All’Istituto Superiore di Sanità
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Malattie infettive, parassitarie ed
immunomediate
Centro Nazionale Epidemiologia
Sorveglianza e Promozione della Salute
LORO SEDI
Oggetto: Epidemia di Influenza da virus A/H1N1. Prime indicazioni operative
Con riferimento all’epidemia di infezione da virus influenzale A/H1N1, verificatasi in
Messico e ai successivi casi riscontrati in altri Paesi e in modo particolare negli Stati Uniti
d’America, si trasmettono le prime indicazioni operative in merito alle azioni di sorveglianza
e controllo da mettere in atto in Emilia-Romagna, così come definito nell’incontro di questa
mattina del Gruppo regionale Pandemia influenzale.
Si premette che le indicazioni che seguono, che verranno aggiornate o integrate in
relazione all’evolvere della situazione epidemiologica internazionale e alle disposizioni del
Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, tengono conto della nota
“Sindrome influenzale da nuovo virus del tipo A/H1N1” emanata dal Ministero in data 28
aprile (che viene inviata congiuntamente alla presente).
Gli interventi delineati di seguito rispondono all’attuale quadro epidemiologico nazionale e
regionale, caratterizzati da assenza di casi sia importati che autoctoni: pertanto la strategia
adottata è mirata principalmente a identificare in modo tempestivo eventuali casi importati
e contenere la diffusione del virus.
Contemporaneamente però le indicazioni mirano a creare le condizioni organizzative per
affrontare efficacemente anche un’eventuale successiva fase caratterizzata da una
diffusione dell’infezione, che comporterebbe un maggior coinvolgimento delle strutture di
assistenza territoriale per l’assistenza dei malati, così come avviene nelle normali epidemie
di influenza stagionale.
1 – Definizione di caso (ad interim) di influenza da nuovo virus A/H1N1
Criteri clinici
Sintomi descrivibili come da:
• Influenza like ilness (ILI) = sindrome simil influenzale
• Infezione respiratoria acuta
quali febbre con almeno uno dei seguenti sintomi: tosse, cefalea, rinorrea, mal di gola,
diarrea, vomito, mialgia.
Criteri di laboratorio
Almeno uno dei seguenti saggi:
- RT-PCR specifica per nuovo virus A/H1N1;
2
-
-
Aumento di 4 volte degli anticorpi specifici per virus dell’influenza di tipo
A/H1N1 (necessità di test comparativi tra campioni biologici prelevati durante
la fase acuta della malattia e durante la convalescenza, almeno a distanza di
10-21 giorni);
Isolamento del virus in coltura.
Criteri epidemiologici
Almeno uno dei seguenti criteri, per una persona che, nei 7-10 giorni precedenti l’esordio
della sintomatologia:
- ha avuto contatti ravvicinati con un caso umano sintomatico di influenza da
nuovo virus A/H1N1
- ha viaggiato o proviene da un’area1 nella quale sono stati confermati casi di
influenza da nuovo virus A/H1N1
Le definizioni di caso per il nuovo virus dell’influenza del tipo A/H1N1 sono le
seguenti2
Caso sospetto: una persona che risponda ai criteri clinici ed epidemiologici
Caso probabile: una persona che risponda ai criteri clinici ed epidemiologici e
positiva per un’infezione da virus dell’influenza A o di altro tipo non tipizzabile,
oppure una persona che risponda ai criteri clinici ed abbia connessione
epidemiologica con un caso confermato o probabile.
Caso confermato: una persona che risponda ai criteri clinici ed epidemiologici e
con conferma di laboratorio per infezione da nuovo virus dell’influenza A/H1N1.
2 - Gestione delle persone che provengono da aree affette e che presentano
malattie respiratorie febbrili
Queste persone vengono informate dagli Uffici sanitari di frontiera, attraverso gli
appositi depliant messi a disposizione dal Ministero, circa la necessità di rivolgersi a
un sanitario nel caso comparissero, nei sette giorni successivi, sintomi di tipo
influenzale. Inoltre, nell’eventualità che un passeggero presenti sintomatologia
clinica durante il volo di rientro da un’area a rischio, vengono adottati provvedimenti
di sorveglianza nell’aeroporto di arrivo.
