capitolo i - Policlinico "Paolo Giaccone"

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Ristrutturazione D.A.M.I. Complesso Operatorio e C. Parto PARTE I EDILE
POLICLINICO PALERMO
CAPITOLO I
OGGETTO DELL’APPALTO FORMA E PRINCIPALI DIMENSIONI DELLE OPERE
Ristrutturazione D.A.M.I. Complesso Operatorio e C. Parto PARTE I EDILE
ART. 1.
POLICLINICO PALERMO
OGGETTO DELL'APPALTO
L'appalto ha per oggetto l'esecuzione di tutte le opere e provviste finalizzate ai lavori per rendere, le
degenze esistenti al primo e secondo piano e la zona studi medici da realizzarsi al piano rialzato, del
DIPARTIMENTO ASSISTENZIALE MATERNO INFANTILE (D.A.M.I.) dell’A.O.U.P. “PAOLO
GIACCONE” di PALERMO, idonei per l’accreditamento della struttura ospedaliera a quanto previsto
dal Decreto del 17.06.2002 “Direttiva per l’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella
Regione Siciliana”. le indicazioni e gli elaborati di cui ai successivi art. 2 e 15 ne forniscono la
consistenza quantitativa e qualitativa e le caratteristiche di esecuzione.
ART. 2.
AMMONTARE DELL'APPALTO
L'importo complessivo dei lavori a misura e dei lavori ed oneri compensati a corpo a base d'asta,
compresi nel presente appalto, ammonta presuntivamente a € così suddivisi:
Descrizione
Importo
Scavi, Demolizioni, Rinterri
€
59.541,33
Murature, Tramezzi
€
45.671,74
Pavimenti, Rivestimenti
€
262.836,73
Infissi
€
219.488,33
Opere in ferro
€
31.904,04
Intonaci, Opere da pittore
€
113.342,76
Controsoffitti, Opere varie di finitura
€
48.118,83
Sanitari
€
85454,55
Impianti di Condizionamento e Gas Medicali
€
379.000,00
Impianti Eletrtrici, speciali
€
342.300,00
TOTALE IMPORTO LAVORI
€
1.587.658,31
Oneri diretti e speciali per la sicurezza non soggetti a ribasso
d’asta
€
44.200,01
TOTALE IMPORTO A BASE D'ASTA SOGGETTI A RIBASSO
€
1.543.458,30
Gli importi presuntivi delle diverse categorie di lavoro a misura, in linea generale, non potranno essere
modificate.
Le variazioni al progetto approvato dovranno, in ogni caso, ricondursi a quanto stabilito nell’art. 10 del
Capitolato Generale d’Appalto, approvato con D.M. n. 145 del 19.04.2000
ART. 3.
DESCRIZIONE DELLE OPERE
Le opere che formano oggetto dell'appalto possono riassumersi come appresso:
LAVORI EDILI
Lo spostamento della scala di sicurezza a servizio del secondo piano; con realizzazione di una nuova scala in
acciao, per ottenere una via di esodo esterna con le caratteristiche richieste dalla normativa; verifica antincendio
e conseguenzialmente verifica del Piano d’emergenza della struttura; Abbattimento delle barriere architettoniche
Oggetto
forma e principali dimensioni delle opere
dell’appalto
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POLICLINICO PALERMO
per tutti gli spazi ed ambienti di pertinenza per i portatori di inabilità. Realizzazione murature, demolizioni e
ricostruzioni di tramezzi, intonaci, pavimenti, rivestimenti, controsoffitti, porte interne, porte REI, infissi, opere
in ferro, coloriture, impianto sanitario alimentazione e scarichi, completo di pezzi sanitari e rubinetterie,
impermeabilizzazioni e coibentazioni, sistemazione esterna, segnaletica esterna ed interna.
IMPIANTI MECCANICI
Impianti di trattamento aria con distribuzione dell’aria con canali in poliesacianato per ambienti
ospedaliero, terminali, griglie di ripresa e d’espulsione estrattori d’aria, ventilconvettori a cassetta
da controsoffitto, con tubazioni di alimentazione in ferro nero coibentate. Produzione dei fluidi
primari tramite gruppi termofrigoriferi a gas, unità di trattamento aria per degenze. Impianto gas
medicali secondo UNI737 e s.m.i., con distribuzione, sino alle prese di alimentazione.
Realizzazione dell’impianto antincendio con cassette UNI45.
IMPIANTI ELETTRICI
Interi impianti elettrici e speciali compreso: Quadri elettrici, cavi elettrici di collegamento tra i quadri,
canali portacavi, passerelle e tubi in P.V.C. rigido. Impianti di distribuzione elettrica compresi
utilizzatori e corpi illuminanti; impianto di Rilevazione Incendi; impianto di Chiamata infermieri;
Impianto di diffusione sonora; Impianto di trasmissione dati e fonia; Impianto Antenna tv; Impianto
Citofonico.
ART. 4.
OPERE ESCLUSE DALL'APPALTO
Restano escluse dall'appalto tutte le opere o forniture che l'Amministrazione si volesse riservare di
affidare ad altre Ditte, senza che l'Appaltatore possa sollevare eccezione o pretesa alcuna o
richiedere particolari compensi.
ART. 5.
FORMA E DIMENSIONI DELLE OPERE
Le opere oggetto dell'appalto sono evidenziate negli elaborati allegati al contratto.
La Direzione dei Lavori potrà comunque apportare in fase esecutiva variazioni che si rendessero
necessarie per una migliore esecuzione o in seguito a ulteriori approfondimenti di progetto.
ART. 6.
CONDIZIONI DI APPALTO
L’Appaltatore con la partecipazione alla gara, dichiara espressamente che tutte le clausole e
condizioni previste nel contratto, nel presente Capitolato e in tutti gli altri documenti, che del contratto
fanno parte integrante, hanno carattere di essenzialità.
La sottoscrizione del contratto e del presente Capitolato Speciale d’Appalto da parte dell’Appaltatore
equivale a dichiarazione di perfetta conoscenza di tutte le Leggi, Regolamenti e Capitolati Generali
suddetti, ed incondizionata loro accettazione.
L’Appaltatore dichiara già all’atto di presentazione dell’offerta, e riconferma all’atto della stipula del
Contratto, a norma dell'art. 71 comma 2 del DPR 554/99, di:
● aver preso visione degli elaborati progettuali, compreso il computo metrico;
● avere preso conoscenza delle opere da eseguire, di essersi recato sul luogo di esecuzione dei
lavori, di avere visitato la località interessata dai lavori prendendo conoscenza delle condizioni
locali, della viabilità di accesso, delle cave eventualmente necessarie e delle discariche nonché
degli impianti che la riguardano;
Oggetto
forma e principali dimensioni delle opere
dell’appalto
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● avere preso conoscenza di tutte le circostanze generali e particolari che possano aver influito sulla
determinazione dei prezzi e delle condizioni contrattuali e che possano influire sull’esecuzione dei
lavori;
● avere accertato le condizioni dell’area per l’impianto del cantiere e del suolo su cui dovrà sorgere
l’opera;
● aver verificato la disponibilità di manodopera necessaria per l'esecuzione dei lavori;
● avere accertato l'esistenza e la normale reperibilità sul mercato dei materiali da impiegare, in
correlazione anche ai tempi previsti per la durata dei lavori;
● aver verificato la disponibilità di attrezzature adeguate all'entità ed alla tipologia e categoria dei
lavori in appalto;
● aver valutato, nella formulazione dell’offerta, tutte le circostanze ed elementi che influiscono tanto
sul costo dei materiali, quanto sul costo della mano d'opera, dei noli e dei trasporti;
● avere considerato la distanza delle cave di prestito, aperte o da aprirsi, e le condizioni di
operatività delle stesse per la durata e l'entità dei lavori;
● avere considerato la distanza delle pubbliche discariche e le condizioni imposte dagli Organi
competenti. In carenza, di essere nelle condizioni di poter fruire di discariche private, a distanze
compatibili con l'economia dei lavori;
● essere perfettamente edotto del programma dei lavori il cui svolgimento prevede l’esecuzione in
una soluzione; dei giorni nello stesso considerati per andamento climatico sfavorevole;
● avere tenuto conto, nella preparazione dell'offerta, degli obblighi relativi alla NECESSITA’ DI
ASSICURARE IL MANTENIMENTO DELL’ATTIVITÀ OSPEDALIERA NELLE AREE NON
CONSEGNATE e quindi delle disposizioni in materia di sicurezza, verso le aree circostanti l’area di
cantiere;
● avere tenuto conto, nella preparazione dell'offerta, degli obblighi relativi alle disposizioni in materia
di sicurezza, di condizioni di lavoro e di previdenza ed assistenza in vigore nel luogo dove devono
essere eseguiti i lavori;
● avere tenuto conto, nella preparazione dell'offerta, degli obblighi DERIVANTI DALL’IMPEGNO DI
ESEGUIRE PER DUE ANNI DALLA ULTIMAZIONE DEI LAVORI, GLI INTERVENTI DI
MANUTENZIONE ORDINARIA E STRAORDINARIA SULLE APPARECCHIATURE FORNITE PER
L’IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE E GAS MEDICALI, CON L’ESCLUSIONE DELLA
FORNITURA DI ENERGIA, CHE RIMANE A CARICO DELL’AMMINISTRAZIONE;
● avere accertato l’esistenza di eventuali infrastrutture, come cavidotti e condutture sia aeree che
interrate, relative a linee elettriche, telefoniche e di altri enti civili e militari, acquedotti, gasdotti,
fognature e simili, per le quali sia necessario richiedere all’Ente proprietario il permesso per
l’attraversamento o lo spostamento dell’infrastruttura stessa, anche in merito al disposto dell’art.4
Legge 1/1978.
L’Appaltatore dichiara inoltre, per il fatto stesso di presentare l'offerta, di:
● aver giudicato i lavori stessi realizzabili, aver esaminato minuziosamente e dettagliatamente il
progetto sotto il profilo tecnico e delle regole dell’arte, anche in merito al terreno di fondazione ed
ai particolari costruttivi, riconoscendo gli elaborati progettuali adeguati e, pertanto, il progetto
corretto e perfettamente eseguibile senza che si possano verificare vizi successivi alla ultimazione
dei lavori, e di assumere piena e totale responsabilità sia del progetto, sia dell'esecuzione
dell'intera opera in tutte le sue parti senza che si possano verificare vizi successivi alla ultimazione
dei lavori e di impegnarsi, in caso di aggiudicazione dell'appalto, a svilupparne in coerenza i
corrispondenti progetti costruttivi;
● avere attentamente vagliato tutte le indicazioni e clausole del presente Capitolato Speciale, in
modo particolare quelle riguardanti gli obblighi e responsabilità dell’Appaltatore, e tutte le
circostanze di tempo, di luogo e contrattuali relative all’appalto stesso che possano influire
sull’esecuzione dell’opera;
● aver giudicato, nell’effettuare l’offerta, i prezzi nel loro complesso equi e remunerativi e tali da
consentire il ribasso offerto anche in considerazione degli elementi che influiscono sia sul costo dei
materiali, sia sul costo della mano d’opera, dei noli e dei trasporti.
L'assunzione dell'appalto implica, da parte dell'Appaltatore, la conoscenza non solo di tutte le norme
generali e particolari che lo regolano, il tutto come ampiamente richiamato nel Capitolato, che
possano influire sul giudizio dell'Appaltatore circa la convenienza di assumere l'opera, ma anche in
relazione alla variazione da lui offerta sul prezzo posto a base di gara.
Oggetto
forma e principali dimensioni delle opere
dell’appalto
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L'Appaltatore non potrà quindi eccepire, durante l'esecuzione dei lavori, la mancata conoscenza di
condizioni o la sopravvivenza di elementi non valutati o non considerati, tranne che tali nuovi elementi
si configurino come cause di forza maggiore contemplate dal Codice Civile, e non escluse da altre
norme del presente Capitolato, o che si riferiscono a condizioni soggette a revisioni.
Con l'accettazione dei lavori l'Appaltatore dichiara implicitamente di avere la possibilità ed i mezzi
necessari per procedere all'esecuzione degli stessi secondo i migliori precetti dell'arte e con i più
aggiornati sistemi costruttivi.
ART. 7.
VARIAZIONE ALLE OPERE PROGETTATE
Ai sensi dell'articolo 134 del Regolamento, nessuna modificazione ai lavori appaltati può essere
attuata ad iniziativa esclusiva dell'appaltatore. La violazione del divieto, salvo diversa valutazione del
responsabile del procedimento, comporta l'obbligo dell'appaltatore di demolire a sue spese i lavori
eseguiti in difformità, fermo che in nessun caso egli può vantare compensi, rimborsi o indennizzi per i
lavori medesimi.
La stazione appaltante durante l'esecuzione dell'appalto può ordinare una variazione dei lavori fino
alla concorrenza di un quinto dell'importo dell'appalto, e l'appaltatore è tenuto ad eseguire i variati
lavori agli stessi patti, prezzi e condizioni del contratto originario, salva l'eventuale applicazione
dell'articolo 134, comma 6, e 136 del Regolamento, e non ha diritto ad alcuna indennità ad eccezione
del corrispettivo relativo ai nuovi lavori.
Se la variante, nei casi previsti dal comma 2, supera tale limite il responsabile del procedimento ne dà
comunicazione all'appaltatore che, nel termine di dieci giorni dal suo ricevimento, deve dichiarare per
iscritto se intende accettare la prosecuzione dei lavori e a quali condizioni; nei quarantacinque giorni
successivi al ricevimento della dichiarazione la stazione appaltante deve comunicare all'appaltatore le
proprie determinazioni. Qualora l'appaltatore non dia alcuna risposta alla comunicazione del
responsabile del procedimento si intende manifestata la volontà di accettare la variante agli stessi
prezzi, patti e condizioni del contratto originario. Se la stazione appaltante non comunica le proprie
determinazioni nel termine fissato, si intendono accettate le condizioni avanzate dall'appaltatore.
Ai fini della determinazione del quinto, l'importo dell'appalto e' formato dalla somma risultante dal
contratto originario, aumentato dell'importo degli atti di sottomissione per varianti già intervenute,
nonché dell'ammontare degli importi, diversi da quelli a titolo risarcitorio, eventualmente riconosciuti
all'appaltatore ai sensi dell'articolo 31-bis della legge 109/94 coordinata con la L.R. 7/2002 e
dell'articolo 149 del Regolamento. La disposizione non si applica nel caso di variante disposta ai sensi
dell'articolo 25, comma 1, lettera d) della legge 109/94 coordinata con la L.R. 7/2002.
Nel calcolo di cui al comma 4 non sono tenuti in conto gli aumenti, rispetto alle previsioni contrattuali,
delle opere relative a fondazioni. Tuttavia, ove tali variazioni rispetto alle quantità previste superino il
quinto dell'importo totale del contratto e non dipendano da errore progettuale ai sensi dell'articolo 25,
comma 1, lettera d) della legge 109/94 coordinata con la L.R. 7/2002, l'appaltatore può chiedere un
equo compenso per la parte eccedente.
Ferma l'impossibilità di introdurre modifiche essenziali alla natura dei lavori oggetto dell'appalto,
qualora le variazioni comportino, nelle quantità dei vari gruppi di lavorazioni comprese nell'intervento
ritenute omogenee secondo le indicazioni del capitolato speciale, modifiche tali da produrre un
notevole pregiudizio economico all'appaltatore è riconosciuto un equo compenso, comunque non
superiore al quinto dell'importo dell'appalto. Ai fini del presente comma si considera notevolmente
pregiudizievole la variazione della quantità del singolo gruppo che supera il quinto della
corrispondente quantità originaria e solo per la parte che supera tale limite.
In caso di dissenso sulla misura del compenso è accreditata in contabilità la somma riconosciuta dalla
stazione appaltante, salvo il diritto dell'appaltatore di formulare la relativa riserva per l'ulteriore
richiesta.
Indipendentemente dalle ipotesi previste dall'articolo 25 della legge 109/94 coordinata con la L.R.
7/2002, la stazione appaltante può sempre ordinare l'esecuzione dei lavori in misura inferiore rispetto
a quanto previsto nel presente Capitolato, nel limite di un quinto dell'importo di contratto, come
Oggetto
forma e principali dimensioni delle opere
dell’appalto
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determinato ai sensi del comma 4 del presente articolo, e senza che nulla spetti all'appaltatore a titolo
di indennizzo.
L'intenzione di avvalersi della facoltà di diminuzione deve essere tempestivamente comunicata
all'appaltatore e comunque prima del raggiungimento del quarto quinto dell'importo contrattuale.
ART. 8.
ECCEZIONI DELL'APPALTATORE
Nel caso che l'Appaltatore ritenga che le disposizioni impartite dalla Direzione dei lavori siano difformi
dai patti contrattuali, o che le modalità di esecuzione e gli oneri connessi alla esecuzione stessa dei
lavori siano più gravosi di quelli previsti nel presente Capitolato Speciale e tali, quindi, da richiedere la
pattuizione di un nuovo prezzo o la corresponsione di un particolare compenso, egli, prima di dar
corso all'ordine di servizio con il quale tali lavori sono stati disposti, dovrà inoltrare le proprie eccezioni
e/o riserve nei modi prescritti.
Poiché tale norma ha lo scopo di non esporre l'Amministrazione ad oneri imprevisti, resta
contrattualmente stabilito che non saranno accolte richieste postume e che le eventuali riserve si
intenderanno prive di qualsiasi efficacia.
ART. 9.
CONDIZIONI DI AMMISSIONE ALL'APPALTO
Per l'ammissione alla gara di appalto relativa ai lavori di cui all'art. 1 si applicano le norme di cui all’art.
n. 9 della Legge 109 dell’11.02.1994 e successive modifiche ed integrazioni così come recepita dalla
Regione Siciliana con Legge n. 7 del 02.08.2002 e s.m.i..
A norma dell’art. 19 comma 2 lettera b (appalto integrato) della Legge 11 febbraio 1994 n° 109 così
come integrata dall’art. 17 della L.R. n° 7 del 02 agosto 2002 e dalla L.R. 29 novembre 2005 n° 16
l’appaltatore dovrà dimostrare nell’offerta il possesso dei requisiti professionali previsti per la
redazione del progetto esecutivo e ciò anche mediante ricorso a professionisti esterni. I requisiti
richiesti al progettista sono conformi alla normativa in materia di gare di progettazione.
Le spese per la progettazione esecutiva sono a carico della Stazione Appaltante e non sono soggette
a ribasso.
Per l’ammissione alla gara d’appalto è richiesta la qualificazione dell’Impresa, conseguita dimostrando
capacità di svolgere in proprio l’attività di costruzione di opere o interventi e per la cui realizzazione è
richiesta una pluralità di specifiche lavorazioni.
categoria prevalente OG1 (€. 866.358,31) e per la classifica III (€uro 1.032.913);
ed alle seguenti categorie diverse da quella prevalente individuate:
-
Categoria OG11 (€ 721.300,00) . e per classifica III
(€uro 1.032.913);
Le parti appartenenti alle categorie generali o specializzate di cui si compone l’opera, diverse dalla
categoria prevalente, non sono subappaltabili o affidabili a cottimo.
Oggetto
forma e principali dimensioni delle opere
dell’appalto
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO II
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 10.
OSSERVANZA
DEL
GENERALE, DI LEGGI E DI NORME
REGOLAMENTO,
DEL
CAPITOLATO
Per quanto non previsto e comunque non specificato dal presente Capitolato Speciale e dal Contratto,
l'Appaltatore è soggetto all'osservanza:
a) della Legge Regionale n. 7 del 02.08.2002, norme in materia di opere pubbliche, e successive
modificazioni ed integrazioni. Disciplina degli appalti di lavori pubblici, di fornitura, di servizi e nei
settori esclusi.
b) del Regolamento di attuazione della Legge Quadro in materia di lavori pubblici, ai sensi dell’art. 3
della Legge 11.02.1994 n. 109 e successive modifiche ed integrazioni approvato con D.P.R.
21.12.1999 n. 554.
c) del Regolamento recante il Capitolato Generale d'Appalto dei lavori pubblici, ai sensi dell’art. 3
comma 5 della Legge 11.02.1994 n. 109 e successive modifiche ed integrazioni approvato con
D.M. 19.04.2000 n. 145.
d) delle norme emanate dal C.N.R., delle norme U.N.I., delle norme C.E.I., delle tabelle CEI-UNEL,
anche se non espressamente richiamate e tutte le altre norme modificative e/o sostitutive che
venissero eventualmente emanate nel corso dell'esecuzione dell'appalto;
e) Legge 20 marzo 1865, n. 2248 all. F., modificata dalla L. 15. giugno 1893 n. 1893 e dal D.L.
06.03.1948 n. 341, ratificato dalla Legge 24.12.1951, n. 1585, per le parti non abrogate dalla
successiva legislazione.
L'Appaltatore è, altresì, soggetto alla completa osservanza di:
f) Tutte le disposizioni normative e retributive risultanti dai contratti collettivi di lavoro;
g) Le leggi in materia di prevenzione e di lotta contro la delinquenza mafiosa;
h) L’art. 17 della Legge 12/03/99 n. 68, in materia di diritto al lavoro di soggetti disabili;
i) il Codice Civile - libro IV, titolo III, capo VII “Dell’appalto”,artt. 1655-1677, per quanto non derogati
dalla normativa in tema di appalti pubblici applicabile e dai documenti che fanno parte integrante
del contratto.
j) Leggi, dei Decreti e delle Circolari Ministeriali vigenti alla data di esecuzione dei lavori;
k) Leggi, dei Decreti e delle Circolari Ministeriali vigenti alla data di esecuzione dei lavori;
l) leggi, decreti, regolamenti e circolari vigenti nella Provincia e Comune nel quale devono essere
eseguite le opere oggetto dell'appalto;
La sottoscrizione del Contratto e del presente Capitolato, allo stesso allegato, da parte
dell'Appaltatore equivale a dichiarazione di completa e perfetta conoscenza di tutte le leggi, decreti,
circolari, regolamenti, norme, ecc., che regolano l'esecuzione delle OO.PP. e della loro accettazione
incondizionata.
ART. 11.
CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE
L’affidamento dei lavori è quello previsto dall’art. 19 comma 2 lettera b (appalto integrato) della
Legge 11 febbraio 1994 n° 109 così come integrata dall’art. 17 della L.R. n° 7 del 02 agosto 2002 e
dalla L.R. 29 novembre 2005 n° 16.
L’aggiudicazione dell’appalto è effettuata con i criteri esposti all’art. 21 comma 1 della Legge 11
febbraio 1994 n° 109 così come integrata dall’art. 17 della L.R. n° 7 del 02 agosto 2002 e dalla L.R.
29 novembre 2005 n° 16.
Essendo il valore dell’appalto inferiore alla soglia comunitaria, l'amministrazione aggiudicherà l'appalto
all'offerta che più si avvicina per difetto alla media aritmetica delle offerte rimaste dopo l'esclusione
automatica delle offerte di maggiore o minor ribasso, nella percentuale determinata come segue. Per
la determinazione di tale percentuale, la commissione aggiudicatrice, dopo la fase di ammissione
delle offerte, in pubblica seduta, sorteggia un numero intero da 11 a 40. Il numero sorteggiato
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
costituisce la percentuale delle offerte di minor ribasso da escludere; la differenza tra 50 e il numero
sorteggiato costituisce la percentuale delle offerte di maggior ribasso da escludere. I numeri delle
offerte da escludere corrispondenti a tali percentuali sono determinati senza tener conto di eventuali
cifre decimali. La procedura di esclusione automatica non è esercitabile qualora il numero di offerte
valide risulti inferiore a cinque. Ove si sia in presenza di più aggiudicatari con offerte uguali, si
procede immediatamente al sorteggio".
ART. 12.
GARANZIE E COPERTURE ASSICURATIVE
Ai sensi dell'art. 30 comma 2 della Legge 109/1994, così come modificato dall’art. 24 della L.R. 02
agosto 2002 n° 7, e successive modificazioni ed integrazioni fino alla L.R. 16/2005, l'esecutore dei
lavori è obbligato a costituire una garanzia fideiussoria del 10 per cento dell'importo degli stessi. In
caso di aggiudicazione con ribasso d'asta superiore al 10 per cento, la garanzia fideiussoria è
aumentata di tanti punti percentuali quanti sono quelli eccedenti il 10 per cento; ove il ribasso sia
superiore al 20 per cento, l'aumento è di due punti percentuali per ogni punto di ribasso superiore al
20 per cento.
La fideiussione bancaria o la polizza assicurativa prevedono espressamente la rinuncia al beneficio
della preventiva escussione del debitore principale e la sua operatività entro quindici giorni a semplice
richiesta scritta della stazione appaltante. La fideiussione bancaria o la polizza assicurativa relative
alla cauzione provvisoria hanno validità per almeno centottanta giorni dalla data di presentazione
dell'offerta.
La garanzia fideiussoria è progressivamente svincolata a misura dell'avanzamento dell'esecuzione,
nel limite massimo del 75 per cento dell'iniziale importo garantito. Lo svincolo, nei termini e per le
entità anzidetti, è automatico, senza necessità di benestare del committente, con la sola condizione
della preventiva consegna all'istituto garante, da parte dell'appaltatore o del concessionario, degli stati
di avanzamento dei lavori o di analogo documento, in originale o in copia autentica, attestanti
l'avvenuta esecuzione. L'ammontare residuo, pari al 25 per cento dell'iniziale importo garantito, è
svincolato secondo la normativa vigente. Sono nulle le eventuali pattuizioni contrarie o in deroga. Il
mancato svincolo nei quindici giorni dalla consegna degli stati di avanzamento o della
documentazione analoga costituisce inadempimento del garante nei confronti dell'impresa per la
quale la garanzia è prestata.
La mancata costituzione della garanzia di cui al primo periodo determina la revoca dell'affidamento e
l'acquisizione della cauzione da parte del soggetto appaltante o concedente, che aggiudica l'appalto o
la concessione al concorrente che segue nella graduatoria. La garanzia copre gli oneri per il mancato
od inesatto adempimento e cessa di avere effetto solo alla data di emissione del certificato di collaudo
provvisorio.
L'esecutore dei lavori è obbligato a stipulare una polizza assicurativa che copra i danni subiti dalla
Stazione Appaltante a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti ed
opere, anche preesistenti, verificatisi nel corso dell’esecuzione dei lavori. La somma Assicurata è
stabilita nel bando di gara.
La polizza deve inoltre assicurare la Stazione Appaltante contro la responsabilità civile per danni
causati a terzi (persone, cose od animali) nel corso dell’esecuzione dei lavori. Il massimale per
l’assicurazione contro la responsabilità civile verso terzi è pari al 5% della somma assicurata per le
opere. Tale polizza dovrà specificatamente prevedere l’indicazione che tra le “persone si intendono
compresi i rappresentanti della Stazione Appaltante, della Direzione Lavori e dei soggetti preposti
all’assistenza giornaliera ed al collaudo”
La durata della polizza assicurativa è regolata dall’art. 103 del Regolamento comma 3.
Il contraente deve trasmettere alla Stazione Appaltante copia della polizza di cui sopra almeno dieci
giorni prima della consegna dei lavori.
L’omesso o il ritardato pagamento delle somme dovute a titolo di premio da parte dell’esecutore non
comporta l’inefficacia della garanzia.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
L'esecutore dei lavori è obbligato infine a stipulare ulteriore polizza assicurativa contro i rischi
dell’incendio, dello scoppio e dell’azione del fulmine per manufatti, materiali, attrezzature e opere
provvisionali di cantiere e per le opere già eseguite o in corso di esecuzione o preesistenti o eseguite
da altre Ditte con massimale pari all’ammontare contrattuale.
La durata della polizza assicurativa è regolata dall’art. 103 del Regolamento comma 3; la polizza
dovrà essere intestata all'Amministrazione Appaltante.
Per i lavori il cui importo superi l'ammontare stabilito con decreto del Ministro delle Infrastrutture e
Trasporti, l'esecutore è inoltre obbligato a stipulare, con decorrenza dalla data di emissione del
certificato di collaudo provvisorio, una polizza indennitaria decennale nonché una polizza per
responsabilità civile verso terzi, della medesima durata, a copertura dei rischi di rovina totale o
parziale dell'opera, ovvero dei rischi derivanti da gravi difetti costruttivi.
ART. 13.
CONTRATTO DI APPALTO
Il contratto di appalto sarà stipulato entro 60 giorni dalla data di completamento degli adempimenti
connessi alla gara e sarà immediatamente esecutivo.
Se la stipula del contratto o la sua approvazione, ove prevista, non avviene nei termini fissati,
l’Impresa può, mediante atto notificato all’Amministrazione sciogliersi da ogni impegno o recedere dal
contratto. In caso di mancata presentazione dell’istanza, all’Impresa non spetta alcun indennizzo.
L’Appaltatore non ha diritto ad alcun compenso o indennizzo, salvo il rimborso delle spese
contrattuali. Se è intervenuta la consegna dei lavori in via d’urgenza, l’Impresa ha diritto al rimborso
delle spese sostenute per l’esecuzione dei lavori ordinati dal Direttore dei Lavori ivi compresi quelli
delle opere provvisionali.
ART. 14.
SPESE DI CONTRATTO ED ACCESSORIE
Sono a carico dell'Appaltatore:
a) le spese di contratto e quelle inerenti e conseguenti alla stipulazione del contratto stesso e degli
eventuali atti aggiuntivi;
b) le tasse di registro e di bollo principali e complementari;
c) le spese per le copie esecutive del contratto stesso e dei relativi atti aggiuntivi;
d) le spese tutte per le copie dei progetti, dei capitolati e dei contratti da presentare agli organi
competenti per le superiori approvazioni;
e) le spese per il bollo per i registri di contabilità e per tutti gli elaborati richiesti dal Regolamento per
la direzione, contabilità e collaudazione dei lavori dello Stato (verbali, atti di sottomissione,
certificati, ecc.)
f) le spese per tutti gli eventuali atti di quietanza e qualsiasi altra spesa dipendente in qualsiasi modo
dal contratto, senza diritto di rivalsa.
Se al termine dei lavori il valore del contratto risulti maggiore di quello originariamente previsto è
obbligo dell’Appaltatore provvedere all’assolvimento dell’onere tributario mediante pagamento delle
maggiori imposte dovute sulla differenza. Il pagamento della rata di saldo e lo svincolo della cauzione
da parte della Stazione Appaltante sono subordinate alla dimostrazione dell’eseguito versamento
delle maggiori imposte.
Se, al contrario, al termine dei lavori il valore del contratto risulti minore di quello originariamente
previsto, la stazione appaltante rilascia apposita dichiarazione ai fini del rimborso secondo le vigenti
disposizioni fiscali delle maggiori imposte eventualmente pagate.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 15.
RISERVATEZZA DEL CONTRATTO
Il Contratto, come pure i suoi allegati, deve essere considerato riservato fra le parti.
Ogni informazione o documento che divenga noto in conseguenza od in occasione dell’esecuzione
del Contratto, non potrà essere rivelato a terzi senza il preventivo accordo fra le parti. Restano salve
le disposizioni vigenti in materia di accesso alla documentazione amministrativa.
E’ fatto divieto all’Appaltatore, ed ai suoi collaboratori, dipendenti e prestatori d’opera, di fare od
autorizzare terzi, e chiunque altro sia subordinato contrattualmente all'Appaltatore, ad esporre o
diffondere riproduzioni fotografiche e disegni delle opere appaltate, e di divulgare, con qualsiasi
mezzo, notizie e dati di cui egli sia venuto a conoscenza per effetto dei rapporti con l’Amministrazione.
ART. 16.
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
Ai fini e per gli effetti della Legge 675/96 il Committente si riserva il diritto di inserire il nominativo
dell’Impresa appaltatrice nell’elenco dei propri clienti ai fini dello svolgimento dei futuri rapporti
contrattuali e commerciali.
L’Appaltatore potrà in ogni momento esercitare i diritti previsti dall’art. 13 della Legge citata; in
particolare potrà chiedere la modifica e la cancellazione dei propri dati, fatta comunque salva la
normativa vigente in materia di conservazione dei documenti amministrativi.
ART. 17.
DOCUMENTI CHE FANNO PARTE DEL CONTRATTO
Ai sensi dell’art. 110 del Regolamento fanno parte integrante del contratto di appalto, i seguenti
documenti:
a) .il presente Capitolato Speciale d’Appalto;
b) il Capitolato Generale d'Appalto di cui al D.M. 19 aprile 2000 n. 145 pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale 07.06.2000 n. 131;
c) l’elenco dei prezzi unitari;
d) il Piano della Sicurezza nei cantieri
e) il Cronoprogramma dei Lavori predisposto dall’Amministrazione
f) gli elaborati grafici di progetto:
1 - GRAFICI
1.1.A-ARCHITETTONICO
A-R.SF – RILIEVO E STATO DI FATTO
PA-PL-IMI-PD-A-R.SF 1.01 - PLANIMETRIA GENERALE
SCALE 1:500
PA-PL-IMI-PD-A-R.SF 1.02 – PIANTA PIANO RIALZATO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-A-R.SF 1.03 – PIANTA PIANO PRIMO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-A-R.SF 1.04 – PIANTA PIANO SECONDO
SCALA 1:100
A-P.AA – PROGETTO – ADEGUAMENTO ARCHITETTONICO
PA-PL-IMI-PD-A-P.AA 1.05 – PLANIMETRIA INQUADRAMENTO INTERVENTO SCALA 1:500
PA-PL-IMI-PD-A-P.AA 1.06 – PIANTA PIANO RIALZATO
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
SCALA 1:100
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PA-PL-IMI-PD-A-P.AA 1.07 – PIANTA PIANO PRIMO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-A-P.AA 1.08 – PIANTA PIANO SECONDO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-A-P.AA 1.09 – SEZIONI A-A / B-B /C-C
SCALA 1:100
A-P.DR – PROGETTO – DEMOLIZIONI E RICOSTRUZIONI
PA-PL-IMI-PD-A-P.DR 1.10 – PIANTA PIANO RIALZATO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-A-P.DR 1.11 – PIANTA PIANO PRIMO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-A-P.DR 1.12 – PIANTA PIANO SECONDO
SCALA 1:100
A-P.IE – PROGETTO – INTERVENTI EDILI
PA-PL-IMI-PD-A-P.IE 1.13 – PIANTA PIANO RIALZATO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-A-P.IE 1.14 – PIANTA PIANO PRIMO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-A-P.IE 1.15 – PIANTA PIANO SECONDO
SCALA 1:100
1.2.S-STRUTTURALE
S-P.SS – PROGETTO ADEGUAMENTO SISMICO E SCALA DI SICUREZZA
PA-PL-IMI-PD-S- P.AS 2.01
- RELAZIONE ILLUSTRATIVA E DI CALCOLO SCALA SICUREZZA
PA-PL-IMI-PD-S- P.AS 2.02 – PLANIMETRIE LOCALIZZAZIONE STRUTTURE
SCALE VARIE
PA-PL-IMI-PD-S- P.AS 2.03 – ESECUTIVI STRUTTURE ELEVAZIONE SCALA
SCALA 1:50
PA-PL-IMI-PD-S- P.AS 2.04 – ESECUTIVI STRUTTURE FONDAZIONE SCALA
SCALA 1:500
1.3.M-MECCANICO
M-P.CP – PROGETTO – CONDIZIONAMENTO POSIZIONAMENTO G. FRIGO
PA-PL-IMI-PD-M-P.CP 3.00 – PLANIMETRIA GENERALE
SCALA 1:500
M-P.CT – PROGETTO – CONDIZIONAMENTO PERCORSO TUBAZIONI E CANALI
PA-PL-IMI-PD-M-P.CT 3.01 – PIANTA PIANO RIALZATO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-M-P.CT 3.02 – PIANTA PIANO PRIMO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-M-P.CT 3.03 - PIANTA PIANO SECONDO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-M-P.CT 3.04 - PIANTA COPERTURA
SCALA 1:100
M-P.IS – PROGETTO – IDRICO SANITARIO E SCARICHI PERCORSO TUBAZIONI
PA-PL-IMI-PD-M-P.IS 3.05 – PIANTA PIANO I SCANTINATO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-M-P.IS 3.06 – PIANTA PIANO RIALZATO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-M-P.IS 3.07 – PIANTA PIANO PRIMO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-M-P.IS 3.08 - PIANTA PIANO SECONDO
SCALA 1:100
M-P.SI – PROGETTO – SCHEMI IMPIANTI
PA-PL-IMI-PD-M-P.SI 3.09 – SCHEMA DI CENTRALE
1.4.E-ELETTRICO
E-P.LP – PROGETTO – LUCI E PRESE PERCORSO CANALIZZAZIONI
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PA-PL-IMI-PD-E-P.LP 4.01 – PIANTA PIANO RIALZATO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-E-P.LP 4.02 – PIANTA PIANO PRIMO
SCALA 1:100
PA-PL-IMI-PD-E-P.LP 4.03 - PIANTA PIANO SECONDO
SCALA 1:100
1.5.P-PREVENZIONE INCENDI
P-P.LI – PROGETTO - LOCALIZZAZIONE INTERVENTO
PA-PL-IMI-PD-P-P.LI 5.01 - PLANIMETRIA GENERALE
SCALA 1:1000
P-P.CO – PROGETTO – COMPARTIMENTI
PA-PL-IMI-PD-P-P.CO 5.02 - – PLANIMETRIE
SCALA 1:200
P-P.ES – PROGETTO - ESODO - SPECIALI - ANTINCENDIO
PA-PL-IMI-PD-P-P.ES 5.03 - PIANTA PIANO II SCANTINATO
PA-PL-IMI-PD-P-P.ES 5.04 - PIANTA PIANO I SCANTINATO
PA-PL-IMI-PD-P-P.ES 5.05 - PIANTA PIANO RIALZATO
PA-PL-IMI-PD-P-P.ES 5.06 - PIANTA PIANO PRIMO
PA-PL-IMI-PD-P-P.ES 5.07 - PIANTA PIANO SECONDO
PA-PL-IMI-PD-P-P.ES 5.08 - PIANTA ZONA EX STALLE
PA-PL-IMI-PD-P-P.ES 5.09 – SEZIONI AA – BB - CC
PA-PL-IMI-PD-P-P.ES 5.10 – SCHEMA COLONNE
ART. 18.
SCALA
SCALA
SCALA
SCALA
SCALA
SCALA
SCALA
SCALA
1:100
1:100
1:100
1:100
1:100
1:100
1:100
1:100
PROGETTO ESECUTIVO
Trattandosi di appalto integrato è a carico dell’appaltatore l’onere della redazione del progetto esecutivo. Il
progetto esecutivo dovrà essere redatto secondo quanto stabilito dall’art. 16 comma 5 della legge 11 febbraio
1994 n° 109 e secondo le norme contenute nel D.P.R. 554/1999 all’art. 140 e dovrà comprendere tutti gli elaborati
previsti dagli articoli 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43 e 44 del citato D.P.R. 554/1999.
ART. 19.
CONSEGNA ED INIZIO DEI LAVORI
Premesso che:
l’Amministrazione ha inserito tra le somme a disposizione delll’appalto l’importo necessario per le eventuali
adeguamento strutturale del complesso edilizio del DAMI 1;
sono in corso, a cura dell’Amministrazione, le procedure per l’acquisizione dei dati di relativi alla verifiche di
livello 1 e 2, previste dalla vigente normativa in fatto di strutture sanitarie di primaria importanza;
le risultanze, acquisite in tempo utile, consentiranno l’approntamento dell’eventuale progetto esecutivo di
miglioramento/adeguamento sismico del complersso edilizio e l’appalto degli eventuali relativi lavori,
propedeutici alla progettazione esecutiva e realizzazione dei lavori dell’appalto in oggetto;
l’impresa aggiudicataria dell’appalto in oggetto, dovrà elaborare il progetto esecutivo delle opere entro
sessanta giorni, successivi alla stipula del contratto;
La consegna dei lavori, avverrà successivamente alla formale approvazione del contratto da parte
dell’Amministrazione o, qualora vi siano ragioni d’urgenza, dopo l’aggiudicazione definitiva, su autorizzazione al
Direttore dei Lavori da parte del Responsabile del Procedimento.
La consegna dei lavori all’Appaltatore avverrà con le modalità prescritte dall’art. 129 del Regolamento.
Qualora l’Appaltatore non si presenti nel giorno stabilito per la consegna, ai sensi dell’art. 129 del Regolamento, il
Direttore dei Lavori fissa una nuova data. La decorrenza del termine contrattuale resta comunque quella della
data della prima convocazione. Qualora sia inutilmente trascorso il termine assegnato dal Direttore dei Lavori,
l’Amministrazione ha facoltà di risolvere il contratto e di incamerare la cauzione.
Qualora la consegna avvenga in ritardo per fatto o colpa della Stazione Appaltante, l'Appaltatore, ai sensi del
comma 8 dell'art. 129 del Regolamento, può chiedere di recedere dal contratto. Nel caso di accoglimento
dell'istanza di recesso dell'Appaltatore dal contratto, l'Appaltatore ha diritto al rimborso di tutte le spese
contrattuali nonché di quelle effettivamente sostenute e documentate in misura non superiori ai limiti indicati dal
Capitolato Generale d’Appalto. Ove l'istanza dell'impresa non sia accolta e si proceda tardivamente alla
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
13
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consegna, l'Appaltatore ha diritto ad un compenso per maggiori oneri dipendenti dal ritardo, quantificati nel modo
indicato al comma 2 dell'art. 9 del Capitolato Generale.
In entrambi i casi la richiesta di pagamento degli importi spettanti deve essere formulata nei modi e termini
prescritti al comma 4 dell'art. 9 del Capitolato Generale.
Oltre alle somme espressamente previste nei commi 1 e 2 dell'art. 9 del Capitolato Generale, nessun altro
compenso o indennizzo spetta all'Appaltatore.
La facoltà della Stazione Appaltante di non accogliere l'istanza di recesso dell’Appaltatore, non può esercitarsi
qualora il ritardo nella consegna dei lavori superi la metà del termine utile contrattuale. Anche in questo caso
l'Appaltatore ha diritto al predetto compenso.
La data legale della consegna, per tutti gli effetti di Legge e di regolamento, sarà quella dell’ultimo verbale di
consegna parziale.
L'Appaltatore dovrà iniziare i lavori non oltre 15 giorni dalla data del verbale di consegna ed in caso di
ritardo sarà applicata una penale giornaliera di € 150,00 1 circa (Euro CENTOCINQUANTA/00); se il
ritardo dovesse eccedere i 40 giorni dalla data del verbale di consegna, si procederà ai sensi dell’art.
119 del Regolamento.
Se l’inizio dei lavori contempla delle categorie di lavoro oggetto di subappalto, sarà cura
dell’Appaltatore accertarsi di avere tutte le autorizzazioni, previste per legge, da parte della Stazione
Appaltante.
Qualora, iniziata la consegna, questa sia sospesa dalla Stazione Appaltante per ragioni non di forza
maggiore, la sospensione non può durare oltre sessanta giorni. Trascorso inutilmente tale termine, si
applicano le disposizioni di cui ai commi 8 e 9 art .129 del D.P.R. n°554/99.
Prima dell’inizio dei lavori l’Appaltatore deve redigere e mettere a disposizione dell'Amministrazione:
a) eventuali proposte integrative del piano di sicurezza e di coordinamento;
b) un piano operativo di sicurezza per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative
responsabilità nell'organizzazione del cantiere e nell'esecuzione dei lavori, da considerare come
piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e di coordinamento.
Provvederà, altresì, ad affiggere nel cantiere, in luogo accessibile a tutti i lavoratori, le norme di
disciplina cui intende sottoporre i lavoratori stessi (art. 7, comma 1, Legge 300/1970); copia di tali
documenti deve essere consegnata al Direttore dei Lavori.
E' altresì obbligo per l'Appaltatore, prima dell’inizio dei lavori, di presentare all'approvazione della
Direzione dei Lavori un programma dettagliato di esecuzione per singole categorie di lavoro (tipo
Gantt, Pert o simili), redatto anche indipendentemente dal cronoprogramma predisposto
dall'Amministrazione e facente parte dei documenti di contratto. Unitamente al suddetto programma
dovrà essere fornito il programma degli approvvigionamenti necessari per la realizzazione delle opere
(data ordine, consegna attiva, ecc) coerente con lo sviluppo esecutivo del cronoprogramma predetto.
Nella redazione del programma, l'Appaltatore dovrà tenere conto dell'incidenza dei giorni di
andamento stagionale sfavorevole per la zona dei lavori. Della suddetta circostanza l'Amministrazione
ha già tenuto conto nel determinare il termine di esecuzione dei lavori.
ART. 20.
DOMICILIO E RAPPRESENTANTE TECNICO DELL'APPALTATORE
L’Appaltatore ha l’obbligo di comunicare per iscritto alla stazione Appaltante, ai sensi dell’art. 2 del
Capitolato Generale d'Appalto di cui al D.M. 19.04.2000 n. 145 entro 30 giorni dalla data di stipula del
contratto, il proprio domicilio legale, da individuare inderogabilmente nel comune della stazione
Appaltante, dove questa e il Direttore dei Lavori in ogni tempo possono indirizzare ordini e notificare
atti.
L’Impresa ha l’obbligo di comunicare, con i medesimi tempi e modalità, il nominativo del proprio
rappresentante, del quale, se diverso da quello che ha sottoscritto il contratto, deve essere presentata
1
Generalmente pari a circa lo 0,1 per mille dell'importo dei lavori a base d'asta.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
procura speciale che gli conferisca i poteri per tutti gli adempimenti spettanti ad esso aggiudicatario e
inerenti l’esecuzione del contratto.
Tale persona deve, per tutta la durata dell'appalto, dimorare in luogo prossimo ai lavori e, su richiesta
dell'Amministrazione, dovrà essere immediatamente sostituita senza bisogno di alcun speciale motivo
e senza indennità di sorta per l'Appaltatore o per il suo rappresentante sostituito.
ART. 21.
CUSTODIA DEI CANTIERI
L'eventuale custodia del cantiere dovrà essere affidata, così come previsto dall'art. 22 della legge 13
settembre 1982, n. 646, a persone provviste della qualifica di guardia particolare giurata e
l'Appaltatore dovrà comunicare all'Amministrazione ed al Direttore dei Lavori le generalità del
personale addetto alla guardiania, nonché le eventuali variazioni che possano verificarsi nel corso dei
lavori.
ART. 22.
PERSONALE DELL’APPALTATORE E DISCIPLINA NEI CANTIERI
Il personale destinato ai lavori dovrà essere, per numero e qualità, adeguato alle caratteristiche delle
opere provvisionali in oggetto; sarà dunque formato e informato in materia di approntamento di opere
provvisionali, di presidi di prevenzione e protezione ed in materia di salute e igiene del lavoro.
L'Appaltatore dovrà inoltre osservare le norme e le prescrizioni delle leggi e dei regolamenti vigenti
sull'assunzione, tutela, protezione ed assistenza dei lavoratori impegnati sul cantiere.
Tutti i dipendenti dell'Appaltatore sono tenuti ad osservare:
i regolamenti in vigore in cantiere;
le norme antinfortunistiche proprie del lavoro in esecuzione e quelle particolari vigenti in cantiere;
le indicazioni contenute nei piani di sicurezza e le indicazioni fornite dal coordinatore per
l'esecuzione.
Tutti i dipendenti e/o collaboratori dell'Appaltatore saranno formati, addestrati e informati alle mansioni
disposte, in funzione della figura, e con riferimento alle attrezzature ed alle macchine di cui sono
operatori, a cura ed onere dell'Appaltatore medesimo.
L'inosservanza delle predette condizioni costituisce per l'Appaltatore responsabilità, sia in via penale
che civile, dei danni che, per effetto dell'inosservanza stessa, dovessero derivare al personale, a terzi
ed agli impianti di cantiere.
L'Appaltatore dovrà mantenere la disciplina nei cantieri ed ha l'obbligo di osservare e far osservare ai
dipendenti ed agli operai le leggi, le prescrizioni e gli ordini ricevuti.
Il Direttore dei Lavori potrà ordinare la sostituzione dei dipendenti e degli operai che, per
insubordinazione, incapacità o grave negligenza non siano di gradimento e l'Appaltatore sarà in ogni
caso responsabile dei danni causati dall'imperizia o dalla negligenza dei suoi dipendenti e dei suoi
operai e di quelli che potrebbero essere subiti ed arrecati da terzi estranei al lavoro introdottisi nel
cantiere.
ART. 23.
SUBAPPALTI E COTTIMI – NOLI A CALDO – CONTRATTI DI
FORNITURE – DIVIETI
Il subappalto è regolato dalle norme dell’art. 34 della L. 109/94 così come recepita dalla Regione
Siciliana con L.R. n. 7 del 02.08.2002, e successive modificazioni ed integrazioni, e dall’art. 141 del
D.P.R. 554 del 21.12.1999.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
15
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
E’ considerato subappalto qualsiasi contratto avente per oggetto attività ovunque espletate che
richiedano impiego di manodopera, quali le forniture con posa in opera e i noli a caldo, se
singolarmente di importo superiore al 2 per cento dell’importo dei lavori appaltati o di importo
superiore a 100.000 euro e qualora il costo di incidenza della manodopera e del personale sia
superiore al 50 per cento dell’importo del contratto di subappalto.
Tutte le lavorazioni, a qualsiasi categoria appartengano, prevalente, scorporabile o non scorporabile,
comunque prevista in progetto, sono subappaltabili o subaffidabili a cottimo, fermo restando le vigenti
disposizioni che prevedono per particolari ipotesi il divieto di affidamento in subappalto, con il solo
limite del divieto di subappalto dei lavori della categoria prevalente per una quota superiore al 30 per
cento, in termini economici, dell’importo dei lavori della stessa categoria prevalente, o non superiore
ad altra misura minore eventualmente prevista per tale categoria da specifiche norme legislative o
regolamentari: i lavori della categorie diverse da quella prevalente possono essere subappaltabili o
subaffidati in cottimo per la loro totalità alle condizioni stabiliti dall’art. 34 L. 109/94 così come recepita
dalla Regione Siciliana con L.R. n. 7 del 02.08.2002.
Il subappalto e l’affidamento in cottimo devono essere preventivamente autorizzati dalla stazione
Appaltante a seguito di richiesta scritta dell’Appaltatore. L’autorizzazione è rilasciata entro 30 giorni
dal ricevimento della richiesta. Tale termine può essere prorogato una sola volta e per non più di 30
giorni, ove ricorrano giustificati motivi. Trascorso tale termine senza che l’Amministrazione abbia
riscontrato la richiesta, l’autorizzazione si intende tacitamente concessa ma sempreché siano
verificate tutte le condizioni di legge.
L’affidamento in subappalto o in cottimo è sottoposto alle seguenti condizioni:
1) i concorrenti all’atto dell’offerta o l’affidatario, nel caso di variante in corso d’opera, all’atto
dell’affidamento, abbiano indicato i lavori o le parti di opere che intendono subappaltare o
concedere in cottimo;
2) l’appaltatore deve provvedere al deposito del contratto di subappalto o di cottimo presso la
stazione appaltante almeno 20 giorni prima della data di effettivo inizio delle relative lavorazioni;
3) al momento del deposito del contratto di subappalto presso la stazione appaltante l’appaltatore
trasmetta la certificazione attestante il possesso del subappaltatore dei requisiti di cui al
successivo punto 4;
4) l’affidatario del subappalto o del cottimo deve essere in possesso dei corrispondenti requisiti
previsti dalla vigente normativa in materia di qualificazione delle imprese, ovvero che sia
sufficiente, in considerazione dell’importo dei lavori subappaltati, l’iscrizione alla camera di
commercio, industria ed artigianato.
5) non sussistano nei confronti del subappaltatore nessun divieto tra quelli previsti dall’art. 10 della
L. 21.05.1965 n. 575 e successive modifiche ed integrazioni.
Qualora l'Appaltatore stesso intenda fare eseguire in subappalto o a cottimo alcune opere ad altre
Imprese specializzate dovrà attenersi alle norme di cui all'art. 18 della Legge 19 marzo 1990, n. 55.
L’affidamento di lavori in subappalto o in cottimo comporta i seguenti obblighi:
a) l’appaltatore deve praticare, per i lavori e le opere affidate in subappalto, i prezzi di progetto, al
netto del ribasso d’asta. Il ribasso che potrà praticare il subappaltatore non potrà essere superiore
al 20 per cento dei prezzi contrattuali netti;
b) nei cartelli indicanti i lavori devono essere indicati tutti i subappaltatori;
c) le imprese subappaltatrici sono soggette integralmente al trattamento economico e normativo in
materia di contratti di lavoro e sono responsabili, in solido con l’appaltatore delle norme anzidette
nei confronti dei dipendenti per le prestazioni rese nell’ambito del subappalto;
d) le imprese subappaltatrici devono trasmettere, prima dell’inizio dei lavori, all’Amministrazione tutta
la documentazione necessaria ad attestare l’avvenuta denuncia agli Enti Assicurativi, ivi compresa
la Cassa Edile e, con scadenza quadrimestrale, copia dei versamenti assicurativi e contributivi.
L’appaltatore resta in ogni caso responsabile, nei confronti della Stazione Appaltante delle opere
affidate in subappalto sollevando la stessa da ogni pretesa dei subappaltatori o da richieste di
risarcimento danni avanzate da terzi in conseguenze dei lavori subappaltati.
I pagamenti a subappaltatori, possono avvenire o direttamente da parte della Stazione Appaltante o
da parte dell’appaltatore. Ciò secondo a quanto previsto nel bando.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
16
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Primo caso)
l’aggiudicatario è obbligato a comunicare alla Stazione appaltante la parte dei lavori
eseguiti dai subappaltatori con la specifica degli importi e con motivata proposta di
pagamento;
Secondo caso)
l’Amministrazione non provvede al pagamento diretto dei subappaltatori.
L’Appaltatore, in tale secondo caso, deve trasmette alla stessa Amministrazione,
entro 20 giorni dalla data di pagamento a proprio favore, copia delle fatture,
quietanzate relative ai pagamenti da esso corrisposti ai medesimi subappaltatori,
con l’indicazione delle eventuali ritenute di garanzie effettuate.
Il Direttore dei Lavori, il Responsabile del Procedimento ed il Coordinatore della Sicurezza di cui al
D.L. 494/96 provvedono a verificare tutte le condizioni di ammissibilità al subappalto.
Tutte le norme sul subappalto o sui cottimi si applicano anche alle associazioni temporanee di
imprese ed alle società consortili.
Non sono considerati subappalti:
a) i noli "a freddo" di macchine, automezzi e mezzi d'opera;
b) le forniture a piè d'opera di materiali, semilavorati, manufatti, macchinari, componenti di impianti
tecnologici.
In tali superiori casi, qualora l’importo superi, singolarmente, il 2 per cento dell’importo dell’appalto, si
applicano tutte le norme previste per il subappalto.
Il contratto d’appalto non può essere ceduto a pena di nullità dello stesso.
I lavori affidati in subappalto non possono essere oggetto di ulteriore subappalto ad eccezione di quelli
di cui all’art. 72, comma 4, lettere c), d) ed l) del Regolamento 554/1999. Per tali eccezioni
l’Appaltatore deve effettuare all’Amministrazione tutti i relativi contratti, i nominativi dei contraenti,
l’oggetto delle lavorazioni ed i relativi importi..
ART. 24.
RISERVA DI FORNITURE E LAVORAZIONI
L'Appaltatore si obbliga, ai sensi dell'art. 29 della L.R. 18/7/74, n. 22 e sulla base delle direttive
impartite con D.A. Industria n. 486 del 9 agosto 1975, a riservare il 50 per cento delle forniture di
materiali e lavorazioni necessarie alla esecuzione delle opere, ad imprese industriali ed artigiane con
stabilimenti ed impianti fissi nel territorio della Regione siciliana.
Vanno escluse le forniture e le lavorazioni che non possono essere affidate per carenza tra le imprese
siciliane, di specializzazioni o di attrezzature.
In tali casi, ove possibile, l'Appaltatore adotterà compensazioni per conseguire la quota di riserva.
La Direzione dei Lavori verificherà in corso d'opera e riferirà nella relazione finale, sull'osservanza
della superiore disposizione di legge.
ART. 25.
TRATTAMENTO E TUTELA DEI LAVORATORI
L'Appaltatore si obbliga ad effettuare nei confronti dei lavoratori dipendenti occupati nei lavori oggetto
del presente appalto e, se cooperative anche nei confronti dei soci, condizioni normative e retributive
non inferiori a quelle risultanti dai contratti collettivi di lavoro applicabili alla data dell'offerta, alla
categoria e nella località in cui si svolgono i lavori, nonché le condizioni risultanti dalle successive
modifiche ed integrazioni ed in genere di ogni altro contratto applicabile nella località che per la
categoria venga successivamente stipulato; l'appaltatore è, altresì, responsabile in solido
dell'osservanza delle norme anzidette da parte degli eventuali subappaltatori nei confronti dei loro
dipendenti per le prestazioni rese nell'ambito del subappalto.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
L'Appaltatore si obbliga, altresì, a continuare ad applicare i suindicati contratti collettivi anche dopo la
scadenza e fino alla loro sostituzione. I suddetti obblighi vincolano l'Appaltatore anche nel caso che lo
stesso non sia aderente alle associazioni stipulanti o receda da esse.
L'Appaltatore e, per suo tramite, le eventuali imprese subappaltatrici dovranno trasmettere
all'Amministrazione ed al Direttore dei Lavori, prima dell'inizio dei lavori, la documentazione di
avvenuta denunzia agli Enti Previdenziali, inclusa la Cassa Edile, Assicurativi ed Antinfortunistici e
periodicamente, durante l'esecuzione degli stessi, la copia dei versamenti contributivi, previdenziali,
assicurativi nonché di quelli dovuti agli organismi paritetici previsti dalla contrattazione collettiva.
A garanzia degli obblighi inerenti la tutela dei lavoratori sarà operata sull'importo netto progressivo dei
lavori una ritenuta dello 0,50 per cento e se l'Appaltatore trascura alcuno degli adempimenti prescritti,
vi provvede l'Amministrazione a carico del fondo formato con detta ritenuta, salvo le maggiori
responsabilità dell'Appaltatore.
ART. 26.
ESTENSIONE DI RESPONSABILITÀ
L'Appaltatore sarà responsabile nei confronti dell'Amministrazione del rispetto delle disposizioni del
precedente articolo anche da parte dei subappaltatori nei confronti dei rispettivi loro dipendenti, anche
nei casi in cui il contratto collettivo non disciplini l'ipotesi del subappalto.
Il fatto che il subappalto non sia autorizzato non esime l'Appaltatore da detta responsabilità, fatta
salva, in questa ipotesi, l'applicazione delle sanzioni per l'accertata inadempienza contrattuale e
senza pregiudizio degli altri diritti dell'Amministrazione.
In caso di inottemperanza agli obblighi precisati nel precedente articolo, accertata
dall'Amministrazione o ad essa segnalata dall'Ispettorato del Lavoro, l'Amministrazione stessa
comunicherà all'Appaltatore e, se del caso, anche all'Ispettorato suddetto, l'inadempienza accertata e
procederà ad una detrazione del 20 per cento sui pagamenti in acconto, se i lavori sono in corso
d'esecuzione, ovvero alla sospensione del pagamento del saldo, se i lavori sono stati ultimati,
destinando le somme così accantonate a garanzia dell'adempimento degli obblighi di cui al
precedente articolo.
Il pagamento all'Appaltatore delle somme accantonate non sarà effettuato sino a quando
dall'Ispettorato del Lavoro non sia stato accertato che gli obblighi predetti sono stati integralmente
adempiuti.
Per le detrazioni e sospensioni dei pagamenti di cui sopra, l'Appaltatore non può opporre eccezioni
all'Amministrazione appaltante, né ha titolo a risarcimento di danni.
ART. 27.
ADEMPIMENTI E RESPONSABILITÀ IN MATERIA DI SICUREZZA
Entro trenta giorni dall'aggiudicazione, e comunque prima della consegna dei lavori, l'Appaltatore
redige e consegna all’Amministrazione Appaltante:
eventuali proposte integrative del piano di sicurezza e di coordinamento (PSC);
un piano operativo di sicurezza (POS) per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative
responsabilità nell'organizzazione del cantiere e nell'esecuzione dei lavori, da considerare come
piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e di coordinamento.
Il piano operativo di sicurezza o le eventuali proposte integrative presentate alla Stazione Appaltante,
devono essere sottoscritti oltre che dallo stesso Appaltatore anche dal Direttore dei Lavori.
A pena di nullità del contratto d’appalto, il piano di sicurezza e di coordinamento, nonché il piano
operativo di sicurezza, formano parte integrante del contratto di appalto.
Ai sensi dell'art. 31 della Legge le gravi o ripetute violazioni dei piani medesimi da parte
dell'Appaltatore, previa formale costituzione in mora dell'interessato, costituiscono causa di risoluzione
del contratto.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Nell’installazione e nella gestione del cantiere l'Appaltatore si dovrà attenere alle norme di cui ai
D.P.R. 547/55, 164/56 e 303/56 ed ai Decreti Legislativi 626/94, 494/96 e 528/99, nonché alle norme
vigenti relative alla omologazione, alla revisione annuale ed ai requisiti di sicurezza di tutti i mezzi
d’opera e delle attrezzature di cantiere.
Prima dell'inizio dei lavori l'Appaltatore dovrà informare ed addestrare i propri dipendenti su tutte le
norme di legge, di contratto e sulle misure che verranno assunte in adempimento a quanto sopra.
Egli è tenuto a vigilare affinché i propri dipendenti, come pure i subappaltatori ed i terzi presenti nel
cantiere, si attengano scrupolosamente all'addestramento ricevuto ed in generale osservino le norme
di legge, di contratto e quelle specifiche che egli abbia stabilito.
ART. 28.
OBBLIGHI ED ONERI DELL’APPALTATORE
L'Appaltatore ha l'obbligo di dare completa attuazione alle indicazioni contenute nel seguente
capitolato, nei documenti allegati ed a tutte le richieste del Coordinatore per l'esecuzione dei lavori
(CSE); pertanto ad esso compete, con le conseguenti responsabilità:
- richiedere tempestivamente, e comunque entro 20 giorni dalla firma del contratto di appalto, al
Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, disposizioni per quanto a suo giudizio risulti
omesso, inesatto o discordante nel piano di sicurezza;
- redigere e consegnare al Committente, ovvero al Responsabile dei Lavori ed al Coordinatore per
la sicurezza in fase di esecuzione, eventuali proposte integrative del piano di sicurezza e di
coordinamento nel caso in cui tali modifiche assicurino un maggior grado di sicurezza ;
- nominare il Direttore Tecnico di Cantiere e comunicarlo al Committente, ovvero al Responsabile
dei Lavori, al Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione ed al Coordinatore per la
sicurezza in fase di esecuzione ;
- comunicare al Committente, ovvero al Responsabile dei Lavori, al Coordinatore per la sicurezza in
fase di progettazione ed al Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, il nominativo del
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione;
- redigere e consegnare al Committente, ovvero al Responsabile dei Lavori ed al Coordinatore per
la sicurezza in fase di esecuzione, un piano operativo di sicurezza per quanto attiene alle proprie
scelte autonome e relative responsabilità nell'organizzazione del cantiere e nell'esecuzione dei
lavori, da considerare come piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e
coordinamento;
- redigere ed aggiornare continuamente un cronoprogramma dei lavori così come intende eseguirli,
allo scopo di valutare le interferenze delle varie fasi lavorative e determinare i rischi correlati da
descrivere nel POS;
- promuovere ed istituire nel cantiere, un sistema gestionale permanente ed organico diretto alla
individuazione, valutazione, riduzione e controllo costante dei rischi per la sicurezza e la salute dei
dipendenti e dei terzi operanti nell'ambito dell'impresa;
- promuovere le attività di prevenzione, in coerenza a principi e misure predeterminati;
- promuovere un programma di informazione e formazione dei lavoratori, individuando i momenti di
consultazione dei dipendenti e dei loro rappresentanti;
- mantenere in efficienza i servizi logistici di cantiere (uffici, mensa, spogliatoi, servizi igienici, docce,
ecc.);
- assicurare:
• il mantenimento del cantiere in condizioni ordinate e di soddisfacente salubrità;
• la più idonea ubicazione delle postazioni di lavoro;
• le più idonee condizioni di movimentazione dei materiali;
• il controllo e la manutenzione di ogni impianto che possa determinare situazioni di pericolo per la
sicurezza e la salute dei lavoratori;
• la più idonea sistemazione delle aree di stoccaggio e di deposito;
• tenere aggiornate le documentazioni da mantenere in cantiere a disposizione degli organi di
controllo;
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
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assicurare il tempestivo approntamento in cantiere delle attrezzature, degli apprestamenti e delle
procedure esecutive previste dai piani di sicurezza, ovvero richieste dal Coordinatore in fase di
esecuzione dei lavori;
disporre in cantiere di idonee e qualificate maestranze, adeguatamente formate, in funzione delle
necessità delle singole fasi lavorative, segnalando al Coordinatore per l'esecuzione dei lavori
l'eventuale personale tecnico ed amministrativo alle sue dipendenze destinato a coadiuvarlo;
nominare il responsabile unico di cantiere (RUC), che può coincidere con il Direttore Tecnico del
Cantiere, purchè sempre presente e che funga da coadiutore de CSE, avente l’incarico di
osservare e far osservare in cantiere le disposizioni impartite nel PSC, nel POS e quelle
direttamente impartite dal CSE;
rilasciare dichiarazione di aver provveduto alle assistenze, assicurazioni e previdenze dei
lavoratori presenti in cantiere, secondo le norme di legge e dei contratti collettivi di lavoro;
rilasciare dichiarazione al Committente di aver sottoposto tutti i lavoratori presenti in cantiere a
sorveglianza sanitaria, secondo quanto previsto dalla normativa vigente e/o qualora le condizioni di
lavoro lo richiedano;
provvedere alla fedele esecuzione di quanto contenuto nel piano per la sicurezza e nei documenti
di progettazione della sicurezza, ed in particolare delle attrezzature e degli apprestamenti previsti
conformemente alle norme di legge;
tenere a disposizione dei Coordinatori per la sicurezza, del Committente ovvero del Responsabile
dei Lavori e degli Organi di Vigilanza, copia controfirmata della documentazione relativa alla
progettazione e al piano di sicurezza, le schede aggiornate degli operai ed il libro matricole, il
registro degli infortuni, le schede delle attrezzature e degli utensili, le schede dei materiali
impiegati;
fornire alle imprese subappaltanti e ai lavoratori autonomi presenti in cantiere:
• adeguata documentazione, informazione e supporto tecnico-organizzativo;
• le informazioni relative ai rischi derivanti dalle condizioni ambientali nelle immediate vicinanze del
cantiere, dalle condizioni logistiche all'interno del cantiere, dalle lavorazioni da eseguire,
dall'interferenza con altre imprese secondo quanto previsto dall'art.7 del D.Lgs. 626/94;
• le informazioni relative all'utilizzo di attrezzature, apprestamenti, macchinari e dispositivi di
protezione collettiva ed individuale;
mettere a disposizione di tutti i Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione delle
imprese subappaltanti e dei lavoratori autonomi il progetto della sicurezza ed piani della sicurezza
informare il Committente, ovvero il Responsabile dei Lavori e i Coordinatori per la sicurezza, delle
proposte di modifica ai piani di sicurezza formulate dalle imprese subappaltanti e dai lavoratori
autonomi;
organizzare il servizio di pronto soccorso, antincendio ed evacuazione dei lavoratori in funzione
delle caratteristiche morfologiche, tecniche e procedurali del cantiere oggetto del presente appalto
;
affiggere e custodire in cantiere una copia della notifica preliminare;
fornire al Committente od al responsabile dei lavori i nominativi di tutte le imprese e i lavoratori
autonomi ai quali intende affidarsi per l'esecuzione di particolari lavorazioni, previa verifica della
loro idoneità tecnico-professionale.
L'Appaltatore è in ogni caso responsabile dei danni cagionati dall’inosservanza e trasgressione delle
prescrizioni tecniche e delle norme di vigilanza e di sicurezza disposte dalle leggi e dai regolamenti
vigenti.
Nello svolgere tali obblighi, l'Appaltatore deve instaurare un corretto ed efficace sistema di
comunicazione con il Committente, ovvero con il Responsabile dei lavori, con i Coordinatori per la
sicurezza e tutti i lavoratori a lui subordinati.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 29.
OBBLIGHI ED ONERI DEI LAVORATORI AUTONOMI E DELLE
IMPRESE SUBAPPATATRICI
Al lavoratore autonomo, ovvero all'impresa subappaltatrice, compete, con le conseguenti
responsabilità:
- rispettare tutte le indicazioni contenute nei piani di sicurezza e tutte le richieste del direttore tecnico
dell'Appaltatore;
- redigere il proprio POS in conformità a PSC ed al POS dell’Impresa Appaltatrice;
- utilizzare tutte le attrezzature di lavoro ed i dispositivi di protezione individuale in conformità alla
normativa vigente;
- collaborare e cooperare con le imprese coinvolte nel processo costruttivo;
- non pregiudicare con le proprie lavorazioni la sicurezza delle altre imprese presenti in cantiere;
informare l'Appaltatore sui possibili rischi, per gli addetti presenti in cantiere, derivanti dalle proprie
attività lavorative.
Nello svolgere tali obblighi, le imprese subappaltatrici ed i lavoratori autonomi devono instaurare una
corretta ed efficace comunicazione con l'Appaltatore e tutti i lavoratori a lui subordinati.
ART. 30.
OBBLIGHI ED ONERI DEL DIRETTORE TECNICO DI CANTIERE
Al direttore tecnico di cantiere, nominato dall'Appaltatore, compete con le conseguenti responsabilità:
- gestire ed organizzare il cantiere in modo da garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori;
- osservare e far osservare a tutte le maestranze presenti in cantiere, le prescrizioni contenute nei
piani della sicurezza, le norme di coordinamento contrattuali del presente capitolato e le indicazioni
ricevute dal coordinatore per l'esecuzione dei lavori;
- allontanare dal cantiere coloro che risultassero in condizioni psico-fisiche non idonee o che si
comportassero in modo tale da compromettere la propria sicurezza e quella degli altri addetti
presenti in cantiere o che si rendessero colpevoli di insubordinazione o disonestà;
- vietare l'ingresso alle persone non addette ai lavori e non espressamente autorizzate dal
responsabile dei lavori ovvero dal CSE o dalla Direzione dei Lavori.
Nello svolgere tali obblighi il direttore tecnico di cantiere deve instaurare un corretto ed efficace
sistema di comunicazione con l'Appaltatore, le imprese subappaltatrici, i lavoratori autonomi, gli operai
presenti in cantiere ed il coordinatore per l'esecuzione dei lavori.
ART. 31.
ADDESTRAMENTO PER LA SICUREZZA
Il Responsabile del Servizio di Prevenzione è il responsabile principale dell’addestramento per la
sicurezza.
Dovranno essere particolarmente curati i seguenti aspetti o adempimenti:
- Designazione/elezione del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza del presente cantiere;
- Designazione, per il presente cantiere, dei lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di
prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione in caso di pericolo grave e immediato, di
salvataggio, di pronto soccorso e di gestione dell’emergenza;
- Acquisizione della Relazione sulla valutazione dei rischi, contenente:
• dettagliate informazioni fornite dal Committente sui rischi specifici esistenti nell’ambiente della
costruzione o dei lavori;
• valutazione dei rischi specifici propri del presente appalto;
• individuazione delle misure di prevenzione e protezione e dei dispositivi di protezione individuale;
• redazione del programma delle misure per il miglioramento della sicurezza nel tempo.
- Lettura in situ della Relazione sulla valutazione dei rischi;
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
Identificazione in situ delle fonti di rischio;
Verifica in situ dell’esatta disposizione della segnaletica di cantiere, nonché della presenza dei
mezzi di sicurezza, prevenzione e cura, collettivi ed individuali;
Esercitazione in situ sul corretto funzionamento dei mezzi di sicurezza e di indossamento dei
dispositivi individuali;
ART. 32.
SOSPENSIONE DEI LAVORI PER PERICOLO GRAVE
IMMEDIATO O PER MANCANZA DEI REQUISITI MINIMI DI SICUREZZA
ED
In caso di inosservanza di norme in materia di sicurezza, od in caso di pericolo imminente per i
lavoratori, il coordinatore per l'esecuzione dei lavori od il responsabile dei lavori ovvero il Committente,
potrà ordinare la sospensione dei lavori, disponendone la ripresa solo quando sia di nuovo assicurato
il rispetto della normativa vigente e siano ripristinate le condizioni di sicurezza ed igiene del lavoro.
Per sospensioni dovute a pericolo grave ed immediato, il Committente non riconoscerà alcun
compenso o indennizzo all'Appaltatore.
La durata delle eventuali sospensioni dovute ad inosservanza dell'Appaltatore delle norme in materia
di sicurezza, non comporterà uno slittamento dei tempi di ultimazione dei lavori previsti dal contratto.
ART. 33.
ONERI, OBBLIGHI E RESPONSABILITÀ DELL'APPALTATORE
Oltre agli oneri di cui agli artt. 5, 6 e 7 del Capitolato Generale d’Appalto approvato con D.M.
19.04.2000 n. 145 ed agli altri obblighi indicati nel presente Capitolato Speciale, saranno a carico
dell'Appaltatore gli oneri e gli obblighi seguenti:
1. La pulizia generale dell'area interessata dai lavori.
2. Le spese per la costituzione del domicilio presso i lavori;
3. Ogni onere relativo alla formazione del cantiere, con gli impianti necessari per assicurare una
perfetta esecuzione delle opere appaltate; la recinzione del cantiere stesso, secondo quanto verrà
richiesto dalla Direzione dei Lavori; la pulizia e la manutenzione dello stesso cantiere; la
sistemazione delle strade in modo da rendere sicuri il transito e la circolazione dei veicoli e delle
persone addette ai lavori.
4. L'approntamento delle opere provvisionali occorrenti per l'esecuzione dei lavori (impalcature,
assiti, armature, centinature, ecc.) compresi gli oneri del montaggio, dello sfrido e dello
smontaggio e dell'eventuale manutenzione ordinaria e straordinaria.
5. La costruzione di eventuali ponti di servizio, passerelle, scalette e comunque di tutte le opere
provvisionali occorrenti per mantenere i passaggi pubblici e privati e la continuità dei corsi
d'acqua, che venissero interrotti per l'esecuzione dei lavori.
6. La realizzazione delle strade di servizio del cantiere e la sistemazione delle strade esistenti e dei
collegamenti esterni ed interni, anche se riutilizzabili dopo la presa in consegna delle opere da
parte dell’Amministrazione.
7. L'esaurimento delle acque superficiali o di infiltrazione afferenti nei cavi e l'esecuzione di eventuali
opere provvisionali per la deviazione preventiva delle stesse dalle sedi stradali e dalle opere e la
riparazione dei danni che si verificassero negli scavi e nei rinterri.
8. La fornitura e la manutenzione di cartelli di avviso, di fanali di segnalazione notturna nei punti
prescritti e di quanto altro venisse particolarmente indicato dalla Direzione dei Lavori per garantire
la sicurezza delle persone e dei veicoli e la continuità del traffico, nel rispetto delle norme di
polizia stradale di cui al T.U. 15 Giugno 1959, n. 393 e del relativo Regolamento di esecuzione
approvato con D.P.R. 30 Giugno 1959.
9. L’approntamento di tutte le opere, i cartelli di segnalazione e le cautele necessarie a prevenire gli
infortuni sul lavoro ed a garantire la vita e l’incolumità del personale dipendente dall’Appaltatore,
di eventuali sub-appaltatori e fornitori e del relativo personale dipendente, e del personale di
direzione, sorveglianza e collaudo incaricato dall’Amministrazione, giuste le norme, che qui si
intendono integralmente riportate, di cui ai D.P.R. 547/1955 e D.P.R. 164/1956, D.P.R. 303/1956,
D.P.R. 1124/1965, D.P.R. 524/1982 e loro successive modificazioni.
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
10. La riparazione o il rifacimento di eventuali danni che in dipendenza dell'esecuzione dei lavori
vengono arrecati a proprietà pubbliche e/o private od a persone sollevando l'Amministrazione
Appaltante, la Direzione dei Lavori ed il personale di assistenza e sorveglianza da qualsivoglia
responsabilità.
11. Il libero accesso al cantiere ed il passaggio (anche attraverso manufatti e stradelle costruite a
spese dell'Appaltatore), nello stesso e nelle opere eseguite e in corso di esecuzione, alle persone
addette di qualunque altra Impresa alla quale siano stati affidati lavori non compresi nel presente
appalto, ed alle persone che eseguano lavori per conto diretto dell'Amministrazione appaltante. A
richiesta della Direzione dei Lavori, l'uso parziale o totale, da parte di dette Imprese o persone, dei
ponti di servizio, impalcature, costruzioni provvisorie ed apparecchi di sollevamento, ecc. per tutto
il tempo occorrente alla esecuzione dei lavori che l'Amministrazione appaltante intenderà eseguire
direttamente ovvero a mezzo di altre Ditte, dalle quali, come dall'Amministrazione appaltante,
l'Appaltatore non potrà pretendere compensi di sorta.
12. Il ricevimento in cantiere, lo scarico ed il trasporto nei luoghi di deposito, situati all'interno del
cantiere, od a piè d'opera, secondo le disposizioni della Direzione dei Lavori, nonché la buona
conservazione e la perfetta custodia dei materiali e dei manufatti esclusi dal presente appalto e
provvisti od eseguiti da altre Ditte per conto dell'Amministrazione appaltante garantendo il perfetto
espletamento di tali operazioni. I danni che per cause dipendenti o per sua negligenza fossero
apportati ai materiali e manufatti suddetti dovranno essere riparati a carico esclusivo
dell'Appaltatore.
13. La pulizia quotidiana dei locali in costruzione e delle vie di transito del cantiere compreso lo
sgombero dei materiali di rifiuto lasciati da altre Ditte.
14. L'adozione, nell'esecuzione di tutti i lavori, dei procedimenti e delle cautele necessarie per
garantire la vita e l'incolumità degli operai, delle persone addette ai lavori stessi e dei terzi; in caso
di infortuni, ogni più ampia responsabilità ricadrà, pertanto, sull'Appaltatore, restandone sollevata
sia l'Amministrazione appaltante che la Direzione dei Lavori ed il personale di sorveglianza.
15. La costruzione di locali e servizi quali mensa, spogliatoi, servizi igienico-sanitari, ecc. in numero
adeguato agli operai addetti ai lavori ed in base ai contratti collettivi di lavoro.
16. Le spese per la periodica visita medica e la prevenzione del personale dalle malattie tipiche delle
mansioni svolte o tipiche della località in cui si svolgono i lavori.
17. La costruzione (entro il recinto del cantiere o in luoghi prossimi designati o accettati dalla
Direzione dei Lavori), la manutenzione e la pulizia di locali ad uso ufficio del personale di
Direzione ed Assistenza dei Lavori, arredati, illuminati e riscaldati a seconda delle richieste della
Direzione dei Lavori stessa e secondo le seguenti indicazioni minime:
- superficie complessiva pari ad almeno 50 m². suddivisa in due uffici, servizi igienici e archivio
disegni, adeguatamente illuminati e condizionati.
- dotati di scrivanie e scaffali, telefoni, fax, modem con linea ADSL, 2 personal computer
collegati alla rete internet, plotter a colori A0, fotcopiatore A3 con funzione anche di stampante
di rete, il tutto dotato di software per la gestione testi, contabilità lavori e disegni;
- almeno n° 1 autovettura per gli spostamenti della Direzione dei Lavori, del personale di
assistenza e dei collaudatori.
18. Le spese per gli allacciamenti provvisori e per il consumo dell'acqua, dell'energia elettrica, del
telefono, della fognatura occorrenti per il funzionamento del cantiere.
19. La redazione dell’eventuale piano di smaltimento delle tettoie in amianto presenti sull’area.
20. La fornitura e posa in opera, entro dieci giorni dalla consegna dei lavori, nel sito indicato dalla
Direzione dei lavori di uno o più cartelli indicatori delle dimensioni minime di m 1,00 (larghezza) x
2,00 (altezza); tanto la tabella quanto il sistema di sostegno della stessa, dovranno essere
eseguiti con materiali di adeguata resistenza e decoroso aspetto e devono essere mantenuti in
perfetto stato sino al collaudo dei lavori. La tabella dovrà recare impresse a colori indelebili le
diciture riportate nello schema tipo allegato alla Circolare del Ministero dei LL.PP. 1° Giugno
1990, n. 1729/UL.
Per la mancanza od il cattivo stato di uno o più cartelli indicatori, sarà applicata all'Appaltatore una
multa di € 60,00 ed una penale giornaliera di € 15,00 dal giorno della contestata inadempienza
fino a quello dell'apposizione o riparazione e l'importo della multa e della penale sarà addebitato
sul primo certificato di pagamento in acconto successivo all'inadempienza.
21. La comunicazione alla Direzione dei lavori, quindicinalmente a decorrere dal primo sabato
successivo alla consegna dei lavori, delle seguenti notizie statistiche sull'andamento dei lavori:
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
a) numero degli operai impiegati, distinti nelle varie categorie con le relative ore lavorative, per
ciascun giorno della quindicina;
b) lavoro eseguito nella quindicina;
c) giorni della quindicina in cui non si è lavorato e cause relative.
Le notizie precedenti dovranno pervenire entro il primo mercoledì successivo alla quindicina e per
ogni giorno di ritardo verrà applicata una penale giornaliera di € 15,00, restando salvi i più gravi
provvedimenti che potranno essere adottati in conformità a quanto sancisce il Capitolato Generale
per le irregolarità di gestione e per le grosse inadempienze contrattuali.
Il libero accesso alla Direzione dei Lavori ed al personale di assistenza e di sorveglianza, in
qualsiasi momento, nei cantieri e nei luoghi di produzione dei materiali.
L'assunzione, ove l'Appaltatore non ne abbia titolo, di un tecnico professionalmente abilitato e
regolarmente iscritto all'Albo di categoria quale direttore tecnico del cantiere; il nominativo e il
domicilio del direttore tecnico del cantiere devono essere comunicati alla Direzione dei Lavori, per
iscritto, prima dell'inizio dei lavori.
I compensi per il proprio rappresentante, per il direttore tecnico del cantiere, per i professionisti e
consulenti tecnici o meno da lui nominati;
La fornitura di personale esperto ed attrezzature adeguate per i tracciati, i rilievi, le misurazioni, i
picchettamenti, i saggi, ecc. relativi alle operazioni di consegna, misura, verifiche in corso d'opera,
contabilità e collaudo dei lavori e la riproduzione di grafici, disegni ed allegati vari relativi alle
opere in esecuzione nel numero di copie richiesto dalla Direzione dei Lavori.
L'esecuzione, presso istituti specializzati, di tutte le prove e le verifiche che verranno in ogni
tempo ordinati dalla Direzione dei Lavori sui materiali impiegati o da impiegarsi nella costruzione,
in correlazione a quanto prescritto circa l'accettazione dei materiali stessi.
Dei campioni potrà essere ordinata la conservazione nel competente ufficio direttivo munendoli di
sigilli a firma del Direttore dei lavori e dell'Impresa nei modi più adatti a garantirne l'autenticità.
Le pratiche presso Amministrazioni ed Enti per permessi, licenze, concessioni, autorizzazioni per:
opere di presidio, occupazioni temporanee di suoli pubblici o privati, apertura di cave di prestito,
uso di discariche, interruzioni provvisorie di pubblici servizi, attraversamenti, cautelamenti,
trasporti speciali nonché le spese ad esse relative per tasse, diritti, indennità, canoni, cauzioni,
ecc.;
Ogni onere e tassa per permessi, licenze, concessioni, autorizzazioni per eventuali opere di
presidio, occupazioni temporanee di suoli pubblici o privati, interruzioni provvisorie di pubblici
servizi, attraversamenti, trasporti speciali.
La presentazione all'Ufficio del Genio Civile, prima dell'inizio dei lavori, degli elaborati relativi ai
calcoli statici di tutte le parti strutturali, fermo restando che l'approvazione dei calcoli strutturali da
parte del Genio Civile stesso non solleva l'Appaltatore ed il Direttore di cantiere, ciascuno per le
proprie competenze, dalla responsabilità relativa alla stabilità di dette opere.
La presentazione, prima dell'inizio effettivo di ogni singola lavorazione, degli elaborati relativi al
progetto di cantiere, nonché tutte le verifiche e le calcolazioni degli impianti tecnici.
L’esecuzione di una camera tipo secondo le indicazioni della Stazione Appaltante e della
Direzione Lavori.
Ogni onere per denunce, approvazioni, licenze, collaudi, ecc., che al riguardo fossero prescritti
dalle leggi in vigore, riguardanti tutti gli impianti (fognante, idrico, elettrico, trattamento aria, ecc.).
Le spese per la fornitura di fotografie, nel formato cm 13x18, delle opere in corso nei vari periodi
d'appalto, in doppia copia.
Le spese per la verifica del piano di sicurezza e di coordinamento elaborati dall'Amministrazione
Appaltante e per la redazione del piano operativo di sicurezza per quanto attiene alle proprie
scelte autonome e responsabilità nell'organizzazione del cantiere.
