Compiti vacanze futura classe 3 N Ciao ragazzi…

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Compiti vacanze futura classe 3 N
Ciao ragazzi…
Trovate qui allegato un modulo di antropologia. Vi chiedo di prenderne visione
(leggerlo) ed effettuale una relazione scritta di quattro facciate circa che risponda alla
domanda “Cos’è l’antropologia?”.
Non è necessario capire tutto né utilizzare tutto. Il testo è solo uno stimolo di
riflessione utile a creare un link nella vostra mente sull’antropologia, punto di partenza
della futura attività didattica.
Farlo seriamente occuperà circa quattro ore del vostro tempo (lettura) e due ore per la
stesura.
Sono a disposizione via mail per eventuali chiarimenti [email protected]
Buon lavoro.
Delfina Maffeis
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Lino Rossi
Lorena Lanzoni
Sguardi
sulle
scienze
umane
Moduli di
Antropologia
e Sociologia
Lino Rossi
Lorena Lanzoni
Sguardi sulle
scienze umane
Moduli di antropologia e sociologia
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Prima edizione: gennaio 2012
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> Presentazione
PRESENTAZIONE
I volumi riprendono nella struttura il testo per il primo biennio, con una cura dell’apparato didattico adeguata alle crescenti esigenze dei ragazzi, per stimolarli a progredire nell’elaborazione personale delle idee, senza rinunciare a strumenti di
sintesi e di verifica degli apprendimenti tematici. Il libro offre l’occasione per una lettura orizzontale, organizzata sui contenuti, sviluppando un linguaggio rigoroso, ricco di rimandi ad un glossario articolato, utile ausilio per lo studio. Nello stesso tempo si presta ad una lettura di sintesi, di tipo verticale, ricorrendo ad una ricercata iconografia, che nel caso di alcune discipline del tutto nuove, come l’antropologia, costituisce una parte integrante del testo, grazie ad una serie di didascalie precise e documentate. L’obiettivo è quello di mantenere elevato l’interesse e creare un sistema di riferimenti continui con le necessarie schematizzazioni e le mappe concettuali, mezzi imprescindibili per guidare una lettura personalizzata degli argomenti e per formare un pensiero autonomo.
Abbiamo pensato ad un libro che potesse rispondere alle esigenze dei docenti, facendo tesoro di una concreta esperienza
d’insegnamento nella scuola secondaria superiore. Insegnare scienze umane non è un’impresa semplice, a causa della
notevole mole di argomenti da trasmettere, che attingono ad ambiti disciplinari diversi tra loro: la psicologia, l’antropologia culturale, la sociologia, la pedagogia, la metodologia della ricerca. Abbiamo inoltre cercato di valorizzare l’intreccio
interdisciplinare con altre discipline, come la geografia, la storia e l’arte, con l’introduzione di carte fisiche e tematiche, l’inserimento di brani musicali e di opere figurative, che entrano a far parte del testo a pieno titolo. Un’ampia selezione di letture, spesso con valore antologico, consente inoltre di comprendere dal lavoro diretto dei ricercatori i contributi più significativi offerti alla storia del pensiero.
Un ricco apparato di esercizi graduati, strutturato in modo da adattarsi a diversi livelli cognitivi, consente una progressiva acquisizione delle competenze e delle conoscenze. Per renderne più agevole l’utilizzo, a fianco di ogni esercizio è indicato il relativo livello di difficoltà:
livello base
livello medio
livello avanzato
I volumi vengono proposti in tre versioni, articolate in modo differenziato e tali da soddisfare approcci diversi, nel rispetto dei programmi ministeriali. In particolare, per quanto riguarda il Liceo delle Scienze Umane, vengono proposte una versione completa e una priva della pedagogia:
Liceo delle Scienze Umane
vol. 1 - Moduli di Antropologia e Sociologia
vol. 2 - Moduli di Psicologia e Pedagogia
Liceo delle Scienze Umane
vol. 1 - Moduli di Antropologia e Sociologia
vol. 2 - Moduli di Psicologia
Entrambe le versioni presentano un approccio prevalentemente teorico e problematico, seguendo lo sviluppo storico
delle discipline e sviluppando il pensiero degli autori; sono corredate di un’ampia scelta di testi di autori (brevi Letture e
Antologia degli scritti). I volumi possono essere completati con la lettura di un classico di Antropologia e di Sociologia, come
previsto dai programmi ministeriali: Scienze Umane: la voce dei classici. Claude Lévi-Strauss e Émile Durkheim, a cura di L. Rossi e L. Lanzoni.
Gli autori
III
■
Sguardi sulle scienze umane
Indice
MODULI DI ANTROPOLOGIA
MODULO A
L’APPARIZIONE DELL’UOMO ......2
A1 Una specie naturale
con diverse eccezioni ......................................4
1.1 Il rapporto uomo-ambiente...........................................................4
APPROFONDIMENTO - I fringuelli delle Galapagos.................6
1.2 L’ambiente delle origini ....................................................................6
1.3 L’uomo ha una natura bio-culturale .......................................7
LETTURA - E. Anati, L’origine comune
dell’intelligenza umana.................................................................8
1.4 Storia naturale e storia culturale...............................................10
ETHNOGRAPHICA - Il mito di Icaro................................................10
LETTURA - S.L. Washburn,
Evoluzione di biologia e cultura ................................................11
LETTURA - T. Dobzhansky,
Dove sta andando l’evoluzione?...............................................12
APPROFONDIMENTO L’evoluzione della popolazione terrestre............................13
Esercizi unità A1...........................................................................14
A2 L’invenzione della postura eretta ...................16
2.1 Il valore adattativo della postura eretta................................16
LETTURA - H. Bergson, Il movimento della vita ...................16
2.2 In cosa consiste la postura eretta? ...........................................17
2.3 La liberazione delle mani ...............................................................18
LETTURA - A. Leroi-Gourhan,
I caratteri distintivi dell’uomo ..................................................19
2.4 I piedi e la deambulazione bipede ..........................................20
APPROFONDIMENTO - L’andatura bipede ................................20
2.5 Come cambia la struttura del cervello..................................21
ETHNOGRAPHICA - La scoperta di Lucy....................................22
2.6 Fonti archeologiche e fonti neurologiche ..........................24
APPROFONDIMENTO - L’evoluzione della tecnica
di scheggiatura delle pietre ..........................................................25
2.7 L’encefalo: un organo aperto.....................................................26
2.8 Natura e cultura operano in modo solidale .....................27
Esercizi unità A2 .........................................................................28
A3 Una storia per ogni popolo ............................30
3.1 Non esistono “popoli di natura” ..............................................30
3.2 L’ipotesi delle sopravvivenze psichiche.................................31
A PPROFONDIMENTO - Le sopravvivenze
psichiche e gli studi sul Folk-lore ..............................................32
3.3 Il confronto tra culture ...................................................................33
L ETTURA - E.B. Tylor, La classificazione della civiltà..........34
3.4 La particolarità di ogni esperienza culturale ....................35
LETTURA - F. Boas, Le somiglianze dei fenomeni etnici .......35
ETHNOGRAPHICA - Viaggio attraverso le culture:
il Museo di Storia Naturale di Firenze...................................36
3.5 L’umanità nelle teche del museo ............................................40
APPROFONDIMENTO - Le collezioni etnografiche
del Museo di Storia Naturale di Parma ...............................42
Esercizi unità A3 .........................................................................44
DALLA RICERCA ALLE IDEE
Franz Boas e il particolarismo storico ..............................46
1. Il percorso culturale .................................................................................46
2. Il particolarismo storico........................................................................46
3. La ricerca etnografica: l’analisi del Potlatch..............................47
IV
4. Lo studio della lingua dei pellerossa delle praterie.............48
5. L’importanza della psicologia nell’indagine antropologica.......48
6. La critica al razzismo ..............................................................................49
7. L’eredità di Boas.........................................................................................50
Mappa concettuale ................................................................................51
Glossario ..................................................................................................52
Esercizi di sintesi.....................................................................................54
MODULO
B
LA DIVERSITÀ CULTURALE .......56
B1 Razze, etnie e popoli ......................................58
1.1 Il relativismo culturale .....................................................................58
APPROFONDIMENTO - Aspetti “etici” ed aspetti “emici” ......60
1.2 L’invenzione della “razza” .............................................................61
LETTURA - E. Balibar, Il ritorno della razza............................62
1.3 Il concetto di “etnia” ........................................................................63
1.4 Il rischio di nuovi razzismi.............................................................64
LETTURA - M. Aime,
“Generalmente sono di piccola statura...” ............................64
LETTURA - R. Linton, Americano al cento per cento!..........65
ETHNOGRAPHICA - I Dogon del Mali - ....................................66
Viaggio tra gli Aborigeni Australiani - ..................................67
Il mondo dei Guayaki, popolo nomade del Paraguay...68
Esercizi unità B1...........................................................................69
B2 L’incontro con l’altro ......................................71
2.1 Difficoltà di riconoscimento “dell’altro”..............................71
LETTURA - U. Fabietti, Beduini o Arabi ..................................72
2.2 Scambi economici e sessuali .......................................................73
2.3 La reciprocità: il dono ......................................................................74
LETTURA - M. Mauss, L’obbligo di donare
e l’obbligo di ricevere...................................................................75
2.4 Il metissage culturale ........................................................................76
ETHNOGRAPHICA - Racconto mistico Peul:
la lezione di umiltà.............................................................................78
2.5 La schismogenesi: complementarità e simmetria ........80
LETTURA - M. Augé, Come le relazioni
ci permettono di vedere l’altro .................................................82
Esercizi unità B2 ..........................................................................82
B3 Scontri tra culture ..........................................84
3.1 Eccessi di cultura ................................................................................84
3.2 Esistono “scontri tra civiltà”
nella realtà contemporanea? ......................................................85
LETTURA - M. Aime, L’altro come icona del male ...............88
3.3 L’altro: lo straniero e il nemico .................................................89
ETHNOGRAPHICA - Sul piede di guerra: i Sioux....................91
3.4 I sentimenti dell’aggressione ......................................................94
LETTURA - B. Malinowski,
La guerra attuale e il totalitarismo ........................................95
3.5 Antropologia della guerra.............................................................97
APPROFONDIMENTO - Le guerre primitive
e la negazione dello Stato: Pierre Clastres.........................98
Esercizi unità B3 ........................................................................100
DALLA RICERCA ALLE IDEE
Gregory Bateson e l’approccio sistemico ......................102
1. Un antropologo inquieto ...................................................................102
2. L’analisi del rito Naven ........................................................................103
3. Le suggestioni della cibernetica
e il doppio legame ............................................................................................104
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
Indice
4. La struttura che connette .................................................................105
5. L’eredità di Bateson...............................................................................107
Ruth Benedict e il configurazionismo ............................109
1. Alla scuola di Boas ..................................................................................109
2. Dallo studio dello spirito guardiano
alla descrizione dei tratti culturali ................................................110
3. Modelli di cultura .....................................................................................111
4. Il configurazionismo ..............................................................................112
5. Il confronto fra americani e giapponesi ....................................113
6. L’eredità di Ruth Benedict ................................................................114
Mappa concettuale ..............................................................................116
Glossario .................................................................................................117
Esercizi di sintesi ...................................................................................120
MODULO C
UOMO E AMBIENTE, TRA
NATURA E SOCIETÀ.................122
C1 Il rapporto tra uomo e ambiente ..................124
1.1 Il mito dello “stato di natura”...................................................124
1.2 Essere uomo vuol dire appartenere ad una cultura .....125
LETTURA - C. Lévi-Strauss, Inventare l’uomo:
il significato del tatuaggio nei Caduvei................................126
1.3 Terreno e territorio: l’ambiente dell’uomo.....................126
APPROFONDIMENTO - Misurare la terra
su basi antropomorfiche .............................................................128
1.4 Fuori o dentro: demarcare il territorio ..............................129
1.5 Il villaggio, la foresta e i riti di passaggio............................130
ETHNOGRAPHICA- Gli spiriti dei boschi e dei fiumi .........131
1.6 Il mondo selvatico............................................................................133
ETHNOGRAPHICA- Il senso di perdita e gli stati alterati di
coscienza di fronte ai grandi pericoli dell’ambiente .........135
1.7 Lo spazio mentale del villaggio ...............................................136
LETTURA - M. Griaule, Il villaggio Dogon:
ordine e cosmo.....................................................................................137
Esercizi unità C1 ........................................................................139
C2 L’ambiente perso .........................................141
2.1 Dai villaggi alle città .........................................................................141
2.2 L’origine delle città .........................................................................142
LETTURA - V. Gordon Childe,
Agricoltura e rivoluzione neolitica ........................................144
2.3 Essere estranei in città ..................................................................145
LETTURA- F. La Cecla,
Momenti di passaggio e sradicamento ................................146
2.4 L’inurbamento e la metropoli .................................................148
APPROFONDIMENTO - Disorientamenti urbani:
da Firenze a Tokio ............................................................................150
2.5 L’inurbamento in Africa................................................................151
ETHNOGRAPHICA - Touba, la città sacra .................................153
2.6 Dalle campagne alle metropoli: la Cina .............................154
2.7 Luoghi deserti: luoghi di presenza ........................................155
ETHNOGRAPHICA - Deprivati dell’ambiente i popoli
non vivono, ma “sopravvivono”..............................................157
Esercizi unità C2........................................................................160
C3 Lo spazio nella metropoli .............................162
3.1 I luoghi antropologici.....................................................................162
LETTURA - M. Augé, I luoghi di senso...................................164
3.2 Spazi urbani e “mente locale”..................................................166
APPROFONDIMENTO - G. Simmel e la vita
nelle metropoli ..................................................................................166
