comprare sì, ma verde - Network Sviluppo Sostenibile

annuncio pubblicitario
network sviluppo sostenibile
Il Network Sviluppo Sostenibile è promosso da Camera di
Commercio di Bergamo, Camera di Commercio di Lecco, Camera
di Commercio di Milano e Unioncamere Lombardia.
Lavora a supporto delle strategie pubbliche e di impresa a favore
dell’ambiente e della sostenibilità. Diffonde informazione e
conoscenza sui vari aspetti dello sviluppo sostenibile con
incontri, eventi, percorsi formativi e numerosi strumenti
editoriali. Diffonde in Internet i suoi programmi di attività e un
ampio archivio informativo costantemente aggiornato.
www.networksvilupposostenibile.it
COMPRARE SÌ, MA VERDE
kit per il consumo consapevole
in collaborazione con
la segreteria scientifica e organizzativa
del Network Sviluppo Sostenibile
è realizzata da Global Trends srl
www.globaltrends.it - [email protected]
RegioneLombardia
Qualità dell’Ambiente
i quaderni del
Network Sviluppo Sostenibile
Consumo consapevole, consumo responsabile, consumo che si tinge di verde perché pensa all’ambiente,
alla salute del pianeta e del clima. Consumo che pensa a un mondo diviso a metà: una parte ricca e una
parte meno ricca o decisamente povera. Significa forse consumare meno? Non esattamente. Significa
consumare meglio, con una maggiore attenzione alla
qualità di quello che compriamo e del nostro modo di
vivere. Significa uscire dalla gabbia dell’acquisto
compulsivo per entrare in uno spazio di libera scelta
ritagliato su bisogni individuali e collettivi autentici.
Mettendo in gioco a 360 gradi il nostro modo di consumare, il nostro stesso stile di vita, nei mille gesti
quotidiani che ci accompagnano al lavoro, in casa,
quando ci muoviamo, andiamo in vacanza, ci dedichiamo ai nostri hobby preferiti. Con questo kit per il
consumo consapevole il Network Sviluppo Sostenibile
propone qualche spunto per il cambiamento. Con
umiltà e senza alcuna pretesa di completezza.
i quaderni del
Network Sviluppo Sostenibile
COMPRARE SÌ, MA VERDE
kit per il consumo consapevole
a cura di
Cristina Rapisarda Sassoon, Coordinatrice Network Sviluppo Sostenibile
Anelisa Ricci, Responsabile Unità Organizzativa Riduzione Emissioni in atmosfera
e Sostenibilità Ambientale, D.G. Qualità dell’Ambiente Regione Lombardia
Debora Dazzi, Unità Organizzativa Riduzione Emissioni in atmosfera
e Sostenibilità Ambientale, D.G. Qualità dell’Ambiente Regione Lombardia
Sommario
01. Alimentazione
02. Casa
nutrire il mondo senza affamare il pianeta
un tetto per il mondo
03. Eco-design
04. Energia
12
14
produrre senza distruggere
16
salvare il clima
18
05. ICT: tecnologie dell’informazione e della comunicazione
far progredire lo sviluppo sostenibile
06. Green Public Procurement
07. Tessile moda
19
comprare scegliendo l’ambiente
fare tendenza senza costi per la Terra
10
13
08. Stili di vita
vivere oggi pensando a domani
14
09. Pubblicità
strumenti per incoraggiare un consumo migliore
16
10. Turismo
destinazione sostenibilità
11. Tempo libero
18
il piacere di creare e preservare
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i quaderni del Network Sviluppo Sostenibile
Progetto editoriale
Global Trends s.r.l.
www.globaltrends.it
[email protected]
Graphic design
e impaginazione
studio Tram19
San Gimignano (Si)
Stampa
Arti Grafiche Bertoni s.a.s.
Verderio Inferiore (Lc)
Stampato su carta riciclata
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ALIMENTAZIONE
nutrire il mondo
senza affamare il pianeta
1.1. dove siamo?
1/4
L’alimentazione umana è al centro dell’attenzione in tutto il mondo. Mentre cresce
il pericolo obesità nei Paesi ricchi (+200% nel Regno Unito, +70% negli Usa), il
13% della popolazione mondiale è denutrita. Nei Paesi emergenti colpiti dalla fame, gli agricoltori producono più per l’export che per i bisogni interni. Nel 2050
avremo 3 miliardi di bocche in più da sfamare al mondo. Tra gli obiettivi posti dalle Nazioni Unite per il nuovo millennio, il primo passo è dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo. Questo obiettivo potrà essere raggiunto solo se le risorse attualmente disponibili per nutrire la popolazione mondiale
saranno distribuite equamente. È indispensabile inoltre che la produzione agroalimentare cessi di rappresentare una fonte di sfruttamento eccessivo delle risorse
naturali. Un’agricoltura sostenibile dal punto di vista ecosistemico e ambientale e
un consumo equo e consapevole sono quindi le ricette giuste per un futuro più
equilibrato dell’alimentazione umana nel mondo.
del cibo nel mondo
è buttato via senza
essere consumato.
Una fragola di
importazione
comprata in Europa
in marzo consuma
24 volte l’energia
necessaria per
produrre localmente
la stessa fragola
in giugno.
1.2. gli impatti
impoverimento della biodiversità
Secondo Birdlife International (www.birdlife.org) 1 su 8 delle specie di uccelli al
mondo è minacciata di estinzione a causa dell’espansione incontrollata dell’agricoltura e a causa della deforestazione. In generale il settore agro-alimentare esercita una forte pressione sulla biodiversità.
www.fao.org • www.cbd.int • www.unep-wcmc.org
Il Madagascar, pur essendo
ricchissimo di materie prime agricole,
rimane uno dei Paesi più poveri
dell’Africa. I suoi agricoltori producono
principalmente per l’export.
terre meno fertili
Il degrado dei suoli è la causa principale di riduzione della capacità produttiva dei
terreni. Per gestione inadeguata o per sfruttamento eccessivo, oggi anno circa il
40% delle terre coltivate del pianeta si trova in uno stato di ridotta fertilità. Il risultato è che ogni anno vengono abbandonati da 5 a 6 milioni di ettari di terre coltivate al mondo. Produzione in eccesso, gestione inadeguata dei suoli e delle acque, deforestazione, desertificazione, scarsa o nulla rotazione nelle colture, uso eccessivo di sostanze chimiche, uso inappropriato delle macchine agricole sono le
cause principali del declino della qualità dei terreni.
www.ecaf.org • www.fao.org
acque contaminate
L’agricoltura è il maggiore consumatore di acqua al mondo. Usa tre quarti delle risorse idriche del pianeta. L’impiego di prodotti chimici aumenta la pressione dell’agricoltura sull’ambiente: ogni anno, circa 4 milioni di tonnellate di sostanze
chimiche vengono trasferite dall’agricoltura alla natura. In alcuni Paesi il controllo
Ogni anno il pianeta perde
un’estensione di terre fertili pari
alla dimensione dell’Irlanda.
Comprare sì, ma verde
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della chimica in agricoltura è molto elevato, mentre in altri l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi è tuttora fuori controllo. Il fenomeno dell’eutrofizzazione delle acque
causato dai nitrati è una dimostrazione eclatante di questa realtà.
Per evitare l’impiego
di pesticidi, la lotta
biologica integrata
ai parassiti introduce
nelle colture specie
animali o vegetali
che ne prevengono
la diffusione.
Ad esempio
le coccinelle si
nutrono di cocciniglie,
il riccio comune
è un divoratore
di bruchi, lumache
e topi. Il nasturzio
attira gli afidi.
www.fao.org • www.un.org
cibi inquinati
L’inquinamento derivante dalle attività agricole e l’uso di alcuni pesticidi possono
avere pesanti ripercussioni sulla salute umana. Anche il cibo può essere fortemente dannoso per la salute, ad esempio nei casi in cui contenga determinate quantità
di metalli pesanti. Le verdure possono recare facilmente traccia delle sostanze
agricole usate in agricoltura, ad esempio i nitrati.
www.epa.gov/superfund • www.who.int/en
1.3. la strada giusta
L’agricoltura sostenibile o a basso impatto ambientale si sta diffondendo in tutto il
mondo. L’agricoltura organica o biologica, il recupero delle colture tradizionali e
la creazione di reti locali capaci di collegare il mondo rurale a quello urbano sono
alcune delle linee più innovative in questo settore. L’agricoltura biologica rispetta
gli equilibri ecologici preservando la sostanza organica dei terreni. Non impiega
prodotti chimici di sintesi, reimpiega i materiali organici, consente la rotazione
delle colture e applica tecniche biologiche per la lotta contro le malattie delle
piante. Oggi questa forma di agricoltura è stata adottata da più di 100 Paesi e copre
almeno 24 milioni di ettari coltivati. I Paesi in cima alla classifica per estensione
delle coltivazioni organiche sono l’Australia, con 10 milioni di ettari, l’Argentina
con 3 milioni di ettari e l’Italia con 1,2 milioni di ettari.
Molte varietà di frutta sono
sconosciute e non arrivano neanche
sul mercato. È un peccato perché si
tratta di specie «sane» solitamente
molto resistenti e adattabili al clima
di provenienza e dunque poco
soggette a malattie. Da non
trascurare poi il rischio di estinzione
di queste varietà, dovuto al venir
meno delle colture. In Italia tra i ciliegi
antichi sono a rischio di estinzione
la Mora di Vignola, il Progressiflora
e il Tomentoso. Anche la delicata
e precoce ciliegia di Rivarone.
1.4. dalle parole ai fatti
Consigli per fare la cosa giusta:
al consumatore
k
k
k
k
k
k
k
scegliete prodotti locali anche al supermercato
comprate prodotti di stagione
scegliete prodotti con poco imballaggio
comprate il necessario
fate attenzione alle etichette e all’origine dei prodotti
chiedete al negoziante informazioni sui prodotti che acquistate
adottate una dieta salutare ed equilibrata
alle aziende
k
k
k
È nata nel 2002 la Sustainable
Agricolture Initiative Platform per
iniziativa di alcune aziende leader del
settore agro-alimentare: Danone,
Nestlè e Unilever. La SAI Platform
definisce sostenibile l’agricoltura che
produce in modo sicuro, efficiente e
competitivo, al tempo stesso
proteggendo e migliorando l’ambiente
naturale e le condizioni socioeconomiche delle comunità locali.
