network sviluppo sostenibile Il Network Sviluppo Sostenibile è promosso da Camera di Commercio di Bergamo, Camera di Commercio di Lecco, Camera di Commercio di Milano e Unioncamere Lombardia. Lavora a supporto delle strategie pubbliche e di impresa a favore dell’ambiente e della sostenibilità. Diffonde informazione e conoscenza sui vari aspetti dello sviluppo sostenibile con incontri, eventi, percorsi formativi e numerosi strumenti editoriali. Diffonde in Internet i suoi programmi di attività e un ampio archivio informativo costantemente aggiornato. www.networksvilupposostenibile.it COMPRARE SÌ, MA VERDE kit per il consumo consapevole in collaborazione con la segreteria scientifica e organizzativa del Network Sviluppo Sostenibile è realizzata da Global Trends srl www.globaltrends.it - [email protected] RegioneLombardia Qualità dell’Ambiente i quaderni del Network Sviluppo Sostenibile Consumo consapevole, consumo responsabile, consumo che si tinge di verde perché pensa all’ambiente, alla salute del pianeta e del clima. Consumo che pensa a un mondo diviso a metà: una parte ricca e una parte meno ricca o decisamente povera. Significa forse consumare meno? Non esattamente. Significa consumare meglio, con una maggiore attenzione alla qualità di quello che compriamo e del nostro modo di vivere. Significa uscire dalla gabbia dell’acquisto compulsivo per entrare in uno spazio di libera scelta ritagliato su bisogni individuali e collettivi autentici. Mettendo in gioco a 360 gradi il nostro modo di consumare, il nostro stesso stile di vita, nei mille gesti quotidiani che ci accompagnano al lavoro, in casa, quando ci muoviamo, andiamo in vacanza, ci dedichiamo ai nostri hobby preferiti. Con questo kit per il consumo consapevole il Network Sviluppo Sostenibile propone qualche spunto per il cambiamento. Con umiltà e senza alcuna pretesa di completezza. i quaderni del Network Sviluppo Sostenibile COMPRARE SÌ, MA VERDE kit per il consumo consapevole a cura di Cristina Rapisarda Sassoon, Coordinatrice Network Sviluppo Sostenibile Anelisa Ricci, Responsabile Unità Organizzativa Riduzione Emissioni in atmosfera e Sostenibilità Ambientale, D.G. Qualità dell’Ambiente Regione Lombardia Debora Dazzi, Unità Organizzativa Riduzione Emissioni in atmosfera e Sostenibilità Ambientale, D.G. Qualità dell’Ambiente Regione Lombardia Sommario 01. Alimentazione 02. Casa nutrire il mondo senza affamare il pianeta un tetto per il mondo 03. Eco-design 04. Energia 12 14 produrre senza distruggere 16 salvare il clima 18 05. ICT: tecnologie dell’informazione e della comunicazione far progredire lo sviluppo sostenibile 06. Green Public Procurement 07. Tessile moda 19 comprare scegliendo l’ambiente fare tendenza senza costi per la Terra 10 13 08. Stili di vita vivere oggi pensando a domani 14 09. Pubblicità strumenti per incoraggiare un consumo migliore 16 10. Turismo destinazione sostenibilità 11. Tempo libero 18 il piacere di creare e preservare 20 i quaderni del Network Sviluppo Sostenibile Progetto editoriale Global Trends s.r.l. www.globaltrends.it [email protected] Graphic design e impaginazione studio Tram19 San Gimignano (Si) Stampa Arti Grafiche Bertoni s.a.s. Verderio Inferiore (Lc) Stampato su carta riciclata 1 ALIMENTAZIONE nutrire il mondo senza affamare il pianeta 1.1. dove siamo? 1/4 L’alimentazione umana è al centro dell’attenzione in tutto il mondo. Mentre cresce il pericolo obesità nei Paesi ricchi (+200% nel Regno Unito, +70% negli Usa), il 13% della popolazione mondiale è denutrita. Nei Paesi emergenti colpiti dalla fame, gli agricoltori producono più per l’export che per i bisogni interni. Nel 2050 avremo 3 miliardi di bocche in più da sfamare al mondo. Tra gli obiettivi posti dalle Nazioni Unite per il nuovo millennio, il primo passo è dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo. Questo obiettivo potrà essere raggiunto solo se le risorse attualmente disponibili per nutrire la popolazione mondiale saranno distribuite equamente. È indispensabile inoltre che la produzione agroalimentare cessi di rappresentare una fonte di sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Un’agricoltura sostenibile dal punto di vista ecosistemico e ambientale e un consumo equo e consapevole sono quindi le ricette giuste per un futuro più equilibrato dell’alimentazione umana nel mondo. del cibo nel mondo è buttato via senza essere consumato. Una fragola di importazione comprata in Europa in marzo consuma 24 volte l’energia necessaria per produrre localmente la stessa fragola in giugno. 1.2. gli impatti impoverimento della biodiversità Secondo Birdlife International (www.birdlife.org) 1 su 8 delle specie di uccelli al mondo è minacciata di estinzione a causa dell’espansione incontrollata dell’agricoltura e a causa della deforestazione. In generale il settore agro-alimentare esercita una forte pressione sulla biodiversità. www.fao.org • www.cbd.int • www.unep-wcmc.org Il Madagascar, pur essendo ricchissimo di materie prime agricole, rimane uno dei Paesi più poveri dell’Africa. I suoi agricoltori producono principalmente per l’export. terre meno fertili Il degrado dei suoli è la causa principale di riduzione della capacità produttiva dei terreni. Per gestione inadeguata o per sfruttamento eccessivo, oggi anno circa il 40% delle terre coltivate del pianeta si trova in uno stato di ridotta fertilità. Il risultato è che ogni anno vengono abbandonati da 5 a 6 milioni di ettari di terre coltivate al mondo. Produzione in eccesso, gestione inadeguata dei suoli e delle acque, deforestazione, desertificazione, scarsa o nulla rotazione nelle colture, uso eccessivo di sostanze chimiche, uso inappropriato delle macchine agricole sono le cause principali del declino della qualità dei terreni. www.ecaf.org • www.fao.org acque contaminate L’agricoltura è il maggiore consumatore di acqua al mondo. Usa tre quarti delle risorse idriche del pianeta. L’impiego di prodotti chimici aumenta la pressione dell’agricoltura sull’ambiente: ogni anno, circa 4 milioni di tonnellate di sostanze chimiche vengono trasferite dall’agricoltura alla natura. In alcuni Paesi il controllo Ogni anno il pianeta perde un’estensione di terre fertili pari alla dimensione dell’Irlanda. Comprare sì, ma verde 2 della chimica in agricoltura è molto elevato, mentre in altri l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi è tuttora fuori controllo. Il fenomeno dell’eutrofizzazione delle acque causato dai nitrati è una dimostrazione eclatante di questa realtà. Per evitare l’impiego di pesticidi, la lotta biologica integrata ai parassiti introduce nelle colture specie animali o vegetali che ne prevengono la diffusione. Ad esempio le coccinelle si nutrono di cocciniglie, il riccio comune è un divoratore di bruchi, lumache e topi. Il nasturzio attira gli afidi. www.fao.org • www.un.org cibi inquinati L’inquinamento derivante dalle attività agricole e l’uso di alcuni pesticidi possono avere pesanti ripercussioni sulla salute umana. Anche il cibo può essere fortemente dannoso per la salute, ad esempio nei casi in cui contenga determinate quantità di metalli pesanti. Le verdure possono recare facilmente traccia delle sostanze agricole usate in agricoltura, ad esempio i nitrati. www.epa.gov/superfund • www.who.int/en 1.3. la strada giusta L’agricoltura sostenibile o a basso impatto ambientale si sta diffondendo in tutto il mondo. L’agricoltura organica o biologica, il recupero delle colture tradizionali e la creazione di reti locali capaci di collegare il mondo rurale a quello urbano sono alcune delle linee più innovative in questo settore. L’agricoltura biologica rispetta gli equilibri ecologici preservando la sostanza organica dei terreni. Non impiega prodotti chimici di sintesi, reimpiega i materiali organici, consente la rotazione delle colture e applica tecniche biologiche per la lotta contro le malattie delle piante. Oggi questa forma di agricoltura è stata adottata da più di 100 Paesi e copre almeno 24 milioni di ettari coltivati. I Paesi in cima alla classifica per estensione delle coltivazioni organiche sono l’Australia, con 10 milioni di ettari, l’Argentina con 3 milioni di ettari e l’Italia con 1,2 milioni di ettari. Molte varietà di frutta sono sconosciute e non arrivano neanche sul mercato. È un peccato perché si tratta di specie «sane» solitamente molto resistenti e adattabili al clima di provenienza e dunque poco soggette a malattie. Da non trascurare poi il rischio di estinzione di queste varietà, dovuto al venir meno delle colture. In Italia tra i ciliegi antichi sono a rischio di estinzione la Mora di Vignola, il Progressiflora e il Tomentoso. Anche la delicata e precoce ciliegia di Rivarone. 