Press Review BOTH WOR - Confindustria Romania

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RASSEGNA STAMPA
FORUM ECONOMICO "BOTH WORLDS 2014"
FINANCE & MANUFACTURING. UNA NUOVA POLITICA INDUSTRIALE
EUROPEA PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
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A cura di: ADV COMMUNICATION
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Bucarest, Hotel Marriott, 23 ottobre 2014
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ACT MEDIA
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Over 38,000 Italian companies active in Romania
The government is inviting the Italian business community, which counts over 38,000 companies in
Romania, to invest in industrial parks and clusters and to focus more on regions that have been avoided
by investors such as eastern and southern Romania, said Constantin Nita, the Minister of Economy,
during the Forum "Both Worlds 2014", organized by Confindustria Romania.
The Minister pointed out that Italy is the biggest trading partner of Romania, with bilateral trade
amounting to EUR 11.7 billion last year. He said he was hopeful that trade could further grow to EUR 1516 billion in the next years.
Nita added that the Government is expecting the economy to grow by 3 percent this year, after
accelerating by 3.6 percent in 2013. He said that exports have contributed to growth, reaching close to
EUR 50 billion last year and amounting to EUR 25.5 billion in the first half of this year.
Referring to the industrial sector in Romania, Nita explained that it generates 30 percent of GDP, against
the EU average of 16 percent, and has created 1.5 million direct and indirect jobs.
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BURSA
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Ministro Nita: “Avremo un PIL in aumento del 3%, in base ai segnali provenienti dall'economia”.
• Il FMI e gli analisti sono pessimisti.
• Il Ministro dell’Economia afferma che il settore bancario non ha fiducia nelle imprese romene.
"Il Governo spera che la Romania mantenga il tasso di crescita del PIL intorno al 3% nel 2014", ha
dichiarato ieri - durante il Forum organizzato da Confindustria Romania (il patronato degli imprenditori
italiani attivi in Romania) - il Ministro dell’Economia di Romania, Constantin Nita.
Tuttavia, nel più recente rapporto, il FMI ha stimato che la Romania avrà una crescita economica del
2,4% nel 2014, dopo aver stimato a luglio un avanzamento del PIL del 2,8%. Alla domanda del giornale
Bursa sui motivi del suo ottimismo, il Ministro Nita ha dichiarato che fino ad oggi non ci sono stati
ancora segnali nell’evoluzione economica che possa indurlo a cambiare questa stima. “Abbiamo una
crescita economica del 2,6% nel primo semestre e non abbiamo avuto segnali dall’economia che
possano farmi pensare che non potremo raggiungere un PIL di 2,8-3% quest’anno. Spero di non
sbagliare”, ha spiegato il Ministro.
Constantin Nita ha dichiarato che le autorità incoraggiano le imprese che svolgono attività in Romania
ad aumentare le esportazioni, sottolineando che il valore delle esportazioni è stato di circa 25,5 miliardi
di euro nel primo semestre 2014.
Nita ha però affermato che “abbiamo ancora un problema con il sistema bancario che non ha fiducia
nelle imprese romene, ed è abbastanza difficile per il momento ottenere un credito. Il rilascio di titoli di
Stato dei giorni scorsi ci dimostra che l’economia romena gode di fiducia maggiore sui mercati esteri
rispetto a quelli interni. Non siamo molto contenti, ma questa è la situazione”.
Il Ministro dell’Economia ha affermato che tra le priorità del Governo c’è anche la crescita della
competitività dell’industria, motivo per cui la Romania ha già adottato misure grazie alle quali i grandi
consumatori di energia saranno esentati dal pagamento di una parte significativa dei certificati verdi
(sistema con cui la Romania sostiene la produzione di energia pulita). Nita ha ribadito: “La misura
attraverso la quale i consumatori di energia verranno esentati dal saldo di una parte dei certificati verdi
verrà applicata dal 1 di dicembre. Ho dichiarato a Bruxelles che il prezzo dell’energia è troppo alto e che
se non diminuirà, i prodotti UE non saranno più competitivi rispetto ai prodotti americani o cinesi.
L’esenzione si riflette anche nella crescita della competitività dei prodotti romeni e europei”.
La Commissione Europea ha approvato la scorsa settimana la riduzione dei certificati verdi, la
diminuzione dei contributi ai consumatori energetici di finanziamento sull’energia da fonti rinnovabili.
Il Ministro Nita sostiene che la Romania è il primo Stato membro dell’UE per cui la Commissione
Europea ha adottato la decisione che autorizza lo schema di sostegno senza aprire un’indagine. Il
sostegno dato all’industria ha una validità di 10 anni.
