Università degli Studi di Perugia
FACOLTÀ DI FARMACIA
- CORSO DI IGIENE E SANITA PUBBLICA -
Epidemiologia e prevenzione delle
malattie infettive a trasmissione
ematogena e trans-mucosa
Prof. Silvano Monarca
Indice
• Trasmissione ematogena e transcutanea
• Epidemiologia e prevenzione delle
epatiti B e C
• Epidemiologia e prevenzione delle
malattie sessualmente trasmesse
• Epidemiologia e prevenzione dell’AIDS
Modalità di trasmissione delle malattie infettive a
prevalente diffusione ematogena o trans-mucosa
Rapporti sessuali completi
omo-eterosessuali
Baci
MALATO
PORTATORE
Sangue
Emoderivati
Siringhe
Altri strumenti medici
Placenta
Canale del parto
OSPITE
www.osservasalute.it
Malattie infettive a trasmissione per via ematogena e
trans-mucosa
Comprendono le infezioni che si trasmettono da uomo a uomo
•
per via ematica:
•
per contatto sessuale
– diretta (trasfusioni di sangue e di emoderivati)
– professionali o accidentali
Batteri
Miceti
Virus
Protozoi
Gonorrea
Sifilide
Clamidia
Epatite
Epatite
Epatite
AIDS
Herpes
B
C
Delta
genitalis
Candidiasi
Tricomoniasi
Epatiti virali
Le epatiti virali sono processi infettivi a carico del fegato che, pur
avendo quadri clinici simili, differiscono dal punto di vista etiologico
(diversi virus responsabili dell’infezione), epidemiologico (diversa
distribuzione e frequenza di infezione e malattia) ed immunopatogenetico. In Italia le epatiti sono comprese tra le malattie per
cui è prevista la notifica obbligatoria (Classe II, malattie rilevanti
perché ad elevata frequenza e passibili di interventi di controllo).
Ad oggi sono noti 5 tipi di epatite virale determinati dai cosiddetti
virus epatitici maggiori:
epatite A; epatite B; epatite C; epatite D (Delta); epatite E.
In circa il 10-20% dei casi tuttavia l’agente responsabile dell’epatite
resta ignoto. Nell’ultimo decennio del secolo scorso sono stati isolati
altri virus potenzialmente coinvolti in questi processi infettivi, quali
il virus F, il virus G che, sebbene responsabile di infezione umana,
solo in alcuni casi appare chiaramente associabile a malattia, il virus
TT, frequentemente isolato in pazienti con vari tipi di patologie
epatiche, ed ultimamente il SEN virus, isolato in soggetti con epatite
virale.
Epatiti virali
• Possono essere del tutto asintomatiche
• Se sintomatiche, nella fase prodromica i sintomi
sono aspecifici: stanchezza, anoressia, malessere,
cefalea, febbricola, nausea e vomito, mialgie,
fotofobia, artrite, angioedema, orticaria,
eruzioni maculopapulari, rash cutanei, vasculiti.
• Fase itterica: ittero, urine scure, feci chiare e
dolore ai quadranti alti dell’addome
• I sintomi possono essere lievi nei bambini; negli
adulti si hanno sintomi più severi ed una malattia più
prolungata.
Epatite, la situazione in Italia
•
11 aprile 2011
• Nel mondo, ogni anno un milione di persone muore per
complicazioni dovute all'epatite B e C, i portatori cronici dei due
virus sono oltre mezzo miliardo, e una persona su tre ne è
entrata in contatto. Numerosi anche i casi nel nostro Paese:
L'epatite C colpisce 1.800.000 italiani, e quasi 1.200.000
hanno invece contratto il virus dell'epatite B.
• Secondo le statistiche, in Italia nel 2010 la spesa per i farmaci
contro l'epatite B è stata di 89 milioni di euro, a cui andrebbero
aggiunte centinaia di milioni per i trattamenti contro l'epatite C.
Sul fronte dei trapianti al fegato sono più di mille all'anno, per
lo più in persone che hanno fallito i trattamenti medici o che non
sono state mai trattate, senza dimenticare i 25 mila morti per
cirrosi e 5 mila morti per tumori al fegato.I numeri sono
destinati a crescere in vista dei flussi migratori dai Paesi dell'Est,
dal Maghreb e dall'Egitto, dove l'epatite C è ampiamente diffusa
e rappresenta la prima causa di morte. L'attenzione alla
prevenzione e alla cura, dunque, resta alta.
La cirrosi è una malattia cronica degenerativa,
nella quale gli epatociti vengono distrutti e
sostituiti da tessuto fibroso con noduli di
rigenerazione
Fegato normale
Cirrosi
INTRODUZIONE
Definizione
Manifestazioni Cliniche delle
epatiti
• La epatite A e B possono evolvere in rari
casi in insufficienza epatica fulminante,
anche chiamata epatite fulminante
• Le epatiti B e C possono cronicizzare
(asintomatica).
• La superinfezione di un’epatite B cronica
da parte del virus Delta (epatite D),
causa improvviso peggioramento delle
condizioni del paziente ed accelera la
progressione verso la cirrosi.
GLI AGENTI DI EPATITE VIRALE
CLINICA
Incubazione gg
Inizio
Ittero (%)
TRASMISSIONE
Oro-fecale
Parenterale
Sessuale
Congenita
A HAV
B HBV
C HCV
15-45
Acuto
10%
40-120
Insidioso
15-20%
Consueta
Si
Si
Consueta
Rara
Sì
No
DDELTA
E HEV
30-150
Aspecifico
25%
21-909
Acuto
vario
21-42
Acuto
?
Consueta
Si
Si
Consueta
Si
Si
Consueta
?
no
Solo se inf.
3 trim.
altre
No
Secreti
vari
DECORSO
Portatore
cronico
Epatite cronica
Mortalità %
No
No
0,2%
Si
++++
1>3%
VIRUS
Picorna
Hepadna
Flavi
viroide
Calici
ANTIGENI
HAV
HBs,Hbc
,e
Env,
core, pol
HDV
HEV
F G HGV
?
?
?
si
saliva
50%
++++
1>3%
Si
++
30%
1-20(grav)
Flavi
Epatite B: HBV
• L’agente eziologico dell’epatite da siero (HBV) appartiene alla
classe degli Hepadnaviridae ed è un piccolo virus a DNA con
numerose componenti antigeniche:
– attualmente se ne conoscono circa 10 sierotipi aventi una
diversa distribuzione geografica.
F
D
A
D
A,B,C,D
D
H
F
H
D
E
G
A
C
C
D
Bj
Ba
F
A,B,C,D
14
Epatite B: HBV
• Il virus è caratterizzato da una elevata resistenza
agli agenti fisici e chimici:
– mantiene la sua infettività per almeno un mese a
temperatura ambiente;
– è in grado di sopravvivere a 60°C per oltre 4 ore, a
temperatura ambiente per 6 mesi, a -20°C per più di
20 anni;
– i raggi ultravioletti lo inattivano incostantemente;
– è velocemente inattivato dal ß-propiolattone allo
0,4%.
15
Epatite B: HBV - sistemi Ag/Ac
• HBsAg: antigene di superficie
del virus dell’epatite B:
– marker di infettività se
presente nel siero.
• HBcAg: antigene del core del
virus:
– non è mai presente libero nel
sangue.
• HBeAg: antigene “e”
dell’epatite B:
– è presente solo
contemporaneamente ad
HBsAg e indica un alto grado di
infettività.
16
Epatite B: HBV - sistemi Ag/Ac
• Anti-HBs: anticorpi anti-HBsAg:
– marker di immunità se presenti nel siero.
• Anti-HBc: anticorpi anti-HBcAg:
– marker di infezione pregressa (IgG) o in corso (IgM).
• Anti-HBe: anticorpo anti antigene “e”:
– la sua persistenza rappresenta un segno prognostico
sfavorevole, di probabile evoluzione verso la
cronicizzazione.
17
Marker
Risultato
Interpretazione
HBsAg
anti-HBc
anti-HBs
Negativo
Negativo
Negativo
Soggetto Suscettibile
HBsAg
anti-HBc
IgM anti-HBc
anti-HBs
Positivo
Positivo
Positivo
Negativo
Soggetto con
infezione acuta
HBsAg
anti-HBc
anti-HBs
Negativo
Positivo
Positivo
HBsAg
anti-HBc
IgM anti-HBc
anti-HBs
Positivo
Positivo
Negativo
Negativo
Soggetto immune per
superamento infezione
Soggetto con
infezione cronica
Epatite B
• L’epatite B nella maggior parte dei casi (~90%)
risulta asintomatica.
• Nell’adulto la malattia può cronicizzate in circa il 1020% dei casi (il rischio di cronicizzazione aumenta al
diminuire dell’età in cui viene acquisita l’infezione).
• Nel 20% dei casi l’epatite cronica può progredire in
cirrosi epatica nell’arco di circa 5 anni.
• Il cancro al fegato (epatocarcinoma) è una
complicanza frequente dell’epatite cronica,
soprattutto nei pazienti con cirrosi (l’infezione da
HBV nei paesi ad elevata endemia è responsabile
fino al 90% dei carcinomi epatici).
20
Epatite B e epatocarcinoma
Forte correlazione fra HBV
e il carcinoma
epatocellulare
Cina: 500.000 - 1 milione di
nuovi casi di carcinoma
epatocellulare all’anno
Taiwan: il rischio relativo di
contrarre HCC è 217 x
rispetto ai non portatori
 In passato si pensava che la causa più
comune fosse l’alcolismo cronico (cirrosi
alcolica).
 Ora sappiamo che l'alcolismo può
portare alla cirrosi alcolica, ma ancora più
frequentemente è una concausa
aggravante di preesistenti (spesso non
conosciute) epatiti virali croniche B o C
INTRODUZIONE
Un po’ di storia…
HBV nei liquidi biologici
concentrazione
elevata
sangue
siero
essudati
moderata
bassa/nulla
liquido seminale
fluido vaginale
saliva
urine
feci
sudore
lacrime
latte
Trasmissione
Parenterale
•apparente
•inapparente
Promiscuità sessuale
(41% rapporti eterosessuali)
(9% rapporti omosessuali)
Sessuale
Perinatale
Uso di droghe
(15%)
Trasfusioni o incidenti
Tatuaggio
Piercing
Terapia odontoiatrica
Agopuntura
attraverso la barriera
placentare (9%);
per contatto diretto al
momento del parto
(90%);
con l’allattamento al
seno (1%).