3.3 Luoghi e “nonluoghi” ....................................................................168
LETTURA - P. Salom, Sul supertreno per Shanghai
dove la Cina corre a due velocità ...........................................171
3.4 Nuovi fenomeni urbani:
rurbanizzazione e megalopoli..................................................172
3.5 Le periferie e i suoi abitanti: le cité.......................................174
APPROFONDIMENTO - Le rivolte nelle periferie..................175
3.6 Confini, frontiere e marginalità ...............................................177
Esercizi unità C3 ........................................................................178
DALLA RICERCA ALLE IDEE
Marc Augé e l’antropologia della surmodernità...............180
1. La formazione ...........................................................................................180
2. Gli studi in Africa ....................................................................................180
3. L’antropologia della repressione...................................................182
4. L’importanza dell’altro........................................................................183
5. L’antropologia della contemporaneità .....................................184
6. Antropologia, viaggio e narrazione.............................................186
Mappa concettuale .............................................................................188
Glossario.................................................................................................189
Esercizi di sintesi ...................................................................................192
MODULO D
IL PENSIERO E LA
CONOSCENZA DEL MONDO ...194
D1 Cosa significa pensare.................................196
1.1 Pensare nel contesto sociale .....................................................196
LETTURA - J. Bruner, Nelle storie e nei miti
si riflettono le azioni degli individui.......................................197
1.2 Pensiero, simboli e riti ...................................................................198
APPROFONDIMENTO L. Lévi-Bruhl e il pensiero primitivo ....................................200
1.3 Che cosa significa pensare?.......................................................201
1.4 Processi logici e processi narrativi ........................................202
LETTURA - Capo Tuiavii,
La potenza delle macchine e la potenza di Dio .................203
1.5 Concetti e catalogazione della realtà.................................204
ETHNOGRAPHICA Categorizzare secondo il codice Hopi...............................206
1.6 Socializzazione e acculturazione...........................................207
1.7 Cognizione ed emozioni ............................................................207
Esercizi unità D1 ........................................................................210
D2 Il linguaggio e le lingue ...............................212
2.1 Un’ipotesi antropologica sulla nascita
del linguaggio umano ....................................................................212
2.2 Cure materne e baby talk ...........................................................213
LETTURA - D. Falk, Il baby talk prepara
la formazione del linguaggio ..................................................214
2.3 Il linguaggio e le lingue..................................................................215
ETHNOGRAPHICA - Un fenomeno linguistico:
le lingue a clicks.................................................................................216
2.4 Il significato delle parole ..............................................................218
APPROFONDIMENTO - L’etnolinguistica...................................219
2.5 Linguaggio e cultura......................................................................220
ETHNOGRAPHICA - I nomi propri possono
“scomparire” e “ricomparire”: i Tiwi australiani...........221
2.6 La conversazione e la pragmatica.........................................222
APPROFONDIMENTO - Il Pidgin e lingue creole ..................223
2.7 Scomparsa degli idiomi locali
e impoverimento della cultura .............................................224
Esercizi unità D2 .......................................................................226
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
V
■
Sguardi sulle scienze umane
D3 Simbolo e arte..............................................228
3.1 Il segno e il simbolo: le origini dell’arte.............................228
LETTURA - E. Anati, Raffigurazioni
pittoriche e riti segreti .............................................................229
3.2 Il significato dell’arte ......................................................................231
3.3 La poesia e il canto .........................................................................232
ETHNOGRAPHICA - Poesie dei popoli primitivi..................233
3.4 La musica...............................................................................................235
APPROFONDIMENTO - L’etnomusicologia..............................237
ETHNOGRAPHICA - La storia misteriosa della Quena...........238
3.5 Il simbolo e gli oggetti: la scultura primitiva ..................239
ETHNOGRAPHICA - Le maschere africane ............................240
3.6 La pittura e l’arte figurativa ......................................................242
LETTURA - C. Holt - G. Bateson, La danza,
le sue funzioni e il carattere del popolo di Bali ..................243
ETHNOGRAPHICA - Viaggio attraverso le culture:
il Museo delle Culture di Lugano .........................................244
Esercizi unità D3 .......................................................................246
DALLA RICERCA ALLE IDEE
Clifford Geertz e l’antropologia interpretativa ................249
1. Le fonti dell’antropologia interpretativa .................................249
2. L’incontro culturale ..............................................................................250
3. La cultura come testo ..........................................................................251
4. Il mondo “di qua” e il mondo “di laggiù”:
antropologia ed etnografia..............................................................252
5. Globalizzazione e localismi ..............................................................253
6. L’eredità del pensiero di Geertz e
l’antropologia post-moderna .........................................................255
Marcel Griaule e l’etnologia francese degli anni ‘30........257
1. Poetica e viaggio creativo:
l’etnologia francese intorno al 1930 ......................................257
2. Africa dei miti, Africa “fantasma” ................................................258
3. L’approccio particolarista di Griaule .........................................259
4. La cosmogonia Dogon .......................................................................260
5. Il valore della parola...............................................................................261
6. L’eredità di Griaule e Leiris .............................................................262
Mappa concettuale ............................................................................264
Glossario ................................................................................................265
Esercizi di sintesi ..................................................................................268
MODULO
E
RELAZIONI FAMILIARI E
ORGANIZZAZIONI POLITICHE .270
E1 Sistema di cura e parentela ..........................272
1.1 Gli investimenti parentali: il sistema di cura ...................272
1.2 Maternità, paternità, famiglia ...................................................273
ETHNOGRAPHICA - Il parto nelle comunità umane ........275
1.3 La genitorialità ...................................................................................276
1.4 Padri, mariti e zii ...............................................................................277
LETTURA - B. Malinowski,
Chi è il padre in una società primitiva .................................278
1.5 La parentela e la sua struttura ................................................280
ETHNOGRAPHICA - La vita familiare
degli indiani Nambikwara ..........................................................280
APPROFONDIMENTO - Società esogamiche
e società endogamiche................................................................283
Esercizi unità E1 ........................................................................284
2.2 Il processo di nuclearizzazione ...............................................287
APPROFONDIMENTO - Monogamia e poligamia................288
2.3 La famiglia e le tradizioni africane........................................288
2.4 La famiglia dalla Cina imperiale ad oggi ...........................290
2.5 La famiglia indiana ..........................................................................292
LETTURA - J. van Willingen - V.C. Channa, La violenza
di genere in India: “rogo della sposa” e aborto selettivo........293
2.6 La famiglia, l’islam e la funzione della donna ................295
2.7 Le famiglie occidentali .................................................................296
LETTURA - P. Solinas, I legami deboli della famiglia d’oggi ...297
APPROFONDIMENTO - Le famiglie e la migrazione ..........298
2.8 Divorzio e famiglie ricomposte..............................................299
LETTURA - G. Sgrena, Islam: matrimonio
temporaneo e nuove tecnologie ..............................................301
Esercizi unità E2 ........................................................................302
E3
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
3.6
3.7
Il potere: dalla famiglia allo stato ...................304
I legami familiari e il problema del potere ......................304
Potere, persuasione e ideologia ............................................305
La nascita dei biopoteri ...............................................................306
ETHNOGRAPHICA - Gli Azande:
società senza stato e senza paure ........................................308
I sistemi politici e le società lignatiche...............................309
ETHNOGRAPHICA - I grandi Regni africani
e la loro scomparsa ..........................................................................311
Le caste in india .................................................................................312
APPROFONDIMENTO - L’antropologia politica
e Subaltern Studies ..........................................................................314
Stati nazionali e minoranze etniche .....................................315
ETHNOGRAPHICA - I Mormoni: una minoranza “attiva”......317
Cosa succede se cadono i confini tra le nazioni?........318
LETTURA - B. Anderson, Memoria politica
e invenzione delle comunità.....................................................319
Esercizi unità E3 ........................................................................320
DALLA RICERCA ALLE IDEE
Alfred Kroeber, Abram Kardiner, Margaret Mead:
antropologia, personalità e sviluppo individuale .............322
1. Alfred Kroeber, il primo allievo di Franz Boas ......................322
2. Il campo del “Superorganic” ...........................................................323
3. Il metodo delle aree spazio-temporali .....................................324
4. “Cultura e personalità” e la nascita
dell’antropologia psicologica..........................................................325
5. Margaret Mead, tra psicologia e antropologia....................326
6. Gli studi sull’adolescenza a Samoa .............................................327
7. Esiste un futuro per l’umanità? .....................................................329
8. L’eredità di Kroeber, Kardiner e Margaret Mead ......................329
Edward Evan Evans-Pritchard
e l’etnologia britannica.........................................................331
1. Il servizio militare e l’incontro
con i combattenti Anuak ....................................................................331
2. Gli studi con Meyer Fortes sui sistemi politici africani ......332
3. Stregoneria e magia negli Azande ...............................................333
4. Il profilo culturale e sociale dei Nuer .......................................334
5. Il ruolo dell’etnologo e la metodologia della ricerca ......335
6. L’eredità di Evans-Pritchard ............................................................336
Mappa concettuale .............................................................................337
Glossario ................................................................................................338
Esercizi di sintesi...................................................................................343
E2 La famiglia nei contesti sociali .....................286
2.1 Il valore sociale del matrimonio.............................................286
VI
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
Indice
MODULO
F
DALLA PRODUZIONE
ALLO SCAMBIO........................346
F1 Le basi materiali del
sostentamento umano ..................................348
1.1 Le strategie di sussistenza ..........................................................348
LETTURA - A. Salza, Storie di quasi vita...............................349
1.2 Il rapporto fra tecnica e produzione materiale ...........350
APPROFONDIMENTO - L’antropologia economica ............351
1.3 Bisogni primari e scelte sociali.................................................353
LETTURA - À. Heller, Esistono dei bisogni biologici? ....354
1.4 Divieti sul cibo e regole di gruppo .......................................355
ETHNOGRAPHICA - Il comandamento Gâbé:
“non mangerai la carne del tuo maiale” ...........................357
1.5 L’importanza del lavoro e i modi di produzione ........358
1.6 Il capitalismo .......................................................................................359
Esercizi unità F1..........................................................................361
F2 Lo sviluppo delle strategie
di sopravvivenza ..........................................363
2.1 La produzione degli alimenti ...................................................363
2.2 Ecologia della caccia-raccolta..................................................364
ETHNOGRAPHICA - Gli andamanesi ..........................................366
2.3 Agricoltura ...........................................................................................367
LETTURA - V. Gordon Childe, Gli agricoltori danubiani .....368
2.4 I pastori nomadi ...............................................................................369
ETHNOGRAPHICA - I Kazaki, allevatori nomadi
dell’A sia centrale...............................................................................370
2.5 L’agricoltura estensiva ..................................................................372
2.6 Sistemi produttivi, sviluppo tecnologico e crisi
ambientale ............................................................................................373
Esercizi unità F2 .........................................................................376
F3 Mercati e scambi commerciali .....................378
3.1 I beni e la loro distribuzione .....................................................378
3.2 Le modalità di distribuzione e il problema del
sovrappiù...............................................................................................379
ETHNOGRAPHICA - Il ciclo commerciale Kula .....................381
3.3 Gli scambi commerciali ...............................................................382
3.4 Forme di commercio e usi monetari..................................384
LETTURA - K. Polanyi, L’evoluzione storica
delle forme di commercio.........................................................385
3.5 Riduzione del tempo di lavoro
e nascita di una società «duale» ............................................386
LETTURA - M. Aime - A. Cossetta, La rete e lo scambio ......388
3.6 E-commerce: un fenomeno sociale ....................................389
Esercizi unità F3 .........................................................................391
DALLA RICERCA ALLE IDEE
Marcel Mauss: un approccio interdisciplinare .............393
1. Dagli studi con Durkheim alla fondazione
dell’Istituto di Etnologia................................................................393
2. Il fatto sociale totale .............................................................................393
3. Lo scambio e il dono ............................................................................395
4. La magia .......................................................................................................396
5. Il corpo come oggetto di ricerca interdisciplinare ............397
6. La natura obbligatoria dei sentimenti.......................................399
7. L’eredità di Mauss .................................................................................400
Bronislaw Malinowski: dal fieldwork
alla psicologia culturale .......................................................401
1. La lettura del Ramo d’oro di Frazer
e gli interessi per la psicologia.........................................................401