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BURSA
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FMI e BNR, prospettive diverse sul rispetto dei criteri di convergenza
“La Romania, come dei paesi dell’Europa centro-orientale, non ha più registrato progressi importanti
nell’adempimento dei criteri di convergenza dall’inizio della crisi ad oggi”, ha dichiarato ieri durante il
forum di Confindustria Romania, Guillermo Tolosa, Country Manager per la Romania e la Bulgaria del
FMI. “Non è sufficiente far parte dell’UE per rispettare i criteri di convergenza. C’è bisogno di politiche
economiche correte e solide per rispettare i criteri. Le politiche populiste non funzionano”, ha affermato
Tolosa.
Il rappresentante del FMI ha sottolineato che la Romania deve concentrarsi adesso sul processo di
convergenza, per quanto questo sia un obiettivo arduo da conseguire: “La Romania ha avuto molte
opportunità di crescita, ma non è riuscita a valorizzarle. Per esempio, il manifatturiero si è fermato
durante la crisi. Questo settore va reso più dinamico attraverso politiche mirate. Gli investimenti diretti
esteri svolgono un ruolo importante per realizzare i criteri di convergenza. Gli investimenti stranieri sono
cresciuti ultimamente in Romania, ma il livello non è sufficiente alla crescita.”
Tolosa ha infatti puntualizzato che il Paese ha registrato divari importanti anche in materia di
occupazione e di reddito medio pro capite.
Valentin Lazea invece, economista della Banca Nazionale di Romania, ha risposto dichiarando che la
situazione macroeconomica della Romania è la migliore dell’Europa centro-orientale, affermando che il
Paese ha realizzato 10 degli 11 criteri di convergenza. “Il criterio non ancora realizzato riguarda gli IDE,
ed è un dato di fatto che nessun Paese dell'UE sia riuscito a realizzarlo in modo soddisfacente”, ha
ribadito Lazea.
L’economista capo della BNR afferma che uno dei problemi che devono essere risolti riguarda l’accesso
delle imprese ai crediti bancari, dichiarando che le istituzioni finanziarie debbano fare sforzi maggiori per
finanziare l’economia e le imprese locali che sono sotto-capitalizzate. Lazea ha dichiarato ancora che le
imprese romene hanno debiti importanti in rapporto al proprio capitale. “Le banche hanno aumentato il
capitale e lo stesso devono fare anche le imprese”, ha detto Valentin Lazea.
Elisabetta Capannelli, Country Manager presso la Rappresentanza della Banca Mondiale in Romania
afferma che gli indicatori come inflazione, deficit del budget e investment grade della Romania sono in
regola. La Capannelli ha dichiarato: “Il processo di convergenza può essere rilanciato mediante sane
politiche economiche. Speriamo che la Romania possa registrare una crescita economica del 2,4-2,7%
nel 2014, anche se i dati del semestre non sono incoraggianti”.
Il rappresentante della Banca Mondiale ha dichiarato che la produzione industriale romena si è ripresa
abbastanza bene, ma che bisogna diminuire il tasso di disoccupazione e che la chiave della crescita
economica sono gli investimenti nelle infrastrutture e una serie di azioni a supporto del settore privato.
Ha affermato che alla Romania serve un tasso di crescita del 4,5% nei prossimi 10-15 anni per
raggiungere la convergenza con la media europea e per recuperare i divari esistenti tra le economie, una
meta difficile da raggiungere, ma non impossibile.
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Over 38,000 Italian companies active in Romania
The government is inviting the Italian business community, which counts over 38,000 companies in
Romania, to invest in industrial parks and clusters and to focus more on regions that have been avoided
by investors such as eastern and southern Romania, said Constantin Nita, the minister of economy,
during the forum Both Worlds 2014, organized by Confindustria Romania.
The minister pointed out that Italy is the biggest trading partner of Romania, with bilateral trade
amounting to EUR 11.7 billion last year. He said he was hopeful that trade could further grow to EUR 1516 billion in the next years.
Nita added that the government is expecting the economy to grow by 3 percent this year, after
accelerating by 3.6 percent in 2013. He said that the exports have contributed to growth, reaching close
to EUR 50 billion last year and amounting to EUR 25.5 billion in the first half of this year.
Referring to the industrial sector in Romania, Nita explained that it generates 30 percent of GDP, against
the EU average of 16 percent, and has created 1.5 million direct and indirect jobs.
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BUSINESS REVIEW
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Danescu (ABR): Ad oggi ci sono 11 iniziative di legge in esame con un impatto totale sul sistema
bancario di 10 miliardi di euro
“Le iniziative di legge con impatto sulle attività delle banche commerciali, in esame al Parlamento,
avranno un impatto di 10 miliardi di euro sul sistema bancario romeno” ha dichiarato giovedì il
Presidente Esecutivo dell’Associazione delle Banche Romene, Florin Danescu, durante il Forum su temi
economico-finanziari organizzato da Confindustria Romania.
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CAPITAL
“Oggi ci sono 11 iniziative di legge con un impatto totale sul sistema bancario di 10 miliardi di euro. Il
totale dei crediti non esigibili del sistema bancario è di 11 miliardi di euro”, ha spiegato Danescu.
