Cresti, E. (a cura di) Prospettive nello studio del lessico italiano, Atti SILFI 2006. Firenze, FUP: Vol II, pp. 341-349 Strutture di lessicalizzazione: un approccio tipologico-comparativo Iørn Korzen Copenhagen Business School Abstract In questo contributo si riesaminano le strutture di lessicalizzazione dei verbi romanzi e germanici alla luce delle conclusioni di Talmy (1985; 2001), secondo cui i verbi di movimento lessicalizzano universalmente, oltre alla componente semantica MOVIMENTO, o DIREZIONE (nelle lingue romanze), o MODO (nelle lingue germaniche), o FIGURA (per esempio nei verbi meteorologici delle lingue romanze e germaniche). Vediamo come la lessicalizzazione concomitante di tutte e tre le componenti, universalmente scartata da Talmy, sia tutt’altro che assente nei verbi indoeuropei, e per quanto riguarda le componenti SCOPO e SFONDO, similmente scartate come lessicalizzabili da Talmy, si dimostra che mentre la prima non è forse frequentissima, ma neanche esclusa, quest’ultima è assolutamente usuale in una serie di lessicalizzazioni secondarie, o derivative, del tutto produttive nelle lingue romanze. Infine vengono messe in rilievo le differenze che sussistono all’interno dei ceppi linguistici, per esempio tra l’italiano e il francese da una parte e tra l’inglese e il danese dall’altra, e viene dimostrato che piuttosto che parlare di sistemi rigidi e fissi all’interno di un gruppo di lingue, conviene parlare di un continuum tra un sistema (più o meno puramente) germanico e un sistema (più o meno puramente) romanzo. 1. Introduzione1 A: Il lessico di una lingua è il risultato di un insieme di strutture di lessicalizzazione secondo cui alcune componenti o domini semantici entrano a far parte del significato della radice di una parola e altri no. Per definire e paragonare le strutture di lessicalizzazione di lingue diverse occorre isolare delle componenti semantiche costanti. Si tratta di operazione tutt’altro che facile ma realizzabile poiché alcuni elementi di significato risultano talmente universali e fondamentali che la loro identificazione ha raggiunto un generale consenso degli studiosi. Un buon esempio è il campo semantico MOVIMENTO. Non solo i verbi di movimento costituiscono una parte ampia e centrale del lessico delle varie lingue: oltre a ciò la componente semantica MOVIMENTO fa parte di una lunga serie di altri verbi. I verbi di movimento sono stati trattati in un’ottica universale da Talmy (1985; 2001), quelli italiani da Alonge (1997; 1998), quelli inglesi da Levin e Rappaport (1992) e quelli romanzi in generale in confronto con quelli germanici da Herslund e Baron (2003), Baron e Herslund (2005), Korzen (2004, 2005a/b/c) e Smith (2006). Nei suoi importanti studi, Talmy arriva (1985: 62-76; 2001: 22ss.) a distinguere cinque componenti fondamentali dei verbi di movimento: MOVIMENTO + DIREZIONE: le lingue romanze FIGURA MOVIMENTO DIREZIONE SFONDO MODO/ CAUSA verbi di superficie: entrare, uscire, salire, scendere … B: MOVIMENTO + MODO/CAUSA: le lingue germaniche e il cinese FIGURA MOVIMENTO DIREZIONE SFONDO MODO/ CAUSA verbi di superficie inglesi: slide, roll, bounce, blow … C: FIGURA + MOVIMENTO: le lingue romanze e germaniche, per esempio verbi meteorologici FIGURA MOVIMENTO DIREZIONE SFONDO MODO/ CAUSA verbi di superficie: piovere, nevicare … (1) Componenti semantiche dei verbi di movimento FIGURE MOTION PATH GROUND MANNER/ CAUSE corrispondenti a FIGURA, MOVIMENTO, DIREZIONE, SFONDO e MODO/CAUSA in italiano. Fra queste componenti, secondo Talmy, le lingue umane si limitano alle seguenti tre combinazioni con i relativi “verbi di superficie”: 1 Ringrazio il collega e amico Marco Gargiulo per preziosi suggerimenti e aiuto nella stesura del presente lavoro e Robert D. Pinna per le icone. Secondo Talmy questi tre sistemi non si mischiano nelle lingue umane, e sarebbe esclusa, o molto rara, per esempio la lessicalizzazione della componente SFONDO o quella di un’altra componente semantica come SCOPO. Nelle pagine seguenti vorrei rivisitare e approfondire alcuni aspetti inerenti alla semantica lessicale dei verbi di movimento, e vorrei dimostrare che l’immagine, piuttosto rigida, di Talmy, non corrisponde sempre al 100% alla realtà linguistica delle lingue romanze (citerò casi italiani e francesi) né delle lingue germaniche (dove citerò casi inglesi e danesi). Dimostrerò anche che generalmente si può parlare di una maggiore specificità lessicale nei verbi germanici rispetto a quelli romanzi, motivo per cui gli Iørn Korzen studiosi danesi