relazione sull`andamento dell`economia pisana nel 2006

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RELAZIONE
SULL’ANDAMENTO
DELL’ECONOMIA PISANA
NEL 2006
Pisa, 10 maggio 2007
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INTRODUZIONE
La relazione annuale della Camera di Commercio rappresenta da tempo, per gli
operatori e le istituzioni della nostra provincia, un appuntamento importante per riflettere
sullo stato dell’economia locale e sulle sue prospettive.
Fortunatamente la relazione di quest’anno cade in un momento congiunturale
positivo: l’economia nazionale ha ripreso a crescere ad un ritmo apprezzabile. Anche la
finanza pubblica ha finalmente invertito il trend degli ultimi anni: il rapporto deficit-PIL è
sceso al di sotto del 3%, previsto dagli impegni di Maastricht, e il rapporto fra debito
pubblico complessivo e PIL ha cominciato a ridursi. Infine, le nostre esportazioni sono in
ripresa ed il deficit della bilancia commerciale del nostro Paese si sta riducendo.
Il quadro complessivo, tuttavia, presenta anche ombre e difficoltà, soprattutto sul
piano politico e della politica economica.
La risicatissima maggioranza numerica al Senato e il carattere fortemente
composito della maggioranza di centro-sinistra hanno reso e rendono tuttora difficile la
navigazione dell’esecutivo.
Le difficoltà riguardano soprattutto la politica estera, ma anche in materia di
politica economica e sociale le tensioni interne alla maggioranza creano problemi.
La legge finanziaria per il 2007 ha assorbito un incredibile ammontare di tempo e di
energie ed è risultata alla fine poco chiara al Paese.
La discussione sulla riforma del sistema pensionistico e del welfare è appena
iniziata e allo stato delle cose le posizioni degli interlocutori appaiono molto distanti.
La revisione della tassazione delle rendite e le scelte infrastrutturali più importanti
appaiono e scompaiono dalla scena a seconda del clima politico.
Perfino la discussione sull’utilizzo del “tesoretto”, derivante dall’imprevisto
aumento del gettito fiscale, sta creando forti divisioni sia all’interno del Governo che nel
Paese.
A dire il vero su alcuni importanti terreni il Governo e la maggioranza hanno
proceduto con grande rapidità ed efficacia. Mi riferisco, in particolare, alla riduzione
dell’IRAP per le imprese, ai provvedimenti Bersani per la promozione della concorrenza,
all’anticipo della previdenza integrativa.
Tuttavia sarebbe auspicabile che il Governo mostrasse la stessa rapidità e la stessa
capacità decisionale anche sugli altri grandi temi che interessano la nostra economia, in
modo da dare agli operatori un quadro di riferimento certo per i prossimi due-tre anni.
Per avviare programmi di investimento di medio-lungo periodo le imprese hanno
infatti bisogno di certezze sulle politiche economiche, fiscali e normative del Governo.
Sarebbe un vero peccato se le inquietudini e le divisioni politiche ostacolassero la
ripresa economica che si sta progressivamente consolidando.
In ogni caso, per quanto ci riguarda direttamente, dobbiamo continuare ad
impegnarci per promuovere la competitività degli operatori locali sia sul mercato interno
che su quello internazionale. Non tutto è nelle nostre mani, ma molto dipende direttamente
da noi. In particolare, è compito della comunità e delle istituzioni locali impedire che
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eventuali turbolenze politiche sul piano nazionale si riflettano sull’azione economica
provinciale.
Il successo del sistema economico locale ed il benessere della nostra popolazione
sono obiettivi comuni e, quindi, è senz’altro possibile mantenere una forte unità di azione e
di intenti, a prescindere da quello che avviene ad altri livelli.
Per quanto riguarda la Camera di Commercio di Pisa, essa continuerà nel suo
impegno di analisi e di proposta, in collaborazione e sinergia con tutte le istituzioni che
operano sul territorio. Senza sudditanze, ma anche senza inutili protagonismi.
Siamo certi che anche nei prossimi anni un forte impegno comune sarà la carta
vincente per affrontare le sfide e i problemi di una economia sempre più globale e
competitiva, che richiede flessibilità e prontezza decisionale.
E’ con questo forte e convinto impegno al dialogo e alla collaborazione
istituzionale che mi accingo, anche quest’anno, a presentare la relazione sullo stato e le
prospettive dell’economia provinciale.
