Meccanismi di resistenza alle infezioni virali. La resistenza sistemica

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Meccanismi di resistenza alle infezioni virali. La resistenza sistemica acquisita
SERGIO PENNAZIO
Istituto di Fitovirologia applicata del CNR. Strada delle Cacce, 73, 10135 Torino.
Il fenomeno della resistenza sistemica acquisita (RSA) è stato definito, caratterizzato ed
esaminato criticamente e dettagliatamente quale possibile mezzo strategico di lotta
contro le malattie da virus delle piante. Sono state messe in rilievo tre sostanziali
caratteristiche. La prima indica che la RSA è operativa contro infezioni virali ad esito
localizzato, ma che tale operatività non è universale; la seconda suggerisce che la RSA
non opera contrastando la replicazione virale; la terza evidenzia che la RSA non opera
sulla traslocazione dell’infettività per via vascolare. In conclusione: la RSA opera
esclusivamente limitando la traslocazione dell’infettività da cellula a cellula,
relativamente ad infezioni virali ad esito localizzato. Su queste basi, vengono discussi
alcuni possibili meccanismi molecolari e, in particolare, ci si sofferma su di un possibile
effetto inibitore delle proteine che presiedono, o coadiuvano, il processo di traslocazione
da cellula a cellula, le cui conoscenze sono state acquisite di recente. La RSA viene
quindi considerata un evento che si manifesta mediante un meccanismo analogo a quello
della localizzazione dell’infezione virale e che, pertanto, non può essere considerata un
possibile mezzo di lotta contro le infezioni virali ad esito sistemico.
Parole chiave: Resistenza infezioni virali, Resistenza sistemica acquisita.
Mechanisms of resistance to virus infection. The acquired systemic resistance
Acquired systemic resistance has been reviewed in detail as possible control strategy for
virus diseases of plants. Three fundamental characteristics have been emphasized. The
first indicates that this resistance operates against localized virus infections, but not
universally. The second indicates that it does not operate by inhibiting virus replication;
the third involves that it does not operate against systemic virus infections Acquired
systemic resistance operates by limiting cell-to-cell spread of localized virus infections
and, on this basis, some molecular mechanisms have been discussed. Particular emphasis
has been given to a possible interference with virus-coded proteins candidate for cell-tocell-spread of virus, which have been recently described. It has been concluded that
acquired systemic resistance is an event involving a mechanism very similar or identical
to that operating during virus localization, and that it can not be used for controlling
systemic virus diseases.
Key words: Viral infection resistance, Acquired systemic resistance.
Petria 1(1) 27-30, (1991) Articolo scientifico/Scientific paper
Phoma glomerata, agente di disseccamento corticale di rami di actinidia
LUIGI MARGARITA e ANGELO PORTA-PUGLIA
Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale, Via C. G. Bertero, 22, 00156 Roma.
Viene segnalata per la prima volta in Italia (Provincia di Latina) la presenza di Phoma
glomerata (Corda) Wr. et Ho. su piante di Actinidia deliciosa. Le branche colpite
presentavano un disseccamento corticale di color marrone ferrugginoso. Inoculazioni
artificiali eseguite su rami di un anno, previamente feriti, hanno riprodotto le
caratteristiche lesioni e da queste è stato reisolato il patogeno. Si ritiene che P.
glomerata possa provocare infezioni attraverso soluzioni di continuità prodotte
principalmente da cause abiotiche.
Parole chiave: Actinidia, Phoma glomerata, Disseccamento corticale.
Phoma glomerata causing bark lesions on branches of kiwifruit.
Phoma glomerata (Corda) Wr. et Ho. was isolated from bark lesions of kiwifruit
branches observed for the first time in Italy, near Latina (Latium). When inoculated on
wounded branches, P. glomerata reproduced the symptoms and was reisolated. It is
likely that the natural infections occurred on branches previously damaged by abiotic
factors.
Key words: Kiwifruit, Phoma glomerata, Bark lesions.
