Deutsche Asset & Wealth Management CIO View / Outlook 2014 Banche centrali – Il fattore potenza Dati & Stime 2 / 16 CIO View Dati & Stime Dati Economici Crescita del PIL in % USA Eurozona UK Giappone Cina Mondo Inflazione in % 2012 2.2 -0.6 2.2 1.9 7.8 2.9 2013F 1.7 -0.4 1.4 2.0 7.5 3.1 2014F 2.8 0.7 2.4 1.5 7.5 3.7 USA Eurozona UK Giappone Cina 2012 2.1 2.5 2.1 0.0 2.5 2013F 1.3 1.3 2.7 0.2 2.8 2014F 1.7 1.5 2.5 1.5 3.1 Mercati Indici Azionari USA (S&P 500) Eurozona (Euro STOXX 50) Germania (DAX) Europa (Stoxx 600) Giappone (MSCI Japan) MSCI Asia ex-Japan* MSCI Emerging Markets* Tassi d’interesse ufficiali in % Attuale 1,792 3,081 9,225 325 766 556 1,025 Fine 2014 1,900 3,400 10,150 360 820 625 1,120 Commodity Greggio (WTI)* Oro* Argento* Rame* Alluminio* Attuale 93 1,274 20,66 7,014 1,904 Fine 2014 94 1,300 25,00 7,100 1,800 USA (federal funds rates) Eurozona (reference rate) UK (base rate) Giappone (reference rate) Attuale 0-0.25 0.25 0.50 0.10 Fine 2014 0.25 0.25 0.50 0.10 Attuale 0.29 2.70 0.12 1.72 2.77 0.09 0.63 Fine 2014 0.75 3.55 0.45 2.25 3.25 0.15 0.90 Attuale 1.35 100.00 1.23 1.61 6.09 Fine 2014 1.28 110.00 1.26 1.65 6.03 Tassi d’interesse ufficiali in % USA, 2 anni USA, 10 anni Germania, 2 anni Germania, 10 anni UK, 10 anni Giappone, 2 anni Giappone, 10 anni * In U.S. dollars. Valute Fonte: Bloomberg, dati al 18/11/13. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Non è possibile investire direttamente in un indice. La lettera “F” indica una stima (“Forecast”). I dati relativi a 2013, 2014 e dicembre 2014 sono stime a metà novembre 2013. Non ci sono garanzie che le stime o gli obiettivi vengano confermati. Le stime si basano su valutazioni, ipotesi, opinioni e analisi o modelli ipotetici che potrebbero non essere confermati. EUR / USD USD / JPY EUR / CHF GBP / USD USD / CNY Definizioni Correlazione è una misura del grado di relazione lineare tra due variabili nel tempo; può variare tra +1 (perfetta correlazione diretta) e -1 (perfetta correlazione inversa). L’indice DAX (Deutscher Aktien Index) misura la performance dei 30 titoli tedeschi a maggiore capitalizzazione quotati alla Borsa di Francoforte. L’indice EURO STOXX 50 misura la performance dei titoli blue-chip dell’Eurozona. Il Prodotto interno lordo (Pil) è il valore di tutti i beni e servizi prodotti dall’economia di un Paese. L’indice ISM manifatturiero (Institute of Supply Management Manufacturing Index) misura l’andamento dell’attività manifatturiera negli Stati Uniti. M3 è il più ampio aggregato monetario, utilizzato dagli economisti per stimare l’intera massa monetaria in circolazione. L’indice MSCI Emerging Markets misura la performance dei titoli di selezionati mercati emergenti. L’indice NAHB (National Association of Homebuilders) misura l’andamento dei mercati immobiliari statunitensi. L’indice Nikkei 225 Stock Average (Nikkei) misura la performance delle 225 principali blue-chip quotate alla Borsa di Tokyo. Il rapporto prezzo/utili (P/E) è il rapporto tra il prezzo corrente di un titolo e il relativo utile per azione. L’indice Pmi (Purchasing Managers Index) misura il sentiment dei direttori d’acquisto di un settore. Allentamento quantitativo è l’immissione di nuova moneta nel sistema da parte di una banca centrale. Differenziale (spread) indica il rendimento in eccesso offerto da vari settori obbligazionari rispetto a strumenti finanziari con scadenze simili. Quando lo spread si allarga, la differenza di rendimento tra le obbligazioni dei due settori oggetto di comparazione aumenta. Quando lo spread si restringe avviene il contrario. Spread-to-worst è la differenza percentuale di rendimento tra le classi di titoli con la migliore e la peggiore performance, calcolata sottraendo la seconda alla prima. L’indice S&P 500 traccia la performance dei 500 principali titoli azionari statunitensi ed è considerato ampiamente rappresentativo del mercato azionario Usa. L’indice S&P GSCI (Goldman Sachs Commodity Index) è un indice composito dei rendimenti delle materie prime, rappresentativo di un investimento a lungo termine, non a leva, in future su commodity. Gli indici S&P GSCI dei settori energia, metalli industriali e agricoltura sono sottoindici dell’S&P GSCI Commodity Index. L’indice STOXX Europe 600 misura la performance di 600 società di 18 paesi della regione Europa. CIO View Editoriale 3 / 16 Il fattore potenza Stati Uniti in testa, seguiti dall’Europa: la ripresa proseguirà nel 2014, ma la navigazione non sarà facile. La domanda non è più se il tapering ci sarà oppure no, né quando potrebbe avere inizio: se la ripresa economica proseguirà secondo le aspettative, probabilmente la Fed potrebbe iniziare a ridurre le iniezioni di liquidità entro marzo 2014. In definitiva, il timing del tapering sarà dettato da quattro fattori: l’inflazione, la disoccupazione, l’esito dei negoziati di bilancio e l’andamento del mercato immobiliare. In questo momento, la domanda più pertinente è cosa accadrà una volta iniziato il tapering. Come reagiranno i mercati dei capitali dopo anni di crescenti stimoli monetari? È possibile che i tassi di interesse aumentino ben oltre i recenti livelli? Quali saranno le ripercussioni sul costo del capitale? Il dollaro subirà un forte apprezzamento e risucchierà i capitali dai mercati emergenti? Nel 2014, le giuste risposte a queste domande faranno la differenza tra successo e insuccesso sui mercati finanziari. Dr. Asoka Woehrmann Co-Chief Investment Officer Gli investitori non devono aspettarsi che altri paesi possano controbilanciare il tapering degli Stati Uniti. Anche se la Fed agirà individualmente, mentre altre banche centrali quali la Bank of Japan (BoJ) apriranno i rubinetti della liquidità, la politica monetaria statunitense dovrebbe avere ripercussioni a livello mondiale. Fin dal crac Lehman l’Europa ha seguito la traiettoria di ripresa economica degli Stati Uniti, pur accumulando un notevole ritardo, ma nella sua agenda non figura ancora una politica monetaria più restrittiva. Piuttosto, le autorità europee hanno un focus più spiccato sul consolidamento del sistema bancario, che negli Stati Uniti è già