1.4. dalle parole ai fatti Consigli per fare la cosa giusta: al consumatore k k k k k k k scegliete prodotti locali anche al supermercato comprate prodotti di stagione scegliete prodotti con poco imballaggio comprate il necessario fate attenzione alle etichette e all’origine dei prodotti chiedete al negoziante informazioni sui prodotti che acquistate adottate una dieta salutare ed equilibrata alle aziende k k k È nata nel 2002 la Sustainable Agricolture Initiative Platform per iniziativa di alcune aziende leader del settore agro-alimentare: Danone, Nestlè e Unilever. La SAI Platform definisce sostenibile l’agricoltura che produce in modo sicuro, efficiente e competitivo, al tempo stesso proteggendo e migliorando l’ambiente naturale e le condizioni socioeconomiche delle comunità locali. Oggi la SAI Platform conta 24 membri. considerate i vostri prodotti dal punto di vista dell’intero ciclo di vita in ogni fase della produzione, sviluppate buone pratiche gestionali che vi consentano di risparmiare acqua, energia, di ridurre l’impiego di sostanze inquinanti, i trasporti e gli imballaggi fate il Rapporto Ambientale o il Rapporto di Sostenibilità per verificare il miglioramento effettivo delle vostre prestazioni ambientali e sociali alle istituzioni locali k k k k k k promuovete l’impiego di cibi organici e di prodotti locali negli esercizi di ristorazione, anche nella ristorazione collettiva fornite informazioni al pubblico sull’origine dei prodotti sviluppate programmi educativi per far conoscere ai bambini l’agricoltura e l’allevamento del bestiame create piccoli orti nei giardini e nei parchi pubblici per i cittadini supportate gli agricoltori nel diversificare le loro attività, ad esempio con l’avvio di agriturismi date informazione corretta sulle qualità nutrizionali degli alimenti 3 Comprare sì, ma verde 2 CASA un tetto per il mondo 2.1. dove siamo? Il settore delle costruzioni genera la quota maggiore di posti di lavoro al mondo. Per alcuni la casa non è altro che un tetto di metallo ondulato su quattro muri improvvisati, per altri un appartamento al venticinquesimo piano di un grattacielo. La casa ha molte forme nel mondo, da una semplice capanna a una lussuosa seconda abitazione. Per la costruzione e il funzionamento degli edifici, il settore impiega circa il 40% delle risorse del pianeta, in termini di materiali e di energia. Produce circa il 40% delle emissioni globali di CO2. Ogni individuo deve poter disporre di una abitazione decorosa e sana, ma le priorità cambiano nei diversi contesti. Nei Paesi maturi la priorità si sposta verso un nuovo modello abitativo ecoefficiente, attento al tempo stesso ai consumi di energia, all’uso di materiali a basso impatto ambientale e alla tutela del paesaggio. 1/3 è l’incremento della popolazione mondiale previsto per il 2025. Questo significherà circa 2 miliardi di persone bisognose di abitazioni, posti di lavoro e infrastrutture. Per rispondere a queste aspettative crescerà notevolmente il consumo di materiali, di energia e di acqua. 2.2. gli impatti emissioni di gas serra Un livello elevato di emissioni di CO2 è la normale conseguenza del processo di produzione del cemento, anche per il consumo massiccio di energia che caratterizza questo ciclo produttivo. Da una totale dipendenza dalle fonti fossili tradizionali, il settore sta progressivamente ampliando l’impiego di combustibili alternativi e di energie rinnovabili. www.wbcsd.org costruzioni di breve durata Negli ultimi decenni, soprattutto i Paesi del Nord Europa hanno sviluppato progetti edilizi di grande portata per offrire un’abitazione a una popolazione in continua crescita. L’impiego di materiali di bassa qualità e di tecniche costruttive scarsamente efficienti hanno reso rapidamente obsolete le costruzioni, rendendo indispensabile un’opera di completa ricostruzione. Lo stesso fenomeno si sta ora verificando nei Paesi emergenti, in cui la popolazione sta crescendo a ritmi estremamente elevati. 25% 60% dal al di energia e il 50% di acqua potrebbero essere risparmiati rispettando standard ambientali elevati in edilizia. www.epa.gov ambienti interni inquinati La media delle persone passa circa l’80% del proprio tempo in ambienti interni. Soprattutto in passato la presenza di piombo, amianto, composti organici volatili e altre sostanze tossiche nei materiali di verniciatura hanno prodotto danni importanti alla salute umana negli ambienti di lavoro e domestici. www.who.int • www.epa.gov • www.teriin.org • www.nsc.org Comprare sì, ma verde 4 2.3. la strada giusta Attualmente più di 600 milioni di persone nei Paesi emergenti vive in condizioni sanitarie precarie e in ambienti urbani degradati. Per rimediare questa situazione le Nazioni Unite hanno promosso azioni di sensibilizzazione sugli insediamenti umani per sollecitare l’attenzione internazionale su questi problemi (Habitat I e II, www.un.org). Le popolazioni dei Paesi emergenti impiegano ogni tipo di materiale locale per costruire le loro abitazioni: legna, pietra, bambù, terra, fango. Fino al secolo scorso questa pratica era diffusa anche nei Paesi maturi. L’architettura tradizionale europea si basa sull’impiego di materiali disponibili localmente. È importante recuperare la visione di una «eredità culturale» nel modo di costruire anche per sostenere i nuovi modelli di edilizia e di architettura sostenibile. Proprio le architetture tradizionali esprimono infatti, in tutto il mondo, una particolare attenzione per l’ambiente e per il migliore utilizzo delle risorse e delle fonti di energia. Di fondamentale importanza è l’attenzione al risparmio energetico nelle modalità di costruzione, nelle scelte dei materiali e nei comportamenti individuali. L’eredità culturale dei modi tradizionali di costruire è molto utile per sostenere i nuovi modelli di edilizia e di architettura sostenibile. Proprio le architetture tradizionali esprimono infatti, in tutto il mondo, una particolare attenzione per il migliore utilizzo delle risorse e delle fonti di energia. Come è il caso delle torri e case del vento a Dubai, soluzione tradizionale antica per raffrescare gli ambienti senza utilizzo di energia. 2.4. dalle parole ai fatti Consigli per fare la cosa giusta: al consumatore k k k k k k scegliete il giusto orientamento per la vostra casa, fatela isolare correttamente, controllate l’uso di energia rispettate gli stili dell’architettura locale fate crescere le piante sui muri della casa come protezione decorativa optate per l’architettura sostenibile e per la costruzione bioclimatica: anche se può costarvi di più la costruzione, vi costerà meno l’utilizzo ristrutturate o riparate utilizzando materiali e prodotti a basso impatto ambientale preferite i materiali naturali Molti Paesi hanno adottato parametri di valutazione ambientale per guidare le scelte costruttive. Questi standard esaminano tutte le fasi della costruzione, dalla scelta dei materiali, alla localizzazione, alla gestione di acqua, energia e rifiuti, senza trascurare gli aspetti termici, acustici e visivi. Il GREEN GLOBES canadese offre online un sistema di audit ambientale per la costruzione e la gestione degli edifici. alle aziende k k k k k k considerate i vostri prodotti dal punto di vista dell’intero ciclo di vita in ogni fase della produzione, sviluppate buone pratiche gestionali che vi consentano di risparmiare acqua, energia, di ridurre l’impiego di sostanze inquinanti anche negli ambienti interni, i trasporti e gli imballaggi monitorate la produzione di gas serra nel vostro processo di produzione e sviluppate tecnologie innovative per l’impiego di combustibili alternativi e di energie rinnovabili acquisite e sensibilizzate il personale sugli standard più accreditati di ecoedilizia formate le maestranze per garantire livelli di qualità elevata ai vostri clienti fate il Rapporto Ambientale o il Rapporto di Sostenibilità per verificare il miglioramento effettivo delle vostre prestazioni ambientali e sociali Gli standard LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) sono i parametri per l’edilizia sostenibile sviluppati negli Stati Uniti e applicati in 40 Paesi del mondo, ora anche in Italia (www.gbcitalia.org). In Italia, il sistema più accreditato è CasaClima (www.agenzia casaclima.it). Il World Business Council for Sustainable Development ha lanciato la Cement Sustainability Initiative (CSI, www. wbcsdcement.org), programma mirato a garantire lo sviluppo sostenibile del settore. alle istituzioni locali k k k k promuovete la costruzione di edifici e di infrastrutture durevoli considerate i costi di costruzione in base a standard ambientali elevati nell’intero ciclo di vita degli edifici rinnovate gli edifici esistenti con una particolare attenzione ai parametri ambientali e di protezione della salute umana negli ambienti interni nelle vostre sedi fate installare sistemi di utilizzo di energia e acqua efficienti dal punto di vista del risparmio e informate adeguatamente il personale 5 Comprare sì, ma verde 3 ECO-DESIGN produrre senza distruggere 3.1. dove siamo? 560 kg Per molti decenni la società dei consumi ha fondato il proprio modello sulla quantità di beni prodotti e consumati a prezzi progressivamente più bassi. Questa visione si è tradotta in uno sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in livelli crescenti di inquinamento dell’aria e delle acque, nell’estinzione di specie animali e vegetali e in un aumento significativo dei rifiuti. Per rompere questo circolo vizioso è urgente agire per produrre di più con meno. In altre parole, per soddisfare la domanda globale di beni e servizi limitando la produzione di rifiuti e l’inquinamento. Le imprese più lungimiranti hanno adottato da tempo questa nuova visione, traducendola in strategie specifiche per la sostenibilità. Anche le politiche pubbliche condividono ormai a tutti i livelli il nuovo approccio dell’Eco-design. di rifiuti solidi procapite sono prodotti ogni anno nei Paesi industrializzati. È una quantità superiore di 3 volte rispetto ai valori dei primi anni Ottanta. 