Petria 1(1), 31-36 (1991) Articolo scientifico/Scientific paper
Production and application of monoclonal antibodies against apple mosaic virus
GRAZIELLA PASQUINI and MARINA BARBA
Istituto Sperimentale per la Patologia Vegetale, Via C G. Bertero 22, I-00156 Rome, ltaly
Nine monoclonal antibodies (MAbs), speciflc for apple mosaic virus (ApMV), were
obtained by fusion of a non-secreting myeloma cell line with the spleen cells from
Balb/c mice previously immunized with isolate P86 of the virus. MAbs were
characterized for isotypes and ELISA test. In indirect ELISA these MAbs allowed the
detection of ApMV in different naturally infected matrices. No reactions were observed
when healthy or PNRV infected samples of the same hosts were used.
Key words: Apple mosaic virus, Monoclonal antibodies.
Produzione e uso di anticorpi monoclonali contro il virus del mosaico del melo
(ApMV)
Cellule di milza di topi Balb/c, immunizzati con un isolato del virus del mosaico del
melo (ApMV), sono state fuse con cellule tumorali della linea SP2-0/Ag.14. Nove
anticorpi monoclonali, scelti tra i 54 ottenuti, sono stati caratterizzati per l'isotipo e la
reattività in saggi sierologici. È stato messo a punto un saggio diagnostico per la rapida
individuazione di ApMV a partire da differenti matrici vegetali di ospiti arborei ed
erbacei.
Parole chiave: Virus del mosaico del melo, Anticorpi monoclonali.
Petria 1(1), 37-50 (1991) Articolo scientifico/Scientific paper
Indagine sulla micoflora delle spighe di frumento duro, in rapporto alla volpatura
delle cariossidi
VITTORIO ROSSI1, LUISA MARIA MANICI2 e SALVATORE FRISULLO1
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Istituto di Patologia Vegetale e Forestale, Università della Basilicata Via Nazario Sauro, 85, 85100 Potenza
Istituto di Patologia Vegetale, Università Cattolica del Sacro Cuore, Via Emilia Parmense, 134, 29100 Piacenza
In un'area cerealicola della Pianura padana occidentale è stata svolta un'indagine
biennale sulla micoflora delle spighe e delle cariossidi delle cultivar di Frumento duro
'Vezio' e 'Castello', in relazione alla volpatura (black-point). Dalle cariossidi colpite sono
state isolate principalmente Alternaria alternata e Drechslera sorokiniana e, in minor
misura, varie specie del genere Fusarium, Microdochium nivale, Cladosporium
herbarum, Epicoccum nigrum eStemphylium botryosum. È stata rilevata un'associazione
fra frequenza di D. sorokiniana ed intensità degli imbrunimenti delle cariossidi, risultata
più alta nel 1988 e sulla cv. Castello. Per gli altri funghi, compresa A. alternata, non è
stata osservata una chiara relazione fra la loro presenza e le manifestazioni di volpatura.
Parole chiave: Volpatura cereali, Grano duro.
Investigations on the correlation between mycoflora of durum wheat ears and the
black-point disease of kernels
A 2-year study was carried out on the fungi living on ears and kemels of durum wheat
'Vezio' and 'Castello' in a wheat-growing area in the western Po valley (Italy) in relation
to the occurrence of the black-point disease. The most frequent species of fungi
were Alternaria alternata and Drechslera sorokiniana, followed by various species of
genus Fusarium, Microdochiumnivale, Cladosporium herbarum, Epicoccum nigrum and
Stemphyliumbotryosum. A relationship was ascertained between frequency
of D. sorokiniana and intensity of kernel discoloration, which was particularly high in
1988 on the cv. Castello. As for the other fungi, including A. alternata, a clear
relationship with the occurrence of black-point was not demonstrated.
