Test Nikon D3: qualità d’immagine e full frame La professionale di Nikon si caratterizza per il sensore a pieno formato, ma il suo principale punto di forza è la qualità d’immagine: un perfetto equilibrio tra sensore, risoluzione e processore Expeed rende la D3 la reflex professionale più evoluta presente oggi sul mercato. 28 PC PHOTO L’aspetto singolare del trovarsi al cospetto della tanto famosa prima reflex full frame di Nikon, la professionale D3, è che di tale sensore quasi ce se ne dimentica nel momento in cui si va a scoprirne passo passo le tante caratteristiche, magari meno appariscenti, ma che sorprendono nell’impiego pratico della fotocamera. Elencare tutto il contenuto tecnologico di questa reflex è una vera impresa, tanto che Nikon l’ha affiancata con la D300; e così laddove la stazza della D3 è eccessiva, ecco intervenire la D300 che offre quasi le medesime prestazioni, ma su di un formato più piccolo, il formato DX appunto (Aps). La D3 è dunque oggi il top di gamma di Nikon, destinata ai professionisti sportivi ma anche a quelli che lavorano in studio, offrendo loro, prima di tutto, la qualità di immagine dei 12 Megapixel su un sensore a pieno formato in grado di garantire una pulizia di immagine pressoché assoluta. Le prime impressioni Professionale, non c’è che dire. Aggiungerei: professionale laddove c’è necessità di un corpo macchina completo, affidabile ed evoluto, come solo una tale reflex sa essere. La D3 mette assieme il meglio che Nikon oggi è in grado di proporre in termini di rapidità di ripresa, precisione ed affidabilità del sistema autofocus, qualità dell’immagine, calcolo esposimetrico, personalizzazione dello scatto, realizzazione del corpo macchina. Estratta dalla sua confezione ‘dorata’, la D3 colpisce innanzitutto per le sue dimensioni, comunque giustificate da un impiego professionale che spesso richiede ottiche altrettanto pesanti e che quindi non possono essere tenute ferme se non disponendo di un’adeguata… impugnatura! La stazza dei corpi professionali è necessaria anche quando occorre avere una serie di comandi a pulsante per agire con rapidità. Ecco quindi che un corpo come quello della D3 si fa apprezzare quando le esigenze di rapidità di impiego si affiancano a quelle di un controllo manuale, se il fotografo non ha tempo da perdere ad addentrarsi nei Il solito corpo macchina robusto ed efficiente è il migliore biglietto da visita di una reflex che si rivolge ai professionisti. Ottima l’ergonomia e l’accessibilità a tutti i comandi. menu della macchina: dispone infatti dei controlli diretti a pulsante delle modalità e dei punti AF, dell’esposimetro e della cadenza di scatto, nonché della sensibilità Iso, del Bilanciamento del bianco, della Qualità di immagine, della Modalità di scatto, del Bracketing, del Flash, della Staratura e blocchi vari. Nonostante il numero dei comandi il corpo macchina rimane sobrio, soprattutto nella zona di scatto (sul dorso in alto a destra), dove troviamo essenzialmente solo la ghiera di selezione dei tempi/diaframmi e il provvidenziale pulsante AF-On. Basta spostare di poco le dita per giungere al blocco AFL / AE-L (col pollice destro) ed alla staratura esposimetrica (con l’indice destro). Anche gli altri comandi sono nella posizione migliore per trovarli facilmente al momento del bisogno. L’ampio monitor da 3 pollici è ben proporzionato alle dimensioni del dorso, dove trovano posto i comandi classici di Menu, Zoom, Protezione e OK, a sinistra, con il Cestino e Play subito sopra. A destra dello schermo troviamo il pad direzionale e, sotto, il selettore per la scelta della modalità di lettura esposimetrica e lo sportellino a protezione del blocco di apertura del vano delle schede di memorie. Subito sotto allo schermo vi è il display monocromatico che fornisce le informazioni relative a Iso, Qualità e WB, nonché al formato di salvataggio. Restano ancora da segnalare gli sportellini dotati di guarnizione a protezione delle connessioni (lato sinistro), l’impugnatura con il secondo pulsante di scatto (lato destro) utile quando si impugna la macchina in verticale, i già citati comandi per cadenza di scatto, il bracketing, il blocco T-A, i selettori per la misurazione esposimetrica e la correzione diottrica (sul pentaprisma, così come la slitta flash); il display sulla calotta riporta le informazioni relative alla ripresa. Sul fronte della macchina troviamo il bocchettone in metallo per l’innesto delle ottiche ed il tasto di sblocco, il pulsante per il controllo della profondità di campo e quello funzione