Oggi la SAI Platform conta 24 membri.
considerate i vostri prodotti dal punto di vista dell’intero ciclo di vita
in ogni fase della produzione, sviluppate buone pratiche gestionali che vi
consentano di risparmiare acqua, energia, di ridurre l’impiego di sostanze
inquinanti, i trasporti e gli imballaggi
fate il Rapporto Ambientale o il Rapporto di Sostenibilità per verificare il
miglioramento effettivo delle vostre prestazioni ambientali e sociali
alle istituzioni locali
k
k
k
k
k
k
promuovete l’impiego di cibi organici e di prodotti locali negli esercizi di ristorazione, anche nella ristorazione collettiva
fornite informazioni al pubblico sull’origine dei prodotti
sviluppate programmi educativi per far conoscere ai bambini l’agricoltura e
l’allevamento del bestiame
create piccoli orti nei giardini e nei parchi pubblici per i cittadini
supportate gli agricoltori nel diversificare le loro attività, ad esempio con
l’avvio di agriturismi
date informazione corretta sulle qualità nutrizionali degli alimenti
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Comprare sì, ma verde
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CASA
un tetto per il mondo
2.1. dove siamo?
Il settore
delle costruzioni
genera la quota
maggiore di posti
di lavoro al mondo.
Per alcuni la casa non è altro che un tetto di metallo ondulato su quattro muri improvvisati, per altri un appartamento al venticinquesimo piano di un grattacielo.
La casa ha molte forme nel mondo, da una semplice capanna a una lussuosa seconda abitazione. Per la costruzione e il funzionamento degli edifici, il settore impiega circa il 40% delle risorse del pianeta, in termini di materiali e di energia.
Produce circa il 40% delle emissioni globali di CO2. Ogni individuo deve poter disporre di una abitazione decorosa e sana, ma le priorità cambiano nei diversi contesti. Nei Paesi maturi la priorità si sposta verso un nuovo modello abitativo ecoefficiente, attento al tempo stesso ai consumi di energia, all’uso di materiali a basso impatto ambientale e alla tutela del paesaggio.
1/3
è
l’incremento della
popolazione
mondiale previsto
per il 2025. Questo
significherà circa
2 miliardi di persone
bisognose di
abitazioni, posti
di lavoro e
infrastrutture. Per rispondere
a queste aspettative crescerà
notevolmente il consumo di materiali,
di energia e di acqua.
2.2. gli impatti
emissioni di gas serra
Un livello elevato di emissioni di CO2 è la normale conseguenza del processo di
produzione del cemento, anche per il consumo massiccio di energia che caratterizza questo ciclo produttivo. Da una totale dipendenza dalle fonti fossili tradizionali, il settore sta progressivamente ampliando l’impiego di combustibili alternativi e di energie rinnovabili.
www.wbcsd.org
costruzioni di breve durata
Negli ultimi decenni, soprattutto i Paesi del Nord Europa hanno sviluppato progetti edilizi di grande portata per offrire un’abitazione a una popolazione in continua crescita. L’impiego di materiali di bassa qualità e di tecniche costruttive scarsamente efficienti hanno reso rapidamente obsolete le costruzioni, rendendo indispensabile un’opera di completa ricostruzione. Lo stesso fenomeno si sta ora verificando nei Paesi emergenti, in cui la popolazione sta crescendo a ritmi estremamente elevati.
25% 60%
dal
al
di energia
e il 50% di acqua potrebbero
essere risparmiati rispettando
standard ambientali elevati in edilizia.
www.epa.gov
ambienti interni inquinati
La media delle persone passa circa l’80% del proprio tempo in ambienti interni.
Soprattutto in passato la presenza di piombo, amianto, composti organici volatili e
altre sostanze tossiche nei materiali di verniciatura hanno prodotto danni importanti alla salute umana negli ambienti di lavoro e domestici.
www.who.int • www.epa.gov • www.teriin.org • www.nsc.org
Comprare sì, ma verde
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2.3. la strada giusta
Attualmente più di 600 milioni di persone nei Paesi emergenti vive in condizioni
sanitarie precarie e in ambienti urbani degradati. Per rimediare questa situazione
le Nazioni Unite hanno promosso azioni di sensibilizzazione sugli insediamenti
umani per sollecitare l’attenzione internazionale su questi problemi (Habitat I e II,
www.un.org).
Le popolazioni dei Paesi emergenti impiegano ogni tipo di materiale locale per costruire le loro abitazioni: legna, pietra, bambù, terra, fango. Fino al secolo scorso
questa pratica era diffusa anche nei Paesi maturi. L’architettura tradizionale europea si basa sull’impiego di materiali disponibili localmente. È importante recuperare la visione di una «eredità culturale» nel modo di costruire anche per sostenere i nuovi modelli di edilizia e di architettura sostenibile. Proprio le architetture
tradizionali esprimono infatti, in tutto il mondo, una particolare attenzione per
l’ambiente e per il migliore utilizzo delle risorse e delle fonti di energia.
Di fondamentale importanza è l’attenzione al risparmio energetico nelle modalità
di costruzione, nelle scelte dei materiali e nei comportamenti individuali.
L’eredità culturale dei modi tradizionali
di costruire è molto utile per sostenere
i nuovi modelli di edilizia e di
architettura sostenibile. Proprio le
architetture tradizionali esprimono
infatti, in tutto il mondo, una
particolare attenzione per il migliore
utilizzo delle risorse e delle fonti di
energia. Come è il caso delle torri e
case del vento a Dubai, soluzione
tradizionale antica per raffrescare gli
ambienti senza utilizzo di energia.
2.4. dalle parole ai fatti
Consigli per fare la cosa giusta:
al consumatore
k
k
k
k
k
k
scegliete il giusto orientamento per la vostra casa, fatela isolare correttamente, controllate l’uso di energia
rispettate gli stili dell’architettura locale
fate crescere le piante sui muri della casa come protezione decorativa
optate per l’architettura sostenibile e per la costruzione bioclimatica: anche
se può costarvi di più la costruzione, vi costerà meno l’utilizzo
ristrutturate o riparate utilizzando materiali e prodotti a basso impatto ambientale
preferite i materiali naturali
Molti Paesi hanno adottato parametri
di valutazione ambientale per guidare
le scelte costruttive. Questi standard
esaminano tutte le fasi della
costruzione, dalla scelta dei materiali,
alla localizzazione, alla gestione di
acqua, energia e rifiuti, senza
trascurare gli aspetti termici, acustici
e visivi. Il GREEN GLOBES canadese
offre online un sistema di audit
ambientale per la costruzione
e la gestione degli edifici.
alle aziende
k
k
k
k
k
k
considerate i vostri prodotti dal punto di vista dell’intero ciclo di vita
in ogni fase della produzione, sviluppate buone pratiche gestionali che vi
consentano di risparmiare acqua, energia, di ridurre l’impiego di sostanze
inquinanti anche negli ambienti interni, i trasporti e gli imballaggi
monitorate la produzione di gas serra nel vostro processo di produzione e
sviluppate tecnologie innovative per l’impiego di combustibili alternativi e
di energie rinnovabili
acquisite e sensibilizzate il personale sugli standard più accreditati di ecoedilizia
formate le maestranze per garantire livelli di qualità elevata ai vostri clienti
fate il Rapporto Ambientale o il Rapporto di Sostenibilità per verificare il
miglioramento effettivo delle vostre prestazioni ambientali e sociali
Gli standard LEED (Leadership in
Energy and Environmental Design)
sono i parametri per l’edilizia
sostenibile sviluppati negli Stati Uniti
e applicati in 40 Paesi del mondo, ora
anche in Italia (www.gbcitalia.org).
In Italia, il sistema più accreditato è
CasaClima (www.agenzia
casaclima.it). Il World Business
Council for Sustainable Development
ha lanciato la Cement Sustainability
Initiative (CSI, www.
wbcsdcement.org), programma
mirato a garantire lo sviluppo
sostenibile del settore.
alle istituzioni locali
k
k
k
k
promuovete la costruzione di edifici e di infrastrutture durevoli
considerate i costi di costruzione in base a standard ambientali elevati nell’intero ciclo di vita degli edifici
rinnovate gli edifici esistenti con una particolare attenzione ai parametri
ambientali e di protezione della salute umana negli ambienti interni
nelle vostre sedi fate installare sistemi di utilizzo di energia e acqua efficienti dal punto di vista del risparmio e informate adeguatamente il personale
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Comprare sì, ma verde
3
ECO-DESIGN
produrre senza distruggere
3.1. dove siamo?
560 kg
Per molti decenni la società dei consumi ha fondato il proprio modello sulla quantità di beni prodotti e consumati a prezzi progressivamente più bassi. Questa visione si è tradotta in uno sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in livelli
crescenti di inquinamento dell’aria e delle acque, nell’estinzione di specie animali e vegetali e in un aumento significativo dei rifiuti. Per rompere questo circolo vizioso è urgente agire per produrre di più con meno. In altre parole, per soddisfare
la domanda globale di beni e servizi limitando la produzione di rifiuti e l’inquinamento. Le imprese più lungimiranti hanno adottato da tempo questa nuova visione, traducendola in strategie specifiche per la sostenibilità. Anche le politiche
pubbliche condividono ormai a tutti i livelli il nuovo approccio dell’Eco-design.
di rifiuti solidi procapite sono prodotti
ogni anno nei Paesi
industrializzati.
È una quantità
superiore di 3 volte
rispetto ai valori dei
primi anni Ottanta.
3.2. gli impatti
materie prime
La produzione di beni implica innanzi tutto l’impiego di materie prime. L’estrazione delle materie prime e il loro trattamento erodono lo stock di risorse naturali del
pianeta, consumano energia e producono inquinamento.
www.cleanerproduction.com • www.cfsd.org.uk
Tutti i beni consumo, anche i prodotti
«verdi», hanno un possibile impatto
sull’ambiente. Sono generati
mediante l’impiego di materie prime,
energia e acqua. Devono poi essere
imballati e trasportati nel luogo di
consumo, per poi concludere il proprio
ciclo di vita quando diventano rifiuti.