Some Methods for the Transmission of Hepatitis B
L’epatite B rappresenta circa il 38% dei casi di epatite virale notificati.
Come nella maggior parte dei paesi industrializzati l’incidenza della
malattia è in diminuzione.
Epatite B: epidemiologia
• In Italia la prevalenza HbsAg è scesa da 2,5-3,4%
del 1980 al più recente 1,2-2,0%.
• L’incidenza è scesa da 12/100.000 abitanti nel
1985 a 2/100.000 abitanti nel 2006 (~1.800
notifiche/anno; <1.000 morti/anno).
• Attualmente il maggior numero di casi interessa
soggetti tra 15 e 24 anni di età.
28
Danneggiati da trasfusioni e farmaci in piazza
• In piazza emofilici, talassemici, vaccinati e persone vittime di
danni da trasfusione o provocati da farmaci salvavita prodotti
con sangue infetto. Ieri, per molte ore, hanno manifestato
davanti alla sede del ministero della Salute a lungotevere Ripa,
a Roma, per protestare contro i ritardi nell'erogazione dei
risarcimenti dovuti dallo Stato. In Italia, solo tra gli emofilici,
sono stati circa 550 i contagiati dal virus dell'Hiv, di cui la metà
è già deceduta, e più di 1.500 dall'epatite. "Una vera e propria
strage di Stato - dicono i rappresentanti della Federazione delle
associazioni emofilici (FedEmo), che hanno organizzato il sit-in
di ieri mattina - basti pensare che, facendo un paragone, è
come se tutta la Camera dei deputati fosse stata infettata
dall'Hiv e tutto il Senato fosse morto a causa di questa
infezione". (giugno 2009)
Epatite D (HDV, Epatite Delta)
•
Virus a RNA circolare con una proteina strutturale nota come antigene “delta”
contenuto in un mantello lipoproteico costituito da HBsAg.
•
HDV è un virus difettivo capace di moltiplicarsi solo in presenza di HBsAg (HBV si
comporta come virus helper).
Può presentarsi insieme all’HBV oppure può superinfettare una epatite B cronica.
– Non può presentarsi in assenza dell’HBV.
– L’infezione può essere acuta o cronica.
Condivide le stesse modalità di trasmissione dell’HBV.
Negli Stati Uniti è presente primariamente fra i tossicodipendenti o nei pazienti
sottoposti a frequenti trasfusioni.
La più alta prevalenza si registra nell’area Mediterranea, nel Medio Oriente e nel
Sud America.
E’ la causa di circa il 50% delle epatiti fulminanti, malattia dalla mortalità
estremamente elevata.
•
•
•
•
•
Epatite D: epidemiologia
• Distribuzione geografica di HDV:
32
TERAPIA
Chapter 14
non esiste una terapia per la forma acuta
per le forme croniche:
IFN-a
LAMIVUDINA
(inibitore trascrittasi inversa)
ADEFOVIR DIPIVOXIL
(analoghi nucleosidici)
La prevenzione: HBV
• Educazione sanitaria: fare uso di profilattici in lattice,ridurre il
numero di partner sessuali,evitare di scambiare siringhe,evitare
la foratura della pelle ecc...
• Controllo di donatori di sangue.
• Immunoprofilassi attiva: Vaccino anti-HBV.
• Immunoprofilassi passiva: in caso di esposizione accidentale
(immunoglobuline umane specifiche contro l’HBV entro 2-4 ore
dalla esposizione. Protezione per 2-3 settimane).
• Screening HbsAg in tutte le gestanti alla prima visita e a 33-35
settimane di gestazione.
• La gravida esposta al contagio può essere protetta con HBIG (Ig
anti-HbsAg) e può iniziare il programma di vaccinazione.
• Il neonato può essere protetto con HBIG e la prima dose di
vaccino entro 12 ore dalla nascita.
• Considerate le particolari modalità di infezione, l’isolamento del
malato non è necessario.
•
•
•
•
Legge del 27 maggio 1991 n 165:
“è resa obbligatoria la
vaccinazione per tutti i nuovi nati
del primo anno di vita e,
limitatamente ai dodici anni
successivi alla data di entrata in
vigore della presente legge, anche
per soggetti nel corso del
dodicesimo anno di età”.
Il vaccino in uso è preparato con la
tecnica del DNA ricombinante.
Inserimento di un plasmide
contenente il gene S per l’HBsAg
in un lievito (S.cerevisiae)
3 iniezioni: 2 dosi a distanza di un
mese la terza a distanza di 6 mesi
dalla prima
Il vaccino per
HBV
costituito da HBsAg ricombinante
monovalente: (somministrato ai tempi 0, +1,
+6 mesi)
ENGERIX-B (GlaxoSmithKline)
RECOMBIVAX HB (Merck)
bivalente: (+ vaccino inattivato anti HAV)
Epatite B: tutti gli under trenta sono
protetti
•
21 marzo 2011
Nel 1991 è stata introdotta in Italia la vaccinazione obbligatoria contro
l'epatite B, secondo uno schema innovativo che si rivela vincente. Sono 16
milioni gli italiani immuni dall'epatite B, fin da piccoli, grazie alla
vaccinazione. L'Italia è in questo un modello per tutto il mondo. «Prima
dell'entrata in vigore della legge che ha reso obbligatoria la vaccinazione il
vaccino veniva somministrato alle persone considerate a rischio per
l'infezione, sia per gli stili di vita (per esempio, tossicodipendenti), sia per la
professione (personale sanitario)». Vaccinare soltanto le persone a rischio
d'infezione, però, non bastava e l'OMS ha cominciato a raccomandare la
vaccinazione per tutti i neonati. «L'Italia è andata oltre. Da noi, infatti, la
malattia si trasmette diversamente rispetto ad altri Paesi, soprattutto asiatici
e mediorientali. Da quelle parti è prevalente il contagio materno-fetale e
quello fra bambini, mentre in Italia le vie di trasmissione più frequenti sono i
rapporti sessuali e gli aghi infetti».
• Immunizzare contro l'epatite non significa soltanto prevenire l'infezione
acuta, ma anche prevenire le epatiti croniche che si manifestano nel 10-20%
dei casi, le sovrainfezioni da virus delta. Il virus delta, endemico in Italia,
scoperto da Mario Rizzetto è un virus difettivo: ha bisogno del virus B per
Previene anche l’epatocarcinoma
Epatite C
Agente eziologico:
Virus appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, genere
Hepacivirus.
È stato identificato nel 1989, ed è stato riconosciuto essere il
principale responsabile delle epatiti che venivano
precedentemente definite non-A-non-B.
È costituito da una particella sferica, provvista di un
rivestimento esterno di circa 50 nm di diametro.
Il genoma virale è costituito da una molecola di RNA lineare ad
elica singola in grado di codificare la sintesi di proteine
strutturali (una proteina del nucleocapside e due proteine del
rivestimento esterno) e di proteine non-strutturali, importanti
per la replicazione virale (includono una proteasi virale, una
elicasi e una RNA-polimerasi RNA-dipendente).
Epatite C
La caratteristica più importante dell’HCV è la grande variabilità
della sequenza genomica.
Sulla base di questa eterogeneità genetica, gli isolati virali che
maggiormente differiscono nella sequenza genomica sono stati
suddivisi in "tipi", o genotipi.
I diversi genotipi hanno fra loro una
differenza della struttura genetica che
arriva anche al 35%.
Secondo la classificazione proposta da
Simmonds nel 1993, i 6 genotipi sono
indicati con numeri arabi e,
all’interno di ciascun genotipo i diversi
sottotipi sono indicati con lettere
minuscole, dell’alfabeto.
Distribuzione
percentuale
dei genotipi
dell'HCV in
Europa ed in
Italia (Studio
Hencore,
1998).
E' evidente la
prevalenza del
genotipo 1, ed
in particolare
del tipo 1b.
L’epatite C, in Italia, è la
causa principale di:
•
•
•
•
•
•
•
epatiti croniche
cirrosi epatica
tumori al fegato
trapianti di fegato
decessi di malati di AIDS (coinfetti)
L’epatite C causa il maggior numero di
decessi tra le malattie infettive
trasmissibili.
Epatite C
Trasmissione:
tramite emotrasfusioni, emoderivati, emodialisi, aghi e
siringhe infetti, tatuaggi, strumenti sanitari non sterili,
punture e ferite, trapianti d'organo.
Vi è inoltre trasmissione sessuale, perinatale, intrafamiliare e
per saliva (morso)
I gruppi a rischio sono:
– politrasfusi
– emofilici
– dializzati
– tossicodipendenti
– operatori sanitari
– nati da madre portatrice
– conviventi con HCV+
– etero ed omosex con molti partner
Principali modalità di
trasmissione
Attualmente le principali modalità di trasmissione sono
• trasmissione ospedaliera (nosocomiale),
• Tossicodipendenza
• trattamenti estetici
• tatuaggi e piearcing effettuati in ambienti non
adeguatamente sterilizzati.
Le nuove infezioni sono attualmente diminuite ma nell’ipotesi più
ottimistica ogni anno si verificano circa 1000 nuovi casi di
epatite da virus C.
Non ci sono dubbi, quindi, che nei prossimi 5-10 avremo a che
fare con le complicanze della epatite da HCV, tradotto in
una crescente domanda di trapianti di fegato e trattamenti
per l’epatocarcinoma.
Epatite C
Trasmissione Parenterale Inapparente
Strumenti chirurgici non ben sterilizzati:
- dentista
- agopuntura
- ecc.
Altri strumenti non ben sterilizzati
- estetista
- barbiere
- tatuaggi, piercing
- ecc.
Oggetti da toilette taglienti o abrasivi
(rasoi, lamette, spazzolini da denti
Modalità di
trasmissione dei virus
epatitici per via
parenterale
inapparente.
Sintomatologia
E' quasi del tutto assente o di lieve entità nel 90% dei casi.