Fn, le due ghiere anteriori per la ripresa in orizzontale e in verticale, il selettore per la gestione delle modalità AF. Infine le connessioni anteriori per flash esterni e controllo remoto via cavo protette da un tappo in gomma. C’è tutto insomma! E non siamo ancora entrati all’interno dei menu, cosa che faremo a breve per comprendere la completezza della D3. Entriamo nei menu La personalizzazione della fotocamera diventa di un’importanza vitale soprattutto quando l’impostazione di un dato parametro può determinare la riuscita o meno del proprio lavoro. Inutile quindi dire come su una reflex professionale questo ambito di intervento sia importante per ‘tirare fuori’ dalla reflex tutto quello che si vuole ottenere. La Nikon D3 può fare praticamente tutto, ma non nello stesso tempo. In termini generali questa impostazione non è un limite, ma anzi è una scelta tesa a privilegiare la migliore configurazione per ogni utilizzo; non potrebbe essere che così, dato che la D3 si propone come lo strumento per il fotografo indipendentemente dal settore in cui opera, sia esso lo sport o la moda, il reportage o lo still-life. Bisogna quindi fare delle scelte, e per questo occorre addentrarsi nei menu dell’apparecchio. L’interfaccia della D3 si allinea alle recenti scelte fatte da PC PHOTO 29 Ampia la disponibilità di comandi, ghiere e pulsanti, tutti personalizzabili per adeguarsi allo stile di ripresa del fotografo. L’impostazione della macchina ricorda la D2Xs, ma la sigla FX, sotto al selettore delle modalità AF, ci ricorda che la nuova D3 è una Full Frame. Nikon, con i menu disposti in verticale sulla sinistra lasciando a destra lo spazio per i sottomenu che devono essere ‘scrollati’. Iniziamo ad esplorare i campi e notiamo la gestione delle schede di memoria: si può impostare il salvataggio delle immagini sulla seconda CF quando la prima risulta piena, oppure destinare le due schede a diversi formati di file; si può anche impostare la seconda scheda come copia di sicurezza delle immagini salvate sulla prima. In termini di qualità d’immagine ci troviamo a impostare il formato di salva- 30 PC PHOTO taggio e la dimensione del fotogramma: Raw (12 bit o 14 bit compresso, con e senza perdita, o non compresso) e Jpeg, scegliendo tra qualità e peso costante. Essendo una reflex full frame vi sono le opzioni per il formato FX (full frame), il DX (Aps) ed un interessante 5:4 che ha il sapore della fotografia in studio in quanto ricalca le proporzioni delle lastre da banco ottico. I Picture Control, o Controlli Immagine, consentono di regolare con estrema flessibilità l’aspetto dello scatto: si può scegliere di usare un pre-set, ma anche ridefinirne gli attributi, oppure crearne di nuovi; tuttavia l’interfaccia di gestione di questi stili non è molto veloce, meglio quindi scattare in Raw. Per altro il software Capture NX consente di creare facilmente nuovi stili personali da associare tanto alle immagini scaricate sul computer, quanto da caricare all’interno della fotocamera stessa. Ulteriori ambiti di intervento offerti dalla D3 sono la funzione D-Lighting, il controllo della Vignettatura (entrambi in 4 livelli), la correzione automatica della Vignettatura (4 livelli), nonché la riduzione del rumore sulle lunghe Sempre apprezzati i comandi fisici per la gestione della misurazione esposimetrica (sul pentaprisma), i tasti funzione anteriori personalizzabili e la doppia impugnatura con replica dei comandi per scattare sia in orizzontale che in verticale. La natura professionale della D3 si rivela: doppio slot CompactFlash, controllo separato per l’AF e display monocromatico sotto al monitor per la regolazione rapida dei parametri di ripresa senza sprecare energia. Tutti irrinunciabili. Sul dorso della macchina troviamo, tutti ben protetti e a prova di usura, l’oculare dotato di regolazione diottrica e tendina di chiusura, gli sportelli laterali a protezione delle connessioni, lo sportello del vano memorie dotato di blocco. esposizioni, oppure ad elevate sensibilità. Sempre dal medesimo menu possiamo gestire il Live View in termini di cadenza di scatto e metodo di messa a fuoco automatica (sulla D3 è possibile, come sulla D300, utilizzare il metodo della rilevazione del contrasto, ma è molto lento). Saltando al menu delle Personalizzazioni potremmo avere un mancamento di fronte alla quantità delle regolazioni che è possibile effettuare per adattare la reflex al proprio stile di lavoro. La convenzionale suddivisione in sezioni, individuate da lettere (a, ..., f), ha la bellezza di 44 campi di