stato pressoché raggiunto con la liquidazione di oltre 450 istituti finanziari tra il 2008 e il 2012. Nei prossimi mesi, la riapertura del dibattito sull’unione bancaria potrebbe rappresentare una delle principali cause di volatilità in Europa. Randy Brown Il quadro che emerge è sostanzialmente noto: gli Stati Uniti si sono portati in vantaggio e continuano la loro corsa, con un’economia assai più stabile di quella europea, e se non ci sarà l’autogol di un‘altra serrata del governo dovrebbero riuscire a mantenere questa traiettoria di crescita moderata. Ma le vere sorprese potrebbero riservarle l’Europa e i mercati emergenti, in particolare le loro piazze azionarie, non da ultimo perché molti investitori ne sono rimasti alla larga. Un’inversione dei flussi potrebbe spingere al rialzo i listini azionari. Indice Co-Chief Investment Officer Outlook 2014 Macro Svolte a sorpresa | Pagina 4 Equity In salita | Pagina 6 Fixed Income Divario in aumento | Pagina 8 Alternativi Commodity e Real Estate | Pagina 10 Multi Asset Prevedere l’incertezza | Pagina 12 Valutazioni & Global CIO View | Pagina 14 Macro 4 / 16 CIO View Svolte a sorpresa Le recenti mosse della Fed e della Bce suggeriscono un orientamento ancora espansivo delle politiche monetarie. “Non ci impegniamo mai in anticipo”. Questo era il motto del secondo Presidente della Banca centrale europea (Bce), Jean-Claude Trichet. Il suo successore, Mario Draghi, ha assunto una linea molto diversa, dichiarando in più occasioni, durante i mesi estivi, che i tassi di riferimento rimarranno bassi per un periodo prolungato, o potrebbero addirittura subire un taglio. Nonostante ciò, in agosto e settembre i mercati dei capitali sono saliti, e questo è stato uno dei principali motivi che hanno indotto la Bce a ridurre il tasso di riferimento da 0,50 a 0,25 percento all’inizio di novembre. Di conseguenza, l’euro e i tassi di interesse sono diminuiti, mentre i mercati azionari hanno raggiunto nuovi massimi. DeAWM ritiene che i tassi di riferimento probabilmente rimarranno bassi anche negli Stati Uniti. Janet Yellen, nominata alla guida della Fed, in un’audizione al Senato ha confermato che seguirà la direzione impostata da Ben Bernanke: “Sono convinta che sostenere oggi la ripresa sia il percorso più sicuro per tornare a un approccio di politica monetaria più normale“. La politica monetaria ultra-accomodante della Fed sta avendo effetto: persino l’ingente taglio della spesa pubblica dal 6,5 percento del Pil nel 2012 al 4 percento circa nel 2013, con l’obiettivo di ridurre il deficit fiscale, non ha fatto deragliare l’economia. Data la probabilità che questo “fiscal drag” sia prossimo alla fine, l’economia statunitense potrebbe guadagnare momentum. Le nostre attese sono per un’accelerazione della crescita Usa dall’1,7 percento di quest’anno al 2,8 percento nel 2014. Tapering rimandato Tutti si aspettavano che la Fed avrebbe avviato il tapering (ovvero la riduzione dei propri acquisti di titoli) a settembre, ma la data è stata rinviata a causa della disputa sul bilancio. Con l’accelerazione della crescita, il dibattito sulla riduzione dell’allentamento quantitativo è destinato a riaccendersi. Riteniamo assai probabile un avvio del tapering a marzo 2014, per quanto sia comunque possibile un leggero anticipo. La Fed procederà con cautela e metterà in atto la sua forward guidance. Ripresa economica nei Paesi del Sud Europa L’economia dell’Eurozona ha accumulato un ritardo rispetto a quella statunitense. Quest’anno il Pil della regione dovrebbe ridursi ulteriormente dello 0,4 percento, Nuove costruzioni di abitazioni e permessi di costruzione negli Stati Uniti milioni di unità 2500 2000 1500 1000 500 0 1990 92 94 96 Housing starts (000), l.h.s. 98 00 02 04 06 08 10 Impieghi a imprese non finanziarie dell’Eurozona e massa monetaria punti Indice 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 12 2014 Housing permits (000), l.h.s. NAHB Index, r.h.s. in % anno su anno 20 105 15 100 10 95 5 90 0 85 80 -5 75 -10 199920112012 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 EUZ - Lending to NFC Japan CPI Y/Y % 12 13 M3 Tokyo CPI Y/Y in % Fonti: Census, Bloomberg Finance LP, DeAWM Macro Research; dati a 11/2013 Fonti: DeAWM Macro Research, Eurostat, ECB; dati a 11/2013 Lenta ripresa sul mercato immobiliare Usa Ostacoli al credito L’indice NAHB, che misura le aspettative del settore edilizio, è uno dei principali indicatori anticipatori del mercato immobiliare Usa. Letture dell’indice superiori a 50 punti indicano che le società di costruzioni si aspettano una ripresa. Le società del Sud Europa hanno ancora un accesso limitato al credito, e questo ostacola l’attività industriale. La Bce intende rimediare a questa interruzione del meccanismo di trasmissione. CIO View Macro 5 / 16 tornando poi a una crescita dello 0,7 percento nel 2014 grazie alla ripresa economica nei Paesi del Sud Europa, dove i governi sono riusciti a consolidare i propri bilanci realizzando maggiori risparmi. La crescente competitività della periferia ha fornito a questi Paesi l’opportunità di ridurre il disavanzo delle partite correnti e di aumentare le esportazioni. Mood più positivo in Giappone La politica monetaria espansiva si è rivelata efficace anche in Giappone. Il Rapporto Tankan sulla situazione economica generale pubblicato dalla Bank of Japan attualmente presenta un quadro molto più vivace: lo yen si è indebolito, rilanciando le esportazioni, gli ordini di macchinari e attrezzature sono aumentati e l’inflazione inerziale è salita oltre lo zero. L’intenzione del governo di Tokyo di aumentare l’imposta sul valore aggiunto dal cinque all’otto percento ad aprile 2014 potrebbe rappresentare un freno per la crescita; come contromisura, l’amministrazione Abe intende ridurre l’imposta sulle imprese. Per il 2014 si prevede una stabilizzazione della ripresa in Europa, Stati Uniti e Giappone. I Paesi emergenti probabilmente saranno ancora il motore dell’economia globale, ma nei prossimi anni i mercati sviluppati dovrebbero riuscire a ridurre parzialmente il divario di crescita. Un argomento che suscita grande