2. Da Londra alle Trobriand...................................................................401
3. Il fieldwork: la tenda dell’etnologo ..............................................403
4. Gli strumenti dell’etnografo:
l’osservazione diretta e l’uso della lingua..............................404
5. La psicologia dei nativi e l’interesse per la sessualità ......405
6. Lo stile di Malinowski..........................................................................406
7. La questione dell’Autobiografia...............................................407
8. L’eredità di Malinowski......................................................................409
Mappa concettuale .............................................................................410
Glossario .................................................................................................411
Esercizi di sintesi ...................................................................................414
Mappa dei popoli ....................................................................416
Mappa degli autori .................................................................418
Indice degli autori ...................................................................419
Indice materiali interdisciplinari .......................................420
MODULI DI SOCIOLOGIA
MODULO A
LE ORIGINI DELLA
SOCIOLOGIA .........................422
A1 La rivoluzione industriale
e la nascita della sociologia .........................424
1.1 Rivoluzione industriale e cultura materiale ....................424
LETTURA - P. Mantoux, La macchina a vapore ..................425
1.2 Le grandi trasformazioni sociali .............................................426
1.3 Industrializzazione, mentalità
tecnologica e capitalismo ..........................................................427
1.4 L’apologia del progresso e il positivismo .........................428
1.5 L’uomo e la macchina: il taylorismo....................................429
LETTURA - G. Friedmann, Problemi umani del macchinismo......431
1.6 La sfida tecnologica........................................................................432
Esercizi unità A1 ........................................................................436
A2 I primi approcci alla sociologia ...................438
2.1 Alle origini della sociologia ........................................................438
2.2 Montesquieu e il metodo sociologico ...............................439
LETTURA - Montesquieu,
Il criterio geografico-ambientale ...........................................440
2.3 Società e democrazia: Alexis de Tocqueville..................441
2.4 Il progresso sociale in Herbert Spencer............................442
2.5 Herbert Spencer e il socialdarwinismo .............................443
Esercizi unità A2 .......................................................................444
A3 Il positivismo evoluzionista
di Herbert Spencer......................................446
3.1 Il positivismo evoluzionistico di Charles Darwin ........446
3.2 Selezione naturale e adattamento diretto:
Spencer e Darwin a confronto ..............................................447
3.3 L’evoluzione della socialità: animale e uomo ...............448
3.4 Il superorganico ................................................................................448
3.5 La società umana .............................................................................449
APPROFONDIMENTO - La morale evolutiva............................451
3.6 L’eredità di Spencer ........................................................................451
APPROFONDIMENTO - Sociobiologia:
un evoluzionismo rivisitato .......................................................452
Esercizi unità A3 ........................................................................453
Mappa concettuale .............................................................................454
Glossario.................................................................................................455
Esercizi di sintesi ...................................................................................456
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
VII
■
Sguardi sulle scienze umane
MODULO
B
I SISTEMI POSITIVI...................458
B1 La sociologia come scienza:
Auguste Comte ............................................460
1.1 Biografia e opere..............................................................................460
1.2 La legge dei tre stadi ......................................................................461
1.3 Il circolo delle scienze e il posto della sociologia .......462
1.4 L’ordine industriale e i principi dello sviluppo sociale........463
1.5 La “religione del positivismo”..................................................464
1.6 L’eredità di Comte ..........................................................................465
BIBLIOGRAFIA .................................................................................................465
Esercizi unità B1.........................................................................466
4.
5.
6.
7.
L’alienazione del lavoro ............................................................524
L’ideologia....................................................................................525
Le condizioni di lavoro nell’industria capitalistica.............527
La vendita della forza lavoro ..................................................529
C2
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
2.7
Max Weber e la sociologia “comprendente” ..531
Biografia e opere ...............................................................................531
Sociologia e metodo delle scienze storico-sociali ......532
Azioni sociali e processo di comprensione......................533
Gli Idealtypus e l’avalutatività della scienza sociale .....535
Sociologia e religione.....................................................................536
Economia, società e nuove forme di potere ..................537
L’eredità di Weber...........................................................................539
BIBLIOGRAFIA .................................................................................................539
Esercizi unità C2........................................................................540
ANTOLOGIA DI SCRITTI
1.
2.
3.
4.
La legge dei tre stadi ................................................................467
La classificazione delle scienze e la fisica sociale...............468
Sociologia e politica positiva ..................................................469
La filosofia positiva....................................................................471
B2 Émile Durkheim e la scienza
del «sociale» ................................................473
2.1 Biografia e opere...............................................................................473
2.2 La Divisione del lavoro sociale .................................................474
2.3 Suicidio e anomia .............................................................................475
2.4 I fatti sociali e il metodo sociologico ...................................478
2.5 Sociologia, etnologia e forme del pensiero religioso ..........479
2.6 Durkheim e il socialismo.............................................................480
2.7 L’eredità di Durkheim ...................................................................481
BIBLIOGRAFIA ................................................................................................482
Esercizi unità B2 ........................................................................483
ANTOLOGIA DI SCRITTI
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
La sociologia e l’agire sociale...................................................541
Agire sociale e sociologia comprendente..............................542
Tipi di agire sociale ...................................................................544
L’idealthypus e il metodo delle scienze storico-sociali ......545
Il ruolo sociale del del politico ................................................548
Il ruolo sociale del burocrate ...................................................550
Scienza come professione, disincantamento del mondo,
rapporto con i valori..................................................................552
8. L’etica protestante lo spirito del capitalismo:
metodo, obiettivi e limiti dello studio ...................................554
Mappa concettuale..............................................................................558
Glossario .................................................................................................559
Esercizi di sintesi ...................................................................................560
MODULO D
ANTOLOGIA DI SCRITTI
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Solidarietà meccanica e solidarietà organica ....................484
Il “fatto sociale”..........................................................................487
Normalità e patologia .............................................................489
L’elemento sociale del suicidio ...............................................490
Ordine sociale ed anomia ........................................................492
Il suicidio anomico .....................................................................494
Socialismo e materialismo storico..........................................497
Mappa concettuale .............................................................................500
Glossario .................................................................................................501
Esercizi di sintesi ...................................................................................502
MODULO C
I SISTEMI STORICISTI...............504
C1 Karl Marx: dallo studio dell’alienazione
all’analisi del capitale ....................................506
1.1 Biografia e opere ..............................................................................506
1.2 Alienazione e umanesimo di Marx .......................................507
1.3 La concezione materialistica della storia
e il materialismo culturale .........................................................509
1.4 Lo studio della famiglia: etnologia
ed economia politica.........................................................................................511
1.5 Società, capitale e scienza economica ................................513
1.6 La scientificità del metodo .........................................................515
1.7 L’eredità di Marx ...............................................................................516
BIBLIOGRAFIA ..................................................................................................516
Esercizi unità C1..........................................................................517
ANTOLOGIA DI SCRITTI
1.
2.
3.
La concezione materialistica della storia..............................518
Le origini della famiglia.............................................................519
La religione è il sospiro della creatura oppressa.................523
VIII
LE TEORIE DELL’AZIONE .........562
D1
1.1
1.2
1.3
Vilfredo Pareto: dall’economia alla sociologia...564
Biografia e opere ..............................................................................564
Economia e sociologia ..................................................................564
Le azioni “non logiche”:
il campo specifico della sociologia ......................................565
1.4 Rivoluzione ed equilibrio sociale............................................567
1.5 L’eredità di Pareto ...........................................................................569
BIBLIOGRAFIA .................................................................................................570
Esercizi unità D1 .........................................................................571
ANTOLOGIA DI SCRITTI
1.
2.
3.
Criteri di metodo ........................................................................572
Dalla logica all’osservazione empirica ..................................576
Le azioni non-logiche.................................................................580
D2
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
Talcott Parsons e lo studio del sistema sociale..583
Biografia e opere...............................................................................583
Il sistema sociale e la sua conservazione ...........................583
La teoria dell’azione sociale.......................................................585
Società e personalità......................................................................586
Il dibattito tra Parsons e Sorokin ............................................587
L’eredità di Parsons .......................................................................588
BIBLIOGRAFIA .................................................................................................588
Esercizi unità D2........................................................................589
ANTOLOGIA DI SCRITTI
1.
Lo schema concettuale generale dell’azione........................590
2. Il concetto di sistema sociale ...................................................592
3. La società e le sue strutture ....................................................593
4. I meccanismi di socializzazione...............................................594
5. Il simbolismo espressivo e le collettività................................596
6. Il ruolo sociale dell’artista .......................................................598
Mappa concettuale .............................................................................602
Glossario ................................................................................................603
Esercizi di sintesi...................................................................................604
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
Moduli di
antropologia
Dato che i poveri non hanno
dove rivolgere lo sguardo,
lo rivolgono verso il cielo
con la speranza infinita
di trovare ciò che il loro fratello
toglie loro in questo mondo.
Violeta Parra, Perchè i poveri non sanno
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
1
A
L’apparizione
dell’uomo
«A tutti i livelli di civiltà, fin dai tempi più remoti, una delle
preoccupazioni fondamentali dell’uomo è stata la ricerca
delle proprie origini. Sarebbe vano pretendere di sfuggire a
un bisogno così potente, ma l’analisi di tali origini è forse
più lucida e certo più completa se si cerca di scoprire non
solo da dove proviene l’uomo, ma anche dove si trova, e
dove è probabile vada».
A. Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola, 1964
OBIETTIVI
> riconoscere l’importanza del rapporto uomo-ambiente
per il percorso evolutivo
> comprendere la duplicità della natura umana, biologica
e culturale
> comprendere la specificità del percorso evolutivo
umano, per riflettere sulle sue linee di tendenza e sul
futuro dell’umanità
> individuare nella postura eretta un fenomeno adattativo
di singolare importanza per la specie umana
> conoscere il processo di encefalizzazione e riflettere
sull’importanza dell’intelligenza tecnica
> riflettere sull’interazione tra natura e cultura attraverso
la teoria dei tre mondi
> confrontare la teoria evoluzionista e l’approccio
particolarista nello studio delle civiltà
> riconoscere l’importanza dei musei antropologici ed
etnologici come occasioni d’incontro con le diverse
forme dell’espressività umana
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
Combattimento tra arcieri, Morella la Vieja (Spagna)
A1
> Una specie naturale con diverse eccezioni
A2
> L’invenzione della postura eretta
A3
> Una storia per ogni popolo
> Franz Boas e il particolarismo storico
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
A■
L’apparizione dell’uomo
A1
Una specie naturale
con diverse eccezioni
1.1 IL RAPPORTO UOMO-AMBIENTE
La specie umana ha caratteristiche del tutto particolari e
può essere considerata un fenomeno unico dal punto di
vista naturalistico. Appare infatti relativamente tardi sulla
scena del mondo, ma in un arco temporale molto breve
diventa la causa principale di trasformazione del paesaggio naturale. Quali sono i meccanismi che le hanno permesso di colonizzare l’intero pianeta e di irrompere al suo
interno con una così grande capacità di azione?
È necessario considerare il modo attraverso il quale la specie umana, fin dalla sua comparsa, è entrata in rapporto
con l’ambiente di vita. Ogni specie si sviluppa all’interno
di quello che viene definito ambiente di adattamento
evolutivo. Sono infatti le caratteristiche dell’ambiente
che favoriscono lo sviluppo di certi apparati a scapito di
altri. Charles Darwin ha dimostrato come il becco dei
fringuelli delle Galápagos si trasformasse in modo assai
rilevante a seconda delle prede che vivevano in ciascuna
delle piccole isole che compongono l’arcipelago. Adattarsi a una nicchia ambientale significa munirsi di organi funzionali rispetto a finalità collegate alla sopravvivenza.