La consegna e l'uso anticipato di tutte o di parte delle opere eseguite anche prima di essere
sottoposte a collaudo e senza che l'Appaltatore abbia perciò diritto a speciali compensi. Esso
potrà, però, richiedere che sia redatto apposito verbale circa lo stato delle opere, per essere
garantito dai possibili danni che potessero derivare ad esse.
Lo sgombero e la pulizia del cantiere dai materiali, mezzi d'opera, impianti di sua proprietà, entro
cinque giorni dal verbale di ultimazione.
L'esecuzione di esperienze ed analisi, come anche verifiche, assaggi e relative spese che
venissero in ogni tempo ordinati dalla Direzione Lavori o dal collaudatore o imposte dalle norme in
vigore, presso il laboratorio di cantiere o presso gli Istituti autorizzati ovvero laboratori ufficiali o
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45.
ditte specializzate di fiducia dell’Amministrazione appaltante, sui materiali e forniture da impiegare
od impiegati o sulle opere, nelle lavorazioni in correlazione a quanto prescritto circa l’accettazione
dei materiali stessi od a quanto prescritto nella normativa o modalità di esecuzione;
I costi per l'ottenimento dei certificati di prova materiali relativi al collaudo statico, nonché ogni
onere per l’esecuzione delle prove di carico, anche strumentale, a mezzo di Ditte specializzate;
La conservazione dei campioni fino al collaudo, muniti di sigilli controfirmati dalla Direzione e
dall'Appaltatore, in idonei locali o negli uffici direttivi e nei modi più adatti a garantirne l'autenticità;
Le spese per l’effettuazione di tutte le verifiche, sondaggi, indagini, controlli, prove di carico, ecc,
nonché per tutte le apparecchiature di rilevamento, come flessimetri, sclerometri, ecc., utensili e
personale occorrente per l’accertamento delle lavorazioni e delle misure, sia in corso d’opera per
la contabilità che in sede di collaudo dei lavori, solo escluso l’onorario per i collaudatori tecnicoamministrativi e per il collaudatore statico, che la direzione dei lavori o i collaudatori riterranno
necessarie a proprio insindacabile giudizio, compresi gli eventuali ripristini allo stato originario
delle opere;
Le certificazioni ex legge 46/90 per tutte le categorie impiantistiche previste dal citato
provvedimento;
La redazione della dichiarazione di conformità degli impianti realizzati, di cui all’art. 9 della Legge
46/90, con la relazione e gli allegati ivi previsti, nonché‚ il Piano di Manutenzione di ciascun
impianto, costituito dal Manuale d’Uso per la gestione e la conservazione a cura dell’utente, dal
Manuale di Manutenzione e dal Programma di Manutenzione entrambi destinati agli operatori e
tecnici del settore, così come previsti dalla vigente normativa in relazione alle categorie
impiantistiche dell’opera.
Gli adempimenti e le spese connesse al rilascio del Certificato di Prevenzione degli Incendi, ove
previsto, ai sensi del D.M. 16/02/1982 e della L. n. 818/1984, e successive modifiche e
integrazioni.
L’esecuzione e la riproduzione di grafici e disegni “as built” alla fine lavori che rappresentino ciò
che è stato effettivamente eseguito per opere edili, strutture ed impianti.
La guardiania e la sorveglianza, sia di giorno che di notte, con il personale necessario avente la
qualifica di cui all'art. 19 del presente Capitolato Speciale, del cantiere e di tutti i materiali, impianti
e mezzi d'opera nello stesso esistenti anche se di proprietà dell'Amministrazione o di altre ditte,
nonché di tutte le opere già eseguite o in corso di esecuzione.
Le tecnologie da impiegare sono già compensate nei prezzi di elenco e dunque a totale carico e
spese dell'Appaltatore che nulla avrà a pretendere per indennizzi o compensi aggiuntivi. Ad
ultimazione dei lavori, la demolizione e lo smontaggio delle opere provvisionali sarà a cura e spese
dell'Appaltatore stesso con tempi e modalità concordate con la Direzione dei Lavori.
Il corrispettivo per tutti gli obblighi ed oneri sopra specificati è conglobato nei prezzi dei lavori e negli
eventuali compensi a corpo di cui all'art. 2 del presente capitolato.
Detti eventuali compensi a corpo sono fissi ed invariabili, essendo soggetti soltanto alla riduzione
relativa all'offerto ribasso contrattuale.
ART. 34.
TEMPO UTILE PER L'ULTIMAZIONE DEI LAVORI - PENALE PER IL RITARDO
I lavori verranno consegnati all'Appaltatore in UNICA FASE e lo stesso dovrà procedere alla
realizzazione dell opera, in modo da consentire all’Ospedale il regolare funzionamento.
Il tempo utile per dare ultimati i lavori resta stabilito in mesi 12 (DODICI) naturali, successivi e
continui decorrenti dalla data del verbale di consegna.
Ai sensi dell'art. 22 del Capitolato Generale d’Appalto (D.M. 19.04.2000, n. 145) e nei limiti stabiliti
dall’art. 117 del Regolamento la penale per la ritardata ultimazione dei lavori rispetto al termine
assegnato è stabilita in € 1.500,00 (EURO MILLECINQUECENTO/00) circa per ogni giorno di ritardo
e sarà applicata con deduzione dell'importo relativo dagli Stati di Avanzamento dei Lavori, successivi
al previsto termine di ultimazione, calcolata nel giorno della loro emissione.
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In ogni caso comunque, ai sensi dell'art. 22 del Capitolato Generale d’Appalto (D.M. 19.04.2000, n.
145) e nei limiti stabiliti dall’art. 117 del Regolamento l’importo complessivo della penale non potrà
superare il 10% dell’importo netto contrattuale dei lavori.
L'Amministrazione si riserva la facoltà dell'acquisizione anticipata delle opere al fine della possibile
attivazione, senza che l'Appaltatore possa opporsi.
ART. 35.
ORDINE DA TENERSI NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI
In genere l'Appaltatore avrà facoltà di sviluppare i lavori nel modo che crederà più conveniente per
darli perfettamente compiuti nel termine contrattuale, purché ciò, a giudizio della Direzione dei Lavori,
non sia pregiudizievole alla buona riuscita delle opere ed agli interessi dell'Amministrazione.
L'Amministrazione si riserva in ogni modo il diritto di ordinare l'esecuzione dei lavori nel modo che
riterrà più conveniente senza che l'Appaltatore possa rifiutarsi o farne oggetto di richiesta di speciali
compensi.
Ciò premesso, condizione irrinunciabile è il permanere per tutto il tempo dei lavori della "funzionalità"
della parte dell’edificio che rimane attiva.
I lavori, i tempi assegnati, i percorsi interni ed esterni per raggiungere le aree, la protezione da
inquinamento di qualsiasi tipo della parte di edificio che rimane in piena attività dovranno fare parte di
uno studio che l'impresa dovrà sottoporre entro e non oltre 15 giorni dalla data d'inizio effettivo dei
lavori di ogni fase.
Detto studio dovrà essere approvato dalla D.L., dal Responsabile del Procedimento e dal Direttore
Sanitario del nosocomio.
Prima dell'intervento sull’area ove dovranno essere realizzati i lavori, l'Amministrazione provvederà a
spostare tutti gli arredi, le attrezzature mobili ed in genere qualsiasi apparecchiatura, che sarà ad
insindacabile giudizio della D.L. spostabile. Tutte le altre apparecchiature dovranno essere protette,
anche dalla polvere, in modo adeguato a cura e spese dell'Impresa, senza per questo potere
avanzare pretese d'indennizzo poiché ciò è compreso e compensato per esplicito patto contrattuale
nei prezzi unitari dell'elenco prezzi. Qualora gli spostamenti previsti a carico dell’Amministrazione
fossero richiesti all’Impresa, i costi relativi saranno rifusi a questa con liste in economia.
Dovrà inoltre l'impresa, disporre di fonte di energia ausiliaria da reperirsi a cura e spese della stessa,
se richiesto.
Nel tempo concesso è compreso il periodo necessario per l'avviamento del cantiere e per ottenere
eventuali nullaosta ai lavori.
In caso di necessità, i lavori dovranno anche, eseguirsi in orario notturno, con squadre diverse e ciò a
semplice richiesta della D.L. L'impresa non potrà chiedere alcun indennizzo particolare in quanto nei
prezzi è compreso detto onere.
ART. 36.
PROROGA DEI TERMINI CONTRATTUALI
L’Appaltatore che per cause a lui non imputabili non sia in grado di ultimare i lavori nel termine fissato
può richiedere una proroga.
La richiesta di proroga deve essere effettuata con congruo anticipo rispetto alla scadenza del termine
contrattuale.
La risposta in merito all’istanza di proroga è resa dal Responsabile del procedimento, sentito il
direttore dei lavori, entro trenta giorni dal suo ricevimento.
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ART. 37.
SOSPENSIONE E RIPRESA DEI LAVORI
È ammessa la sospensione dei lavori, ordinata dal Direttore dei Lavori, ai sensi dell'articolo 133,
comma 1, del Regolamento nei casi di avverse condizioni climatiche, di forza maggiore, o di altre
circostanze speciali che impediscono la esecuzione o la realizzazione a regola d'arte dei lavori stessi;
tra le circostanze speciali rientrano le situazioni che determinano la necessità di procedere alla
redazione di una variante in corso d'opera nei casi previsti dall'articolo 25, comma 1, lettere a), b), bbis) e c) della legge, queste ultime due qualora dipendano da fatti non prevedibili al momento della
conclusione del contratto.
La sospensione disposta ai sensi del comma 1 permane per il tempo necessario a far cessare le
cause che hanno comportato la interruzione dell'esecuzione dell'appalto. Nel caso di sospensione
dovuta alla redazione di perizia di variante, il tempo deve essere adeguato alla complessità ed
importanza delle modifiche da introdurre al progetto.
L'appaltatore che ritenga cessate le cause che hanno determinato la sospensione temporanea dei
lavori ai sensi dei commi 1 e 2, senza che la stazione appaltante abbia disposto la ripresa dei lavori
stessi, può diffidare per iscritto il Responsabile del Procedimento a dare le necessarie disposizioni al
Direttore dei Lavori perchè provveda a quanto necessario alla ripresa. La diffida ai sensi del presente
comma è condizione necessaria per poter iscrivere riserva all'atto della ripresa dei lavori, qualora
l'appaltatore intenda far valere l'illegittima maggiore durata della sospensione.
Nei casi previsti dall'articolo 133, comma 2, del regolamento, il Responsabile del Procedimento
determina il momento in cui sono venute meno le ragioni di pubblico interesse o di necessità che lo
hanno indotto a sospendere i lavori. Qualora la sospensione, o le sospensioni se più di una, durino
per un periodo di tempo superiore ad un quarto della durata complessiva prevista per l'esecuzione dei
lavori stessi, o comunque quando superino sei mesi complessivi, l'appaltatore può richiedere lo
scioglimento del contratto senza indennità; se la stazione appaltante si oppone allo scioglimento,
l'appaltatore ha diritto alla rifusione dei maggiori oneri derivanti dal prolungamento della sospensione
oltre i termini suddetti.
Salvo quanto previsto dall'ultimo periodo del comma precedente, per la sospensione dei lavori,
qualunque sia la causa, non spetta all'appaltatore alcun compenso o indennizzo.
In ogni caso, e salvo che la sospensione non sia dovuta a cause attribuibili all'appaltatore, la sua
durata non e' calcolata nel tempo fissato dal contratto per l'esecuzione dei lavori.
Alla sospensione parziale dei lavori ai sensi dell'articolo 133, comma 7, del regolamento, si applicano i
commi 1, 2 e 5; essa determina altresì il differimento dei termini contrattuali pari ad un numero di
giorni determinato dal prodotto dei giorni di sospensione per il rapporto tra ammontare dei lavori non
eseguiti per effetto della sospensione parziale e l'importo totale dei lavori previsto nello stesso periodo
secondo il programma dei lavori redatto dall'impresa.
Le sospensioni totali o parziali dei lavori disposte dalla stazione appaltante per cause diverse da
quelle stabilite al comma 1 del presente articolo sono considerate illegittime e danno diritto
all'appaltatore ad ottenere il riconoscimento dei danni prodotti.
Ai sensi dell'articolo 1382 del Codice Civile, il danno derivante da sospensione illegittimamente
disposta è quantificato secondo i seguenti criteri:
- detratte dal prezzo globale nella misura intera, le spese generali infruttifere sono determinate nella
misura pari alla metà della percentuale minima prevista dall'articolo 34, comma 2, lettera c) del
Regolamento, rapportata alla durata dell'illegittima sospensione;
- la lesione dell'utile è riconosciuta coincidente con la ritardata percezione dell'utile di impresa, nella
misura pari agli interessi moratori come fissati dall'articolo 30, comma 4, computati sulla
percentuale prevista dall'articolo 34, comma 2, lettera d) del Regolamento, rapportata alla durata
dell'illegittima sospensione;
- il mancato ammortamento e le retribuzioni inutilmente corrisposte sono riferiti rispettivamente ai
macchinari esistenti in cantiere e alla consistenza della mano d'opera accertati dal direttore dei
lavori ai sensi dell'articolo 133, comma 5, del Regolamento;
- la determinazione dell'ammortamento avviene sulla base dei coefficienti annui fissati dalle vigenti
norme fiscali.
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Al di fuori delle voci elencate al comma precedente sono ammesse a risarcimento ulteriori voci di
danno solo se documentate e strettamente connesse alla sospensione dei lavori.
ART. 38.
ANTICIPAZIONI DI SOMME
L'Amministrazione può far eseguire in economia opere o provviste relative ai lavori appaltati, ma non
comprese nel contratto e l'Appaltatore, in tal caso, deve corrispondere direttamente ai singoli creditori,
ritirandone formale quietanza, le somme che la Direzione dei Lavori gli abbia ordinato per iscritto di
pagare in base a regolari note o fatture delle relative prestazioni. Tali lavori non potranno essere
superiori al 5% dell’importo contrattuale.
Sulle somme anticipate è dovuto all'Appaltatore un interesse pari alla variazione ufficiale ISTAT.
ART. 39.
PAGAMENTI IN ACCONTO
L'Appaltatore avrà diritto a pagamenti in acconto, in corso d'opera, ogni qualvolta il suo credito, al
netto del ribasso d’asta e delle prescritte ritenute di legge, raggiungerà la cifra di € 150.000,00 (Euro
Centocinquantamila/00).
Nel caso di sospensione dei lavori di durata superiore a novanta giorni l’Amministrazione dispone il
pagamento in acconto degli importi maturati sino alla data di sospensione.
Dovranno essere intese ritenute di legge lo 0,50% dell'importo dei lavori al netto del ribasso
contrattuale, ai sensi dell'articolo 19 del Capitolato Generale d'Appalto.
Ai sensi dell’art. 169 del Regolamento di cui D.P.R. 554/1999 il corrispettivo sarà liquidato sulla base
del certificato di pagamento di rate di acconto rilasciato dal Responsabile del Procedimento.
Gli eventuali compensi a corpo saranno contabilizzati in proporzione all'avanzamento dei relativi
lavori.
I materiali approvvigionati nel cantiere, sempreché siano stati accettati dalla Direzione dei Lavori, ai
sensi e nei limiti dell'art. 28 del Capitolato Generale d'Appalto potranno essere accreditati in
contabilità prima della posa in opera. Il valore di detti materiali dovrà essere superiore alla spesa per
la messa in opera. La loro valutazione sarà fatta a misura, con prezzi di stima dedotti dalla Direzione
dei Lavori ribassati di almeno il 50%. Non potranno essere presi in considerazione materiali e
manufatti che non siano destinati ad essere completamente impiegati in opere definitive facenti parte
dell’appalto.
I materiali ed i manufatti portati in contabilità rimangono a rischio e pericolo dell’Appaltatore e possono
essere sempre rifiutati dalla Direzione dei Lavori ai sensi dell’art. 18 comma 1° del Capitolato
Generale d’Appalto.
Il certificato per il pagamento dell'ultima rata di acconto, qualunque sia l'ammontare, verrà rilasciato
contestualmente all’'ultimazione dei lavori accertata e certificata dalla Direzione Lavori come
prescritto.
L'Appaltatore non avrà diritto ad alcun pagamento o compenso per i lavori eseguiti in più, oltre a quelli
previsti e regolarmente autorizzati, qualunque sia la motivazione che l'Appaltatore stesso possa
addurre a giustificazione della loro esecuzione.
La rata di saldo, previa costituzione di garanzia fidejussoria prevista dall’art. 102 del Regolamento,
sarà pagata nei modi e nei termini dell’art. 205 del Regolamento di cui al D.P.R. 554/1999 e previo
accertamento da parte dell’Amministrazione degli obblighi contributivi ed assicurativi. Detto
pagamento non costituirà presunzione di accettazione di opera ai sensi dell’art. 1666, 2° comma del
Codice Civile.
Le liquidazioni delle rate di saldo hanno carattere provvisorio e possono essere rettificate o corrette
dalla Direzione Lavori.
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Il termine di pagamento degli acconti e del saldo sono fissati dall’art. 29 del Capitolato Generale
d’Appalto di cui al D.M. del 19.04.2000 n. 145. e secondo le modalità di cui all’art. 114 del
Regolamento
Nel caso di ritardato pagamento degli acconti e dalla rata di saldo si applicheranno le norme di cui
all’art. 30 del Capitolato Generale d’Appalto e dell’art. 116 del Regolamento. In ogni caso, il ritardato
pagamento delle rate di acconto non da diritto all’Appaltatore di sospendere i lavori né di richiedere lo
scioglimento del contratto.
ART. 40.
INDICAZIONE DELLE PERSONE CHE POSSONO RISCUOTERE
I pagamenti delle somme dovute in acconto o a saldo saranno effettuati solo e soltanto alle persone
che saranno indicate nel contratto come autorizzate a riscuotere e quietanzare e tale autorizzazione
dovrà essere comprovata o mediante certificato della Camera di Commercio per le Ditte individuali o
per mezzo di atti legali nel caso di Società.
Il contratto di appalto e gli atti di cottimo devono indicare:
- il luogo e l'ufficio dove saranno effettuati i pagamenti, e le relative modalità, secondo le norme che
regolano la contabilità della stazione appaltante;
- la persona o le persone autorizzate dall'appaltatore a riscuotere, ricevere e quietanzare le somme
ricevute in conto o saldo anche per effetto di eventuali cessioni di credito preventivamente
riconosciute dalla stazione appaltante; gli atti da cui risulti tale designazione sono allegati al
contratto.
La cessazione o la decadenza dall'incarico delle persone autorizzate a riscuotere e quietanzare deve
essere tempestivamente notificata alla stazione appaltante.
In caso di cessione del corrispettivo di appalto successiva alla stipula del contratto, il relativo atto deve
indicare con precisione le generalità del cessionario ed il luogo del pagamento delle somme cedute.
In difetto delle indicazioni previste dai commi precedenti, nessuna responsabilità può attribuirsi alla
stazione appaltante per pagamenti a persone non autorizzate dall'appaltatore a riscuotere.
ART. 41.
PREZZI DI ELENCO
I prezzi unitari in base ai quali, dopo deduzione del pattuito ribasso d'asta, saranno pagati i lavori
appaltati a misura ed a corpo e le somministrazioni sono indicati nell'Elenco dei Prezzi Unitari allegato
al contratto.
Essi comprendono:
a) riguardo ai materiali, ogni spesa (per fornitura, trasporto, dazi, imposte, cali, perdite, sprechi,
ecc.), nessuna eccettuata, che venga sostenuta per darli pronti all'impiego, a piè d'opera;
b) riguardo agli operai e mezzi d'opera, ogni spesa per fornire i medesimi di attrezzi ed utensili del
mestiere, nonché per premi di assicurazioni sociali, di assicurazioni per infortuni ed oneri
accessori di altra natura;
c) riguardo ai noli, ogni spesa per dare a piè d'opera i macchinari ed i mezzi pronti al loro uso;
d) riguardo ai lavori a misura ed a corpo, tutte le spese, per forniture, lavorazioni, mezzi d'opera,
assicurazioni di ogni specie, indennità di cave, di passaggi o di deposito, di cantiere, di
occupazione temporanea e d'altra specie, mezzi d'opera provvisionali, carichi, trasporti e scarichi
in ascesa o discesa, ecc., per dare il lavoro compiuto a perfetta regola d'arte, intendendosi nei
prezzi stessi compreso ogni compenso per gli oneri tutti che l'Appaltatore dovrà sostenere, anche
se non esplicitamente detto o richiamato nei vari articoli.
I prezzi medesimi, per lavori a misura ed a corpo, offerti dall’Impresa, si intendono determinati in base
a calcoli di sua convenienza, a suo completo rischio. Essi sono fissi ed invariabili, salvo l'eventuale
applicazione di leggi che consentano la revisione dei prezzi contrattuali.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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ART. 42.
NUOVI PREZZI
Qualora, durante il corso dei lavori si verifichi la necessità di dover procedere all'esecuzione di
categorie di lavoro non previste nel contratto o di adoperare materiali diversi da quelli previsti, prima
dell'esecuzione delle nuove opere, devono essere pattuiti nuovi prezzi la cui determinazione è la
seguente:
a) desumendoli dal prezziario di cui all’art. 14 della L.R. n. 7 del 02.08.2002;
b) ragguagliandoli a quelli di lavorazioni consimili compresi nel contratto;
c) ricavandoli totalmente o parzialmente da nuove regolari analisi.
Le nuove analisi vanno effettuate con riferimento ai prezzi elementari di mano d’opera, materiali, noli e
trasporti alla data di formulazione dell’offerta.
I nuovi prezzi sono determinati in contraddittorio tra il Direttore dei Lavori e l’Appaltatore ed approvati
dal Responsabile del Procedimento prima di essere ammessi nella contabilità dei lavori.
Tutti i prezzi sono soggetti al ribasso d’asta ed ad essi si applica il disposto di cui al comma 4 dell’art.
26 della L. 109/94 così come recepita dalla L.R. n. 7 del 02.08.2002.
Se l’Appaltatore non accetta i nuovi prezzi così determinati ed approvati, l’Amministrazione può
ingiungergli l’esecuzione delle lavorazioni o la somministrazione dei materiali in base a detti prezzi,
comunque ammessi in contabilità; ove l’Appaltatore non iscriva riserva negli atti contabili nei modi
previsti dal Regolamento, i prezzi si intendono definitivamente accettati.
ART. 43.
PERIZIE DI VARIANTE E/O SUPPLETIVE
Nessuna variazione o addizione al progetto approvato può essere introdotta dall’Appaltatore se non
disposta dal Direttore dei Lavori e preventivamente approvata dalla Stazione appaltante nelle
condizioni e nei limiti indicati nell’art. 25 della L. 109/94 così come recepita e modificata dalla L.R. 7
del 02.08.2002 all’art. 21 e dall’art. 10 del Capitolato Generale d’Appalto approvato con D.M.
19.04.1999 n. 145.
Il mancato rispetto di tale disposizione non da titolo al pagamento dei lavori non autorizzati e
comporta la rimessa in pristino, a carico dell’Appaltatore, dei lavori e delle opere nella situazione
originaria secondo le disposizioni del Direttore dei Lavori.
Qualora per uno dei casi previsti dalla Legge, sia necessario introdurre nel corso dell’esecuzione dei
lavori variazioni o addizioni non previste nel contratto, il Direttore dei Lavori, sentiti il Responsabile del
Procedimento ed il progettista, promuove la redazione di una perizia suppletiva e di variante,
indicandone i motivi in un’apposita relazione da inviare alla Stazione Appaltante.
L’appaltatore ha l’obbligo di eseguire tutte le variazioni ritenute opportune dalla Stazione Appaltante e
che il Direttore dei Lavori gli abbia ordinato purché non mutino sostanzialmente la natura dei lavori.
Gli ordini di variazione fanno espresso riferimento all’intervenuta approvazione, salvo il caso di cui
all’art. 25 comma 3 primo periodo della L. 109/94.
Le variazioni sono valutate a prezzo di contratto ma se comportano introduzione di nuovi prezzi si
provvede secondo quanto previsto dall’art. 34 del presente Capitolato Speciale d’appalto.
Non sono considerate varianti gli interventi disposti dal Direttore dei Lavori per risolvere problemi di
dettaglio, che siano contenuti entro un importo non superiore al 10 per cento per lavori di recupero,
ristrutturazione, manutenzione e restauro ed al 5 per cento per tutti gli altri tipi di lavorazioni e che non
comportino aumento dell’importo del contratto stipulato per la realizzazione dell’opera. Sono inoltre
ammesse, nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione varianti in aumento o in diminuzione che non
comportino modifiche sostanziali e siano motivate da obbiettive esigenze derivanti da circostanze
sopravvenute e imprevedibili al momento della stipula del contratto.
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L’importo in aumento relativo alle varianti non può superare, rispettivamente, il 10 per cento per i
lavori di recupero, ristrutturazione, manutenzione e restauro ed il 5 per cento per gli altri lavori
dell’importo originario del contratto e deve trovare copertura nella somma stanziata per l’esecuzione
dell’opera tra le somme a disposizione dell’Amministrazione alla voce imprevisti.
Le perizie di variante, corredate dai pareri e dalle autorizzazioni richiesti, sono approvate dall’organo
decisionale della Stazione Appaltante su parere dell’organo che ha approvato il progetto qualora
comportino la necessità di ulteriore spesa rispetto a quella prevista nel quadro economico del progetto
approvato; negli altri casi le perizie di variante sono approvate dal Responsabile del Procedimento e
sempre che non alterino la sostanza del progetto.
Ai sensi dell’art. 11 del Capitolato Generale d’Appalto approvato con D.M. 19.04.1999 n. 145 sono
consentite varianti in diminuzione migliorative proposte dall’Appaltatore e con la sola eccezione di
contratti affidati in appalto concorso.
Indipendentemente dalle ipotesi previste dall’art. 25 della L. 109/94 così come recepita dalla L.R. 7 del
02.08.2002 l’Amministrazione può ordinare una diminuzione dei lavori di contratto nel limite del quinto
d’obbligo.
ART. 44.
REVISIONE DEI PREZZI
A norma del 3° comma dell'art. 26 della L. 109/94 così come recepita dalla L.R. n. 7 del 02.08.2002
non è ammesso procedere alla revisione dei prezzi e non si applica il primo comma dell’art. 1664 del
Codice Civile.
Si applica, di contro, il prezzo chiuso consistente nel prezzo dei lavori al netto del ribasso d’asta,
aumentato di una percentuale da applicarsi, nel caso in cui la differenza tra il tasso d’inflazione reale
ed il tasso di inflazione programmato nell’anno precedente sia superiore al 2 per cento, all’importo dei
lavori ancora da eseguire per ogni anno intero previsto dai lavori stessi. Tale percentuale è fissata,
con Decreto dei Lavori Pubblici da emanare entro il 30 giugno di ogni anno, nella misura eccedente la
predetta percentuale del 2 per cento.
In deroga a quanto previsto, ai sensi della L.R. 16/2005, qualora il prezzo di singoli materiali da
costruzione, per effetto di circostanze eccezionali, subisca variazioni in aumento o in diminuzione,
superiori al 10 per cento rispetto al prezzo rilevato dall'Assessore Regionale per i Lavori Pubblici
nell'anno di presentazione dell'offerta con il decreto di cui al comma 5, si fa luogo a compensazioni, in
aumento o in diminuzione, per la percentuale eccedente il 10 per cento e nel limite delle risorse di cui
al comma 6.
La compensazione è determinata applicando la percentuale di variazione che eccede del 10 per cento
il prezzo dei singoli materiali da costruzione impiegati nelle lavorazioni contabilizzate nell'anno solare
precedente al decreto di cui al comma 5 nelle quantità accertate dal direttore dei lavori.
L'Assessore Regionale per i lavori pubblici, entro il 30 giugno di ogni anno, rileva con proprio decreto
le variazioni percentuali annuali dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi.
Per le finalità di cui al comma 3 si possono utilizzare le somme appositamente accantonate per
imprevisti, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, nel quadro economico di ogni
intervento, in misura non inferiore all'1 per cento del totale dell'importo dei lavori, fatte salve le somme
relative agli impegni contrattuali già assunti nonché le eventuali ulteriori somme a disposizione della
stazione appaltante per lo stesso intervento nei limiti della relativa autorizzazione di spesa. Possono
altresì essere utilizzate le somme derivanti da ribassi d'asta, qualora non ne sia prevista una diversa
destinazione sulla base delle norme vigenti nonché le somme disponibili relative ad altri interventi
ultimati di competenza dei soggetti aggiudicatori nei limiti della residua spesa autorizzata; l'utilizzo di
tali somme deve essere autorizzato dal CIPE, qualora gli interventi siano stati finanziati dal CIPE
stesso.
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ART. 45.
ULTIMAZIONE DEI LAVORI
L'ultimazione dei lavori appena avvenuta, deve essere comunicata dall'Appaltatore per iscritto alla
Direzione dei Lavori che procederà alle necessarie constatazioni in contraddittorio redigendo, ove le
opere siano state effettivamente ultimate, l'apposito certificato di ultimazione.
ART. 46.
PREMIO DI ACCELERAZIONE
A norma dell’art. 23 del Capitolato Generale d’Appalto (D.M. 19.04.2000 n. 145), risultando
apprezzabile da parte dell’Amministrazione l’interesse che l’ultimazione avvenga in anticipo rispetto al
termine contrattuale, si concede all’Appaltatore un premio determinato con gli stessi criteri del calcolo
della penale (1 per mille dell’importo contrattuale) per ogni giorno di anticipo sul termine di
ultimazione.
Nel caso in cui tale interesse non sia formalmente manifestato dalla Stazione Appaltante, il premio di
accelerazione non sarà applicato.
ART. 47.
CONTO FINALE
Ai sensi dell'art. 173 del Regolamento, si stabilisce che il conto finale verrà compilato entro TRE mesi
dalla data di ultimazione dei lavori accertata mediante apposito certificato del Direttore dei Lavori.
Entro lo stesso termine la contabilità finale verrà trasmessa all’Amministrazione per i provvedimenti di
competenza.
ART. 48.
COLLAUDO
A prescindere dai collaudi parziali che potranno essere disposti dall’Amministrazione, le operazioni di
collaudo saranno portate a compimento nel termine di MESI SEI dall’ultimazione dei lavori con
l’emissione del relativo certificato e l’invio dei documenti all’Amministrazione.
Il Collaudatore, comunicherà con lettera raccomandata, al Responsabile del Procedimento, al
Direttore dei Lavori, al Responsabile della Sicurezza e all’Appaltatore la data della prima visita sui
luoghi oggetto dell’appalto. Eventuali visite successive saranno fissate o con lo stesso mezzo o con
annotazione sui verbali di visita.
L’Appaltatore dovrà, a propria cura e spese, mettere a disposizione del Collaudatore tutti i necessari e
sufficienti mezzi d’opera e tutti gli operai necessari ad effettuare tutte le operazioni di verifica e di
controllo ivi compresi i successivi ripristini.
L’Appaltatore risponde per le difformità ed i vizi dell’opera, ancorché riconoscibili, purché denunciati
dall’Amministrazione a norma di Codice Civile.
Per tutti gli effetti di legge, ed in particolare per quanto attiene all’art. 169 del Codice civile, con
l’emissione del certificato di collaudo favorevole e dalla data di approvazione dello stesso, avrà luogo
la presa in consegna delle opere da parte della Stazione Appaltante.
È facoltà dell’Amministrazione, ai sensi dell’art. 200 del Regolamento, disporre l’utilizzo parziale o
totale delle opere, di ogni genere eseguite, senza che l’Appaltatore possa opporsi o avanzare diritti
e/o pretese di sorta.
Il certificato di collaudo, redatto secondo le modalità sopra specificate, ha carattere provvisorio ed
assume carattere definitivo decorsi due anni dalla data della relativa emissione.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Decorso tale periodo, il collaudo si intende approvato anche se l’atto formale di approvazione non sia
intervenuto entro due mesi del suddetto termine. Nell’arco di tale periodo l’Appaltatore è tenuto alla
garanzia per le difformità ed i vizi dell’opera.
ART. 49.
MANUTENZIONE DELLE OPERE FINO AL COLLAUDO
A partire dalla data di ultimazione dei lavori e fino a quella di approvazione del verbale di collaudo,
sarà a carico dell'Appaltatore la manutenzione ordinaria e straordinaria dei lavori eseguiti senza alcun
onere per l'Amministrazione, salvo restando il termine di garanzia previsto dal Codice Civile.
ART. 50.
DANNI DI FORZA MAGGIORE
Gli eventuali danni alle opere, per causa di forza maggiore dovranno essere denunciati
immediatamente appena verificatosi l'evento o comunque in modo che si possa procedere in tempo
utile alle opportune constatazioni.
Il compenso sarà limitato all'importo dei lavori necessari per riparare i guasti, applicando ai lavori i
prezzi di contratto, cioè i prezzi depurati del ribasso d'asta.
Pertanto l'Appaltatore non potrà sospendere o rallentare l'esecuzione dei lavori, tranne in quelle parti
che dovessero rimanere inalterate sino a che non sia stato eseguito l'accertamento dei fatti.
Nessun compenso però sarà dovuto per danni prodotti da forza maggiore, quando essi siano
imputabili anche alla negligenza dell'Appaltatore o delle persone delle quali è tenuto a rispondere e
che non abbiano osservato le regole d'arte o le prescrizioni della Direzione dei lavori.
ART. 51.
DEFINIZIONE DELLE CONTROVERSIE
L'appaltatore è sempre tenuto ad uniformarsi alle disposizioni del Direttore dei Lavori, senza poter
sospendere o ritardare il regolare sviluppo dei lavori, quale che sia la contestazione o la riserva che
egli iscriva negli atti contabili.
Le riserve devono essere iscritte a pena di decadenza sul primo atto dell'appalto idoneo a riceverle,
successivo all'insorgenza o alla cessazione del fatto che ha determinato il pregiudizio dell'appaltatore.
In ogni caso, sempre a pena di decadenza, le riserve devono essere iscritte anche nel registro di
contabilità all'atto della firma immediatamente successiva al verificarsi o al cessare del fatto
pregiudizievole. Le riserve non espressamente confermate sul conto finale si intendono abbandonate.
Le riserve devono essere formulate in modo specifico ed indicare con precisione le ragioni sulle quali
esse si fondano. In particolare, le riserve devono contenere a pena di inammissibilità la precisa
quantificazione delle somme che l'appaltatore ritiene gli siano dovute; qualora l'esplicazione e la
quantificazione non siano possibili al momento della formulazione della riserva, l'appaltatore ha
l'onere di provvedervi, sempre a pena di decadenza, entro il termine di quindici giorni fissato
dall'articolo 165, comma 3, del Regolamento.
La quantificazione della riserva e' effettuata in via definitiva, senza possibilità di successive
integrazioni o incrementi rispetto all'importo iscritto.
Qualora a seguito dell’iscrizione di riserve sui documenti contabili l’importo economico dell’opera
possa variare in misura sostanziale ed in ogni caso in misura non inferiore del 10% dell’importo
contrattuale, ai sensi dell’art. 31-bis della L. 109/94, il Responsabile del Procedimento acquisirà
immediatamente la relazione riservata del Direttore dei Lavori, dell’organo di collaudo, ove costituito,
e, sentito l’Appaltatore, formulerà all’Amministrazione, entro 90 giorni dall’apposizione dell’ultima
riserva, proposta motivata di accordo bonario. L’Amministrazione, entro 60 giorni dalla proposta,
delibererà in merito con provvedimento motivato.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Le riserve e le pretese dell'appaltatore, che in ragione del valore o del tempo di insorgenza non sono
state oggetto della procedura di accordo bonario ai sensi dell'articolo 31-bis della legge, sono
esaminate e valutate dalla stazione appaltante entro novanta giorni dalla trasmissione degli atti di
collaudo effettuata ai sensi dell'articolo 204 del Regolamento.
Qualora siano decorsi i termini previsti dall'articolo 28 della legge senza che la stazione appaltante
abbia effettuato il collaudo o senza che sia stato emesso il certificato di regolare esecuzione dei lavori,
l'appaltatore può chiedere che siano comunque definite le proprie riserve e richieste notificando
apposita istanza. La stazione appaltante deve in tal caso pronunziarsi entro i successivi novanta
giorni.
Il pagamento delle somme eventualmente riconosciute dalla stazione appaltante deve avvenire entro
sessanta giorni decorrenti dalla accettazione da parte dell'appaltatore dell'importo offerto. In caso di
ritardato pagamento decorrono gli interessi al tasso legale.
Le domande che fanno valere in via ordinaria o arbitrale pretese già oggetto di riserva ai sensi
dell'articolo 31 non possono essere proposte per importi maggiori rispetto a quelli quantificati nelle
riserve stesse.
ART. 52.
CONTENZIOSO
L'appaltatore che intenda far valere le proprie pretese nel giudizio ordinario o arbitrale deve proporre
la domanda entro il termine di decadenza di sessanta giorni, decorrente dal ricevimento della
comunicazione di cui all'articolo 149, comma 3, del Regolamento, o della determinazione prevista dai
commi 1 e 2 dell'articolo 32 del capitolato, oppure dalla scadenza dei termini previsti dagli stessi
commi 1 e 2.
Salvo diverso accordo delle parti, e qualora la domanda non abbia ad oggetto questioni la cui
definizione non e' differibile nel tempo, la controversia arbitrale non può svolgersi prima che siano
decorsi i termini di cui ai commi 1 e 2 dell'articolo 32.
Se nel corso dell'appalto sono state proposte più domande di arbitrato in relazione a diverse
procedure di accordo bonario, queste sono decise in un unico giudizio ai sensi del comma 2.
Se il contratto o gli atti di gara non contengono espressa clausola compromissoria, la competenza a
conoscere delle controversie derivanti dal contratto di appalto spetta, ai sensi dell'articolo 20 del
Codice di Procedura Civile, al giudice del luogo dove il contratto è stato stipulato.
Se le parti intendono deferire ad arbitri le controversie derivanti dal contratto di appalto, nel contratto o
nel compromesso è fatto richiamo all'articolo 150 del Regolamento ed alle disposizioni del presente
articolo.
Nell'ipotesi di cui al comma 2, le controversie sono risolte da un collegio arbitrale costituito presso la
Camera Arbitrale per i lavori pubblici secondo le modalità previste dal regolamento. Il giudizio arbitrale
si svolge secondo le regole di procedura contenute nel decreto del Ministro dei lavori pubblici di
concerto con il Ministro della giustizia previsto dall'articolo 32 della legge.
In ogni caso, qualora le controversie derivanti dall’esecuzione del contratto, comprese quelle
conseguenti al mancato raggiungimento dell’accordo bonario previsto dal comma 1 dell’art. 31-bis, di
cui all’art. 43 del presente Capitolato, saranno rimesse al giudizio dell’Autorità Giudiziaria, il foro
competente sarà quello di Palermo.
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO III
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 53.
MATERIALI IN GENERE
I materiali e quanto necessita per la realizzazione dell'opera proverranno dalle località che
l'Appaltatore riterrà più di sua convenienza, purché abbiano le caratteristiche stabilite dalle leggi, dai
regolamenti vigenti in materia, dalla normativa del presente Capitolato Speciale e dalle prescrizioni
degli artt. 20, 21 e 22 del Capitolato Generale approvato con D.P.R. 16 luglio 1962, n. 1063.
Tutti i materiali devono essere riconosciuti, ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori, della
migliore qualità e devono rispondere ai requisiti appresso indicati.
I materiali ritenuti non idonei dovranno essere allontanati immediatamente, a cura e spese
dell'impresa e l'accettazione dei materiali da parete della D.L. non solleva l'Appaltatore dalle sue
responsabilità.
ART. 54.
ACQUA, CALCE, LEGANTI IDRAULICI, POZZOLANE, GESSO
Acqua
L'acqua dovrà essere proveniente da acquedotto e quando ciò non è possibile dovrà avere
caratteristiche simili.
L'acqua necessaria per i conglomerati cementizi armati potrà contenere al massimo 0,1 g/litro di
cloruri mentre per i calcestruzzi potrà contenere al massimo 1 g/litro di solfati.
Calce aerea
La fornitura e l'impiego delle calci aeree debbono uniformarsi alle prescrizioni del R.D.L. 16.11.1939
n. 2237.
La calce dolce sarà di recente cottura, non dovrà contenere più del 4% di umidità, ne più dell'8% di
altre materie che non siano ossido di calcio. Spenta con acqua dovrà completamente trasformarsi in
grassello.
Le calci in polvere dovranno provenire dallo spegnimento totale di ottime calci in zolle, attuato in
stabilimenti specializzati.
La polvere dovrà essere fina, omogenea e secca. La calce viva in zolle al momento dell'estinzione
dovrà essere perfettamente anidra; sarà rifiutata quella ridotta in polvere o sfiorita e perciò si dovrà
provvedere la calce viva a misura del bisogno e conservarla in luoghi asciutti e bene riparati
dall'umidità.
Dopo l'estinzione la calce dovrà conservarsi in apposite vasche impermeabili rivestite di tavole o
muratura, mantenendola coperta. La calce destinata agli intonaci dovrà essere spenta almeno sei
mesi prima dell'impiego; quella destinata alle murature almeno 15 giorni.
Calce idraulica
La fornitura e l'impiego delle calci idrauliche devono uniformarsi alle prescrizioni del R.D.L.
16.11.1939 n. 2231. Le calci dovranno provenire dalle migliori fornaci, saranno di recente cottura,
colore uniforme non bruciate ne vitree.
Saranno rifiutati tutti quei sacchi il cui contenuto contenga grumi o parti avariate o comunque dia segni
di aver subito l'azione dell'umidità.
Le calci idrauliche si distinguono con la seguente nomenclatura e caratteristiche:
calce idraulica naturale od artificiale in polvere (a 28 giorni, trazione 1,9 N/mm2.);
calce eminentemente idraulica od artificiale in polvere (a 28 giorni, trazione 1,9 N/mm2).
Le calci idrauliche dovranno essere conservate a secco, al riparo dalle piogge, su pavimenti in legno o
cemento.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Leganti idraulici
I cementi dovranno avere i requisiti di cui alla legge 26 Maggio 1965 n. 595 ed al D.M. 3 Giugno 1968
così come modificato dal D.M. 20 Novembre 1984 ed alle prescrizioni contenute nel presente
Capitolato Speciale e l'Appaltatore sarà responsabile sia della qualità sia della buona conservazione
del cemento.
I cementi, se in sacchi, dovranno essere conservati in magazzini coperti, perfettamente asciutti e
senza correnti d'aria ed i sacchi dovranno essere conservati sopra tavolati di legno sollevati dal suolo
e ricoperti di cartonfeltri bitumati cilindrati o fogli di polietilene.
La fornitura del cemento dovrà essere effettuata con l'osservanza delle condizioni e modalità di cui
all'art. 3 della Legge 26 Maggio 1965 n. 595.
Qualora il cemento venga trasportato sfuso dovranno essere impiegati appositi ed idonei mezzi di
trasporto: in questo caso il cantiere dovrà essere dotato di adeguata attrezzatura per lo scarico, di
silos per la conservazione e di bilancia per il controllo della formazione degli impasti ed i contenitori
per il trasporto ed i silos dovranno essere tali da proteggere il cemento dall'umidità e dovrà essere
evitata la miscelazione tra i tipi e le classi di cemento.
Per i cementi forniti in sacchi dovranno essere riportati sugli stessi il nominativo del Produttore, il peso
e la qualità del prodotto, la quantità di acqua per malte normali e la resistenza minima a compressione
ed a trazione a 28 giorni di stagionatura, mentre per quelli forniti sfusi dovranno essere opposti
cartellini piombati sia in corrispondenza dei coperchi che degli orifizi di scarico; su questi cartellini
saranno riportate le indicazioni del citato art. 3 della legge 26 Maggio 1965 n. 595.
L'introduzione in cantiere di ogni partita di cemento sfuso dovrà risultare dal giornale dei lavori e dal
registro dei getti. Le qualità dei cementi forniti sfusi potrà essere accertata mediante prelievo di
campioni come stabilito dall'art. 4 della Legge sopra ricordata.
I sacchi dovranno essere mantenuti integri fino all'impiego e verranno rifiutati quelli che presentassero
manomissioni.
Il cemento che all'atto dell'impiego risultasse alterato sarà rifiutato e dovrà essere allontanato subito
dal cantiere. Indipendentemente dalle indicazioni contenute sui sigilli, sui sacchi oppure sui cartellini,
la Direzione Lavori potrà far eseguire su cemento approvvigionato, ed a spese dell'Appaltatore, le
prove prescritte.
Gesso
Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fina macinazione in modo da non
lasciare residui sullo staccio di 56 maglia a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e
senza parti alterate per estinzione spontanea, dovrà essere conforme alla norma UNI 6782 - 73 e
dovrà essere di prima qualità per gli intonaci e di seconda qualità per i muri.
Il gesso, confezionato in sacchi, dovrà essere sempre, sia all'atto della fornitura che al momento
dell'impiego, asciutto ed in perfetto stato di conservazione; nei sacchi dovranno essere riportati il
nominativo del produttore, la qualità ed il peso del prodotto e dovrà essere conservato in locali coperti
e ben riparati dall'umidità.
ART. 55.
SABBIA, GHIAIA, PIETRISCO, ARGILLA ESPANSA, POMICE
Sabbia
La sabbia da impiegare nelle malte e nei calcestruzzi potrà essere naturale od artificiale ma dovrà
essere, in ordine di preferenza, silicea, quarzosa, granitica o calcarea ed in ogni caso dovrà essere
ricavata da rocce con alta resistenza alla compressione; dovrà essere scevra da materie terrose,
argillose, limacciose e pulverulente e comunque la prova di decantazione in acqua non deve dare una
perdita di peso superiore al 2%.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
La sabbia dovrà essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso uno staccio con
maglie circolari del diametro di mm 2 per murature in genere e del diametro di mm 1 per gli intonaci e
le murature di paramento od in pietra da taglio.
L'accettabilità della sabbia da impiegare nei conglomerati cementizi verrà definita con i criteri indicati
nell'allegato 1 del D.M. 3 giugno 1968 e nell'Allegato 1, punto 2 del D.M. 27 luglio 1985 e la
distribuzione granulometrica dovrà essere assortita e comunque adeguata alle condizioni di posa in
opera.
Ghiaia - Pietrisco
Le ghiaie dovranno essere costituite da elementi omogenei, inalterabili all'aria, all'acqua ed al gelo,
pulitissimi ed esenti da materie terrose, argillose e limacciose e dovranno provenire da rocce
compatte, non gessose e marnose ad alta resistenza a compressione.
I pietrischi dovranno provenire dalla frantumazione di rocce silicee, quarzose, granitiche o calcaree e
dovranno essere a spigoli vivi, esenti da materie terrose, argillose e limacciose e avranno la
granulometria che sarà indicata dalla Direzione Lavori in funzione delle opere da eseguire.
Le ghiaie ed i pietrischi da impiegare nei conglomerati cementizi dovranno avere i requisiti prescritti
nell'Allegato 1, punto 2 del D.M. 27 luglio 1985.
Per quanto riguarda le dimensioni delle ghiaie e dei pietrischi, gli elementi dovranno avere la
granulometria indicata dalla Direzione Lavori in base alla particolare destinazione dei getti ed alle
modalità di posa in opera precisando che la dimensione massima degli elementi stessi dovrà essere
tale da non superare il 60-70% dell'interferro ed il 25% della dimensione minima della struttura.
Argilla Espansa - Pomice
Gli inerti leggeri di argilla espansa dovranno essere formati da granuli a struttura interna cellulare
clinkerizzata con una dura e resistente scorza esterna.
Ogni granulo di colore bruno, dovrà avere forma rotondeggiante ed essere scevro da sostanze
organiche, polvere od altri elementi estranei, non dovrà essere attaccabile da acidi, dovrà conservare
le sue qualità in un largo intervallo di temperatura, dovrà avere la granulometria prescritta e dovrà
galleggiare sull'acqua senza assorbirla.
Gli inerti leggeri di pomice dovranno essere formati da granuli di pomice asciutti e scevri da sostanze
organiche, polvere od altri elementi estranei, dovranno essere la granulometria prescritta e per gli
impieghi strutturali dovranno possedere una resistenza meccanica granulare non inferiore a 15
N/mmq (150 Kgf/cmq).
ART. 56.
PIETRE NATURALI - MARMI
Le pietre naturali, da impiegarsi nella muratura e per qualsiasi altro lavoro dovranno essere conformi
al R.D. 16 novembre 1939, n. 2232 e dovranno essere omogenee, a grana compatta e monde da
cappellaccio, esenti da piani di sfaldamento, da screpolature, peli, venature, interclusioni di sostanze
estranee, cavità, ecc.; dovranno avere dimensioni adatte al loro particolare impiego, offrire una
resistenza proporzionata all'entità della sollecitazione cui devono essere soggette, ed avere una
efficace aderibilità alle malte.
Saranno assolutamente escluse le pietre marmose, quelle gessose e quelle alterabili all'azione degli
agenti atmosferici e dell'acqua corrente.
Le pietre da taglio oltre a possedere i requisiti e le caratteristiche generali sopra indicate, dovranno
avere una struttura uniforme, essere scevre da fenditure, cavità e litoclasi, sonore alla percussione e
di perfetta lavorabilità.
Il tufo dovrà essere di struttura litoide, compatto ed uniforme, escludendo il cappellaccio, quello
pomicioso e quello facilmente friabile.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
L'ardesia in lastre per copertura dovrà essere di 1a scelta e di spessore uniforme; le lastre dovranno
essere sonore, di superficie piuttosto rugosa che liscia, e scevre da inclusioni e venature.
I marmi dovranno essere della migliore qualità, perfettamente sani, senza scaglie, brecce, vene,
spaccature, nodi, peli od altri difetti che ne infirmino l'omogeneità e la solidità. Non saranno tollerate
stuccature, tasselli, rotture, scheggiature.
ART. 57.
LATERIZI
I laterizi da impiegare per lavori di qualsiasi genere dovranno essere conformi alle norme di cui al R.D.
16 novembre 1939, n. 2233 alle norme UNI vigenti ed all'Allegato 7 del D.M. 27 luglio 1985.
I mattoni forati pieni e semipieni dovranno essere della categoria indicata alla Direzione Lavori e
dovranno avere una resistenza a rottura a compressione non inferiore a quella indicata, per la
categoria adottata, nelle norme UNI vigenti ( UNI 5632-65/5967-67/5630-65/5628-65/5629-65).
I mattoni pieni o semipieni da paramento dovranno presentare regolarità di forma, dovranno avere la
superficie perfettamente integra e di colorazione uniforme per l'intera partita e non dovranno essere di
categoria inferiore alla 3a.
Le tavelle ed i tavelloni dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti (UNI 2105/2106/2107).
Le tegole piane o curve, di qualunque tipo siano, dovranno essere esattamente adattabili le une sulle
altre, senza sbavature e presentare tinta uniforme; dovranno essere, altresì, conformi alle norme UNI
vigenti (UNI 2619/2620/2621).
Le pianelle potranno essere trafilate o pressate a scelta della Direzione Lavori e dovranno essere
conformi alle norme UNI vigenti (UNI 2622).
ART. 58.
MATERIALI FERROSI E METALLI VARI
I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature,
paglie o da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura e
simili.
Essi dovranno essere conformi a tutte le condizioni previste dal D.M. 29 febbraio 1908, modificato dal
D.P. 15 luglio 1925 e dalle vigenti norme UNI; dovranno, altresì, presentare, a seconda della loro
qualità, i seguenti requisiti:
Profilati, barre e larghi piatti di uso generale
Dovranno essere di prima qualità, privi di difetti, di screpolature, di bruciature e di altre soluzioni di
continuità, perfettamente lavorabili a freddo e a caldo senza che ne derivino screpolature o alterazioni,
dovranno, altresì, essere saldabili e non suscettibili di perdere la tempera.
Acciai per strutture metalliche
Gli acciai per strutture metalliche, laminati a caldo, in profilati, barre, larghi piatti, lamiere e profilati
così dovranno essere conformi alle prescrizioni di cui al parte quarta del D.M. 27 luglio 1985 e
successive modificazioni ed integrazioni.
Metalli vari
Il piombo, lo zinco, lo stagno, il rame, l'alluminio e tutti gli altri metalli o leghe metalliche da impiegare
nelle costruzioni devono essere conformi alle vigenti norme UNI, delle migliori qualità, ben fusi o
laminati a seconda della specie di lavori cui sono destinati e scevri da ogni impurità o difetto che ne
vizi la forma o ne alteri la resistenza e la durata.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 59.
LEGNAMI
I legnami da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano, dovranno
essere conformi a tutte le prescrizioni di cui al D.M. 30 Ottobre 1912 ed alle norme UNI vigenti;
saranno provveduti fra le più scelte di qualità della categoria prescritta e non presenteranno difetti
incompatibili con l'uso a cui sono destinati.
I legnami destinati alla costruzione degli infissi dovranno essere di prima scelta, di struttura e fibra
compatta e resistente, non deteriorata, perfettamente sana, dritta e priva di spaccature sia in senso
radiale che circolare. Essi dovranno essere perfettamente stagionati a meno che non siano stati
essiccati artificialmente, dovranno presentare colore e venature uniforme, essere privi di alburno ed
esenti da nodi, cipollature, buchi od altri difetti.
Il tavolame dovrà essere ricavato dalle travi più dritte, affinché le fibre non riescano mozze dalla sega
e si ritirino nelle connessure.
I legnami rotondi o pali dovranno provenire dal tronco dell'albero e non dai rami, dovranno essere
sufficientemente diritti, in modo che la congiungente i centri delle due basi non debba uscire in alcun
punto dal palo, dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie;
la differenza tra i diametri medi delle estremità non dovrà oltrepassare i 15 millesimi della lunghezza
né il quarto del maggiore dei 2 diametri.
Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere
spianate e senza scarniture, tollerandosene l'alburno o lo smusso in misura non maggiore di un sesto
del lato della sezione trasversale.
ART. 60.
MATERIALI PER PAVIMENTAZIONI
I materiali per pavimentazione, piastrelle di argilla, mattonelle e marmette di cemento, mattonelle
greificate, lastre e quadrelli di marmo, mattonelle di asfalto, dovranno essere conformi alle norme di
accettazione di cui al R.D. 16 novembre 1939, n. 2234 ed alle norme UNI vigenti; dovranno, altresì,
avere, a seconda del tipo, i seguenti requisiti:
Mattonelle, Marmette, Marmettoni e Pietrini di cemento
Le mattonelle, le marmette, i marmettoni ed i pietrini di cemento dovranno essere in ottima
fabbricazione, con impasto vibrocompresso e con resistenza a compressione meccanica non inferiore
a 150 Kgf/cmq stagionati da almeno tre mesi, ben calibrati, a bordi sani e piani; non dovranno
presentare né carie né peli, né tendenza al distacco fra il sottofondo e lo strato superiore.
La colorazione del cemento dovrà essere fatta con colori adatti, amalgamati ed uniformi.
Le mattonelle, di spessore complessivo non inferiore a mm 18, avranno uno strato superficiale di puro
cemento colorato, di spessore costante non inferiore a mm 5.
Le marmette a seconda del formato 20x20 o 25x25 saranno rispettivamente di spessore complessivo
non inferiore a mm 18 e 22 ed i marmettoni a seconda delle dimensioni 30x30 o 40x40 saranno,
rispettivamente, di spessore complessivo non inferiore a mm 28 e 32; sia le marmette che i
marmettoni avranno uno strato superficiale costituito da un impasto di cemento, sabbia, graniglia e
scaglie di marmo non inferiore ad 1/3 dell'intero spessore dell'elemento.
I pietrini di cemento dovranno avere spessore complessivo non inferiore a 30 mm se del tipo carrabile
ed a 20 mm se del tipo normale; saranno formati da due strati sovrapposti e dovranno stagionare per
almeno 30 giorni in locale aperto.
Lo strato superficiale dovrà essere costituito da solo cemento del tipo 425, miscelato con colore se
richiesto; lo spessore del predetto strato non dovrà risultare inferiore a 10 mm per i pietrini del tipo
carrabile ed a 8 mm per gli altri.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
I pietrini del tipo carrabile, nella fabbricazione, dovranno essere sottoposti ad una compressione non
inferiore a 200 Kgf/cmq, mentre i pietrini del tipo normale dovranno essere sottoposti ad una
pressione inferiore a 135 Kgf/cmq
I pietrini potranno essere richiesti di forma quadrata o rettangolare e la superficie degli stessi potrà
essere richiesta dalla Direzione Lavori comunque lavorata, liscia, bocciardata, bugnata, scanalata,
ecc.
Piastrelle di grès rosso
Le piastrelle di grès rosso dovranno essere di prima scelta ed essere conformi per forma, dimensioni,
calibri, tolleranze dimensionali e di forma, caratteristiche qualitative, alla norma di unificazione UNI
6506-69.
Per ogni locale o gruppi di locali contigui gli elementi dovranno essere assolutamente uniformi nel
colore e nelle dimensioni, senza alcuna tolleranza sul calibro e, pertanto, in ciascun locale od in
gruppi di locali contigui dovranno essere impiegati elementi dello stesso calibro.
Ogni imballaggio dovrà riportare i segni distintivi della scelta, del calibro e dovrà contenere piastrelle
dello stesso calibro.
Piastrelle di grès ceramico (fine porcellanato)
Le piastrelle di grès ceramico dovranno essere di prima scelta essere conformi per forma, dimensioni,
calibri, tolleranze dimensionali e di forma, caratteristiche qualitative, alla norma di unificazione UNI
6872-71.
Per ogni locale o gruppi di locali contigui gli elementi dovranno essere assolutamente uniformi nel
colore e nelle dimensioni, senza alcuna tolleranza sul calibro e, pertanto, in ciascun locale od in
gruppi di locali contigui dovranno essere impiegati elementi dello stesso calibro.
Ogni imballaggio dovrà riportare i segni distintivi della scelta, del calibro e del colore e dovrà
contenere piastrelle dello stesso calibro.
Le piastrelle devono avere impresso sul retro, inciso o in rilievo, il marchio che permetta
l'identificazione del produttore.
Piastrelle di cottoforte smaltato
Le piastrelle di cottoforte smaltato dovranno essere di prima scelta, presenteranno assoluta regolarità
di forma, spessore uniforme, perfetta aderenza degli smalti, impermeabilità, nonché resistenza alle
macchie, agli sbalzi termici, alle abrasioni, ed agli aggressivi chimici; saranno costituite da un
supporto di caratteristiche tra la maiolica ed il grès rosso, con resistenza a flessione non inferiore a
150 Kgf/cmq ed assorbimento d'acqua maggiore del 15% e da una superficie smaltata priva di
scheggiature, fenditure, cavilli, fori, bolli, macchie e di durezza non inferiore al 6° grado Mohs.
Per ogni locale o gruppo di locali contigui gli elementi dovranno essere assolutamente uniformi nel
colore e nelle dimensioni, senza alcuna tolleranza sul calibro e, pertanto, in ciascun locale od in
gruppi di locali contigui dovranno essere impiegati elementi dello stesso calibro.
Ogni imballaggio dovrà riportare i segni distintivi della scelta, del calibro e del colore e dovrà
contenere piastrelle dello stesso calibro.
Le piastrelle devono avere impresso sul retro, inciso o in rilievo il marchio che permette
l'identificazione del produttore.
Pavimenti resilienti
I pavimenti in linoleum dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti, presentare superficie liscia e
priva di discontinuità, striature, macchie e screpolature.
Lo spessore non dovrà essere inferiore a mm 2,5 con una tolleranza non superiore del 5% e la
stagionatura non dovrà essere inferiore a mesi quattro.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
41
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Il peso a metro quadrato non dovrà essere inferiore a Kg 1,20 per millimetro di spessore per il tipo
normale ed a Kg 1,00 per millimetro di spessore per il tipo rigato con sottofondo di sughero con peso
a parte di Kg 0,65 per millimetro di spessore.
I pavimenti in gomma realizzati in lastre con buone mescolanze di gomma naturale o sintetica,
dovranno essere privi di difetti quali porosità o rugosità; la superficie dovrà essere piana, ben levigata
(a meno che sia stato espressamente richiesto un particolare disegno a rilievo) e priva di
efflorescenze di natura tale da alterare il colore del pavimento.
I pavimenti potranno essere del tipo con sottostrato o in un unico strato colorato, la superficie degli
stessi potrà essere liscia, rigata o a bolle mentre il rovescio sarà del tipo a peduncoli o sottoquadri per
attacco con cemento o del tipo ad impronta tela per attacco con adesivo.
Nei pavimenti per uso civile, lo spessore, se non diversamente prescritto, non dovrà essere inferiore a
mm 3 per attacco del tipo ad impronta tela od a mm 4 per attacco del tipo a peduncoli; nei pavimenti
per uso industriale lo spessore, se non diversamente prescritto, non dovrà essere inferiore a mm 4
per superficie liscia ed attacco del tipo a peduncoli o superficie a bolli e rovescio liscio e non inferiore
a mm 10 per superficie rigata od a bolli ed attacco del tipo a sottoquadri.
Qualunque sia il tipo o lo spessore, i pavimenti di gomma dovranno avere le seguenti caratteristiche:
• tolleranza nello spessore
0,30 mm
• durezza Shore
85 A
• tolleranza durezza
5
• resistenza all'invecchiamento artificiale (espressa come minimo
• valore di durezza dopo 7 giorni di esposizione alla temperatura di 70°)
5% max
• assorbimento d'acqua (dopo 7 giorni di immersione alla temperatura di 20°)
3% min.
• impronta permanente
0,1 mm max
• variazione lunghezza
3% max
ART. 61.
MATERIALI PER RIVESTIMENTI
I materiali per rivestimento dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti e dovranno avere, a
seconda del tipo, i seguenti requisiti:
Piastrelle di ceramica smaltata
Le piastrelle di ceramica smaltata dovranno essere di prima scelta, presenteranno regolarità di forma,
spessore uniforme, perfetta aderenza degli smalti, impermeabilità, nonché resistenza alle macchie,
agli sbalzi termici, alle abrasioni ed agli aggressivi chimici; saranno costituite da argille e/o caolini,
sabbie e altri minerali con procedimenti che contemplino una cottura oltre i 900°C, il supporto sarà
poroso e ricoperto da uno strato vetroso trasparente o opaco, colorato e/o decorato.
Per ogni locale gli elementi dovranno essere assolutamente uniformi nel colore e nelle dimensioni,
senza alcuna tolleranza sul calibro e, pertanto, in ciascun locale dovranno essere impiegati elementi
dello stesso calibro.
Ogni imballaggio dovrà riportare i segni distintivi della scelta, del calibro e del colore e dovrà
contenere piastrelle dello stesso calibro.
Le piastrelle devono avere impresso sul retro, inciso o in rilievo, il marchio che permette
l'identificazione del produttore.
Klinker ceramico
Il klinker ceramico ha caratteristiche simili al grès rosso e dovrà essere conforme alle norme DIN
18166.
Il klinker presenterà una superficie opaca, vetrinata o smaltata, dovrà avere resistenza garantita al
gelo, agli sbalzi termici, alla luce ed agli acidi e dovrà avere le seguenti caratteristiche:
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
42
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
massa volumica:
assorbimento d'acqua:
resistenza a flessione:
durezza Mohs per superficie vetrinata o smaltata:
durezza Mohs per superficie opaca:
ART. 62.
2,10 (da a) 2,20 g/cm3
3% - 5%
200 kgf/cm2 minimo
6
7
TUBAZIONI
Tubi e raccordi di policloruro di vinile
I tipi, le dimensioni, le caratteristiche e le modalità di prova dei tubi in cloruro di polivinile
dovranno essere conformi, oltre a quanto stabilito nel presente articolo, alle seguenti norme UNI:
UNI 7441-75 Tubi di PVC rigido (non plastificato) per condotte di fluidi in pressione. Tipi, dimensioni e
caratteristiche.
UNI 7443-75 Tubi di PVC rigido (non plastificato) per condotte di scarico di fluidi. Tipi, dimensioni e
caratteristiche.
UNI 7445-75 Tubi di PVC rigido (non plastificato) per condotte interrate di convogliamento di gas
combustibili. Tipi, dimensioni e caratteristiche.
UNI 7447-75 Tubi di PVC rigido (non plastificato) per condotte di scarico interrate. Tipi, dimensioni e
caratteristiche.
UNI 7448-75 Tubi di PVC rigido (non plastificato). Metodi di prova.
Il taglio delle estremità dei tubi dovrà risultare perpendicolare all'asse e rifinito in modo da consentire il
montaggio ed assicurare la tenuta del giunto previsto.
Sopra ogni singolo tubo dovrà essere impresso, in modo evidente, leggibile ed indelebile, il
nominativo della ditta costruttrice, il diametro esterno, l'indicazione del tipo e della pressione di
esercizio; sui tubi destinati al convogliamento di acqua potabile dovrà essere impressa una sigla o
dicitura per distinguerli da quelli riservati ad altri usi, così come disposto dalla circolare n. 125 del 18
Luglio 1967 del Ministro della Sanità "Disciplina della utilizzazione per tubazioni di acqua potabile del
cloruro di polivinile".
Come precisato dalle norme UNI, precedentemente riportate, i tubi, a seconda del loro impiego sono
dei seguenti tipi:
•
Tipo 311 -- Tubi per convogliamento di fluidi non alimentari in pressione per temperature fino a
60°C.
•
Tipo 312 -- Tubi per convogliamento di liquidi alimentari e acqua potabile in pressione per
temperature fino a 60°C.
•
Tipo 313 -- Tubi per convogliamento di acqua potabile in pressione.
Ciascuno dei precedenti tipi si distingue nelle seguenti categorie: PVC 60 con carico unitario di
sicurezza in esercizio fino a 60 Kgf/cm2 PVC 100 con carico unitario di sicurezza in esercizio fino a
100 Kgf/cm2.
•
Tipo 301 -- Tubi per condotte di scarico e ventilazione installate nei fabbricati con temperatura
massima permanente dei fluidi condottati di 50°C.
•
Tipo 302 -- Tubi per condotte di scarico con temperatura massima permanente dei fluidi
condottati di 70°C.
•
Tipo 303 -- Tubi per condotte interrate di scarico con temperatura massima permanente di 40°C.
In qualunque momento la Direzione Lavori potrà prelevare campioni di tubi di cloruro di polivinile e
farli inviare, a cura e spese dell'Appaltatore, ad un laboratorio specializzato per essere sottoposti alle
prove prescritte dalle norme di unificazione.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
43
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Qualora i risultati non fossero rispondenti a quelli richiesti, l'Appaltatore dovrà sostituire tutte le
tubazioni con altre aventi i requisiti prescritti, restando a suo carico ogni spesa comunque occorrente
nonché il risarcimento degli eventuali danni.
Tubi in polietilene
I tubi in polietilene potranno essere del tipo a bassa densità (PE b.d.) o del tipo ad alta densità (PE
a.d.); in entrambi i casi i prodotti con polietilene puro stabilizzato con nero fumo in quantità pari al 2
(da a) 3 per cento della massa.
I tubi in polietilene a bassa densità (PE b.d.) oltre ad essere conformi alle norme UNI 6462-69 e 646369 dovranno avere le seguenti caratteristiche:
• massa volumica
0,92 (da a) 0,93 Kg/dm3
• resistenza alla trazione
100 Kgf/cmq min.
• allungamento a rottura
300% min.
• temperatura di rammollimento
da -50°C a + 60°C
I tipi, le dimensioni, le caratteristiche e le modalità di prova dei tubi in polietilene ad alta densità (PE
a.d.) dovranno essere conformi, oltre a quanto stabilito nel presente articolo, alle seguenti norme UNI:
UNI 7611 - Tubi di PE ad alta densità per condotte di fluidi in pressione. Tipi, dimensioni e requisiti.
UNI 7612 - Raccordi di PE ad alta densità per condotte di fluidi in pressione. Tipi, dimensioni e
requisiti.
UNI 7613 - Tubi di PE ad alta densità per condotte di scarico interrate. Tipi, dimensioni e requisiti.
UNI 7615 - Tubi di PE ad alta densità. Metodi di prova.
Dovranno, altresì, avere le seguenti caratteristiche:
• massa volumica
• resistenza alla trazione
• allungamento a rottura
• temperatura di rammollimento
0,94 (da a) 0,96 Kg/dm3
150 Kgf/cmq min.
500% min.
124°C min.
I tubi dovranno essere perfettamente atossici ed infrangibili ed avranno spessori normalizzati in
funzione delle pressioni nominali di esercizio (PN 2,5 - 4 - 6 - 10).
ART. 63.
IDROPITTURE - PITTURE - VERNICI - SMALTI
Le idropitture, le pitture, le vernici e gli smalti dovranno essere di recente produzione e dovranno
essere approvvigionati in cantiere in recipienti sigillati con l'indicazione della ditta produttrice ed il tipo,
la qualità, le modalità d'uso e di conservazione del prodotto e l'eventuale data di scadenza; i recipienti
dovranno essere aperti al momento dell'impiego, alla presenza della Direzione Lavori ed i prodotti
negli stessi contenuti non dovranno presentare fenomeni di sedimentazione o di addensamento, peli,
gelatinizzazioni od altri degradi.
Tutti i prodotti dovranno essere pronti all'uso salvo le diluizioni previste dalle Ditte produttrici nei
rapporti dalle stesse indicate e dovranno conferire alle superfici l'aspetto previsto e mantenerlo nel
tempo.
Le idropitture, le pitture, le vernici e gli smalti dovranno essere conformi alle norme UNI ed UNICHIM
vigenti e dovranno avere, a seconda del tipo, i seguenti requisiti:
L'olio di lino cotto sarà ben depurato, di colore assai chiaro e perfettamente limpido, di odore forte e
amarissimo al gusto, scevro da adulterazioni con olio minerale, olio di pesce, ecc. Non dovrà lasciare
alcun deposito, né essere rancido e, disteso sopra una lastra di vetro o di metallo, dovrà essiccare
completamente nell'intervallo di ventiquattro ore. Avrà acidità nella misura del 7%, impurità non
superiore all'1%, e alla temperatura di 15°C presenterà una densità compresa tra 0,91 e 0,93.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
acquaragia
Dovrà essere limpida, incolore di odore sgradevole e volatilissima. La sua densità a 15°C sarà di 0,87.
biacca
La biacca (carbonato basico di piombo) dovrà essere pura, senza miscela di sorta e priva di qualsiasi
traccia di solfato di bario.
bianco di zinco
Il bianco di zinco dovrà essere in polvere finissima, bianca, costituita da ossido di zinco e non dovrà
contenere più del 4% di sali di piombo allo stato di solfato, né più dell'1% di altre impurità; l'umidità
non dovrà superare il 3%.
minio di piombo
Il minio di piombo dovrà presentarsi come polvere finissima impalpabile, pesante, insolubile in acqua
ed in acido cloridrico diluito: dovrà avere colore rosso brillante o rosso arancione ed essere esente da
qualsiasi colorazione artificiale; non dovrà essere sofisticato con solfato di bario, argilla, creta, gesso,
colori a base di ossido di ferro, colori del catrame, ecc.
colori all'acqua, a colla o ad olio
Le terre coloranti destinate alle tinte all'acqua, a colla o ad olio, saranno finemente macinate e prive di
sostanze eterogenee e dovranno venire perfettamente incorporate nell'acqua, nelle colle e negli oli,
ma non per infusione. Potranno essere richieste in qualunque tonalità esistente.
vernici
Le vernici dovranno essere perfettamente trasparenti e potranno essere composte da resine o
gomme naturali di piante esotiche (flatting) o da resine sintetiche con assoluta esclusione di gomme
prodotte dalla distillazione.
Le vernici sintetiche dovranno avere ottima adesività, uniforme applicabilità, assenza di grumi, rapidità
d'essiccazione, resistenza all'abrasione ed alle macchie, inalterabilità all'acqua ed agli agenti
atmosferici e dovranno essere rispondenti alle caratteristiche d'impiego e di qualità richieste.
encaustici
Gli encaustici potranno essere all'acqua o all'essenza secondo le disposizioni della Direzione Lavori.
La cera gialla dovrà risultare perfettamente disciolta, a seconda dell'encaustico adottato, o nell'acqua
calda alla quale sarà aggiunto del sale di tartaro, o nell'essenza di trementina.
mastice
Il mastice per la preparazione alle coloriture delle opere in legno dovrà essere costituito da creta di
Sciacca manipolata con olio di lino e da biacca.
pitture antiruggine ed anticorrosive
Le pitture antiruggine ed anticorrosive dovranno essere rapportate al tipo di materiale da proteggere
ed alle condizioni ambientali.
L'antiruggine al cromato di zinco sarà preparata con il 46 (da a) 52% di pigmento, il 22 (da a) 25% di
legante ed il 32% max di solvente e mentre il pigmento dovrà essere composto del 50% min di
cromato di zinco, il legante del 100% di resina alchidica lungolio.
L'antiruggine ad olio al minio di piombo sarà preparata con l'80% min di pigmento, il 13% min di
legante ed il 5% max di solvente e mentre il pigmento dovrà essere composto dal 60% min di minio al
32,5% di piombo e da non oltre il 40% di barite, silicati di mg, di Al, grafite ed amido di ferro, il legante
del 100% di olio di lino cotto.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
45
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
L'antiruggine oleosintetica al minio di piombo sarà preparata con il 70% min di pigmento, il 15% min di
legante ed il 15% max di solvente e mentre il pigmento dovrà essere composto come quello
dell'antiruggine ed olio al minio di piombo, il legante dal 100% di resina alchidica lungolio modificata
con oli e standoli, con un contenuto di olio min. del 70%.
smalti
Gli smalti potranno essere composti da resine naturali o sintetiche, pigmenti, cariche minerali ed
ossidi vari e dovranno possedere alto potere coprente, facilità di applicazione, luminosità e resistenza
agli urti.
pitture ad olio ed oleosintetiche
Le pitture ad olio ed oleosintetiche potranno essere composte da oli, resine sintetiche, pigmenti e
sostanze coloranti e dovranno possedere uno spiccato potere coprente e risultare resistenti all'azione
degradante delle piogge acide e dei raggi ultravioletti.
idropitture
Le idropitture sono caratterizzate dal fatto di avere l'acqua come elemento solvente e/o diluente.
Il latte di calce sarà preparato con calce grassa, perfettamente bianca, spenta per immersione. Vi si
potrà aggiungere la quantità di nero fumo strettamente necessaria per evitare la tinta giallastra.
La tempera sarà preparata con sospensioni acquose di pigmenti e leganti a base di colle naturali o
sintetiche, dovrà avere buon potere coprente e sarà ritinteggiabile.
La pittura cementizia sarà preparata con cemento bianco, pigmenti bianchi o coloranti in misura
massima del 10% ed eventuali additivi chimici in polvere in piccoli quantitativi secondo le indicazioni
della Ditta produttrice e dovrà essere ultimata entro 30 minuti dalla preparazione ed una volta indurita
è espressamente fatto divieto di diluirla in acqua per una eventuale riutilizzazione.
Le idropitture a base di resine sintetiche non dovranno mai essere applicate su preesistenti strati di
tinteggiatura, pittura o vernice non perfettamente aderenti al supporto.
Gli intonaci su cui andranno applicate le idropitture dovranno essere preventivamente ed idoneamente
preparati. L'applicazione della idropittura dovrà essere effettuata secondo le norme specifiche della
Ditta produttrice.
Le idropitture dovranno risultare confezionate con resine sintetiche disperse in acqua, e con l'impiego
di idonei pigmenti; resta escluso nel modo più assoluto l'impiego di caseina, calce, colle animali e
simili.
Le idropitture per interno dovranno presentare la seguente composizione:
Pigmento 40 (da a) 50%: costituito da diossido di titanio in quantità non inferiore al 50% del
pigmento.
Veicolo 60 (da a) 50%: costituito da resine sintetiche poliacetoviniliche omopolimere o copolimere
disperse in acqua, con residuo secco non inferiore al 30% del veicolo.
Spessore della pellicola per ogni mano: minimo 25 micron.
L'applicazione delle mani successive non dovrà essere eseguita se non siano trascorse almeno 12
ore da quella precedente.
Le idropitture per esterno contenenti quarzo dovranno presentare la seguente composizione:
Pigmento 58 (da a) 62%: Di cui almeno il 30% dovrà essere costituito da diossido di titanio rutilo
ed il 45 min - 55 max % da polvere di quarzo.
Veicolo 38 (da a) 42%: costituito da dispersioni di resine acriliche o copolimeri acetoviniliche con
residuo secco non inferiore al 35% del veicolo.
Spessore della pellicola per ogni mano: minimo 35 micron.
L'applicazione di ogni mano di idropittura non dovrà essere effettuata se non siano trascorse almeno
12 ore da quella precedente.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
46
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 64.
APPARECCHI IGIENICO-SANITARI
Di qualsiasi tipo siano, dovranno essere di prima scelta, ed esenti, quindi, da qualsiasi imperfezione
interna e/o superficiale.
Gli apparecchi in porcellana dura avranno, in ogni caso, a seconda del tipo, le seguenti caratteristiche:
lavabo senza spalliera
dimensioni
massa
min. cm 63 x 48
min. Kg 17
Gli apparecchi in grès porcellanato (fire-clay), avranno, in ogni caso, a seconda del tipo, le seguenti
caratteristiche:
Piatto doccia.
dimensioni
massa
min. cm 70 x 70
min. Kg 37
Acquai da cucina ad un bacino.
dimensioni
min. cm 90 x 45 x 20
massa
min. Kg 36
Per i sanitari per disabili si rimanda alle voce di elenco prezzi ed al D.P.R. 27.4.78 N. 384. ART. 1.
Rubinetterie
Le rubinetterie e gli accessori dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti ed in ogni caso
dovranno avere in posizione di chiusura una resistenza alla pressione statica non inferiore a 15 ate
mentre in posizione di completa apertura e sotto carico di 0,5 ate dovranno avere una portata minima
di 5 lt al minuto.
La rubinetteria da incasso dovrà essere di bronzo di ottima qualità con vitone in ottone, chiocciola di
comando fuori dal contatto con l'acqua in bagno di lubrificante, pistone saldamente guidato, anello di
tenuta in gomma o in altro materiale sintetico, guarnizione perfettamente calibrata e di semplice
sostituibilità; le parti in vista saranno sottoposte a nichelatura e successiva cromatura con spessori,
rispettivamente, di 8 e 0,4 micron.
La rubinetteria da montare all'esterno dovrà avere il corpo in ottone fuso; potrà essere anche
stampato e sottoposto a trattamento atto ad eliminare l'incrudimento.
ART. 65.
MATERIALI DIVERSI
manufatti in cemento - pomice
I blocchi e le lastre per murature dovranno essere confezionati con non meno di 200 Kg di cemento
portland 425 per metro cubo d'inerte e pomice granulare e saranno ottenuti per vibro-compressione;
avranno pareti e costolature realizzate in modo tale da avere una uniforme distribuzione dei carichi e
la resistenza a rottura a compressione (riferita alla sezione retta dell'elemento) non dovrà essere
inferiore a 30 Kgf/cmq per gli elementi autoportanti ed a 40 Kgf/cmq per gli elementi portanti.
I manufatti dovranno presentare superfici perfettamente squadrate, spigoli vivi, grana omogenea e
compatta e dovranno avere una stagionatura non inferiore a 28 gg. o maturazione a vapore alla
temperatura di 80°C per almeno 8 ore.
manufatti in argilla espansa
I blocchi e le lastre per murature dovranno essere confezionati con non meno di 200 Kg di cemento
portland 425 per metro cubo d'inerte ed argilla espansa e saranno ottenuti per vibrocompressione;
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
47
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
avranno pareti e costolature realizzate in modo tale da avere una uniforme distribuzione dei carichi e
la resistenza a rottura a compressione (riferita alla sezione retta dell'elemento) non dovrà essere
inferiore a 80 Kgf/cmq per gli elementi portanti.
manufatti in gesso
I blocchi e le lastre per murature dovranno essere confezionati con gesso ed additivi in speciali forni
essiccatoi e dovranno presentare spessore e dimensioni costanti, facce lisce e parallele, perfetta
maschiatura; la conducibilità termica dovrà essere inferiore a 0,25 Kcal/mh°C e dovranno avere un
potere di isolamento acustico, per spessore di 8 cm e frequenze compresse tra 100 e 5000 Hz, non
inferiore a 30 decibel.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
48
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO IV
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
49
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 66.
DEMOLIZIONI E RIMOZIONI
Premesso che i lavori dovranno eseguirsi all’interno di una struttura esistente e funzionante,
all’appaltatore è fatto obbligo, ed è compreso tra gli oneri di capitolato, di adottare tutti gli accorgimenti
necessari per non interferire con il regolare svolgimento dell’attività ospedaliera, che dovrà continuare
senza intralci e limitazioni di sorta.
Le demolizioni di murature, calcestruzzi, ecc., sia in rottura che parziali o complete, dovranno essere
eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da non danneggiare le restanti
murature, da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi o disturbo.
Rimane pertanto vietato gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o
guidati in basso, e sollevare polvere, pertanto sia le murature che i materiali di risulta dovranno essere
opportunamente bagnati.
Nelle demolizioni o rimozioni l'Appaltatore, deve, inoltre provvedere alle eventuali necessarie
puntellature per sostenere le parti che devono restare e disporre in modo da non deteriorare i
materiali risultanti, i quali tutti devono ancora potersi impiegare utilmente, sotto pena di rivalsa di danni
a favore dell'Amministrazione appaltante.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti e alle dimensioni prescritte. Quando, anche per mancanza
di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati,
saranno pure a cura e spese dell'Appaltatore, senza alcun compenso, ricostruite e messe in ripristino
le parti indebitamente demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, devono essere
opportunamente scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno
indicati dalla Direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nello scalcinamento, sia nel
trasporto, sia nel loro assestamento e per evitarne la dispersione.
Detti materiali, ove non diversamente specificato, restano tutti di proprietà dell'Amministrazione
appaltante, la quale potrà ordinare all'Appaltatore di impiegarli in tutto o in parte nei lavori appaltati, ai
sensi dell'art. 40 del vigente Capitolato Generale, con prezzi indicati nell'elenco.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono sempre essere trasportati
dall'Appaltatore fuori del cantiere, nei punti indicati od alle pubbliche discariche.
ART. 67.
MALTE
I quantitativi dei diversi materiali da impiegare per la composizione delle malte e dei conglomerati,
secondo le particolari indicazioni che potranno essere imposte dalla Direzione Lavori o stabilite
nell'elenco prezzi, dovranno corrispondere alle seguenti proporzioni:
a) malta comune.
Calce spenta in pasta
mc 0,25 (da a) 0,40
Sabbia
mc 0,85 (da a) 1,00
b) malta comune per intonaco rustico (rinzaffo).
Calce spenta in pasta
mc 0,20 (da a) 0,40
Sabbia
mc 0,90 (da a) 1,00
c) malta comune per intonaco civile (stabilitura).
Calce spenta in pasta
mc 0,35 (da a) 0,45
Sabbia vagliata
mc 0,80
d) malta grossa di pozzolana.
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
50
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Calce spenta in pasta
mc 0,22
Pozzolana grezza
mc 1,10
e) malta mezzana di pozzolana.
Calce spenta in pasta
mc 0,25
Pozzolana vagliata
mc 1,10
f) malta fina di pozzolana.
Calce spenta in pasta
mc 0,28
Pozzolana vagliata
mc 1,05
g) malta idraulica.
Calce idraulica
q.li 3,00 (da a) 5,00
Sabbia
mc 0,90
h) malta bastarda.
Malte di cui alle lettere A),E),G)
mc 1,00
Agglomerante cementizio a lenta presa q.li 1,50
i) malta cementizia forte.
Cemento idraulico normale
q.li 3,00 (da a) 6,00
Sabbia
mc 1,00
l) malta cementizia debole.
Agglomerante cementizio a lenta presa q.li 2,50 (da a) 4,00
Sabbia
mc 1,00
m) malta cementizia per intonaci.
Agglomerante cementizio a lenta presa q.li 6,00
Sabbia
mc 1,00
n) malta fine per intonaci
Malta di cui alle lettere C), F), G) vagliata allo staccio fino.
o) malta per stucchi.
Calce spenta in pasta
mc 0,45
Polvere di marmo
mc 0,90
Quando la Direzione Lavori ritenesse di variare tali proporzioni, l'Appaltatore sarà obbligato ad
uniformarsi alle prescrizioni della medesima, salvo le conseguenti variazioni di prezzo in base alle
nuove proporzioni previste. i materiali, le malte ed i conglomerati, esclusi quelli forniti in sacchi di peso
determinato, dovranno ad ogni impasto essere misurati con apposite casse della capacità prescritta
dalla Direzione, che l'Appaltatore sarà in obbligo di provvedere e mantenere a sue spese
costantemente su tutti i piazzali ove verrà effettuata la manipolazione.
La calce spenta in pasta non dovrà essere misurata in fette, come viene estratta con badile del
calcinaio, bensì dopo essere rimescolata e ricondotta ad una pasta omogenea consistente e ben
unita.