Questi ha dichiarato che le banche sono ingiustamente accusate in Romania, ma la pratica è parte di un
gioco, valido anche a livello europeo, “il gioco delle accuse”. “Se all’interno di un economia non puoi far
crescere il numero dei posti di lavoro, se non puoi far crescere i redditi dei cittadini, forse, visto che
l’Europa guarda l’elettorato, devi offrire qualcosa. E se non sei capace di offrire posti di lavoro e redditi
maggiori alla popolazione, forse puoi ridurre le spese. E se puoi ridurre le spese, ma non dai tuoi soldi,
allora ben venga”, ha affermato il rappresentante ARB.
Danescu ha fatto il paragone tra il sistema bancario romeno e quello europeo, nell’ipotesi in cui si
dovesse convincere un investitore ad investire nel sistema bancario romeno. “Il livello degli attivi bancari
in Europa rispetto al PIL è del 360%, ed in Romania è del 64%. Il bisogno di finanziamento in Romania è
nettamente maggiore rispetto a quello a livello europeo. In Europa ci sono stati alcuni casi sfortunati in
cui la banche sono state aiutate con soldi pubblici, ma in Romania non è successo questo. In Europa i
crediti NPL (Non Performing Loans) sono pari all’8%, in Romania -17%. Potremmo analizzare un
indicatore rapido e potremmo affermare che mentre le banche sono arrivate in Romania molto prima
rispetto ad altre industrie, come grandi gruppi, hanno rischiato molto di più rispetto al livello europeo,
hanno avuto perdite maggiori, non hanno ricevuto alcun sostegno pubblico e non hanno mai chiesto
sostegno. Gentili azionisti, vi prego di investire in Romania, ma vi prego di tener conto che sono stati già
investiti 50 miliardi di euro, 11 miliardi sono in perdita ed esiste un potenziale di rischio di 10 miliardi di
euro”, ha sottolineato il presidente esecutivo ARB.
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CCIR
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Partecipazione della CCIR al lavori del Forum Economico Both Worlds – Finance and Manufacturing
Bucarest, 23 ottobre 2014: La Camera di Commercio ed Industria di Romania ha partecipato al Forum
Economico Both Worlds – Finance and Manufacturing. Una nuova politica industriale per
l’internazionalizzazione delle imprese, aperto da SE l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Diego Brasioli.
L’Ambasciatore Florin Vodita, Consigliere del Presidente della CCIR, ha parlato delle modalità di crescita
della competitività dell’industria europea, ricordando l’orientamento della Camera di Commercio ed
Industria di Romania verso il sostegno dell’imprenditoria e dell’internazionalizzazione degli affari, come
principali pilastri del consolidamento della Romania su piano esterno. Vodita ha dichiarato che “è molto
importante favorire l’accesso dell’industria europea all’energia a basso costo”, facendo riferimento al
fatto che nell’attuale contesto geopolitico, il settore energetico è vitale per l’intera Unione Europea.
Il Ministro dell’Economia, Constantin Nita ha riconosciuto l’impatto negativo dei prezzi alti dell’energia
sull’industria europea. Per il consolidamento della competitività, Nita ha fatto riferimento al bisogno di
“lavorare insieme” degli stati europei, incoraggiando gli imprenditori italiani ad investire in Romania. Le
più recenti misure di stimolo agli investimenti includono il ribasso del livello del CAS con 5 punti e la non
tassazione dell’utile reinvestito. All’evento hanno partecipato numerosi esperti delle istituzioni
economiche romene e internazionali, che hanno discusso sui mezzi con i quali gli stati membri possono
contribuire a mantenere l’UE in una posizione dominante sul mercato globale. Il forum è stato
organizzato da Confindustria Romania, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Bucarest e del
Ministero dell’Economia di Romania, nel contesto del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio
dell’Unione Europea. L’Italia occupa la Presidenza semestrale di turno del Consiglio Europeo nel periodo
luglio-dicembre 2014. Le priorità del Governo italiano includono la crescita economica, l’occupazione, la
dinamizzazione degli investimenti e la flessibilità dell’ambiente europeo di affari.
