Banking Summit 2014 L’economia italiana e il credito nella prospettiva dell’Unione Bancaria Gregorio De Felice Chief economist Milano, 25 settembre 2014 Agenda 1 Economia mondiale in moderata ripresa 2 Italia in recupero dal 2015 3 Scenario del credito in miglioramento 1 I trend per il 2014 e il 2015 Crescita del PIL costantemente più bassa rispetto agli anni pre-crisi. Flussi mondiali di scambi meno dinamici. Performance di crescita diversificate tra gli emergenti. Rischio geopolitico in aumento, con diverse sacche di crisi. Inflazione contenuta nelle economie avanzate. Politiche fiscali nei paesi avanzati ancora focalizzate sul controllo del debito: scarso supporto alla crescita nei prossimi 2 - 3 anni. Tassi bassi e condizioni di liquidità abbondante prevalenti ovunque, ma la Fed e la Bank of England inizieranno ad alzare i tassi nel 2015. 2 La crisi ha lasciato eredità pesanti, che influenzeranno la crescita e le politiche economiche Debito lordo (% del PIL) 120 100.1 108.3 107.1 107.1 106.9 93.5 100 80 104.0 75.7 73.1 80.0 60 40 36.9 35.6 33.5 36.0 40.3 37.8 36.5 34.9 33.7 33.0 20 Paesi avanzati Paesi emergenti 0 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: FMI, Fiscal report, aprile 2014 3 Deleveraging nel settore privato (banche e imprese). Rapporti debito/PIL in aumento nella maggior parte dei paesi avanzati. Sentieri diversi di rientro della disoccupazione Variazioni dei tassi di disoccupazione a partire dal 2008 (%) Titolo Fonte: elaborazioni su dati Thomson Reuters Datastream 4 Crescita globale moderata e stabile 2010 2011 2012 2013 2014P 2015P Intesa Sanpaolo Consensus Intesa Sanpaolo Consensus Stati Uniti Giappone 2.5 4.7 1.8 -0.4 2.8 1.4 1.9 1.5 2.2 1.3 2.1 1.2 3.2 1.3 3.1 1.3 Area euro 1.9 1.8 -0.6 -0.4 0.8 0.9 1.1 1.4 - Germania - Francia - Italia - Spagna OPEC Europa Orientale America Latina Cina India Crescita mondiale 3.8 1.9 1.7 -0.2 2.9 3.7 2.9 10.4 3.8 5.2 3.6 2.1 0.6 0.0 2.4 4.0 2.4 9.3 7.5 3.9 0.4 0.4 -2.4 -1.6 2.2 2.4 2.2 7.7 4.4 3.2 0.1 0.4 -1.8 -1.2 2.7 1.7 2.7 7.7 4.7 3.0 1.5 0.4 -0.2 1.3 2.3 2.2 2.3 7.3 4.8 3.2 1.7 0.5 -0.1 1.2 nd 1.5 1.4 7.4 5.3 3.1 1.7 0.7 0.6 1.7 4.7 3.1 2.3 7.1 5.3 3.8 1.8 1.1 0.9 1.8 nd 2.4 2.4 7.1 5.9 3.6 Fonte: Intesa Sanpaolo - Servizio Studi e Ricerche, Consensus Economics , EMED 5 * Previsioni FMI Agenda 1 Economia mondiale in moderata ripresa 2 Italia in recupero dal 2015 3 Scenario del credito in miglioramento 6 La «fredda» estate italiana 10 luglio: “doccia fredda” dal dato sulla produzione industriale di maggio. 6 agosto: nuovo calo del PIL (-0,2% t/t, dopo il -0,1% t/t d’inizio anno). 12 settembre: brusca flessione della produzione industriale (-1% m/m) in luglio, dopo il rimbalzo del mese precedente. Luglio - agosto: deciso arretramento degli indici di fiducia di imprese e consumatori. Poche notizie positive, tutte di natura esogena: misure della BCE, deprezzamento del cambio. 7 Perché il ciclo è stato finora così deludente? La sorpresa negativa è venuta soprattutto dagli investimenti: costruzioni ampiamente in recessione; andamento flettente degli investimenti in macchinari e attrezzature (-1,5% t/t nel 2°trimestre); contributo negativo dall’energia, visto l’inverno particolarmente mite. Anche le esportazioni hanno deluso, a causa di: tensioni geopolitiche, in particolare con la Russia (in giugno, caduta del 18,6% a/a dell’export italiano verso il Paese); minore domanda dai Paesi emergenti (export verso: America Latina -17,1% a/a, Turchia -15,4%, OPEC -7,5%); euro forte (1,37) nel 1°semestre. 