L'impasto dei materiali dovrà essere fatto a braccia d'uomo, sopra aree convenientemente
pavimentate, oppure a mezzo di macchine impastatrici o mescolatrici.
I materiali componenti le malte cementizie saranno prima mescolati a secco, fino ad ottenere un
miscuglio di tinta uniforme, il quale verrà poi asperso ripetutamente con la minore quantità di acqua
possibile, ma sufficiente, rimescolando continuamente.
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
51
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Gli impasti di malta dovranno essere preparati soltanto nella quantità necessaria per l'impiego
immediato, cioè dovranno essere preparati volta per volta e per quanto possibile in vicinanza del
lavoro. I residui d'impasto che non avessero per qualsiasi ragione, immediato impiego dovranno
essere gettati a rifiuto, ad eccezione di quelli formati con calce comune, che potranno essere utilizzati
però nella sola stessa giornata del loro confezionamento.
ART. 68.
MURATURE IN GENERE
La costruzione delle murature portanti sarà eseguita in conformità alle prescrizioni contenute nella
legge 2/2/1974 n. 64 (Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone
sismiche), nel D.M. 24/1/1986 (Norme tecniche relative alle costruzioni sismiche), nel D.M.
20/11/1987 (Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo degli edifici in muratura e
per il loro consolidamento) e nella circolare per il Ministero LL. PP. n. 27690 del 19/7/1986 (Istruzioni
per l'applicazione del D.M. 24/1/1986 recante norme tecniche per la costruzione in zona sismica).
Nella costruzione delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli, delle
voltine, sordine, piattabande, archi e verranno lasciati tutti i necessari incavi, sfondi, canne e fori:
per ricevere le chiavi ed i capichiavi delle volte, gli ancoraggi delle catene delle travi a doppio T, le
testate delle travi in legno e in ferro, le piastrelle da taglio e quanto altro non venga messo in opera
durante la formazione delle murature;
per il passaggio dei tubi pluviali, dell'acqua potabile, canne di stufa e camini, cessi, orinatoi,
lavandini, immondizie, ecc.;
per le condutture elettriche di campanelli, di telefoni e di illuminazione;
per le imposte delle volte e degli archi;
per gli zoccoli, arpioni di porte e finestre, zanche, soglie, ferriate, ringhiere, davanzali, ecc.;
quanto detto in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare le murature già eseguite.
La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire, uniformemente, assicurando il perfetto
collegamento sia con le murature esistenti, sia tra le varie parti di esse, evitando nel corso dei lavori la
formazione di strutture eccessivamente emergenti dal resto della costruzione.
La muratura procederà a filari rettilinei, coi piani di posa normali alle superfici viste o come altrimenti
venisse prescritto.
All'innesto con muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune
ammorsature in relazione al materiale impiegato.
I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi nei periodi
di gelo, durante i quali la temperatura si mantenga, per molte ore, al di sotto di zero gradi centigradi.
Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria possono
essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché al distacco del lavoro vengano adottati
opportuni provvedimenti per difendere le murature dal gelo notturno.
Le facce delle murature in malta dovranno essere mantenute bagnate almeno per 15 giorni dalla loro
ultimazione od anche più se sarà richiesto dalla Direzione Lavori.
Le canne, le gole da camino e simili, saranno intonacate a grana fina; quella di discesa delle
immondezze saranno intonacate a cemento liscio. Si potrà ordinare che tutte le canne, le gole, ecc.,
nello spessore dei muri, siano lasciate aperte sopra una faccia, temporaneamente, anche per tutta la
loro altezza; in questi casi, il tramezzo di chiusura si eseguirà posteriormente.
Le impostature per le volte, gli archi, ecc. devono essere lasciate nelle murature sia con gli
addentellati d'uso, sia col costruire l'origine delle volte e degli archi a sbalzo mediante le debite
sagome, secondo quanto verrà prescritto.
La Direzione stessa potrà ordinare che sulle aperture di vani di porte e di finestre siano collocati degli
architravi in cemento armato delle dimensioni che saranno fissate in relazione della luce dei vani, allo
spessore del muro e del sovraccarico.
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Quando verrà ordinato, sui muri delle costruzioni, nel punto di passaggio fra le fondazioni entro terra e
la parte fuori terra, sarà disteso uno strato di asfalto formato come quello dei pavimenti, esclusa la
ghiaietta, dell'altezza in ogni punto di almeno cm 2. La muratura su di esso non potrà essere ripresa
che dopo il suo consolidamento.
In tutti i fabbricati a più piani dovranno essere eseguiti ad ogni piano e su tutti i muri portanti alla quota
dei solai, cordoli di conglomerato cementizio della classe R'bk 250, di altezza per lo meno pari a
quella del corrispondente solaio e comunque mai inferiore a cm 20, con armatura longitudinale
costituita da quattro tondini f 14 di acciaio tipo Fe B32K e da staffe f 6 poste ogni 20 cm, per
assicurare un perfetto collegamento e l'uniforme distribuzione dei carichi. Tale cordolo in
corrispondenza delle aperture sarà opportunamente rinforzato in modo da formare architravi portanti,
ed in corrispondenza delle canne, fori, ecc., sarà pure opportunamente rinforzato perché presenti la
stessa resistenza che nelle altre parti.
In corrispondenza dei solai con putrelle, queste, con opportuni accorgimenti, saranno collegate al
cordolo.
ART. 69.
MURATURE DI TUFO, BLOCCHETTI
La costruzione della muratura in conci di tufo dovrà progredire a strati orizzontali concatenati nel
senso dello spessore del muro, disponendo, a tal fine, conci in posizione trasversale (di punta) allo
scopo di ben legare la muratura nel senso dello spessore; i conci di tufo dovranno essere
perfettamente squadrati e di dimensioni costanti ed in ogni filare la loro lunghezza non dovrà essere
inferiore alla minore dimensione degli stessi.
I conci di tufo dovranno, altresì, essere messi in opera sfalsati e verranno allettati e rabboccati con
malta comune; lo spessore dei giunti, realizzati con malta compressa e senza sbavature non dovrà
essere superiore a mm 5.
La muratura in blocchetti prefabbricati di cemento-pomice, argilla espansa, ecc. dovrà essere
realizzata progredendo per strati orizzontali concatenati, nel senso dello spessore del muro,
disponendo, a tal fine, blocchetti in posizione trasversale (di punta) allo scopo di ben legare la
muratura nel senso dello spessore; i blocchetti dovranno essere messi in opera sfalsati e verranno
allettati e rabboccati o con malta bastarda cementizia o con malta cementizia a Kg 300 di cemento e
lo spessore dei giunti, realizzati con malta compressa e senza sbavature non dovrà essere superiore
a mm 5.
ART. 70.
CONTROSOFFITTI
Generalità
Tutti i controsoffitti in genere dovranno eseguirsi con cure particolari allo scopo di ottenere superfici
esattamente orizzontali (od anche sagomate secondo le prescritte centine), senza ondulazioni od altri
difetti, e di evitare in modo assoluto la formazione, in un tempo più o meno prossimo, di crepe,
incrinature o distacchi nell'intonaco. Al manifestarsi di tali screpolature la Direzione Lavori avrà
facoltà, a suo insindacabile giudizio, di ordinare all'Appaltatore il rifacimento, a carico di quest'ultimo,
dell'intero controsoffitto con l'onere del ripristino di ogni altra opera già eseguita (stucchi, tinteggiature,
ecc.).
La direzione Lavori potrà prescrivere anche la predisposizione di adatte griglie o sfiatatoi in metallo
per la ventilazione dei vani racchiusi dai controsoffitti.
Debbono essere perfettamente piani e di buon aspetto estetico, debbono inoltre avere ottime
caratteristiche di isolamento termico e fonico. Devono inoltre essere facili da montare, possono essere
di materiale gessoso, in legno-magnesite o di qualunque altro materiale purché garantiscano la
rispondenza alle caratteristiche richieste.
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Controsoffitto in lana di roccia vulcanica - classe 0
Controsoffitto realizzato con pannelli in lana di roccia vulcanica, rivestiti sulla faccia a vista con un velo
di colore uniforme.
Le dimensioni dei pannelli dovranno essere scelti dalla D.L. sulla gamma di cm 60x60, 60x120 o
120x120.
Gli spessori potranno variare da mm 20 a mm 25 o 40, il peso non dovrà essere inferiore a kg 2,5 per
m² circa.
È prescritta una vasta varietà di colori sulla quale avverrà la scelta da parte della D.L.
La struttura portante principale e secondaria in vista dovrà essere costituita da profili in acciaio zincato
preverniciato di altezza adeguata alla dimensione e spessore della lastra scelta.
L'intera struttura portante dovrà essere agganciata al solaio esistente a mezzo di pendini e nastro
asolato, di cm 2 di larghezza, in acciaio zincato.
Perimetralmente il controsoffitto dovrà essere riquadrato con una cornice ad L in acciaio zincato
preverniciato.
I pannelli dovranno avere una resistenza al fuoco almeno REI 120 e certificazione di reazione al fuoco
classe 0 secondo la norma UNI ISO 1182, omologati in conformità al D.M. 26/6/84;
I pannelli dovranno altresì avere proprietà batteriologiche e non possedere nessun elemento
suscettibile a favorire sviluppo microbico.
Controsoffitto in fibra minerale per sale sterili
Controsoffitto realizzato con pannelli in fibra minerale esenti da amianto ed idonei per ambienti con
presenza costante di umidità, rivestiti da una lamina in alluminio politenato verniciato bianco nella
faccia in vista.
I pannelli dovranno risultare fonoisolanti, fonoassorbenti, lavabili e spazzolabili.
Gli stessi dovranno essere siliconati in corrispondenza delle cornici e dell'orditura al fine di renderli a
tenuta d'aria.
Dovranno essere certificati con reazione al fuoco classe 1.
La struttura dovrà essere in acciaio galvanizzato, con i profili in vista o non, con ancoraggi al soffitto
costituiti da pendini a doppia barra di acciaio ø 4 con molla di regolazione in acciaio armonico e clips.
Le dimensioni dovranno essere di cm 60x60 circa, con uno spessore non inferiore a mm 1,5.
Controsoffitto in lastre di gesso
Controsoffitto in lastre di gesso realizzati con impasto gessoso armato con tondini di acciaio zincato e
rinforzato con fibra vegetale.
Le lastre andranno agganciate alle sovrastanti strutture mediante tiranti e filo di ferro zincato, dello
spessore di 1,4 mm, e accostate e bloccate sul retro con fibra vegetale e gesso, poi stuccate nei
giunti.
Controsoffitto in pannelli di gesso alleggerito
Controsoffitto interno ispezionabile, ribassato a qualunque quota, con superficie piana orizzontale,
realizzato con pannelli di gesso alleggerito con perlite, di dimensioni di mm 600x600, su orditura
metallica seminascosta.
L'orditura metallica sarà realizzata con:
- profilo perimetrali a "L" ancorati, con idonei fissaggi con interasse cm 50, alla muratura;
- profili portanti a "T", posti ad interasse di cm 60 e sospesi al solaio con interasse variabile, con
idonei fissaggi, tramite un adeguato numero di ganci a molla regolabili e pendini:
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
I pannelli di gesso alleggerito, con bordo ribassato spessore mm 2, dovranno essere appoggiati sulle
ali dei profili "L" e a "T".
Dato in opera dovrà comprendere:
- l'avvicinamento al luogo di posa dei materiali, il taglio a misura e gli sfridi;
- la formazione di raccordi piani o inclinati tra le diverse quote di controsoffitto, di angoli e riseghe in
corrispondenza di qualunque elemento che attraversi il controsoffitto;
- la predisposizione di fori per il passaggio di impianti, per l'inserimento di qualunque tipo di
apparecchi illuminanti, rilevatori di fumi, ecc. ;
- la pulizia finale del cantiere ed il trasporto dei rifiuti a discarica.
Caratteristiche tecnico prestazionali
Orditure metalliche
Profilo ad "L" - Sezione mm 24x24
Lunghezza: ml 3,00
Profilo a "T" - sezione mm 24x38
Lunghezza: ml 3,60 -1,20 -0,60
Tipo di acciaio: lamiera d'acciaio zincata
Spessore: mm 0,4 - 0,5
Colore: bianco (ali dei profili in vista)
Pannelli di gesso:
Prodotti da un impasto di gesso alleggerito con perlite, presentano la superficie a vista con finitura
liscia, forata, fessurata o variamente decorata ed il bordo adatto al tipo di struttura metallica prevista.
Dimensioni: - mm 600x600
Peso: spessore pannello mm 22 kg/m2 11,5-13
Reazione al fuoco: Classe 0 (zero)
Isolamento acustico: con pannello fonoassorbente nelle versioni a foro passante e con applicata sul
retro lana di roccia protetta da foglio di alluminio
Ispezionabilità: totale (possibilità di rimuovere anche il singolo pannello).
Controsoffitto REI 120
Controsoffitto in calcio silicato idrato rinforzato con fibre di cellulosa ed additivi inorganici, esenti da
amianto, fibre inorganiche, gesso ed altre matrici minerali idrate.
I pannelli dovranno avere le seguenti caratteristiche:
- densità nominale a secco Kg/m³ 875;
- resistenza al fuoco certificata REI 120, costituita da lastre omologate dal Ministero dell'Interno in
Classe 0 di reazione al fuoco;
- resistenza a flessione N/mm² 8,5;
- resistenza a compressione N/mm² 8,0;
- dilatazione igrometrica 0,05%;
I pannelli dovranno avere uno spessore minimo di mm 6 e dimensioni minime mm 600x600, bordi
dritti, preverniciati sulla faccia a vista con pittura lavabile in tinta a scelta della D.L.
Struttura composta da orditura in vista in profilati in acciaio zincato preverniciato, a "T” a scatto, di
dimensioni mm 24x38 circa, sospesa con pendinature in filo di acciaio diametro mm 1,8 circa alle
strutture soprastanti da proteggere e completata da un profilo perimetrale ad "L" mm 30x30circa in
acciaio preverniciato.
Sopra le lastre dovrà essere steso un pannello in lana di roccia densità non inferiore a kg/m³ 50 per
uno spessore di mm 50 circa.
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Controsoffitto amagnetico
Controsoffitto costituito da lastre in materiale amagnetico di fibra minerale.
La struttura portante principale e secondaria in vista dovrà essere costituita da profili in acciaio zincato
preverniciato di altezza minima di cm 3,9 circa e flangia di cm 2 circa con peso di kg 2/m² circa.
L'intera struttura portante dovrà essere agganciata al solaio esistente a mezzo di pendini e nastro
asolato, di cm 2 circa di larghezza, in acciaio zincato.
Perimetralmente il controsoffitto dovrà essere riquadrato con una cornice ad L in acciaio zincato
preverniciato.
Controsoffitto Anti-X
Controsoffitto con pannelli anti X per la protezioni da radiazioni ionizzanti, conformi alle norme di
legge, costruiti in legno con interposta anima di piombo di prima fusione (titolo 99,9%), calibrata e
spazzolata, dello spessore di mm 2, incollata con una speciale procedura fino ad ottenere un corpo
unico tra legno e piombo, rivestiti con lastra di laminato plastico da 0,9 mm, di colore e finitura,
melamminico o PVC, a scelta della Direzione dei lavori.
La struttura di sostegno dovrà essere realizzata in legno o profilati di ferro murati alle pareti perimetrali
e dovrà essere garantita la sovrapposizione delle lastre di piombo al fine di garantire l’isolamento ai
raggi X.
Controsoffitto in doghe metalliche autoportanti
Controsoffitti metallici realizzati con doghe profilate autoportanti della larghezza standard di cm 20 in
lamierino di acciaio zincato preverniciato, con superficie non forata.
Le doghe saranno provviste di bordi longitudinali opportunamente sagomati per la formazione di un
giunto a scuretto di cm 1 e saranno installate per semplice appoggio ad un profilo perimetrale con
sezione ad "L" di mm 20x20.
La luce massima consigliata è di cm 300 e l'altezza della costolatura è di mm 35.
Nel caso di installazione in grandi ambienti la controsoffittatura deve essere interrotta da un apposito
profilato ad omega che ha la funzione di appoggio delle doghe (estruso in alluminio 10/10 mm 56x41).
Le controsoffittature dovranno essere smontabili per permettere l'accessibilità ad ogni punto
dell'intercapedine e dovranno consentire il libero posizionamento delle apparecchiature illuminanti da
incasso.
Reazione al fuoco: classe "0" zero.
ART. 71.
INTONACI
Gli intonaci in genere dovranno essere eseguiti in stagione opportuna, dopo aver rimossa dai giunti
delle murature la malta poco aderente, ripulita ed abbondantemente bagnata la superficie della parete
stessa e tutte le malte dovranno contenere un idrofugo di ottima qualità e di sicura efficacia nella
quantità fissata dalle case produttrici.
Gli intonaci, di qualunque specie siano (lisci, a superficie rustica, a bugne, per cornici e quanto altro),
non dovranno mai presentare peli, crepature, irregolarità negli allineamenti e negli spigoli, od altri
difetti.
Quelli comunque difettosi o che non presentassero la necessaria aderenza alle murature, dovranno
demoliti e rifatti dall'Appaltatore a sue spese.
La calce da usare negli intonaci dovrà essere estinta da almeno tre mesi per evitare scoppiettii,
sfioriture e screpolature, verificandosi le quali sarà a carico dell'Appaltatore il fare tutte le riparazioni
occorrenti.
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
56
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Ad opera finita l'intonaco dovrà avere uno spessore non inferiore ai mm 15.
Gli spigoli sporgenti o rientranti verranno eseguiti ad angolo vivo oppure con opportuno
arrotondamento a seconda degli ordini che in proposito darà la Direzione Lavori.
Particolarmente per ciascun tipo d'intonaco si prescrive quanto appresso:
Intonaco grezzo o arricciatura
Predisposte le fasce verticali, sotto regolo di guida, in numero sufficiente verrà applicato alle murature
un primo strato di malta comune per intonaco rustico o malta bastarda o malta idraulica, detto rinzaffo,
gettato con forza in modo che possa penetrare nei giunti e riempirli. Dopo che questo strato sarà
alquanto asciutto, si applicherà su di esso un secondo strato della medesima malta, che si stenderà
con la cazzuola o col frattazzo stuccando ogni fessura e togliendo ogni asprezza, sicché le pareti
riescano per quanto possibili regolari.
Intonaco comune civile
Appena l'intonaco grezzo avrà preso consistenza, si distenderà su di esso un terzo strato di malta
fina, che si conguaglierà con le fasce di guida per modo che l'intera superficie risulti piana ed
uniforme, senza ondeggiamenti e disposta a perfetto pieno verticale o secondo le superfici degli
intradossi.
Intonaco di gesso
L'intonaco di gesso dovrà essere applicato su superfici esenti da polveri, efflorescenze, tracce di unto,
ecc. e con scabrosità tale da poter garantire l'aderenza dell'intonaco.
La malta di gesso sarà preparata, in recipienti di legno, materiale plastico, o acciaio zincato
preventivamente lavati, nella quantità sufficiente all'impiego immediato; la parte eventualmente
eccedente o che abbia fatto presa prima della posa in opera dovrà essere scartata.
La malta sarà applicata direttamente sulla muratura, preventivamente bagnata, in quantità e con
pressione sufficiente per ottenere una buona aderenza; successivamente si procederà a lisciare la
malta stessa con la spatola metallica al fine di ottenere la necessaria finitura.
intonaco decorativo esterno tipo "Li Vigni"
L'intonaco tipo "Li Vigni" sarà sempre costituito da uno strato di intonaco grezzo o arricciatura dello
spessore di 15-18 mm e da uno strato di finitura dello spessore di 3-8 mm
Lo strato di finitura sarà costituito da un impasto preparato in cantiere con grassello, cemento bianco,
sabbia dolomitica e colori resistenti agli agenti atmosferici o preconfezionato nei componenti solidi e
fornito in confezioni sigillate e potrà essere del tipo lamato o spruzzato.
Il tipo lamato potrà essere lavorato fine (spessore mm 5), medio (spessore mm 6-7) o grosso
(spessore mm 7-8) e la posa sarà effettuata stendendo lo strato di impasto con la cazzuola,
fratazzando con fratazzo di legno, lamando con speciale lama ed infine spazzolando con attrezzo di
crine; il tipo spruzzato sarà applicato con il mulinello spruzzatore per uno spessore reso non inferiore
a mm 3.
intonaco plastico
L'intonaco decorativo esterno plastico sarà costituito da uno strato di intonaco grezzo o arricciatura
dello spessore di 15-18 mm e da uno strato di finitura dello spessore di 6-10 mm
L'intonaco plastico sarà composto da resine sintetiche, inerti, pigmenti ed additivi vari in rapporti tali
da realizzare un rivestimento conforme alle caratteristiche riportate agli articoli precedenti.
L'applicazione dell'intonaco varierà in rapporto ai tipi ed alle finiture superficiali e sarà effettuata
secondo le indicazioni delle ditte produttrici, avendo cura, comunque, di proteggere, preventivamente,
con nastri di carta autoadesiva, le parti da non intonacare; la carta autoadesiva dovrà essere
asportata prima dell'indurimento dell'intonaco, curando la perfetta rifinitura dei bordi.
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
57
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
rabboccature
Le rabboccature che occorressero sui muri vecchi o comunque non eseguiti con faccia vista in malta
o sui muri a secco saranno formate con malta del tipo indicato dalla Direzione Lavori e prima
dell'applicazione della stessa, le connessure saranno diligentemente ripulite, fino a conveniente
profondità, lavate con acqua abbondante e, quindi, riscagliate e profilate con apposito ferro.
ART. 72.
PAVIMENTI
La posa in opera dei pavimenti di qualsiasi tipo e genere dovrà essere eseguita in modo che la
superficie risulti perfettamente piana ed osservando scrupolosamente le disposizioni che, di volta in
volta, saranno impartite dalla Direzione Lavori.
I singoli elementi dovranno combaciare tra loro, dovranno risultare perfettamente fissati al sottostrato
e non dovrà verificarsi nelle connessure dei diversi elementi a contatto la benché minima
ineguaglianza.
I pavimenti si addentreranno per mm 15 entro l'intonaco delle pareti, che sarà tirato verticalmente sino
al pavimento, evitando quindi ogni raccordo o guscio.
Nel caso in cui venga prescritto il raccordo, deve sovrapporsi al pavimento non solo il raccordo
stesso, ma anche l'intonaco per almeno 15 mm
I pavimenti dovranno essere consegnati diligentemente finiti, lavorati e senza macchie di sorta.
Resta comunque contrattualmente stabilito che, per un periodo di almeno 10 giorni dopo l'ultimazione
di ciascun pavimento, l'Appaltatore avrà l'obbligo di impedire l'accesso di qualunque persona nei
locali; e ciò anche per pavimenti costruiti da altre Ditte. Ad ogni modo, ove i pavimenti risultassero in
tutto o in parte danneggiati per il passaggio abusivo di persone o per altre cause, l'Appaltatore dovrà a
sua cura e spese ricostruire le parti danneggiate.
L'Appaltatore ha l'obbligo di presentare alla Direzione Lavori campioni dei pavimenti che saranno
prescritti. Tuttavia la Direzione Lavori ha piena facoltà di provvedere il materiale di pavimentazione.
L'Appaltatore, se richiesto, ha l'obbligo di provvedere alla posa in opera al prezzo indicato nell'elenco
ed eseguire il sottofondo giusta le disposizioni che saranno impartite dalla Direzione stessa.
Sottofondi
Il piano destinato alla posa dei pavimenti, di qualsiasi tipo essi siano, dovrà essere opportunamente
spianato mediante un sottofondo, in guisa che la superficie di posa risulti regolare e parallela a quella
del pavimento da eseguire ed alla profondità necessaria.
Il sottofondo potrà essere costituito, secondo gli ordini della Direzione Lavori, da un massetto di
calcestruzzo idraulico o cementizio o da un gretonato, di spessore non minore di cm. 4 in via normale,
che dovrà essere gettato in opera al tempo debito per essere lasciato stagionare per almeno 10
giorni. Prima della posa del pavimento le lesioni eventualmente manifestatesi nel sottofondo saranno
riempite e stuccate con un beverone di calce o cemento, e quindi vi si stenderà, se prescritto, lo
spianato di calce idraulica (camicia di calce) dello spessore di cm. 1,5 a 2.
Nel caso che si richiedesse un massetto di notevole leggerezza la Direzione Lavori potrà prescrivere
che sia eseguito in calcestruzzo di pomice.
Quando i pavimenti dovessero poggiare sopra materie comunque compressibili il massetto dovrà
essere costituito da uno strato di conglomerato di congruo spessore, da gettare sopra un piano ben
costipato e fortemente battuto, in maniera da evitare qualsiasi successivo cedimento.
Pavimenti in laterizi
Il pavimento in laterizi, sia con mattoni di piatto che di costa, sia con pianelle, sarà formato
distendendo sopra il massetto uno strato di malta grassa crivellata, sul quale i laterizi si disporranno a
filari paralleli, a spina di pesce, in diagonale, ecc. comprimendoli affinché la malta rifluisca nei giunti.
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
58
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Le connessure devono essere allineate e stuccate con cemento e la loro larghezza non deve
superare mm 3 per i mattoni e le pianelle non arrotati, e mm 2 per quelli arrotati.
Pavimenti in mattonelle di cemento con o senza graniglia
Tali pavimenti saranno posati sopra un letto di malta cementizia normale, distesa sopra il massetto; le
mattonelle saranno premute finché la malta rifluisca dalle connessure. Le connessure debbono
essere stuccate con cemento e la loro larghezza non deve superare mm 1.
Avvenuta la presa della malta i pavimenti saranno arrotati con pietra pomice ed acqua o con mole di
carborundum o arenaria, a seconda del tipo, e quelli in graniglia saranno spalmati in un secondo
tempo con una mano di cera, se richiesta.
Pavimenti di mattonelle di ceramica
Sul massetto in calcestruzzo di cemento si distenderà uno strato di malta cementizia magra dello
spessore di cm. 2, che dovrà essere ben battuto e costipato.
Quando il sottofondo avrà preso consistenza, si poseranno su di esso a secco le mattonelle a
seconda del disegno o delle istruzioni che verranno impartite dalla Direzione Lavori. Le mattonelle
saranno quindi rimosse e ricollocate in opera con malta liquida di puro cemento, saranno premute in
modo che la malta riempia e sbocchi dalle connessure e verranno stuccate di nuovo con malta liquida
di puro cemento distesavi sopra. Infine la superficie sarà pulita a lucido con segatura bagnata e quindi
con cera.
Le mattonelle, prima del loro impiego, dovranno essere bagnate a rifiuto per immersione.
Pavimenti in lastre di marmo
Per i pavimenti in lastre di marmo si useranno le stesse norme stabilite per i pavimenti in mattonelle di
cemento.
Pavimenti in linoleum
Speciale cura si dovrà adottare per la preparazione dei sottofondi, che potranno essere costituiti da
impasto di cemento e sabbia, o da gesso e sabbia.
La superficie superiore del sottofondo dovrà essere perfettamente piana e liscia, togliendo gli
eventuali difetti con stuccatura a gesso.
L'applicazione del linoleum dovrà essere fatta su sottofondo perfettamente asciutto; nel caso in cui
per ragioni di assoluta urgenza non si possa attendere il perfetto prosciugamento del sottofondo, esso
sarà protetto con vernice speciale detta antiumido.
Quando il linoleum debba essere applicato sopra i vecchi pavimenti, si dovranno anzitutto fissare gli
elementi del vecchio pavimento che non siano fermi, indi si applicherà su di esso uno strato di gesso
dello spessore da 2 a 4 mm, sul quale sarà fissato il linoleum.
L'applicazione del linoleum dovrà essere fatta da operai specializzati, con mastice di resina o con altre
colle speciali.
Il linoleum dovrà essere incollato su tutta la superficie e non dovrà presentare rigonfiamenti od altri
difetti di sorta.
La pulitura dei pavimenti di linoleum dovrà essere fatta con segature (esclusa quella di castagno),
inumidita con acqua dolce leggermente saponata, che verrà passata e ripassata sul pavimento fino ad
ottenere la pulitura.
il pavimento dovrà poi essere asciugato passandovi sopra segatura asciutta e pulita e quindi strofinato
con stracci imbevuti con olio di lino cotto.
Tale ultima applicazione contribuirà a mantenere la plasticità e ad aumentare l'impermeabilità del
linoleum.
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
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ART. 73.
RIVESTIMENTI
I rivestimenti in materiale di qualsiasi genere dovranno essere eseguiti a perfetta regola d'arte, con il
materiale prescelto dall'Amministrazione appaltante, e conformemente ai campioni che verranno di
volta in volta eseguiti, a richiesta della Direzione Lavori.
Particolare cura dovrà porsi nella collocazione degli elementi, in modo che questi a lavoro ultimato
risultino perfettamente aderenti al retrostante intonaco.
Pertanto, i materiali porosi dovranno essere prima del loro impiego immersi nell'acqua fino a
saturazione, e dopo avere abbondantemente innaffiato l'intonaco delle pareti, alle quali deve
applicarsi il rivestimento, essi saranno allettati con malta cementizia normale, nella quantità
necessaria e sufficiente.
Gli elementi del rivestimento dovranno perfettamente combaciare fra loro e le linee dei giunti,
debitamente stuccate con cemento bianco o diversamente colorato, dovranno risultare, a lavoro
ultimato, perfettamente allineate. I rivestimenti dovranno essere completati con tutti gli eventuali gusci
di raccordo ai pavimenti ed agli spigoli, con eventuali listelli, cornici, ecc.
A lavoro ultimato i rivestimenti dovranno essere convenientemente lavati e puliti.
L'applicazione del linoleum alle pareti sarà fatta nello stesso modo che per i pavimenti, avendo, anche
per questo caso, cura di assicurarsi che la parete sia ben asciutta.
ART. 74.
OPERE DI MARMO, PIETRE NATURALI ED ARTIFICIALI
Le opere in marmo, pietre naturali od artificiali dovranno in generale corrispondere esattamente alle
forme e dimensioni risultanti dai disegni di progetto ed essere lavorate a seconda delle prescrizioni
generali del presente Capitolato o di quelle particolari impartite dalla Direzione Lavori all'atto
dell'esecuzione.
Tutti i materiali dovranno avere le caratteristiche esteriori (grana, coloritura e venatura) e quelli
essenziali della specie prescelta, come indicato negli articoli precedenti.
Prima di cominciare i lavori, qualora l'Amministrazione appaltante non abbia provveduto prima
dell'appalto, l'Appaltatore dovrà preparare a sue spese i campioni dei vari marmi o pietre e delle loro
lavorazioni, e sottoporli all'approvazione della Direzione Lavori, alla quale spetterà in maniera
esclusiva di giudicare se essi corrispondono alle prescrizioni. Detti campioni, debitamente
contrassegnati, resteranno depositati negli uffici della Direzione, quali termini di confronto e di
riferimento.
Per quanto riguarda il riferimento con le dimensioni di ogni opera nelle sue parti componenti, la
Direzione Lavori ha la facoltà di prescrivere le misure dei vari elementi di un'opera qualsiasi
(rivestimento, copertina, cornice, pavimento, colonna, ecc.), la formazione e disposizione dei vari
conci e lo spessore delle lastre, come pure di precisare gli spartiti, la posizione dei giunti, la
suddivisione dei pezzi, l'andamento della venatura, ecc., secondo i particolari disegni costruttivi che la
stessa Direzione Lavori potrà fornire all'Appaltatore all'atto di esecuzione, e quest'ultimo avrà l'obbligo
di uniformarsi a tali norme, come ad ogni altra disposizione circa la formazione di modanature,
scorniciature, gocciolatoi, ecc.
Per le opere di una certa importanza, la Direzione Lavori potrà, prima che esse vengano iniziate,
ordinare ell'Appaltatore la costruzione di modelli di gesso, anche in scala al vero, con il loro
collocamento in sito, nonché l'esecuzione di tutte le modifiche necessarie, il tutto a spese
dell'Appaltatore stesso, sino ad ottenere l'approvazione, prima di procedere all'esecuzione della
particolare fornitura.
Per tutte le opere infine è fatto obbligo all'Appaltatore di rilevare e controllare, a propria cura e spese,
la corrispondenza delle varie opere ordinate dalla Direzione Lavori alle strutture rustiche esistenti, e di
segnalare tempestivamente a quest'ultima ogni divergenza od ostacolo, restando esso Appaltatore in
caso contrario unico responsabile della perfetta rispondenza dei pezzi all'atto della posa in opera.
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Esso avrà pure l'obbligo di apportare alle stesse, in corso di lavoro, tutte quelle modifiche che
potessero essere richieste dalla Direzione Lavori.
Le opere in marmo dovranno avere quella perfetta lavorazione che è richiesta dall'opera stessa,
congiunzioni senza risalti e piani perfetti.
Salvo contraria disposizione, i marmi dovranno essere di norma lavorati in tutte le facce viste a pelle
liscia, arrotate e pomiciate.
I marmi colorati dovranno presentare in tutti i pezzi le precise tinte e venature caratteristiche della
specie prescelta.
Potranno essere richiesti, quando la loro venatura si presti, con la superficie vista a spartito
geometrico, a macchia aperta a libro o comunque giocata.
La pietra da taglio da impiegare nelle costruzioni dovrà presentare la forma e le dimensioni di
progetto, ed essere lavorata, secondo le prescrizioni che verranno impartite dalla Direzione all'atto
dell'esecuzione, nei seguenti modi:
a) a grana grossa;
b) a grana ordinaria;
c) a grana mezza fina;
d) a grana fina.
Per pietra da taglio a grana grossa si intenderà quella lavorata semplicemente con la grossa punta
senza fare uso della martellina per lavorare le facce viste, nè dello scalpellino per ricavarne gli spigoli
netti.
Verrà considerata come pietra da taglio a grana ordinaria quella le cui facce viste saranno lavorate
con la martellina a denti larghi.
La pietra da taglio s'intenderà lavorata a grana mezza fina e a grana fina, se le facce predette
saranno lavorate con la martellina a denti mezzani e, rispettivamente, a denti finissimi.
In tutte le lavorazioni, esclusa quella a grana grossa, le facce esterne di ciascun concio della pietra da
taglio dovranno avere gli spigoli vivi e ben cesellati per modo che le connessure fra concio e concio
non eccedano la larghezza di mm 5 per la pietra a grana ordinaria e di mm 3 per le altre.
Qualunque sia il genere di lavorazione delle facce viste, i letti di posa e le facce di combaciamento
dovranno essere ridotti a perfetto piano e lavorate a grana fina. Non saranno tollerate nè smussature
agli spigoli, nè cavità alle facce, nè stuccature in mastice o rattoppi. La pietra da taglio che
presentasse tali difetti verrà rifiutata e l'Appaltatore sarà in obbligo di sostituirla immediatamente,
anche se le scheggiature od ammanchi si verificassero dopo il momento della posa in opera, e ciò fino
al collaudo.
La pietra artificiale, ad imitazione naturale, sarà costituita da conglomerato cementizio, formato con
cementi adatti, sabbia silicea, ghiaino scelto sottile lavato, e graniglia della stessa pietra naturale che
s'intende imitare. Il conglomerato così formato sarà gettato entro apposite casseforme, costipandolo
poi mediante battitura a mano o pressione meccanica.
Il nucleo sarà dosato con non meno di q.li 3,5 di cemento Portland per ogni mc. di impasto e non
meno di q.li 4,0 quando si tratti di elementi sottili, capitelli, targhe e simili. Le superfici in vista, che
dovranno essere gettate contemporaneamente al nucleo interno, saranno costituite, per uno spessore
non inferiore a cm. 2, impasto più ricco formato con cemento bianco, graniglia di marmo, terre
colorate e polvere della pietra naturale che si deve imitare.
Le stesse superfici saranno lavorate all'utensile, dopo perfetto indurimento, in modo da presentare
struttura identica, per l'apparenza della grana, tinta e lavorazione, alla naturale imitata. Inoltre la parte
superficiale sarà gettata con dimensioni esuberanti rispetto a quelle definitive, in modo che queste
ultime possano poi ricavarsi asportando materia a mezzo di utensili da scalpellino, essendo vietate in
modo assoluto le stuccature, le tassellature ed in generale le aggiunte di materiale.
I getti saranno opportunamente armati con tondini di ferro e lo schema dell'armatura dovrà essere
preventivamente approvato dalla Direzione Lavori.
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Per la posa in opera dei getti sopra descritti valgono le stesse prescrizioni indicate per i marmi in
genere.
La dosatura e la stagionatura degli elementi di pietra artificiale devono essere tali che il conglomerato
soddisfi alle seguenti condizioni:
1° inalterabilità agli agenti atmosferici;
2° resistenza alla rottura per schiacciamento superiore a kg. 300 per cmq. dopo 28 giorni;
3° le sostanze colorate adoperate nella miscela non dovranno agire chimicamente sui cementi sia
con azione immediata che con azione lenta e differita; non conterranno quindi acidi, nè anilina, nè
gesso; non daranno aumento di volume durante la presa nè la successiva sfioritura e saranno
resistenti alla luce.
La pietra artificiale, da gettare sul posto come paramento di ossature grezze, sarà formata da rinzaffo
ed arricciatura in malta cementizia, e successivo strato di malta di cemento, con colori e graniglia
della stessa pietra naturale da imitare.
Quando tale strato debba essere sagomato per formazione di cornici, oltre che a soddisfare tutti quei
requisiti sopra indicati, dovrà essere confezionato ed armato nel modo più idoneo per raggiungere la
perfetta adesione alle murature sottostanti, che saranno state in precedenza debitamente preparate,
rese nette e lavate abbondantemente dopo profonde incisioni dei giunti con apposito ferro.
Le facce viste saranno poi ottenute in modo perfettamente identico a quello della pietra preparata fuori
opera, nel senso che saranno ugualmente ricavate dallo strato esterno a graniglia, mediante i soli
utensili di scalpellino o marmista, vietandosi in modo assoluto ogni opera di stuccatura, riporti, ecc.
ART. 75.
INFISSI IN LEGNO
Per l'esecuzione dei serramenti od altri lavori in legno l'Appaltatore dovrà servirsi di una ditta
specializzata e ben accetta alla Direzione Lavori. Essi saranno sagomati e muniti degli accessori
necessari, secondo i disegni di dettaglio, i campioni e le indicazioni che darà la Direzione Lavori.
Il legame dovrà essere perfettamente lavorato e piallato e risultare, dopo ciò, dello spessore richiesto,
intendendosi che le dimensioni dei disegni e degli spessori debbono essere quelli del lavoro ultimato,
né saranno tollerate eccezioni a tale riguardo.
I serramenti e gli altri manufatti saranno piallati e raspati con carta vetrata e pomice in modo da fare
scomparire qualsiasi sbavatura. E' proibito inoltre assolutamente l'uso del mastice per coprire difetti
naturali del legno o difetti di costruzione.
Le unioni dei ritti con traversi saranno eseguiti con le migliori regole d'arte; i riti saranno continui per
tutta l'altezza del serramento, ed i traversi collegati a dente di mortisa, con caviglie di legno duro e con
biette, a norma delle indicazioni che darà la Direzione Lavori.
I denti e gli incastri a maschio e femmina dovranno attraversare dall'una all'altra parte i pezzi in cui
verranno calettati, e le linguette avranno comunemente la grossezza di 1/3 del legno e saranno
incollate.
Nei serramenti ed altri lavori a specchiatura, i pannelli saranno uniti ai telai ed ai traversi intermedi
mediante scanalature nei telai e linguette nella specchiatura, con sufficiente riduzione dello spessore
per non indebolire soverchiamente il telaio. Fra le estremità della linguetta ed il fondo della
scanalatura deve lasciarsi un giuoco per consentire i movimenti del legno e della specchiatura.
Nelle fodere dei serramenti e dei rivestimenti, a superficie liscia o perlinata, le tavole di legno saranno
connesse, a richiesta della Direzione Lavori, o a dente e canale ed incollatura, oppure a canale unite
dall'apposita animella o linguetta di legno duro incollata a tutta lunghezza.
Le battute delle porte senza telaio verranno eseguite a risega, tanto contro la mazzetta quanto fra le
imposte.
Le unioni delle parti delle opere in legno e dei serramenti verranno fatte con viti; i chiodi o le punte di
Parigi saranno consentiti solo quando sia espressamente indicato dalla Direzione Lavori.
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Tutti gli accessori, ferri ed apparecchi di chiusura, di sostegno, di manovra, ecc., dovranno essere,
prima della loro applicazione, accettati dalla Direzione Lavori. La loro applicazione ai vari manufatti
dovrà venire eseguita a perfetto incastro, in modo da non lasciare alcuna discontinuità, quando sarà
possibile mediante bulloni a viti.
Quando trattasi di serramenti da aprire e chiudere, ai telai maestri od ai muri dovranno essere sempre
assicurati appositi ganci, catenelle od altro, che, mediante opportuni occhielli ai serramenti, ne fissino
la posizione quando i serramenti stessi debbono restare aperti. Per ogni serratura di porta od uscio
dovranno essere consegnate due chiavi.
A tutti i serramenti ed altre opere in legno, prima del loro collocamento in opera e previa accurata
pulitura a raspa e carta vetrata, verrà applicata una prima mano di olio di lino cotto accuratamente
spalmato in modo che il legname ne resti bene impregnato. Essi dovranno conservare il loro colore
naturale e, quando la prima mano sarà ben essiccata, si procederà alla loro posa in opera e quindi
alla loro pulitura con pomice e carta vetrata.
Per i serramenti e le loro parti saranno osservate tutte le prescrizioni che saranno impartite dalla
Direzione Lavori all'atto pratico.
Resta inoltre stabilito che quando l'ordinazione riguarda la fornitura di più serramenti, appena avuti i
particolari per la costruzione di ciascun tipo, l'Appaltatore dovrà allestire il campione di ogni tipo che
dovrà essere approvato dalla Direzione Lavori e verrà depositato presso di essa. Detti campioni
verranno posti in opera per ultimi quando tutti gli altri serramenti saranno stati presentati ed accettati.
Ciascun manufatto in legno o serramento prima dell'applicazione della prima mano d'olio cotto dovrà
essere sottoposto all'esame ed all'accettazione provvisoria della Direzione Lavori, la quale potrà
rifiutare tutti quelli che fossero stati verniciati o coloriti senza tale accettazione.
L'accettazione dei serramenti e delle altre opere in legno non è definitiva se non dopo che siano stati
posti in opera, e se, malgrado ciò i lavori andassero poi soggetti a fenditure e screpolature,
incurvamenti e dissesti di qualsiasi specie, prima che l'opera sia definitivamente collaudata,
l'Appaltatore sarà obbligato a rimediarvi, cambiando a sue spese i materiali e le opere difettose.
ART. 76.
OPERE IN FERRO
Nei lavori in ferro, questo deve essere lavorato diligentemente con maestria, regolarità di forme e
precisione di dimensioni, secondo i disegni che fornirà la Direzione Lavori, con particolare attenzione
nelle saldature e bolliture. I fori saranno tutti eseguiti col trapano; le chiodature, ribaditure, ecc.
dovranno essere perfette, senza sbavature; i tagli essere rifiniti a lima.
Saranno rigorosamente rifiutati tutti quei pezzi che prestino imperfezione od indizio d'imperfezione.
Ogni pezzo od opera completa in ferro dovrà essere fornita a piè d'opera colorita a minio.
Per ogni opera in ferro, a richiesta della Direzione Lavori, l'Appaltatore dovrà presentare il relativo
modello, per la preventiva approvazione.
L'Appaltatore sarà in ogni caso obbligato a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le misure
esatte delle diverse opere in ferro, essendo egli responsabile degli inconvenienti che potessero
verificarsi per l'omissione di tale controllo.
In particolare si prescrive:
Inferriate, Cancellate, Cancelli, ecc.
Saranno costruiti a perfetta regola d'arte, secondo i tipi che verranno indicati all'atto esecutivo. Essi
dovranno presentare tutti i regoli ben dritti, spianati ed in perfetta composizione. I tagli delle
connessure per i ferri incrociati mezzo a mezzo dovranno essere della massima precisione ed
esattezza, ed il vuoto di uno dovrà esattamente corrispondere al pieno dell'altro, senza la minima
ineguaglianza o discontinuità.
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Le inferriate con i regoli intrecciati ad occhio non presenteranno nei buchi, formati a fuoco, alcuna
fessura.
In ogni caso l'intreccio dei ferri dovrà essere munito di occhi, in modo che nessun elemento possa
essere sfilato.
I telai saranno fissati ai ferri di orditura e saranno muniti di forti grappe ed arpioni, ben inchiodati ai
regoli di telaio, in numero, dimensioni e posizioni che verranno indicate.
ART. 77.
TUBAZIONI
Le tubazioni in genere, del tipo e dimensioni prescritte, dovranno avere le caratteristiche di cui agli
articoli precedenti e seguire il minimo percorso compatibile con il buon funzionamento di esse e con le
necessità dell'estetica; dovranno evitare, per quanto possibile, gomiti, cambiamenti di sezione ed
essere collocate in modo da non ingombrare e da essere facilmente ispezionabili, specie in
corrispondenza a giunti, sifoni, ecc. Inoltre quelle di scarico dovranno permettere il rapido e completo
smaltimento delle materie, senza dar luogo ad ostruzioni, formazioni di depositi ed altri inconvenienti.
Le condutture interrate all'esterno dell'edificio dovranno ricorrere ad una profondità di almeno m. 1
sotto il piano stradale; quelle orizzontali nell'interno dell'edificio dovranno, per quanto possibile,
mantenersi distaccate, sia dai muri che dal fondo delle incassature, di 5 cm. almeno (evitando di
situarle sotto i pavimenti e nei soffitti), ed infine quelle verticali (colonne) anch'esse lungo le pareti,
disponendole entro apposite incassature praticate nelle murature, di ampiezza sufficiente per
eseguire le giunzioni, ecc., e fissandole con adatti sostegni.
Quando le tubazioni siano soggette a pressione, anche per breve tempo, dovranno essere sottoposte
ad una pressione di prova uguale da 1,5 a 2 volte la pressione di esercizio, a seconda delle
disposizioni della Direzione Lavori.
Circa la tenuta, tanto le tubazioni a pressione che quelle a pelo libero dovranno essere provate prima
della loro messa in funzione, a cura e spese dell'Appaltatore, e nel caso si manifestassero delle
perdite, anche di lieve entità, dovranno essere riparate rese stagne a tutte spese di quest'ultimo.
Così pure sarà a carico dell'Appaltatore la riparazione di qualsiasi perdita od altro difetto che si
manifestasse nelle varie tubazioni, pluviali, docce, ecc., anche dopo la loro entrata in esercizio e sino
al momento del collaudo, compresa ogni opera di ripristino.
Tutte le condutture non interrate dovranno essere fissate e sostenute con convenienti staffe, cravatte,
mensole, grappe o simili, in numero tale di garantire il loro perfetto ancoraggio alle strutture di
sostegno. Tali sostegni, eseguiti di norma in ferro o ghisa malleabile, dovranno essere in due pezzi,
snodati a cerniera o con fissaggio a vite, in modo da permettere la rapida rimozione del tubo, ed
essere posti a distanze non superiori a m. 1.
Le condutture interrate poggeranno, a seconda delle disposizioni della Direzione Lavori, o su baggioli
isolati in muratura di mattoni, o su letto costituito da massetto di calcestruzzo, di gretonato, pietrisco,
ecc., che dovrà avere forma tale da ricevere perfettamente la parte inferiore del tubo per almeno 60°;
in ogni caso detti sostegni dovranno avere dimensioni tali da garantire il mantenimento delle tubazioni
nella esatta posizione stabilita.
Nel caso in cui i tubi poggino su sostegni isolati, il rinterro dovrà essere curato in modo particolare.
Tubazioni in cloruro di polivinile
Potranno essere, a seconda dell'uso cui sono destinate, dei tipi e con le caratteristiche descritte ai
precedenti articoli del presente Capitolato Speciale.
Le giunzioni ed i raccordi potranno essere del tipo rigido ad incollaggio e/o saldatura, del tipo a
manicotto filettato, del tipo a flange o del tipo con guarnizione ad anello di gomma; la scelta del tipo di
giunzione e/o raccordo sarà fatta, se non diversamente disposto dai disegni di progetto, dalla
Direzione Lavori.
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Tubi in polietilene
Potranno essere del tipo normale o del tipo pesante, secondo quanto previsto nei disegni di progetto e
nell'Elenco dei Prezzi, e dovranno avere i requisiti descritti nel presente Capitolato Speciale e le
giunzioni ed i raccordi saranno del tipo con raccordi di bronzo.
ART. 78.
OPERE DA PITTORE
Qualunque tinteggiatura, coloritura o verniciatura dovrà essere preceduta da una conveniente ed
accuratissima preparazione delle superfici, e precisamente da raschiature, scrostature, stuccature,
eventuali riprese di spigoli e tutto quanto occorre per uguagliare le superfici medesime.
Successivamente le dette superfici dovranno essere perfettamente levigate con carta vetrata e,
quando trattasi di coloriture o verniciature, nuovamente stuccate, indi pomiciate e lisciate, previa
imprimitura, con modalità e sistemi atti ad assicurare la perfetta riuscita del lavoro.
Speciale riguardo dovrà aversi per le superfici da rivestire con vernici. Per le opere in legno, la
stuccatura ed imprimitura dovrà essere fatta con mastici adatti, e la levigatura e rasatura delle
superfici dovrà essere perfetta.
Per le opere metalliche la preparazione delle superfici dovrà essere preceduta dalla raschiatura delle
parti ossidate.
Le tinteggiature, coloriture e verniciature dovranno, se richieste, essere anche eseguite con colori
diversi su una stessa parete, complete di filettature, zoccoli e quant'altro occorre per l'esecuzione dei
lavori a regola d'arte.
La scelta dei colori è dovuta al criterio insindacabile della Direzione Lavori e non sarà ammessa
alcuna distinzione tra i colori ordinari e colori fini, dovendosi in ogni caso fornire i materiali più fini e
delle migliori qualità.
Le successive passate di coloriture ad olio e verniciature dovranno essere di tonalità diverse, in modo
che sia possibile, in qualunque momento, controllare il numero delle passate che sono state applicate.
In caso di contestazione, qualora l'Appaltatore non sia in grado di dare dimostrazione del numero di
passate effettuate, la decisione sarà a sfavore dell'Appaltatore stesso. Comunque esso ha l'obbligo,
dopo l'applicazione di ogni passata e prima di procedere alla esecuzione di quella successiva, di farsi
rilasciare dal personale della Direzione una dichiarazione scritta.
Prima d'iniziare le opere da pittore, l'Appaltatore ha, inoltre, l'obbligo di eseguire, nei luoghi e con le
modalità che le saranno prescritte, i campioni dei vari lavori di rifinitura, sia per la scelta delle tinte che
per il genere di esecuzione, e di ripeterli eventualmente con le varianti richieste, sino ad ottenere
l'approvazione della Direzione Lavori. Essa dovrà, infine, adottare ogni precauzione mezzo atti ad
evitare spruzzi o macchie di tinte o vernici sulle opere finite (pavimenti, infissi, ecc.) restando a suo
carico ogni lavoro necessario a riparare i danni eventualmente arrecati.
ART. 79.
IMPIANTO IDROSANITARIO
L'impianto idrosanitario dovrà essere realizzato nel rispetto delle prescrizioni progettuali, di contratto e
di capitolato e con la scrupolosa osservanza delle leggi, decreti, circolari, norme e disposizioni
nazionali e locali, vigenti all'atto dell'esecuzione dell'impianto stesso.
Le tubazioni dell'impianto idrico sanitario, nei tipi prescritti, dovranno avere i requisiti, saranno poste in
opera con le modalità descritte nei precedenti articoli del presente Capitolato Speciale e, dovranno,
altresì, essere collocate, di regola, non in vista e qualora non fosse possibile l'incasso delle murature,
dovranno essere realizzati appositi cavedi a cura e spese dell'Appaltatore.
Prima della chiusura delle tracce e dell'esecuzione dei pavimenti, intonaci e rivestimenti dovrà essere
effettuata la prova idraulica dell'impianto con pressione non inferiore a 1,5 - 2 volte quella
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
dell'esercizio mantenuta costante per almeno 24 ore continue; durante la prova idraulica dovranno
ispezionarsi accuratamente le tubazioni ed i giunti e qualora si verificassero perdite od altri
inconvenienti si dovrà procedere alle necessarie riparazioni e ripetere nuovamente la prova interrotta.
La prova idraulica sarà eseguita a cura e spese dell'Appaltatore, e la Direzione ne redigerà un
regolare verbale in contraddittorio con l'Appaltatore stesso; se la prova avrà dato esito positivo, nel
verbale si dichiarerà accettato il tratto di tubazione provato e dopo i trattamenti protettivi e di
identificazione potrà procedersi al rinterro dei cavi e/o alla chiusura delle tracce e/o dei cavedi.
I prezzi di elenco comprendono tutto quanto necessario (fornitura, opera, prestazione, ecc.) per dare
l'impianto completo e funzionante a perfetta regola d'arte.
L'Appaltatore, così come previsto nel presente Capitolato Speciale, fino all'approvazione del collaudo
da parte dell'Amministrazione appaltante è ritenuto responsabile della perfetta integrità e funzionalità
dell'impianto stesso ed è, quindi, obbligato ad intervenire, se necessario, per effettuare riparazioni,
sostituzioni, o reintegri conseguenti anche a danni od asportazioni da chiunque e per qualunque
ragione causati.
La collocazione degli apparecchi sanitari, delle rubinetterie e degli accessori vari dovrà essere
effettuata in modo da assicurare la montabilità ed accessibilità anche in funzione di successive ed
eventuali operazioni di sostituzione e/o manutenzione; la collocazione degli apparecchi a pavimento
quali vasi e bidè dovrà essere effettuata per mezzo di viti in ottone cromato o in acciaio inossidabile
su tasselli con tassativa esclusione di fissaggi con qualsiasi genere di malta.
Gli apparecchi igienico-sanitari e le rubinetterie dovranno avere rispettivamente i requisiti di cui ai
precedenti articoli del presente capitolato.
Tutti gli apparecchi sanitari dovranno essere muniti di apposito sifone dello stesso diametro della
piletta con la quale sarà collegato; il diametro della piletta e dei sifoni saranno tali da garantire uno
svuotamento rapido dei relativi apparecchi.
L'Appaltatore è tenuto, altresì, a presentare, entro 30 giorni dall'ultimazione dell'impianto, n. 2 copie
dei disegni dell'impianto eseguito con l'indicazione quotata di tutta la rete e di ogni altro particolare
atto a documentare con esattezza l'intero impianto.
ART. 80.
COLLOCAMENTO IN OPERA DEI MATERIALI
La posa in opera di qualsiasi materiale, apparecchio o manufatto consisterà in genere nel suo
prelevamento dal luogo di deposito, nel suo trasporto in sito (intendendosi con ciò tanto il trasporto in
piano o in pendenza, che il sollevamento in alto o la discesa in basso, il tutto eseguito con qualsiasi
sussidio o mezzo meccanico, opera provvisionale, ecc.), nonché nel collocamento nel luogo esatto di
destinazione, a qualunque altezza o profondità ed in qualsiasi posizione, ed in tutte le opere
conseguenti (tagli di strutture, fissaggio, adattamento, stuccature e riduzioni in pristino).
L'Appaltatore ha l'obbligo di eseguire il collocamento di qualsiasi opera od apparecchio che gli venga
ordinato dalla Direzione Lavori, anche se forniti da altre Ditte.
Il collocamento in opera dovrà eseguirsi con tutte le cure e cautele del caso; il materiale o manufatto
dovrà essere convenientemente protetto, se necessario, anche dopo collocato, essendo l'Appaltatore
unico responsabile dei danni di qualsiasi genere che potessero essere arrecati alle cose poste in
opera, anche dal solo traffico degli operai durante e dopo l'esecuzione dei lavori, sino al loro termine e
consegna, anche se il particolare collocamento in opera si svolge sotto la sorveglianza o assistenza
del personale di altre Ditte, fornitrici del materiale o del manufatto.
I manufatti in ferro, quali infissi di porte, finestre, vetrate, ecc., saranno collocati in opera con gli stessi
accorgimenti e cure, per quanto applicabili, prescritti per le opere in legno.
Nel caso di infissi di qualsiasi tipo muniti di controtelaio, l'Appaltatore avrà l'obbligo, a richiesta della
Direzione Lavori, di eseguirne il collocamento in opera anticipato, a murature rustiche.
Il montaggio in sito e collocamento delle opere di grossa carpenteria dovrà essere eseguito da operai
specialisti in numero sufficiente affinché il lavoro proceda con la dovuta celerità. Il montaggio dovrà
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
essere fatto con la massima esattezza, ritoccando opportunamente quegli elementi che non fossero a
perfetto contatto reciproco e tenendo opportuno conto degli effetti delle variazioni termiche.
Dovrà tenersi presente infine che i materiali componenti e le opere di grossa carpenteria, ecc.,
debbono essere tutti completamente ricuperabili, senza guasti né perdite.
ART. 81.
LAVORI EVENTUALI NON PREVISTI
Per l'esecuzione di categorie di lavoro non previste e per le quali non siano stati convenuti i relativi
prezzi, o si procederà al concordamento dei nuovi prezzi con le norme degli articoli 21 e 22 del
Regolamento 25 maggio 1895, n. 350, ovvero si provvederà in economia con operai, mezzi d'opera e
provviste forniti dall'Appaltatore (a norma dell'art. 19 dello stesso Regolamento) o da terzi. In tale
ultimo caso l'Appaltatore, a richiesta della Direzione, dovrà effettuare i relativi pagamenti, sull'importo
dei quali sarà corrisposto l'interesse del 6% all'anno, secondo le disposizioni dell'art. 28 del Capitolato
Generale.
Gli operai forniti per le opere in economia dovranno essere idonei ai lavori da eseguirsi e provvisti dei
necessari attrezzi.
Le macchine ed attrezzi dati a noleggio dovranno essere in perfetto stato di servibilità e provvisti di
tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento.
Saranno a carico dell'Appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine e le eventuali
riparazioni, in modo che essi siano sempre in buono stato di servizio.
I mezzi di trasporto per i lavori in economia dovranno essere forniti in pieno stato di efficienza.
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI
67
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO V
IMPIANTI MECCANICI CRITERI DI PROGETTAZIONE
IMPIANTI MECCANICI CRITERI DI PROGETTAZIONE
68
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 82.
PRESCRIZIONI GENERALI
L'impresa è obbligata all'osservanza di ogni legge, decreto o regolamento vigente o che sia emanato
in corso d'opera in tema di assicurazioni sociali e di pubblici lavori che abbia comunque applicabilità
con i lavori di cui trattasi, compresi i regolamenti e le prescrizioni comunali sollevando la Stazione
Appaltante da qualsiasi conseguenza che dovesse derivare dal mancato rispetto di dette norme.
Rimane espressamente convenuto che sono da applicarsi tutte le leggi ed i regolamenti in vigore ed in
particolare si richiamano:
Norme sulla sicurezza del lavoro D.P.R. n.547 del 27.04.1955,
Norme generali per I'igiene del lavoro D.P,R. n.303 del 19.03.1956;
D.P.R. n°164 del 07.01.1956 e - D.P.R. n°302 del 19.03.1956, D.L.G.S. 626 e s.m.i.;
Legge 13/07/1965 n° 615; D.P.R. 22/12/1970 n° 1391; Circolare Min. Interni n° 73 del 29/07/1975;
D.M. 01/12/1975; D.P.R. 28/06/1977 n° 1052; D.M. 10/03/1977; .
Circolare n° 13011 del 22/11/1974 «Requisiti fisico-tecnici per le costruzioni edilizie ospedaliere.
Proprietà termiche, idrometriche, di ventilazione e di illuminazione»
D.P.R. 14/01/1997 «Approvazione dell’atto d’indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province do
Trento e Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio
delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private»
Circolare n° 31 del 31/08/1978 «Norme di sicurezza per installazione di motori a combustione interna
accoppiati o macchina generatrice elettrica od a macchina operatrice»
Legge 05.03.1990 n°46 "Norme per la sicurezza degli impianti" e relativo Regolamento di attuazione.
Legge 09/01/1991 n° 10 D.P.R. 26/08/1993 n° 412 e relative norme UNI; Norme CEI per la parte
elettrica degli impianti;
Norme Tecniche emanate dagli Enti ed Associazioni Competenti (VV.FF., I.S.P.E.S.L., ecc.);
Capitolato programma tipo per gli impianti tecnologici del Ministero LL.PPD.M. 12/04/1996 «Regola
tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione e l’esercizio degli impianti termici
alimentati a gas metano»
Per le parti soggette ai regolamenti vigenti: ISPESL (ex ANCC), Ispettorato del Lavoro ecc.,
l'Appaltatore dovrà provvedere a fare eseguire tutte le prove e verifiche necessarie al fine di ottenere
l'autorizzazione al regolare esercizio.
Dovranno essere forniti all’AMMINISTRAZIONE. tutti i disegni di montaggio e d'officina di tutte le
apparecchiature che abbisognano di opere accessorie per la posa in opera, quali basamenti,
inserimenti nelle strutture edili, etc.
Oltre a quanto in precedenza, la Ditta dovrà redigere entro due mesi dalla ultimazione, quanto segue:
i disegni definitivi degli impianti, così come effettivamente realizzati, completi di piante,
sezioni, schemi, etc.; il tutto quotato, in modo da potere verificare in ogni momento le reti e gli
impianti stessi. Di tali disegni la Ditta deve fornire file completi, un controlucido e due copie
complete.
una monografia sugli impianti eseguiti, con tutti i dati tecnici, di taratura, istruzioni di messa in
funzione e norme di manutenzione.
Alla fine della monografia, in apposita cartella, saranno contenuti i depliant illustrativi delle singole
apparecchiature con le relative norme di installazione e funzionamento e per ogni macchina, un
elenco dei pezzi di ricambio consigliati dal costruttore per un periodo di funzionamento di due anni.
La Amministrazione prenderà in consegna gli impianti solo dopo l'ultimazione dei lavori e non appena
la Ditta avrà ottemperato a quanto previsto nelle presenti norme.
L'Amministrazione Appaltante si riserva la facoltà, ultimati gli impianti, di imporre alla Ditta la messa in
funzione degli stessi, rimanendo però essa Ditta unica responsabile e con la totale conduzione e
manutenzione ordinaria e straordinaria in completo carico della Ditta stessa, fino a quando non avrà
IMPIANTI MECCANICI CRITERI DI PROGETTAZIONE
69
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ottemperato a quanto previsto nel presente paragrafo, cioè fino a quando la Amministrazione
Appaltante potrà prendere in consegna l'impianto.
Restano esclusi dagli oneri della Ditta, in tale periodo, i soli costi di energia.
La garanzia sugli impianti, fissata in due anni, decorrerà dalla data di consegna ufficiale degli impianti
all’Amministrazione.
Gli impianti oltre che essere realizzati rispettando le norme di cui al presente capitolato, devono
essere eseguiti a regola d'arte, intendendosi indicare, con detto termine, tutte le norme più o meno
codificate di corretta esecuzione dei lavori.
Gli impianti devono realizzarsi il più possibile in conformità agli allegati di progetto; ogni discostamento
o modifica deve essere dettato da inconfutabili esigenze tecniche e comunque previa autorizzazione
scritta della D.L..
Qualora la Ditta avesse eseguito opere in difformità, senza la preventiva approvazione, è in facoltà
della D.L. ordinarne la demolizione e il rifacimento secondo progetto, senza che la ditta per questo
abbia diritto ad alcun compenso.
Opere da realizzare
Si provvederà alla realizzazione dei seguenti impianti:
impianto di condizionamento estivo ed invernale;
impianto estrazione aria dei servizi;
impianti idrici con acqua fredda e calda centralizzati;
impianti antincendio a idranti;
impianti di scarico acque reflue e piovane;
impianto gas medicali.
ART. 83.
CARATTERISTICHE PRINCIPALI
Le centrali tecnologiche per gli impianti termici e di condizionamento, elettrici, gas medicali e
antincendio, sono sottoposte a rigidi e inequivocabili vincoli normativi connessi alla sicurezza e
all’impatto ambientale; sono potenziali forme d’inquinamento ambientale per le emissioni gassose, per
il rumore, per gli scarichi liquidi; sono caratterizzate da elevati carichi statici.
Pertanto si deve tenere conto delle seguenti esigenze:
- Devono essere facilmente accessibili per la gestione e la manutenzione;
- Attivano una necessaria correlazione tra l’esterno e l’edificio;
- Devono essere allocate in aree di destinazione specifica.
I dati generali da prendere in considerazione per il sistema delle centrali tecnologiche sono:
ƒ
La portata dei solai e dei basamenti che deve essere compresa tra i 600 e 1.000 Kg/m2, in
funzione della destinazione d’uso;
ƒ
Pareti e solai in grado di sostenere apparecchiature, tubazioni, etc.;
Si dovrà realizzare il collegamento tra le centrali tecnologiche attraverso reti da installare in
controsoffitto e/o cavedii.
Dovranno essere assicurate anche aperture e vie di fuga direttamente sull’esterno.
Nell’ambito della progettazione delle centrali va considerato che quelle che richiedono i maggiori spazi
sono:
ƒ
la centrale termica e di produzione di acqua calda sanitaria;
ƒ
le sottocentrali di trattamento aria;
IMPIANTI MECCANICI CRITERI DI PROGETTAZIONE
70
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ƒ
i quadri elettrici principali;
ƒ
i gruppi elettrogeni e di continuità;
ƒ
le centrali di distribuzione dei gas medicali.
In generale per la centrale termica dovrà essere utilizzato il piano interrato con l’accesso a cielo libero.
Per i quadri generali spazi al piano interrato e, nei piani spazi in adiacenza ai percorsi verticali
(cavedi).
Per gli impianti di climatizzazione si può prevedere che circa l’80% della superficie necessaria possa
essere all’aperto sulla copertura.
Sono inoltre fondamentali:
ƒ
accessi preferenziali per la manutenzione e conseguente identificazione del percorso del
personale tecnico, indipendente da quelli del personale medico e paramedico;
ƒ
carichi dovuti ai macchinari sui solai dell’ordine di 300-400 Kg/mq;
ƒ
staffaggio degli impianti alle pareti e ai solai;
ƒ
insonorizzazione delle pareti;
ƒ
compartimentazione antincendio.
Per la distribuzione delle reti alle singole utenze, viene privilegiata la combinazione di due modalità:
ƒ “a vista”, che, seppur la meno gradita, ha i seguenti vantaggi:
ƒ facilità di manutenzione e immediatezza dell’individuazione del guasto (perdita, rottura);
ƒ
ƒ percezione diretta e visibilità dello stato generale dell’impiantistica;
con “installazione in controsoffitto”, i cui vantaggi possono ascriversi a:
ƒ buona accessibilità agli impianti;
ƒ buona flessibilità;
Dovranno essere previsti cavedi verticali con dimensioni tali da consentire il passaggio degli impianti.
ART. 84.
LIVELLI DI RUMORE AMMISSIBILI
Il livello di rumore prodotto dal funzionamento degli impianti negli ambienti interni non deve superare
di 3 dB(A) il valore di fondo; mentre per l’ambiente esterno circostante dovrà essere rispettato quanto
previsto dalla normativa vigente in materia, D.P.C.M. 01.03.1991, relativo ai “limiti massimi di
esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”, dalla circolare del 20.08.1991
n° 52126 recante le “Prime direttive concernenti l’applicazione del DPCM 1.3.91 ed aggiornamenti.
Sono ammessi valori più elevati in ambiente e fino a 45 dB (A) soltanto per i rumori di durata molto
breve, quali quelli generati da scarichi, flussometri ecc.
Tutti i motori dovranno essere dotati di silenziatori adeguati a determinare un livello di rumore non
superiore a 60 dB(A) alla distanza di 2 m in campo libero ferme restando le prescrizioni sui livelli di
rumore in ambiente.
I livelli di rumore in dB(A) devono essere misurati mediante un misuratore di livello sonoro rispondente
alle Norme CEI del 29 Gennaio 1958 e alle Norme IEC per i tipi non di precisione (pubblicazione 123).
Le misure debbono essere effettuate adoperando la curva di ponderazione A e il valore più elevato
della costante di tempo (posizione "slow").
La tolleranza ammessa sui valori misurati è quella che caratterizza la precisione dello strumento (vedi
norme CEI citate).
IMPIANTI MECCANICI CRITERI DI PROGETTAZIONE
71
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 85.
MISURE ANTIACUSTICHE
Gli impianti dovranno essere realizzati in modo da non generare negli ambienti occupati e
nell'ambiente esterno livelli sonori inaccettabili. In particolare, assunto preliminarmente in 32 dB(A) il
rumore di fondo nei locali abitabili dell’area oggetto di intervento, il funzionamento degli impianti interni
non dovrà comportare incrementi superiori a 3 dB(A).
In linea generale, pertanto, si potrà operare come segue:
a) Le apparecchiature dovranno essere di ottima qualità, con adeguato isolamento acustico per
bassa frequenza e le case fornitrici dovranno fornire dettagliate caratteristiche acustiche, da cui sia
possibile eseguire un accurato studio;
b) Le pompe di circolazione dovranno essere scelte correttamente e lavorare nelle condizioni ottimali.
Non dovranno essere utilizzati motori con velocità di rotazione superiore a 1.500 g/l', salvo esplicita
autorizzazione;
c) Quando necessario, dovranno essere previsti adeguati silenziatori o altri dispositivi sui canali;
d) Per evitare i rumori derivanti dalle dilatazioni delle tubazioni dovranno prevedersi dispositivi di
dilatazione con supporti che consentano tutti i possibili spostamenti;
e) Gli attraversamenti di solette e pareti saranno realizzati in modo tale da impedire la trasmissione di
rumori e vibrazioni alla struttura, prevedendo ad esempio guaine adeguate;
f) Le tubazioni dovranno essere fissate in modo da evitare la trasmissione di vibrazioni alla struttura.
Potranno essere interposti degli anelli in gomma; per evitare di comprimere eccessivamente la
gomma; i collari saranno previsti di due grandezze superiori al diametro delle tubazioni. Nel serraggio
del collare si dovrà tener conto anche delle dilatazioni. Per i diametri superiori a 2” gli antivibranti
dovranno essere comunque a molla;
g) Al fine di attenuare il rumore dovuto all'impatto dell'acqua nelle tubazioni di scarico e nelle colonne,
gli innesti sui collettori sub-orizzontali non dovranno avere un angolo superiore a 67°.
Nel caso in cui il rumore trasmesso dagli impianti ai locali occupati od all'esterno superi i valori
prescritti, dovranno essere presi adeguati provvedimenti per rientrare nei limiti.
ART. 86.
COLLAUDO IMPIANTI
Il collaudo definitivo dell'impianto dovrà accertare:
- che gli impianti ed i lavori siano conformi al progetto approvato;
- che siano verificate negli ambienti le condizioni climatiche e d’illuminamento di progetto;
- lo stato di isolamento dei conduttori;
- l’efficienza delle protezioni;
- l'efficienza delle prese di terra;
- la resistenza all'isolamento;
- la corretta esecuzione dei circuiti di protezione contro le tensioni di contatto
- quanto altro previsto dalle normative vigenti o ritenuto necessario dal Collaudatore.
L’appaltatore avrà l’onere durante tutte le verifiche ed i collaudi di fornire l’energia necessaria, i
combustibili, le maestranze, gli strumenti di misura, gli eventuali ripristini e quanto altro sia ritenuto
necessario da parte della D.L. e/o del Collaudatore.
L'Appaltatore dovrà, prima della stesura del certificato di collaudo, rilasciare la dichiarazione di
conformità degli impianti, come stabilito all'art. 9 della L. 5 marzo 1990 n° 46, comprendente una
relazione contenente tra l’altro la tipologia dei materiali impiegati; detta relazione sarà inoltre parte
integrante del progetto esecutivo di cantiere, con tutti gli elaborati di cui ai paragrafi “documentazione
finale"
IMPIANTI MECCANICI CRITERI DI PROGETTAZIONE
72
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO VI
TIPOLOGIE IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
TIPOLOGIE IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
73
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 87.
TIPOLOGIE D’IMPIANTO
Nelle degenze e locali assimilabili le condizioni di comfort ambientale, dovranno raggiungersi
adottando sistemi di condizionamento degli ambienti integrati nei controsoffitti, abbinati ad un sistema
di trattamento dell’aria esterna, condizionamento e filtrazione, che garantisca il soddisfacimento del
ricambio d’aria minimo, e assicuri la possibilità di rapidi adeguamenti degli stessi ai possibili
mutamenti dei locali. La soluzione impiantistica ricercata dovrà abbinare modalità di scambio termico
(radiante e convettivo) ad elevato grado di percezione del comfort ambientale, minimizzando le
differenze di temperatura tra le varie zone, che sono normalmente presenti all’interno degli ambienti
condizionati, con gli impianti normalmente in uso; quindi deve farsi particolare attenzione
all’eliminazione della fastidiosa sensazione di correnti d’aria che insorgono con l’adozione di sistemi
tradizionali.
Dal punto di vista architettonico è richiesto che tale tipologia di impianto non abbia influenza sulla
utilizzazione e configurazione degli spazi interni; si richiede cioè che la superficie utile degli ambienti
sia integralmente destinata allo svolgimento delle attività.
Nelle sale operatorie si richiede di realizzare un impianto di trattamento a tutt'aria esterna per ogni
sala operatoria; la distribuzione dell'aria dovrà essere particolarmente curata sia per quanto riguarda
il flusso all'intorno del teatro operatorio sia per la scelta del sistema di filtrazione e di sterilizzazione
dell'aria immessa. L'aria, prelevata direttamente dall'esterno, dovrà essere trattata centralmente e
distribuita nel locale da servire mediante canalizzazione ben coibentata, in modo da ridurre al minimo
le perdite passive di energia. Si richiede che ogni sala operatoria disponga di una propria unità di
trattamento, oltre quella a servizio dei locali annessi.
La tipologia d'impianto proposta dal concorrente deve consentire di ottenere:
o il massimo controllo delle condizioni termoigrometriche in ambiente;
o
l'ottimizzazione dei costi d'esercizio;
o
la riduzione di disservizi in caso di avaria o manutenzione;
o
il recupero totale d’energia contenuta nell’aria d’espulsione.
I locali annessi alle sale operatorie saranno serviti da unità di trattamento con caratteristiche
costruttive analoghe a quelle delle sale operatorie, ma indipendenti.
Ogni unità di trattamento aria dovrà essere costituita da: una serranda frontale in alluminio per la
presa aria esterna con alette contrapposte completa di rete antivolatile; una sezione filtri piani
ondulati con efficienza 80% e spessore delle celle 100 mm, per il preliminare filtraggio; una sezione
ventilante di ripresa con recuperatore a doppie batterie e sistema di circolazione, come descritto in
altra sezione; una sezione con filtri a tasche rigide aventi efficienza 85%; due batterie in tubi di rame
ed alette in alluminio, per il riscaldamento invernale e il raffreddamento estivo; una sezione di
umidificazione a vapore, con separatore di gocce in acciaio inox a 4 pieghe; una batteria in tubi di
rame ed alette in alluminio, per il post-riscaldamento; due sezioni ventilanti (mandata e ripresa) con
motori elettrici trifase con inverter; una sezione silenziatore.
Da ogni unità di trattamento avranno origine i canali di distribuzione che saranno costituiti con
pannelli in poliesacianato estrusi tra due fogli d’alluminio/acciaio inox.
Per l'immissione dell'aria in ogni sala operatoria e per i locali annessi dovrà prevedersi l'adozione di
cassonetti filtranti con filtri del tipo piani assoluti. I filtri dovranno consentire una filtrazione spinta
dell'aria, con resa di separazione del 99,995% nella zona immediatamente a monte dell'ambiente
servito, con la massima garanzia sulla possibilità d'inquinamenti.
Dell'aria immessa in ambiente, attraverso i diffusori, soltanto l'80% dovrà essere espulsa all'esterno,
in modo da garantire costantemente la sovrappressione della sala operatoria rispetto ai locali
circostanti. Il sistema di recupero dell’energia termica contenuta nell’aria sarà a doppie batterie.
Le stanze medici e gli ambienti destinati alla ricezione ed all’attesa del pubblico saranno dotate,
di un impianto ad aria primaria e ventilconvettori del tipo a cassetta in controsoffitto, con aria primaria
sottoposta a doppio grado di filtrazione.
TIPOLOGIE IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
74
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Tutti i servizi igienici devono essere dotati d'impianto d'estrazione d'aria a mezzo di valvole di
aspirazione. L’impianto sarà costituito da canali come i precedenti ed estrattori a cassone, se non
direttamente convogliata sui recuperatori di calore. L'aria estratta deve pervenire ai servizi dagli
ambienti circostanti con l'interposizione di griglie di transito.
Il recupero energetico sarà ottenuto mediante recuperatori a flusso incrociato, attraverso i quali si
farà passare sia l'aria esterna che quella di espulsione; in tal modo si ottiene il recupero del calore
contenuto nell'aria di espulsione, realizzato mediante l'utilizzo di scambiatori a flusso incrociato ariaaria, con pacchi alettati, posti direttamente sulle unità di trattamento dell’aria.
L’impianto dovrà essere dotato di caldaie e di refrigeratori, per la produzione del fluido termovettore,
del tipo monoblocco con raffreddamento ad aria e compressori alternativi, utilizzo di gas refrigerante
ecologico.
Gli impianti dovranno prevedere un sistema di regolazione del tipo digitale; con possibilità di
collegamento ad un sistema di supervisione generale dell’edificio. Il sistema dovrà consentire il
controllo e la regolazione dei parametri climatici richiesti per ogni singolo ambiente.
ART. 88.
RIFERIMENTI NORMATIVI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
•
Legge regionale 06/02/00.
•
EN 737-1-2-3: progettazione gas medicali.
•
ASHRAE: HVAC System 1992.
•
ASHRAE: Fundamentals 1993.
•
ASAPIA: Guide tercniche 1 e 2.
•
Legge Regionale 31 del 11/07/97.
•
Linee guida alle sale operatorie : proposta del 22/06/99.
•
Circolare Ministero LLPP 13011 del 22/11/74: Requisiti fisico-tecnici per le costruzioni edilizie
ospedaliere e prescrizioni locali.
•
DPR 14/02/1997: requisiti tecnico strutturali e tecnologici per l’esercizio delle attività sanitarie.
•
D.M. 10.02.1977 – Determinazione delle zone climatiche e dei valori minimi e massimi dei relativi
coefficienti volumici globali di dispersione termica.
•
Decreto 30.07.1986 – Aggiornamento dei coefficienti di dispersione termica degli edifici.
•
Legge 18.11.1983 n.645 – Disposizioni per l’esercizio degli impianti di riscaldamento.
•
Legge 09.01.1991 n.10 – Norme per l’attuazione del piano energetico nazionale in materia d’uso
razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili d’energia.
•
D.P.R. 26.08.1993 n.412 – Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione,
l’esecuzione e la manutenzione degli impianti termici degli edifici al fine del contenimento dei
consumi di energia, in attuazione all’art.4, comma 4, della Legge 09.01.1991 n.10.
•
Norme UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione):
•
UNI 7357: Calcolo del fabbisogno termico degli edifici.
•
UNI 7357 – Calcolo del fabbisogno termico per il riscaldamento di edifici.
•
UNI 10375: Metodo di calcolo della temperatura interna estiva negli ambienti.
TIPOLOGIE IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
75
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
•
UNI 10339 – Requisiti degli impianti di climatizzazione: qualità e movimento dell’aria, condizioni
termiche ed idrometriche.
•
Appendice A, B, C, D ed E alle normative UNI 10339.
•
UNI 10344 – Riscaldamento degli edifici – Calcolo del fabbisogno di energia.
•
UNI 10345 – Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Trasmittanza termica dei componenti
edilizi finestrati – Metodo di calcolo.
•
UNI 10346 – Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Scambi di energia termica tra terreno
e edificio – Metodo di calcolo.
•
UNI 10347 – Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Energia termica scambiata tra una
tubazione e l’ambiente circostante – Metodo di calcolo.
•
UNI 10348 – Riscaldamento degli edifici – Rendimenti dei sistemi di riscaldamento – Metodo di
calcolo.
•
UNI 10349 – Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Dati climatici.
•
UNI 10376 – Isolamento termico degli impianti di riscaldamento e raffrescamento degli edifici.
•
UNI 10379 – Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Procedure per l’individuazione dei
limiti per lo svolgimento delle verifiche per il fabbisogno energetico convenzionalmente
normalizzato.
•
UNI 8855: Riscaldamento a distanza.
•
Norma EN 737-3 (ottobre 2000) Impianti di distribuzione dei gas medicali – Impianti per gas
medicali compressi e per vuoto.
•
Decreto Ministeriale dell’Interno 18 settembre 2002 – Approvazione della regola tecnica di
prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie
pubbliche e private.
•
- Decreto 31 Marzo 2003 - Requisiti di reazione al fuoco dei materiali costituenti le condotte di
distribuzione e ripresa dell aria degli impianti di condizionamento e ventilazione;
•
- UNI ENV 12097:1999 -Ventilazione negli edifici - Rete delle condotte. Requisiti relativi ai
componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte;
•
- UNI 10339:1995 - Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti.
•
- UNI EN ISO 14644-1-2 -Classificazione della pulizia dell’aria nelle camere bianche e
nell’ambiente associato controllato esclusivamente in termini di concentrazione di particelle
aerotrasportate;
•
-
UNI
10381-1:1996
-Impianti
aeraulici.
Condotte.
Classificazione,
progettazione,
dimensionamento e posa in opera.
ART. 89.
DATI TECNICI DI PROGETTO
L'impianto di condizionamento dell’aria estivo/invernale sarà dimensionato in modo da garantire negli
ambienti i seguenti valori:
TIPOLOGIE IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
76
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Condizioni termoigrometriche esterne di progetto
o estate
o 34°C
o 60% u.r.
o inverno
o 5°C
o 80% u.r.
Condizioni termoigrometriche interne generiche di progetto
o estate
o 24÷26 ±1°C
o 50% ±5%u.r.
o inverno
o 20÷22 ±1°C
o 50% ±5%u.r.
Affollamenti
o degenze, in genere
o laboratori, ambulatori, diagnostica per
immagine, anatomia patologica;
o servizi generali
o blocco
operatorio,
day
surgery,
angiografia, pronto soccorso
o hall, corridoi, scale, sbarchi, ascensori
o
1 persona/10 m²
o
o
1 persona/7 m²
1 persona/5 m²
o
o
1 persona/4 m²
trascurabili
Energia dissipata negli ambienti
o illuminazione ambulatori, uffici, degenze;
o illuminazione ed apparecchiature laboratori,
diagnostica per immagine,
o illuminazione ed apparecchiature blocco
operatorio, day surgery, angiografia, pronto
soccorso
o illuminazione
ed
apparecchiature,
rianimazione;
o illuminazione ed apparecchiature servizi
generali, anatomia patologica
o
15 W/m2
o
45 W/m2
o
40 W/m2
o
30 W/m2
o
35 W/m2
Funzionamento giornaliero degli impianti
o blocco operatorio, degenze, rianimazione, servizi
generali, angiografia, pronto soccorso, anatomia
patologica, spogliatoi, corridoi, hall, scale, sbarchi
ascensori
o ambulatori, diagnostica per immagini, laboratori;
o
o
24 ore
16 ore
I carichi termici nella stagione estiva ed invernale, ed i relativi rendimenti energetici dovranno essere
calcolati secondo le norme UNI (10344, 10345; 10346; 10347; 10348, 10349, etc. ) e valutati oltre che
sulla base dei parametri climatici sopra riportati sull’assunzione dei coefficienti di trasmissione termica
delle strutture e componenti. In allegato alla presente relazione si riportano i calcoli di massima
effettuati, posti a base per il preventivo sommario dei costi.