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CURIERUL NATIONAL
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Il Forum Confindustria – solo attraverso il rafforzamento dell’industria può crescere l’occupazione
Dal momento in cui in Europa il livello di disoccupazione è molto alto, bisogna far crescere l’industria e la
competitività. La Romania ha la capacità di attirare investimenti importanti, con particolare attenzione
per l’industria e il manifatturiero. Nel 2013, il volume degli scambi commerciali tra l’Italia e la Romania
ha raggiunto 11,7 miliardi di dollari. In Romania, oggi sono registrate più di 38.000 imprese a capitale
italiano, che creano posti di lavoro, pagano contributi e imposte e hanno realizzato e continuano a fare
investimenti importanti. Questi sono stati i principali temi affrontati ieri nell’ambito del Forum – Both
Worlds 2014 “Finance&Manufacturing”. Una nuova politica industriale per l’internazionalizzazione delle
imprese, organizzato da Confindustria Romania
Diego Brasioli, l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest ha affermato che un accento va posto sulla crescita
della competitività dell’Europa e dell’industria, perché è l’unico modo in cui l’Europa può rialzarsi dalla
crisi. “In Romania sono registrate 38.000 imprese italiane. Il Paese ha risentito degli effetti della crisi
economica, ma ha dimostrato di avere un’economia solida, basata sulla produzione industriale, con
un grande potenziale di crescita verso i mercati esteri”, aggiungendo che "l’Italia continuerà il suo
impegno per la crescita del Paese e dell’occupazione".
Constantin Nita, il Ministro dell’Economia, ha dichiarato durante il Forum organizzato da Confindustria
Romania che le imprese italiane che svolgono la loro attività in Romania, sono molto importanti per
l’economia romena perché creano posti di lavoro, pagano contributi e svolgono investimenti importanti.
“Il Forum di Confindustria Romania rappresenta un momento importante di dialogo, visto che la
Romania volge particolare attenzione all’industria, che rappresenta il 30% dal PIL, mentre la media a
livello dell’UE è intorno al 16%”, ha dichiarato Nita.
Il Ministro ha affermato che spera che le imprese italiane investino in Romania tanti anni ancora,
affermando che riceveranno sostegni da parte del Governo.
Il ministro ha detto che la promozione della Romania allo stato di “investment grade” dimostra che il
Paese gode di fiducia specialmente sui mercati esteri.
La misure grazie alle quali viene sostenuto il settore industriale, come l’esenzione dal pagamento dei
certificati verdi dei grandi consumatori, la riduzione del CAS e la non tassazione dell’utile reinvestito,
aumenteranno il grado di competitività della Romania.
Nel 2013, il volume degli scambi commerciali tra l’Italia e la Romania era di 11,7 miliardi di dollari, l’Italia
è il secondo partner commerciale del Paese. “Speriamo di arrivare nei prossimi anni a scambi
commerciali di 15-16 miliardi di euro”, ha ribadito il Ministro.
Il manifatturiero, sempre più importante a livello europeo.
Mauro Maria Angelini, il Presidente di Confindustria Romania ha dichiarato che c’è bisogno di rafforzare
l’industria perché crea posti di lavoro e che l’industria manifatturiera diventa sempre più importante a
livello europeo. Ha affermato come comunque l’economia necessiti di nuove politiche che mirino a dare
un supporto concreto alla produzione, come di misure in campo energetico.
Il Vicepresidente di Confindustria, Edoardo Garrone, ha dichiarato che negli ultimi vent’anni l’Italia ha
perso un quarto dalla produzione industriale a causa di problemi strutturali: “Gli imprenditori italiani
hanno sempre detto che si deve fare ordine in Italia, perché nelle attuali condizioni, gli investitori italiani
sono incoraggiati ad andare all’estero”.
La ripresa della crescita dipende dalla relazione tra il segmento finanziario e quello industriale.
Ovidiu Nicolescu, il Presidente del Consiglio Nazionale delle PMI, ha affermato che la ripresa della
crescita economica dipende dalla relazione tra il segmento finanziario e quello industriale. A suo avviso:
“E’ molto importante che la nuova politica industriale si concentri sulle competenze e l'innovazione, per
un passaggio virtuoso ad un nuovo sistema economico”.
Il Forum di Confindustria ha avuto tra gli invitati anche Guillermo Tolosa, Country Manager del FMI per
la Romania e la Bulgaria, e ha parlato delle prospettive di crescita degli stati membri UE nelle prime
tappe di adesione e dell’importanza degli investimenti stranieri per la crescita economica.
“L’Italia ha un ruolo importante in Romania per quanto riguarda gli IDE”, ha affermato Tolosa,
ribandendo che la Romania non si è ripresa dopo la crisi, ma che stima un miglioramento della
situazione. Elisabetta Capannelli, Country Manager della rappresentanza della Banca Mondiale in
Romania ha dichiarato che la Romania ha un ruolo importante a livello europeo e che offre ancora
possibilità di investimenti. “La Romania continua ad essere un Paese interessante per gli investimenti
stranieri”, ha dichiarato la Capannelli, e ha ribadito che ci vogliono investimenti nelle infrastrutture e
una riforma più aggressiva, oltre che un rafforzamento del sistema fiscale.
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PIAZZA ROMANA
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Confindustria Romania ha organizzato il Forum Economico BOTH WORLDS 2014
Confindustria Romania ha organizzato il Forum Economico “Both Worlds 2014. Finance&Manufacturing.