3.2. gli impatti materie prime La produzione di beni implica innanzi tutto l’impiego di materie prime. L’estrazione delle materie prime e il loro trattamento erodono lo stock di risorse naturali del pianeta, consumano energia e producono inquinamento. www.cleanerproduction.com • www.cfsd.org.uk Tutti i beni consumo, anche i prodotti «verdi», hanno un possibile impatto sull’ambiente. Sono generati mediante l’impiego di materie prime, energia e acqua. Devono poi essere imballati e trasportati nel luogo di consumo, per poi concludere il proprio ciclo di vita quando diventano rifiuti. L’Eco-design è lo strumento per minimizzare questi impatti durante l’intero ciclo di vita dei prodotti, lasciandone inalterate l’efficienza e la funzionalità. produzione La produzione industriale consuma quantità rilevanti di energia. È indispensabile ottimizzare i processi produttivi in termini di efficienza energetica e favorire tecnologie innovative basate sull’impiego di energie rinnovabili. www.cleanerproduction.com • www.responsibleshopper.com imballaggio Bottiglie, scatole, barattoli e altri imballaggi normalmente compongono più della metà dei rifiuti solidi urbani nei Paesi maturi. È indispensabile ridurre la quantità e il volume degli imballaggi lungo l’intera catena di produzione e di consumo. www.container-recycling.org • www.conai.org • www.comieco.org • www.corepla.it trasporto La delocalizzazione delle produzioni, la liberalizzazione dei mercati e la costante ricerca da parte degli operatori economici di soluzioni mirate alla riduzione dei costi di produzione hanno una conseguenza importante: i prodotti viaggiano migliaia di chilometri prima di essere consumati. Questa realtà impatta in modo significativo sulla congestione del traffico e sull’inquinamento atmosferico. www.unep.ch • www.oecd.org Comprare sì, ma verde 6 utilizzo Normalmente disegnati per essere sostituiti spesso, i prodotti sono oggi progressivamente più fragili e difficili da riparare. Questo incoraggia comportamenti orientati al gettare anziché al conservare e contribuisce ad aumentare la produzione di rifiuti. www.greenerchoices.org/eco-labels gestione dei rifiuti Molto spesso i beni di consumo includono una pluralità di materiali e di componenti che ne rendono molto difficile una gestione oculata quando diventano rifiuti. Questo rende critico lo smaltimento e, soprattutto, il possibile conferimento a circuiti di recupero e riciclaggio. www.apat.it • www.minambiente.it Per favorire consumi più consapevoli, sono certamente efficaci i marchi ambientali e le etichette sugli aspetti energetici. A livello europeo è attivo il marchio di qualità ecologica Ecolabel, affiancato con successo da alcune etichette nazionali come l’Angelo Blu in Germania e il Cigno Bianco nei Paesi Scandinavi. Ecolabel è stato istituito nel 1992 (Regolamento CEE n. 880/92) e revisionato nel 2000. I criteri ecologici di concessione di Ecolabel valutano l’impatto ambientale del prodotto in tutte le fasi del suo ciclo di vita. Attualmente è possibile richiedere l’Ecolabel per 24 categorie di prodotti dei seguenti settori: abbigliamento, apparecchiature elettroniche ed elettrodomestici, articoli per la casa e il giardino, prodotti in carta, prodotti per la pulizia, lubrificanti e turismo. A gennaio 2009 le licenze Ecolabel valide in Italia sono 250, per un totale di 3.822 prodotti e servizi etichettati, distribuiti tra 15 gruppi di prodotti. L’Angelo Blu, attivo in Germania dal 1978, a maggio 2008 poteva contare su 10.000 prodotti etichettati. 3.3. la strada giusta Sta emergendo sul mercato un nuovo mix di prodotti e di servizi. In particolare comincia a farsi strada il sistema prodotto-servizio, che cerca di adattarsi al meglio ai bisogni della domanda offrendo beni che possono essere condivisi da una pluralità di consumatori. Si pensi ai servizi di car-sharing e di bike-sharing. Oltre a soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori, i sistemi prodotto-servizio riducono fortemente gli impatti sull’ambiente. Si stanno inoltre diffondendo nuovi materiali che derivano da materie prime naturali rinnovabili. La soluzione forse più nota è quella dei materiali di origine vegetale, come le plastiche biodegradabili. La ricerca e lo sviluppo di materiali innovativi dal punto di vista dell’efficienza ambientale hanno fatto ormai grandi passi avanti e oggi le soluzioni disponibili sono molto numerose con utilizzi praticabili nella quasi totalità dei settori industriali. 3.4. dalle parole ai fatti Consigli per fare la cosa giusta: al consumatore k k k k k scegliete prodotti concentrati o ricaricabili, con imballaggio ridotto al minimo e possibilmente in materiale riciclato evitate di comprare dosi singole di prodotto preferite oggetti durevoli agli usa e getta: pensate a riutilizzare, riparare, riciclare prima di buttare via informatevi sul consumo di energia e di acqua necessari per la produzione di un determinato bene o servizio, sulle origini, le proprietà e il tipo di materia prima utilizzata prima di acquistare un bene o un servizio, verificate le possibilità di noleggio A Brescia la Scuola EMAS ed Ecolabel Una formazione altamente professionalizzante per assistere le imprese e gli enti locali nella progettazione, nell’attuazione e nel miglioramento dei sistemi di gestione ambientale o nell’adozione di marchi di qualità ecologica. È questo l’obiettivo della prima Scuola EMAS ed Ecolabel della Lombardia istituita a Brescia dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, nell’ambito dell’Accordo di programma per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo, sottoscritto nel marzo 2006 da Regione Lombardia e Sistema Camerale lombardo. Tre i nuovi corsi attivati nel 2009: due destinati ai consulenti e revisori EMAS (con particolare riguardo ai settori della pubblica amministrazione, della meccanica e del trattamento metalli) e uno per consulenti Ecolabel (focalizzato sui servizi turistici). www.scuolaemasbrescia.it alle aziende k k k k k impiegate strumenti di Eco-design in fase di sviluppo di prodotti e servizi garantite la massima trasparenza sulle caratteristiche dei vostri prodotti e richiedete la certificazione di enti terzi indipendenti ottimizzate i costi di consumo di energia, acqua e di gestione dei rifiuti applicando regole di risparmio e prevenzione scegliete fornitori che applicano parametri di gestione ambientale attenetevi alle migliori pratiche disponibili nel vostro settore alle istituzioni locali k k k k valutate il costo dei progetti considerandone l’intero ciclo di vita per gli arredi urbani preferite articoli realizzati con materiali riciclati e ottimizzate l’efficienza energetica dell’illuminazione pubblica ampliate le isole ecologiche per la raccolta differenziata dei rifiuti e incoraggiate i cittadini al loro utilizzo organizzate un servizio di raccolta di beni dismessi e un sistema di offerta di beni usati e riutilizzabili 7 Comprare sì, ma verde 4 ENERGIA salvare il clima 4.1. dove siamo? 4.4. dalle parole ai fatti Consigli per fare la cosa giusta: L’energia è un fattore chiave dello sviluppo. In un secolo il consumo mondiale di energia è aumentato di ben 13 volte. Attualmente 1/4 della popolazione mondiale consuma circa 3/4 dell’energia prodotta. Secondo il World Energy Council, nel 2050 il consumo di energia dovrebbe più che raddoppiare per rispondere al fabbisogno dei Paesi emergenti. I combustibili fossili – carbone, petrolio e gas – coprono tuttora l’80% del consumo mondiale di energia. Sono risorse esauribili e sono causa di gravi fenomeni di inquinamento, della deforestazione, dell’erosione dei suoli e dell’inquinamento dell’aria. Su scala globale, le fonti fossili generano il 60% delle emissioni di carbonio, il più diffuso gas a effetto serra. al consumatore k k k k k k k k k isolate le vostre abitazioni installate termostati efficienti accendete l’aria condizionata solo se indispensabile spegnete la luce quando non è necessaria valutate la possibilità di installare impianti alimentati da energie rinnovabili sostituite le lampadine con lampade a basso consumo scegliete elettrodomestici a basso consumo energetico installate timer usate i mezzi pubblici 4.2. gli impatti gas serra e cambiamento del clima L’utilizzo prevalente di combustibili fossili, in particolare nei trasporti, determina un’immissione eccessiva di CO2 nell’atmosfera, con impatti significativi sul clima globale. www.ipcc.ch • www.greenfacts.org • www.eia.doe.gov alle aziende k k k k ottimizzate i sistemi di riscaldamento, raffrescamento e illuminazione negli uffici preferite la luce naturale, lampadine a basso consumo e dispositivi automatici di spegnimento delle luci sensibilizzate il personale al risparmio energetico organizzate un sistema di mobilità per il personale inquinamento atmosferico L’impiego di combustibili con tecnologie inefficienti dal punto di vista ambientale è causa di inquinamento dell’aria pericoloso per la salute umana. Questo vale sia nei Paesi maturi in caso di persistente utilizzo di tecnologie obsolete, ad esempio per il riscaldamento delle abitazioni, sia nei Paesi emergenti in molti casi totalmente privi di tecnologie innovative per la produzione e il consumo di energia. www.who.int • www.dams.org piogge acide alle istituzioni locali k k k k k k L’inquinamento da autoveicoli e da attività industriali è considerato causa diretta delle piogge acide che hanno gravemente danneggiato soprattutto le foreste europee negli anni Ottanta e Novanta. www.policyalmanac.org sensibilizzate i consumatori e le aziende sul risparmio energetico ottimizzate l’efficienza energetica dell’illuminazione pubblica introducete flotte di veicoli a basso impatto ambientale per il trasporto pubblico promuovete impianti di riscaldamento ad energie rinnovabili incentivate l’impiego di fonti rinnovabili favorite la produzione di energia da rifiuti Comprare sì, ma verde 4.3. la strada giusta Le fonti rinnovabili – energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica e biomasse – forniscono energia senza erodere le risorse naturali del pianeta. Il supporto alle fonti rinnovabili deve andare di pari passo con il risparmio di energia. Il consumatore ha oggi molte opportunità per risparmiare energia, ad esempio le lampadine a basso consumo che consentono un risparmio fino all’80% rispetto alle lampadine convenzionali. Innovazioni importanti sono inoltre da attendere in tempi ragionevoli anche nel settore dei nuovi combustibili per gli autoveicoli. 8 5 ICT: TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE far progredire lo sviluppo sostenibile 5.1. dove siamo? 5.4. dalle parole ai fatti Oggi le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno rivoluzionando il mondo del lavoro e le relazioni individuali. Attraverso Internet i contatti da un angolo all’altro del pianeta sono molto semplificati, l’informazione circola liberamente e la conoscenza può essere facilmente condivisa. Circa 700 milioni di persone nel mondo hanno accesso a Internet. Ogni 5 mesi il numero di connessioni a Internet nel mondo raddoppia. Negli Usa ci sono voluti 38 anni per raggiungere 50 milioni di persone con la radio, 13 anni con la televisione e 4 anni con Internet. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla rete. Consigli per fare la cosa giusta: al consumatore k k k 5.2. gli impatti k consumi di energia in aumento k L’utilizzo prolungato del computer comporta un consumo rilevante di energia. Ogni anno i computer del mondo utilizzano una quantità di elettricità pari a quella impiegata in Brasile. www.worldwatch.org k rifiuti elettronici La domanda di tecnologie sempre più efficienti genera una sostituzione frequente dei computer. La complessità delle loro componenti ne rende molto difficile la gestione in fase di rifiuto. I monitor contengono metalli pesanti (piombo e cadmio), i diodi sostanze tossiche (arsenico e ossidi di zinco) e i circuiti mercurio. condividete idee ed esperienze attraverso forum e partecipate a network cercate modalità partecipative nella rete non state delle ore davanti al computer, continuate a usare anche altri strumenti di comunicazione e informazione non lasciate il computer in stand-by portate le vecchie apparecchiature elettroniche al negozio dove le avete comprate o agli appositi centri di raccolta non buttate via un computer che funziona ancora, regalatelo alle aziende k k www.ewaste.ch • www.epa.gov k dipendenza psicologica Intere popolazioni di giovani navigatori di Internet sono frequentatori abituali di chat room, forum, blog e spazi di gioco. Un uso eccessivo delle modalità interattive offerte da Internet genera dipendenza. È stata codificata una vera e propria cyber-pathology, che affligge i più accaniti Internauti. k organizzate un sistema intranet fate circolare l’informazione all’interno dell’azienda via email installate una rete che consenta alle varie apparecchiature in uso di essere completamente spente se rinnovate il vostro parcocomputer regalate i vecchi apparecchi ancora funzionanti alle istituzioni locali 5.3. la strada giusta k In Giappone, nel 2003, è stata introdotta una legge per la raccolta e il riciclo dei computer utilizzati in ambiente domestico. Il programma è stato lanciato dalla Japan Electronics and Information Technology Industries Association (JEITA). In Italia, dopo il recepimento con D.Lgs. n. 151/2005 della Direttiva 2002/96/CE per la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), è stato istituito il Centro di Coordinamento (www.cdcraee.it) che garantisce la gestione omogenea di questi rifiuti in tutto il territorio nazionale (DM 185/2007). k k k k 9 offrite accesso gratuito a Internet nelle sedi pubbliche collaborate con il volontariato sociale per recuperare i computer vecchi e ancora funzionanti donate i computer recuperati organizzate una raccolta domestica di vecchi computer sviluppate l’e-learning Comprare sì, ma verde 6 GREEN PUBLIC PROCUREMENT comprare scegliendo l’ambiente 6.1. dove siamo? Le Pubbliche Amministrazioni in Europa spendono per i propri appalti l’equivalente di circa il 16% del PIL ogni anno - più di 2 mila miliardi di euro. Green Public Procurement o GPP significa acquisti pubblici verdi. Con questo strumento le Pubbliche Amministrazioni integrano considerazioni di carattere ambientale attraverso l’inserimento di opportuni criteri negli appalti di beni, servizi o lavori, così da privilegiare le soluzioni con un minore impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita. L’attenzione all’intero ciclo di vita nella valutazione delle prestazioni ambientali di beni, servizi e lavori ai fini dell’aggiudicazione di una gara d’appalto (il cosiddetto life cycle thinking alla base del GPP) implica di non limitarsi a considerare come criterio di scelta il solo costo per l’acquisto di un bene o servizio o per la realizzazione di un’opera pubblica (criterio del prezzo più basso) ma di considerare anche i costi legati alle fasi di esercizio (per esempio i consumi energetici di un’apparecchiatura o di un edificio) e di smaltimento a fine vita (criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa). 6.2. gli impatti efficienza a medio e lungo termine Il GPP stimola a spostare l’attenzione da un’efficienza a breve termine a un’efficienza a medio-lungo termine, minimizzando i costi reali che gravano sulla collettività. Il GPP quindi, se correttamente messo in pratica, non implica necessariamente oneri maggiori per la Pubblica Amministrazione, anzi può apportare benefici ai bilanci pubblici oltre che all’ambiente. La Regione Lombardia ha attivato uno sportello informativo a disposizione di enti pubblici e imprese per la segnalazione di quesiti, buone pratiche e iniziative, al fine di promuovere la circolazione di informazioni e aggiornamenti sugli acquisti verdi, la produzione e i consumi sostenibili (www.appalti verdi lombardia.it). Su un campione di 80 enti lombardi si rileva che ogni anno vengono consumate circa 400 tonnellate di carta equivalenti a circa 6.700 alberi per lo svolgimento delle procedure d’acquisto sotto soglia di beni e servizi. L’utilizzo di strumenti di e-procurement consentirebbe di salvare fino all’80% di questi alberi. www.ec.europa.eu/environment/gpp • www.dsa.minambiente.it/gpp incentivo all’innovazione Data l’entità significativa in termini economici del settore degli appalti pubblici, attraverso il GPP la Pubblica Amministrazione è in grado di promuovere l’innovazione nei sistemi di produzione, stimolando il settore industriale a sviluppare e implementare tecnologie e prodotti eco-compatibili. www.ec.europa.eu/environment/gpp promozione di nuovi modelli di consumo Il comportamento virtuoso della Pubblica Amministrazione può rappresentare un esempio trainante per indurre cambiamenti dei modelli di consumo di cittadini e imprese verso una maggiore sostenibilità ambientale.Il GPP è dunque uno strumento concreto con cui le Pubbliche Amministrazioni possono affrontare le problematiche legate al consumo di risorse, all’inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici. www.ec.europa.eu/environment/gpp www.compraverde.it • www.appaltiverdilombardia.it Comprare sì, ma verde 10 6.3. la strada giusta Buone pratiche in Lombardia La Politica Integrata di Prodotto rappresenta un approccio integrato rivolto al miglioramento continuo della prestazione ambientale nell’intero ciclo di vita dei prodotti, delle merci e dei servizi. Gli acquisti verdi fanno parte degli strumenti volontari che consentono l’attuazione di questa politica. L’idea alla base degli acquisti verdi è infatti quella di utilizzare le forze del mercato per promuovere la qualità ambientale di beni e servizi, intervenendo sulla domanda e sull’offerta e sul meccanismo dei prezzi per incentivare l’uso di prodotti a minore impatto ambientale. Con il Libro Verde sulla Politica Integrata di Prodotto – COM (2001) 68 – la Commissione Europea ha promosso l’elaborazione di Piani d’Azione Nazionali sugli acquisti verdi per stimolare la diffusione del GPP e il raggiungimento di obiettivi di diffusione di questo strumento a livello nazionale. Dal 2001 a oggi sono diversi i Paesi che hanno adottato un Piano d’Azione per il GPP. L’Italia con il decreto interministeriale n. 135 dell’11 aprile 2008 si è dotata di un Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione (Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement - PAN GPP). La Commissione Europea, con la rinnovata Strategia per lo Sviluppo Sostenibile e il recente Piano d’Azione per la Produzione e il Consumo Sostenibili e per la Politica Industriale Sostenibile, nonché la specifica Comunicazione sul GPP che lo accompagna, ha individuato nuovi obiettivi e strumenti per l’attuazione del GPP in Europa. L’obiettivo per il 2010 è che il 50% delle procedure di acquisto in ciascun Paese membro siano «verdi», cioè rispondenti a criteri ambientali minimi (definiti core criteria) e che comunque gli enti più virtuosi adottino criteri anche più restrittivi (i cosiddetti comprehensive criteria). Per agevolare questo percorso, il pacchetto che accompagna il Piano d’Azione per la Produzione e i Consumi Sostenibili comprende anche le proposte di revisione del Regolamento Ecolabel, del Regolamento EMAS (che include alcune specifiche sul rapporto tra il GPP e la registrazione EMAS) e della Direttiva sull’Eco-design (2005/32/CE). Sono oggi più di 130 gli enti pubblici lombardi attivi negli acquisti verdi, fra Comuni, Province, Comunità montane, enti gestori d’area protetta ed aziende ospedaliere, oltre alla stessa Regione Lombardia e all’ARPA Lombardia (www.appalti verdi lombardia.it). Fra questi ricadono ben l’82% delle Province e il 31% dei Comuni lombardi con oltre 15.000 abitanti, valori che appaiono significativi se paragonati agli obiettivi del Piano d’Azione Nazionale sul GPP, che prevede che entro il 2009 almeno il 30% delle province e almeno il 30% dei comuni con oltre 15.000 abitanti adottino procedure di acquisto conformi ai criteri ambientali minimi. A livello regionale grazie alla collaborazione tra la Direzione Centrale Organizzazione, Personale, Patrimonio e Sistema Informativo e la Direzione Generale Qualità dell’Ambiente di Regione Lombardia, attraverso l’operato della Centrale Regionale Acquisti, a partire dall’autunno 2007 le gare d’appalto aggregate di Regione Lombardia per l’acquisizione di beni e servizi di funzionamento tengono conto di criteri di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale. Secondo questi criteri sono già stati selezionati i fornitori di fotocopiatrici in noleggio e di carta in risme, nonché del servizio di centro stampa regionale (iniziativa rivolta al solo Ente Regione Lombardia) e, prossimamente, i fornitori di divise per la polizia locale e del servizio di prenotazione delle trasferte di lavoro dei dipendenti (www.centraleacquisti.regione.lombardia.it). L’importanza dell’iniziativa sta nel fatto che ai contratti attivi possono aderire, oltre agli enti che fanno parte del Sistema regionale (118 enti tra enti regionali ed enti sanitari), anche gli oltre 1500 enti locali e altre pubbliche amministrazioni con sede nel territorio, in particolare i Comuni in virtù di uno specifico Protocollo d’Intesa tra la Regione e ANCI Lombardia. In questo modo si moltiplicano i benefici ambientali del GPP, è possibile aggregare una domanda di beni e servizi verdi di entità tale da poter spuntare prezzi di acquisto competitivi e orientare il mercato verso una maggiore sostenibilità, offrendo al tempo stesso agli enti pubblici la possibilità di risparmiare sui costi e sulle risorse umane per espletare gare proprie. 