Condizioni termoigrometriche interne specifiche
Le condizioni termoigrometriche da raggiungere e mantenere nei singoli locali climatizzati durante il
funzionamento invernale ed estivo sono le seguenti:
inverno
estate
-
Degenze
21°C
45%
25°C
50%
-
Blocco operatorio, day surgery
22÷24°C
55%
24°C
50%
-
Ambulatori, laboratori ed uffici
20°C
45%
26°C
50%
-
Diagnostica,
21°C
45%
25°C
50%
TIPOLOGIE IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
77
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
Atrio, magazzini
20°C
50%
26°C
50%
-
Corridoi, scale, sbarco ascensori
20°C
50%
26°C
50%
-
Servizi igienici
21°C
--
--
--
Tolleranze ammesse
temperatura: ± 1°C
umidità relativa: ± 5%
Ricambi aria
-
degenze, ambulatori, uffici, studi medici
2 vol.
amb/h
-
diagnostica per immagini
6 vol.
amb/h
-
blocco operatorio, day surgery
15÷20 vol.
amb/h
-
locali annessi blocco operatorio
10÷15 vol.
amb/h
-
Sub-sterilizzazione
15 vol.
amb/h
-
spogliatoi
4 vol.
amb/h
-
laboratori
6 vol.
amb/h
-
servizi igienici
10 vol.
amb/h
-
magazzini
4 vol.
amb/h
Caratteristiche del grado di filtrazione aria e pressione ambiente
Effic minima
Pressione
-
Degenze, uffici, ambulatori, F8
90% DOP
0
-
Blocco operatorio, , H14
99,97%
positiva
-
Laboratori, F9
95% DOP
negativa
-
Servizi generali G4
75% DOP
negativa
Caratteristica dei fluidi
Nella calcolo esecutivo degli impianti dovranno essere considerati i seguenti valori:
-
Fluido primario caldo:
acqua calda a 80°C
-
Salto termico:
10°C
-
Fluido primario freddo (prodotto dai refrigeratori d’acqua):
acqua a 7°C
-
Salto termico:
5°C
-
Acqua calda circuiti batterie di preriscaldo
T= 80°C
-
Salto termico
10°C
-
Acqua calda circuiti postriscaldo
T= 45°C
-
Salto termico
5°C
-
Acqua calda circuito preparatori acqua calda sanitaria
T= 80°C
TIPOLOGIE IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
78
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
Salto termico
10°C
-
Acqua refrigerata circuito batterie radianti CDZ
T= 7°C
-
Salto termico
5°C
-
Circuito fan coil
Acqua calda
T=50°C
acqua fredda
T=7°C
-
Salto termico
5°C
-
Circuito travi fredde e controsoffitti radianti
-
Acqua calda
T=45°C
Acqua fredda
T=15°C
Salto termico
4°C
Canali
Il dimensionamento delle canalizzazioni dovrà essere sviluppato con i seguenti valori di velocità:
- canalizzazioni principali Vmedia =5 ÷ 6 m/s
- diramazioni Vmedia =3 ÷ 4 m/s
Per le velocità d’immissione e di ripresa dai locali si dovranno considerare i valori riportati nel
seguente elenco puntato, per tenere conto sia delle perdite di carico (dp =1,5 ÷ 2,5 pa/m) che per il
contenimento del rumore da mantenere entro i limiti di norma:
o
velocità in uscita dai diffusori posti sui cassonetti dei filtri assoluti V = 0,8÷1,4 m/s
o
velocità in uscita dai diffusori o bocchette V = 1,5÷2 m/s
o
velocità nella zona occupata V = 0,15 m/s
I valori della velocità dell’aria d’estrazione, riportati in seguito, dovranno essere calcolati in modo da
non creare correnti moleste per gli occupanti delle zone climatizzate ed uniformarsi ai valori ripartiti
nell’appendice C della UNI 10339
1. velocità nelle riprese d’aria esterna
V = 1,5 ÷2,0 m/s
2. velocità nelle griglie di espulsione
V = 1,5 ÷2,0 m/s
3. velocità attraverso le griglie di transito
V = 1,0 ÷1,5 m/s
In ogni caso le perdite di carico non dovranno superare 0,06 mm/m.
Il dimensionamento dei canali circolari ad alta velocità sarà effettuato in modo da non superare
velocità di 20 m/sec ovvero perdite di carico di 0,8 mm/m.
I canali rettangolari in lamiera con la larghezza superiore a mm 900 nei punti di sospensione dovranno
essere appoggiati su profilati in ferro.
I canali rettangolari in lamiera dovranno avere curve da realizzare con raggio interno pari a 1/2
larghezza dei canali; le curve con raggio più stretto dovranno essere dotate di deflettori in lamiera.
Per i canali d'aria si prescrive la messa a terra ogni dieci metri circa, collegando il canale alla più
vicina dorsale di terra in corda di rame nuda.
Nell'effettuare la connessione, la dorsale di terra non dovrà essere interrotta. Per realizzare le
connessioni ed i ponticelli sopra descritti si userà corda di rame flessibile isolata della sezione di 16
mm2 munita di capicorda a compressione a ciascuna estremità.
TIPOLOGIE IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
79
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 90.
RUMOROSITÀ
I limiti massimi di rumorosità, da rispettare con tutti gli impianti funzionanti alle condizioni nominali, in
accordo con il D.M. 1° marzo 1991, sono i seguenti:
tutti i locali con presenza di persone (misurati al centro del locale): 33dB(A).
all’esterno o in edifici adiacenti: secondo quanto riportato nel D.M. 1° marzo 1991.
Tolleranze ammesse sulla misura del rumore:
in interno: ± 1dbA
in esterno: ± 2dbA
ART. 91.
RISULTATO DEI CALCOLI DI MASSIMA
Generalità
Il dimensionamento delle principali apparecchiature per la produzione dei fluidi termovettori dovrà
essere effettuato sulla scorta dei fabbisogni termofrigoriferi calcolati in fase esecutiva sulla scorta dei
dati di progetto.
Nella scelta delle grandezze delle apparecchiature principali (gruppi frigoriferi, caldaie, UTA, etc.), per
quanto possibile, si dovranno uniformare le taglie delle macchine a quelle più prossime necessarie.
Potenzialità termica installata
Il dimensionamento della centrale di produzione del calore (acqua calda per riscaldamento e per uso
sanitario) dovrà essere effettuato considerando un fattore di contemporaneità pari ad 1 e mantenendo
almeno un generatore di completa riserva. Il sistema d’alimentazione dovrà prevedere la doppia
alimentazione, gas metano e gasolio.
Per la produzione di vapore per l’umidificazione dell’aria di rinnovo, è stato previsto l’utilizzo di
produttori del tipo elettrico localmente installati.
Potenzialità frigorifera installata
In considerazione delle diverse esposizioni del fabbricato, delle varie condizioni di utilizzo dei reparti e
della tipologia degli impianti di climatizzazione, nel dimensionamento potrà essere adottato
cautelativamente un fattore di contemporaneità pari al 90%.
La potenzialità frigorifera da installare, dal calcolo preliminare risulta è pari a circa 400 kW suddivisa
su due refrigeratori con funzionamento a gas.
Il funzionamento dei suddetti gruppi è previsto in parallelo ripartendo il carico su ogni gruppo in modo
da ottimizzarne l’efficienza che, per il tipo di macchine scelto, è massima ai carichi parziali.
TIPOLOGIE IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO
80
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO VII
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI
CONDIZIONAMENTO
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
81
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 92.
MATERIALI IN GENERE
Vengono in questa sezione descritte le principali apparecchiature che la Ditta deve impiegare, con le
relative caratteristiche tecniche.
Non necessariamente tutte le apparecchiature descritte troveranno poi effettivo riscontro nel progetto,
e ciò per consentire alla D.L. e/o alla Stazione Appaltante di richiedere alla Ditta apparecchiature
nuove e/o di variante, secondo le esigenze che si manifesteranno in corso d'appalto e/o durante
l’esecuzione dei lavori, avendone già l'eventuale descrizione in capitolato.
Se la Ditta intenderà proporre apparecchiature e/o componenti non compresi tra quelli di seguito
descritti, ne dovrà illustrare le caratteristiche e prestazioni in maniera dettagliata, sulla falsariga di
quelle di seguito esposte.
I materiali e quanto necessita per la realizzazione dell'opera proverranno dalle località che
l'Appaltatore riterrà più di sua convenienza, purché abbiano le caratteristiche stabilite dalle leggi, dai
regolamenti vigenti in materia, dalla normativa del presente Capitolato Prestazionale e dalle
prescrizioni del D.P.R. 554 del 21.12.1999.
Tutti i materiali devono essere riconosciuti, ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori, della
migliore qualità e devono rispondere ai requisiti appresso indicati.
I materiali ritenuti non idonei dovranno essere allontanati immediatamente, a cura e spese
dell'impresa e l'accettazione dei materiali da parete della D.L. non solleva l'Appaltatore dalle sue
responsabilità.
ART. 93.
CENTRALE TERMICA E FRIGORIFERA
La centrale termica dovrà provvedere alla produzione di acqua calda per l’alimentazione dell’impianto
di condizionamento e del serpentino del boiler di produzione dell’acqua calda sanitaria. In linea di
massima, sarà prevista l'installazione di due generatori di calore con bruciatore alimentato a
gas/gasolio, di cui uno a totale riserva.
Tutti gli impianti di centrale e le apparecchiature usate dovranno essere conformi a quanto previsto
dalle vigenti normative contenute nei bollettini pubblicati dall'I.S.P.E.S.L.. In particolare tutte le
apparecchiature dovranno essere dotate di certificato di omologazione.
Sarà cura della Ditta installatrice provvedere all'espletamento di tutte le pratiche necessarie per il
rilascio del certificato di conformità da parte dell’I.S.P.E.S.L.
Generatore di calore ad acqua
Ogni generatore di acqua calda deve produrre acqua calda alla temperatura di progetto. Sarà montato
su apposito basamento in cls e sarà completo di elettrobruciatore a gas/gasolio, degli organi di
controllo e sicurezza e del pannello di comando.
Ogni caldaia deve essere installata nel locale apposito, avente requisiti adeguati alle norme e leggi
vigenti in materia e cioè:
-
legge antismog;
circolari ministeriali e dei VV.FF.;
norme UNI.
Il rendimento di ogni generatore a pieno carico non dovrà essere inferiore all'85%. Ogni generatore
dovrà essere garantito, mediante prove in fabbrica, per una pressione idraulica pari a 1,5 volte la
pressione d’esercizio, e in ogni modo mai inferiore a 5 ate. Dovranno essere indicati i seguenti dati
funzionali e dimensionali:
-
potenza termica trasmessa all'acqua a carico nominale;
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
82
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
-
pressione massima d'esercizio;
rendimento ad almeno due valori del carico e precisamente: al carico nominale (100%) ed al
carico economico (corrispondente al massimo rendimento); se questi coincidono, al carico
nominale ed al 75% o al 50% di quest'ultimo;
valori di pressione in camera di combustione;
peso del generatore a vuoto.
Inoltre a norma del punto 9.3 del D.P.R. 22 dicembre 1970 n. 1391 dovranno avere ben visibile e
stabilmente applicata una targa recante la massima potenzialità ammessa e il tipo di combustibile da
bruciare.
I generatori dovranno essere dotati di tutti gli accessori di controllo e di sicurezza prescritti dalle
norme vigenti. In ogni caso dovranno essere installati per ciascun apparecchio:
termometro all'uscita dell'acqua calda;
termometro all'entrata dell'acqua;
doppio termostato con funzioni di regolazione e di sicurezza, a cui corrispondono due punti di
taratura distinti;
idrometro a quadrante con rubinetto di intercettazione;
rubinetti di scarico;
valvole di sicurezza;
separatore d’aria;
vaso d’espansione chiuso;
tubo di sicurezza dimensionato secondo le norme riportate nel Decreto Ministeriale 10 dicembre
1975 (in caso di impiego di vasi di espansione aperti);
Elettrobruciatore
Dovrà essere installato, per ogni generatore, un bruciatore completamente automatico, del tipo idoneo
per il funzionamento con doppio combustibile.
Il bruciatore dovrà essere omologato dall’I.S.P.E.S.L. ed essere costruito in osservanza alle norme di
legge ed in conformità alle caratteristiche di costruzione e collaudo necessarie al rispetto della legge
n. 615 sull'inquinamento atmosferico.
Dovrà inoltre essere completo della rampa gas prevista dalla Norma UNI 8042, per la classe di
potenzialità interessata.
L'appaltatore dovrà produrre la documentazione che per il tipo di bruciatore esiste un efficiente
servizio di assistenza tecnica capace di garantire interventi nel termine massimo di 48 ore.
Il bruciatore dovrà essere collocato in opera sulla piastra della caldaia con l'interposizione di una
guarnizione anulare di materiale ignifugo di spessore non inferiore a 10 mm avendo cura di evitare
contatti metallici anche tra piastra ed elementi di fissaggio. Dovrà essere in ogni caso garantita la
continuità elettrica tra corpo della caldaia e presa di terra del bruciatore.
Dovranno essere indicati i seguenti dati funzionali:
- potenza termica nominale del bruciatore;
- portata massima e minima di combustibile;
- portata massima e minima di aria comburente.
Camino
I camini dovranno avere la sezione necessaria per il buon funzionamento dell'impianto, calcolata
secondo la norma UNI 9615. Dovranno installarsi camini in acciaio inox a doppia camicia coibentati
con materiale idoneo. Il tubo interno dovrà essere in acciaio AISI 316, mentre quello esterno potrà
essere in acciaio AISI 304. La Ditta dovrà fornire il calcolo completo di dimensionamento e verifica dei
camini secondo la modalità introdotta dalla citata norma, pena la inaccettabilità del camino stesso.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
83
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Raccordi di camino
I tubi di fumo saranno realizzati in acciaio inox a doppia camicia coibentati con materiale idoneo. Il
tubo interno dovrà essere in acciaio AISI 316, mentre quello esterno potrà essere in acciaio AISI 304.
Al collettore d’uscita dei fumi dalla caldaia dovranno essere applicate idonee aperture per ispezione e
pulizie poste ad intervalli non superiori a 10 m ed ad ogni testata di tratto rettilineo. Le aperture
dovranno essere munite d’idonei sportelli di chiusura a tenuta di fumo del tipo a doppia parete.
Gruppi refrigeratori d'acqua
Struttura realizzata con basamento in lamiera di acciaio zincato a caldo di adeguato spessore,
verniciato con polveri poliesteri e struttura perimetrale composta da profilati di alluminio.
Pannellatura esterna di contenimento e finitura in lega di alluminio che assicuri una totale resistenza
agli agenti atmosferici, realizzata in modo da permettere la totale accessibilità ai componenti interni.
Tutti i pannelli devono essere rivestiti con materiale fonoassorbente ad alta densità.
Compressore alternativo del tipo aperto completo di rubinetto di intercettazione sulla linea di mandata,
riscaldatore del carter, pompa circuito di lubrificazione, giunto accoppiamento elastico.
Motore endotermico alimentato a gas, a 4 tempi con 4 o 8 cilindri in funzione della potenza dell’unità.
La velocità di rotazione deve essere regolata tra i 1750 ed i 1100 g/m da un sistema di regolazione
gestito dal microprocessore a bordo macchina. Il motore deve essere con collettore per il
raffreddamento dei gas di scarico e recupero calore, dal filtro dell'aria, pressostato olio, sensore livello
olio. Accoppiamento tra il motore ed il compressore realizzato con un giunto elastico.
Scambiatore acqua-refrigerante a piastre saldobrasate in acciaio AISI 316. Esternamente rivestiti con
materassino anticondensa in neoprene a celle chiuse. Quando l’unità non è in funzione sono protetti
contro la formazione di ghiaccio all’interno da una resistenza elettrica termostatata, mentre, con unità
funzionante, la protezione deve essere assicurata da un pressostato differenziale lato acqua.
L’unità è inoltre deve essere predisposta per funzionare, con miscele incongelabili, fino ad una
temperatura in uscita dallo scambiatore di -8°C.
Scambiatore refrigerante-aria a pacco alettato realizzato con tubi in rame e alette in alluminio adeguatamente
spaziate in modo da garantire il miglior rendimento nello scambio termico.
Scambiatore acqua-aria con una seconda batteria, con pacco alettato realizzato con tubi in rame e alette in
alluminio, adibita a smaltire il calore assorbito dal fluido di raffreddamento del motore, quando non richiesto o non
utilizzato il recupero di calore da parte dell'utente.
Elettroventilatori assiali con grado di protezione IP 54, a rotore esterno, con pale profilate in alluminio
pressofuso, alloggiati in boccagli a profilo aerodinamico, completi di rete di protezione antinfortunistica. Motore
elettrico a 6 poli provvisto di protezione termica incorporata.
Refrigerante R407C
Circuito frigorifero comprendente i seguenti componenti: rubinetto di intercettazione linea liquido,
elettrovalvola linea del liquido, filtro deidratore a cartuccia sostituibile, indicatore passaggio liquido con
segnalazione presenza umidità, valvola termostatica con equalizzatore esterno, valvola di sicurezza
alta pressione gas, dispositivi per il controllo delle pressostati alta, bassa e olio, ricevitore e
separatore di liquido, elettrovalvole per configurazione circuito.
Circuito idrico caricato con acqua glicolata. Collettore raffreddamento dei gas di scarico e circuito
raffreddamento del motore endotermico, scambiatore a piastre, elettropompa di circolazione,
elettrovalvole di sbrinamento, raffreddamento, riscaldamento, valvola di sicurezza a sfiato automatico,
rubinetto di carica.
Circuito alimentazione gas: Elettrovalvola di intercettazione gas, stabilizzatore di pressione,
carburatore a gas, attuatore elettrocomandato valvola a farfalla. Circuito dei gas di scarico completo di
raccordo flessibile e marmitta insonorizzata.
Quadro elettrico di potenza e controllo: costruito in conformità alle norme EN 60204-1/IEC 204-1,
completo di: trasformatore per il circuito di comando,sezionatore generale bloccoporta, fusibili e
contattori per ventilatori ed elettropompa per acqua raffreddamento motore.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Compreso: morsetti per blocco cumulativo allarmi (BCA), morsetti per ON/OFF remoto, morsettiere
dei circuiti di comando del tipo a molla, quadro elettrico per esterno, con doppia porta e guarnizioni,
controllore elettronico.
Modello con recupero di calore (R) il fluido di raffreddamento del motore endotermico, viene utilizzato
per la produzione di acqua calda ad alta temperatura (circa 70 °C). Allo scopo viene utilizzato uno
scambiatore a piastre saldobrasate.
Supersilenziata (SL) comprendente: un isolamento acustico dedicato per il vano compressori; una
riduzione del numero di giri dei ventilatori; una sezione condensante maggiorata; supporti a molla sui
punti di appoggio dei compressori; giunti antivibranti sulla linea di aspirazione e mandata del
compressore; muffler sulla linea di mandata del compressore.
Accessori: Attacchi Victaulic evaporatore; Attacchi flangiati evaporatore; Flussostato acqua
evaporatore; Rivestimento evaporatore maggiorato; Griglie protezione batterie; Antivibranti in gomma;
Manometri olio; Magnetotermici ventilatori; Cavi elettrici numerati; Loc/O/Rem; Contatti puliti per
segnalazione funzionamento Compressori.
Per ogni gruppo dovranno essere indicati i seguenti dati funzionali:
-
tipo di fluido frigorifero usato;
potenza frigorifera trasmessa dall'evaporatore al fluido da raffreddare;
temperatura di entrata e di uscita dell'acqua di condensazione;
potenza assorbita e installata.
Vaso di Espansione a Membrana
Sarà costruito in lamiera di acciaio di adeguato spessore, verniciata a fuoco, con membrana ad alta
resistenza e attacco di precarica.
Il vaso sarà costruito e collaudato secondo le vigenti norme, provvisto di targa (con tutti i dati),
certificati, etc.
La pressione nominale del vaso e quella di precarica dovranno essere adeguate alle caratteristiche
dell’impianto.
Il vaso (o gruppo di vasi), a seconda di quanto riportato negli elaborati di progetto, sarà corredato dei
seguenti accessori:
- separatore d'aria, di diametro adeguato alla tubazione in cui è inserito, con valvola di sfogo
automatico;
- valvola di sicurezza;
- gruppo di carico automatico con valvola di ritegno, manometro e rubinetti d'intercettazione a sfera;
- tubazioni di collegamento;
- sostegni e supporti.
Serbatoio Volano Termico
Sarà atto al funzionamento con liquidi in pressione.
Esso sarà costruito (e, se necessario, collaudato a norme I.S.P.E.S.L.) per una pressione superiore
del 20% a quella massima di esercizio reale del serbatoio.
Sarà realizzato in lamiera di acciaio zincata internamente ed esternamente, e corredato di:
- attacchi filettati o flangiati, secondo necessità, per ingressi ed uscite acqua, nonché manicotti per
tutti gli strumenti e le sonde necessarie;
- scarico di fondo con rubinetto a sfera;
- piedini di appoggio in profilati zincati;
- termometro a quadrante a bulbo di mercurio e manometro a quadrante con rubinetto di fermo.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
85
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
L'isolamento termico del serbatoio di accumulo dovrà essere realizzato con lastre di materiale
elastomerico o lana di vetro, con spessore minimo di 20 mm e barriera al vapore. Se richiesto dovrà
essere fornito rivestito con lamierino di alluminio.
Se espressamente richiesto in altre sezioni del capitolato e/o in altri elaborati, il complesso sarà
realizzato interamente (serbatoio, attacchi, etc.) in acciaio inox AISI 316.
Bollitore con Serpentino
Sarà atto al funzionamento con liquidi in pressione.
Esso sarà costruito (e, se necessario, collaudato a norme I.S.P.E.S.L. ex ANCC) per una pressione
nominale superiore del 20% a quella massima di esercizio reale del serbatoio.
Sarà realizzato in lamiera di acciaio zincata internamente ed esternamente, e corredato di:
- attacchi filettati per ingressi ed uscite acqua, nonché manicotti per tutti gli strumenti e le sonde
necessarie;
- scarico di fondo con rubinetto a sfera;
- attacco flangiato per serpentino di riscaldamento, e riscaldatore a serpentino in tubo di rame,
completo di piastra, testata ed. attacchi di entrata-uscita.
Salvo diverse prescrizioni specifiche, il serpentino dovrà avere una superficie di 1 mq per ogni 100 litri
di capacità nel caso di alimentazione con pannelli solari od a altra fonte a bassa temperatura; di 0,3
mq per ogni 100 litri nel caso di alimentazione con acqua calda; di 0,2 mq per ogni 100 litri nel caso di
alimentazione a vapore, od altro fluido ad alta temperatura.
Il serpentino sarà posto nella parte inferiore del serbatoio.
- Piedini di appoggio in profilati zincanti;
- Termometro a quadrante a bulbo di mercurio e manometro a quadrante con rubinetto di fermo.
Oltre a quanto sopra, sarà compreso nel prezzo unitario del serbatoio anche l’isolamento termico,
eseguito e finito come richiesto negli elaborati di progetto.
Accessorio su richiesta: resistenza elettrica corazzata, posta nella parte superiore, di potenza pari,
salvo diverse indicazioni, ad 1 KW per ogni 100 litri di capacità del serbatoio.
Elettropompe
Per la circolazione s’impiegheranno elettropompe centrifughe, che dovranno avere le seguenti
caratteristiche:
- del tipo singolo monoblocco con corpo in ghisa di qualità, girante in bronzo, asse in acciaio inox,
motore elettrico direttamente accoppiato alla girante.
Le elettropompe, oltre ad avere prevalenza e portata adeguate alla rete servita, dovranno
corrispondere ai seguenti requisiti qualità e caratteristiche:
a. funzionare senza vibrazioni e con la massima silenziosità; i giunti di accoppiamento dovranno
assorbire le vibrazioni del motore ed i cuscinetti dovranno consentire un movimento dolce e
silenzioso, così da evitare vibrazioni e rumori ripercuotibili nell'edificio attraverso le tubazioni;
b. i motori elettrici dovranno essere conformi alle norme CEI;
c. il collegamento alle tubazioni dovrà essere effettuato con flangie o con bocchettoni UNI 5211-70, in
modo da poter agevolmente rimuovere le pompe;
d. gli organi di tenuta dovranno assicurare l'assoluta assenza di perdite d'acqua e sgocciolamenti;
e. la lubrificazione dovrà essere continua ed efficiente, dovrà essere assolutamente impedita la
mescolanza dell'acqua con il lubrificante;
f. ciascuna elettropompa dovrà essere protetta da un salvamotore;
g. la pompa dovrà lavorare in zona di elevato rendimento: a tal fine l'appaltatore esibirà allo
Appaltante il diagramma portata - prevalenza della elettropompa impiegata, con l'indicazione della
caratteristica idraulica dell'impianto.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
86
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
h. ogni pompa dovrà essere munita di valvole d'intercettazione e di valvola di ritegno, nonché di filtro
sull'aspirazione.
Saranno dotate di motore trifase a 4 poli (a 2 poli su specifica autorizzazione della D.L.) accoppiato
alla pompa mediante giunto elastico, e montate su basamento antivibrante (da eseguire a cura della
Ditta nel caso siano comprese dall'Appalto le opere murarie).
Le pompe dovranno essere corredate degli accessori seguenti:
- valvole di intercettazione e di ritegno;
- giunti antivibranti;
- filtri;
- manometri per il controllo della prevalenza.
Il motore dell'elettropompa sarà del tipo ventilato esternamente.
Dilatatori
Per consentire la libera dilatazione delle tubazioni si dovrà opportunamente studiare l'inserzione di
speciali dispositivi da sistemare in combinazione con punti fissi.
Organi d’intercettazione
Gli organi di intercettazione disposti sulle macchine, sugli apparati, sui collettori e sulle tubazioni in
genere potranno essere di due tipi:
-
a saracinesca per i casi in cui si prevedono manovre saltuarie (ad esempio: stagionali o annuali) e
nei quali non deve essere garantita, per motivi funzionali la tenuta assoluta;
-
a valvola in tutti gli altri casi: le valvole saranno in ogni caso del tipo a flusso avviato o a flusso
libero.
Qualora sussistano perplessità sull'adozione dell'uno o dell'altro tipo la decisione è presa dalla
Direzione Lavori.
Per diametri fino a 2" gli organi di intercettazione potranno essere del tipo completamente in bronzo o
ottone a scelta della D.L. con attacchi a vite e manicotto filettato.
Per diametri superiori valgono le seguenti caratteristiche costruttive:
a. Saracinesche:
- attacchi a flangia;
- corpo, cuneo, cappello, premistoppa e volantino in ghisa G 22 UNI 668;
- anelli di tenuta e albero in ottone o in bronzo;
b. Valvole:
- attacchi a flangia;
- corpo, cappello, premistoppa e volantino in ghisa c.s.;
- otturatore e albero in acciaio;
- sedi di tenuta in acciaio inox 18/8.
Gli organi di intercettazione potranno essere sottoposti a prove di tenuta per il corpo (consistenti
nell'assoggettarlo ad una pressione pari a 1,5 volte quella di esercizio) e per l'otturatore (consistente
nel sottoporre alla pressione di esercizio la parte a monte dell'otturatore): in tutti e due i casi per
ventiquattro ore non si dovranno notare perdite.
Valvole di ritegno
Le valvole di ritegno risponderanno alle caratteristiche costruttive appresso indicate.
a. Applicazioni con possibilità di fenomeni di colpo d'ariete
- corpo in ghisa UNI 660 G22;
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
- sedi di bronzo;
- molle di acciaio inossidabile;
- otturatore a profilo idrodinamico;
- guarnizioni di tenuta in idoneo materiale plastico;
- attacchi a flangia.
b. Altre applicazioni:
- corpo in ghisa UNI 660 G22;
- sedi in bronzo e in ottone;
- perni e bussola in bronzo e ottone;
- guarnizioni in gomme o materiale plastico;
- attacchi a flangia.
Idrometri
Dovunque si renda necessario dovranno essere installati idrometri con rubinetti di prova del tipo a tre
vie che consentano la fuoriuscita dell'aria dal tubo di collegamento.
Essi dovranno avere l'attacco filettato da 1/2" e quadrante da 100 mm munito di indicazione in rosso
del livello normale; quest'ultimo dovrà risultare tra la metà e i tre quarti del fondo scala.
Termometri a quadrante
Dovranno essere del tipo a mercurio, con vite di taratura, e quadrante avente diametro non inferiore a
100 mm.
Dovranno consentire la lettura delle temperature con la precisione di 1°C per l'acqua calda e per l'aria
e 0,5°C per l'acqua fredda.
Filtri per acqua
Dovranno essere del tipo a Y con corpo in ghisa (o in ottone), adatti per le temperature di esercizio
previste.
L'elemento filtrante dovrà essere in lamiera di acciaio inossidabile 18/8, di spessore non inferiore a
0,5 mm forata con fori di diametro non superiore a 0,6 mm.
I coperchi flangiati dovranno essere muniti di tappo di sfogo filettato.
La pressione nominale dovrà essere pari a 16 Kgf/cm2.
Valvole motorizzate elettriche
Dovranno essere costituite da un corpo valvola a servomotore di tipo magnetico o elettroidraulico.
Per diametri fino a 2" le valvole potranno essere del tipo completamente in bronzo con attacco a vite e
manicotto filettato.
Per diametri superiori le valvole avranno corpo in ghisa con attacchi flangiati, otturatore e sedi in
acciaio inossidabile.
L'asta di comando della valvola dovrà essere in acciaio inossidabile. Il servomotore dovrà essere da
motore elettrico con tensione di comando 0-20 V, dotato di fine corsa elettrici di sicurezza,
compensazione della pressione e dispositivo di azionamento a mano.
ART. 94.
CENTRALI TRATTAMENTO ARIA PRIMARIA
Le Unità di Trattamento Aria dovranno essere del tipo per installazione esterna ed avere le seguenti
caratteristiche.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
88
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Caratteristiche geometrico - costruttive
PULIBILITÀ
• gli spigoli interni con angoli minori di 90° devono essere raccordati;
• devono prevedersi pannelli drenanti in ogni sezione;
• devono evitarsi, il più possibile, fessure, bordi, cavità.
ISPEZIONABILITÀ
• devono prevedersi aperture d’accesso in ogni sezione;
• le CTA con altezza >1,60 m devono essere dotate di pannelli di fondo calpestabili per agevolare le
operazioni di pulizia;
• ogni sezione deve essere dotata di un’adeguata illuminazione con grado di protezione IP 67.
Caratteristiche dei componenti le sezioni
PANNELLATURA
• pannelli spessore 50 mm materiali (esterno/interno) in:
-peraluman/peraluman sottoposto a trattamento antibatterico (PTP);
-acciaio inox AISI 304 /peraluman sottoposto a trattamento antibatterico (XTP);
isolamento intermedio:
-poliuretano (standard)
-lana minerale di diverse densità (esecuzioni PTL ed XTL)
TELAIO
• alluminio con taglio termico
BASAMENTO
• acciaio zincato
• acciaio inox
PRESE D’ARIA ESTERNA:
• devono essere dimensionate per velocità non superiori a 2 m/s, dotate di efficaci sistemi (bocche di
lupo rovesce) per evitare che l’acqua o sporcizia penetri all’interno della CTA.
FILTRI
• dotati di certificazione Eurovent, in accordo con l’utilizzo di filtri d’efficienza F8-9;
• classe F7 se posizionati a monte della CTA sulle prese d’aria, classe F8/F9 se posizionati a valle
delle CTA e comunque a valle di eventuali silenziatori.
La sezione filtrante dovrà essere dotata di pressostato differenziale; possono essere previsti anche
filtri a carboni attivi o con potere germicida in alternativa.
RECUPERATORI DI CALORE
Conformemente a quanto prescritto dall’Art. 5 comma 13 del D.P.R. 412/93, (aggiornato dal D.P.R.
551/99), dovrà prevedersi un sistema di recupero del calore sull’aria espulsa. Possono essere a flussi
incrociati, (con serranda di ricircolo e/o serranda di by-pass), per le degenze; a doppia batteria
(Cu/Cu, Cu/Cu stagnato, Inox/Cu; Inox/Inox), per le sale operatorie.
Tale sistema è costituito da almeno due batterie alettate collegate in circuito chiuso, contenente di
solito acqua, eventualmente con l'aggiunta di glicole etilenico con funzione antigelo. Il liquido viene
fatto circolare da una pompa e sul circuito va ovviamente previsto un vaso di espansione chiuso.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
89
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Un vaso d’espansione serve per fornire il volume necessario alla dilatazione del liquido quando la sua
temperatura media è superiore a quella al momento della carica e per assicurarsi che l’impianto sia
completamente pieno quando la sua temperatura media è inferiore a quella al momento della carica.
La batteria di recupero avrà funzione di pretrattamento dell’aria e sarà installata a monte della batteria
di riscaldamento dell’UTA.
BATTERIE DI SCAMBIO TERMICO
• i materiali potranno essere (tubo/aletta):
Cu/Cu .- Cu/Cu stagnato - Inox/Cu - Inox/Inox
Il telaio delle batterie e le relative guide saranno in acciaio inox; le eventuali batterie elettriche saranno
in acciaio inox.
SISTEMI DI UMIDIFICAZIONE
-a vapore di rete;
-a vapore con produttore;
è evitato l’accumulo di acqua.
SEPARATORI DI GOCCE
• previsti dopo batterie di raffreddamento con velocità >2,6 m/s e dopo l’umidificazione; con alette in
peraluman sottoposto a trattamento antibatterico e telaio e guide d’acciaio inox.
SEZIONI VENTILANTI
• con ventilatori del tipo PLUG FAN per una facile pulizia sia della girante sia del pavimento; il
supporto ventilatore e il ventilatore stesso devono essere totalmente sottoposti a trattamento
antibatterico.
SILENZIATORI
• devono essere dotati di film di polietilene per garantire un elevato standard igienico; il telaio e le
guide devono essere in acciaio inox.
Marcatura CE
• La legislazione vigente, nel caso di macchina funzionante e quindi completa d’apparecchiature
elettriche ed elettroniche, prevede la marcatura CE secondo le direttive ad essa applicabili.
ART. 95.
ANNESSI
CENTRALI TRATTAMENTO ARIA SALE OPERATORIE E LOCALI
Esecuzione per installazione all'interno con:
STRUTTURA in lamiera verniciata in bianco con resine epossidiche 60 micron, dopo sabbiatura, primer
e metallizzazione, comprendente:
o Vano tecnico laterale per regolazione.
o Bacinelle acciaio inox.
o Pannelli di chiusura sandwitch (25 mm.), in lamiera verniciata con resine epossidiche 60 micron
colore bianco dopo sabbiatura e zincatura a bagno.
o Cerniere e serrature per la perfetta tenuta all'aria.
o Oblò di ispezione.
REGOLAZIONE a microprocessore. pCO2. Controllo integrato temp.+ um, portata aria costante e
sovrappressione. Telegestione, gestione fasce orarie. Algoritmo P o PI. Software specializzato per
sale chirurgiche. Stand by notturno. Interruttore generale blocca porta. Tutte le utenze elettriche sono
protette da cortocircuito e sovraccarico. Morsetti per riporto a distanza dell'allarme generale e per il
teleavviamento. Tensione d’alimentazione 400/3/50+ N+ PE
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
90
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
SERRANDA SU ASPIRAZIONE:
per intercettazione, con motorizzazione ON OFF su presa aria esterna.
Chiude quando la macchina viene fermata per sterilizzazione. In caso di installazione della serranda
di ricircolo è modulante e contrapposta a questa.
FILTRO ARIA ESTERNA:
a tasche rigide ad alto potere di accumulo, autoestinguente, classe F1, DIN
53438; Quantità [n] 1, Efficienza F6 EN 779, Dimensioni [mm] 490x592x292. Un pressostato
differenziale per la segnalazione, tramite il microprocessore, dell'allarme di filtro intasato.
BATTERIA RISCALDANTE:
ad acqua, con tubi in rame e alette in alluminio passo 2,5 mm; completa di
valvola regolazione a tre vie modulante proporzionale; con le seguenti prestazioni:
T aria esterna
[°C]
-5,0
T acqua entrante
[°C]
80,0
U.R Aria esterna entr.macch. [%]
80,0
Acqua uscente
[°C]
65,0
T aria entrante batt. risc.
[°C]
-5,0
Portata acqua
[l/h]
1.740
UR aria entrante batt. risc.
[%]
80,0
Perdita carico batteria
[kPa]
18,5
T aria uscente batt. risc.
[°C]
32,0
Perdita carico totale
[kPa]
26,1
Potenza riscaldante
[kW]
29,8
Glicole
[%]
0,0
CIRCUITO ACQUA REFRIGERATA: ad acqua, con tubi in rame e alette in alluminio passo 2,5 mm; completa
di valvola regolazione a tre vie modulante proporzionale; con le seguenti prestazioni:
Tutta aria est. senza recupero
Aria esterna entr.macch.
Aria esterna entr.macch.
Aria di espulsione
Aria di espulsione
Aria entrante batt. fredda
Aria entrante batt. fredda
Aria uscente batt. fredda
Aria uscente batt. fredda
[%]
[°C]
[%]
[°C]
[%]
[°C]
[%]
[°C]
40,0
22,0
55,0
35,0
40,0
11,9
95,4
35,0
Potenza frigor. totale
[kW]
Acqua refr. entrata.
[°C]
7,0
Acqua refr. uscita.
[°C]
12,0
Glicole
[%]
0,0
Port. acqua refrig.
[l/h]
5.310
Perdita carico batteria
[kPa]
18,0
Perdita carico totale
[kPa]
46,1
29,7
ad acqua con le stesse caratteristiche della precedente; completa di
valvola di regolazione a tre vie modulante proporzionale; con le seguenti prestazioni:
Aria esterna entr.macch.
[°C]
11,9
Acqua entrante
[°C]
80,0
Aria esterna entr.macch.
[%]
95,4
Acqua uscente
[°C]
65,0
Aria entrante batt. risc.
[°C]
11,9
Portata acqua
[l/h]
1.460
Aria entrante batt. risc.
[%]
95,4
Perdita carico batteria
[kPa]
13,4
Aria uscente batt. risc.
[°C]
43,0
Perdita carico totale
[kPa]
26,8
Potenza riscaldante
[kW]
25,0
Glicole
[%]
0,0
BATTERIA POST-RISCALDANTE
UMIDIFICATORE: elettronico modulante con elettrodi immersi. Cilindro bollitore in plastica installato nel
vano tecnico. Distributore di vapore a valle della sezione di trattamento aria. Con caratteristiche:
Produzione max vapore
[kg/h] 10
Potenza max ass.
[kW]
7,6
SEZIONE VENTILANTE DI MANDATA con ventilatore centrifugo "plug fan", alta prevalenza. Velocità
regolabile con inverter, per garantire portata costante verso la sala chirurgica al variare delle perdite di
carico per l'intasamento dei filtri aria. Caratteristiche:
Preval.statica utile
[Pa]
800
Velocità rotaz. ventil.
[1/min] 4153
Portata aria
[m3/h] 2.400
Motore elettrico
[n]
1
Elettrovent. centrif.
[n] 1 Numero poli motori
[n]
2
Pot. assorb. totale
[kW]
1,4
Potenza nom. (cad.)
[kW]
2,3
Assorbimento
[A]
3,1
FILTRO ARIA MANDATA,
di tipo compatto, autoestinguente, in classe F1 DIN, completo di pressostato
differenziale per la segnalazione, tramite il microprocessore, dell'allarme di filtro intasato. Efficienza
F9 EN779, Dimensioni [mm] 490x592x135.
FILTRO ARIA RIPRESA, del tipo pieghettato spessore 100 mm, autoestinguente classe F1, completo di
pressostato differenziale per la segnalazione, tramite il microprocessore, dell'allarme di filtro intasato.
Efficienza F5 EN779; Dimensioni [mm] 400x625x98.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
91
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
SEZIONE VENTILANTE DI ESPULSIONE, con ventilatore centrifugo "plug fan", alta prevalenza. Velocità
regolabile con inverter per garantire portata costante dalla sala chirurgica nonostante l'aumento delle
perdite di carico per l'intasamento dei filtri aria. Caratteristiche tecniche:
Preval.statica utile
[Pa]
300
Velocità rotaz. ventil.
[1/min] 3700
Portata aria
[m3/h] 2.400
Motore elettrico
[n]
1
Elettrovent. centrif.
[n]
1
Numero poli motori
[n]
2
Pot. assorb. totale
[kW]
0,9
Potenza nom. (cad.)
[kW]
2,3
Assorbimento
[A]
2,0
per intercettazione su bocca espulsione aria. Chiude quando il
ventilatore di espulsione ferma, evitando che il vento possa fare entrare dello sporco.
SERRANDA SULLA ESPULSIONE
ACUSTICA Livello
di pressione sonora a 2 m campo libero [dB(A)] 54. fronte macchina in campo libero a
bocche silenziate.
LIV. POT. E PRESS. SON. IN BANDA OTTAVA Freq.
centrale di banda d'ottava:
Tot.
63 Hz
125 Hz
250 Hz
500 Hz
1 kHz
2 kHz
4 kHz
54
52
52
53
50
44
46
45
8 kHz
42
CARATTERISTICHE ELETTRICHE
Tensione di alimentazione 400/3/50+ N+ PE
Potenza totale installata [kW] 9,9
CARATTERISTICHE FISICHE
Peso netto della macchina [kg] 600
ART. 96.
ESTRATTORI D’ARIA
L’estrazione dell’aria dagli ambienti dovrà essere effettuata per mezzo d’estrattori da installare
anch’essi all’esterno.
Ogni estrattore sarà costituito da:
- TELAIO in profilati d’alluminio ed angolari in nylon;
- PANNELLI a semplice parete di lamiera preverniciata, fissati al telaio con viti autofilettanti.
- ISOLAMENTO interno in poliuretano espanso spessore 20 mm, a cella chiusa antisfaldamento lato
aria;
- SERRANDA di regolazione sulla ripresa aria ambiente.
- VENTILATORI CENTRIFUGHI costruiti in robusta lamiera di acciaio rinforzato da angolari, il tutto
trattato con protezione antiruggine e successiva verniciatura. La girante, staticamente e
dinamicamente equilibrata, a pale in avanti a profilo alare dovrà essere supportata su cuscinetti di tipo
autoallineante completi di dispositivo per la lubrificazione; dovrà essere collegata al motore mediante
pulegge e cinghie trapezoidali. Il motore e il ventilatore dovranno essere disposti su di un unico
basamento completo di slitta tendi cinghia e di supporti antivibranti, adeguati al tipo di montaggio (su
vespaio, su solaio in calcestruzzo, su solaio in acciaio ecc.).
I motori dovranno essere almeno a quattro poli, di tipo chiuso con raffreddamento esterno adatti per
partenza in corto circuito. Il rendimento dei ventilatori non dovrà essere inferiore al 70%.
Il numero di giri dei ventilatori non dovrà superare i seguenti valori massimi:
- 1.200 giri/min per prevalenze fino a 60 mm H2O
- 1.800 giri/min per prevalenze fino a 120 mm H2O
- 2.200 giri/min per prevalenze fino a 200 mm H2O
I ventilatori dovranno essere dotati di silenziatori adeguati a determinare un livello di rumore non
superiore a 50 dBA alla distanza di 2 m in campo libero ferme restando le prescrizioni sui livelli di
rumore in ambiente.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
92
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 97.
CANALI DI DISTRIBUZIONE ARIA
Un’idonea rete di canali dovrà assicurare l’immissione forzata d’aria nei singoli ambienti climatizzati. I
canali dovranno essere in poliesacianato.
Tipologia materiale:
Pannelli per Sale Operatorie e Locali Annessi
Pannello costituito da una lamina d’alluminio ricotto e goffrato da 200 micron, ricoperta da una vernice
protettiva poliestere esterna 3gr/m2, per proteggere dai raggi ultravioletti e primer interno, per
l’accoppiamento con la schiuma e da una lamina in acciaio INOX AISI 316 spessore 100 micron. La
schiuma rigida poliuretanica ad alta densità e cellule chiuse, esente da additivi espandenti CFC ed
HCFC, deve avere uno spessore non inferiore di 21 mm, densità di 48 kg/m³, conduttività termica
0,021 W/mK, conduttanza termica specifica 0,97 W/m²K.
Il pannello deve essere omologato dal Ministero degli Interni per la reazione al fuoco in Classe 0-1.
Pannelli per Degenze, Servizi Pertinenti, Ambulatori Escluse Sale Operatorie
A) CANALI DA INSTALLARSI ALL’INTERNO DELL’EDIFICIO
Pannello costituito da due lamine di alluminio ricotto e liscio/goffrato da 80 micron ambo i lati,
ricoperte da una vernice protettiva poliestere esterna 3 gr/m2 per i raggi ultravioletti e primer interno
per l accoppiamento con la schiuma.
La schiuma rigida poliuretanica ad alta densità e cellule chiuse, esente da additivi espandenti CFC ed
HCFC, ha uno spessore di 21 mm, densità di 48 kg/m³, conduttività termica 0,021 W/mK, conduttanza
termica specifica 0,97 W/m²K.
Il pannello deve essere omologato dal Ministero degli Interni per la reazione al fuoco in Classe 0-1.
B) CONDOTTA DA INSTALLARSI ALL’ESTERNO DELL’EDIFICIO
Per le condotte installate all’esterno, il pannello impiegato alla realizzazione delle stesse deve essere
costituito da due lamine d’alluminio ricotto e liscio/goffrato da 200 micron ambo i lati, ricoperte da una
vernice protettiva poliestere esterna 3 gr/m2 per i raggi ultravioletti e primer interno per l
accoppiamento con la schiuma.
La schiuma rigida poliuretanica ad alta densità e cellule chiuse, esente da additivi espandenti CFC ed
HCFC, ha uno spessore di 30 mm, densità di 48kg/m³, conduttività termica 0,021 W/mK, conduttanza
termica specifica 0,97 W/m²K.
Il pannello deve essere omologato dal Ministero degli Interni per la reazione al fuoco in Classe 0-1.
OBLO D’ISPEZIONE
Gli oblò d ispezione (diam. 23,5 mm), devono essere dotati di un apposita flangia ed eventuale
lampada da 6V che permetta l’illuminazione interna dei canali e di effettuare controlli evitando
dispersioni di calore tra l’interno e l’esterno.
PORTELLO D’ISPEZIONE
Il portello d’ispezione deve essere realizzato con l’impiego di profili anodizzati ad U e profilo a
Seggiola, che, unitamente alla guarnizione autoadesiva in teflon, garantiscano comunque la perfetta
tenuta pneumatica. L’impiego del gancio rapido in acciaio inox consente l’apertura e la chiusura
facilitata dello stesso.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
93
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
TIPOLOGIA COSTRUTTIVA
Per l’incollaggio dei pezzi deve essere impiegata la colla bicomponente ad acqua (classe 1) con il
sigillante in dispersione acquosa antimuffa (classe 1). Lungo gli spigoli esterni della condotte, si
applica il nastro adesivo in alluminio e adesivo in cautciù con spessore 50 micron., altezza 70 mm per
i pannelli con spessore 21mm e 90 mm per spessore 30 mm, resistenza alla trazione pari a 45 N/cm.
Dove possibile, la lunghezza massima di ogni singolo canale è di 4000 mm.
I vari tronchi devono essere giuntati fra loro mediante il sistema di profili flangia/baionetta in alluminio
anodizzato, che permette di mantenerne inalterate le caratteristiche a contatto con le sostanze
igienizzanti. Le flangie devono avere uno spessore minimo di 14/10 mm ed essere applicate ai
pannelli con adesivo autoestinguente a base di resine indurenti.
Per garantire la tenuta pneumatica della giunzione, fra le stesse è necessario l’applicazione della
guarnizione autoadesiva in teflon che, essendo un composto PTFE (politetrafluoroetilene) vergine a
struttura fibrosa ed espansa non presenta fenomeni d’invecchiamento, garantendo la massima tenuta
alla pressione nel tempo.
L’unione di due tronchi flangiati deve essere effettuata con l’applicazione della baionetta in alluminio
anodizzato avente spessore minimo 14/10 mm.
In funzione della sezione e della pressione interna, le condotte devono essere provviste degli speciali
sistemi di rinforzo. Questi ultimi saranno costituiti da una crociera di tubi in alluminio diam. 14 mm,
legati tra loro da un gancio a quattro vie e saldamente applicati alla condotta con delle coppelle in pvc
diam. 120 mm o in acciaio inox diam.170 mm e viti autofilettanti che devono essere opportunamente
siliconate per l’esterno.
II cambiamenti di direzione dovranno essere eseguiti mediante curve ad ampio raggio, con rapporto
non inferiore ad 1,25 fra il raggio di curvatura e la dimensione della faccia del canale parallelo al piano
di curvatura.
Qualora per ragioni d’ingombro fosse necessario eseguire curve a raggio stretto le stesse dovranno
essere munite internamente di alette deflettrici per il convogliamento dei filetti di aria allo scopo di
evitare fenomeni di turbolenza o perdite di carico.
Quando in una canalizzazione intervengano cambiamenti di sezione, di forma oppure derivazioni, i
tronchi di differenti caratteristiche devono essere raccordati fra di loro mediante adatti pezzi speciali di
raccordo.
TIPOLOGIA D INSTALLAZIONE
L installazione dei canali in ambienti coperti, dovrà eseguirsi utilizzando adeguati supporti sostenuti da
tiranti regolabili ancorati alle strutture del soffitto.
Le distanze massime tra i punti di supporto sono le seguenti:
Canali con dimensioni fino a 800x500 mm possono essere installati con supporti adesivi applicati in
corrispondenza delle flangiature (dove possibile ogni 4mt)
Canali con dimensioni oltre quelli precedenti devono essere installati con dei supporti in profilato a C o
a L in corrispondenza e delle flangiature e/o ogni 2mt.
Per l’installazione dei canali all’esterno devono essere utilizzate le seguenti tipologie (previa verifica
delle condizioni climatiche):
Canali con dimensioni 800x500 mm con appositi profilati in acciaio zincato che circondano la sezione
del canale e gambe di sostegno fissate a terra ogni quattro metri.
Canali con dimensioni 800x800 mm e oltre, con appositi profilati in acciaio zincato che circondano la
sezione del canale e gambe di sostegno fissate a terra ogni due metri.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
94
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
È essenziale sigillare le giunzioni e le coppelle di rinforzo dei canali con la resina protettiva che le
rende idrorepellenti in modo da evitare infiltrazioni d acqua. Nel caso sia stato utilizzato il sistema a
flangia a scomparsa per la sigillatura è possibile utilizzare il nastro anticondensa rivestito da alluminio
50 micron per una maggiore resistenza agli agenti atmosferici.
Nell’attacco ai gruppi di ventilazione, sia in mandata che in ripresa, i canali devono essere collegati
con interposizione di idonei giunti antivibranti del tipo a fascia flessibile.
Il giunto flessibile è eseguito in tessuto speciale composto da poliestere e ricoperto su entrambi i lati in
PVC resistente alla pressione, alla temperatura dell’aria convogliata e agli strappi. Il soffietto è
saldamente collegato a due barre di flangiatura aventi le estremità arrotondate preforate.
Le serrande tagliafuoco e di regolazione devono essere autoportanti e quindi non gravare sulla
struttura della condotta o sul giunto antivibrante.
Qualora vi fossero batterie di post-riscaldamento elettriche si dovrà costruire, a monte e a valle della
stessa, una condotta con alluminio interno di spessore 500 micron.
E vietato il carico diretto sulle condotte con pesi superiori ai 25 Kg/m² (strati di cemento, tubazioni per
il trasporto di fluidi, canaline elettriche etc.), avendo cura inoltre di evitare il passaggio di pedoni sulle
stesse.
Tutte le canalizzazioni, anche se non correnti in vista, devono essere contraddistinte da apposite
targhette che indichino il loro circuito di appartenenza e la direzione del flusso d'aria.
I percorsi delle canalizzazioni dovranno risultare il più possibile aderenti a quelli riportati sui disegni di
progetto, salvo il diritto della Direzione dei Lavori di modificarli in conseguenza delle necessità che
dovessero emergere lungo il corso dei lavori.
L'Impresa esecutrice dovrà rivestire o comunque richiudere con adatto materiale tutti i residui fori che
dovessero restare intorno alle canalizzazioni dove queste attraversano pavimenti, pareti e tramezzi.
MANUTENZIONE E PULIZIA
Secondo le norme: UNI 10339, UNI EN12097 1999, Legge Regionale N. 24 del 2 Luglio 2002, gli
sportelli d’ispezione dovranno essere posizionati:
all’estremità di una condotta con dimensioni pari alla stessa per dimensioni interne <200 mm; sul
fianco con dimensioni riportate nella UNI ENV 12097.
Inoltre le norme sopra indicate stabiliscono che:
I componenti aeraulici devono poter essere smontati, in caso contrario è necessario prevedere gli
accessi da entrambi i lati, i canali con deflettori interni e/o captatori dovranno essere costruiti con il
metodo di sgancio rapido per favorire l’accesso da ciascuna estremità e realizzati con i profili
anodizzati a U e a seggiola che, unitamente alla guarnizione in teflon garantiscono la perfetta tenuta
pneumatica.
Le etichette autoadesive per l’identificazione dei pezzi devono essere applicate unicamente sulla
superficie esterna.
Durante il trasporto tutte le parti delle condotte devono essere sigillate, otturando o tappando le
estremità.
Lo stoccaggio deve essere effettuato in ambiente pulito, asciutto e privo di polvere.
I rivestimenti protettivi devono essere rimossi solo immediatamente prima dell’installazione,
sottoponendo le stesse a ispezione visiva.
Ove occorrente dovranno essere previsti dispositivi di assorbimento e smorzamento delle vibrazioni
sonore. All’uopo le fondazioni dei macchinari ed i raccordi fra i ventilatori e le canalizzazioni dovranno
essere costruite con materiali ammortizzatori delle vibrazioni.
In ultimo è da precisare che, per quanto previsto dalla normativa vigente, i canali di mandata e ripresa
che attraversano i compartimenti antincendio dovranno essere dotati di serrande tagliafuoco, con
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
95
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
chiusura automatica mediante sgancio termico per mezzo di fusibile tarato a 72 °C, installato in
corrispondenza del muro di attraversamento.
Il sistema di chiusura automatica delle serrande dovrà essere collegato anche al sistema di
rilevazione e segnalazione di incendio centralizzato.
Per evitare la diffusione dei fumi all'interno dei locali serviti, anche il ventilatore dell'unità di trattamento
aria deve essere collegato al sistema antincendio in modo tale da essere disinserito automaticamente
nel caso si verifichi un principio d'incendio.
ART. 98.
TERMINALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
Sistemi diffusione aria con filtri assoluti Eff. 99,99 D.O.P.
Terminali a Flusso Orizzontale a Trave per Sale Operatorie
(Questi terminali saranno caratterizzati da ampie superfici di distribuzione per cui l’aria verrà immessa
in ambiente a velocità estremamente bassa e su un ampio fronte in modo che non vengano a crearsi
zone di ristagno e di contro altre ad alta turbolenza.
Il terminale sarà composto da più elementi modulari e componibili assemblati in modo da costituire un
esteso plenum di calma per l’aria di immissione.
Uno o più di questi moduli in relazione alle portate di aria richiesta, saranno completi di canotti di
raccordo per il collegamento del modulo stesso alla canalizzazione di mandata dell’aria.
I moduli non corredati di tali raccordi evidentemente non conterranno celle filtranti con filtri assoluti di
efficienza di 99,99 D.O.P.
La sezione trasversale del modulo sarà di forma trapezoidale con la base minore in basso; tale
geometria permetterà una proiezione del flusso d’aria leggermente inclinata rispetto l’orizzontale così
da interessare più strettamente lo spazio ambiente a livello uomo.
Il modulo sarà costituito essenzialmente da involucro in lamiera di acciaio inossidabile; tale involucro
sarà completo di elementi laterali di chiusura costruiti anche essi in lamiera di acciaio inox, e di
schemi frontali forellinati sempre in lamiera di acciaio inox) completi di viti di aggiustaggio su di un lato
e di fessure sul lato opposto per la regolazione ed il sostentamento del flusso dell’aria.
Tali schemi saranno posizionati indifferentemente con le fessure in posizione alta o bassa in relazione
alle specifiche esigenze di diffusione in ambiente.
Tutta la costruzione risulterà a perfetta tenuta d’aria (lato sporco) e sarà completa di serrande di
taratura, presa D.O.P. e prese di tenuta.
Terminali a Flusso Verticale
Il diffusore, atto per l’installazione a soffitto, sarà costituito da un involucro realizzato in acciaio
verniciato a fuoco e da un diffusore quadrangolare ad effetto elicoidale ad induzione.
L’involucro sarà munito nella parte superiore di raccordo quadrangolare o circolare per il collegamento
al canale di adduzione dell’aria.
L’involucro sarà inoltre munito di dispositivo per il controllo della tenuta e di attacchi per l’inserimento
di manometri per il controllo della pressione d’esercizio e della pressione differenziale.
Tutta la costruzione risulterà a perfetta tenuta d’aria (lato sporco) e sarà completa di serranda di
taratura, presa D.O.P. e prese di tenuta.
Terminali a Flusso Verticale a Plafone
Il plafone diffusore di tipo modulare a flusso unidirezionale sarà realizzato mediante il semplice
assemblaggio di moduli installati in qualunque tipo di controsoffitto standard con supporti a “T”
rovesciata.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
96
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Il moduli, costituiti in robusta lamiera di acciaio pressopiegata e saldata a filo continuo, sono rifiniti
superficialmente con vernici epossidiche a polveri, anti acido, essiccante a forno a 200°C.
Completamente indipendenti sono installati in un telaio portante di supporto rifinito anch’esso come i
moduli.
La modularità del plafone diffusore consente di ottenere la massima superficie possibile di diffusione
dell’aria, garantendone una maggiore uniformità.
I diffusori di tipo forellato, sono rifiniti come già descritto.
Indipendenti ed in quantità di uno per ogni modulo, consentono l’accesso per manutenzione ad ogni
singolo filtro assoluto.
Sono realizzati in modo che, tra due di essi affiancati, vi sia la massima continuità di diffusione e
comunque una zona morta (o di non diffusione) non superiore a 25mm.
La forellinatura é realizzata in modo da garantire una diffusione dell’aria é quella riservata al
passaggio del braccio di supporto della lampada scialitica.
A tal fine un unico modulo viene all’occorrenza sostituito con un pannello cieco.
Tutti i moduli costituenti il plafone diffusore sono completi di filtro assoluto, fissato in 4 punti, con
efficienza 99,99% D.O.P., singolarmente individuabili a mezzo di numero seriale.
Tutti i filtri sono dotati di Certificato di qualità e controllo attestante l’efficienza degli stessi.
I plafoni diffusori sono realizzati, oltre che nelle misure standard, in ogni dimensione e portata.
A richiesta possono essere forniti regolatori meccanici di portata dell’aria, sia per ogni modulo filtro,
che per l’intero plafone, adatti a mantenere costante la portata dell’aria al variare dell’interessamento
dei filtri stessi.
Terminali a trave fredda
Il sistema principale si compone di terminali ad aria primaria-induzione idonei per impianti di
riscaldamento e climatizzazione a portata costante. L’aria primaria proveniente dalla centrale di
trattamento aria entra nel terminale, attraversa una batteria cilindrica che costituisce uno scambiatore
a piastre acqua/aria interamente in rame stagnato alimentata con acqua fredda o calda proveniente
dalle centrali tecnologiche, supera la stessa e viene immessa in ambiente attraverso un diffusore
lineare, che può essere ad una o più vie.
Terminali a pannelli radianti a soffitto
Comprende un sistema integrato di climatizzazione con controsoffitto radiante, costituito da:
o Pannelli o doghe d’alluminio preverniciato o postverniciato;
o Lastre in fibra di cartongesso;
o Pannelli per intonacature a finire.
I controsoffitti radianti caldi e freddi scambiano oltre il 60% della potenza refrigerante mediante
irraggiamento e circa il 40% per convezione, controbilanciando idealmente la naturale dissipazione
del calore umano.
Controsoffitatura di distribuzione (tipo Weiss Technik)
Controsoffitatura di distribuzione aria per sala operatoria del tipo con flusso di supporto portata
nominale 2.000 m³/h.
Dovrà essere composta da:
- Soffittatura distributrice aria sterile con flusso di supporto di dimensioni 3,00x2,40 m pari a 20
moduli da 60x60 cm, tipo OP 5/4 della Weiss Technik, completa di:
- camera a pressione e reticolo di sostegno in acciaio inossidabile, per il supporto delle piastre di
distribuzione aria, attraverso cerniere speciali; 20 piastre di distribuzione aria da cm 60x60, con
speciali cerniere di ancoraggio e raccordo cromato con indicatotore di posizione, in acciaio
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
97
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
inossidabile, opaco antiriflesso sul lato esterno. Una delle piastre avrà inseriti due iniettori con
specifica inclinazione, in acciaio inossidabile, di 50 mm di diametro, che consentono il flusso di
supporto realizzante l'effetto Laconda;
- impianto di filtrazione assoluta dell'aria immessa con filtri assoluti ad alta capacità, di tipo battericidi
e batteriostatici della Dräger tipo S130 posti in contenitori a tenuta di gas in lamiera di acciaio
smaltato completo di pressostato differenziale, fileria di collegamento al quadro elettrico allarmi,
serranda a tenuta d'aria con presa ad innesto rapido, serranda di regolazione;
- Controsoffittatura di raccordo con le pareti composta da piastre non deteriorabili dello spessore di
mm 18, impregnate di sostanze battericide, sostenute da profili a T di acciaio laccato, siggillate con
siliconi; compresa struttura di sostegno;
- Fascia luminosa perimetrale con 6 plafoniere da 3x58 W inserite in controsoffitto. Le plafoniere
avranno corpo in lamiera di acciaio laccata a fuoco e resistente al calore, riflettore a specchio in
alluminio anodizzato e lucidato del tipo per illuminazione a ripartizione obbligua, cornici in acciaio
inossidabile opaco antiriflesso, copertura esterna in vetro indurito chimicamente ed altamente
resistente ai prodotti di disinfezione ed all'irradiamento di raggi ultravioletti, lampade fluorescente,
reattori elettronici a bassissime perdite ecc..
Ventilconvettori
Ogni fan-coil sarà completo di batterie, motore, ventilatore, bacinella, involucro, ecc. Ogni ventilatore
sarà del tipo silenzioso, direttamente accoppiato al motore elettrico; Quando previsto l'involucro sarà
in lamiera dello spessore minimo di 12/10 mm verniciato con vernice antiruggine e vernice smaltata.
Le batterie e le bacinelle saranno reversibili. Le batterie avranno lo sfogo d'aria e il rubinetto di
scarico. Il motore sarà a 3 o più velocità con commutatore.
Tutti i fan-coils dovranno essere garantiti per un funzionamento silenzioso; la rumorosità ammessa
per ogni tipo di fan coil sarà non superiore a NR29 alla minima velocità.
Ogni fan-coil dovrà essere provvisto di un pannello di comando e controllo che effettui la regolazione
della temperatura ambiente agendo sul ventilatore (due tubi) e sulle valvole di regolazione
eventualmente presenti (quattro tubi), dotato inoltre di commutatore a tre velocità + stop. La posizione
del pannello di comando e controllo sarà remota in caso di installazione pensile e/o incassata a
controsoffitto e sarà prescelta in modo opportuno nel locale servito. Anche per tutti gli altri casi la
posizione sarà tipicamente remota fatte salve le situazioni nelle quali risulti assai difficoltosa tale
soluzione e dove potrà essere presa in esame la installazione a bordo macchina.
I mobiletti fan-coils dovranno avere valvole di intercettazione a sfera su tutte le tubazioni di
alimentazione. I collegamenti idraulici tra valvole e tubazioni dovranno essere eseguiti con rame
crudo.
I ventilconvettori saranno provvisti di bacinella raccolta condensa in lamiera d'acciaio zincata rivestita
esternamente con materiale termoisolante certificato in classe le filtri d'aria del tipo rigenerabile dello
spessore nominale di 25 mm, efficienza 75% ASHRAE gravimetrico.
Prima dell'ordinazione dei ventilconvettori dovranno essere sottoposte al Committente per
l'approvazione di tutti i dati caratteristici di resa termica e frigorifera, portata d'aria, assorbimento
elettrico, livello di potenza sonora, ecc.
Griglie per aria esterna
Le prese di aria esterna dovranno essere dimensionate per una velocità apparente massima di 3
m/sec. Esse dovranno essere eseguite con alette in alluminio o lamiera zincata, verniciatura a fuoco,
e munite di rete antitopo in acciaio zincato.
Serrande
Le serrande di taratura per l'aria dovranno essere in acciaio verniciato, complete di controtelaio per
fissaggio a muro o in canale, munite di alette a movimento contrapposto.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
98
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
La costruzione delle serrande deve essere tale da garantire assenza totale di vibrazioni dovute al
moto dell'aria, in qualunque posizione la serranda venga posta.
La Ditta dovrà indicare il valore della portata di trafilamento a serranda chiusa per i vari valori della
pressione.
Il comando dovrà essere sempre posto in posizione facilmente accessibile e dovrà portare chiare
indicazioni sulla posizione della serranda.
Anemostati e Griglie
I diffusori dovranno essere costruiti in acciaio verniciato, saranno del tipo quadrangolare a coni piatti,
dovranno essere dotati di serranda di taratura con alette a movimento contrapposto comandabili
all'esterno con chiave asportabile, completi di organo captatore e di taratura, antivibranti di
collegamento al canale in tela olona.
Le griglie saranno in acciaio verniciato, complete di controltelaio di fissaggio e di serrande di
regolazione ad alette contrapposte, quelle di transito saranno del tipo antiluce, idonee al montaggio
sulle porte.
Tutti i terminali dovranno essere montati con sistema di fissaggio che ne permetta il facile smontaggio
e dovrà essere interposta adatta guarnizione di tenuta.
Piastre Radianti
In alluminio a piastre.
La resa dei corpi scaldanti, determinata secondo la normativa UNI EN 442, sara' quella risultante dai
certificati di prova tecnica rilasciati da Istituti autorizzati.
Ciascun corpo scaldante dovra' essere montato con idonea pendenza ed allacciato alla rete di
distribuzione in modo di garantire il facile e naturale sfogo dell'aria; nel montaggio in opera ogni
radiatore dovra' mantenere un distacco di almeno 3-4 cm dalla parete verticale, di almeno 12 cm dal
pavimento e di almeno 8 cm dal davanzale o mensola soprastante.
La potenza richiesta ai fini della contabilizzazione sara' quella determinata dalla tabella riportata in
progetto che esprime la resa dei radiatori secondo la norma U.N.I. EN 442 con differenza di
temperatura Dt = 50°C.
Il radiatore sarà comprensivo di detentore in bronzo od ottone, mensole di sostegno, valvoline manuali
sfogo aria con volantino di manovra del tipo a sicurezza, tappi ciechi e, per i radiatori serviti con
tubazioni dall'alto, rubinetti di scarico.
Nel prezzo sarà compreso e compensato l'onere per la fornitura dei corpi preverniciati a forno con
mano di fondo previo trattamento di fosfatazione e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a
regola d'arte.
ART. 99.
SISTEMI AUSILIARI DI CONDIZIONAMENTO
Condizionatore Autonomo Split del Tipo a Pompa Di Calore
Il condizionatore autonomo da installarsi nel locale sosta salme sarà del tipo split-system per
funzionamento in raffreddamento sia estivo che invernale e quindi dotato di dispositivo per
funzionamento a bassa temperatura, a due sezioni con sezione condensante/evaporante esterna ed
unità ventilante interna per installazione alta a parete. L’unità sarà dotata di comando a distanza, linee
di collegamento idraulico (freon) ed elettrico tra le due sezioni e centralina elettronica di regolazione, il
tutto per distanze fra le unità interna ed esterna fino a 20 metri.
Alimentazione 380 VAC 50 Hz.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
99
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Saranno compresi nella fornitura tutti gli accessori di installazione ed in particolare gli accorgimenti
necessari all'attraversamento della copertura che dovranno garantire la assoluta impermeabilità della
stessa.
Sarà compreso in fornitura il collegamento dell'unità interna alla rete di smaltimento acqua di
condensa.
Condizionatore Autonomo Split
Il condizionatore autonomo da installarsi nel locale UPS della T.I. sarà del tipo split-system per
funzionamento in raffreddamento, a due sezioni con sezione condensante/evaporante esterna ed
unità ventilante interna per installazione alta a parete. L’unità sarà dotata di comando a distanza, linee
di collegamento idraulico (freon) ed elettrico tra le due sezioni e centralina elettronica di regolazione, il
tutto per distanze fra le unità interna ed esterna fino a 20 metri.
Alimentazione 380 VAC 50 Hz.
Saranno compresi nella fornitura tutti gli accessori di installazione ed in particolare gli accorgimenti
necessari all'attraversamento della copertura che dovranno garantire la assoluta impermeabilità della
stessa.
Sarà compreso in fornitura il collegamento dell'unità interna alla rete di smaltimento acqua di
condensa.
ART. 100.
TUBAZIONI
Il fluido termovettore d’alimentazione dei terminali ad induzione è, in estate acqua refrigerata ed in
inverno acqua calda. L’impianto dovrà essere costituito da montanti principali, da cui si staccheranno
le distribuzioni di piano orizzontali per l’alimentazione dei singoli terminali. Ogni montante dovrà
essere segregata entro apposito cavedio, mentre le diramazioni orizzontali saranno installate
all’interno del controsoffitto. L’ingresso ai piani sarà segregabile mediante inserimento di valvole
d’acciaio a sfera d’alta qualità del tipo flangiato.
Le tubazioni dovranno essere dimensionate, tenendo conto dei salti di temperatura indicati in
precedenza, impostando una velocità dell'acqua non superiore a 1,5 m/s ed una perdita di carico
distribuita di circa 150/200 Pa/ml.
Le tubazioni da impiegarsi dovranno essere in acciaio di prima scelta, trafilate a freddo, senza
saldatura (tipo Mannesmann) come sottoindicato:
Tubi gas commerciali Sch. Standard Wall in acciaio senza saldatura secondo ANSI B 36.10
Il collegamento d’unione dei tubi fra loro, nonché fra essi ed i pezzi speciali (curve, raccordi, flangie),
dovrà essere realizzato mediante saldatura di testa.
Le tubazioni di mandata e ritorno dell'impianto termico devono essere coibentate separatamente.
Le tubazioni dovranno essere staffate secondo gli interassi seguenti:
Øe
distanza
Ferro
Øi
distanza
Rame
[pollici]
[m]
[mm]
[m]
½ ÷1 ¼
2,0
21,3÷48,3
2,0
1”½÷2”
2,5
48,3÷54,3
2,5
2” ½÷4”
3,0
Oltre 4”
3,0
Nel caso in cui si realizzi uno staffaggio unico per tubazioni di diverso diametro, l’interasse da
considerare è quello relativo alla tubazione di diametro più piccolo.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
100
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Prima di definire il tipo di staffaggio dovranno essere previsti, i sistemi di compensazione delle
dilatazioni sulle tubazioni, adottando specifici supporti per realizzare i punti fissi e di guida dei tubi.
Nell'attraversamento di strutture verticali ed orizzontali, i tubi devono scorrere all'interno di controtubi
d’acciaio, PVC autoestinguente ecc., preventivamente installati, aventi diametro capace di contenere
anche l'eventuale rivestimento isolante. Il controtubo deve resistere ad eventuali azioni aggressive da
parte dei materiali con cui è a contatto ed all'assestamento di muri e solai.
L'interspazio restante tra tubo e controtubo deve essere riempito per tutta la lunghezza con materiale
incombustibile. Nel caso in cui si attraversino elementi separanti compartimenti REI è necessario
utilizzare sigillanti o collarini aventi le stesse caratteristiche REI dell’elemento separante che si
attraversa.
Per garantire alle varie diramazioni della rete di distribuzione le portate definite in sede di progetto,
dovranno essere assicurate oltre che con la scelta dei tubi, mediante l’adozione di precisi organi di
taratura, quali valvole di bilanciamento; la loro ubicazione deve risultare dal calcolo esecutivo.
Le valvole previste per il bilanciamento dei circuiti idraulici dovranno essere realizzate con corpo e
parti interne in ghisa, pressione d’esercizio 16 bar, temperatura d’esercizio 150°C.
Per la raccolta e lo scarico condense, ove necessari, dovranno essere previste reti di raccolta delle
stesse che saranno installate all’interno del controsoffitto. Le condense dai singoli terminali, devono
affluire alle reti principali direttamente dai terminali, senza interposizione di bacinelle di raccolta. Le
reti principali di condense devono convogliare le stesse nei servizi igienici dove saranno scaricate,
attraverso idoneo collegamento, nello scarico del lavabo, a monte del sifone.
Tutte le condutture devono essere complete di pezzi speciali, giunzioni, derivazioni, degli occorrenti
materiali di tenuta ed accessori, di staffe e collari di sostegno, degli occorrenti apparecchi di
intercettazione per le eventuali esclusioni dei vari circuiti o di parti di essi e quanto altro possa
occorrere per il perfetto funzionamento.
Per le variazioni di direzione, dovranno essere impiegate curve in acciaio stampato. Dette curve
saranno complete per le variazioni di direzione a 90°, doppie per le variazioni di direzione a 180°,
sezionate opportunamente per tutti i rimanenti casi.
I tee dovranno essere realizzati ad innesto con il sistema “a scarpa", ciascuno costituito da curva in
acciaio a 90° di adatto diametro ed opportunamente sagomata in modo da ottenere una perfetta
corrispondenza con l'apertura sul fianco del tubo costituente il circuito principale.
Le tubazioni dovranno essere messe in opera a perfetta regola d'arte; si prescrive, in particolare, che
risulti assicurata la linearità dei tubi aventi gli assi fra loro allineati, che i tratti verticali risultino
perfettamente a piombo, che i tratti orizzontali risultino perfettamente in bolla.
Fanno eccezione, a quest'ultimo proposito, i tratti orizzontali appartenenti a circuiti per i quali siano
date, sui disegni di progetto, esplicite indicazioni concernenti la direzione ed il valore da assegnare
alla pendenza.
I pattini di appoggio dei tubi sulle staffe non dovranno essere collegati direttamente con la superficie
del tubo, in quanto ciò darebbe luogo a ponti termici in grado di provocare formazioni di condensa,
con susseguenti gocciolamenti, durante la stagione estiva, per i tubi acqua refrigerata; fra ciascun
pattino ed il tubo occorre interporre anelli di legno (o materiale equivalente) aventi spessore uguale a
quello dell'isolamento o resistenza termica tale che, tenuto conto dello spessore precedentemente
definito, la trasmissione del calore non conduca alla formazione di condensa.
Intorno ad ogni anello dovrà essere montata una staffa in piatto (divisa in due parti uguali da unire
mediante bulloni completi di dado) sulla quale sarà poi fissato il pattino vero e proprio.
Il dimensionamento (nonché la scelta del tipo di materiale) di questi dispositivi, dovrà essere tale da
consentire loro di sopportare il peso proprio (tubo più acqua, più isolamento termico), nonché gli sforzi
a cui possono essere assoggettati in tutte le possibili condizioni di funzionamento.
Il circuito dovrà essere equipaggiato dei dispositivi per lo sfogo dell'aria in ciascun "punto alto" e di
quelli per lo scarico dell'acqua da ciascun "punto basso".
Nella realizzazione pratica dei tubi alti dovranno essere osservate le seguenti prescrizioni:
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
101
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
- è consentito l'uso dei dispositivi del tipo a sfogo automatico dell'aria, solo per lo sfogo di brevi tratti di
tubazione;
- il collegamento fra un punto alto ed il tubo facente parte del dispositivo di sfogo aria, dovrà essere
realizzato con modalità tali che l'aria, una volta accumulata nel punto alto, non incontri alcuna difficoltà
ad abbandonare la tubazione costituente il circuito: ciò in una qualsiasi delle condizioni di
funzionamento (velocità dell'acqua al valore di progetto oppure velocità dell'acqua nulla);
- immediatamente al di sopra del punto di collegamento con la tubazione del circuito principale,
ciascuno sfogo d'aria dovrà comprendere un barilotto in acciaio nero, avente una capacità non
inferiore a 0,4 dmc, destinato a contenere tutta l'aria che tendesse a raccogliersi nel punto alto
durante l’intervallo di tempo compreso fra 2 successive manovre di spurgo.
Al di sopra del barilotto ora menzionato, il tubo di sfogo dovrà riprendere il diametro iniziale, essere
curvato a 180° e scendere verso il basso fino a quota +1,40 m dal pavimento, dove dovrà essere
installato il rubinetto per la manovra di sfogo. iI rubinetto di sfogo dovrà essere del tipo a sfera.
Immediatamente al di sotto del rubinetto ora menzionato, dovrà essere installato un imbuto collegato
con la rete di scarico.
Le dimensioni e la forma dell'imbuto, nonché la posizione relativa ''rubinetto/imbuto", dovranno
risultare tali che non si verifichino fuoriuscite di acqua (per traboccamento oppure in seguito a spruzzi)
durante la manovra di sfogo e, contemporaneamente, l’operatore possa seguire senza incertezza le
varie fasi di eliminazione dell'aria.
Il sistema di ancoraggio alle strutture del dispositivo di sfogo aria dovrà possedere caratteristiche di
rigidezza e robustezza tali che non si verifichino spostamenti durante le manovre del rubinetto, nè
vibrazioni durante i transitori di pressione conseguenti all’afflusso di acqua mescolata con aria;
Per quanto riguarda i dispositivi di scarico dei punti bassi, valgono le medesime prescrizioni date per
gli sfoghi d'aria. Le tubazioni nere, le derivazioni dei tronchi secondari delle condotte principali
avranno attacco eseguito con curve tronche a "scarpa".
Gli staffaggi, le tubazioni nere, le parti di macchine non protette o non zincate dovranno essere
verniciate con due mani di vernice antiruggine (veicolo resinoso organico, pigmento zinco metallico e
ossido di zinco) avente un contenuto di zinco metallico pari ad almeno il 60% in peso. Le due mani
dovranno essere a tonalità di colore sufficientemente diversa così da consentire un agevole controllo
delle diverse fasi di verniciatura.
I collettori nelle centrali di produzione dovranno essere realizzati in acciaio nero, di forma cilindrica; il
diametro di base dovrà essere non inferiore a 1,5 volte il diametro della massima diramazione che si
diparte dal collettore stesso. L'isolamento termico dovrà essere dello stesso tipo di quello usato per le
diramazioni, le quali avranno sempre attacchi di tipo flangiato: esso dovrà essere protetto, all'esterno,
con lamiera di alluminio.
Ciascun circuito dovrà essere sezionabile dai collettori a mezzo di valvola, adottando naturalmente
idonei dispositivi per assicurare la libera dilatazione dell'acqua contenuta in esso ed escludere così il
formarsi di sovrappressioni quando le saracinesche siano chiuse. I collettori dovranno essere collocati
in opera su mensole metalliche ed ubicati ad altezza tale da consentire l'agevole manovra delle
valvole d’intercettazione e di regolazione. Ogni collettore dovrà essere dotato di termometri ad
immersione e di idrometri a quadrante. I collettori dovranno essere muniti degli attacchi occorrenti per
le tubazioni di andata e di ritorno dai vari circuiti compresi attacchi di riserva.
Il montaggio delle tubazioni entro cunicoli sarà eseguito con giunzioni tipo Victaulic (o equivalente)
mediante idonei collari di connessione completi di guarnizione e bulloneria di serraggio da inserirsi su
apposite scanalature realizzate per deformazione plastica sulle testate delle tubazioni da giuntare.
Analogo materiale prefabbricato Victaulic (o equivalente) sarà da utilizzarsi per le derivazioni a TEE e
le curve al fine di consentire la futura manutenzione per semplice smontaggio/rimontaggio senza
necessità di tagli e/o saldature. Tale tipo di giunzione è da intendersi compensato nella tubazione, al
pari delle giunzioni saldate normalmente utilizzate in altre zone.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
102
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 101.
ISOLAMENTO TERMICO
L'isolamento di tubazioni, collettori, valvole e di qualsiasi apparecchiatura percorsa da acqua
refrigerata e calda verrà realizzato come appresso indicato.
a. Per le tubazioni il materiale isolante dovrà essere costituito da materiale autoestinguente in
materiale elastomerico o similari, in guaine fin dove possibile in base al diametro e agli spessori, la
cui qualità non sia modificabile durante la posa. Dovrà essere assicurata la continuità
dell'isolamento (assenza di ponti termici). Gli spessori dei rivestimenti dovranno essere almeno
pari a quelli dell'Allegato A del D.P.R. 412/93.
b. Per i collettori, valvole ecc. si adopererà lo stesso materiale, tranne che l'isolante dovrà pervenire
in forma di materassino. Dovrà essere garantita la continuità dell'isolamento. Anche le
apparecchiature (valvole incluse) dovranno essere isolate.
Le coibentazioni, i nastri dei giunti e i collanti, dovranno avere certificato di omologazione in Classe 1
di reazione al fuoco.
L'isolamento delle tubazioni degli impianti di condizionamento e refrigerazione sarà eseguito con
prodotto isolante flessibile estruso a celle chiuse a base di gomma sintetica espansa di colore nero
avente le seguenti caratteristiche tecniche:
a.
Temperatura minima d'impiego:
b.
Temperatura massima d'impiego:
c.
Conducibilità termica
a
- 40
°C
a
- 20
°C
a
0
°C
a
+ 10 °C
a
+ 20 °C
a
+ 40 °C
- 40 °C;
+ 105 °C;
(controllata secondo
0,032
0,034
0,036
0,037
0,038
0,040 W/mK
norme
DIN
52612
e
DIN
52613):
W/mK
W/mK
W/mK
W/mK
W/mK
d.
Fattore di resistenza alla diffusione del vapore (certificato secondo norme DIN 52612 e UNI
9233): = 7000;
e. Coefficiente
di
diffusione
del
vapore
acqueo
a normale press.atm. e temp. 0°C: =
0,21
x
10-9
kg/mhPa
a normale press.atm. e temp. 23°C:
= 0,23 x 10-9 kg/mhPa
f.
Reazione al fuoco: Classe 1 (con relativa omologazione rilasciata dal Ministero dell'Interno ed
estesa a tutta la gamma di spessori)
g.
Dichiarazione di conformità: art.2 comma 2.7 e art.8 comma 8.4 del D.M. 26/6/1984
h.
Assorbimento acustico (DIN 4109): Riduzione dei rumori fino a 30 dB(A)
i.
Posa in opera con idoneo adesivo e detergente.
Nel caso di tubazioni acqua surriscaldata il materiale da impiegare sarà sempre del tipo isolante
flessibile estruso a celle chiuse a base di gomma sintetica espansa di colore nero ma idoneo per
temperature fino a +175°C
Gli spessori minimi saranno in accordo alle seguenti tabelle:
CONDUTTIVITA'
TERMICA UTILE
DELL’ISOLANTE
DIAMETRO ESTERNO TUBAZIONE (MM)
W/M°C
FINO A 19 DA 20 A 39 DA 40 A 59 DA 60 A 79 DA 80 A 99 OLTRE 100
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
103
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
0.03
13
19
26
33
37
40
0.032
14
21
29
36
40
44
0.034
15
23
31
39
44
48
0.036
17
25
34
43
47
52
0.038
18
28
37
46
51
56
0.04
20
30
40
50
55
60
0.042
22
32
43
54
59
64
0.044
24
35
46
58
63
69
0.046
26
38
50
62
68
74
0.048
28
41
54
66
72
79
0.050
30
44
58
71
77
84
Gli spessori potranno subire le riduzioni previste dalla Legge 10/91 per le zone interne all’edificio.
Tutti i componenti dei circuiti di acqua refrigerata (valvole, saracinesche, filtri, flangie, ecc.) dovranno
essere isolati con lastre di caratteristiche analoghe a quelle sopra descritte per le tubazioni.
ART. 102.
FINITURA LAMIERINO ALLUMINIO
Per i tratti di tubazione in vista il materiale di finitura consisterà in lamierino di alluminio, titolo di
purezza in Al 99,5% minimo di spessore 6/10 mm per tubazioni e di 8/10 per collettori,
apparecchiature recipienti e serbatoi, 10/10 per scatole valvolame. Le suddette scatole devono essere
di tipo apribile con agganci a scatto. Sui giunti longitudinali il lamierino sarà aggraffato e sovrapposto,
lungo la circonferenza è sufficiente la semplice sovrapposizione di almeno 50 mm. Viti autofilettanti
tipo Parker in acciaio inossidabile verranno impiegate per il fissaggio del lamierino.
Le giunzioni installate all'esterno dell'edificio avranno sigillatura con mastice siliconico a perfetta
tenuta. La testa dei collettori di DN fino a 200 sarà conica, per diametri superiori, come per i coperchi
di serbatoi e tutte le altre supefici semisferiche, la finitura sarà a spicchi, semisferica anch'essa.
Poiché dovranno essere isolati tutti i pezzi speciali, incluse valvole, saracinesche, ritegni, filtri, ecc., i
quali richiedono periodiche manutenzioni, si dovrà prevedere sui medesimi i gusci in alluminio atti a
contenere la coibentazione. I gusci saranno privi di vuoti, da riempire con isolante opportunamente
sagomato, e realizzati in due metà con chiusura mediante cerniera a scatto facilmente smontabili.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
104
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 103.
COMPARTIMENTAZIONE
Attraversamenti tubi in acciaio
Sistema di protezione per attraversamenti tecnici su pareti e/o solai di tubi in acciaio, resistenza al
fuoco REI120. Sistema costituito da striscia in lana di roccia di dimensione mm 30x10 con densità 40
kg/mc e rivestimento sul lato del fuoco della lana di roccia di uno spessore di mm 10 di mastice
antincendio.
Attraversamenti tubi combustibili
Sistema di protezione per attraversamenti tecnici su pareti e/o solai di tubi combustibili, resistenza al
fuoco REI120. Sistema costituito da un nastro termoespandente da avvolgere intorno al tubo,
resistente all'umidità, di dimensioni nominali 100x4 mm e di lunghezza in rapporto alla circonferenza
di attraversamento . Il numero degli avvolgimenti necessari per raggiungere e garantire la tenuta al
fuoco sarà calcolata in funzione del diametro del tubo.