L’ECONOMIA INTERNAZIONALE
Nel 2006 l’economia internazionale ha proseguito la sua corsa ad un ritmo del 55,5%, superiore di quasi un punto rispetto a quello dell’anno precedente. Il rallentamento
dell’economia americana è stato infatti più che compensato dalla notevole ripresa delle
economie europee, che sono passate da un ritmo di crescita dell’1% annuo al 3%,
dall’ulteriore accelerazione della crescita di Cina (+11%), India (+8,5%) e Russia (+7,5%)
e dalle ottime performances di quasi tutte le grandi economie dell’Asia e dell’America
Latina.
Nell’ambito dell’Unione europea è stata particolarmente brillante la Germania, che
ha registrato una crescita del 3,5%, sotto l’impulso di uno straordinario boom delle
esportazioni che ha portato la bilancia commerciale tedesca ad un surplus di 200 miliardi di
dollari, il più elevato del mondo (la Cina si è fermata, per così dire, a 192 miliardi).
Il prolungato boom dell’economia mondiale ha determinato una leggera ripresa
dell’inflazione, tanto che alcune banche centrali hanno proseguito nella politica di aumento
dei tassi di interesse. Tuttavia la situazione sembra sotto controllo e, quindi, è possibile
ritenere che, in assenza di grossi fatti nuovi di natura imprevedibile, la crescita
dell’economia mondiale possa proseguire anche nel biennio 2007-2008.
L’ECONOMIA ITALIANA E QUELLA REGIONALE
Come abbiamo già accennato, nel 2006 l’economia italiana è finalmente uscita
dalla fase di ristagno che la affliggeva da alcuni anni ed ha realizzato un buon aumento del
PIL (+1,9%). Alla base della inversione congiunturale stanno le esportazioni, che hanno
registrato un rilancio abbastanza generalizzato, con punte particolari nel comparto degli
autoveicoli, dei metalli e della meccanica, gli investimenti, soprattutto quelli legati alle
esportazioni, e gli stessi consumi delle famiglie, che sono stati sostenuti dal buon
andamento dell’occupazione. Il tasso di disoccupazione, infatti, si è ulteriormente ridotto al
6,5%, valore che è inferiore di quasi un punto rispetto alla media dell’Unione Europea.
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Buone notizie anche sul fronte dell’inflazione, che è rimasta al di sotto del 2%
nonostante gli aumenti del prezzo del petrolio.
L’economia regionale ha partecipato attivamente alla ripresa delle esportazioni del
nostro Paese, attraverso un discreto rilancio del comparto cuoio pelli e calzature (+6,8%)
ed una robusta espansione di altri comparti del settore manifatturiero (metallo e prodotti in
metallo (+54,3%), macchine e apparecchi meccanici (+24,4%), mezzi di trasporto
(+27,1%) e gioielli e articoli di oreficeria (+16,1%).
Anche il settore turistico ed, in particolare, quello delle città d’arte, ha mostrato una
forte vitalità, contribuendo alla ripresa economica della regione.
Infine, il tasso di disoccupazione si è attestato su di un livello molto basso, il 4,8%,
che rappresenta il dato migliore del Centro-Italia.
In conseguenza di queste dinamiche la crescita del PIL regionale è stata, nel 2006,
più elevata di due decimi di punto rispetto a quella nazionale e i primi dati per l’anno in
corso confermano il trend favorevole.
L’ECONOMIA PROVINCIALE
Dopo tre anni di sostanziale stagnazione anche l’economia della nostra provincia
sembra aver imboccato con decisione la via della crescita.
La ripresa produttiva, iniziata nell’ultimo trimestre del 2005, è proseguita con
intensità lungo tutto l’arco del 2006, ed ha portato ad un risultato finale complessivo
migliore di quello della regione.
In particolare, il settore manifatturiero della nostra provincia ha registrato un
aumento della produzione annuale complessiva del 4,8%, decisamente superiore a quello
dello stesso settore a livello regionale, +3,2%.
L’incremento della produzione è stato particolarmente intenso nel primo e
nell’ultimo trimestre dell’anno, ma anche il secondo ed il terzo trimestre hanno registrato
buoni risultati, confermando la solidità dell’inversione congiunturale.