citati, Herslund, Baron, Korzen e Smith, hanno suggerito la distinzione terminologica tra lingue “endocentriche” (quelle germaniche che concentrano relativamente più informazione nel verbo, cioè nel “centro” della proposizione) e lingue “esocentriche” (quelle romanze che concentrano più informazione negli argomenti nominali, ossia fuori dal centro della proposizione); cfr. anche sotto. + MODO, corrispondenti alla struttura B di Talmy. A differenza dei verbi della sez. 2.1, questi verbi si caratterizzano per essere illustrabili con delle icone, e si dividono in due sottogruppi: i verbi in (3), in cui la componente MODO può essere definita come la “forma” del movimento: (3) MOVIMENTO + MODO (= “FORMA” DEL MOVIMENTO) MOVIMENTO a. [inglese] walk, run, tiptoe, hop, fly, swim, slide/ glide, swing … b. [danese] gå ‘camminare’, løbe ‘correre’, liste ‘camminare in punta dei piedi’, hoppe ‘saltare‘, flyve ‘volare’, svømme ‘nuotare’, glide ‘scivolare’, gynge ‘dondolare’ …: 2. La tipologia dei verbi di movimento In base alle componenti semantiche suggerite da Talmy possiamo suddividere i verbi di movimento in vari sottogruppi: 2.1. I verbi lessicalizzanti MOVIMENTO + DIREZIONE I verbi in cui sono fuse le componenti semantiche alla struttura A di Talmy e sono del tipo citato in (2): MOVIMENTO e DIREZIONE corrispondono (2) MOVIMENTO + DIREZIONE (SORGENTE e/o META)2 e i verbi in (4), in cui MODO ha invece il senso di MEZZO DEL MOVIMENTO, egualmente illustrabile iconicamente: LINGUE ROMANZE a. [italiano] andare, venire, entrare, uscire, salire, scendere, partire, arrivare, tornare, passare, sparire, comparire, cadere, ritirarsi, avanzare … b. [francese] aller, venir, entrer, sortir, monter, descendre, partir, arriver, retourner, passer … (4) MOVIMENTO + MODO (= MEZZO DEL MOVIMENTO) a. [inglese] travel, fly, ski, skate, parachute, drive, (bi)cycle, ride, sail/boat, bus, canoe, balloon … b. [danese] rejse ‘viaggiare’, flyve ‘volare, muoversi in aereo’, skøjte ‘pattinare’, køre ‘muoversi in un veicolo dotato di ruote’, cykle ‘muoversi in bicicletta’, ride ‘muoversi a cavallo’, sejle ‘muoversi in barca’ ...: LINGUE GERMANICHE c. [inglese] go, come, enter, exit, pass, advance, cross, arrive, return, recede, ascend, mount, descend, circle, join … d. [danese] komme ‘venire’, ankomme ‘arrivare’, tage af sted ‘partire’, passere ‘passare’, forsvinde ‘sparire’ I verbi romanzi in (2a-b) sono tutti inaccusativi e perfettivi; esprimono un cambiamento di posizione, una relocation (‘rilocazione’) nella terminologia di Smith (2006): un’azione iniziata e/o terminata e un Aktionsart incoativo, telico o puntuale. Talmy (1985: 72; 2001: 53) ha ragione nell’affermare che questi verbi non sono quelli più caratteristici per l’inglese, però come dimostrano i casi citati in (2c), non sono neanche pochi a causa del lungo influsso del francese: molti sono semplicemente prestiti romanzi. Invece nel danese, lingua più “puramente germanica”, meno influenzata dalle lingue romanze, i cinque verbi citati in (2d) sono gli unici con queste componenti semantiche.3 2.2. I verbi lessicalizzanti MOVIMENTO + MODO Nelle lingue germaniche sono invece tipici e molto più numerosi i verbi in cui sono fuse le componenti 2 La suddivisione di DIREZIONE in SORGENTE e META è suggerita da Alonge (1997) e (1998). 3 La stessa cosa vale per il tedesco, come osserva lo stesso Talmy (2001: 53): “German, which has borrowed much less from Romance languages, lacks verb roots that might correspond to most of the Path verbs in the list [(2c)].” A proposito di questi verbi, Talmy (2001: 27) afferma: (5) Language families or languages that seem to be of this type are Indo-European (except for post-Latin Romance languages), Finno-Ugric, Chinese, Ojibwa, and Warlbiri. (Il corsivo è mio). Però, come è noto, tali verbi sono tutt’altro che assenti dalle lingue romanze: (6) MOVIMENTO + MODO (= “FORMA” DEL MOVIMENTO) a. [italiano] camminare, passeggiare, nuotare, scivolare, dondolare, ballare, ... b. [francese] marcher, courir, rouler, nager, sauter, danser … Invece i verbi che lessicalizzano il mezzo del movimento sono meno numerosi in queste lingue: Strutture di lessicalizzazione: un approccio tipologico-comparativo (7) MOVIMENTO + MODO (= MEZZO DEL MOVIMENTO) (11) a. [italiano] viaggiare, sciare, pattinare, paracadutarsi4 b. [francese] voyager, patiner, se parachuter Tranne paracadutarsi / se parachuter, i verbi romanzi in (6)-(7) sono tutti inergativi e imperfettivi: esprimono una attività durativa. Infatti i verbi francesi di (2b) e quelli di (6b)-(7b) formano