L’Eco-design è lo strumento per
minimizzare questi impatti durante
l’intero ciclo di vita dei prodotti,
lasciandone inalterate l’efficienza
e la funzionalità.
produzione
La produzione industriale consuma quantità rilevanti di energia. È indispensabile
ottimizzare i processi produttivi in termini di efficienza energetica e favorire
tecnologie innovative basate sull’impiego di energie rinnovabili.
www.cleanerproduction.com • www.responsibleshopper.com
imballaggio
Bottiglie, scatole, barattoli e altri imballaggi normalmente compongono più della
metà dei rifiuti solidi urbani nei Paesi maturi. È indispensabile ridurre la quantità
e il volume degli imballaggi lungo l’intera catena di produzione e di consumo.
www.container-recycling.org • www.conai.org • www.comieco.org • www.corepla.it
trasporto
La delocalizzazione delle produzioni, la liberalizzazione dei mercati e la costante
ricerca da parte degli operatori economici di soluzioni mirate alla riduzione dei costi di produzione hanno una conseguenza importante: i prodotti viaggiano migliaia
di chilometri prima di essere consumati. Questa realtà impatta in modo significativo sulla congestione del traffico e sull’inquinamento atmosferico.
www.unep.ch • www.oecd.org
Comprare sì, ma verde
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utilizzo
Normalmente disegnati per essere sostituiti spesso, i prodotti sono oggi progressivamente più fragili e difficili da riparare. Questo incoraggia comportamenti orientati al gettare anziché al conservare e contribuisce ad aumentare la produzione di
rifiuti. www.greenerchoices.org/eco-labels
gestione dei rifiuti
Molto spesso i beni di consumo includono una pluralità di materiali e di componenti che ne rendono molto difficile una gestione oculata quando diventano rifiuti. Questo rende critico lo smaltimento e, soprattutto, il possibile conferimento a
circuiti di recupero e riciclaggio. www.apat.it • www.minambiente.it
Per favorire consumi più consapevoli,
sono certamente efficaci i marchi
ambientali e le etichette sugli aspetti
energetici. A livello europeo è attivo il
marchio di qualità ecologica Ecolabel, affiancato con successo da alcune etichette nazionali come l’Angelo
Blu in Germania e il Cigno Bianco nei
Paesi Scandinavi. Ecolabel è stato
istituito nel 1992 (Regolamento CEE
n. 880/92) e revisionato nel 2000. I
criteri ecologici di concessione di
Ecolabel valutano l’impatto ambientale del prodotto in tutte le fasi del
suo ciclo di vita. Attualmente è possibile richiedere l’Ecolabel per 24 categorie di prodotti dei seguenti settori:
abbigliamento, apparecchiature elettroniche ed elettrodomestici, articoli
per la casa e il giardino, prodotti in
carta, prodotti per la pulizia, lubrificanti e turismo.
A gennaio 2009 le licenze Ecolabel
valide in Italia sono 250, per un totale di 3.822 prodotti e servizi etichettati, distribuiti tra 15 gruppi di
prodotti. L’Angelo Blu, attivo in Germania dal 1978, a maggio 2008 poteva contare su 10.000 prodotti etichettati.
3.3. la strada giusta
Sta emergendo sul mercato un nuovo mix di prodotti e di servizi. In particolare comincia a farsi strada il sistema prodotto-servizio, che cerca di adattarsi al meglio ai
bisogni della domanda offrendo beni che possono essere condivisi da una pluralità
di consumatori. Si pensi ai servizi di car-sharing e di bike-sharing. Oltre a soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori, i sistemi prodotto-servizio riducono fortemente gli impatti sull’ambiente. Si stanno inoltre diffondendo nuovi materiali che
derivano da materie prime naturali rinnovabili. La soluzione forse più nota è quella
dei materiali di origine vegetale, come le plastiche biodegradabili. La ricerca e lo
sviluppo di materiali innovativi dal punto di vista dell’efficienza ambientale hanno
fatto ormai grandi passi avanti e oggi le soluzioni disponibili sono molto numerose
con utilizzi praticabili nella quasi totalità dei settori industriali.
3.4. dalle parole ai fatti
Consigli per fare la cosa giusta:
al consumatore
k
k
k
k
k
scegliete prodotti concentrati o ricaricabili, con imballaggio ridotto al minimo
e possibilmente in materiale riciclato
evitate di comprare dosi singole di prodotto
preferite oggetti durevoli agli usa e getta: pensate a riutilizzare, riparare, riciclare prima di buttare via
informatevi sul consumo di energia e di acqua necessari per la produzione di
un determinato bene o servizio, sulle origini, le proprietà e il tipo di materia
prima utilizzata
prima di acquistare un bene o un servizio, verificate le possibilità di noleggio
A Brescia la Scuola EMAS
ed Ecolabel
Una formazione altamente professionalizzante per assistere le imprese e
gli enti locali nella progettazione, nell’attuazione e nel miglioramento dei
sistemi di gestione ambientale o nell’adozione di marchi di qualità ecologica. È questo l’obiettivo della prima
Scuola EMAS ed Ecolabel della Lombardia istituita a Brescia dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, nell’ambito dell’Accordo di programma
per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo, sottoscritto nel marzo 2006 da Regione
Lombardia e Sistema Camerale lombardo. Tre i nuovi corsi attivati nel
2009: due destinati ai consulenti e
revisori EMAS (con particolare riguardo ai settori della pubblica amministrazione, della meccanica e del
trattamento metalli) e uno per consulenti Ecolabel (focalizzato sui servizi turistici).
www.scuolaemasbrescia.it
alle aziende
k
k
k
k
k
impiegate strumenti di Eco-design in fase di sviluppo di prodotti e servizi
garantite la massima trasparenza sulle caratteristiche dei vostri prodotti e richiedete la certificazione di enti terzi indipendenti
ottimizzate i costi di consumo di energia, acqua e di gestione dei rifiuti applicando regole di risparmio e prevenzione
scegliete fornitori che applicano parametri di gestione ambientale
attenetevi alle migliori pratiche disponibili nel vostro settore
alle istituzioni locali
k
k
k
k
valutate il costo dei progetti considerandone l’intero ciclo di vita
per gli arredi urbani preferite articoli realizzati con materiali riciclati e ottimizzate l’efficienza energetica dell’illuminazione pubblica
ampliate le isole ecologiche per la raccolta differenziata dei rifiuti e incoraggiate i cittadini al loro utilizzo
organizzate un servizio di raccolta di beni dismessi e un sistema di offerta di
beni usati e riutilizzabili
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Comprare sì, ma verde
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ENERGIA
salvare il clima
4.1. dove siamo?
4.4. dalle parole ai fatti
Consigli per fare la cosa giusta:
L’energia è un fattore chiave dello sviluppo. In un secolo il consumo mondiale di
energia è aumentato di ben 13 volte. Attualmente 1/4 della popolazione mondiale
consuma circa 3/4 dell’energia prodotta. Secondo il World Energy Council, nel
2050 il consumo di energia dovrebbe più che raddoppiare per rispondere al fabbisogno dei Paesi emergenti. I combustibili fossili – carbone, petrolio e gas – coprono tuttora l’80% del consumo mondiale di energia. Sono risorse esauribili e sono
causa di gravi fenomeni di inquinamento, della deforestazione, dell’erosione dei
suoli e dell’inquinamento dell’aria. Su scala globale, le fonti fossili generano il
60% delle emissioni di carbonio, il più diffuso gas a effetto serra.
al consumatore
k
k
k
k
k
k
k
k
k
isolate le vostre abitazioni
installate termostati efficienti
accendete l’aria condizionata
solo se indispensabile
spegnete la luce quando non è
necessaria
valutate la possibilità di
installare impianti alimentati da
energie rinnovabili
sostituite le lampadine con
lampade a basso consumo
scegliete elettrodomestici a
basso consumo energetico
installate timer
usate i mezzi pubblici
4.2. gli impatti
gas serra e cambiamento del clima
L’utilizzo prevalente di combustibili fossili, in particolare nei trasporti, determina
un’immissione eccessiva di CO2 nell’atmosfera, con impatti significativi sul clima
globale. www.ipcc.ch • www.greenfacts.org • www.eia.doe.gov
alle aziende
k
k
k
k
ottimizzate i sistemi di
riscaldamento, raffrescamento e
illuminazione negli uffici
preferite la luce naturale,
lampadine a basso consumo e
dispositivi automatici di
spegnimento delle luci
sensibilizzate il personale al
risparmio energetico
organizzate un sistema di
mobilità per il personale
inquinamento atmosferico
L’impiego di combustibili con tecnologie inefficienti dal punto di vista ambientale è causa di inquinamento dell’aria pericoloso per la salute umana. Questo vale
sia nei Paesi maturi in caso di persistente utilizzo di tecnologie obsolete, ad
esempio per il riscaldamento delle abitazioni, sia nei Paesi emergenti in molti casi totalmente privi di tecnologie innovative per la produzione e il consumo di
energia. www.who.int • www.dams.org
piogge acide
alle istituzioni locali
k
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k
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k
L’inquinamento da autoveicoli e da attività industriali è considerato causa diretta
delle piogge acide che hanno gravemente danneggiato soprattutto le foreste europee negli anni Ottanta e Novanta. www.policyalmanac.org
sensibilizzate i consumatori e le
aziende sul risparmio energetico
ottimizzate l’efficienza
energetica dell’illuminazione
pubblica
introducete flotte di veicoli a
basso impatto ambientale per il
trasporto pubblico
promuovete impianti di
riscaldamento ad energie
rinnovabili
incentivate l’impiego di fonti
rinnovabili
favorite la produzione di energia
da rifiuti
Comprare sì, ma verde
4.3. la strada giusta
Le fonti rinnovabili – energia solare, eolica, idroelettrica, geotermica e biomasse –
forniscono energia senza erodere le risorse naturali del pianeta. Il supporto alle
fonti rinnovabili deve andare di pari passo con il risparmio di energia. Il consumatore ha oggi molte opportunità per risparmiare energia, ad esempio le lampadine a
basso consumo che consentono un risparmio fino all’80% rispetto alle lampadine
convenzionali. Innovazioni importanti sono inoltre da attendere in tempi ragionevoli anche nel settore dei nuovi combustibili per gli autoveicoli.
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5
ICT: TECNOLOGIE
DELL’INFORMAZIONE E
DELLA COMUNICAZIONE
far progredire lo sviluppo sostenibile
5.1. dove siamo?