Occorre in ogni caso consigliare ai viaggiatori provenienti da aree interessate da
focolai di influenza A/H1N1 di tenere sotto controllo il proprio stato di salute per
almeno 7-10 giorni, in particolare l’insorgenza di febbre e sintomatologia similinfluenzale (vedi definizione di caso e criteri)
Presa in carico del paziente
Le persone che dovessero presentarsi ad una qualsiasi articolazione del Servizio
sanitario regionale (Pronto soccorso, MMG, PLS e Servizi di continuità
assistenziale, 118, Centri specialistici), dovranno essere presi in carico con le
modalità che verranno di seguito descritte qualora soddisfino i criteri clinici ed
epidemiologici sopra riportati. Si ribadisce che devono essere presenti entrambi i
criteri sopra riportati.
Nel caso in cui ci si trovi di fronte a un caso che rispetta entrambi i criteri (caso
sospetto) il paziente dovrà essere avviato il più precocemente possibile al più vicino
1
Consultare il sito www.ministerosalute.it
Tali definizioni sono suscettibili di modifica per eventuale adeguamento ad ulteriori conoscenze disponibili. Eventuali
modifiche saranno comunicate sul sito www.ministerosalute.it
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reparto di Malattie infettive, avendo cura di mettere in atto immediatamente le
misure di controllo dell’infezione indicate in allegato.
Il reparto di malattie infettive dovrà procedere tempestivamente ad effettuare il
tampone rino-faringeo e il prelievo di 5 ml. di sangue per gli accertamenti diagnostici
di laboratorio.
Fino all’arrivo del referto di laboratorio il paziente deve essere collocato in
ambienti idonei a ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione ad altri pazienti e al
personale sanitario (in ordine di priorità da una stanza a pressione negativa a una
stanza singola).
In caso di referto positivo il paziente andrà trattenuto negli ambienti sopra
descritti per tutto il periodo di contagiosità (7 giorni dalla comparsa della febbre); in
caso di referto negativo il paziente dovrà essere inviato a domicilio e affidato al
medico curante, ove le condizioni cliniche lo consentano.
Segnalazione del caso
Il medico che ha preso in carico un caso sospetto effettua la segnalazione al
Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl di riferimento nel più breve tempo
possibile, e comunque entro 12 ore.
Il Dipartimento di Sanità Pubblica trasmette la notifica alla Regione tramite il
sistema di segnalazione rapida “Alert”. Inoltre provvede a segnalare il passaggio a
caso probabile o caso confermato se i referti di analisi sono positivi o ad annullare la
notifica in caso contrario.
La Regione inoltra la notifica al livello nazionale secondo le modalità stabilite dal
Ministero della Salute, utilizzando la scheda allegata alla nota ministeriale.
Accertamenti di laboratorio
Il tampone orofaringeo dovrà essere conservato a temperatura di 4 °C e il sangue a
temperatura ambiente: i campioni dovranno essere trasmessi nel più breve tempo
possibile ai laboratori di riferimento regionali :
- CRREM Unità Operativa di Microbiologia, Policlinico S. Orsola – Malpighi.
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna
Tel.
051.6364316- 6364515
-
Centro di riferimento regionale per la sorveglianza virologica dell’influenza
stagionale, Dipartimento Sanità Pubblica, Sezione di Igiene. Università degli studi
di Parma
Tel.
0521.903839- 903846
Gli ulteriori recapiti telefonici verranno trasmessi con nota del Responsabile del
Servizio Sanità Pubblica.
Detti laboratori garantiscono una operatività dalle ore 7 alle ore 19 di tutti i giorni, e
sono contattabili attraverso i telefoni cellulari sopra riportati nelle altre ore. L’invio del
campione deve comunque essere preceduto da un contatto telefonico.
I campioni provenienti dalle Aziende sanitarie di Modena, Reggio Emilia, Parma e
Piacenza saranno inviati al laboratorio dell’Università di Parma, le altre Aziende
sanitarie invieranno invece i propri campioni al CRREM: entrambi i laboratori faranno
tre aliquote del campione relativo al tampone rino-faringeo, ne analizzeranno una e
trasferiranno entro 24 ore le altre due rispettivamente all’altro laboratorio regionale e
all’Istituto Superiore di Sanità.
Il referto di analisi dovrà essere trasmesso a cura del laboratorio immediatamente
appena terminati gli esami, e comunque entro 12 ore dal ricevimento del campione, al
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reparto inviante, al Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl competente per
territorio e al Servizio Sanità Pubblica della Regione Emilia-Romagna.
