Search Engine Optimization: come valutare le esigenze?! ! Questa guida vuole fornirti un quadro riassuntivo dei passaggi da fare per valutare la seo di un sito web. ! Il primo passo per realizzare una strategia SEO a lungo termine è verificare che la struttura complessiva di server, applicativi, pagine e contenuti sia tale da consentire l’indicizzazione del sito, eliminando o limitando gli ostacoli che possono derivare da determinate impostazioni. Un sito è visualizzato nei risultati di Google quando: • È facilmente navigabile dall’utente e altrettanto accessibile ai vari spider • Il contenuto è interessante e costantemente in crescita • Il contenuto è presentato in modo da poter essere classificato e quindi posizionato efficacemente. ! Prima di partire è opportuno anche verificare questi punti: • è installato analytics o un analogo sistema di tracciamento? • Il sito è configurato su Google Webmaster Tools? • ! ! Contenuti e Keywords Si comincia valutando le richieste del cliente, analizzando i contenuti presenti sul sito e proponendo una lista di possibili frasi chiave concorrenziali (keywords) con cui ottimizzare il sito. ! Il suggerimento è iniziare da keywords long tail, sfruttando anche la geolocalizzazione. In questo modo è possibile aumentare la reputazione del sito e guadagnare qualche posizione con le keywords generiche e più inflazionate. ! Prendersi del tempo per studiare con attenzione i contenuti del sito aiuta ad individuare le keywords appropriate. Già in questa prima fase è necessario porsi alcune domande: - Ci sono contenuti numerosi e di qualità? - Questi contenuti sono facilmente raggiungibili dai menù del sito? - Si leggono facilmente? ! COME TI VEDE GOOGLE? La prima operazione da fare è vedere come il sito del cliente è indicizzato da Google. ! Per farlo basta usare questa stringa di ricerca su Google site:NOMESITO.XX ! scritto senza spazi e senza http e www. ! La serp mostrata è un elenco di tutte le pagine del sito che il motore di ricerca ha indicizzato. Questo listato è molto importante perché mostra la metadescription, il title e l’url di ogni pagina. ! img 1: come Google ha indicizzato un sito ! Se il cliente punta sul proprio brand una ricerca con il nome del sito può essere utile per vedere come Google tratta il brand. ! img 2: ricerca sul brand ! Nell’immagine 2 puoi vedere come Google legge la home page di una nota azienda produttrice di spezie. In questo caso il cliente ha scelto di puntare anche sul brand, inserendolo all’inizio del title della pagina, mentre per le pagine interne il nome dell’azienda è stato spostato alla fine. ! img 3: pagina interna con il marchio alla fine del title ! Nell’immagine 3 è possibile notare come sia il titolo sia la metadescription siano state ottimizzate per la keyword “spezie e aromi naturali”. Anche l’URL è stato personalizzato, eliminando caratteri non standard e uniformandolo al titolo. ! Ecco le prime regole da controllare: • Il tag <title> è correttamente strutturato? ! • La metadescription illustra chiaramente il contenuto della pagina? • La metadescription è ottimizzata secondo le keywords scelte? Per applicare queste regole uno degli obiettivi da perseguire è sfruttare al meglio il codice HTML delle pagine, utilizzando in modo pulito ed efficace le tag e le meta tag del linguaggio. ! Nel caso di un’attività commerciale non dimenticare di controllare la presenza del sito anche su Google Places. ! UNO SGUARDO AL CODICE Procurarsi gli strumenti A questo punto siamo già in possesso di un buon numero di elementi per valutare il sito, principalmente riferiti ai contenuti presenti. Adesso è necessario controllare il codice per vedere se questi contenuti sono presentati secondo gli standard richiesti dai motori di ricerca. ! Quanto viene riportato è valido sia nel caso che il sito sia stato sviluppato con una piattaforma proprietaria, sia che sia stato creato a partire da uno dei numerosi CMS (opensource e a pagamento) disponibili