5.4. dalle parole ai fatti
Oggi le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno rivoluzionando il mondo del lavoro e le relazioni individuali. Attraverso Internet i contatti da un angolo all’altro del pianeta sono molto semplificati, l’informazione circola liberamente e la conoscenza può essere facilmente condivisa. Circa 700 milioni di persone nel mondo hanno accesso a Internet. Ogni 5 mesi il numero di connessioni a Internet nel mondo raddoppia. Negli Usa ci sono voluti 38 anni per raggiungere 50 milioni di persone con la radio, 13 anni con la televisione e 4 anni con
Internet. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla rete.
Consigli per fare la cosa giusta:
al consumatore
k
k
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5.2. gli impatti
k
consumi di energia in aumento
k
L’utilizzo prolungato del computer comporta un consumo rilevante di energia.
Ogni anno i computer del mondo utilizzano una quantità di elettricità pari a quella impiegata in Brasile. www.worldwatch.org
k
rifiuti elettronici
La domanda di tecnologie sempre più efficienti genera una sostituzione frequente
dei computer. La complessità delle loro componenti ne rende molto difficile la gestione in fase di rifiuto. I monitor contengono metalli pesanti (piombo e cadmio), i
diodi sostanze tossiche (arsenico e ossidi di zinco) e i circuiti mercurio.
condividete idee ed esperienze
attraverso forum e partecipate
a network
cercate modalità partecipative
nella rete
non state delle ore davanti
al computer, continuate a usare
anche altri strumenti di
comunicazione e informazione
non lasciate il computer
in stand-by
portate le vecchie
apparecchiature elettroniche
al negozio dove le avete
comprate o agli appositi centri
di raccolta
non buttate via un computer
che funziona ancora, regalatelo
alle aziende
k
k
www.ewaste.ch • www.epa.gov
k
dipendenza psicologica
Intere popolazioni di giovani navigatori di Internet sono frequentatori abituali di
chat room, forum, blog e spazi di gioco. Un uso eccessivo delle modalità interattive offerte da Internet genera dipendenza. È stata codificata una vera e propria
cyber-pathology, che affligge i più accaniti Internauti.
k
organizzate un sistema intranet
fate circolare l’informazione
all’interno dell’azienda via email
installate una rete che consenta
alle varie apparecchiature in
uso di essere completamente
spente
se rinnovate il vostro parcocomputer regalate i vecchi
apparecchi ancora funzionanti
alle istituzioni locali
5.3. la strada giusta
k
In Giappone, nel 2003, è stata introdotta una legge per la raccolta e il riciclo dei computer utilizzati in ambiente domestico. Il programma è stato lanciato dalla Japan
Electronics and Information Technology Industries Association (JEITA). In Italia, dopo il recepimento con D.Lgs. n. 151/2005 della Direttiva 2002/96/CE per la gestione
dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), è stato istituito il
Centro di Coordinamento (www.cdcraee.it) che garantisce la gestione omogenea di
questi rifiuti in tutto il territorio nazionale (DM 185/2007).
k
k
k
k
9
offrite accesso gratuito a
Internet nelle sedi pubbliche
collaborate con il volontariato
sociale per recuperare i
computer vecchi e ancora
funzionanti
donate i computer recuperati
organizzate una raccolta
domestica di vecchi computer
sviluppate l’e-learning
Comprare sì, ma verde
6
GREEN PUBLIC
PROCUREMENT
comprare scegliendo l’ambiente
6.1. dove siamo?
Le Pubbliche Amministrazioni in
Europa spendono per i propri appalti l’equivalente di circa il 16% del PIL
ogni anno - più di 2 mila miliardi di
euro.
Green Public Procurement o GPP significa acquisti pubblici verdi. Con questo
strumento le Pubbliche Amministrazioni integrano considerazioni di carattere
ambientale attraverso l’inserimento di opportuni criteri negli appalti di beni, servizi o lavori, così da privilegiare le soluzioni con un minore impatto ambientale
lungo l’intero ciclo di vita. L’attenzione all’intero ciclo di vita nella valutazione
delle prestazioni ambientali di beni, servizi e lavori ai fini dell’aggiudicazione di
una gara d’appalto (il cosiddetto life cycle thinking alla base del GPP) implica di
non limitarsi a considerare come criterio di scelta il solo costo per l’acquisto di un
bene o servizio o per la realizzazione di un’opera pubblica (criterio del prezzo più
basso) ma di considerare anche i costi legati alle fasi di esercizio (per esempio i
consumi energetici di un’apparecchiatura o di un edificio) e di smaltimento a fine
vita (criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa).
6.2. gli impatti
efficienza a medio e lungo termine
Il GPP stimola a spostare l’attenzione da un’efficienza a breve termine a un’efficienza a medio-lungo termine, minimizzando i costi reali che gravano sulla collettività. Il GPP quindi, se correttamente messo in pratica, non implica necessariamente oneri maggiori per la Pubblica Amministrazione, anzi può apportare benefici ai bilanci pubblici oltre che all’ambiente.
La Regione Lombardia ha attivato
uno sportello informativo a disposizione di enti pubblici e imprese per
la segnalazione di quesiti, buone
pratiche e iniziative, al fine di promuovere la circolazione di informazioni e aggiornamenti sugli acquisti
verdi, la produzione e i consumi sostenibili (www.appalti verdi lombardia.it).
Su un campione di 80 enti lombardi
si rileva che ogni anno vengono consumate circa 400 tonnellate di carta
equivalenti a circa 6.700 alberi per
lo svolgimento delle procedure d’acquisto sotto soglia di beni e servizi.
L’utilizzo di strumenti di e-procurement consentirebbe di salvare fino
all’80% di questi alberi.
www.ec.europa.eu/environment/gpp • www.dsa.minambiente.it/gpp
incentivo all’innovazione
Data l’entità significativa in termini economici del settore degli appalti pubblici,
attraverso il GPP la Pubblica Amministrazione è in grado di promuovere l’innovazione nei sistemi di produzione, stimolando il settore industriale a sviluppare e
implementare tecnologie e prodotti eco-compatibili.
www.ec.europa.eu/environment/gpp
promozione di nuovi modelli di consumo
Il comportamento virtuoso della Pubblica Amministrazione può rappresentare un
esempio trainante per indurre cambiamenti dei modelli di consumo di cittadini e
imprese verso una maggiore sostenibilità ambientale.Il GPP è dunque uno strumento concreto con cui le Pubbliche Amministrazioni possono affrontare le problematiche legate al consumo di risorse, all’inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici. www.ec.europa.eu/environment/gpp
www.compraverde.it • www.appaltiverdilombardia.it
Comprare sì, ma verde
10
6.3. la strada giusta
Buone pratiche in Lombardia
La Politica Integrata di Prodotto rappresenta un approccio integrato rivolto al miglioramento continuo della prestazione ambientale nell’intero ciclo di vita dei
prodotti, delle merci e dei servizi. Gli acquisti verdi fanno parte degli strumenti
volontari che consentono l’attuazione di questa politica. L’idea alla base degli acquisti verdi è infatti quella di utilizzare le forze del mercato per promuovere la
qualità ambientale di beni e servizi, intervenendo sulla domanda e sull’offerta e
sul meccanismo dei prezzi per incentivare l’uso di prodotti a minore impatto ambientale. Con il Libro Verde sulla Politica Integrata di Prodotto – COM (2001) 68 –
la Commissione Europea ha promosso l’elaborazione di Piani d’Azione Nazionali
sugli acquisti verdi per stimolare la diffusione del GPP e il raggiungimento di obiettivi di diffusione di questo strumento a livello nazionale. Dal 2001 a oggi sono diversi i Paesi che hanno adottato un Piano d’Azione per il GPP. L’Italia con il decreto interministeriale n. 135 dell’11 aprile 2008 si è dotata di un Piano d’Azione per
la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione
(Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement - PAN GPP).
La Commissione Europea, con la rinnovata Strategia per lo Sviluppo Sostenibile e
il recente Piano d’Azione per la Produzione e il Consumo Sostenibili e per la Politica Industriale Sostenibile, nonché la specifica Comunicazione sul GPP che lo
accompagna, ha individuato nuovi obiettivi e strumenti per l’attuazione del GPP
in Europa. L’obiettivo per il 2010 è che il 50% delle procedure di acquisto in ciascun Paese membro siano «verdi», cioè rispondenti a criteri ambientali minimi
(definiti core criteria) e che comunque gli enti più virtuosi adottino criteri anche
più restrittivi (i cosiddetti comprehensive criteria). Per agevolare questo percorso,
il pacchetto che accompagna il Piano d’Azione per la Produzione e i Consumi Sostenibili comprende anche le proposte di revisione del Regolamento Ecolabel, del
Regolamento EMAS (che include alcune specifiche sul rapporto tra il GPP e la registrazione EMAS) e della Direttiva sull’Eco-design (2005/32/CE).
Sono oggi più di 130 gli enti pubblici
lombardi attivi negli acquisti verdi,
fra Comuni, Province, Comunità montane, enti gestori d’area protetta ed
aziende ospedaliere, oltre alla stessa
Regione Lombardia e all’ARPA Lombardia (www.appalti verdi lombardia.it). Fra questi ricadono ben l’82%
delle Province e il 31% dei Comuni
lombardi con oltre 15.000 abitanti,
valori che appaiono significativi se
paragonati agli obiettivi del Piano
d’Azione Nazionale sul GPP, che prevede che entro il 2009 almeno il 30%
delle province e almeno il 30% dei comuni con oltre 15.000 abitanti adottino procedure di acquisto conformi ai
criteri ambientali minimi.
A livello regionale grazie alla collaborazione tra la Direzione Centrale Organizzazione, Personale, Patrimonio e
Sistema Informativo e la Direzione
Generale Qualità dell’Ambiente di Regione Lombardia, attraverso l’operato
della Centrale Regionale Acquisti, a
partire dall’autunno 2007 le gare
d’appalto aggregate di Regione Lombardia per l’acquisizione di beni e servizi di funzionamento tengono conto
di criteri di efficienza energetica e di
sostenibilità ambientale. Secondo
questi criteri sono già stati selezionati i fornitori di fotocopiatrici in noleggio e di carta in risme, nonché del servizio di centro stampa regionale (iniziativa rivolta al solo Ente Regione
Lombardia) e, prossimamente, i fornitori di divise per la polizia locale e del
servizio di prenotazione delle trasferte di lavoro dei dipendenti (www.centraleacquisti.regione.lombardia.it).