Diversamente è presente febbricola, astenia, nausea,
malessere, disturbi addominali.
Diagnosi
La diagnosi dell'epatite C si basa sulla ricerca dei marcatori e
sui dati clinici ed epidemiologici. L'incubazione è di due mesi
circa.
Prognosi
Nel 50% dei casi l'epatite C evolve in un'epatite cronica, il
25% rimane portatore di HCV, il 25% si negativizza entro 612 mesi.
Complicanze
Epatite fulminante, epatite cronica.
Cancro
Epatite C
Profilassi post-esposizione
I dati attualmente disponibili indicano che non sono disponibili
rimedi efficaci in caso di esposizione accidentale al virus.
E' stata dimostrata la non efficacia della somministrazione di
immunoglobuline, e non vi è alcuna evidenza di beneficio clinico
mediante l'impiego di farmaci antivirali o di interferone dopo
un esposizione a rischio.
Tuttavia è importante che una persona esposta al rischio di
contagio venga adeguatamente controllata nel tempo, in modo
da avere la possibilità di effettuare una diagnosi precoce in
caso di avvenuto contagio.
Epatite C
Secondo i dati dell'OMS si calcola che oltre il 3% della
popolazione mondiale ha contratto l'infezione e che sono circa 160
milioni i portatori dell'HCV.
In
-
Europa e USA, l'HCV è responsabile di:
20% dei casi di epatite acuta
70% dei casi di epatite cronica
40% dei casi di cirrosi
60% dei casi di epatocarcinoma
30% dei trapianti di fegato.
In Italia l'incidenza di epatite acuta di tipo C negli ultimi decenni
ha subito un declino.
La maggioranza di coloro che ha contratto l'infezione risiede nei Paesi
asiatici (Taiwan, Mongolia, Pakistan), dell'Africa subsahariana
(Camerun, Burundi, Gabon) e del Mediterraneo orientale (Egitto che,
con oltre il 20%, detiene in assoluto la frequenza più alta).
Il Nord Europa presenta una prevalenza globale tra 0,1
e 1%. In Europa centrale la prevalenza è intermedia, dal
0,2% nei Paesi Bassi al 1,2% in Francia mentre
nell'Europa meridionale, tra cui l'Italia, la prevalenza
varia tra il 2,5% e il 3,5%.
Tassi di incidenza (x 100.000 abitanti) dell'epatite C per anno ed
età (Fonte dei dati: SEIEVA, 2000)
Nel nostro Paese la percentuale di soggetti infettati dall'HCV è di circa il 2% della
popolazione generale con un gradiente che aumenta dal Nord verso il Sud e le isole e
con l'età (il 60% dei pazienti con epatite C è ultrasessantacinquenne).
I numeri dell'epatite C in Italia
Tasso di infezione
da HCV
Persone affette da
epatite C
Incidenza epatite C
(2004)
Tasso di mortalità
(1997-2004)
2%
1 milione
0,5/100.000 abitanti
0,23%
Epatiti virali: tabella sinottica
58
Prevenzione delle epatiti
- Screening del sangue e dei suoi derivati
- Impiego di aghi e siringhe monouso
- Adeguata sterilizzazione di strumenti
chirurgici e dentali
- Uso di precauzioni e barriere come
l'impiego di guanti, protezione degli occhi e
viso, ecc.
- Educazione nel rischio di usare per più
persone materiale non sterilizzato
(forbicine, rasoi, ecc.)
- Vaccinazione anti HBV
INSIEME
CONTRO LE MALATTIE EPATICHE
Fondazione Amici dell’Epatologia
FADE
I° GIORNATA NAZIONALE
MALATTIE EPATICHE
20 NOVEMBRE 2004
Informare e sensibilizzare sul territorio nazionale l’opinione pubblica su:
patologie del fegato, prevenzione, trattamenti e novità, psicologia del
paziente “trattato”.
INFORMARE E’ FARE SALUTE
L’informazione è l’arma più efficace contro il diffondersi delle malattie
epatiche e soprattutto strumento insostituibile per una corretta conoscenza
delle cure e dei trattamenti possibili.
COME
• Informazioni e consulenze gratuite da parte di specialisti
• Distribuzione depliant informativi
• Sito www.assofade.org
• Sito AISF
• Laboratori
• Croce Rossa Internazionale
• Testimonial (Maria Teresa Ruta)
• Campagna Stampa e TV
• Seminari Scientifici
• Ufficio Stampa
MALATTIE SESSUALMENTE
TRASMESSE
Col termine di Malattie Sessualmente
Trasmesse (MST) o meglio Infezioni
Sessualmente Trasmesse (IST) viene
indicato un grande numero di patologie
solitamente suddivise in:
IST “classiche” o Malattie veneree
IST
“di
seconda
generazione”
comprendenti oltre 20 agenti eziologici
differenti.
IST “classiche”
IST “di seconda
generazione"
•sifilide
•condilomi
•gonorrea
•herpes genitale
•linfogranuloma venereo •infezioni da clamidia
•ulcera molle
•infezioni da trichomonas
•uretriti aspecifiche
•vaginiti aspecifiche
•………………………..
Le IST rappresentano un importante problema di sanità
pubblica per i risvolti sanitari, sociali ed economici che
comportano.
La loro importanza è determinata sostanzialmente da tre
fattori:
1. I tassi di prevalenza che le collocano fra le più diffuse
cause di morbosità nella popolazione in età fertile ed
economicamente produttiva (15-49 anni)
2. Determinano sequele e complicanze, spesso severe,
soprattutto a carico dell’apparato genitale femminile
3. Giocano un ruolo nell’incrementare il rischio di
trasmissione dell’HIV
IST: complicanze e sequele
•
•
•
•
•
•
•
Malattia infiammatoria pelvica
Gravidanze extrauterine
Infertilità (maschile, femminile)
Infezioni connatali e perinatali
Neoplasie ano-genitali
AIDS
Morte
Fattori che influenzano l’incremento delle
IST
• Cambiamento delle abitudini sessuali
 Inizio precoce dei rapporti sessuali
 Maggiore promiscuità sessuale
• Largo uso dei metodi contraccettivi
• Maggiore mobilità della popolazione
mondiale
 Turismo
 Lavoro
Flussi migratori
FATTORI di RISCHIO MST
CATEGORIE
COMPORTAMENTI
• età < 25 aa
• elevato n° di partners
• omo-bisessuali
• partner con IST
• provenienza
geografica
• età 1° rapporto  15 aa
• aree urbane
• [ basso ceto sociale ]
• rapporti non protetti
• sesso per denaro
• uso di droghe e/o
alcol
L’Epidemiologia delle IST in Italia
 Gli unici dati disponibili sulle IST in Italia fino al 1990 sono stati
quelli relativi alle denuncie obbligatorie (dati ISTAT).
I dati ISTAT non riportano alcun dato sulle IST di seconda
generazione.
 Includono solo 2 IST, sifilide e gonorrea, e indicano che queste
malattie sono in progressiva diminuzione.
 Sottostimano la vera frequenza di sifilide e gonorrea (che è
almeno doppia rispetto ai dati delle denuncie ISTAT).
La conoscenza dell’epidemiologia
delle IST è complicata dal fatto che
solo una parte dei casi viene
riconosciuta.
I pazienti con IST non vengono
convogliati in un unico tipo di
struttura clinica, ma si
distribuiscono in diverse realtà
sanitarie del territorio.
Solo una parte dei casi di IST viene riconosciuta
CASI DIAGNOSTICATI
CASI NON DIAGNOSTICATI
Asintomatici
Oligosintomatici
Diagnosi errate
Autoterapia
Istituto Superiore di Sanità
Sistema di Sorveglianza Nazionale delle IST
Attivo dal 1991
Sistema sentinella
o
o
o
o oo
o
o oo
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
47 centri pubblici
specializzati nella
diagnosi e cura
delle IST
ooo
o
oo
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
O Centri ginecologici
o Centri dermatologici
o
o
o
o
9782 diagnosi di IST nel periodo 1/2001-6/2003
CANDIDOSI VAGINALE
3463
3463
CERVICITE DA MICOPLASMI
2282
VAGINOSI BATTERICA
1114
MOLLUSCHI CONTAGIOSI
180
SCABBIA
35
CONDILOMI
1117
CHLAMYDIA
446
TRICOMONIASI
236
URETRITI ASPECIFICHE
209
SIFILIDE SIEROLOGICA
185
GONORREA
152
HERPES
148
SIFILIDE I-II
112
PEDICULOSI PUBICA
MST CLASSICHE 29 %
64
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
IST CLASSICHE 2001-2003
CONDILOMI
41%
CHLAMYDIA
17 %
TRICOMONIASI
9%
URETRITI ASPECIFICHE
8%
SIFILIDE SIEROLOGICA
7%
GONORREA
6%
HERPES
6%
SIFILIDE I-II
4%
PEDICULOSI PUBICA
2%
0
200
400
600
800
1000
1200
Principali MST
• clamidia, gonorrea, sifilide e tricomoniasi
(causate da batteri);
• AIDS, condilomi, infezioni erpetiche,
epatite B ed epatite C (causate da virus);
Epidemiologia di Chlamydia
• Incidenza: Circa 4 milioni di nuovi casi/anno
negli U.S. e 5 milioni in Europa
• Una delle IST batteriche più diffuse
• Tassi 4x più alti nelle donne
• La sua prevalenza decresce nei paesi in cui
vengono applicati programmi di controllo
(screening)
• Elevata trasmissione sessuale (>50%)
• Trasmissione perinatale (congiuntivite neonatale)
nel 30-50% dei neonati esposti
Chlamydia trachomatis
Chlamydia — Rates by gender:
United States, 1984–2003
Rate (per 100,000 population)
500
400
300
Men
Women
200
100
0
1984
86
88
90
92
94
96
98
2000
02
Chlamydia t.: fattori di rischio
Età < 25 anni : rappresenta il
principale fattore di rischio
Oltre il 70% delle infezioni sono
diagnosticate in donne di età
compresa tra i 15 ed i 24 anni
CDC: 2000
Munk: 1999
Mangione-Smith: 1999
Cosa è la Sifilide?