Alle brillanti performances dell’industria locale hanno contribuito sia l’export, che
ha registrato un aumento del 10%, sia la domanda interna, finalmente vivace ed in
apparente ulteriore espansione.
L’espansione dell’industria locale è stata abbastanza generalizzata, tanto che sono
stati soltanto due su sedici i comparti in flessione, le calzature (-1,1%) ed il vetro (-0,7%),
mentre ben quattro comparti hanno registrato una crescita a due cifre. Si tratta del
farmaceutico (+20%), dei mezzi di trasporto (+18,9%), dell’elettronica (+21,6%) e
dell’alimentare (+12,6%).
Molto buona anche la performance della meccanica (+9,9%), del mobilio (+6,8%) e
della metalmeccanica (+6,9%).
Da segnalare, infine, che dopo anni di continue flessioni, il comparto pelli e cuoio,
così importante per l’economia provinciale, ha avuto una sia pur modesta espansione
(+1,7%).
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Il secondo propulsore della ripresa dell’economia provinciale è stato il settore
turistico che, dopo gli alti e bassi degli ultimi anni, ha ripreso con decisione la via della
crescita.
L’aumento degli arrivi e delle presenze ha riguardato tutti gli esercizi, ma è stato
particolarmente accentuato nel comparto alberghiero, quello a maggiore valore aggiunto,
che nel 2006 ha registrato un aumento del 13% degli arrivi e del 12% delle presenze.
Particolarmente brillante la performance della città di Pisa, il cui comparto alberghiero ha
avuto un aumento del 27% degli arrivi e del 31% delle presenze.
Molto più modesti, ma sempre positivi, i risultati di Volterra e del litorale, mentre
Casciana Terme ha confermato la situazione di difficoltà.
Alla brillante performance del settore turistico locale hanno contribuito in modo
particolare i turisti stranieri che, nel settore alberghiero, hanno registrato aumenti del 18%
negli arrivi e del 15% nelle presenze nel complesso della provincia e aumenti,
rispettivamente, del 32% e del 35% nella città di Pisa.
Si tratta, come è evidente, di risultati assolutamente straordinari che interagiscono,
da una parte, con la grande espansione dei letti alberghieri, aumentati in quattro anni di
oltre il 25% e, dall’altra, con la prosecuzione del boom dell’aeroporto Galilei, che nel 2006
ha superato i tre milioni di passeggeri, che rappresentano un aumento del 29,1% rispetto
all’anno precedente.
Per comprendere l’eccezionale dinamismo del Galilei basti pensare che nel 2001 i
passeggeri erano stati 1.400.000 circa (60% italiani e 40% stranieri) e nel 2006 sono stati
3.014.000 (20% italiani e 80% stranieri).
Come abbiamo già sottolineato lo scorso anno, la crescita esponenziale del numero
di passeggeri provenienti dall’estero ha delle importanti ricadute sull’economia della città
di Pisa e dell’intera provincia; ricadute che vanno ben al di là di quelle dirette che pure
sono di notevole rilievo. In particolare, il settore alberghiero e tutte le attività economiche
legate al turismo sono destinate a registrare sostanziosi incrementi della domanda derivanti
da questo grande afflusso di turisti stranieri che, anche quando hanno una diversa
destinazione finale, trovano conveniente un breve soggiorno nella nostra città.
Sarà bene che la comunità e le istituzioni locali si impegnino a favorire in tutti i
modi questa eccezionale fonte di reddito.
Su questo argomento ritorneremo nelle considerazioni finali.
L’EVOLUZIONE CONGIUNTURALE DEI DIVERSI SETTORI
Dopo aver illustrato le principali tendenze che hanno caratterizzato l’economia
provinciale nel 2006, passiamo ora ad analizzare, sia pure in modo sintetico, l’andamento
dei principali comparti nei quali si articola il settore privato dell’economia locale.
Si tratta di un esercizio in parte noioso, ma a nostro parere serve a dare consistenza
e concretezza alle analisi macro e a porre le basi per la riflessione sulle prospettive a brevemedio periodo del nostro sistema economico.
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Chimica e farmaceutica
Come abbiamo già osservato, il comparto farmaceutico è stato uno dei più brillanti. Il suo
ritmo di crescita ha superato il 20% per buona parte dell’anno e soltanto nel terzo trimestre
i risultati sono stati modesti.
