OSPEDALI/MALATTIE INFETTIVE Vaccini e precauzioni per proteggersi dalla nuova influenza Nel corso dell’estate ha suscitato svariati allarmi, anche a Trieste. Ma la nuova influenza, come l’ha infine denominata l’Organizzazione mondiale della sanità, è destinata a suscitare una ben più ampia mobilitazione nei prossimi mesi quando, complice la migrazione del virus, la platea dei malati potrebbe ampliarsi e i sintomi intrecciarsi, fino a spesso confondersi, con quelli dell’influenza classica. Quale scenario si prospetta dunque, sul fronte virale, nell’autunno alle porte? E quali sono le possibili precauzioni? Facciamo il punto con Roberto Luzzati, direttore delle Malattie infettive dell’Azienda ospedaliero-universitaria, struttura che negli ultimi mesi si è fatta carico dei casi di nuova influenza segnalati a Trieste. Professor Luzzati, partiamo dalla realtà locale. Quanti casi di nuova influenza si sono registrati nella nostra città? E come si sono risolti? Abbiamo accertato 18 casi d’influenza H1N1 dalla città di Trieste o dall’area giuliano-isontina; la conferma diagnostica è stata fornita dal laboratorio di Virologia del Burlo, centro unico di riferimento regionale. Nello stesso periodo, tra fine aprile e metà agosto, si sono riscontrati in Friuli 37 casi. Tutti i malati hanno presentato un decorso clinico rapidamente favorevole rimanendo al proprio domicilio. Sola eccezione una signora di mezza età, già sofferente di bronchite cronica, che è stata ricoverata nel nostro reparto per l’insorgere di una broncopolmonite. Ha risposto alle terapie antivirale ed antibiotica ed è potuta rientrare presto a casa. Ricordiamo brevemente da dove arriva questo virus. Si tratta di un virus influenzale assolutamente “nuovo” e questo spiega la conseguente pandemia, parola che va assolutamente sdrammatizzata perché non si associa alla gravità del fenomeno ma alla sua rapida diffusione. Un’infezione epidemica diventa infatti pandemica quando coinvolge rapidamente popolazioni di più continenti. Nel caso della pandemia influenzale in atto, si tratta di un virus influenzale impropriamente definito suino: in realtà è dotato di un patrimonio genetico proveniente da altri virus influenzali aviari, suini ed umani, “riassortiti” tra loro. Il risultato è un agente infettivo nuovo che ha la capacità di interessare fasce di popolazione molto ampie, di tutte le età, anche se finora i più giovani appaiono più suscettibili. I sintomi? Sono quelli comuni dell’influenza: febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari ed articolari. In alcuni casi, sono presenti diarrea, nausea e vomito. Le forme complicate (principalmente per bronchiti o polmoniti) non risultano più frequenti che nella comune influenza stagionale e riguardano essenzialmente soggetti più ‘fragili’ quali pazienti con diabete mellito, cardiopatie, malattie polmonari e o renali croniche; anche le donne in gravidanza appaiono più fragili. Quali sono le previsioni per i prossimi mesi? L’evoluzione della pandemia è assolutamente imprevedibile. La contagiosità elevata del nuovo virus influenzale fa presupporre che, con l’arrivo della stagione invernale, la diffusione dell’infezione aumenti nella nostra area geografica e coinvolga ampie fasce di popolazione. Vi sono delle precauzioni per cercare di evitare il contagio? Tutti i virus influenzali, e questo nuovo virus non fa eccezione, si trasmettono per via aerea attraverso la tosse, gli sternuti e le relative secrezioni che si depongono sugli oggetti circostanti. Si raccomanda ai soggetti con influenza non complicata di rimanere a casa propria per almeno sette giorni dall’esordio dei sintomi. Evitare il contatto con soggetti affetti da possibile influenza, non far frequentare i luoghi chiusi o sovraffollati soprattutto ai pazienti ‘fragili’, e lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone sono regole igieniche generali ma efficaci. Si parla spesso in queste settimane di un nuovo vaccino. Sarà opportuno utilizzarlo? Il vaccino è l’arma preventiva più importante. Quello contro il nuovo virus influenzale sarà disponibile dal prossimo novembre e sarà proposto prioritariamente alle donne incinte e ai soggetti più fragili. E cosa si deve fare in merito alla tradizionale vaccinazione contro l’influenza? L’impiego della vaccinazione contro l’influenza comune dev’essere certamente incoraggiato anche quest’anno. E’ infatti accertato che continueranno a circolare anche i virus influenzali tradizionali, non meno temibili dell’attuale virus pandemico.