Non è tuttavia l’ambiente che, in maniera diretta, agisce sulle strutture, trasformandole in modo opportuno. I caratteri somatici non si presentano del tutto omogenei e mostrano, al contrario, una certa variabilità di espressione. L’ambiente limita dunque la sua azione alla scelta delle caratteristiche più vantaggiose fra quelle che ogni specie è in grado
di produrre: in questo consiste l’adattamento vitale.
4
CHARLES DARWIN
(1809-1882)
L’origine delle specie
(1859), La discendenza
dell’uomo (1871),
L’espressione delle
emozioni nell’uomo e
negli animali (1872)
Scienziato e naturalista inglese.
Abbandonati gli studi di medicina, si laurea in
teologia a Cambridge, dedicandosi
contemporaneamente a studi di botanica ed
entrando in contatto con i più noti naturalisti
del tempo. Si imbarca sul Beagle per una
spedizione cartografica lungo le coste
sudamericane; tornato dal viaggio nel 1936,
comincia a studiare un’ampia serie di reperti,
che lo porteranno alla formulazione della teoria
dell’evoluzione, presentata solo nel 1858 alla
Linneian Society di Londra.
Dal 1839 è membro della Royal Society, nel
1870 è nominato socio d’onore della Società
Geografica Italiana e nel 1878 viene accolto
nell’Académie des Sciences francese.
> I fringuelli delle
Galápagos manifestano
caratteri somatici differenti
(dimensioni, piumaggio e
becco), variabili in relazione
alla nicchia ambientale
(caratteristiche dell’isola) in
cui vivono: la sopravvivenza
è garantita solo agli individui
che manifestano determinati
caratteri. Il primo settore
colorato evidenzia le varie
tipologie di becco (da
pappagallo, per afferrare,
per saggiare, per
frantumare), il secondo il tipo
di cibo di cui si nutrono
(frutti, insetti, cactus, cereali),
il terzo il loro habitat
(arboricoli, canori, terricoli).
Evidente risulta la
corrispondenza tra i tre
criteri: in ciò consiste
l’adattamento vitale.
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
A1
> Una specie naturale con diverse eccezioni
L’uomo invece ha messo in atto una strategia alternativa,
che si sovrappone, non sostituendola, a quella tipica delle
altre specie animali. Grazie alle sue particolari capacità, la
nostra specie ha iniziato fin dai suoi albori ad agire direttamente sull’ambiente, modificando il paesaggio naturale
per adattarlo alle proprie necessità. Ha così invertito il
rapporto con la realtà esterna.
Anche gli altri esseri viventi hanno la possibilità di trasformare il contesto ecologico in cui vivono. Le piante, ad
esempio, modificano la composizione chimica del terreno in cui sono radicate. Ci sono specie animali, come i
castori, in grado di realizzare opere di grande “ingegno”,
come dighe di grande complessità. Un altro esempio è
costituito dagli insetti sociali, che creano vere e proprie
città, come gli alveari delle api domestiche. Ma si tratta di
fenomeni che non sono paragonabili alla qualità dei processi di trasformazione propri della specie umana.
> Le piante hanno modificato il
terreno sottostante, favorendo la
comparsa di un fitto manto erboso,
assente nelle zone limitrofe prive
degli stessi alberi. È un esempio
di trasformazione vegetale di un
contesto ecologico.
> Le api sono insetti sociali, per
questo creano gli alveari, vere e
proprie città, modificando in una
certa misura l’ambiente, che deve
comunque risultare compatibile
con le loro esigenze di vita.
La trasformazione dell’ambiente fino all’esaurimento delle risorse ha rappresentato la peculiarità dell’adattamento
umano. Ciò ha permesso all’uomo di colonizzare tutti gli
ambienti geografici, dai più torridi a quelli gelidi dei poli,
dal deserto alle vaste pianure o alle foreste pluviali. Questo è dovuto anche alla natura nomade della nostra specie, alla sua vocazione naturale a vagare per il territorio,
alla ricerca di nuove risorse da sfruttare.
ambiente di
adattamento evolutivo
ANIMALE
UOMO
variabilità dei
caratteri somatici
riproduzione dei
caratteri più vantaggiosi per la vita
azione sull’ambiente per adattarlo alle necessità
ADATTAMENTO
VITALE
ESAURIMENTO
RISORSE
SELEZIONE
NATURALE
NOMADISMO
> I castori modificano
sensibilmente il loro contesto
ecologico: la costruzione di dighe,
oltre ad essere una dimostrazione
di ingegno, “trasforma” i tronchi e
il corso d’acqua interessato.
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
5
A■
L’apparizione dell’uomo
> APPROFONDIMENTO
I fringuelli delle Galapagos
Lo studio dell’adattamento dei fringuelli ha rappresentato
un contributo molto interessante non solo per spiegare il
fenomeno della cosiddetta insularità, ma ha permesso a
Charles Darwin di compiere un passo decisivo nella definizione del modello evoluzionistico.
Egli aveva notato che ogni piccola isola dell’arcipelago costituiva una sorta di micro-ambiente, separato e autonomo. Le
nicchie ecologiche, ossia i sistemi di relazione tra risorse e
sfruttatori, erano del tutto particolari. I fringuelli, a partire
da un progenitore comune, si erano differenziati in modo
tale da potersi nutrire di cibi diversi.
In un’isola, per esempio, la presenza di insetti incistati nella
corteccia di certi alberi aveva favorito la trasformazione del
becco originale, piuttosto corto e tozzo, in una protuberanza assai prominente e sottile, atta a snidare le larve e cibarsene facilmente. In un’altra isola invece la penuria di prede
animali aveva prodotto il cambiamento del becco in una
specie di organo massiccio e corposo, idoneo a schiacciare i
semi duri e voluminosi che crescevano sulle piante locali. In
un’altra ancora un becco tozzo e resistente era perfetto per i semi più teneri e abbondanti.
Ciò dimostra che l’adattamento animale si basa sull’adeguamento delle strutture biologiche ai
bisogni alimentari, determinando una selezione naturale tra coloro che casualmente avevano avuto in eredità degli organi che consentivano un più facile accesso alle fonti di cibo.
L’insularità aveva radicato queste strutture, perché il rapporto tra sfruttatori e risorse si era perfettamente armonizzato.
1.2 L’AMBIENTE DELLE ORIGINI
La storia naturale dell’uomo si riassume nella conquista
delle abilità che hanno permesso la trasformazione dell’ambiente e nella capacità di percorrere ogni territorio
dove insediarsi temporaneamente, sfruttando le risorse
presenti al suo interno.
Quali strumenti ha messo in atto l’essere umano per rendere ottimali queste strategie?
Per rispondere a questa domanda è necessario prendere
in esame l’ambiente di adattamento evolutivo dove la
specie umana ha vissuto.
Il luogo d’origine dell’uomo moderno è l’Africa australe:
tutti gli esseri umani che oggi popolano la terra hanno
pertanto un’origine comune. Questo ci permette di affermare che l’uomo è una specie unica, malgrado le differenze esterne, che hanno indotto a ritenere che esistano razze diverse, con provenienze differenti. Anche le forme
che hanno preparato l’apparire dell’uomo, come ora lo
conosciamo, sono originarie della medesima regione.
> L’Africa australe è il luogo
d’origine della specie umana,
pertanto tutti gli esseri umani
hanno un’origine comune: non
esistono “razze” determinate
da provenienze differenti, è la
savana africana l’ambiente
che ha accolto la specie
umana e che ha contribuito a
modellarne le caratteristiche.
È un ambiente pianeggiante,
con un manto erboso di media
altezza, con cespugli e pochi
alberi ad alto fusto.
6
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
> Una specie naturale con diverse eccezioni
L’habitat che ha accolto la specie e l’ha spinta a dotarsi di
certe caratteristiche è la savana africana, un territorio
pianeggiante cosparso di un manto erboso di media altezza, in cui si ergono pochi e distanziati alberi ad alto fusto.
La presenza di una notevole quantità di predatori rapidi e
famelici - i leoni e gli altri grandi felini, o le iene - ha reso
necessario lo sviluppo di meccanismi di rilevazione del
pericolo e di difesa da parte delle altre specie, non competitive sul piano del confronto diretto.
> I grandi felini sono i predatori più diffusi nella
savana e anche la loro presenza ha determinato un
cambiamento adattativo di notevole importanza
per l’uomo - la postura eretta - che gli ha
consentito di ergersi sopra il pelo dell’erba,
dominando le distese erbose con lo sguardo,
specializzando gli arti inferiori per la fuga e quelli
superiori per scagliare oggetti.
L’uomo, ad esempio, ha sfruttato un cambiamento adattativo di straordinaria efficacia e in grado di conferire vantaggi secondari formidabili: la postura eretta. È stata senza dubbio questa “invenzione” naturale a dare l’avvio al
percorso evolutivo che ha consentito lo sviluppo delle abilità intellettuali, che a loro volta hanno portato a una vera
e propria rivoluzione biologica. Essere in grado di ergersi sopra il pelo dell’erba ha infatti consentito agli uomini di
dominare il territorio facendo uso della vista e dell’udito,
ha permesso di specializzare le mani e i piedi, orientandoli
verso fini difensivi straordinari: con le mani potevano utilizzare oggetti da scagliare sui predatori e coi piedi potevano dirigersi abilmente verso gli alberi, mettendosi al sicuro.
POSTURA ERETTA
uso vista
e udito
specializzazione
mani e piedi
sviluppo
abilità intellettive
oggetti da
scagliare
RIVOLUZIONE BIOLOGICA
fuga
A1
1.3 L’UOMO HA UNA NATURA BIO-CULTURALE
La liberazione delle mani dalle funzioni di movimento ha
reso vantaggiosi alcuni cambiamenti della struttura delle
dita, dando vita a un processo che ha avuto come esito la
creazione di un nuovo tipo manualità.
Il pollice opponibile, che assieme all’uomo possiede solo il
panda, rappresenta una vera e propria rivoluzione: la presa a pinza, che deriva da questa nuova funzione, ha aperto la strada all’invenzione di manufatti sempre più raffinati
e precisi, come attrezzi in pietra, lame, asce e percussori di
notevole entità. Questo è dovuto anche alla concomitante
trasformazione del cranio, e di conseguenza del cervello,
dovuta al raggiungimento della postura eretta. Questo è il
motivo per cui il panda non ha avuto lo stesso successo
dell’uomo: il pollice opponibile non basta, occorre il cervello per costruire strategie complesse d’azione.
> La struttura delle dita si è
modificata in modo del
tutto particolare
nell’essere umano. Il
pollice opponibile
consente infatti la
presa a pinza, che
ha reso possibile la
fabbricazione di
manufatti sempre più
precisi e adatti a svolgere
la loro funzione: attrezzi in
pietra, in metallo, lame, asce e
percussori.
> Il panda è l’unico animale a
condividere con l’uomo l’opponibilità
del pollice, costituendo la prova che la
trasformazione della struttura delle
dita non basta a determinare il
successo di una specie. Per realizzare
strategie complesse d’azione, come la
fabbricazione di manufatti, è
indispensabile l’utilizzo di facoltà
intellettive superiori, garantite
all’uomo - e non al panda - dallo
sviluppo del cervello.
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
7
A■
L’apparizione dell’uomo
Parallelamente alla liberazione delle mani, lo sviluppo dell’encefalo umano, ha permesso la realizzazione di uno strumento nuovo di adattamento: il linguaggio. Il gesto e la
parola si sono evoluti in maniera congiunta, offrendo così la
possibilità di sfruttare non solo le doti naturali che la specie
aveva acquisito, ma anche qualcosa di veramente inedito.
Il linguaggio è un mezzo rapido ed efficace di comunicazione delle esperienze che ciascun individuo compie nel
corso della propria esistenza. Le parole racchiudono una
conoscenza comune della realtà, sono stabili e condivise
fra le persone. Rappresentano un patrimonio interpersonale di saperi, dal momento che descrivono la realtà in
modo univoco e rendono così condivisibile a livello sociale ciò che un singolo individuo ha vissuto sul piano personale. Per questa ragione sono la base di quella che chiamiamo cultura.