Le prospettive appaiono incoraggianti.
Il comparto chimico, invece, ha avuto una crescita molto limitata (+2,3%), sostanzialmente
in linea con l’anno precedente.
Vetro
La performance produttiva è stata deludente, ma ad essa si contrappone una buona crescita
del fatturato in tutti i trimestri dell’anno. Particolarmente brillante l’ultimo trimestre con un
+ 19%.
Stabili le prospettive.
Elettronica
Ha ottenuto ottimi risultati sia sul fronte produttivo che su quello del fatturato. In
particolare, nel secondo semestre dell’anno si è avuta una crescita dei ricavi compresa fra il
20 ed il 25%.
Meccanica
Alla buona performance produttiva si è affiancata una più modesta dinamica del fatturato.
Incoraggiante la crescita registrata dai ricavi nell’ultimo trimestre (+10%).
L’export ha ripreso finalmente a “tirare”.
Mezzi di trasporto
E’ stata una delle stelle sia in termini di produzione che di fatturato. Anche quest’ultimo,
infatti, ha registrato un incremento compreso fra il 10 ed il 15%.
Eccezionale l’incremento dell’export di motocicli, che è stato nell’ordine del 60%.
Il comparto si è confermato uno dei punti di forza dell’industria locale ed anche le
prospettive a breve termine risultano molto favorevoli sia sul mercato nazionale che su
quelli esteri.
Mobilio
Dopo anni di difficoltà il comparto ha registrato un buon ritmo di crescita della produzione
(+6,8%).
Più modesta la crescita del fatturato, nell’ordine del 3-4%.
Buona la dinamica dell’export.
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Pelli e cuoio
La ripresa, iniziata nell’ultimo trimestre del 2005, è stata più modesta del previsto, sia per
la produzione (+1,7%) che per il fatturato, che ha registrato un aumento di poco superiore
al 2%.
In forte crescita l’export (+14,5%).
I primi dati del 2007 sono incoraggianti e fanno sperare in un definitivo superamento della
crisi degli ultimi anni.
Calzature
Alla leggera flessione della produzione si è contrapposto un fatturato sostanzialmente
stabile. Qualche buona notizia sul fronte dell’export (+4,02%).
Nel complesso, tuttavia, le difficoltà del comparto non sembrano del tutto superate, anche
se nel 2006 i risultati sono stati decisamente superiori a quelli degli anni precedenti.
Abbigliamento
Dopo molti anni di continue flessioni produttive, nel 2006 si è finalmente registrata una
leggera crescita (+3,7%).
Ancora in flessione, invece, il fatturato con l’unica eccezione dell’ultimo trimestre, nel
quale si è avuto un buon risultato (+6,6%).
Alabastro
Il comparto continua ad attraversare un periodo di difficoltà anche per il difficile
reperimento della materia prima e di forza lavoro qualificata.
Buona la domanda proveniente dai turisti.
Per quanta riguarda l’export appaiono promettenti le prospettive sul mercato giapponese e
su quello statunitense.
Alimentari
Ad un brillante risultato produttivo fa da contraltare una modesta crescita del fatturato,
nell’ordine dell’1%.
Particolarmente interessante il forte incremento dell’export.
Buone le prospettive a breve anche per la ripresa dei consumi interni.
Edilizia
Il comparto ha registrato, nel complesso, risultati positivi, anche se quantitativamente più
contenuti di quelli degli anni precedenti.
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Buona la tenuta dell’edilizia residenziale, mentre più debole appare il contributo delle
opere pubbliche a causa delle ben note difficoltà che le imprese locali incontrano
nell’aggiudicarsi le gare.
Le prospettive per il 2007 sono in linea con i risultati dell’anno precedente.
Artigianato
Dai dati dell’Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato risulta che nel 2006 la
nostra provincia ha avuto il peggior risultato della Toscana in termini di fatturato: -3,3%.
La flessione ha colpito tutti i comparti del settore, ad eccezione del sistema moda, che è
rimasto stazionario. Particolarmente gravi le perdite dell’edilizia (-10,2%) e di alcuni
segmenti dei servizi (riparazioni -9% e trasporti -4,6%).
Parallelamente alla contrazione del fatturato si è avuta, comprensibilmente, anche una
flessione dell’occupazione, -0,7%.