Sacchetti antincendio
Sacchetti in tessuto di fibra di vetro rinforzata contenenti agenti espansivi solidi, materiali vetrificanti,
ritardanti di fiamma specifici, insensibili all'umidità e atossici, per barriera tagliafiamma in aperture,
cunicoli, cavedi, che mettono in comunicazione locali diversi.
ART. 104.
SISTEMA DI REGOLAZIONE E CONTROLLO
La regolazione automatica da impiegare sarà di tipo elettronico digitale a controllo diretto (DDC),
dovrà consentire il funzionamento automatico degli impianti, secondo la logica degli schemi di
progetto ed inoltre dovrà poter gestire il controllo di stati, allarmi, etc., delle varie apparecchiature.
Dovrà essere dotata di programmi specifici di ottimizzazione e di gestione dei consumi energetici.
Sarà costituita essenzialmente da un'unità programmabile (CPU) eventualmente affiancata da più
moduli, dotata di più ingressi-uscita di segnali digitali e/o analogici.
Il sistema di regolazione dovrà essere direttamente collegabile ad un sistema generale di controllo e
supervisione degli impianti e ciò senza necessità di moduli di interfaccia o di pannelli di raccolta.
La proposta progettuale deve prevedere soluzioni per i seguenti sistemi:
ƒ Protezione antincendio;
ƒ
Regolazione e controllo integrato ambienti (climatizzazione, illuminazione);
ƒ
Controllo, automazione, supervisione impianti.
la proposta deve impiegare un elevato know-how per la scelta ed implementazione delle tecnologie
più avanzate e consolidate per i diversi settori, costituire l’espressione dell’integrazione ottimizzata tra
i differenti sistemi tecnologici presenti all’interno dell’edificio.
Linee guida per il progetto
Le linee guide di progettazione da adottare per la realizzazione del progetto sono:
o Utilizzo di tecnologie avanzate sia in termini di singoli componenti sia in termini di soluzioni;
o Massimo know-how consolidato; sistemi di automazione scalabili e di tipo aperto;
o Massimo grado d’integrazione per i differenti sottosistemi;
o Utilizzo di componenti rispondenti alle relative norme tecniche di prodotti nazionali ed
internazionali;
o Rispetto delle normative e leggi vigenti.
Il progetto deve prevedere la fornitura dei seguenti sistemi di controllo:
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
105
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
o
Controllo e Supervisione Impianti Climatizzazione;
Altri impianti che possono essere integrati in questa architettura sono:
o impianto rilevazione incendio-gas;
o Impianto antintrusione, controllo accessi, Tvcc;
o Controllo Distribuzione elettrica MT-BT.
Programmi ( Software )
I DCP dovranno realizzare le funzioni di controllo automatico e di risparmio energetico in modo
completamente autonomo dell'eventuale sistema centrale.
Il software di ciascun DCP includerà:
o - Sistema operativo;
o - Software per l’elaborazione dei segnali di ingresso/uscita;
o - Software per il controllo dei comandi;
o - Software per la regolazione automatica a Controllo Digitale Diretto;
o - Software per il risparmio energetico.
o - Sistema operativo
Il sistema operativo dovrà essere residente su EPROM, opererà in tempo reale provvederà alla
gestione delle diverse funzioni in base alle loro priorità e controllerà i programmi a tempo, gestirà la
comunicazione tra DCP e DCP e tra DCP e sistema centrale, gestirà la scansione degli ingressi e
delle uscite.
Il sistema operativo conterrà inoltre il software di diagnostica.
Software per l'elaborazione dei segnali di ingresso/uscita
Questo software dovrà:
- aggiornare continuamente i valori e le condizioni di ingresso e di uscita.
Tutti i punti collegati dovranno essere aggiornati ad intervalli dell'ordine di un secondo.
- convertire i segnali da analogici a digitali, associare ad essi una scala e correggere l'offset dovuto ai
collegamenti di linea, correggere la non linearità dei sensori, convertire i valori in formato a 32 bit in
virgola flottante.
I valori massimo e minimo di ciascun ingresso analogico dovranno essere mantenuti in memoria.
Dovrà essere possibile applicare la completa conversione a 32 bit a campi di misura (dei sensori)
ridotti rispetto a quelli standard in modo da aumentare la precisione della lettura.
- verificare la validità delle misure analogiche confrontandole con i valori limite preprogrammati.
- assegnare l'opportuna unità di misura (in SI) e l'opportuno identificatore della condizione di stato di
tutti gli ingressi/uscite analogici e digitali.
- permettere il confronto del valore dell'ingresso analogico con due valori limite precedentemente
assegnati così da poter ottenere una segnalazione di allarme effettivo ed una di preallarme.
Dovranno essere possibili allarmi flottanti (applicabili dove i set point sono variabili come nel caso di
regolazioni compensate o in cascata).
Permettere la inibizione degli allarmi per un tempo programmabile da due secondi a venti secondi con
incrementi di un secondo. Ciò sarà particolarmente utile nelle fasi di avviamento dell’impianto al fine di
raggiungere la loro condizione di regime senza far intervenire gli allarmi.
Software per il controllo dei comandi.
Questo software dovrà gestire la ricezione dei comandi provenienti dal Sistema centrale dei terminali
portatili e dai programmi di regolazione.
Questo software dovrà:
- permettere di associare un ritardo al comando così da evitare 1 avviamento contemporaneo di più
macchine. Il ritardo dovrà essere programmabile da 0 a 30 secondi.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
- permettere di assegnare a ciascun comando una priorità di comando ed una priorità residua così
da poter gestire eventuali conflitti che si crenno quando più programmi accedono allo stesso punto
di comando. Soltanto le uscite aventi la più alta priorità di comando potranno essere eseguite.
Ogni qualvolta un comando verrà eseguito, la priorità residua ad esso assegnata rimpiazzerà
quella esistente.
Dovrà essere possibile, quando desiderato, inibire la capacità dei programmi applicativi di eseguire un
determinato comando.
- permettere di identificare se su un dato punto l'ultimo comando è stato determinato da un
programma applicativo o manualmente.
Questa informazione dovrà essere visualizzata sul terminale dell'operatore.
Permettere la realizzazione di “programmi eventi” che dovranno aver luogo ad una sequenza di
funzionamento in base al tempo o al verificarsi di un determinato evento.
I requisiti minimi per questi programmi saranno: possibilità di comandare punti analogici ad un valore
specifico. possibilità di comandare punti digitali ad un stato specifico. l'iniziatore del programma dovrà
poter essere un istante specifico a un evento specifico.
- possibilità di inizializzare il programma attraverso un comando dell'operatore.
- i comandi dovranno rispettare i ritardi di intervento programmati così da evitare eccessivi
assorbimenti di corrente; dovranno anche essere rispettati i tempi minimi di ON e di OFF assegnati. i
comandi dovranno rispettare la struttura delle priorità di comando e residua.
- possibilità di concentrare più programmi eventi.
- possibilità di attivare/disattivare singolarmente i vari programmi eventi.
- ossibilità di attivare/disattivare gli iniziatori dei programmi eventi.
Software per la regolazione automatica a controllo digitale diretto
Questo software dovrà permettere il controllo degli impianti così come richiesto dalle specifiche
applicazioni di progetto.
Ciascun DCP dovrà avere residenti nella propria memoria, e quindi avere disponibili per i programmi,
una libreria completa d’algoritmi DDC, d’operatori relazionali per permettere la realizzazione di
sequenze di controllo.
Fra tali operatori dovrà essere incluso il PID che potrà essere utilizzato anche parzialmente (P e PI), a
seconda delle esigenze dell'impianto.
Dovrà essere inoltre disponibile un operatore che permetta il controllo "adattivo" in cui il programma di
regolazione in DDC aggiusti automaticamente i propri parametri in base alla risposta dell'impianto.
I programmi e gli operatori facenti parte della libreria dovranno essere standard anche se
personalizzabili; e ciò al fine di semplificare al massimo la programmazione.
I programmi DDC dovranno essere scritti in linguaggio ad alto livello, e preferibilmente in Pascal che è
particolarmente adatto a realizzare funzioni dì controllo DDC.
Tutti i set-point, i parametri e le costanti associate ai programmi DDC dovranno essere accessibili
all'operatore sia per una loro visualizzazione che per una loro modifica tramite un terminale del
sistema centrale o tramite il terminale portatile.
Il tempo di esecuzione dei programmi dovrà essere aggiustabile tra 2 e 120 secondi con incrementi di
un secondo.
Nei programmi dovrà essere possibile assegnare a tutte le uscite i valori di inizializzazione cosicché
gli organi finali di controllo possano assumere una posizione di sicurezza prestabilita durante la fase
di mensa in marcia.
Software di risparmio energetico
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
I programmi applicativi adibiti al risparmio energetico ed i relativi files di dati dovranno risiedere nei
DCP su memoria non volatile oppure su memoria RAM con batterie in tampone che garantiscano
un’autonomia di almeno 72 ore in caso di mancanza della tensione di rete.
Ciascun programma dovrà essere accessibile all'operatore che, attraverso il terminale portatile, potrà
attivarlo/disattivarlo e modificare i parametri del programma stesso.
I programmi di risparmio energetico dovranno essere standardizzati e collaudati su diverse
applicazioni.
Il programma dovrà operare sia in ciclo estivo che invernale. Dovrà essere impiegato un algoritmo
adattivo che, in base alle esperienze acquisite nei giorni precedenti, aggiusti automaticamente la
durata del tempo di messa a regime.
Il programma dovrà provvedere automaticamente ad anticipare la fase di messa a regime dopo
periodi di arresto prolungato dell’impianto, quali i fine settimana, le festività, etc..
La temperatura ambiente di riferimento potrà essere la più rappresentativa, la media fra le
temperature di varie zone, il valore più alto delle varie zone.
Messa a Punto della Regolazione
E' a carico della ditta installatrice la messa a punto di tutte le apparecchiature di regolazione
automatica in modo da consegnarle perfettamente funzionanti e rispondenti alle funzioni cui sono
destinate e ciò sia nei componenti hardwnre che software secondo quanto sopra descritto e secondo
eventuali ulteriori prescrizioni della D.L.
La messa a punto dovrà essere eseguita da personale specializzato, possibilmente inviato dalla casa
costruttrice delle apparecchiature, rimanendo però la Ditta installatrice unica responsabile di fronte al
Committente.
In particolare, a fine lavori, la Ditta dovrà consegnare una raccolta con la descrizione dettagliata di
tutte le apparecchiature, gli schemi funzionali, le istruzioni per la messa a punto e la ritaratura.
ART. 105.
REGOLAZIONE ELEMENTI IN CAMPO
Sensori e Trasmettitori
I sensori e i trasmettitori dovranno essere disponibili in diverse versioni atte a garantire una corretta
rilevazione delle variabili in ambienti, condotte d'aria, tubazioni, ecc..
Temperatura:
L'elemento sensibile sarà costituito da una termoresístenza Balco (500 Ohm) o Platino (100 a 3000
Ohm) precisione t 0,5'C.
I sensori per condotte di acqua dovranno essere provvisti di apposito pozzetto in rame, monel o
acciaio inossidabile.
Umidità relativa:
L'elemento sensibile sarà di tipo capacitivo sensibile alle variazioni di umidità relativa con precisione
di almeno +- 5%. Il campo di misura sarà compreso tra 10 e 90% U.R.
Il segnale di uscita dal trasmettitore sarà di 0-1 Vcc nel proprio campo di lavoro.
Pressione, portata, livello, potenza elettrica, tensione, corrente, ecc.:
Possono essere adottati sensori e trasmettitori di vario tipo purché il segnale in uscita sia di tipo
standard, ad esempio: 4-20 m A, 0-10 V, ecc., e la precisione non sia inferiore a t 2%.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Valvole Servocomandate
Saranno del tipo ad otturatore a stelo, con corpo in ghisa filettato o flangiato, con otturatore, sede e
stelo in acciaio legato.
Se filettate saranno provviste di giunti a tre pezzi.
Qualora i diametri siano diversi da quelli delle tubazioni di raccordo o da quelli delle valvole
d’intercettazione, saranno usati dei tronchetti conici di raccordo (filettati o flangiati) con angolo di
conicità non superiore a 15°.
Le valvole non avranno mai pressione nominale inferiore a PN10 e dovranno garantire prontezza e
precisione della regolazione anche in posizione molto prossima a quella di chiusura.
Il servocomando potrà essere di tipo tradizionale, a servomotore monofase, oppure di tipo magnetico
lineare, oppure di tipo elettro-idraulico.
Le valvole saranno provviste anche di dispositivo di sgancio del servomotore per azionamento
manuale dell'otturatore.
Se necessario saranno installati moduli di amplificazione di potenza.
Servomotori per Serrande
Saranno di tipo lineare, eventualmente con molla di richiamo (se necessario) atti a funzionamento
modulante oppure a due posizioni. Saranno completi di cavo elettrico, staffa di sostegno, asta, snodo
(se necessario), sistema di collegamento alla serranda.
Dovranno essere in grado di sviluppare una forza non inferiore a 20 kg (200 A).
Se necessario saranno usati moduli di amplificazione di potenza.
Regolazione per Unità Terminali
Qualora sia richiesta la regolazione modulante di unità terminali, provviste di batterie di scambio
termico (induttori, fancoils, etc.) si useranno valvole a due o tre vie in bronzo con servomotore
modulante, azionate da regolatore P, (con manopola di selezione da set-point) da inserire nella stessa
unità (con sonda nella posizione opportuna) o da installare direttamente in ambiente, secondo quanto
richiesto.
Potrà essere necessaria azione in sequenza, secondo le esigenze.
Per la regolazione di terminali ad aria (unità a doppio o semplice condotto, a portata costante oppure
variabile) si useranno servomotori di tipo adatto (già inseriti nell’unità) azionati da termostati idem c.s.
Anche in questo caso l'azione dovrà essere conforme alle esigenze.
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO
109
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO VIII
IMPIANTO GAS MEDICALI
IMPIANTO GAS MEDICALI
110
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 106.
GENERALITÀ GAS MEDICALI
Per la distribuzione dell'aria compressa medicale, dell'ossigeno e della linea del vuoto dovrà essere
previsto un allacciamento mediante tubazioni in rame crudo in verghe con specifiche ai sensi della
normativa vigente in materia di gas medicali.
Le dorsali principali scenderanno alle utenze attraverso il cavedio tecnico specifico.
La distribuzione all'interno dei reparti dovrà avvenire in controsoffitto. Su ciascuna derivazione
saranno installare delle valvole di sezionamento; ciascuna utenza sarà servita con tubazioni in rame
crudo della stessa tipologia delle dorsali principali per l'allacciamento alla trave testaletto.
In ciascuna camera di degenza sarà predisposta una cassetta d’intercettazione e derivazione con
valvole a sfera a norma secondo le specifiche MED e la normativa CEI 64-8/7/v2.
Su ciascuna stazione di controllo, a norma CEI, per l'allacciamento con le dorsali montanti sarà
installato un sistema di controllo e segnalazione di allarme relativo allo stato di carica delle rampe con
doppi sistemi di riduzione ed allarme acustico.
L'impianto dovrà essere certificato ed a norma secondo i criteri della UNI 737.
L’impianto dovrà realizzarsi conformemente alle indicazioni e prescrizioni contenute nella Direttiva
Europea 93/42/CEE dispositivi medici settore impianti gas medicali, recepita con Decreto Legislativo
24.02.97 n° 46.
Particolare cura dovrà porsi alla sistemazione logistica e alla sicurezza degli impianti da realizzare;
è da privilegiare una distribuzione dei gas in cavedii dedicati e con reti in bassa pressione.
La progettazione e la costruzione correttamente eseguite sono alla base di un buon funzionamento
come la corretta gestione e manutenzione è importante ed essenziale per ridurre i rischi in termini di
sicurezza e di qualità d’esercizio.
L’impianto dovrà comprendere:
- L’allacciamento alla rete generale esistente;
- La realizzazione delle distribuzioni dei seguenti gas tecnici medicali:
o
o
o
o
o
o
Ossigeno;
Protossido d’azoto;
Vuoto;
Aria compressa medicale;
Aria compressa motrice;
evacuazione attiva gas anestetici.
Le proposte di distribuzione devono assicurare il rispetto delle norme esistenti in tema di
prevenzione incendi di cui ultimo il Decreto del 18.09.2002.
Dovrà altresì assicurarsi:
o la doppia alimentazione sia per il Complesso Operatorio, etc.;
o la distribuzione ad anello;
o l’intercettabilità degli impianti da zona sicura.
Sia la rete principale che gli utilizzatori dovranno rispondere ai requisiti previsti dalla norma vigente e
quindi essere dotati di certificazioni di rito.
ART. 107.
RIFERIMENTI NORMATIVI PRINCIPALI
o
Dipartimento Igiene del Lavoro - Linee Guida per la definizione degli standard di sicurezza e
d’igiene ambientale dei reparti operatori.
o
UNI EN 737/1 – Impianti di distribuzione dei gas medicinali – Unità terminali per gas medicali
compressi e per vuoto.
IMPIANTO GAS MEDICALI
111
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
o
UNI EN 737/2 – Impianti di distribuzione dei gas medicinali - Impianti d’evacuazione gas
anestetici.
o
UNI EN 737/3 – Impianti di distribuzione dei gas medicinali - Impianti per gas medicali compressi
e per il vuoto.
o
UNI EN 737/4 – Impianti di distribuzione dei gas medicinali – Unità terminali per impianti
d’evacuazione gas anestetici.
o
UNI EN 738/2 – Riduttori di pressione per l’utilizzo con i gas medicali – Riduttori di pressione di
centrale e di linea.
o
UNI EN 793 – Requisiti particolari per la sicurezza delle unità d’alimentazione per uso medico.
o
D.lg. del 24/02/1997 N°46 – Attuazione della Direttiva 93/42/CE, concernente i dispositivi medici.
o
D.P.R. N°37 del 14/01/1997 - In materia dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi
minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private.
o
Circolare n°5 del 14/03/1989 - Ministero della Sanità - Esposizione professionale ad anestetici in
sala operatoria.
o
Circolare N°99 del 15/10/1964 - Ministero degli Interni - Contenitori d’ossigeno liquido – tank ed
evaporatori freddi per uso industriale
o
MINISTERO DEGLI INTERNI - VVF C.C.T. Servizio Prevenzione Incendi D.M.: 18 settembre
2002 – Regola Tecnica di prevenzione Incendi “Ospedali”. Approvazione della regola tecnica di
prevenzione Incendi per la progettazione, la costruzione e l'esercizio delle strutture sanitarie
pubbliche e private. L'obiettivo di tale legge è di minimizzare le cause d' incendio e limitare la
produzione e la propagazione di un incendio all' interno dei vari compartimenti, garantendo alle
squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.
o
D.Lgs. 46/90 : Regole precise in tema di sicurezza degli impianti, che devono essere rispettate
dall’impresa installatrice e dal committente. Ai sensi di queste disposizioni il committente è tenuto
ad affidare i lavori d’installazione, trasformazione, ampliamento e di manutenzione degli impianti
ad imprese abilitate che siano in grado di realizzarli “a regola d’arte” e che ne rilasceranno
specifica certificazione, allegando elenco dei materiali impiegati e schema grafico dell’impianto
realizzato.
o
D.Lgs. 46/97 : Come prevista dalla EN 93/42 emanato in Italia con D.L. 46/97 sui Dispositivi
Medici. Prevede la marcatura CE dell’intero impianto, per mettere in commercio e quindi
utilizzare un Dispositivo Medico. Per marcare CE è necessaria la ISO 9001 e la ISO 46001. Dà
l’obbligo del fascicolo tecnico per famiglia di prodotto, redatto in base alle procedure di qualità di
chi richiede la certificazione, procedure specifiche per ogni installatore. E’ necessario avere un
responsabile della qualità che risponde di eventuali non conformità tra i manuali, procedure,
installazione, scelta materiali, elaborati grafici e certificazioni. I materiali e gli impianti destinati ai
gas medicali sono Dispositivi Medici con classe di rischio Medio – Alta , quindi in classe 2B. I
Dispositivi medici in classe 2B, per essere marcati CE saranno sottoposti a controllo e verifiche
da parte di un Ente Certificatore riconosciuto dalla Comunità Europea.
ART. 108.
PRESCRIZIONI MATERIALI
Rimane espressamente convenuto che sono da applicarsi tutte le leggi e regolamenti vigenti ed in
particolare le norme tecniche emanate per gli impianti di cui trattasi dagli Enti ed Associazioni
competenti.
Le tubazioni di distribuzione saranno in rame, con rubinetteria in ottone stampato a caldo, brasature in
lega d'argento, delle dimensioni minime 8x10 mm;
Le prese rapide murali saranno con box di protezione;
I gruppi segnalatori saranno di tipo acustico-luminosi.
IMPIANTO GAS MEDICALI
112
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Gli impianti di erogazione di ossigeno, aria compressa e di aspirazione endocavitaria dovranno servire
tutti i testaletto e le prese rapide murali.
Il prelievo dei gas ad ogni utenza dovrà essere effettuato mediante prese ad innesto rapido ed a
chiusura automatica con profili di accoppiamento differenziati allo scopo di impedire ogni possibilità di
scambio tra i gas prelevati.
Centrale Automatica Ossigeno
La centrale automatica per ossigeno terapeutico, sarà costituita essenzialmente da:
- linea di servizio collegata all'evaporatore esistente del Policlinico;
- n.2 due riserve costituite da due rampe di bombole di 5 bombole cad.;
- n.1 quadro di inversione automatica costituito da riduttori di pressione tarati a 8-10 bar, dispositivi di
sicurezza e un inversore automatico;
- dispositivi di sicurezza e di spurgo;
- dispositivi di allarme rampa scarica (pressostati);
- vavolame di intercettazione;
- n.1 collettore di distribuzione;
- n.1 presa per alimentazione di emergenza;
La centrale sarà conforme alle norme UNI737-3 e successive nonché la sua posa in opera.
Nel prezzo saranno compresi i collegamenti elettrici ed ogni onere ed accessorio per dare il lavoro
finito a regola d'arte.
Centrale Aspirazione Endocavitaria
La centrale di regolazione e controllo aspirazione endocavitaria sarà costituita da:
- n. 3 gruppi elettropompe rotative costituiti da n. 3 pompe con portata adeguata all’utenza; palette
lubrificate ad olio, funzionamento silenzioso (rumorosità media 70 dB(A)) complete di separatore olio
atto ad eliminare la presenza di vapori d'olio allo scarico.
- n. 1 serbatoio metallico, verniciato a fuoco, orizzontale, completo di valvola di ritegno per ogni
pompa e di supporti atti a sorreggere il gruppo pompe, capacità adeguata all’utenza.
- quadro elettrico di comando e protezione motori completo di contaore, commutatore precedenza
pompe, vuotometro a contatti elettrici per la segnalazione a distanza di "vuoto insufficiente", spia di
segnalazione pompa in funzione, spia di segnalazione esercizio regolare, spia di segnalazione
alimentazione inserita, spia di segnalazione allarme. Il quadro sarà realizzato in modo tale da
prevedere il funzionamento di una sola pompa con il successivo inserimento automatico della
seconda in caso di anomalia o se il grado di vuoto scende al di sotto dei valori di taratura.
- n. 2 vuotostati a contatto elettrico, per regolazione del grado di vuoto, d’intervento e di riposo.
- n. 2 gruppi filtro batterico completo di by-pass, tipo MV 35, installato all'entrata del serbatoio. Il filtro
batterico dovrà trattenere microparticelle di dimensioni da 0.02 a 2 Micron. Completo di ampolla
raccolta batteri per diminuire sensibilmente il grado di inquinamento batterico dell'aria espulsa in
atmosfera.
- telaio metallico verniciato a fuoco per il contenimento di tutte le apparecchiature.
- mt 15 di tubazione in rame 40x42 completo di raccorderia per il convogliamento all'esterno dell'aria
espulsa.
La centrale sarà conforme alle norme UNI737-3 e successive e la sua posa in opera.
Nel prezzo saranno compresi le valvole d’intercettazione, collettore di distribuzione, presa per
alimentazione di emergenza ed ogni altro onere ed accessorio per dare il lavoro finito a regola d'arte.
IMPIANTO GAS MEDICALI
113
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Centrale Protossido D’azoto
La centrale automatica per protossido di azoto, sarà costituita essenzialmente da:
- linea di servizio costituita da n.1 rampa di 3 bombole ;
- n.2 due riserve costituite da due rampe di 3 bombole cad.;
- n.1 quadro di inversione automatica costituito da riduttori di pressione tarati a 8-10 bar, dispositivi di
sicurezza e un inversore automatico;
- n.1 quadro di riduzione singolo;
- dispositivi di sicurezza e di spurgo;
- dispositivi di allarme rampa scarica (pressostati);
- vavolame di intercettazione;
- n.1 collettore di distribuzione;
- n.1 presa per alimentazione di emergenza.
La centrale sarà conforme alle norme UNI737-3 e successive nonché la sua posa in opera.
Nel prezzo saranno compresi i collegamenti elettrici ed ogni onere ed accessorio per dare il lavoro
finito a regola d'arte.
Centrale Aria Compressa Medicale Preassemblata
La qualità dell'aria impiegata dovrà essere conforme alle normative intemazionali BS 4275 - ANSI 286
-DIN 3188 - AS 2568 nonché coerente con le specifiche prescrizioni in campo ospedaliero proposte
dalle normative MED vigenti.
La centrale automatica per aria compressa medicale preassemblata in fabbrica e allestita in apposito
container sarà essenzialmente costituita da:
- n. 3 compressori;
- n. 3 essiccatori frigoriferi;
- n. 3 serbatoi;
- misuratori visivi della portata;
- n. 3 igrometri;
- n. 3 filtri batterici;
- n. 3 armadi filtranti;
- n. 1 serbatoio finale di omogeneizzazione in acciaio inox;
- n. 1 separatore olio/acqua;
- n. 1 stabilizzatore di pressione;
- n. 1 presa per alimentazione di emergenza;
- valvolame di intercettazione;
- n. 1 collettore di distribuzione.
La centrale sarà conforme alle norme UNI737-3 e successive nonché la sua posa in opera.
Saranno compresi nel prezzo il container, il preassemblaggio in fabbrica della centrale, i cablaggi
elettrici, il trasporto ed ogni onere ed accessorio per dare il lavoro finito a regola d'arte.
Tubazioni in Rame Per Distribuzione Gas Medicinali
Le tubazioni per la distribuzione dei gas medicali devono essere in rame crudo o ricotto, idonee
all’utilizzo per gas medicali in base alle norme UNI EN 5649 - 6507 - tale dichiarazione viene rilasciata
dal produttore.
Le tubazioni devono essere poste in opera da personale tecnico specializzato, staffate a distanze
prestabilite, realizzando giunzioni con l’utilizzo di raccorderia in rame stampato e la saldobrasatura
IMPIANTO GAS MEDICALI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
verrà effettuata utilizzato materiale d’apporto ad alto tenore d’argento (superiore al 40%) con
contenuto di cadmio inferiore allo 0,025 % per assicurare una resistenza meccanica fino a una
temperatura di 450°C ed tutte le tubazioni saranno identificate con etichette riportanti nome del gas e
direzione del flusso; questo secondo le Norme UNI EN 737-3.
Le tubazioni installate saranno sottoposte a pressione di collaudo pari ad 1,5 volte la pressione di
esercizio, a verifica di non intercambiabilità tra i gas, a processo di lavaggio con azoto puro ed infine a
carico delle tubazioni con i gas ad essi destinati.
Diametri Disponibili in Commercio
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
j)
k)
l)
m)
DN 10 x 1
DN 12 x 1
DN 14 x 1
DN 16 x 1
DN 18 x 1
DN 22 x 1
DN 28 x 1
DN 28 x 1.5
DN 35 x 1.2
DN 35 x 1.2
DN 42 x 1.2
DN 54 x 1.5
in rotoli di rame ricotto da 50 m e barre da 5 m di rame crudo
in rotoli di rame ricotto da 50 m e barre da 5 m di rame crudo
in rotoli di rame ricotto da 50 m e barre da 5 m di rame crudo
in rotoli di rame ricotto da 50 m e barre da 5 m di rame crudo
in rotoli di rame ricotto da 50 m e barre da 5 m di rame crudo
in rotoli di rame ricotto da 50 m e barre da 5 m di rame crudo
in barre da 5 m di rame crudo
in barre da 5 m di rame crudo
in barre da 5 m di rame crudo
in barre da 5 m di rame crudo
in barre da 5 m di rame crudo
in barre da 5 m di rame crudo
Valvole a Sfera
Le valvole utilizzate per il sezionamento d’impianti gas medicali devono essere con il corpo in ottone
nichelato, con sfera in acciaio e guarnizioni in teflon. La pressione nominale deve garantire il
superamento di 3,5 volte la pressione massima d’esercizio della tubazione. Il collegamento alle
tubazioni deve eseguirsi tramite saldatura di giunto a tre pezzi in ottone.
Tutte le valvole devono essere sgrassate e garantite per uso ossigeno; ogni valvola deve essere
imbustata singolarmente per garantirne la pulizia fino all’installazione.
Diametri nominali più utilizzati:
a)
b)
c)
d)
e)
f)
DN 3/8”
DN 1/2”
DN 3/4”
DN 1”
DN 1½”
DN 2”
PN 64
PN 50
PN 50
PN 50
PN 40
PN 50
Per tubazioni DN 10 ÷ 12 mm
Per tubazioni DN 14 ÷ 16 mm
Per tubazioni DN 18 ÷ 22 mm
Per tubazioni DN 28 mm
Per tubazioni DN 42 mm
Per tubazioni DN 54 mm
Manopola a farfalla;
Manopola a farfalla;
Manopola a farfalla;
Manopola a farfalla;
Manopola a leva;
Manopola a leva.
Cassetta Intercettazione
Per il sezionamento delle linee, l’utilizzo di queste cassette consente la protezione da manomissioni
confinando le valvole all’interno di uno spazio a cui si accede tramite sportello con serratura. La
visualizzazione della posizione delle valvole (aperte o chiuse) è consentita da appositi spioncini.
La cassetta è costituita da:
ƒ un fondello in acciaio verniciato bianco, che può contenere da 1 a 5 valvole a sfera max da 1”;
ƒ staffe per il posizionamento delle valvole;
ƒ cornice e portello di chiusura in acciaio verniciato bianco completo di:
ƒ Spioncini con protezione in plexiglas e targhette con indicazione A/C;
ƒ Serratura con chiave di sicurezza.
Cassetta di Compartimento
Le cassette di compartimento consentono un’intercettazione delle linee in ingresso a differenti aree,
l’utilizzo di queste cassette rende agevole sia la pronta visualizzazione della posizione delle valvole
(aperte o chiuse) sia la rapida apertura, tramite rottura del pannello in plexiglas, dello sportello frontale
per poter chiudere le valvole in caso d’emergenza.
IMPIANTO GAS MEDICALI
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
La cassetta di compartimento deve essere costituita da:
ƒ un fondello in acciaio verniciato bianco, in grado di contenere da 1 a 5 valvole a sfera
massimo da 1”;
ƒ staffe per il posizionamento delle valvole;
ƒ cornice e portello di chiusura in acciaio verniciato bianco, completo di:
ƒ finestra in plexiglas facile da rompere grazie a apposite incisioni;
ƒ serratura con chiave di sicurezza.
Quadri di Riduzione e Controllo Gas Medicali del Tipo Singolo
I quadri singoli di riduzione e controllo pressione dei gas medicali devono essere progettati e costruiti
nel rispetto della direttiva CEE 93/42 e delle sue norme armonizzate 737-3 e 738-2.
La loro funzione è quella di contenere un riduttore di linea, necessario per la distribuzione alle unità
terminali ed il blocco pressostatico, che ha il compito di trasmettere un segnale elettrico ad un allarme
in caso d’eventuali anomalie delle pressioni erogate.
A secondo del gas medicale trattato dal quadro di riduzione si distinguono tre modelli che sono
sostanzialmente uguali tra loro salvo per la presa d’emergenza che ha specificità gas:
1. Quadro di riduzione per Ossigeno;
2. Quadro di riduzione per Aria;
3. Quadro di riduzione per Protossido;
I quadri devono contenere al loro interno un blocco pressostatico che controlla la pressione del gas
erogato dai gruppi di riduzione ed invia un segnale elettrico ad un allarme di reparto in cui detta
pressione vari oltre ± 20% di quella nominale di distribuzione (4 bar).
Sia il blocco pressostatico che l’allarme sono elementi indispensabili ai fini della sicurezza
dell’impianto ed entrambi sono prescritti dalla norma EN 737 – 3.
I quadri multipli di riduzione devono riportare al loro interno una targhetta necessaria per la
rintracciabilità del quadro stesso.
Il quadro di 2° stadio deve essere composto da:
a) Fondello in acciaio verniciato bianco (dim. approssimative: 460x270x105), completo di: N. 1
valvola filtro in ottone cromato posizionata a monte del riduttore di II° stadio; N. 1 Riduttore di
II° stadio in ottone cromato a membrana completo di manometri scala 0-16 e 0-10 bar,
possibilità di regolazione del riduttore da 0 a 5 bar, portata 20 Nmc/h; N. 1 valvola a sfera da
3/8”, posizionata a valle del riduttore completa di raccordi a tre pezzi per tubo diam. 12.1; N. 1
presa d’emergenza e manutenzione, posizionata a valle della valvola a sfera.
b) Cornice e portello di chiusura in acciaio verniciato bianco (dim. 510x300) completo di:
Finestra per la visualizzazione dei manometri e della posizione delle valvole; Targhette di
policarbonato con l’indicazione del gas erogato; Targhette di policarbonato con l’indicazione
“chiuso-aperto” delle valvole.
c) Blocco pressostatico composto da: blocchetto in ottone portante montato e connesso; N. 1
pressostato a doppia soglia d’intervento, per alta e bassa pressione rete secondaria; campo
d’intervento ± 20% pressione regolata o n° 1 vuotostato pretarato per bassa depressione rete
secondaria aspirazione, soglia d’intervento 350 mm/Hg.
Per i collegamenti elettrici di ogni blocco pressostatico occorrono n° 3 conduttori (connessioni
pressostato ed allarme). Occorre altresì portare alla carpenteria del quadro N. 1 linea equipotenziale
da 6 mm2.
Quadri di riduzione e controllo gas medicali serie multiplo.
I quadri multipli di riduzione e controllo pressione gas medicali, della serie multipla, sono progettati e
costruiti nel rispetto delle norme armonizzate EN 737-3 e 738-2.
La loro funzione è quella di contenere i riduttori di linea ed il gruppo d’intercettazione vuoto ed i
pressostati.
A seconda del numero dei gruppi di riduzione contenuti si distinguono i diversi modelli.
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
I quadri di riduzione sono normalmente abbinati ad un altro quadro pressostati che, come per il
quadro di riduzione, a seconda del numero di pressostati contenuti, si divide in diversi modelli.
I quadri multipli di riduzione, come quelli singoli, devono portare al loro interno una targhetta
necessaria per la rintracciabilità del quadro stesso.
Ogni quadro multiplo, al suo interno, deve comprendere:
a) Fondello in acciaio verniciato bianco atto all’alloggiamento da 1 a 3 gruppi costituiti da: N. 1
valvola filtro, in ottone cromato posizionata a monte del riduttore di II° stadio; N. 1 Riduttore di
II° stadio, in ottone cromato a membrana completo di manometri scala 0-16 e 0-10 bar;
possibilità di regolazione del riduttore da 0 a 5 bar; portata 20 Nmc/h a 4 bar; N. 1 valvola a
sfera da 3/8”, posizionata a valle del riduttore completa di raccordi a tre pezzi per tubo diam.
12.1; N. 1 presa d’emergenza e manutenzione, posizionata a valle della valvola a sfera; N. 1
Valvola a membrana da 3/4” per vuoto, completa di vuotometro con scala 0 – 760 mm/Hg e
raccordi a 3 pezzi per tubo diam. 22.1.
b) Cornice e portello di chiusura in acciaio verniciato bianco completo di: Finestra per la
visualizzazione dei manometri e della posizione delle valvole; Targhette di policarbonato a
fondo azzurro con l’indicazione del gas erogato; Targhette di policarbonato a fondo azzurro
con l’indicazione “chiuso-aperto” delle valvole.
c) Quadro pressostati (parti componenti): Da N. 1 a N. 3 pressostato a doppia soglia di
intervento per alta e bassa pressione rete secondaria, campo d’intervento ± 20% pressione di
distribuzione; N. 1 vuotostato pretarato per bassa depressione rete secondaria aspirazione,
soglia d’intervento 350 mm/Hg; Morsettiera.
Il numero dei conduttori è funzione dei pressostati in ragione di N. 3 conduttori per ogni blocco
pressostatico; N. 2 conduttori per ogni vuotostato. Ad ogni quadro occorre predisporre N. 1 linea
equipotenziale da 6 mm2 (terra carpenteria); N. 1 cavo multipolare collegante il quadro pressostati
con l’allarme di zona (posizionata nel locale caposala).
Quadri di Riduzione e Controllo Gas Medicali Serie Doppia
I quadri multipli di riduzione e controllo pressioni gas medicali della serie doppia sono progettati e
costruiti nel rispetto delle norme armonizzate EN 737-3 e 738-2.
Il quadro multiplo di riduzione e controllo pressioni gas medicali doppio ha la funzione di contenere N.
2 gruppi di riduzione di linea per tipologia di gas oltre ad N. 1 valvola a membrana per il vuoto.
Questa configurazione è particolarmente indicata per i reparti di terapia intensiva operatori e di tutti
quei reparti dove la presenza costante dei gas medicinali è considerata irrinunciabile per il sostegno
delle condizioni cliniche del paziente.
Il quadro di riduzione deve essere normalmente abbinato ad un quadro pressostati.
I quadri multipli di riduzione doppi devono portare al loro interno una targhetta necessaria per la
rintracciabilità del quadro stesso.
Il quadro di 2° stadio doppio è composto:
a) Fondello in acciaio verniciato bianco atto all’alloggiamento di: N. 2 Gruppi di riduzione per gas
medicali, ognuno composto da: Blocco filtro per gas compressi; N. 1 Riduttore di II° stadio in
ottone cromato a membrana completo di manometri scala 0-16 e 0-10 bar; Possibilità di
regolazione del riduttore da 0 a 5 bar, portata 20 Nmc/h a 4 bar; N. 1 valvola a sfera da 3/8”
posizionata a monte del riduttore completa di raccordi a tre pezzi per tubo diam. 12.1; N. 1
valvola a sfera da 3/8” posizionata a valle del riduttore completa di raccordi a tre pezzi per
tubo diam. 12.1; N. 1 presa d’emergenza e manutenzione per ogni gas trattato posizionata a
valle della valvola a sfera. N. 1 Valvola a membrana da 3/4” per vuoto completa di vuotometro
con scala 0 – 760 mm/Hg e raccordi a 3 pezzi per tubo diam. 22.1
b) Cornice e portello di chiusura in acciaio verniciato bianco completo di: Finestra per la
visualizzazione dei manometri e della posizione delle valvole; Targhette di policarbonato a
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
fondo azzurro con l’indicazione del gas erogato; Targhette di policarbonato a fondo azzurro
con l’indicazione “chiuso-aperto” delle valvole.
c) Quadro pressostati (parti componenti): Fondello in acciaio verniciato bianco atto
all’alloggiamento di montanti e connessi: N. 2 pressostato a doppia soglia di intervento per
alta e bassa pressione rete secondaria, campo d’intervento ± 20% pressione di distribuzione;
N. 1 vuotostato pretarato per bassa depressione rete secondaria aspirazione, soglia
d’intervento 350 mm/Hg; Morsettiera.
Il numero dei conduttori è funzione dei pressostati in ragione di N. 3 conduttori per ogni blocco
pressostatico; N. 2 conduttori per ogni vuotostato. Ad ogni quadro occorre predisporre N. 1 linea
equipotenziale da 6 mm2 (terra carpenteria); N. 1 cavo multipolare collegante il quadro pressostati
con l’allarme di zona (posizionata nel locale caposala).
Sistema di Evacuazione Gas Anestetici (Standard Din En 737-4)
Il sistema è utilizzato per l’evacuazione o espulsione dei gas anestetici dal sistema di anestesia. Per
ridurre la concentrazione degli agenti anestetici nelle vicinanze delle apparecchiature d’anestesia.
Il sistema d’evacuazione gas anestetici è azionato da una linea di aria compressa dell’impianto
centralizzato dei gas medicali.
Quando la sonda (innesto) è introdotta, viene attivata l’alimentazione dell’eiettore.
L’indicatore passa da nero a verde e segnala la presenza dell’aspirazione.
La quantità dei gas anestetici in surplus è evacuata attraverso il condotto di espulsione e convogliato
direttamente all’esterno o in un canale di espulsione dell’aria condizionata o in un condotto che abbia
un sistema di non ritorno.
DATI TECNICI
Pressione nominale di lavoro per:
5 bar ± 0,5 il funzionamento dell’eiettore
Consumo (regolabile):
da 10 a 30 lt/min
Aspirazione:
50 lt/min
Centralina Elettronica Controllo Gas Medicali Allarme Di Piano
Il dispositivo è una centralina atta a segnalare malfunzionamenti degli impianti di gas medicale. In
particolare la centralina deve segnalare acusticamente e visivamente pressioni e depressioni fuori dal
range di taratura impostato dal progettista dell’impianto.
La centralina deve poter monitorizzare almeno fino a 5 differenti gas (di norma Ossigeno, Protossido
d’Azoto, Aria Medicale 4 bar, Aspirazione, Aria Strumentale 8 bar); per i primi tre gas sono controllati
due segnali, cioè la rete ad alta pressione e la rete a bassa pressione, dove se il segnale d’ingresso,
proveniente dai trasduttori è attivo viene generato un segnale d’allarme.
La centralina deve trattare i segnali di allarme (visivi ed acustici) in base al prospetto enunciato dalla
normativa UNI EN 475; tutti gli 8 allarmi che la centralina deve trattare devono considerarsi a media
priorità.
La mancanza di segnali d’allarme attivi (indicatori luminosi spenti) è da interpretare come stato di
funzionamento normale. L’indicatore di colore verde POWER, con la sua accensione, indica che la
centralina è operativa.
La centralina deve disporre di un tasto di prova, TEST, in modo da constatare il perfetto
funzionamento degli indicatori luminosi e del generatore di allarme acustico. Deve essere possibile
premere il pulsante TEST in qualsiasi momento, anche durante la presenza d’allarme. Se premuto
durante la tacitazione degli allarmi, la stessa dovrà essere sospesa.
Il segnale acustico è formato da una sequenza sonora ripetuta ogni 25 secondi (se il
“segnale_causa_d’allarme” perdura sugli ingressi). Se è premuto il tasto MUTE (TACITA) la
IMPIANTO GAS MEDICALI
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ripetizione della sequenza viene sospesa per un tempo di 14 minuti, dopodichè (sempre se il/i
“segnale_causa_d’allarme” perdura sugli ingressi) la ripetizione della sequenza riprende.
Se durante il tempo di tacitazione dell’allarme acustico, sugli ingressi della centralina interviene un
diverso “seganle_causa_d’allarme” la tacitazione è istantaneamente sospesa e si ha la ripresa della
ripetizione della sequenza acustica.
Il segnale d’allarme acustico deve essere fedele alla normativa UNI EN 475.
Testaletto per Camere di Degenza
La trave testaletto è un apparecchio di “Classe II, Tipo B” (93/42 CEE art. 4.3)
Trave testaletto lineare a parete, realizzata interamente in estruso d’alluminio anodizzato colore
naturale con spigoli arrotondati per una facile pulizia, suddivisa in tre settori atti a portare:
• circuiti elettrici a bassa tensione cablati in canaline di plastica auto estinguente;
• canalizzazione per gas medicali;
• circuiti elettrici ad alta tensione cablati in canaline di plastica autoestinguente.
Ogni posto letto deve prevedere:
• 1 luce ambiente realizzata con tubo fluorescente da 36 W - 220 V completa di reattore, starter e
condensatore di rifasamento, comandata da pulsante ingresso camera;
• 1 luce lettura realizzata con tubo fluorescente da 18 W - 220 V completa di reattore, starter e
condensatore di rifasamento comandata da pulsantiera;
• 1 luce visita paziente realizzata con tubo fluorescente da 18 W - 220 V completa di reattore, starter
e condensatore di rifasamento in abbinamento alla luce lettura, comandata da interruttore a chiave
bordo trave;
• 1 sistema di chiamata infermiera completo di: 1 pulsantiera per chiamata/luce lettura a due
comandi con diodo led 24 V, pulsante di annullamento chiamata;
• 1 unità di comando a relè ad impulsi con comandi in 24 V;
• 1 presa da 10 A protetta da fusibile;
• 1 presa da 16 A protetta da fusibile:
• 1 interruttore a chiave;
• 5 canaline autoestinguenti che convogliano distintamente cavi a bassa tensione e ad alta tensione.
Tutti gli elementi devono essere cablati a morsettiera.
I suddetti componenti sono elementi base della trave, ma è previsto l’impiego di possibili elementi
opzionali, quali:
• 1 luce notturna da 3 W alloggiata in plafoniera luci comandata da interruttore a ingresso camera;
• comando luce indiretta da interruttore: è possibile comandare un luce indiretta direttamente dal
testaletto tramite interruttore bipolare invece che all’ingresso camera;
• pulsantiera a tre funzioni: chiamata infermiera, accensione luce visita, accensione luce indiretta o
notturna;
• presa elettrica 10/16 A cablata nel testaletto;
• presa elettrica con fusibile;
• presa elettrica con magnetotermico;
• presa telefonica tipo PLUG segregata con tubazione e cavetto di traino per testaletto;
• gancio portaflebo;
IMPIANTO GAS MEDICALI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
• Presa Ossigeno, presa Aria, presa Vuoto mod. UNI/AFNOR;
• Tubazione in rame
10 e
12;
• Verniciatura in colore RAL del testaletto completo.
Il testaletto deve essere progettato e costruito considerando i requisiti essenziali di sicurezza indicati
nella direttiva 93 / 42 CEE e successive integrazioni. Lo stesso deve rispettare, le seguenti norme
armonizzate:
EN 60601-1 ( par. 5.1 e 5.2) EN 793 (par. 6.1) EN 61000 -3-2 EN 55015
Con l’apparecchiatura deve essere fornita la dichiarazione di conformità ai requisiti di sicurezza e il
marchio CE sulla stessa.
Le misure minime richieste sono:
• H (altezza)
= 185 mm. per posto letto
• L (lunghezza)
= 1800 mm.
• P (profondità)
=
• Peso netto = Kg. 16
110 mm.
per posto letto
• Carico statico
= Kg. 20
• Carichi sospesi
= Kg. 2,5
• Carico di sicurezza = Kg. 112,5
• Coefficiente di sicurezza statica
=5
• Coefficiente di sicurezza totale
=5
Il testaletto è un apparecchio per impiego in ambiente dove non sono presenti anestetici infiammabili
e/o detersivi infiammabili (CEI 62.10 art. 5.5). La sua installazione è vietata nelle aree di
pericolo(norma CEI 64-2).
Prima di procedere al posizionamento e fissaggio, bisogna procedere in tal senso:
• Verificare che la struttura del muro sia adatta al fissaggio mediante tasselli a espansione;
IMPIANTO GAS MEDICALI
120
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO IX
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
121
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 109.
PRESCRIZIONI MATERIALI
Tutti i componenti dei circuiti quali tubazioni, accessori, organi d'intercettazione e di regolazione,
saranno del tipo normalizzato. Tutti i componenti saranno corredati d'informazione tecnica fornita dai
costruttori. Per le reti di distribuzione si fa riferimento ai criteri stabiliti nel D.M. LL.PP. del 12.12.85.
Le velocità di attraversamento dell'acqua nei singoli componenti saranno tali da non costituire disagio
per le utenze dovute a rumorosità o vibrazioni.
Le tubazioni in acciaio zincato Mannesmann saranno della serie media e rispondenti alla norma UNI
6363 con filettature normalizzate.
Le valvole ed in genere tutti i materiali accessori saranno scelti in funzione della pressione e della
temperatura d'esercizio, secondo le norme UNI.
In generale si prevede l'impiego di attacchi filettati per diametri fino a DN 50 e flangiati per i diametri
superiori.
In testa ad ogni colonna si prevede l'impiego di ammortizzatori di colpo d'ariete del tipo idropneumatico a cuscino d'aria permanente.
Tutti i metalli o leghe metalliche da impiegare devono essere conformi alle vigenti norme UNI, delle
migliori qualità, ben fusi o laminati a seconda della specie di lavori cui sono destinati e scevri da ogni
impurità o difetto che ne vizi la forma o ne alteri la resistenza e la durata.
Norme e codifica tubazioni in acciaio zincato UNI 8863 “tubi senza saldatura e saldati, di acciaio non
legato, filettati secondo UNI ISO 7/1” aggiornata con FA 1:89.
Norme sul tubo in rame definiti nella UNI 6507 “Tubi di rame senza saldatura per distribuzione di fluidi.
Dimensioni e prove”.
L’impianto dovrà essere realizzato per fabbisogni procapite di acqua pari a 400-700 litri/giorno per
posto letto.
I servizi dovranno essere alimentati da una rete che, per consentire la massima flessibilità e
sicurezza, dovrà essere del tipo con una o più colonne principali e distribuzione orizzontale ai piani,
possibilmente ad anello.
La rete principale sarà con tubazione d’acciaio zincato Mannesmann UNI 8863 e raccorderia in ghisa
malleabile zincata a cuore bianco, da porre in opera mediante giunzione a vite e manicotto fino al
diametro di 2"½ e flangiata per i diametri superiori. La rete sarà completa di opportune
apparecchiature di sezionamento, e con staffaggio sospeso a soffitto.
La distribuzione interna ad ogni servizio sarà realizzata con tubo di rame avente origine da un
collettore tipo modul in bronzo o ottone completo di rubinetto d’intercettazione per ogni singolo pezzo
sanitario, posto in nicchia con cassetta di contenimento e sportello d’ispezione.
Per il dimensionamento delle condotte di distribuzione fredda, calda e ricircolo, le portate d’erogazione
di ciascun tipo d’apparecchio saranno fissate nel rispetto della norma UNI 9182.
Il diametro delle tubazioni dovrà essere scelto in modo che la velocità dell’acqua sia inferiore ai valori
riportati nella tabella dell’Appendice N della suddetta norma.
Il percorso della rete di ricircolo sarà analogo a quello dell’acqua fredda.
Nei singoli ambienti, per i bagni dovrà essere previsto l’allacciamento mediante l’installazione di
collettori di distribuzione dotati di valvole d’intercettazione ed un idoneo numero di derivazioni.
Le reti saranno dotate di valvole di sicurezza per la sovrapressione, di barilotti contro i colpi d'ariete, di
valvole di scarico per favorire la manutenzione.
I collettori orizzontali per ogni piano saranno posti in controssoffitto di corridoio, mediante staffe di
sostegno; intercettazioni alla base e all’ingresso d’ogni servizio consentiranno di ridurre sicuramente
qualunque inconveniente dovuto a guasti.
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
122
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Come precedentemente esplicitato dalle reti principali l'acqua, fredda e calda, sarà inviata alle utenze
a mezzo di apposita rete secondaria che ha origine dai collettori modul posti in corrispondenza dei
servizi, ed essere eseguita con tubazione in rame del tipo atossico idoneo all’uso, dotate a sua volta
di idonei rubinetti di sezionamento del singolo pezzo alimentato.
Per l'alimentazione dell’impianto idrico sanitario si prevede l’uso d’autoclave e di boilers, posti in
adeguate centrali all’uopo dedicate.
Il collegamento ai pezzi sanitari dovrà avvenire mediante curve stampate nichelate con raccordi a
bloccare sul rame e attacco filettato gas femmina lato pezzo sanitario.
Prima della chiusura delle tracce e dell'esecuzione dei pavimenti, intonaci e rivestimenti dovrà essere
effettuata la prova idraulica dell'impianto con pressione non inferiore a 1,5 - 2 volte quella
dell'esercizio mantenuta costante per almeno 24 ore continue; durante la prova idraulica dovranno
ispezionarsi accuratamente le tubazioni ed i giunti e qualora si verificassero perdite od altri
inconvenienti si dovrà procedere alle necessarie riparazioni e ripetere nuovamente la prova interrotta.
La prova idraulica sarà eseguita a cura e spese dell'Appaltatore, e la Direzione ne redigerà un
regolare verbale in contraddittorio con l'Appaltatore stesso; se la prova avrà dato esito positivo, nel
verbale si dichiarerà accettato il tratto di tubazione provato e dopo i trattamenti protettivi e di
identificazione potrà procedersi al rinterro dei cavi e/o alla chiusura delle tracce e/o dei cavedi.
L'Appaltatore, così come previsto nel presente Capitolato d’oneri, fino all'approvazione del collaudo da
parte dell'Amministrazione appaltante è ritenuto responsabile della perfetta integrità e funzionalità
dell'impianto stesso ed è, quindi, obbligato ad intervenire, se necessario, per effettuare riparazioni,
sostituzioni, o reintegri conseguenti anche a danni od asportazioni da chiunque e per qualunque
ragione causati.
I diametri e le portate delle rubinetterie e delle tubazioni di alimentazione dovranno essere di norma
non inferiori a quelli riportati nella seguente tabella in funzione del tipo di apparecchio.
APPARECCHI
Vaso con cassetta
Lavabo
Lavello da cucina
Vuotatoio
Diametro
(pollici)
1/2
1/2
1/2
1/2
Diametro
(mm)
16
16
16
16
Portata
1/sec
0,10
0,10
0,15
0,20
La velocità dell'acqua non dovrà essere superiore, per nessun motivo, nella linea principale a 2 m/sec
e nelle diramazioni a 1,5 m/sec.
La pressione di esercizio, salvo diversa disposizione, non dovrà essere superiore, in ogni punto della
rete, a 5 atmosfere e solo eccezionalmente e per brevi intervalli di tempo potranno essere tollerate
pressioni leggermente superiori.
Per produrre acqua calda sanitaria si utilizzerà quello ad accumulo. Il sistema ad accumulo sarà
concepito per far fronte alle richieste d’acqua calda sia per la produzione diretta, sia con l’aiuto di una
riserva d’acqua preriscaldata.
In genere nel processo di miscelazione sono unite l’acqua calda, in uscita dal boiler, ed una miscela
d’acqua fredda e ricircolo mediante valvola a tre vie.
Il dimensionamento dovrà essere condotto conformemente a quanto previsto dalla norma UNI 9182 in
modo tale da garantire all’apparecchio utilizzatore, posto nelle condizioni più sfavorevoli, il prescritto
valore di portata durante i periodi nei quali nella rete si verificano le richieste di punta.
In base alla portata totale erogata da ogni tronco dell’impianto e considerando un idoneo fattore di
contemporaneità si dovranno dimensionare tutti i tratti dell’intero impianto di adduzione di acqua
fredda e di acqua calda.
L’acqua calda sanitaria di ricircolo deve seguire l’intero percorso della rete di adduzione.
Il dimensionamento della rete di ricircolo dovrà essere tale da garantire l’erogazione dell’acqua calda
da ogni punto alla temperatura prescritta e comunque da consentire che tale erogazione avvenga
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
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dopo una fuoriuscita massima di 1,5 litri. La procedura da seguire per il dimensionamento della rete di
ricircolo è quella riportata nella norma tecnica UNI 9182 Appendice P.
Tutte le tubazioni saranno poste in opera a distanza mutua sufficiente a garantire gli interventi di
manutenzione; esse saranno rivestite con materiale isolante.
I percorsi scelti devono essere tali da assicurare l'ispezione e comunque in fase di dettaglio esecutivo,
si provvederà alla verifica puntuale al fine di assicurare che non si verifichino percorsi anomali o
incompatibili con altri impianti; come per esempio che non vi siano percorsi all'interno di cabine
elettriche; sopra quadri elettrici; in locali deposito con sostanze che si deteriorano velocemente in
caso di perdite, o peggio creare situazioni pericolose.
In generale può dirsi che tutti i tratti discendenti all'interno degli ambienti saranno posti sotto traccia,
previo isolamento della tubazione con guaina isolante da 9,00 mm.
Gli attraversamenti di strutture sia verticali che orizzontali, saranno eseguiti con l'utilizzo di controtubi
in p.v.c. preventivamente installati. Lo spazio residuo tra tubo e controtubo sarà riempito con materiale
incombustibile (lo stesso isolante o lana di vetro o altro), con sigillatura delle estremità con materiale
incombustibile durevole nel tempo.
Tutte le tubazioni saranno sistemate su idonee staffe, dimensionate in base al peso delle tubazioni,
alle sollecitazioni di tipo dinamiche quali colpo d'ariete o derivanti dalle dilatazioni termiche.
La distanza dei supporti sarà in funzione dei tubi e della configurazione dei percorsi. In generale sarà
tale da non consentire deformazioni della tubazione, si prevede l'impiego di mensole a parete e/o
staffe con sostegni a collare, del tipo Kilt; l'interasse massimo sarà di 2,00 m.
La posa delle tubazioni avverrà nel rispetto delle prescrizioni principali previste per l'uso del ferro
zincato e per l'acqua sanitaria, quindi non verranno eseguite curve con pieghe a freddo o anche a
caldo oltre i 45° e non verranno eseguite saldature delle tubazioni ne elettriche ne autogene; dopo il
taglio le tubazioni saranno pulite da ogni sorta di sbavature; le tubazioni con tratti eccessivamente
lunghi verranno dotate di raccordi a bocchettoni a tre pezzi a filetto conico per facilitarne l'eventuale
smontabilità; non verranno utilizzati lubrificanti da taglio contenenti olii minerali o grafite, additivi e
sostanze in genere che possono compromettere la potabilità dell'acqua.
Le colonne montanti e quelle di distribuzione ai servizi, saranno dotate di intercettazione.
Le elettropompe saranno collegate alle tubazioni mediante giunti di sconnessione per evitare la
trasmissione di vibrazioni alle strutture e agli ambienti nei quali sono collocate le reti. Tutte le reti
costituenti l'impianto, saranno posizionate con supporti tali da assicurare l'assenza di rumori superiori
ai limiti imposti dalla normativa, che fa riferimento al limite del rumore di fondo per la zona.
ART. 110.
IMPIANTO ANTINCENDIO
Al fine di prevenire incendi, allo scopo di raggiungere i primari obiettivi di sicurezza relativi alla
salvaguardia delle persone e alla tutela dei beni contro i rischi di incendio, saranno realizzate opere in
modo da:
- ridurre al minino le cause d’incendio;
- garantire la massima stabilità delle strutture portanti, realizzandole o adeguandole a strutture
antisismiche e resistenti al fuoco non meno di 120 minuti;
- limitare la produzione e la propagazione di un incendio all’interno dei locali, utilizzando sistemi di
rilevazione e spegnimento degli incendi;
- limitare la propagazione dell’incendio, creando dei compartimenti (REI 120) comunicanti tra loro
(quando sono di diversa classificazione) e con i corpi scala ed ascensori tramite delle zone filtro;
- assicurare che gli occupanti lascino il locale indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo:
- dare la possibilità alle squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza;
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Il calcolo deve essere eseguito secondo i criteri indicati dalle nuove linee di Regola Tecnica di
Prevenzione Incendi per gli Ospedali del 2002.
Il progetto deve prevedere l'impiego di sorgenti d'accumulo e di centrali di pompaggio a norma
UNI9490; tali accumuli dovranno essere a uso esclusivo e consentire l'immediato collegamento per
l'aspirazione dell'impianto di pressurizzazione.
L'edificio sarà suddiviso in settori o compartimenti opportunamente isolati gli uni dagli altri,
autonomamente serviti da scale e uscite di sicurezza e collegati mediante aperture resistenti al fuoco
(REI120), dotate di dispositivo automatico di chiusura in caso d’incendio.
II progetto deve comprendere tutti gli accorgimenti di sicurezza previsti dalle norme vigenti volte a
tutelare la sicurezza attiva e passiva principalmente degli occupanti e quindi del manufatto. Oltre alla
naturale dotazione di bocchette e manichette antincendio, distribuite in tutto il fabbricato, deve
prevedersi anche un impianto rivelazione incendi a protezione di tutti gli archivi, dei locali impianti e di
tutti gli ambienti non presidiati.
Riferimenti Normativi
D.Min. Interno del 18.09.2002 (G.U. 27.9.2002, n. 227) approvazione della regola tecnica di
prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche
e private – in vigore dal 26.12.2002 –
D.Min. del 16.02.1982 (Gazzetta Ufficiale n. 98 del 9 aprile 1982)
D.P.R. del 29.07.1982, n. 577 (Gazzetta Ufficiale n. 229 del 20 agosto 1982).
D.P.R. del 26.05.1959, n. 689 (Gazzetta Ufficiale n. 212 del 4 settembre 1959)
Rete di Distribuzione Antincendio
Si dovrà realizzare un impianto antincendio a manichette, costituito da colonne che alimenteranno gli
idranti da installare in corrispondenza degli ingressi e delle scale di sicurezza, in modo comunque da
assicurare il raggiungimento di tutte le aree che costituiscono l’edificio. Avrà attacco alla centrale di
pressurizzazione da realizzare al piano scantinato.
L’impianto dovrà essere dotato di apposita riserva sotto gruppo di pressurizzazione UNI 9490 con
indicatore del livello dello stoccaggio acqua sottosistema.
Tutte le tubazioni di adduzione dovranno essere realizzate in acciaio zincato. L’intero impianto dovrà
prevedere idranti interni UNI 45 per le zone comuni di transito; estintori a polvere fissati a muro,
previsti per fuochi di intensità equivalente alle classi A/B/C/ con capacità estinguente non inferiore a
34° e 144B/C ed estintori ad anidride carbonica previsti per fuochi di intensità equivalente alle classi
A/B/C/ con capacità estinguente non inferiore a 134B/C. Le cassette saranno a norma UNI45.
Saranno poste opportune e chiare segnaletiche orizzontali e verticali.
Gli accessi esterni e il perimetro dell’edificio dovranno essere protetti mediante installazione di idranti
esterni UNI 70, corredati da cassetta e collegati alla rete e alla rete di segnalazione allarmi.
Collocazione degli idranti
In ogni scala dell'edificio, in corrispondenza di ciascun piano, dovrà essere assicurata la presenza, di
una bocca da incendio da UNI45, secondo lo schema colonne e le planimetrie di progetto, che dovrà
assicurare la protezione da incendi; la distribuzione sarà preventivamente sottoposta per
approvazione al comando dei VV.F..
Ogni cassetta UNI45 sarà derivata con tubazione da 1"½ collegata ad una montante avente il
diametro di almeno 2" ed installata entro una custodia ben visibile con sportello in vetro trasparente,
avente le dimensioni di non meno di cm 55x95 con una profondità che consentirà di tenere, a sportello
chiuso, il tubo e la lancia permanentemente collegati alla bocca d'incendio. Ogni custodia conterrà
almeno ml 20,00 di tubo di nailon e relativa lancia in modo da consentire il raggiungimento di ogni
punto difeso.
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Collocazione della rete antincendio
L'impianto idraulico interno d’alimentazione è previsto eseguito con tubazione di ferro zincato e sarà
distinto ed indipendente dalla rete dei servizi sanitari, con alimentazione dall’anello al piano
scantinato.
ART. 111.
RETI DI SCARICO
Il dimensionamento della rete di scarico dovrà essere condotto conformemente a quanto previsto
dalla norma UNI 9183 con lo scopo principale dell’allontanamento controllato delle acque usate per
evitare pericoli per la salute. Le tubazioni ed i relativi raccordi pertanto devono garantire nel tempo la
perfetta tenuta anche nei riguardi di gas ed odori.
I punti di ispezione delle parti interne del sistema devono essere collocati in luoghi separati da quelli
abitati e non devono contaminare l’ambiente esterno. Il sistema deve comunque rispettare le distanze
di sicurezza nei confronti della distribuzione dell’acqua potabile.
Il sistema di scarico deve essere suddiviso, dal punto di vista funzionale in:
parte destinata al convogliamento delle acque
parte destinata alla ventilazione primaria
parte destinata alla ventilazione secondaria.
Il deflusso dell’acqua deve avvenire per gravità e non occupare l’intera sezione dei tubi, per non
generare pressioni e depressioni superiori ai limiti consentiti. Al reintegro dell’aria trascinata dal
deflusso dell’acqua nelle colonne e nei collettori dovrà provvedere la ventilazione primaria; mentre al
reintegro dell’aria trascinata dal deflusso dell’acqua nelle diramazioni interne provvederà la
ventilazione secondaria.
La ventilazione secondaria potrà assumere configurazioni diverse in relazione alle possibilità di
installazione.
Il dimensionamento del sistema di scarico dipende in primo luogo dalla portata massima di acque
usate da smaltire. Il metodo da utilizzare è quello delle unità di scarico (US) che consiste
nell’assegnare ad ogni apparecchio che scarica una valore definito di US.
L’edificio oggetto di studio, sarà dotato di una nuova rete per lo smaltimento delle acque nere. Per il
dimensionamento delle condotte di scarico si considereranno le portate massime da smaltire
adottando il criterio delle unità di scarico fissate nel rispetto della norma UNI 9183 e UNI EN 12056.
Ogni colonna di scarico dovrà inoltre essere collegata ad un tubo esalatore che si prolunghi fino oltre
la copertura dell'edificio secondo quanto prescritto dalla UNI EN 12056, per assicurare l'esalazione
dei gas della colonna stessa.
Il diametro della colonna di ventilazione sarà costante e sarà determinato in base al diametro della
colonna di scarico, secondo quanto prescritto dalla UNI EN 12056.
Il sistema di scarico acque reflue dovrà essere dato completo di pezzi speciali, ispezioni, collari di
guida e dovrà essere messo in opera con tutti gli accorgimenti tecnici per prevenire eventuali
anomalie di funzionamento e/o dilatazioni, rispettando tutte le migliori regole dell'arte
Ogni gruppo bagno scaricherà le acque reflue sulla colonna montante relativa posta nei cavedi
transitanti in corrispondenza di ogni locale.
Ogni singolo apparecchio sanitario invierà le proprie acque di scarico tramite tubazione indipendente,
su un collettore che le immetterà sulla colonna principale; ogni colonna sarà collegata alla base con la
rete sub-orizzontale, mediante l’interposizione di sifone con tappo d’ispezione, realizzato sempre con
tubo in polietilene, per garantire assenza d’esalazioni nocive, e infine alla rete comunale, tramite
pozzetto d’ispezione posto su sede esterna, come descritto precedentemente.
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Per evitare che si creino fenomeni di depressione all'interno delle tubazioni dovuti alla velocità di
caduta dell'acqua, che potrebbero provocare l'aspirazione dell'acqua dei sifoni con conseguenti rumori
e gorgoglii, si doterà l'impianto ai piani di una rete di ventilazione primaria sulle colonne principali e di
una secondaria, che collegherà tutti i pezzi sanitari presenti nell'impianto. Ciò non sarà effettuato per i
servizi posti al piano scantinato.
Il controllo e il campionamento degli scarichi, sarà possibile effettuarlo dai pozzetti d’ispezione posti a
monte dell’immissione in fognatura esterna.
L’edificio sarà dotato di reti separate per lo smaltimento delle acque bianche e nere.
La rete verticale delle acque nere sarà completata da una tubazione sub-orizzontale che allontanerà
le acque di scarico dell'edificio sino alla fognatura esterna.
Lungo il percorso vi saranno dei pozzetti d’ispezione, per le normali operazioni di manutenzione
ordinaria e straordinaria.
Le acque meteoriche saranno smaltite tramite pluviali dimensionati in modo che la superficie scolante
interessata non superi i 150 m² di estensione di tetto.
Ad ogni base colonna saranno inseriti dei sifoni ispezionabili per creare la chiusura idraulica,
impedendo così l'esalazione d’eventuali cattivi odori provenienti dalla fognatura primaria.
Il collettore principale convoglierà anche le acque meteoriche raccolte dalle caditoie a servizio dei
piazzali interni, prima di immettersi nella rete esterna all’edificio ma pur sempre interna all’Ospedale.
Il dimensionamento sarà effettuato in funzione della superficie scolante presente a monte del tratto
considerato.
Per effettuare le normali operazioni di manutenzione, il collettore sarà provvisto dei pozzetti di
ispezione.
Le tubazioni impiegate per l'allontanamento delle acqua piovane e dei servizi dell'immobile dovranno
realizzasi in Polietilene PE 80, GEBERIT PE,prodotti in conformità alla norma UNI EN 1519.
Caratteristiche tubazioni
La ditta produttrice dovrà essere in possesso di Certificazione di Qualità Aziendale in conformità alle
norme ISO 9001:2000 , rilasciata da ente competente e accreditato, e associato a IQNet.
Tubi in polietilene alta densità PE 80, GEBERIT PE, (massa volumica ≥ 950 Kg/mc ) con valori minimi
di MRS (Minimum Required Strenght) di 6,3 Mpa destinati alle condotte per scarico acque reflue e
ventilazione realizzate all’interno dei fabbricati, prodotti in conformità alla norma UNI EN 1519, area B
e BD, e contrassegnati dal marchio IIP dell’Istituto Italiano dei Plastici e/o equivalente marchio
europeo, secondo quanto previsto dal "Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di
lavori pubblici 11 febbraio 1994, n° 109, e successive modifiche".
I tubi devono essere prodotti con il metodo dell’ estrusione
I raccordi devono essere prodotti in conformità alla norma UNI EN 1519, area B e BD, prodotti con il
metodo dell’inietto fusione ed esclusivamente con materiali aventi le stesse caratteristiche fisicochimiche dei tubi, e riportanti lo stesso marchio.
I tubi e i raccordi devono essere collegati tramite saldatura testa-testa con termoelemento, o mediante
manicotto elettrico, o manicotto d’innesto e/o di dilatazione, a bicchiere a tenuta con guarnizioni
elastomeriche (UNI 8452), o mediante raccordi a flangia o a vite.
La materia prima da impiegare per l’estrusione del tubo deve essere prodotta da primari e riconosciuti
produttori europei e derivata esclusivamente dalla polimerizzazione, o copolimerizzazione, dell’etilene,
stabilizzata ed addizionata dal produttore stesso della resina di opportuni additivi, uniformemente
dispersi nella massa granulare.
Tali addittivi (antiossidanti, lubrificanti, stabilizzanti, carbon black) vengono dosati e addizionati al
polimero dal produttore di resina in fase di formazione del compound, e sono destinati a migliorare le
performances di trafilatura, iniezione, resistenza agli agenti atmosferici ed invecchiamento del
prodotto finito.
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
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Tali additivi devono risultare uniformente dispersi nella massa granulare e, per il carbon black, devono
essere rispettati i parametri di dispersione e ripartizione stabiliti dalle norme UNI di riferimento, nonché
il contenuto (2÷2.5% in peso).
Il compound, all’atto dell’immissione nella tramoggia di carico dell’estrusore, deve presentare un
tenore massimo di umidità non superiore a 300 ppm .
Tabella Requisiti materia prima
Prova
Valore di riferimento
Riferimento normativo
Massa volumica
955 kg/m³
ISO 1183
Contenuto di carbon black
2 ÷ 2,5 %
ISO 6964
Dispersione del carbon black
≤ grado 3
ISO 18553
> 20 min a 210° C
EN 728
0,2 ÷ 0,8 g/10 min **
ISO 1133
≤ 300 mg/kg
EN 12118
Tempo di induzione all’ossidazione
Indice di fusione in massa
Contenuto di acqua
Temperatura di utilizzo
Coefficiente di dilatazione
Ritiro Longitudinale massimo garantito , mediante
malleabilizzazione
Ritiro radiale , mediante malleabilizzazione
-40°C + 100°C
0,2 mm/m/K
ASTM D 696
1 cm/m ***
EN 743 metodo B
0,6 cm /m
EN 743 metodo B
Rigidità anulare
> 0,4 KN/mq
EN ISO 9969
** Valore previsto dalla Norma 0.2-1,1 g/10 min
*** questo parametro è il 300% di sicurezza rispetto a quanto previsto dalla norma
La marcatura sul tubo richiesta dalle norme di riferimento avverrà per impressione chimica o
meccanica, a caldo, indelebile.
Essa conterrà come minimo:
o nominativo del produttore e/o nome commerciale del prodotto;
o marchio IIP (119) o equivalente;
o tipo di materiale (PE 80);
o normativa di riferimento ( UNI EN 1519);
o diametro nominale
o area (B , BD) e serie S (12,5-16) del tubo;
o data e turno di produzione.
ART. 112.
COLLOCAMENTO IN OPERA IMPIANTI IDRICO-SANITARI
La posa in opera di qualsiasi materiale, apparecchio o manufatto consisterà in genere nel suo
prelevamento dal luogo di deposito, nel suo trasporto in sito (intendendosi con ciò tanto il trasporto in
piano o in pendenza, che il sollevamento in alto o la discesa in basso, il tutto eseguito con qualsiasi
sussidio o mezzo meccanico, opera provvisionale, ecc.), nonché nel collocamento nel luogo esatto di
destinazione, a qualunque altezza o profondità ed in qualsiasi posizione, ed in tutte le opere
conseguenti (tagli di strutture, fissaggio, adattamento, stuccature e riduzioni in pristino).
L'Appaltatore ha l'obbligo di eseguire il collocamento di qualsiasi opera od apparecchio che gli venga
ordinato dalla Direzione Lavori, anche se forniti da altre Ditte.
Il collocamento in opera dovrà eseguirsi con tutte le cure e cautele del caso; il materiale o manufatto
dovrà essere convenientemente protetto, se necessario, anche dopo collocato, essendo l'Appaltatore
unico responsabile dei danni di qualsiasi genere che potessero essere arrecati alle cose poste in
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
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opera, anche dal solo traffico degli operai durante e dopo l'esecuzione dei lavori, sino al loro termine e
consegna, anche se il particolare collocamento in opera si svolge sotto la sorveglianza o assistenza
del personale di altre Ditte, fornitrici del materiale o del manufatto.
Reti Idriche
Tutti i componenti delle reti di distribuzione quali tubi, raccordi, flangie, organi di intercettazione in
genere, rubinetti di regolazione, apparecchi di misura, riduttori di pressione, separatori di impurità,
pompe e simili, dovranno essere di tipo normalizzato (in tutti i casi in cui esista una norma nazionale o
internazionale). In ogni caso, le tubazioni e gli altri componenti di una rete di distribuzione, dovranno
essere costruiti con materiali ammessi dall’Autorità competente ai fini igienici.
Quando non esiste una normalizzazione, i componenti dovranno essere scelti fra quelli per i quali i
fabbricanti sono in grado di fornire una completa informazione tecnica ed un’accertata serie di
referenze.
Per le reti di distribuzione si devono osservare i criteri stabiliti nel Decreto del Ministero dei Lavori
Pubblici del 12/12/1985.
La velocità attraverso rubinetti di regolazione, apparecchi di misura, riduttori di pressione, organi di
intercettazione e ritegno, separatori di impurità, macchine idrauliche, pompe e relativi raccordi, non
deve superare i valori indicati dalle case costruttrici, e comunque quelli che possono determinare
rumorosità o vibrazioni.
La sezione di passaggio dei raccordi dei tubi deve essere almeno pari a quella dei tubi corrispondenti.
I tubi di rame devono rispondere alla UNI EN 1057. Il minimo diametro ammissibile è 10 mm.
Il valvolame ed in genere tutti i materiali accessori devono essere scelti in relazione alla pressione e
temperatura di esercizio. Per quanto riguarda il tipo di giunzione alle tubazioni, in linea di principio,
sono da adottare gli attacchi filettati per i diametri uguali o minori di 50 mm, e quelli a flangia per le
misure superiori.
Le pompe di circolazione devono essere selezionate in modo tale che il punto od i punti di
funzionamento siano sempre ben all’interno delle curve caratteristiche di portata-pressione fornite dal
fabbricante. In tutti i casi in cui le pompe non funzionano sotto battente, oppure quando convogliano
acqua a temperatura superiore a 20°C deve essere verificato il valore dell’NPSH (carico totale
assoluto all’aspirazione) massimo ammesso. I motori delle pompe devono essere di potenza uguale o
maggiore a quella assorbita nelle condizioni di funzionamento a bocca premente libera. Le pompe
devono rispondere alle UNI 6871 P, UNI ISO 2548 e UNI 3555.
Le tubazioni devono essere posate con distanze sufficienti a consentirne lo smontaggio ed a
permettere la corretta esecuzione del rivestimento isolante. Il percorso deve essere tale da consentire
il completo svuotamento delle tubazioni e l’eliminazione dell’aria.
Le tubazioni di adduzione acqua non devono essere posate:
All’interno di cabine elettriche;
Al di sopra di quadri elettrici ed apparecchiature elettriche;
Al di sopra di materiali che possono divenire pericolosi se bagnati dall’acqua;
All’interno di immondezzai;
All’interno di locali dove sono presenti sostanze inquinanti.
La posa incassata in strutture murarie è, in linea di principio, da evitare; quando non è possibile
evitarlo, le tubazioni devono essere rivestite con guaine isolanti dello spessore minimo di 9 mm. Le
tubazioni dell’acqua nei percorsi interrati devono essere posate ad almeno un metro di distanza,
misurato tra le superfici esterne, da tubazioni collettrici di scarico, di qualunque natura. La generatrice
inferiore delle tubazioni d’acqua deve essere sempre al di sopra del punto più alto delle tubazioni di
scarico.
Nell’attraversamento di strutture verticali ed orizzontali quali pareti, pavimenti e soffitti, le tubazioni
devono essere installate in controtubi d’acciaio zincato o di materiale plastico, preventivamente
installati. Il diametro dei controtubi deve essere di una grandezza superiore a quello dei tubi passanti
compreso l’eventuale rivestimento isolante. Le estremità dei controtubi devono sporgere dal filo
esterno delle strutture di almeno 25 mm. Lo spazio libero tra tubo e controtubo deve essere riempito
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
con lana di vetro od altro materiale incombustibile. Le estremità devono essere sigillate con materiale
appropriato durevole nel tempo.
Le tubazioni devono essere sostenute con supporti dimensionati in base a:

Peso delle tubazioni;
Possibilità di sollecitazioni.
La posizione dei supporti deve essere scelta in base a:
Dimensione delle tubazioni;
Configurazione dei percorsi;
Presenza di carichi concentrati (pompe, valvole, ecc..);
Strutture disponibili per l’ancoraggio.
Nella seguente tabella vengono riportate le distanze massime consigliate fra i supporti di tubazioni
metalliche orizzontali:
TUBI IN ACCIAIO IN GENERE TUBI IN RAME CRUDO RICOTTO
diam.esterno distanza diam.esterno distanza
[pollici]
½
3/4–1 ¼
1 1/2 – 2 ½
[m]
2,0
2,5
3,0
[pollici]
18
20 – 28
32 – 40
[m]
2,0
2,5
3,0
Rete di scarico
Per quel che riguarda la rete di scarico tutte le tubazioni di scarico degli apparecchi igienico sanitari
dovranno essere realizzate in Geberit o, in alternativa, in PEAD, (solamente per le eventuali utenze
vapore delle sterilizzatrici devono essere usate tubazioni metalliche) e collegate con colonne di
scarico che dovranno essere disposte perfettamente in verticale.
Nel caso siano presenti delle riseghe nei muri, i raccordi dovranno essere eseguiti con pezzi speciali
ed essere provvisti di un tappo d’ispezione in corrispondenza dell’innesto di piano.
Le diramazioni di scarico dovranno avere pendenze non inferiori all’1% ed angoli di raccordo di 45°.
Tutti i collegamenti, i giunti e le saldature dovranno essere a perfetta tenuta idraulica.
Nei bagni ove non è agevole il collegamento diretto alle colonne di scarico è opportuno realizzare le
pilette di raccolta all'interno del singolo bagno.
Le tubazioni di scarico dei singoli apparecchi igienici dovranno avere le seguenti dimensioni minime:
o LAVABO 40 mm
o BIDET 40 mm
o DOCCIA 50 mm
o VASO 100 mm
Tutti i collegamenti degli apparecchi alla fecale devono essere sifonati (con altezza minima del sifone
20 cm).
Le colonne fecali devono essere prolungate al di sopra della copertura dell'edificio.
Nei tratti sub-orizzontali devono essere evitate curve a 90°; i cambi di direzione devono essere
realizzati con 2 curve a 45° con interposto tratto orizzontale almeno pari ad un metro.
ART. 113.
RETE DI DISTRIBUZIONE ACQUA DEMINERALIZZATA
Per i complessi operatori, nei Laboratori in genere e nel servizio dialisi, si prevede l’installazione di
una rete di acqua demineralizzata, prodotta nella sottocentrale da realizzarsi al piano scantinato.
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
La tubazione da utilizzare sarà del tipo in polipropilene (PP-R 80 random), posta in opera mediante
termosaldatura e avente le caratteristiche di cui di seguito, o in alternativa in acciaio inox AISI316.
Tutti i componenti dell’impianto saranno idonei al trasporto dell’acqua demineralizzata.
La tubazione sarà posta in opera mediante staffaggio idoneo e con sistema antivibrazione.
La tubazione in polipropilene sarà con struttura composta da polipropilene e da una speciale miscela
sintetica inserita nello strato intermedio; sarà con superficie esterna ed interna liscia con rugosità di
0,0070 mm., priva di asperità e difetti, costruiti per estrusione, per il trasporto di acqua in pressione
con campo di temperatura che va da – 5 °C a + 90 °C, sulla base di una durata di anni 50 con relativa
curva di regressione garantita dal produttore; sarà conforme alle norme DIN 8077/78 ed UNI EN ISO
1873
Il sistema di giunzione è a saldare per polifusione di tasca, i tubi ed i raccordi vengono uniti tra loro
per sovrapposizione, Il riscaldamento delle estremità dei tubi e della tasca dei raccordi avviene per
mezzo di un elemento riscaldante con boccola e mandrino.
Il tubo sarà marcato in modo continuo ed indelebile in fabbrica, su una generatrice esterna del tubo
con lunghezza ad intervalli regolari. La marcatura conterrà il nome del fabbricante e marchio
commerciale, il diametro esterno e lo spessore, il materiale: PP-R 80 + composito, la norma DIN di
riferimento, la temperatura massima di esercizio, SDR, la data di produzione, trafila e lotto.
ART. 114.
CRITERI GENERALI DI PROGETTO IMPIANTI IDRICO-SANITARI
La distribuzione dell'acqua fredda inizierà dallo scantinato e alimenterà tutti gli apparecchi sanitari e
altre utilizzazioni, attraverso collettore principale al piano; si devono prevedere più colonne montanti;
le distribuzioni di piano saranno ad anello.
Le tubazioni dei collettori orizzontali di piano, si svolgeranno in controsoffitto, mentre le colonne
montanti saranno poste in corrispondenza di cavedii ispezionabili.
Per le norme e il dimensionamento sarà fatto riferimento alla norma UNI 9183.
La contemporaneità prevista nel dimensionamento della rete, è riportata nella seguente Tabella:
NUMERO UTENZE
COEFFICIENTE
CONTEMPORANEITÀ
DI
20
40
60
80
100
200
500
1000
70%
50%
18%
16%
15%
13%
11%
10%
Nel conteggio delle utenze vengono computate tutte quelle installate; i vasi sono considerati con
cassetta.
Per l’edificio in esame si devono considerare coefficienti di contemporaneità molto elevati ed in ogni
caso non inferiori al 60%.
I diametri delle tubazioni della rete acqua fredda soddisferanno in ogni caso, alle seguenti condizioni:
a. i diametri interni delle diramazioni alle utilizzazioni non potranno avere valori inferiori ai minimi
indicati nella seguente Tabella:
UTILIZZAZIONI
DIAMETRI MINIMI
Fontanelle, orinatoi con lavaggio continuo:
10 m/m
3/8"
14 m/m
1/2"
Cassette WC e vuotatoi, lavabi, bidè, vasche, docce, lavelli,
orinatoi comandati, attingimento, idranti per pavimenti:
b. La velocità dell'acqua non dovrà superare 1,10 m/s nelle tubazioni fino a 1/2", 1,5 m/s nelle
tubazioni di 3/4" e 2 m/s nelle tubazioni di diametro di 1" e superiore ad 1".
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131
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c. Le portate alle singole utilizzazioni non potranno avere valori inferiori ai minimi indicati nella
seguente Tabella:
UTILIZZATORI
PORTATA
Orinatoio e lavaggio continuo, fontanella
0,05 l/s
Cassette WC, lavabo, orinatoio comandato
0,10 l/s
Doccia, lavello
0,15 l/s
Vasca da bagno
0,20 1/s
WC con flussometro o passo rapido
1,50 l/s
d. La pressione residua alle utilizzazioni non potrà essere inferiore a 10 metri c.a.
Le condizioni indicate alle lettere b., c., e d. debbono osservarsi quando funzioni un numero di
utilizzazioni pari a quello ricavato dalla contemporaneità.
La rete di distribuzione acqua fredda sarà realizzata con tubazioni di acciaio zincato a caldo, con
giunzioni filettate e pezzi speciali di raccordo in ghisa malleabile, bordati, filettati e zincati a caldo.
Sono tassativamente vietate saldature di qualsiasi genere per il collegamento delle tubazioni di
acciaio zincato.