8 Attesa una ripresa degli investimenti … L’incertezza sta frenando le decisioni di investimento. Le condizioni di domanda dovrebbero però migliorare nel 2015, malgrado il ripiegamento degli indici di fiducia. Tra le motivazioni della domanda di prestiti, cresce l’importanza relativa di quelle legate agli investimenti. Gli investimenti potranno trovare supporto nel consolidarsi delle attese di ripresa 40 30 Fid.impr.,attese sull'economia Investimenti in macchinari (reali) 20 Cresce la domanda di credito finalizzata a nuovi investimenti 0 100 20 50 Domanda di credito per investimenti 30 Investimenti in macchinari (reali) 20 10 10 0 -20 0 -40 -10 -60 -20 -100 -30 -150 s-04 -80 s-04 s-06 s-08 s-10 s-12 0 -50 s-14 Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Istat, Markit 9 -10 -20 -30 s-06 s-08 s-10 s-12 s-14 … sostenuta da fattori monetari e fiscali Pagamento dei debiti arretrati della PA: al 23 settembre 31,3 miliardi risultano pagati alle aziende e 38,4 mld sono già stati allocati agli enti debitori per il pagamento. Miglioramento delle condizioni finanziarie e dell’accesso al mercato dei capitali: effetti delle misure BCE (TLTRO + programma di acquisto di ABS); semplificazione delle regole sui corporate bond e estensione a compagnie di assicurazione e società di cartolarizzazione della possibilità di erogare credito; gli effetti della legge “Sabatini-bis”, che dal 31 marzo scorso ha raccolto richieste per oltre 2 miliardi. Incentivi fiscali agli investimenti, in particolare il credito d’imposta del 15% per gli investimenti in macchinari effettuati tra la seconda metà del 2014 e la prima metà del 2015 (una riedizione della Legge Tremonti). 10 L’euro debole spinge la crescita Se permanente, un deprezzamento del cambio EUR/USD pari al 10% esercita, dopo un anno, un impatto del 2,4% sull’export e dell’1,1% sul PIL. Di conseguenza: se il cambio EUR/USD rimanesse agli attuali livelli (1,29 contro l’1,34 medio del 2014) ne deriverebbe un impatto di +0,4% sul PIL nel 2015; se il cambio EUR/USD si muovesse in linea con le nostre previsioni (1,26) l’impatto nel 2015 sarebbe dello 0,6%; Export e tasso di cambio effettivo nominale (variazioni annue) 30 -15 20 -10 10 -5 0 0 -10 l’impatto potrebbe essere significativo già nella parte restante del 2014: se in linea con le nostre previsioni il cambio si attestasse a 1,30 nel 2°semestre, dall’1,37 del primo, l’impatto sul PIL nella seconda metà dell’anno sarebbe di 0,2%. 11 5 -20 -30 10 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Export Italia a/a (sx) Cambio effettivo nominale a/a (scala dx inv.) Fonte: Istat, Markit, BIS, elaborazioni Intesa Sanpaolo Per i consumi il peggio è passato L’andamento della domanda per consumi non è stato finora deludente: 0,2% a metà 2014, prima volta dopo tre anni. L’impatto del bonus Irpef è stato attenuato dall’aumento delle imposte sulla casa e dall’incertezza gravante sullo scenario economico e fiscale. Potere d’acquisto e tasso di risparmio delle famiglie Fiducia dei consumatori e spesa per consumi 110 2 1 105 0 100 -1 95 -2 -3 90 -4 85 Jun-07 Dec-08 Jun-10 Dec-11 Jun-13 -5 Dec-14 Fiducia dei consumatori (+3m) Spesa per consumi a/a, dx Fonte: Istat, elaborazioni Intesa Sanpaolo 12 12 Lo scenario per il 2014-15 2014 2014 2014 2014 2015 2015 2015 1 2 3 4 1 2 3 0.9 0.3 0.7 2.9 3.0 -0.4 -0.1 0.1 0.4 -1.0 -0.1 0.1 -0.2 -0.2 0.1 -0.1 -0.9 1.0 0.1 -0.3 -0.2 0.1 0.0 -0.6 0.4 0.3 -0.1 0.3 0.3 0.1 0.2 0.6 0.7 0.1 0.2 0.2 0.1 0.3 0.7 0.8 0.5 0.2 0.2 0.1 0.4 0.8 0.9 0.9 0.3 0.3 0.1 0.6 0.9 1.0 0.1 -0.1 0.1 0.7 0.1 0.0 -0.2 -0.1 0.0 0.0 0.1 0.2 0.1 0.2 0.1 0.2 0.1 0.3 1.2 12.2 -1.1 9.8 0.3 12.6 0.0 9.5 0.8 12.3 0.8 9.3 0.5 12.6 0.4 12.5 0.0 12.6 0.4 12.6 0.5 12.5 0.7 12.4 1.0 12.2 1.1 1.0 0.8 2013 2014 2015 PIL (prezzi 2005, a/a) - var.ne % t/t Consumi delle famiglie Consumi collettivi Investimenti fissi Importazioni Esportazioni Contributo alla crescita: Commercio estero Domanda finale interna -1.8 -0.2 0.6 -2.6 -0.8 -4.6 -2.9 0.0 0.2 0.4 -1.8 1.6 1.8 0.8 -2.5 Prezzi al consumo (a/a) Disoccupazione (%) Reddito disponibile reale Tasso di risparmio Partite correnti (% PIL) Variazioni percentuali rispetto al periodo precedente, ove non diversamente specificato. 