Come nasce la Lila
Nel 1987 nasce la L.I.L.A. – lega Italiana per la Lotta contro l’Aids – Roma, Bologna e Milano sono le prime realtà che
si attivano, coinvolgendo, volontari provenienti da diverse esperienze nel sociale. Il promo nucleo di volontari si
“forma”, nel senso laterale del termine, ai corsi organizzati presso la comunità agricola di Murisengo insieme
all’Università della strada, la struttura formativa che dal 1978 opera all’interno del Gruppo Abele sulle tematiche della
tossicodipendenza e del disagio in generale.
Questi primi corsi nel 1988/89 riunivano volontari professionisti e non, medici, avvocati, educatori, assistenti sociali,
psicologi, giornalisti, persone sieropositive e non, malati di Aids, alla ricerca di chiarezza e delucidazioni sugli aspetti
medico – sanitari, alla ricerca di punti fermi riguardo alla convivenza civile, la difesa dei diritti, alla ricerca di un
confronto sui vissuti, le paure, i disagi personali e sociali che l’Aids ha portato con sé.
Questi primi percorsi formativi, intesi per i contenuti ed i vissuti emotivi che circolano, hanno permesso di tessere quei
fili: linguaggio comune, consapevolezza critica, culturale e politica sull’Aids, che hanno portato negli anni la Lila ad
essere una presenza forte e competente sul territorio nazionale.
Oggi, nel terzo decennio, dalla comparsa del virus Hiv, l’Associazione si è strutturata in una federazione con 15 sedi sul
territorio nazionale.
In questi anni la Federazione si è caratterizzata per numerose attività:
•
Campagne di informazione, sensibilizzazione, educazione della prevenzione.
•
Tutela dei diritti delle persone.
•
Promozione di una cultura della solidarietà.
•
Formazione di operatori del pubblico e del privato sociale impegnati nei vari contesti: scuola, carcere, Ser.T,
ospedali, sindacato, ecc…
•
Ricerca scientifica nel campo delle terapie alternative e complementari alla medicina tradizionale.
•
Attivazione di progetti quali: la casa alloggio a Bologna che ospita persone con Aids, unità di strada per la
prevenzione del virus Hiv tra le persone tossicodipendenti e le persone che si prostituiscono, centralini hotline, gruppi di auto aiuto, ecc…
•
Partecipazione alla Commissione Nazionale Aids, alla Consulta Nazionale delle Associazioni, alle strutture
europee degli attivisti di lotta all’AIDS
Questa ricchezza di interventi, portata avanti principalmente da volontari coadiuvati da alcuni operatori, pone
continuamente all’Associazione problemi non solo organizzativi ma anche problemi di metodologie, scambio di
informazioni e materiali, ecc….
C’è inoltre la necessità di consolidare il patrimonio ricco e complesso in termini di esperienza, metodologie e sensibilità
accumulato in questi anni.
Il percorso interno della Federazione ci ha portato ad un confronto importante riguardo i valori che l’Associazione
condivide e su cui non è disposta a transigere:
•
CENTRALITA’ DELLA PERSONA
•
DIRITTO ALLA SALUTE
•
RISPETTO DELLE SCELTE DI VITA
•
CULTURA DEI DIRITTI
•
CULTURA DELLE DIFFERENZE
•
VALORE DELLE EMOZIONI
•
VALORE DELLE RELAZIONI
COME NASCE LA L.I.L.A.?
