gestione emergenza attivita` rischio gestione emergenza attivita

GESTIONE EMERGENZA ATTIVITA
GESTIONE
EMERGENZA ATTIVITA’ RISCHIO RISCHIO
INCENDIO
REPUBBLICA SAN MARINO
11 Marzo 2011
1
Attività a rischio incendio BASSO
Attività a rischio incendio BASSO
• Ri
Rientrano in tale categoria di attività quelle non i
l
i di i i à
ll
classificabili a medio ed elevato rischio e dove, in generale sono presenti sostanze scarsamente
generale, sono presenti sostanze scarsamente infiammabili, dove le condizioni di esercizio offrono scarsa possibilità di sviluppo focolai e ove non
scarsa possibilità di sviluppo focolai e ove non sussistono probabilità di propagazione delle fiamme. La formazione dei lavoratori addetti in tali attività deve essere basata sui contenuti del corso A (Decreto Ministeriale 10 Marzo 1998)
2
Attività a rischio incendio ALTO
Attività a rischio incendio ALTO
• La classificazione di tali luoghi avviene g
p
secondo i criteri di cui all’allegato I al presente Decreto (DM 10/03/1998). A titolo esemplificativo e non esaustivo si riporta un
esemplificativo e non esaustivo si riporta un elenco di attività da considerare ad elevato rischio incendio:
rischio incendio:
3
• A) industrie e depositi di cui agli articoli 4 e 6 del DPR N°175/1988
DPR N
175/1988 (Direttiva Seveso), e successive (Direttiva Seveso) e successive
modifiche ed integrazioni;
• B) fabbriche e depositi di esplosivi;
B) fabbriche e depositi di esplosivi;
• C) centrali termoelettriche;
• D) impianti di estrazione di oli minerali e gas D) impianti di estrazione di oli minerali e gas
combustibili;
• E) impianti e laboratori nucleari;
p
• F) depositi al chiuso di materiali combustibili aventi superficie superiore a 20.000 m2
• G) attività commerciali ed espositive con superficie aperta al pubblico superiore a 10.000 m2;
4
• H) scali aeroportuali, stazioni ferroviarie con superficie al chiuso, aperta al pubblico, p
p
;
superiore a 5000 m2 e metropolitane;
• I) alberghi con oltre 200 posti letto;
• L) ospedali, case di cura e case di ricovero )
d li
di
di i
per anziani;
• M) scuole di ogni ordine e grado con oltre 1 000 persone presenti;
1.000 persone presenti;
• N) uffici con oltre 1.000 dipendenti;
5
• O) cantieri temporanei e mobili in sotterraneo per la costruzione, tt
l
t i
manutenzione e riparazione di gallerie, caverne, pozzi ed opere simili di lunghezza i d
i ili di l
h
superiore a 50 m;
• P) cantieri temporanei e mobili ove si p g
p
impiegano esplosivi.
I corsi di formazione per gli addetti delle sovrariportare attività devono essere basati
sovrariportare attività devono essere basati sui contenuti e durate riportate nel corso C (DM 10 Marzo 1998)
(DM 10 Marzo 1998).
6
Attività a rischio incendio MEDIO
Attività a rischio incendio MEDIO
A titolo esemplificativo e non esaustivo rientrano in tale A
tit l
lifi ti
ti
i t
i t l
categoria di attività:
g
p
g
A)) I luoghi di lavoro compresi nell’Allegato al DM 16 Febbraio 1982 e nelle tabelle A e B annesse al DPR 689 del 1959, con esclusione delle attività considerate a rischio elevato;
B) B) i cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed B) i cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed
impiegano sostanze infiammabili e si fa uso di fiamme libere, esclusi quelli interamente all’aperto.
La formazione dei lavoratori addetti a tali attività deve essere
La formazione dei lavoratori addetti a tali attività deve essere basata sui contenuti del corso B (DM 10 Marzo 1998).
7
Corso B: addetti antincendio in attività a rischio
di incendio medio (8 ore)
1) L’incendio e la prevenzione incendi (2 ore)
• Principi sulla combustione e l’incendio;
• Le sostanze estinguenti;
• Triangolo della combustione;
Triangolo della combustione;
• Le principali cause di un incendio;
• Rischi alle persone in caso d’incendio;
• Principali accorgimenti e misure per prevenire gli incendi.