13 Fonte: Intesa Sanpaolo Agenda 1 Economia mondiale in moderata ripresa 2 Italia in recupero dal 2015 3 Scenario del credito in miglioramento 14 Unione Bancaria: verso un sistema bancario più solido e competitivo Fonte: BCE 15 Dal “comprehensive assessment” atteso un maggior grado di trasparenza e di fiducia La BCE sta conducendo una valutazione approfondita (“comprehensive assessment”) della qualità degli attivi bancari: sono coinvolte nell’esercizio 131 banche dall’Eurozona (corrispondenti a 127 gruppi), di cui 15 italiane. La valutazione prevede due passaggi: una asset quality review (AQR), destinata a migliorare il grado di trasparenza delle esposizioni; uno stress test, realizzato in collaborazione con l’EBA, finalizzato a valutare la resilienza delle banche a scenari di stress. Tre gli obiettivi: trasparenza: migliorare la qualità delle informazioni disponibili; interventi correttivi: individuare e intraprendere le azioni di correzione eventualmente necessarie; rafforzamento della fiducia: assicurare a tutti i soggetti interessati dall’attività bancaria che gli istituti sono fondamentalmente sani e affidabili. La valutazione si concluderà entro ottobre. Dal 4 novembre inizierà la supervisione bancaria unica, affidata alla BCE. 16 Superata la restrizione: condizioni di offerta del credito più distese Nel 2°trimestre 2014 le banche italiane hanno allentato gli standard applicati ai prestiti alle imprese, per la prima volta da fine 2009 (sia per le grandi imprese sia per quelle medio-piccole). Variazione dei criteri applicati per il credito alle imprese (% netta: irrigidimento–allentamento) 100 effettiva 80 attesa Restrizione dell’offerta 60 40 20 0 -20 -40 2008q3 Allentamento 2009q3 2010q3 2011q3 Fonte: Banca d’Italia, Indagine trimestrale sul credito bancario (BLS) 17 17 2012q3 2013q3 2014q3 Le imprese giudicano migliorate le condizioni di accesso ai prestiti Nei mesi estivi si è ulteriormente ridotta la percentuale di imprese che giudicano le condizioni di accesso al credito meno favorevoli di tre mesi prima (15% circa a luglio-agosto, quasi dimezzata rispetto a fine 2013). % delle imprese manifatturiere che giudicano meno favorevoli le condizioni di accesso al credito rispetto ai 3 mesi precedenti 50 40 piccole medie grandi 30 totale 20 10 0 apr10 ago10 dic10 apr11 ago11 dic11 apr12 ago12 dic12 apr13 ago13 dic13 apr14 ago14 Fonte: Istat 18 18 L’ampio divario tra i tassi sugli impieghi … L’elevato differenziale tra paesi nei tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie rappresenta uno svantaggio competitivo per i prenditori nei paesi periferici. Differenziale tra i tassi alle imprese nei paesi periferici e core dell’Eurozona Tasso variabile (*) sui nuovi prestiti fino a 1M alle società non finanziarie (%) (**) 7 Gap GER+FRA+NL ESP+PRT+ITA 6 5 4 3 2 1 0 lug-08 lug-09 lug-10 lug-11 lug-12 Nota: (*) Periodo di determinazione iniziale del tasso fino ad 1 anno. (**) Media ponderata con le consistenze di prestiti alle società non finanziarie a fine 2012 Fonte: BCE ed elaborazioni Intesa Sanpaolo 19 lug-13 lug-14 … finalmente mostra segnali di riduzione Il coefficiente di variazione tra paesi dei tassi sui nuovi prestiti diversi dai conti correnti ha cominciato a ridursi a fine 2013; in calo in particolare quello riferito ai prestiti di importo più contenuto (fino a 1M). Coefficiente di variazione tra paesi dei tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie (*) 0.40 0.35 Prestiti diversi dai conti correnti di 0.30 0.25 0.20 Oltre 1M 0.15 Fino a e incluso 1M 0.10 0.05 0.00 lug03 lug04 lug05 lug06 lug07 lug08 lug09 lug10 