La pesca nel quadro dell’economia dell’ambiente
1. Economia e ambiente
2. Le risorse naturali
3. Lo sviluppo sostenibile nel settore della pesca
Economia delle risorse biologiche marine - Giacomo Branca, Universitá della Tuscia
1. Economia e ambiente
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I modelli economici semplici ignorano le relazioni tra
ambiente ed economia.
Schema tradizionale: Impresa-Mercato-Famiglia
Sistema economico lineare:
Risorse (N) –Produzione (P) –Consumo (C)-Utilità
(U)
Prima legge della termodinamica: “ogni estrazione,
produzione o consumo di risorse comporta la creazione
di una quantità di residui uguale (materia/energia) alle
risorse impiegate”
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Sistema economico circolare:
N-P-C-U + R (rifiuti) e r (riciclaggio)
Seconda legge della termodinamica “in un
sistema chiuso, l’entropia dello stato di
equilibrio tende ad essere massima” →
nessun processo di riciclaggio è efficiente
al 100%
r funzione di A (capacitá di assimilazione
dell’ambiente)
Carlson:….Silent spring…
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Natural Environment
r
Recycled (R p )
Residuals (R p )
Raw Materials (M)
Producers
Goods
Discharged
(Rpd )
(G)
Consumers
Residuals
(Rc )
Discharged
d
(Rc )
r
Recycled (R c )
Natural Environment
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Sourc e 1
Sourc e 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sourc e n
Production
Production
Production
Residuals
Residuals
Residuals
Residual Handling
(treatment, storage,
recycling ...)
Residual Handling
(treatment, storage,
recycling ...)
Residual Handling
(treatment, storage,
recycling ...)
Emissions
(time, type,
location)
Emissions
(time, type,
location)
Emissions
(time, type,
location)
Land
Air
Water
Physical, chemical, hydrological,
meterological processes
Ambient quality
Land, Air, Water
Human and non-human exposures
susceptabilities and values
Human and ecosystem
damages
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2. Le risorse naturali
• Economia delle risorse: analizza in che modo le
risorse naturali vengono utilizzate nel sistema
economico e suggerisce elementi per una gestione
ottimale e sostenibile delle risorse.
• Economia dell’ambiente: studia gli effetti dell’attività
economica sull’ambiente e suggerisce elementi per
un’attività economica a ridotto impatto ambientale.
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• Risorse non rinnovabili:
–
–
–
–
Combustibili fossili e minerali
Ritmo di accrescimento molto lento – stock fisso
Sfruttamento impoverisce le riserve accumulate nel sottosuolo
Politiche/modelli per lo sfruttamento ottimale
• Risorse rinnovabili:
– Risorse ittiche e faunistiche, agricole e forestali, energia solare,
onde e maree….
– Capacità di ricostituirsi: cicli naturali brevi, dipendono da
fenomeni biologici di nascita-crescita-morte che si ripetno a
ciclo continuo
– Rinnovamento limitato dalla carrying capacity dell’ambiente
– Prelievo antropico: raccogliere solo l’incremento dello stock….
– Replica del ciclo prelievo-ricostituzione-prelievo se non c’e’
eccessivo sfruttamento e non cambia habitat naturale…..
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3. Lo sviluppo sostenibile nel settore della pesca
• XX secolo: crescente preoccupazione circa la
sostenibilità degli stock
• Sviluppo sostenibile: “E’ sostenibile quello sviluppo nel
quale l’uso delle risorse ambientali da parte della
generazione presente per accrescere il proprio benessere,
non compromette la possibilità di crescita del benessere
delle generazioni future”
• Concetto divenuto per la prima volta di uso diffuso nel
1987: documento Our Common Future (Rapporto
Bruntland) della World Commission on Environment
and Development (UN). Questo documento segna
l’inizio di numerose iniziative politiche in sede UN su
numerose tematiche ambientali
• Ripreso dalla Conferenza di Rio (1992)
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• Dibattito sull’uso e accesso alle risorse avviato molto
prima (problema estensione territorialità acque
internazionali):
– Aia, 1930, Societá delle Nazioni: Codificazione
progressiva del diritto internazionale
– Ginevra, 1958, ONU: I Conferenza sul diritto del mare
(resta aperta questione acque territoriali)
– Ginevra, 1960, ONU: II Conferenza sul diritto del mare
(resta aperta questione sfruttamento risorse marine)
– Caracas/Montego Bay, 1973/82: III Conferenza sul diritto
del mare (nuova Convenzione, firmata da 60 paesi solo nel
1993).
