitney e Smith (1993). I risultati riportano che, nella scuola elementare, un’alta percentuale di soggetti riferisce di aver subito prepotenze, a Firenze il 46%, a Cosenza il 38%. Nelle scuole medie le percentuali diminuiscono, pur restando elevate (Firenze 30% e Cosenza 27%). Un’ulteriore tipologia di bullismo virtuale, è definito cyberbullying. Il cyberbullying negli ultimi anni è divenuto oggetto di studio in diverse realtà europee come l’Inghilterra, la Germania e, nell’ultimo anno, anche l’Italia. Rispetto al bullismo tradizionale, nel cyberbullying è difficile individuare il prevaricatore, i mezzi multimediali, nella maggior parte dei casi, garantiscono l’anonimato, per cui si interagisce con dei veri e propri fantasmi. La rapidità di diffusione delle informazioni, la possibilità di conservarle e riprodurle (copia ed incolla messaggio) e la possibilità di non essere identificati favorisce una sorta di disinibizione e una diminuzione della responsabilità sociale che incoraggia il manifestarsi di condotte aggressive, ostili. Non esistono luoghi dove ci si possa nascondere, l’unico mezzo di allontanamento momentaneo dal proprio prevaricatore potrebbe essere: cambiare il numero del telefono cellulare, la mail o il nick-name nelle chat room. * Angela Costabile, Prof. Ordinario Psicologia dello sviluppo, Università della Calabria Via Bottego - Z. I. Rende (CS) • Tel. 0984.838104 Segue da pag. 1 O ggi la facoltà di Farmacia dell’ UniCal è tra le più importanti del Mezzogiorno e rappresenta un fiore all’occhiello di un’Università che, comunque, nel suo complesso, brilla nel panorama nazionale”. Con il Prof. Andò il discorso scivola sulla produzione scientifica della Facoltà. “Si tratta di un ampio ventaglio di campi d’applicazione. In estrema sintesi la Facoltà s’impegna nella ricerca di base nei campi clinico-farmacologico e fisiopatologico che è essenziale per ottenere risultati scientifici innovativi, infatti negli ultimi 20 anni i risultati più importanti nell’area farmaco-terapeutica sono stati ottenuti grazie a importanti nozioni, derivate dalla ricerca di base, relative a mediatori biochimici. A questo particolare campo di ricerca la Facoltà ha fornito nuove e interessanti visioni sui meccanismi fisiopatologici delle maggiori patologie. A tal proposito, l’evoluzione di alcune discipline di base, come la biofisica, ha permesso a molte industrie farmaceutiche di focalizzare l’attenzione sulla produzione di nuovi farmaci con l’ausilio di moderne tecniche di ingegneria genetica; ha anche consentito di modificare profondamente la ricerca farmaceutica che solo fino a pochi anni fa si basava sulla sintesi chimica di molecole organiche simili ai mediatori endogeni che necessitavano di costosi test tossicologici prima di qualsiasi applicazione terapeutica. Queste moderne tecniche molecolari sono oggi strumento per la produzione di: eritropoietina, interleuchina e insulina quali principi attivi di agenti farmaceutici. A tal proposito è fondamentale concentrare l’esperienza farmacologia riferita all’interazione farmaco-recettore, farmaco-enzima, di target bersaglio delle diverse patologie. Risulta punto chiave nella ricerca biofarmaceutica - continua Andò - la conoscenza di qualsiasi barriera biologica che potrebbe influenzare l’effetto farmacologico di ogni singola molecola. Programmi integrati tra le scienze di base e le branche farmaceutiche e mediche garantiscono una istruzione adeguata capace di rendere la ricerca farmacologica veramente innovativa. L’adozione di programmi di Laurea altamente qualificanti forma studenti in grado di essere riconosciuti, nella vita professionale, quali membri attivi del sistema sanitario e sociale. Da quando nel 1992 la facoltà fu ufficialmente aperta, ogni membro si è impegnato nell’individuare risorse per assicurare il successo di programmi di ricerca competitivi e moderni con progetti di collaborazione tramite altre Facoltà, Scuole, Istituti e Industrie farmaceutiche specialmente all’interno dell’Unione Europea”. Per il prof. Andò la presenza della Facoltà è fondamentale per migliorare la sanità regionale. “Oggi le condizioni della