personalizzazione che possono letteralmente stravolgere il comportamento della macchina. La sezione più significativa per il fotografo sportivo è quella dedicata all’Autofocus: consente di lavorare con la sicurezza che le proprie immagini saranno costantemente a fuoco durante i rapidi spostamenti del soggetto. E’ qui che conviene cercare la soluzione alle difficoltà del lavoro da svolgere; tra le voci più significative vi è la scelta dell’area AF Dinamica, con la possibilità di impostare il metodo a 51 punti ed inseguimento 3D. Si può scegliere tra varie priorità e temporizzazioni di funzionamento dell’AF e definire i punti di controllo AF. La cadenza massima di scatto è di 9 fps per il formato FX, ma sale a 11 fps nel formato DX, anche se con qualche limitazione nel Tracking AF e nella misurazione continua dell’esposizione. Completo anche il menu di gestione delle personalizzazioni dei pulsanti e dei comandi sparsi sul corpo macchina (sezione f). Da qui possiamo impostare PC PHOTO 31 Ecco alcune delle (moltissime) funzioni di personalizzazione disponibili sulla D3. Quella di orizzonte virtuale, sicuramente allettante, richiederebbe però un aggiornamento per essere davvero utile nelle riprese architettoniche. il funzionamento del pad sul dorso (e relativo pulsante centrale), del pulsante Fn, di quello normalmente dedicato alla pre-visualizzazione della profondità di campo, del comando AE-L/AF-L e delle ghiere, anteriori e posteriore. Completano il quadro dei menu funzionali le impostazioni generali per le uscite video (è presente anche la Hdmi), per i commenti vocali, per la funzione DustOff, per l’attivazione del modulo wireless (opzionale), per la gestione dei dati di posizionamento GPS, per l’impiego di ottiche prive di Cpu. Segue il menu relativo ai vari interventi di editing (Ritocco), oltre al provvidenziale Mio Menu, nel quale inserire le voci di impiego più frequente. I dati tecnici significativi Trovare l’elenco dei dati tecnici di una macchina oggi non è difficile, grazie ad internet; noi stessi li pubblichiamo in un box a parte. Concentriamoci quindi sulle caratteristiche più importanti, a cominciare dal sensore CMOS FX (full frame) da 12 Megapixel, con conversione A/D a 14 bit ed elaborazione dell’immagine a 16 bit colore per canale grazie al processore Expeed. Lo stesso processore riesce a garantire al fotografo un range di sensibilità finora mai raggiunto: quello base va 32 PC PHOTO da 200 a 6400 Iso, ma è espandibile a ben 100-25600 Iso, con funzionalità di riduzione del rumore. Un altro punto di forza della macchina è l’incredibile raffica di 9 fotogrammi al secondo in formato FX, che sale a 11 in formato DX. Di nuova generazione anche il sistema AF che, grazie ai suoi 51 punti, offre prestazioni notevoli in termini di inseguimento del soggetto, soprattutto in configurazione 3D Tracking, essendo in grado di seguire anche in condizioni di contrasto e dettaglio bassissimi un soggetto che abbia un colore chiaramente distinguibile nel contesto. Per ottenere questi risultati il sistema valuta congiuntamente i dati provenienti sia dal sensore AF che quelli forniti dall’esposimetro RGB da 1005 pixel. Il monitor è ad elevata risoluzione (920.000 punti ) ed ampio (3 pollici), fornendo quindi valido supporto alla ripresa in Live View. Completano il quadro di questa reflex, veramente unica, funzioni come i Picture Control, il DustOff, il DLighting Attivo, l’uscita video Hdmi e l’integrazione con moduli Wireless e Gps. E non dimentichiamo che è da poco uscito il nuovo Capture NX2, in grado di ottimizzare ulteriormente l’operato della D3, soprattutto in Nef. La prova Ergonomicamente nulla da dire: perfetta sotto tutti i punti di vista. Volendo proprio cercare il pelo nell’uovo, potrei dire che il pad direzionale è un po’ troppo morbido, il che potrebbe dare la sensazione di una precisione non assoluta, mentre in realtà nella prova si è comportata molto bene. E ancora, il pulsante di scatto verticale, quando attivato, è fin troppo sensibile, cosicché potrebbero partire raffiche improvvise in modalità di scatto continuo. Ma sono inezie, me ne rendo conto. Il corpo in lega di magnesio è ben sagomato, dimensionato e con punti di presa là dove serve; la massa della D3 è di certo superiore a quella delle reflex di formato Aps, ma, come già detto, rappresenta la migliore garanzia per un utilizzo sicuro quando la stabilità è una condizione irrinunciabile. Ottima l’impugnatura verticale, è solo un po’ troppo distante dal pad direzionale, costringendo ad allungare un po’ il