Key words: Black point, Durum wheat
Petria 1(1), 51-60 (1991) Articolo scientifico/Scientific paper
Osservazioni sulla "rhizosphere competence" di alcuni isolati
di Fusarium antagonisti provenienti da terreni repressivi verso le tracheofusariosi
ANGELO GARIBALDI, LAURA GUGLIELMONE, LAURA CUGUDDA e MARIA
LODOVICA GULLINO
Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali, Sezione di Patologia Vegetale - Università di
Torino, Via P. Giuria, 15, I-10126 Torino
La capacità di colonizzare la rizosfera di diverse piante da parte di alcuni ceppi saprofiti
di Fusarium, isolati dalla rizosfera di piante di garofano coltivate in terreni liguri
repressivi verso la tracheofusariosi del garofano (Fusarium oxysporum f.sp. dianthi), è
stata valutata in terreno sterilizzato e non, trattato o non con un fungicida
benzimidazolico. Tutti gli isolati di Fusarium dotati di elevata attività antagonistica nei
confronti di F. dianthi, inoculati sul seme di ospiti diversi, hanno presentato una elevata
capacità di colonizzare la rizosfera, seguendo attivamente lo sviluppo dell'apparato
radicale. Gli antagonisti erano presenti nella parte apicale della radice, in quantità
comprese tra 104 e 105CFU/g di terreno, valori questi comparabili, ma spesso addirittura
superiori, a quelli presenti nella parte prossimale dell'apparato radicale. Non sono state
osservate differenze significative nella colonizzazione delle radici dei diversi ospiti
utilizzati. Il trattamento con benomyl e la disinfezione con vapore del terreno non hanno
influenzato la colonizzazione della rizosfera da parte dei ceppi di Fusarium resistenti ai
benzimidazoli. La capacità di colonizzare attivamente la rizosfera, manifestata dai ceppi
di Fusarium antagonisti è risultata notevolmente superiore rispetto a quella mostrata
dagli isolati non antagonisti o dotati di scarsissima attività antagonistica, ottenuti dagli
stessi terreni repressivi. Sulla base dei risultati di questa indagine, l'attività antagonistica
dei ceppi di Fusarium antagonisti isolati da terreni repressivi verso la tracheofusariosi
del garofano sembra correlata con l'attitudine di tali ceppi a colonizzare attivamente la
rizosfera delle piante cresciute in tali terreni.
Parole chiave: Terreni repressivi, Tracheofusariosi, Fusarium.
Studies on the rhizosphere competence of antagonistic strains of Fusarium isolated
from Fusarium suppressive soils
Rhizosphere competence of several saprophytic Fusarium isolated from the rhizosphere
of carnation grown in soils suppressive to Fusarium wilt of carnation, incited
by Fusarium oxysporum f.sp. dianthi, was evaluated in steamed or not steamed soil,
treated or not with benomyl. All the tested isolates showing high antagonistic activity
against F. dianthi, actively colonized the rhizosphere of different hosts, inoculated by
seed coating. Antagonistic Fusaria were detected at the root tips at values ranging from
104 to 105 CFU/g of soil: these values are at least equal and, often, higher than those
observed on the basal portion of the root. Antagonistic isolates of Fusarium were
rhizosphere competent both in steamed and not-steamed soil, treated or not with
benomyl. No differences in rhizosphere colonization were observed among the different
hosts. Saprophytic isolates of Fusarium, isolated from the rhizosphere of carnations
grown in suppressive soils and showing high antagonistic activity against F. dianthi, did
show a much higher rhizosphere competence than other saprophytic Fusarium, also
isolated from the rhizosphere of carnations grown in suppressive soil but not showing
antagonistic activity. The results obtained suggest that rhizospere competence might play
a major role to explain suppressiveness to F. dianthi in the considered soil.
Key words: Rhizosphere competence, Fusarium wilt, Suppressive soil.