• La Sifilide è causata dal
batterio Treponema
pallidum. È una malattia
complessa che causa
vari sintomi nelle
diverse fasi
dell'infezione. Se non
viene curata, la Sifilide
può avere complicazioni
molto serie.
Sifilide (lue)
Secondo la tradizione, fu introdotta in Europa dai marinai di
Cristoforo Colombo di ritorno dall'America e in Italia dalle armate
dei soldati di Carlo VIII nel '400
Agente eziologico:
Treponema pallidum
Spirocheta molto mobile e labile:
sopravvive per pochissimo tempo fuori dall’organismo infettato,
è distrutta dai comuni disinfettanti
e non resiste a 40-50°C
Modalità di trasmissione:
rapporto sessuale (sifilide acquisita)
da madre malata al nascituro (sifilide congenita o prenatale)
Soggetti maggiormente a rischio:
giovani tra 20 e 30 anni, omosessuali maschi, le persone dedite
alla prostituzione
Incubazione:
10 giorni-3 mesi
La sifilide acquisita si evolve in 3 stadi:
stadio primario:
si sviluppa la lesione primaria, un sifiloma caratterizzato da ulcera
con margine duro in cui si rinvengono i treponemi;
dopo la scomparsa del sifiloma, compare lo stadio secondario
stadio secondario:
diffusione ematogena dei treponemi. Si ha eruzione cutanea
generalizzata, e la comparsa, a carico della mucosa orale o
genitale, di placche, spesso accompagnate da sintomi generali come
febbre modesta e malessere generale;
stadio terziario:
molto tardivo che può insorgere dopo un lungo periodo di latenza
dal secondario.
E’ caratterizzato dalla comparsa di lesioni granulomatose ed
andamento cronico in sede dermica o ipodermica.
Le manifestazioni di maggior rilievo sono a carico del SNC , con
alterazioni degenerative irreparabili della corteccia cerebrale e del
midollo spinale.
Per sifilide latente si intendono quei periodi dopo l’infezione luetica
in cui i pazienti sono sierologicamente reattivi, ma non dimostrano
altra evidenza di malattia.
Diagnosi:
ricerca del treponema pallidum nelle lesioni primarie.
Terapia:
antibiotica
Le reinfezioni sono possibili
Sifilide congenita distinta in :
precoce
nel neonato, stato distrofico, cute grinzosa, rinite
persistente, tumefazione splenica e/o epatica
tardiva
nel secondo decennio di vita, naso a sella, tibie incurvate a
sciabola, triade di Hutchison (incisivi con margine libero a
semiluna, cheratite ed otite)
Gonorrea
Cosa è la Gonorrea?
• La Gonorrea è un'infezione causata
dai batteri Neisseria gonorrhoeae.
La Gonorrea può portare
all'infezione dell'uretra, della
cervice, del retto e della gola.
Tuttavia molte persone non sanno di
avere la Gonorrea, poiché, sebbene
siano infettate, non hanno nessun
sintomo.
Come fa qualcuno
a prendere la
Gonorrea?
• La Gonorrea è trasmessa
attraverso contatto
sessuale (sesso vaginale,
anale o orale) con una
persona infetta.
Antibiotico-resistenza
• La crescente importanza della resistenza
agli antimicrobici di Neisseria
gonorrehoeae, con il sempre più concreto
rischio di infezioni gonococciche non
trattabili, richiede l’attivazione di un
sistema di sorveglianza in grado di
individuare con rapidità sia eventuali
modifiche della sensibilità ai farmaci
antimicrobici sia il rischio di emergenza e
trasmissione di ceppi antibiotico-resistenti.
Cosa è la Clamidia?
• La Chlamydia trachomatis è un batterio che
può causare una Malattia Sessualmente
Trasmissibile. L'infezione da Clamidia è
molto comune tra gli adulti giovani e tra gli
adolescenti. Tuttavia molte persone non
sanno di avere la Clamidia, poiché, sebbene
siano infettate, non hanno nessun sintomo.
Circa il 75% delle donne infette e metà
degli uomini infetti non presentano sintomi
di Clamidia.
Chlamydia trachomatis
La Chlamydia trachomatis è un batterio immobile, gram -, a vita
intracellulare obbligato
Dotate di numerose potenzialità metaboliche
e biosintetiche, le Chlamidie non sono in
grado di produrre ATP, per cui devono
necessariamente approvvigionarsi a spese
della cellula parassitata
Si conoscono almeno 15 serovar ,
con un diverso spettro di patogenicità.
Serovar D, E, F, G, H, I, J, K:
sono tra i più comuni agenti eziologici di malattie a trasmissione
sessuale nei paesi industrializzati, e tra di essi i serovar D, E ed
F sono quelli più frequentemente coinvolti in questo tipo di
patologie.
Ciclo vitale dimorfico: forma infettante=corpo elementare (EB)
molto piccola, rotondeggiante, di aspetto denso e compatto, inerte
dal punto di vista metabolico, sopravvive in ambiente
extracellulare. I corpi elementari si legano alla superficie delle
cellule delle mucose e vengono introdotti nella cellule per
endocitosi.
Una volta introdotto si
trasforma in corpo reticolare,
(RB) metabolicamente attivo
che si moltiplica per
scissione binaria.
Dopo poche ore subisce
un processo di condensazione
e disidratazione,
ritrasformandosi in corpo
elementare che, liberato
all’esterno per la morte della
cellula parassitata e la rottura
della membrana del fagosoma,
è pronto ad infettare altre cellule
Spettro delle malattie umane provocate dalla Chlamydia trachomatis
Specie (sierotipo)
Malattie acute
Sierotipi A-C
Tracoma, congiuntivite
Sierotipi D-K
Uretrite, cervicite, oftalmia
neonatale,polmonite neonatale,
proctite, epididimite, orchite,
sindrome di Reiter, malattia
infiammatoria pelvica,
gravidanza ectopica,
infertilità tubarica,
sindrome di Fitz-Hugh-Curtis
Sierotipi LGV
Linfogranuloma venereo
La Clamidia in Italia
A differenza di altri Paesi europei, in Italia
non conosciamo l’impatto delle infezioni da
Chlamydia. È necessario attivare un sistema
di monitoraggio più efficiente delle patologie
a trasmissione sessuale maggiormente
diffuse, affiancando alla notifica obbligatoria
di sifilide e gonorrea anche una sorveglianza
su scala nazionale, in base alla diagnosi di
laboratorio, delle infezioni da Chlamydia ed,
eventualmente, anche da virus Herpes
simplex (HSV).
Clamelle test
CLAMELLE CHLAMYDIA TEST un semplice test delle urine che viene spedito
al laboratorio per i risultati,questo test è disponibile nelle farmacie aderenti
al servizio clamidia clamelle.
Quando devo fare il test?
si dovrebbe fare il test qualunque sia l’età e il sesso in particolare se:
•si sta valutando di iniziare una famiglia e si vuole controllare che non si
abbia l’infezione che potrebbe influenzare la fertilità
•hai avuto rapporti sessuali non protetti
•hai cambiato partner sessuale
Come faccio a fare il test?
•Prelievo di un campione di tessuto (di solito dal collo dell'utero): Una
donna non dovrebbe fare la doccia o usare creme vaginali o medicinali per
24 ore prima di fare il test.
•Campione di urina: non urinare per 2 ore prima di effettuare la raccolta del
campione di urina
Chlamydia Test Kit
Dove posso fare il test?
E’ possibile ottenere una prova comodamente nelle farmacie
convenzionate acquistando il Chlamydia Test Kit che contiene:
- istruzioni per l’uso
-modulo di richiesta di prova
-contenitore sterile per le urine
-container per il trasporto
-busta imbottita
Il risultato sarà disponibile entro sette giorni e puoi scegliere di ricevere il risultato
nella tua mail o nella tua farmacia.
Se il test è positivo cosa devo fare?
Se hai acquistato un test e il risultato è positivo, non ti preoccupare. L’infezione può
essere trattata rapidamente con antibiotici.E’ sufficiente recarsi in farmacia dove
riceverai un’adeguata consulenza dal tuo farmacista alla salute sessuale e in seguito
alla consultazione è possibile acquistare Clamelle Azitromicina 500 mg compresse se
il farmacista conferma che il trattamento è adatto a te. Le compresse contengono
Azitromicina,un antibiotico efficace, disponibili senza prescrizione medica.
Trattamento
Data la natura batterica dell’infezione, la
clamidia è trattabile con antibiotici. Gli schemi
terapeutici raccomandati prevedono l’uso per
via orale di azitromicina o di una tetraciclina;
in alternativa, di eritromicina o di un
chinolone sempre per via orale. In gravidanza
sono indicate amoxicillina o eritromicina,
oppure clindamicina. Vanno trattati anche i
partner sessuali.
L'herpes virus genitalis
• L'herpes virus genitalis o herpes virus
tipo II, è un'infezione a trasmissione
sessuale molto somigliante a quella
provocata dall'herpes virus labialis tipo I.
• Si tratta delle cosiddette "febbri", cioè
quelle bollicine fastidiose che appaiono sulle
labbra ma anche in altre zone della cute
solitamente durante un'influenza, un
periodo di stress, una intensa esposizione al
sole.
Come si cura l'herpes genitalis?
• Se siete di fronte ad un primo episodio
fatevi visitare, vi prescriveranno un
antivirale per via orale, molto costoso
ma totalmente a carico del Servizio
Sanitario Nazionale, che potrà
abbreviare sia la durata che l'intensità
dei sintomi.
• Le compresse a base di antistaminico
possono aiutarvi a ridurre il prurito.
• Per quello che riguarda gli episodi
successivi una crema antivirale,
anche se molto costosa e non a
carico del Servizio Sanitario
Nazionale, potrebbe, se usata ai
primi sintomi, ridurre la durata degli
episodi.
• Purtroppo non esiste una terapia
definitiva nonostante si parli da
molti anni dell'imminenza di un
vaccino.
Che cosa si può fare se si
teme di avere avuto un
rapporto a rischio?
• Per prima cosa è bene evitare i lavaggi
vaginali interni con detergenti troppo
aggressivi dopo il rapporto perché facilitano
la risalita dei germi e perché, rimuovendo la
normale flora batterica della vagina, che
esercita un effetto protettivo, la rendono più
suscettibile all’attacco dei germi patogeni.