A livello nazionale:
•
•
Roma, Bologna, Milano
Primi volontari: Università della Strada Gruppo Abele (struttura formativa su Tossicodipendenza e disagio)
NASCE FEDERAZIONE
Valori comuni
A livello locale (Como):
•
1991 nasce
•
1994 iscritta all'Albo Regionale del Volontariato
CENTRALITA' DELLA PERSONA
DIRITTO ALLA SALUTE
RISPETTO DELLE SCELTE DI VITA
CULTURA DEI DIRITTI
CULTURA DELLE DIFFERENZE
VALORE DELLE RELAZIONI
VALORE DELLE EMOZIONI
COME E’ ORGANIZZATA LA SEDE LILA DI COMO
DIRETTIVO
N
o
m
i
n
a
E
L
E
G
G
E
ASSEMBLEA DEI SOCI
ELEGGE
OGNI 3 ANNI
ANNUALMENTE
V
O
T
A
Invitati
PRESIDENTE
permanenti
TESORIERE
BILANCIO
FUNZIONI INTERNE ALLA ASSOCIAZIONE
DIRETTIVO
MISSION LILA
PRESIDENTE
ATTIVITA' ANNUALI
PIANO ECONOMICO
Ideali che sottendono
all'attività
dell'Associazione
a livello nazionale
TESORERIA
SEGRETERIA
Gestione ordinaria della sede, smistamento delle richieste
in entrata in Associazione
Accoglienza Volontari
Incontri di accoglienza
Colloqui
Formazione
Interna
Esterna
Servizi alla persona
Gruppo Auto Aiuto
Counselling, vis a vis –
telefonico,
Consulenza medica, legale,
pensionistica, lavorativa
Sportello Carcere
Relazioni col pubblico
Progetti
Area Raccolta fondi
Casa di ospitalità temporanea
per lavoratori in difficoltà
abitativa di Tavernola
La mente oltre le barriere
LA MISSION DELLA LILA
(dell’Art. 2 dello Statuto)
La LILA promuove e difende il diritto alla salute, si impegna ad affermare principi e relazioni di
solidarietà, lotta contro ogni forma di violazione dei diritti umani, civili di cittadinanza delle
persone sieropositive o malate di AIDS, anche costruendo servizi di integrazione umana e sociale.
La LILA è un’associazione senza scopo di lucro che agisce sull’intero territorio nazionale attraverso
le sue sedi locali.
Essa è costituita da una federazione di Associazioni composte da persone sieropositive e non,
volontari e professionisti, ed organizzata attraverso:
•
Una sede nazionale, con all’interno degli organismi di servizi funzionali allo svolgimento
degli impegni di politica sociale e sanitaria nonché allo sviluppo e alla crescita delle sedi che
operano territorialmente
•
Sedi locali che agiscono a livello regionale, provinciale e cittadino.
Gli elementi costitutivi della mission della LILA sono:
1. Denunciare e lottare contro qualsiasi pratica discriminatoria dei diritti umani e cittadinanza
delle persone sieropositive o malate di AIDS
2. Promuovere tutte quelle azioni utili a tutelare i singoli particolarmente sotto il profilo della
salute psichica e dei diritti, attraverso una rete di opportunità, iniziative e strumenti,
campagne informative, nel pieno rispetto della dimensione umana.
3. Favorire il protagonismo, la diretta responsabilità e la piena partecipazione alla vita sociale e
civile delle persone sieropositive o malate di AIDS
4. Diffondere pratiche di solidarietà e assistenza in relazione ai bisogni delle persone
sieropositive o malate di AIDS nel differente mutamento storico delle condizioni sociali e
sanitari
5. Proporre poiltiche culturali, sociali, preventive e sanitarie n
i torno alle e
t matiche
dell’infezione del virus HIV, capaci di suscitare risposte concrete al superamento delle
diverse problematiche inerenti all’AIDS
LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS
SEDE DI COMO
Chi siamo
L a s ede L ILA d i C omo è u n’organizzazione N on L ucrativa d i U tilità S ociale, c ostituitasi n el
1 991 e i scritta a ll’albo d el v olontariato d ella R egione L ombardia. S i a vvale d el c ontributo d i
m edici, p sicologi, o peratori s ociali a vvocati e m agistrati.
Alla L ILA l avorano f ianco a fianco p ersone s ieropositive e n on, m osse d al c omune
impegno p er l a d ifesa d el d iritto a lla s alute e p er l ’affermazione d ei p rincipi d i s olidarietà
c ontro o gni f orma d i e marginazione e d iscriminazione.