Una nuova politica industriale per l’internazionalizzazione delle imprese”. L’evento ha rappresentato un
momento di incontro e confronto tra il Governo romeno, le istituzioni internazionali, le aziende, i
decision makers, i membri della comunità internazionale d’affari e della scena politica nazionale.
SE Diego Brasioli, l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest ha aperto i lavori della conferenza, dichiarando che
la presenza delle imprese italiane in Romania é cospicua, risultano infatti 38.000 società registrate, che
svolgono attività in diversi settori economici. L’Ambasciatore ha ricordato il ruolo fondamentale
dell’economia reale e la necessità di rafforzarne la competitività.
Il Ministro dell’Economia, Constantin Nita ha ringraziato le imprese italiane presenti in Romania e ha
sottolineato l’importanza dell’industria romena, settore in cui sono impiegate più di un milione di
persone. Il Presidente di Confindustria Romania, Mauro Maria Angelini, ha presentato uno dei progetti
a suo avviso strategici per la presidenza italiana del Consiglio UE: l'ECOREAL, un progetto sulla falsariga
di ECOFIN, riguardante l’economia reale e nel su discorso ha messo in evidenza la necessità di procedere
verso un percorso di reindustralizzazione o industrializzazione delle industrie già esistenti.
Tra gli altri relatori: Guillermo Tolosa – country manager del FMI per la Romania e la Bulgaria, che ha
parlato di “prospettive per la Romania: prospettive dei Paesi membri nelle prime tappe di adesione”,
Edoardo Garrone – vicepresidente Confindustria, Elisabetta Capannelli – country manager –
rappresentanza della Banca Mondiale in Romania, che ha parlato dell’analisi delle “debolezze strutturali
e previsioni macroeconomiche”, Ovidiu Nicolescu – CNIPMMR, Valentin Lazea – economista capo della
Banca Nazionale della Romania che ha analizzato le “performance macroeconomiche vs basseperformance microeconomiche”, Florin Vodita – Consigliere del Presidente della Camera di Commercio
ed Industria della Romania che ha parlato della “produzione industriale e le connessioni con le politiche
energetiche”, Alessandro Spada – consigliere responsabile con “lo sviluppo del manifatturiero e
dell’internazionalizzazione” in Assolombardia, James Watson – Direttore del Dipartimento Economico
presso Business Europe, Bruxelles, Florin Danescu – Presidente esecutivo dell’Associazione romena delle
Banche, Vladimir Alexandrescu – il Consigliere del Presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica della
Romania, Mihai Manoliu – Delegato per la Romania del Comitato Economico e Sociale Europeo, Razvan
Voican – Presidente dell’Associazione Romena degli Esportatori.
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SURSA ZILEI
Elisabetta Capannelli: La Romania ha avuto una crescita del PIL pari al 3,5% nel 2013, per il 2014
stimiamo una crescita tra il 2,4 e il 2,7%. É un dato positivo all’interno del contesto europeo, ma sono
indici molto bassi rispetto al potenziale che il Paese offre. Per raddoppiare il tasso del PIL, la Romania ha
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Guillermo Tolosa: Spagna e Portogallo mostravano, nel momento dell’adesione all’UE, nel 1985, un
rapporto di convergenza simile a quello della Romania, hanno in 10 anni percorso rapidamente questo
processo. La Grecia, al contrario, ha registrato una contrazione, a causa delle politiche populiste.
L’Irlanda si è fermata dal punto di vista della convergenza dal 1973 fino al 1989. Il primo passo in ogni
politica economica è quello di creare le condizioni per operare in un ambiente macroeconomico sano.
Questa è stata la differenza tra il Portogallo e la Grecia. La Romania ha l’occasione di avere una crescita
maggiore. La produzione industriale ha avuto un ruolo importante nella convergenza della Polonia,
Spagna, Repubblica Ceca e Ungheria. In Romania, nonostante le promesse, la produzione industriale si è
fermata dagli anni post-adesione all’UE. La percentuale degli investimenti stranieri diretti nel PIL è
minore rispetto agli altri Stati della regione. La scarsa disponibilità di manodopera è un problema. Il 30%
della popolazione occupata lavora nell’agricoltura, una percentuale simile a quella del Portogallo nel
1985. Il processo di adesione si auspica che porti al’assorbimento di questo segmento di popolazione
occupata nel settore agricolo, nell’industria e in altri settori dinamici. Ad esempio il Portogallo è arrivato
al 12% in 8 anni. Quando verrà nominato il nuovo Governo, si potrà maggiormente discutere sulle
politiche da adottare per poter cogliere queste opportunità.