Sorveglianza dei contatti
Il Dipartimento di Sanità Pubblica, ricevuta la segnalazione di caso probabile, esegue
con tempestività l’indagine epidemiologica, o almeno si organizza per effettuarla
immediatamente all’arrivo di un eventuale esito positivo delle analisi di laboratorio. I
contatti familiari del caso probabile o confermato andranno posti sotto sorveglianza
sanitaria attiva per sette giorni dall’ultimo contatto col caso o al massimo per 14 giorni dalla
comparsa dei sintomi nel caso (si ricorda infatti che la contagiosità inizia un giorno prima
della comparsa dei sintomi e dura per i sette giorni successivi, mentre il periodo di
incubazione della malattia dura al massimo sette giorni).
3 – Disponibilità di farmaci antivirali
Come già comunicato è disponibile una scorta regionale di farmaci antivirali, sia di
Oseltamivir, sia di Zanamivir: tale scorta potrà essere rapidamente rifornita, in caso di
necessità, con le scorte presenti a livello nazionale.
Le modalità di accesso a tali farmaci sono state definite con nota del Servizio Politica
del farmaco della Direzione Generale Sanità e politiche sociali, prot. 97875 in data 28
aprile.
4 – Altri sistemi di sorveglianza
Oltre a quanto sopra detto circa la sorveglianza finalizzata ad individuare
precocemente eventuali casi importati, è necessario tenere sotto sorveglianza l’andamento
delle sindromi influenzali nella popolazione generale, rilevando altresì eventi patologici che
possono essere suggestivi per eventuali epidemie influenzali.
Allo scopo si prevede quanto segue:
- Mantenere attivo anche nei prossimi mesi il sistema di sorveglianza epidemiologico
e virologico delle ILI, attraverso la rete dei medici sentinella con le modalità
consuete,
- Attivare una sorveglianza degli accessi in Pronto Soccorso per malattia acuta
respiratoria febbrile, trasmettendo settimanalmente i risultati al Servizio regionale
Presidi Ospedalieri,
- Attivare una sorveglianza dei ricoveri ospedalieri per polmoniti, secondo modalità
che verranno definite quanto prima.
5 – Comunicazione e formazione
In questa fase la comunicazione assume una rilevanza molto alta, in relazione
principalmente alla necessità di costruire e mantenere un clima di fiducia nei confronti delle
istituzioni che si occupano delle emergenze di sanità pubblica e sviluppare la
collaborazione con i media offrendo informazioni tempestive, trasparenti e in un formato
appropriato.
Al momento la comunicazione si realizzerà attraverso l’emissione di comunicati stampa
periodici, possibilmente giornalieri a cura di questo Assessorato.
A livello locale le Aziende sanitarie devono promuovere, attraverso la Direzione Sanitaria
aziendale una integrazione delle attività di comunicazione tra le diverse strutture coinvolte
(ospedali, distretti, dipartimenti di sanità pubblica, dipartimenti delle cure primarie, servizi di
continuità assistenziale) e con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta.
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ALLEGATO 1
Misure di controllo della trasmissione
Periodo di contagiosità e modalità di trasmissione
Le persone con infezione da virus influenzale devono essere considerate contagiose per un
periodo di 7 giorni successivamente all’insorgenza dei sintomi. Le persone che non sono guarite
dopo un periodo di 7 giorni devono essere considerate potenzialmente contagiose fino alla
risoluzione dei sintomi.
I ceppi interpandemici di influenza si trasmettono tramite le goccioline emesse parlando, con la
tosse e soffiandosi il naso. I virus penetrano attraverso la bocca, la mucosa nasale o le congiuntive.
Le goccioline possono poi depositarsi su superfici come tavoli, stoviglie, matite e giocattoli. Ci si
può quindi infettare anche toccando queste superfici e portando successivamente la mano alla
bocca, al naso o agli occhi.
Non è stato ancora possibile escludere con certezza la trasmissione dell’influenza per via aerea,
cioè tramite nuclei delle goccioline. Ciò significa che questa, se effettivamente possibile, è
verosimilmente responsabile di una quota di casi molto limitata. Per questi motivi l’OMS
raccomanda in modo non tassativo le misure di isolamento per via aerea.
Misure di Isolamento
L’isolamento costituisce una delle più importanti misure di controllo attraverso la
prevenzione della trasmissione dell’infezione alle persone sane.