La distribuzione centralizzata dell'acqua calda (spogliatoi palestra) sarà costituita da una tubazione
principale che alimenterà, a partire dai boiler, i collettori complanari doppi, e da questi tutti gli
apparecchi sanitari e altre utilizzazioni.
Le tubazioni impiegate, il tipo di distribuzione, le portate e le contemporaneità sono analoghe a quelle
dell’acqua fredda.
Il circuito dell’acqua calda sarà chiuso da una
tubazione di ricircolo che manterrà sempre in
movimento l’acqua.
Le tubazione di acqua calda e di ricircolo dovranno
essere coibentate con guaine di materiale
elastomerico dello spessore determinato secondo
DM 412/92.
La rete di scarico deve corrispondere, in generale,
ai seguenti requisiti:
- allontanare rapidamente le acque di rifiuto senza
che si formino sedimenti di materie putrescibili;
- impedire il passaggio di esalazioni dalle
tubazioni agli ambienti;
- garantire la perfetta tenuta, considerando anche
i prevedibili movimenti del fabbricato e le
dilatazioni termiche.
Le reti dovranno essere eseguite con i seguenti
materiali:
APPARECCHIO
UNITÀ
DI
SCARICO
Vaso
6
Lavabo
2
Lavello
3
Doccia
3
Bidè
2
Vasca da bagno
4
Vuotatoio
5
Lavapadelle
5
Orinatoio sospeso
2
Chiusino a pavimento
3
-
in polietilene alta densità PE 80, GEBERIT PE, per le diramazioni di scarico (tronchi di tubi che
collegano gli apparecchi alle diramazioni a collettore o alle colonne di scarico) e per le diramazioni
a collettore (tronchi di tubi che collegano le diramazioni di scarico alle colonne di scarico) dei
servizi.
-
in polietilene alta densità PE 80, GEBERIT PE, per le colonne di scarico dei servizi;
Il dimensionamento delle tubazioni di scarico è effettuato in base alle unità di scarico competenti a
ciascun apparecchio o utenza secondo quanto risulta dalla Tabella riportata di seguito.
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132
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Il diametro delle tubazioni per la diramazione a collettore deve essere determinato in rapporto al
valore delle unità di scarico ed alla pendenza costruttiva.
Il diametro delle tubazioni per le colonne di scarico deve essere determinato in rapporto sia al
massimo numero di unità di scarico per ogni piano, che per tutta la colonna, oltre a tenere conto della
massima lunghezza della colonna, compreso il tratto superiore di esalazione di pari diametro, di cui
ogni colonna dovrà essere provvista, protetto da apposita mitria.
Ogni apparecchio sanitario dovrà essere corredato di un dispositivo a chiusura idraulica, inserito nello
scarico, ispezionabile e collegabile alla diramazione di ventilazione.
Le diramazioni di scarico potranno fare capo a scatole ispezionabili a chiusura idraulica, con un
massimo di tre confluenze per ogni scatola.
Le diramazioni a collettore fanno capo a scatole ispezionabili a chiusura idraulica, con un massimo di
due confluenze per ogni scatola.
Le scatole per entrambe le diramazioni, dovranno essere in piombo od in rame, di spessore idoneo a
garantire una ottima resistenza alle corrosioni e lavorabilità in opera.
Le colonne di scarico dovranno essere dotate, nel punto di innesto con i collettori di scarico, di una
chiusura idraulica a sifone facilmente ispezionabile.
Nel calcolo d’ogni colonna di scarico si sono tenuti in conto i seguenti tre fattori:
- numero totale delle unità di scarico di tutti gli apparecchi scaricanti nella colonna. Essi determinano
la portata al piede della colonna, il cui relativo diametro è assunto costante per tutta l'altezza;
- numero d’unità di scarico degli apparecchi d’ogni piano scaricanti nella colonna. Superato un limite
potrebbe capitare che la diramazione abbia diametro maggiore per cui occorre adottare questo;
- altezza della colonna a partire dalla braca più bassa sino alla sommità della colonna. Essa
influenza il valore della depressione a monte dello stantuffo, a parità di diametro della colonna, e
quindi la facilità d’aspirazione d'aria dalla sommità della stessa.
Diametro delle colonne di scarico
Diametro
mm
32 (senza vasi)
40 (senza vasi)
50 (senza vasi)
80 (senza vasi)
100
125
unità di scarico unità di scarico
per ogni piano
tutta la colonna
1
3
8
45
190
350
1
8
18
72
384
1020
Il collettore si dimensiona in funzione del numero complessivo delle unità di scarico e della pendenza,
che è stata fissata maggiore o uguale allo 1%.
Diametro delle diramazioni e collettore di scarico
Diametro
mm
32 (senza vasi)
40 (senza vasi)
50 (senza vasi)
80 (senza vasi)
100
125
160
200
unità di scarico
pendenza 1%
1
2
7
27
114
270
350
870
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
unità di scarico
pendenza 2%
1
2
9
36
150
370
510
1150
133
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Ogni colonna di scarico deve essere collegata ad un tubo esalatore che si prolunghi fino oltre la
copertura dello edificio, per assicurare l'esalazione dei gas della colonna stessa.
Le colonne di ventilazione dovranno collegare le basi delle colonne di scarico e le diramazioni di
ventilazione con le esalazioni delle colonne di scarico o direttamente con l'aria libera. Le diramazioni
di ventilazione dovranno collegare i sifoni dei singoli apparecchi con le colonne di ventilazione.
Le tubazioni di ventilazione non dovranno mai essere utilizzate come tubazioni di scarico delle acque
di qualsiasi natura, né essere destinate ad altro genere di ventilazione, aspirazione fumana, esalazioni
di odori da ambienti, ecc.
Le tubazioni di ventilazione vanno montate senza contropendenze.
Le parti che fuoriescono dall'edificio saranno sormontate da un torrino.
Sia la colonna che le diramazioni di ventilazione saranno realizzate in tubazioni di PVC serie normale.
Il diametro del tubo di ventilazione di ogni singolo apparecchio deve essere almeno pari ai 3/4 di
quello del corrispondente tubo di scarico senza superare tuttavia i 50 mm.
Quando una diramazione di ventilazione raccoglie la ventilazione singola di più apparecchi, il suo
diametro deve essere almeno pari ai 3/4 del diametro del corrispondente collettore di scarico, senza
superare tuttavia i 70 mm.
Il diametro della colonna di ventilazione sarà costante e deve essere determinata in base al diametro
della colonna di scarico alla quale è abbinata alla quantità di acqua di scarico ed alla lunghezza della
colonna di ventilazione stessa. Tale diametro non potrà essere inferiore a quello delle diramazioni di
ventilazione che in essa si innescano.
Il diametro d’ogni colonna di scarico è stato determinato in funzione della superficie di copertura
afferente. Avendo fissato che le superfici di scolo per ciascun pluviale non superino i 150 m, si può
adottare una tubazione φ100 (la tabella di calcolo ammette una superficie massima di m2 350).
Per impianto di scarico interno delle acque piovane si intende il complesso di tubazioni che raccoglie
le acque piovane dal tetto degli edifici e le convoglia fino alla fognatura esterna dello stesso.
Essendo l’intervento in oggetto una trasformazione di edifici esistenti, il sistema di smaltimento delle
acque piovane sarà sostanzialmente mantenuto.
In base alla superficie di tetto tributaria alla tubazione, a monte della sezione considerata e alla
pendenza minima fissata (1%), se ne determina il diametro.
Per il dimensionamento del sistema pluviali – pozzetti si può fare conto della seguente tabella,
calcolata per portate del condotto a bocca piena e per un indice di piovosità di 100 e 120 mm/h.
Diametro dei pluviali
Tabella 7
Area di raccolta in mq
<8
da 9 a 25
da 26 a 170
da 171 a 335
da 336 a 500
Diametro in mm
40
50
80
100
125
ART. 115. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI IMPIANTI IDRICO-SANITARI CAMPIONATURE
Tutte le apparecchiature e i materiali impiegati nella realizzazione degli impianti debbono essere della
migliore qualità, ben lavorati e corrispondenti perfettamente al servizio cui sono destinati.
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134
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Al fine di meglio precisare i livelli di qualità al di sotto dei quali la Stazione Appaltante non intende
scendere, si indicano negli articoli seguenti i loro principali requisiti.
L'Impresa assuntrice ha l'obbligo di esibire alla Direzione dei Lavori, dietro richiesta, le fatture e i
documenti atti a comprovare la provenienza dei diversi materiali ed apparecchiature.
Qualora la Direzione dei Lavori rifiuti dei materiali o dei macchinari, ancorché messi in opera, perché
essa, a suo motivato giudizio, li ritiene di qualità, lavorazione e funzionamento, non corrispondenti alle
prescrizioni contrattuali o non adatti alla perfetta riuscita degli impianti, l'Impresa assuntrice deve
sostituirli, a sua cura e spese, con altri che soddisfino alle condizioni prescritte.
A seguito di richiesta da parte della Stazione Appaltante (anche in sede di offerta) o della Direzione
dei Lavori l'Impresa deve presentare i campioni dei materiali che intende impiegare nella esecuzione
degli impianti.
La modalità di approntamento, le norme per la presentazione e la designazione dei campioni sono
stabilite come appresso indicato:
-
ogni campione deve essere numerato e portare indicato il nome dell'Impresa;
-
l'Impresa dovrà provvedere, a propria cura e spese e nei termini che l'Amministrazione fisserà, al
trasferimento, in deposito presso la Direzione dei Lavori, dei campioni che le verranno richiesti;
-
l'Impresa sarà tenuta a reintegrare i campioni che andassero distrutti in conseguenza
dell'effettuazione su di essi delle prove precedentemente citate;
-
i campioni saranno restituiti solo dopo l'approvazione, da parte della Stazione Appaltante, del
collaudo definitivo.
Resta esplicitamente inteso che la presentazione dei campioni non esonera l'Impresa prescelta
dall'obbligo di sostituire ad ogni richiesta quei materiali che, pur essendo conformi ai campioni, non
risultino corrispondenti alle prescrizioni di Capitolato o non adeguati alla perfetta riuscita degli impianti.
Gruppo Autoclave Montaliquidi
Sarà costituito da:
- serbatoio in acciaio zincato (collaudato I.S.P.E.S.L. ex ANCC), di capacità adeguata, completo di
indicatore di livello in tubo trasparente, con rubinetti a maschio di esclusione-scarico; manometro
regolamentare con flangia di prova e rubinetto a maschio a tre vie; valvola di sicurezza regolamentare
per aria; attacco e rubinetto di scarico con scarico ad imbuto convogliato alla fogna; attacchi vari
secondo necessità; piedi di sostegno; isolamento termico come prescritto in altre sezioni del presente
capitolato e/o in altri elaborati di progetto. La pressione nominale del serbatoio dovrà essere pari ad
almeno 1,5 volte la pressione massima di esercizio normale.
- Elettropompe centrifughe in numero adeguato, secondo quanto necessario e/o prescritto in altre
sezioni del capitolato e/o in altri elaborati del progetto, e comunque in numero non inferiore a due (con
motore trifase di tipo protetto; classe di protezione minima IP44), eventualmente pluristadio, complete
ciascuna di valvola di ritegno; valvole di intercettazione alla mandata e all’aspirazione; raccordi di
aspirazione; collegamenti all'autoclave e basamento di sostegno.
- Compressore aria volumetrico raffreddato ad aria e lubrificato ad olio accoppiato a motore elettrico,
completo di:
o
pressostato di sicurezza, separatore olio e condensa con spurgo automatico, filtro aria aspirata,
tubo alettato di collegamento al serbatoio con rubinetto di intercettazione, carter ed accessori.
o
Pressostati regolabili per l'inserimento sequenziale automatico delle elettropompe ed elettrolivello
per l’inserzione del compressore.
o
Quadretto elettrico in metallo verniciato, con portello apribile comprendente: interruttore bloccaporta, fusibili, telesalvamotori per le pompe e il compressore, eventuale trasformatore (se
necessario) per gli ausiliari, lampade spia, commutatore per l'inserzione delle pompe e
morsettiera. Il quadro dovrà avere grado di protezione IP44.
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135
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o
Cablaggi elettrici fra quadretto, motori e pressostati, con cavi di adeguata sezione, protetti entro
tubazione di acciaio smaltato.
Filtro Micrometrico Trasparente
Sarà del tipo a cartuccia in calza o simile, tale da trattenere sabbia ed impurità fino a dimensioni di 3040 micron.
Esso sarà costituito da una coppa in materiale trasparente (contenente l'elemento filtrante) con
sovrastante testata in bronzo, provvista di attacchi per le tubazioni.
Il collettore con gli attacchi dovrà essere girevole, così da consentire il montaggio su tubazioni
comunque disposte.
Il filtro dovrà avere una pressione nominale superiore almeno del 20% a quella massima d’esercizio,
nelle condizioni di impiego previste.
Comunque la pressione nominale non sarà inferiore a PN6.
La perdita di carico del filtro non dovrà superare il 7-8% della pressione a monte.
Esso sarà provvisto di valvole d'intercettazione e di by-pass, e sarà fornito completo d’elemento
filtrante di riserva.
Impianto Demineralizzazione
Sarà a funzionamento automatico e preferibilmente del tipo a letti fluttuanti, sistema bayer, con flusso
acqua nei filtri dal basso verso l'alto e con rigenerazione in controcorrente.
Esso dovrà essere dimensionato per una portata corrispondente a 250 volte la portata di progetto per
ogni grado
,Il carico specifico (1/h di portata /1 di resina) dovrà essere compreso tra min. 5 e
max 40.
Acqua in uscita dal demineralizzatore dovrà avere durezza 0°F, conducibilità elettrica inferiore a 10 µ
s/cm, contenuto di silice SiO2 inferiore a 0,3 ppm e PH compreso tra 7 e 8,5.
L’impianto sarà costituito essenzialmente da:
- filtro contenitore della resina cationica in ciclo acido in acciaio PN l0, ebanitato internamente, con
fondi flangiati, e verniciato esternamente con due mani di vernice epossidica (oppure realizzato
interamente in vetroresina P Nl O). Il filtro sarà corredato di carica della resina cationica.
- Filtro idem c.s. per resina anionica in ciclo basico, completo di carica.
- Serbatoi in moplen per i rigeneranti acido e basico, di capacità sufficiente per almeno 10
rigenerazioni, completi di cariche complete di rigeneranti nelle necessarie concentrazioni.
- Contatore volumetrico ad impulsi (o sistema equivalente) da totalizzare per la rigenerazione a
volume, completo di valvole di intercettazione e by-pass.
- Elettrovalvola di apertura del passaggio dell’acqua, con accessori.
- Tubazioni di collegamento in pvc rigido P Hl O (compresi gli scarichi);
- Valvole servocomandate (pneumatiche o elettriche, secondo quanto necessario) per l'esecuzione
dei programmi di funzionamento, complete di collegamenti (elettrici o pneumatici); sistemi di
aspirazione e dosaggio di rigeneranti. Tutte le valvole servocomandate dovranno essere di tipo
normalmente chiuso.
Quadretto elettrico di comando-controllo con programmatore elettronico per l'esecuzione dei
programmi suddetti, e contenente un indicatore di Ph ed uno di conduttività elettrica (del tipo a
scheda, a Norme DIN, con allarmi ottici ed acustici), completi di elementi sensibili relativi. Il quadretto
dovrà essere tale da essere alimentato con un'unica linea elettrica e sarà provvisto di interruttore
generale, di tipo approvato dall'I.S.P.E.S.L..
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136
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Gli eventuali ausiliari saranno prelevati all’interno del quadro. Il quadretto conterrà tutti i dispositivi di
sicurezza e protezione necessari (fusibili, protezioni termiche, etc.) di tutte le utenze elettriche facenti
capo al demineralizzatore.
Il demineralizzatore sarà preceduto da un filtro a cartuccia in materiale trasparente, P Nl O, tale da
bloccare le particelle di diametro superiore a 30-40 micron, completo di n. 3 valvole a sfera di
esclusione e by-pass.
Qualora espressamente richiesto (o necessario, in funzione sia delle caratteristiche dell’acqua in
ingresso che di quelle dell'acqua in uscita), il demineralizzatore sarà corredato di una torre di
decarbonatazione, in acciaio ebanitato internamente (o in robusta vetroresina) con alla base un
serbatoio di raccolta nello stesso materiale, di adeguata capacità, completo di elettrolivelli di
azionamento dell'elettrovalvola principale, di tubo indicatore di livello, di rubinetto di scarico di fondo e
di elettrolivello di minima (per il blocco delle pompe di estrazione quando il livello del serbatoio scende
sotto il minimo ). La torre sarà corredata di elettroventilatore centrífugo (azionato
contemporaneamente all'elettrovalvola principale), di anelli "rashing" (o simili) e di tutti gli accessori,
nonché di una copia di adeguate elettropompe centrifughe (complete di valvole di esclusione e di
ritegno per l’aspirazione dell’acqua (dal serbatoio) e la sua pressurizzazione.
Le pompe dovranno essere interamente costituite in materiale resistente alla corrosione ed i motori
dovranno avere grado di protezione IP55. Il funzionamento delle elettropompe dovrà far capo
elettricamente al quadretto di comando-controllo del demineralizzatore (che dovrà quindi contenere
anche gli organi di comando, protezione e sicurezza di dette pompe ).
Tutto l'impianto di demineralizzazione dovrà essere esternamente verniciato. Si precisa che le
eventuali informazioni sulle caratteristiche dell'acqua greggia fornite dalla Committente (anche quelle
eventualmente contenute nel capitolato) dovranno essere verificate a cura e spese della Ditta.
L'impianto dovrà essere fornito corredato di tutto quanto sopra descritto e, sempre il tutto compreso
nel prezzo, di quant’altro necessario al suo perfetto funzionamento (quale ad esempio riduttore di
pressione per aria compressa nel caso di valvole pneumatiche, etc.).
A seconda dell'impianto da utilizzare cui è destinato il demineralizzatore dovrà essere costruito e
rispettare la vigente normativa relativa.
In particolare qualora sia destinato alla produzione di acqua di alimento di generatori di vapore dovrà
essere conforme alla normativa I.S.P.E.S.L. e CTI-UNI 7550.
La Ditta installatrice dovrà inoltre rispettare, per gli scarichi provenienti dal demineralizzatore durante
la rigenerazione, la legislazione vigente in materia di inquinamento ambientale.
Addolcitore Automatico
L’addolcitore dovrà essere del tipo a resine scambiatrici, dimensionato per una portata ciclica pari a
250 volte la portata di progetto, per grado francese di durezza dell’acqua (ad esempio un addolcitore
da 5 mc/h con acqua a 25'F dovrà avere una portata ciclica di (250x5):25 = 50 mc).
La portata ciclica non dovrà comunque essere inferiore a ore 12 e superiore a ore 24 riferita alla
portata di progetto.
Il carico specifico (1/h di portata /1 di resina) dovrà essere compreso tra min. 5 e max 40.
L'impianto sarà costituito essenzialmente da:
- contenitore della resina anionica, almeno PN 10 (comunque la PN dovrà essere superiore di almeno
il 50% alla massima pressione di esercizio renle). Il contenitore sarà realizzato in materiale resistente
alla corrosione e all'invecchiamento (ad esempio: acciaio ebanitato internamente o plastica di tipo
adeguato) e verniciato esternamente. Esso sarà completo di carica di resine (batteriostatiche, se
destinato ad uso alimentare).
- Serbatoio in moplen per la salamoia (di capacità sufficiente per almeno 10 rigenerazioni) completo di
carica di salamoia e di coperchio.
- Tubazioni in pvc - PN 10 di collegamento (compreso lo scarico), valvole servocomandate per
l'esecuzione dei programmi di funzionamento, rigenerazione, controlavaggio e scarico; dispositivo di
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
137
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
by-pass parziale per miscelare acqua trattata ed acqua greggia, regolando così al valore desiderato la
durezza acqua in uscita. Valvole servocomandate e dispositivo di by-pass parziale potranno essere
raggruppate in un unico blocco.
- N. 3 valvole a sfera in PVC PN 10 per esclusione e by-pass addolcitore.
Quadretto di comando - controllo per il funzionamento automatico del sistema, e per l'esecuzione dei
programmi suddetti. La rigenerazione dovrà avvenire a tempo, con timer regolabile, ed anche su
comando manuale a pulsante.
Il quadretto sarà provvisto di interruttore generale e fusibili, e sarà adatto ad alimentazione monofase.
Addolcitore dovrà essere adatto a trattare la portata richiesta alla pressione disponibile in rete, con
una perdita di carico non superiore al 25% della pressione a monte.
A seconda dell’impianto di utilizzazione cui è destinato l’addolcitore dovrà essere costruito e rispettare
la vigente normativa relativa.
Dosatore di Polifosfati
Sarà costituito da un serbatoio in materiale trasparente, con testata smontabile completo di carica di
sali e di una scorta supplementare di sali sufficiente per 5 ricariche.
La testata del dosatore conterrà gli attacchi per le tubazioni. Il gruppo attacchi dovrà essere girevole,
così da consentire l'installazione su tubazioni comunque disposte.
Il dosatore sarà completo di iniettore per il dosaggio proporzionale, di rubinetti di esclusione e di bypass di diametro pari a quello della tubazione in cui è inserito il dosatore.
Il dosatore dovrà avere PN non inferiore a 6 e comunque superiore di almeno il 20% alla pressione
reale di impiego. La sua perdita di carico alla portata di progetto non dovrà superare il 7-8% della
pressione a monte.
A seconda dell’impianto di utilizzazione cui è destinato il dosatore dovrà essere costruito e rispettare
la vigente normativa relativa. In particolare qualora sia destinato al trattamento di acqua calda
sanitaria, o per l’alimentazione, dovrà essere caricato con prodotti chimici consentiti per uso
alimentare.
Se richiesto potrà essere del tipo caricabile con prodotti liquidi con funzione antincrostante-antialghe
per il trattamento di acqua di torre e di umidificazione. In quest'ultimo caso il prodotto chimico dovrà
essere approvato per tale impiego.
Collettori Complanari
Saranno eseguiti in tubo di rame o in ottone, in corpo unico o componibile, con diramazioni passanti.
Gli attacchi di testa saranno da 3/4" oppure, se necessario, in funzione del diametro delle tubazioni
relative, da 1" filettati femmina. Quelli laterali saranno da 3/8" oppure, se necessario, in funzione del
diametro delle tubazioni relative, da 1/2", filettati maschio.
Saranno completi di tutta la raccorderia necessaria (sia per gli attacchi di testa che per quelli laterali)
per il collegamento alle tubazioni in arrivo e in partenza.
Qualora i collettori debbano essere installati incassati nel muro, saranno completi di cassetta
d'ispezione in lamiera zincata, con coperchio anteriore apribile provvisto di feritoie di aerazione.
Gli attacchi laterali o di testa non utilizzati dovranno essere dotati di tappi di chiusura.
I collettori dovranno essere inoltre corredati di valvole a sfera del tipo a passaggio totale, con leva
lunga, di diametro corrispondente a quello del collettore. Qualora richiesto o indicato sugli altri
elaborati di progetto, sugli attacchi liberi di testa dei collettori dovranno essere montati rubinetti di
sfiato-scarico. Saranno isolati con nastro di neoprene espanso autoadesivo di spessore 3 mm circa in
più strati fino ad ottenere uno spessore globale di circa 1 cm.
Saranno ammessi, previa approvazione della D.L., altri tipi di isolamento che, qualora i collettori siano
attraversati da acqua fredda o refrigerata, garantiscano assenza di condensazione e/o gocciolamenti.
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138
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Ammortizzatore Colpi D’ariete
Ammortizzatore colpi d'ariete in tubo zincato, altezza m. 1,00, completo d’attacco ed isolamento
anticondensa.
Potranno essere utilizzati anche ammortizzatori di tipo antishock esenti da manutenzione con corpo in
ottone cromato, pistone in materiale plastico rinforzato ad altissima resistenza, molla in acciaio al
carbonio UNI 3283, tenute in EPDM con anelli antiestrusione e finitura speculare della superficie
interna di scorrimento del pistone delle seguenti caratteristiche tecniche:
pressione massima di esercizio 10 bar;
pressione massima del colpo d’ariete 50 bar;
inizio intervento attivo 3 bar;
temperatura massima del fluido 90°C.
Collettori
I collettori di distribuzione dovranno essere realizzati in acciaio zincato e saranno di forma cilindrica
con le superfici di base flangiate; il diametro sarà pari ad 1,5 volte quello della massima diramazione
che si diparte dal collettore stesso; l'isolamento termico dovrà essere dello stesso tipo di quello usato
per le diramazioni; esso sarà protetto all'esterno con lamiera di alluminio.
Tutte le tubazioni che fanno capo al collettore dovranno essere munite di saracinesche
d’intercettazione e di targhette indicatrici; saranno inoltre montati sul collettore un manometro a
quadrante ed un rubinetto di scarico.
Gruppo di Pressurizzazione Antincendio
I gruppi di pressurizzazione conformi alla UNI 9490 saranno montati e assiemati su un basamento,
collaudati e composti da:
Due o più pompe principali ad asse orizzontale o verticale, di cui almeno una azionata da motore
endotermico;
Pompa: del tipo a giranti multiple composta da:
- corpo di aspirazione con bocca aspirante completa di controflangia filettata;
- stadi intermedi composti da un mantello e relativo diffusore palettato con inserti in acciaio inox
(pompa pilota) e mantello esterno in ghisa contenete il diffusore palettato in resina termoplastica
(pompe principali);
- giranti radiali di resina termoplastica o ghisa contropalettate per la compensazione della spinta
assiale;
- albero supportato da una bronzina posta nel corpo di aspirazione e dai cuscinetti dell'albero motore;
accoppiamento a giunto rigido;
- tenuta meccanica con materiali ad alta resistenza; a baderna registrabile con guarnizione speciale a
basso coefficiente di attrito (soltanto per pompe principali e su richiesta);
- motore elettrico chiuso, normalizzato, secondo norme IEC-UNEL, ventilazione esterna protezione
IP55, avvolgimento in classe F, due poli, livello di rumorosità (curva A-ISO) e livello di vibrazione
(classe N) secondo CEI;
- motore Diesel secondo norme DIN completo di sistema di avviamento, batterie e carica batterie,
quadro di comando, marmitta insonorizzante, serbatoio di gasolio.
- una elettropompa pilota ad asse orizzontale o verticale;
- un collettore di mandata DNm di tipo flangiato, comune a tutte le pompe con flangia di uscita dotata
di controflangia di corredo, mentre il lato opposto è chiuso con flangia cieca;
- una elettrovalvola per lo scarico dell'acqua dall'impianto;
- un flussimetro a pale rotanti dotato di lettore ottico per il controllo del funzionamento delle
elettrompompe ("autodiagnosi" ed "emergenza");
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
139
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
- un serbatoio pressurizzatore di adeguata capacità - 20 bar in acciaio zincato;
- un alimentatore d'aria esterno per il funzionamento in depressione;
- valvole di ritegno a clapet PN 16 in ghisa GG 25 meehanite con sede gommata, di tipo flangiato e
dotate di apertura per ispezione (solo per diametri superiori a DN 50);
- valvole di sezionamento pompe a farfalla con corpo e lente in ghisa sferoidale GGG 40 di tipo
flangiato (solo per diametri superiori a DN 50) con asse di rotazione di centrale, a tenuta morbida,
esenti da manutenzione;
- un pressostato a riarmo manuale per ciascuna elettropompa (con un minimo di due nel caso di
gruppi con una sola pompa principale);
- un manometro in bagno di glicerina per ciascuna pompa;
- un diaframma di ricircolo acqua sulle pompe;
- un ricircolo e sfogo aria;
- un quadro elettrico indipendente per ogni elettropompa più uno per i servizi accessori in cassetta di
lamiera IP 55, dotato di doppio sportello.
Valvole di ritegno
Le valvole di ritegno risponderanno alle caratteristiche costruttive appresso indicate.
a. Applicazioni con possibilità di fenomeni di colpo d'ariete
- corpo in ghisa UNI 660 G22;
- sedi di bronzo;
- molle di acciaio inossidabile;
- otturatore a profilo idrodinamico;
- guarnizioni di tenuta in idoneo materiale plastico;
- attacchi a flangia.
b. Altre applicazioni:
- corpo in ghisa UNI 660 G22;
- sedi in bronzo e in ottone;
- perni e bussola in bronzo e ottone;
- guarnizioni in gomme o materiale plastico;
- attacchi a flangia.
Idrometri
Dovunque si renda necessario dovranno essere installati idrometri con rubinetti di prova del tipo a tre
vie che consentano la fuoriuscita dell'aria dal tubo di collegamento.
Essi dovranno avere l'attacco filettato da 1/2" e quadrante da 100 mm munito d’indicazione in rosso
del livello normale; quest'ultimo dovrà risultare tra la metà e i tre quarti del fondo scala.
Termometri a quadrante
Dovranno essere del tipo a mercurio, con vite di taratura, e quadrante avente diametro non inferiore a
100 mm.
Dovranno consentire la lettura delle temperature con la precisione di 1°C per l'acqua calda e per l'aria
e 0,5°C per l'acqua fredda.
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
140
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Riduttori di pressione
I riduttori di pressione dovranno essere a scala semplice equilibrata, tale da mantenere la pressione
ridotta indipendentemente dalle variazioni della pressione a monte del riduttore e mantenere a valle la
pressione stabilita qualunque sia la portata dell'acqua nell'impianto.
I riduttori dovranno inoltre assicurare la chiusura totale quando sia nulla l'erogazione a valle.
I limiti di funzionamento dei riduttori dovranno essere compresi fra 16 e 2 atmosfere.
I riduttori saranno del tipo a manicotto filettati gas o a flangia, secondo quanto sarà richiesto dal
Direttore dei Lavori.
A monte di ciascun riduttore dovrà sempre essere installato un raccoglitore delle impurità a doppia
rete, avente lo stesso diametro del riduttore.
I riduttori di pressione a manicotto dovranno avere il corpo completamente in bronzo BS ZN 2 UNI
7013-72, membrana di gomma pura molto sensibile, molla interna d’acciaio tale da consentire una
precisa regolazione.
I riduttori di pressione a flangia dovranno avere il corpo in bronzo fino al diametro di 50 mm, e di ghisa
e bronzo per diametri superiori.
Cassetta Antincendio UNI 45
Sarà di tipo unificato UNI45, da incasso o da esterno, secondo quanto richiesto. Sarà costituita
essenzialmente da:
- cassetta metallica in lamiera di acciaio verniciato, da cm 60x38x15 circa con porta apribile (in
alluminio anodizzato) vetrata;
- idrante da 1"1/2 in bronzo con volantino e raccorderia;
-20 metri (25 m se richiesto) di tubo di nylon gommato, con lancia e bocchello in rame, a getto
regolabile con rubinetto di esclusione, completo di raccorderia.
Qualora sia richiesto, la cassetta sarà del tipo UNI 70, da cm 60x4x25 circa, con 30 metri di tubo di
nylon gommato, sempre completa di quanto su esposto.
Gruppo UNI70 per VV.F.
Sarà costruito secondo le norme UNI e comprenderà:
- valvola di arresto in bronzo da 2"1/2 con volantino, per collegamento all'acquedotto;
- valvola di ritegno in bronzo da 2"1/2 a clapet;
- valvola di sicurezza da 1" regolamentare;
- rubinetto-idrante da 2"1/2 con volantino e ghiera filettata.
Per ogni gruppo UNI 70 dovrà essere installato, nelle immediate vicinanze, un tabellone metallico, di
dimensioni non inferiori a cm 50x50, con chiaramente riportate tutte le indicazioni necessarie per
individuare esattamente l'ubicazione del gruppo e l'edificio (o parte di esso) al cui servizio è il gruppo
stesso. Il tabellone è compreso nel prezzo del gruppo.
Tubi di Acciaio
Dette tubazioni saranno realizzate in acciaio senza saldatura, zincate, serie gas normale secondo UNI
8863/87 (ex 3824-74). I tubi in acciaio zincato dovranno rispondere alle norme UNI 8863/87 (ex 3824),
UNI 4148, UNI 4149 e UNI 6363.
Le tubazioni non dovranno essere piegate a caldo oppure a freddo per angoli superiori a 45" e non
dovranno essere sottoposte a saldature sia autogena che elettrica.
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
141
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Le estremità dei tubi dopo il taglio e la filettatura dovranno essere prive di bave ed in caso dovranno
essere fresate. E' prescritto l’uso dei bocchettoni a tre pezzi a filetto conico ogni 10 m e comunque là
dove è necessario per rendere facile la smontabilità.
L'impiego di riduzioni è obbligatorio sulle diramazioni a T inferiori di 2" alla dimensione della tubazione
principale.
I lubrificanti per il taglio e i prodotti per la tenuta non possono contenere:
- olii minerali o grafite;
- additivi solubili o no, contenenti prodotti a base di cloro, fosforo e zolfo;
- sostanze in genere che possono compromettere la potabilità dell'acqua.
Le filettature per le giunzioni a vite dovranno essere del tipo normalizzato con filetto conico. Le
filettature cilindriche non sono ammesse quando si dovrà garantire la tenuta.
La zincatura dei tubi sarà eseguita a caldo e dovrà avere le caratteristiche descritte nelle Tabelle UNI
5745-66 e rispondere alle prove d’accettazione indicate nelle stesse Tabelle.
I tubi non saldati, a qualunque serie essi appartengano, debbono essere provati tutti in fabbrica alla
prova idraulica di pressione a 50 atm., stabilita nelle predette Tabelle UNI.
I tubi saldati debbono essere idonei alle seguenti prove tecnologiche:
a. Prova di curvatura per tubi di acciaio aventi diametro nominale minore od uguale a mm 50.
La prova consiste nel curvare uno spezzone di tubo non riempito mediante macchina curvatrice di
tubi interno ad una forma a gola torica il cui raggio di fondo gola corrisponde al raggio interno di
curvatura prescritto.
La prova di curvatura sui tubi grezzi sarà considerata positiva quando questi potranno essere
curvati a freddo, senza che si manifestino incrinature dell'acciaio, fino all'angolo di 180° intorno ad
una gola torica avente un raggio di fondo gola uguale a 6 volte il diametro esterno del tubo; la
prova di curvatura sui tubi zincati sarà considerata positiva quando questi potranno essere curvati
a freddo, senza che si manifestino incrinature dell'acciaio, fino all'angolo di 90° intorno ad una gola
torica avente un raggio di fondo gola uguale a 8 volte il diametro esterno del tubo.
b. Prova di schiacciamento per tubi di acciaio aventi diametro nominale maggiore a 50 mm.
La prova consiste nello schiacciare tra due piastre parallele uno spezzone di tubo di lunghezza
non superiore a 38 mm, limitato da sezioni piane e perpendicolari al suo asse, e con la saldatura a
90° dal piano passante per le generatrici premute dalla piastre.
La prova sarà considerata positiva quando la saldatura non avrà subito frattura finché la distanza
fra le due piastre avrà raggiunto il 75% del diametro esterno che il tubo aveva prima dell'inizio della
prova e quando non si sarà verificata incrinatura o rottura in altre parti del tubo finché la distanza
fra le due piastre avrà raggiunto il 60% del primitivo diametro esterno.
L'Amministrazione si riserva di prelevare sui materiali approvvigionati in cantiere campioni da
sottoporre, a spese dell'Impresa, a prove di trazione, di curvatura, di schiacciamento e di controllo
della zincatura in Laboratori di prova Ufficiali, nel numero necessario per accertare se le
caratteristiche dei materiali rispondono a quelle prescritte. L'esecuzione delle prove dovrà rispettare la
norma UNI relativa a ciascuna delle prove richieste.
L'Impresa s’impegna ad allontanare immediatamente dal cantiere le partite di materiale che, a seguito
degli accertamenti suddetti, saranno ritenuti non conformi alle prescrizioni.
I raccordi per tubi saranno di ghisa malleabile e forniti grezzi o zincati per immersione in bagno di
zinco fuso, a seconda che debbano essere applicati a tubi grezzi o zincati. Potranno essere in acciaio
i manicotti forniti con tubi ad estremità filettate.
Le grandezze dimensionali di ciascun raccordo dovranno rispondere a quelle indicate nella tabella
corrispondente al raccordo stesso designato secondo la numerazione convenzionale internazionale
oppure secondo la diversa numerazione definitiva dell'UNI.
I raccordi dovranno essere sottoposti, nello stabilimento di fabbricazione, a pressione di prova di 40
Kg/cm2, se il diametro nominale è compreso tra 1/8" e 3/4", ed alla pressione di prova di 25 Kg/cm2,
se il diametro nominale è compreso tra 1" e 4".
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
142
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Tubi di Rame
Per l'impiego dei tubi di rame dovranno essere rispettate le norme del R.D. 3 febbraio 1901 n° 45,
modificato con R.D. 23 giugno 1904 n° 369 e con il D.P.R. 1095 del 3 agosto 1968, e di quelle altre
leggi, regolamenti e decreti che venissero nel merito in seguito emanati.
Con riferimento alla norma di unificazione:
UNI 5649/1°-71- Rame - Tipi di rame non legato - Qualità, prescrizioni e prove.
I tubi dovranno essere fabbricati con rame Cu-DAP.
Per quanto previsto nella UNI 6507-69 valgono le prescrizioni delle norme di unificazione:
UNI 2545Tubi di rame e tubi di ottone, senza saldature - Qualità, prescrizioni, e prove.
UNI 7268-73- Prove meccaniche dei materiali metallici non ferrosi - Prova di trazione dei tubi di rame
e leghe di rame.
UNI 7269-73- Prove meccaniche dei materiali metallici non ferrosi - Prove di allargamento dei tubi di
rame e leghe di rame.
UNI 7210-73- Prove meccaniche dei materiali metallici non ferrosi - Prova di schiacciamento dei tubi
di rame e leghe di rame.
Nel presente Capitolato sarà adottata la seguente terminologia per le saldature:
- brasatura dolce o saldobrasatura dolce, detta anche saldatura dolce, per indicare la saldatura
ottenuta portando a fusione la sola lega d'apporto la cui temperatura di fusione è inferiore a
400°C.
- brasatura forte o saldobrasatura forte, detta anche saldatura forte, per indicare la saldatura
ottenuta portando a fusione la sola lega d'apporto, la cui temperatura di fusione è superiore a
400°C.
Posa in opera
Nel collegamento in opera delle tubazioni di rame dovranno essere rispettate le seguenti disposizioni:
- nei circuiti aperti i tubi di rame non dovranno mai precedere i tubi di acciaio; l'acqua quindi dovrà
scorrere sempre da tubi di acciaio a tubi di rame, così da evitare la possibilità di corrosione dei
tubi di acciaio dovuta ad eventuali particelle di rame trasportate nell'acqua;
- per le unioni fra i tubi di acciaio e tubi di rame dovranno sempre essere impiegati raccordi di
bronzo o di ottone;
- le giunzioni incassate dovranno sempre essere protette con rivestimenti tali da consentire alle
tubazioni stese liberi movimenti;
- per il fissaggio delle tubazioni dovranno essere impiegati soltanto chiodi, viti, bulloni, staffe,
collari, supporti e simili in rame o leghe di rame;
- i tubi installati in vista dovranno essere sostenuti con adatti pezzi speciali posti a distanza non
maggiore di 150 cm per i tubi di diametro fino a 25 mm, e non maggiore di 250 cm per i tubi di
diametro superiore.
Tubi in Policloruro di Vinile
I tipi, le dimensioni, le caratteristiche e le modalità di prova dei tubi di policloruro di vinile dovranno
corrispondere, oltre a quanto stabilito, alle norme di unificazione:
UNI 5443-64-
Tubi rigidi di cloruro di polivinile (non plastificato) - tipi, dimensioni, e
caratteristiche;
UNI 5444-64-
Tubi rigidi di cloruro di polivinile (non plastificato) - Metodi di prova; nonché a
quanto previsto nei progetti di norme di unificazione:
UNIPLAST CT 169- Raccordi di PVC rigido (policloruro di vinile non plastificato) per condotte di
scarico dei fluidi - Tipi, dimensioni e caratteristiche;
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
143
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
UNIPLAST CT 195- Raccordi e flangie di PVC rigido (policloruro di vinile non plastificato) per
condotte di fluidi in pressione - Tipi, dimensioni e caratteristiche;
UNIPLAST CT 197- Raccordi di PVC rigido (policloruro di vinile non plastificato) Metodi di prova;
UNIPLAST CT 220- Tubi di PVC rigido (policloruro di vinile non plastificato) per condotte in pressione
- Tipi, dimensioni e caratteristiche;
UNIPLAST CT 245- Tubi di PVC rigido (policloruro non plastificato) per condotte di scarico installate
nei fabbricati - Tipi, dimensioni e caratteristiche;
UNIPLAST CT 246- Tubi in PVC rigido (policloruro di vinile non plastificato) Metodi di prova; tenendo
presente che pur vigendo, allo stato, le UNI 5443-64 e 54444-64, esse debbono
intendersi sostituite rispettivamente dai citati progetti di norma
Il taglio delle estremità dei tubi dovrà risultare perpendicolare all'asse e rifinito in modo da consentire il
montaggio ed assicurare la tenuta del giunto previsto.
Sopra ogni singolo tubo dovrà essere impresso, in modo evidente, leggibile ed indelebile, il
nominativo della ditta costruttrice, il diametro esterno, l'indicazione del tipo e della pressione di
esercizio.
È vietata la formazione in cantiere dei bicchieri su tubi di P.V.C.
È vietata la curvatura in cantiere dei tubi di P.V.C. dovendosi adottare sempre i necessari pezzi
speciali.
Tubazioni In PEHD e PP
Per fluidi in pressione, tipo 312 (acqua potabile e fluidi alimentari) secondo UNI 7611/76 PN 6-10-16
secondo necessità e/o richieste.
La raccorderia per questi tipi di tubazioni sarà conforme alle Norme UNI 7612/76: essa sarà del tipo a
compressione con coni e ghiere filettate in ottone. Questo tipo di giunzione sarà utilizzato per diametri
fino a 4" (110 mm). Per diametri superiori sia i pezzi speciali (curve, etc) che le giunzioni fra tratti di
tubazioni diritti saranno del tipo a saldare; la saldatura dovrà essere del tipo a specchio o manicotto
elettrico, eseguita con apposita attrezzatura seguendo scrupolosamente le istruzioni del costruttore.
Per le diramazioni a T potranno usarsi anche prese a staffa, per qualsiasi diametro della tubazione
principale.
Per il collegamento di tubazioni di PEHD o PP a tubazioni metalliche si useranno giunti a vite e
manicotto, metallici, quando la tubazione in acciaio sia filettabile e comunque non oltre i 4". Per i
diametri superiori si useranno giunzioni a flangie (libere o fisse sul tubo di plastica).
Protezioni Termiche
Si dovrà curare in modo particolare la assoluta continuità dell'isolamento, soprattutto nelle tubazioni
percorse da acqua fredda.
L’isolamento dovrà essere realizzato con coppelle rigide di poliuretano espanso ricoperto a barriera di
vapore in lastre in p.v.c., o in materiale elastomerico con spessori definiti secondo il fluido trasportato
DPR 412/93. La coibentazione dovrà possedere la certificazione d’omologazione in Classe 1 di
reazione al fuoco.
Raccomandazioni
I collettori orizzontali di scarico saranno muniti di ispezione alle estremità ed in prossimità delle curve
(Vedi planimetrie allegate).
Le reti interne di ventilazione saranno montate a quota superiore all'apparecchio più alto dello stesso
ambiente. Se la rete fosse realizzata con tubazione di plastica, il collegamento plastica-piombo sarà
posto a quota superiore all'apparecchio più alto dello stesso ambiente.
La rete di ventilazione secondaria dovrà essere estesa a tutti gli apparecchi, ed ai sifoni terminali delle
colonne ed ai collettori generali di raccolta.
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
144
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Le tubazioni della rete acqua calda dovranno essere montate in maniera tale da permetterne la libera
dilatazione.
Tutti gli ambienti sanitari saranno muniti di rubinetti di intercettazione.
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO X
IMPIANTI ELETTRICI
IMPIANTI ELETTRICI
146
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 116. DIMENSIONAMENTO E CRITERI DI PROGETTAZIONE IMPIANTI
ELETTRICI
Linee
Tutte le linee di alimentazione, tanto quelle in uscita dai quadri quanto le terminazioni saranno
dimensionate in conformità alle prescrizioni delle norme C.E.I. 64-8 ed in particolare saranno sempre
verificate per ciascuna linea le seguenti relazioni:
IB ≤ In ≤ Iz
If ≤ 1,45 Iz
dove:
IB
è la corrente di impiego del circuito;
Iz
In
è la portata in regime permanente della conduttura;
è la corrente nominale del dispositivo di protezione;
If
è la corrente che assicura l’effettivo funzionamento del dispositivo di
protezione entro il tempo convenzionale in condizioni definite.
Per i dispositivi di protezione regolabili, la corrente nominale In è la corrente di regolazione del
dispositivo di protezione.
La portata delle condutture sarà calcolata in armonia con le TABELLE CEI-UNEL 35024/1,
assumendo una temperatura ambiente di 30° C e introducendo un coefficiente di riduzione delle
portate nominali dei cavi per tenere conto del mutuo riscaldamento dovuto al tipo posa (installazione a
fascio).
Cadute Di Tensione
Le linee di distribuzione saranno dimensionate per contenere entro i limiti sotto esposti le cadute di
tensione percentuale DV% in modo da avere una caduta complessiva generale max= 4%:
-
linee principali tra quadro generale e quadri derivati: DV% max= 1,5-2%
-
linee terminali luce-F.M. fra quadro elettrico ed utilizzatore periferico: DV% max= 2-2,5%
Protezioni Contro I Contatti Diretti
La protezione contro i contatti diretti sara’ di tipo totale, in modo da impedire sia il contatto accidentale
che quello volontario, adatta per luoghi accessibili a persone non addestrate.
La protezione contro i contatti diretti viene assicurata attraverso:
- isolamento delle parti attive;
-
impiego di involucri e barriere.
Saranno prese tutte le cautele necessarie a proteggere le persone contro i pericoli di un contatto con
le parti attive dell’impianto elettrico.
Le morsettiere, gli organi di interruzione, protezione e manovra saranno racchiusi in cassette o
scatole resistenti alle sollecitazioni di qualsiasi natura alle quali possono essere sottoposti.
I quadri elettrici saranno predisposti con tutti gli interruttori corredati di coprimorsetti isolanti e così
anche le morsettiere di ingresso ed uscite cavi.
Il grado di protezione minimo adottato per la componentistica in generale e’ IP4X o IPXXD per tutte le
parti che possono essere toccate come richiesto dagli articoli 412.1 e 412.2 della norma CEI 64-8.
IMPIANTI ELETTRICI
147
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
La presenza sui circuiti terminali degli interruttori differenziali con corrente di intervento non superiore
a 30 mA, contribuisce alla sicurezza contro i contatti diretti come misura addizionale.
Protezione Contro I Contatti Indiretti
Il sistema di alimentazione elettrica di bassa tensione degli impianti utilizzatori in esame, come detto
in precedenza, dovrà essere del tipo TN. L’edificio oggetto di questa relazione è essenzialmente ad
uso medico, quindi il modo di collegamento a terra dovrà essere del tipo TN-S a valle dei quadri di
distribuzione principali e nei locali ad uso medico di gruppo 1 e 2. Il sistema TN-C è proibito in tutti i
luoghi a maggior rischio in caso di incendio, quindi anche nel caso in questione, perché il conduttore
PEN costituisce un pericolo di incendio. Pertanto il conduttore di protezione dovrà essere distribuito
separatamente dal conduttore di neutro.
In tali sistemi le masse ed il neutro sono collegati allo stesso impianto di terra (impianto di terra della
cabina di trasformazione MT/BT). Nel sistema TN, un guasto a terra corrisponde ad un cortocircuito,
la corrente di guasto è, infatti limitata soltanto dall'impedenza dei conduttori di fase e di protezione.
Per la protezione contro i contatti indiretti, nel caso di guasto con impedenza trascurabile, i dispositivi
di protezione e le impedenze costituenti l'anello di guasto dovranno rispettare la prescrizione per la
sicurezza art. 413.1.3.3 della norma CEI 64-8:
Zs · Ia = Uo
Le grandezze presenti nella disequazione hanno i seguenti significati:
- Zs è l’impedenza dell’anello di guasto che, nel nostro caso, comprende l'impedenza interna del
trasformatore (lato 400V), l'impedenza del conduttore attivo fino al punto di guasto ed il conduttore
di protezione tra il punto di guasto e il centro-stella degli avvolgimenti secondari del trasformatore;
- Ia è la corrente che provoca l’interruzione automatica del dispositivo di protezione entro il tempo
massimo di interruzione in funzione della tensione nominale di fase Uo; se si usa un interrutore
differenziale Ia è la corrente differenziale nominale Idn;
- Uo è la tensione nominale di fase in c.a., valore efficace tra fase e terra, pari a 230V.
Nei locali ad uso medico di gruppo 1 e 2, la tensione di contatto limite convenzionale UL non deve
essere superiore a 25 V, come prescritto dall'art. 710.413.1.1.1 della variante V2 alla norma CEI 64-8.
protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione
Nei locali ad uso medico di gruppo 1, i circuiti terminali che alimentano prese a spina con corrente
nominale fino a 32 A, dovranno essere protetti con interruttori differenziali, di tipo A, con corrente
differenziale nominale non superiore a 30mA per assicurare una protezione addizionale.
Nei locali ad uso medico di gruppo 2, tutti i circuiti non alimentati dal sistema IT-M e non alimentanti
soltanto apparecchi posti ad un'altezza superiore a 2,5 m, dovranno essere protetti con interruttori
differenziali, di tipo A (interruttori differenziali che assicurano l'interruzione dell'alimentazione sia per
correnti verso terra alternate sinusoidali e sia per correnti unidirezionali pulsanti), con corrente
differenziale nominale non superiore a 30 mA,. La eventuale scelta di interruttori differenziali di tipo A
nei locali ad uso medico di gruppo 1 e 2 dovrà essere motivata dal fatto che gli apparecchi
elettromedicali sono spesso dotati di elementi non lineari e quindi la corrente di guasto verso terra
potrebbe essere non sinusoidale. Dovranno essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti
metalliche accessibili dell’impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in
tensione ma che, per cedimento dell’isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero
trovarsi sotto tensione(masse).
Protezione dai contatti indiretti per i locali ad uso medico di gruppo 2
Nei locali ad uso medico di gruppo 2 dei blocchi operatori la protezione dai contatti indiretti per i
circuiti che alimentano apparecchi elettromedicali, sistemi elettromedicali o altri apparecchi utilizzatori
situati o che possono entrare nella "zona paziente" dovrà essere assicurata dal sistema di
alimentazione IT-M, che prevede l'alimentazione tramite trasformatore di isolamento. Gli ambienti
ospedalieri ed ambulatoriali, nei quali si eseguono trattamenti chirurgici, sorveglianze o cure intensive
IMPIANTI ELETTRICI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
mediante applicazione di apparecchi elettromedicali, richiedono particolari provvedimenti per la
protezione contro il pericolo di contatti accidentali e contro l'interruzione dell'alimentazione elettrica.
Le sale operatorie, di risveglio post-operatorio, di preparazione del paziente all'operazione, sono
classificati come locali medici di gruppo 2, in essi si svolgono interventi o attività la cui sospensione
accidentale potrebbe compromettere l'esito o la salute dei pazienti, quindi i sistemi di protezione
contro i contatti indiretti adottati non prevedono l'interruzione automatica dell'alimentazione elettrica al
primo guasto, perché è necessaria la continuità dell'alimentazione elettrica ai fini della sicurezza del
paziente. Il trasformatore di isolamento dovrà essere costruito curando particolarmente la simmetria
della capacità delle due fasi del circuito secondario verso lo schermo, assicurare la separazione
elettrica del circuito utilizzatore dalla rete con neutro a terra ed impedire la fuga verso terra di correnti
pericolose in caso di contatto accidentale.
Il trasformatore dovrà essere conforme alla Norma CEI EN 61558-2-15, classificazione CEI 96-16
(“Sicurezza dei trasformatori, delle unità di alimentazione e similari. Parte 2-15: prescrizioni particolari
per trasformatori di isolamento per alimentazione di locali ad uso medico”), ed essere dotato di un
dispositivo di controllo permanente dell'isolamento.
Quest'ultimo dovrà inoltre soddisfare tutti i requisiti imposti dalla parte 7 della Norma CEI 64-8.
L'isolamento dovrà essere costantemente controllato mediante appositi misuratori ad altissima
impedenza interna (=100 kΩ) che azionano, in caso di carenze, dispositivi ottico-acustici di allarme.
Il dispositivo di controllo dell'isolamento dovrà essere installato in posizione idonea per una
sorveglianza permanente da parte del personale medico. Il verificarsi di un primo guasto a terra sarà
quindi segnalato dal dispositivo suddetto ed il personale dovrà al più presto concludere le attività
mediche in corso. Tale necessità è legata al rischio elettrico relativo al verificarsi di un secondo guasto
a terra, che può mettere in pericolo la vita del paziente. Infatti un secondo guasto a terra
provocherebbe durante il cortocircuito elevate tensioni di contatto sulle masse dei circuiti interessati
dal guasto, oltre all'interruzione dell'alimentazione di tali circuiti.
Selettività
Nell'impianto elettrico in esame, la configurazione del sistema di distribuzione dell'energia elettrica
dovrà essere del tipo radiale; in pratica da un quadro elettrico generale di bassa tensione partiranno le
linee di alimentazione dei quadri elettrici di piano (sottoquadri) e da questi ultimi le linee di
alimentazione degli eventuali quadri elettrici di zona. In una distribuzione radiale, lo scopo della
selettività è di far intervenire la sola protezione a monte del circuito interessato dal
guasto(sovraccarico, cortocircuito, etc.). La scelta dei dispositivi di protezione degli impianti elettrici
dovrà essere fatta tenendo in grande considerazione il problema della selettività, perché in una
struttura ad uso medico l'obiettivo più importante da raggiungere è la "massima" continuità del servizio
elettrico.
La selettività in cortocircuito riguarda le regolazioni delle soglie di intervento magnetico od istantanee
dei dispositivi di protezione e la loro capacità di limitazione delle correnti di cortocircuito. La
condizione necessaria per ottenere la selettività in cortocircuito è la "decrescenza" della soglia di
intervento magnetico tra i dispositivi di protezione installati in serie, a partire dal quadro generale di
bassa tensione. Il problema della selettività tra gli interruttori automatici, che dovranno essere installati
in serie sui quadri elettrici generali di bassa tensione, dovrà essere risolto scegliendo interruttori
automatici con sganciatori di sovracorrente elettronici a microprocessore nel quadro generale. Gli
sganciatori elettronici offrono la possibilità di regolazione in corrente (soglia di corrente) ed in tempo
(tempo di intervento) per la protezione dal sovraccarico e dal cortocircuito. Tale tipo di regolazione a
servizio della selettività integra i concetti di selettività amperometrica (traslazione della caratteristica
del dispositivo secondo l'asse della corrente) e di selettività cronometrica (traslazione della
caratteristica del dispositivo secondo l'asse del tempo). La regolazione degli sganciatori elettronici
consente di traslare i tratti della caratteristica corrente/tempo di intervento, sia secondo l'asse del
tempo e sia secondo l'asse della corrente. La scelta degli interruttori automatici dovrà essere
orientata, dal punto di vista della selettività, verso sganciatori elettronici selettivi in grado di garantire
la selettività totale. La verifica della selettività dovrà essere effettuata riportando sul diagramma
corrente/tempo d'intervento le caratteristiche di funzionamento dei dispositivi di protezione installati in
serie, controllando che tali caratteristiche non abbiano punti di sovrapposizione o di intersezione.
IMPIANTI ELETTRICI
149
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Calcoli illuminotecnici
L'illuminazione artificiale dovrà tenere conto della particolare utilizzazione degli ambienti e delle
particolari difficoltà che possono sorgere ogni qualvolta entrano in conflitto i componenti che
impegnano la vista del personale addetto al lavoro.
I valori di illuminamento medio presi a riferimento per le diverse tipologie di ambiente, conformemente
alle UNI 10380 e misurati a 85 cm dal pavimento, compreso l’indicazione della tonalita’ di colore,
l’indice di resa del colore e la classe di qualita’ per la limitazione dell’abbagliamento, sono riportati
nella seguente tabella dove:
- 1 Tonalita’ di colore
A seconda dell’intervallo interessato viene indicata con:
- W (warm) luce bianco calda con temperatura colore <3000°K
- N (intermediate) luce bianco neutra con 3300<Tc <5300°K
- D (daylight) luce bianchissima con Tc>5300°K
- 2 Ra (minimo)
Indice di Resa Colore da cui si ricavano le seguenti classi di resa colore:
- 1A con Ra > 90
- 1B con 80 <=Ra <= 90
- 2 con 60 <=Ra <= 80
- 3 con 40 <=Ra <= 60
- 4 con 20 <=Ra <= 40
-3G
Classe di qualita’ per la limitazione dell’abbagliamento (fare riferimento al
grafico di Soellner).
Ambiente
Emed
Ton. Col.
Ra
G
(lux)
(K)
Bagno, illuminazione generale
150
W
1B
D
Aree di passaggio, corridoi
200
W-N
1B
D
Scale, ascensori
200
W-N
1B
D
Auditori multiuso
200
W-N
1B
B
Magazzini
200
W-N-D
1B
B
Corsie, illuminazione generale
200
N
1B
B
Corsie, esami
200
W
1A
A
Corsie, lettura
300
W
1A
A
Corsie, circolazione notturna
50
W
1B
B
Locali esami, illuminazione generale
500
W
1A
A
Locale esami, ispezioni
1000
W
1A
A
Terapie intensive
1000
W-N
1A
A
Chirurgia, illuminazione generale
1000
W
1A
A
Chirurgia, illuminazione localizzata
10000 N
1A
A
Laboratori, illuminazione generale
500
N-D
1A
A
Locali consulti, illuminazione generale
500
N-D
1A
A
IMPIANTI ELETTRICI
150
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Ambiente
Emed
Ton. Col.
(lux)
(K)
Uffici generali, dattilografia, sale computer
500
Sale riunioni
Locali tecnici
IMPIANTI ELETTRICI
Ra
G
W-N
1A
A
500
W-N
1A
A
300
W-N
1B
B
151
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO XI
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
152
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 117.
QUADRI ELETTRICI
Quadri generali di bassa tensione
Dal punto di vista costruttivo i quadri dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche con le
prescrizioni di cui alle note successive.
Se non è diversamente specificato o richiesto dalle caratteristiche del luogo di installazione, il grado di
protezione dell’involucro dovrà essere non inferiore a IP 40.
Sui pannelli di chiusura costituenti l’involucro potranno essere montati solo gli apparecchi di comando
e segnalazione (pulsanti selettori, commutatori, indicatori luminosi, ecc.) appartenenti ai circuiti
ausiliari o strumenti di misura: apparecchi cioè per il cui collegamento non siano necessari conduttori
di sezione superiore a 1,5 mmq.
Tutte le parti in acciaio del quadro, sia interne che esterne dovranno essere accuratamente verniciate
a forno con smalti a base di resine epossidiche previo trattamento protettivo (sgrassatura,
fosfatazione e due mani di antiruggine). La tinta dovrà essere concordata con la D.L. Le parti non
verniciate, ed in particolare la bulloneria, dovranno essere sottoposte a trattamenti di protezione
superficiali (zincatura o zincocromatura o cadmiatura).
Tutti i materiali isolanti impiegati nell’esecuzione del quadro saranno di tipo incombustibile o non
propagante la fiamma. Tutti gli interruttori (sia quelli posti sulle linee in arrivo che quelli sulle linee in
partenza) dovranno essere collegati alle sbarre del quadro.
Le sbarre saranno in rame elettrolitico ricotto (secondo tab. C.E.I.-UNEL 01417-72). Le sezioni del
sistema principale dovranno garantire una portata non inferiore alla corrente nominale dell’interruttore
da cui sono derivate con una sovratemperatura massima di esercizio non superiore a 20 °C rispetto
alla temperatura ambiente di 40 °C (secondo le citate tab. UNEL).
I supporti di sostegno ed ancoraggio delle sbarre saranno di tipo a pettine in resine poliesteri
rinforzate; essi avranno dimensioni ed interdistanze tali da sopportare le massime correnti di
cortocircuito previste e comunque non inferiori a quelle indicate sui disegni. In elenco prezzi sono
indicati il numero, il tipo e le caratteristiche necessarie per definire gli interruttori previsti.
Essi dovranno interrompere tutti i conduttori (fasi e neutro) della linea su cui sono inseriti, e per quanto
riguarda la protezione del neutro dovranno essere conformi alle norme C.E.I. 64-8/87 - V1/88 - V2/89
e dotati di protezione termica, magnetica ed ove previsto differenziale. Saranno di tipo in aria in
scatola isolante (conformi alle norme C.E.I. 17-5/87), sezionabili ed estraibili ove previsto, dotati di
contatti ausiliari per il comando delle lampade di segnalazione e/o per gli eventuali interblocchi elettrici
previsti, e di tutti gli altri accessori (motorizzazioni, bobine di sgancio, etc.) sulle specifiche di elenco.
In tutto il nuovo impianto dovrà essere realizzata una protezione selettiva che limiti l’intervento agli
interruttori più prossimi al punto di guasto o di sovraccarico.
Le leve di comando degli interruttori dovranno essere ad una altezza non inferiore a 0,6 metri.
Nella parte alta del quadro saranno montati, se indicati, gli strumenti di misura. La loro altezza di
installazione, sempre riferita all’asse dello strumento ed al piano di calpestio non dovrà essere
superiore a 2 metri.
I pannelli di supporto degli strumenti dovranno essere apribili a cerniera (lateralmente).
Gli strumenti indicatori, salvo diversa prescrizione, saranno di tipo a ferro mobile e classe 1,5; gli
amperometri e quelli dotati di circuito amperometrico potranno essere ad inserzione diretta fino a
correnti di valore non superiore a 15A.
Per valori maggiori l’inserzione dovrà essere indiretta con TA. Il collegamento degli strumenti dovrà
avvenire attestando i conduttori su morsettiere che consentano di sezionare i circuiti voltmetrici e
cortocircuitare quelli amperometrici.
L’esecuzione dovrà essere conforme alle prescrizioni seguenti:
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
153
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
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I cablaggi degli ausiliari dovranno essere eseguiti con conduttori flessibili isolati in PVC (cavo
N1VV-K o FG7R/4) aventi sezioni non inferiori a 1,5 mmq, dotati di capicorda a compressione
isolati, e di collari di identificazione. Essi dovranno essere disposti in maniera ordinata e, per
quanto possibile, simmetrica, entro canalette in PVC munite di coperchio e ampiamente
dimensionate.
Le canalette dovranno essere fissate al pannello di fondo mediante viti autofilettanti, o con dado,
o rivetti, interponendo in tutti i casi una rondella. Non è ammesso l’impiego di canalette
autoadesive.
I conduttori per il collegamento degli eventuali apparecchi montati su pannelli di chiusura frontali,
dovranno essere raccolti in fasci, protetti con guaina o spirale in plastica, ed avere lunghezza
sufficiente ad evitare sollecitazioni di trazione o strappi a pannello completamente aperto.
Tutti i conduttori di neutro e di protezione o di terra dovranno essere chiaramente contraddistinti
fra loro e dagli altri conduttori usando colorazioni diverse (blu chiaro per il neutro e giallo-verde
per i conduttori di terra).
Tutti i conduttori in partenza dal quadro e di sezione minore o uguale a 25 mmq dovranno essere
attestati su morsetti di adeguata sezione di tipo isolato, componibili, montati su guida profilata
unificata e numerati o contrassegnati; dette morsettiere dovranno essere poste nella parte bassa
del quadro e debbono essere dimensionate con una riserva del 30%;
I conduttori in partenza dal quadro, di sezione superiore a 25 mmq, dovranno essere provvisti di
adatto capicorda a compressione o a morsetto e collegati direttamente agli interruttori (o con
l’interposizione di barre protette) ed ancorati all’intelaiatura per non sollecitare gli interruttori
stessi;
Tutti i conduttori di terra o di protezione in arrivo e/o in partenza dal quadro dovranno essere
attestati su una sbarra di terra in rame. I conduttori dovranno essere collegati singolarmente
mediante viti con dado, rosette elastiche e capicorda ad occhiello.
Tutte le parti metalliche del quadro dovranno essere collegate a terra (conformemente a quanto
previsto dalle citate norme C.E.I. 11-13/80). Il collegamento di quelle mobili o asportabili dovrà
essere eseguito con cavo flessibile (cavo N07V-K) di colore giallo-verde o con treccia di rame
stagnato di sezione non inferiore a 16 mmq, munito alle estremità di capicorda a compressione di
tipo ad occhiello.
I quadri dovranno prevedere, targhette di identificazione, incise su piastrine, per i vari scomparti
costituenti le sezioni e in particolare:
- targhette di tipo inamovibile per la denominazione dei singoli scomparti;
- targhette facilmente riproducibili e amovibili per la destinazione dei singoli interruttori.
Gli apparecchi contenuti all'interno e montati sul fronte dei pannelli saranno contrassegnati con
sigla di identificazione della propria funzione.
Alla consegna degli impianti la Ditta dovrà corredare il quadro con una copia aggiornata degli schemi
(posta in apposita tasca interna), sia dei circuiti principali che di quelli ausiliari. Su tale copia dovranno
comparire tutte e le stesse indicazioni (sigle, marcature, etc.) che sono riportate sul quadro.
Per quanto possibile tutte le apparecchiature installate nei quadri dovranno essere prodotte dalla
stessa casa costruttrice.
Quadri secondari di distribuzione
I quadri saranno di tipo sporgente, adatti per l’installazione all’interno a parete o a pavimento a
seconda delle dimensioni, o del tipo da incasso, nella posizione indicata sulle piante. Essi saranno
rispondenti alle prescrizioni di legge e conformi alle norme C.E.I. 17.13-3 fascicolo n. 1926 (1992) e
successive varianti ed ampliamenti - Saranno costituiti da:
Un contenitore (o eventualmente più contenitori accostati e collegati fra loro secondo quanto
indicato sui disegni) in lamiera di acciaio di spessore non inferiore a 1,5 mm, saldata ed
accuratamente verniciata a forno internamente ed esternamente con smalti a base di resine
epossidiche previo trattamento preventivo antiruggine.
Per consentire l’ingresso dei cavi, il contenitore sarà dotato, sui lati inferiore e superiore, di
aperture chiuse con coperchio fissato con viti o di fori pretranciati.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
154
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
Pannelli di fondo oppure intelaiatura per consentire il fissaggio degli apparecchi o delle guide
profilate di tipo unificato. Il pannello di fondo sarà in lamiera di acciaio verniciata a forno o zincata
e passivata, e dovrà essere regolabile in profondità.
L’intelaiatura sarà in lamiera zincata e passivata o in profilato di alluminio anodizzato, ed oltre alla
regolazione in profondità dovrà consentire anche di variare in senso verticale la posizione di
apparecchi e/o guide profilate.
Pannelli di chiusura frontali in lamiera di acciaio di spessore minimo 1,5 mm, ribordata e verniciata
internamente ed esternamente come descritto per i contenitori.
I pannelli saranno modulari, in modo da costituire una chiusura a settori del quadro. Saranno
ciechi se destinati a chiudere settori non utilizzati del quadro, o settori contenenti morsettiere o
altri apparecchi su cui non sia normalmente necessario agire; oppure dotati di finestrature che
consentano di affacciare la parte anteriore degli apparecchi fissati sulle guide o sul pannello di
fondo.
Le finestrature per gli apparecchi modulari avranno tutte la medesima lunghezza, e le parti non
occupate dovranno essere chiuse con placche copriforo in materiale plastico inserite a scatto.
Le dimensioni dei quadri dovranno essere tali da consentire l’installazione di un numero di
eventuali apparecchi futuri pari ad almeno il 25% di quelli previsti. Le riserve indicate negli schemi
sono da intendersi, invece, come interruttori da installare di riserva.
Sui pannelli di chiusura potranno essere fissati solo eventuali apparecchi di comando e
segnalazione (selettori, commutatori indicatori luminosi, etc.) appartenenti a circuiti ausiliari o
strumenti di misura; apparecchi per il cui collegamento non siano necessari conduttori di sezione
superiore a 1,5 mmq, in questo caso, i pannelli dovranno essere apribili a cerniera su un lato
verticale e fissati con viti sull’altro.
Quelli ciechi o finestrati potranno anche essere fissati con quattro viti.
Con tutti i pannelli inseriti, non dovrà essere possibile il contatto con parti in tensione; il fronte del
quadro dovrà presentare un grado di protezione non inferiore a IP 40.
- Porte anteriori (se indicate sui disegni e/o richieste nel computo metrico o nella specifica) in lamiera
di acciaio saldata ribordata ed irrigidita e protetta con lo stesso trattamento superficiale
sopradescritto.
A seconda di quanto indicato sui disegni e/o sul computo metrico o nella specifica, le porte
saranno di tipo cieco o con vetro temperato.
Esse dovranno comunque essere dotate di guarnizioni in gomma antinvecchiante, di maniglie in
materiale isolante e di serrature con chiave.
In generale oltre a quanto sopra specificato, tutte le parti in acciaio dovranno essere
accuratamente verniciate a forno con smalti a base di resina epossidica, previo trattamento
protettivo (sgrassatura, fosfatazione e due mani di antiruggine). Le parti non verniciate, ed in
particolare la bulloneria, dovranno viceversa essere state sottoposte a trattamenti di protezione
superficiali (zincatura, zincocromatura, etc.). Tutti i materiali isolanti impiegati nell’esecuzione del
quadro saranno di tipo incombustibile o non propagante la fiamma.
Sui disegni di progetto saranno indicati il numero, il tipo e le caratteristiche necessarie per definire gli
interruttori previsti.
Essi dovranno interrompere tutti i conduttori (sia le fasi che il neutro) della linea su cui sono inseriti, e
dovranno essere conformi alle norme C.E.I. (norme 64-8/87- V1/88- V2/89) per quanto riguarda la
protezione del neutro.
Per quanto possibile sia gli interruttori che gli altri apparecchi dovranno essere di tipo modulare in
scatola isolante (conformi alle norme C.E.I. 23-3/7B - V1/84 - V2/87); la larghezza del modulo dovrà
comunque essere di 17,5 mm.
Sugli schemi è pure riportato il potere di interruzione (Icn) minimo richiesto per gli interruttori; esso
deve intendersi alla tensione di 380V e non dovrà comunque essere inferiore alle massime correnti di
cortocircuito previste nel punto di installazione del quadro.
Oltre che, di tutti gli apparecchi riportati sui disegni di progetto e/o descritti nelle specifiche, il quadro
dovrà essere completo di ogni accessorio, anche se non espressamente indicato, necessario ad
assicurare il perfetto funzionamento.
L’esecuzione dovrà essere conforme alle prescrizioni seguenti:
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
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I cablaggi dei circuiti ausiliari dovranno essere eseguiti con conduttori flessibili isolati in PVC (cavo
N07V-K) aventi sezioni non inferiori a 1,5, dotati di capicorda a compressione isolati e di collari di
identificazione. Essi dovranno essere disposti in maniera ordinata e, per quanto possibile,
simmetrica entro canalette in PVC munite di coperchio e ampiamente dimensionate.
Le canalette dovranno essere fissate al pannello di fondo mediante viti autofilettanti, o con dado o
rivetti, interponendo in tutti i casi una rondella. Non è ammesso l’impiego di canalette
autoadesive.
I conduttori per il collegamento degli eventuali apparecchi montati su pannelli di chiusura frontali
dovranno essere raccolti in fasci protetti con guaina o spirale in plastica ed avere lunghezza
sufficiente ad evitare sollecitazioni di trazioni o strappi a pannello completamente aperto.
Tutti i conduttori di neutro e di protezione o di terra dovranno essere chiaramente contraddistinti
fra loro e dagli altri conduttori usando colorazioni diverse (blu chiaro per il neutro e giallo-verde
per i conduttori di terra).
Tutti i conduttori in arrivo e/o in partenza dal quadro e di sezione minore o uguale a 25 mmq,
dovranno essere attestati su morsetti di adeguata sezione di tipo isolato, componibili, montati su
guida profilata unificata, e numerati o contrassegnati; quelli aventi sezione superiore a 16 mmq
saranno provvisti di adatto capicorda a compressione, collegati direttamente agli interruttori ed
ancorati all’intelaiatura per non sollecitare gli interruttori stessi.
I conduttori di alimentazione degli interruttori e degli altri eventuali apparecchi, dovranno se
indicato sui disegni, essere derivati per mezzo di capicorda a compressione e viti di ottone da
sbarre di rame provviste di fori filettati fatti a distanze regolari o con fori e bulloni.
Tutti i conduttori di terra e di protezione in arrivo e/o in partenza dal quadro dovranno essere
attestati su una sbarra di terra in rame.
I conduttori dovranno essere collegati singolarmente mediante viti con dado, rosette elastiche e
capicorda ad occhiello.
Tutte le parti metalliche del quadro dovranno essere collegate a terra (conformemente a quanto
previsto dalle citate norme C.E.I. 17-13/80).
Il collegamento di quelle mobili o asportabili dovrà essere eseguito con cavo flessibile (cavo
N07V-K) di colore giallo-verde o con treccia di rame stagnato di sezione non inferiore a 16 mmq,
muniti alle estremità di capicorda a compressione di tipo ad occhiello. Sui pannelli frontali
dovranno essere riportate, incise con pantografo su targhette in plastica, tutte le scritte necessarie
ad individuare chiaramente i vari apparecchi di comando, manovra, segnalazione, etc.
Per quanto riguarda i quadri portanti trasformatori d’isolamento si dovranno inoltre rispettare le
seguenti indicazioni:
La segregazione delle unità funzionali ai fini dell’accessibilità sotto tensione per manutenzione
ordinaria o straordinaria dovrà essere dovrà essere tale da rispettare almeno la classificazione “forma
2”.
Ogni trasformatore d’isolamento dovrà essere posto entro cella segregata, con pannello cieco
incernierato e microinterruttore agente sulla bobina di apertura del relativo interruttore di protezione.
La cella dovrà essere dotata di opportune feritoie di aerazione.
Ogni sezione contenente gli interruttori sotto trasformatore di isolamento dovrà essere segregata dal
resto delle apparecchiature del quadro.
Tutti i conduttori dei circuiti alimentati da trasformatore d’isolamento dovranno essere del tipo
multipolare N1VV-K ; essi dovranno essere posati in canaline separate dagli altri conduttori. Lo stesso
vale per le morsettiere. Quanto sopra secondo quanto previsto dalle norme CEI 64-4.
Alla consegna degli impianti la Ditta dovrà corredare il quadro con una copia aggiornata degli schemi
sia dei circuiti principali che di quelli ausiliari.
Su tale copia dovranno comparire tutte le stessa indicazioni (sigle, marcature, etc.) che sono riportate
sul quadro. La copia dovrà essere posta entro apposito contenitore fissato alla portina (se cieca) o
consegnata alla D.L. o alla Committente.
Per quanto possibile tutte le apparecchiature installate nei quadri dovranno essere prodotte dalla
stessa casa costruttrice.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
156
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Salvo diversa indicazione riportata sui disegni, il grado di protezione dei contenitori dovrà essere, con
la porta chiusa, non inferiore a IP 40; particolare cura dovrà essere posta nell’adottare adeguati
sistemi di tenuta affinché nei punti di ingresso e di uscita dei cavi e di collegamento fra più contenitori,
tale grado di protezione non risulti abbassato.
Quadro di rifasamento
Il quadro di rifasamento, che sarà installato in cabina, conterrà i condensatori per il rifasamento
centralizzato di tutto l'impianto ed avrà una potenza iniziale di 60 kVAR 400 V - 50 Hz.
I condensatori saranno inseriti a mezzo di contattori da una centralina automatica di rifasamento a più
gradini sensibile al fattore di potenza medio dell'impianto.
La protezione dei singoli condensatori avverrà a mezzo di valvole fusibili.
Le dimensioni del quadro saranno tali da contenere un numero di condensatori maggiore del 50% di
quelli previsti in sede di progetto allo scopo di adeguare la potenza del complesso alle risultanze di
esercizio.
Quadri per sale operatorie
Nei quadri elettrici per le sale operatorie i collegamenti del circuito d’ingresso ed il cablaggio dovranno
essere realizzati con cavi unipolari con guaina, con tensione nominaled’isolamento 0.6/1kV, in modo
da realizzare il doppio isolamento.
Il trasformatore monofase d'isolamento 230/230V, dovrà essere installato all'interno di ognuno dei
quadri elettrici del blocco operatorio, e dovrà essere del tipo a doppia schermatura tra primario e
secondario e con ridotta corrente di spunto (corrente di spunto massima pari a 12 volte la corrente
nominale). Inoltre, il trasformatore di isolamento dovrà essere dotato di presa di terra, prese di
schermo e presa centrale sul secondario per l'inserimento dei dispositivi di controllo dell'isolamento.
Dal punto di vista costruttivo il trasformatore dovrà avere un nucleo a colonna in lamierini magnetici a
cristalli orientati ed avvolgimenti con isolamento in classe F impregnati con vernici poliestere
antimuffa. I dispositivi di controllo dell'isolamento devono essere conformi alle prescrizioni della
Norma CEI 64-8 e comprensivi di pannello di controllo remoto, da installare in sala operatoria.
Inoltre, nei quadri elettrici per locali ad uso medico di gruppo 2 dovranno essere installati i
sorvegliatori di isolamento, che saranno alimentati tramite trasformatore 230/24V.
I sorvegliatori d’isolamento misurano con continuità la resistenza d’isolamento dell’impianto,
avvisando quando essa dovesse scendere sotto la soglia impostata. La segnalazione di guasto è
doppia, una ottica ed una acustica, quest’ultima tacitabile per evitare disturbo a chi, per motivi di
emergenza, deve continuare ad operare anche in presenza di guasti.
Il collegamento dei sorvegliatori d’isolamento nel circuito del quadro dovrà essere realizzato in modo
che non è possibile alimentare il trasformatore di isolamento senza contemporaneamente mettere in
funzione il sorvegliatore.
Infine i sorvegliatori devono rispettare tutte le caratteristiche che la Norma CEI 64-8/7 impone oltre
quelle della Norma di prodotto CEI EN 61557-8, ossia:
- impedenza interna superiore a 100 kΩ ;
- tensione del circuito di misura inferiore a 25 V;
- corrente di prova in condizione di guasto non superiore a 1 mA c.c..
ART. 118.
INTERRUTTORI
Per le linee di distribuzione che alimentano quadri secondari, sottoquadri, utenze motori, la protezione
contro i contatti indiretti dovrà essere coordinata nel rispetto della relazione suggerita dalla norma CEI
64-8 :
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
157
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ZS Ia ≤ Uo
Nella quale :
ZS è l’impedenza dell’anello di guasto in Ω ;
Ia è la corrente in A che determina l’intervento del dispositivo di protezione in un tempo ≤ 0,4
sec.;
Uo è la tensione verso terra del sistema elettrico BT, nel nostro caso 230 V;
la verifica del coordinamento assume importanza fondamentale.
Interruttori principali di B.T.
Gli interruttori principali installati a valle dei trasformatori dovranno soddisfare ai seguenti requisiti
qualitativi e funzionali in riferimento alle Norme CEI EN 60947-2 (Interruttori automatici per corrente
alternata a tensione nominale non superiore a 1000 V e per corrente continua non superiore a 1500
V) ed in ottemperanza a quanto previsto dalle CEI 64-8.:
Tensione nominale: 380 V.
Corrente nominale: la più vicina alla corrente presunta erogata, compresa fra 1,1 e 1,4 volte il
valore della corrente erogata, con le limitazioni derivanti da quanto detto nel paragrafo
"sganciatori".
La dizione "corrente nominale" si riferisce a quella sopportabile per un tempo comunque lungo; è
escluso il riferimento alla corrente termica nominale".
Frequenza nominale: 50 Hz;
corrente di corto circuito ammissibile nominale: corrispondente ad un corto circuito netto
immediatamente a valle aumentato almeno del 30%;
Potere di interruzione nominale: non inferiore alla corrente di corto circuito; deve inoltre essere
mostrata, mediante prove di laboratorio, qual è la corrente a cui corrispondere la massima
energia d'arco dissipata; tale energia deve essere calcolata per il tempo totale d'interruzione e
non per il solo tempo di apertura;
Potere d'interruzione asimmetrico di corto circuito; congruente con
Potere di chiusura di corto circuito nominale: rispondente ai valori previsti dalle norme succitate;
Ciclo di operazioni nominale: o-t-co-t-co (categoria P.2)
Tipo di isolamento: in aria.
Esecuzione: per montaggio fisso attacchi anteriori;
Ambiente di installazione; in interno polveroso.
Attitudine a resistere all'usura meccanica: numero minimo di cicli di operazione completa a vuoto,
non inferiore a 7000, senza manutenzione.
Attitudine a resistere a corti circuiti: 5 volte almeno con corrente pari al potere di interruzione,
senza sostituzione di parti.
Segnalazione:
- meccanica ed elettrica di interruttore aperto e chiuso;
- meccanica di completamento inserito e disinserito;
- meccanica di sezionamento internamente al cubicolo;
- meccanica ed elettrica di avvenuto scatto degli sganciatori di corto circuito e di sovraccarico
(elettrica a distanza e meccanica sul posto).
Natura del mezzo attorno all'arco d'interruzione d'aria.
Numero dei poli: 4; manovra di apertura e chiusura debbono avvenire simultaneamente su tutti i
poli compreso il neutro.
Blocchi: non dovrà essere possibile estrarre l'interruttore se in posizione di chiuso.
Interruttori secondari in B.T.
Gli interruttori installati sulle diverse partenze dal quadro generale B.T. dovranno soddisfare ai
seguenti minimi qualitativi e funzionali.
- Tensione nominale: 380 V;
- Corrente nominale: la più vicina alla corrente presunta erogata, compresa fra 1,1 e 1,4 volte il
valore della corrente erogata, con le limitazioni derivanti da quanto detto nel paragrafo
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
158
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
"sganciatori". La dizione "corrente nominale" si riferisce a quella sopportabile per un tempo
comunque lungo; è escluso il riferimento alla corrente termica nominale".
Frequenza nominale: 50 Hz;
Corrente di corto circuito nominale: corrispondente ad un corto circuito netto immediatamente a
valle aumentato del 30%;
Potere di interruzione nominale: non inferiore alla corrente di corto circuito;
Potere di chiusura di corto circuito nominale: rispondente ai valori previsti dalle norme succitate;
Tipo di isolamento per l'estinzione dell'arco: in aria;
Esecuzione: fissa o estraibile;
Manovra: a mano, indipendente;
Ambiente di installazione: in interno polveroso;
Qualora gli interruttori dovessero, in via del tutto eccezionale, essere accoppiati a valvole fusibili per
conseguire l'adeguato potere di interruzione queste ultime dovranno soddisfare ai seguenti requisiti.
- Corrente nominale delle valvole; come nel paragrafo precedente;
- Fusibili: potere di interruzione non inferiore alla corrente di corto circuito;
- Apertura dell'interruttore: per fusione di una qualunque delle valvole;
- Blocchi:
- non dovrà essere possibile inserire od estrarre l'interruttore valvola se in posizione di chiuso;
- l'interruttore dovrà essere assicurato nelle posizioni di completamento inserito e disinserito;
- non dovrà essere possibile chiudere e tenere chiuso l'interruttore con una o più valvole fuse;
- Segnalazioni:
- meccanica ed elettrica di interruttore chiuso;
- meccanica di completamento inserito e disinserito;
- meccanica ed elettrica di avvenuto scatto degli sganciatori e di avvenuta fusione di una o più
valvole (elettrica a distanza e meccanica sul posto)
Interruttori semplici con correnti nominali non superiori a 63 A
-
Tensione nominale: 380 V;
Corrente nominale: come nel paragrafo precedente;
Frequenza nominale: 50 Hz;
Potere di interruzione: esso dovrà essere scelto in dipendenza della corrente di corto circuito e
comunque non inferiore a 10 KA.
Fattore di potenza (dato riguardante gli interruttori): compreso tra 0,7 e 0,8.
Per quanto riguarda il tipo di isolamento e l'ambiente di installazione: come per gli interruttori del
paragrafo precedente.
- Numero di poli: 2, 3 o 4 a seconda delle utenze;
- Attitudini a resistere all'usura meccanica: adatti per funzionamento senza manutenzione e per non
meno di 8000 manovre secondo l'articolo 3.1.04 del fascicolo 166 (edizione VII - 1961) delle norme
CEI.
Sganciatori per sovracorrenti
Le modalità di intervento degli sganciatori per sovracorrenti dovranno essere descritte da opportuni
grafici che riportano il tempo di intervento di ciascun sganciatore in funzione della corrente per tutto il
campo dei valori compreso fra quello nominale e quello corrispondente ad un corto circuito netto sulle
tre fasi che si verifichi nel punto in questione.