8
Corso B: addetti antincendio in attività a rischio di incendio medio (8 ore)
2) Protezione antincendio e procedure da adottare in caso d’incendio (3 ore):
2)
Protezione antincendio e procedure da adottare in caso d’incendio (3 ore)
• Le principali misure di protezione contro gli incendi;
• Vie di esodo;
• Procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme;
d
d d
d
d
d ll
• Procedure per l’evacuazione;
• Rapporti con i Vigili del Fuoco;
• Attrezzature ed impianti di estinzione;
• Sistemi di allarme;
• Segnaletica di sicurezza;
g
;
• Illuminazione di emergenza.
9
Corso B: addetti antincendio in attività a rischio di incendio medio (8 ore)
• 3) Esercitazioni pratiche (3 ore):
• Presa visione e chiarimenti sui mezzi di Presa visione e chiarimenti sui mezzi di
estinzione più diffusi;
• Presa visione e chiarimenti sulle attrezzature P
ii
hi i
i ll
di protezione individuale;
• Esercitazioni sull’uso di estintori portatili e modalità di utilizzo di idranti e naspi
modalità di utilizzo di idranti e naspi.
10
LEGGE 31/98
/
Art 16 Comma 1
A
t 16 C
1
ÎInformazione dei lavoratori
Il datore di lavoro ha ll’obbligo
obbligo di provvedere
affinché i lavoratori ricevano le informazioni
riguardanti:
“i rischi per la sicurezza e la salute, nonché le misure
e le attività di protezione e prevenzione riguardanti
ll’impresa
impresa in generale;
“il Servizio di Prevenzione e Protezione, il medico
del lavoro, il piano di emergenza e di pronto
soccorso.
11
LEGGE 31/98
/
ÎInformazione dei lavoratori
ÎI
f
i
d il
t i
Il datore di lavoro provvede affinché tutti i
lavoratori ricevano una adeguata informazione
relativamente a:
“i rischi per la sicurezza e la salute connessi
all’attività dell’impresa in generale;
“le misure e le attività di protezione e prevenzione
previste;
it
“i rischi specifici cui è esposto in relazione
all’attività
all
attività svolta,
svolta la normativa di sicurezza e le
disposizioni aziendali in materia;
12
LEGGE 31/98
/
“ i pericoli
i li connessii all’uso
ll’
d ll sostanze
delle
t
e dei
d i
preparati pericolosi;
“ le procedure che riguardano il pronto soccorso,
soccorso
la lotta antincendio, e l’evacuazione dei
lavoratori;
“ il Servizio di Prevenzione e Protezione ed il
medico del lavoro;
“ i nominativi dei lavoratori incaricati per
l’applicazione delle misure di pronto soccorso,
lotta antincendio ed evacuazione.
evacuazione
13
LEGGE 31/98
LEGGE 31/98
I contenuti della formazione dei lavoratori
devono essere commisurati alle risultanze della
valutazione dei rischi e devono riguardare
g
almeno:
“ I rischi riferiti al posto di lavoro ed alle mansioni
nonché i possibili danni e le conseguenti misure
e procedure di prevenzione e protezione;
“ Nozioni relative ai diritti e doveri dei lavoratori
i materia
in
t i di sicurezza
i
e salute
l t sull posto
t di
lavoro.
14
LEGGE 31/98 e successive modifiche
Là dove necessario tale formazione deve essere ripetuta
deve essere ripetuta.
In casi specifici, oltre alla formazione, va previsto un addestramento.
15
LEGGE 31/98
Art 16 Comma 3
ÎFormazione dei lavoratori
I lavoratori con particolari incarichi a
riguardo della sicurezza devono avere una
formazione specifica per tali incarichi (es.
Squadra antincendio: modulo C da 16 ore
con addestramento)
16
Corso per la gestione della emergenza antincendio
emergenza antincendio Classificazione medio rischio ai sensi del DM 10.03.1998
Modulo 1: Parte Teorica
Unitàà Didattica 1: Termini G
Generali
La combustione
• Termini Generali
• La Combustione
17
TERMINI GENERALI
•
•
•
•
•
•
•
•
18
Il pericolo
Il pericolo è una fonte di possibile danno fisico alle persone.
Il rischio
Il rischio è la probabilità che si verifichino eventi che producono danni fisici alla
salute.
La sicurezza
LL’attività
attività finalizzata a minimizzare i rischi.