Le previsioni a breve sono, tuttavia, positive soprattutto per il segmento manifatturiero.
Commercio
Il comparto ha confermato ed accentuato la forte divaricazione fra l’andamento della
grande distribuzione e quello degli esercizi di minore dimensione.
In effetti, mentre il 95% degli operatori della grande distribuzione ha registrato aumenti
nelle vendite in tutti i trimestri, nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari e non
alimentari i risultati positivi hanno riguardato nel primo caso soltanto il 50% e nel secondo
meno del 35% degli operatori.
Particolarmente difficile la situazione del segmento dei prodotti per la casa e gli
elettrodomestici nel quale oltre il 40% delle imprese ha registrato un fatturato in
diminuzione.
I pubblici esercizi, bar, pizzerie e ristoranti, hanno sostanzialmente mantenuto le posizioni
anche se, ovviamente, le situazioni sono abbastanza diverse da zona a zona.
Le previsioni sono, nel complesso, moderatamente favorevoli, in conseguenza della ripresa
dei consumi delle famiglie.
Turismo
Nella sezione dedicata all’evoluzione congiunturale del sistema economico della nostra
provincia abbiamo già ampiamente detto degli ottimi risultati complessivi, della brillante
performance della città di Pisa, soprattutto per quanto riguarda i turisti stranieri, e della
straordinaria dinamica del Galilei.
In questo paragrafo ci limitiamo pertanto ad aggiungere due segnalazioni: una per i buoni
risultati del litorale sul fronte alberghiero e l’altra per la ripresa di Volterra, che ha
registrato una moderata crescita complessiva, ma una buona dinamica, al limite delle due
cifre, sul fronte alberghiero.
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Agricoltura
Il settore non ha ancora completamente assorbito gli effetti negativi della riforma del
settore bieticolo saccarifero; riforma che nella nostra provincia ha comportato
l’azzeramento della produzione e una conseguente riduzione del PIL agricolo.
Nonostante questo evento sfavorevole, nel settore non mancano comparti che, puntando
sulla qualità, ottengono buoni risultati. In particolare il vino, favorito dalle condizioni
climatiche, è risultato di qualità eccezionale e, quindi, in grado di proseguire la
penetrazione sui diversi mercati. Anche la produzione di olio è risultata di buona qualità e,
dal punto di vista quantitativo, abbondante.
Si tratta di prodotti molto importanti anche perché aggiungono una impronta di qualità alle
tante attrazioni turistiche della provincia.
In buona espansione anche la produzione di girasole che in una certa misura ha occupato
gli spazi lasciati liberi dalla mancata coltivazione della barbabietola.
Risultati meno soddisfacenti invece, si sono avuti per la frutta, il grado duro ed il mais.
In discreta ripresa, infine, l’agriturismo che nel 2005 aveva registrato una flessione.
Per quanto riguarda la zootecnia, il comparto continua ad incontrare notevoli difficoltà per
la forte concorrenza interna ed estera sui mercati.
Tuttavia alcune delle grandi imprese si sono specializzate in razze tipiche (specialmente la
chianina) e, per questa strada, hanno ottenuto buoni risultati.
Fra le piccole e medie imprese si sono affermate alcune interessanti iniziative ed in
particolare la vendita diretta di prodotti zootecnici e di formaggi ottenuti dalla lavorazione
del latte ovino di propria produzione.
LE PROSPETTIVE A BREVE E MEDIO TERMINE
La ripresa dell’economia italiana prosegue ormai da sei trimestri e le previsioni di
crescita per il biennio 2007-2008 vengono continuamente riviste al rialzo anche da enti di
ricerca ed organismi internazionali. Questo dinamismo è ovviamente favorito dalla robusta
espansione dell’economia mondiale e, a livello europeo, dalla accelerazione dell’economia
tedesca. Tuttavia qualcosa di importante si è mosso nel sistema produttivo del nostro Paese
in quanto per molti anni siamo stati il “fanalino di coda” dell’Europa, mentre ora ci stiamo
portando verso il centro del gruppo.
Lo shock del “made in Italy”, provocato dal massiccio ingresso della Cina sui
mercati mondiali, sembra in via di superamento e molti dei nostri operatori hanno accettato
la sfida asiatica sul piano della qualità e del design, piuttosto che su quello del
protezionismo.