> LETTURA
LINGUAGGIO
comunicazione
di esperienze
conoscenza comune della realtà
insieme di saperi
e gesti tramandati di generazione
in generazione
trasmissione
sociale delle
informazioni
patrimonio
interpersonale
CULTURA
SUONI DAL MONDO
1. La danza delle foglie, di Walter Maioli
POPOLI DEL NEOLITICO
Emmanuel Anati, L’origine comune dell’intelligenza umana
Il testo di Emmanuel Anati mette in luce come i prodotti della cultura umana siano collegati fra loro ed abbiano un’origine comune: linguaggio, arte e
religione presentano le stesse caratteristiche tematiche e concettuali in tutto il
mondo. La notevole quantità di figure conservate sulle rocce di tutti i continenti - l’arte rupestre - ne rappresenta la prova.
L’avvento dell’Homo sapiens segna l’apparizione del primo diretto antenato
dell’umanità di oggi. Egli era capace di comunicare oralmente grazie a quel
complesso assemblaggio di vocalizzazioni che chiamiamo lingua.
Questo antenato ha proliferato e si è diffuso su tutti i continenti, portando
seco abitudini e tradizioni, tra cui quella di esprimersi con l’arte visuale. Una nutrita serie di dati ci
ha indotto ad ipotizzare che l’arte visuale sia stata inventata una sola volta e che abbia un’origine
unica. Lo stesso processo avrebbe portato anche alla nascita di quegli elementi fondamentali della
dinamica psico-cerebrale che denominiamo “logica” e che sono responsabili anche del formarsi del
linguaggio articolato e complesso e della concettualità religiosa. Linguaggio, arte e religione sarebbero nati assieme, effetto di un medesimo “pacchetto” concettuale, effetto anche delle stesse capaTerra di Arnhem (Australia)
Uadi Giorat (Sahara)
8
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
> Una specie naturale con diverse eccezioni
Dal punto di vista antropologico, la
cultura è l’insieme dei saperi e dei
gesti che vengono tramandati di
generazione in generazione: sono
gli strumenti per affrontare la realtà, che si sovrappongono ai mezzi
naturali. Attraverso l’uso del linguaggio, alla cultura è assicurato
un potere immenso, perché se da
un lato l’uomo ha usato mani e
piedi liberati dalla postura eretta e
il suo cervello si è perfezionato
rendendo possibili strumenti intellettuali speciali, dall’altro queste
qualità naturali sono divenute ottimali grazie alla trasmissione sociale
delle informazioni e al loro depositarsi nel bagaglio culturale.
> Il linguaggio consente la
trasmissione sociale delle
informazioni, infatti le parole
racchiudono una conoscenza
comune - condivisa e stabile della realtà. Questo patrimonio
interpersonale è ciò che
definiamo cultura e costituisce
un bagaglio, trasmesso di
generazione in generazione, con
cui affrontiamo la realtà e ci
confrontiamo con gli altri.
A1
Ognuno di noi si relaziona col mondo usando
il patrimonio dei mezzi naturali che la specie, in
quanto entità biologica, ci ha messo a disposizione: mani, piedi, cervello, organi di senso,
come la vista e l’udito. Ma, nello stesso tempo,
il rapporto con la realtà è garantito dal patrimonio di strumenti culturali che le generazioni hanno appreso nel corso del tempo e hanno
depositato nella cultura, che li restituisce
essenzialmente proprio attraverso il linguaggio.
Quando entriamo a scuola, sono le gambe e il
cervello a guidarci fino all’atrio e all’interno
dell’aula, ma la realizzazione della scuola e dell’educazione è il frutto della nostra cultura.
Per questa ragione la nostra natura si può dire
bio-culturale. D’altra parte possiamo parlare del
cervello solo con le parole, e queste sono pensate e comunicate proprio per mezzo del cervello.
Cueva del Garroso (Spagna)
Molen Spruit (Sud Africa)
Gli arcieri raffigurati in questi splendidi esempi di arte rupestre presentano caratteristiche
assai simili, pur essendo stati raffigurati sulle pareti di grotte di continenti diversi.
Lo stesso arco, le stesse frecce, la stessa modalità di rappresentare il movimento:
una prova della comune origine dell’intelligenza umana.
cità di astrazione, sintesi e comunicazione che, una volta acquisite, si sono espresse in varie forme.
Come l’arte, anche gli altri due elementi del nostro bagaglio culturale, che da allora non ci hanno
più lasciato, avrebbero quindi una radice unica. Tutte le lingue, tutte le religioni, tutte le opere di
creatività artistica posteriori, ricondurrebbero al comune denominatore. […]
La presenza compatta e ricorrente delle stesse caratteristiche tematiche, stilistiche, concettuali ed
associative nel mondo intero, nelle fasi più arcaiche, in contrasto con la graduale differenziazione
che si riscontra successivamente, attestano la comune origine dell’intelligenza umana. Le prime
vocalizzazioni complesse, così come gli altri tentativi di comunicazione orale o visuale, non si sono
naturalmente conservati, mentre i messaggi grafici dei primi artisti sono pervenuti fino a noi.
Possediamo reperti di arte mobiliare, oggetti, statuette, tavolette, strumenti istoriati, ma la stragrande maggioranza del patrimonio dell’arte preistorica nota al mondo, oltre il 98% di esso, è costituita dai molti milioni di figure di arte rupestre, tuttora disseminate là dove furono eseguite dai loro
artisti, migliaia di anni or sono, sulle rocce e nelle grotte di tutti i continenti.
(E. Anati, Origini dell’arte e della concettualità, Jaca Book, Milano 1988, pp. 187-188)
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
9
A■
L’apparizione dell’uomo
EDGAR MORIN (1921-)
L’uomo e la morte (1951), Lo spirito del tempoo (1962), Il metodo (19772004), Introduzione al pensiero complesso (1990), La testa ben fatta
(1999), Per una politica della civilizzazione (2002)
Sociologo e filosofo francese.
Ebreo sefardita d’origine, durante la seconda guerra mondiale entra nella Resistenza, prendendo parte
alla liberazione di Parigi. Nel 1950 entra nel Centre National de Recherche Scientifique (CNRS) per
quanto riguarda l’antropologia sociale; nel 1960 viaggia per l’America latina, dove compie studi sulla
cultura indigena e afro-brasiliana. Dal 1965 conduce una ricerca multidisciplinare su una comune in
Bretagna, finanziata dalla Délégation Générale à la Recherche Scientifique et Technologique (DGRST),
aprendo ad una prospettiva etnologica. Analizza le proteste studentesche del ’68, dedicandosi anche negli
anni successivi al problema di una riforma del pensiero, che sappia educare alla complessità.
1.4 STORIA NATURALE E STORIA CULTURALE
Il sociologo francese Edgar Morin afferma che ogni azione umana risponde a una bi-logica, ossia ha una duplice
radice: biologica e culturale.
> ETHNOGRAPHICA
La storia naturale della specie umana appartiene a tutte le
persone, nessuna esclusa. Ogni uomo ha a disposizione
un patrimonio di opportunità che sono espresse dal suo
corpo, con i limiti e le capacità che esso offre. Malgrado i
tentativi che la mitologia ha messo in evidenza, nessun
essere umano ha avuto la capacità di volare, fino a quando la cultura non ha permesso la realizzazione di strumenti artificiali, come gli aerei.
Il mito di Icaro
Il desiderio del volo è stato sempre un grande
motore per la fantasia umana. Di ciò troviamo
riscontro nel mito di diverse culture. In Occidente
la mitologia classica ha sviluppato un grande tema
che si esplicita nella narrazione di Icaro e Dedalo.
Il significato ultimo del volo è da ricercarsi nella
spasmodica ricerca della libertà dai vincoli e dai
retaggi del corpo.
Icaro e Dedalo, coppia creativa, sperimentano
l’ebbrezza dell’artificio, inventando un sistema in
grado d’ingannare le leggi della natura. L’ingegno
fa sì che la ragione possa inventare uno strumento per rendere possibile l’improbabile. La mente
può vagare nello spazio, grazie all’ausilio di
mezzi tecnologici, come le ali di cera.
Tuttavia il monito greco, «Uomo, conosci te stesso», esemplificato nel testo dell’Oracolo di Apollo, rende inutile lo sforzo della ragione.
La tracotanza dei due ribelli viene punita, soprattutto a causa dell’attrazione che Icaro, il giovane
e l’inesperto, mostra nei confronti del piacere che gli procura l’inattesa esperienza. Il suo viaggio
folle verso il sole lo porta a oltrepassare il limite del possibile, facendolo ricadere nella realtà della sua condizione nativa.
Non dobbiamo però trarre una conclusione rinunciataria. L’ebbrezza del volo è stata reale per i due
protagonisti del mito e l’ipotesi di un superamento rimane nel ricordo del viaggio possibile. Così
seguendo il sogno, la tecnologia ha sostituito la cera col metallo, rendendo possibile una meccanica del volo: artificiosa, ma non irreale.
10
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
> Una specie naturale con diverse eccezioni
A1
> LETTURA
Sherwood L. Washburn, Evoluzione di biologia e cultura
L’antropologo Sherwood Washburn si pone il problema del rapporto tra
evoluzione biologica e cultura, giungendo a una conclusione particolare: è
il cervello che assicura il contatto tra geni e sviluppo culturale. In questo
modo si pone su un piano critico, come lui stesso lo definisce, nei confronti dell’evoluzionismo.
Se vi sono problemi nel comparare comportamenti, questi vengono esaltati nello studio dell’evoluzione. Alle difficoltà di comparazione si
aggiungono le complicazioni delle testimonianze fossili, del tempo e delle teorie in continuo mutamento. […]
L’evoluzione offre una visione generale di ciò che accadde e del perché.
Ma nonostante la potenza tecnica e la grandiosità intellettuale della
visione evoluzionistica, non è affatto chiaro come essa possa applicarsi
in modi utili all’antropologia sociale. Evidentemente il problema è che sia la biologia che l’antropologia sociale stanno cambiando e, dal punto di vista di quest’ultima, la questione è se l’essere
provvisti di qualche nozione di biologia aumenti le probabilità di essere antropologi sociali capaci.
Come per le comparazioni, lo studio dell’evoluzione umana deve iniziare da dati sugli esseri umani. Soltanto col loro studio sappiamo che gli esseri umani sono bipedi, hanno grossi cervelli e grandi capacità cognitive, possiedono il linguaggio, la religione, le arti e una complessa vita sociale. […]
La dicotomia natura-educazione fu infelice, ed è un fatto che la maggior parte dei comportamenti ha una base genetica modificata dall’ambiente. Ma il contributo rispettivo di geni e di influenza ambientale può variare da quasi nulla al 100%. Non vi è alcuna prova dell’esistenza di una componente genetica che determini le differenze nei linguaggi o nei sistemi sociali umani. L’evoluzionismo è una teoria generale che spiega le origini e la diversità della vita. È la grande teoria materialistica che si sostituisce all’idea di creazione e contribuisce alla comprensione della natura biologica del mondo e dell’uomo. Ma l’esistenza di società e culture differenti è resa possibile dal cervello, dal linguaggio e dall’apprendimento umani e le regole dell’apprendimento sociale sono fondamentalmente diverse da quelle della genetica evoluzionistica.
(S.L. Washburn, Comportamento animale e antropologia sociale,
in AA.VV., Sociobiologia e natura umana, Einaudi, Torino 1980, pp. 90-91)
La storia naturale dell’uomo è unica e comprende tutte le
trasformazioni che hanno portato la specie a manifestarsi
con le caratteristiche che oggi possiede. Gli studi di genetica delle popolazioni ci mostrano come le varianti
ambientali che caratterizzano la nostra specie oggi siano
più o meno le stesse che avevano i nostri progenitori africani delle origini: in profondità la specie è ancora quella
che combatteva contro i grandi felini nell’Africa australe.
L’osservazione comune ci offre tuttavia uno scenario del
tutto diverso. La cultura ha impresso alle popolazioni uno
sviluppo dei mezzi di sfruttamento dell’ambiente e
un’evoluzione dei sistemi di pensiero davvero straordinaria. La storia culturale ha infatti portato i diversi popoli a
mettere in gioco modalità sempre nuove di gestione dei
rapporti col territorio, dovuti anche alla capacità costruttiva tipica della nostra specie.
I gesti sono diventati veri e propri sistemi di realizzazione industriale e le parole hanno prodotto metodi di
elaborazione concettuale della realtà che hanno dato
vita a forme elaborate, come la letteratura, le arti figurative, la scienza, le religioni.
