A un'America sempre più malata di gigantismo, lui propose di "pensare in piccolo", agli americani che sognavano di diventare tutti dei numeri 1, lui suggerì che "essere numero 2 è meglio". Stiamo parlando di alcune indimenticabili campagne pubblicitarie - queste erano quelle per Volkswagen e Avis - del leggendario Bill Bernbach, il pubblicitario più famoso e riconosciuto del XX secolo. Questo libro racconta la storia di come Bill riuscì a farsi strada e a far da battistrada per tutto il movimento della cosiddetta "rivoluzione creativa", contro un potente establishment pubblicitario governato a Madison Avenue da una rigida e chiusa elite Wasp. Bernbach ha dimostrato come la creatività possa vincere, grazie all'opera del genio, contro l'arida razionalità, gli schemi previsti, le regole scritte, la logica delle ricerche. Bill Bernbach, leader carismatico e sensibilissimo, venerato da molti come un maestro, aprì le porte negli anni '50 e '60 a tutta una nuova generazione di creativi "etnici": italiani, ebrei e poi greci,... che fremevano, dopo anni di discriminazioni, per poter affermare le proprie idee e capacità creative in uno dei mestieri più complessi della società americana e non: la pubblicità. "Le regole sono quelle che l'artista spezza; nulla di memorabile è mai uscito da una formula". Questa è una delle tante frasi di Bill estrapolate dalle rare interviste rilasciate e da quello che amici, colleghi e familiari ricordano dei suoi discorsi. Bernbach, con grande modestia e understatement, non ha mai teorizzato o scritto i propri principi, fedele fino in fondo all'idea di non intrappolarsi in preconcetti che non ci lascerebbero liberi di trovare soluzioni fresche e inaspettate. Ci ha lasciato però il suo esempio professionale e etico, la sua grande comprensione per la natura umana e, sopra a tutto, una galleria di lavori eccezionali. In questo libro troverete le sue campagne più famose insieme al suo modo di pensare e lavorare, e a come riuscì a creare intorno a sé un ambiente stimolante e unico. Mara Mancina si occupa di pubblicità dal 1980. Copywriter in diverse agenzie come GGK, Benton&Bowles, Saatchi&Saatchi, J.W. Thompson, ha poi fatto il direttore creativo in Adart e in D'Arcy occupandosi qui di campagne e clienti internazionali. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all'estero. Dal 2003 opera come free-lance ed è docente di Teorie e Tecniche della Comunicazione Pubblicitaria all'Università degli Studi di Milano.