due serie perfettamente distinte di verbi di movimento: inaccusativi ed esplicitanti la DIREZIONE del movimento da una parte e inergativi ed esplicitanti il MODO del movimento dall’altra: (8) Inaccusativi, perfettivi [+ DIREZIONE] aller venir arriver entrer sortir partir … Inergativi, imperfettivi [+ MODO] marcher courir rouler nager sauter danser 5 … Esaminando invece i verbi germanici, si osserva che tranne i casi citati in (2c-d), i verbi di movimento germanici esprimono obbligatoriamente il MODO in cui si svolge il movimento,6 mentre sono in sé neutri quanto all’Aktionsart ed alla distinzione tra inaccusatività ed inergatività. Tali valori vengono definiti solo testualmente con la scelta del verbo ausiliare (in danese) e/o con l’aggiunta dell’indicazione di DIREZIONE sotto forma di satellite avverbiale: (9) [+ MODO] [+ DIREZIONE: op / ud / hjem /… ‘su / fuori / a casa /…’] [struttura inaccusativa] [danese] Peter er løbet op / ud / hjem. ‘Pietro è corso su / fuori / a casa.’ MOVIMENTO DIREZIONE + MODO (“FORMA” O MEZZO) ± correre, saltare, volare, rotolare, rimbalzare, colare, gocciolare, … Questi verbi si distinguono per poter lessicalizzare – oltre a MODO (nel senso di “forma” o mezzo) – appunto DIREZIONE, nel qual caso diventano inaccusativi e perfettivi e prendono l’ausiliare essere, cfr. (12a). In altri casi la componente DIREZIONE è invece assente, i verbi sono inergativi e imperfettivi e prendono l’ausiliare avere, cfr. (12b): (12) a. [INACCUSATIVI, PERFETTIVI] sono corso a casa; l’uccello è volato nel nido; sono volato a Firenze; il pallone è saltato giù; la palla è rimbalzata sul muro; l’olio è colato da questa fessura. b. [INERGATIVI, IMPERFETTIVI] ho corso nel parco per due ore; ho volato tutta la notte; il pallone non ha saltato bene; la palla ha rimbalzato benissimo; l’olio ha colato tutta la notte. Generalmente la lessicalizzazione della componente in un verbo implica la componente FIGURA, cioè il soggetto o l’oggetto coinvolto nel movimento, come risulta anche dalle icone illustrative. I verbi menzionati in questa sezione richiedono tutti (s)oggetti di un certo tipo, almeno negli usi non metaforici: camminare, passeggiare, correre, ballare un soggetto dotato di gambe, volare un soggetto dotato di ali, e così via. Similmente i verbi in (13) specificano tutti che il soggetto che si muove è fluido: MODO (13) fluire, colare, gocciolare, sgorgare, ... (10) [+ MODO] [– DIREZIONE] [struttura inergativa] [danese] Peter har løbet to timer i morges. ‘Pietro ha corso per due ore stamattina.’ Qui l’italiano dimostra delle interessanti caratteristiche lessicali di tipo germanico. Similmente alla situazione in (9)-(10) troviamo una serie di verbi italiani: In tutti questi casi sarebbe quindi più giusto illustrare la situazione, anziché con la figura B di Talmy, in questo modo: (14) MOVIMENTO + MODO + FIGURA ± DIREZIONE: FIGURA MOVIMENTO DIREZIONE SFONDO MODO 4 Similmente si ha in italiano pedalare per andare in bicicletta (o con un altro mezzo a pedali), creato sulla base di una PARTE DEL MEZZO in questione. Però non occorre frequentissimamente: per esempio il Corpus LIP non ne segnala alcuna occorrenza. 5 Cfr. Herslund (a cura di) (1997: 21). 6 Infatti, questa caratteristica generale non è limitata ai verbi di movimento, come hanno dimostrato i lavori citati di Herslund, Baron, Smith e Korzen, ed è una chiara conferma dell’acuta osservazione di Jakobson (1963: 84) che le varie lingue non si distinguono per quello che possono esprimere, ma per quello che devono esprimere. verbi di superficie: camminare, passeggiare, nuotare, ballare… [– DIREZIONE]; correre, saltare, volare, colare, gocciolare… [± DIREZIONE]; paracadutarsi, fluire, sgorgare… [+ DIREZIONE] Iørn Korzen 2.3. I verbi lessicalizzanti MODO (= “INTENSITÀ” eventualmente SCOPO apnea, con il corpo in immersione (De Mauro: Il dizionario della lingua italiana) DEL MOVIMENTO) + Vi è un piccolo gruppo di verbi italiani che esprimono un terzo tipo di “modo”: (15) accasciarsi, stramazzare, sgattaiolare … fuggire, scappare, Qui il MODO non è visto nel senso di FORMA o di MEZZO, ma piuttosto nel senso di “INTENSITÀ DEL MOVIMENTO”: nel caso di accasciarsi e stramazzare formulabile come cadere + l’avverbio “pesantemente”,7 nel caso di fuggire e scappare formulabile come partire, sparire + l’avverbio “velocemente”, e nel caso di sgattaiolare come uscire, sparire + “velocemente” e/o “silenziosamente”.8 A differenza dei MODI trattati in sez. 2.2, ma similmente ai verbi trattati in 2.1, questo senso di MODO non