FarmaDay - n.184 - Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

Anno II – Numero 184
AVVISO
1. Regione Campania:
approvato il bando per
il concorso
straordinario
Venerdì 24 Maggio 2013, Beata Vergine Maria ausiliatrice, Amalia
Regione CAMPANIA: APPROVATO il BANDO
PER IL CONCORSO STRAORDINARIO
Notizie in Rilievo Si attende la pubblicazione del bando ai fini
della partecipazione al concorso per 209 Sedi
Tecnologia e salute farmaceutiche.
2. Quelle luci blu dei
tablet che rovinano il
sonno.
3. Gli esami del sangue:
Vitamina D
QUELLE LUCI BLU DEI TABLET CHE
ROVINANO IL SONNO
Sotto accusa le luci blu-verdi di pc, tablet e smartphone:
inibiscono i neuroni del cervello che facilitano il sonno
Prevenzione e
Salute
4. Qual è la causa
dell’Herpes sulle
labbra?
5. L’esercizio fisico è
un’arma anticancro
Scienza e Salute
6. Effetto nocebo: si
somatizzano le notizie
di salute allarmanti
7. Cancro al fegato: arriva
il test delle urine per
scovarlo.
8. Alzheimer: cocktail
vitamina B rallenta
sviluppo malattia
9. Verso il super vaccino:
una dose protegge da
super virus
Ennesima notte agitata per non dire insonne? Forse la colpa
è dell’iPad che vi siete portati a letto, giusto per controllare
le ultime e-mail della giornata, dare un’occhiata agli amici di
Twitter e Facebook o leggere il libro del momento, perché la
luce artificiale dello schermo manda in tilt il ritmo circadiano
del nostro corpo molto più di quanto non faccia la luce
elettrica in generale, aumentando così il rischio di patologie legate alla
mancanza di sonno quali obesità, malattie cardiache, ictus e depressione.
CICLO SONNO-VEGLIA - A mettere in guardia sui pericoli per il riposo
notturno causati dall’utilizzo di pc, tablet e smartphone dopo il tramonto o
comunque nelle ore notturne è il prof. C. Czeisler in un articolo sulla rivista
Nature, dove viene sottolineato come la moderna tecnologia abbia ormai
completamente spaiato il nostro ciclo naturale sonno-veglia, spingendoci ad
addormentarci sempre più tardi e a far ricorso a dosi sempre più massicce di
caffeina il mattino successivo per farci alzare dal letto. «Malauguratamente –
vista la facilità con cui è possibile oggi procurarsi un dispositivo elettronico con
monitor a Led in grado di emettere fasci di luce blu e blu-verdi, il n. di persone
che non riesce a dormire in modo adeguato e sufficiente è destinato ad
aumentare. 50 anni fa solo il 3% degli adulti riposava meno di sei ore a notte,
ora la percentuale è salita al 30% per gli impiegati e al 44% per i lavoratori
notturni. E la privazione forzata del sonno ha ripercussioni sulla stato di salute
generale dell’individuo, visto che chi dorme meno di 5 ore a notte ha un
rischio di mortalità del 15% superiore a quanti riposano bene e più a lungo».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 184
GLI ESAMI DEL SANGUE
Una sintetica «biblioteca» dei principali valori che si possono trovare sul referto
Esami per il RENE
EMOCROMO
Azotemia, Creatininemia
MCHC, MCV, RDW, Emoglobina, Globuli rossi, Ematocrito, Globuli
bianchi, elettroforesi di proteine plasmatiche
Bilirubina, Gamma GT, Fosfatasi alcalina, Transaminasi
ESAMI PER IL FEGATO
ESAMI PER CUORE E
METABOLISMO
Esami per il FERRO
Esami Malattie Infettive
Colesterolo, Trigliceridi, Glicemia, Troponina, D-Dimero, Proteina
C-reattiva, Calcemia, Paratormone, VITAMINA D, Calcitonina
Sideremia, Transferrina serica, Ferritina
Test per l’HIV
Oggi parliamo di alcuni esami che rientrano negli esami per il Cuore;
GLI ESAMI PER IL CUORE
Sono diversi i test ematici che possono dare indicazioni sullo stato di salute del
cuore. È importante valutarli nel loro insieme
VITAMINA D
Che cosa si misura: Il test misura la concentrazione di due forme della vitamina D nel sangue, il
calcidiolo e il calcitriolo. La vitamina D regola l’equilibrio del calcio e del fosforo, favorisce
l’assorbimento intestinale del calcio ed è un composto fondamentale per la formazione e la crescita di
denti e ossa. Essa può derivare dalla dieta o essere sintetizzata nella pelle in seguito a esposizione ai
raggi solari. La vitamina D così prodotta deve però subire altre due modificazioni prima di diventare
attiva: la prima avviene nel fegato, dove si forma il calcidiolo, un composto intermedio ancora inattivo;
la seconda nei reni, dove il calcidiolo è convertito in calcitriolo, la forma attiva. Con due misurazioni
diverse si possono determinare sia la concentrazione del calcidiolo sia quella del calcitriolo. Il calcidiolo
rappresenta la principale scorta di vitamina D dell’organismo e il test che lo misura serve ad assicurare
che il corpo ne abbia una riserva adeguata. Il test del calcitriolo, invece, serve a garantire che i reni
convertano la giusta quantità di calcidiolo nella forma attiva.