I n ostri o biettivi
1. Prevenzione c ontro l a d iffusione d el v irus H IV;
2. T utela d ei d iritti d elle p ersone s ieropositive o m alate d i A IDS;
3. Informazione c apillare e c ostante c on u n l inguaggio c hiaro e a deguato a lle d iverse
realtà a c ui c i s i r ivolge;
4. Proposizione e p romozione d ella c ultura d ella s olidarietà c ontro o gni f orma, d i
intolleranza e d i e marginazione s ociale;
5. Aiuto e a ssistenza p er l e p ersone s ieropositive, o m ale d i A IDS, e p er l e l oro
famiglie.
Le n ostre a ttività e s ervizi
1.
2.
3.
4.
5.
6.
S ettore f ormazione:
c orsi d i f ormazione, p revenzione e s ensibilizzazione, i nterni e d
esterni r ivolti a g ruppi d i p ersone e a s trutture q uali, a d e s., c arceri, a ziende, s cuole,
ecc.
S ervizio H ot- Line – Centralino Telefonico:
niformazioni sanitarie, consulenza
psicologica e c onsulenza m edica, r ivolto a lle p ersone s ieropositive e n on.
G ruppo d i a uto/aiuto:
m omento d i i ncontro, e sclusivamente p er p ersone p ositive a l
test H IV, c on l ’obiettivo c omune d i a uto a iutarsi, r itrovandosi i n u no s pazio g arante
di p rivacy e a ssente d a p regiudizi.
S ettore l egale:
c onsulenza legale g ratuita e nel pieno rispetto d ell’anonimato,
prestata d a p ersone c on c onoscenze g iuridiche, f ormate p er c ondurre c olloqui d i
s ostegno; e ventuali r imandi, i n c aso d i v iolazione d ei d iritti, p resso s tudi l egali c he
h anno d ato l a l oro d isponibilità a lla L ila.
S portello p ensioni:
informazione e d a ssistenza n ell’espletamento d elle p ratiche
p ensionistiche.
G ruppo c arcere:
informazione e p revenzione p er q uanto r iguarda l a d iffusione d el
virus H iv a ll’interno d ella s truttura c arceraria; c orsi d i i nformazione r ivolti a gli a genti,
ai d etenuti e a lle d etenute; c onduzione d i u no s portello d i a scolto, r ivolto a i d etenuti,
s ulle p roblematiche i nerenti i l v irus H iv ( diritti, l egislazione, p ensionistica, t erapie,
ecc.)
INFO AIDS
Il virus HIV, Virus dell'Immunodeficienza Umana , è un retrovirus, cioè un virus a RNA, che
attacca alcune cellule del sistema immunitario, principalmente i linfociti CD4, che sono
importantissimi per la risposta immunitaria, indebolendo il sistema immunitario fino ad annullare la
risposta contro virus, batteri, protozoi e funghi. La distruzione del sistema immunitario causa una
sindrome che si chiama AIDS (o, in italiano, SIDA: Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita).
Una persona affetta da SIDA è maggiormente esposta alle infezioni.
Tuttavia le infezioni tipiche di questa sindrome sono solo distinte in:
- Infezioni da batteri e protozoi, tra cui sono frequenti: Pneumocistosi, una polmonite causata da un
protozoo di nome Pneumocistis Carinii; Toxoplasmosi, causata dal Toxoplasma Gondii, un
protozoo che colpisce il cervello, l'occhio e raramente il polmone; La Tubercolosi, causata dal
bacillo di Koch.
- Infezioni da virus tra cui Herpes, infezione da CitoMegaloVirus e HHV-8.
- Tumori: Linfomi, tumori delle ghiandole linfatiche; Sarcoma di Kaposi.
- Infezioni micotiche tra cui è frequente l'infezione da Candida, un fungo che nelle persone
immunodepresse si può sviluppare in bocca, nell'esofago e in altre parti del corpo.
Che differenza c'è tra sieropositività e AIDS?
Quali sono gli esami importanti per diagnosticare L'AVVENUTA INFEZIONE E IL SUO
DECORSO?
Quando una persona entra in contatto con l'HIV può diventare sieropositiva. Questo può verificarsi
dopo un certo periodo, detto periodo finestra, che può durare fino a tre mesi.
Sieropositiva è una persona che presenta la positività alla ricerca di anticorpi dell'HIV nel siero.