L’importanza dell’iniziativa sta nel
fatto che ai contratti attivi possono
aderire, oltre agli enti che fanno parte
del Sistema regionale (118 enti tra
enti regionali ed enti sanitari), anche
gli oltre 1500 enti locali e altre pubbliche amministrazioni con sede nel territorio, in particolare i Comuni in virtù
di uno specifico Protocollo d’Intesa
tra la Regione e ANCI Lombardia. In
questo modo si moltiplicano i benefici
ambientali del GPP, è possibile aggregare una domanda di beni e servizi
verdi di entità tale da poter spuntare
prezzi di acquisto competitivi e orientare il mercato verso una maggiore
sostenibilità, offrendo al tempo stesso agli enti pubblici la possibilità di risparmiare sui costi e sulle risorse
umane per espletare gare proprie.
6.4. dalle parole ai fatti
Consigli per fare la cosa giusta:
al consumatore
k
k
informatevi presso il vostro Comune o la vostra Regione sulle iniziative di
acquisti pubblici verdi
prestate particolare attenzione alle campagne informative sugli acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni
alle aziende
k
k
k
informatevi sui bandi di gara per acquisti verdi da parte delle pubbliche amministrazioni
valutate la possibilità di creare una rete di fornitura di prodotti e servizi ad
elevata qualità ambientale con altre aziende
adottate metodi di valutazione dell’efficienza ambientale dei vostri prodotti
e servizi in ogni fase del loro ciclo di vita
alle istituzioni locali
k
k
k
k
k
k
effettuate una ricognizione dei vostri fabbisogni e valutate l’opportunità di
acquistare prodotti e servizi a basso impatto ambientale
decidete la sostituzione delle vostre dotazioni e apparecchiature solo quando strettamente necessario
in caso di sostituzione di apparecchiature obsolete ma ancora funzionanti,
donatele ad associazioni non-profit
nell’adottare criteri di qualità ambientale per l’acquisto di beni e servizi,
considerate i possibili impatti nell’intero ciclo di vita
sensibilizzate e informate il personale sulle vostre iniziative di acquisti verdi
sensibilizzate e informate i cittadini sulle vostre iniziative di acquisti verdi
11
Comprare sì, ma verde
GPPnet
Come funziona il GPP
«GPPnet - La rete degli Acquisti Verdi» è uno dei gruppi di lavoro promossi dal Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, nato dall’esperienza del progetto Life Ambiente GPPnet della Provincia di Cremona. Il Gruppo di Lavoro,
attivo dal 2005, riunisce, oltre alla
Provincia di Cremona che ne coordina
le attività, 174 enti che condividono
l’obiettivo di agevolare la diffusione
degli acquisti verdi e del Piano d’Azione Nazionale sul GPP, attraverso lo
scambio di esperienze, la condivisione di strumenti e soluzioni, l’elaborazione di linee guida. Fanno parte del
Gruppo di Lavoro GPPnet 55 Comuni,
21 Province, 8 Regioni, 3 Parchi, 10
ARPA, 1 Comunità Montana, il Ministero dell’Ambiente, la CONSIP, l’APAT, il
Corpo Forestale dello Stato, l’ISTAT,
l’UNCEM, 5 Università e 65 tra associazioni ambientaliste, associazioni di
categoria, imprese, organizzazioni del
commercio equo e solidale.
Le potenzialità del GPP non si esauriscono nel processo di acquisto. Il GPP implica un’attenzione
all’ambiente anche nella fase preparatoria di una gara (ricognizione dei fabbisogni) e in quella successiva alla stipula dei contratti di fornitura (consumo o utilizzo del bene o servizio acquistato).
Allungare il ciclo di vita di un prodotto, scegliendo di sostituirlo solo se veramente necessario, e
operare scelte di acquisto oculate è la prima importante azione di GPP che un’amministrazione
pubblica può compiere, con risvolti positivi in termini di riduzione della quantità di rifiuti e di ottimizzazione dell’uso delle risorse pubbliche.
Se l’amministrazione valuta opportuno l’acquisto di un nuovo bene o la sostituzione di uno obsoleto con uno nuovo, può optare per quelli che offrono migliori prestazioni ambientali lungo l’intero
ciclo di vita (l’assenza di sostanze tossiche nel processo produttivo o nel prodotto finito, l’efficienza energetica in fase di utilizzo, la lunga durata, la disassemblabilità, riciclabilità o biodegradabilità dei materiali a fine vita, e così via). Per allungare il ciclo di vita di un prodotto è anche possibile prevedere, anziché la dismissione, modalità di riuso ad altri fini (per esempio per scopi
umanitari o a beneficio di associazioni di volontariato); così facendo il prodotto acquista un nuovo valore prima di diventare un rifiuto. Ne è un esempio il progetto Banco Informatico che raccoglie e controlla le attrezzature per ufficio (PC, monitor, stampanti) usate ma ancora funzionanti e
le distribuisce a organizzazioni non governative (www.bancoinformatico.com). In molti casi sostituire l’acquisto di beni con l’acquisizione dei servizi corrispondenti è una soluzione più efficiente dal punto di vista sia ambientale sia economico.
Nelle procedure di appalto è possibile integrare le considerazioni ambientali a vari livelli: nella
definizione dell’oggetto dell’appalto (per esempio fornitura di stampanti a basso consumo energetico), nella definizione delle specifiche tecniche (per esempio valori di assorbimento energetico inferiori a una certa soglia), nella definizione dei criteri di selezione dei candidati (per esempio
requisiti relativi alla capacità tecnica dei candidati), nella definizione dei criteri di aggiudicazione
(assegnazione di un punteggio premiale per determinate caratteristiche ambientali, purché collegate all’oggetto dell’appalto, espressamente menzionate nel capitolato e conformi al principio
di non discriminazione).
L’impegno ad attuare il GPP non termina con l’aggiudicazione dell’appalto. Un ruolo fondamentale
è giocato dal corretto utilizzo o dalla corretta gestione in fase di esercizio, in modo da garantire
che siano valorizzate, e non vanificate, le caratteristiche ambientali della fornitura acquisita (per
esempio la corretta impostazione delle funzioni di risparmio energetico di una apparecchiatura
informatica e modalità di utilizzo che evitano inutili sprechi).
Per valorizzare un percorso di questo tipo sono fondamentali la comunicazione e l’informazione
rivolte sia all’esterno a imprese e cittadini, sia all’interno dell’amministrazione nei confronti dei
dipendenti. Per sostenere gli enti locali nell’attuazione di percorsi di acquisti verdi, la Commissione Europea ha messo a disposizione un Manuale (Commissione Europea, Acquistare verde! Un
manuale sugli appalti pubblici ecocompatibili, 2005) e un set di criteri ambientali riferiti a 11
gruppi di prodotto: alimentari e servizi di ristorazione, veicoli e servizi di trasporto, energia, attrezzature da ufficio e computer, abbigliamento, uniformi e altri prodotti tessili, carta e servizi di
stampa, arredamento, prodotti e servizi per la pulizia, attrezzature utilizzate nel settore sanitario, costruzioni (Commissione Europea, GPP Training Toolkit).
Nell’ambito dell’Accordo di Programma per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo sottoscritto nel 2006 da Regione Lombardia e dal Sistema camerale lombardo, è
stato avviato un progetto che intende portare alla sottoscrizione di un Accordo volontario tra Pubblica Amministrazione e i produttori e i fornitori della PA per l’adeguamento a criteri di sostenibilità ambientale della catena della fornitura pubblica. Scopo dell’Accordo è impegnare la Pubblica
Amministrazione e il mondo delle imprese a favorire la diffusione di un mercato di beni, servizi e
lavori a basso impatto ambientale, competitivi anche dal punto di vista economico. Tra gli obiettivi dell’Accordo anche la valorizzazione della visibilità e delle opportunità di mercato per le imprese che offrono beni e servizi a ridotto impatto ambientale. Il progetto, avviato nel 2008, porterà
alla definizione dello schema di Accordo entro la fine del 2009, per alcuni settori merceologici individuati come prioritari (tra i quali i servizi di riscaldamento e la fornitura di energia elettrica per
gli edifici pubblici, l’organizzazione degli eventi di comunicazione, la fornitura di apparecchiature
informatiche per gli uffici, i servizi di trasporto). L’Accordo potrà essere sottoscritto anche da altri
enti pubblici ed esteso ad altri settori merceologici.
Il Gruppo di Lavoro cura una newsletter bimestrale di aggiornamento e divulgazione, una banca dati dei «bandi
verdi» già pubblicati, un Libro Aperto
sul GPP per indirizzare, supportare e
innovare.
Il Gruppo di Lavoro ha partecipato all’elaborazione del Piano d’Azione Nazionale per il GPP ed è rappresentato
nel Tavolo di lavoro permanente del
PAN; collabora inoltre allo sviluppo del
Forum Internazionale degli Acquisti
Verdi CompraVerde-BuyGreen (del
quale si svolgerà nel 2009 la terza
edizione). Il Gruppo di Lavoro partecipa inoltre al tavolo di confronto tecnico sulla «Strategia Italiana per il Consumo e la Produzione Sostenibili».
Giunto al quarto anno di lavoro, il
Gruppo di Lavoro è ora impegnato nel
monitoraggio dell’attuazione del PAN.
La documentazione, la newsletter
«GPPnet», la banca dati dei bandi verdi e le informazioni utili per gli enti che
intendessero aderire sono disponibili
sui siti www.compraverde.it e
www.a21italy.it/a21italy/gdl.php
Comprare sì, ma verde
12
7
7.1.
TESSILE MODA
fare tendenza
senza costi per la Terra
dove siamo?
La coltivazione del cotone occupa
meno del 3% delle terre coltivate al
mondo. Consuma tuttavia quasi 1/4
della quantità totale di pesticidi e il
10% dei diserbanti.
Nella capitali della moda le grandi firme dettano le regole per lo stile della stagione che verrà. Stuoli di creativi stabiliscono che cosa sì e che cosa no. Le grandi catene dell’abbigliamento low cost traducono le nuove tendenze in capi accessibili
per la donna e per l’uomo comune. L’industria della moda è la seconda attività
economica al mondo per volume di affari. Ma la forte competitività nel mercato
spinge a una riduzione dei costi di produzione spesso a scapito delle condizioni
di lavoro soprattutto nei Paesi emergenti. E anche l’ambiente paga il suo prezzo.