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FMI, BM: La convergenza economica è un processo più complesso da raggiungere nel periodo postcrisi. La Romania avrebbe bisogno di crescite annuali del 4-5%
Per raggiungere un livello medio di sviluppo per l’UE c’è bisogno di seguire una strategia economica
chiara. La Romania potrebbe raggiungere in 10-15 anni il livello medio di sviluppo dell’UE, ma questo
processo di convergenza non puó avvenire in maniera automatica. Questo é quanto é stato dichiarato
giovedì 23 ottobre, dai rappresentanti delle Istituzioni Finanziarie Internazionali, alla conferenza
organizzata a Bucarest, da Confindustria Romania dal titolo “Both Worlds 2014. Finance &
Manufacturing”. Oggi la Romania si trova al 50% della media PIL pro capite dell’UE, mentre 12 anni fa
era al 26%. Per portare a termine il processo di convergenza economica, il Paese necessita di un
equilibrio macroeconomico, investimenti nelle infrastrutture ed educazione, l’impiego della popolazione
rurale in settori economici più dinamici e della crescita della produzione industriale per recuperare le
differenze economiche rispetto agli Stati sviluppati dell’UE. “La convergenza economica dei nuovi
membri UE è più difficile nel periodo post-crisi. Dal 2008, nella maggior parte degli stati UE, non è stata
registrata nessuna convergenza per quanto riguarda i redditi o il tenore di vita, relativo alla media UE”,
ha dichiarato Guillermo Tolosa, il rappresentante FMI per la Romania e la Bulgaria. “La Romania
potrebbe aderire con successo alla zona euro nel 2019 se riuscisse ad indurre la crescita dell’indice di
produttivita’”, ha affermato Elisabetta Capannelli, rappresentante della Banca Mondiale in Romania. Le
principali dichiarazioni dalla sessione dedicata all’economia e alle politiche industriali:
bisogno di un tasso medio di crescita del 4,5% l’anno, per i prossimi 15 anni. Sono necessari nuovi
investimenti nelle infrastrutture, riforme strutturali più incisive, un ambiente macroeconomico stabile,
investimenti nell’educazione di qualità e la crescita delle esportazioni.
Constantin Nita, il Ministro dell’Economia: Nel 2013, il valore delle esportazioni è stato di 50 miliardi di
euro, e nei primi 6 mesi del 2014 è stato di 25,5 miliardi di euro. L’economia romena gode di fiducia
specialmente sul mercato estero. Al Forum economico di Ginevra, la Romania ha scalato 17 posizioni in
termini di competitività.
Valentin Lazea, economista capo della BNR: Dal punto di vista macroeconomico, la Romania ha
registrato la migliore performance della regione e soddisfa tutti i criteri nominali per aderire alla zona
euro. Dal punto di vista micro-economico, invece il Paese, a causa del sovraindebitamento delle
imprese, mostra delle debolezze.
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ZIARUL FINANCIAR
Le previsioni della Banca Mondiale: l’economia crescerà quest’anno del 2,5%-2,7%, sotto il suo
potenziale
C’è bisogno di una crescita di almeno 4,5% per raggiungere la convergenza con l’UE, afferma la
rappresentate della Banca Mondiale in Romania, Elisabetta Capannelli.
Le stime del Governo stimano una crescita dell’economia nel 2014 una crescita del 3%, nonostante le
previsioni al ribasso degli economisti e analisti a causa del rallentamento del consumo e dell’industria.
“Si auspica di registrare una crescita economica costante, intorno al 3%”, ha affermato ieri Constantin
Nita, Ministro dell’Economia, al Forum Economico Both Worlds 2014, organizzato da Confindustria
Romania, l’associazione delle imprese italiane in Romania.
La crescita economica sui cui si basano le previsioni per il budget per il 2014 è del 2,2%, ma nel decreto
di ristrutturazione del budget di settembre, il Governo ha stimato un tasso di crescita del PIL del 2,8%.
Tuttavia il rappresentante della Banca Mondiale in Romania, afferma che per convergere coi Paesi UE, la
Romania ha bisogno di una crescita di minimo il 4,5%all’anno del PIL. Elisabetta Capannelli afferma che
la crescita economica nel 2014 sarà intorno al 2,5%-2,7%, e quindi sotto il potenziale del Paese. Anche se
la convergenza con i Paesi occidentali è diminuita durante la crisi, questa potrebbe riprendere, ma anche
secondo la sua opinione, a tal fine la Romania necessiterebbe di un ritmo di crescita di almeno 4,5%
all’anno.
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ZIARUL FINANCIAR
Le imprese romene presentano problemi di finanziamento, ma non usano uno strumento a portata di
mano: il mercato di capitale
Le imprese romene affermano che, con l’arrivo della crisi, la banche rifiutano di concedere prestiti, ma
poche di queste imprese utilizzano uno strumento a portata di mano: il mercato del capitale.