ha una propria rappresentazione iconica, e come i verbi di 2.1 questi verbi sono tutti inaccusativi e perfettivi. Però i verbi scappare, fuggire sono interessanti anche per un’altra componente semantica, documentata anche da Alonge (1997: sez. 5.1): il Dizionario Garzanti della lingua italiana fornisce la seguente definizione di fuggire: (16) fuggire: allontanarsi di corsa o comunque rapidamente da un luogo per evitare un danno o un pericolo definizione che esplicita la lessicalizzazione di: MODO (INTENSITÀ): di corsa o comunque rapidamente DIREZIONE (SORGENTE): da un luogo SCOPO: per evitare un danno o un pericolo A proposito della componente SCOPO, Talmy aveva detto: (17) Purpose seems universally excluded from incorporation in Motion verb systems. (Talmy, 1985: 128). Ma in questi verbi bisogna riconoscerne la presenza. Lo spazio concesso in questa sede non mi permette di approfondire i grandi e complessi problemi di carattere lessicografico; però è interessante osservare che le definizioni per esempio del verbo nuotare, fornita dai due vocabolari Zingarelli e De Mauro si basano appunto sullo SCOPO del movimento, cfr. (18a-b), mentre il DISC si basa sul MODO del movimento, cfr. (18c): (18) a. nuotare: Muoversi in acqua per reggersi a galla (Zingarelli 2005)9 b. nuotare: eseguire movimenti coordinati delle braccia e delle gambe per muoversi sulla superficie dell’acqua sfruttando il naturale galleggiamento del corpo, o anche, restando in 7 c. nuotare: Detto di soggetti animati, spostarsi in acqua con un coordinato movimento degli arti, mantenendo il corpo galleggiante o, in immersione, avanzando sott’acqua. (DISC). Cfr. anche Alonge (1997: sez. 2.1 e 2.3). 8 Morfologicamente sgattaiolare è una formazione parasintetica; cfr. le sez. 3.5-3.6 sotto. 9 Va aggiunto che nell’edizione del 2007, lo Zingarelli fornisce invece questa definizione di nuotare: Muoversi in acqua mantenendosi a galla. A questo proposito il DISC è dunque più in linea con le definizioni fornite da dizionari inglesi (19) e danesi (20), che – in armonia appunto con la struttura di lessicalizzazione germanica – focalizzano il MODO: (19) a. swim: to move oneself through water by using the arms and legs, a tail, fins, etc. (Longman: Dictionary of English Language and Culture), b. swim: to move along in water, etc., by means of movements of the body or parts of the body, esp. the arms and legs, or (in the case of fish) tail and fins (Collins English Dictionary) (20) a. svømme: bevæge sig gennem vand ved at bevæge lemmerne ‘muoversi in acqua movendo gli arti’ (Politikens store nye nudansk ordbog) b. svømme: bevæge sig fremad gennem vand ved at foretage bevægelser med kroppen (fx med arme og ben, hale el. finner) ‘avanzare in acqua facendo movimento col corpo (p.es. con braccia e gambe, coda o pinne’ (Den Danske Ordbog, Gyldendal) 2.4. I verbi lessicalizzanti solo MOVIMENTO Un altro tipo di verbo che non si inserisce nel sistema di Talmy è quello di (21), che non lessicalizza né MODO né DIREZIONE, ma la sola componente MOVIMENTO. Per la loro astrattezza semantica questi verbi possono apparire come sinonimi della variante imperfettiva di muoversi, l’iperonimo di tutti i verbi di movimento: (21) girare, circolare (muoversi) Graficamente andrebbero descritti in questo modo: (22) MOVIMENTO: lingue romanze FIGURA MOVIMENTO DIREZIONE SFONDO MODO verbi di superficie: muoversi, circolare, girare 2.5. I verbi lessicalizzanti SFONDO Come accennato, Talmy aveva scartato la possibilità della presenza della componente semantica SFONDO in lessicalizzazioni sia primarie, sia secondarie o derivative: (23) It can be seen that one Motion-event component, the Ground, does not by itself conflate with the Motion verb to form any language’s core systems for expressing motion. Conflations of this sort may not even form any minor systems. (Talmy, 1985: 74-75; 2001: 60). Strutture di lessicalizzazione: un approccio tipologico-comparativo Però qui va detto che le lingue romanze (ma, salvo rare eccezioni, non quelle germaniche) manifestano delle derivazioni assolutamente produttive di verbi di movimento, per lo più transitivi,10 di cui parecchie risalgono addirittura al Medioevo. Si tratta di composizioni parasintetiche consistenti di un morfema verbale discontinuo composto dal prefisso a-, in-, de-, diso s- e da una desinenza verbale -are o, meno frequentemente, -ire.11 Questa cornice verbale “ospita” un nome che funge come una specie di complemento locativo, Cloc, denotando appunto lo SFONDO rispetto a cui si effettua il movimento: più precisamente ne esprime o la META o la SORGENTE, come per esempio nei verbi infornare e sfornare: (24) a. in- Sest Oest Sint Cloc -are Luca inforna (Cloc = forno, meta) il pane I verbi di superficie sono molto numerosi,12 alcuni esempi: (26) abbracciare – imbracciare – sbracciare; insediare; intronizzare; annidare – snidare; impanare; infarinare; imbottigliare; infiascare; incartare – scartare; infagottare;13 imbarcare – sbarcare/disbarcare. Senza arrivare neanche vicino alla completezza ne cito una lista più lunga nell’Appendice A, dove i verbi sono suddivisi semanticamente secondo il tipo di SFONDO. In altri casi – altrettanto frequenti – si può parlare di un “movimento metaforico”, più precisamente di un cambiamento di forma, di sostanza o di “posizione mentale”. La radice originaria è qui un sostantivo (S) o un aggettivo (A), e il verbo parasintetico ha significato causativo (se transitivo) o incoativo (se intransitivo o riflessivo), esprimendo rispettivamente il significato “(far) prendere la forma o la sostanza di S” o “mettere (in) o diventare S”, cfr. (27a), e il significato “(far) diventare A”, cfr. (27b). (27) Movimento metaforico: cambiamento di forma o di “posizione mentale” a. (far) prendere la forma o la sostanza di S: appuntar(si); inanellar(si); inarcar(si); incavar(si); incurvar(si); sbriciolar(si); mettere/mettersi (in) o diventare S: imbronciar(si); impaurir(si); impensierir(si); incarognir(si); insospettir(si). s- (24) b. Sest Oest Sint Cloc b. -are Luca sforna sfondo sogg. int. il pane ogg. est. . Come vogliono illustrare le figure (24a/b) e (25), nella frase Luca inforna/sforna il pane, il pane è oggetto “esterno” dei verbi parasintetici infornare/sfornare, ma allo stesso tempo è soggetto “interno” della cornice verbale ospitante di cui forno è complemento locativo o di sfondo, e il costrutto ha tratti in comune con i costrutti causativi: il Soggetto esterno Luca fa sì che l’Oggetto esterno il pane si muova rispetto allo Sfondo il forno. Cfr. una lista più lunga nell’Appendice B. Graficamente tutti questi verbi si possono illustrare in questo modo: (28) Un esempio di verbo intransitivo è sgattaiolare, che avevamo visto in (15). 11 Sui verbi parasintetici italiani si veda lo studio molto approfondito di Iacobini (2004); su quelli francesi e su qualche esempio tedesco, cfr. Rousseau (1995; 1998) e Herslund (2005). MOVIMENTO + SFONDO: le lingue romanze FIGURA MOVIMENTO DIREZIONE SFONDO 12 10 FORMAZIONI DEAGGETTIVALI (far) diventare A: accecar(si); affinar(si); alleggerir(si); appesantir(si); appianar(si); appiattir(si); infurbir(si); ingelosir(si); innervosir(si). il pane (Cloc = forno, sorgente) (25) Cloc = forno: Luca in – forn(o) – a FORMAZIONI DENOMINALI MODO Iacobini (2004: 177ss.) ha contato circa 660 verbi parasintetici denominali lemmatizzati nel DISC, e li ha suddivisi in verbi di significato locativo (all’incirca il 40%), di significato causativo/incoativo (il 50%) e di significato strumentale (il 10%). Il 90% sono verbi in -are, il resto verbi in -ire. Il 46% sono prefissati con in-, il 38% con a- e il 16% con s-. 13 In alcuni casi del tipo incartare, scartare, infagottare si può discutere se la radice nominale denoti lo SFONDO o non piuttosto l’oggetto stesso che si muove, cioè FIGURA, cfr. (29)-(30) sotto. Iørn Korzen verbi di superficie: i verbi parasintetici menzionati 2.6. I verbi lessicalizzanti FIGURA Infine, in una lunga serie di altri verbi, tutti transitivi, la composizione parasintetica indica invece il movimento del denotatum stesso della radice nominale, cioè la FIGURA è oggetto interno del verbo parasintetico. Per esempio i verbi insellare / dissellare indicano il movimento della sella – complemento di figura, Cfig – rispetto all’Oggetto esterno del verbo, tipicamente un cavallo. In molti casi la FIGURA prende il significato di strumento: (29) Es.: insellare / dissellare fig./strum. Cfig = sella: Luca in – sell(a) – a il cavallo ogg. est. Altri esempi sono: (30) decaffeinare; decappottare; denocciolare; incamiciare; incappare; incappottare; inchiodare – schiodare; incollare; inzuccherare; scotennare; scremare. perfino lo SFONDO se si includono le lessicalizzazioni secondarie o derivative. Abbiamo potuto osservare anche che, piuttosto che in due gruppi nettamente distinguibili, le quattro lingue trattate in queste pagine sembrano collocarsi su punti diversi di un continuum tipologico. Da un lato abbiamo il sistema “(più o meno) puramente germanico” con la lessicalizzazione obbligatoria di MODO e FIGURA e la