pollice. Il monitor, con un angolo di osservazione di 170 gradi, è perfettamente visibile ed offre un buon supporto quando non sia facilmente consultabile l’istogramma (L ed RGB). Il doppio slot CF è molto utile e le modalità di salvataggio sono forse il Sono 9 gli stop di latitudine di posa misurati sulla nuova Nikon; dal punto di vista cromatico però gli stop utilizzabili sono circa 8 e mezzo. meglio di quanto offra oggi il mercato: sta al fotografo scegliere se espandere l’autonomia di ripresa, o puntare sulla sicurezza duplicando gli scatti. Benissimo. L’uso della macchina risulta molto istintivo in quanto tutte le regolazioni principali possono poi essere effettuate direttamente tramite comandi fisici sul corpo macchina, fatto che evita gli andirivieni dall’interno dei menu. Anche in questo caso però viene in soccorso del fotografo frettoloso il Mio Menu. A livello di ripresa si passa rapidamente dalla modalità di messa a fuoco singola ed automatica a quella manuale, oppure ad inseguimento continuo, per poi saltare altrettanto facilmente alla selezione della modalità di scatto continuo veloce (Ch), continuo normale (Cn) oppure al Live View. Non manca ovviamente l’autoscatto e il comando di sollevamento dello specchio. La gestione dei punti AF, fondamentale nella fotografia sportiva, viene svolta egregiamente: possiamo scegliere il singolo punto AF, oppure un sottoinsieme di punti, oppure ancora l’automatismo. Purtroppo il metodo di inseguimento (Area AF Dinamica) andrà scelto dall’interno dei menu (9, 21, 51 punti o inseguimento 3D a 51 punti). Indispensabile, nei contesti d’azione, usare il pulsante AF-On come controllore del sistema AF, che in tal modo viene slegato dal pulsante di scatto. Così facendo, ed impostando la messa a fuoco continua, è possibile avere sotto controllo all’occorrenza tanto la focheggiatura singola (premendo il pulsante e poi rilasciandolo) quanto quella in continuo (mantenendolo premuto). I professionisti apprezzeranno. Passando alla fase di riproduzione, la D3 fornisce ogni tipo di dati di scatto e consente di raggiungere un ingrandimento dell’immagine davvero notevole, nonostante il metodo di gestione dello zoom sia un ibrido tra il vecchio ‘premi-premi-ruota-sposta’ ed il più amatoriale ‘zoom +/-‘ a due pulsanti. Sulla D3 basta infatti tenere premuto il tasto apposito a sinistra dello schermo e ruotare la ghiera posteriore per selezionare rapidamente il fattore di ingrandimento; il pad direzionale permette invece di scegliere la parte del fotogramma da visualizzare. E’ un sistema pratico che evita la soluzione a doppio pulsante. Il mirino della D3 è finalmente degno di questo nome, grazie anche alle dimensioni del sensore e quindi dello specchio e del pentaprisma. I punti PC PHOTO 33 La D3 consente di impostare una raffica da 11 fotogrammi al secondo per il formato immagine DX, ‘ritagliato’ dall’FX nativo. La cadenza di 9 fps fornisce però maggiori garanzie di un efficace tracking AF. AF sono tutto sommato ben distribuiti all’interno dell’area di cattura, anche se avrebbero potuto essere un poco più ‘allargati’; comunque non infastidiscono durante la composizione della scena, dato che sono invisibili fino a quando non si illuminano durante le operazioni di messa fuoco. Ancora a riguardo del mirino, c’è da segnalare che quando si usano i formati DX o 5:4 le zone esterne alla cattura vengono oscurate. Operativamente la reflex dimostra una prontezza davvero impressionante, con un ritardo di scatto praticamente impercettibile. Il fatto stupisce soprattutto per la dimensione dello specchio, che evidentemente è stato realizzato al meglio; la stessa raffica da 11 fotogrammi al secondo ne è una conferma. E se questo non bastasse, parliamo della batteria; ha un peso che non influisce in modo significativo su quello complessivo della macchina, oltre ad avere dimensioni molto contenute. Ci si aspetterebbero prestazioni nell’ordine di quelle delle precedenti professionali D2Xs, ma nulla di tutto ciò! La durata della batteria della D3 le supera ampiamente. In pratica è facilissimo dimenticare quando è stata l’ultima volta che l’abbiamo ricaricata! Durante la mia prova non ho mai avuto la necessità di ricaricarla. Quasi incre- 34 PC PHOTO dibile. In termini d’uso, un aspetto meno pratico è la pressoché inutile implementazione dell’AF a rilevazione del contrasto durante il Live View: è troppo lenta come alternativa alla focheggiatura manuale, che può anche contare sul forte ingrandimento dell’immagine, oppure nei confronti del comunque rapidissimo sistema