In altri comparti manifatturieri ad alta tecnologia abbiamo ripreso ad esportare con
buona intensità. Lo stesso straordinario rilancio della FIAT segnala un nuovo approccio
alla concorrenza internazionale e allo stesso tempo promuove ottimismo e convinzione fra
i nostri imprenditori.
Anche il settore turistico ha ripreso slancio e si propone di riconquistare le quote di
mercato e le posizioni di eccellenza perdute nell’ultimo decennio.
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Il “contesto”, dunque, è molto favorevole e sarebbe importante che il nostro Paese
ne approfittasse. Proseguendo nelle politiche di promozione della concorrenza, accelerando
la realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali da tempo maturi, spingendo sulla
riforma della pubblica amministrazione, realizzando un welfare che garantisca, allo stesso
tempo, solidarietà e flessibilità.
Si tratta di un elenco di progetti impegnativo e ambizioso. Ma vale la pena di
impegnarsi a realizzarlo, in modo da ridare al Paese il ruolo che merita fra le economie più
sviluppate.
Per quanto ci riguarda, tuttavia, non dobbiamo limitarci a “volare alto”, a discutere
dei grandi progetti che interessano il Paese.
Dobbiamo invece individuare, con grande concretezza, gli obiettivi da perseguire in
sede locale, per consolidare lo sviluppo in atto e porre le basi per ulteriori avanzamenti.
Per nostra fortuna non dobbiamo inventare nulla di nuovo, in quanto i propulsori
dell’economia locale sono sotto i nostri occhi: un settore industriale che in alcuni
importanti segmenti sta crescendo a ritmi sostenuti; un settore turistico in piena
espansione; un aeroporto internazionale che cresce a ritmi da capogiro; grandi servizi
pubblici di eccellenza che producono ricerca e capitale umano e attraggono utenti da tutto
il Paese.
Le istituzioni locali tutte sono chiamate a favorire lo sviluppo di questi comparti e,
soprattutto, ad eliminare gli ostacoli che frenano il loro dinamismo, procedendo con
efficacia e rapidità. In particolare, è necessario proseguire con grande determinazione la
politica delle infrastrutture, materiali ed immateriali, interne ed esterne alla nostra area
economica.
Nelle relazioni degli scorsi anni abbiamo più volte insistito su questo tema, perché
riteniamo che le infrastrutture siano lo strumento cruciale della politica industriale del XXI
secolo, sia a livello nazionale che a livello locale. Da questa considerazione discende il
nostro favore per la realizzazione del porto di Marina di Pisa, il nostro impegno per lo
sviluppo del Canale dei Navicelli e della Darsena Pisana, la nostra costante mobilitazione
per la realizzazione dell’autostrada tirrenica e per il rafforzamento della “pontremolese”.
Si tratta di proposte e progetti su cui continueremo ad insistere, insieme a tutte le
istituzioni locali, anche perché siamo ancora lontani dall’avere ottenuto i risultati
desiderati.
Risultati concreti invece si sono già ampiamente realizzati sul litorale per quanto
riguarda la ristrutturazione delle colonie che, insieme al riordino delle spiagge di
competenza, rappresenta un primo atto per l’intera riqualificazione del Calambrone.
Tuttavia in questa occasione vorremmo porre un accento particolare sulle esigenze
infrastrutturali del nostro aeroporto, in quanto riteniamo che la questione sia molto urgente
e, forse non percepita in maniera adeguata.
Come abbiamo ricordato nel corso della relazione, nel 2006 il Galilei ha superato i
tre milioni di passeggeri, raddoppiando l’utenza in meno di cinque anni. Ai ritmi di crescita
attuali è facile prevedere che, nel giro di pochi anni, supererà i cinque milioni.
Si tratta di un flusso di passeggeri enorme, che offre alla nostra provincia grandi
opportunità di sviluppo sia direttamente, per il crescente numero di occupati nei servizi e
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nelle attività connesse all’aeroporto, sia indirettamente, perché lo sviluppo dell’aeroporto
favorisce le altre attività ed, in particolare, uno dei grandi “motori” dell’economia
provinciale, il settore turistico.
Allo stesso tempo, però, una ulteriore rapida crescita di quelle dimensioni pone
grossi problemi innanzitutto di ordine infrastrutturale, ma anche sul fronte dei servizi.