interesse nel mondo emergente è il piano di riforme della Cina, che mira a passare da un modello di crescita orientato alle esportazioni e agli investimenti a un’economia trainata dai consumi. Nel breve periodo la transizione potrebbe creare pressioni nel Paese, ma Pechino intende assicurare che la crescita non scenda sotto il 7,5% nel 2014. Aumento della produzione industriale in Cina. Le prime due frecce dell’Abenomics, il pacchetto di stimoli e le misure di politica monetaria, sono state scoccate, mentre la terza, la riforma strutturale, rimane nella faretra. Le principali questioni sul tappeto sono la liberalizzazione del mercato del lavoro, del sistema sanitario e del mercato agricolo e la definizione dell’orientamento delle politiche giapponesi sull’energia e sull’immigrazione. Ci aspettiamo che entro dicembre sarà fatta maggiore chiarezza su questi argomenti. Stabilizzazione raggiunta In Cina la crescita della produzione industriale è tornata sopra il 10 percento. L’aumento dell’indice Pmi dell’industria e del terziario oltre la soglia di 50 punti ha alimentato le aspettative di una robusta crescita cinese nel 2014. in % anno su anno 105 25 100 20 95 1590 1085 80 5 75 0 Le tre frecce Feb20112012 11 Aug 11 Feb 12 Aug 12 Feb 13 Aug 13 IndustrialDomestic production (China) M1 Demand Fonte: Bloomberg Finance LP; dati a 11/2013 Considerati tutti questi fattori, nel 2014 i dati economici mondiali dovrebbero essere positivi. I rendimenti reali sui cosiddetti investimenti risk-free rimarranno probabilmente bassi. Il processo di rotazione dalle obbligazioni - con In breve tassi di interesse reali bassi o ne La ripresa economica sta guadagnando gativi - alle azioni potrebbe subire vigore a livello globale. un’accelerazione. Nei mercati sviluppati la politica monetaria rimane espansiva. Il contesto si conferma complessivamente positivo per i titoli azionari. Equity 6 / 16 CIO View In salita I mercati azionari stanno salendo, tuttavia molti investitori sono ancora sottoinvestiti. L’impegno di Janet Yellen, prossimo Presidente della Fed, a mantenere una politica monetaria accomodante ha innescato un ulteriore rialzo dei listini. L’indice S&P 500 ha raggiunto la quota record di 1.800 punti, e anche il DAX ha toccato massimi storici a Novembre. La forte ripresa dei mercati azionari - iniziata nel 2009, non molto tempo dopo la crisi finanziaria globale - sta proseguendo. Vantaggio di rendimento per i titoli azionari Azioni brillanti Dall’anno scorso i titoli azionari sono sostenuti dall’espansione di multipli quali il rapporto prezzo/utili, ma la situazione dovrebbe cambiare nel 2014. Il miglioramento del contesto economico probabilmente imprimerà un’accelerazione alla crescita degli utili, con la possibilità di un ulteriore slancio per i mercati azionari nei prossimi 12 mesi. In base agli utili degli ultimi quattro trimestri, il rapporto prezzo/utili (P/E) dell’S&P 500 è ora pari a 16, un livello sostanzialmente in linea con la media a lungo termine. Il confronto tra il rendimento degli utili (ovvero il rapporto tra gli utili aziendali e la capitalizzazione di mercato) per l’S&P 500 e il rendimento obbligazionario dei Treasury rivela che le azioni offrono un vantaggio in termini di rendimento. Rispetto alle obbligazioni, i titoli azionari presentano valutazioni favorevoli, tuttavia gli investitori sanno che questo rapporto risulta distorto dall’allentamento quantitativo. Un ulteriore aumento delle valutazioni azionarie (P/E) è improbabile, pertanto il focus è sull’andamento degli utili attesi. Il miglioramento degli indicatori anticipatori negli Stati Uniti, in Giappone e nell’Eurozona ha alimentato le aspettative di una performance complessivamente positiva degli utili. Secondo le stime, anche nei mercati emergenti la crescita media degli utili aziendali dovrebbe raggiungere il 13 percento circa nel 2014. Sebbene le azioni emergenti presentino valutazioni favorevoli rispetto ai titoli europei e statunitensi, la volatilità degli ultimi anni dimostra che sono anche più rischiose, e il loro sconto per il rischio appare giustificato. Una stretta correlazione Elevato potenziale di recupero L’indice Ism manifatturiero rappresenta il 75 percento degli utili delle società dell‘S&P 500. L’indice dei direttori d’acquisto statunitense, attualmente a 56 punti, ci induce a prevedere un solido aumento degli utili per le società dell’S&P 500, nonostante i livelli attuali. In Europa gli utili aziendali hanno evidenziato una certa debolezza e attualmente sono inferiori del 20 percento circa rispetto ai livelli del 2007, pertanto le società europee hanno ancora la possibilità di aumentare nettamente la propria redditività. Indice Ism e andamento degli utili negli Stati Uniti Andamento degli utili aziendali % anno su anno 105 50 Punti indice 65 105 120 40 100 56.40 60 110 100 2095 55 30 10 punti indice 100 95 90 90 50 4085 45 85 70 2080 40 80 60 10 30 50 75 0 30 751997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 S&P 20112012 500 - earnings per share growth (l.h.s.) ISM Index (r.h.s.) Spain Greece Portugal Fonte: DeAWM, FactSet; dati a 11/2013 2013 116.16 90 80 78.36 2008 2009 2010 2011 2012 20112012 Stoxx 600 - earnings per share S&P 500 - earnings per share Portugal Spain Greece Fonte: DeAWM, Bloomberg Finance LP; dati a 11/2013 2013 Equity CIO View 7 / 16 Secondo le nostre attese saranno le società giapponesi a realizzare la maggiore crescita degli utili. La svalutazione dello yen, associata all’Abenomics (v. pag. 5), ci induce a prevedere un aumento del 30 percento circa, anche se il P/E medio delle azioni giapponesi attualmente si attesta intorno a 18,7. Di conseguenza, solo una parte dell’aumento degli utili dovrebbe assicurare il rialzo delle quotazioni azionarie, mentre il resto probabilmente determinerà una riduzione dei premi al rischio. Includendo i dividendi, i portafogli con posizioni negli Stati Uniti e in Giappone possono sperare in rendimenti potenzialmente elevati (ad una cifra) entro la fine del 2014. Per gli indici Stoxx 600 ed EuroStoxx 50 ci aspettiamo che i prezzi e il reddito da dividendi saranno del 30 percento