In questa prima fase devono essere poste in isolamento ospedaliero tutte le persone che
rispondono ai criteri di “caso probabile” prima enunciati.
L’isolamento deve essere protratto per 7 giorni dopo la comparsa dei sintomi o più a lungo qualora i
sintomi non si siano risolti dopo 7 giorni.
L’isolamento ospedaliero deve essere effettuato nel reparto di malattie infettive o, se le condizioni
cliniche lo richiedono, di rianimazione. I casi devono essere isolati singolarmente.
Quando possibile, la persona deve essere ricoverata in una stanza a pressione negativa, dotata di
bagno separato e di anticamera. Se non è disponibile una camera con pressione negativa si deve
utilizzare una stanza singola con anticamera. In questo caso possibilmente l’aria deve essere
emessa all’esterno in una zona dove non vi è passaggio di altre persone e devono essere
possibilmente assicurati 6 ricambi d’aria l’ora. Se non è disponibile una fonte indipendente di aria,
si raccomanda di spegnere il sistema centralizzato di condizionamento dell’aria, assicurando
comunque una adeguata ventilazione con altri mezzi (ad es. tramite l’apertura di vasistas o finestra
se le condizioni del paziente e l’ubicazione della finestra lo consentono).
La porta della stanza di isolamento deve rimanere chiusa anche quando il paziente non è
presente.
Misure comportamentali durante l’isolamento
Il paziente deve essere educato circa le modalità di trasmissione del virus influenzale, per
facilitarne l’adesione alle misure di isolamento.
Bisogna limitare al massimo i contatti del paziente con l’esterno:
•
il paziente posto in isolamento deve rimanere nella sua stanza con la porta chiusa;
7
•
deve essere trasportato fuori dalla stanza per procedure diagnostiche e o terapeutiche solo
quando non è possibile fare altrimenti; il tempo di soggiorno fuori dalla stanza deve essere
ridotto al minimo;
•
il paziente deve indossare una maschera chirurgica che copra bocca e naso, quando si
trova fuori dalla stanza per procedure diagnostico-terapeutiche, e anche in stanza se
tossisce in presenza di altre persone (v. sotto il paragrafo Precauzioni per ridurre la
dispersione di droplets da parte del malato);
•
il numero di persone che entrano nella stanza di isolamento deve essere limitato al minimo.
Tutti coloro che entrano nella stanza di isolamento devono adottare precauzioni adeguate per
impedire la trasmissione delle malattie tramite goccioline (droplets).
Devono essere adottate anche misure specifiche per ridurre il rischio di trasmissione attraverso
presidi/dispositivi medici, superfici ambientali, oggetti di uso personale del paziente (stoviglie,
posate, ecc.), effetti letterecci.
Pratiche per l’isolamento ospedaliero:
• Igiene delle mani
• Precauzioni per ridurre la dispersione di droplets da parte del malato
•
•
Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)
Misure ambientali
Igiene delle mani
L’igiene delle mani rappresenta una misura essenziale per prevenire la trasmissione
dell’influenza agli operatori sanitari e ad altre persone. L’igiene mani devono essere effettuata:
ƒ prima del contatto con un paziente,
ƒ dopo qualsiasi contatto diretto con un paziente,
ƒ dopo il contatto con secrezioni, escrezioni, liquidi biologici,
ƒ dopo il contatto con oggetti contaminati (maschere, teli usati, inalatori, ecc.)
ƒ immediatamente dopo la rimozione dei guanti e di altri dispositivi di protezione.
Per L’igiene delle mani è efficace il lavaggio con acqua e sapone liquido, prodotti antisettici
oppure con alcol soluzioni idroalcoliche, da utilizzare per il frizionamento delle mani senza il
lavaggio in acqua. Questa ultima opzione non è raccomandata quando le mani sono visibilmente
sporche; in questo caso è da preferire il lavaggio con acqua e sapone o acqua e antisettico.
E’ importante educare anche i pazienti e i loro familiari al corretto lavaggio delle mani.
Precauzioni per ridurre la dispersione di droplets da parte del malato
Per ridurre il rischio che un malato contamini le persone che gli sono vicine o superfici con
goccioline infette è opportuno che il paziente copra il naso e la bocca mentre tossisce. Ciò può
essere realizzato:
ƒ
facendogli indossare una maschera chirurgica, se in presenza di altre persone, quando
non è ancora isolato in una stanza di isolamento con ventilazione a pressione negativa.