7.2.
gli impatti
fibre sintetiche difficili da riciclare
L’industria tessile produce sia fibre naturali, come lana, seta, cotone e lino, sia fibre
artificiali: le più comuni sono le fibre sintetiche – poliamide e acrilico – di derivazione petrolchimica. La maggior parte degli indumenti in commercio contengono
poliestere, elastane e licra, materiali con costi molto bassi ma fortemente inquinanti in fase di produzione e molto difficili da riciclare. Il nylon richiede dai 30 ai 40
anni per decomporsi. www.organiccottondirectory.net
7.4. dalle parole ai fatti
Consigli per fare la cosa giusta:
al consumatore
k
www.sustainablecotton.org • www.ec.europa.eu/environment/ecolabel
k
inquinamento dell’acqua
L’industria tessile e dell’abbigliamento comprende numerosi processi molto diversi tra loro per le materie prime e le tecnologie utilizzate. In particolare i processi di
tintura e stampa possono essere fortemente inquinanti per le acque.
k
k
www.helpdesk-reach.it • www.ec.europa.eu/environment/ecolabel
alle aziende
e alle istituzioni locali
lavoro minorile
Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel mondo si contano oggi circa 246 milioni di bambini lavoratori di età compresa tra i 5 e i 14 anni. Nel settore
tessile l’European Apparel and Textile Organization e l’European Trade Union Federation of Textiles, Clothing and Leather hanno sviluppato un codice specifico di
condotta per fare fronte al problema. www.ilo.org
7.3.
preferite materiali e prodotti
originari del Paese di acquisto
non acquistate abiti da aziende
che non garantiscono condizioni
adeguate di lavoro
passate a un amico gli abiti che
non portate più
lavate con attenzione usando
detergenti che non inquinano
k
k
la strada giusta
k
Da alcuni anni i Paesi maturi e i Paesi emergenti hanno stretto partnership per la
diffusione di azioni di commercio solidale nel settore tessile. Alcune grandi marche del settore tessile e abbigliamento hanno abbracciato strategie di sviluppo sostenibile. Alcuni grandi operatori usano cotone e canapa, altri fibre derivanti da
processi di produzione e trattamento senza impiego di sostanze inquinanti o tossiche, altri hanno sviluppato nuovi materiali dalle alghe, dalla soia e dal bambù. Per
l’abbigliamento vengono anche utilizzati materiali provenienti dal riciclo.
k
k
13
acquistate abiti da lavoro e
uniformi derivanti da produzioni
eco-efficienti e socialmente
responsabili
incoraggiate il commercio di
indumenti ecologici
organizzate eventi per
promuovere prodotti tessili e di
abbigliamento ecologici
per i vostri regali aziendali
scegliete prodotti di qualità
ambientale e sociale
nei vostri uffici usate tessutinon tessuti prodotti con carta
riciclata
Comprare sì, ma verde
8
STILI DI VITA
vivere oggi
pensando a domani
8.1. dove siamo?
4
Secondo le più recenti analisi demografiche, la popolazione mondiale potrebbe
crescere del 50% da qui al 2050. In un futuro prossimo potranno quindi essere 9
miliardi gli abitanti della Terra. Le risorse disponibili diventeranno un fattore critico e la distanza tra Paesi ricchi e Paesi poveri potrà aumentare. Oggi il consumatore-tipo vive in un loop senza fine di compro-uso-e-getto, condizionato da una
visione compulsiva dell’acquisto di beni come strumento di realizzazione individuale. La società del consumo di massa esprime un modello di valutazione che
tende a premiare le persone in base a valori materiali. Questo stile di vita alimenta un’economia che erode fortemente gli stock naturali del pianeta, compromettendo la biodiversità e la qualità degli ecosistemi. Una nuova consapevolezza del
valore dell’ambiente naturale per la qualità della vita sta tuttavia facendo emergere un nuovo cittadino-consumatore, sempre più disponibile a cambiare le proprie
abitudini per contribuire a generare una prosperità durevole e diffusa.
pianeti in più sarebbero
necessari se tutte le persone
del mondo consumassero
come gli americani.
1,2
miliardi di persone
al mondo non hanno ancora
accesso all’acqua potabile.
8.2. gli impatti
10%
è l’incremento annuo della
produzione di rifiuti in Europa.
gas serra
Nell’economia globale, le imprese delocalizzano le produzioni, importano le materie prime ed esportano i prodotti finiti. I beni di consumo sono trasportati per
migliaia di chilometri prima di raggiungere gli scaffali dei supermercati. Il trasporto di beni via aria, acqua e terra richiede grandi quantità di energia e contribuisce
in modo determinante all’emissione di gas serra dannosi per il clima.
www.science.gmu.edu • www.physicalgeography.net
montagne di rifiuti
L’umanità ha sempre prodotto rifiuti in quantità. Tuttavia l’aumento della popolazione mondiale e l’incremento dei consumi rendono oggi la produzione di rifiuti
un fattore altamente critico sia nei Paesi maturi sia nei Paesi emergenti. I numeri
dimostrano che la quantità di rifiuti prodotta tende a crescere con la crescita dei
consumi. Gli USA producono 700 kg di rifiuti solidi urbani pro-capite, il Kenya
220 kg. www.europa.eu.int • www.epa.gov
30
ettari di foresta al minuto
scompaiono nel mondo a causa delle
attività industriali, delle
deforestazioni e di pratiche agricole
distruttive. È l’estensione di 42 campi
da calcio.
apparecchi difficili da riciclare
Le nostre case sono piene di apparecchi elettrici ed elettronici progettati per essere
sostituiti rapidamente. Questi beni producono quantità enormi di rifiuti inquinanti. La presenza di diversi materiali e di metalli pesanti ne rende difficile il riciclo.
www.europarl.eu.int • www.compraverde.it • www.appaltiverdilombardia.it
Comprare sì, ma verde
14
8.3. la strada giusta
Si stanno diffondendo in tutto il mondo nuovi orientamenti favorevoli ad acquisti
di prodotti e servizi a basso impatto ambientale. Fondamentali da questo punto di
vista sono le iniziative di acquisti verdi promosse dalle pubbliche amministrazioni (v. il capitolo 6) per le quote importanti di mercato che possono generare. Comunità sempre più ampie di consumatori esprimono la stessa tendenza, come dimostra la diffusione di prodotti e servizi verdi e di punti vendita dedicati.
La creazione di una nuova economia basata su processi e prodotti a basso impatto
ambientale può essere favorita anche dal sistema dell’offerta: molto efficace in
questa prospettiva è la scelta di fornitori attenti a parametri di gestione ambientale
da parte delle aziende di produzione di beni e servizi. Un contributo importante
nella stessa direzione può essere generato anche da iniziative di sviluppo e promozione delle economie locali, in una logica di filiera corta integrata.
Nella maggior parte dei Paesi maturi,
consumo responsabile è spesso
sinonimo di consumare meno. Nei
Paesi più poveri significa invece
consumare di più e consumare beni
di qualità più elevata. L’obiettivo è di
vivere una vita migliore e di stabilire
il giusto equilibrio tra i nostri desideri
di consumatori e le nostre
responsabilità di cittadini. Questo
significa scegliere uno stile di vita
che sia il meno distruttivo possibile
per l’ambiente naturale e il più
rispettoso del diritto delle persone di
vivere e di lavorare in condizioni
adeguate.
8.4. dalle parole ai fatti
Consigli per fare la cosa giusta:
al consumatore
k
k
k
k
k
k
k
prima di comperare, fatevi questa domanda: ne ho veramente bisogno?
scegliete prodotti durevoli, riparabili o realizzati con materiali di riciclo
utilizzate i mezzi pubblici per muovervi in città
non sprecate l’acqua
non consumate energia inutilmente: spegnete la luce, non lasciate gli apparecchi in stand-by
preferite prodotti e servizi connotati per il loro basso ambientale
scegliete aziende che garantiscono una gestione ambientale e socialmente
responsabile
alle aziende
k
k
k
k
considerate i vostri prodotti dal punto di vista dell’intero ciclo di vita
sensibilizzate il personale su comportamenti amici dell’ambiente al lavoro e
a casa: nella vostra azienda potete contribuire a cambiare il modo di pensare
e di agire
scegliete fornitori attenti all’ambiente
organizzate un sistema di mobilità collettiva per i vostri dipendenti
A metà strada tra Berlino e Amburgo,
nell’ex Germania Est, si trova Sieben
Linden, eco-villaggio realizzato dieci
anni fa con spirito quasi pioneristico
dai suoi attuali 120 abitanti. Uniti da
una scelta di vita a totale misura di
ambiente, i cittadini di Sieben Linden
stanno cercando di rendersi
totalmente indipendenti dalle fonti
fossili di energia, di produrre in
autonomia per il proprio fabbisogno
alimentare e di ridurre al massimo i
rifiuti. Abitazioni separate per nuclei
famigliari, ma lavatrici e automobili in
comune. Prima di qualsiasi acquisto
si verifica la possibilità di prestito
all’interno della comunità. Se proprio
è necessario comperare, si cercano
beni di seconda mano. Si scambiano i
vestiti e, in caso qualcuno desideri
disfarsi di un qualsiasi bene, viene
prima messo a disposizione negli
spazi comuni. L’idea di fondo non è
affatto pauperistica. Corsi di
equitazione, yoga e tai chi,
pattinaggio sul ghiaccio nel vicino
laghetto in inverno, nuotate sicure in
estate. Concerti, workshop e
appuntamenti a teatro chiudono il
quadro di una realtà niente male.
alle istituzioni locali
k
k
k
promuovete campagne di sensibilizzazione e informazione ai consumi ecoconsapevoli
promuovete nel vostro territorio reti e filiere di imprese che immettono sul
mercato prodotti e servizi a basso impatto ambientale
promuovete gruppi di acquisto di prodotti e sevizi verdi
La vostra impronta ecologica
Le risorse del pianeta sono esauribili.