Dopo sette anni dall’inizio della crisi, la Romania presenta segnali di ripresa degli indicatori
macroeconomici, ma il problema a livello microeconomico persiste. “La Romania ha un ambiente
macroeconomico stabile, che rispetta gli standard UE, ma ancora problemi seri a livello
microeconomico, visto che le società sono sovra indebitate”, ha affermato ieri Valentin Lazea,
l’economista capo della BNR durante la conferenza “Economic Forum Both Worlds 14”, organizzata da
Confindustria Romania. I debiti totali delle imprese romene arrivano in questo momento a 102 miliardi
di lei (23 miliardi euro), ovvero il 24% dal debito totale della Romania, pubblico e privato.
“Le banche non hanno ancora fiducia nelle imprese romene. Anche per quelle che vogliono
intraprendere il percorso di internazionalizzarsi, è difficile accedere ai prestiti”, ha affermato il Ministro
dell’Economia, Constantin Nita. I debiti maggiori si registrano infatti da parte delle piccole imprese.
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AGERPRES
Danescu (ABR): Ad oggi si registrano 11 iniziative legislative con un impatto totale sul sistema
bancario di 10 miliardi di euro
“Le iniziative di legge con impatto sulle attività delle banche commerciali, in esame al Parlamento,
hanno un impatto di 10 miliardi di euro sul sistema bancario romeno” ha dichiarato giovedì, il Presidente
Esecutivo dell’Associazione delle Banche Romene, Florin Danescu, durante il Forum su temi economicofinanziari organizzato da Confindustria Romania.
“Oggi ci sono 11 iniziative di legge con un impatto totale sul sistema bancario di 10 miliardi di euro. Il
totale dei crediti non esigibili del sistema bancario è di 11 miliardi di euro”, ha spiegato Danescu.
Questi ha dichiarato che le banche sono ingiustamente accusate in Romania, ma la pratica è parte di un
gioco, valido anche a livello europeo, “il gioco delle accuse”. “Se all’interno di un’ economia non puoi far
crescere il numero dei posti di lavoro, se non puoi far crescere i redditi dei cittadini, forse, visto che
l’Europa guarda l’elettorato, devi poter offrire qualcosa. E se non si é in grado di offrire posti di lavoro e
garantire redditi maggiori alla popolazione, forse sarebbe utile ridurre le spese. Ha affermato il
rappresentante ARB.
Danescu ha paragonato il sistema bancario romeno con quello europeo, nell’ipotesi in cui si dovesse
convincere un investitore ad investire nel sistema bancario romeno. “Il livello degli attivi bancari in
Europa rispetto al PIL è del 360%, mentre in Romania è del 64%. Il bisogno di finanziamento in Romania
è nettamente maggiore rispetto a quello registrato a livello europeo. In Europa ci sono stati alcuni casi in
cui la banche hanno ricevuto soldi pubblici, ma in Romania non é accaduto lo stesso. In Europa i crediti
NPL (Non Performing Loans) sono pari all’8%, in Romania -17%. Potremmo analizzare un indicatore
rapido e potremmo affermare che, mentre le banche sono arrivate in Romania molto prima rispetto ad
altre industrie, come grandi gruppi, hanno rischiato molto di più rispetto alla media europea,
registrando perdite maggiori, senza ricevere alcun sostegno pubblico. Gentili azionisti, vi prego di
investire in Romania, ma vi prego di tener conto che sono stati già investiti 50 miliardi di euro, 11
miliardi sono in perdita ed esiste un potenziale di rischio di 10 miliardi di euro”, ha sottolineato il
Presidente Esecutivo di ARB.
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AGERPRES FOTO
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AMOS NEWS
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Il Forum Economico BOTH WORLDS 2014
Giovedi’, 23 ottobre, si è svolto il tradizionale Forum Economico di Confindustria Romania, un momento
molto atteso di incontro e confronto tra il Governo romeno, le istituzioni internazionali, le aziende, i
decision makers, i membri della comunità internazionale d’affari e della scena politica nazionale.
Quest’anno, il dibattito del Forum era incentrato su “una nuova politica industriale per
l’internazionalizzazione delle imprese”.
SE Diego Brasioli, l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest ha aperto i lavori della Conferenza, dichiarando che
l’Italia è presente in Romania con 38.000 società registrate, che svolgono attività in numerosi settori
economici. L’Ambasciatore ha ricordato il ruolo fondamentale dell’economia reale e la necessità di
rafforzare la competitività. Brasioli ha ribadito inoltre che la Romania ha registrato dati macroeconomici
positivi e che uno degli obiettivi centrali della Presidenza italiana del Consiglio Europeo é la crescita
dell’occupazione. L’Ambasciatore ha ricordato qual’é il ruolo fondamentale dell’economia reale e la
necessità di rafforzare la competitività.