superiori rispetto a Usa e Giappone. Grazie al consolidamento delle finanze pubbliche e alla riduzione delle disparità tra le diverse economie l’Europa sta ritrovando la sua traiettoria di crescita, pertanto ci aspettiamo un forte aumento degli utili aziendali (14 percento per lo Stoxx 600 e 15 percento per l‘EuroStoxx 50). Potremmo inoltre assistere a un’impennata degli utili nel settore finanziario europeo. Preferenza per i settori sensibili al ciclo economico Con il consolidarsi della ripresa economica a livello globale, il focus si dovrebbe spostare sui settori sensibili al ciclo economico, quali beni di consumo ciclici, gli industriali e i servizi finanziari. Secondo le attese anche le small-cap beneficeranno della maggiore crescita economica, e riteniamo che potrebbero guadagnare margine rispetto alle large-cap. Considerare i rischi Gli ultimi sei mesi hanno dimostrato che il tapering può spingere al ribasso sia i prezzi delle obbligazioni, sia le quotazioni azionarie. Non si può escludere che la riduzione dell’allentamento quantitativo provochi un aumento dei tassi di interesse, facendo diminuire i prezzi azionari nel 2014. Tuttavia, qualsiasi correzione sarà probabilmente di breve durata. Una minaccia più grave per i mercati azionari potrebbe emergere se l’attesa ripresa economica dell’Europa non si dovesse materializzare. In tal caso, le nostre stime sugli utili risulterebbero decisamente troppo ottimistiche. Il moderato aumento dei tassi di interesse probabilmente non eserciterà forti pressioni sui mercati azionari, tuttavia l’attenzione potrebbe spostarsi sui settori utility e beni di consumo primari, più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse. Raccolta complessiva dei fondi azionari e obbligazionari Rotazione in vista mld USD 2000 1500 1000 500 0 01/02 01/03 01/04 Flussi Equiti cumulativi 01/05 01/06 01/07 01/08 01/09 Flussi Bond cumulativi 01/10 01/11 01/12 01/13 Aumento dei rendimenti obbligazionari Fonte: ICI, FRB, Haver, Deutsche Bank; dati a 11/2013. In breve Gli utili aziendali in aumento dovrebbero dare slancio alle borse. La ripresa economica dell’Eurozona sostiene le posizioni in titoli azionari europei. Per molti investitori il passaggio dalle obbligazioni alle azioni non è ancora avvenuto, ma la progressiva accelerazione della cosiddetta “grande rotazione” rende possibile un’ulteriore espansione dei multipli (per esempio del P/E). Inoltre, il rally azionario è sostenuto anche dall’attuale sottoponderazione delle azioni nei portafogli di molti investitori. Finora, relativamente pochi investitori sono riusciti a entrare alla festa dei mercati azionari. Sebbene le cose cambino solo lentamente, l’anno prossimo potrebbe esserci una corsa a chi arriva prima, con un rialzo dei listini alla fine del 2014. Fixed Income 8 / 16 CIO View Divario in aumento La ripresa si estende, ma le conseguenze per i mercati obbligazionari variano da regione a regione. Forti impennate seguite da lievi ribassi, poi ancora rialzi: nel 2013 i tassi di interesse obbligazionari hanno seguito un percorso a zig-zag. A innescare i movimenti sono stati gli annunci, ma anche i semplici accenni, della Fed: il riferimento al tapering dello scorso maggio ha provocato un netto rialzo dei tassi di interesse. In settembre, non essendoci ancora alcun segnale di una riduzione degli acquisti di titoli, la situazione è tornata più calma. Il livello dei tassi di interesse indica chiaramente che i mercati sono ancora in attesa del tapering, e in parte l’hanno già scontato nei prezzi. Determinare il tasso di interesse target La crescita economica e l’inflazione hanno un impatto significativo sul tasso di interesse dei rendimenti dei titoli governativi. Una crescita del 2,8 percento e un‘inflazione dell‘1,7 percento di norma si traducono in rendimenti superiori al 4 percento per i Treasury decennali. Tuttavia, riteniamo che la Fed continuerà probabilmente ad acquistare attivi nel 2014, limitando pertanto gli aumenti dei tassi di interesse. Crescita economica e tassi di interesse 105 20% 100 15% 95 10% 90 5% 85 0% 80 -5% 75 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005 20112012 2008 2011 2014 Periodo di recessione US Crescita nominale del PIL US Benchmark obbligazionario - rendimento a 10 anni Spain Greece USPortugal Fonte: FactSet; dati a 11/2013 Il rendimento dei governativi Usa a 10 anni, pari al 2,67 percento il 18 novembre scorso, è infatti superiore di circa 100 punti base al livello segnato all’inizio di maggio 2013. Il tapering, associato a una solida crescita economica negli Stati Uniti, dovrebbe assicurare la tendenza al rialzo dei rendimenti. D’altro canto, gli aumenti dei tassi già verificatisi limitano le aspettative di futuri incrementi sul tratto a lungo della curva dei rendimenti. Prevediamo che il rendimento dei Treasury decennali possa salire al 3,55 percento entro la fine del 2014. I ritardatari Nell‘Eurozona l’aumento dei tassi di interesse sarà probabilmente molto più graduale. Ci aspettiamo che i rendimenti dei Bund decennali aumentino dall’attuale 1,68 percento al 2,25 percento circa entro la fine del 2014. Per le obbligazioni tedesche a due anni è ipotizzabile un aumento di 35 punti base, a quota 0,45 percento, nello stesso periodo. Il basso livello dei tassi di interesse riflette il ritardo accumulato dall’economia dell’Eurozona. La Fed e la Bce dovrebbero seguire corsi diversi. Mentre la Fed pensa alla progressiva riduzione dell’allentamento quantitativo, la Bce sta contemplando l’ipotesi di estendere le proprie misure di politica monetaria, probabilmente con l’obiettivo di eliminare la frammentazione dei mercati del credito nell’Eurozona. Per le medie imprese dei Paesi periferici l’accesso al credito continua a essere difficile e costoso. Di conseguenza, oltre ai titoli governativi, anche le obbligazioni corporate dei Paesi periferici offrono un premio di interesse rispetto alle obbligazioni dei Paesi core. In vista della probabile risoluzione dei problemi legati al mercato del credito da parte della Bce, la strategia del “carry & tightening”, ovvero guadagnare sulla Fixed Income CIO