distinzione tra inaccusatività/perfettività e inergatività/imperfettività segnalata dal verbo ausiliare e/o da un satellite di direzione; un buon esempio è qui il danese, cfr. (9)-(10). Dall’altro abbiamo il sistema “(più o meno) puramente romanzo”, non con le componenti MOVIMENTO + DIREZIONE, come voleva Talmy, ma con la lessicalizzazione o di MODO (e allora di inergatività/imperfettività) o di DIREZIONE (e allora di inaccusatività/perfettività); un buon esempio è qui il francese, cfr. (8). Invece, dato il lungo influsso del francese, l’inglese presenta una serie piuttosto vasta di verbi lessicalizzati secondo il sistema romanzo, cfr. (2c), e viceversa in italiano incontriamo una serie di verbi lessicalizzati “germanicamente”, come abbiamo visto in (11). L’immagine generale può essere illustrata come nella figura seguente: Cfr. una lista più lunga nell’Appendice C. (31) FIGURA + MOVIMENTO: FIGURA MOVIMENTO DIREZIONE SFONDO MODO sistema germanico sistema romanzo lessicalizzazione di MODO; distinzione inergativo [– DIREZIONE] vs. inaccusativo [+ DIREZIONE] segnalata da ausiliare e/o satelliti14 lessicalizzazione o di MODO (verbi inergativi) o di DIREZIONE (verbi inaccusativi)15 verbi di superficie: i verbi parasintetici del tipo menzionato in (30) inglese danese Questi verbi sono quindi da aggiungere ai verbi meteorologici della struttura C di Talmy, cfr. sez. 1, e si può dire che qui le lingue romanze si prendono “la rivincita” sulle lingue germaniche, che con la componente MODO lessicalizzano anche la FIGURA. Per esempio parallelamente al verbo danese stikke, che significa “pungere o penetrare con uno strumento appuntito o aguzzo”, l’italiano può semplicemente usare un verbo, lessicalmente ancora più specificato e preciso, come accoltellare. 3. Conclusione Talmy aveva individuato le cinque componenti semantiche FIGURA, MOVIMENTO, DIREZIONE, SFONDO E MODO/ CAUSA come elementi potenzialmente lessicalizzabili nei verbi di movimento dipendentemente dal ceppo linguistico. Laddove i verbi germanici indicherebbero MOVIMENTO e MODO, i verbi romanzi indicherebbero MOVIMENTO e DIREZIONE. Ma abbiamo constatato che le strutture di lessicalizzazione non sono così semplici o rigide: nei verbi di movimento italiani sono, infatti, lessicalizzabili tutte e cinque le componenti, italiano francese Figura 1: Lessicalizzazione dei verbi di movimento Anche se nel sistema (puramente) romanzo i verbi di movimento lessicalizzano o DIREZIONE o MODO (ma in italiano anche tutti e due o nessuno dei due), i verbi italiani lessicalizzanti DIREZIONE non solo sono più numerosi, cfr. (2a/b) e (6a/b): questi verbi sono anche di gran lunga quelli più frequenti, come dimostrano i numeri seguenti che segnalano le frequenze dei verbi trattati in queste pagine nel Corpus LIP (i verbi non citati non appaiono nel LIP): 14 Avendo l’indicazione di DIREZIONE nel satellite, queste lingue sono state definite anche “satellite framed languages”. 15 Avendo l’indicazione di DIREZIONE nella radice verbale, queste lingue sono state definite anche “verb framed languages”. Strutture di lessicalizzazione: un approccio tipologico-comparativo VERBI INACCUSATIVI [+ DIREZIONE] Verbi andare venire arrivare passare di 3871 1013 494 314 (2a) uscire partire tornare cadere 196 191 185 64 salire sparire avanzare comparire 35 19 12 10 Verbi di (15) scappare 27 fuggire 3 VERBI INERGATIVI [+ MODO] Verbi di (6a) camminare 18 Verbi di (7a) viaggiare 3 scivolare 14 sciare 2 entrare 225 scendere 44 caratteristiche per una maggiore specificazione semantica negli argomenti nominali, ragion per cui sono state denominate invece “esocentriche”. La stessa differenza lessicale dei verbi ha particolari conseguenze per il loro uso testuale e per il fatto che i verbi germanici, lessicalmente specificati, tendono ad apparire anche grammaticalmente specificati, cioè in forma finita, mentre i verbi romanzi, lessicalmente astratti, molto più facilmente appaiono anche nelle forme grammaticalmente astratte, ossia in quelle infinite. Per più dettagli su questo argomento, cfr. Korzen (2004, 2005a/b). passeggiare 2 4. Riferimenti VERBI INACCUSATIVI O INERGATIVI [+ MODO] [± DIREZIONE] Verbi di (11) correre 29 saltare 23 volare 17 VERBI INERGATIVI [– MODO] Verbi di (21) girare 55 circolare 7 VERBO INACCUSATIVO [– MODO] Verbo di (21) muoversi 44 VERBI PARASINTETICI Verbi sviluppare 16 33 di aggiornare (26) 15 (27) allungare (30) 8 appassiona re 4 affondare 2 scoraggiare 2 inarcare 1 sbriciolare 1 assicurare 18 allontanare 15 invecchiare 7 ingrassare 4 arrotondare 