Petria 1(1), 61-71 (1991) Articolo scientifico/Scientific paper
Electrophoretic profiles of normal and hypovirulent strains of Cryphonectria
parasitica
ALFIO MARLA PENNISI1, AGATA PARISI2, SANTA OLGA CACCIOLA and
GAETANO MAGNANO DI SAN LIO
Istituto di Patologia Vegetale - Università degli Studi, Via Valdisavoia, 5, I 95123 Catania, Italy
Polyacrylamide gel electrophoresis of mycelial extracts was used to study 17 field
isolates of Cryphonectria parasitica with normal (N strains) or abnormal (H strains)
colony morphology. The electrophoretic protein profiles of N and H strains were
distinct. No correlation was found between zymograms (aryl esterase, acid and alkaline
phosphatase) and cultural characteristics, vegetative compatibility groups or protein
patterns. The potential value of total protein pattern in identifying hypovirulent strains
and of isozymes as genetic markers is discussed.
Key words: Cryphonectria parasitica, Hypovirulent strains, Isozymes, Electrophoretic
protein profile.
Profili elettroforetici di ceppi normali ed ipovirulenti di Cryphonectria parasitica
Sono stati esaminati, mediante elettroforesi in gel di poliacrilammide, gli estratti
miceliali di 17 isolati di Cryphonectria parasitica differenziati dalla morfologia delle
colonie, tipo normale (ceppi N) e anormale (ceppi H). I profili elettroforetici delle
proteine dei ceppi N e H sono risultati distinti. Nessuna correlazione è risultata fra gli
zimogrammi dell'arilesterasi, della fosfatasi acida e alcalina e le caratteristiche colturali,
i gruppi di compatibilità e i profili proteici. Viene discussa la possibilità di utilizzare gli
isozimi come marcatori genetici ed il profilo elettroforetico delle proteine totali per
identificare i ceppi ipovirulenti.
Parole chiave: Cryphonectria parasitica, Ceppi ipovirulenti, Isozimi, Profilo
elettroforetico delle proteine.
l
Present address: Istituto di Difesa delle Piante, Università degli Studi, Regg
Present address: Istituto del CNR per lo studio delle Sostanze Naturali di Interesse Alimentare e Chimico
Farmaceutico, Catania (Italy).
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Petria 1(1), 73-78 (1991) Articolo scientifico/Scientific paper
L'avvizzimento del cece da Verticillium dahliae in Italia meridionale
SALVATORE FRISULLO1, ARTURO CAPONERO2 e FRANCO CICCARESE2
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Istituto di Patologia Vegetale e Forestale - Università della Basilicata, Via Nazario Sauro, 85, 85100 Potenza
Dipartimento di Patologia Vegetale - Università degli Studi, Via G. Amendola, 165/A, 70126 Bari
In varie località della Basilicata (agro di Matera) e della Puglia (agro di Gravina, Bari) è
stata osservata una malattia del cece di natura vascolare. Le piante malate presentavano
lievi e diffusi ingiallimenti, disseccamenti dei getti ascellari e colorazioni di tonalità
giallo-ocra del tessuto vascolare. Dalle piante infette è stato costantemente
isolato Verticillium dahliae Kleb., che in prove di patogenicità ha mostrato un'ampia
polifagia, causando sintomi di malattia su cece, fagiolo, fava, pisello, lenticchia,
melanzana e peperone, ma non su pomodoro. Prove condotte in serra su diverse
popolazioni e cultivar hanno evidenziato la presenza di germoplasma di cece dotato di
buona resistenza a V. dahliae.
Parole chiave: Cece, Cicer arietinum, Verticillium dahliae, Leguminose.
Chickpea wilt caused by Verticillium dahliae in southern Italy
A wilt disease of chickpea was observed in several localities of Basilicata and Apulia
(southern Italy). The diseased plants showed light yellowing of leaves, severe wilting
and a yellow-ochraceus vascular discoloration. The disease was associated with V.
dahliae. Isolates of this fungus showed to be pathogenic on chickpea, bean, broadbean,
pea, lent, eggplant and pepper, but not on tomato. In greenhouse tests several
populations and cultivars of chickpea showed a wide range (from high susceptibility to
valuable levels of resistance) of reaction to V. dahliae.
Key words: Chickpea, Cicer arietinum, Verticillium dahliae, Leguminous crops.
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