Calcidiolo
14-42 ng/ml (in inverno) 15-80 ng/ml (in estate)
(forma inattiva della vitamina D)
Calcitriolo
(forma attiva della vitamina D)
14-42 ng/ml (in inverno) 15-80 ng/ml (in estate)
LO IODIO IN GRAVIDANZA FAVORISCE LO SVILUPPO
MENTALE DEL BIMBO
La carenza di iodio in gravidanza può provocare un rallentamento dello sviluppo
mentale del nascituro, che perdura almeno fino ai dieci anni di vita.
Lo ha scoperto uno studio dell'univ. del Surrey pubb. da Lancet, secondo cui maggiore è
la carenza di questo elemento minori sono i risultati nei test dei bimbi. Lo studio
sottolinea la necessità che le donne che pianificano una gravidanza o si scoprono in
attesa di un figlio assumano un adeguato quantitativo di iodio dagli alimenti. (Sani e Belli)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 184
PREVENZIONE E SALUTE
QUAL È LA CAUSA DELL'HERPES SULLE LABBRA?
Un virus «silente» risvegliato da stress, sole e stanchezza
La capacità di venire alla luce nei momenti meno opportuni: all'inizio delle vacanze, alla vigilia di un
incontro importante, quando siamo giù di corda per un'influenza.
«L’Herpes labiale, la fastidiosa eruzione, conosciuta anche come
"febbre delle labbra", è provocata dal virus Herpes simplex, che
alberga silente nell'organismo e ha la tendenza a risvegliarsi in
occasione di alcune circostanze» spiega il Marcello Monti,
responsabile dell'Unità operativa di dermatologia dell'Istituto Clinico
Humanitas di Milano.
Come si viene in contatto con il virus? «Il primo "incontro" con il
virus avviene in genere nell'infanzia, quando per esempio si viene
sbaciucchiati da qualcuno che ha un Herpes in atto o che sta per venire. L'infezione questa prima volta
non sempre si manifesta in modo chiaro, per cui è facile non accorgersi di nulla. A volte, invece,
compare una stomatite. Guarita l'infezione, il virus non viene però eliminato del tutto, ma riesce a
insediarsi nei gangli nervosi periferici della zona dove è penetrato inizialmente e lì rimane inattivo,
latente, finché non si pongono le condizioni per un suo risveglio.
I fattori scatenanti vanno dallo stress psico-fisico all'esposizione eccessiva i raggi ultravioletti - ragione
per la quale è comune con l'arrivo della bella stagione, da un'alimentazione scorretta a uno sforzo
eccessivo. Nelle persone immunodepresse gli herpes possono essere più frequenti e gravi. Tra i
soggetti a rischio non c’è solo chi è positivo per il virus dell'AIDS, ma anche chi è in cura con cortisonici
o chemioterapici».