sul web. Relativamente ai CMS è facile trovare pacchetti di codice (plugin, estensioni, moduli etc.) che aiutano a migliorare le performance del sito sui motori di ricerca; nel caso di piattaforme proprietarie spetta al programmatore implementarvi i cambiamenti richiesti dal seo specialist. ! Per questo lavoro ti suggerisco di avere sotto mano almeno tre browser: Internet Explorer, Mozilla Firefox e Chrome per visualizzare che la resa delle pagine sia identica su tutti i browser; inoltre Firefox o Chrome serviranno per analizzare il sito sotto il cofano, avvalendosi di alcune estensioni da installare per facilitarsi il lavoro. ! In questa guida utilizzo Firefox perché rispetto agli strumenti di sviluppo di Chrome, trovo molto pratica l’estensione Firebug e perché nella gestione delle tab è più semplice visualizzare il title della pagina. ! img 4: title della pagina con il browser Firefox ! Dunque procediamo installando su Firefox le seguenti estensioni: 1.Firebug (https://addons.mozilla.org/it/firefox/addon/firebug/) 2.Page speed (https://developers.google.com/speed/pagespeed/) 3.Web developer (https://addons.mozilla.org/it/firefox/addon/webdeveloper/) 4.Wapalizer (http://wappalyzer.com/) 5.PageRank o un’estensione simile (https://addons.mozilla.org/it/firefox/ addon/pagerank/?src=userprofile) Firebug, PageSpeed (che si integra in Firebug) e Webdeveloper servono per analizzare il codice velocemente. Wapalizer permette di analizzare le tecnologie usate sul sito web del cliente come CMS usato, tipo di web servers, frameworks JavaScript, strumenti di tracciamento tipo Google Analytics etc.). Infine PageRank, come è facile intuire, mostra in un colpo d’occhio il Page Rank che Google attribuisce ad ogni pagina del sito. ! A questo punto possiamo procedere con l’analisi vera e propria. ! IL TAG TITLE Come puoi vedere dalla figura 1 il tag title è visualizzato nelle SERP ed è il link su cui cliccare per accedere alla pagina del sito. Costruire un buon tag title ha il duplice ruolo di attrarre l’attenzione dell’utente e permette alla pagina di posizionarsi in modo concorrenziale tra i risultati di una ricerca. ! Il titolo deve essere unico e in tema con il contenuto di ogni pagina. ! Il titolo deve attirare l’attenzione dell’utente sia graficamente che scegliendo le parole giuste. Facciamo un esempio: in relazione ad una valida dieta, quali di questi titoli ti sembra il migliore? • Ecco la mia dieta che sto cercando di seguire per perdere peso mentre aspetto l'estate • consigli per perdere peso facilmente • 5 Consigli per Perdere Peso Velocemente Mantenendo il Sorriso ! Il primo è troppo lungo e anonimo, il secondo contiene una keyword ma è sicuramente il terzo che ottiene risultati migliori perché è accattivante, fa capire subito di cosa si parla, ha una formattazione che focalizza l’attenzione sulle parole chiave. ! LA META DESCRIPTION Per ogni pagina che indicizza, Google propone un breve riassunto, visualizzato nella SERP sotto ciascun risultato. Questa porzione di testo viene ricavato dal tag meta description oppure dal contenuto estratto della pagina stessa. ! Su alcune piattaforme CMS la meta tag description è automaticamente compilata con una parte di testo rilevante presente nella pagina. Il consiglio è quello di avere il pieno controllo su questo tag. Wordpress, ad esempio, mette a disposizione un plugin che permette di personalizzare la meta description, mentre Joomla permette nativamente di modificare questo tag (almeno per i contenuti di tipo standard). ! img 5: codice sorgente di una pagina, dettaglio meta description ! Come il tag title, anche la meta description deve essere unica per ogni singola pagina e possibilmente contenere una delle keywords scelte. Se vuoi che la tua descrizione non sia tagliata da Google non superare i 156 caratteri oppure cerca di concentrare all’inizio i concetti importanti. ! DRUPAL E WORDPRESS: ADDS-ON PER LA SEO Abbiamo parlato finora di gestione