sanità della Calabria sono quello che sono anche per un deficit formativo che la facoltà colma solo in parte. Se avessimo ad Arcavacata una facoltà di medicina potremmo dare un contributo a 360 gradi”. Per Andò l’istituzione della facoltà di medicina è un pallino fisso, una battaglia che sta ormai portando avanti da anni. “Siamo già in condizioni di attivare i corsi dei primi tre anni, grazie alle professionalità accademiche presenti oggi; per i successivi anni c’è bisogno di uno sforzo che darebbe straordinari benefici alla sanità in generale, ma anche alla stessa università. Sono fiducioso che il processo che porterà ad una moderna facoltà di medicina possa trovare una spinta decisiva verso la sua concreta realizzazione. Non si tratta di una sogno, ma di un’ opportunità concreta che va colta con entusiasmo ed anche lungimiranza” * Francesco Montemurro, Direttore del trimestrale Life Long Learning. Life Long Learning Sanit 2009 Forum internazionale della salute HTA - Health Technology Assessment - Strumento innovativo a supporto delle decisioni di politica sanitaria di Daniele Perrelli * l SANIT 2009 che si è tenuto a Roma presso il Palazzo dei Congressi si è ormai accreditato come una della più importanti manifestazioni nel campo della salute. L’unica nel suo genere dal centro sud per tanti eventi e incontri in programma il convegno sull’ Health Technology Assessment (HTA) ha attirato la mia attenzione. L’HTA è un approccio multidimensionale e multidisciplinare per l’analisi delle implicazioni medico-cliniche, sociali, organizzative, economiche, etiche e legali di una tecnologia sanitaria attraverso la valutazione di più dimensioni quali l’efficacia, la sicurezza, i costi, l’impatto sociale e organizzativo (fonte www.assr.it). Tipici esempi di tecnologia sanitaria sono le azioni di prevenzione tramite le campagne di vaccinazione per l’infanzia, i test diagnostici, i dispositivi medici come le protesi, i farmaci ed anche le procedure chirurgiche. L’evento è stato molto coinvolgente ed istruttivo, in semicerchio innanzi ad un gremito pubblico, il gruppo di relatori provenienti dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), dal Ministero della Salute, dall’Istituto Superiore della Sanità e dal mondo accademico e delle professioni hanno dato vita a un acceso dibattito. Tutti condividono l’urgenza di articolare e disciplinare in modo più uniforme possibile le attività di HTA. Giovanni Fattore del CergasBocconi di Milano spiega che l’acronimo HTA racchiude in I Da sinistra: Dott.ssa Maria Adelaide Franchi, Prof. Ferdinando Romano, Dott. Pierluigi Russo, Prof. Mauro Picardo, Prof. Giovanni Fattore, Dott. Giuseppe Ruocco, Dott. Giuseppe Montagano, Dott. Pierfrancesco Dauri se un imprescindibile strumento di governo e di supporto alle decisioni della politica, e che, usato correttamente, può determinare scelte razionali e opportune sulle tecnologie sanitarie da introdurre o da eliminare, da modulare o da sostituire. Sempre Fattore evidenzia che l’HTA può essere indipendentemente applicato nel campo della sanità pubblica e privata, alla ricerca di una sintesi tra il concetto di efficacia e il rapporto tra costi ed efficacia (efficienza). Giuseppe Ruocco dell’Ufficio Direzione Generale dei Farmaci e Dispositivi Medici del Ministero della Salute ha evidenziato l’esigenza di un coordinamento e di una chiara definizione in senso sia periferico che centrale dell’HTA. Il Direttore ha spiegato infatti che è essenziale avere accesso ai report in tempi utili per un loro corretto impiego, tali report, peraltro, dovrebbero essere facilmente consultabili a garanzia della trasparenza. I contributi dei relatori che si sono susseguiti hanno poi aiutato a comprendere meglio l’importanza e la portata innovativa dell’HTA. Pierluigi Russo dell’AIFA una delle Agenzie regolatorie più avanzate d’Europa nel settore dell’Health Tecnology Assessment ne caldeggia l’utilizzo e la diffusione in tutto il sistema sanitario. Diverse sono state inoltre le critiche ai decisori politici che, nella maggior parte dei casi, non si avvalgono di esperti in HTA all’interno degli assessorati o delle