Ogni esperienza umana ha alle proprie spalle un’elaborazione che si è costruita nel corso del tempo, alla quale
hanno concorso tanto le formule che sono risultate vincenti, quanto quelle perdenti, con l’unica differenza che le
seconde hanno lasciato il posto alle prime. Non è possibile sapere quale, fra esse, sarà quella migliore, e forse non
ne esiste una che lo sia veramente.
Oggi riteniamo di vivere in un mondo di uomini più liberi
e in un benessere maggiore di quello che aveva caratterizzato il passato, quello delle origini, ad esempio. Da un certo punto di vista è corretto pensarla così, ma non sappia-
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
11
A■
L’apparizione dell’uomo
mo se il nostro livello di adattamento sia davvero migliorato: lo sviluppo diseguale dei popoli della terra, lo sfruttamento delle riserve naturali in maniera forzata, come
quello a cui oggi assistiamo, mostrano un segno evidente
del limite della cultura contemporanea.
La crisi demografica che caratterizza il nostro tempo ci
fa supporre che qualcosa sia saltato fra natura e cultura
umana, pertanto il futuro si apre a considerazioni critiche
necessarie.
L’antropologo Claude Lévi-Strauss, uno dei più importanti scienziati sociali del ‘900, alla soglia dei suoi novant’anni ha affermato che i saperi dell’antropologia, a cui ha
concorso in modo decisivo con il suo pensiero, si sono fermati davanti a una terra con una popolazione di 4 miliardi
di uomini. Per una terra di 6 miliardi, non si sa cosa pensare.
> L’aumento esponenziale della popolazione
mondiale richiede uno sfruttamento eccessivo
delle risorse del pianeta e determina inevitabili
squilibri sociali. Viviamo davvero in un mondo
che garantisce maggiore libertà e benessere? Il
nostro livello di adattamento continua a
migliorare o ha subito una battuta d’arresto?
Questi interrogativi pongono in modo molto
serio il problema del rapporto tra natura e
cultura umana, soprattutto se davvero sulla terra
dovranno convivere 9 miliardi di persone.
> LETTURA
Theodosius Dobzhansky, Dove sta andando l’evoluzione?
In questa lettura, l’evoluzionista Theodosius Dobzhansky formula un quesito
fantastico, quanto suggestivo: che futuro ha l’evoluzione? E in essa, che posto
occupa l’uomo? La sua conclusione chiama in causa prospettive aperte e propone un punto di vista che non si limita a considerare il piano dell’evoluzione
biologica. L’uomo ha in mano le chiavi di un rapporto con la natura che può
giungere a provocare azioni distruttive irreparabili, ma nello stesso tempo la
sua coscienza è in grado di formulare una nuova alleanza con la realtà. Quali saranno gli esiti di questa scelta? Il singolo individuo non può certo trovare un margine di soluzione utile: la risposta ai quesiti di Dobzhansky spetta ai sistemi politici e sociali. Per questo motivo le ipotesi sono destinate a creare inquietudine e un certo margine di pessimismo.
La domanda è: Dove sta andando l’evoluzione? L’interrogativo può valere separatamente per i tre
tipi conosciuti di evoluzione: cosmica, biologica e umana. La si è anche posta in riferimento all’evoluzione nel suo insieme, poiché i tre tipi di evoluzione possono essere considerati come parti costitutive, o stadi, di un unico processo onnicomprensivo di evoluzione universale. Questo universo, così
formidabile e così splendido è in divenire. Può darsi che l’evoluzione stia semplicemente andando
alla deriva a caso e non abbia alcuna direzione particolare. Vi è però anche la possibilità, non convalidabile con dimostrazioni rigorose, che l’evoluzione universale sia una grandiosa impresa in cui
ogni cosa e ogni individuo sono parti componenti.
Quale ruolo deve recitare l’uomo nell’evoluzione? Dev’essere un semplice spettatore o, per caso, la
punta di diamante o infine il regista? Vi sono persone che si libererebbero dal quesito con una spallucciata, o se ne ritrarrebbero, considerandolo un’esibizione di folle arroganza. Tuttavia, poiché
l’uomo è uno, e presumibilmente l’unico, essere razionale ad aver acquistato consapevolezza del
procedere dell’evoluzione, difficilmente può evitare di porsi simili interrogativi. Il problema implicato è nulla di meno che il significato della sua stessa esistenza. L’uomo vive soltanto per vivere, e
non vi è per lui scopo o significato diverso da questo? Oppure è chiamato a partecipare alla costruzione degli
universi pensabili?
(T. Dobzhansky, Diversità genetica e
uguaglianza umana, Einaudi, Torino
1975, p. 116)
12
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
A1
> Una specie naturale con diverse eccezioni
> APPROFONDIMENTO
L’evoluzione della popolazione terrestre
Lo sviluppo demografico è una delle variabili più significative che occorre tenere presente al fine di formulare una
previsione sul futuro delle relazioni tra uomo e realtà
ambientale. L’apparizione della nostra specie ha provocato un cambiamento sostanziale del paesaggio naturale,
dovuto alla particolare forma di adattamento vitale che
essa ha manifestato.
Lo sviluppo della cultura, soprattutto sotto il profilo tecnico e sanitario ha fatto sì che la popolazione mondiale
abbia avuto un’impennata che oggi si ritiene essere addirittura incompatibile con una sostenibilità ecologica.
La tabella che qui riportiamo mostra una curva iperbolica, che condurrà nel 2150 a prevedere la presenza di quasi 10 miliardi di esseri umani sulla superficie terrestre.
Nella tabella sottostante si evidenzia come lo sviluppo
demografico abbia coinvolto tutti i continenti, ma si sia
concentrato soprattutto in Asia e in Africa. Questo spiega
il fenomeno delle migrazioni di massa e l’emergere di
profondi squilibri, che si proietteranno in forme di scontro tra popolazioni, di cui oggi possiamo avere qualche
anticipazione.
Anno
0
1000
1250
1500
1750
1800
1850
1900
1910
1920
1930
1940
1950
1960
1970
1980
1990
2030
2040
2050
2100
2150
Verso la
stabilizzazione
(dopo il 2200)
Popolazione (in miliardi)
0,30
0,31
0,40
0,50
0,79
0,98
1,26
1,65
1,75
1,86
2,07
2,30
2,52
3,02
3,70
4,44
5,27
8,11
8,58
8,91
9,46
9,75
Circa 10 miliardi
ANNI
AREA
1750
1800
1850
1900
1950
2000
2050
2150
valori assoluti (in milioni)
MONDO
791
978
1.262
1.650
2,522
5,978
8,909
9,747
Africa
106
107
111
133
221
767
1,766
2,308
Asia
502
635
809
947
1,402
3,634
5,268
5,561
Europa
163
203
276
408
547
729
628
517
America latina
16
24
38
74
167
511
809
912
Nord America
2
7
26
82
172
307
392
398
Oceania
2
2
2
6
13
30
46
51
MONDO
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
100%
valori percentuali
Africa
13,4%
10,9%
8,8%
8,1%
8,8%
12,8%
19,8%
23,7%
Asia
63,5%
64,9%
64,1%
57,4%
55,6%
60,8%
59,1%
57,1%
Europa
20,6%
20,8%
21,9%
24,7%
21,7%
12,2%
7,0%
5,3%
America latina
2,0%
2,5%
3,0%
4,5%
6,6%
8,5%
9,1%
9,4%
Nord America
0,3%
0,7%
2,1%
5,0%
6,8%
5,1%
4,4%
4,1%
Oceania
0,3%
0,2%
0,2%
0,4%
0,5%
0,5%
0,5 %
0,5 %
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
13
A■
L’apparizione dell’uomo
Cosa potrà accadere nel contatto/conflitto tra nord e sud del mondo? Come
potrà incidere la globalizzazione culturale ed economica sul fronte dell’integrazione sociale? Potranno acuirsi i
fenomeni di crisi dei rapporti sociali,
come oggi sembra prospettarsi?
Le considerazioni che possono essere
effettuate hanno un margine di prevedibilità, ma non assoluto. Non possiamo
sapere quale sarà l’equilibrio sociale
globale. Di fronte a questi problemi,
interrogato sul destino dell’umanità
Claude Lévi-Strauss osservava che «siamo in un mondo al quale già sento di
Claude Lévi-Strauss
non appartenere. Quello che ho conosciuto, che ho amato, aveva un miliardo
e mezzo d’abitanti. Il mondo attuale ne conta sei. Non è più il mio. E quello di domani, con nove
miliardi di uomini e donne - anche se ci assicurano, per consolarci, che si tratterà del punto più alto
della parabola - mi proibisce di fare qualsiasi predizione»
(Le Monde/The New York Times Syndicate/Agenzia Volpe, 26.02.2005)
Esercizi
A. COMPRENDERE
Rispondi alle domande in modo sintetico (7 righe)
1.
2.
3.
4.
Quale ruolo svolge l’ambiente rispetto all’evoluzione?
In cosa consistono gli studi svolti da Darwin alle Galápagos? A quali conclusioni perviene?
Si può affermare che l’uomo è una specie unica? Motiva la risposta.
Descrivi l’ambiente in cui ha avuto origine l’uomo e spiega se la sua comparsa è stata casuale o dipende dal contesto ambientale.
5. Cosa s’intende per “liberazione delle mani”? Quali sono le sue conseguenze?
6. C’è relazione tra gesti e parole? Motiva la risposta.
7. Cosa s’intende in termini antropologici per cultura?
8. Spiega perché l’uomo ha una natura bio-culturale.
9. Cosa evidenzia della natura umana il mito di Icaro?
10.Perché si può parlare di un “limite della cultura contemporanea”?
14
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
> Una specie naturale con diverse eccezioni
A1
Esercizi
B. SCHEMATIZZARE
Completa lo schema inserendo le informazioni mancanti
ADATTAMENTO VITALE
CARATTERISTICHE
ESEMPI
PIANTE
ANIMALI
UOMO
C. INTERPRETARE
Analizza i testi degli autori e sviluppa riflessioni critiche
Leggi con attenzione le letture di Anati, L’origine comune dell’intelligenza umana, di Washburn, Evoluzione di biologia e cultura, di Dobzhansky, Dove sta andando l’evoluzione?
Sviluppa per ogni lettura un’analisi testuale, individuando:
- tema trattato
- punto di vista dell’autore
- 3 parole chiave
- elementi comuni alle tre letture
- breve commento personale
D. RIELABORARE
Scrivi un articolo di giornale (max 30 righe)
Leggi attentamente l’approfondimento dedicato all’evoluzione della popolazione terrestre.
Rifletti in particolare sui seguenti punti:
- il livello di adattamento della specie umana è davvero migliorato?
- rapporto tra aumento della popolazione e ambiente
- analisi dei dati delle tabelle
- rapporto tra aumento della popolazione e migrazioni di massa
- commento del punto di vista di Claude Lévi-Strauss
Scegli un titolo per l’articolo e corredalo di un’immagine significativa.
E. ASCOLTARE
Ascolta un brano musicale (30 minuti)
Ascolta il brano musicale 1. La danza delle foglie, di Walter Maioli. Durante l’ascolto, cerca di liberare la mente dai
tuoi pensieri, realizza un vuoto mentale che ti permette di accogliere i suoni.
Dopo l’ascolto, che può essere ripetuto una seconda volta, riporta alla classe:
— emozioni suscitate
— immagini o ricordi evocati
— suoni che riproducono elementi naturali
— l’ambiente in cui questa musica può essere nata
Discuti con i compagni del carattere “preistorico” del brano ascoltato.
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
15
A ■ L’apparizione dell’uomo
A2
L’invenzione
della postura eretta
2.1 IL VALORE ADATTATIVO
DELLA POSTURA ERETTA
Il ruolo dell’ambiente di adattamento evolutivo è essenziale nel processo di speciazione, poiché le caratteristiche ambientali agiscono sulle aree somatiche più importanti, imprimendo cambiamenti dai quali dipende la riuscita della sfida evolutiva. Non tutte le variazioni casuali
risultano vantaggiose; ogni specie ha “investito” su una
scelta di organi, trasformandoli in punti caldi di particolare importanza. L’evoluzione ha, per così dire, una capacità “creativa”, come afferma il filosofo Henry Bergson.
Le specie infatti si generano mediante una continua interazione fra i singoli organismi che le compongono e l’ambiente: gli organismi “sperimentano” le soluzioni ai pro> LETTURA
blemi posti dall’ambiente, facendo ricorso a innovazioni
che talvolta risultano vincenti.
Per quanto riguarda l’uomo, il fenomeno adattativo da cui
ha avuto origine il percorso che ha condotto fino alla specie
attuale è senza dubbio l’acquisizione della postura eretta.