Per quanto riguarda il primo aspetto si tratta, in primo luogo, di realizzare in tempi
brevi un sistema di parcheggi e di collegamenti con la superstrada in modo da far fronte ad
un aumento della domanda nell’ordine del 60-70%.
Preoccupa non poco, da questo punto di vista, la prolungata ed incomprensibile
interruzione dei lavori (iniziati nel 2001!) per la realizzazione del nuovo accesso alla
superstrada nella zona compresa fra la Darsena Pisana e, appunto, l’aeroporto. Il
“moncone” di strada interrotta, che ci si trova davanti entrando in superstrada, non soltanto
deturpa il paesaggio e crea una impressione di degrado e di abbandono, ma rappresenta
anche un monito all’impegno costante e determinato.
Senza questo impegno, infatti, non si va da nessuna parte e non si costruiscono
infrastrutture, ma ruderi. Quando si iniziano i lavori è necessario portarli a compimento,
possibilmente in tempi brevi.
Un’altra importante esigenza posta dalla impetuosa crescita dell’aeroporto riguarda
i collegamenti ferroviari. In particolare, si pone il problema di una “navetta” che con
grande frequenza colleghi l’aeroporto con la stazione di Pisa Centrale. La soluzione
sembra ovvia e naturale, ma si scontra con le difficoltà create dal passaggio dei treni al
quartiere di San Giusto.
Vista la posta in giuoco ci domandiamo se sia proprio impossibile realizzare un
sottopasso o trovare un’altra soluzione equivalente che concili le esigenze legittime di un
quartiere cittadino con le esigenze di sviluppo di un aeroporto internazionale che
movimenta ogni anno milioni di passeggeri.
Si mettano insieme i responsabili dell’aeroporto, i rappresentanti delle ferrovie e i
rappresentanti della comunità locale e risolvano il problema. La navetta deve essere
realizzata. Rapidamente, molto rapidamente, prima che la gallina dalle uova d’oro muoia
soffocata.
Una notazione, infine, sulle strutture ed i servizi di accoglienza dei passeggeri nella
città di Pisa.
In questi anni la città ha registrato una notevole espansione del settore alberghiero
ed il numero dei posti letto è sensibilmente aumentato.
Si tratta di un trend vistoso e positivo. Tuttavia gli operatori del settore non
debbono fermarsi, debbono guardare avanti e prepararsi a far fronte, nei prossimi anni, ad
un ulteriore forte aumento della domanda.
Inoltre deve essere fortemente aumentato il numero dei taxi che collegano
l’aeroporto con la città di Pisa. Non è decoroso lasciare in attesa lunghe file di persone che
sono giunte qui da tutte le parti del mondo.
Bisogna più in generale perseguire la politica dell’accoglienza per il
consolidamento dell’immagine del territorio e per la fidelizzazione della clientela.
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Infrastrutture, strutture alberghiere e aeroporto sono componenti essenziali di un
sistema economico che ha davanti a sé grandi potenzialità; potenzialità che, se
adeguatamente coltivate, andranno a vantaggio di tutti.
Sta a noi, principalmente a noi, cogliere l’occasione che ci sta davanti.
Per quanto ci riguarda, la Camera di Commercio di Pisa farà, come sempre, la sua
parte mettendo a disposizione degli operatori economici e della comunità locale tutta le
proprie risorse, le proprie competenze, la propria progettualità.
Vorremmo concludere questa relazione con alcune riflessioni sulle importanti
iniziative edilizie di un noto costruttore pisano ad Ospedaletto ed a Cisanello; iniziative
che hanno provocato un vivace dibattito anche sulla stampa locale e nazionale.
A nostro parere i progetti in questione, formulati con la collaborazione di grandi
firme dell’architettura mondiale, sono di altissima qualità e promuoveranno una decisa
riqualificazione di quartieri cittadini attualmente di modesto livello urbanistico.
I progetti prevedono anche la costruzione di importanti edifici di notevole valore
architettonico e di forte originalità.
Come spesso accade in questi casi, le singole opere possono essere soggette a
discussioni ed a critiche, ma non vi è dubbio che nel loro insieme queste iniziative faranno
fare un salto di qualità all’intero tessuto urbano che potrà affiancare al nostro grande
patrimonio storico-artistico edifici moderni di eccezionale prestigio.
Pierfrancesco Pacini
Pisa, 10 maggio 2007
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