6.4. dalle parole ai fatti Consigli per fare la cosa giusta: al consumatore k k informatevi presso il vostro Comune o la vostra Regione sulle iniziative di acquisti pubblici verdi prestate particolare attenzione alle campagne informative sugli acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni alle aziende k k k informatevi sui bandi di gara per acquisti verdi da parte delle pubbliche amministrazioni valutate la possibilità di creare una rete di fornitura di prodotti e servizi ad elevata qualità ambientale con altre aziende adottate metodi di valutazione dell’efficienza ambientale dei vostri prodotti e servizi in ogni fase del loro ciclo di vita alle istituzioni locali k k k k k k effettuate una ricognizione dei vostri fabbisogni e valutate l’opportunità di acquistare prodotti e servizi a basso impatto ambientale decidete la sostituzione delle vostre dotazioni e apparecchiature solo quando strettamente necessario in caso di sostituzione di apparecchiature obsolete ma ancora funzionanti, donatele ad associazioni non-profit nell’adottare criteri di qualità ambientale per l’acquisto di beni e servizi, considerate i possibili impatti nell’intero ciclo di vita sensibilizzate e informate il personale sulle vostre iniziative di acquisti verdi sensibilizzate e informate i cittadini sulle vostre iniziative di acquisti verdi 11 Comprare sì, ma verde GPPnet Come funziona il GPP «GPPnet - La rete degli Acquisti Verdi» è uno dei gruppi di lavoro promossi dal Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, nato dall’esperienza del progetto Life Ambiente GPPnet della Provincia di Cremona. Il Gruppo di Lavoro, attivo dal 2005, riunisce, oltre alla Provincia di Cremona che ne coordina le attività, 174 enti che condividono l’obiettivo di agevolare la diffusione degli acquisti verdi e del Piano d’Azione Nazionale sul GPP, attraverso lo scambio di esperienze, la condivisione di strumenti e soluzioni, l’elaborazione di linee guida. Fanno parte del Gruppo di Lavoro GPPnet 55 Comuni, 21 Province, 8 Regioni, 3 Parchi, 10 ARPA, 1 Comunità Montana, il Ministero dell’Ambiente, la CONSIP, l’APAT, il Corpo Forestale dello Stato, l’ISTAT, l’UNCEM, 5 Università e 65 tra associazioni ambientaliste, associazioni di categoria, imprese, organizzazioni del commercio equo e solidale. Le potenzialità del GPP non si esauriscono nel processo di acquisto. Il GPP implica un’attenzione all’ambiente anche nella fase preparatoria di una gara (ricognizione dei fabbisogni) e in quella successiva alla stipula dei contratti di fornitura (consumo o utilizzo del bene o servizio acquistato). Allungare il ciclo di vita di un prodotto, scegliendo di sostituirlo solo se veramente necessario, e operare scelte di acquisto oculate è la prima importante azione di GPP che un’amministrazione pubblica può compiere, con risvolti positivi in termini di riduzione della quantità di rifiuti e di ottimizzazione dell’uso delle risorse pubbliche. Se l’amministrazione valuta opportuno l’acquisto di un nuovo bene o la sostituzione di uno obsoleto con uno nuovo, può optare per quelli che offrono migliori prestazioni ambientali lungo l’intero ciclo di vita (l’assenza di sostanze tossiche nel processo produttivo o nel prodotto finito, l’efficienza energetica in fase di utilizzo, la lunga durata, la disassemblabilità, riciclabilità o biodegradabilità dei materiali a fine vita, e così via). Per allungare il ciclo di vita di un prodotto è anche possibile prevedere, anziché la dismissione, modalità di riuso ad altri fini (per esempio per scopi umanitari o a beneficio di associazioni di volontariato); così facendo il prodotto acquista un nuovo valore prima di diventare un rifiuto. Ne è un esempio il progetto Banco Informatico che raccoglie e controlla le attrezzature per ufficio (PC, monitor, stampanti) usate ma ancora funzionanti e le distribuisce a organizzazioni non governative (www.bancoinformatico.com). In molti casi sostituire l’acquisto di beni con l’acquisizione dei servizi corrispondenti è una soluzione più efficiente dal punto di vista sia ambientale sia economico. Nelle procedure di appalto è possibile integrare le considerazioni ambientali a vari livelli: nella definizione dell’oggetto dell’appalto (per esempio fornitura di stampanti a basso consumo energetico), nella definizione delle specifiche tecniche (per esempio valori di assorbimento energetico inferiori a una certa soglia), nella definizione dei criteri di selezione dei candidati (per esempio requisiti relativi alla capacità tecnica dei candidati), nella definizione dei criteri di aggiudicazione (assegnazione di un punteggio premiale per determinate caratteristiche ambientali, purché collegate all’oggetto dell’appalto, espressamente menzionate nel capitolato e conformi al principio di non discriminazione). L’impegno ad attuare il GPP non termina con l’aggiudicazione dell’appalto. Un ruolo fondamentale è giocato dal corretto utilizzo o dalla corretta gestione in fase di esercizio, in modo da garantire che siano valorizzate, e non vanificate, le caratteristiche ambientali della fornitura acquisita (per esempio la corretta impostazione delle funzioni di risparmio energetico di una apparecchiatura informatica e modalità di utilizzo che evitano inutili sprechi). Per valorizzare un percorso di questo tipo sono fondamentali la comunicazione e l’informazione rivolte sia all’esterno a imprese e cittadini, sia all’interno dell’amministrazione nei confronti dei dipendenti. Per sostenere gli enti locali nell’attuazione di percorsi di acquisti verdi, la Commissione Europea ha messo a disposizione un Manuale (Commissione Europea, Acquistare verde! Un manuale sugli appalti pubblici ecocompatibili, 2005) e un set di criteri ambientali riferiti a 11 gruppi di prodotto: alimentari e servizi di ristorazione, veicoli e servizi di trasporto, energia, attrezzature da ufficio e computer, abbigliamento, uniformi e altri prodotti tessili, carta e servizi di stampa, arredamento, prodotti e servizi per la pulizia, attrezzature utilizzate nel settore sanitario, costruzioni (Commissione Europea, GPP Training Toolkit). Nell’ambito dell’Accordo di Programma per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo sottoscritto nel 2006 da Regione Lombardia e dal Sistema camerale lombardo, è stato avviato un progetto che intende portare alla sottoscrizione di un Accordo volontario tra Pubblica Amministrazione e i produttori e i fornitori della PA per l’adeguamento a criteri di sostenibilità ambientale della catena della fornitura pubblica. Scopo dell’Accordo è impegnare la Pubblica Amministrazione e il mondo delle imprese a favorire la diffusione di un mercato di beni, servizi e lavori a basso impatto ambientale, competitivi anche dal punto di vista economico. Tra gli obiettivi dell’Accordo anche la valorizzazione della visibilità e delle opportunità di mercato per le imprese che offrono beni e servizi a ridotto impatto ambientale. Il progetto, avviato nel 2008, porterà alla definizione dello schema di Accordo entro la fine del 2009, per alcuni settori merceologici individuati come prioritari (tra i quali i servizi di riscaldamento e la fornitura di energia elettrica per gli edifici pubblici, l’organizzazione degli eventi di comunicazione, la fornitura di apparecchiature informatiche per gli uffici, i servizi di trasporto). L’Accordo potrà essere sottoscritto anche da altri enti pubblici ed esteso ad altri settori merceologici. Il Gruppo di Lavoro cura una newsletter bimestrale di aggiornamento e divulgazione, una banca dati dei «bandi verdi» già pubblicati, un Libro Aperto sul GPP per indirizzare, supportare e innovare. Il Gruppo di Lavoro ha partecipato all’elaborazione del Piano d’Azione Nazionale per il GPP ed è rappresentato nel Tavolo di lavoro permanente del PAN; collabora inoltre allo sviluppo del Forum Internazionale degli Acquisti Verdi CompraVerde-BuyGreen (del quale si svolgerà nel 2009 la terza edizione). Il Gruppo di Lavoro partecipa inoltre al tavolo di confronto tecnico sulla «Strategia Italiana per il Consumo e la Produzione Sostenibili». Giunto al quarto anno di lavoro, il Gruppo di Lavoro è ora impegnato nel monitoraggio dell’attuazione del PAN. La documentazione, la newsletter «GPPnet», la banca dati dei bandi verdi e le informazioni utili per gli enti che intendessero aderire sono disponibili sui siti www.compraverde.it e www.a21italy.it/a21italy/gdl.php Comprare sì, ma verde 12 7 7.1. TESSILE MODA fare tendenza senza costi per la Terra dove siamo? La coltivazione del cotone occupa meno del 3% delle terre coltivate al mondo. Consuma tuttavia quasi 1/4 della quantità totale di pesticidi e il 10% dei diserbanti. Nella capitali della moda le grandi firme dettano le regole per lo stile della stagione che verrà. Stuoli di creativi stabiliscono che cosa sì e che cosa no. Le grandi catene dell’abbigliamento low cost traducono le nuove tendenze in capi accessibili per la donna e per l’uomo comune. L’industria della moda è la seconda attività economica al mondo per volume di affari. Ma la forte competitività nel mercato spinge a una riduzione dei costi di produzione spesso a scapito delle condizioni di lavoro soprattutto nei Paesi emergenti. E anche l’ambiente paga il suo prezzo. 