Il test (vedi allegato n°1) quindi non indica la presenza del virus, ma solo degli anticorpi specifici
che il nostro sistema immunitario ha sviluppato dopo il contatto col virus. Se il test risulta negativo
va comunque ripetuto allo scadere dei 3 mesi, calcolati a partire dall'ultimo episodio ritenuto a
rischio. Un persona che risulta positiva al primo test, il test ELISA (Enzime Linked Immuno
Sorbent Assay), viene sottoposta ad altri test di conferma, tra cui il Western Blot, più sicuro ma che
non viene utilizzato come primo test per problemi di costi. Poi vengono effettuati test per valutare
se e quanto il virus HIV ha danneggiato il sistema immunitario, tra cui fondamentale è la conta dei
linfociti CD4.
È disponibile infine un esame molto significativo che misura la quantità di virus (copie di RNA
virale) nel siero. Questo esame è fondamentale perché permette tra l'altro una verifica indiretta
dell'efficacia dei farmaci antiretrovirali.
Esistono anche analisi sul genotipo e fenotipo virale, che servono a individuare i ceppi mutanti
resistenti ai farmaci. È possibile effettuare questo esame in diversi ospedali e laboratori privati,
convenzionati e no.
Se in una persona si ritrovano gravi danni al sistema immunitario e la presenza di infezioni
opportunistiche, si diagnostica l'AIDS.
In realtà la distinzione tra sieropositività e AIDS conclamato si basa su criteri schematici. È nata
negli Stati Uniti da esigenze assicurative. In alcuni casi si può stare meglio nella condizione di
AIDS conclamato che in quella di sieropositività.
Come si trasmette l'infezione da HIV?
Il virus può essere presente oltre che nel sangue anche in altri liquidi biologici. In particolare nello
sperma e nelle secrezioni vaginali l’HIV può essere presente in grande quantità.
L'infezione da HIV si trasmette in tre modi:
- Per via ematica.
Le trasfusioni di sangue infetto possono trasmettere il virus HIV. In Italia dal 1988 il sangue
destinato a trasfusioni viene sottoposto a screening per il virus HIV.
Lo scambio di siringhe può trasmettere il virus HIV. Iniettarsi droghe con siringhe nuove non
trasmette alcun virus, ma può portare a comportamenti a rischio come appunto lo scambio di
siringhe.
- Per via verticale.
La madre può trasmettere il virus HIV al figlio durante la gravidanza, al momento del parto o
durante l'allattamento. La possibilità che questo avvenga si riduce fortemente se la madre è in
terapia con antiretrovirali, fino ad essere meno del 10%. Il bambino non avendo anticorpi propri
eredita gli anticorpi della madre, quindi può nascere sieropositivo, ma non avere il virus. In questo
caso il bambino ritornerà sieronegativo durante i primi mesi di vita.
Studi recenti dimostrano una notevole riduzione di casi di trasmissione dell'HIV nel caso in cui la
madre sia sottoposta ad idonea terapia durante la gravidanza e partorisca con parto cesareo.
- Per via sessuale, argomento trattato a seguire.
Rapporti a rischio:
In quali tipi di rapporti sessuali si trasmette il virus HIV?
Il rapporto di penetrazione vaginale è a rischio.
Il preservativo, se utilizzato correttamente e dall'inizio del rapporto, protegge.
Il rapporto di penetrazione anale è a rischio. La mucosa anale è delicata e soggetta a lesioni,
inoltre nel rapporto anale vi è meno lubrificazione, quindi maggior possibilità di frizione e
conseguenti microtraumi.
Anche in questo caso il preservativo, usato correttamente, dall'inizio del rapporto e con un
lubrificante adatto, protegge.
Per chi pratica la fellatio, ovvero per la persona che stimola con la bocca il pene di altri c’è un
rischio di contrarre l’hiv se la sua bocca viene in contatto con lo sperma dell’altro o, per alcuni, se
entra in contatto con il liquido prespermatico. Su quest’ultimo punto nella comunità scientifica vi è
dibattito tra chi considera il liquido prespermatico capace di trasmettere l'HIV e chi sostiene invece
che la possibilità è solo teorica (plausibilità biologica) poiché la quantità di virus presente nel
liquido prespermatico è ridotta.
