lunedì 21 marzo 2016 quotidiano di brand marketing, comunicazione, media, web & digital, pubblicità, design TREND@SXSW PAG. 3 GLOBAL TECH, STRATEGIE Tecnologie, servizi, esperienze e modelli di business tra collaborazione e disruption. Gli highlight dal SXSW Matteo Sarzana, general manager del servizio di food delivery Deliveroo, è appena tornato da Austin e ci racconta i temi più interessanti del festival di tecnologia e innovazioni. Nelle pagine che seguono abbiamo raccolto alcune delle novità rilevanti per le aziende che investono in comunicazione Anche in mancanza di un'app rivelazione, come lo sono state Periscope e Merkaat nel 2015 e nel passato Twitter e Fourquare, il festival dedicato a tecnologia e innovazione SXSW Interactive continua ad essere ricco di fonti di ispirazione: dalle tecnoloMatteo Sarzana gie ai modelli di business, dalle macrotendenze nei mercati e nella società alle micro iniziative imprenditoriali in cerca di finanziamenti. Da Austin è appena tornato Matteo Sarzana, general manager del servizio di food delivery Deliveroo, che ha sintetizzato in nove highlight tendenze e settori cruciali oggi come nel prossimo futuro. 1) INTERAZIONE TRA GOVERNO E SETTORE PRIVATO. «E' stato uno dei punti forti del discorso di Obama (è la prima volta, tra l'altro, che un presidente degli Stati Uniti ha tenuto una conferenza all'interno del festival, ndr): nel momento in cui un governo non riesce a risolvere un problema, dall'inquinamento ai trasporti o alla sanità, deve essere naturale il ricorso a società esterne che hanno sviluppato tecnologie già testate e migliori di quelle che il governo potrebbe realizzare con le proprie forze. Il bello è che questo sistema negli USA è già istituzionalizzato ed esiste una struttura governativa dedicata alla selezione di società con cui instaurare possibili collaborazioni, in qualunque stato del loro sviluppo si trovino. Già questo è un fatto interessante: è un riconoscimento che le applicazioni ci sono, ed è uno stimolo per il settore pubblico a rimanere al passo». 2) REALTÀ VIRTUALE OLTRE IL GAMING. «La realtà virtuale è stata uno dei grandi temi dell'anno ma ho cercato di soffermarmi sulle applicazioni non entertainment. Una delle più interessanti è nel campo dell'educazione: in futuro le persone potranno imparare abilità manuali, capacità e competenze attraverso training con esperienze totalmente immersive: immaginiamoci, ad esempio, ad imparare a fare dei punti di sutura». 3) ROBOT DI CASA. «Non immaginiamoci di vedere robot alla Guerre Stellari, ma robot sempre più miniaturizzati. Negli USA il robot aspirapolvere Roomba ha già il 20% del mercato e la nuova versione mappa la casa in 3D e interagisce con gli altri elettrodomestici». 4) SERVIZI ON DEMAND. «Aumenta la popolazione che, a fronte di un maggiore impegno sul lavoro, è disposta a pagare servizi per salvaguardare il proprio tempo libero, tratto comune di questo nuovo ceto medio per cui il tempo ha un preciso valore economico. L'app Alfred, ad esempio, è una specie di un maggiordomo che si occupa della spesa, della lavanderia e della pulizia della casa: tutto on demand con abbonamenti settimanali che partono da 32 dollari. Altri esempi sono l'app Luxe che si occupa della manutenzione dell'auto o Drizly che consegna alcolici a casa». 5) SALUTE. «È un macrotrend che si sintetizza nell’ 'oltre la pillola'. Fondamentalmente sono tutti quei servizi che cercano di tenere le persone lontane dagli ospedali monitorando ad esempio lo stato di salute attraverso wearable e fluidificando le relazioni tra paziente e medico, con rapporti one to one che fanno sentire il malato assistito ma senza la presenza fisica del dottore». CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA lunedì 21 marzo 2016 quotidiano di brand marketing, comunicazione, media, web & digital, pubblicità, design TREND@SXSW CONTINUA DALLA PAGINA PRECEDENTE 6) DIVERSITÀ. «Il tema è particolarmente sentito negli USA dove le aziende si sono accorte che il lavoro di team disomogenei, con presenza di minoranze etniche o di donne nel settore tech, ha un ritorno economico. Il problema da superare è però la mancanza oggettiva di lavoratori appartenenti a queste categorie, quindi sempre di più le aziende si stanno sforzando di promuovere uguali opportunità di educazione». 