La combustione
Reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con
l’ossigeno con sviluppo di calore, di fiamma, di gas fumo e luce.
L incendio
L’incendio
Combustione sufficientemente rapida e non controllata che si sviluppa senza
limitazioni nello spazio e nel tempo.
La fiamma
Combustione di gas con emissione di luce.
luce
Il combustibile
Sostanza solida, liquida o gassosa nella cui composizione molecolare sono
presenti elementi quali il carbonio, l’idrogeno, lo zolfo, etc. .
Il comburente
Sostanze e preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto se
infiammabili, provocano una forte reazione esotermica. Di solito il comburente è
l’ossigeno.
IL FENOMENO DELLA COMBUSTIONE
•
La combustione è una reazione chimica,
sufficientemente
rapida,
p ,
di
una
sostanza
combustibile con un comburente che dà luogo allo
sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce.
•
La combustione può avvenire con o senza sviluppo di
fiamme superficiali. La combustione senza fiamma
superficiale si verifica generalmente quando la
sostanza combustibile non è più in grado di
sviluppare particelle volatili.
•
Solitamente il comburente è ll’ossigeno
ossigeno contenuto
nell’aria, ma sono possibili incendi di sostanze che
contengono nella loro molecola una quantità di
ossigeno sufficiente a determinare una combustione,
quali ad esempio gli esplosivi e la celluloide.
19
CONDIZIONI NECESSARIE PER LA COMBUSTIONE
• presenza del combustibile • presenza del comburente • presenza di una sorgente di calore (innesco)
Solo la contemporanea
p
presenza di q
p
questi tre
elementi da luogo al fenomeno dell’
dell’incendio
incendio,, e
di conseguenza al mancare di almeno uno di essi
l’incendio si spegne
spegne..
20
PER SPEGNERE L’INCENDIO …
• Esaurimento del combustibile
E
i
t d l
b tibil
• Soffocamento
• Raffreddamento
Normalmente per lo spegnimento di un
incendio si utilizza una combinazione
delle operazioni di esaurimento del
combustibile, di soffocamento e di
raffreddamento..
raffreddamento
21
L’ESTINZIONE
Il triangolo del fuoco può essere interrotto agendo su uno dei tre elementi che lo
compongono:
il combustibile
il comburente
il calore
Conseguentemente si individuano tre tipi di possibili azioni:
p
, sottraendo all’incendio le materie combustibili che lo
separazione,
alimentano;
22
soffocamento, impedendo il contatto tra l’aria o l’ossigeno e i
materiali incendiati
raffreddamento,
ff dd
t fino
fi ad
d abbassare
bb
l temperatura
la
t
t
all di sotto
tt di quella
ll
di accensione dei materiali
23
AVVERTENZE
Non usare l’acqua per incendi di metalli
(classe D)
Non usare l’acqua su impianti
apparecchiature in tensione (classe E)
ed
Non usare l’acqua in presenza di sostanze che
reagiscono con l’acqua (es.
(es acidi forti)
Per raffreddare
incendi di liquidi che
galleggiano sull’acqua (es. benzine, olii,…)
non usare l’acqua a getto pieno ma
nebulizzato
Non usare l’acqua a getto pieno per gli
incendi di gas infiammabili (classe C), ma
solo raffreddare nebulizzando (es. metano,
GPL, …)
24
CLASSIFICAZIONE DEGLI INCENDI
•
•
•
•
•
classe A
classe
l
B
classe C
classe D
classe E incendi di materiali solidi
i
incendi di liquidi infiammabili
di di li idi i fi
bili
incendi di gas infiammabili
incendi di metalli combustibili
incendi di metalli combustibili
incendi di apparecchiature elettriche
La classificazione degli incendi consente
l’identificazione della classe di rischio d’incendio a cui
corrisponde una precisa azione operativa antincendio ovvero i
d
i
i
ti
ti
di
un’opportuna scelta del tipo di estinguente.
25
I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE
•
•
•
•
26
gas di combustione
gas
di combustione
fiamme fumo calore
calore I GAS DI COMBUSTIONE PRINCIPALI
ossido di carbonio
aldeide acrilica
anidride carbonica
fosgene
idrogeno solforato
idrogeno solforato
ammoniaca
anidride solforosa
ossido e perossido di azoto
acido cianidrico
acido cloridrico
27
OSSIDO DI CARBONIO
L’ossido di carbonio si sviluppa in incendi covanti in ambienti chiusi ed in carenza di
ossigeno
Caratteristiche
•
Incolore
•
Inodore
•
Non irritante
Meccanismo di azione
Il monossido di carbonio viene assorbito per via polmonare; attraverso la parete alveolare passa nel
sangue per combinazione con l’emoglobina dei globuli rossi formando la carbossi‐emoglobina.