È più sicuro praticare la fellatio con il preservativo, ma nel caso non lo si utilizzi è necessario
evitare lo sperma in bocca.
Non c’è invece nessun rischio per la persona che riceve la stimolazione.
Il cunnilingus è la stimolazione orale dell'organo genitale femminile (baciare, leccare). Le
secrezioni vaginali possono contenere il virus HIV, pertanto esiste una possibilità (solamente
teorica, perché nella realtà non esistono casi accertati) di trasmissione dell'infezione. Il cunnilingus
è da evitare in presenza di sangue mestruale. L'utilizzo della diga interdentale o comunque di uno
strato in lattice (che si può ottenere da un preservativo) applicato come barriera elimina ogni
rischio.
L'anilingus, la stimolazione orale dell'ano (rimming) è una pratica considerata a rischio per altri tipi
di infezione. Per proteggersi è consigliabile l'uso della diga.
Il fisting, cioè la penetrazione vaginale o anale col pugno/mano è considerata a rischio per la
facilità di provocare lesioni attraverso le quali potrebbe passare il virus.
L'HIV NON si trasmette
Nei contatti quotidiani. Nessun familiare di una persona sieropositiva è mai stato infettato. In caso
di convivenza con una persona sieropositiva é sufficiente rispettare le comuni norme igieniche: non
usare oggetti che possono entrare in contatto con il sangue, cioè spazzolini da denti e oggetti
taglienti come forbici, rasoi, ecc.
Il virus HIV non si trasmette:
Abbracciandosi. L'atto di abbracciarsi e stringersi non trasmette l'infezione.
Accarezzandosi. L'HIV non si trasmette scambiandosi carezze.
Baciandosi. Non è mai stato segnalato un caso di contagio attraverso il bacio.
Masturbando il partner, a condizione che lo sperma o le secrezioni vaginali non vengano a contatto
con ferite aperte.
Facendo il bagno o la doccia insieme.
L'utilizzo in comune di vibratori e altri oggetti di questo tipo è sicuro a condizione che si metta un
preservativo sull'oggetto e lo si sostituisca ad ogni nuova penetrazione. Buona pratica è lavare il
vibratore, o altro, in un disinfettante.
Per PREVENIRE LA TRASMISSIONE DEL VIRUS occorre invece adottare semplici misure
precauzionali:
Evitare il contatto con il sangue se non si è muniti di guati monouso;
Non condividere oggetti di uso personale quali rasoi, forbici, spazzolini da denti, ecc;
Utilizzare correttamente il preservativo nei rapporti sessuali con le persone di cui non si conosce con
sicurezza la condizione sierologica.
Il virus può essere inattivato o distrutto se tenuto a contatto con:
•
•
•
•
•
•
Ipoclorito di sodio
Alcool etilico a 50°
Alcool etilico a 70°
Candeggina
Calore
Acqua ossigenata
per almeno un’ora;
per almeno 10 minuti;
per almeno 1 minuti;
per almeno 10 minuti;
per almeno 10 minuti a 50°;
per almeno 10 minuti.
