Eventi Lunedì 21 marzo 2016 Sanità 39 FONDAZIONE POLIAMBULANZA / In Italia come nei migliori centri ospedalieri d’Europa, un know-how capace di limitare i danni delle tecniche tradizionali Valvola aortica: oggi la sostituzione è “sutureless” E si esegue l’intervento di by-pass a cuore battente in oltre il 90% dei casi, a fronte di una media italiana inferiore al 20% A go e filo chirurgici restano sul carrello dei ferri. La sostituzione della valvola aortica può essere fatta senza punti e con una tecnica meno invasiva, detta “sutureless”, già utilizzata nei migliori centri ospedalieri in tutta Europa, che limita i danni generali dell’intervento tradizionale e accorcia i tempi di recupero del paziente. Un’opportunità per quei pazienti - soprattutto i più anziani, per i quali un intervento chirurgico rappresenta un rischio - che soffrono di stenosi della valvola aortica, un restringimento che rende difficile il flusso di sangue dal ventricolo sinistro del cuore all’aorta. Problema che in Italia colpisce il 4,6% della popolazione oltre i 75 anni e rappresenta una delle più rischiose patologie valvolari cardiache. La tecnica si sta facendo strada anche in Italia. Ne è un esempio Fondazione Poliambulanza di Brescia, dove la sostituzione valvolare aortica con protesi senza suture (sutureless) viene applicata - ove possibile - di prassi. La protesi valvolare “sutureless”, grazie a un disegno particolare e a materiali con caratteristiche di autoespansione e memoria di forma, aderisce perfettamente all’anello valvolare del paziente, accorciando sensibilmente la durata dell’intervento e il periodo di arresto del cuore. La protesi, per tali caratteristiche, è ideale per gli approcci mini invasivi con incisioni di 6-7 cm invece dei canonici 20 cm. Vengono così ridotti i tempi di recupero post operatorio dei pazienti di tutte le età. A sancire l’efficacia delle operazioni svolte nell’ospedale bresciano anche i dati L’ingresso dell’Istituto Ospedaliero bresciano Agenas (ente pubblico che si occupa di monitorare e valutare i servizi sanitari statali e regionali). In Poliambulanza la mortalità dopo l’intervento di chirurgia valvolare è tendente allo zero, mentre la media degli altri ospedali italiani raggiunge quasi il 3%. “La tecnologia sutureless non è l’unica disponibile in Fondazione Poliambulanza per la riparazione e la sostituzione delle valvole cardiache”, ha spiegato Giovanni Troise, direttore dell’U.O. di Cardiochirurgia dell’ospedale bresciano. “Dove il rischio operatorio si alza, parliamo di pazienti anziani o comunque con un quadro clinico più complesso, si esegue anche la procedura Tavi (Transcatheter Aortic Valve Implantation) con cui è possibile accedere al cuore dall’inguine attraverso l’arteria femorale (tecnica transfemorale) o da un piccolo taglio laterale del torace attraverso l’apice cardiaco (tecnica transapicale). Sappiamo che la maggior parte dei problemi cardiaci sono correlati alla patologia delle arterie coronarie che, ristrette da placche arterosclerotiche od occluse dalla formazione di trombi, rischiano di mandare in sofferenza il cuore, privato del necessario flusso di sangue, fino all’infarto miocardico”. L’intervento di by-pass aorto coronarico, necessario in questi casi, in Fondazione Poliambulanza viene eseguito “a cuore battente”, senza circolazione extracorporea (Cec) in più del 90% dei casi (la media degli altri ospedali italiani è inferiore al 20%), dato che elegge Poliambulanza tra le élite internazionali della car- Alessandro Signorini, direttore generale di Fondazione Poliambulanza F ondazione Poliambulanza, oltre 100 anni di cura e assistenza ai malati, è un ospedale privato no profit accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale. Innovazione tecnologica, ricerca scientifica e formazione del personale hanno portato la Fondazione a ricevere l’accreditamento internazionale “all’eccellenza” da parte di Joint Commission International (Jci), il più importante organismo indipendente riconosciuto nel mondo per la valutazione delle performance delle strutture sanitarie. In Italia, sono attualmente solo 18 gli ospedali che hanno ottenuto l’accreditamento Jci, su un totale di circa 650. Da tre anni, inoltre, la Fondazione è l’unico ospedale multi specialistico in Italia ad aver ricevuto la certificazione Top Employers, per le migliori politiche di gestione e sviluppo