classico di AF di rilevazione di fase con sollevamento dello specchio. Anche la funzione di Orizzonte Virtuale non mi sembra sia di particolare utilità, soprattutto nel momento in cui si usa un supergrandangolare alle prese con prospettive architettoniche. In ogni caso male non fa e, tra parentesi, una volta che il tasto Fn è abbinato a tale dispositivo, può fornire delle indicazioni utili con la barra esposimetrica laterale che si trasforma in un indicatore di livello. Infine potremmo discutere dell’opportunità di togliere alla D3 il sistema di eliminazione della polvere dal sensore. Personalmente non ho particolare interesse per questi sistemi, dato che ritegno siano solo un palliativo e che sia preferibile una attenta cura delle proprie attrezzature; infatti tali sistemi rimuovono solo la polvere e non lo sporco che si deposita sul sensore per cause varie. Utile invece il sistema software DustOff, che riesce a gestire bene l’eliminazione delle tracce di sporco. Per altro il professionista è abituato a mandare periodicamente la macchina in assistenza per la revisione ed è questa l’occasione anche per un intervento di pulizia, senza contare che il mercato offre vari kit per provvedere da sè alla rimozione dello sporco dal sensore (o meglio dal filtro anti-alias). L’esame delle immagini Sono grandi le immagini della D3? Nemmeno troppo, dato il livello di risoluzione raggiunto dal mercato, sia dalle reflex che dalle compatte. I suoi 4256 x 2832 pixel sono in fin dei conti inferiori, anche se non di molto, ad una ipotetica risoluzione da 16 Megapixel pari a circa 5000 x 3300 pixel. I 12 Megapixel sono comunque una risoluzione sicuramente sufficiente per chi fa le cose per bene, meno per coloro che hanno bisogno di qualche lezione di tecnica fotografica. Le cose cambiano invece se guardiamo la qualità di immagine garantita al fotografo che usa obiettivi all’altezza della situazione. Il contenuto dello scatto è una meraviglia. La D3 vanta ad oggi la maggiore qualità di immagine raggiungibile, considerando anche le strepitose sensibilità alle quali gli algoritmi di ri- Osservando in Capture NX2 uno degli scatti realizzati in ripresa continua ad inseguimento 3D-51 punti è facile stupirsi di come la reflex riesca a seguire il rapido spostamento dell’auto pur in presenza di ostacoli come pali, reti metalliche. Alla raffica di 9 fotogrammi al secondo in formato DX la Nikon D3 dimostra di riuscire a tenere a fuoco un soggetto pur in rapido movimento di avvicinamento. Sfruttando la massima cadenza consentita in tale modalità, ovvero 11 fps, negli ultimi fotogrammi si nota una certa perdita del fuoco. Più che comprensibile comunque. Panning: soggetto a fuoco su sfondo mosso. PC PHOTO 35 A parte le sorprendenti amplificazioni del segnale (12.800 e 25.600 Iso), l’algoritmo di riduzione rumore della D3 riduce notevolmente la granulosità dei fotogrammi alle sensibilità più elevate, in particolare da 1600 Iso a 6400 Iso. 36 PC PHOTO I 100 Iso (sensibilità estesa) vanno considerati una sensibilità di riserva per le situazioni in cui tempi e diaframmi non ci offrono possibilità di ridurre l’esposizione (ad esempio un ritratto in pieno sole con diaframma aperto per sfuocare lo sfondo). duzione rumore offrono una resa senza paragoni anche oltre i 1600 Iso. Cromaticamente gli scatti appaiono neutri e correttamente saturi, impostando Picture Control appropriati. La possibilità di modificarne i parametri permette di ottenere risultati mai esagerati. Le funzioni di miglioramento dello scatto, anch’esse sobrie ed efficaci, consentono al fotografo di utilizzarle senza dover temere risultati falsi anche nei casi in cui si scatta in condizioni che non sono del tutto adatte alle impostazioni scelte. E’ il caso del D-Lighting Attivo, che provvede ad un’amplificazione delle ombre già in ripresa per dare leggibilità ai particolari più chiusi. E anche se ci si dimentica la funzione attivata, sarà difficile che i risultati siano inaccettabili, proprio per la sensata applicazione della correzione. Prima di esaminare il comportamento della D3 alle maggiori sensibilità, voglio spendere alcune parole in merito all’algoritmo di riduzione rumore (NR) disponibile a menu. Di default la reflex non imposta alcuna riduzione fino a 6400 Iso, per poi introdurre un’impostazione Moderata a 12.800 ed a 25.600 Iso. Impostando livelli maggiori (Normale, Alta) si nota come la D3 consideri applicabile il NR prescelto solo oltre i 1600 Iso, ovvero a partire da 3200 Iso. Tale approccio si rivela sensato analizzando gli