7.2. gli impatti fibre sintetiche difficili da riciclare L’industria tessile produce sia fibre naturali, come lana, seta, cotone e lino, sia fibre artificiali: le più comuni sono le fibre sintetiche – poliamide e acrilico – di derivazione petrolchimica. La maggior parte degli indumenti in commercio contengono poliestere, elastane e licra, materiali con costi molto bassi ma fortemente inquinanti in fase di produzione e molto difficili da riciclare. Il nylon richiede dai 30 ai 40 anni per decomporsi. www.organiccottondirectory.net 7.4. dalle parole ai fatti Consigli per fare la cosa giusta: al consumatore k www.sustainablecotton.org • www.ec.europa.eu/environment/ecolabel k inquinamento dell’acqua L’industria tessile e dell’abbigliamento comprende numerosi processi molto diversi tra loro per le materie prime e le tecnologie utilizzate. In particolare i processi di tintura e stampa possono essere fortemente inquinanti per le acque. k k www.helpdesk-reach.it • www.ec.europa.eu/environment/ecolabel alle aziende e alle istituzioni locali lavoro minorile Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel mondo si contano oggi circa 246 milioni di bambini lavoratori di età compresa tra i 5 e i 14 anni. Nel settore tessile l’European Apparel and Textile Organization e l’European Trade Union Federation of Textiles, Clothing and Leather hanno sviluppato un codice specifico di condotta per fare fronte al problema. www.ilo.org 7.3. preferite materiali e prodotti originari del Paese di acquisto non acquistate abiti da aziende che non garantiscono condizioni adeguate di lavoro passate a un amico gli abiti che non portate più lavate con attenzione usando detergenti che non inquinano k k la strada giusta k Da alcuni anni i Paesi maturi e i Paesi emergenti hanno stretto partnership per la diffusione di azioni di commercio solidale nel settore tessile. Alcune grandi marche del settore tessile e abbigliamento hanno abbracciato strategie di sviluppo sostenibile. Alcuni grandi operatori usano cotone e canapa, altri fibre derivanti da processi di produzione e trattamento senza impiego di sostanze inquinanti o tossiche, altri hanno sviluppato nuovi materiali dalle alghe, dalla soia e dal bambù. Per l’abbigliamento vengono anche utilizzati materiali provenienti dal riciclo. k k 13 acquistate abiti da lavoro e uniformi derivanti da produzioni eco-efficienti e socialmente responsabili incoraggiate il commercio di indumenti ecologici organizzate eventi per promuovere prodotti tessili e di abbigliamento ecologici per i vostri regali aziendali scegliete prodotti di qualità ambientale e sociale nei vostri uffici usate tessutinon tessuti prodotti con carta riciclata Comprare sì, ma verde 8 STILI DI VITA vivere oggi pensando a domani 8.1. dove siamo? 4 Secondo le più recenti analisi demografiche, la popolazione mondiale potrebbe crescere del 50% da qui al 2050. In un futuro prossimo potranno quindi essere 9 miliardi gli abitanti della Terra. Le risorse disponibili diventeranno un fattore critico e la distanza tra Paesi ricchi e Paesi poveri potrà aumentare. Oggi il consumatore-tipo vive in un loop senza fine di compro-uso-e-getto, condizionato da una visione compulsiva dell’acquisto di beni come strumento di realizzazione individuale. La società del consumo di massa esprime un modello di valutazione che tende a premiare le persone in base a valori materiali. Questo stile di vita alimenta un’economia che erode fortemente gli stock naturali del pianeta, compromettendo la biodiversità e la qualità degli ecosistemi. Una nuova consapevolezza del valore dell’ambiente naturale per la qualità della vita sta tuttavia facendo emergere un nuovo cittadino-consumatore, sempre più disponibile a cambiare le proprie abitudini per contribuire a generare una prosperità durevole e diffusa. pianeti in più sarebbero necessari se tutte le persone del mondo consumassero come gli americani. 1,2 miliardi di persone al mondo non hanno ancora accesso all’acqua potabile. 8.2. gli impatti 10% è l’incremento annuo della produzione di rifiuti in Europa. gas serra Nell’economia globale, le imprese delocalizzano le produzioni, importano le materie prime ed esportano i prodotti finiti. I beni di consumo sono trasportati per migliaia di chilometri prima di raggiungere gli scaffali dei supermercati. Il trasporto di beni via aria, acqua e terra richiede grandi quantità di energia e contribuisce in modo determinante all’emissione di gas serra dannosi per il clima. www.science.gmu.edu • www.physicalgeography.net montagne di rifiuti L’umanità ha sempre prodotto rifiuti in quantità. Tuttavia l’aumento della popolazione mondiale e l’incremento dei consumi rendono oggi la produzione di rifiuti un fattore altamente critico sia nei Paesi maturi sia nei Paesi emergenti. I numeri dimostrano che la quantità di rifiuti prodotta tende a crescere con la crescita dei consumi. Gli USA producono 700 kg di rifiuti solidi urbani pro-capite, il Kenya 220 kg. www.europa.eu.int • www.epa.gov 30 ettari di foresta al minuto scompaiono nel mondo a causa delle attività industriali, delle deforestazioni e di pratiche agricole distruttive. È l’estensione di 42 campi da calcio. apparecchi difficili da riciclare Le nostre case sono piene di apparecchi elettrici ed elettronici progettati per essere sostituiti rapidamente. Questi beni producono quantità enormi di rifiuti inquinanti. La presenza di diversi materiali e di metalli pesanti ne rende difficile il riciclo. www.europarl.eu.int • www.compraverde.it • www.appaltiverdilombardia.it Comprare sì, ma verde 14 8.3. la strada giusta Si stanno diffondendo in tutto il mondo nuovi orientamenti favorevoli ad acquisti di prodotti e servizi a basso impatto ambientale. Fondamentali da questo punto di vista sono le iniziative di acquisti verdi promosse dalle pubbliche amministrazioni (v. il capitolo 6) per le quote importanti di mercato che possono generare. Comunità sempre più ampie di consumatori esprimono la stessa tendenza, come dimostra la diffusione di prodotti e servizi verdi e di punti vendita dedicati. La creazione di una nuova economia basata su processi e prodotti a basso impatto ambientale può essere favorita anche dal sistema dell’offerta: molto efficace in questa prospettiva è la scelta di fornitori attenti a parametri di gestione ambientale da parte delle aziende di produzione di beni e servizi. Un contributo importante nella stessa direzione può essere generato anche da iniziative di sviluppo e promozione delle economie locali, in una logica di filiera corta integrata. Nella maggior parte dei Paesi maturi, consumo responsabile è spesso sinonimo di consumare meno. Nei Paesi più poveri significa invece consumare di più e consumare beni di qualità più elevata. L’obiettivo è di vivere una vita migliore e di stabilire il giusto equilibrio tra i nostri desideri di consumatori e le nostre responsabilità di cittadini. Questo significa scegliere uno stile di vita che sia il meno distruttivo possibile per l’ambiente naturale e il più rispettoso del diritto delle persone di vivere e di lavorare in condizioni adeguate. 8.4. dalle parole ai fatti Consigli per fare la cosa giusta: al consumatore k k k k k k k prima di comperare, fatevi questa domanda: ne ho veramente bisogno? scegliete prodotti durevoli, riparabili o realizzati con materiali di riciclo utilizzate i mezzi pubblici per muovervi in città non sprecate l’acqua non consumate energia inutilmente: spegnete la luce, non lasciate gli apparecchi in stand-by preferite prodotti e servizi connotati per il loro basso ambientale scegliete aziende che garantiscono una gestione ambientale e socialmente responsabile alle aziende k k k k considerate i vostri prodotti dal punto di vista dell’intero ciclo di vita sensibilizzate il personale su comportamenti amici dell’ambiente al lavoro e a casa: nella vostra azienda potete contribuire a cambiare il modo di pensare e di agire scegliete fornitori attenti all’ambiente organizzate un sistema di mobilità collettiva per i vostri dipendenti A metà strada tra Berlino e Amburgo, nell’ex Germania Est, si trova Sieben Linden, eco-villaggio realizzato dieci anni fa con spirito quasi pioneristico dai suoi attuali 120 abitanti. Uniti da una scelta di vita a totale misura di ambiente, i cittadini di Sieben Linden stanno cercando di rendersi totalmente indipendenti dalle fonti fossili di energia, di produrre in autonomia per il proprio fabbisogno alimentare e di ridurre al massimo i rifiuti. Abitazioni separate per nuclei famigliari, ma lavatrici e automobili in comune. Prima di qualsiasi acquisto si verifica la possibilità di prestito all’interno della comunità. Se proprio è necessario comperare, si cercano beni di seconda mano. Si scambiano i vestiti e, in caso qualcuno desideri disfarsi di un qualsiasi bene, viene prima messo a disposizione negli spazi comuni. L’idea di fondo non è affatto pauperistica. Corsi di equitazione, yoga e tai chi, pattinaggio sul ghiaccio nel vicino laghetto in inverno, nuotate sicure in estate. Concerti, workshop e appuntamenti a teatro chiudono il quadro di una realtà niente male. alle istituzioni locali k k k promuovete campagne di sensibilizzazione e informazione ai consumi ecoconsapevoli promuovete nel vostro territorio reti e filiere di imprese che immettono sul mercato prodotti e servizi a basso impatto ambientale promuovete gruppi di acquisto di prodotti e sevizi verdi La vostra impronta ecologica Le risorse del pianeta sono esauribili. L’impronta ecologica è uno dei nuovi indicatori che consentono di valutare l’impatto del nostro stile di vita sulle risorse naturali della Terra. Converte i prodotti e i servizi che utilizziamo in ettari globali e misura la pressione che ciascuno di noi esercita sulla natura per soddisfare la propria domanda di produzione, di consumo, di smaltimento di rifiuti e così via. Potete calcolare la vostra impronta ecologica a www.earthday.net/ footprint/index.asp 15 Comprare sì, ma verde 9 PUBBLICITÀ strumenti per incoraggiare un consumo migliore 9.1. dove siamo? Non c’è modo di sfuggire alla pubblicità, in TV, sui giornali, sui cartelli per strada, in Internet. In qualunque parte del mondo. La pubblicità crea l’illusione dell’opulenza, lancia le mode, getta i semi di nuovi bisogni e, soprattutto, diffonde l’idea che comperare dia la felicità. Molti Paesi del mondo investono in pubblicità e comunicazione tanto quanto investono in educazione. Come interfaccia tra il produttore e il consumatore, la pubblicità svolge un ruolo fondamentale nell’informare il grande pubblico e nell’orientare le sue decisioni. Mentre la pubblicità ha avuto in passato la funzione prevalente di indurre la gente a comprare di più, oggi deve rispondere a nuove esigenze. Quelle dei consumatori in cerca di valori più solidi, di etica e di trasparenza. Quelle delle istituzioni e delle organizzazioni non governative che premono per una maggiore informazione e sensibilizzazione verso comportamenti responsabili in termini sociali e ambientali. È uno strumento che non può mancare per rendere reale il disegno di un nuovo modello sostenibile di consumo. 