Inoltre è sbagliato e inutile assumere una
terapia antibiotica empirica.
CHE COS’E’ L’A.I.D.S.?
L’A.I.D.S. o S.I.D.A. è una sindrome
da immunodeficienza acquisita.
E’ uno stato patologico in cui si ha la
riduzione delle funzioni del sistema
immunitario la cui causa non è congenita
ma dipende da cause esterne.
Il virus H.I.V. è la causa
dell’immunodeficienza acquisita
ORIGINE E DIFFUSIONE
• Da un Virus delle scimmie (SIV),
originario dell’Africa, potrebbe
essersi evoluto recentemente l’HIV-2,
( virus capace di infettare sia l’uomo
che le scimmie ).
• Dall’HIV-2 si è passati alla forma
HIV-1 più virulenta, che si è diffusa
in Europa e negli USA.
Struttura dell’HIV
•
Envelope gp120 e gp41
•
Matrice
•
Core
p17
• materiale genetico: due catene di ssRNA (diploide) - 9,7 kb
• enzimi: proteasi, trascrittasi inversa, RNasi H, integrasi
• p24 proteina del capside
• p9 e p6 proteine del nucleocapside
• proteina Vpr
Genoma dell’HIV-1
Geni strutturali
• gag, group antigen: p17, p24, p9
e p6
• pol: proteasi, trascrittasi inversa,
RNasi H, integrasi
• env: glicoproteine dell’envelope
gp120 e gp41 (precursore gp160)
Geni regolatori
• tat transactivator
• rev regulator of virion protein expression
• nef negative regulator factor
• vif virion infectivity factor
• vpr viral protein R
• vpu viral protein U
Il ciclo replicativo dell’HIV
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Adesione e Fusione
Penetrazione nella cellula e uncoating
Trascrizione inversa
Integrazione
Trascrizione del provirus e assemblaggio
Gemmazione
Cellule bersaglio
Cellule con recettori
CD4
• Linfociti T
• Macrofagi
• Cellule nervose
AIDS
(Acquired immunodeficiency syndrome)
“Sindrome da immunodeficienza acquisita”
Insieme di patologie correlate a un’unica
causa:
immunodeficienza provocata dal virus HIV
(Human immunodeficiency Virus)
Si contrae per contagio
AIDS
Dall’infezione alla malattia
Manifestazioni cliniche
Sono in minima parte causate dall’aggressione diretta del Virus
della Immunodeficienza Umana (HIV).
Le manifestazioni cliniche sono dovute in larga maggioranza
all’azione di agenti la cui patogenicità è condizionata dalla
situazione immunitaria dell’ospite (“agenti opportunisti”).
Dall’infezione alla malattia
3 FASI :
FASE I infezione primaria
FASE II latenza clinica
FASE III fase sintomatica
Dall’infezione alla malattia
FASE I infezione primaria
sintomatologia tipo influenzale:
febbre, astenia (stanchezza), faringite, cefalea,
malessere generale
• Insorgenza della risposta immunitaria HIV-specifica
FASE II latenza clinica
periodo asintomatico
da pochi mesi a 12 anni
• progressivo esaurimento del sistema immunitario
riduzione del numero dei linfociti T CD4+ (difetti funzionali
dei linfociti T CD4+, CD8+, linfociti B e altre cell del sist. Immunitario)
Dall’infezione alla malattia
FASE III fase sintomatica
quadro clinico grave, complesso:
febbre, diarrea cronica, calo ponderale, candidosi
• attacco dell’organismo immunodepresso da parte di
agenti opportunisti
AIDS conclamato
patologie infettive opportunistiche,
polmonite da pneumacystis carini, neurotoxoplasmosi,
neoplasie (sarcoma di Kaposi, linfomi non-Hodgkin)
principale causa di morte nei pazienti con AIDS
Dall’infezione alla malattia
Andamento clinico tipico dell’infezione da HIV-1
FASI DELL’INFEZIONE
Acute
phase
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
HIV - quadri clinici Col progredire del danno al sistema immunitario,
evidenziato dalla marcata riduzione dei linfociti CD4+,
l'organismo viene esposto al rischio di sviluppare
determinate patologie, di tipo infettivo e neoplastico,
definite opportunistiche.
Si considera che il rischio di sviluppare queste infezioni
sia presente quando i linfociti CD4+ sono inferiori ai
200/mmc, mentre è molto elevato per valori inferiori a
100/mmc.
La fase di malattia conclamata inizia quando compare
una di queste patologie.
HIV - quadri clinici Schematicamente, partendo dal momento del contagio fino allo
sviluppo della malattia conclamata, si distinguono 5 stadi clinici, la
cui evoluzione è molto variabile potendo essere influenzata da
numerosi fattori, primo fra tutti l'impiego di una adeguata terapia
antiretrovirale :
1)
2)
3)
4)
Infezione acuta primaria
Infezione asintomatica
Linfoadenopatia Generalizzata Persistente (PGL o LAS)
Complesso AIDS-correlato (ARC)
In questa fase si presentano anche alcune cosiddette infezioni
opportunistiche minori, quali:
- Candidosi orale o oro-faringea
- Leucoplachia orale villosa
- Herpes-Zoster multidermatomerico
- Condilomatosi genitale
5) AIDS conclamato
Patologie nella fase di AIDS conclamato
INFEZIONI OPPORTUNISTICHE
•
•
•
•
•
Infezioni fungine (Candidosi)
Infezioni virali (Citomegalovirus, Herpes)
Infezioni da Protozoi (Toxoplasmosi cerebrale)
Infezioni batteriche (Polmoniti, Tubercolosi)
Neoplasie: Sarcoma di Kaposi, Linfomi NonHodgkin, Carcinoma della cervice uterina
• Patologie specifiche: AIDS - dementia complex
Il sarcoma di Kaposi è un tumore raro
che prende origine dalle cellule che
ricoprono l’interno dei vasi sanguigni o
linfatici (cellule endoteliali) e può
manifestarsi a livello di cute, mucose e
organi interni.
Sarcoma di Kaposi
• Il virus HHV8 (herpes virus)
è ritenuto indispensabile per
l’insorgenza del sarcoma di
Kaposi, le persone infettate
da questo virus sono più a
rischio. Il virus da solo però
non basta, complice della
trasformazione in senso
tumorale è anche un sistema
immunitario debole (terapie
immunosoppressive, AIDS).
Malattie opportuniste in malati di AIDSChapter 14
Principali sintomi dell AIDS
TEST DI LABORATORIO
PER LA DIAGNOSI
• Ricerca anticorpi (ELISA)
• Se positivo: conferma presenza anticorpale
con Western Blotting (periodo finestra: 36mm)
• RNA qualitativo (PCR): nei bambini di madri
HIV+, nel sospetto di infezione primaria
PER LA VALUTAZIONE PROGNOSTICA
• RNA quantitativo
• Conta CD4
PERIODO FINESTRA
Periodo che intercorre tra il contagio (test
negativo) e la positività agli anticorpi antiHIV (test positivo)
Trascorrono circa 6 mesi
Il soggetto è infettivo
Periodo finestra
VIE DI TRASMISSIONE
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
Trasmissione sessuale dell’HIV
La trasmissione è più facile da uomo a donna.
Coppie con
uomo HIV+
19% di contagio
della partner sana
Coppie con
donne HIV+
2,4% di contagio
del partner sano
Complessivamente il rischio di contagio uomo
è 8 volte superiore al rischio di contagio donna
donna
uomo
Come NON si trasmette?
Dalla saliva (baciare, leccare, starnutire, bere dallo stesso bicchiere)
Dal sudore e dalle lacrime
Stringersi la mano, toccarsi, masturbarsi reciprocamente
Dalle punture di insetti
Dall uso in comune di piatti, bicchieri ed utensili da cucina, servizi
igienici e piscine.
Epidemiologia dell’HIV
La grande maggioranza di casi è localizzata nel Paesi in via di
sviluppo:
si stima che circa il 90% dei sieropositivi nel mondo sia
concentrato nei Paesi dell'Africa sub-Sahariana e dell'Asia
meridionale (soprattutto Tailandia e India).
In questi Paesi sono anche concentrati la maggior parte dei
bambini che vivono con l'infezione (circa l'87% del totale).
Questo dato dipende da vari fattori: molte donne africane in età
fertile sono sieropositive, mediamente hanno più figli delle donne
europee o americane, allattano i propri figli e non hanno a
disposizione farmaci per ridurre il rischio di trasmissione.
Chapter 14
http://www.epicentro.iss.it/problemi/aids/rapportoUnaids08.asp
Andamento epidemico di AIDS in Europa
Etero
Casi per milione
IVU
O mo
4000
3000
10000
2000
5000
0
IVU
5000
15000
60
Ete ro
Omo
1000
0
1988 1990 1992 1996 2000 2004 2006
1988 1990 1992 1996 2000 2004 2006
Ovest
40
Est
Est *
20
0
1988
Ovest*
Unione Europea
(EU)
Centro
1990
1992
1994
1996
1998
2000
Anno di diagnosi
2002
2004
2006
Euro-HIV
Dati corretti per ritardo di notifica
* Paesi esclusi (dati non disponibili per tutto il periodo): Ovest: Andorra, Monaco; Est: Azerbaijan, Uzbekistan
Andamento epidemico di HIV in Europa
8000
7000
6000
5000
Etero
4000
Omo
3000
IVU
2000
Est
1000
0
1996 1998 2000 2002 2004 2005 2006
Ovest
Unione Europea (EU)
Ovest
Centro
Euro-HIV
* Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Islanda, Irlanda, Israele, Lussemburgo, San Marino, Svezia, Svizzera, Inghilterra
AIDS:Dalla tossicodipendenza
alla via eterosessuale
Nuove infezioni nel 2010
• Nel 2010 la maggioranza delle nuove infezioni è attribuibile a
contatti sessuali non protetti, che costituiscono l’80,7% di tutte
le segnalazioni (eterosessuali 49,8%, MSM 30,9%).
• Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2010
hanno un’età mediana di 39 anni per i maschi e di 35 anni per
le femmine.
• Oltre un terzo delle persone con una nuova diagnosi di HIV
viene diagnosticato in fase avanzata di malattia, e presenta una
rilevante compromissione del sistema immunitario (numero di
linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL). Queste persone che
scoprono di essere HIV positive in ritardo (linfociti CD4
inferiore a 200 cell/μL) hanno mediamente più di 40 anni di
età, hanno contratto l’infezione prevalentemente attraverso
contatti eterosessuali, e sono più spesso stranieri.
Aids e coppia, OMS: il 50% dei
sieropositivi ha partner senza virus
• 23.04.2012
• Solo il 40% degli hiv positivi nel mondo sa di
esserlo, e 1 su 2 ha un partner sieronegativo: non solo
i rapporti occasionali quindi, ma anche la coppia è un
luogo a rischio di contagio. Questo anche perché tra i
sieropositivi a conoscenza della propria condizione,
molti non lo rivelano al partner. È opportuno offrire
test dell’hiv e assistenza psicologica alle coppie e per
il sieropositivo si deve ricorrere alla terapia
antiretrovirale, che si è dimostrata efficace nel ridurre
la probabilità di trasmissione del virus.
Stima della proporzione di soggetti
inconsapevoli dell’infezione da HIV
Paese
Repubblica Ceca
Danimarca
Francia
Germania
Italia
Lettonia
Olanda
Polonia
Slovacchia
Svezia
Regno Unito
MEDIA UE
Stima soggetti
inconsapevoli
20-25%
15-20%
30%
25-30%
25%
50%
40%
> 50%
20-30%
12-20%
30%
≈ 30%
F. Hamers, HIV in Europe, 2007
Fattori associati a diagnosi di HIV tardiva
Variabile
Età (anni)
<32
>32 - <39
>39
Sesso
Femminile
Maschile
Area di origine
Italia
Nord
Centro
Sud
Isole
Estero
Categoria trasmissione
Tossicodipendente
Omosessuale
Eterosessuale
Altro/nd
Anno di diagnosi
1996-97
1998-99
2000-02
OR
95% IC
1.17*
1
1.32*
1.04-1.31
1.20-1.45
1
1.96*
1.76-2.19
1
1.22*
1.29*
1.52*
2.67*
1.10-1.36
1.15-1.44
1.32-1.74
2.31-3.09
1
6.24*
9.43*
15.60*
5.57-6.98
8.44-10.53
13.56-17.95
1
2.15*
2.36*
1.95-2.36
2.12-2.61
Stigma e rimozione collettiva
• Convinzione
che HIV sia associato solo a
tossicodipendenza, omosessualità, prostituzione,
immigrazione (droga, sesso, diversità sociale)
STIGMA
• HIV = malattia incurabile, morte
RIMOZIONE COLLETTIVA
Conseguenze del ritardo diagnostico
100%
Inconsapevoli
54%
75%
50%
25%
La trasmissione sessuale potrebbe
essere ridotta del 31% se tutti i soggetti
fossero consapevoli del loro sierostato
Consapevoli
46%
0%
Persone HIV+
Nuove trasmissioni sessuali
G. Marks et al., AIDS, 2006
Interazione tra HIV e MST
La
distruzione dell’ epitelio e della mucosa
(lesioni ulcerative)
La
risposta infiammatoria potrebbe
richiamare cellule (linfociti e macrofagi)
infettate dall’HIV o bersaglio per questo
virus
La
stimolazione della risposta immunitaria
può stimolare la replicazione dell’HIV
L’immunosoppressione
indotta da alcuni
microrganismi potrebbe determinare una
aumentata suscettibilità o aumentata
diffusione del virus
Le evidenze disponibili
dimostrano che il controllo
delle MST gioca un ruolo
fondamentale nella riduzione
della trasmissione sessuale
dell’infezione da HIV
Conclusioni
• L’
epidemia
di
HIV
in
Italia
appare
sostanzialmente fuori controllo (raggiungimento
di una “massa critica”)
• E’ necessaria una corretta informazione sia
sull’indicazione al test, che sugli obiettivi e
risultati della terapia, oggi in grado di consentire
il viraggio da malattia subacuta e mortale a
malattia cronica a lunga sopravvivenza
• Si rendono necessari interventi preventivi (HIV
testing) mirati su popolazioni e comportamento a
rischio
Presupposto
Passare dalla percezione di una malattia
“stigmatizzante” ad una malattia “come le altre”
Conclusioni
• Il serbatoio di infezione tende ad aumentare
leggermente a causa della stabilizzazione delle nuove
infezioni e dell’aumento della sopravvivenza
• Il ritardo diagnostico tende ad aumentare nel corso del
tempo
• La quota di infezioni sommerse è rilevante e può
determinare ritardi nell’accesso alla terapia e un
aumento del rischio di trasmissione dell’infezione
IN ITALIA
• Scende l’età del primo rapporto sessuale
• Aumentano i contatti sessuali a rischio,
senza protezione (condom)
• Aumenta la popolazione immigrata da paesi
ad alta prevalenza di HIV+
• Diminuisce la percezione dell’AIDS come
malattia grave e non guaribile
SCELTA DELLE COMBINAZIONI
La terapia antiretrovirale in Italia si avvale di
dodici farmaci che appartengono a diverse
classi:
•
•
•
inibitori nucleosidici della transcriptasi
inibitori non nucleosidici della transcriptasi
inversa
inibitori della proteasi
PREVENZIONE
•
Trasmissione orizzontale:
- Comportamenti sessuali sicuri (condom, fedeltà)
- Sangue ed emoderivati controllati
- Trattamento delle altre MST
- Siringhe monouso nei tossicodipendenti
- Utilizzo di strumenti sterili: piercing, tatuaggi
- Circoncisione
- Test HIV
- Vaccini e microbicidi
• Trasmissione verticale:
- Trattamento gravide sieropositive
- Trattamento del bambino alla nascita
- Allattamento artificiale
Test HIV e terapia precoce
Le armi vincenti per chi ha
contratto il virus
•
I farmaci introdotti nel 1995-96 hanno salvato la vita a molti
sieropositivi, ma avevano però un pesante impatto sulla
qualità di vita del paziente, perché richiedevano fino a
18/20 somministrazioni di compresse al giorno, erano
scarsamente tollerati, avevano una tossicità elevata. I
farmaci che utilizziamo oggi sono più maneggevoli e molto
meglio tollerati e sono tanto più efficaci quanto più
precocemente vengono somministrati, cioè quando
l’infezione è nella fase iniziale. Bisogna quindi favorire a
tutti i costi la diagnosi precoce, perché i pazienti trattati
oggi nelle fasi iniziali della malattia hanno delle
prospettive ottime di sopravvivenza.
TEST HIV

UNICO METODO DIAGNOSTICO
 ANONIMO E GRATUITO
 FARE IL TEST CONVIENE IN OGNI CASO
• AL SOGGETTO SIEROPOSITIVO CHE POTRÀ USUFRUIRE
• TEMPESTIVAMENTE DELLE TERAPIE DISPONIBILI
• AI PARTNER SESSUALI DEL SOGGETTO SIEROPOSITIVO
• ALLE COPPIE CHE PROGETTANO IL CONCEPIMENTO DI
FIGLIO
• A TUTTI COLORO CHE SONO TORMENTATI
DAL DUBBIO
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
UN
TEST HIV
PROCEDURA DIAGNOSTICA CLASSICA
 TEST ELISA
FALSI POSITIVI
(0,0004-0,0007%)
 WESTERN BLOT (TEST DI CONFERMA)
FASE FINESTRA
 DURATA MEDIA: (CDC: 22 GIORNI PER ELISA DI NUOVA GENERAZIONE)
 DURATA MASSIMA: 6 MESI
TEST PER LA DIAGNOSI PRECOCE
 ANTIGENEMIA P24
 IFA
 PCR QUALITATIVA
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TEST RAPIDI
 NEL 2002 LA FDA APPROVA IL PRIMO KIT “FAI DA TE”
ACQUISTABILE IN FARMACIA
 GRANDE SUCCESSO NEGLI USA
 ESITO IN TEMPI BREVISSIMI (REVEAL IN 3 MINUTI!!!!)
 ANALISI POSSIBILI SU CAMPIONI DI FLUIDO
ORALE (NO SALIVA!!!)
 ACCURATEZZA E POSSIBILITÀ DI FALSI COME
PER TEST CONVENZIONALI
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Eliminare la paura del test
Promuovere un approccio rilassato al test
CONDOM
• PIETRA MILIARE DEL SESSO SICURO
• PROTEZIONE DALLE MST
• UNICA BARRIERA EFFICACE CONTRO L’AIDS
• CONTRACCETTIVO
IL PROFILATTICO EVITA
IL
CONTATTO
COI
LIQUIDI
BIOLOGI
ATTRAVERSO CUI SI
TRASMETTE L’HIV
• NORMA EUROPEA EN 600:1996
DEFAILLANCE
• ROTTURE O LACERAZIONI (SCARSA PROBABILITÀ)
• USO NON CORRETTO O INCOMPLETO
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
Come usare correttamente un
preservativo?
Tenere sempre in mano i preservativi
Aquista solo preservati approvato dalle autorità
sanitarie
Controllare la data di scadenza
Conservare i preservativi in luogo fresco, asciutto e al
riparo dal sole / luce
Maneggiare con cura il profilattico per evitare di
dannegiarlo ( lo strappo con le unghie, i denti, anelli, ecc)
Mettere il preservativo prima di qualsiasi contatto genitale
per evitare l’esposizione a liquidi che possano contenere
agenti infettivi
Jose Antonio Valverde Arroyo
Come usare correttamente un
preservativo? 02
Comprimire l’estremo del preservativo per eliminare l’aria e
posizionarlo sul pene eretto, lasciando spazio sulla punta per depositare il
seme. Fare attenzione che il profilattico ricopra tutto il pene.
Usare il preservativo durante tutto il rapporto. Dopo l’eiaculazione,
ritirare lentamente il pene, tenendo il
preservativo alla base per garantire che non ci sia uscita dello
sperma durante il ritiro.