scatti eseguiti alle varie sensibilità; essendo i 1600 Iso della Che dire degli 800 Iso della D3? Pare di fotografare alla sensibilità di base disponibile sulle reflex di solo un anno e mezzo fa! Buono anche l’80-400mm usato nel corso di queste prove. Salendo ancora in sensibilità i risultati di ripresa continuano ad essere eccellenti anche (e soprattutto) nella ombre, che di mostrare il rumore proprio non ne vogliono sapere! PC PHOTO 37 E’ inevitabile che a 6400 Iso si notino artefatti di amplificazione. Si tratta però di immagini praticamente fuori della portata di una reflex prima dell’uscita della D3! I neri sono un po’ tagliati, ma il rumore è tutto sommato neutro. A 3200 Iso si lavora tranquillamente, ma non è proprio cosa comune poter scattare in luce continua ad 1/160s f/5 con un obiettivo di quasi 200mm di focale. 38 PC PHOTO La funzione di stabilizzazione ottica VR dell’80400mm consente di raggiungere tempi di scatto altrimenti impossibili. Realisticamente direi che si possono guadagnare 3 stop, più o meno in tutte le situazioni di ripresa usando solo le comuni accortezze. D3 assolutamente utilizzabili grazie al bassissimo rumore dimostrato; perché quindi rischiare di ridurre il dettaglio inserendo una correzione? Lo stupore aumenta andando a osservare l’immagine a 6400 Iso, buona in termini di neutralità e di grana anche senza elevare il NR. Considerando il livello Normale della riduzione del rumore, l’immagine ha un aspetto paragonabile a quello di fotogramma da circa 800 Iso di un annetto fa. E aumentando la riduzione rumore ad un livello Alto, la situazione migliora ancora leggermente in pulizia, laddove ce ne fosse necessità. A 12.800 Iso senza NR (o, meglio, con quello standard impostato dalla reflex) solo qualche puntino bruciato rivela la forte amplificazione, un’immagine paragonabile a quella a 1600 Iso di una reflex Aps. L’intervento del NR causa una minima perdita di dettaglio e la comparsa di qualche macchia sfumata nelle aree più granulose, ma non ci sono slittamenti cromatici. La maggiore perdita di dettaglio si ha nelle aree scure, ma questo è normale e dobbiamo considerare che stiamo par- lando di una sensibilità di 12.800 Iso! Da evitare l’uso di un livello superiore della riduzione del rumore dato lo scarso guadagno in termini di pulizia. I 25.600 Iso, una sensibilità astronomica, rivelano un grado di rumore notevole e slittamenti cromatici piuttosto marcati, che il NR non può certo nascondere se non riducendo di molto la leggibilità dello scatto. Detto ciò, considerando che stiamo parlando di un tiraggio di 7 stop (!) nei confronti della sensibilità di base di 200 Iso, mi pare degno di lode il solo fatto di riuscire ancora a scorgere del dettaglio. Ultima nota a proposito dei 100 Iso, la sensibilità ridotta rispetto a quella di base (200 Iso). Qui, nonostante la notevole pulizia di immagine, si rischia facilmente di bruciare le alte luci per una latitudine di posa un po’ stretta: meglio quindi evitarla, se non per immagini poco contrastate. Circa la latitudine di posa ho rilevato una media di 8 stop e mezzo, nel rispetto degli attributi cromatici. A livello di dettaglio si potrebbe anche parlare di una latitudine superiore a 9 stop, ma chi considererebbe tale un’imma- gine fatta solo di grigi? E’ quindi una prestazione nella norma per una reflex professionale. Per provare la ripresa veloce siamo andati all’autodromo di Monza, ospiti dell’organizzazione Puresport. In questo campo la D3 mostra tutto il suo potenziale; nonostante abbiamo usato un’ottica non certo destinata alla ripresa sportiva, il Nikon ED AF VR Nikkor 80-400mm f/4.5-5.6D, la resa sul campo è stata sorprendente. Il sistema AF ha reagito sempre al meglio (a patto di seguire il soggetto per aiutarlo), tanto in 3D Tracking a 51 punti quanto nell’inseguimento su singolo punto scelto per realizzare il panning. Il 3D Tracking è assolutamente sorprendente anche in presenza di oggetti che si interpongono tra l’ottica e il soggetto. Una volta che il soggetto è stato agganciato, vediamo i punti AF accendersi e spegnersi per seguirne il suo movimento in modo estremamente ‘sensato’! Ecco, è questo il termine più adatto a definire il modo di lavorare dell’autofocus della D3. Non si ha mai la sensazione che la macchina ‘impazzisca’ lasciando il fotografo nel dramma di una situazione PC PHOTO 39 Nonostante la qualità del Jpeg da fotocamera, non si può negare che il dettaglio ottenuto dalla conversione da Raw sia migliore. A 400 Iso il dettaglio della D3 è praticamente lo stesso disponibile alla sensibilità più bassa. Per rendersene conto basta osservare particolari come lo sporco attaccato ai pneumatici dell’auto o l’usura del giunto della sospensione. 