BREVI INFORMAZIONI SANITARIE SULL’AIDS
CATEGORIE CD4
T CELL
A
ASINTOMATICO
INFEZIONE ACUTA
PRIMARIA PGL
500 ML
200 – 499 ML
200 ML
A1
A2
A3
B
SINTOMATICO
CONDIZIONI
CLINICHE NON A
NON C
B1
B2
B3
CATEGORIA A
Asintomatico
Linfoadenopatia persistente generalizzata (PLG)
Infezione acuta primaria da HIV
CATEGORIA B
Angiomatosi bacillare
Candidosi oro – faringea
Candidosi vulvovaginale scarsamente responsiva alla terapia
Displasia della cervice – carcinoma della cervice in SITU
Hairy Leucoplachia
Neuropatia periferica
Sintomi costituzionali, come febbre, diarrea (>1 mese)
Herpes Zoster
Porpora tromocitopenica idiopatica
Listeriosi
PID (infiammazione pelvica)
CATEGORIA C
Candidosi di bronchi, trachea e polmoni
Candidosi esofagea
Carcinoma della cervice invasivo
Coccidioidiomicosi disseminato o extrapolmonare
Criptococcosi extrapolonare
Criptosporidiosi extrapolomonare
Criptosporidiosi cronica intestinale
Malattia da CMV (ad esclusione di fegato, milza o linfonodi)
Retinite da CMV con perdita della vista
Encefalite HIV correlata
Herpes simplex ulcera cronica (>1mese), bronchiti, polmoniti o esofagiti
Istoplasmosi disseminata o extrapolmonare
Isosporiasi cronica intestinale (>1mese)
Sarcome di Kaposi
Linfoma di Burkitt
Linfoma immunoblastico
Linfoma cerebrale primitivo
Micobatteriosi disseminata o extrapolmonare
Micobatteriosi di specie non identificata disseminata o extrapolmonare
Polmonite da Pneumocistis jirovecii
Polmoniti batteriche ricorrenti
PML
Sepsi da salmonella ricorrenti
Neurotoxoplasmosi
Wasting sindrome
C
CONDIZIONI
CLINICHE AIDS
DEFINING
C1
C2
C3
ALLEGATO N°1
COS'È IL TEST
Il test consiste in un normale prelievo di sangue che, analizzato, diagnostica la presenza o meno
dell'infezione da Hiv.
È articolato in due livelli: l'Elisa, test di I livello, cui segue, in caso di esito positivo o dubbio, il
Western Blot (wb), di II livello o di conferma, l'unico in grado di conferire la totale certezza del
risultato.
Il test serve a rilevare la presenza nel sangue degli anticorpi anti-Hiv, che si sviluppano solo se la
persona che fa il test è venuta in contatto con il virus.
Il risultato del test è positivo se si riscontra la presenza di anticorpi contro il virus (sieropositività
all'Hiv), è negativo quando nel sangue non vi è traccia degli anticorpi (sieronegatività all'Hiv).
Devi sapere che il periodo di formazione degli anticorpi anti-Hiv può variare da un minimo di
qualche settimana fino a 3 mesi dopo che si è venuti a contatto col virus.
Questo arco di tempo è chiamato periodo finestra. Ciò significa che una persona, pur risultando
negativa al test in quanto non ha ancora sviluppato gli anticorpi, può avere già contratto l'infezione
e quindi può trasmettere ad altri il virus.
Ripeti dunque il test dopo che sia trascorso il periodo finestra.
Il test per l'Hiv Elisa verifica solo la presenza o meno degli anticorpi al virus, ma non da nessuna
informazione sullo stato di salute e sul sistema immunitario.
Oggi esistono test combinati che oltre a cercare gli anticorpi rilevano contemporaneamente la
presenza di una particolare proteina, l'antigene P24, che compare e aumenta di molto già dopo pochi
giorni l'avvenuto contatto. Non è un tipo di esame oggi molto diffuso, circa 1/3 dei centri italiani
effettua lo screening con questa metodica. Per questo tipo di test, il periodo finestra si riduce
ulteriormente sino a 4/6 settimane.
Il test non ha valore di prevenzione: qualsiasi sia l'esito, i comportamenti da adottare sono gli
stessi (rapporti sessuali sicuri e non utilizzare in comune oggetti taglienti e siringhe).
ACCESSO AL TEST
Puoi effettuare il test per l'Hiv, in forma gratuita, presso le Unità Operative Aids delle Asl e
presso Centri e Reparti di Malattie Infettive..
Le modalità di accesso cambiano di struttura in struttura: generalmente non è richiesta l'impegnativa
del medico di base e basta presentarsi direttamente presso le Unità Operative. In alcune strutture è
necessario invece prenotarsi.
IL TEST È VOLONTARIO
Non puoi essere sottoposto, senza il tuo consenso, ad analisi tendenti ad accertare l'infezione
da Hiv, se non per motivi di necessità clinica nei tuoi interessi.
Il test è assolutamente volontario e, perché venga eseguito, è necessario il tuo consenso esplicito,
dopo esser stato informato delle caratteristiche del test (che cos'è, come funziona, che cosa significa
seriopositività, cosa vuol dire invece Aids).