ƒ
In mancanza di una mascherina chirurgica, facendogli coprire bocca e naso con un
fazzoletto.
La maschera chirurgica deve coprire bene il naso, la bocca e il mento. La parte metallica deve
aderire bene sopra la radice del naso. La maschera deve essere cambiata se diviene umida, si
danneggia o si sporca. Chi la indossa deve fare attenzione a non toccare la superficie, ma solo i
lacci dietro la testa.
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Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)
Guanti.
Occorre:
ƒ utilizzarli come misura aggiuntiva e non come sostitutiva dell’igiene delle mani;
ƒ utilizzarli per tutti i contatti con il paziente,
ƒ usare guanti puliti e coprire bene il polso;
ƒ rimuoverli immediatamente dopo aver completato le procedure assistenziali che avevano
motivato la necessità di indossarli; in particolare bisogna stare attenti a non toccare con i guanti
contaminati superfici pulite;
ƒ tassativamente cambiarli tra un paziente e l’altro;
ƒ non riutilizzarli se monouso, né lavarli.
Maschere monouso/respiratori
Occorre indossare una mascherina chirurgica durante procedure che possono provocare
contaminazione della bocca e del viso con sangue o liquidi organici, quando si è a meno di
1 metro di distanza dal paziente. Ciò è particolarmente importante se il paziente stesso non
indossa una mascherina chirurgica.
Per procedure che espongono ad alta concentrazione virale (intubazione endotracheale,
aspirazione, broncoscopia o aerosol), occorre invece indossare un respiratore (requisiti
minimi efficienza filtrante 95%, efficienza di tenuta 90%: N95 o FFP2).
Tra le misure indicate a ridurre il rischio di contatto con la superficie esterna contaminata
della maschera vi sono:
ƒ indossare sopra il filtrante facciale una mascherina chirurgica che ne protegga la superficie
esterna;
ƒ rimuovere la mascherina chirurgica assieme agli altri DPI e decontaminarsi le mani;
ƒ assegnare ciascun filtrante facciale ad una sola persona che alla rimozione lo posizionerà in un
sacchetto di carta o in un altro contenitore, sopra al quale sia scritto il nome dell’operatore che
l’ha utilizzata.
Occhiali protettivi/visiera.
Poiché la congiuntiva è suscettibile all’ingresso di microrganismi, è importante proteggere
gli occhi dalla esposizione all’influenza quando si è a contatto stretto con un paziente. E’ però
importante ricordare che le mani contaminate rappresentano il veicolo più frequente di introduzione
di infezioni attraverso la congiuntiva.
Gli occhiali protettivi devono essere indossati tutte le volte che si è a contatto ravvicinato
con un caso di influenza o si entra nella stanza di isolamento in cui si trovi un caso di influenza,
anche senza avvicinarsi, quando il paziente non indossa una maschera chirurgica in grado di
ridurre la disseminazione di virus nell’ambiente. Questi dispositivi devono essere assolutamente
indossati quando si eseguono manovre assistenziali in grado di generare aerosol o di generare
diffusione o schizzi di liquidi corporei e puliti tramite detersione/disinfezione prima del loro riutilizzo
se previsto.
Gli occhiali usati nelle strutture assistenziali devono possedere la certificazione come DPI
per la "protezione da spruzzi di liquidi".
Sono da preferire i dispositivi per i quali la certificazione di conformità attesti anche la
“protezione da goccioline” (cosiddetti “occhiali da sub”). Le visiere non si riescono ad utilizzare se si
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indossa una maschera FFP2. Pertanto, nelle procedure che generano spruzzi devono essere
necessariamente previsti occhiali che garantiscono la protezione da goccioline.
E’ importante decontaminarli dopo l’uso.
Gli occhiali da vista non offrono una adeguata protezione nei confronti dei “droplets”.
Grembiule/camice.
Quando si entra in stanza bisogna indossare un camice a maniche lunghe o un camice da
laboratorio, che devono essere rimossi quando si lascia la stanza. Quando si devono eseguire
procedure in grado di generare schizzi di sangue o altri liquidi biologici è opportuno indossare un
grembiule impermeabile che protegga il camice.
I camici dovrebbero essere a maniche lunghe con estremità che aderiscono ai polsi e lunghi al di
sotto del ginocchio. In alternativa si può utilizzare una tuta intera a maniche lunghe.