del proprio personale. Ha ottenuto altri premi: Esmo, la principale società di oncologia medica in Europa, ha riconosciuto l’Unità Operativa di Oncologia di Fondazione Poliambulanza “Centro di Eccellenza per il trattamento oncologico palliativo integrato”; mentre la Fondazione Abio ha decretato Poliambulanza “ospedale a livello di bambino”, poiché alle cure più evolute si accompagna una visione della struttura a misura e tutela dei più piccoli. diochirurgia, coniugando felicemente perizia tecnica e vantaggi per il paziente. “L’intervento di by-pass a cuore battente - afferma Giovanni Troise - è una procedura chirurgica eseguita sul cuore mentre batte. L’organo non viene fermato durante l’operazione e il paziente non deve essere collegato alla macchina cuore-polmone, poiché il cuore e i polmoni continuano a funzionare normalmente”. “Un altro goal - aggiunge Alessandro Signorini, direttore generale dell’ospedale - è la tempestività con cui vengono eseguiti gli interventi di riparazione della frattura di femore nei pazienti anziani. Infatti l’équipe diretta da Flavio Terragnoli, direttore del dipartimento di Ortopedia e Traumatologia, opera in 48 ore oltre il 95% dei pazienti anziani, riducendo sensibilmente il rischio di mortalità e di disabilità residue”. Cancro al colon-retto: il futuro tra interventi “light” e terapie “fast” È il terzo tipo di tumore più diffuso fra gli uomini e il secondo tra le donne. Tra i centri di riferimento in Italia spicca la Fondazione Poliambulanza, anche per la chirurgia oncologica U na patologia certamente preoccupante, ma sulla quale il lavoro d’équipe del chirurgo, dell’oncologo e del radioterapista sempre di più riesce ad avere la meglio, è il tumore al colon retto. Con 52 mila diagnosi stimate nel solo 2012, è il terzo tipo di cancro più diffuso fra gli uomini e il secondo fra le donne. Fortunatamente la diagnosi precoce e i miglioramenti terapeutici fanno sì che la sopravvivenza a 5 anni dalla scoperta della malattia sia del 64%. Tra i centri d’eccellenza italiani c’è Fondazione Poliambulanza di Brescia, ospedale multispecialistico conosciuto anche per la qualità della chirurgia oncologica, in particolare la chirurgia laparoscopica avanzata di pancreas, fegato, stomaco e colonretto. I tumori che interessano l’addome vengono trattati, quando possibile, attraverso tecniche mini-invasive come la laparoscopia, per garantire gli standard quaMedici al lavoro in sala operatoria Oltre un secolo di cura e assistenza: l’eccellenza medica è a Brescia litativi oncologici della più tradizionale chirurgia a cielo aperto, riducendo il trauma chirurgico e il dolore post-operatorio e favorendo la riabilitazione dei pazienti. La tecnica laparoscopica viene associata alla tecnologia 3D: di recentissima introduzione e disponibile solo in un numero limitato di ospedali, questa permette di ovviare al limite principale della laparoscopia tradizionale, cioè la visione in due sole dimensioni, offrendo una visione tridimensionale che permette al chirurgo di usufruire di una profondità di campo vicina a quella della chirurgia tradizionale, rendendo l’intervento più sicuro e preciso. In primavera, sempre nella struttura bresciana, verrà inaugurato un nuovo blocco operatorio che la caratterizzerà come uno dei pochi ospedali al mondo e il primo in Italia a eseguire procedure laparoscopiche con tecnologia 4K (Ultra HD), che garantisce una risoluzione spaziale 4 volte supe- riore, riducendo ulteriormente il rischio di errore. Altro elemento chiave è l’approccio multidisciplinare e, allo stesso tempo, personalizzato al paziente, come illustra il direttore del dipartimento Chirurgico della Fondazione Poliambulanza Edoardo M. Rosso, 42 anni e già una solida esperienza ultradecennale all’estero e migliaia di interventi all’attivo: “Cerchiamo sempre di comprendere le peculiarità di ogni malattia per determinare l’insieme di terapie più adatto a ciascuna situazione. Il percorso di cura diventa, così, una vera e propria strategia personalizzata. Inoltre, per i pazienti anziani l’ospedale integra il contributo specialistico con un consulto geriatrico. A questo si aggiunge il programma fast track, pensato per rendere più veloce il decorso intra e post operatorio dei pazienti sottoposti a chirurgia colo-rettale. La ripresa più rapida che ne deriva consente di ridurre i giorni di ospedalizzazione.