Rimouvere e gettare il preservativo nella spazzatura, mai in bagno.
Mai riutilizzare un preservativo.
Jose Antonio Valverde Arroyo
FEMIDOM
 PROTEZIONE, CONTRACCEZIONE E SICUREZZA
COME PER L’ANALOGO MASCHILE
 CONSENTE ALLA DONNA DI NON
DIPENDERE DALLÀ VOLONTÀ MASCHILE
 RICHIEDE ALCUNE PROVE
PRATICHE DI UTILIZZO
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
ANELLO VAGINALE
Anelli vaginali rilasciano farmaci
anti-AIDS
• Un nuovo tipo di anello vaginale può rilasciare non soltanto
contraccettivi, ma anche molteplici farmaci antiretrovirali a
livelli costanti che possono inibire l'Hiv. L'infezione nelle
donne deriva principalmente dalla trasmissione sessuale, ma
questo apparecchio può conferire protezione tanto dalla
trasmissione che dalla gravidanza. In particolare, ci si
attende che la combinazione di diversi farmaci anti-Hiv
risulti più efficace, in quanto i vari farmaci agiscono a stadi
differenti del ciclo vitale del virus. Con l'accortezza di
scegliere farmaci che non risultino tossici per la mucosa
vaginale e con bassi livelli di assorbimento sistemico, questa
strategia potrebbe avere il potenziale per la soppressione
della trasmissione eterosessuale dell'Hiv. (AIDS 2009; 23: 917-22)
DROGA & HIV

CIRCA IL 10% DELLE INFEZIONI A LIVELLO MONDIALE SONO
RICONDUCIBILI ALLO SCAMBIO DI SIRINGHE CONTAMINATE DAL
VIRUS

POTENZIALE CAPACITÀ INFETTIVA 3 VOLTE MAGGIORE DELLA VIA
SESSUALE

VEICOLO DI TRASMISSIONE DIRETTO ED INDIRETTO
 PREVENZIONE
•
RIDUZIONE DELLA DOMANDA
•
RIDUZIONE DELL’OFFERTA
•
RIDUZIONE DEL DANNO

PREVENZIONE DELLE GRAVI CONSEGUENZE IGIENICO - SANITARIE
CORRELATE ALL’USO DI SOSTANZE STUPEFACENTI

LOTTA ALLA TRASMISSIONE DEI VIRUS HIV E HCV
INDIPENDENTE DALLA LOTTA ALLA DROGA

DAL 2006 NEI PROGRAMMI UNAIDS
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
GAY & HIV
 EDUCAZIONE SESSUALE E PEER EDUCATION
• IN AMBIENTE SCOLASTICO ED EXTRASCOLASTICO
• TEMATICHE DELL’IDENTITà SESSUALE
• MESSAGGI RIVOLTI ANCHE A COLORO CHE NON RIESCONO
A FARE “COMING OUT”
• INFORMARE SUI RISCHI DEL SESSO ANALE
Un virus non
ha morale
LOTTA ALLA CULTURA OMOFOBA PREDOMINANTE
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
PMTCT
PREVENTING MOTHER – TO - CHILD TRANSMISSION
 TRASMISSIONE VERTICALE
• PUÒ AVVENIRE DURANTE OGNI TAPPA DELLA GRAVIDANZA
• TRAVAGLIO
• PARTO
• ALLATTAMENTO AL SENO
• CIBI PRE - MASTICATI
 FATTORI CHE AUMENTANO IL RISCHIO
• MADRE CON ALTA CARICA VIRALE
• NASCITA PREMATURA
• FASE DEL PARTO MOLTO LUNGA
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
PMTCT
 SENZA ALCUN TIPO DI TRATTAMENTO CIRCA IL 15 - 30% DEI
BAMBINI NATI DA DONNE SIEROPOSITIVE SARÀ HIV+
 LA PROBABILITÀ DI TRASMETTERE IL VIRUS DURANTE LA
FASE DI ALLATTAMENTO AL SENO È DEL 5 - 30%
 HAART + PARTO CESAREO + ALLATTAMENTO ARTIFICIALE
MTCT < 1%
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
BAMBINI E AIDS 2008
• NELL’ ULTIMO ANNO 420 MILA BAMBINI HANNO
CONTRATTO L’HIV E 290 MILA SONO MORTI A CAUSA
DELL’AIDS
• IL 90% NELLA ZONA SUB – SAHARIANA
• LA MAGGIOR PARTE CONTRAE IL VIRUS
ATTRAVERSO LA VIA MATERNO – FETALE
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
ESPOSIZIONE PROFESSIONALE ALL’HIV
 INFERMIERI E TECNICI DI LABORATORIO
 LESIONI PERCUTANEE ACCIDENTALI
• 48 CASI ACCERTATI NEGLI USA FINO AL 2007
 CONTATTO MUCOSO-CUTANEO
• 5 CASI ACCERTATI NEGLI USA FINO AL 2007
 PREVENZIONE NELL’AMBITO DEGLI OPERATORI DEL
SETTORE SANITARIO
• NORME IGIENICHE
• PROCEDURE DI STERILIZZAZIONE
• PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE (PEP)
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
CIRCONCISIONE
 RISCHIO DI CONTAGIO RIDOTTO DEL 50-60%
 METODICA PREVENTIVA DURATURA PER TUTTA LA VITA
SVANTAGGI
• UTILE SOLO PER GLI UOMINI
• ASTENSIONE DAL SESSO DOPO L’OPERAZIONE
• PER ALCUNE SETTIMANE
RISCHIO D’INFEZIONE
AUMENTATO
• NO PREVENZIONE PER ALTRE MST
• OPERAZIONE RICHIEDE ALTI COSTI
• FALSO SENSO DI SICUREZZA
CONDOM RESTA COMUNQUE MOLTO PIÙ EFFICACE
NEL PREVENIRE LA TRASMISSIONE DELL’HIV
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
MICROBICIDI
 MICROBICIDI VAGINALI E RETTALI
 MEZZO DI TUTELA PER LA DONNA
 FALLIMENTO DEL NONOXYNOLO-9
• AUMENTA IL RISCHIO DA UOMO A DONNA
• POCO TOLLERATO
 ATTUALMENTE CIRCA 30-40 MICROBICIDI IN FASE PRE-CLINICA
TENOFOVIR GEL 1%
BEN TOLLERATO
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
VACCINO
TERAPEUTICO
PROFILATTICO
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
POTENZIALI APPLICAZIONI DI UN VACCINO
ANTI HIV
Possibile
impiego del
vaccino
Popolazione
bersaglio
Obiettivo della
prevenzione:
evitare la
PREVENTIVO
Persone non infette
Malattia
PERINATALE
Donne gravide o
che allattano HIV+
Trasmissione ai
nuovi nati e ai
bambini
POSTINFEZIONE Individui infettati con
HIV
Progressione della
malattia
Vaccino anti-Aids, al via in Sudafrica
la sperimentazione del siero prodotto
in Italia
19 aprile 2011
Al via il ‘braccio’ sudafricano della sperimentazione di fase II del
vaccino italiano anti-Aids. L’Istituto superiore di sanita’ e il National
Department of Health del Sudafrica annunciano oggi l’inizio in Sudafrica
del trial di fase II del vaccino basato sulla proteina Tat di Hiv-1. Lo
studio, condotto dal gruppo di ricerca italiano coordinato da Barbara
Ensoli del Centro nazionale Aids dell’Iss e finanziato dal ministero della
Salute, e’ in questa fase di sperimentazione sostenuto dal ministero
degli Esteri.
Il trial sara’ condotto in doppio cieco con gruppo di controllo (placebo) e
interessera’ un totale di 200 partecipanti tra i 18 e i 45 anni.
L’immunizzazione terapeutica sperimentale sara’ eseguita tramite
somministrazioni del vaccino Tat a persone con infezione da Hiv in
terapia antiretrovirale (Haart), secondo uno schema di trattamento
mensile che prevede complessivamente 3 inoculi.
Vaccino antiaids, al via nuova
sperimentazione di Fase 1 della
proteina Tat associata a Env in
volontari sani
• Il Centro Nazionale AIDS dell’Istituto Superiore di
Sanità avvia la prima fase del programma di
sperimentazione clinica del vaccino preventivo
dell’infezione da HIV (studio ISS P-002) basato su
un vaccino che associa alla proteina Tat, che è già in
fase avanzata di sperimentazione in studi clinici
terapeutici di Fase II in Italia e Sud Africa, la
proteina Env fornita da Novartis. peo AVIP.
CONSIGLI UTILI SULL’ ALIMENTAZIONE
INFANTILE ED I PRODOTTI AD ESSA
DESTINATI
OPERA INFORMATIVA CIRCA LE
EVENTUALI INTERAZIONI DIETETICHE
E FARMACOLOGICHE IN CORSO DI
TERAPIA ANTIRETROVIRALE
RUOLO DEL
FARMACISTA
COUNSELING NEI PERCORSI
TERAPEUTICI SOSTITUTIVI DI
DISINTOSSICAZIONE
RACCOLTA E SEGNALAZIONE
DI EVENTUALI SIDES LEGATI
ALLA HAART
COUNSELING PRIMA
DEGLI ESAMI
DIAGNOSTICI
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
FORMAZIONE DI
PEER EDUCATOR
DISTRIBUZIONE GRATIS DEL
CONDOM NELLE GIORNATE DI
PREVENZIONE
RUOLO DEL
FARMACISTA
PROGRAMMI DI
SCAMBIO SIRINGHE
INIZIATIVE DI PREVENZIONE
ALL’INTERNO DELLA
FARMACIA SULLE MST
MISSIONI UMANITARIE NEI
PAESI IN VIA DI SVILUPPO
RUOLO NELLA RICERCA
SCIENTIFICA
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
Best Practices internazionali sottolineano la
necessità di:
• Incrementare conoscenza su HIV soprattutto nelle
categorie a rischio (omosessuali maschi,
tossicodipendenti, immigrati, lavoratori/ lavoratrici
del sesso)
• Supportare interventi evidence-based per
prevenire le nuove infezioni e il loro impatto sulla
popolazione
• Favorire accesso al test HIV ad ampie fasce di
popolazione con il supporto di adeguate
campagne di educazione sanitaria
• Monitorare e valutare attività di prevenzione
sviluppando indicatori sanitari specifici
AIDS - campagne di prevenzione -
Meno discriminazione più prevenzione
Salviamo l’ amore dall’ AIDS
AIDS e GIOCHI
Il Malawi rinasce dopo il dramma
Aids
•
•
15 novembre 2010
La nazione africana del Malawi è quella che ha pagato all'Aids il più alto tributo di vittime,
milioni in trent'anni, ma ha imparato a rinascere. Fino a intravedere, come dice il dottor
Darlington Thole nel suo ambulatorio a Balaka, l'avvento di una «Hiv-free generation»,
una nuova generazione liberata dal virus. Oltre alla dimensione sanitaria c'è bisogno di
formazione: diffondere il messaggio fin dentro alle capanne della gente più povera. Il
Malawi, con 14 milioni di abitanti, conta 900 mila sieropositivi, 70 mila morti all'anno per
la pandemia, un medico ogni 94 mila abitanti (record mondiale), nove contadini ogni dieci,
un dollaro al giorno di reddito per oltre la metà della popolazione.