L’impronta ecologica è uno dei nuovi
indicatori che consentono di valutare
l’impatto del nostro stile di vita sulle
risorse naturali della Terra. Converte i
prodotti e i servizi che utilizziamo in
ettari globali e misura la pressione che
ciascuno di noi esercita sulla natura
per soddisfare la propria domanda di
produzione, di consumo, di
smaltimento di rifiuti e così via. Potete
calcolare la vostra impronta ecologica a
www.earthday.net/
footprint/index.asp
15
Comprare sì, ma verde
9
PUBBLICITÀ
strumenti per incoraggiare
un consumo migliore
9.1. dove siamo?
Non c’è modo di sfuggire alla pubblicità, in TV, sui giornali, sui cartelli per strada, in
Internet. In qualunque parte del mondo. La pubblicità crea l’illusione dell’opulenza,
lancia le mode, getta i semi di nuovi bisogni e, soprattutto, diffonde l’idea che comperare dia la felicità. Molti Paesi del mondo investono in pubblicità e comunicazione tanto quanto investono in educazione. Come interfaccia tra il produttore e il consumatore, la pubblicità svolge un ruolo fondamentale nell’informare il grande pubblico e nell’orientare le sue decisioni. Mentre la pubblicità ha avuto in passato la
funzione prevalente di indurre la gente a comprare di più, oggi deve rispondere a
nuove esigenze. Quelle dei consumatori in cerca di valori più solidi, di etica e di trasparenza. Quelle delle istituzioni e delle organizzazioni non governative che premono per una maggiore informazione e sensibilizzazione verso comportamenti responsabili in termini sociali e ambientali. È uno strumento che non può mancare per rendere reale il disegno di un nuovo modello sostenibile di consumo.
3/4
della popolazione mondiale
possiede almeno una televisione.
23 ore alla settimana
è il tempo medio passato dai giovani
americani davanti alla TV.
È quasi la stessa quantità
di tempo che passano a scuola.
9.2. gli impatti
consumi eccessivi
Nei Paesi industrializzati e nei
Paesi emergenti circa 1/4 della popolazione mondiale ha adottato
uno stile di vita che ruota attorno
ai consumi, all’acquisto di beni e
servizi. Un’estensione ulteriore di
questo modello di consumo sarà
difficile da sostenere con le risorse
attualmente disponibili sul pianeta
in termini di materie prime e di
energia. Anche le quantità di rifiuti
prodotte saranno difficilmente gestibili pur con infrastrutture potenziate e tecnologicamente avanzate. www.worldwatch.org
Nell’arco della propria vita un
bambino nato in un Paese sviluppato
consumerà come 30 o 50 bambini
di un Paese emergente.
una cultura per tutti
Nei Paesi emergenti la diffusione delle campagne pubblicitarie del consumo di
massa aumenta il senso di frustrazione degli strati più deboli della popolazione.
Inoltre incita ad acquisire lo stile di vita del mondo occidentale e ad abbandonare
le tradizioni e le culture locali.
La pubblicità del consumo di massa
trasferisce nel mondo una
monocultura modellata sullo stile di
vita dei Paesi più industrializzati. A
scapito delle tradizioni e delle
culture locali.
Comprare sì, ma verde
16
inquinamento visivo
Da Barcellona a Tokio a Dakar, gli stessi messaggi e le
stesse immagini accolgono i visitatori al loro arrivo.
Centinaia di cartelloni pubblicitari, display di ogni
tipo e colore deturpano il paesaggio, senza contare
gli enormi sprechi di energia generati da insegne e
commercial luminosi.
www.portal.unesco.org
rifiuti di carta
Contro la pubblicità e contro il
consumismo: è una tendenza che sta
prendendo sempre più piede e che
sta ottenendo un consenso
crescente.
Cataloghi, depliant, volantini sono tra gli strumenti più usati per fare pubblicità.
Una fonte significativa di rifiuti di carta, oltre che di erosione degli stock forestali.
www.worldwatch.org • www.iied.org
9.3. la strada giusta
In molti Paesi si stanno diffondendo standard e codici di condotta per regolare la diffusione di messaggi pubblicitari che mettono in luce caratteristiche ambientali di prodotti e servizi. Sono percorsi
molto efficaci per rendere la pubblicità responsabile della propria veridicità, oggettività e lealtà.
Per garantire la trasparenza della comunicazione
ambientale e sociale delle aziende sono molto efficaci i Rapporti e Bilanci ambientali e Sociali, che possono trovare un’ottima integrazione nei Rapporti di Sostenibilità. È un modo nuovo di comunicare i risultati
della gestione aziendale non solo in termini economici e finanziari, ma anche ambientali e sociali. Un segnale importante è anche il tentativo di ridurre gli impatti
ambientali dei grandi eventi sportivi e di entertainment. Olimpiadi a impatto zero:
può non essere una cattiva idea.
Alcuni prodotti con un elevato
impatto sull’ambiente cercano di
associare il proprio brand a immagini
della natura per trasferire un
messaggio di purezza e di rispetto
dell’ambiente, che rimane tuttavia
scritto solo sulla carta o nei
messaggi pubblicitari.
6
buone regole per la
comunicazione responsabile
9.4. dalle parole ai fatti
Consigli per fare la cosa giusta:
• siate credibili, trasparenti e onesti
• date informazioni semplici e basate
al consumatore
k
k
k
k
k
k
sui fatti
• siate realistici e descrivete
chiaramente i problemi
• assicurate una buona
collaborazione tra le funzioni
marketing, comunicazione e
ambiente
• fate conoscere le storie di successo
senza timore di metterne in luce i
punti deboli
• incoraggiate tutti i vostri
collaboratori a farsi parte integrante
della vostra strategia
di sostenibilità
imparate a decifrare la pubblicità e a valutarne criticamente i contenuti
rifiutate pubblicità non richiesta nei vostri spazi domestici e di lavoro
limitate l’uso della televisione
contribuite a far rimuovere le pubblicità illegali
informatevi sulle aziende dotate di Rapporti di Sostenibilità
denunciate la pubblicità ingannevole alle autorità competenti
alle aziende
k
k
k
k
k
fornite un’informazione trasparente sulle attività che l’azienda svolge a favore dello sviluppo sostenibile
assicuratevi che la pubblicità rispetti la visione e le azioni dell’azienda
bandite ogni forma di pubblicità ingannevole o che induca a consumi inutili ed eccessivi
evitate l’utilizzo di etichette non accreditate da enti terzi che possono indurre confusione tra i consumatori
limitate la pubblicità su supporto cartaceo
alle istituzioni locali
k
k
k
promuovete campagne pubblicitarie responsabili dal punto di vista ambientale e sociale
stimolate l’opinione pubblica verso un modello di consumo sostenibile
controllate che la pubblicità affissa negli spazi urbani rispetti le regole
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Comprare sì, ma verde
10
TURISMO
destinazione sostenibilità
10.1. dove siamo?
3/4
Il turismo rappresenta un settore trainante per l’economia globale e per le economie nazionali e locali. L’Organizzazione Mondiale del Turismo (World Tourism Organization - UNWTO) prevede un volume di arrivi internazionali al 2020 pari a 1,6
miliardi: di questi circa 1,2 miliardi riguarderanno flussi turistici intra-regionali, e
circa 378 milioni flussi di lunga distanza. Sono grandi numeri. Il turismo mondiale
sposta, complessivamente, intere popolazioni, quasi dei flussi migratori, con possibili impatti significativi sia sull’ambiente sia sugli equilibri delle comunità ospitanti. Anche le economie locali possono essere totalmente riorientate dall’aumento dei
flussi turistici e non sempre nella direzione più favorevole ai cittadini residenti. Le
destinazioni turistiche vedono aumentare in modo esponenziale il numero dei propri «cittadini» con infrastrutture spesso inadeguate: le conseguenze sui livelli di inquinamento delle acque, dell’aria e di congestione del traffico soprattutto nelle aree
urbane possono essere molto rilevanti. Quella turistica è dunque un’economia da
governare oculatamente, cercando di coniugare la sua crescita con il rispetto dell’ambiente e dei valori sociali e culturali delle destinazioni ospitanti.
delle barriere
coralline del mondo
sono minacciate
dall’inquinamento
delle acque marine.
70
mila tonnellate di rifiuti
vengono scaricate ogni anno
dalle navi crociera nei Caraibi.
10.2. gli impatti
minaccia all’ambiente naturale e alla biodiversità
Migliaia di turisti che fruiscono delle medesime risorse naturali ne possono compromettere fortemente l’integrità. Questo aspetto è accentuato dalla stagionalità che
non consente, in numerose destinazioni turistiche, di diluire le presenze nel corso
dell’anno. Le mete del turismo naturalistico – mare e montagna – risentono particolarmente della pressione dei flussi turistici. www.biodiv.org • www.unwto.org
inquinamento dell’aria, dell’acqua e dei suoli
Sono soprattutto i trasporti e gli spostamenti di grandi masse di turisti a generare
problemi di inquinamento atmosferico e di aumento dei gas serra. Non è poi da sottovalutare l’impatto del turismo nelle città, dove la pressione può manifestarsi in
un aumento dei rifiuti prodotti, in un maggiore inquinamento atmosferico dovuto a
una congestione del traffico e in un maggiore inquinamento idrico in caso di reti insufficienti per la gestione del ciclo dell’acqua. www.europa.eu.int
Dal 1950 al 2007, gli arrivi turistici
internazionali sono cresciuti
da 25 milioni a 903 milioni.
perdita di identità culturale
Il turismo di massa può avere un impatto importante sulle tradizioni e sulle culture
locali. Questo accade quando l’offerta turistica è orientata a proporre esclusivamente la fruizione diretta dei principali fattori di attrattività della destinazione – il mare, la spiaggia, il bosco, il museo, il monumento – senza alcuna attenzione al contesto di riferimento e alle esigenze e ai valori delle comunità e delle economie locali.
www.portal.unesco.org • www.unwto.org
Comprare sì, ma verde
18
un’economia che non dà benefici alle popolazioni locali
Turismo sostenibile significa trovare il
giusto punto di equilibrio tra il flusso di
visitatori e la tutela del patrimonio ambientale, artistico e culturale delle destinazioni. Il turismo sostenibile deve
quindi essere mirato a:
• fare un uso ottimale delle risorse
ambientali, mantenendo i processi
ecologici essenziali e contribuendo a
conservare le risorse naturali e la
biodiversità;
• rispettare l’dentità socio-culturale
delle comunità ospitanti, conservando il patrimonio culturale materiale e
immateriale e i valori tradizionali, e
contribuendo alla comprensione interculturale e alla tolleranza;
• assicurare la crescita economica del
settore nel lungo termine, offrendo a
tutti gli stakeholders benefici socioeconomici equamente distribuiti.