Aziende Sanitarie per valutare in modo appropriato l’allocazione delle risorse. Tra queste quelle del Prof. Ferdinando Romano della Sapienza di Roma che sostiene come vi sia una carenza che parte dalle strutture informatiche di base all’interno delle aziende sanitarie. L’amara considerazione di alcuni è che questo stato di cose possa dipendere da una precisa strategia politica volta a produrre clientele nel breve periodo piuttosto che investire sul miglioramento del medio lungo andare. A conclusione del workshop l’epidemiologo Giuseppe Montagano della Regione Basilicata ha illustrato una storia di buona sanità nel campo della prevenzione al papilloma virus, la cui infezione è responsabile del tumore al collo dell’utero. Avvalendosi di un’equipe specializzata in HTA ha predisposto un programma di vaccinazione rivolto a tre coorti di persone; non solo alle ragazze di 12 anni come previsto dalle disposizioni ministeriali, ma anche alle donne di 17 e 25 anni. Il risultato positivo di questa strategia per far diminuire o annullare nella popolazione femminile della Regione Basilicata l’insorgere della malattia collegata è stato possibile grazie alle buone pratiche di HTA. Il programma di vaccinazioni tecnologia oggetto di assessment è stata valutata in termini di bisogni, efficacia, appropriatezza, efficienza, equità, sicurezza, rischio clinico ed analisi dei costi. E’ proprio vero: la conoscenza dell’HTA e il suo uso ci può aiutare a spendere meglio le risorse economiche in campo sanitario e a garantire una maggiore qualità dei servizi. Politici e manager adesso tocca a voi ! * Daniele Perrelli fondatore e direttore della J&B, laureato in Farmacia, opera dal 2004 nel campo dell’Educazione Continua in Medicina Considerazioni sull’ epidemia da virus influenzali Segue da pag. 1 I ceppi diffusi in alcuni anni possono presentare anche relazioni con quelli di altri anni. Le persone più giovani presentano anticorpi diretti verso gli antigeni più importanti dei ceppi con i quali sono venuti a contatto. Con il progredire dell’età si osserva una immunità a più largo spettro che si riflette negli anticorpi polivalenti che si acquistano attraverso il contatto con numerosi antigeni primari e secondari presenti nei ceppi che si incontrano nel corso degli anni successivi. Ma ogni contatto successivo con un virus influenzale di tipo A comporta non solo degli anticorpi strettamente caratteristici, bensì anche un aumento di quelli diretti verso il ceppo responsabile della prima infezione influenzale del soggetto (fenomeno di Davenport o dottrina del “peccato antigenico originario”). In tal modo l’immunizzazione verso un determinato ceppo, diffuso in una determinata epoca, comporta progressivamente una crescente difficoltà alla sua ulteriore distribuzione e crea il vantaggio selettivo, per una qualche variante del virus, di moltiplicarsi e diffondersi. I nuovi ceppi saranno in condizioni di moltiplicarsi negli ospiti, indipendentemente dal fatto che questi abbiano avuto o non un’ esperienza immunologia con i ceppi precedenti. Come risultato di ciò si avrà che, poco dopo l’ apparizione di un nuovo tipo, le vecchie forme scompariranno e la nuova famiglia diverrà dominante per un periodo che in linea generale copre 10-20 anni, nel quale si assiste, per la comparsa di variazione antigeniche minori, alla suddivisione di questa in vari sottotipi. Antincendi PMP Via Rossini, Castrolibero (CS) • Tel. 0984.454138 www.antincendipmp.it L’ affioramento di un nuovo ceppo epidemico può, quindi, essere considerato come un processo di sviluppo interessante le caratteristiche del ceppo e la suscettibilità della popolazione. Affinché un ceppo abbia un’ ampia distribuzione, le sue caratteristiche antigeniche devono far sì che esso sfugga alla neutralizzazione da parte degli anticorpi dell’ ospite e della popolazione circostante. Così le manifestazioni epidemiche si potranno verificare con quei ceppi che possiedono antigeni dominanti che si adattano alla deficienza, o meglio, alle assenze anticorpali della popolazione. Sembra, in conclusione, che il virus influenzale A mostri una capacità ed un ‘attitudine