3/4 della popolazione mondiale possiede almeno una televisione. 23 ore alla settimana è il tempo medio passato dai giovani americani davanti alla TV. È quasi la stessa quantità di tempo che passano a scuola. 9.2. gli impatti consumi eccessivi Nei Paesi industrializzati e nei Paesi emergenti circa 1/4 della popolazione mondiale ha adottato uno stile di vita che ruota attorno ai consumi, all’acquisto di beni e servizi. Un’estensione ulteriore di questo modello di consumo sarà difficile da sostenere con le risorse attualmente disponibili sul pianeta in termini di materie prime e di energia. Anche le quantità di rifiuti prodotte saranno difficilmente gestibili pur con infrastrutture potenziate e tecnologicamente avanzate. www.worldwatch.org Nell’arco della propria vita un bambino nato in un Paese sviluppato consumerà come 30 o 50 bambini di un Paese emergente. una cultura per tutti Nei Paesi emergenti la diffusione delle campagne pubblicitarie del consumo di massa aumenta il senso di frustrazione degli strati più deboli della popolazione. Inoltre incita ad acquisire lo stile di vita del mondo occidentale e ad abbandonare le tradizioni e le culture locali. La pubblicità del consumo di massa trasferisce nel mondo una monocultura modellata sullo stile di vita dei Paesi più industrializzati. A scapito delle tradizioni e delle culture locali. Comprare sì, ma verde 16 inquinamento visivo Da Barcellona a Tokio a Dakar, gli stessi messaggi e le stesse immagini accolgono i visitatori al loro arrivo. Centinaia di cartelloni pubblicitari, display di ogni tipo e colore deturpano il paesaggio, senza contare gli enormi sprechi di energia generati da insegne e commercial luminosi. www.portal.unesco.org rifiuti di carta Contro la pubblicità e contro il consumismo: è una tendenza che sta prendendo sempre più piede e che sta ottenendo un consenso crescente. Cataloghi, depliant, volantini sono tra gli strumenti più usati per fare pubblicità. Una fonte significativa di rifiuti di carta, oltre che di erosione degli stock forestali. www.worldwatch.org • www.iied.org 9.3. la strada giusta In molti Paesi si stanno diffondendo standard e codici di condotta per regolare la diffusione di messaggi pubblicitari che mettono in luce caratteristiche ambientali di prodotti e servizi. Sono percorsi molto efficaci per rendere la pubblicità responsabile della propria veridicità, oggettività e lealtà. Per garantire la trasparenza della comunicazione ambientale e sociale delle aziende sono molto efficaci i Rapporti e Bilanci ambientali e Sociali, che possono trovare un’ottima integrazione nei Rapporti di Sostenibilità. È un modo nuovo di comunicare i risultati della gestione aziendale non solo in termini economici e finanziari, ma anche ambientali e sociali. Un segnale importante è anche il tentativo di ridurre gli impatti ambientali dei grandi eventi sportivi e di entertainment. Olimpiadi a impatto zero: può non essere una cattiva idea. Alcuni prodotti con un elevato impatto sull’ambiente cercano di associare il proprio brand a immagini della natura per trasferire un messaggio di purezza e di rispetto dell’ambiente, che rimane tuttavia scritto solo sulla carta o nei messaggi pubblicitari. 6 buone regole per la comunicazione responsabile 9.4. dalle parole ai fatti Consigli per fare la cosa giusta: • siate credibili, trasparenti e onesti • date informazioni semplici e basate al consumatore k k k k k k sui fatti • siate realistici e descrivete chiaramente i problemi • assicurate una buona collaborazione tra le funzioni marketing, comunicazione e ambiente • fate conoscere le storie di successo senza timore di metterne in luce i punti deboli • incoraggiate tutti i vostri collaboratori a farsi parte integrante della vostra strategia di sostenibilità imparate a decifrare la pubblicità e a valutarne criticamente i contenuti rifiutate pubblicità non richiesta nei vostri spazi domestici e di lavoro limitate l’uso della televisione contribuite a far rimuovere le pubblicità illegali informatevi sulle aziende dotate di Rapporti di Sostenibilità denunciate la pubblicità ingannevole alle autorità competenti alle aziende k k k k k fornite un’informazione trasparente sulle attività che l’azienda svolge a favore dello sviluppo sostenibile assicuratevi che la pubblicità rispetti la visione e le azioni dell’azienda bandite ogni forma di pubblicità ingannevole o che induca a consumi inutili ed eccessivi evitate l’utilizzo di etichette non accreditate da enti terzi che possono indurre confusione tra i consumatori limitate la pubblicità su supporto cartaceo alle istituzioni locali k k k promuovete campagne pubblicitarie responsabili dal punto di vista ambientale e sociale stimolate l’opinione pubblica verso un modello di consumo sostenibile controllate che la pubblicità affissa negli spazi urbani rispetti le regole 17 Comprare sì, ma verde 10 TURISMO destinazione sostenibilità 10.1. dove siamo? 3/4 Il turismo rappresenta un settore trainante per l’economia globale e per le economie nazionali e locali. L’Organizzazione Mondiale del Turismo (World Tourism Organization - UNWTO) prevede un volume di arrivi internazionali al 2020 pari a 1,6 miliardi: di questi circa 1,2 miliardi riguarderanno flussi turistici intra-regionali, e circa 378 milioni flussi di lunga distanza. Sono grandi numeri. Il turismo mondiale sposta, complessivamente, intere popolazioni, quasi dei flussi migratori, con possibili impatti significativi sia sull’ambiente sia sugli equilibri delle comunità ospitanti. Anche le economie locali possono essere totalmente riorientate dall’aumento dei flussi turistici e non sempre nella direzione più favorevole ai cittadini residenti. Le destinazioni turistiche vedono aumentare in modo esponenziale il numero dei propri «cittadini» con infrastrutture spesso inadeguate: le conseguenze sui livelli di inquinamento delle acque, dell’aria e di congestione del traffico soprattutto nelle aree urbane possono essere molto rilevanti. Quella turistica è dunque un’economia da governare oculatamente, cercando di coniugare la sua crescita con il rispetto dell’ambiente e dei valori sociali e culturali delle destinazioni ospitanti. delle barriere coralline del mondo sono minacciate dall’inquinamento delle acque marine. 70 mila tonnellate di rifiuti vengono scaricate ogni anno dalle navi crociera nei Caraibi. 10.2. gli impatti minaccia all’ambiente naturale e alla biodiversità Migliaia di turisti che fruiscono delle medesime risorse naturali ne possono compromettere fortemente l’integrità. Questo aspetto è accentuato dalla stagionalità che non consente, in numerose destinazioni turistiche, di diluire le presenze nel corso dell’anno. Le mete del turismo naturalistico – mare e montagna – risentono particolarmente della pressione dei flussi turistici. www.biodiv.org • www.unwto.org inquinamento dell’aria, dell’acqua e dei suoli Sono soprattutto i trasporti e gli spostamenti di grandi masse di turisti a generare problemi di inquinamento atmosferico e di aumento dei gas serra. Non è poi da sottovalutare l’impatto del turismo nelle città, dove la pressione può manifestarsi in un aumento dei rifiuti prodotti, in un maggiore inquinamento atmosferico dovuto a una congestione del traffico e in un maggiore inquinamento idrico in caso di reti insufficienti per la gestione del ciclo dell’acqua. www.europa.eu.int Dal 1950 al 2007, gli arrivi turistici internazionali sono cresciuti da 25 milioni a 903 milioni. perdita di identità culturale Il turismo di massa può avere un impatto importante sulle tradizioni e sulle culture locali. Questo accade quando l’offerta turistica è orientata a proporre esclusivamente la fruizione diretta dei principali fattori di attrattività della destinazione – il mare, la spiaggia, il bosco, il museo, il monumento – senza alcuna attenzione al contesto di riferimento e alle esigenze e ai valori delle comunità e delle economie locali. www.portal.unesco.org • www.unwto.org Comprare sì, ma verde 18 un’economia che non dà benefici alle popolazioni locali Turismo sostenibile significa trovare il giusto punto di equilibrio tra il flusso di visitatori e la tutela del patrimonio ambientale, artistico e culturale delle destinazioni. Il turismo sostenibile deve quindi essere mirato a: • fare un uso ottimale delle risorse ambientali, mantenendo i processi ecologici essenziali e contribuendo a conservare le risorse naturali e la biodiversità; • rispettare l’dentità socio-culturale delle comunità ospitanti, conservando il patrimonio culturale materiale e