Come si riconosce?: «L'Herpes labiale si presenta con tipiche vescichette o bollicine, in genere sulle
labbra o in loro prossimità. Talvolta le bollicine possono fare la loro comparsa in altre parti del viso e,
raramente, colpire gli occhi, dove provocano la cheratite erpetica. Sulla pelle l'eruzione è preceduta da
una sensazione di formicolio e bruciore che chi ha già avuto l'Herpes, di solito, riconosce in modo
chiaro. Le bollicine tendono a rompersi e a seccarsi nell'arco di pochi giorni, lasciando poi crosticine
che, infine, cadono senza lasciare tracce. Questo ciclo dura in media una settimana se non si interviene
in alcun modo».
Si può attaccare l’herpes ad altre persone?: «Il lasso di tempo in cui si può trasmettere il virus ad
altre persone è brevissimo, perché una volta comparse le bollicine, il virus torna subito nei gangli
nervosi. Il contagio può avvenire solo attraverso il contatto diretto con il siero contenuto nelle bollicine
e solo per i soggetti che non hanno ancora avuto contatto con il virus, come appunto i bambini. Se si
ha un Herpes labiale in atto si sconsiglia però di andare a trovare malati gravi o frequentare nursery».
Che cosa si può fare? «Per accelerare la guarigione si può ricorrere ad antivirali in crema, che però
funzionano solo se applicati alle prime avvisaglie perché poi il virus si ritira. Per favorire il
riassorbimento delle vescicole, far cessare il prurito e favorire la guarigione si può applicare gel
astringente a base di cloruro d'alluminio. Per evitare di contagiare altri e di peggiorare la situazione è
utile non grattarsi, evitare baci ed effusioni, non condividere stoviglie e asciugamani, non esporsi al
sole e non applicare sulle lesioni rimedi "fai da te" non convalidati». (A. Sparvoli, Salute Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 184
PREVENZIONE E SALUTE
L'ESERCIZIO FISICO È UN'ARMA ANTICANCRO
I benefici contro il tumore e sulla salute del cuore rimangono per decenni
L'attività fisica protegge dal cancro anche dopo vent'anni dalla cessazione dell'esercizio. Negli uomini
che hanno svolto fitness ad alta intensità a 50 anni sono stati
riscontrati meno casi di tumore e una mortalità più bassa sia per
neoplasie che per malattie cardiovascolari anche nei decenni
successivi. Lo rivela uno studio condotto dalla Vermont University
che verrà presentato a giugno alla conferenza annuale della
American society for clinical oncology.
La ricerca - Sono stati esaminati i dati clinici di oltre 17mila
uomini. Questo studio è il primo a stabilire in particolare una
mortalità più bassa anche tra chi sviluppa un cancro ma era in buona forma atletica a 50 anni.
Il team, guidato dal cardiologo Susan Lakosky, ha misurato il livello di atleticità dei volontari con l'unità
di misura Met, che calcola la resistenza sul tapis roulant alla massima inclinazione e velocità.
RISULTATI: Questi gli esiti a distanza di 25 anni con più di 3mila uomini a cui erano stati diagnosticati
con vari tipi di cancro: coloro che erano in forma fisica migliore a 50 anni hanno evidenziato il 68% in
meno di rischi di avere un tumore dei polmoni, il 38% in meno dei rischi avere il cancro del colon.
Quanto alla mortalità, per ogni livello di "forma atletica" in più - misurata appunto in Met - i rischi di
morte per cancro sono scesi del 14% e per disturbi di cuore del 23%.
Sandra Swain, presidente dell'Asco ha detto: "Questo studio è molto importante in quanto stabilisce
che la forma fisica cardio-respiratoria è un fattore indipendente nel predire i rischi di neoplasie e la loro
prognosi negli uomini". (Tgcom24 Salute)
EFFETTO «NOCEBO»:
SI SOMATIZZANO LE NOTIZIE DI SALUTE ALLARMANTI
Ipotesi di uno studio tedesco
Come esiste l'effetto placebo, la convinzione di un effetto benefico di un
farmaco anche se quello che si è assunto non ha nessuna azione, così esiste
l'effetto nocebo, un timore ingiustificato creato da notizie allarmanti. È la
tesi di Michael Witthoft dell'Univ. Johannes Gutenberg a Mainz, autore di
uno studio per verificare il grado di influenza psicologica delle brutte
notizie, soprattutto quelle di salute, sulla persona.