"Project Malawi" è l'alleanza che sta dando ottimi frutti, appoggiata dal governo locale e
premiata due anni fa a New York alla presenza del segretario generale dell'Onu Ban KiMoon. I donatori sono un grande istituto di credito e una fondazione bancaria: Intesa
Sanpaolo e Fondazione Cariplo, al ritmo di tre milioni di euro all'anno. Il grosso di questo
impegno va alla parte sanitaria, affidata alla Comunità di Sant'Egidio, che è stata chiamata
a ripetere in Malawi le meraviglie ottenute dal suo programma Dream in altri Paesi
africani, a cominciare dal Mozambico. La fascia di popolazione presa in cura sono le
mamme incinte: il protocollo Dream inibisce la trasmissione del virus dalla madre al
nascituro, abbattendo in maniera sensazionale i tassi di sieropositività. Gli interventi
sull'infanzia a rischio sono affidati alla ong Save the Children; i progetti di microsviluppo
all'italiana Cisp; la formazione del personale medico alle Società italiane di pediatria e
neonatologia.
Ogni giorno
1500 bambini
contraggono il
virus dell’ HIV
L’ AIDS ha sempre più
il volto di un bambino
Usa la testa e il
preservativo !
Viruses don’t have sex
People do!
…e l’educazione sessuale???
http://www.bag.admin.ch/shop/00032/00034/index.html?lang=it&bild=19220
Salute sessuale e riproduttiva
Secondo l’OMS la salute sessuale è “uno stato di benessere fisico, emotivo,
mentale e sociale relative alla sessualità (WHO, 2011), e sessualità è un aspetto
centrale dell’intera vita dell’essere umano e comprende il sesso,l’identità ed il
ruolo di genere , l’orientamento sessuale, l’erotismo, l’intimità e la riproduzione.
Viene espressa in pensieri, fantasie, desideri, credenze, atteggiamenti,
comportamenti e pratiche, ruoli e relazioni.
L’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva è “la capacità di tutte le
persone secondo le loro necessità di ricevere informazioni appropriate, screening,
trattamento e assistenza lungo tuta la vita riproduttiva che permetta, senza
ostacoli di età, sesso e classe sociale di:
 Decidere liberamente se e quanti bambini avere;
 Concepire, partorire e crescere bambini sani e curare problemi di infertilità;
 Prevenire, trattare e curare infezioni dell’apparato riproduttivo e MST,
compresi AIDS e cancro;
 Avere una vita sessuale sana e soddisfacente, che contribuisce al
miglioramento della vita e delle relazioni personali
http://whqlibdoc.who.int/publications/2011/9789241501002_eng.pdf
Educazione sanitaria e sesso:
obiettivi comportamentali
• • facilitare l’adozione di comportamenti adeguati
atti a prevenire l’infezione da HIV da parte degli
adolescenti;
• • aumentare la disponibilità da parte di “figure
intermediarie significative” (ad es. insegnanti,
operatori socio-sanitari, rappresentanti degli
studenti) ad affrontare e rappresentare
correttamente la tematica delle MTS/HIV agli
adolescenti stessi.
• 7
Educazione sanitaria:
obiettivi educativi
• • aumentare le conoscenze sul tema e modificare gli atteggiamenti;
• • fornire strumenti aggiornati, didatticamente efficaci e facilmente
applicabili e addestrare le figure intermediarie a utilizzarli;
• • ampliare la quantità di opzioni a disposizione per una scelta
consapevole;
• • intervenire sulle fasi di strutturazione dei pregiudizi e delle
eventuali resistenze a modificare comportamenti a rischio;
• • promuovere una riflessione sui temi dell’integrazione sociale delle
persone sieropositive
Prevenire: cosa e come?
• L’abc della prevenzione :
– A = abstain
– B = be faithful
– C = consistenly use a latex
condom
properly
Prevenzione….
• Abolire il silenzio, la
stigmatizzazione e la vergogna
• Informare e formare
• Dare opportunità ai piu’ giovani di
affrontare con abilità le difficoltà
della vita
Prevenzione….
• Creare servizi “friendly”
• Promuovere i test diagnostici
• Coinvolgere i giovani nella
prevenzione (peer education)
PEER EDUCATION
(educazione dei pari)
PASSAGGIO DI CONOSCENZE, EMOZIONI ED ESPERIENZE TRA
MEMBRI DI PARI STATUS
 APPROCCIO INNOVATIVO CHE SUPERA
LA FIGURA DELL’ESPERTO TRADIZIONALE
 COMUNICAZIONE ORIZZONTALE
 LINGUAGGIO ESPLICITO E COMPRENSIBILE
 INTERVENTI MIRATI A SINGOLI
GRUPPI TARGET
 EFFICACE PER RAGGIUNGERE I GIOVANI
NELLE REALTÀ EXTRA-SCOLASTICHE
• EFFCACE PER LA PREVENZIONE
DELL’AIDS
AIDS EPIDEMIOLOGY AND PREVENTION
Prevenzione….
• Coinvolgere le persone sieropositive
o con problemi di IST
• Creare il supporto sociale
• Raggiungere i gruppi più vulnerabili
Il sesso sicuro
• Il sesso sicuro comprende ogni attività sessuale che riduca il rischio di
contrarre o trasmettere una IST. Praticare il sesso sicuro non significa
rinunciare al piacere.
• L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riassunto in sei punti le
indicazioni per il sesso sicuro:
• usare il preservativo ogni volta che si fa sesso, per ogni rapporto (vaginale,
anale e oro-genitale) e in particolare con i nuovi partner
• ridurre il numero dei partner: la monogamia è la migliore assicurazione
contro le IST, compreso l’AIDS
• riscoprire pratiche come massaggi, carezze, abbracci, baci, masturbazione
in alternativa alla penetrazione
• evitare le pratiche violente che possono provocare lacerazioni
• nel caso di rapporti anali, usare sempre il preservativo con lubrificanti
poiché la mucosa anale può lacerarsi facilmente
• evitare i rapporti con penetrazione e il sesso orale se uno dei partner ha
ulcere genitali o secrezioni anomale.
Sesso e giovani in Italia
Poche idee, e confuse, sul sesso. I teenager italiani
approdano così alla loro prima volta sotto le lenzuola.
Più della metà ignora le regole di base dell’amore
sicuro: 6 su 10 ritengono affidabile il coito
interrotto (59%), per 7 su 10 basta conoscere
bene il partner per essere al riparo da malattie
sessualmente trasmissibili, più di uno su due (il
54%) si affida alla contraccezione d’emergenza,
pratica in crescita. Tanto che nel 2011, dopo due
anni di calo, si è registrato un +4% nelle vendite della
pillola del giorno dopo, per un totale di 357.800
confezioni acquistate, oltre la metà tra le under 20.
“un adolescente su due si mette alla guida della
sessualità senza conoscere il ‘codice della strada’”,
Società italiana di ginecologia e
ostetricia
Per sensibilizzare ed aiutare gli operatori (ginecologi,
insegnanti, igienisti, farmacisti) sul tema della
educazione sessuale per i giovani ha predisposto un kit
da fornire “chiavi in mano”, che contiene i seguenti
materiali :
Booklet Ginecologi
Booklet Insegnanti
Corso di educazione sessuale
Poster di anatomia femminile e maschile
Poster sulla contraccezione
Questio nario pre-corso
Questionario post-corso
http://www.sceglitu.it/kit-sulleducazione-sessuale:
http://www.sceglitu.it
Educazione sessuale
Test di valutazione
http://www.perlasalutesessuale.it/test.htm
Ruolo del farmacista
a. Illustrare e potenziare i servizi per la salute sessuale destinati a ridurre
le gravidanze non desiderate e la diffusione di infezioni sessualmente
trasmissibili, come l’HIV e la Chlamydia.
b. Aderire a campagne di screening, sfruttando la sua posizione di
intermediario, che gli consente di raggiungere gli individui sessualmente
attivi, asintomatici, di età compresa tra i 16 e i 24 anni (popolazione
target).
c. Promuovere l’uso di test diagnostici, screening, di metodi contraccettivi
esistenti, compresa la contraccezione ormonale d’emergenza.
. Ricordare ai clienti che il preservativo:
▪
rappresenta l’unico mezzo che consente un’adeguata forma di
prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale, al di là del suo impiego
come contraccettivo;
▪
va sempre utilizzato in caso di rapporti sessuali con partner
occasionali o comunque con persone potenzialmente a rischio;
▪
è indispensabile che venga indossato prima del contatto con i genitali
del partner affinché sia efficace;
▪
è importante controllare sempre la data di scadenza del
preservativo,
. Illustrare le campagne mondiali promosse sulla salute sessuale come la
Giornata Mondiale Contro l’AIDS.
FAQ
•
•
•
•
Quali sono le principali malattie infettive a
trasmissione ematogena o trans-mucosa?
Descriva l’epidemiologia e la prevenzione
delle epatiti B e C
Quali sono le principali malattie sessualmente
trasmesse e come si prevengono?
Descriva l’epidemiologia e la prevenzione
dell’AIDS