View 9 / 16 Premio al rischio in calo Gli investimenti più ricercati I titoli governativi spagnoli e italiani hanno resistito all’aumento dei rendimenti statunitensi, innescato dal dibattito sul tapering. Questo ha fatto diminuire il differenziale dei tassi di interesse tra le obbligazioni dei Paesi periferici e i Bund tedeschi. La frammentazione dei mercati del credito nell’Eurozona significa che le obbligazioni corporate dei Paesi periferici presentano uno spread superiore rispetto alle obbligazioni corporate dei Paesi core. Rendimento: Stati Uniti, Giappone e periferia dell’Eurozona Differenziali dei tassi di interesse più elevati nei Paesi periferici 105 3.50 105 500 punti base in % 3.00 100 100 400 2.50 95 95 300 2.00 90 90 200 1.50 85 85 100 1.00 80 80 0.50 75 05/13 06/13 07/13 08/13 09/13 10/13 11/13 20112012 US Treasuries - rendimento a 10 anni Spread 10 anni 50/50 basket Italy/ Spain over Bunds Bunds - rendimento a 10 anni Spain Greece Portugal Fonte: Bloomberg Finance LP; dati a 11/2013 0 75 12/09 06/10 12/10 06/11 12/11 06/12 12/12 20112012 Rendimenti Corporate Bond (periferia Eurozona) Rendimenti Corporate "Core") Spain GreeceBond (Eurozona Portugal 06/13 Fonte: FINRA; dati a 11/2013. La periferia dell’Eurozona comprende Paesi come Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. L’Eurozona “Core” include Paesi come Germania, Francia, Olanda, Lussemburgo e Austria. normalizzazione degli spread dei tassi di interesse, si conferma un’opportunità interessante nell’Eurozona. Focus sulle obbligazioni corporate In un contesto di bassi tassi di interesse, l’attenzione degli investitori torna a focalizzarsi sui rendimenti più elevati offerti dalle obbligazioni corporate. La crescita economica, associata ai risultati aziendali positivi, alimenta le aspettative di solidi ricavi per questa categoria di obbligazioni. Tuttavia, il 2013 ha dimostrato che sulle obbligazioni corporate incombono determinati rischi. L’aumento dei tassi di interesse innescato dal dibattito sul tapering ha fatto diminuire sensibilmente molti prezzi obbligazionari. Dopo queste esperienze, la Fed probabilmente cercherà di limitare le oscillazioni dei tassi di interesse sui titoli governativi Usa prima e dopo l’avvio del tapering, tuttavia questo rimane un fattore di rischio. Di conseguenza è importante focalizzarsi su obbligazioni a prezzi ragionevoli emesse da società con buoni fondamentali. Le obbligazioni dei mercati emergenti sono risultate le più sensibili ai piani della Fed, sebbene a partire da settembre il rinvio del tapering abbia calmato le acque. Nonostante ciò, gli investitori rimangono cauti. L’andamento dei prezzi obbligazionari nel 2013 ha dimostrato che le obbligazioni dei mercati emergenti possono essere pesantemente influenzate dagli eventi globali, e le valutazioni più favorevoli hanno svolto un ruolo secondario in occasione del massiccio calo dei prezzi verificatosi a metà anno. Ad essere più duramente colpite sono In breve state le obbligazioni dei Paesi forteLa crescita economica e il tapering dovrebbero determinare un aumento dei tassi di mente dipendenti da finanziamenti interesse negli Stati Uniti. esterni. Lo stesso scenario dovrebbe ripe Probabilmente l’aumento sarà piuttosto moderato nell’Eurozona. tersi nel 2014, pertanto la selezione dei Paesi riveste grande importanza. In un contesto di bassi tassi di interesse, le I Paesi con elevati disavanzi delle fonti di reddito alternative, quali le obbligazioni corporate, continuano a essere assai partite correnti e di bilancio anricercate. drebbero evitati. Lotta alla frammentazione Resta da vedere come la Bce affronterà la frammentazione del mercato del credito europeo. La discussione verte sulla possibilità che le banche raggruppino i prestiti alle Piccole e medie imprese, e la Bce li accetti quindi come collateral. Questa soluzione potrebbe stimolare ulteriormente l‘attività di investimento in Italia, Spagna e Grecia. 10 / 16 Investimenti Alternativi – Commodity CIO View Un anno perso Probabilmente il 2014 sarà un altro anno difficile per gli investitori in materie prime. I dati sono negativi: l’S&P GSCI, l’indice “broad” delle commodity, ha perso il cinque percento dall’inizio dell’anno (al 18 novembre 2013), e per il 2014 le materie prime offrono prospettive più modeste rispetto ai mercati azionari. Mentre la ripresa economica globale suggerisce una domanda di commodity più elevata, da un punto di vista fondamentale vi sono pochi motivi per aspettarsi un anno superiore alla media per questa asset class. In primo luogo, l’inflazione attualmente non è un tema scottante e anche le aspettative di inflazione sono moderate, soprattutto a causa della situazione nel settore energetico. Gli Stati Uniti, il più importante mercato energetico al mondo, sono avvantaggiati dallo sfruttamento di nuovi giacimenti di gas e shale oil, e l’offerta di infrastrutture è ulteriormente aumentata grazie alla capacità aggiuntiva dei gasdotti. Inoltre, nei Paesi produttori del Medio Oriente le tensioni geopolitiche si sono recentemente attenuate, pertanto i prezzi energetici continueranno probabilmente a normalizzarsi nel corso del 2014. Il quadro è simile per i metalli industriali quali il rame. L’aumento della domanda indicato dal calo delle scorte potrebbe risultare controbilanciato dall’atteso rialzo della produzione nel 2014. L’opinione generalizzata, secondo cui i prezzi delle commodity solitamente mostrano una crescita superiore alla media quando i tassi di interesse aumentano, potrebbe quindi essere confutata. La differenza, nel contesto attuale, è che il previsto aumento dei tassi di interesse molto probabilmente non sarà causato da una forte ripresa economica, ma piuttosto dal timing del tapering della Fed. Cauto ottimismo In uno scenario di minori timori per l’inflazione, dominato dal dibattito sul tapering e dal potenziale aumento dei tassi di interesse, l’oro e gli altri metalli preziosi hanno sofferto. Il momentum negativo di queste materie prime dovrebbe essersi momentaneamente esaurito, mentre aumentano i motivi di ottimismo per i risultati relativi all’intero anno, in particolare grazie alla robusta domanda di articoli di gioielleria proveniente dall’Asia e agli acquisti di oro da parte delle banche centrali. Crescita debole Dopo avere superato la crisi finanziaria nel 2009, i prezzi delle commodity sono rimasti alquanto sottotono. I nuovi giacimenti e le nuove tecniche di estrazione del petrolio e del gas hanno aumentato la disponibilità di fonti di metalli non ferrosi ed energia, spingendo al ribasso i prezzi delle commodity. Performance dei settori delle materie prime Punti Indice (01/2007 = 100 punti) 105 350 100 300 250 95 200 90 150 85 100 50 80 0 75 01/05 01/07 01/09 01/11 20112012 S&P GSCI TR S&P GSCI Energy TR Spain Greece 01/13 S&P GSCI Industrial Metals TR S&P GSCI Agriculture TR Portugal Fonte: Bloomberg Finance LP; dati a 11/2013. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Non è possibile investire direttamente su un indice. CIO View Investimenti Alternativi – Real Estate 11 / 16 Ottimismo selettivo Il real estate probabilmente riceverà slancio dalla ripresa. L’allocazione geografica sarà la chiave. Un aumento del reddito generalmente è accompagnato da un incremento del valore dei beni immobiliari, e nel lungo periodo l’andamento dei prezzi degli immobili residenziali e commerciali è strettamente collegato allo sviluppo economico regionale. Nel complesso i mercati immobiliari dovrebbero trarre beneficio dall’accelerazione della crescita globale, mentre l’atteso aumento dei tassi di interesse, probabilmente di entità moderata, non dovrebbe creare condizioni particolarmente negative. Di conseguenza ci aspettiamo che nel 2014 i titoli immobiliari globali Spread tra rendimenti immobiliari Usa e rendimenti dei Treasury Usa Timing interessante in % 105 4.5 100 4.0 3.5 95 1998 Q4 Total Returns Dopo 3 anni: 10.3% Dopo 5 anni: 9.3% 2002 Q4 Total Returns Dopo 3 anni: 14.4% Dopo 5 anni: 15.1% 3.0 2.5 90 2.0 Media a lungo termine 85 1.5 1.0 80 0.5 1991 Q4 Total Returns Dopo 3 anni: 1.1% 75 Dopo 5 anni: 4.1% 0.0 1991 1993 1995 +/- 1 deviazione standard Dopo la battuta d’arresto iniziata nel 2007, il mercato immobiliare Usa ha cominciato a riprendersi nel 2012. Il differenziale di rendimento tra il mercato immobiliare e i titoli governativi decennali indica la probabile prosecuzione di questo trend positivo per il settore real estate. 2007 Q3 Total Returns Dopo 3 anni: -4.6% Dopo 5 anni: -1.8% 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 20112012 2011 2013 Spread tra i rendimenti immobiliari e i rendimenti del Treasury Spain Greece Portugal Fonti: NCREIF, Fed; dati a 11/2013 non a leva (ovvero che non ricorrono a capitale di debito) possano conseguire un rendimento complessivo del 7,4 percento. I rendimenti complessivi possono variare considerevolmente da regione a regione: negli Stati Uniti la situazione continua a migliorare, e il livello dei prezzi di prima della crisi, iniziata nel 2007, non è stato ancora raggiunto. In molte città, tra le quali New York, Los Angeles, Chicago e Dallas, i prezzi degli immobili sono ancora del 10-20 percento inferiori ai massimi raggiunti all’epoca. Il continuo miglioramento del mercato del lavoro sta alimentando un incremento della domanda, dei canoni di locazione e di conseguenza anche dei prezzi. Considerati tutti questi fattori, per il 2014 ci aspettiamo un rendimento complessivo dell’8,3 percento circa negli Stati Uniti. Paesi periferici in crescita Gli investimenti immobiliari appaiono promettenti anche in Europa. Dopo due anni di recessione l’Eurozona dovrebbe tornare a una lieve crescita, e le attese sono per una contestuale ripresa economica nei Paesi periferici, reduci da una fase di debolezza. Questo sviluppo dovrebbe riflettersi anche sugli utili. Nel 2014, gli uffici e i centri commerciali ubicati in posizioni di prestigio nei Paesi core dovrebbero generare un rendimento complessivo pari, rispettivamente, al 6,7 e al 6 percento. Rendimenti complessivi addirittura superiori sono possibili per gli immobili in posizioni di prestigio nei Paesi periferici (per es. Madrid e Barcellona). Ricavi positivi sono attesi anche in Asia, anche perché solo alcuni nuovi cantieri sono in fase di completamento, e in Paesi quali Hong Kong la disponibilità di uffici e unità commerciali rimane bassa. In Giappone prevediamo rendimenti parzialmente inferiori, tuttavia l’aumento della domanda di uffici dovrebbe compensare in tempi brevi l’eccedenza di offerta. Prezzi depressi La riduzione degli squilibri economici all’interno dell’Eurozona ha costretto i Paesi periferici a un difficile aggiustamento. I mercati immobiliari di tali Paesi sono stati colpiti in modo particolarmente severo dalla recessione, di conseguenza hanno maggiori potenzialità di ripresa nel lungo periodo rispetto ai Paesi core dell’Eurozona. Multi Asset 12 / 16 CIO View Prevedere l’incertezza Gli investimenti multi-asset dovranno affrontare sfide e opportunità diverse nel 2014. Ma l’orientamento delle politiche rimane incerto. In tale prospettiva, la teoria dei giochi può offrire nuovi spunti di riflessione. Nel corso del 2013 i timori di possibili rischi di coda - relativi, per esempio, all’Eurozona - sono gradualmente diminuiti. Rimane tuttavia la preoccupazione per la forza reale di una ripresa economica globale ancora agli albori e, in particolare, per la sua resilienza alle misure straordinarie di politica monetaria in atto dall’inizio della crisi finanziaria. Arnaud de Servigny, Chief Investment Officer, Wealth Management Diverse prospettive Ritorno alla normalità. Con i rischi di coda apparentemente meno pressanti, l’analisi fondamentale svolgerà probabilmente un ruolo sempre più rilevante per gli investimenti multi-asset. La reazione dei mercati finanziari al cambiamento di indirizzo delle politiche monetarie rimane tuttavia una questione aperta, e sono possibili sorprese. Eclatante, in tal senso, è stata la reazione dei mercati a metà del 2013, quando la Federal Reserve ha annunciato la possibilità di avviare la riduzione dell’allentamento quantitativo. Sebbene non sia giunta inattesa, questa notizia è comunque riuscita a colpire con particolare veemenza i