di title della pagina e di meta description. Dal sito di Wordpress è possibile scaricare l’ottimo plug-in All in one seo pack che permette di avere pieno controllo su questi elementi, oltre a poter personalizzare quali contenuti debbano essere indicizzati. ! img 6: settaggi generali del plug-in All in one seo pack E’ possibile gestire globalmente post, pagine e custom post type o andare ad intervenire sul singolo contenuto. ! ! img 7: settaggi di All in one seo pack per un singolo contenuto ! Clicca qui per scaricarlo. ! Relativamente a Drupal, invece, è disponibile l’ottimo modulo Metatag, che funziona in maniera analoga al plugin di Wordpress. In aggiunta Metatag permette di gestire il protocollo Open Graph usato da Facebook. Esso permette di integrare i vari contenuti presenti su un sito con la piattaforma di Facebook, consentendo l'aggiunta di meta-dati per trasformare siti web in oggetti grafici. ! img 8: il modulo Metatag in azione su una pagina di Drupal ! Puoi scaricare Metatag da qui. ! Il risultato dell’uso di questi moduli emerge dando uno sguardo al codice. ! img 9: esempio di un post di Wordpress con meta description personalizzata grazie al plug-in All in one seo pack ! UNO SGUARDO AL TEMPLATE La struttura dei contenuti A prescindere dall’aspetto grafico del sito, deciso dai CSS, è molto importante prestare attenzione a come viene presentato il contenuto vero e proprio nella pagina web. ! Bisogna verificare che gli elementi della pagina siano stati organizzati in modo razionale e possibilmente simile per tutte le pagine (qui c’è un menù, lì ci sono i banner, là il contenuto etc). ! La struttura del template dovrebbe essere organizzata dando la precedenza ai contenuti, che devono essere caricati immediatamente; a seguire i menù e le altre parti che vanno a comporre il sito (sotto menù, gallerie etc). Successivamente tramite CSS si forniscono indicazioni al browser su come visualizzare i contenuti; quindi un menù o una barra laterale possono visivamente precedere il contenuto vero e proprio mentre nel codice l’ordine è invertito. ! Tramite WebDeveloper puoi disabilitare completamente l’uso di CSS per vedere come viene visualizzata la pagina senza formattazione e verificare se il contenuto è ancora accessibile. ! Nelle immagini qua sotto puoi vedere come appare una pagina vista dal browser e la stessa pagina vista disabilitando i CSS. Vedrai che gli elementi della barra laterale e altre parti meno importanti sono caricato dopo il contenuto principale. ! img 10: una pagina vista dal browser ! ! ! img 11: la stessa pagina disattivando tutti i CSS ! HTML5 e web semantico Mentre nell’HTML4 si utilizzavano principalmente i <div> a cui venivano assegnati degli id univoci per identificarli, il nuovo HTML5 permette anche di effettuare una marcatura semantica del contenuto. ! img 12: esempio di pagina formattata in HTML4 con id assegnati ai div (via html.it) ! La semantica viene realizzata grazie all’introduzione di nuovi elementi come ad esempio i tag <article> e <nav> usati rispettivamente per indicare un tipo di contenuto “informativo”, quindi il “succo del discorso” e un tipo di contenuto menù. ! img 13: la stessa struttura dell'immagine 10 in HTML5 (via html.it) ! Identificare lo “scopo” delle sezioni di una pagina attraverso l’uso di specifici elementi di sezione ha una duplice funzione: il primo è aiutare l’utente a navigare più facilmente nella struttura della pagina; per esempio si può passare direttamente da un articolo all’altro senza la necessità da parte dell’autore della pagina di fornire i classici skip link. Il secondo scopo è quello di aiutare gli spider dei motori di ricerca a “identificare” i contenuti e la loro organizzazione nella pagina. Ad esempio Google si aspetterà di trovare il “succo” del discorso all’interno del tag <article> mentre capisce che la lista di link all’interno di <nav> sono i link del menù principale per la navigazione nel sito. La stessa