I camici utilizzati per pazienti in isolamento ospedaliero devono essere monouso.
Copricapo
Oltre alle misure di barriera indicate in tabella come misura precauzionale può essere
opportuno indossare un copricapo nell’assistenza ravvicinata al paziente, soprattutto se il malato
tossisce molto o si devono attuare misure che possono provocare spruzzi, in modo da ridurre il
rischio di ricontaminare le mani toccando i capelli o le scarpe o di contaminare l’ambiente esterno
alla stanza di isolamento.
Scelta dei DPI
La selezione del tipo di DPI deve tenere conto del rischio di trasmissione dell’influenza, che
dipende dal tipo di contatto assistenziale: il rischio aumenta quando il contatto è ravvicinato
(< 1 metro) e prolungato e quando si eseguono procedure in grado di produrre aerosol delle
secrezioni del paziente (nebulizzazione di farmaci, intubazione, rianimazione, induzione
dell’espettorato, broncoscopia).
Precauzioni per non contaminarsi al momento della rimozione dei DPI
I DPI devono essere tolti ed eliminati in modo da non consentire la trasmissione del virus a chi li
indossava: una corretta rimozione è essenziale, infatti, per impedire la ricontaminazione dei vestiti
o delle mani dell’operatore. I guanti sono verosimilmente molto contaminati e devono essere
rimossi per primi. Anche gli altri DPI sono potenzialmente contaminati, soprattutto se il paziente
tossiva, e toccandoli il virus può essere introdotto all’interno dell’organismo attraverso lesioni di
continuità della cute o per contatto con le mucose.
Sequenza raccomandata di rimozione dei DPI:
1. rimozione dei guanti arrotolandoli dal polso, senza toccare la cute
2. rimozione del camice prestando attenzione a piegarlo con all’interno la parte esterna
contaminata, smaltirlo in un contenitore con coperchio
3. igiene delle mani
4. rimozione degli occhiali protettivi o della visiera;
5. rimozione della maschera/respiratore prestando attenzione a toccare solo le stringhe e non
la superficie contaminata, smaltirlo in un contenitore con coperchio
6. igiene delle mani
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Misure ambientali
Le misure ambientali sono mirate a ridurre il rischio di trasmissione dell’influenza a persone
sane o ad operatori attraverso il contatto con oggetti o attrezzature contaminate, superfici
ambientali, effetti personali del paziente.
Attrezzature/presidi sanitari
• Utilizzare attrezzature monouso ove possibile
• Se si utilizzano attrezzature riutilizzabili , queste devono essere sottoposte prima di utilizzarle su
un altro paziente a decontaminazione, disinfezione o sterilizzazione, in ragione del tipo di presidio e
del suo utilizzo.
Disinfettanti efficaci
I virus influenzali sono inattivati da detergenti e disinfettanti comunemente utilizzati in
ambito ospedaliero, che assicurano una disinfezione di livello basso o intermedio. Occorre seguire
le indicazione del produttore e la scheda tecnica in merito a diluizione, tempo di contatto e
manipolazione.
Pulizia dell’ambiente in cui ha soggiornato il paziente
La pulizia riduce il livello di contaminazione dell’aria e delle superfici e minimizza il rischio di
trasmissione per contatto indiretto con superfici contaminate.
Il personale addetto alle pulizie ambientali deve osservare:
ƒ le buone pratiche di pulizia e gestione delle attrezzature per la prevenzione delle infezioni
crociate;
ƒ l’adozione di misure di protezione individuale.
Le stanze che ospitano pazienti con influenza devono essere pulite giornalmente.
Non è necessaria la disinfezione terminale.
Dispositivi di protezione individuale per gli addetti alle pulizie
Il personale coinvolto nelle attività di pulizia e disinfezione deve sempre indossare adeguati
dispositivi di protezione. Fino a che il paziente è nella stanza indossare i DPI richiesti per le
precauzioni da contatto e droplets (camice, guanti da lavoro e mascherina chirurgica). Se il
paziente non indossa la mascherina chirurgica e l’operatore deve avvicinarsi ad una distanza
inferiore al metro, occorre anche la protezione per gli occhi. Quando il paziente è stato trasferito o
dimesso, indossare camice e guanti per la pulizia terminale della stanza.
Ritardare l’avvio delle procedure di pulizia terminale, in modo da consentire al sistema di
ventilazione di rimuovere le particelle virali aerodisperse.
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