mercati emergenti, dove i dubbi sulla liquidità hanno esacerbato i diffusi timori per lo stato di salute generale di tali Paesi provocando un forte deflusso di fondi. A partire dal mese di aprile 2013 abbiamo progressivamente ridotto l’esposizione ai titoli azionari emergenti del portafoglio modello elaborato dal nostro Global Investment Committee, in quanto l’asset class stava perdendo attrattiva. La posizione è stata ulteriormente ridotta nei mesi successivi, per poi aumentare leggermente a novembre a fronte delle nuove opportunità emerse. Nel 2013 abbiamo progressivamente ridimensionato anche l’allocazione al reddito fisso dei mercati emergenti, passata dall’11 percento di inizio anno al 6 percento di dicembre. Anche l’esposizione alle commodity è diminuita drasticamente (dal 6 al 2 percento) nel corso del 2013, in quanto il possibile rallentamento della crescita cinese ha rafforzato l’opinione che il “superciclo” delle materie prime possa essersi effettivamente esaurito. Per contro, nel 2013 abbiamo costantemente aumentato la nostra allocazione ai mercati sviluppati, passati dal 26 al 36 percento. In linea con le nostre attese, la ripresa macroeconomica sempre più evidente nei mercati sviluppati ha contribuito a riportare le azioni sui giusti binari, nonostante alcuni periodi di incertezza. Il grafico seguente indica la variazione dell’allocazione relativa alle azioni dei mercati sviluppati ed emergenti nel corso dell’anno. Le lezioni apprese nel 2013 Nonostante il miglioramento del contesto economico, l’incertezza sull‘orientamento delle politiche monetarie è comunque riuscita a destabilizzare i mercati nel 2013. I tempi scelti dalla Fed per il tapering, e le relative conseguenze, saranno ancora rilevanti nel 2014. Quota relativa di azioni dei mercati sviluppati ed emergenti nella nostra allocazione 100% 105 100 95 50% 90 85 80 0% Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep 75 Jan 20112012 Mercati Emergenti Azionari Mercati Sviluppati Azionari M1 Domestic Demand Fonte: Multi Asset Group (MAG); data: 26 Novembre 2013 Oct Nov Dec Multi Asset CIO View 13 / 16 La nostra asset allocation attuale Asset allocation confermata in % 105 100 Commodity Liquidità 95 Absolute Return & FX 90 Mercati 85 Emergenti Azionari 11 2 5 Mercati Sviluppati Sovereign 13 12 15 80 75 6 Mercati Sviluppati Corporate Mercati Emergenti Obbligazionari 36 20112012 Mercati Sviluppati Azionari M1 Domestic Demand Fonte: Multi Asset Group (MAG); data: 26 Novembre 2013 Alle soglie del 2014 sembra delinearsi uno scenario alquanto diverso, nel quale i rischi di coda appaiono ridimensionati ma il clima generale rimane piuttosto incerto. Questa incertezza è un fenomeno prevedibile quando i mercati iniziano ad aspettarsi una sorta di “normalizzazione”, ma non sanno di preciso come sarà raggiunta. Per il momento, il timing e la velocità del tapering della Fed si confermano la principale fonte di preoccupazione: implicitamente, i mercati ammettono che nessuno sa esattamente come reagirà l’economia globale al cambiamento di regime della politica monetaria. Nella situazione attuale, priva di chiari precedenti storici, per analizzare i prossimi eventi può essere utile integrare l’approccio basato sui fondamentali con opportuni riferimenti alla “teoria dei giochi“. Possibili vie d’uscita Il più celebre problema della teoria dei giochi è il cosiddetto „dilemma del prigioniero”. Nella situazione ipotizzata, entrambe le parti trarrebbero vantaggio dalla cooperazione ma ciascuna ha i propri motivi per seguire una strategia che determini effetti negativi a danno dell’altra, secondo il principio del “beggar your neighbour” (impoverisci il tuo vicino). Il contesto attuale presenta alcuni elementi tipici di questo problema. La sostenuta espansione economica degli Stati Uniti consentirà all’economia globale di sfuggire alla “prigione” della crescita debole. Raggiungere questo obiettivo risponde all’interesse sia dei responsabili politici, sia dei mercati. Ma le risposte dei mercati alle iniziative dei policymaker (e la conseguente sequenza di contromosse) potrebbero comunque rivelarsi controproducenti. Le intenzioni dei due attori di questo dramma, i responsabili delle politiche monetarie e i mercati, non sono completamente trasparenti, e nessuno dei due può prevedere con certezza quali conseguenze avranno le azioni dell’altro. In una simile situazione, dove più risultati sono possibili, è opportuno iniziare a pensare in termini di probabilità e, implicitamente, di diversificazione. Gli investimenti multi-asset offrono diverse opportunità per seguire questo approccio, aiutando quindi gli investitori a navigare sicuri nel contesto attuale. In primo luogo, il nostro processo di asset allocation è frutto di un attento ragionamento. Secondo, abbiamo la possibilità di ricercare opportunità più ampie spaziando tra le diverse asset class e, terzo, possiamo adottare un approccio bottom-up per individuare il valore relativo all’interno delle singole classi di attivo. Applicando la nostra analisi in tutte queste tre aree, confidiamo di riuscire a generare buone performance indipendentemente dalle sorprese che il 2014 potrà riservare. Nell’asset allocation attuale, le azioni dei mercati emergenti e le commodity hanno una ponderazione assai inferiore rispetto all’inizio del 2013, a vantaggio soprattutto delle azioni dei mercati sviluppati. Valutazioni 14 / 16 CIO View Livelli di valutazione Potenziale di recupero Le azioni europee sono attualmente scambiate a sconto rispetto alle azioni di statunitensi, ma lo sconto potrebbe diminuire se l’economia europea riuscirà a trovare una migliore traiettoria di crescita. Attualmente, il rapporto prezzo/utili e il rapporto prezzo/patrimonio netto degli indici Stoxx 50, Stoxx 600 e Dax sono tutti inferiori ai multipli dell’S&P 500. Equity: 12M trailing P/E range Trailing 10512m P/E 35 30 100 2.5 95 25 20 1.0 80 IE Spain PT attuale 85 0.0 80 S&P Stoxx Stoxx 50 600 500 75 ES +/-1st.dev. Portugal Spain 1200 105 105 100 5 100 4 95 800 3 90 600 2 85 400 1 80 200 0 75 1000 95 90 85 80 75 IG Europa IE 0 IE +/- 1 st.dev. Spain US Giappone PT attuale Greece ES UK GR +/- 1 st.dev. media a 10 anni Spain Portugal Commodity indicizzato (1=10 anni media) 100 1.0 90 0.9 85 80 0.8 75 0.7 WTI Oil Rame Alluminio IE PT ES GR IT KR CA +/- 1 st.dev. Spain Greece HY US GR media a 10 anni Portugal 100 1.1 95 Oro PT HY Europa ES attuale indicizzato (1=10 anni media) 105 1.2 105 0.0 IG US Valute 2.0 0.5 Portugal S&P500 Stoxx50 Stoxx600 DAX30 MSCI EM Nikkei225 MSCI Japan 6 1.0 media a 10 anni Credito: spread to worst (10 anni) Rendimento (in %) Germania attuale Greece Spread to worst in bps 1.5 DAX MSCI Nikkei MSCI 30 EM 225 Japan GR media a 10 anni Greece Rendimenti Obbl. Governativi a 10 anni Tre delle quattro commodity presentate nel grafico sono scambiate oltre la media storica decennale. Per gli investitori diventa sempre più importante scegliere le commodity giuste. 