40 PC PHOTO Interessante il D-Lighting Attivo implementato sulla D3, ma per sfruttarlo al meglio occorre usare una modalità di scatto a priorità, consentendo così alla macchina di gestire autonomamente l’esposizione. Specifiche Tecniche Pixel effettivi: 12,1 milioni Sensore d’immagine: CMOS 36,0 x 23,9 mm, formato Nikon FX Sensibilità ISO: Da ISO 200 a 6.400 Sensibilità espanse: ISO 100 e fino a ISO 25.600. Scheda di memoria: CompactFlash Formati di memorizzazione: Nef a 12/14 bit senza perdita informazione. Nef a 12/14 bit a compressione maggiore. Jpeg selezionabile tra Peso costante e Qualità ottimale. Modi di scatto: 1) Singolo [S], 2) Continuo a bassa velocità [CL]: 1-9 fotogrammi al secondo. 3) Continuo ad alta velocità [CH]: 9 fps (9-11 fps con il formato DX). 4) Live View [LV]. 5) Autoscatto. 6) Blocco specchio posizione sollevata [Mup] Monitor LCD: 3 pollici, 920.000 punti (VGA). Angolo visione 170°. Uscita video: NTSC o PAL Supporta HDMI, connettore tipo A Interfaccia: USB Hi-Speed Obiettivi compatibili: 1) AF Nikkor tipo G o D: tutte le funzioni supportate. 2) DX AF Nikkor: tutte le funzioni supportate tranne la dimensione immagine nel formato FX (36x24)/5:4 (30x24). 3) AF Nikkor diverso dai tipi G o D: sono supportate tutte le funzioni tranne la misurazione Color Matrix 3D II. 4) AI-P Nikkor: tutte le funzioni supportate, tranne Autofocus e Misurazione Color Matrix 3D II. 5) Nikkor AI senza CPU: utilizzabili nei modi di esposizione A e M; telemetro elettronico utilizzabile se l’apertura massima è di f/5.6 o superiore; Misurazione Color Matrix e valore di apertura supportati solo se l’utente fornisce i dati relativi all’obiettivo. Mirino: Reflex a pentaprisma fisso. Regolazione diottrica incorporata (da -3 a +1) Schermo BriteView VI tipo B. Copertura circa 100%. Ingrandimento circa 0,7x (con obiettivo da 50 mm f/1.4 impostato su infinito) Autofocus: Sistema TTL a rilevazione di fase, 51 punti (15 sensori a croce) mediante il modulo autofocus Nikon Multi-CAM 3500FX. Campo di rilevazione da -1 a +19 EV (ISO 100). Punto AF singolo selezionabile tra 51 o 11 punti. Modo area AF: 1) Punto AF singolo. 2) AF dinamico, numero di aree AF: 9, 21, 51, 51 (inseguimento 3D). 3) AF area-automatico. Sistema di misurazione dell’esposizione: Sensore RGB da 1.005 pixel. 1) Misurazione Color Matrix 3D II 2) Ponderata centrale: 75% della sensibilità in base ai cerchi di 8, 15 o 20 mm o in base alla media dell’intero fotogramma. 3) Misurazione spot: cerchio di 4 mm (circa l’1,5% dell’intero fotogramma). Compensazione esposizione: ±5 EV in incrementi di 1/3, 1/2 o 1 EV Bracketing di esposizione: Bracketing di esposizione e/o flash (da 2 a 9 esposizioni in incrementi di 1/3, 1/2, 2/3 o 1 EV). Sistema di controllo immagine Quattro opzioni di impostazione: Standard, Neutra, Satura, Monocromatico. Ciascuna opzione può essere regolata Blocco esposizione: Esposizione bloccata al valore rilevato con il pulsante AE-L / AF-L. Otturatore: Da 1/8000s a 30 secondi con incrementi di 1/3, 1/2 o 1 EV. Posa B Sincronizzazione flash: 1/250s. Controllo flash: 1) Controllo flash TTL con sensore RGB da 1.005 pixel. 2) Fill-flash con Bilanciamento i-TTL e Fillflash i-TTL standard disponibile con SB-800, 600 o 400. 3) Apertura automatica (AA): disponibile con SB-800 con obiettivo CPU. 4) Auto non TTL (A): disponibile con SB-800, 28, 27 o 22s. 5) Manuale con priorità di campo (NG): disponibile con SB-800. Dimensioni: 159,5 x 157 x 87,5 mm (L x A x P) Peso: 1.240 grammi senza batteria. irrecuperabile; anche nel caso in cui il soggetto dovesse sganciarsi, non è complesso recuperarlo. La focheggiatura avviene ovviamente con estrema precisione. Come detto, l’ottica che ho utilizzato non è particolarmente adatta ad un impiego sportivo, per cui è stato necessario uno sforzo in più. La D3 però mi è stata d’aiuto, rivelando le sue potenzialità ‘nascoste’; una volta tanto, il corpo macchina riesce a migliorare l’operato dell’obiettivo. Nel corso della prova il sistema AF ha sempre reagito bene nel formato FX a 9 fotogrammi al secondo, che sono davvero parecchi; in DX a 11 fps la focheggiatura in Tracking non può più essere usata e l’efficacia del sistema si riduce. Inoltre i 5 Megapixel DX sono un po’ pochi, considerando che è praticamente impossibile sfruttare al 100% il fotogramma. La raffica è comunque impressionante: nel mirino si ha la sensazione di