7) BENEFICENZA. «Ovvero creare disruption in modo utile e fare business senza fregare i clienti. Stanno crescendo le aziende e startup, ad esempio nel settore dei prestiti o bancario, che fanno business in un modo rispettoso del consumatore e trasparente, con termini chiari e senza 1000 clausole nascoste. Un esempio di queste è Affirm. Si guadagna un po' meno ma l'azienda beneficia di una relazione più sana e costruttiva con il cliente. Questo modello è una grande opportunità anche per le aziende tradizionali». 8) TECNOLOGIA COGNITIVA. «La vittoria di Deepmind, il computer di Google, sul campione mondiale di Go è l'esem- Deepmind vs Lee Sedol pio più significativo. Rimane aperta la questione di chi farà cosa, tra uomo e macchina: intelligenze cognitive che però a oggi mancano di intelligenza creativa e non riescono ancora a inventare nulla di nuovo». 9) TUTTO DIVENTA UN SERVIZIO. «Ulteriore sviluppo del punto 4, potremmo arrivare a vedere la sparizione delle app. Ovvero, ogni punto d'accesso tenderà a creare il proprio servizio: ad esempio Whatsapp che crea il proprio Uber». I DATI SONO IL NUOVO PETROLIO, MA IL PROBLEMA E’ CHE POCHI CI CAPISCONO O LI USANO IN M OD O UTILE Secondo Kevin Plank, fondatore e chief executive officer di Under Armour, "i dati sono il nuovo petrolio e le aziende che li usano emergeranno come vincitrici". In una conferenza Plank ha spiegato come il brand, che lo scorso anno ha costruito una community digitale di 120 milioni di persone, sta usando la piattaforma per ottenere dati e consumer insight. Meraviglie dei data analytics anche negli interventi di IBM, che ha descritto la capacità di analizzare il sentiment delle persone dalle recensioni su Yelp e dei tweet, e di Pinterest che ha spiegato come trasformare lo shopping grazie all'intelligenza artificiale e ha indicato come 'il Santo Graal' la capacità di far sì che le raccomandazioni vengano percepite come se arrivassero dal proprio migliore amico. Tuttavia non è tutto oro: Hannah Blake, Innovation Director di MEC, reduce dal SXSW ha commentato che la scioccante verità è che la maggior parte delle aziende non sa che farsene dei dati che raccoglie tramite i device connessi o li usa in minima PAG. 4 parte. E ancora più raramente i dati vengono usati per risolvere i veri problemi dei clienti. Di fatto la grande mole dei dati raccolti viene venduta a terze parti a fini pubblicitari. Altro problema, non c'è molta chiarezza sugli obiettivi da raggiungere tramite l'uso dei dati: il più delle volte, i vantaggi decantati per il campo della salute si riducono semplicemente al benessere e solo indirettamente coinvolgono la salute in senso stretto. "I brand e consumatori devono essere attenti e sensibili in questo campo. La privacy è un argomento importante e la crescita dell'ad-blocking per proteggersi da esperienze online sgradevoli dimostra quanto sia necessario che questo non avvenga su device molto più personali". lunedì 21 marzo 2016 quotidiano di brand marketing, comunicazione, media, web & digital, pubblicità, design TREND@SXSW PAG. 5 CONTINUA DALLA PAGINA PRECEDENTE LA PRIMA VOLTA DI KODAK CON LA POTENZA EMOTIVA DI UN MEDIUM ANALOGICO Kodak ha portato a SXSW The Memory Observatory, un’istallazione fisica che imita le esperienze che il brand spera di produrre con la sua nuova app Kodak Moments. E secondo il team di JWT Intelligence è riuscita a raggiungere l’obiettivo. Anche perché sembra che alla 30ma edizione di SXSW le esperienze analogiche abbiano raccolto più attenzione e consensi di quelle tecno-digitali. Una soddisfazione in più per Kodak, tra le prime vittime della digitalizzazione della fotografia. L’istallazione, progettata in collaborazione con l’artista Marcos Luytens, è una struttura in legno con due grandi stanze: prima di entrare, i visitatori dovevano inviare una foto personale a un numero fornito dagli organizzatori, poi venivano seguiti da una guida che li aiutava a esprimere i significati emotivi di quella foto. Nella seconda stanza, l’esperienza era arricchita da un audio registrato nella stanza precedente e arricchito da musica e profumi, mentre la foto scelta dal visitatore veniva proiettata sulla sovrastante e caleidoscopica struttura insieme a quelle di altri visitatori con cui ci si trovava a condividere un inatteso momento di intimità emotiva. Tutto il contrario della società auto-riferita di selfie e Photoshop, sostiene Luytens, privilegiando la qualità alla quantità: come dire che è meglio avere 