0.5 Stoxx Stoxx DAX MSCI Nikkei MSCI 50 600 30 EM 225 Japan +/-1st.dev. Nel contesto dei tassi attuali, i rendimenti reali sui titoli governativi sono piuttosto contenuti. Di conseguenza, gli investitori sono in cerca di alternative quali le obbligazioni high yield. Osserviamo inoltre una riallocazione dai titoli governativi verso le azioni con dividend yield interessanti. 90 1.5 85 15 95 2.0 90 75 S&P 500 Un quadro eterogeneo Trailing 10512m P/B 3.0 100 10 Tassi bassi Equity: 12M trailing P/B range attuale Greece media a 10 anni Portugal I dati sono indicizzati. 1.0 è equivalente alla media a 10 anni 95 90 85 80 75 EUR-USD JPY-USD GBP-USD CNY-USD IE PT ES GR IT KR CA +/- 1 st.dev. Spain attuale Greece media a 10 anni Portugal I dati sono indicizzati. 1.0 è equivalente alla media a 10 anni Fonti: Bloomberg Finance LP, Bank of America Merrill Lynch, tutti i dati sono al 20 Novembre 2013. Global CIO View CIO View 15 / 16 View Tattica Equity Aree geografiche Stili Settori USA Europa Eurozona Germania Giappone Asia ex Giappone Mercati Emergenti Stili Small/Mid Cap Settori Beni di prima necessità Salute Telecomunicazioni Utility Beni voluttuari Materiali Industriali Energia Finanziari Fixed Income Globali USA Pan-Europeo Asia-Pacific EUR vs USD USD vs JPY EUR vs GBP Emerging-market foreign exchange basket Emerging-market sovereign bonds Emerging-market corporate bonds U.S. Treasuries (2 anni) U.S. Treasuries (10 anni) Municipal bonds U.S. investment-grade corporate bonds U.S. high-yield bonds Securitized bonds/mortgage-backed securities German Schatz bonds German bunds (10 anni) U.K. gilts (10 anni) EUR investment-grade corporate bonds EUR high-yield bonds Securitized/covered bonds Periferia Eurozona Japanese government bonds (2 anni) Japanese government bonds (10 anni) Asia credit Alternative Commodity Real estate Fonte: DeAWM a fine novembre 2013. Le asset class che ricevono un’elevata valutazione dal CIO Office sono segnalate in verde, i settori che per questo mese offrono opportunità limitate in giallo e gli investimenti sui quali il CIO Office esprime cautela tattica sono indicati dal semaforo rosso. Le indicazioni tattiche e la View del Cio potrebbero non essere adatte a tutte le tipologie di investori. Perseverare Le società dell’Eurozona, e in particolare quelle tedesche, potrebbero beneficiare della normalizzazione dell‘economia dell’area euro, mentre negli Stati Uniti e in Giappone il potenziale a breve termine dei mercati azionari risulta limitato dopo il recente rally. Rotazione In termini tattici, classifichiamo le prospettive dei titoli governativi dei Big Four (Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna e Germania) come inferiori alla media. Attualmente le obbligazioni corporate, i titoli governativi dei Paesi periferici e i covered bonds appaiono più interessanti. I vincitori economici La ripresa economica si sta estendendo sempre più al mercato degli immobili commerciali, soprattutto negli Stati Uniti. Confermiamo pertanto il semaforo verde per gli investimenti immobiliari. Informazioni Importanti Avvertenze legali © Deutsche Bank AG - Milan Branch. A novembre 2013 Deutsche Asset and Wealth Management é la divisione che racchiude in sè tutte le attività di asset management e wealth management di Deutsche Bank AG e delle società controllate. In Italia Deutsche Asset & Wealth Management fornisce prodotti e servizi alla propria clientela tramite le diverse società secondo quanto di volta in volta rappresentato nella specifica documentazione informativa e contrattuale. Maggiori informazioni sui prodotti e servizi offerti sono disponibili sul sito www.deawm.com. Le informazioni contenute in questo documento non costituiscono consulenza in materia di investimenti, né produzione o diffusione di ri­ cerca, ma una mera descrizione dei mercati e si basano su dichiarazioni derivanti da fonti della società di gestione appartenente a Deutsche Asset & Wealth Management o pubblicamente disponibili, ritenute affidabili. Non è possibile garantire la correttezza o la completezza di tali dichiarazioni e nessuna di esse dovrà essere intesa in tal modo. Tutte le opinioni date e qui rappresentate riflettono le attuali valutazioni della società di gestione appartenente a Deutsche Asset & Wealth Management. Le opinioni espresse in queste valuta­zioni possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Tutte le dichiarazioni derivano dalla valutazione della società di gestione appartenente a Deutsche Asset & Wealth Management sull’at­tuale situazione legale e fiscale. Le eventuali decisioni di investimento devono basarsi sulla documentazione d’offerta vigente disponibile presso Deutsche Bank AG, Deutsche Asset & Wealth Management Investment GmbH (Mainzer Landstrasse 178-190, 60327 Francoforte sul Meno, Germania), presso DWS Investment S.A. (2, Boulevard Konrad Adenauer, 1115 Luxembourg), presso Deutsche Bank AG - Milan Branch (Via Filippo Turati 25/27, 20121 Milano), presso i Soggetti incaricati del collocamento e i Soggetti Incaricati dei Pagamenti, nonché sul sito www.DWS.it. Questo documento non costituisce sollecitazione, né può essere consegnato o impiegato per finalità di sollecitazione. Responsabile del contenuto: Deutsche Asset & Wealth Management Investment GmbH, 60612 Francoforte