lug11 lug12 lug13 lug14 Nota: (*) I coefficienti di variazione, forniti dalla BCE per ogni tasso armonizzato, misurano la dispersione dei tassi praticati nei singoli paesi membri rispetto alla media dell’area euro. Il coefficiente di variazione è calcolato come deviazione standard ponderata dei tassi tra paesi rapportata al tasso medio dell’area euro. Fonte: Intesa Sanpaolo su dati BCE 20 Gap in calo anche in Italia Nel 2°trimestre 2014, e specialmente a giugno, il tasso medio sui nuovi prestiti alle società non finanziarie si è ridotto significativamente. Il gap di tasso rispetto all’Eurozona è sceso a 40 bps, sui minimi dall’autunno 2011. Tasso medio sui nuovi prestiti alle società non finanziarie (%) Prestiti fino a 1 milione di euro 6.0 Italia - Area euro (scala dx) Italia Area Euro Prestiti oltre 1 milione di euro 2.0 6.0 1.5 4.5 3.0 1.0 3.0 1.0 1.5 0.5 1.5 0.5 0.0 0.0 0.0 0.0 4.5 -1.5 lug09 lug10 lug11 lug12 lug13 -0.5 lug14 -1.5 lug09 lug10 Fonte: Banca d’Italia, BCE, elaborazioni Intesa Sanpaolo 21 2.0 Italia - Area euro (scala dx) Italia Area euro lug11 lug12 1.5 lug13 -0.5 lug14 Cosa spiega il differenziale di tasso? Diversi fattori contribuiscono a spiegare il gap di tasso: il costo del funding, i costi operativi, il costo del rischio. il costo del funding si è ridotto sia sul mercato retail sia su quello all’ingrosso, grazie anche alla convergenza dei tassi sui titoli sovrani. Tuttavia, lo spread sovrano resta e resterà più alto del livello pre-crisi, continuando a pesare sul costo del funding delle banche italiane; le banche italiane hanno ottenuto risultati significativi sul fronte dell’efficienza operativa: il cost /income di una buona banca italiana è inferiore al 50%, rispetto ad una media di oltre il 60% per un campione di grandi banche europee; l’elemento chiave è il costo del cattivo credito, che in Italia rimane superiore ad altri paesi europei. Nel 1°semestre 2014 il costo del cattivo credito delle prime 5 banche italiane è stato in media di 128pb (annualizzato), più che doppio rispetto ai 57pb di un campione di grandi banche europee. Pesano i ritardi strutturali del sistema paese. 22 La qualità del credito resta tra le maggiori criticità La crescita delle sofferenze mostra un lieve rallentamento: +20,5% a/a in luglio, da +25% circa a fine 2013. Lo stock di sofferenze lorde ha raggiunto 172 miliardi e il 9% dei prestiti. Rapporto Sofferenze / Prestiti (%) 9 172mld 8 7 6 51mld costruzioni e immobiliare 5 4 3 Discontinuità statistica 2 1 40 mld 0 lug08 lug09 lug10 lug11 lug12 Fonte: Banca d’Italia, elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo 23 lug13 lug14 In sintesi Tra il 2014 e il 2015 l’economia mondiale crescerà a ritmi modesti, risultato di dinamiche locali divergenti; la presenza di diverse sacche di crisi potrà incidere negativamente sul clima di fiducia. Nel caso dell’Italia, la deludente serie di dati diffusa nel corso dell’estate ha portato ad una nuova revisione in senso peggiorativo delle stime di crescita dell’economia. In prospettiva si delinea però qualche elemento positivo: gli incentivi fiscali e il miglioramento delle condizioni monetarie contribuiranno alla ripresa degli investimenti, mentre l’euro debole offrirà sostegno all’export. Segnali di miglioramento si registrano anche per il mercato del credito, sotto il profilo sia dell’offerta che della domanda; il progredire dell’Unione Bancaria contribuirà a consolidare la fiducia dei mercati verso il sistema bancario. Grazie alla riduzione del costo del funding e al miglioramento dell’efficienza operativa, appare finalmente in calo anche il gap di tasso con i paesi core dell’Eurozona. Persistono tuttavia le criticità rappresentate dall’alto costo del cattivo credito e dalla necessità di riforme strutturali. 24