Ciò ha infatti permesso di perfezionare la capacità di percezione del pericolo facendo ricorso al sistema audio-visivo, sfruttando nel modo migliore la disposizione degli
occhi e delle orecchie rispetto alla testa, provocando l’effetto stereoscopico. Grazie a questa abilità non solo suoni e immagini vengono percepiti in maniera più nitida, ma
è anche possibile localizzare nell’immediato le fonti da cui
gli stimoli hanno avuto origine. Ciò permette una perlustrazione dello spazio molto rapida e l’acquisizione delle
informazioni in tempo utile per evitare i pericoli, rappresentati soprattutto dai predatori. Evidente è il vantaggio
che la specie ha tratto da una simile opportunità.
Henry Bergson, Il movimento della vita
Secondo Bergson la materia è un’energia che si spegne progressivamente, mentre la vita ha lo slancio inverso, spinge in avanti l’evoluzione,
superando ogni ostacolo e vincendo ogni resistenza. L’evoluzione che si
produce seguendo regole precise e prevedibili si riduce ad «un’azione che
si disperde», mentre l’azione produttiva, che comporta cambiamenti
duraturi e significativi è costituita dalle «forme impreviste che la vita si
ritaglia». In ciò consiste la capacità creativa dell’evoluzione.
La direzione in cui marcia la realtà ci suggerisce l’idea di qualcosa
che si disfa: questo è senza dubbio uno dei caratteri essenziali della
materialità.
Che cosa si può concluderne, se non che il processo attraverso il quale questo qualcosa si fa, è
diretto in senso contrario ai processi fisici e quindi, per definizione, è addirittura immateriale? La
nostra visione del mondo materiale corrisponde a quella d’un peso che cade; nessuna immagine di
origine propriamente materiale ci darà mai l’idea di un peso che si innalza. Eppure una tal conclusione ci si imporrà in modo ancor più decisivo, se consideriamo più da vicino la realtà concreta, e
non più solamente la materia in generale, ma, entro di essa, i viventi.
Effettivamente tutte le nostre analisi ci mostrano nella vita uno sforzo per risalire la china che la
materia discende, e con ciò ci lasciano intravedere la possibilità, anzi la necessità d’un processo
inverso a quello materiale, che crei la materia con la sua sola interruzione. Certo la vita che evolve
alla superficie del nostro pianeta è legata alla materia: se fosse pura coscienza, ed ancor meglio se
fosse super-coscienza, sarebbe pura attività creatrice. Di fatto essa è limitata ad un organismo che
la fa sottostare alle leggi generali della materia inerte, ma tutto si svolge come se essa facesse il
possibile per liberarsi da queste leggi. [...]
16
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
> L’invenzione della postura eretta
2.2 IN COSA CONSISTE LA POSTURA ERETTA?
La postura eretta è dovuta alla costruzione del perfetto
equilibrio sul baricentro fra testa-colonna-piedi. Si tratta di
un processo realizzato mediante un intenso lavoro sulla
meccanica dei pesi a livello della colonna vertebrale: è
infatti la colonna che distribuisce il peso corporeo al bacino e da questo passa, mediante le gambe, fino ai piedi,
dove si scarica.
Gli antropologi hanno osservato come questa funzione,
apparentemente di pura valenza anatomica, abbia radicalmente trasformato le caratteristiche generali della specie
umana, offrendo la possibilità di creare, nello stesso tempo, nuovi strumenti mentali e la capacità di manipolazione degli oggetti. Esiste infatti uno stretto rapporto tra la
maturazione delle abilità tecniche e lo sviluppo delle strategie cognitive in grado di intervenire sull’ambiente, operando su di esso trasformazioni vantaggiose.
L’incolonnamento perfetto tra cranio e colonna vertebrale è
provocato dalla natura particolare dell’articolazione che li
collega: la posizione dei condili occipitali si adatta infatti alle
faccette della prima vertebra cervicale, l’atlante, in modo
tale da creare un equilibrio perfetto della testa sul collo. In
A2
condili
occipitali
bacino
asse di
gravità
punto di
sostegno
> La postura eretta, fondamentale conquista
evolutiva, è dovuta all’incolonnamento
perfetto tra cranio e colonna vertebrale,
possibile grazie all’adattamento tra i condili
occipitali e l’atlante, la prima vertebra
cervicale. Gran parte del peso è così
sostenuto dalla colonna vertebrale, a sua
volta in linea con il bacino, che scarica il
peso sui punti di sostegno, i piedi.
questo modo la forza richiesta dai muscoli della nuca diminuisce, perché una parte sempre maggiore del peso viene
direttamente sostenuta dalla colonna vertebrale.
Immaginiamo dunque un recipiente pieno di vapore a pressione elevata, e qua e là nelle sue pareti
fessure per cui il vapore esca a getti. Il vapore scagliato in aria si condensa quasi totalmente in goccioline che ricadono, e questa condensazione e caduta rappresentano semplicemente la perdita di
qualche cosa, un’interruzione, una mancanza. Ma una piccola parte del getto di vapore permane
non condensata per qualche istante e fa uno sforzo per risollevare le gocce che cadono, arrivando
al massimo a rallentarne la caduta. Così da un immenso serbatoio di vita devono scaturire incessantemente getti costituenti ciascuno, nel suo ricadere, un
mondo. L’evoluzione delle specie viventi, all’interno di tal
mondo, rappresenta quanto permane della direzione primitiva del getto originario, e d’una spinta che prosegue in senso contrario alla materialità. [...]
Più in particolare, considerando il mondo in cui viviamo,
rilevo che l’evoluzione automatica e rigorosamente necessitata di tale sistema ben legato è azione che si disperde, mentre le forme impreviste che la vita vi ritaglia, e che sono a
loro volta capaci di prolungarsi in movimenti imprevisti,
rappresentano l’azione che si produce. [...]
In realtà la vita è un movimento, la materialità il movimento inverso e ambedue sono semplici, essendo una corrente
indivisa la materia che forma un mondo, e pure indivisa la
vita che l’attraversa ritagliandovi gli esseri viventi; l’una di
esse si oppone all’altra, ma la prima ottiene pur sempre
qualcosa dalla seconda, risultandone una specie di reciproco modus vivendi, che è, appunto, l’organizzazione.
(H. Bergson, L’evoluzione creatrice (1907),
La Scuola, Brescia 1979, pp. 108-13)
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17
A■
L’apparizione dell’uomo
L’effetto principale di questo spostamento si riflette sull’organizzazione complessiva della testa, che si libera del
peso di una fascia muscolare imponente, resa inutile dalle
funzioni di sostegno del capo, che appare in asse sul collo
e quindi già posizionato in modo stabile.
La riduzione della muscolatura, insieme all’adozione di
una dieta alimentare varia - che ha reso del tutto privo di
valore un grande mento in grado di frammentare graminacee coriacee e resistenti - ha determinato un riequilibrio della struttura del cranio.
IL CERVELLO SI
INGRANDISCE
A. Tupaia
B. Cercopiteco
C. Hylobates
D. Homo erectus
E. Homo sapiens
neanderthaliensis
F. Uomo attuale
IL BARICENTRO ARRETRA
Il cosiddetto splancnocranio, legato alle funzioni masticatorie collegate all’alimentazione, si è progressivamente ridotto
nel passaggio dalla stazione semi-eretta a quella eretta,
lasciando spazio al neurocranio, all’interno del quale si è
potuto sviluppare un encefalo più grande e organizzato.
Il cervello è un organo molle e il suo aumento ponderale
segue la creazione di uno spazio idoneo al suo sviluppo e
non viceversa. La forma del cranio non è dovuta alla spinta
del cervello, come potrebbe apparire da una lettura superficiale, ma è al contrario la struttura ossea che offre l’opportunità agli organi molli di adattarsi alla sua conformazione.
> Il cranio dell’uomo (a destra) ha reso
disponibile un ampio bacino interno, che nel
corso dell’evoluzione ha portato alla creazione
di un cervello altamente differenziato e di peso
straordinario in rapporto al corpo. Nella
scimmia antropomorfa (a sinistra) la posizione
spostata in avanti della testa richiede ancora la
presenza di un collo imponente e una mascella
che sporge in maniera significativa, sostenuta
da una fascia muscolare consistente.
muscoli mascellari
muscoli del collo
18
SPLANCNOCRANIO
2.3 LA LIBERAZIONE DELLE MANI
Uno degli effetti principali che si deve alla postura eretta è
la liberazione delle mani dalle funzioni di deambulazione.
Gli arti dei quadrupedi sono sostanzialmente molto simili
e il loro agire sinergico garantisce una buona performance di movimento, soprattutto al fine di ottimizzare la corsa, un mezzo fondamentale nei predatori per la caccia,
nelle prede per la fuga.
La mano umana, in quanto organo autonomo, ha potuto
specializzarsi acquisendo abilità connesse alla manipolazione
degli oggetti; grazie alla mobilità del tutto speciale delle dita,
la mano può infatti produrre una serie di gesti raffinati.
Utilizzando questi movimenti, l’uomo è in grado di esprimere una manualità fine, necessaria per creare oggetti di piccoANDRÉ LEROI-GOURHAN
(1911-1986)
L’uomo e la materia
(1943), Ambiente e
tecniche (1945), Il gesto e
la parola. Tecnica e
linguaggio. La memoria e
i ritmi (1964-65), Le radici del mondo. Dalla
ricerca preistorica uno sguardo sulla
totalità dell’uomo (1982), Il filo del tempo.
Etnologia e preistoria (1983).
Antropologo, etnologo e archeologo francese.
Allievo di Marcel Mauss, a partire dal 1933
lavora nei dipartimenti di etnologia del British
Museum di Londra e del Musée de l’Homme di
Parigi, di cui diviene vicedirettore nel 1946,
mantenendo una duplicità di sguardi: come
etnologo si occupa della cultura materiale e
spirituale, come archeologo studia la preistoria.
Compie numerosi scavi in siti preistorici, dalla
Spagna agli Urali, rinnovandone la metodologia,
per garantire un approccio olistico, ossia una
percezione globale dei fenomeni umani,
paradigma fondamentale della sua ricerca. Ne
sono prova le numerose specializzazioni
conseguite come etnologo, antropologo,
archeologo, linguista, semiologo, storico dell’arte
preistorica. Professore ordinario all’Università
di Lione, nel 1956 ottiene la cattedra di
Etnologia e Preistoria alla Sorbona di Parigi,
tra il 1969 e il 1982 tiene corsi anche al
Collège de France. Ottiene numerosi
riconoscimenti per la sua attività di ricerca e
di studio, tra cui la medaglia d’oro del CNRS
(Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica
Francese) nel 1973, il Gran premio Nazionale
di Archeologia nel 1978, consegnatogli dal
Ministero della Cultura Francese.
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
A2
> L’invenzione della postura eretta
le dimensioni e coordinare le azioni che conducono ad
esprimere intelligenza tecnica, in ogni contesto della vita
quotidiana. Fra essi, il movimento più importante è senza
dubbio quello di opponibilità del pollice: il metodo di misurazione adottato dagli antropologi per valutare l’aumento di
destrezza della mano è proprio la facoltà di movimento di
questo dito. L’opponibilità è provocata dal fatto che il pollice
si trova su un piano diverso rispetto alle altre dita e in questo
modo può toccare le loro punte, mettendo in atto, fra le
altre, la presa di precisione - o presa a pinza - quando si
oppone all’indice.
> LETTURA
A
B
C
D
> Sono quattro i movimenti di base che la mano
umana è in grado di compiere: A - opponibilità;
B - prensilità; C - convergenza; D - divergenza.
Gli antropologi considerano il grado di
opponibilità come criterio per misurare
l’aumento di destrezza della mano.
André Leroi-Gourhan, I caratteri distintivi dell’uomo
L’antropologo André Leroi-Gourhan individua i criteri in base ai quali distinguere l’essere umano, indicandone quattro: la stazione eretta, la libertà della mano, la faccia corta e priva di canini offensivi, il possesso
di utensili movibili. Solo in seguito ad essi s’aggiunge il volume del cervello, infatti lo sviluppo cerebrale deve
essere considerato un criterio secondario, in quanto fondamentale per l’evoluzione della vita in società, ma
non per l’evoluzione dell’essere umano di per sé considerato.
Chiediamoci quale possa essere l’immagine che accoglie in sé i criteri comuni alla totalità degli uomini
e dei loro antenati.