struttura (lista di link) dentro <aside>, invece, rappresenta parti "laterali" della pagina e che dunque richiedono un'attenzione minore dai parte dei motori di ricerca. In questa sezione si possono posizionare, ad esempio, banner o link pubblicitari. Anche gli sviluppatori possono trarre benefici per il loro lavoro perché possono mantenere il codice più pulito e comprensibile. ! Infine una nota: secondo quanto indicato qui, Google caldeggia l’uso di un template di tipo responsive, ovvero che si adatta in modo dinamico alle dimensioni dello schermo di ogni dispositivo su cui si visualizza il sito. In questo modo non è più necessario scrivere CSS o sviluppare temi in base al dispositivo (pc, mobile etc). ! Riassumendo è necessario controllare la versione di HTML utilizzata, verificando che sia stata rispettato il corretto posizionamento degli elementi nel template, <div> nel caso di HTML4 e tag semantici in caso di HTML5 (nav, footer, header etc). ! Il logo Dal momento che stiamo controllando il codice nel template è anche il caso di controllare come è strutturato il logo. Sulla home: assicurarsi che il logo del sito sia indentato in un tag <h1> e che i titoli degli eventuali articoli (ad esempio in un blog) siano in <h2>. ! img 14: il logo sulla homepage ! Sulle altre pagine: il logo va indentato in un <p> mentre l’<h1> va utilizzato per il titolo dell’articolo. ! img 15: il logo in una pagina interna ! Ulteriori controlli riguardano la correttezza del codice HTML e del CSS che dovrebbero seguire gli standard indicati dal W3C. ! Tramite l’estensione Web Developer puoi verificare con un click la validità del codice e del CSS. ! img 16: validazione del CSS tramite l'estensione Web Developer ! Tempi di caricamento Adesso con l’estensione PageSpeed (integrata in un tab di Firebug) verifichiamo i tempi di caricamento della pagina. La velocità di un sito è un fattore molto importante perché influisce sull’esperienza utente e sulla visibilità nei motori di ricerca. L’ottimizzazione delle performance dipendente dalle caratteristiche specifiche di ogni sito, pertanto di seguito vengono indicati solo alcuni requisiti di base. ! Il programma assegna un punteggio alla pagina e suggerisce una serie di provvedimenti da prendere che possiamo riassumere in questa lista: • rimandare il codice Javascript (in genere caricandolo dopo il tag </body) e ricorrendo il meno possibile a plugin e moduli) • minimizzare javascript per evitare troppe richieste http (ci sono delle librerie come UglyfyJs appositamente per questo compito) • offrire immagini ottimizzate (v. sopra) • minimizzare il CSS (prova UglyfCSS) ! img 17: il metamotore di annunci WickedIn perfettamente ottimizzato ! SITEMAPS e ROBOTS.TXT Gli ultimi controlli riguardano la presenza di una sitemap e del robots.txt. La prima è una pagina che elenca gerarchicamente tutte le pagine del tuo sito e serve per facilitare la ricerca dei contenuti all’utente. Non è un requisito necessario ma un valido supporto per l’utente. Diverso il caso di una sitemap XML. La Sitemap XML è sempre una lista di link ma essa è specificatamente pensata per i crowler dei motori di ricerca ed è fondamentale. Introdotta da Google con il servizio Google Sitemaps, e poi utilizzata anche da Yahoo e Bing! permette di menzionare all’interno di un file XML tutti gli URL delle pagine del tuo sito da sottoporre al motore di ricerca. In questo modo anche i siti dinamici possono fornire URL corretti, permettendo un’indicizzazione più intelligente. ! Il secondo controllo riguarda il file robots.txt. Esso contiene le regole utilizzate dai crawler (o spider) per applicare restrizioni di analisi sulle pagine di un sito internet. A volte ci possono essere errori o errate configurazioni che possono penalizzare un sito. ! Molti CMS generano in maniera automatica e dinamica questo file, che si trova sempre all’indirizzo NOMESITO/robots.txt. Verifica che sia correttamente scritto. ! img 18: esempio di