2 addolorare 1 inasprire 1 sgocciolare 1 allargare avvicinare 17 17 incoraggia dimagrire re 10 9 annullare spuntare 5 5 invogliare innamorars 4 i3 impaurire incasinare 2 2 annodare alleggerire 1 1 inchiodare ingigantire 1 1 Figura 2: Frequenza dei verbi di movimento italiani (occorrenze nel Corpus LIP) Quindi si può dire che tendenzialmente gli italiani concepiscono (“vedono”) un movimento come diretto da e/o per un luogo, mentre i danesi concepiscono (“vedono”) un movimento per come si svolge o appare “fisicamente”, unita fra l’altro alla visualizzazione e alla specificazione cognitiva – più o meno “elastica” – dell’oggetto che si muove. Appunto questo contenuto di visualità, di rappresentabilità illustrativa, come abbiamo visto nelle icone, fornisce i verbi germanici di una concentrazione informativa che, come si è già detto, ha indotto l’equipe danese menzionata in sez. 1 alla terminologia “(lingue) endocentriche”, a differenza delle lingue romanze che sono 16 Bisogna dire che un verbo come sviluppare appare generalmente con un significato estensivo o metaforico rispetto alla semantica parasintetica. Alonge, A. (1997). Semantica lessicale e proprietà sintattiche dei verbi di movimento italiani: analisi di dati acquisiti da dizionari di macchina e da un corpus testuale computerizzato. In L. Agostiniani (a cura di), Atti del III Convegno Internazionale della SILFI (Perugia, 27-29 giugno 1994). Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane, pp. 31-63. Alonge, A. (1998). Verbi italiani e inaccusatività: una proposta basata su dati estratti da ampie risporse lessicali computerizzate. In M. T. 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Abitazione, edifici e sim.: accasarsi; accasermare; annidare – snidare; defenestrare; immurare – smurare; intavolare; (r)intanarsi – stanare; degusciare, sgusciare; scovare. La cucina: impanare; infarinare; infornare – sfornare; infuocare; imbusecchiare; inviscerare. Liquidi, masse e materiali: impaniare – spaniare; impeciare; impegolare; inamidare; ingessare; ingommare – sgommare. Ferri, strumenti e sim.: ammanettare; impalare – spalare; inastare; incannare – tracannare; incoccare – scoccare (una freccia). Recipienti, contenitori e sim.: imbottare; imbottigliare; infiascare; imbucare – sbucare; svasare – travasare; traboccare; insaccare; inscatolare; incassare – scassare; incasellare; imborsare – rimborsare – (di)sborsare; (r)infoderare – sfoderare; inguainare – sguainare; immagazzinare; insilare. Involucri e sim.: impaccare; impacchettare; incartare – scartare; infagottare (cfr. nota 13); intascare; sfasciare; sbozzolare. Gruppi o insiemi: immatricolare; incorporare – scorporare; infilare – sfilare; infilzare – sfilzare; incorniciare – scorniciare; inquadrare; inscenare; intelaiare.17 Lacci, chiusure, freni e sim.: allacciare – slacciare; incatenare – scatenare; sfrenare; svincolare; agganciare – sganciare; aggangherare – sgangherare; scardinare; imbrigliare – sbrigliare; impastoiare – spastoiare; sguinzagliare. Trappole, gabbie e sim.: intrappolare; irretire; ingabbiare – sgabbiare; imprigionare – sprigionare; incarcerare – scarcerare. Natura e paesaggi (in senso anche metaforico): avvallare, divallare; inabissare; incrodarsi; inalveare; incanalare; infangare – sfangare; impantanare – spantanare; infognarsi (fig.) – sfognare; infossare – sfossare; insabbiare; impolverare; assolare. La terra e altre superfici orizzontali: accampare, scampare; atterrare, interrare; spoderare; accerchiare; incentrare – decentrare. Botanica: imboscare; inalberare; appioppare; impagliare – spagliare. Mari: ammarare; affondare. Città (anche fig.): inurbarsi; svicolare; scantonare; instradare; avviare – deviare – disviare – sviare – traviare; depistare; dirottare. Mezzi di trasporto: imbarcare – sbarcare/disbarcare; abbordare – debordare – trasbordare; appruare; approdare. Incarichi, missioni: insediare; intronizzare; monacare – smonacare; spretarsi; spodestare. APPENDICE B Verbi parasintetici lessicalizzanti lo “SFONDO” di un movimento metaforico (cambiamento di forma, di sostanza o di “posizione mentale”), suddivisi per il tipo di “SFONDO” Forma fisica (formazioni denominali e deaggettivali): 17 In una serie di verbi del tipo imbrancare; impilare; incolonnare; irreggimentare si può discutere se il verbo esprima “muovere rispetto ad S” oppure “far diventare un S”. Strutture di lessicalizzazione: un approccio tipologico-comparativo • formazioni denominali ((far) prendere la forma o la sostanza di di S): appuntare; deformare – sformare – trasformare (mutare di forma); inanellare; inarcare; incavare; incurvare; sbriciolare; sbrindellare; sfaldare. • formazioni deaggettivali ((far) diventare A): affinare; appianare; appiattire; approfondire. Grandezza: allargare – slargare; allungare; ammassicciare; ammezzare; appoderare (= suddividere in poderi); assottigliare; ingigantire; ingrassare – sgrassare, digrassare; ingrossare – sgrossare; inturgidire. Proprietà fisica: abbellire; imbellire; imbruttire; insecchire; insudiciare; inumidire; invecchiare; sverginare. Costituzione fisica: incasinare; ingarbugliare – sgarbugliare. Salute: ammorbare; incancrenire. Consistenza fisica: • formazioni denominali: incallire; incartapecorire; infeltrire; sfarinare; sfrangiare. • formazioni deaggettivali: afflosciare; ammollare; ammorbidire; ammosciare; assodare – dissodare; indurire; infittire; sfittire; infoltire; sfoltire. Valore: avvalorare; declassare; degradare; immiserire; impoverire; impreziosire. disprezzare; Veleno: intossicare; invelenire (rendere astioso, irritato). Rivestimenti: (r)imboschire; imbrecciare. Forza fisica (deaggettivali): indebolire; infiacchire; ingagliardire – sgagliardire; invigorire – svigorire; irrigidire; irrobustire. Capacità fisiche (deaggettivali): azzoppar(si), azzoppir(si); arrochir(si); azzittir(si). Proprietà mentali e/o morali: • formazioni denominali: appassionare; arruffianare/arruffianarsi; imbronciarsi; imbufalire; impaurire/spaurire; impensierire; incarognire; incollerire/incollerirsi; incolpare – (di)scolpare; incoraggiare – scoraggiare; indispettire; ingraziarsi; innamorare – disamorare, disinnamorare; inorgoglire; insospettire; intimorire; inviperire; invogliare – svogliare; trasecolare. • formazioni deaggettivali: abbonire; abbrutire; addomesticare; ammaestrare; ammattire; avvilire; imbestialire; imbonire; impazzire; impietosire; impigire – spigrire; incitrullire; incivilire; incrudire; incrudelire; incupire; inebetire; inferocire; infurbire; ingelosire; ingentilire; ingoffire; ingolosire; innervosire; inorridire; inselvatichire; insuperbire; intenerire; intestardire/intestardirsi; intimidire; intontire; intorbidare; intristire; involgarire; sbugiardare; spazientire; trasumanare. I sensi umani: accecare; addolorare; assetare – dissetare; assordare; indolenzire. Titoli accademici: addottorare. Cambiamento fisico (formazioni denominali): ammostare; ammuffire; annodare – snodare; arrotolare/arrotolarsi; arrotondare; arrugginire/arrugginirsi; avvizzire; impietrire; inacetire. Creazione/realizzazione/distruzione: annientare; avverare; avvivare; incenerire; incinerare. annullare; Colore: abbronzare; arrossare/arrossarsi; annerire; imbiancare, sbiancare; imbiondire; imbrunare; imbrunire; imporporare; incanutire; ingiallire; ingrigire; inverdire. Temperatura (anche metaforica): accalorare; agghiacciare; arroventar(si); avvampare; incalorire; infervorare; infreddolir(si); intiepidire. Peso: alleggerire; appesantire; dimagrire, smagrire. Gusto (anche metaforico): inacerbire; inasprire; infortire; insaporire. inacidire/inacidirsi; Giorno / notte: aggiornar(si), annottar(si). Altri: appisolarsi; assicurare; avviluppare – sviluppare; diseredare; disincantare; impersonare; incarnare; indebitare/indebitarsi; infeudare; ingravidare; innovare; snazionalizzare. APPENDICE C Verbi parasintetici lessicalizzanti FIGURA / STRUMENTO acciottolare; accoltellare; allagare; annacquare; annebbiare; annuvolare; appestare; assiepare; attanagliare; avvelenare – svelenire; avvitare – svitare; azzannare; decaffeinare; decappottare; denocciolare; depilare; derattizzare; digrassare, sgrassare; disancorare; di(s)boscare, dissalare; imbullettare; imperare; incalcinare; incamiciare; incappare; incappottare; sberrettarsi; scappellarsi; inguantar(si); impellicciare – spellicciare; intabarrare; incapsulare; inchiodare – schiodare; incollare; incipriare; incordare – scordare; incoronare – scoronare; incuneare; indorare; infioccare; infiocchettare; infiorare; inforcare; ingemmare; inghirlandare; ingioiellare; innescare; insalivare; insanguinare; insaponare; intabaccare; intonacare; intonare; invischiare; inzuccherare; irrancidire; sbozzolare; sbracare; sbucciare; sbullettare; sbudellare; sbullonare; scortecciare; scosciare; scotennare; scremare; sfibrare; sfoderare; sfogliare; sfrondare; sgocciolare; sgranare; smidollare; smielare; smoccolare; snocciolare; spagliare; spampanare; spannare; spelare, spelacchiare; spellare; spennare, spennacchiare; spolpare; spolverare; spopolare; spulciare; svelare; sviscerare.