Non sempre le entrate del turismo vanno a favore delle economie locali. In Tailandia il 70% delle entrate generate dal turismo lascia il Paese. In India la percentuale scende al 40%, nelle zone caraibiche sale all’80%.
www.oecd.org
10.3. la strada giusta
Per fare fronte alle pressioni che il turismo può esercitare sulle risorse del pianeta,
sono in atto a vari livelli internazionali, sovranazionali e nazionali iniziative e programmi per il turismo sostenibile. Secondo la World Tourism Organization «lo sviluppo del turismo sostenibile risponde ai bisogni dei turisti e delle regioni che li
accolgono, tutelando e migliorando le opportunità per il futuro. Deve tradursi in
una gestione integrata di tutte le risorse che permetta di soddisfare i bisogni economici, estetici e sociali, e contemporaneamente preservi l’integrità culturale, gli ecosistemi, la biodiversità e le condizioni di base per la vita». Nel 2004 l’UNWTO ha
ulteriormente precisato che «le linee guida e le pratiche di gestione per lo sviluppo
del turismo sostenibile si applicano a tutte le forme di turismo in tutti i tipi di destinazione, incluso il turismo di massa e i diversi segmenti dei turismi di nicchia. I
principi della sostenibilità si riferiscono agli aspetti ambientali, economici e socioculturali dello sviluppo del turismo, ed è necessario stabilire un giusto equilibrio
tra queste tre dimensioni per garantire la sua sostenibilità a lungo termine». Lo sviluppo del turismo sostenibile richiede il supporto di politiche pubbliche condivise
e la partecipazione informata di tutti gli stakeholders.
10.4. dalle parole ai fatti
Consigli per fare la cosa giusta:
al turista
k
k
k
k
k
scegliete destinazioni e pacchetti turistici che garantiscano una particolare
attenzione all’ambiente e alle culture locali
durante la vostra visita dialogate con i residenti, chiedete a chi vi ospita informazioni sulla cultura e le tradizioni locali
attenzione all’ambiente nei vostri comportamenti durante la visita, non gettate rifiuti per terra, in albergo spegnete le luci quando non vi serve e non sprecate acqua
a tavola preferite i prodotti locali
cercate i vostri souvenir nell’autentico artigianato locale a tradizionale
A partire dal 2003, una crescente attenzione è stata rivolta al rapporto tra
il turismo e i cambiamenti climatici. La
Dichiarazione di Djerba elaborata nel
corso della Prima Conferenza Internazionale sui Cambiamenti Climatici e il
Turismo promossa da UNWTO riconosce tale interdipendenza e insiste sull’importanza del sostegno alle ricerche
scientifiche e dell’innovazione tecnologica per sviluppare modalità di trasporto eco-compatibili.
La Seconda Conferenza Internazionale sui Cambiamenti Climatici e il Turismo si è svolta a Davos nel 2007, organizzata da UNWTO in collaborazione
con UNEP e World Meteorological Organization (WMO) con il patrocinio del
World Economic Forum (WEF) e del Governo Svizzero.
Maggiori informazioni nel Quaderno
Turismo sostenibile: prospettive per
la realtà italiana, scaricabile da
www.networksvilupposostenibile.it
alle aziende
k
k
k
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k
come tour operator favorite destinazioni e sistemi di offerta turistica attenti
alla sostenibilità
come strutture ricettive e della ristorazione attenetevi a regole di gestione ambientale e rendetevi disponibili a fornire ai vostri ospiti informazioni sulla
cultura e le tradizioni locali
utilizzate prodotti locali nelle vostre strutture ricettive e nei vostri ristoranti
mettetevi in rete con aziende agricole, artigiane e commerciali locali per offrire ai vostri ospiti un prodotto integrato e rappresentativo dei diversi fattori di
attrattività del territorio in cui operate
sensibilizzate il personale sui valori della sostenibilità
alle istituzioni locali
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k
k
promuovete iniziative e programmi di turismo sostenibile nel vostro territorio
supportate gli operatori della filiera turistica a creare un sistema di offerta basato sui valori della sostenibilità
progettate e promuovete anche dal punto di vista commerciale un sistema di
offerta turistica sostenibile per il vostro territorio
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Comprare sì, ma verde
11
TEMPO LIBERO
il piacere di creare e preservare
11.1. dove siamo?
1/4
Il fai-da-te si sta diffondendo come hobby capace di soddisfare il bisogno di relax,
di lavoro manuale e, perché no, di sfogo alla creatività individuale. Anche il giardinaggio dentro e fuori casa, nel piccolo giardino o sul terrazzo, sul davanzale, davanti alla finestra più luminosa della casa è ormai una passione di molti. Nelle
grandi città c’è anche chi semina e poi coltiva tra le rotaie dei tram, tra un marciapiede e un tronco incastrato nell’asfalto. Tutti passatempi da gente che lavora in
ufficio, una casa ce l’ha, l’automobile pure. Ma anche in questo piccolo angolo di
vita quotidiana è possibile esercitare qualche pressione sull’ambiente.
dell’inquinamento
delle acque
superficiali è
causato dal
giardinaggio
amatoriale.
11.4. dalle parole ai fatti
Consigli per fare la cosa giusta:
11.2. gli impatti
al consumatore
k
k
k
k
k
k
k
nel fai-da-te usate vernici ad
acqua e nel giardinaggio
sostituite i prodotti chimici con
prodotti naturali
nel fai-da-te utilizzate al
massimo materiali di scarto e
ridate vita a mobili usati
nel fai-da-te controllate il tipo di
legno che intendete acquistare:
è proprio necessario il teak?
Meglio scegliere legnami locali
preferite prodotti certificati che
garantiscano un basso impatto
ambientale anche per il
giardinaggio
leggete attentamente le
etichette e seguite le istruzioni
nell’uso dei vari prodotti
in giardino innaffiate solo
quando è necessario e
raccogliete l’acqua piovana a
questo scopo
scegliete piante locali
rischi per la salute
Il fai-da-te che prevede l’uso di colori, sverniciatori, colle, detergenti o altre sostanze chimiche può essere rischioso per la salute. Tutto dipende ovviamente dalla composizione delle sostanze utilizzate. Particolarmente pericolose sono le sostanze che rilasciano composti organici volatili. Anche pesticidi spray usati in ambienti interni possono essere molto pericolosi. Lo stesso se usati non correttamente in ambienti esterni. www.healthouse.com • www.organicgarden.org
inquinamento dell’acqua
Sia le sostanze chimiche utilizzate nel fai-da-te sia eventuali fertilizzanti o pesticidi impiegati nel giardinaggio possono provocare fenomeni di inquinamento delle
falde e quindi generare una pressione sul ciclo delle acque. www.epa.gov
pressione sulle materie prime naturali
I grandi centri commerciali per il fai-da-te offrono una quantità notevole di materiali per la realizzazione di oggetti di ogni genere. Spesso, tuttavia, i materiali in
offerta alimentano una catena ulteriore di possibile erosione delle materie prime
di origine naturale. Soprattutto il legno, se si tratta di legni pregiati provenienti da
foreste tropicali come il teak e il mogano .www.fao.org
alle aziende e alle istituzioni locali
k
k
k
destinate terreni alla creazione
di giardini e orti per la comunità
nelle aree di verde pubblico o
collettivo fate piantare specie
locali adattabili al clima
sensibilizzate ed educate
a un uso del tempo libero
attento al rispetto
della natura e dell’ambiente
Comprare sì, ma verde
11.3. la strada giusta
In alcune realtà urbane si sta affermando, spesso accanto a programmi di housing
sociale, l’attribuzione di appezzamenti di terreni a comunità di cittadini per attività di giardinaggio e di coltivazione di frutta e verdura. Queste sperimentazioni
hanno molti vantaggi: rafforzano il senso di comunità, migliorano i rapporti di vicinato e ampliano le zone verdi delle città a costi molto sostenibili (www.cityfarmer.org). Nelle attività di fai-da-te non è infrequente l’utilizzo di materiali di scarto facilmente recuperabili o riciclabili.
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i quaderni del
Network Sviluppo Sostenibile
Consumo consapevole, consumo responsabile, consumo che si tinge di verde perché pensa all’ambiente,
alla salute del pianeta e del clima. Consumo che pensa a un mondo diviso a metà: una parte ricca e una
parte meno ricca o decisamente povera. Significa forse consumare meno? Non esattamente. Significa
consumare meglio, con una maggiore attenzione alla
qualità di quello che compriamo e del nostro modo di
vivere. Significa uscire dalla gabbia dell’acquisto
compulsivo per entrare in uno spazio di libera scelta
ritagliato su bisogni individuali e collettivi autentici.
Mettendo in gioco a 360 gradi il nostro modo di consumare, il nostro stesso stile di vita, nei mille gesti
quotidiani che ci accompagnano al lavoro, in casa,
quando ci muoviamo, andiamo in vacanza, ci dedichiamo ai nostri hobby preferiti. Con questo kit per il
consumo consapevole il Network Sviluppo Sostenibile
propone qualche spunto per il cambiamento. Con
umiltà e senza alcuna pretesa di completezza.
i quaderni del
Network Sviluppo Sostenibile
network sviluppo sostenibile
Il Network Sviluppo Sostenibile è promosso da Camera di
Commercio di Bergamo, Camera di Commercio di Lecco, Camera
di Commercio di Milano e Unioncamere Lombardia.
Lavora a supporto delle strategie pubbliche e di impresa a favore
dell’ambiente e della sostenibilità. Diffonde informazione e
conoscenza sui vari aspetti dello sviluppo sostenibile con
incontri, eventi, percorsi formativi e numerosi strumenti
editoriali. Diffonde in Internet i suoi programmi di attività e un
ampio archivio informativo costantemente aggiornato.
www.networksvilupposostenibile.it
COMPRARE SÌ, MA VERDE
kit per il consumo consapevole
in collaborazione con
la segreteria scientifica e organizzativa
del Network Sviluppo Sostenibile
è realizzata da Global Trends srl
www.globaltrends.it - [email protected]
RegioneLombardia
Qualità dell’Ambiente
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