osservare un filmato! Consiglio vivamente di usare il formato FX scattando a 8/9 fps per ottenere i migliori risultati sotto tutti i punti di vista. In questo genere di ripresa la sensibilità di 400 Iso, vista la pulizia d’immagine, è un ‘must’, così come lo è lo scatto in Jpeg. Il Jpeg da fotocamera è sicuramente eccellente, ma nei dettagli più fini (le zone di frequenza assai elevata) non sta dietro al Jpeg convertito da Raw/ Nef: i particolari più fini appaiono un po’ impastati. Il Moirè è assente quasi del tutto in entrambi i formati, con solo una minima traccia nel Jpeg da fotocamera. Attenzione: stiamo parlando di una PC PHOTO 41 Puresport, scuola per piloti Per la prova della Nikon D3 abbiamo avuto la collaborazione di Puresport, che organizza corsi di guida sportiva per privati ed eventi su vetture monoposto. E’ così possibile guidare vere Formula 1 o i MKI Kart. Sul loro biglietto da visita leggo: “Accelerate, staccate, inserimenti fulminei sono il nostro lavoro. Una giornata con Puresport significa passione, adrenalina, tecnologia, divertimento, il tutto con la sicurezza di più di 7 anni di esperienza.” Tel 0362-915549. Maggiori informazioni sui corsi e gli eventi sul sito internet www.puresport.it valutazione a livello di ‘pixel’, tanto è fine ed incisa l’immagine che la D3 riesce a fornire. La conversione da Nef mostra inoltre un maggiore contrasto che potrebbe far pensare ad una perdita di particolari nelle aree di colorazione vivace ed uniforme, che appaiono più sature: così non è, e basta regolare al meglio i parametri di conversione in Capture NX/NX2. Una lievissima maschera di contrasto (MdC) in Photoshop porta il Jpeg ad assomigliare al Jpeg da Nef fino ai dettagli più fini, che però si leggono distintamente solo nel secondo. Interessante notare come, prima volta nella mia esperienza con il digitale, applicando una MdC in Photoshop ad uno scatto effettuato con la D3, il suo intervento è già visibile con un raggio di 0,2 pixel, quando con le reflex professionali finora provate il limite era di 0,3 pixel. In breve la definizione delle immagini osservate a monitor (indipendentemente dalla risoluzione del sensore) è la più elevata finora da me riscontrata, se si escludono i dorsi per medio formato. Lo scatto in Raw 14 bit consente maggiori prestazioni in termini di latitudine e di fluidità nei passaggi tonali, ma onestamente non credo che nella pratica fotografica di tutti i giorni ci si possa accorgere facilmente di tale superiore 42 PC PHOTO profondità di colore. In studio però è differente. E per finire, l’esposizione è ottima come sempre, buono l’inserimento della Luminosità all’interno dei Picture Control, eccellente la neutralità di immagine del Jpeg, che può anche avvantaggiarsi della riduzione dell’aberrazione cromatica. Quanto Costa Nikon D3 4990 Euro Distribuzione: Nital, via Tabacchi 33, 10132 Torino. infoline 199.124.172 www.nital.it Il giudizio La Nikon D3 è la reflex professionale più evoluta oggi presente sul mercato e l’unico punto su cui cede alla Canon è la risoluzione in termini di numero di pixel. C’è poi da considerare l’assenza di un sistema di riduzione della polvere sul sensore, che però considero non molto importante; penso che in futuro Nikon possa introdurre qualche soluzione in questo senso, e sarà di certo gradita, ma non credo che la sua mancanza pregiudichi il valore dello strumento. Riguardo alla qualità di immagine, quella della D3 è così elevata che può tranquillamente rivaleggiare con reflex dotate anche di 14 o 16 Megapixel; l’unico problema potrebbe nascere solo nell’ipotesi di dover intervenire pesantemente in sede di post-produzione con ritagli estremi o ridimensionamenti violenti per recuperare un mosso, su scatti effettuati in condizioni precarie. Ma si suppone che chi compra una pro- fessionale da 5.000 euro abbia imparato a fotografare decentemente! Piuttosto conviene considerare la qualità dell’amplificazione del segnale della D3, anche solo fino a 6400 Iso, che ripaga ampiamente la minore risoluzione. Visto? Dell’angolo di campo consentito dal sensore full frame della D3 non ho praticamente parlato. E’ così importante? Certo poter usare focali estreme come quelle presenti nel corredo 35mm di Nikon fa piacere, ma non dimentichiamo che la qualità d’immagine della D3 trascende queste considerazioni. L’FX è un notevole passo avanti per Nikon, e la sua forza non è solo nelle dimensioni del sensore ma anche nell’elaborazione del processore Expeed che avviene dopo la cattura della luce. Bellissima reflex. Eugenio Tursi