20 foto davvero significative della propria vita che 20.000 inutili sullo smartphone. IL FESTIVAL HA RAGGIUNTO L’ETA’ DELLA RAGIONE. MENO EXPLOIT, PIU’ CONTENUTO Per i francesi Capucine Pierard, Managing Partner Chief Data Officer, e Sébastien Emerieu, direttore planning strategico e innovazione, di Havas Media il festival South by Southwest potrebbe aver raggiunto l’età della ragione. Non tanto perché compia 30 anni o perché il discorso di apertura sia stato fatto dal presidente Obama, con il suo appello alle industrie sane della tecnologia ad applicarsi un po’ più ai veri problemi del mondo e un po’ meno alla “next cool thing”, quanto per i contenuti di conferenze e tavole rotonde dedicate a responsabilità sociale, privacy, limiti dell’Intelligenza Artificiale e per il tono che vira verso filosofia e morale, con l’esortazione di Casey Gerald, ‘Most Creative People in Business’ secondo Fast Company, a cantare “il Gospel del dubbio e non solo quelli di mercato e tecnologia”. Per gli inglesi di MBA, agenzia che connette digital e direct, che ci approdano per la prima volta dopo anni di titubanza – viaggio troppo lungo, troppo costoso – SXSW è un mix (le parti non sono specificate) di CES, Cannes Lions e Carnevale di Notting Hill. E se non fosse così lontano, scrivono, gli europei accorrerebbero in massa perché non c’è altro luogo al mondo dove puoi incontrare – o quanto meno ascoltare – il fondatore di Twitter, quello di Wired, il regista di Star Wars e il CTO del Governo USA. Il loro consiglio è quindi prenotare adesso per l’edizione 2017 ed entrare in modalità JOMO (Joy Of Missing Out) perché è impossibile seguirne il programma. I dati più rilevanti del 2016 sono: non avere paura dell’AI; considerare VR e AR come un dato di fatto, reso accessibile da Hololens, anche se non sono completi senza un’esperienza tattile che vale almeno la metà dell’impatto di realtà virtuale e aumentata; dare ancora qualche opportunità ai wearable, in attesa che Burberry e Tiffany entrino in questo mercato; Silicon Valley deve ancora risolvere molti problemi in fatto di diversity. lunedì 21 marzo 2016 quotidiano di brand marketing, comunicazione, media, web & digital, pubblicità, design TREND@SXSW PAG. 6 CONTINUA DALLA PAGINA PRECEDENTE CON MCLOFT MCDONALD’S FA IMMERGERE LE PERSONE NELLA VR Nessuno si aspettava che una catena globale del fast food potesse interpretare nel modo più incisivo l’esperienza della VR, eppure - stando a JWT Intelligence McDonald’s è riuscito a realizzarla meglio di tanti altri, mentre per The Verge è solo un ennesimo veicolo pubblicitario. Lo spazio in affitto dall’Austin Convention Center è stato battezzato McLoft e trasformato in una istallazione, creata in collaborazione con lo studio di Dallas Groove Jones, dove i visitatori potevano dipingere all’interno di una Happy Meal virtuale usando tre strumenti: una pistola spara-colori, un laser e un pennello per disegnare in 3D. Proprio l’ancoraggio ai valori del brand, per quanto basici, ha garantito la riuscita dell’esperienza: la possibilità di usare le proprie mani per dipingere lo spazio ha reso l’immersione nella VR più profonda. Per le foto di rito c’era anche una macchina fotografica VR da cui poi stampare le foto, quasi ulteriore raccordo tra reale e virtuale, con tanto di logo. McDonald’s sta già sperimentando la VR in alcuni mercati, anche se in scala decisamente minore, come in Svezia dove la scatola di Happy Meal si trasforma in visore VR. GATORADE PRESENTA LE ATTIVITÀ E I PROTOTIPI DEL SUO FUEL LAB Anche Gatorade ha approfittato dell'occasione per mostrare alcuni prototipi di bottiglie, dotate di uno speciale microchip sul tappo, e cerotti che analizzano il sudore progettati per aiutare le persone a reidratarsi correttamente. Il cerotto monitora la perdita di sali durante l'attività sportiva e lo comunica alla bottiglia, la quale lancerà dei segnali luminosi per avvertire lo sportivo. Queste soluzioni sono state testate inizialmente nel 2014 dalla nazionale brasiliana di calcio durante i Mondiali e lo scorso anno con i Boston Celtics e il Barcellona. Secondo i piani dell'azienda, la commercializzazione potrebbe avvenire già l'anno prossimo o nel 2018. La dimostrazione è stata accompagnata da uno spot ideato da TBWA/Chiat/Day che rappresenta gli atleti con i dati raccolti e dal lancio di un sito che descrive l'attività del Lab più nel dettaglio.