Il primo e il più importante di tali criteri è la stazione eretta, quello che è stato riconosciuto per ultimo,
quello che ha fatto porre, per diverse generazioni, su basi false il problema dell’uomo. Tutti i fossili noti,
per quanto possano essere strani come l’Australopiteco, possiedono la stazione eretta. Altri due criteri
fanno da corollari al primo: la faccia corta e la mano libera durante la locomozione. [...]
La libertà della mano comporta quasi necessariamente un’attività tecnica diversa da quella delle scimmie e la libertà durante la locomozione, unitamente a una faccia corta e priva di canini offensivi, impone l’utilizzazione di organi artificiali, vale a dire di utensili. Stazione eretta, faccia corta, mano libera
durante la locomozione e possesso di utensili movibili sono veramente i criteri fondamentali per distinguere l’uomo. [...]
Può stupire il fatto che l’importanza del volume del cervello intervenga solo in seguito. In realtà, è difficile dare la preminenza a questo o a quel carattere, perché nell’evoluzione delle specie tutto è collegato;
mi sembra certo però che lo sviluppo cerebrale sia in qualche modo un criterio secondario. Esso riveste
un ruolo decisivo nell’evoluzione delle società, una volta che le caratteristiche umane sono acquisite, ma
è certamente, sul piano dell’evoluzione in senso stretto, correlativo alla stazione verticale e non, come si
è creduto per molto tempo, essenziale. [...]
Il peso differente del cervello nei primati
La situazione creata dalla stazione verticale nell’uomo costituisce
certo una tappa sulla via che va dal pesce all’homo sapiens, ma
non implica affatto che la scimmia vi rappresenti un ruolo di collegamento. La comunanza di origini della scimmia e dell’uomo è
concepibile, ma dal momento in cui è stabilita la stazione verticale, non esiste più una scimmia e pertanto non esiste un semiuomo. Le condizioni dell’uomo nella stazione verticale provocano
conseguenze di sviluppo neuropsichico che fanno dello sviluppo
del cervello umano una cosa diversa dell’aumento del volume. Il
rapporto tra faccia e mano continua a rimanere stretto nello sviluppo cerebrale come lo era prima: utensile per la mano e linguaggio per la faccia sono i due poli di uno stesso dispositivo.
(André Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola, vol. I, Tecnica e linguaggio, Einaudi, Torino 1977, pp. 26-27)
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
19
A■
L’apparizione dell’uomo
2.4 I PIEDI E LA DEAMBULAZIONE BIPEDE
La postura eretta ha avuto un’altra conseguenza fondamentale: la trasformazione del piede, che ha consentito di
raggiungere un equilibrio statico del corpo, rendendo
davvero possibile l’evoluzione umana. Quando siamo in
posizione di quiete, il peso degli organi interni si scarica
sul bacino e da esso si distribuisce attraverso le gambe,
fino ad arrivare ai piedi e a poggiare sulle dita.
Nella donna l’ampiezza del bacino e l’articolazione della
colonna sacrale ha dato luogo ad una perfetta posizione
> Nei primati non umani
(come tarsio, orango,
gorilla) le mani e i piedi
differiscono poco tra loro,
ma si può notare che nel
gorilla le dita del piede
sono notevolmente più
corte rispetto alla mano e
prefigurano quelle del
piede umano. La
caratteristica saliente della
mano è l’opponibilità del
pollice rispetto alle altre
dita, non conservata nel
piede, dove l’alluce è
allineato alle altre dita; il
piede inoltre presenta una
pianta arcuata e può
contare sull’appoggio del
tallone per garantire
l’andatura eretta.
> APPROFONDIMENTO
tarsio
tarsio
di equilibrio: per questo motivo il corpo femminile è più
adattato di quello maschile. Ciò garantisce inoltre la predisposizione del ventre per le funzioni riproduttive, essendo l’intero fisico della donna in grado di accogliere il piccolo durante la gravidanza, senza che si producano dannosi squilibri meccanici.
Nei primati non umani le mani e i piedi si somigliano
molto, ma nel gorilla inizia un processo di trasformazione
che solo nell’uomo raggiunge un valore di specializzazione tale da garantire funzioni molto diversificate e indipendenti.
orango
gorilla
orango
uomo
gorilla
uomo
L’andatura bipede
La struttura del piede manifesta tutta la sua abilità nella deambulazione. Un’esperienza del tutto
banale - come quella che effettuiamo quotidianamente quando camminiamo o corriamo - è infatti
resa possibile da un complesso sistema di rapporti fra le diverse parti che compongono il nostro
scheletro. È sui piedi che si scarica l’intero peso corporeo ed è necessario che questo sia sempre in
equilibrio, anche quando il movimento più o meno rapido lo altera, passo dopo passo. Una caduta
mostra gli effetti di un’azione sconnessa e insidiosa.
La marcia si compone di tre fasi:
1. La fase taligrada
Il punto d’appoggio è il tallone.
20
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
> L’invenzione della postura eretta
A2
2.5 COME CAMBIA LA STRUTTURA
DEL CERVELLO
L’evoluzione della faccia e la regressione dello splancnocranio producono, come abbiamo osservato, un’espansione dell’encefalo fino ad occupare l’intero edificio cranico. Nell’Homo sapiens sapiens l’encefalo occupa interamente gli spazi vuoti creatisi con lo sviluppo della fronte:
il riempimento della scatola cranica è a tal punto massimizzato che oggi gli antropologi sostengono che l’evolu-
supporto (fulcro)
resistenza
> La sezione dell’encefalo ne mostra le
varie componenti. I lobi pre-frontali hanno
occupato la porzione più recente
dell’encefalo, quella presente solo a partire
dall’homo sapiens sapiens: qui si trovano i
centri di elaborazione del linguaggio e
delle associazioni mentali, le funzioni
mentali più avanzate.
tensione
> La particolare struttura del piede umano
ne fa una leva in grado di sollevare il peso
del corpo e di mantenerlo sempre in
equilibrio anche durante la deambulazione
o la corsa. La verticale della resistenza
coincide con l’asse di gravità e rappresenta
il peso del corpo, che viene sollevato nel
punto di tensione, esercitando una
pressione sul supporto rappresentato
dall’articolazione delle dita.
Per quanto riguarda il piede, è la pianta arcuata a consentire una perfetta andatura eretta, spostando il peso del
corpo sul tallone. Inoltre, rispetto agli altri primati, nell’uomo l’alluce ha perso l’opponibilità, le dita sono più corte e
le articolazioni alla base sono allineate, per formare un
rigonfiamento, che costituisce il supporto indispensabile
su cui scaricare il peso del corpo.
corpo calloso
fómix
circonvoluzione
cingolata
ippocampo
lobo
frontale
ipotalamo
ipofisi
talamo
cervelletto
tronco encefalico
2. La fase plantigrada
Il punto di appoggio è la pianta
del piede.
3. La fase digitigrada
Il punto d’appoggio sono le dita.
Il processo di deambulazione si presenta come un passaggio naturale e fluido da una all’altra delle diverse fasi, che si alternano in modo continuo ed equilibrato.
Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
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A■
L’apparizione dell’uomo
assoni
corpo cellulare
> I neuroni sono costituiti da un corpo cellulare
e da molteplici assoni, sottili filamenti attraverso
cui si realizza la conduzione dell’impulso
nervoso. Il contatto tra le cellule nervose si
definisce sinapsi, ed è possibile quando si
verifica un nuovo apprendimento.
zione umana sia giunta al suo compimento definitivo.
Mentre i denti regrediscono, il cervello fluisce nei punti in
cui le resistenze cedono: i lobi pre-frontali occupano gli
spazi neo-formati e caratterizzano la principale novità
dell’Homo sapiens sapiens dal momento che in questa porzione dell’encefalo si sviluppano i centri del linguaggio e
delle associazioni mentali.
Si tratta di una trasformazione di fondamentale importanza, perché i lobi frontali e prefrontali si arricchiscono
di cellule nervose in grado di attivare processi cognitivi di
alta specializzazione. Essi si organizzano secondo un principio di stratificazione, ossia si riuniscono in fasce dove è
facile per essi entrare in relazione, mediante le ramificazioni di cui sono dotati. Ogni contatto tra cellule nervose,
o sinapsi, è il risultato di un nuovo apprendimento che il
soggetto ha compiuto durante la sua esistenza.
> ETHNOGRAPHICA
La scoperta di Lucy
Il ritrovamento di un fossile quasi completo porta sempre un notevole scompiglio all’interno di
una spedizione antropologica. In questo caso si
tratta di una delle più importanti scoperte nell’ambito della ricerca sulla storia dell’umanità:
Lucy - una femmina di australopiteco rinvenuta
nel 1974 in Kenya, ad Hadar nella piana di Olduvai - rappresenta un passaggio nodale per la ricostruzione dell’evoluzione umana. Il testo riportato è tratto dal racconto di Louis Leakey, lo scienziato che ha effettuato la scoperta, nell’ambito di
uno scavo durato per parecchi anni.
Louis Leakey
“Quel pomeriggio tutto l’accampamento era nel canalone, per dividere a sezioni il posto e fare i preparativi per un massiccio lavoro di raccolta che alla fine ci avrebbe assorbito per tre settimane.
Questo lavoro fu ultimato, avevamo recuperato parecchie centinaia di pezzi di ossa, rappresentanti il 40 per cento dello scheletro di un singolo individuo. [...]
Ma un singolo individuo di che
cosa? A un esame preliminare
era difficilissimo dirlo, niente
di esattamente simile era mai
stato scoperto. L’accampamento era in preda all’eccitazione.
Quella prima notte nessuno si
sognò di andare a letto. Parlavamo e parlavamo, a non finire. Bevemmo una birra dietro
l’altra. Con noi avevamo un
registratore; un nastro della
canzone Lucy in the sky with
diamonds riempiva la notte,
Hadar, piana di Olduvai (Kenya)
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Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia
> L’invenzione della postura eretta
A2
> La disposizione in strati dei neuroni
garantisce l’elaborazione delle informazioni,
infatti ogni nuova esperienza produce un nuovo
filamento, che mette in relazione gli strati tra
loro. Fotografia ottenuta mediante
impregnazione argentea.
Il risultato di questo processo, definito con il termine
encefalizzazione, conduce alla capacità da parte dell’uomo di gestire i processi di elaborazione del linguaggio e di
produzione delle capacità di manipolazione. È curioso
come il gesto e la parola si siano evoluti in maniera parallela: si tratta di un vero e proprio principio chiave dello
sviluppo umano.
Gli antropologi dispongono di due serie di dati, apparentemente molto distanti tra loro, che comprovano la veridicità di questo principio, provenienti da fonti archeologiche e da fonti neurologiche.
suonato e risuonato a pieno volume senza fine e per pura
esuberanza. A un certo punto di quella notte indimenticabile - non ricordo più a che ora - il nuovo fossile assunse il
nome di Lucy e da allora in poi lo si è conosciuto sempre
con questo nome, benché il suo nome vero - il nome che lo
contraddistingue nella collezione di Hadar - sia AL 288-1.
«Lucy?»
È la prima domanda che mi sento fare sempre da chi vede il
fossile per la prima volta. Allora spiego: «Sì, era femmina e
c’era quella canzone dei Beatles, eravamo fuori di noi per
l’eccitazione. Non dimentichi, l’avevamo appena trovata».
Poi, viene la seconda domanda: «Come sapeva che era una
femmina?». «Dal bacino. Avevamo un osso pelvico completo
e anche l’osso sacro. Dato che l’apertura pelvica negli ominidi dev’essere relativamente più larga nelle femmine che nei
maschi, per consentire il parto di neonati con cervello voluminoso, si può distinguere una femmina da un
maschio».
AL 288-1, Lucy
Poi la terza: «Era un ominide?»
«Oh, sì! Camminava eretta. Camminava bene quanto lei».
Tutti gli ominidi camminavano eretti. La scienza è stata costretta a una definizione flessibile perché non sappiamo ancora con
esattezza quando apparvero i primi ominidi. Tuttavia, affermare
che un ominide è un primate a stazione eretta non è un problema. In altre parole, un ominide è o un antenato estinto dell’uomo (e qui il termine “uomo” è usato per designare i maschi e le
femmine del genere Homo) o un parente collaterale dell’uomo o
un vero e proprio uomo”.
La raccolta completa
dei fossili di Australopiteco rinvenuti ad Hadar.
Lucy è in primo piano.
(adattato da D. C. Johanson - M. A. Edey,
Lucy. Le origini dell’umanità,
Mondadori, Milano 1981, p. 18)
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