robots.txt con istruzioni specifiche ! Nell’immagine 18 trovi un esempio di robots.txt. E’ stato generato dinamicamente da Joomla e sono state aggiunte ulteriori istruzioni per disabilitare determinate pagine del sito. ! I CONTENUTI Dopo aver verificato nel template come è organizzata la struttura che presenta tutti gli elementi del sito, la verifica prosegue analizzando i tipi di contenuti. ! ! Il titolo Un testo deve avere un titolo. In genere questo titolo corrisponde anche al meta title della pagina ma non è obbligatorio, anzi spesso è preferibile personalizzare il title tramite i tools visti sopra. ! Il titolo di un post o di una pagina dovrebbe essere indentato all’interno di un tag <h1> seguendo una logica di livelli che assegna al più alto (h1) l’importanza maggiore. I vari sottotitoli eventualmente presenti nella pagina dovrebbero essere indentati con i tag h2, h3 etc. ! Il titolo va ottimizzato anche in base alle keywords scelte all’inizio del lavoro, possibilmente utilizzando una keywords o un suo sinonimo. Nell’immagine qua sotto un esempio esplicativo. ! img 19: meta title e titolo articolo Il titolo scelto per l’articolo è “liquori e distillati” che è una keyword suggerita da google, sebbene un po’ generica. ! E’ stato inserito all’interno di un <h1> ad indicare che è il “riassunto” del contenuto principale. ! Sono stati messe in maiuscolo le parole principali per facilitare la lettura. ! Il title della pagina è stato personalizzato combinando una serie di keyword: ! spezie per liquori + liquori e distillati + spezie import export ! Infine è stato messo il marchio dell’azienda in fondo al titolo perché si è scelto di posizionare la pagina per termini generici. Abbiamo ottenuto il seguente meta title Spezie per Liquori e Distillati Import Export – Webb James che risulta efficace per Google. Ecco cosa si ottiene cercando “spezie per fare liquori”: ! ! ! Le immagini L’uso di immagini all’interno di un sito serve a comunicare istantaneamente un idea o ad arricchire quanto espresso a parole. E’ necessario preparare le immagini con la stessa cura che si dedica ai testi. ! Nel trattare le immagini tieni conto di queste osservazioni: 1.per Google è fondamentale soprattutto il testo 2.i robots non sono in grado di leggere le immagini; ovvero si rendono conto che in una certa posizione del template si trova un’immagine ma non sono in grado di capire cosa rappresenti 3.Google Immagini indicizza le immagini ! Stiamo parlando, ovviamente, delle immagini che fanno parte dei contenuti non di quelle che vanno a comporre il template, di cui parleremo in seguito. Dunque ecco i requisiti che devono avere le immagini: • Il nome file di ogni immagine deve essere il più possibile descrittivo del contenuto dell’immagine. Ad es. logo-banca-generali.jpg è da preferire a IMG00023.JPG. • Deve essere sempre presente un testo alternativo, ovvero l’attributo alt del tag img deve essere specificato (in genere puoi usare le stesse parole del nome) ! L’attributo alt, specificato nella tag <img>, è usato per descrivere sinteticamente il contenuto di un’immagine ed è fondamentale per l’accessibilità, ad esempio in caso di connessioni lente o di persone che hanno problemi di vista. Al posto dell’immagine viene visualizzato il testo inserito in alt. Ti suggerisco di non ripetere le stesse parole chiave più volte nello stesso attributo alt e non replicare mai lo stesso attributo alt, salvo che esso non sia associato alla stessa immagine ripetuta. ! La scelta del titolo per un’immagine è anch’essa da non sottovalutare perché abbiamo detto che Google indicizza anche le immagini. ! img 20: titolo immagine e attributo alt "bambini iperattivi" ! Abbiamo preparato l’immagine qua sopra scegliendo un titolo consono al contesto nel quale è inserita e Google images la indicizza correttamente. ! img 21: Google riconosce correttamente gli attributi per l'immagine scelta e la restituisce quando viene effettuata una ricerca