L'esperimento ha visto la partecipazione di due gruppi di volontari che
hanno assistito a due documentari diversi: in uno un documentario della
Bbc raccontava i rischi collegati all'esposizione a onde elettromagnetiche, mentre nell'altro
l'argomento era la tecnologia wi-fi. Quando i ricercatori hanno convinto entrambi i gruppi di trovarsi
in un ambiente in cui erano presenti onde elettromagnetiche generate da apparecchi wi-fi, soltanto tra
i partecipanti del primo gruppo si sono manifestati timori per la propria salute, sfociati in vere e
proprie somatizzazioni: quelli colpiti da effetto “nocebo” tendevano a manifestare la sintomatologia
dell'ipersensibilità elettromagnetica, una condizione che si presenta con mal di testa, distrazione,
confusione, vertigini. (Salute, Sole 24 ore)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 184
SCIENZA E SALUTE
CANCRO AL FEGATO, ARRIVA IL TEST DELLE
URINE PER SCOVARLO
Permette di diagnosticare il carcinoma epatocellulare e il colangiocarcinoma
La diagnosi del cancro al fegato potrebbe essere resa più semplice da un esame delle urine. Ad aprire
questa nuova possibilità sono due studi di cui si è parlato all'International Liver Congress™ 2013 di
Amsterdam (Paesi Bassi) in cui questo approccio innovativo è stato
utilizzato per identificare la presenza di un carcinoma epatocellulare –
una forma di cancro al fegato che rappresenta circa il 5,4% dei tumori
diagnosticati nel mondo – o di un colangiocarcinoma – un tumore
maligno che colpisce i dotti biliari.
Attualmente il carcinoma epatocellulare viene diagnosticato
attraverso test poco sensibili e poco specifici; allo stesso modo,
identificare un colangiocarcinoma non è impresa semplice. Tuttavia,
analisi di risonanza magnetica nucleare permettono di distinguere i
campioni di urina di pazienti sani da quelli ottenuti da pazienti con
carcinoma epatocellulare monitorando l'aumento della presenza di
alcune molecole – come la metionina e la carnitina - e la diminuzione
di altre – la creatinina. Nel caso del colangiocarcinoma, invece, è
l'analisi combinata delle proteine presenti nell'urina e nella bile a
indicare con un'accuratezza del 90% la presenza del tumore.
M. Thursz, dir. generale dell'European association for the study of the liver, ha sottolineato che i
risultati ottenuti “saranno benvenuti dai medici perché confermano il profilo metabolico delle urine
come potenziale strumento per lo screening del carcinoma epatocellulare” più accurato rispetto a
quelli attualmente e “migliorano sostanzialmente la diagnosi del colangiocarcinoma”, facendo sperare
anche in terapie più tempestive e prognosi migliori. “In generale – ha concluso Tursz – entrambi i set di
dati dimostrano il crescente valore delle tecniche di proteomica e metabolomica e, se confermati da
ulteriori ricerche, i clinici potrebbero presto utilizzare semplici test delle urine per diagnosticare il
carcinoma epatocellulare e il colangiocarcinoma”. (Sole 24 ore, Salute)
Alzheimer: cocktail vitamine B rallenta sviluppo malattia
I pazienti che hanno un lieve deficit cognitivo che precede l'insorgenza
dell'Alzheimer potrebbero avere dei vantaggi dall'assunzione di alte dosi di
vitamine del gruppo B.
Lo suggerisce uno studio dell'Univ. di Oxford pubblicato dalla rivista
'Pnas', secondo cui i supplementi rallentano la perdita di materia grigia.