Con tale azione si bloccano i legami che la stessa ha con l’ossigeno che in condizioni normali forma
l’ossiemoglobina.
La presenza di ossido di carbonio nell’aria determina un legame preferenziale tra questo e
l’emoglobina, in quanto l’affinità di legame che intercorre tra l’ossido di carbonio e l’emoglobina è di
circa 220 volte superiore a quella tra l’emoglobina e l’ossigeno.
Sintomatologia
cefalea, nausea, vomito, palpitazioni, astenia, tremori muscolari.
Se si sommano gli effetti dell’ossido di carbonio sull’organismo umano con quelli conseguenti ad una
situazione di stress, di panico e di condizioni termiche avverse, i massimi tempi di esposizione
sopportabili dall’uomo in un incendio reale sono quelli indicati nella seguente tabella:
28
OSSIDO DI CARBONIO
OSSIDO DI CARBONIO
29
Concentrazione di CO
(ppm)
Tempo max di esposizione
(sec)
500
240
1000
120
2500
48
5000
24
10000
12
ANIDRIDE CARBONICA
L’anidride carbonica è un gas asfissiante in quanto, pur non
producendo
d
d effetti
ff
tossici sull’organismo
ll’
umano, si sostituisce
all’ossigeno dell’aria. Quando ne determina una diminuzione a valori
inferiori al 17% in volume, produce asfissia.
Inoltre è un gas che accelera e stimola il ritmo respiratorio; con una
percentuale del 2% di CO2 in aria la velocità e la p
p
profondità del respiro
p
aumentano del 50% rispetto alle normali condizioni. Con una
percentuale di CO2 al 3% l’aumento è del 100%, cioè raddoppia.
30
ACIDO CIANIDRICO
Si sviluppa in modesta quantità in incendi ordinari attraverso combustioni incomplete
(carenza di ossigeno) di lana, seta, resine acriliche, uretaniche e poliammidiche. Possiede un
odore caratteristico di mandorle amare.
M
Meccanismo d’azione
i
d’ i
L’acido cianidrico è un aggressivo chimico che interrompe la catena
respiratoria a livello cellulare generando grave sofferenza funzionale
nei tessuti ad alto fabbisogno
g di ossigeno,
g
quali il cuore e il sistema
q
nervoso centrale
Vie di penetrazione
∙
inalatoria
∙
cutanea
∙
digerente
I cianuri dell
dell’acido
acido cianidrico a contatto con ll’acidità
acidità gastrica
presente nello stomaco vengono idrolizzati bloccando la
respirazione cellulare con la conseguente morte della cellula
per anossia.
Sintomatologia
Iperpnea (fame d’aria), aumento degli atti respiratori,
colore della cute rosso, cefalea, ipersalivazione,
bradicardia, ipertensione.
31
FOSGENE
Il fosgene è un gas tossico che si sviluppa durante le combustioni di materiali che contengono
il cloro, come per esempio alcune materie plastiche.
Esso diventa particolarmente pericoloso in ambienti chiusi.
Meccanismo d’azione
Il fosgene
f
a contatto
t tt con l’acqua
l’
o con l’umidità
l’ idità sii scinde
i d in
i anidride
id id carbonica
b i e
acido cloridrico che è estremamente pericoloso in quanto intensamente
caustico e capace di raggiungere le vie respiratorie.
Sintomatologia
•
•
•
•
•
•
32
irritazione (occhi, naso, e gola)
lacrimazione
secchezza della bocca
costrizione toracica
vomito
mal di testa
EFFETTI DEL CALORE
Il calore è dannoso per l’uomo potendo causare la disidratazione dei tessuti,
difficoltà o blocco della respirazione e scottature. Una temperatura dell’aria di
circa 150 °C è da ritenere la massima sopportabile sulla pelle per brevissimo
tempo, a condizione che l’aria sia sufficientemente secca. Tale valore si
abbassa se l’aria è umida.