affine ! ! Molti CMS prevedono un sistema automatico per gestire le immagini, ovvero vengono generate dinamicamente una serie di anteprime di dimensioni specifiche, adatte ad essere inserite nel sito. In questo modo si evita all’utente il fastidio di salvare le immagini in formati e risoluzioni consone ad un sito web. Tuttavia non sempre sono disponibili queste funzioni. Quindi ti suggerisco, come ultimo controllo, di verificare anche che le immagini siano correttamente ottimizzate, ovvero che abbiamo una risoluzione di 72 dpi e che siano preferibilmente in formati compressi come .jpg o .gif. ! I video I video devono essere ottimizzati in funzione della piattaforma su cui verranno caricati (YouTube, Vimeo etc.). E’ necessario prestare attenzione al titolo, alla descrizione e ai tag scelti. Il nome file di ogni video deve essere il più possibile descrittivo del contenuto del video. Prendi in considerazione questi punti: • Avere una pagina web per ciascun video, con URL specifico e la possibilità di inserire un testo descrittivo. Nel caso che il cliente voglia puntare sul proprio brand questo step è ancora più importante. In questo caso si suggerisce di creare un canale video sulla piattaforma scelta (YouTube, Vimeo etc) e da lì caricare i video sul sito (embedded video). • Creare una Sitemap XML ad hoc per i contenuti video. In caso di CMS spesso puoi trovare moduli specifici, come questo per Wordpress • Utilizzare il mark up di schema.org per la creazione dei Rich Snippet per i video ! Un video correttamente ottimizzato viene visualizzato nelle SERP di Google. ! img 22: video ottimizzato nella SERP di Google ! I link Ogni link all’interno del sito va controllato per verificare che abbia specificato l’attributo title, quello che genera il tooltip al passaggio del mouse. Tale accorgimento vale per i link creati dinamicamente dal sito (voci di menù etc), sia per quelli all’interno dei contenuti, inseriti tramite l’editor di testo del sito. ! Soprattutto per i link dentro i contenuti è utile specificare un title significativo, come nell’immagine qui sotto. ! ! ! Riassumendo, ecco le verifiche da fare su contenuti, immagini, link: • Il titolo della pagina / articolo è all’interno di un tag <h1>? • Sono presenti intestazioni di secondo (terzo…) livello (<h2>, <h3> etc) e suddivisione in paragrafi? • I link sono corredati dell’attributo title? • Il nome dell’immagine è significativo? • È presente l’attributo alt nel tag <img>? • Le immagini sono ottimizzate per il web? ! EVITARE I DUPLICATI I contenuti duplicati sono il nemico numero uno del SEO specialist. Ogni contenuto deve essere accessibile da una ed una sola URL. Soprattutto quando si sviluppa a partire da un CMS, nel caso di alcuni componenti questi possono generare pagine duplicate. ! Un esempio è quanto si verifica con un componete di Joomla utilizzato per presentare le notizie in tab scorrevoli. Oltre all’URL correttamente assegnato ad una voce di menù: http://www.webbjames.it/news/ 204-news-0412-ciclone-giovanna.html il componente genera anche il seguente link che rappresenta una duplicazione di contenuto. http://www.webbjames.it/component/content/article/3-news/ 204news-0412-ciclone-giovanna.html ! Tutti i duplicati devono rimandare alla URL canonica seguendo uno dei metodi suggeriti da Google. ! Oltre alla duplicazione delle URL è possibile anche che sia stato fatto copia/ incolla da altri siti. In questo caso non abbiamo una risorsa raggiunta da due url diversi ma del contenuto non originale, duplicato di un contenuto presente su un altro sito. Anche in questo caso è necessario correre ai ripari prontamente e sta al SEO specialist spiegare al cliente che in nessun caso bisogna copiare dati da altri siti, a meno di non fare una citazione. Per verificare che i contenuti siano originali è possibile copiare una porzione di testo su Google e verificare manualmente oppure ricorrere ad un servizio come quello offerto da http://www.copyscape.com/ ! PAGINA 404 Una pagina 404 viene visualizzata quando siamo in presenza di: • URL digitato male; • un segnalibro/bookmark datato; • un collegamento datato proveniente da un motore di ricerca; • un link interno interrotto sfuggito al webmaster. ! Personalizzare la pagina 404 è importante sia per la SEO che per l’usabilità da parte dell’utente. Lato seo indica allo spider che non è più presente la risorsa all’URL indicata. In questo modo dopo qualche richiesta non andata a buon fine, la pagina verrà rimossa dall’indice poichè viene considerata obsoleta; per quanto riguarda l’utente è possibile fornire dei messaggi, guidandone la navigazione e fornendo degli strumenti adatti a trovare ciò che cerca nel sito. Verifica che il CMS sia configurato in modo da erogare un codice di stato 404 per le risorse non esistenti. Questa pagina dovrebbe avere un testo chiaro che illustra la mancanza della risorsa e fornire degli strumenti per riprendere la navigazione, ad esempio: • un box di ricerca • un link alla home • un link alla mappa del sito • link alle pagine di primo livello del sito ! img 23: il sito Cityfan riporta un valido esempio di pagina 404. Sono presenti un link alla home e un box di ricerca. ! QUALCHE CONSIGLIO PER LAVORARE MEGLIO I dati di accesso Per lavorare in tranquillità, senza stare a contattare il cliente ogni cinque minuti, è consigliabile chiedere immediatamente tutti i dati di accesso di cui si ha bisogno. Il consiglio è quello di preparare in precedenza un foglio (o una mail) con un dettaglio delle richieste. In questo modo il cliente può girare direttamente la richiesta a colui che cura il lato tecnico del sito, senza farsi prendere dal panico perché deve chiedere informazioni per lui oscure e senza che ci siano fraintendimenti. ! Ecco • • • • • ! i dati da richiedere che possono risultare utili: Accesso a Google Analytics Accesso a Webmaster Tools Accesso FTP Accesso al pannello di controllo del sito Accesso ad una mail del cliente (o crearne una nuova da usare per la SEO) Google Analytics è uno dei migliori strumenti gratuiti che il web mette a disposizione per monitorare il traffico del tuo sito. In un colpo d’occhio è possibile visionare il numero di accessi, le pagine maggiormente visitate, i tempi di permanenza (ovvero quanto un utente si sofferma sui contenuti di una singola pagina) e molte altre informazioni. ! A breve realizzeremo una guida specificatamente dedicata agli strumenti di Google ma per il momento è sufficiente dire che Analytics (se già installato dal cliente) è un’ottimo strumento anche per poter confrontare il traffico del sito prima e dopo l’intervento di seo; inoltre permette di individuare i contenuti più interessanti (quelli più visionati dagli utenti) e quelli che necessitano di aggiustamenti, oltre che informazioni dettagliate sulla tipologia di traffico che il sito genera. Ad esempio, nel caso di un sito multilingua in italiano e inglese, ci si potrebbe rendere conto che buona parte del traffico per la lingua inglese arriva da utenti residenti in Francia e quindi potrebbe essere proficuo aggiungere anche il francese come lingua al sito, considerando anche l’importanza che questo popolo attribuisce alla lingua. ! Webmaster Tools è un altro attrezzo che non dovrebbe mai mancare nella cassetta del seo specialist. Anche questo è messo a disposizione gratuitamente da Google e permette di verificare lo stato di salute di un sito. Ecco alcune opzioni che offre: - verificare che non ci siano tag e meta description duplicate - rimuovere dall’indicizzazioni url obsoleti - vedere se i crowler di google indicizzano correttamente tutte le pagine - segnalare la sitemap.xml del sito a Google - … ! Con gli strumenti indicati finora e seguendo tutti i suggerimenti di questa guida, il seo specialist sarà in grado di fornire al cliente un documento che presenta punti deboli e punti di forza del sito, oltre che tutti i passaggi necessari a migliorare il traffico.