alla sopravvivenza che si articola sulla possibilità di comparsa di nuovi modelli antigenici che consentono al virus di confondersi facilmente attraverso popolazioni ancora parzialmente immuni a precedenti forme antigeniche. Secondo questo modo di vedere, le variazioni dei virus influenzali A possono essere concepite in senso unitario, nell’ ambito di un principio e di un uno svolgimento evoluzionistico, da Burnet detto “ immunological drift” o sterzata immunologia. E’ molto importante ricordare che è stata dimostrata la presenza di anticorpi verso i più recenti ceppi asiatici del 1957 (A2) proprio nel segmento più vecchio della popolazione di allora: nell’ influenza asiatica si sono evidentemente ripresentati ceppi con caratteri antigenici dominanti, diversi da quelli che avevano caratterizzato gli anni più o meno precedenti, ma simili a quelli dei ceppi diffusi molto prima (Pandemia 1889-90). Per l’ emergenza creata dall’ epidemia di “influenza dei polli” in Asia è giusto non creare allarmismi essendo vittime di una cattiva informazione. La possibilità che il virus aviario arrivi in altre parti del mondo c’è, come del resto per tutti i tipi di virus influenzali. E’ chiaro che l’ animale morto è innocuo, quindi di fondo ci sono altri interessi veterinari ed agricoli. Esiste un rischio potenziale di ricombinazione genetica con virus influenzali umani che potrebbe esitare in una variante virale capace di una trasmissione da uomo a uomo. Nel corso dell’ epidemia d’ influenza aviaria che ha colpito nel 2005 dieci paesi asiatici (Cina, Pakistan, Tailandia, Cambogia, Indonesia, Corea del Sud, Taiwan, Laos e Vietnam) con 80 milioni di polli morti o sacrificati e 42 casi mortali umani è stato identificato il virus H5N1 come agente etiologico, lo stesso che nel 1997 aveva provocato un focolaio epidemico ad Hong Kong con 18 soggetti umani contagiati e 6 morti e con il sacrificio di un milione e mezzo di polli. Le epidemie influenzali aviarie si sono succedute recentemente con implicazione di ceppi virali diversi come l’ H9N2 nel 1999, due bambini contagiati ed anche altri individui, e nel 2003, un ragazzino infettato, a Hong Kong, mentre H5N1 ha colpito tre soggetti di una stessa famiglia uccidendone due sempre nel 2003. Contemporaneamente in Olanda un’ epidemia da virus influenzale aviario H7N7 colpiva 83 persone e portava a morte un veterinario. Nel 2005 negli USA focolai epidemici d’ influenza aviaria sono stati identificati nel Texas e nel Delaware (Virus H7N2), in quest’ ultimo Stato insieme a territori del Maryland e della Virginia lavorano 14.000 persone e 1.900 famiglie che producono l’ 8% della carne di pollame americano, con un bilancio di un miliardo e mezzo di dollari. Nel 2003 l’ esportazione americana in Europa ha raggiunto la quota di otto milioni e ottocento mila uova e 452 mila pulcini, rispettivamente per 20 milioni e 3 milioni di euro. Per l’ emergenza creata dall’ epidemia di “influenza dei maiali” in Messico è giusto non creare allarmismi essendo vittime di una cattiva informazione. La possibilità che il virus arrivi in altre parti del mondo c’è come del resto per tutti i tipi di virus influenzali. E’ chiaro che l’ animale morto è innocuo. Esiste un rischio potenziale di ricombinazione genetica con virus influenzali umani già circolanti che potrebbe esitare in una variante virale capace di una trasmissione da uomo a uomo di tipo aggressivo e più dannosa. Se per la SARS era necessario un contatto diretto, per dirla in termini pratici le cosiddette goccioline di Pflugge, per questa influenza è diverso, infatti si diffonde attraverso l’ aria anche a distanza. E’ del tutto inutile impostare una sindrome da panico che spesso avviene attraverso una cattiva informazione o una scarsa conoscenza del fenomeno. Quindi nessun allarmismo perché il numero delle vittime è decisamente inferiore ad altre forme influenzali. Pochi anni addietro vi è stato l’ annuncio a Napoli di un focolaio di malattia di Newcastle in una partita di pappagalli provenienti dal Pakistan. La malattia di Newcastle rappresenta un utile paradigma dell’ infezione influenzale nell’ uomo. Fortunatamente, non c’è una patologia umana riferita a questo virus, per cui la scoperta di focolai di malattie di Newcastle a Napoli non dovrebbe dare adito a preoccupazioni di sorta per la salute dei napoletani. Infine i rischi della malattia di Newcastle sono più legati agli allevamenti di volatili nostrani che, non immuni a questo virus, possono essere esposti a un’ epidemia. La vaccinazione contro l’influenza è il metodo più efficace per prevenire la malattia. Dal momento che ci troviamo di fronte all’ isolamento di un nuovo virus influenzale, dovremo aspettare la preparazione di un nuovo vaccino specifico che sarà pronto per la prossima stagione influenzale in autunno. I farmaci antivirali (inibitori della neuraminidasi, recettore di superficie del virus) dovrebbero essere assunti entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi influenzali e nei soggetti esposti ad uno stretto contatto con persone infettate dal virus influenzale. *Giulio Tarro, Presidente della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera UNESCO Life Long Learning La sicurezza sul lavoro si rinnova di Francesco Martire* Con le nuove norme anche i lavoratori autonomi che partecipano a gare di appalto devono essere in possesso di requisiti qualificanti e per l’inadempienza a tali obblighi sono previste sanzioni amministrative. Per quanto riguarda, infatti, la idoneità tecnico-professionale dell’impresa affidataria, delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi, che il committente è tenuto a verificare in relazione alle funzioni o ai lavori da affidare, essa è esplicitamente definita come “il possesso di capacità organizzative, nonché di disponibilità di forza lavoro, di macchine e di attrezzature, in riferimento alla realizzazione dell’opera” ed in più viene altresì indicata la documentazione che le imprese stesse devono esibire al committente o al responsabile dei lavori per attestare la loro idoneità tecnico-professionale. Nell’articolo 1 sono indicate le finalità delle nuove disposizioni legislative che sono quelle di garantire “l’uniformità della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul territorio nazionale Con il decreto legislativo numero 81 del 9 aprile 2008, il Testo Unico della sicurezza sul lavoro è ufficialmente entrato in vigore a partire dal mese di maggio 2008: esso rappresenta un concentrato di 306 articoli e di 51 allegati che sintetizza, raggruppa ed aggiorna almeno due vecchi D.P.R. e cinque precedenti Decreti Legislativi. Il Decreto Legislativo 626/94 è abrogato e vengono modificati gli obblighi per i datori di lavoro di piccole, medie e grandi aziende ampliando le responsabilità a nuove figure obbligatorie (che dovrà designare ufficialmente il datore di lavoro). Si individuano nuovi rischi lavorativi e vengono modificate ed integrate le procedure di valutazione dei rischi sul lavoro introdotte da precedenti disposizioni legislative. Il datore di lavoro ed il medico competente aziendale sono chiamati a collaborare con l’obbligo, tra l’altro, dell’invio periodico telematico di informazioni ad enti preposti al controllo. Focus sull’equivalenza dei farmaci generici I *Francesco Martire, Medico del Lavoro - Dirigente Medico Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza E.C.M. di Gennaro Ponte* farmaci generici delle principali e “storiche” aziende del settore hanno insolitamente uno standard di qualità accettabile. Non esiste un unico standard di bioequivalenza tra i vari generici della stessa molecola, prodotti dalle varie aziende presenti sul mercato farmaceutico. La solubilità delle sospensioni, la palatabilità, gli eccipienti diversi non garantiscono una buona garanzia di qualità della categoria in toto. La decisione finale della scelta di un determinato generico piuttosto che del “Brand” è in larga parte nelle mani del farmacista. In quest’ottica è fondamentale, a mio avviso, promuovere l’aggiornamento continuo sulle specifiche classi di farmaci con appropriati riferimenti alla medicina basata sulle evidenze. Gli studi e la formazione sulla farmacologia dovrebbero essere supportati da specifici riferimenti di farmaco-equivalenza