Purtroppo negli incendi sono presenti notevoli quantità di vapore acqueo. Una
temperatura di circa 60°C è da ritenere la massima respirabile per breve
tempo.
ustioni di I grado
superficiali
facilmente guaribili
L’irraggiamento genera ustioni
sull’organismo umano che possono
essere classificate a seconda della
loro profondità in:
33
ustioni di II grado
formazione di bolle e vescicole
consultazione struttura sanitaria
ustioni di III grado
profonde
urgente
g
ospedalizzazione
p
EFFETTI DEL CALORE
Effetti dell’irraggiamento secondo il metodo di Eisemberg
34
((KW/mq)
q)
ENERGIA EFFETTI
SULL’UOMO
40
1% di probabilità di
sopravvivenza
26
19
5.0
20
2.0
1.8
1.4
Innesco incendi di materiale
infiammabile
50% di probabilità di
sopravvivenza
Danni per operatori con
indumenti di protezione
Scottature di 2°
2 grado
Scottature di 1° grado
Limite di sicurezza per persone
con normali indumenti
I PARAMETRI FISICI DELLA COMBUSTIONE
La combustione è caratterizzata da numerosi parametri fisici e chimici, i principali dei quali sono i seguenti:
•
•
•
•
•
•
35
temperatura di accensione
temperatura teorica di combustione
aria teorica di combustione
potere calorifico
temperatura di infiammabilità
f
à
limiti di infiammabilità e di esplodibilità
Temperatura di accensione o di autoaccensione (
Temperatura di accensione o di autoaccensione (°°C) Temperatura teorica di combustione (°
C) Temperatura teorica di combustione (°C)
Temperatura di accensione o di autoaccensione (°
autoaccensione (°C)
•
36
É la minima temperatura alla
quale la miscela combustibile‐
combustibile
comburente inizia a bruciare
spontaneamente
in
modo
continuo senza ulteriore apporto
di calore o di energia
dall’esterno.
Temperatura teorica di combustione (°°C)
combustione (
•
É il più elevato valore di
t
temperatura
t
che
h è possibile
ibil
raggiungere nei prodotti di
combustione di una sostanza.
ARIA TEORICA DI COMBUSTIONE (MC))
( ))
É la quantità di aria necessaria
per raggiungere la combustione
completa di tutti i materiali
combustibili
37
POTERE CALORIFICO (MJ/KG O MJ/MC)
É la quantità di calore prodotta
dalla combustione completa
dell’unità di massa o di volume
di una determinata sostanza
combustibile
TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA’
É la temperatura minima alla quale i liquidi
combustibili emettono vapori in quantità
tali da incendiarsi in caso di innesco
38
LIMITI DI INFIAMMABILITA’ LIMITI DI ESPLODIBILITA’ Tali limiti individuano il campo di
infiammabilità all’interno del quale si ha, in
caso d’innesco, l’accensione e la
propagazione della fiamma nella miscela.
•
•
39
limite inferiore di infiammabilità:
la più bassa concentrazione in volume di
vapore della miscela al di sotto della quale
non si ha accensione in presenza di innesco
per carenza di combustibile;
limite superiore di infiammabilità:
la più alta concentrazione in volume di
vapore della miscela al di sopra della quale
non si ha accensione in presenza di innesco
per eccesso di combustibile limite
superiore di infiammabilità.
Sono la più bassa concentrazione in volume di
vapore della miscela al di sotto della quale
non si ha esplosione in presenza di innesco
(limite inferiore di esplodibilità) e la più alta
concentrazione in volume di vapore della
miscela al di sopra della quale non si ha
esplosione in presenza di innesco (limite
superiore di esplodibilità).
ESPLOSIVI
La conoscenza delle caratteristiche di pericolosità delle
sostanze è il primo passo per attuare la prevenzione e la
riduzione dei rischi connessi.
Si richiamano brevemente le caratteristiche delle categorie
g
di sostanze esplosive, infiammabili, combustibili o
comburenti, secondo le norme unificate europee di
gg delle sostanze
classificazione, etichettatura e imballaggio
pericolose.
Le principali caratteristiche delle sostanze vengono
identificate sulle etichette con pittogrammi su fondo
arancione riportanti i simboli di pericolo, meglio precisati
nella parte centrale dell’etichetta dalle frasi di rischio (frasi
R), e integrati dai consigli di prudenza (frasi S) con
sintetiche indicazioni sulle modalità per operare in
sicurezza.
40