I ricercatori hanno studiato 156 soggetti over 70 che soffrivano di lieve
deficit cognitivo. Metà degli anziani ha ricevuto un cockatil di 20 mg di
vitamina B6, 0,5 mg di B12 e 0,8 di ac. folico, mentre l'altra metà ha
avuto un placebo. Dopo due anni tutti i soggetti hanno perso materia
grigia, ma mentre il gruppo del placebo ne ha perso il 3,7% nell'altro la
diminuzione e' stata dello 0,5. "Le aree meno colpite - sono proprio quelle associate allo sviluppo
dell'Alzheimer". (Agi)
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Anno II – Numero 184
VERSO IL SUPER-VACCINO:
UNA DOSE PROTEGGE DA TUTTI VIRUS
Nuova tecnologia a base di nanoparticelle
Una sola iniezione e passa la paura. Per tutta la vita. È la prospettiva,
neanche troppo lontana, che potrebbe dare il prototipo del vaccino
“universale”, capace in un colpo solo di proteggere da tutti i ceppi
influenzali. Gli studi, riportati su Nature, sono a un passo
dall'applicazione sull'uomo di un nuovo tipo di siero immunologico
contro i virus influenzali H1. Lo stesso a cui apparteneva l'influenza suina H1N1 che tanta paura ha
fatto nel 2009 per la scarsa immunizzazione nella popolazione più giovane e la difficoltà a produrre
vaccini in quantità adeguate a coprire la diffusione dei contagi.
Il nuovo vaccino, sperimentato attualmente sui furetti, supera questo inconveniente. Lo ha
sviluppato G. Nabel del National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Bethesda, partendo da
una tecnologia produttiva diversa. Non servono più uova per coltivare gli antigeni antinfluenzali, ma
proteine-nanoparticelle prodotte in laboratorio a partire da emagglutina (HA) e ferritina, una proteina
che trasporta ferro e forma naturalmente aggregati sferici. Questa innovazione permette di creare
vaccini molto più velocemente e in grado di immunizzare contro un più ampio spettro di ceppi
influenzali, potenzialmente per tutta la vita: in sostanza gli scienziati selezionano 8 frammenti virali e li
incollano alle nanoparticelle di ferritina. In questo modo il vaccino allena il sistema immunitario a
riconoscere tutti i virus di quella famiglia. I test sugli animali hanno dimostrato che il super-vaccino è
10 volte più potente di quelli tradizionali. “Ogni anno, nuovi vaccini contro l'influenza devono essere
prodotti rapidamente per contrastare i virus circolanti”, spiega Nabel, che sottolinea la novità
rappresentata dal “vaccino con una struttura di nanoparticelle autoassemblanti”. A chi gli ha chiesto se
il nuovo vaccino sarà in grado di arrestare anche l'avanzata della nuova aviaria, il virus H7N9, Nabel
risponde: “Non possiamo dire nulla riguardo il virus H7 senza ulteriori studi umani”, ma in ogni caso
“questa tecnologia può preparare – il terreno per lo sviluppo di vaccini universali contro questo tipo di
influenza”. (Sole 24 ore)
Salute: troppi zuccheri e carboidrati? Sale rischio ictus
Una dieta ad alto carico glicemico non solo aumenta il rischio di cancro ma anche
quello di altre malattie cronico degenerative.
Questo e' il risultato di uno studio condotto dai ricercatori dell'Ist. Naz. dei
Tumori di Milano guidati da V. Krogh, resp. della Struttura complessa di
epidemiologia e prevenzione, che ha messo in luce in particolare il rapporto
tra il consumo di carboidrati ad alto indice glicemico, come pane bianco e
zucchero, e l'insorgenza di ictus.
Il lavoro, pubb. sulla rivista Plos One, fa parte di uno studio sull'associazione tra dieta e incidenza delle
malattie cardiovascolari in Italia. E' stato proprio nello studio che lo stesso gruppo di ricercatori aveva
messo in evidenza come una dieta ad alto carico glicemico fosse associata ad un maggior rischio di
tumore alla mammella. Lo studio ha permesso di osservare che chi consuma in grande quantità
carboidrati ad alto indice glicemico, come pane bianco, zucchero, miele, marmellata, pizza e riso ha un
rischio più elevato dell'87% di essere colpito da ictus. ''Con questo lavoro l'indice glicemico degli
alimenti si conferma un fattore importante nella definizione di una dieta sana. Conoscere l'indice
glicemico di un alimento e privilegiare il consumo di cibi a basso carico glicemico diventa quindi
sempre più rilevante per la prevenzione delle malattie cronico-degenerative''. (Salute Oggi)