Per quanto riguarda la selettività degli interventi dagli sganciatori si deve poter accertare dai grafici
quanto segue: presa in esame una qualsiasi linea di alimentazione, a partire dal trasformatore, e
immaginando che si verifichi in un punto una sovracorrente su una qualsiasi delle fasi, deve
intervenire solamente lo sganciatore dell'interruttore posto immediatamente a monte del punto dove si
è verificato l'evento.
Inoltre dovranno essere approntati grafici che mostrano il tempo di tenuta dei cavi in funzione della
corrente che li attraversa.
Tali tempi dovranno sempre essere superiori a quelli di intervento degli sganciatori posti sulla linea in
questione, qualsiasi sia l'entità del sovraccarico e qualunque ne sia la causa.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
159
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
La selettività deve poter essere assicurata, per quanto possibile, senza meccanismi ritardatori. Se,
comunque, ciò fosse necessario, devono essere dichiarati i ritardi negli interventi e devono essere
calcolati gli sforzi elettrodinamici nelle vicinanze dei quadri in dipendenza delle correnti di
sovraccarico.
Interruttori di manovra - sezionatori
Le apparecchiature in questione devono rispondere alle norme CEI in materia.
Per interruttore sezionatore si intende "un interruttore di manovra che nella posizione di aperto,
soddisfa alle prescrizioni della distanza di sezionamento specificate per un sezionatore" dalle
suddette norme.
Resta inteso che tutti gli interruttori di manovra previsti negli impianti in oggetto dovranno rispondere
alle prescrizioni sopra riportate.
Debbono essere dichiarati i seguenti dati manuali:
- tensione;
- categoria di utilizzazione;
- frequenza;
- tensione di isolamento;
- corrente di impiego per servizio ininterrotto e per servizio di 8 ore;
- potere di interruzione;
- potere di chiusura;
- corrente di breve durata ammissibile;
- durata meccanica;
- durata elettrica
Per quanto riguarda le categorie di utilizzazione non sono ammessi apparecchi di categorie A.C. 20 e
A.C. 21, con tutte le conseguenze per quanto riguarda i poteri di interruzione e i poteri di chiusura.
Contattori
I contattori di barra avranno le seguenti caratteristiche principali:
potere di rottura: pari ad almeno 10 volte la corrente nominale;
potere di chiusura: pari ad almeno 20 volte la corrente nominale;
poli con spegniarco a soffio magnetico;
alimentazione: diretta in c.a.
I contattori-protettori di tipo compatto risponderanno ai seguenti requisiti:
esecuzione a giorno se montati in retroquadro, con chiusura in plastica se montati in posto
accessibile;
durata: 1 milione di manovre alla corrente nominale;
alimentazione: diretta in c.a.;
tempo di apertura: coordinato con quello delle valvole fusibili di accoppiamento;
relè termico: a taratura variabile, con caratteristica di intervento a tempo inverso dipendente.
ART. 119.
CAVI E CONDUTTORI
Cavi per M.T. tipo RG5H1R/32-40 per tensioni di esercizio fino 36 kV
Saranno costruttivamente conformi alle Norme CEI 20.11/68 - V2/72 - V3/72 - V4/77 - V5/79 - V6/87;
20.21/87; 20.27/79 - V1/87 succ. varianti e provvisti di Marchio Italiano di Qualità (IMQ).
Saranno essenzialmente costituiti da:
a) CONDUTTORE: il conduttore (da 1+4) sarà formato da corde rigide o da fili a resistenza ohmica
secondo le prescrizioni CEI 20.29/80 - V1/88 classe 2.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
160
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
b) ISOLANTE: per l’isolamento delle singole anime sarà impiegata una composizione a base di EPR
(etilene-propilene) di qualità G5 ad elevate caratteristiche meccaniche ed elettriche (CEI 20.13/84 V1/86). Avrà elevata resistenza all’invecchiamento termico, al fenomeno delle scariche parziali e
all’Azoto che consentirà maggior temperatura di esercizio dei conduttori.
c) STRATI SEMICONDUTTORI: saranno costituiti da mescole vulcanizzate a base di elastomero
sintetico e saranno estrusi contemporaneamente all’isolamento in modo da ridurre notevolmente il
livello delle scariche parziali.
d) DISTINZIONE DEI CAVI A PIÙ ANIME: per i cavi con grado di isolamento fino a 12 KV la
distinzione delle singole fasi dovrà essere effettuata per colorazione dell’isolante. Per quelli con
grado superiore la distinzione delle fasi dovrà essere effettuata mediante interposizione di un
nastro colorato tra lo strato semiconduttivo e lo schermo.
e) SCHERMO (armatura): per ogni singolo conduttore dovrà essere previsto uno strato (schermatura)
a fili di rame, posta sotto la guaina ci protezione esterna. La schermatura sarà poi collegata a terra.
f) PROTEZIONE ESTERNA: la guaina protettiva esterna sarà costituita da una speciale mescola di
PVC di qualità rz. La guaina sarà di color rosso rispondente alle prescrizioni CEI 20.22/84;
20.19/84; 20.35/84.
g) INSTALLAZIONE: per quanto concerne il tipo di posa, raggi di curvatura, temperatura di posa, etc.,
si dovranno seguire scrupolosamente le prescrizioni imposte dalle normative CEI 11.17/81 - V1/89
che ne regolano la materia.
L’attestazione ai poli delle apparecchiature di sezionamento o interruzione sarà effettuata a mezzo
capicorda a pinzare con pinzatrice idraulica in modo che il contatto tra conduttore e capicorda sia il
più sicuro possibile.
h) DEFINIZIONE DELLA SIGLA:
R = a corda rigida rotondata
G5 = tipo di isolante (EPR)
H1 = particolarità costruttiva (schermo)
R = materiale della guaina esterna
32/40 = grado di isolamento indicante la tensione di prova espressa in KV e frequenza industriale
su pezzatura per 15 minuti.
Dovrà essere provvisto di certificazione di conformità rilasciato dal CESI o da laboratori di prova di
Istituti Universitari e fornibile su richiesta della S.A. o della D.L.
Cavi elettrici di energia per linee BT
Dovranno soddisfare alle seguenti caratteristiche in riferimento alle corrispondenti Norme CEI e alle
tabelle CEI-UNEL di unificazione.
Cavi con guaina:
ƒ tensione nominale Uo/U : 0,6/1 kV
ƒ tensione di prova: 4 kV in c.a.
ƒ formazione: secondo le indicazioni di progetto
ƒ conduttore flessibile di rame ricotto
ƒ isolamento gomma etilenpropilenica (HEPR) ad alto modulo G7
ƒ guaina: PVC speciale di qualità Rz
ƒ sigla di designazione : FG7R 0,6/1 kV tensione nominale;
ƒ temperatura di esercizio max : 90 °C;
ƒ non propaganti l’incendio ed a ridotta emissione di gas corrosivi.
Cavi senza guaina (per circuiti interni entro tubi di PVC e conduttori di protezione) :
ƒ tensione nominale Uo/U : 450/750 V;
ƒ tensione di prova : 2500 V in c.a.
ƒ temperatura di esercizio max : 70 °C
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
161
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
conduttore: a corda flessibile di rame rosso ricotto
isolamento: PVC di qualità R2
sigla di designazione: N07V-K
non propaganti l’incendio ed a ridotta emissione di gas corrosivi.
Terminali, giunzioni e derivazioni su cavi di potenza a 380V di esercizio
Dovranno soddisfare alle seguenti caratteristiche:
tipo di terminale: a bicchiere per il contenimento della materia isolante in resine epossidiche;
tamponature ugualmente in resine epossidiche e nastrature in P.V.C. alla divaricazione delle fasi;
capicorda di estremità in rame elettrolitico fissato a comprensione (esclusi i tipi a saldatura);
messa a terra dei bicchieri se metallici mediante apposito morsetto con treccia e capocorda;
tensione di isolamento, grado di isolamento, sistema elettrico d'impiego ecc.: come per i
corrispondenti conduttori;
grandezza dei bicchieri: quella necessaria per le sezioni nominali di cavo.
nei pozzetti a pavimento sarà ammesso l'uso del nastro autoagglomerante o muffole speciali a
scelta della D.L.
Conduttori a 220 V di esercizio
Saranno del tipo in rame elettrolitico cotto ed in tutto rispondenti alle caratteristiche indicate nelle
Tabelle UNEL vigenti. I conduttori dovranno essere a Norme CEI 20-14 e 20-22 isolati in materiale
termoplastico; U0/U=450/750 V.
Ogni conduttore sarà munito del contrassegno dell'Istituto per il marchio Italiano di Qualità.
I conduttori avranno colorazioni differenti per le varie fasi: il colore giallo-verde ed il blu saranno
impiegati sempre ed esclusivamente per le linee di terra e per il neutro (rispettivamente).
Ogni conduttore dovrà essere distinto in partenza e in arrivo da numero o lettera che indichino il
circuito di cui fa parte: lo stesso numero, o la stessa lettera, saranno riportati negli schemi relativi.
Nell'interno dei tubi i conduttori saranno sempre interi, senza saldature o giunzioni, queste ultime
verranno sempre effettuate in cassette di sezionamento o derivazione e sotto morsetti.
Giunzioni e derivazioni su conduttori a 220 V di esercizio
Tutte queste giunzioni e derivazioni saranno effettuate, entro cassette e sotto morsetti.
La dimensione minima ammessa per le scatole o cassette è di mm 65 di diametro e mm 70 di lato.
Le cassette saranno del tipo in materiale plastico stampato in un solo pezzo con coperchio fissato a
mezzo di viti. I morsetti saranno su base fissa, costruiti in materiale ceramico o similare e con grado di
isolamento almeno pari a quello dei conduttori.
Posa in opera dei cavi
I cavi di collegamento tra i vari quadri, con attraversamenti sui piazzali esterni, saranno posati entro
cavidotti in PVC.
Per i circuiti interni, saranno utilizzati canali di distribuzione metallici chiusi e tubi protettivi in materiale
termoplastico incassati a parete o esterni.
Sono assolutamente vietate le giunzioni dei conduttori nei tubi protettivi.
I cavi e cavetti derivanti circuiti dovranno essere indipendenti nei tubi protettivi in cui sono infilati,
quindi questi tubi non dovranno contenere cavi e cavetti di utilizzazione diversa (es. illuminazione,
suonerie, , TV, telefono ecc.) a meno che siano isolati per la tensione nominale del sistema a tensione
nominale del sistema a tensione più elevata.
I tubi protettivi in cui andranno infilati i cavi e cavetti dovranno essere collocati in opera fissandoli
adeguatamente in punti posti a distanza tra loro non superiore a 50 cm ed in modo che i tubi stessi
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
162
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
non subiscano deformazioni; per il fissaggio suddetto è vietato l'impiego di ogni materiale o sistema
che possa comunque degradare i tubi protettivi o possa danneggiare l'intonaco e la finitura delle
pareti.
Nell'attraversamento di strutture in conglomerato come solai e simili i tubi protettivi dovranno essere
infilati, a loro volta, entro spezzoni di tubi di acciaio zincato di adeguato diametro, così da consentire
sempre il libero movimento dei tubi protettivi ed evitare le conseguenze di eventuali pressioni dei
conglomerati contro i tubi protettivi stessi.
I singoli tratti dei tubi protettivi dovranno essere di un solo pezzo; sono ammesse le giunzioni eseguite
con i manicotti previsti dalle Norme CEI di riferimento.
Qualora i tubi protettivi contenenti i cavi e cavetti passino vicino alle tubazioni dell'impianto di
riscaldamento, dell'acqua, delle canne fumarie o simili si dovrà provvedere al loro isolamento termico
mediante idonei rivestimenti.
Nei tubi protettivi dovranno preventivamente essere infilati i fili pilota in acciaio zincato di diametro non
inferiore ad 1 mm.
Tutti i cavi e cavetti dovranno essere infilati entro i rispettivi tubi protettivi dopo che questi siano stati
collocati in opera e murati, onde garantire la perfetta sfilabilità.
Nelle murature di mattoni pieni o forati posti per coltello, o di muratura ad una testa con mattoni forati,
oppure di murature simili, i tagli occorrenti per la posa dei tubi protettivi dei cavi e cavetti dovranno
essere eseguiti esclusivamente con apposite macchine, restando assolutamente vietato l'impiego del
martello, scalpello, e simili attrezzi.
ART. 120.
TUBI PROTETTIVI, CANALI PORTACAVI E CONDUTTURE
Tubi protettivi rigidi di materiale termoplastico
Saranno della serie pesante con grado di resistenza allo schiacciamento di 750 N a 20 °C, conforme
alle norme CEI EN 50086-1 e CEI EN 50086-2-2 e provvisti di marchio italiano di qualità. Potrà essere
impiegato per la posa a pavimento (annegato nel massetto e ricoperto da almeno 15 mm di malta di
cemento) oppure in vista (a parete, a soffitto, in controsoffitto o sotto il pavimenti sopraelevati).
Non è ammessa la posa interrata (anche se protetto da manto di calcestruzzo) o in vista in posizioni
dove possa essere soggetto a urti, danneggiamenti etc., (ad es. ad un’altezza dal pavimento finito
inferiore a 1,5 m).
Le giunzioni e i cambiamenti di direzione dei tubi potranno essere ottenuti sia impiegando
rispettivamente manicotti e curve con estremità a bicchiere conformi alle citate norme e tabelle. Sarà
anche possibile eseguire i manicotti e le curve a caldo sul posto di posa.
Nel caso sia adottato il secondo metodo le giunzioni dovranno essere eseguite in modo che le
estremità siano sovrapposte per un tratto pari a circa 1-2 volte il diametro nominale del tubo e le curve
in modo che il raggio di curvatura sia compreso fra 3 e 6 volte il diametro nominale del tubo. Tubazioni
e accessori avranno marchio IMQ. Nella posa in vista la distanza fra due punti di fissaggio successivi
non dovrà essere superiore a 1 m, in ogni caso i tubi devono essere fissati in prossimità di ogni
giunzione e sia prima che dopo ogni cambiamento di direzione.
In questo tipo di posa, per il fissaggio saranno impiegati collari singoli in acciaio zincato e passivato
con serraggio mediante viti trattate superficialmente contro la corrosione e rese imperdibili; oppure
saranno impiegati collari c.s.d. in materiale isolante, oppure morsetti in materiale isolante sempre
serrati con viti (i tipi con serraggio a scatto sono ammessi all’interno di controsoffitti, sotto pavimenti
sopraelevati, in cunicoli o analoghi luoghi protetti). Collari e morsetti dovranno essere ancorati a
parete o a soffitto mediante chiodi a sparo o viti e tasselli in plastica.
Nei locali umidi o bagnati e all’esterno, degli accessori di fissaggio descritti potranno essere impiegati
nolo quelli in materiale isolante, le viti dovranno essere in acciaio nichelato o cadmiato o in ottone. Nei
casi in cui siano necessarie tubazioni di diametro maggiore a quelli contemplati dalle citate norme,
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
163
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
potranno essere impiegati tubi in PVC del tipo con giunti a bicchiere con spessore non inferiore a 3
mm per i quali siano stati eseguiti, a cura del costruttore, le prove previste dalle rispettive norme
(resistenza allo schiacciamento, all’urto, alla fiamma, agli agenti chimici e di isolamento).
Tubo flessibile in P.V.C. serie pesante (corrugato)
Sarà conforme alle norme CEI EN 50086-1 e CEI EN 50086-2-7, resistenza allo schiacciamento 750
N a 20 °C, dotato di marchio italiano di qualità. Sarà impiegato esclusivamente per la posa
sottotraccia a parete o a soffitto curando che in tutti i punti risulti ricoperto da almeno 20 mm di
intonaco oppure entro pareti prefabbricate del tipo a sandwich. Non potranno essere eseguite
giunzioni se non in corrispondenza di scatole o di cassette di derivazione.
I cambiamenti di direzione dovranno essere eseguiti con curve ampie (raggio di curvatura compreso
fra 3 e 6 volte il diametro nominale del tubo).
Cavidotti in P.V.C.
Saranno conformi alle norme CEI EN 50086-1 e CEI EN 50086-2-2, resistenza allo schiacciamento ≥
750 N a 20 °C, in materiale autoestinguente, colore nero con nastro giallo, provvisto di marchio
italiano di qualità. Sarà impiegato esclusivamente per la posa esterna interrata, profondità di
interramento non inferiore a 50 cm dal piano di capestio. Le giunzioni dovranno essere realizzate
interponendo del mastice in corrispondenza dei bicchieri di connessione tra le barre e saranno protetti
da uno strato di calcestruzzo, come evidenziati nei particolari costruttivi.
Canaletta metallica portatavi di tipo chiuso
Sarà ottenuta da lamiera di acciaio protetta con zincatura a fuoco sendzimir, ricoperta
elettrostaticamente, dopo la fosfatazione, con resine epossidiche ed immessa in forno per il processo
di reticolazione, oppure, se indicato nel computo metrico o nella specifica, dovrà essere ottenuta con
laminato di acciaio rivestito da una lega di zinco, alluminio e silicio e successivamente verniciata.
I fianchi dovranno avere un’altezza di almeno 60 mm e lo spessore non dovrà essere inferiore a 1
mm.
Per la sospensione saranno impiegate, per quanto possibile, mensole ancorate sia a profilati fissati a
soffitto mediante barre filettate, sia con tasselli direttamente a parete in modo da avere sempre un lato
libero. La distanza fra due sostegni non dovrà essere superiore a 2 m e comunque tale che la freccia
d’inflessione non risulti superiore a 5. I supporti dovranno essere dimensionati tenendo conto del peso
proprio e dei cavi installati aumentato del 100%.
La distanza della canaletta dal soffitto o da un’altra sovrapposta dovrà essere di almeno 20 cm.
Il collegamento fra due tratti dovrà avvenire mediante giunti di tipo telescopico o ad incastro in modo
da ottenere la perfetta continuità del piano di scorrimento dei cavi ed evitarne l’abrasione durante la
posa oppure impiegando giunti ad angolo di tipo esterni e piastre coprigiunto interne.
Per eseguire cambiamenti di direzione, variazioni di quota, di larghezza, ecc., dovranno essere
impiegati gli accessori allo scopo previsti dal costruttore in modo da ridurre al minimo, e per
dimostrata necessità, gli interventi quali tagli, piegature, ecc.; in ogni caso gli spigoli che possono
danneggiare i cavi dovranno essere protetti con piastre terminali coprifilo.
Per il collegamento delle varie parti dovranno essere impiegati non meno di quattro bulloni in acciaio
zincato o cadmiato di tipo con testa tonda e larga posta all’interno della canaletta e muniti di rondella.
Dovrà essere ripristinata la protezione nei punti in cui dovesse essere indispensabile intervenire con
tagli, brusche piegature, fori, etc., oltre ovviamente alla zincatura per immersione potranno essere
impiegate vernici catodiche rispetto allo zinco, quali minio o cromato di Pb.
La canaletta sarà dotata di coperchio fissato o a scatto o mediante moschettoni e asportabile per tutta
la lunghezza anche in corrispondenza agli attraversamenti di pareti.
Dovrà essere conforme alle norme C.E.I. 23.31 e provvista di Marchio Italiano di Qualità.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
164
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Di volta in volta risulta precisato sui disegni o nel computo metrico il grado di protezione richiesto. In
qualsiasi caso, nell’attraversamento delle zone filtro e delle zone sicure e per posa inferiore a m 2, il
grado di protezione non potrà essere inferiore a IP 44 secondo norme C.E.I. EN 60529 (C.E.I. 70.1
IEC 529). Particolare cura dovrà essere posta affinché non risulti abbassato in corrispondenza di
giunzioni, collegamenti con tubi eventualmente derivantesi dalla canaletta, cassette di derivazione,
contenitori, etc.
Canaletta (Passerella) in acciaio zincato di tipo aperto
Sarà forata (asolata) e ottenuta da lamiera di acciaio protetta con zincatura a fuoco sendzimir oppure,
se indicato nel computo metrico o nella specifica, con zincatura a fuoco per immersione dopo le
lavorazioni di foratura e piegatura.
I fianchi dovranno avere un’altezza di almeno 50 mm e lo spessore non dovrà essere inferiore a 1
mm.
Per la sospensione saranno impiegate, per quanto possibile, mensole ancorate sia a profilati fissati a
soffitto mediante barre filettate, sia con tasselli direttamente a parete in modo da avere sempre un lato
libero. La distanza fra due sostegni non dovrà essere superiore a 2 m e comunque tale che la freccia
d’inflessione non risulti superiore a 5. I supporti dovranno essere dimensionati tenendo conto del peso
proprio e dei cavi installati aumentato del 100%.
La distanza della canaletta dal soffitto o da un’altra sovrapposta dovrà essere di almeno 20 cm.
Il collegamento fra due tratti dovrà avvenire mediante giunti di tipo telescopico o ad incastro in modo
da ottenere la perfetta continuità del piano di scorrimento dei cavi ed evitarne l’abrasione durante la
posa oppure impiegando giunti ad angolo di tipo esterni e piastre coprigiunto interne.
Per eseguire cambiamenti di direzione, variazioni di quota, di larghezza, ecc., dovranno essere
impiegati gli accessori allo scopo previsti dal costruttore in modo da ridurre al minimo, e per
dimostrata necessità, gli interventi quali tagli, piegature, ecc.; in ogni caso gli spigoli che possono
danneggiare i cavi dovranno essere protetti con piastre terminali coprifilo.
Per il collegamento delle varie parti dovranno essere impiegati non meno di quattro bulloni in acciaio
zincato o cadmiato di tipo con testa tonda e larga posta all’interno della canaletta e muniti di rondella.
Nel caso fosse necessario il coperchio, questo verrà indicato di volta in volta nel computo metrico
estimativo o nella specifica dei materiali e dovrà essere asportabile per tutta la lunghezza anche in
corrispondenza degli attraversamenti di pareti.
Par la canaletta zincata per immersione dovrà essere ripristinata la protezione nei punti in cui dovesse
essere indispensabile intervenire con tagli, brusche piegature, fori, etc., oltre ovviamente alla
zincatura per immersione potranno essere impiegate vernici catodiche rispetto allo zinco, quali minio o
cromato di Pb.
Non è consentito l’uso di tale passerella nell’attraversamento delle zone filtro e delle zone sicure e per
posa inferiore a m 2; non è consentita in essa la posa di cavi a semplice isolamento.
Dovrà essere conforme alle norme C.E.I. 23.31 e provvista di Marchio Italiano di Qualità.
Giunzioni - percorso dei cavi e cavetti
Le giunzioni, le derivazioni, i terminali dei cavi e cavetti unipolari o multipolari dovranno essere
eseguiti in conformità delle norme CEI vigenti in materia delle prescrizioni delle ditte costruttrici.
I vari tratti di cavi e cavetti da collocare in opera, sia in vista che incassati, dovranno avere percorsi
esclusivamente verticali ed orizzontali e dovranno essere congiunti, mediante adatti morsetti, soltanto
entro cassette di derivazione; non sono ammesse giunzioni a torsione di filo o nastrate.
Cassette di derivazione da incasso
Saranno in materiale isolante autoestinguente, e dotate di coperchio in bachelite fissato con viti.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
165
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Le viti dovranno essere rese imperdibili, essere in acciaio inossidabile o in ottone o comunque con
trattamento superficiale contro la corrosione (cadmiatura, zincocromatura, etc.). Non sono ammesse
viti di tipo autofilettante.
Saranno poste in opera in posizione tale da essere facilmente apribili ed ispezionabili curando in
modo particolare che risultino allineate fra loro e parallele a pareti, soffitti, e spigoli dei locali. Per
quanto possibile, si dovrà cercare di unificare i tipi e dimensioni.
Tutte le tubazioni protettive dovranno entrare dai fianchi o dal fondo delle cassette. L’ingresso dovrà
avvenire esclusivamente attraverso gli indebolimenti sfondabili previsti dal costruttore e senza
praticare allargamenti o produrre rotture sulle pareti.
Il numero delle tubazioni entranti o uscenti da ciascuna cassetta non dovrà, pertanto essere superiore
a quello degli indebolimenti stessi. Le tubazioni dovranno sporgere all interno della cassetta per circa
0.5 cm, le parti più sporgenti dovranno essere tagliate prima dell’infilaggio dei cavi e dovranno essere
opportunamente protette in modo da non essere riempite durante la fase di intonacatura delle pareti.
Tutte le parti di malta eventualmente entrate dovranno essere asportate con cura prima dell’infilaggio
dei conduttori.
Setti di separazione fissi dovranno essere previsti in quelle cassette cui fanno capo impianti con
tensioni nominali diverse.
In nessun caso le cassette destinate all’impianto telefonico potranno essere utilizzate per qualche
altro tipo di impianto.
Tutte le derivazioni e le giunzioni sui conduttori dovranno essere eseguite entro le cassette; non è
ammesso pertanto eseguirle nelle scatole di contenimento di prese interruttori etc. oppure entro gli
apparecchi illuminati o nelle tubazioni protettive.
Le derivazioni saranno effettuate mediante morsettiere fisse oppure di tipo componibile montate su
guida di tipo unificato.
Il serraggio dei conduttori dovrà essere a vite con l’interposizione di una piastrina metallica.
Non sono ammessi collegamenti eseguiti con nastrature o con morsetti a cappuccio.
Tutte le cassette di derivazione dovranno essere contrassegnate in modo chiaro con le sigle riportate
più oltre.
La siglatura dovrà essere fatta impiegando timbri di tipo componibile costituiti da caratteri di almeno
10 mm di altezza ed impiegando inchiostro di tipo indelebile.
Le sigle dovranno essere poste sulla superficie interna del coperchio di ciascuna cassetta solamente
nel caso di cassette installate su pareti o superfici che sicuramente saranno tinteggiate.
Per le altre le sigle dovranno essere poste sulla superficie esterna. Cassette destinate a impianti e/o
servizi diversi dovranno riportare le sigle di tutti gli impianti.
Le sigle dovranno essere le seguenti:
IMPIANTI
- illuminazione (normale, privilegiata, di sicurezza, notturna ecc., 220 V c.a.)
- circuiti prese (a 220 V c.a.)
- circuiti di potenza a tensione nominale diversa da 220 v
(es. 12 V c.a. oppure 24 V c.c.)
- telefonico
- trasmissione dati
- interfonico
- citofonico
- chiamata
- richiesta udienza
- diffusione sonora
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
SIGLA
LU
PR
12 ca (24 cc)
TL
TD
INT
CIT
CH
RU
DS
166
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
amplificazione sonora
ricerca persone voci radio
antenna
rivelazione funto e incendio
AS
RP
TV
FU
Le cassette di derivazione dovranno corrispondere a quanto prescritto in merito nelle ricordate norme
CEI.
Nelle cassette di derivazione non potranno prendere posto che cavi e cavetti di uno stesso servizio;
quelle cassette che dovessero ospitare circuiti di servizi diversi (per es. servizio luce e soneria)
dovranno avere dei diaframmi ed inamovibili di separazione tra i morsetti dei vari servizi, costruiti con
materiale isolante e resistente al fuoco, in guisa che se esposto alla fiamma non si accenda.
Ad ogni modo lo spessore di detti coperchi non dovrà essere inferiore a 2,5 mm se di materiale
plastico e 1 mm se in materiale metallico. I coperchi in materiale metallico dovranno essere
idoneamente protetti e verniciati sulle due facce.
Cassette di derivazione da incasso stagne da esterno in PVC
Saranno in materiale isolante a base di PVC autoestinguente. Nei locali umidi o bagnati è ammesso
solo l’impiego del tipo di materiale isolante.
Saranno dotate di coperchio fissato con viti o con in sistema a 1/4 di giro o equivalente.
Le viti dovranno essere rese imperdibili, essere in acciaio inossidabile o in ottone o comunque con
trattamento superficiale contro la corrosione (cadmiatura, zincocromatura, etc.). Non sono ammesse
viti di tipo autofilettante.
Saranno poste in opera in posizione tale da essere facilmente apribili ed ispezionabili curando in
modo particolare che risultino allineate fra loro e parallele a pareti, soffitti, e spigoli dei locali.
Dovranno essere fissate a parete o soffitto con non meno di due viti. Per quanto possibile, si dovrà
cercare di unificare i tipi e dimensioni.
Tutte le tubazioni protettive dovranno entrare dai fianchi delle cassette. L’ingresso dovrà avvenire
esclusivamente attraverso i fori previsti dal costruttore e senza praticare allargamenti o produrre
rotture sulle pareti.
Il numero delle tubazioni entranti o uscenti da ciascuna cassetta non dovrà, pertanto essere superiore
a quello di fori stessi. In tali cassette il taglio dei passatubi in plastica morbida dovrà avvenire in modo
che ne risulti un foro circolare e non sia abbassato il grado di protezione.
Tali passatubi dovranno essere asportati per introdurre tubazioni di diametro superiore a quello
previsto dal costruttore.
Le tubazioni dovranno sporgere all’interno della cassetta per circa 0.5 cm, le parti più sporgenti
dovranno essere tagliate prima dell’infilaggio dei cavi.
Setti di separazione fissi dovranno essere previsti in quelle cassette cui fanno capo impianti con
tensioni nominali diverse.
In nessun caso le cassette destinate all’impianto telefonico potranno essere utilizzate per qualche
altro tipo di impianto.
Tutte le derivazioni e le giunzioni sui conduttori dovranno essere eseguite entro le cassette; non è
ammesso pertanto eseguirle nelle scatole di contenimento di prese interruttori etc. oppure entro gli
apparecchi illuminati o nelle tubazioni protettive.
Le derivazioni saranno effettuate mediante morsettiere fisse oppure di tipo componibile montate su
guida di tipo unificato. Il serraggio dei conduttori dovrà essere a vite con l’interposizione di una
piastrina metallica.
Non sono ammessi collegamenti eseguiti con nastrature o con morsetti a cappuccio.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
167
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Tutte le cassette di derivazione dovranno essere contrassegnate . modo chiaro con le sigle riportate
più oltre. La siglatura dovrà essere fatta impiegando timbri di tipo componibile costituiti da caratteri di
almeno 10 mm di altezza ed impiegando inchiostro di tipo indelebile.
Le sigle dovranno essere poste sulla superficie interna o su quella esterna del coperchio di ciascuna
cassetta.
Solamente nel caso di cassette installate su pareti o superfici che sicuramente saranno tinteggiate; le
altre dovranno essere poste sulla superficie esterna.
Cassette destinate a impianti e/o servizi diversi dovranno riportare le sigle di tutti gli impianti.
Le sigle dovranno essere le seguenti:
IMPIANTI
SIGLA
- illuminazione (normale, privilegiata, di sicurezza, notturna ecc., 220 V c.a.)
LU
- circuiti prese (a 220V c.a.)
PR
- circuiti di potenza a tensione nominale diversa da 220V (es.12V c.a. oppure 24 Vc.c.) 12 ca (24 cc)
- telefonico
TL
- trasmissione dati
TD
- interfonico
INT
- citofonico
CIT
- chiamata
CH
- richiesta udienza
RU
- diffusione sonora
DS
- amplificazione sonora
AS
- ricerca persone voci radio
AP
- antenna
TV
- traduzione simultanea
TS
- rivelazione fumo e incendio
FU
ART. 121.
APPARECCHI DI COMANDO - UTILIZZATORI
Scatole di contenimento dei comandi e delle prese
Tutti gli apparecchi, quadretti da incasso, interruttori, deviatori, commutatori, pulsanti, prese, ecc.
saranno collocati in opera mediante scatole incassate, curando in particolare che l'installazione delle
predette scatole avvenga a filo muro con il rispetto delle superfici viste degli intonachi già eseguiti o
che si dovranno successivamente eseguire, tenuto conto anche degli eventuali rivestimenti, in modo
che non si verifichino sporgenze od affossamenti di sorta delle scatole stesse.
Dette scatole dovranno corrispondere a quanto prescritto in merito dalle norme CEI di riferimento.
Le scatole dovranno essere collocate in opera senza frutto e senza placca di copertura, ma con le viti
di fissaggio del frutto alloggiate a fondo delle madreviti delle scatole, in modo da evitare l'otturazione
di dette madreviti durante l'esecuzione dei lavori murari.
Il frutto non dovrà essere collocato in opera prima del termine dei lavori murari; la placca dovrà essere
applicata solo dopo l'ultimazione dei lavori da pittore.
L'esecutore degli impianti elettrici dovrà, corresponsabilmente con l'esecutore delle opere da pittore,
effettuare le necessarie protezioni, in modo che tali lavori non danneggino le parti di impianto elettrico
già in opera.
I tubi relativi dovranno essere incassati nelle scatole di contenimento dei comandi e delle prese in
modo che il congegno di fissaggio del comando della presa non possa in alcun modo deteriorare i
cavi in arrivo alla scatola.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
168
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Prese a spina per apparecchi di potenza superiore a 1000 W
Ciascuna presa a spina nelle quali possano venire inseriti apparecchi di potenza superiore a 1000 W
dovrà, in applicazione dell'art. 311 del D.P.R. n° 547 del 27 aprile 1955, essere provvista, a monte
della presa, di interruttore e di valvole onnipolari, per permettere l'inserimento ed il disinserimento
della spina a circuito aperto.
Interruttori, deviatori, commutatori, pulsanti, prese a spina, ecc.
I comandi e le prese dovranno corrispondere alle norme:
CEI 23-3
Norme per i piccoli interruttori a corrente alternata per impianti elettrici
negli edifici.
CEI 23-5 e 23-16
Prese a spina per uso domestico e similare.
CEI 23-9
Norme per i piccoli apparecchi di comando non automatici per tensioni
nominali fino a 300 V destinati ad usi domestici e similari.
e delle ulteriori norme CEI e tabelle CEI-UNEL che riguardano i relativi impianti.
Gli apparecchi di comando unipolari dovranno essere posti in opera in maniera da sezionare la fase, e
non il commutatore neutro.
Comandi e prese nell'interno degli ambienti
Gli interruttori, deviatori, commutatori, pulsanti, prese, ecc., saranno del tipo ad incasso da 10-16 A,
bipasso.
Gli interruttori, commutatori, deviatori, pulsanti, ecc. avranno movimento a bilico, contatti in argento
puro, o zoccolo in materiale ceramico, la placca in materiale plastico di colore chiaro se non
diversamente disposto.
Le placche dovranno avere robustezza tale da aderire perfettamente alla parete solo mediante sistemi
di fissaggio consentiti.
Ad ogni modo lo spessore delle placche in materiale plastico non dovrà essere inferiore ad 1 mm.
La placca da ciascun lato dovrà avere il filo esterno della scatola di almeno mm 6.
Apparecchi componibili
Saranno costruttivamente conformi e rispondenti a quanto prescritto dalle norme
CEI 23-3
Norme per i piccoli interruttori a corrente alternata per impianti elettrici negli edifici.
CEI 23-5 e 23-16
Prese a spina per uso domestico e similare.
CEI 23-9
Norme per i piccoli apparecchi di comando non automatici per tensioni nominali fino
a 300 V destinati ad usi domestici e similari.
e delle ulteriori norme CEI e tabelle CEI-UNEL che riguardano i relativi impianti.
Caratteristiche generali:
tensione nominale
250 Vca
frequenza nominale
50 Hz
corrente nominale
16 A
tensione di prova per 1 minuto2 KV
resistenza di isolamento a 500 V > 5 MOhm
tipo modulare a componibilità multipla;
involucro isolante in policarbonato di tipo chiuso per la totale segregazione delle parti attive;
fissaggio telaio su involucro con viti, fissaggio frutto su telaio con innesti a scatto e rimozione a
mezzo di attrezzo, fissaggio placche a pressione o con viti.
Il frutto non dovrà essere collocato in opera prima del termine dei lavori murari; la placca dovrà essere
applicata solo dopo l'ultimazione dei lavori da pittore.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
169
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
L'esecutore degli impianti elettrici dovrà, corresponsabilmente con l'esecutore delle opere da pittore,
effettuare le necessarie protezioni, in modo che tali lavori non danneggino le parti di impianto elettrico
già in opera.
Saranno provvisti di Marchio Italiano di Qualità (IMQ) e di certificazione di conformità rilasciata dal
CESI o la laboratori di prove di Istituti Universitari e fornibile su richiesta dalla S.A. o dalla D.L.
Apparecchi di comando per usi domestici e similari
Gli apparecchi di comando dovranno avere tasto di superficie “elevata” onde facilitarne la manovra da
parte dell’operatore. Se richiesto specificatamente sarà completo di elemento indicatore di funzione.
Saranno dotati di viti di serraggio dei conduttori e contatti in lega di argento;
Saranno distinti per tipologia ed esigenze impiantistiche secondo quanto riportato sulle tavole di
progetto e così suddivisi:
a) interruttore: per il comando di utenze da un solo punto ed una posizione del contatto (aperto o
chiuso).
b) deviatore: c.s.d. ma per il comando da due punti.
c) invertitore: c.s.d. ma per il comando da tre punti.
d) pulsante: può essere a tasto, a tirante o a perella ma comunque con ritorno a molla nella posizione
originaria dopo il suo azionamento. Sarà con contatto NC o NA secondo le esigenze.
Il potere d’interruzione dovrà essere di almeno 200 cambiamenti di posizione a 1,25 In, 275 V, cos ϕ
0,3; prova di funzionamento prolungato almeno 50.000 cambiamenti di posizione a 250 V, cos ϕ 0,6,
corrente nominale.
Gli apparecchi di comando potranno essere del tipo luminoso o con placche fluorescenti in conformità
al DPR 384 del 27.04.77
Prese a spina per usi domestici e similari
Le prese a spina per usi domestici e similari saranno dotati di viti di serraggio dei conduttori ed alveoli
con schermo mobile (di sicurezza), protezione contro i contatti diretti “grado 2.1”.
Saranno distinte per tipologia ed esigenze impiantistiche secondo quanto riportato sulle tavole di
progetto e così suddivise:
a) prese 2x10 A+T in linea: alveoli ø 4 mm posti verticalmente ad una sola parte attiva con polo di
terra centrale;.
b) prese 2x16 A+T in linea: alveoli ø 4,8 mm c.s.d.
c) prese 2x10 A in linea: alveoli ø 4 mm posti verticalmente ad una sola parte attiva per apparecchi di
classe 2 secondo DPR 547 art. 314.
d) prese 2x10/16 A+T in linea (bivalente): doppi alveoli posti verticalmente ad una sola parte attiva
per spine sia a l0 A - ø 4 mm che a 16A - ø 4,8 mm con polo di terra centrale.
e) presa 2x10/16 A+T laterale (tipo Schuko): alveoli ø 4,8 mm posti orizzontalmente ad una sola parte
attiva per spine a l0 A e 16A con contatto di terra posto lateralmente e centralmente (Presa
conforme a UNEL 47158-64).
La prova d’interruzione dovrà consentire almeno 100 manovre di inserimento e disinserimento della
spina a 275 V, cos ϕ 0,6, corrente 12,5 A per apparecchi con In 10 A, corrente 20 A per apparecchi
con In 16 A; prova di funzionamento prolungato almeno 10.000 manovre di inserimento e
disinserimento a 250 V, cos ϕ 0,6, corrente nominale.
Saranno provvisti di Marchio Italiano di Qualità (IMQ) e di certificazione di conformità rilasciata dal
CESI o la laboratori di prove di Istituti Universitari e fornibile su richiesta dalla S.A. o dalla D.L.
Interruttore automatico di sovracorrente per usi domestici
Dovranno avere le seguenti caratteristiche:
tensione nominale
415 V
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
170
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
corrente nominale
6/10/16 A
potere d’interruzione
3.000 A 220 V (1.500 A per In 6 A)
esecuzione 6 A e 10 A
1 o 2 poli
esecuzione 16 A/20A/25A
2 poli
involucro isolante in policarbonato di tipo chiuso per la totale segregazione delle parti attive.
viti di serraggio dei conduttori;
- contatti in lega d’argento;
tasto di superficie “Elevata” onde facilitarne la manovra con stampigliata la siglatura atta ad
indicare la posizione di aperto o chiuso (I-0). Apertura a scatto.
Saranno provvisti di Marchio Italiano di Qualità (IMQ) e di certificazione di conformità rilasciata dal
CESI o da laboratori di prove di Istituti Universitari e fornibile su richiesta della S.A. o della D.L.
Accessori per apparecchi componibili
a) telaio: realizzato in materiale plastico autoestinguente con possibilità di installare da 1 a n elementi
componibili.
Sarà realizzato in modo da isolare completamente le parti attive ed i cavi di collegamento degli
elementi. Avrà struttura meccanica robusta a facilitare il bloccaggio rapido degli apparecchi. Sarà
infine fissato alla cassetta incassata tramite due viti entro fori asolati onde eliminare eventuali difetti
di posa della scatola incassata.
b) placca: sarà fissata al telaio mediante sistema a scatto. Per l’estrazione successiva della stessa
dovrà essere impiegato un cacciavite inserito negli appositi incastri come prescritto dalle
raccomandazioni CEI.
Sarà in materiale termoplastico (bianco o colorato) o metallico secondo le specifiche e recherà il
numero di fori pari a quelli del telaio.
c) scatola di contenimento: sarà in materiale termoplastico rigido di color arancio per il contenimento
dei frutti componibili. Avrà dimensioni adeguate al tipo di telaio necessario (es. da 1 a 3 o da 4 a n)
secondo i casi. Sarà incassata nelle pareti al grezzo prima dell’intonaco in modo tale che sia
perfettamente (se possibile) a filo della finitura con il rispetto degli intonachi già eseguiti o che si
dovranno successivamente eseguire, tenuto conto anche degli eventuali rivestimenti, in modo che
non si verifichino sporgenze od affossamenti di sorta delle scatole stesse, onde facilitare il
montaggio successivo degli altri componenti. Le scatole dovranno essere collocate in opera senza
frutto e senza placca di copertura, ma con le viti di fissaggio del frutto alloggiate a fondo delle
madreviti delle scatole, in modo da evitare l'otturazione di dette madreviti durante l'esecuzione dei
lavori murari.
d) esecuzione stagna: dove espresso specificatamente, per questo tipo di esecuzione, si dovranno
adottare necessari opportuni in modo da ottenere, per le apparecchiature, il grado di isolamento
richiesto.
Dovranno essere impiegate placche fornite di membrana e guarnizione di tenuta per gli organi di
comando e placche con coperchio a molla e guarnizione per tutti gli altri elementi componibili. (es.
prese). Il grado di protezione non dovrà essere inferiore a IP54 e comunque rispondere a quanto
previsto dalle normative vigenti.
Uscita cavo
Sarà realizzato con componenti descritti in ‘accessori per apparecchi componibili’ entro cassetta da
incasso (punto c) mediante l’attestazione della linea entrante in cavo su morsetti componibili. Tale
esecuzione sarà completa di telaio porta apparecchi (punto a) e placca di copertura (punto b) nonché
di elemento identico agli altri per caratteristiche e recherà al centro un foro prestampato per
permettere l’uscita del cavo alimentante l’utenza.
Sarà del tipo monofase o trifase secondo le esigenze.
Per l’esecuzione “stagna” l’uscita cavo sarà realizzata con pressacavo opportuno e cassetta dello
stesso grado di protezione onde ottenere quanto prescritto dalle normative vigenti.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
171
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Prese a spina per usi industriali
Caratteristiche generali:
tipo CEE 17
tabelle UNEL 47172-70 e 47174-70
tensione nominale max 500 V
frequenza nominale 50/60 Hz
corrente nominale max 200 A
involucro in alluminio verniciato o materiale plastico a base di PVC.
Saranno distinte per tipologia ed esigenze impiantistiche e così suddivise:
Presa 2P+T+I/6h: presa industriale da parete 2x16/32/63+T - 220 V in esecuzione minima IP55
con coperchio a molla. Alveoli ø 4,8 mm ad una sola parte attiva con polo di terra in posizione 6h.
In materiale termoplastico isolante autoestinguente composta da due elementi.
a) Cassetta in materiale s.d. con recante sulla parte inferiore e superiore i fori per l’innesto delle
tubazioni e pressatubi.
b) Elemento presa in materiale s.d. con guarnizione per il montaggio sulla cassetta descritta al
punto a e viti di fissaggio.
c) Colorazione blu di identificazione.
d) Blocco meccanico (I) in accordo con le prescrizioni di sicurezza del DPR 547 art. 311 che dovrà
consentire l’azionamento dell’interruttore solo a spina inserita ed impedirà la sua estrazione ad
interruttore chiuso.
Interruttore e presa saranno solidali cioè montati entrambi sul coperchio che potrà essere
asportato sono ad interruttore aperto.
Presa 3P+N+T+I/6h: presa industriale da parete 3x16/32/63+N+T - 220/380V in esecuzione IP55
con coperchio a molla. Alveoli ø 4,8 mm con polo di terra in posizione 6h. In materiale
termoplastico isolante autoestinguente composta da due elementi.
a) Cassetta in materiale s.d. con recante sulla parte inferiore e superiore i fori per l’innesto delle
tubazioni e pressatubi.
b) Elemento presa in materiale s.d. con guarnizione per il montaggio sulla cassetta descritta al
punto a e viti di fissaggio.
c) Colorazione rosso di identificazione.
d) Blocco meccanico (I) in accordo con le prescrizioni di sicurezza del DPR 547 art. 311 che dovrà
consentire l’azionamento dell’interruttore solo a spina inserita ed impedirà la sua estrazione ad
interruttore chiuso.
Interruttore e presa saranno solidali cioè montati entrambi sul coperchio che potrà essere
asportato sono ad interruttore aperto.
Presa 2P+T+I+F/6h: presa industriale da parete 2x16/32/63A+T - 220 V in esecuzione IP55 con
coperchio a molla. Alveoli ø 4,8 mm ad una sola parte attiva con polo di terra in posizione 6h. In
materiale termoplastico isolante autoestinguente composta da due elementi.
a) Cassetta in materiale s.d. con recante sulla parte inferiore e superiore i fori per l’innesto delle
tubazioni e pressatubi.
b) Elemento presa in materiale s.d. con guarnizione per il montaggio sulla cassetta descritta al
punto a e viti di fissaggio.
c) Colorazione blu di identificazione.
d) Blocco meccanico (I) in accordo con le prescrizioni di sicurezza del DPR 547 art. 311 che dovrà
consentire l’azionamento dell’interruttore solo a spina inserita ed impedirà la sua estrazione ad
interruttore chiuso.
Interruttore e presa saranno montati entrambi sullo stesso contenitore il cui coperchio potrà essere
aperto solo ad interruttore aperto. Tale operazione consentirà l’accesso ai fusibili.
e) Base bipolare per fusibili completa con tappi a vite. Sarà montata all’interno del contenitore e
l’accessibilità avverrà secondo le modalità descritte al punto d.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
172
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Sarà completa di fusibili con valore di corrente pari al valore nominale della portata della presa
di corrente.
Presa 3P+N+T+I+F/6h: presa industriale da parete 3xl6/32/63A+N+T - 220/380 V in esecuzione
IP55 con coperchio a molla. Alveoli ø 4,8 mm con polo di terra in posizione 6h. In materiale
termoplastico isolante autoestinguente composta da due elementi.
a) Cassetta in materiale s.d. con recante sulla parte inferiore e superiore i fori per l’innesto delle
tubazioni e pressatubi.
b) Elemento presa in materiale s.d. con guarnizione per il montaggio sulla cassetta descritta al
punto a e viti di fissaggio.
c) Colorazione rosso di identificazione.
d) Blocco meccanico (I) in accordo con le prescrizioni di sicurezza del DPR 547 art. 311 che dovrà
consentire l’azionamento dell’interruttore solo a spina inserita ed impedirà la sua estrazione ad
interruttore chiuso.
Interruttore e presa saranno montati entrambi sullo stesso contenitore il cui coperchio potrà essere
aperto solo ad interruttore aperto. Tale operazione consentirà l’accesso ai fusibili.
e) Base tripolare per fusibili completa con tappi a vite di tipo ceramico. Sarà montata all’interno del
contenitore e l’accessibilità avverrà secondo le modalità descritte al punto d.
Sarà completa di fusibili con valore di corrente pari al valore nominale della portata della presa
di corrente.
Presa 2P+T+I/6h: presa industriale da incasso 2x16/32+T - 220 V in esecuzione IP44 con
coperchio a molla. Alveoli ø 4,8 mm ad una sola parte attiva con polo di terra in posizione 6h. In
materiale termoplastico isolante autoestinguente composta da due elementi.
a) Cassetta con cornice da incasso in materiale s.d. con recante sulla parte inferiore e superiore i
fori per l’innesto delle tubazioni.
b) Elemento presa in materiale s.d. con guarnizione per il montaggio sulla cassetta descritta al
punto a e viti di fissaggio.
c) Colorazione blu di identificazione.
d) Blocco meccanico (I) in accordo con le prescrizioni di sicurezza del DPR 547 art. 311 che dovrà
consentire l’azionamento dell’interruttore solo a spina inserita ed impedirà la sua estrazione ad
interruttore chiuso.
Interruttore e presa saranno solidali cioè montati entrambi sul coperchio che potrà essere
asportato sono ad interruttore aperto.
Presa 3P+N+T+I/6h: presa industriale da incasso 3x16/32+N+T -380 V in esecuzione IP44 con
coperchio a molla. Alveoli ø 4,8 mm ad una sola parte attiva con polo di terra in posizione 6h. In
materiale termoplastico isolante autoestinguente composta da due elementi.
a) Cassetta con cornice da incasso in materiale s.d. con recante sulla parte inferiore e superiore i
fori per l’innesto delle tubazioni.
b) Elemento presa in materiale s.d. con guarnizione per il montaggio sulla cassetta descritta al
punto a e viti di fissaggio.
c) Colorazione rosso di identificazione.
d) Blocco meccanico (I) in accordo con le prescrizioni di sicurezza del DPR 547 art. 311 che dovrà
consentire l’azionamento dell’interruttore solo a spina inserita ed impedirà la sua estrazione ad
interruttore chiuso.
Interruttore e presa saranno solidali cioè montati entrambi sul coperchio che potrà essere
asportato sono ad interruttore aperto.
Quadretto con prese a spina da incasso per PC
Sarà costituito da:
scatola da incasso a parete in portante sino a 12 moduli DIN con impronte pretranciate facilmente
sfondabili per l’ingresso delle tubazioni protettive.
guida portaprese in materiale isolante ed in corpo unico
placca di copertura con portella fumé del tipo barcollante
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
173
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
n. 4 prese a spina 250V UNEL 10/16 A+T con contatti di terra laterali e centrali
n. 1 interruttore automatico magnetotermico neutro apribile l0/16 A di tipo modulare adeguato al
montaggio su guida DIN.
n. 1 lampada spia a gemma rossa per presenza tensione.
morsettiere in involucro isolante composte almeno da due 3x25 mmq + 10x10 mmq per neutro e
terra
Quadretto con prese a spina da incasso per locali di gruppo 1
Sarà costituito da:
scatola da incasso a parete in portante sino a 12 moduli DIN con impronte pretranciate facilmente
sfondabili per l’ingresso delle tubazioni protettive.
guida portaprese in materiale isolante ed in corpo unico
placca di copertura con portella fumé del tipo barcollante
n. 3 prese a spina 250V UNEL 10/16 A+T con contatti di terra laterali e centrali
n. 1 spina a Jack per collegamento a terra di masse metalliche estranee (es. carrelli, ecc.),
montata sul pannello portaprese.
n. 1 interruttore automatico magnetotermico neutro apribile l0/16 A di tipo modulare adeguato al
montaggio su guida DIN.
n. 1 lampada spia a gemma rossa per presenza tensione.
morsettiere in involucro isolante composte almeno da due 3x25 mmq + 10x10 mmq per neutro e
terra
ART. 122.
IMPIANTO DI MESSA A TERRA ED EQUIPOTENZIALITÀ
L'impianto di terra dovrà essere realizzato conformemente alle norme in vigore al momento della sua
realizzazione.
In particolare dovranno essere tenuti presente i seguenti documenti:
ƒ
D.P.R. n. 547 del 27 aprile 1955;
ƒ
norme CEI 11-1 : Impianti elettrici con tensioni superiori a 1 kV in corrente alternata – Ed.
1999 e successive varianti;
ƒ
Guida CEI 11-37 : Guida per l’esecuzione degli impianti di terra di stabilimenti industriali di I,
II e III categoria – Ed. 1996;
ƒ
Guida C.E.I. 64-12
: Guida per l’esecuzione degli impianti di terra negli edifici per uso
residenziale e terziario
L’impianto di terra dovrà essere realizzato mediante un dispersore a maglia in corda di rame nuda
sez. 35 mm², interrata ad anello attorno al perimetro del fabbricato. La maglia sarà inoltre integrata da
alcuni dispersori a picchetto entro pozzetti in calcestruzzo per consentirne l’ispezione.
Conformemente a quanto richiesto dalla norma CEI 11-1, l’impianto di terra sarà unico per l’intero
complesso e, quindi, l’impianto di terra di cabina dovrà essere collegato con l’impianto di terra
generale del complesso industriale.
ART. 123. CONDUTTORI DI PROTEZIONE E DI TERRA
Denominazione congruente all'art. 1.1 della norma CEI 64-12
La scelta e il dimensionamento dei suddetti conduttori dovrà avvenire in ossequio delle norme
sopracitate, in particolare della sezione 5 della norma CEI 64-8 (IIIa Edizione).
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
174
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Conduttori di protezione
E' vietata l'utilizzazione come conduttori di protezione delle parti metalliche che possono essere
asportate per eventuali necessità di lavoro, nonché degli organi di trasmissione di moto le armature e
le guaine metalliche dei cavi che non siano state previste allo scopo.
La posa in opera di detti conduttori avverrà di norma come per i conduttori di fase, tenendo presente
però le seguenti condizioni particolari.
I conduttori di protezione, in cavo unipolare N07V-K colorazione giallo-verde, debbono avere lo stesso
corso dei conduttori di fase e, tenuto conto che per i circuiti di distribuzione è fondamentale limitare
l’impedenza degli anelli di guasto, affinché per ciascun circuito il conduttore di protezione non venga
distanziato dai rispettivi conduttori di fase, si dovrà avere cura di nastrare, lungo il percorso, tutti i cavi
facenti parte dello stesso circuito. I conduttori isolati, se posati negli stessi tubi dei conduttori di fase,
debbono avere lo stesso grado di isolamento di questi ultimi. Si curerà ove possibile, il
posizionamento a vista dei conduttori di terra, fissando esternamente alla parete, per mezzo di
opportune zanche, le corde o le piattine nude, isolandole opportunamente nel caso di attraversamento
di pareti.
Nell'isolamento dei conduttori di protezione di terra, si dovrà tenere presente che il collegamento a
terra di una qualsiasi apparecchiatura non dovrà poter essere interrotto in caso di lavori di un'altra.
Collegamenti e giunzioni
Le giunzioni dei collegamenti di terra e dei conduttori di protezione debbono essere eseguite in modo
da essere sicure contro l'allentamento e devono essere dimensionate in maniera tale che la loro
sovratemperatura, per effetto del passaggio della corrente di terra, non sia superiore a quella del
relativo conduttore. Negli impianti a tensione nominale 1000 V, le giunzioni dei conduttori di terra,
dei conduttori di protezione ed il collegamento di questi alle parti da mettere a terra devono essere
effettuate con saldatura forte o autogena o con chiodatura o con robusti morsetti o mediante serraggio
con bulloni del diametro di almeno 6 mm.
E' comunque vietata tassativamente in ogni caso la saldatura a stagno. Inoltre il materiale delle
giunzioni deve essere protetto contro le ossidazioni.
Si curerà di evitare giunzioni che diano luogo a resistenze di contatto localizzate o giunzioni tra metalli
diversi che possono provocare corrosioni dovute a correnti di natura elettrolitica.
A questo proposito riferendosi alle raccomandazioni CEI si rimanda all'appendice e come indicazione
valida al superamento dei problemi di corrosione elettrolitica.
Le giunzioni dei dispersori in corda di rame interrata , ovvero fra le parti di dispersore, o fra il
dispersore e il conduttore di terra, devono essere sufficientemente robuste per sopportare gli sforzi
meccanici dovuti ad eventuali assestamenti del terreno. Dovranno comunque essere impiegati
morsetti a compressione.
Dispersori
Il dispersore sarà costituito, principalmente, da corda nuda di rame sez. 35 mm², interrata ad una
profondità ≥ 50 cm dal piano di calpestio. Ove possibile saranno utilizzati gli scavi che si andranno a
realizzare per la posa dei cavidotti.
Il dispersore dovrà comunque essere particolarmente curato nel senso che dovrà essere posto e
ricoperto di terra vegetale.
Il dispersore a maglia sarà integrato, come già detto, da alcuni dispersori a picchetto infissi
verticalmente nel terreno, lunghezza m 1,50, contenuti all’interno di pozzetti in calcestruzzo con fondo
disperdente, dimensioni cm 40x40x50. La copertura dei pozzetti contenenti i dispersori a picchetto, in
ghisa, dovrà portare una chiara indicazione che all’interno è contenuto un componente l’impianto di
terra.
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175
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Equalizzazione del potenziale
Tutte le masse e le masse estranee presenti all’interno del complesso (cancelli, ringhiere, serbatoi
metallici, tubazioni metalliche di adduzione di acqua, etc.) , oppure entranti ed uscenti dal complesso,
dovranno essere collegate all’impianto di terra al fine di equalizzare il potenziale.
ART. 124.
GRUPPO ELETTROGENO
All’interno del locale gli impianti elettrici dovranno essere di tipo AD-FT (secondo le Norme CEI 64-2
fasc. 1431/32/1256P) ed in ogni caso dovranno essere eseguiti secondo le prescrizioni sottoriportate.
Il quadro elettrico, gli apparecchi illuminanti, i motori, etc., dovranno essere di tipo stagno, con grado
di protezione non inferiore a IP44; stesso grado di protezione avranno gli eventuali apparecchi di
comando e manovra (interruttori, sezionatori di macchina, etc.); essi dovranno inoltre essere
onnipolari, dovranno cioè sezionare tutti i conduttori (escluso quello di terra) costituenti le linee di
alimentazione delle utenze su cui sono inseriti.
Il contenitore della batteria di avviamento, viceversa, dovrà avere un grado di protezione almeno pari
a IP40.
Dovranno essere impiegati cavi adatti alla posa in ambienti umidi provvisti di guaina esterna protettiva
(N1VV-K - FG7R/4). Per la loro posa potranno essere usate, a seconda delle necessità, canalette in
acciaio zincato di tipo chiuso, munite di coperchi costruite ed istallate in modo da presentare un grado
di protezione non inferiore a IP40, oppure tubi rigidi in PVC. Per i collegamenti al gruppo o alle
eventuali macchine che possono trasmettere vibrazioni saranno impiegati tubi flessibili con spirale in
acciaio zincato di tipo a doppia aggraffatura, e guaina esterna in PVC.
I raccordi alle estremità per il collegamento a cassette, canalette, tubi rigidi, dovranno essere di tipo
adatto alle dimensioni del tubo stesso.
Non dovranno essere impiegati raccordi con clip strette con viti. Le canalette avranno dimensioni tali
che i cavi siano posati su non più di uno strato, il diametro dei tubi invece sarà tale che il rapporto con
il diametro del fascio di cavi contenuti non sia inferiore a 1,5.
Le derivazioni dovranno essere eseguite su morsettiera entro cassette stagne (IP44) in lega leggera
(collegate a terra) o in materiale isolante.
Dovranno essere rese equipotenziali e collegate a terra tutte le tubazioni (dei gas di scarico, di
collegamento al serbatoio di stoccaggio, etc.) entranti o uscenti dal locale, e le masse metalliche
indicate sui disegni.
In base a quanto sopra detto, i conduttori di collegamento al quadro e alla batteria saranno posati
entro tubi flessibili opportunamente supportati fino al cunicolo. Nel cunicolo saranno posati entro
canaletta in acciaio zincato con coperchio distanziata dal fondo del cunicolo stesso.
Motore Diesel
Il motore sarà previsto con avviamento ed arresto automatici, e sarà dotato di:
raffreddamento ad acqua o ad aria secondo quanto eventualmente richiesto in altro elaborato;
avviamento elettrico ottenuto con motore stagno (grado di protezione non inferiore a IP44);
apparecchi di controllo per l’impiego specifico del motore nell’esecuzione automatica, quali il
pressostato per l’olio, il termostato per il motore o per l’acqua, (per i motori raffreddati ad acqua), i
dispositivi di controllo di sovravelocità;
manometro per l’olio;
termometro per l’acqua o per l’olio, rispettivamente per i motori raffreddati ad acqua e ad aria;
dispositivo elettromagnetico di arresto di emergenza per l’intercettazione del carburante di
alimentazione;
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
-
-
silenziatore per i gas di scarico con elementi a risonanza e ad assorbimento accoppiati in un
unico corpo in lamiera di acciaio saldata e protetta con vernici resistenti alle alte temperature,
completo di isolamento acustico e termico ottenuto con materiali resistenti fino a 500 °C, e
conforme a quanto prescritto dalla circolare n. 31 del Ministero dell’Interno (art.5.3), supporti di
sostegno, flange e guarnizioni di raccordo, spurghi per scarico condensa. L’attenuazione del
silenziatore non dovrà essere inferiore ai seguenti valori in db(A) misurati in campo libero ed in
corrispondenza ai rispettivi valori in Hz delle frequenze centrali delle ottave indicati entro
parentesi: 31,5(25) - 40(125) - 40(1000) - 27(8000).
Scaldiglia di preriscaldamento dell’olio completa di termostato di regolazione.
Supporti antivibranti interposti fra motore-alternatore e basamento, e fra basamento e blocco di
fondazione in calcestruzzo.
Vaschetta di lamiera di acciaio zincato alta 2-3cm e il più possibile larga (compatibilmente con la
necessità di estrarla) posata sotto il motore per raccogliere olio e/o gasolio che dovessero
gocciolare dal motore medesimo.
Olio di primo riempimento.
Per il collegamento dei vari apparecchi di cui è dotato il motore (termostati, pressostati, etc,) saranno
impiegati cavi uni o multipolari flessibili provvisti di guaina antiabrasiva (tipo N1VV-K). I cavi saranno
posati entro tubazioni flessibili.
Le tubazioni saranno saldamente supportate e distanziate in nodo da non subire danneggiamenti a
causa delle vibrazioni e delle elevate temperature che possono raggiungere alcuna parti del motore.
Per giunzioni, collegamenti, etc., dovranno essere impiegati esclusivamente gli accessori previsti allo
scopo dal costruttore. Non è ammesso bloccare le estremità delle tubazioni con raccordi del tipo con
clip strette con viti.
Generatore
Alternatore sincrono trifase di tipo protetto adatto all’installazione all’interno, conforme alle norme CEI
2-4/57 fasc. 122 e 2-3/74 fasc. 355 e rispondente alle seguenti caratteristiche:
- potenza nominale:
Vedi valore indicato in specifica
- fattore di potenza del carico:
0,8 in ritardo
- servizio:
continuo
- temperatura ambiente:
40 °C
- possibilità di sovraccarico istantaneo fino a:
3 x I nominale
- sovraccaricabilità:
10% per 1 ora ogni 12 ore
- tensione nominale:
380/220 V
- campo variazione tensione in regime statico:
± 1,5%
- collegamento avvolgimenti:
a stella con neutro accessibile
- frequenza nominale:
50 Hz
- velocità di rotazione:
1500 giri/1’
- classe di isolamento:
F
- grado di protezione non inferiore a:
IP 22
L’alternatore sarà completo di gabbia smorzatrice e di dispositivo di autoregolazione della tensione.
La morsettiera sarà posta entro una cassetta stagna (grado di protezione non inferiore a IP44) in lega
leggera pressofusa o in materiale isolante.
Basamento
Sarà ottenuto mediante profilati o robusta lamiera pressopiegata in acciaio saldato e verniciato; sarà
completo di giunti antivibranti per l’ancoraggio del motore e del generatore.
Batteria
Batteria di accumulatori al Pb di tipo ermetico di adeguata capacità completa di:
Involucro di contenimento in acciaio verniciato con smalto resistente all’acido previo trattamento
con due mani antiruggine.
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
L’involucro dovrà essere costruito in modo da mantenere la batteria sollevata dal pavimento,
dovrà presentare un grado di protezione non inferiore a IP4O e dovrà essere apribile in modo da
rendere agevole la normale manutenzione della batteria.
Cavi collegamento al carica batterie nel quadro elettrico ed al motorino di avviamento protetti da
tubo flessibile con spirale interna in acciaio zincato a doppia aggraffatura e guaina in PVC e adatti
raccordi di collegamento c.s.d.
Tubo di scarico dei gas di combustione
Il tubo se non diversamente specificato in altro elaborato di progetto, sarà in acciaio inossidabile AISI
316 saldato e sarà completo di giunto elastico di raccordo, di controflangia di collegamento e, per la
parte situata entro il locale, di isolamento termico c.d. per il silenziatore.
Il tubo avrà spessore di 1 mm per diametri fino a 100 mm, 1.5 mm per diametri compresi fra 100 mm,
250 mm e 2 mm per diametri superiori a 250 mm e sarà coibentato con almeno 6 cm di lana minerale
avente una densità di 30 kg/mc ed una conduttività termica di 0,035 kcal/mh°C.
Apparecchi per arresto
L’arresto in caso di emergenza dovrà essere possibile agendo sugli apparecchi previsti allo scopo.
Gli apparecchi consistono in un interruttore per il sezionamento della linea destinata all’alimentazione
del carica-batterie e delle scaldiglie, ed in un pulsante agente sul dispositivo di blocco del gruppo.
Essi saranno posti entro cassetta stagna (grado di protezione non inferiore a IP 55) in lamiera di
acciaio verniciata dotata di portina con vetro frangibile antischeggia e serratura a chiave e di
martelletto di frattura con catenella e supporto fissato a parete.
La cassetta sarà di tipo sporgente o da incasso a seconda delle esigenze o delle indicazioni della D.L.
Serbatoio ausiliario
Sarà conforme alle prescrizioni della Circolare n. 31 del 31/8/78 del Ministero degli Interni artt. 3.2.1. 3.2.4, in lamiera di acciaio con giunzioni saldate, saldamente ancorato al basamento e protetto contro
vibrazioni, urti e calore emanato dal motore e dal tubo di scappamento.
Avrà capacità proporzionata alla potenza del motore e comunque non superiore a 120 litri..
Nel collegamento con il motore saranno interposti dei tratti flessibili corazzati di raccordo.
Per lo scarico del troppo pieno sarà munito di tubazione, priva di qualsiasi organo di intercettazione,
fino al serbatoio di servizio o di stoccaggio.
Sarà inoltre provvisto di interruttori di livello:
per il commando di avviamento e di arresto della pompa di alimentazione del carburante;
per la segnalazione ottica ed acustica sia del livello minimo che massimo;
per il comando della elettrovalvola di intercettazione, che sarà del tipo adatto per gasolio e
normalmente aperta in assenza di alimentazione elettrica.
Serbatoio di stoccaggio combustibile
Avrà forma cilindrica con fondi bombati e sarà costruito con lamiera di acciaio con 3 mm di spessore
rivestita esternamente con vetroresina di almeno 2 mm di spessore.
Esso sarà dotato di:
golfari di sollevamento;
- Passo d’uomo con boccaporto flangiato e bullonato (diametro 500 mm.).
Pozzetto in lamiera protetto con vetroresina o con altro trattamento di equivalente resistenza alla
corrosione su ambo le facce e di dimensioni sufficienti a contenere quanto necessario in maniera
ordinata e con facilità di manutenzione e/o sostituzione di qualche componente, provvisto di
chiusino in lamiera striata con 3 mm di spessore al netto delle striature, cerniere e maniglia di
sollevamento.
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
-
Tubazione di sfiato in acciaio inossidabile diametro 2” regolamentare provvista di rete antifiamma
con estremità ad altezza non inferiore a 2,5 m dal suolo e distante da finestre o altre aperture
dell’edificio non meno di 1,5 m in orizzontale e 3 m in verticale.
Gruppo di carico regolamentare con presa e coperchio filettato (DN 100 completo di catenella di
ritenuta), dispositivo di limitazione del carico al 90% e troppo pieno regolamentare.
Saracinesca a strappo completa di organi di trasmissione e rinvio in materiale resistente alla
corrosione in ambiente aggressivo, maniglia a distanza posta entro cassetta in lamiera di acciaio
verniciato dotata di portina con vetro frangibile antischeggia e serratura con chiave.
La cassetta sarà per quanto possibile uguale all’analoga contenente il pulsante di arresto di
emergenza e l’interruttore di sezionamento dei circuiti ausiliari, sarà pertanto stagna, di tipo da
incasso o sporgente a seconda delle esigenze o delle indicazioni da richiedere alla D.L.
Tutte le tubazioni entranti nel serbatoio (escluso il gruppo di carico) dovranno essere collegate
esclusivamente al collare cilindrico del passo d’uomo. Dovrà essere posta la massima cura affinché i
collegamenti di tubazioni, gruppo di carico e boccaporto del passo d’uomo siano a perfetta tenuta in
modo da evitare la fuoriuscita del combustibile in caso di allagamenti.
Apparecchiature per travaso combustibile
Per il travaso del combustibile dal serbatoio di stoccaggio saranno installate le seguenti
apparecchiature:
una pompa a mano a movimento alternativo o rotativo completamente in bronzo, di tipo
autoadescante, e adatta all’aspirazione da serbatoi interrati fino a 3 m di profondità posti a
distanza di almeno 10 m.
due elettropompe (una di riserva all’altra), di tipo monoblocco ad ingranaggi costituite da:
- corpo pompa in ghisa;
- ingranaggi a dentatura retta od elicoidale, in acciaio al Ni-Cr-Mo;
- albero in acciaio rettificato, cementato e temperato;
- dispositivo di by-pass (incorporato) di sovrappressione;
- doppio supporto lato pompa, con bussole semi fluttuanti lubrificato dal liquido pompato;
- motore elettrico trifase in esecuzione antideflagrante ruotante a 1450 giri con doppio supporto
dell’albero, su cuscinetti e ventilazione esterna.
quattro valvole di esclusione a sfera da 1/2”;
due filtri di tipo ad Y da 1/2” in bronzo con cestello in acciaio inossidabile;
due valvole di ritegno in bronzo da 1/2”;
due manometri con proprio rubinetto di esclusione;
accessori e raccordi di collegamento alle tubazioni del combustibile.
linee di alimentazione in cavo flessibile multipolare con guaina esterna (cavo HO7RN-F) di
sezione non inferiore a 1.5 mmq protetto da tubazioni c.p.d.
interruttori di sezionamento (uno per ciascuna pompa) di tipo rotativo stagno con grado di
protezione non inferiore a IP 55 installati a parete o su colonnina nelle immediate vicinanze delle
pompe stesse.
apparecchi di comando e protezione installati in proprio quadro elettrico stagno (grado di
protezione non inferiore a IP 44).
Oltre ad un selettore per la scelta della pompa dovrà essere previsto per ciascuna pompa:
interruttore non automatico-sezionatore di tipo rotativo o a leva; portafusibili e terna di fusibili di
tipo AM di corrente nominale adeguata;
contattore di manovra comandato dall’interruttore di livello nel serbatoio incorporato o nel
serbatoio di servizio eventuale;
contattore di emergenza azionato, assieme alla elettrovalvola di intercettazione e alla
segnalazione di allarme, nel caso in cui il gasolio dovesse raggiungere il massimo livello
consentito nel serbatoio;
relè termico di protezione del motore contro il sovraccarico.
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Tubazioni per combustibile
Saranno in rame rivestito con guaina in PVC.
Quella di presa avrà diametro 16/18 mm e sarà munita di valvola di fondo e succheruola.
Quella di ritorno avrà diametro 22/25 mm e sarà portata fino a 10 cm dal fondo del serbatoio.
Indicatore di livello per serbatoio combustibile
Sarà di tipo pneumatico con misuratore a membrana e dovrà
indicare permanentemente il livello (in litri o in %) del carburante contenuto nel serbatoio.
fornire una segnalazione luminosa ed acustica (tacitabile) al raggiungimento del livello di riserva;
tale livello dovrà essere regolabile.
essere dotato di contatto pulito per l’invio di un eventuale comando a distanza.
essere adatto all’impiego con serbatoi di qualsiasi forma e con altezza compresa fra 0.9 e 3 m.
essere completo di sonda e di tutti gli accessori. La sonda sarà portata all’interno del serbatoio
attraverso il collare del passo d’uomo con un collegamento a perfetta tenuta e sarà posata, nel
tratto fra serbatoio e indicatore, entro tubo flessibile in polietilene senza giunzioni.
essere adatto all’alimentazione a 220V - 50 Hz.
L’indicatore sarà fissato a parete all’interno del locale del gruppo. Qualora il suo involucro non sia di
tipo stagno, dovrà essere posto entro una cassetta di contenimento in materiale isolante provvista di
coperchio trasparente con apertura a cerniera su un lato verticale e dispositivi di chiusura a baionetta.
La cassetta sarà del tipo impiegato nell’esecuzione dei quadri ad isolamento totale ed avrà grado di
protezione non inferiore a IP55. I cavi di alimentazione e di collegamento per eventuali segnalazioni o
comandi a distanza saranno protetti da tubazioni in PVC filettabile con ingresso nella cassetta
eseguito in modo da non abbassare il grado di protezione.
Canale di raccordo
Il canale di raccordo per il convogliamento all’esterno del locale dell’aria di raffreddamento del gruppo
sarà in lamiera di acciaio zincato di spessore non inferiore a 1 mm pressopiegata.
Esso sarà completo di flange di collegamento alle due estremità, alettatura parapioggia, griglia
antitopo con maglie aventi lati di dimensioni non superiori a 10 mm, deflettori saldamente fissati,
giunto antivibrante e rivestimento interno in pannello di lana di vetro plastofilmata o resinata, incollata
al canale e corredato di coprigiunti metallici.
Insonorizzazione
Il gruppo sarà posto entro una cofanatura insonorizzante se necessario per raggiungere il livello di
rumore imposto nelle specifiche tecniche. Il cofano sarà di tipo ad elementi smontabili oppure di tipo
monoblocco ed avrà portelli apribili per un’agevole ispezione e manutenzione.
Sarà costituito da un’intelaiatura in profilati di acciaio chiusa con pannelli in lamiera ribordata e
saldata, rivestiti internamente con lamiera forata e con almeno 50 mm di materiale fonoassorbente
fonoisolante, compatto, provvisto sulla superficie verso il motore di un opportuno trattamento per
evitare il distacco di particelle l’impregnamento da parte di olio, gasolio, etc., inalterabile nel tempo e
incombustibile (o combustibile ma con caratteristiche inferiori a quelle dei materiali di classe 1 di
reazione al fuoco). La ventilazione all’interno della cofanatura dovrà essere conforme a quanto
previsto dalla Circolare n. 31 del 31/3/73 de: Ministero dell’lnterno (art. 4.3).
I conduttori all’interno del cofano saranno in cavo flessibile in rame stagnato (unipolari o multipolari a
seconda della sezione) protetti da guaina esterna antiabrasiva e posati entro tubazioni in acciaio
zincato o in PVC rigido filettabile o flessibili con spirale interna in acciaio zincato a doppia aggraffatura
e guaina esterna in PVC complete di adatti raccordi (non sono ammessi raccordi di tipo con serraggio
con clip o viti).
Le tubazioni dovranno essere adeguatamente supportate e distanziate dalle parti calde del motore.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
180
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
All’atto della presentazione dell’offerta, la Ditta dovrà fornire una dichiarazione in cui garantirà livelli di
pressione che non dovrà superare i 70 dB a 6 m.
La S.A. si riserva la facoltà di fare eseguire da un tecnico di sua fiducia una misura delle
caratteristiche di rumorosità del gruppo o della cofanatura insonorizzante.
Con un anticipo di almeno 30 giorni dovrà essere comunicato alla D.L. la data in cui è possibile
effettuare la prova. Le spese relative saranno a carico della Ditta.
Quadro elettrico di comando e parallelo
Il quadro elettrico di comando e controllo sarà di tipo ad armadio per installazione all’interno
appoggiato a pavimento, dovrà essere rispondente alle prescrizioni di Legge e conforme alle Norme
CEI (in particolare alle Norme 17-13/80 fasc. 542).
Sarà costituito da una robusta intelaiatura metallica in profilati di acciaio o in profili tubolari di acciaio
con spessore minimo di 2 mm o in lamiera di acciaio piegata ed irrigidita di spessore di almeno 2
L’involucro sarà costituito da pannelli in lamiera di almeno 1,5 mm di spessore ribordati, saldati e
fissati all’intelaiatura con viti. La porta sarà apribile a cerniera, dotata di chiusura a chiave e maniglie
isolanti e provvista di adeguati irrigidimenti per evitare deformazioni o svergolamenti. Il grado di
protezione dell’involucro dovrà essere non inferiore a IP44.
Tutte le parti in acciaio del quadro, sia interne che esterne, dovranno essere accuratamente verniciate
a forno con smalti a base di resine epossidiche previo trattamento protettivo (sgrassatura,
fosfatazione e due mani di antiruggine). Le parti non verniciate, ed in particolare la bulloneria,
dovranno essere state sottoposte a trattamenti protettivi superficiali (zincatura, zincocromatura,
cadmiatura).
Il quadro elettrico dovrà comprendere i comandi per il funzionamento del gruppo elettrogeno, i servizi
ausiliari del gruppo stesso, le protezioni per il motore diesel e l'alternatore, i comandi per della
commutazione generale rete/gruppo.
I componenti minimi del quadro sono i seguenti:
Sezione gruppo elettrogeno
Strumentazione di misura costituita da:
• Voltmetro per misura tensione di gruppo
• Amperometri per misura a corrente erogata dal gruppo.
• Frequenziometro per misura frequenza di gruppo.
• Kwattmetro indicatore per misura potenza erogata dal gruppo.
• Voltmetro per misura tensione delle batterie di avviamento.
• Amperometro per misura corrente erogata dal carica batteria.
• Contaore di funzionamento del gruppo.
Apparecchi di comando e controllo:
• Commutatore voltmetrico per inserzione voltmetro sulle tre fasi
• Commutatore selezione tipo di funzionamento gruppo a 4 posizioni: escluso - manuale automatico - prova.
• Commutatore selezione tipo comando elettropompa carico combustibile a 3 posizioni: comando
manuale - escluso - comando automatico.
• Pulsante di avviamento.
• Pulsante di arresto.
• Pulsante di arresto emergenza
• Pulsante sblocco emergenza.
Apparecchiature di segnalazione:
Una serie di segnalatori luminosi di emergenza allarme, stato di funzionamento del gruppo elettrogeno
per:
a. Mancato avviamento automatico.
b. Arresto di emergenza gruppo elettrogeno.
c. Minima pressione olio lubrificazione.
d. Massima temperatura motore.
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
181
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
e. Sovravelocità.
f. Intervento relè statico protezione contro il ritorno di energia.
g. Sovraccarico generatore.
h. Minimo livello combustibile nel serbatoio di servizio.
i. Gruppo elettrogeno in moto.
l. Gruppo elettrogeno inserito sulle bare di parallelo.
L'intervento delle protezioni a)-e) provoca l'arresto immediato del motore diesel. L'intervento delle
protezioni relative alle segnalazioni luminose ai punti f)-h) provoca l'apertura dell'interruttore a
comando motore protezione generatore, senza arresto del motore diesel. L'intervento della protezione
relativa alla segnalazione luminosa al punto h) non provoca l'arresto del motore diesel.
Le segnalazioni luminose ai punti i)-m) sono informative sullo stato di funzionamento del gruppo
elettrogeno e dei suoi servizi ausiliari.
Apparecchiature di comando controllo e protezione
• Relè statico per protezione contro il ritorno di energia, completo di convertitore di inserzione ed
alimentazione.
• Piastra statica per sequenza di comando gruppo elettrogeno e per rilevamento anomalie di
funzionamento.
• Relè statico di controllo di frequenza per rilevamento sovravelocità (inserito nella piastra di
controllo sopra detto)
• Serie di relè ausiliari per realizzare i circuiti di comando e controllo gruppo elettrogeno.
Servizi ausiliari
• Dispositivo per la ricerca automatica ed il mantenimento automatico del livello di carica delle
batterie di avviamento.
• Dispositivo per alimentazione, protezione e comando della elettropompa carico del combustibile.
• Dispositivo per alimentazione, protezione ed inserzione scaldiglia preriscaldo olio
Circuito di potenza
• Interruttore automatico tetrapolare a comando motore (1000 A) per protezione generatore,
completo di relè termici e magnetici di protezione, contatto per la segnalazione di sovraccarico
generatore, motorizzazione.
• Serie di trasformatori di corrente per inserzione amperometri, wattmetro indicatore, convertitore
relè statico per protezione contro il ritorno di energia, apparecchiature per parallelo automatico e
ripartizione carichi.
Tutti i materiali isolanti impiegati saranno di tipo incombustibile o non propagante la fiamma.
Il quadro sarà completo di:
indicatori luminosi per la segnalazione di minima pressione olio, massima temperatura motore,
minimo livello combustibile, sovravelocità sovraccarico del generatore, mancato avviamento,
inserzione scaldiglie preriscaldo olio e massima temperatura acqua (per i gruppi con questo fluido
di raffreddamento);
strumenti indicatori per la misura della corrente erogata (n. 3 amperometri), della tensione fasefase sia lato rete che lato gruppo (n. 1 voltmetro con commutatore a sette posizioni) della
frequenza in uscita dal generatore (n. 1 frequenziometro a lamelle 47-53 Hz);
un gruppo di misura di energia costituito da contatori muniti di regolare certificato di taratura ed in
conformità con le prescrizioni di legge e UTIF (per i gruppi di potenza non inferiore a 200 KW);
contaore di funzionamento del gruppo;
un segnalatore acustico;
un predispositore per la scelta del tipo di carica per la batteria a tre posizioni: automatico - a fondo
- mantenimento;
un predispositore per il comando manuale della commutazione retegruppo;
un pulsante per l’arresto d’emergenza;
un pulsante di tacitazione dell’allarme acustico;
interruttori automatici magnetotermici per la protezione delle linee, alternatore, carica batterie,
scaldiglie ed un interruttore sulla linea entrate per alimentazione ausiliari (scaldiglie, carica
batterie, etc.);
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-
fusibili per la protezione dei circuiti ausiliari e di misura voltmetrici;
relè ed apparecchi per l’avviamento e l’arresto del gruppo, nonché per il comando della
commutazione completamente automatici;
trasformatore, raddrizzatore, protezioni e dispositivo elettronico di controllo della carica della
batteria con il passaggio automatico dalla carica a fondo alla carica di mantenimento e viceversa,
a seconda del livello di tensione;
- morsettiera per l’attestazione delle linee in arrivo e tutti gli accessori necessari per il perfetto
funzionamento.
L’avviamento del gruppo dovrà avvenire in modo completamente automatico con un ritardo regolabile
fra 0 e 30 secondi nel caso in cui, su una qualsiasi delle tre fasi, venga a mancare la tensione, o si
verifichi un abbassamento al di sotto di un certo valore regolabile fra 60% e 90% della tensione
nominale, per un tempo regolabile da 0 a 5 secondi.
Qualora il gruppo non parta al primo tentativo, il comando di avviamento sarà ripetuto altre due volte.
Se anche dopo il terzo tentativo non si ha l’avviamento, il gruppo sarà bloccato, ed il blocco sarà
segnalato con allarme acustico e luminoso.
La segnalazione dovrà essere riportata in prossimità dell’analoga del “combustibile in riserva” nel
serbatoio di stoccaggio.
La commutazione del carico da rete a gruppo dovrà avvenire entro un tempo massimo di 12 secondi a
partire dall’istante in cui. si è verificato l’abbassamento o la mancanza di tensione in linea. Al
ripristinarsi delle condizioni nominali della tensione di rete, e dopo un ritardo regolabile fra 0 e 120
secondi, avverrà la commutazione del carico su rete.
In tale intervallo la tensione su tutte le fasi dovrà essersi mantenuta al di sopra di un valore regolabile
fra il 90% e il 100% della tensione nominale.
Dovranno essere evitati eventuali fenomeni di parallelo sull’arco, ritardando la chiusura su rete di circa
1 secondo.
Effettuata la commutazione del carico su rete avverrà l’arresto del gruppo con un ritardo regolabile
fino a 180 secondi.
ART. 125.
GRUPPO DI CONTINUITÀ ASSOLUTA
Il gruppo statico dovrà consentire l’alimentazione per tutti quei “carichi critici” che necessitano
un’autonomia della rete in caso di interruzione della stessa.
Dovrà inoltre garantire:
a) isolamento galvanico tra utenze e rete;
b) continuità assoluta di alimentazione, anche al :mancare della rete;
c) completa eliminazione delle perturbazioni di rete quali microinterruzioni e fluttuazioni di tensione e
frequenza;
d) levata qualità della forma d’onda della corrente erogata.
Sarà costituito dalle seguenti sezioni:
a) SEZIONE RADDRIZZATORE: dovrà provvedere alla trasformazione della tensione di rete in
tensione continua stabilizzata necessaria all’alimentazione dell’inverter stesso, nonché alla carica
e al mantenimento in carica della batteria collegata in tampone.
b) SEZIONE INVERTER: trasformerà la tensione continua fornita dalla “sezione raddrizzatore” (o
dalla batteria) in una tensione alternata sinusoidale stabilizzata in ampiezza e frequenza.
c) SEZIONE COMMUTAZIONE: quella automatica avrà il compito di commutare istantaneamente e
senza interruzione l’alimentazione del carico dell’inverter nel caso di avaria che precluda la
continuità di servizio o in caso di sovraccarichi, per cause esterne, oltre i limiti cui l’apparecchiatura
è in grado di sopportare.