 Accordo avversato soprattutto da paesi dotati di grandi flotte di
pescherecci (es. USA, URSS, UK, Turchia, Venezuela)
 Contrari alla nascita delle EEZ – Economic exclisve zones (acque
territoriali)
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• Punti maggiormente significativi della Convenzione:
1. Possibilitá di estendere le EEZ fino a 200 miglia dalla
costa
2. Paesi costieri possono determinare i quantitativi di risorse
ittiche catturabili nelle EEZ
3. Obbligo alla conservazione delle risorse ittiche (tutela e
ottima utilizzazione)
4. Possibilitá di cedere quote delle risorse disponibili ad altri
paesi (se propria flotta non in grado di sfruttare) – ad es.
ai Land Locked States (LLS)
5. Cooperazione con le organizzazioni internazionali (stock
migratori, trans zonali e condivisi) – importante per i PVS
(es. supporto scientifico per valutazione e gestione degli
stock; garantire rispetto prioritá accesso). Anche riduzione
divario tecnologico tra Paesi sviluppati e PVS,
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• La Convenzione non ha interessato le aree dove vi
sono spazi ristretti
– Ad esempio Mar Mediterraneo:
• Nessuna area è ampia 400 miglia
• Permane la delimitazione delle acque territoriali a 12 miglia
• Oltre 12 miglia si tratta di acque internazionali (gestione delle
risorse sottratta alla responsabilità dei singoli Stati)
• La Convenzione ha beneficiato i Paesi costieri 9lo
Stato costiero è l’unico responsabile dell’attivitá nelle
EEZ) ed ha limitato l’attivitá economica delle grandi
flotte
• Pesca alto mare: no limiti alla libertá, ma obbligo di
adottare misure di conservazione delle risorse e di
cooperazione internaz.
Ma:  pratica del ‘deflagging’ = registrarsi in Paesi che non
applicano la Convenzione
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• Roma, 1993, trattato internazionale (FAO)
– Singoli Paesi responsabili attività pesca delle proprie flotte che
devono rispettare le norme internazionali salvaguardia risorse
• Rio, 1992, Conf. Sviluppo sostenibile (UNCED)
– Cambiamenti climatici; Tutela biodiversitá; Agenda 21
(sviluppo & sostenibilitá)
– Pesca: approvazione delle indicazioni che hanno portato
all’adozione del ‘Codice di Condotta per una pesca
responsabile’ (Conferenza FAO, 1995)
• Principio precauzionale  pesca condotta in modo da
min. rischio danni irreversibili. In assenza di indicaz.
scientifiche adozione di misure prudenti
• Reykjavik, 2001, ‘Conferenza sulla Pesca responsabile begli
Ecosistemi Marini’
• Approccio ecosistemico  gestione durevole non solo
degli stock ma anche dell’habitat naturale, senza
trascurare aspetti economico-sociali
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– Importante ruolo delle organizzazioni internazionali
della pesca
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•
Evoluzione del diritto del mare
Attribuzione ruoli ai singoli Stati
Spinta verso la gestione sostenibile degli stock
….ma ciò non sembra sufficiente per assicurare
un’adeguata conservazione degli stock per le generazioni
future…..
– Ruolo delle organizzazioni regionali della pesca
• Raccomandazioni relative alla gestione degli stock (ma
alla fine la sovranitá è nazionale)
• Obiettivi divergenti (es. paesi sviluppati con flotte grandi
vs PVS, paesi costieri vs. paesi non costieri…) rendono
difficile gestione
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Ad esempio Commissione generale pesca nel
mediterraneo (General Fisheries Commission for the
Mediterranean CGPM)
• Nata nel 1949, operativa dal 1963, modificata nel 1997
• Obiettivi:
–
–
–
–
–
–
tenere sotto controllo stock risorse;
raccomandazioni circa metodi & attrezzi di pesca;
prescrizione misure di controllo & chiusura aree di pesca;
attivitá di ricerca e sviluppo;
esame aspetti socio-economici industria pesca, pubblicaz informaz.;
promozione programmi miglioramento acquacolttura e pesca
costiera
• Attivati 4 Progetti sub-regionali:
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–
–
COPEMED: paesi Mediterraneo occidentale + centrale
ADRIAMED: paesi Adriatico
MEDSUDMED: stretto Sicilia
EASTMED: paesi Mediterraneo orientale
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Risorse
• Spagnolo M., Elementi di economia e gestione della pesca, cap. 1
• Code of Conduct for Responsible Fisheries:
http://www.fao.org/fishery/code/en
• FAO Fisheries and Aquaculture Department:
http://www.fao.org/fishery/en
• European Commission, Fishery
http://ec.europa.eu/fisheries/index_en.htm
• General Fisheries Commission for the Mediterranean
http://www.gfcm.org/gfcm/en
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