e di farmaco-economia. Sulla base di queste considerazioni ad oggi ritengo attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere, di età e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati”. E’ indubbio che l’attuazione delle specifiche norme possa comportare, per i non addetti ai lavori, difficoltà ed errori, pertanto si consigliano i datori di lavoro (anche di piccole imprese) ad informarsi sulle corrette procedure connesse ai vari adempimenti di sicurezza sul lavoro, presso gli “organi di vigilanza” ubicati nei “Servizi di Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro” (PISAL) territorialmente competenti che daranno le giuste informazioni per attuare una corretta applicazione delle norme. Educazione Continua in Medicina Iscriviti ai nostri prossimi corsi Corso Teorico – Pratico di Primo Soccorso Cod. ECM 9004443(2) 10 e 11 Ottobre 14 Crediti RSPP - Prevenzione dei rischi professionali negli ambienti sanitari, sicurezza e tutela della salute dei lavoratori Cod. ECM 9011899(1) 24 e 25 Ottobre 12 Crediti Costo € 140 in generale oggettivamente più affidabile usare il “Brand” rispetto ai generici della stessa molecola. *Gennaro Ponte Dirigente Azienda Farmaceutica Settore Vendite Aula Magna - Università della Calabria Resp. Scientifico: Prof. Bruno Amantea Destinatari: Tutte le professioni sanitarie L’evento rientra negli obiettivi della formazione obbligatoria in materia di primo soccorso ai sensi del Decreto 81/2008 Costo € 130 Aula Magna - Università della Calabria Resp. Scientifico: Dott. Francesco Martire Destinatari: Tutte le professioni sanitarie L’evento costituisce attività di formazione prevista dall’art. 34 del dlgs 81/2008 per il datore di lavoro che intende svolgere direttamente i compiti di RSPP in ambiente sanitario Modelli di comunicazione e stili di leadership efficaci nei team di lavoro Leader nell’aggiornamento professionale organizza i seguenti eventi formativi Costo € 200 + IVA Costo € 15 + IVA Resp. Scientifico: Ing. Giovanni Luzzi Resp. Scientifico: Sandro Lopez Cod. ECM 9004454(2) Cod. ECM 9023156 28 e 29 Novembre 13 Crediti 17 e 18 Ottobre In fase di accreditamento Costo € 130 Corso Antincendio livello Medio La Balistica Forense 23 Ottobre 24 Ottobre in collaborazione con la PMP in collaborazione con lo Studio Balistico Lopez Aula Magna - Università della Calabria Aula Magna - Università della Calabria Strutturato sulla base Destinatari: Avvocati del D.M. 10/03/98 e art. 46 D.lgs 81/08 In fase di accreditamento Management sanitario Museo del Presente Rende Resp. Scientifico: Prof.sa Angela Costabile Destinatari: Tutte le professioni sanitarie Corso Teorico - Pratico di Gestione e organizzazione del personale Cod. ECM 9023373 Costo € 130 Museo del Presente Rende Resp. Scientifico: Dott. Domenico Riga Destinatari: Tutte le professioni sanitarie Alcool e tossicodipendenza in azienda: Valutazione dei rischi, sicurezza e sorveglianza sanitaria dei lavoratori addetti a mansioni che comportano pericoli particolari per l’incolumità di terzi 24 e 25 Ottobre In fase di accreditamento Codice ECM 9012797 21 e 22 Novembre 15 Crediti Costo € 130 Presentazioni multimediali. Corso avanzato di Power Point con elementi di elaborazione digitale di immagini (Photoshop) 14 e 15 Novembre Aula Informatica - Facoltà di Farmacia Università della Calabria Costo € 150 + IVA Resp. Scientifico: Francesco Carbone Per informazioni la Segreteria è a disposizione da lunedì a venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00 allo 0984.83.78.52 www.jbprof.com Aula Magna - Università della Calabria Resp. Scientifico: Dott. Domenico Riga Destinatari: Tutte le professioni sanitarie Costo € 140 Aula Magna - Università della Calabria Resp. Scientifico: Dott. Francesco Martire Destinatari: Medici Chirurghi Coloro i quali sono interessati a frequentare più di un evento formativo possono usufruire di un’agevolazione economica con le seguenti modalità: 2 corsi a scelta € 240 - 3 corsi a scelta € 330 Per informazioni la Segreteria è a disposizione da lunedì a venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00 allo 0984.83.78.52 www.jbprof.com