Il Ministro romeno dell’Economia, Constantin Nita, ha dichiarato “Voglio ringraziare le aziende italiane
presenti in Romania. So che molte di loro sono presenti nel settore dell’industria, un comparto molto
importante, che impiega oltre un milione di persone. La Romania ha registrato una crescita economica
de 3,5% nel 2013 e alla fine del secondo trimestre del 2014, il tasso di crescita è stato del 2,6%. In
Romania, un ruolo cruciale è ricoperto anche dalle esportazioni, il cui valore nel 2013 è stato pari a 50
miliardi di euro, mentre nei primi sei mesi di quest'anno abbiamo raggiunto già i 25,5 miliardi di euro. Il
valore degli scambi commerciali tra la Romania e l’Italia è di 11,7 miliardi di euro. L'economia romena
gode di fiducia, specialmente sul mercato estero. Al Forum Economico di Ginevra, la Romania ha scalato
17 posizioni in termini di competitività”, ha dichiarato Nita, raccomandando agli italiani di investire nei
parchi e nelle aree industriali, in zone come la Moldova romena e in Oltenia, dove gli imprenditori
saranno “ben accolti e sostenuti dalle autorità locali”.
Il Presidente di Confindustria Romania, Mauro Maria Angelini, ha presentato uno dei progetti a suo
avviso strategici per la presidenza italiana del Consiglio UE: l'ECOREAL, cioè l’economia reale e ha parlato
della necessità di reindustralizzazione o industrializzazione delle industrie già esistenti.
Altri relatori: Guillermo Tolosa – country manager del FMI per la Romania e la Bulgaria, che ha parlato di
“prospettive per la Romania: prospettive dei paesi membri nelle prime tappe di adesione”, Edoardo
Garrone – vicepresidente Confindustria, Elisabetta Capannelli – country manager – rappresentanza della
Banca Mondiale in Romania, che ha parlato dell’analisi delle ”debolezze strutturali e previsioni
macroeconomiche”, Ovidiu Nicolescu – CNIPMMR, Valentin Lazea – Economista Capo della Banca
Nazionale della Romania che ha analizzato le “performance macroeconomiche vs basse-performance
microeconomiche”, Florin Vodita – Consigliere del Presidente della Camera di Commercio ed Industria
della Romania che ha parlato della “produzione industriale e le connessioni con le politiche
energetiche”, Alessandro Spada – Consigliere Responsabile con “lo sviluppo del manifatturiero e
dell’internazionalizzazione” in Assolombardia, James Watson – Direttore del Dipartimento Economico
presso Business Europe, Bruxelles, Florin Danescu – Presidente Esecutivo dell’Associazione romena delle
Banche, Vladimir Alexandrescu – il Consigliere del Presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica della
Romania, Mihai Manoliu – Delegato per la Romania del Comitato Economico e Sociale Europeo, Razvan
Voican – il Presidente dell’Associazione Romena degli Esportatori.
AGENZIA NOVA
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Romania-Italia: Ministro Economia, scambi commerciali pari a 11,7 miliardi di euro
Bucarest, 24 ott 12:53 - (Agenzia Nova) - Il valore degli scambi commerciali tra Romania e L’Italia è di
11,7 miliardi di euro. Lo ha dichiarato il Ministro romeno dell’Economia, Constantin Nita, al Forum
economico “Both Worlds 2014” organizzato a Bucarest da Confindustria Romania. “Voglio ringraziare le
aziende italiane presenti in Romania. So che molte di loro sono presenti nel settore dell’industria, un
settore molto importante che impiega un milione di persone. La Romania ha registrato una crescita
economica del 3,5 per cento nel 2013 e alla fine del secondo trimestre di quest'anno il tasso di crescita è
stato del 2,6 per cento. In Romania, un ruolo cruciale lo svolgono anche le esportazioni e nel 2013 il loro
valore è stato di 50 miliardi di euro, mentre nei primi sei mesi di quest'anno abbiamo raggiunto 25,5
miliardi di euro.
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I redditi dei romeni, ancora lontani dalla media europea, dichiara il capo del FMI in Romania
“La Romania e i Paesi della regione sono rimasti indietro nel processo di convergenza a livello europeo,
per quanto riguarda i redditi della popolazione e il tenore di vita”. Questa è stata la dichiarazione del
rappresentante del FMI a Bucarest, presente al Forum economico organizzato dal Patronato delle
imprese italiane. La Romania si trova in coda alla classifica con uno stipendio medio intorno a 400 euro,
sei volte minore rispetto a quello della Gran Bretagna. Guillermo Tolosa afferma che occorrono misure
per recuperare il divario. Tolosa ha affermato che, in questo processo, gli investimenti diretti esteri
hanno un ruolo decisivo. “In Romania, ma anche nella regione, dal 2008, non esiste nessuna
convergenza dal punto di vista del tenore di vita e del reddito rispetto alla media dell’UE. Questo
dimostra il fatto che il processo di convergenza all’UE è stato difficile, ma adesso è diventato ancora più
difficile. Spero di poter discutere concretamente la lista delle priorità con il nuovo Governo”, ha
dichiarato Guillermo Tolosa, capo del FMI in Romania e Bulgaria.
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TVR
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