immateriale e i valori tradizionali, e contribuendo alla comprensione interculturale e alla tolleranza; • assicurare la crescita economica del settore nel lungo termine, offrendo a tutti gli stakeholders benefici socioeconomici equamente distribuiti. Non sempre le entrate del turismo vanno a favore delle economie locali. In Tailandia il 70% delle entrate generate dal turismo lascia il Paese. In India la percentuale scende al 40%, nelle zone caraibiche sale all’80%. www.oecd.org 10.3. la strada giusta Per fare fronte alle pressioni che il turismo può esercitare sulle risorse del pianeta, sono in atto a vari livelli internazionali, sovranazionali e nazionali iniziative e programmi per il turismo sostenibile. Secondo la World Tourism Organization «lo sviluppo del turismo sostenibile risponde ai bisogni dei turisti e delle regioni che li accolgono, tutelando e migliorando le opportunità per il futuro. Deve tradursi in una gestione integrata di tutte le risorse che permetta di soddisfare i bisogni economici, estetici e sociali, e contemporaneamente preservi l’integrità culturale, gli ecosistemi, la biodiversità e le condizioni di base per la vita». Nel 2004 l’UNWTO ha ulteriormente precisato che «le linee guida e le pratiche di gestione per lo sviluppo del turismo sostenibile si applicano a tutte le forme di turismo in tutti i tipi di destinazione, incluso il turismo di massa e i diversi segmenti dei turismi di nicchia. I principi della sostenibilità si riferiscono agli aspetti ambientali, economici e socioculturali dello sviluppo del turismo, ed è necessario stabilire un giusto equilibrio tra queste tre dimensioni per garantire la sua sostenibilità a lungo termine». Lo sviluppo del turismo sostenibile richiede il supporto di politiche pubbliche condivise e la partecipazione informata di tutti gli stakeholders. 10.4. dalle parole ai fatti Consigli per fare la cosa giusta: al turista k k k k k scegliete destinazioni e pacchetti turistici che garantiscano una particolare attenzione all’ambiente e alle culture locali durante la vostra visita dialogate con i residenti, chiedete a chi vi ospita informazioni sulla cultura e le tradizioni locali attenzione all’ambiente nei vostri comportamenti durante la visita, non gettate rifiuti per terra, in albergo spegnete le luci quando non vi serve e non sprecate acqua a tavola preferite i prodotti locali cercate i vostri souvenir nell’autentico artigianato locale a tradizionale A partire dal 2003, una crescente attenzione è stata rivolta al rapporto tra il turismo e i cambiamenti climatici. La Dichiarazione di Djerba elaborata nel corso della Prima Conferenza Internazionale sui Cambiamenti Climatici e il Turismo promossa da UNWTO riconosce tale interdipendenza e insiste sull’importanza del sostegno alle ricerche scientifiche e dell’innovazione tecnologica per sviluppare modalità di trasporto eco-compatibili. La Seconda Conferenza Internazionale sui Cambiamenti Climatici e il Turismo si è svolta a Davos nel 2007, organizzata da UNWTO in collaborazione con UNEP e World Meteorological Organization (WMO) con il patrocinio del World Economic Forum (WEF) e del Governo Svizzero. Maggiori informazioni nel Quaderno Turismo sostenibile: prospettive per la realtà italiana, scaricabile da www.networksvilupposostenibile.it alle aziende k k k k k come tour operator favorite destinazioni e sistemi di offerta turistica attenti alla sostenibilità come strutture ricettive e della ristorazione attenetevi a regole di gestione ambientale e rendetevi disponibili a fornire ai vostri ospiti informazioni sulla cultura e le tradizioni locali utilizzate prodotti locali nelle vostre strutture ricettive e nei vostri ristoranti mettetevi in rete con aziende agricole, artigiane e commerciali locali per offrire ai vostri ospiti un prodotto integrato e rappresentativo dei diversi fattori di attrattività del territorio in cui operate sensibilizzate il personale sui valori della sostenibilità alle istituzioni locali k k k promuovete iniziative e programmi di turismo sostenibile nel vostro territorio supportate gli operatori della filiera turistica a creare un sistema di offerta basato sui valori della sostenibilità progettate e promuovete anche dal punto di vista commerciale un sistema di offerta turistica sostenibile per il vostro territorio 19 Comprare sì, ma verde 11 TEMPO LIBERO il piacere di creare e preservare 11.1. dove siamo? 1/4 Il fai-da-te si sta diffondendo come hobby capace di soddisfare il bisogno di relax, di lavoro manuale e, perché no, di sfogo alla creatività individuale. Anche il giardinaggio dentro e fuori casa, nel piccolo giardino o sul terrazzo, sul davanzale, davanti alla finestra più luminosa della casa è ormai una passione di molti. Nelle grandi città c’è anche chi semina e poi coltiva tra le rotaie dei tram, tra un marciapiede e un tronco incastrato nell’asfalto. Tutti passatempi da gente che lavora in ufficio, una casa ce l’ha, l’automobile pure. Ma anche in questo piccolo angolo di vita quotidiana è possibile esercitare qualche pressione sull’ambiente. dell’inquinamento delle acque superficiali è causato dal giardinaggio amatoriale. 11.4. dalle parole ai fatti Consigli per fare la cosa giusta: 11.2. gli impatti al consumatore k k k k k k k nel fai-da-te usate vernici ad acqua e nel giardinaggio sostituite i prodotti chimici con prodotti naturali nel fai-da-te utilizzate al massimo materiali di scarto e ridate vita a mobili usati nel fai-da-te controllate il tipo di legno che intendete acquistare: è proprio necessario il teak? Meglio scegliere legnami locali preferite prodotti certificati che garantiscano un basso impatto ambientale anche per il giardinaggio leggete attentamente le etichette e seguite le istruzioni nell’uso dei vari prodotti in giardino innaffiate solo quando è necessario e raccogliete l’acqua piovana a questo scopo scegliete piante locali rischi per la salute Il fai-da-te che prevede l’uso di colori, sverniciatori, colle, detergenti o altre sostanze chimiche può essere rischioso per la salute. Tutto dipende ovviamente dalla composizione delle sostanze utilizzate. Particolarmente pericolose sono le sostanze che rilasciano composti organici volatili. Anche pesticidi spray usati in ambienti interni possono essere molto pericolosi. Lo stesso se usati non correttamente in ambienti esterni. www.healthouse.com • www.organicgarden.org inquinamento dell’acqua Sia le sostanze chimiche utilizzate nel fai-da-te sia eventuali fertilizzanti o pesticidi impiegati nel giardinaggio possono provocare fenomeni di inquinamento delle falde e quindi generare una pressione sul ciclo delle acque. www.epa.gov pressione sulle materie prime naturali I grandi centri commerciali per il fai-da-te offrono una quantità notevole di materiali per la realizzazione di oggetti di ogni genere. Spesso, tuttavia, i materiali in offerta alimentano una catena ulteriore di possibile erosione delle materie prime di origine naturale. Soprattutto il legno, se si tratta di legni pregiati provenienti da foreste tropicali come il teak e il mogano .www.fao.org alle aziende e alle istituzioni locali k k k destinate terreni alla creazione di giardini e orti per la comunità nelle aree di verde pubblico o collettivo fate piantare specie locali adattabili al clima sensibilizzate ed educate a un uso del tempo libero attento al rispetto della natura e dell’ambiente Comprare sì, ma verde 11.3. la strada giusta In alcune realtà urbane si sta affermando, spesso accanto a programmi di housing sociale, l’attribuzione di appezzamenti di terreni a comunità di cittadini per attività di giardinaggio e di coltivazione di frutta e verdura. Queste sperimentazioni hanno molti vantaggi: rafforzano il senso di comunità, migliorano i rapporti di vicinato e ampliano le zone verdi delle città a costi molto sostenibili (www.cityfarmer.org). Nelle attività di fai-da-te non è infrequente l’utilizzo di materiali di scarto facilmente recuperabili o riciclabili. 20 i quaderni del Network Sviluppo Sostenibile Consumo consapevole, consumo responsabile, consumo che si tinge di verde perché pensa all’ambiente, alla salute del pianeta e del clima. Consumo che pensa a un mondo diviso a metà: una parte ricca e una parte meno ricca o decisamente povera. Significa forse consumare meno? Non esattamente. Significa consumare meglio, con una maggiore attenzione alla qualità di quello che compriamo e del nostro modo di vivere. Significa uscire dalla gabbia dell’acquisto compulsivo per entrare in uno spazio di libera scelta ritagliato su bisogni individuali e collettivi autentici. Mettendo in gioco a 360 gradi il nostro modo di consumare, il nostro stesso stile di vita, nei mille gesti quotidiani che ci accompagnano al lavoro, in casa, quando ci muoviamo, andiamo in vacanza, ci dedichiamo ai nostri hobby preferiti. Con questo kit per il consumo consapevole il Network Sviluppo Sostenibile propone qualche spunto per il cambiamento. Con umiltà e senza alcuna pretesa di completezza. i quaderni del Network Sviluppo Sostenibile network sviluppo sostenibile Il Network Sviluppo Sostenibile è promosso da Camera di Commercio di Bergamo, Camera di Commercio di Lecco, Camera di Commercio di Milano e Unioncamere Lombardia. Lavora a supporto delle strategie pubbliche e di impresa a favore dell’ambiente e della sostenibilità. Diffonde informazione e conoscenza sui vari aspetti dello sviluppo sostenibile con incontri, eventi, percorsi formativi e numerosi strumenti editoriali. Diffonde in Internet i suoi programmi di attività e un ampio archivio informativo costantemente aggiornato. www.networksvilupposostenibile.it COMPRARE SÌ, MA VERDE kit per il consumo consapevole in collaborazione con la segreteria scientifica e organizzativa del Network Sviluppo Sostenibile è realizzata da Global Trends srl www.globaltrends.it - [email protected] RegioneLombardia Qualità dell’Ambiente