Anche in caso di ricovero ospedaliero il test non può essere effettuato a tua insaputa, ma solo con il
tuo consenso scritto.
Può capitare infatti che al momento di un ricovero tu sottoscriva un foglio in cui affermi di accettare
tutti i trattamenti ai quali verrai sottoposto, ma questo non avrà valore legale se per ciascuno dei
trattamenti, e quindi anche per il test, non sia stata data una specifica autorizzazione.
La decisione di fare il test è solo tua: prendi il tempo che ti occorre per affrontarlo serenamente.
Sappi che una diagnosi precoce potrebbe consentirti più scelta nel valutare un percorso terapeutico.
LA TUTELA DELL'ANONIMATO E DELLA RISERVATEZZA
Quando decidi di fare il test hai il diritto di chiedere che sia garantita la tutela della tua privacy.
I servizi preposti effettuano il test in forma anonima o in forma riservata o confidenziale.
Test anonimo: quando non viene richiesto alcun documento personale, ma viene utilizzato un
codice criptato per la tua identificazione.
Test riservato o confidenziale: al momento dell'effettuazione o del ritiro dei risultati, è necessario
che tu esibisca agli operatori un documento identificativo.
Per tutti i tuoi dati anagrafici (nome, cognome, sesso, data di nascita, comune di residenza e
indirizzo completo) che verranno richiesti al momento del test, sia nei laboratori pubblici che
privati, il personale sanitario è vincolato dal segreto professionale e d'ufficio e deve adottare tutte le
misure di sicurezza necessarie a garantirne la massima riservatezza.
La tua identità ed ogni informazione riguardante l'esecuzione ed il risultato dell'esame non possono
essere in nessun caso divulgate.
LA COMUNICAZIONE DEI RISULTATI
Il momento della comunicazione del risultato del test è sicuramente tra i più delicati.
È dunque compito di chi comunica il risultato fornire un adeguato sostegno psicologico.
Il counselling si effettua generalmente sia prima che dopo il test e mira tra l'altro a comprendere se
sei stato realmente esposto a rischio di infezione e ad informarti correttamente sui comportamenti
sicuri.
Il risultato dovrà essere consegnato esclusivamente a te che hai effettuato il test e la comunicazione
non deve avvenire mai per lettera o per telefono.
Puoi eventualmente autorizzare il medico a riferire ad altre persone da te indicate il risultato. Questa
autorizzazione deve essere data sempre per iscritto.
DOMANDE & RISPOSTE
Quanto costa il test?
Il test, nelle strutture pubbliche, è del tutto gratuito.
È possibile che il test venga effettuato senza il mio consenso?
Assolutamente no, il test è volontario ed è comunque necessario il tuo consenso esplicito ed
informato. È possibile soltanto nel caso di persona incapace di intendere e volere per la quale sia
applicabile il Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso). Il Tso è regolato dalla legge ed è disposto
dal Sindaco su proposta motivata di un medico ed è diretto alla cura e alla prevenzione di malattie.
Il test può essere disposto a fini sperimentali?
Assolutamente no, inoltre non può neanche essere basato su motivi e finalità politiche, razziali o
comunque estranei alla cura di malattie nel tuo interesse e della collettività.
Cosa prevede la legge nel caso in cui io sia minorenne e decida di fare il test?
In questo caso la legge prevede che il consenso sia a carico dei tuoi genitori o di chi esercita la
patria potestà. Se desideri comunque, e con motivate cause, non comunicare ai genitori la decisione
di fare il test, la prassi é quella di prendere in considerazione la tua richiesta se hai più di 14 anni.
Se dopo attento colloquio verrà effettuato il test, questa decisione sarà comunicata con le
motivazioni al Tribunale dei minorenni. Se hai più di 16 anni in alcuni centri puoi effettuare il test
senza problemi. Se sei minorenne e sposato, non hai bisogno del consenso di altri per effettuare il
test.
Il datore di lavoro può chiedemi di sottopormi al test?
No, ciò è vietato dalla legge, così come ogni altro accertamento sul tuo stato di salute.