Quella normale consente l’alimentazione del carico in maniera diretta dalla rete.
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d) BATTERIE DI ACCUMULATORI: per questa sezione vedere prescrizioni esposte in altro capitolo.
a) Sezione raddrizzatore:
Il gruppo di continuità statico dovrà essere del tipo a diodi controllati.
Il raddrizzatore carica batteria dovrà essere costituito principalmente da un circuito di potenza e da un
circuito elettronico di comando e controllo.
Per il circuito di potenza in particolare sarà previsto un interruttore automatico di protezione in
ingresso, un ponte raddrizzatore interamente controllato a tiristori, un filtro induttanza-capacità
dimensionato in modo tale da garantire alla batteria una corrente armonica trascurabile rispetto alla
corrente di mantenimento.
In particolare quando la rete rientra nei limiti il raddrizzatore carica batteria fornirà di nuovo l’energia
necessaria all’utilizzazione e contemporaneamente alla ricarica della batteria. Il passaggio batteriaraddrizzatore carica-batteria dovrà avvenire senza perturbazioni su l’utilizzazione.
La durata del ciclo di carica, che inizierà automaticamente nel caso di una mancanza rete potrà
essere regolata da un dispositivo a tempo.
Il ciclo di carica della batteria comprenderà due momenti:
1) durante il primo, la carica della batteria di accumulatori sarà effettuata a corrente costante limitata.
La tensione continua, aumenterà man mano che. aumenterà la carica della batteria per
raggiungere alla fine di questo periodo 2,25V (tensione di carica).
2) durante il secondo, la carica della batteria di accumulatori avverrà a tensione costante 2,25 V.
La corrente di carica diminuirà continuamente per raggiungere alla fine del periodo il valore della
corrente di conservazione. Il ciclo continuerà per il periodo di funzionamento normale, al termine del
quale la tensione viene portata a 2,2 V.
Un circuito elettronico di comando e controllo provvederà alle funzioni per la “regolazione di tensione”,
la “limitazione di corrente”, la “sorveglianza di tensione alta” ed la “rampa di accensione”.
La “regolazione di tensione” invierà i segnali di accensione dei tiristori, tenendo permanentemente
costante la tensione ai capi della batteria in modo che in regime normale, funzioni l’alimentazione
statica mentre in regime di messa in servizio o di manutenzione funzioni la tensione di equalizzazione
(l’invertitore dovrà essere spento).
Per la “limitazione di corrente” si dovrà agire quando la corrente di carica tende ad oltrepassare il
valore “corrente di carica massima’.
Per la “sorveglianza di tensione alta” si dovrà provocare l’arresto del raddrizzatore carica batteria nel
caso in cui la tensione erogata raggiunga la soglia di “tensione massima”.
Tale funzione proteggerà la batteria evitando l’ebollizione dell’elettrolito.
Per la “rampa di accensione” questa limiterà la corrente di spunto all’accensione del raddrizzatore
carica batteria, imponendo un aumento graduale della tensione continua.
La batteria sarà di un tipo stazionario al piombo e sarà montata su una pedana isolante, per rendere
la sua installazione conforme alle norme CEI, e dovrà garantire l’erogazione per almeno 30’ alla max
potenza.
b) Sezione inverter
L’invertitore sarà costituito essenzialmente dai seguenti circuiti principali: quello di potenza, quello
elettronico di comando e controllo e quello di misura e di segnalazione.
Il primo dovrà essere composto principalmente da un filtro d’ingresso (condensatori), da ponti mutatori
a sfasamento regolabile, da trasformatore di accoppiamento delle tensioni erogate dai ponti mutatori,
da un filtro di uscita e da un interruttore di uscita ultrarapido.
Il secondo avrà una funzione “regolazione di fase” che ha lo scopo di mantenere la tensione
dell’invertitore in fase con la tensione della rete quando questa è nei limiti delle tolleranze ammesse.
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Una funzione “regolazione dell’ampiezza della tensione” manterrà il valore efficace fondamentale della
tensione dell’invertitore uguale alla tensione nominale.
Una funzione “distribuzione” che permetterà l’accensione ciclica dei tiristori.
Una funzione “tensione di batteria bassa” che dovrà provocare l’arresto dell’invertitore qualora il valore
minimo della tensione continua in ingresso raggiunga la soglia della “tensione minima” (1,65 V/el per
batteria al piombo), al fine di proteggere la batteria evitando ogni scarica prolungata anormale.
Una funzione “logica di comando” che invierà i segnali di comando ai componenti dei by-pass statici
(contattore elettromeccanico - diodi controllati) al fine di permettere il passaggio dell’alimentazione da
invertitore a rete e viceversa ove necessario (avaria invertitore, sovraccarico, etc).
Il terzo sarà realizzato essenzialmente da un sistema visivo ottico luminoso situato sulla parete
frontale dell’armadio e da un sistema di comando interno dell’apparecchiatura e comunque dotato di
tutte quelle apparecchiature necessarie che permetteranno in ogni istante di avere una chiara e
precisa visualizzazione dello stato di funzionamento di tutto il complesso di dispositivi.
c) Sezione by-pass
Dovrà essere il complesso di dispositivi che permetteranno di utilizzare direttamente la rete di
alimentazione finché le caratteristiche di tensione e frequenza di questa siano compatibili con
l’utilizzatore, ma anche di disinserire l’inverter, nel caso di avaria causa forti correnti di spunto o per
manutenzione. Sarà composto da una parte automatica e da una manuale.
Quella automatica costituita da un circuito elettronico di comando e controllo assolverà le funzioni di
invio segnali di riferimento, del controllo della tensione di rete onde evitare la commutazione se non
sono verificate le condizioni d’intensità di fase e tensione nei limiti, comando dei tiristori e relativa
chiusura del contattore elettromeccanico ove ricorrono le condizioni dei by-pass.
Quella manuale si compone di un complesso di sezionatori, interruttori, etc, che nel caso di
manutenzione generale, consentirà l’alimentazione dell’utilizzatore senza perturbazioni.
Gli organi di comando dovranno essere identificati chiaramente e accessibili con la massima
sicurezza nonché permettere la prova del gruppo dopo una eventuale messa a punto.
L’apparecchiatura dovrà comunque avere componenti conformi alle norme di costruzione e alle
raccomandazioni CEI in vigore.
Gli stessi saranno abbondantemente sovradimensionati per ottenere una grande affidabilità.
Gli armadi saranno in lamiera di acciaio pressopiegata, saldata e verniciata a fuoco previo trattamento
antiruggine.
I sotto sistemi funzionali saranno realizzati a blocchi modulari al fine di permettere la massima
accessibilità nel caso di guasti o durante le operazione di manutenzione.
Le logiche di comando saranno a tecnologia avanzata realizzate su schede modulari estraibili; i
sistemi di comando e controllo saranno dotati di autodiagnosi al fine di individuare, per ogni singola
apparecchiatura o unità modulare, gli eventuali guasti e la relativa topografia, intervenendo
automaticamente per disinserire l’apparecchiatura in avaria senza pregiudicare il regolare
funzionamento del sistema di alimentazione.
Le principali segnalazioni saranno doppiate con contatti liberi e disponibili su una morsettiera per un
eventuale riporto a distanza. I trasformatori di potenza e le induttanze di uscita dovranno essere posti
su supporti antivibranti in modo da limitare le vibrazioni e quindi il rumore prodotto dal gruppo stesso.
Per quanto riguarda la compensazione dovuta alla caduta di tensione introdotta dai cavi di
collegamento, l’inverter dovrà essere equipaggiato da un regolatore di tensione che consenta di
operare sull’invertitore per compensare tale caduta, innalzando la propria tensione di uscita in
funzione della corrente erogata.
L’inverter dovrà essere dimensionato infine in modo da poter essere dei sovraccaricato, quando le
necessità lo richiedano.
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Ovviamente le situazioni in cui l’inverter sarà sovraccaricato sono da considerarsi anomale e pertanto
dovranno essere limitate nel tempo. Le condizioni anomale che invece fossero continue potrebbero
portare l’inverter a lavorare fuori dei suoi limiti, esponendolo a possibili danneggiamenti pertanto sarà
provvisto di un dispositivo che, nel caso si ecceda nelle condizioni di sovraccarico, provveda a
disconnetterlo automaticamente.
Infine l’inverter dovrà essere progettato e dimensionato per sopportare senza danno anche un
cortocircuito permanente.
Accumulatori
Gli elementi costituenti la batteria saranno di tipo ermetico in vaso chiuso conforme alle Norme CEI
21-6/74 fasc. 361 e provvisti di contrassegno relativo. Dovranno essere classificati come
“Accumulatori senza manutenzione essere a bassissima autoscarica, ed essere esenti da presenza di
antimonio.
Tale sostanza presente in concentrazione minima, grazie alla caratteristica costruttiva degli elementi,
consentirà una riduzione della corrente assorbita in carica e quella che provoca l’elettrolisi dell’acqua.
I contenitori saranno sempre in materiale plastico acrilanitrilico trasparente traslucido chiusi da un
coperchio dello stesso materiale che li chiuda in modo ermetico. Ciascun elemento dovrà essere
numerato in modo progressivo.
Le piastre che compongono l’elemento saranno così composte: Quelle positive avranno una struttura
tubolare conduttrice, ottenuta per pressofusione in lega leggera e priva di antimonio
Quelle negative saranno di materiale attivo ribordato su griglia.
Anche per queste varrà il criterio costruttivo di bassa percentuale di antimonio.
L’isolamento interno dovrà essere assicurato da un reticolo di tubetti contenenti la materia attiva
positiva, con frapposto un separatore microscopico.
Collegamenti
Cavi di collegamento agli utilizzatori
I cavi per il collegamento con gli utilizzatori o con il carica batterie dei poli positivo e negativo della
batteria saranno in corda di rame stagnato rigido o flessibile munito alle estremità di capicorda in rame
o ottone stagnato di tipo ad occhiello fissato per compressione.
I capicorda saranno rivestiti da una guaina termorestringente fino a ricoprire anche parte dell’isolante
del cavo.
La connessione al polo sarà protetta con una calotta isolante o con altro sistema equivalente atto ad
impedire la possibilità di toccare contemporaneamente le due polarità.
I conduttori saranno posti entro tubazioni in PVC rigido di ti o filettabile ancorate alle pareti o ad altre
strutture fisse del locale.
I tratti terminali delle tubazioni saranno di tipo flessibile collegate a quelle rigide mediante adatto
raccordo.
Connessioni fra gli elementi delle batterie al piombo
Il collegamento fra i poli dei vari elementi sarà ottenuto con tratti di sbarra in rame protetta con
piombatura e rivestita da una guaina isolante in materiale autoestinguente.
La connessione a ciascun polo sarà effettuata mediante bulloni in acciaio inossidabile.
I poli, le parti terminali delle sbarre di collegamento ed i bulloni di fissaggio, saranno protetti, come
previsto dalle prescrizioni di manutenzione, con un velo di vaselina.
Su ciascun polo sarà posta una calotta in materiale isolante di forma e dimensioni tali da racchiudere,
oltre al polo ed al bullone anche parte della guaina isolante che riveste la sbarra di collegamento; ciò
affinché non sia possibile il contatto accidentale con parti conduttrici sia sui collegamenti intermedi
che su quelli terminali della batteria.
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ART. 126.
ILLUMINAZIONE DI AMBIENTI MEDIANTE LUCE ARTIFICIALE
Corpi illuminanti
Degenze, Ambulatori
Plafoniera con lampade fluorescenti con:
struttura in lamiera di acciaio presso-piegata, elettrosaldata, di spessore c.ca 0,7 mm verniciata, dopo
trattamenti superficiali, con polveri polimerizzate di colore bianco semilucido;
schermo con lastra in metacrilato prismatizzato internamente e liscio esternamente di spessore 3 mm
antiurto, antinvecchiamento, di elevata trasparenza, brillantezza e leggerezza, resistente agli agenti
atmosferici e all'ingiallimento.
Telaio in estruso di alluminio verniciato con polveri polimerizzate di colore bianco semilucido.
Sistemi di bloccaggio a slitte metalliche scorrevoli in acciaio zincato rivestito con materiale plastico.
Dispositivi anticaduta a tirante per la sicurezza durante la manutenzione ordinaria.
Caratterizzato da ottimizzata diffusione della luce ed attenuazione degli effetti dell'abbagliamento
diretto.
Cablaggio elettrico alimentato a 230V-50Hz. Morsettiera LTN 2,5 mm². Portafusibile sezionatore
completo di fusibile 5x20. Cavo rigido termoresistente H05V2-U 0,75 mm². Rifasamento in parallelo
cosφ>0.9 per alimentatori elettromagnetici; cosφ>0.95 per alimentatori elettronici. Filtro soppressione
radiodisturbi. Alimentatore elettromagnetico a bassissime perdite con starter o alimentatore elettronico
dove previsto. Accensione unica. Classe di Isolamento I.
Conforme alle norme armonizzate relative agli apparecchi di illuminazione CEI EN 60598-1
(prescrizioni generali e prove), CEI EN 60598-2-22 (per apparecchi con emergenza).
Radiodiagnostica, Laboratori, Sale Operatorie
Plafoniera con lampade fluorescenti per montaggio a scomparsa in controsoffitto, grado di protezione
IP 65 per controsoffitti a tenuta, costituita da:
corpo in lamiera di acciaio presso-piegata, elettrosaldata, verniciata con polveri polimerizzate;
profilo perimetrale con specifica piegatura per l'accoppiamento con i pannelli;
schermo con lastra in policarbonato trasparente autoestinguente, liscio esternamente e prismatizzato
internamente di spessore 3 mm, avente buona resistenza agli urti ed agli agenti atmosferici.
Telaio in estruso d'alluminio anodizzato naturale.
Sistemi di bloccaggio con perni imperdibili in acciaio nichelato mediante rotazione di 90°.
Dispositivi anticaduta a tirante per la sicurezza durante la manutenzione ordinaria.
Completo di coperchi di chiusura dei vani di posizionamento dei perni di fissaggio, perfettamente
complanari al telaio, realizzati in estruso d'alluminio ossidato ed anodizzato, dotati di dispositivi
anticaduta a tirante per la sicurezza durante la manutenzione ordinaria.
Cablaggio elettrico alimentato a 230V-50Hz. Morsettiera LTN 2,5 mm². Portafusibile sezionatore
completo di fusibile 5x20. Cavo rigido termoresistente H05V2-U 0,75 mm². Rifasamento in parallelo
cosφ>0.9 per alimentatori elettromagnetici; cosφ>0.95 per alimentatori elettronici. Filtro soppressione
radiodisturbi. Alimentatore elettromagnetico a bassissime perdite con starter o alimentatore elettronico
dove previsto. Accensione unica. Classe di Isolamento I.
Conforme alle norme armonizzate relative agli apparecchi di illuminazione CEI EN 60598-1
(prescrizioni generali e prove), CEI EN 60598-2-22 (per apparecchi con emergenza).
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187
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Depositi, Locali tecnici
Plafoniera stagna grado di protezione IP65 con lampade fluorescenti con:
struttura in lamiera di acciaio presso-piegata, elettrosaldata, di spessore c.ca 0,7 mm verniciata, dopo
trattamenti superficiali, con polveri polimerizzate di colore bianco semilucido;
schermo in policarbonato autoestinguente, stampato ad iniezione, liscio esternamente con specifica
struttura prismatizzata in senso longitudinale interna avente buona resistenza agli urti ed agli agenti
atmosferici.
Sistemi di bloccaggio a scatto senza l'ausilio di utensili.
Riflettore Bianco di tipo simmetrico con profilo diritto in lamiera di acciaio verniciata con polveri
polimerizzate di colore bianco semilucido.
Sistema di fissaggio con inserti in poliestere.
Dispositivi anticaduta in materiale plastico.
Cablaggio elettrico alimentato a 230V-50Hz. Morsettiera LTN 2,5 mm². Portafusibile sezionatore
completo di fusibile 5x20. Cavo rigido termoresistente H05V2-U 0,75 mm². Rifasamento in parallelo
cos?>0.9 per alimentatori elettromagnetici; cos?>0.95 per alimentatori elettronici. Filtro soppressione
radiodisturbi. Alimentatore elettromagnetico con starter o alimentatore elettronico dove previsto.
Accensione unica. Classe di Isolamento I.
Conforme alle norme armonizzate relative agli apparecchi di illuminazione CEI EN 60598-1
(prescrizioni generali e prove), CEI EN 60598-2-22 (per apparecchi con emergenza).
Travi testaletto
Degenze
Trave testaletto in alluminio estruso anodizzato naturale o verniciato, costituita da una piastra di
montaggio fissata a parete tramite punti di fissaggio predisposti e da un profilato principale con
struttura liscia. I pannelli di copertura sono fissati a scatto sul profilo principale e la loro rimozione
consente l'accessibilità a tutti i punti di utilizzo della barra. Equipaggiata con:
-n° 2 lampade fluorescenti da 58W per la illuminazione generale a luce indiretta complete di reattore
del tipo a basse perdite, portalampade, riflettori speciali, schermi infrangibili a bassa luminanza
con assoluta assenza di abbagliamento;
-n° 1 lampada fluorescente 18 W completa come sopra per luce lettura;
-n° 1 lampada fluorescente 18 W completa come sopra per luce visita;
-n° 1 lampada incandescenza 15 W azzurra per luce notturna attacco E14;
-n° 1 interruttore a chiave per luce visita;
-relè per luce lettura ed indiretta;
-n° 2 prese 2P+T 15A tipo Schuko protette da interruttore magnetotermico unipolare componibile;
-n° 1 presa 2P+T 10/15A protetta con un interruttore c.s.d.;
-n° 1 una spina equipotenziale con presa angolare;
-n° 1 presa telefonica di tipo approvato dalla SIP;
-n° 1 pulsante di chiamata infermiera a tirante.
Preparazione, Risveglio
Trave continua per preparazione, risveglio, in alluminio estruso anodizzato naturale per un posto letto,
costituita da:
A) Profilato superiore per circuiti elettrici e fonici portante montati e connessi :
SERVIZI LUCE:
1 plafoniera luci relativi diffusori in materiale trasparente antiurto rigato completa di :
-- luce indiretta da 36 W comandata da interruttore su trave
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
188
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-- luce lettura da 18 W comandata da pulsantiera mod. Stm
-- luce visita da ( 18 + 18 ) W comandata da interruttore bipolare su trave
COMANDI:
1 sistema di chiamata infermiera completo di :
-- 1 pulsantiera per chiamata / luce lettura
-- 1 spia di tranquillità
-- 1 pulsante di annullamento chiamata
1 interruttore per comando luce visita bipolare
1 interruttore per comando luce indiretta visita bipolare
SERVIZI ELETTRICI:
-- 6 prese Schuko protette singolarmente da interruttore magnetotermico bipolare con portello di
copertura
-- 4 prese jack equipotenziali
--1 trasformatore di sicurezza 30 VA 230 / 24 V protetto da fusibile
1 canalina autoestinguente per cavi di potenza
1 canalina autoestinguente per cavi di segnalazione ed i cavi di servizio
1 Profilato inferiore predisposto per il montaggio di unità terminali gas medicali (quest'ultime escluse
dalla
fornitura)
B) Profilato inferiore a sezione rettangolare destinato all' alloggiamento di:
-- 2 presa ossigeno mod. UNI / AFNOR completa di tubo targhetta identificativa e ghiera di fissaggio
-- 2 presa aria mod. UNI / AFNOR completa di tubo targhetta identificativa e ghiera di fissaggio
-- 2 presa vuoto mod. UNI / AFNOR completa di tubo targhetta identificativa e ghiera di fissaggio
-- 1 presa protossido mod. UNI / AFNOR completa di tubo targhetta identificativa e ghiera di fissaggio
--1 barra porta accessori in alluminio ( dim. mm 2000 x 25 spessore 10 )
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
189
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO XII
IMPIANTI SPECIALI - CRITERI DI PROGETTAZIONE
IMPIANTI SPECIALI - CRITERI DI PROGETTAZIONE
190
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 127. IMPIANTO DI CHIAMATA INFERMIERI – NORMATIVA E ELEMENTI DI
PROGETTAZIONE
Il sistema di comunicazione si dovrà articolare in una serie di funzioni complementari ed integrate per
cui, grazie all’impiego di terminali di camera dotati di microcomputer, è sufficiente generare una
chiamata da un qualsiasi dispositivo di camera, bagno o locale di servizio per dar seguito ad una
chiamata acustico/luminosa con comunicazione e risposta a distanza tra terminale e terminale. Il
sistema deve consentire di avere a disposizione dell’utente diverse versioni operative del sistema
stesso:
Sistema decentralizzato, ovvero con consolle operativa nel locale caposala che normalmente riceve
tutte le chiamate del reparto;
Sistema centralizzato, ovvero con una consolle operativa presidiata 24 ore su 24 in grado di gestire le
chiamate di più reparti contemporaneamente; i sistemi centralizzati combinano la chiamata di
assistenza con la gestione di tutte le brevi comunicazioni di messaggi nell'ospedale. Per esempio, in
una struttura quale è quella di interesse di può presumere che fino al 50% di chiamate sono effettuate
dallo staff, che utilizza il sistema per organizzare le attività sia a livello intra-dipartimentale sia a livello
inter-dipartimentale. La configurazione centralizzata offre reali vantaggi a livello organizzativo.
Sistema misto centralizzato/decentralizzato.
Il sistema chiamata infermiera deve rispondere pienamente alle seguenti norme:
•
DIN 41050 parte 1 e 2 : terminologia, apparecchiature, segnalazione di chiamata
•
DIN 57833/VDE 0834 classe 2: sicurezza dei cavi di collegamento degli impianti di chiamata
•
DIN 57834/VDE 0834 parte II° tecnologia nei sistemi di chiamata per ospedali.
Il sistema dovrà essere dotato di un sistema di autodiagnosi che gli consente un continuo controllo
sulla capacità funzionale delle apparecchiature collegate: ogni irregolarità del sistema verrà
immediatamente segnalata acusticamente e visivamente in conformità alle normative VDE 0834 e
DIN 41050. I diversi segnali ottici ed acustici che distinguono i vari tipi di chiamata e presenza,
dovranno seguire quanto descritto nelle DIN 41050/parte II°. Pertanto le lampade fuori porta dovranno
rispettare la seguente sequenza di colori: Rosso: chiamata proveniente dalla camera/bagno Verde:
presenza 1° livello (infermiera) Arancio: presenza 2° livello (medico) Bianco: chiamata proveniente dal
bagno Blu: chiamata d’emergenza
ART.128. CABLAGGIO STRUTTURATO (FONIA-DATI) – NORMATIVA ED
ELEMENTI DI PROGETTAZIONE
Ai fini delle seguenti specifiche, per cablaggio strutturato si definisce l’insieme di tutte le componenti
(escluse le apparecchiature attive), ed i cablaggi richiesti, compresi gli armadi di permutazione, le
prese di utente ed i cavi per trasmissione dati e fonia, installati e configurati al fine di garantire la
connettività di dati e fonia di ogni presa della rete locale.
Il cablaggio strutturato fungerà da vettore per il trasporto di segnali dati e telefonici su tutta la rete,
dagli apparati attivi alle prese situate sia nei posti di lavoro sia in altre postazioni indicate nei grafici di
progetto.
La topologia dell’impianto sarà del tipo a stella, a partire dagli armadi di centro stella fino agli armadi
dei nodi di livello fino alle prese d’utente.
Norme, Prestazioni, Certificazioni E Verifiche
Il presente paragrafo è redatto in conformità con le seguenti disposizioni legislative, in vigore alla data
del documento stesso:
Legge 186/68
IMPIANTI SPECIALI - CRITERI DI PROGETTAZIONE
191
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Legge 46/90
DPR 547/55
DPR 577/82
DPR 477/91
D. Lgs.626/94
L’infrastruttura dovrà essere realizzata in conformità alle norme e gli standard alla base
dell’impiantistica di reti per la trasmissione dati e telefonia, riportate di seguito:
Norma CEI 64-8
Standard EIA/TIA 568B
Standard EIA/TIA 569A
Standard EIA/TIA 606
Compatibilità con standard, prodotti e protocolli
Il sistema di cablaggio monoproduttore dovrà essere aperto a soluzioni informatiche multivendor e
multiprotocol e dovrà assicurare i più ampi requisiti di funzionalità, garanzia e flessibilità sia nei
confronti delle tecnologie affermate che utilizzano due delle quattro coppie disponibili nei cavi, quali,
ma non limitatamente:
IEEE 802.3 (Ethernet)nelle versioni:
10 Base T
100 Base T
sia delle tecnologie emergenti che utilizzano tutte e quattro le coppie disponibili, quali:
ATM 622
Giga Ethernet.
Prestazioni del sistema
Il cablaggio strutturato dovrà supportare applicazioni per dati ad alta velocità (oltre 100 MHz categoria 5E, secondo EIA/TIA).
Di seguito sono definiti i parametri di prestazione minimi del permanenti link:
Frequenza
100 MHz
Attenuazione
24,0 dB
NEXT
30,1 dB
PSNEXT
27,1 dB
ELFEXT
17,4 dB
Return Loss
10,0 dB
Delay
555 ns
Delay skew
50 ns
Verifiche e certificazione
In ottemperanza a quanto previsto dagli standard, ogni singola tratta in cavo UTP 4 coppie 24AWG di
Cat. 5e dovra’ essere certificata per attestarne la rispondenza alle caratteristiche minime richieste
dalla stessa normativa. Di ogni certificazione dovrà essere rilasciata la stampa originale, prodotta
dagli strumenti di misura utilizzati. Dalla certificazione con strumenti di alta precisione, con livello
IMPIANTI SPECIALI - CRITERI DI PROGETTAZIONE
192
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d’accuratezza IIE, secondo EIA/TIA TBS 67 per cavi twistati di categoria 5e relativa al funzionamento
a 100 MHz, dovranno risultare :
nominativo dell’azienda certificatrice;
nominativo dell’operatore;
tipologia, numero di serie e revisione software/hardware dello strumento utilizzato;
numero identificativo della tratta testata;
tipo di test effettuato (permanent link cat.5E);
mappatura dei collegamenti;
lunghezza di ogni singola coppia;
impedenza di ogni singola coppia;
resistenza di ogni singola coppia;
capacità di ogni singola coppia;
valore massimo di attenuazione per ogni singola coppia e relativa frequenza di test;
valore massimo del cross-talk loss per ogni possibile combinazione di coppie.
Il sistema dovrà essere realizzato e certificato (collaudato) secondo gli standard EIA/TIA 568B per le
componenti, EIA/TIA 569A per l’installazione.
0.0.128.1.
ART. 129. IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDI – NORMATIVA ED ELEMENTI DI
PROGETTAZIONE
I principali componenti dell’impianto sono: le centrali, i dispositivi periferici di rivelazione e
segnalazione, le tubazioni e i cavi.
Le segnalazioni di allarme dovranno essere quanto più possibile dettagliate per consentire l’esatta
localizzazione del punto di allarme.
I dispositivi di rilevamento automatico degli incendi e gas (rivelatori, allarmi manuali, ecc.) dovranno
permettere di individuare anche altri stati di funzionamento, oltre la condizione normale e di allarme.
Dovranno, quindi essere dotati di indirizzo proprio e segnalare la condizione di guasto.
Le centrali dovranno consentire, indipendentemente dalla distribuzione delle linee dei rivelatori o del
cablaggio dei rivelatori stessi, di avere in uscita le più svariate combinazioni per eventuali attivazioni di
serrande, porte tagliafuoco, cupole, lucernari, blocco a zone del condizionamento, ecc., ovvero, dovrà
essere possibile subordinare l’attivazione di adeguate contromisure alle condizioni di allarme di due
rivelatori adiacenti o distanti, oppure qualsiasi altra condizione richiesta.
Criteri d’installazione dei sistemi fissi automatici e di segnalazione manuale
d’incendio
Le aree sorvegliate dovranno essere interamente tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione.
Devono essere direttamente sorvegliate da rivelatori anche le seguenti parti:
- locali tecnici di elevatori, ascensori e montacarichi, condotti di trasporto e comunicazione,
nonché vani corsa degli elevatori, ascensori e montacarichi;
- cortili interni coperti;
- cunicoli, cavedii e passerelle per cavi elettrici;
- condotti di condizionamento dell'aria e condotti di aerazione e di ventilazione;
- spazi nascosti sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati.
IMPIANTI SPECIALI - CRITERI DI PROGETTAZIONE
193
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
-
-
-
Possono non essere direttamente sorvegliate da rivelatori le seguenti parti qualora non
contengano sostanze infiammabili, rifiuti, materiali combustibili e cavi elettrici ad
eccezione, per questi ultimi, di quelli strettamente indispensabili all'utilizzazione delle parti
medesime:
piccoli locali utilizzati per servizi igienici, a patto che essi non siano utilizzati per il deposito
di materiali combustibili a rifiuti.
condotti e cunicoli con sezione minore di 1 mq, a condizione che siano correttamente
protetti contro l'incendio e siano opportunamente compartimentati;
banchine di carico scoperte (senza tetto);
locali protetti da impianti di spegnimento automatici e separati dalle altre aree da strutture
resistenti all'incendio;
spazi nascosti, compresi quelli sopra i controsoffitti e sotto i pavimenti sopraelevati, che:
abbiano altezza minore di 800 mm, e abbiano superficie non maggiore di 100 mq, e
abbiano dimensioni lineari non maggiori di 25 m, e siano totalmente rivestiti all'interno con
materiale incombustibile (classe O2), e non contengano cavi che abbiano a che fare con
sistemi di emergenza (a meno che i cavi non siano resistenti al fuoco per almeno 30 min);
vani scale compartimentati;
vani corsa di elevatori, ascensori e montacarichi purché facciano parte di un
compartimento sorvegliato dal sistema di rivelazione.
I rivelatori di fumo saranno posizionati in modo da monitorare sia quei locali uso ripostiglio o piccoli
vani tecnici sia gli spazi individuati dai controsoffitti e nei sottopavimenti e comunque secondo la
norma UNI 9795.
Particolare attenzione è da prestarsi al posizionamento dei rivelatori nel controsoffitto e nei
sottopavimenti.
Se contengono cavi elettrici e/o supporti di messaggi codificati, presentano rischio di incendio. In detti
spazi, se la loro altezza non è superiore ad 1 mt, il numero dei rivelatori da installare è quello
determinato secondo il punto 5.4.3. della norma UNI 9795; se invece la loro altezza è superiore ad 1
m, il numero dei rivelatori necessari deve essere calcolato secondo quanto specificato dal punto
5.4.4.2. e cioè come se si trattasse di un locale.
Il calcolo del numero dei rivelatori puntiformi di fumo in ambiente è da effettuarsi nel pieno rispetto del
valore Amax dell’area sorvegliata a pavimento relativa a ciascun rivelatore, il cui valore è determinato
in funzione dell’altezza h del soffitto e della superficie S in pianta dell’ambiente secondo il prospetto 4
specificato in 5.4.3.3 (norme UNI 9795). Nell’ambito di ciascuna area sorvegliata la distanza tra il
rivelatore ed ogni punto del soffitto o controsoffitto non dovrà essere maggiore del valore riportato nel
prospetto 5 della norma UNI 9795, calcolato rispetto alla superficie S e all’altezza h del locale; inoltre
la distanza tra i rivelatori e le pareti dell’ambiente non dovrà essere inferiore ai 50 cm.
Per quanto concerne la rivelazione con rivelatori puntiformi di calore, la normativa UNI 9795 specifica
che il numero dei rivelatori è determinato in modo che non siano superati i valori Amax dell’area a
pavimento sorvegliata da ogni rivelatore, in funzione della superficie in pianta S e dell’inclinazione e
altezza del soffitto, secondo quanto specificato in 5.4.2.2.
La posizione dei rilevatori deve essere scelta in modo che la temperatura nelle loro immediate
vicinanze non possa raggiungere, in condizioni normali, valori tali da dare origine a falsi allarmi.
Nell’ambito di ciascuna area sorvegliata la distanza tra il rivelatore ed ogni punto del soffitto o
controsoffitto non dovrà essere maggiore del valore riportato nel prospetto 2 della norma UNI 9795,
calcolato rispetto alla superficie S e all.altezza h del locale.
Pertanto devono essere prese in considerazione tutte le installazioni presenti che, anche
transitoriamente, possono essere fonti di irraggiamento termico, di aria calda e di vapore. Per le
caratteristiche sopra espresse, il rivelatore è adatto per la rivelazione in tutti gli ambienti dove si
svolgono processi lavorativi con sviluppo di fumo ma non di calore, depositi di materiale infiammabile
con temperatura ambiente poco variabile, garage, deposito di alcoli e cucine, oltrechè nei servizi
igienici.
I rivelatori puntiformi dovranno essere disposti anche all’interno dei canali di mandata e di ripresa
dell’aria dell’impianto di condizionamento nei punti caratterizzati da maggiore turbolenza, dovrà
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essere posizionato un rivelatore nel collettore principale di mandata all’uscita di ogni UTA e in ogni
condotto secondario di ripresa prima dell’immissione in quello principale, secondo quanto indicato nel
punto 5.4.4.5 della norma specificata. Poiché all’interno di questi la velocità dell’aria sarà
probabilmente maggiore di 5 m/s, tali rivelatori saranno dotati di un dispositivo di prelievo e
campionamento in linea, costituito da un contenitore in materiale plastico con copertura in
policarbonato contenente un rivelatore analogico. Tale contenitore potrà essere installato sia in canali
circolari che rettangolari, e sarà dotato di una sonda di prelievo da 40 cm per il campionamento.
Quando i rivelatori di fumo non saranno direttamente visibili (se installati nel controsoffitto o nascosti
alla vista diretta) occorrerà provvedere all’installazione di ripetitori ottici di allarme in posizione visibile
in modo tale da poter individuare il punto in cui verrà segnalato lo stato di allarme. L’allarme del
rivelatore sarà chiaramente visibile dall.esterno grazie alla luce rossa lampeggiante emessa dal led di
bordo che coprirà un angolo di campo visivo di 360 gradi. Lo stesso ripetitore ottico dovrà essere
installato per tutte degenze in riferimento al decreto ministeriale.
Tutto il sistema dei rivelatori sarà connesso con un cavo 2x1,5 mm2 twistato collegato ad anello con le
relative centrali di rilevazione.
Descrizione del sistema
Il sistema da prevedere per la rivelazione fumi dovrà essere realizzato su un loop ad anello chiuso sul
quale verranno installati i rivelatori di fumo digitali e gli altri componenti di comando e di acquisizione,
l’anello partirà e terminerà in centrale.
I rivelatori saranno posizionati secondo quanto imposto dalla normativa UNI 9795 e saranno installati
sia in ambiente che all’interno dei controsoffitti.
In caso di allarme le centrali provvederanno, all’arresto dell’impianto di condizionamento e la chiusura
delle porte e serrande tagliafuoco.
Normativa di riferimento
La normativa che regolamenta la realizzazione di impianti automatici di rivelazione incendi e dei
sistemi fissi manuali di segnalazione di incendio è la UNI 9795 del marzo 1999.
La presente norma prescrive i criteri per la realizzazione e l’esercizio dei sistemi fissi automatici di
rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme incendio.
Essa si applica ai:
ƒ
sistemi fissi automatici di rivelazione e di allarme di incendio, dotati di rivelatori puntiformi di
fumo e di calore, collegati o meno ad impianti di estinzione o ad altro sistema di protezione;
ƒ
sistemi fissi di segnalazione manuale e di allarme di incendio; destinati ad essere installati in
edifici adibiti ad uso civile ed industriale.
Le norme a riferimento sono:
UNI EN 54-1: sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio. introduzione
UNI EN 54-2: sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio. centrale di controllo
UNI EN 54-4: sistemi di rivelazione e di segnalazione di incendio. apparecchiatura di alimentazione
UNI EN 54-5: componenti dei sistemi di rivelazione automatica di incendio; rivelatori di calore;
rivelatori puntiformi con un elemento statico
UNI EN 54-6: componenti dei sistemi di rivelazione automatica di incendio. rivelatori di calore rivelatori velocimetrici di tipo puntiforme senza elemento statico;
UNI EN 54-7: componenti dei sistemi di rivelazione automatica di incendio . rivelatori puntiformi di
fumo. rivelatori funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della
trasmissione della luce o della ionizzazione;
IMPIANTI SPECIALI - CRITERI DI PROGETTAZIONE
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UNI EN 54-8: componenti dei sistemi di rivelazione automatica di incendio . rivelatori di calore a soglia
di temperatura elevata;
UNI EN 54-9: componenti dei sistemi di rivelazione automatica di incendio . prove di sensibilità su
focolari tipo
CEI 20-36: prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici
CEI 64-8: impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata
e 1500V in corrente continua
Rivelazione e gestione dell'allarme
Quando verrà segnalata una condizione d'allarme incendio da uno dei dispositivi di rivelazione del
sistema (rivelatori di fumo e pulsanti manuali), sulla centrale lampeggerà il LED d'allarme generale
e contemporaneamente verrà attivato un dispositivo acustico.
Sul display della centrale verranno visualizzate tutte le informazioni relative alle condizioni di allarme
necessarie alla sua localizzazione. Il messaggio inviato al sistema di supervisione, conterrà: il codice
di identificazione del punto in allarme, data ed ora dell'evento ed eventuale zona attivata dall'evento.
Una volta ricevuto e decodificato l’allarme ed individuato il punto esatto, la centrale attiverà
automaticamente, tramite l’invio di una serie di impulsi:
• i dispositivi ottici e acustici
• la chiusura delle porte e serrande tagliafuoco, comandata dai corrispondenti moduli
d’uscita:
• l’arresto dell’impianto di condizionamento
La risposta di ciascun dispositivo all’interrogazione della centrale risulterà immediata.
La comunicazione con i dispositivi di rivelazione sarà possibile anche in presenza di un taglio dei
cavi di collegamento. In caso di cortocircuito, invece, la comunicazione rimarrà inalterata solo con le
zone non interessate al guasto, che verrà automaticamente isolato con i circuiti isolatori preposti.
Sistemi fissi di segnalazione manuale d’incendio
Il sistema di segnalazione manuale sarà costituito da pulsanti manuali per la segnalazione
dell’allarme che dovranno essere installati uno ogni 40 m in particolare lungo le vie di esodo.
I pulsanti dovranno essere installati in punti visibili e ad un.altezza compresa tra 1 m e 1.4 m secondo
quanto indicato nel punto 6 della norma UNI 9795. Il pulsante di allarme manuale a rottura vetro dovrà
essere dotato di LED di segnalazione di avvenuto azionamento adatto al montaggio a giorno in
ambienti chiusi non a rischio. Il pulsante dovrà essere fornito completo di circuito di identificazione il
quale assegnerà l'indirizzo dell'elemento per mezzo di due interruttori decimali.
Il pulsante,come il rivelatore, sarà di tipo intelligente, ovvero non trasmetterà alla centrale informazioni
che devono essere elaborate, ma dei messaggi finiti: allarme, guasto, richiesta manutenzione, ecc.
I pulsanti saranno di tipo autoindirizzato con memoria degli eventi residente nel pulsante con
protezione dalla maggior parte dei guasti fisici come taglio linea e corto-circuito.
IMPIANTI SPECIALI - CRITERI DI PROGETTAZIONE
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CAPITOLO XIII
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 130. IMPIANTO DI CHIAMATA INFERMIERI – CARATTERISTICHE DEL
SISTEMA E APPARECCHIATURE
Il sistema, nella gestione del reparto, dovrà consentire la ricezione delle chiamate per mezzo di un
normale Terminale di camera con o senza display oppure tramite una più completa consolle di reparto
a microprocessore programmabile: essa permette la segnalazione delle chiamate e lo stato di
ciascuna stanza o bagno nonché la comunicazione in fonia con tutte le camere ed i letti. Permette
inoltre la segnalazione delle presenze del personale, distinta su 2 livelli medico e infermiera, nelle
camere e nei locali di servizio dotati di Terminale di camera. La Postazione di controllo sarà dotata di
pulsanti per annunci al personale e per chiamata generale. tasti di selezione diretta per rispondere o
effettuare chiamate verso le stanze display multifunzionale illuminato con individuazione letto, bagno,
tipo di chiamata ecc.... gestione semplificata tramite i tasti funzione e navigazione, conversazioni a
viva voce o tramite microtelefono risposta automatica secondo la priorità concentrazione di reparti
Tipologie di chiamate:dalle camere degenza:chiamata normale E’ possibile generare una chiamata da
camera tramite il terminale di degenza od un qualsiasi dispositivo dotato di tasto identificato con il
colore rosso installato all’interno della camera: questa azione provoca l’accensione di un LED sul
modulo che ha generato la chiamata con il duplice scopo di tranquillizzare il degente e aiutare il
personale che si reca in camera degenza nell’individuare l’originedella chiamata.
Contemporaneamente verranno attivate le seguenti segnalazioni:
- sulla lampada fuori porta luce rossa ad intermittenza lenta;
- sulla consolle caposala tono acustico lento ed accensione del relativo tasto di
chiamata da camera;
- .sui terminali di camera, con tasto di presenza personale inserito, tono acustico solo dopo 30
secondi di mancata risposta da parte della consolle caposala (detta temporizzazione non verrà
ripetuta per le chiamate successive).
Chiamata d’emergenza
Questa chiamata potrà essere generata (solo dopo aver inserito la presenza del personale sul
terminale di camera o sul modulo esterno) ripremendo un qualsiasi tasto di colore rosso. Detta
chiamata verrà indirizza verso gli stessi terminali descritti per la chiamata normale ma distinta da: tono
acustico accelerato sui terminali di camera e sulla consolle della caposala con priorità su precedenti
chiamate inevase luce rossa ad intermittenza veloce sulla lampada fuori porta.
Chiamata diagnostica
E’ possibile generare una chiamata diagnostica per mezzo di apparecchiature mediche collegate ad
innesto alla presa di degenza. Nel caso di variazione dei parametri impostati sulle apparecchiature
mediche di controllo si verificherà , con le stesse procedure di una chiamata normale, una chiamata
identificata come diagnostica.
Chiamata in caso di sconnessione di unita’ di degenza
Nel caso in cui avvenga l’accidentale sconnessione dell’unità pensile di chiamata verrà generata una
chiamata del tutto paragonabile ad una normale chiamata da camera.
Annullamento delle chiamate da camera
All’avvento delle chiamate sopra descritte il personale del reparto ha tre alternative: può recarsi in
camera dopo aver visto una segnalazione su lampada fuori. Utilizzando l’apposito tasto di presenza
taciterà la chiamata fissando la segnalazione rossa sulla lampada fuori porta ed accendendo una
nuova segnalazione di presenza sia fuori dalla camera, sia sulla consolle caposala. Uscendo dalla
camera sarà sufficiente ripremere lo stesso tasto di presenza per annullare definitivamente la
chiamata e tutte le segnalazioni ottico/acustiche da essa generate. può rispondere alla chiamata dalla
consolle caposala o da un qualsiasi terminale di camera dove precedentemente era stata inserita una
presenza. Dopo aver comunicato con il degente il personale avrà facoltà di cancellare la chiamata
annullando anche tutte le segnalazioni ottico/acustiche da essa generate. può rispondere alla
chiamata dalla consolle caposala o da un qualsiasi terminale di camera dove precedentemente era
stata inserita una presenza. Dopo aver comunicato con il degente il personale avrà facoltà di
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
concludere la comunicazione lasciando però attive tutte le segnalazioni ottico/acustiche da essa
generate sull’impianto.
Chiamata da wc di camera
La chiamata generata da WC di camera origina una segnalazione sulla lampada fuori porta di colore
rosso o bianco (se prevista lampada per segnalazione chiamata da bagno), una segnalazione
acustica su tutti i terminali di camera dove è stata registrata la presenza del personale e sulla consolle
caposala. Una volta accettata la chiamata sarà possibile individuare l’origine di tale chiamata: non è
possibile attivare la comunicazione fonica e sarà quindi necessario recarsi nel bagno per annullare la
segnalazione utilizzando l’apposito tasto nel bagno sul quale sarà attivato il LED di identificazione.
Sistema interfonico
Il sistema interfonico dovrà essere dotato di una tale gamma di dispositivi da garantire, oltre ad
un'elevata qualità della fonia con totale segretezza nelle conversazioni, prestazioni capaci di ampie
possibilità funzionali in qualsiasi situazione ospedaliera come ad esempio:
o Comunicazioni con sale operatorie utilizzando dedicate stazioni interfoniche asettiche;
o Comunicazione dei diversi reparti;
o Comunicazione fra degenti e visitatori nei reparti di terapia intensiva;
o Comunicazioni d’emergenza tramite sistema di diffusione sonora interfacciata all’interfonico;
o Comunicazione e gestione dei varchi di ingresso ai reparti;
o Comunicazione diretta via radio con le ambulanze;
o Gestione delle chiamate di allarme dagli ascensori;
o Comunicazione fra i fari reparti con connessioni in rete locale;
ed ancora possibilità di connettere:
o Interfaccia telefonica analogica;
o Scheda 16 uscite;
o Scheda 16 ingressi;
o Scheda di rete ISDN a 2 connessioni;
o Scheda interfaccia matrice video;
o Scheda RS232 programmabile.
In termini più specifici, il sistema deve essere in grado di proporre, oltre ai comuni servizi dei sistemi
interfonici, funzionalità di monitoraggio audio, di telecomando, di integrazione a diversi sistemi quali
diffusione sonora, remote control, linee telefoniche ISDN, sistemi di video controllo ecc. con semplici
soluzioni impiantistiche.
ART. 131. CABLAGGIO STRUTTURATO – CARATTERISTICHE DEL SISTEMA
E APPARECCHIATURE
Nella configurazione prevista il cablaggio strutturato sarà composto dai seguenti elementi
fondamentali:
• nodi di piano o di zona:
• per la fonia, permutatori telefonici collegati al centralino dell’ospedale;
• per i dati, apparati centrali di interfaccia con gli elaboratori di Ospedale e con le linee di
adduzione esterne;
• cablaggio dorsale di edificio (backbone), realizzato con cavi a fibra ottica e cavi multicoppie, che
collegano gli apparati centrali ai nodi di fabbricato;
• nodi di fabbricato composti da armadi di centro stella che ospitano le strutture di permutazione e
le apparecchiature attive necessarie per servire le varie porzioni di edificio;
• cablaggio orizzontale, che collega, con cavi a 4 coppie FTP 24AWG cat. 5E, le prese d’utente
con gli armadi di centro stella;
• prese d’utente con connettori (jack) RJ45 cat. 5E, cui vanno collegati i terminali informatici e di
telecomunicazione (P.C., stampanti, apparecchi telefonici, fax, ecc.).
o Tipo A: per gli uffici;
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
o Tipo B: per gli ambulatori e le degenze;
o Tipo C: per eventuali connessioni aggiuntive alla rete informatica;
o Tipo D: per i locali di servizio (es. Spogliatoi, magazzini, etc.).
Apparati centrali rete dati
Sarà installato un nodo di edificio dotato di switch layer 3 modulare 10/100/1000 Mbit, popolato con
porte gigabit in fibra ottica utilizzate per connettere tale nodo ai nodi secondari installati all’interno dei
differenti livelli, nonché collegato a switch layer 2 per la connessione delle porte di I livello. Le
apparecchiature che popolano i nodi secondari saranno switch a 24 porte (10/100Mbit autosensing)
dotati di 2 porte gigabit in fibra ottica con funzionalità di switch layer 2, tutte le apparecchiature
saranno completamente configurabili via software.
Apparati centrali rete fonia
Per assicurare una buona comunicazione tra le varie camere e tra queste e l’esterno, dovrà essere
prevista l’installazione di un centralino completamente digitale specifico per l’utilizzo in strutture
ospedaliere al quale afferiranno tutte le linee.
Tale centralino avrà le seguenti caratteristiche:
-
Numero di accessi base ISDN pari al 15% del numero di prese telefoniche interne;
-
Numero di interni gestibili pari al numero di prese telefoniche interne maggiorato del 25%. Interni
gestibili sia digitali che analogici;
-
Centralino programmabile con display a cristalli liquidi;
-
Posto operatore;
-
Messa in attesa;
-
Selezione passante;
-
Deviazione delle chiamate su rete pubblica (numero interno o esterno al sistema);
-
Documentazione dettagliata degli addebiti;
-
Rinvio delle chiamate al posto operatore;
-
Avviso di chiamata;
-
Lista delle chiamate;
-
Selezione classi di servizio:
-
Solo comunicazioni interne;
-
Comunicazioni esterne in arrivo;
-
Selezione numeri permessi;
-
Lista dei numeri vietati;
-
Nessuna restrizione;
-
Conferenza;
-
Suoneria differenziata per chiamate interne, esterne;
-
Trasferimento di chiamata;
-
Possibilità di collegamento a Personal Computer con software addebiti.
Il centralino in oggetto avrà la possibilità di gestione di telefoni portatili con funzionamento identico alle
postazioni fisse.
La postazione principale sarà dotata di display alfanumerico 8 righe x 24 caratteri, tastiera
alfanumerica, selezione diretta di 24 numeri interni/esterni (espandibili a 40), vivavoce, ascolto
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
amplificato, possibilità di espansione con moduli per funzioni aggiuntive (secondo telefono, adattatore
analogico per fax e modem).
Le postazioni secondarie saranno dotate di telefoni aventi le seguenti caratteristiche:
- Display alfanumerico 2 righe x 24 caratteri;
- Vivavoce/ascolto amplificato;
- 12 tasti funzione (8 dei quali programmabili);
- regolazione volume;
- 2 slot espandibilità per adattatori (secondo telefono, adattatore analogico per fax e modem);
- possibilità di espansione con tastiera di selezione diretta di 32 numeri interni/esterni.
Le postazioni normali saranno dotate di telefoni multifrequenza.
Cablaggio dorsale
Il cablaggio dorsale è composto dalle vie cavi e dai collegamenti tra gli apparati centrali ed i centri
stella (nodi) di edificio installati ai vari livelli.
Relativamente alla rete dati, tali collegamenti saranno realizzati mediante 4 cavi in fibra ottica cavo in
fibra ottica con le caratteristiche indicate nel relativo paragrafo della specifica.
Il cablaggio della rete fonia sarà realizzato con cavi multicoppia 100 o 30 coppie 24AWG cat.3, con le
caratteristiche indicate nel relativo paragrafo della specifica.
Nodi
Ogni nodo sarà costituito da armadi rack standard 19” per la permutazione delle linee provenienti
dagli utenti, suddivisi per fonia e dati. L’ubicazione dei nodi dovrà essere il più possibile baricentrica
rispetto all’area o alla porzione di edificio servita, in relazione alla lunghezza massima ammessa del
collegamento verso gli utenti (permanent link), fissata in 90 metri.
I nodi saranno ubicati preferibilmente in piccoli locali tecnici dedicati, che dovranno essere
equipaggiati degli impianti ausiliari indicati nel seguito.
Nel rispetto della distanza precedentemente indicata, tipicamente sarà installato un nodo o due per
ogni livello.
Cablaggio orizzontale
Il cablaggio orizzontale è costituito dalle vie cavi e dai cavi che realizzano il collegamento tra gli
armadi di centro stella e le prese d’utente, escluse le bretelle di permutazione.
Il permanent link è il tratto di conduttore che collega le uscite del patch panel degli armadi alle prese
d’utente. La sua lunghezza non deve superare i 90 metri.
I cavi da utilizzare saranno di tipo FTP 4 coppie 24AWG cat. 5e, con le caratteristiche indicate nel
relativo paragrafo della specifica.
Postazioni di lavoro (prese utente)
Le prese utente saranno costituite da connettori RJ45 di Cat. 5e montati su placche in resina con
possibilità di inserimento ed estrazione dal fronte della placca.
Le prese utente dedicate alla fonia/dati saranno installate nell’ambito delle torrette o delle prese muro
relative alle postazioni di lavoro o all’utenza, su torrette dedicate o su scatole da incasso o esterne a
parete. Nelle torrette e nelle scatole da incasso saranno utilizzate placche o adattatori compatibili con
la linea di prodotto prevista per l’impianto elettrico.
In ogni caso dovrà essere garantita la separazione dei componenti costituenti il cablaggio strutturato
(cavi e connettori) rispetto ai componenti relativi alla parte di distribuzione elettrica.
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
201
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
I connettori RJ45 dovranno essere installati secondo le seguenti tipologie tenendo inoltre presente
che, per facilitare l’identificazione da parte degli utenti, le prese dati dovranno essere preferibilmente
di colore diverso dalle prese telefonia e dovranno essere dotate di apposito sportellino antipolvere con
icona indicante il servizio (Telelefono o Dati):
ƒ postazione tipo “A”: n. 2 prese telefonia e n. 2 prese dati;
ƒ postazione tipo “B”: n. 1 presa telefonia e n.1 presa dati;
ƒ postazione tipo “C”: n.1 presa per dati.
ƒ postazione tipo “D”: n.1 presa per telefonia.
Cavi
Le vie cavi per le linee di adduzione esterne e per i collegamenti dorsali tra gli apparati centrali ed i
nodi di edificio dovranno essere costituite dall'insieme degli elementi di supporto e di protezione
meccanica dei cavi e dovranno essere realizzate tenendo conto dell'ubicazione dei componenti
dell'impianto e dei possibili passaggi nell’edificio (cavedi, corridoi, controsoffitti, pavimenti flottanti, o
strutture murarie).
Saranno costituite, di norma, da canali metallici aperti da 200x100 mm, rispondenti alle norme CEI 2331, realizzati in acciaio zincato con spessore minimo di 1,5 mm.
Le dimensione indicata rimane indicativa affinché comunque rimanga un’ulteriore disponibilità di
spazio utile all'interno pari almeno al 30% del totale.
Saranno complete di tutti gli accessori necessari all’installazione quali staffe, giunzioni, curve
orizzontali e verticali, elementi a T, incroci, elementi speciali, ecc.
Le canale avranno sostegni di fissaggio preferibilmente disposti su un solo lato, per facilitare la
installazione e rimozione dei cavi, posti a distanza non superiore a 1 m.
Gli elementi metallici delle vie cavi dovranno essere collegati all'impianto di terra.
Eventuali vie cavi da posare sotto traccia saranno costituite da tubazioni rigide di materiale
termoplastico di tipo autoestinguente, dimensionate in base ai flussi di cavi che ospiteranno, tenendo
presente che dovranno garantire comunque un'ulteriore disponibilità di spazio utile all'interno pari
almeno al 30% dello spazio totale.
Le vie cavi dovranno essere in grado di mantenere il raggio di curvatura dei cavi entro i limiti stabiliti
dalla normativa EIA/TIA569.
I cavi dovranno essere fissati alle canalizzazioni solo mediante fascette di ampia sezione, riutilizzabili
ed in materiale “Velcro” colorato per l’identificazione del servizio (fonia o dati).
Cavi in fibra ottica
Saranno utilizzati per i collegamenti reciproci tra gli armadi “dati” dei nodi di edificio.
Le caratteristiche del cavo a fibra ottica saranno:
Tipo di cavo: fibra ottica multimodale 62,5/125 µm
Caratteristiche costruttive: “loose tube” con gel idrorepellente e protezione antiroditore completamente
dielettrica
Caratteristiche della guaina esterna: non propagante l'incendio e a basso contenuto di gas alogeni,
secondo la normativa IEC 332.1 - CEI 20-22 e CEI 20-37
Attenuazione massima per ciascuna fibra: 3,5 dB/Km a 850 nm e 1 dB/Km a 1300 nm
Banda passante: 500 MHz a 850 nm e 550 MHz a 1300 nm per ciascuna fibra
Installabilità: interna ed esterna a edifici
Connettori di tipo SC su pannello.
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
202
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Cavi dati in rame
Saranno utilizzati 4 cavi FTP 4 coppie 24AWG di cat. 5e con isolamento in polietilene, guaina esterna
non propagante l’incendio a ridotta emissione di fumi e gas tossici secondo IEC 332.1 - CEI 20-37.
Cavi telefonici
Saranno utilizzati cavi UTP 100 coppie 24AWG con isolamento in polietilene e schermo, guaina
esterna non propagante l’incendio a ridotta emissione di fumi e gas tossici secondo IEC 332.1 - CEI
20-37, per i collegamenti tra il permutatore di centrale e gli armadi “fonia” dei nodi di edificio.
Vie cavi per collegamenti orizzontali
Le vie cavi per i collegamenti orizzontali tra i nodi di edificio e le prese utente avranno i percorsi
indicati nelle planimetrie di progetto.
Saranno costituite dall'insieme degli elementi di supporto e di protezione meccanica dei cavi e
dovranno essere realizzate tenendo conto dell'ubicazione dei componenti dell'impianto e dei possibili
passaggi nell’edificio (cavedi, corridoi, controsoffitti, pavimenti flottanti, ecc.).
I rami principali saranno costituiti, di norma, da canali metallici chiusi rispondenti alle norme CEI 2331, realizzati in acciaio zincato con spessore minimo di 1,5 mm.
Le dimensione dovrà essere stabilita in funzione dei cavi installati e tenendo presente che si richiede
un’ulteriore disponibilità di spazio utile all'interno pari almeno al 30% del totale.
Saranno complete di tutti gli accessori necessari all’installazione quali staffe, giunzioni, curve
orizzontali e verticali, elementi a T, incroci, elementi speciali, ecc.
Le canale avranno sostegni di fissaggio preferibilmente disposti su un solo lato, per facilitare la
installazione e rimozione dei cavi, posti a distanza non superiore a 1 m.
Gli elementi metallici delle vie cavi dovranno essere collegati all'impianto di terra
Sotto i pavimenti flottanti i cavi potranno essere posati anche senza canalizzazioni, ma dovranno
essere raggruppati in fasci, con apposite fascette “Velcro”, costituiti al massimo da 48 cavi.
All’interno delle stanze o degli uffici operativi, quando non vi sia pavimento flottante, i cavi di
collegamento per le prese telematiche dovranno essere posati parte in controsoffitto e parte
sottotraccia. Si precisa che le varie tipologie di prese possono essere assemblate anche su più
placche, ad esempio una presa di tipo A che prevede 2 connettori dedicati alla fonia e 2 connettori
dedicati ai dati, potrà essere costituita da una placca con 2 connettori e da un’altra placca con gli
ulteriori 2 connettori.
Analogamente al cablaggio dorsale, anche le nuove canalizzazioni del cablaggio orizzontale dovranno
essere dimensionate con una percentuale di maggiorazione della superficie utile del 30% per
eventuali futuri ampliamenti. Ovviamente, nel caso di riutilizzo di canalizzazioni esistenti non deve
essere prevista nessuna percentuale di maggiorazione ed è ammesso anche il riutilizzo di tubazioni in
corrugato flessibile di PVC.
I rami finali di derivazione alle singole prese utente saranno, di norma, costituiti da tubazioni in PVC
flessibili poste sotto i pavimenti flottanti. I diametri minimi delle tubazioni saranno pari a 25 mm per
utenti di tipo “A” e 20 mm per utenti di tipo “B”, “C” o “D”. Le giunzioni canale/tubo dovranno essere
realizzate mediante idonei raccordi.
Eventuali vie cavi da posare sotto traccia saranno costituite da tubazioni rigide di materiale
termoplastico di tipo autoestinguente, dimensionate in base ai flussi di cavi che ospiteranno, tenendo
presente che dovranno garantire comunque un'ulteriore disponibilità di spazio utile all'interno pari
almeno al 30% dello spazio totale.
Le vie cavi dovranno essere in grado di mantenere il raggio di curvatura dei cavi entro i limiti stabiliti
dalla normativa EIA/TIA569
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
203
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Cavi per i collegamenti orizzontali
Le linee per i collegamenti orizzontali tra i nodi e le prese utente sia per la rete fonia che per la rete
dati, saranno costituite da cavo FTP 4 coppie 24AWG di categoria 5e, isolamento in polietilene,
guaina esterna non propagante l’incendio a ridotta emissione di fumi e gas tossici e corrosivi secondo
IEC 332.1, che dovranno essere terminati sui connettori modulari RJ45 a 8 pin in corrispondenza di
ogni presa.
Le terminazioni dovranno essere realizzate in conformità con le seguenti specifiche:
lunghezza massima di rimozione della guaina: 25 mm;
sbinatura coppie: 13 mm;
raggio minimo di curvatura: 4 volte il diametro del cavo.
Modalità di numerazione delle coppie
Collegamento EIA/TIA T568-A:
morsetti
coppia
4,5
1
blu/bianco-blu
3,6
2
arancio/bianco-arancio
1,2
3
verde/bianco-verde
7,8
4
marrone/bianco-marrone
colore
Prescrizioni generali per la posa dei cavi
I cavi dovranno essere posti in opera con le seguenti modalità:
I cavi dovranno essere raggruppati in fasci in un numero massimo di 48. Il cablaggio dovrà essere
realizzato con fissatavi riutilizzabili in Velcro colorato, senza deformare la geometria dei cavi;
non dovranno essere superati i 30 metri fra due punti di trazione per posa in tubazioni;
fra due punti di trazione, indipendentemente dalla loro distanza, non dovranno esistere più di due
curve a 90°;
dovranno essere rispettati scrupolosamente i raggi minimi di curvatura e gli sforzi di trazione indicati
dal costruttore dei cavi;
per posa in tubazioni a vista o sotto traccia dovranno essere impiegati tubi con diametro minimo di
20mm;
cavidotti e raccordi non devono presentare schiacciature o bave, conseguenti a difetti di lavorazione in
fabbrica o ad operazioni di posa in opera;
durante le operazioni di posa, i cavi non dovranno subire torsioni: per questo si dovranno utilizzare
apposite scatole o bobine svolgicavo;
dovrà essere prestata particolare attenzione ad evitare che i cavi vengano calpestati o comunque
schiacciati, per prevenire alterazioni delle loro caratteristiche prestazionali;
i cavi dovranno essere identificati sia nei cavidotti, sia all’interno degli armadi e delle scatole da frutto.
Le fascette identificatrici non dovranno essere strette al punto da deformare il cavo, onde prevenire
alterazioni delle loro caratteristiche prestazionali. Allo stesso scopo, all’interno degli armadi dovranno
essere previsti idonei pannelli passacavo, oltre alla identificazione ed alla fascettatura dei cavi ad
intervalli non eccedenti i 30 cm;
nel caso di posa in fascio all’interno dei canali, il numero massimo di cavi in fascio è pari a 48. Non
saranno accettati fasci sovrapposti. I fasci di cavi dovranno essere identificati e fascettati ogni 30 cm.
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
204
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Prescrizioni generali per la compatibilità elettromagnetica
La distanza minima fra i conduttori in rame per cablaggio strutturato e cavi per energia che corrono
paralleli è di 15 cm, peraltro vanno sempre rispettate le indicazione del costruttore dei cavi; in ogni
caso devono essere rispettate le seguenti prescrizioni generali:
Va evitata la posa dei cavi per cablaggio in prossimità di:
linee elettriche di potenza
grandi motori elettrici
fonti di rumore elettromagnetico
dispositivi di potenza a SCR, IGBT, ecc.
Lunghi percorsi paralleli con linee per energia devono essere realizzati in canaline metalliche con
setto divisorio sempre metallico. Sono ammessi brevi percorsi paralleli a cavi per energia in canaline
in resina o PVC all’interno di uffici e simili.
Prescrizioni generali per la prevenzione incendi
La realizzazione delle aperture richieste per il passaggio dei cavi tra le postazioni, come illustrate nei
disegni esecutivi dell’impianto, sarà a carico dell’appaltatore.
La chiusura a tenuta delle apertura tra i piani o attraverso strutture antincendio (REI), esistenti o
realizzate dall’appaltatore per il passaggio dei cavi, saranno di esclusiva cura dell’appaltatore stesso.
Dovranno essere chiuse tutte le aperture, comprese quelle eventualmente inutilizzate. Nell’ambito dei
lavori di cui al presente elaborato, il ripristino della tenuta dei compartimenti antincendio dovrà essere
realizzato con materiali certificati e di tecniche di posa parimenti certificate dalle Autorità competenti in
materia di prevenzione incendi.
Tutto il cablaggio di comunicazione utilizzato per realizzare l’impianto in oggetto, oltre ai requisiti
descritti nelle normative sopracitate, dovrà risultare conforme alle prescrizioni antincendio relative ai
vari ambienti d’installazione.
Caratteristiche degli armadi rack
Gli armadi da installare nei nodi di edificio saranno costituiti da una struttura in lamiera d'acciaio
pressopiegata, di 1,5 mm di spessore, verniciata con polveri epossidiche, saranno basati sulla tecnica
rack 19" e corredati di due montanti laterali in acciaio zincato di 2 mm di spessore, completamente
preforati (doppia foratura) con passo multiplo di 1U (1,75”). Questo permetterà un assemblaggio
standard sia per quanto riguarda il fissaggio dei componenti sia per quanto riguarda gli spazi occupati
in altezza.
Gli armadi avranno le seguenti caratteristiche principali:
altezza minima utile 42 unità da 1,75” (44,45 mm);
grado di protezione IP 30, secondo la norma EN 60529;
feritoie sugli sportelli laterali, per consentire la ventilazione interna naturale o forzata;
gruppo di ventilazione sul tetto con comando termostatico (solo per armadio dati);
una cava centrale per il passaggio dei cavi sulla base e sul tetto, con chiusura tramite piastra di
tamponamento;
possibilità di arretrare in profondità i montanti di supporto della struttura rack 19" per ottimizzare il
posizionamento degli apparati;
pannellature laterali cieche asportabili sinistro/destro/retro provviste di serratura, per facilitare, ove
necessario, l'assemblaggio di armadi affiancati e l'interconnessione di apparati;
una porta trasparente in vetro temperato con meccanismo di chiusura multiplo a tre punti
(centro/alto/basso) completo di maniglia e chiave di sicurezza;
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
205
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
possibilità di montare dei ripiani per sostenere apparati sprovvisti delle alette di fissaggio in tecnica
19";
elementi meccanici costituenti l'armadio provvisti di accessori per la connessione costante al
conduttore di protezione di terra;
Negli armadi verranno utilizzati permutatori per l’attestazione dei cavi a 4 coppie FTP provenienti dalle
prese utente.
Relativamente alla parte “dati”, tramite bretelle (patch cord) saranno possibili le permutazioni verso gli
apparati attivi.
Le prese sui patch panel (1 per ogni presa di utente) dovranno essere di tipo RJ45 di Cat.5e, per un
totale di 24 porte per pannello, conformi alla normativa EIA-TIA 568B.
I connettori e i supporti dovranno essere identificati con un codice alfanumerico posto su targhette
estraibili e protette da copertura trasparente, in modo tale da poter individuare con facilità la posizione
della presa utente corrispondente (edificio, piano, area di lavoro); dovranno inoltre essere dotati di
sportellino antipolvere colorato ed iconato per l’identificazione del servizio Telefonia e/o Dati. La
stessa numerazione dovrà essere riportata posteriormente in corrispondenza del connettore stesso.
Il pannello guida permute sarà realizzato con anelli in lamiera metallica, adatti per essere installati su
strutture da 19”, e verrà installato parallelamente ogni due moduli permutatore per un corretto
incanalamento delle bretelle di raccordo.
Relativamente alla parte “fonia”, tramite bretelle (patch cord comprese nella fornitura) saranno
possibili le permutazioni tra le striscie di permutazione, ad esempio sistema “110” (lato apparati
centrali), ed i patch panel (lato utenti).
Le prese sui patch panel dovranno essere di tipo RJ45 di Cat.5e modulari, conformi alla normativa
EIA-TIA 568B.
I connettori ed i supporti dovranno essere identificati con un codice alfanumerico, in modo tale da
poter individuare con facilità la posizione della presa utente corrispondente (edificio, piano, area di
lavoro); dovranno inoltre essere dotati di sportellino antipolvere colorato ed iconato per
l’identificazione del servizio Telefonia e/o Dati. La stessa numerazione dovrà essere riportata sulla
striscia di permutazione corrispondente.
Il pannello guida permute sarà realizzato con cinque anelli in lamiera metallica, e verrà installato
parallelamente ad ogni striscia di permutazione per un corretto incanalamento delle bretelle di
raccordo.
Dovranno essere fornite le bretelle di permutazione (patch-cord), preassemblate in fabbrica, di
lunghezza adeguata per effettuare qualsiasi permutazione all’interno dell’armadio. Tali bretelle
saranno costituite dal numero di coppie strettamente necessario (1, 2 e al limite a 4 coppie,
dipendente dal tipo d’impianto telefonico installato presso la Filiale) e saranno dotate alle due
estremità rispettivamente di terminazione tipo “110” e di plug RJ45 cat. 5e.
Prese utente
Le prese utente saranno costituite da connettori RJ45 di Cat. 5e inseribili ed estraibili dal fronte della
placca che li alloggia.
Ad ogni connettore RJ45 dovrà essere attestato un cavo UTP 4 coppie 24AWG di cat. 5e.
I connettori RJ45 dovranno inoltre essere provvisti di sistema di connessione delle coppie in tecnica
IDC (Insulation Displacement Contact).
L’attestazione delle coppie dovra’ rispettare lo standard EIA/TIA T568A.
Le prese RJ45 dovranno essere di tipo “Printed Circuit Board” (compensazione del NEXT tramite
circuito stampato) e dovranno facilitare il rispetto del limite massimo di sbinatura delle coppie pari a 13
mm come richiesto dalle norme per la categoria 5e.
La presa dovrà avere uno spazio dedicato alla collocazione di icone identificative per ogni singola
utenza, con un criterio univoco per l’intera rete. L’etichetta identificativa dovrà essere posta sulla
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
206
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
placca di sostegno in modo da essere facilmente visibile. La stessa dicitura dovrà essere riportata
anche ai due estremi di ogni cavo e sui permutatori corrispondenti. Le prese dovranno essere dotate
di coperchi estraibili colorati secondo EIA/TIA 606 per la protezione dalla polvere dei contatti delle
porte non in uso.
L’identificazione della postazione dovrà adottare il seguente standard: XX-YYY-ZZ ove XX è il vano
tecnico a cui è connessa la postazione (01, 02, ecc.), YYY è il progressivo della postazione di quel
vano (001, 002, ecc.), ZZ identifica il singoli connettore (D1, D2, F1, F2).
Le prese dovranno essere facilmente collegabili al cavo e consentiranno una facile verifica della
terminazione, dovranno essere riutilizzabili piu’ volte (almeno 5) in caso di errori e dovranno accettare
plug a 2,3 o 4 coppie senza danni ai contatti.
L’intera tratta da permutatore a presa d’utente dovrà essere certificata per la categoria 5e.
Prescrizioni per i locali di ubicazione dei nodi
I locali dovranno avere una dimensione sufficiente per garantire la corretta installazione degli armadi
ed una agevole accessibilità per le operazioni di collegamento e manutenzione. Gli armadi non
dovranno essere addossati a parete. Qualora questo fosse indispensabile, gli armadi dovranno
essere del tipo con telaio rack girevole, allo scopo di poter accedere alla parte posteriore degli
apparati contenuti.
I locali dovranno essere dotati di:
ƒ griglia di transito per estrazione naturale dell’aria, della superficie di circa 0,2 m², posta in alto,
possibilmente sulla parete contrapposta a quella della porta;
ƒ pavimento flottante con pannelli di tipo antistatico, con carico minimo di 500 kg/m² ed altezza
utile dell’intercapedine di circa 15 cm;
ƒ sensore di rilevazione fumi/incendio;
ƒ impianto di illuminazione ordinaria (500 lux ad 1 metro dal pavimento);
ƒ illuminazione di sicurezza;
ƒ impianto di condizionamento;
ƒ presa di servizio CEE-17 16 A 2P+T.
ART.132. IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDI – CARATTERISTICHE DEL
SISTEMA E APPARECCHIATURE
La centrale di rivelazione dovrà supportare rivelatori multisensore con logica virtuale, in modo che le
installazioni possano cambiare la modalità di rivelazione senza dover eseguire nessuno cambiamento
fisico.
La rivelazione può essere modificata non solo al momento dell’installazione, ma anche durante il ciclo
utile dell’edificio, con il mutare degli usi cui viene sottoposto l’edificio.
La centrale comunicherà con i sensori tramite un protocollo digitale ad alta velocità, tramite algoritmi
di rivelazione di fumo a logica fuzzy e algoritmi di rivelazione di incendio monossido di carbonio.
Tale protocollo consentirà a ciascun rivelatore di operare in una o due differenti modalità di
rivelazione e di ottimizzare quindi l’unità secondo il rischio corrente. Per soddisfare le applicazioni di
rivelazione con rischi multipli, i rivelatori devono supportare il funzionamento simultaneo di due
modalità di rivelazione.
Il protocollo dovrà essere altamente immune alle interferenze elettriche e supportare configurazioni
flessibili di cablaggio, con tipologie diverse di cavo.
L’interfaccia utente deve essere potente ma di facile utilizzo, con display composto da 16 righe di 40
caratteri ciascuna, comodamente visibili.
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
207
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Il terminale di comando dovrà essere in grado di elaborare e di visualizzare gli eventi sia in modo
autonomo che su richiesta dell'operatore. Il display del terminale di comando dovrà differenziare
chiaramente tra allarmi, guasti, informazioni e condizioni di esclusione.
Il terminale di comando dovrà offrire, oltre alla tacitazione e al ripristino, almeno le seguenti
segnalazioni:
- il primo allarme e la maggior parte degli allarmi recenti
- lo stato dei sistemi in modo permanente, tra cui il numero di allarmi, il numero di guasti
e il numero dei punti isolati
- visualizzare il livello di CO e i livelli di fumo del sensore in allarme
- visualizzare messaggi personalizzati per le procedure di emergenza
- avere la funzione di scorrimento per consentire la facile visualizzazione di tutti gli eventi
e relativi stati.
La centrale deve possedere funzioni gestionali e tecniche di concezione avanzata tra cui:
• procedure guidate da menù
• protezione multilivello tramite password
• visualizzazione di registri eventi
• reporting dettagliato dei guasti
• isolamento per punto, zona o settore
• visualizzazione e stampa degli stati operativi
• visualizzazione e stampa dei punti isolati
• walk test automatico e manuale e funzioni di reporting
• visualizzazione e stampa dei rapporti di manutenzione
• funzioni complete di diagnostica incluse la simulazione e la forzatura delle uscite
• modifiche di testo e configurazioni
• test automatico delle batterie
• funzioni di manutenzione del rivelatore
• la centrale di rivelazione deve includere funzioni di programmazione per eventi ed azioni.
La centrale di rivelazione deve essere gestibile in postazione remota da un’interfaccia utente di grafica
e testo visualizzabile su un singolo PC, con display chiari e comandi semplici che possano essere
compresi con rapidità e semplicità non solo da un tecnico ma anche da un operatore.
Il sistema deve essere compatibile con un funzionamento tramite touch screen o mouse, senza
richiedere l’uso di una tastiera.
Il software dovrà permettere una configurazione automatica del sistema, tramite importazione di
disegni CAD, messaggi testuali, ubicazioni, e aree di zoom.
Il software di remotizzazione deve consentire:
• una sequenza di zoom automatica ad almeno 4 livelli disponibile per ogni punto
• la generazione di una mappa panoramica per la visualizzazione di aree più vaste e la
zoomata nei dettagli della finestra grafica
• la visualizzazione di una finestra di procedure, che fornisce testo e istruzioni operatore
supplementari per ciascun evento
• la classificazione degli eventi, per disporre di un resoconto dell’attivazione e delle cause
• il posizionamento di icone di browsing sulle mappe, per permettere il passaggio in rassegna
• l’utilizzo di icone di controllo sulle mappe, necessarie per avviare procedure nel modulo di
controllo della centrale, per azionare dispositivi ausiliari
• la protezione completa tramite password e livelli operatore multipli
• il comando a distanza del modulo di controllo antincendio attraverso la rete
• la gestione degli eventi on-line in tempo reale e del sistema informativo cronologico
• la definizione di tasti di ricerca personalizzati che possono essere utilizzati per generare
rapporti specifici.
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
208
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
In ciascun livello saranno installati pannelli con display grafici ed interfaccia utente i quali ripeteranno
le segnalazioni di centrale relative allo stato ed agli allarmi, cio al fine di un immediata rilevazione
della zona soggetta ad allarme.
Rivelatori di fumo
Il rivelatore deve essere un multisensore indirizzabile per fumo e calore.
Ogni rivelatore deve avere le seguenti caratteristiche:
ƒ presenza di un LED di allarme con angolo di visuale a 360°
ƒ presenza di un indicatore di indirizzo all’interno della sua base per evitare confusione
durante le fasi di manutenzione e ridurre i costi e i tempi di installazione
ƒ posizione speciale di “parcheggio” per le procedure di messa in esercizio e manutenzione
ƒ indirizzamento del rivelatore programmabile tramite uno strumento di servizio portatile o
centrale di rivelazione
ƒ funzioni di autoconfigurazione del pannello e autoapprendimento
ƒ funzione di indirizzamento automatico del rivelatore
ƒ possibilità di visualizzare le letture di rivelatore sporco sul pannello o sullo strumento di
servizio
ƒ possibilità di dotazione di isolamento di linea bidirezionale
ƒ possibilità di identificare i sensori per numero di serie, data di fabbricazione, versione
software, indirizzo, cronologia eventi e data di messa in servizio tramite strumento di servizio
portatile.
ƒ Programmabile da software in diverse modalità:
ƒ solo ottico.
ƒ ottico alta sensibilità.
ƒ a gradiente termico fisso 60°.
ƒ ottico-termico fisso.
ƒ ottico alta sensibilità/termico fisso.
Pulsante manuale incendio
L'allarme dovrà essere attivato mediante la rottura del vetro senza la necessità di strumenti speciali,
come ad esempio un martelletto. Il pulsante analogico attivo di allarme dovrà essere collegabile
insieme agli altri elementi , come i rivelatori di fumo, su una linea di rivelazione comune.
Nel pulsante d'allarme sarà incorporato un LED per segnalare otticamente la sua attivazione.
Dovrà essere possibile verificare il funzionamento del pulsante d'allarme senza rompere il vetro di
protezione. Il pulsante di allarme dovrà essere identificabile dalla centrale in modo individuale e per
posizione geografica all'interno del sistema. Il pulsante non dovrà richiedere la predisposizione di
alcuno switch per l'inserimento del proprio indirizzo fisico.
Dovrà essere possibile montare la parte contenente l'elettronica separatamente e solo prima della
messa in servizio onde evitare ogni possibile danno dovuto ai lavori d'installazione.
Il pulsante di allarme sarà idoneo a funzionare in un campo di temperatura compreso tra –25°C e +
70°C.
Modulo di comando
Il modulo di comando dovrà essere collegabile in un qualsiasi punto di una linea di rivelazione
assieme agli altri elementi (rivelatori/pulsanti). Il modulo fornisce un'interfaccia tra segnali di comando
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
209
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
della centrale e dispositivi come porte e serrande tagliafuoco, impianti di ventilazione, barriere
antifumo, ecc.
La portata dei contatti del modulo di comando dovrà essere di 240 Vca / 2A.
Il modulo di comando dovrà poter essere comandato da un qualsiasi rivelatore collegato alla stessa
centrale di rivelazione incendio.
Per l'attivazione dei relè delle uscite di comando non dovrà essere richiesta alcuna alimentazione
addizionale. Il modulo di comando sarà idoneo a funzionare in un campo di temperatura compreso tra
–25°C e + 55°C. La costruzione elettrica dovrà avere un grado di protezione minimo IP54.
Pannello ottico acustico
Pannello di segnalazione ottico-acustico a suono continuo e/o intermittente realizzato in contenitore
stagno in lamiera verniciata o ABS , con frontale in plexiglas, dove in caso di allarme appare la scritta
“ALLARME INCENDIO”.
Specifiche tecniche indicative
Livello sonoro
98dB a 1 metro
Alimentazione
24Vdc
Assorbimento
250 mA
Dimensioni
150x350x60mm.
Colore
RAL 7035/7039
Ripetitore ottico
Ripetitore ottico modulato, ideale per l’utilizzo come fuori porta o per la ripetizione dello stato d’allarme
di rilevatori nascosti (in controsoffitti, sottopavimenti o box per condotte).
E’ dotato di un circuito elettronico per la modulazione di 4 LED rossi, ed è normalmente disponibile
con base bianca e calotta rossa sporgente, per la propagazione dell.allarme a 180°.
Funziona esclusivamente con rilevatori analogici, collegato a 3 conduttori ed alimentato direttamente
dal Loop (senza alimentazioni esterne).
L’attuazione di questo ripetitore sarà liberamente programmabile, cosicché la connessione elettrica
può avvenire al punto di rilevazione più prossimo, impiantisticamente parlando, e l’associazione logica
può essere impostata per ripetere l’allarme di uno o più dispositivi di centrale, anche se collegati a
Loop differenti. Ad esempio, si può installare il ripetitore ottico in prossimità del plafone, collegandolo
fisicamente al rilevatore posizionato a soffitto, ma attivandolo per l’allarme di un rilevatore ubicato nel
sottopavimento.
Apparati periferici di sgancio porte
Gli elettromagneti sono stati realizzati per mantenere aperte le porte tagliafuoco di passaggio, e per
rilasciarle automaticamente in caso d’incendio.
In questo modo le porte assolveranno la funzione di compartimentazione solo nei luoghi interessati
dalle fiamme, lasciando libere le vie di fuga nelle aree non direttamente interessate dall’incendio.
Elettromagnete 50 Kg con contropiastra snodata e sgancio automatico
Alimentazione 24 Vcc
Assorbimento 60 mA
Forza di ritenuta 50 kg
Blocco Magnete Nichelato
Copertura Metallica
Colore Nero
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
210
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Dimensioni 85 x 75 x 33 mm
Connettore di collegamento a vite con variatore antidisturbo
Molla antimagnetismo residuo sul corpo del magnete
Completo di contropiastra snodata.
Elettromagnete 50 Kg con pulsante di sgancio (automatico/manuale) e contropiastra snodata
Alimentazione 24 Vcc
Assorbimento 60 mA
Forza di ritenuta 50 kg
Blocco Magnete Nichelato
Copertura Metallica
Colore Nero
Dimensioni 85 x 75 x 33 mm
Connettore di collegamento a vite con variatore antidisturbo
Molla antimagnetismo residuo sul corpo del magnete
Con pulsante di sblocco
Elettromagnete 180 Kg con sgancio automatico e contropiastra fissa
Alimentazione 24 Vcc
Assorbimento 150 mA
Forza di ritenuta 180 kg
Corpo cilindrico su basetta in acciaio zincato
Blocco Magnete con bobina resinata
Dimensioni Ø 80 mm x h 37 mm
Molla antimagnetismo residuo sulla contropiastra
Contropiastra fissa su supporto in acciaio zincato
Controllo Porte U.S.
Le porte d’accesso verso l’esterno (Uscite di Sicurezza e porte) dovranno essere sempre allarmate
24/24 e devono prevedere una doppia protezione assicurata da un contatto magnetico triplo
bilanciamento installato su ogni battente o anta e da un sensore volumetrico grand’angolo per la
protezione volumetrica della stessa.
Funzionamento notturno:
Di notte l’apertura di un battente o anta , provocherà sia un allarme ottico acustico locale che una
segnalazione all’unità di controllo con stampa dell’evento.
Funzionamento diurno:
Di giorno i sensori volumetrici saranno disinseriti mentre l’apertura di un battente o anta della porta,
provocherà sia un allarme ottico acustico locale che una segnalazione alla Centrale con stampa
dell’evento.
Le operazioni di disinserimento locale del Kit sirena, di tacitazione dell’allarme o di reset dovranno
essere stampate.
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
211
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART.133. SISTEMA
APPARECCHIATURE
TVCC
-
CARATTERISTICHE
DEL
SISTEMA
E
Centrale video
Dovrà essere prevista una matrice video che combini sia la tecnologia della matrice video che quella
dei computer per fornire potenti prestazioni e servizi di sistema unici per la sicurezza dell'utente. La
matrice è dotata di ingressi per allarme da interfacciare con il sistema antintrusione.
La matrice video sarà costituita da una struttura modulare espandibile alla quale collegare le
telecamere, i monitor di videosorveglianza, le tastiere per il controllo delle telecamere Dome, porte di
interfaccia di rete, etc
Il terminale locale consentirà all'operatore il controllo della scansione automatica e scansione casuale
delle telecamere, e potrà consentire il controllo del brandeggio, zoom, preposizioni multiple, ecc.
I segnali inviati agli ingressi video della matrice video dovranno poter essere connessi in qualsiasi
combinazione con dei monitor video, delle unità di memoria, delle stampanti video ecc., collegati alle
uscite video.
Complesso da ripresa
I complessi da ripresa che dovranno essere utilizzati per il controllo televisivo saranno sia di tipo fisso
(per esterno ed interno), sia di tipo “Dome”.
Il complesso da ripresa fisso dovrà essere costituito da:
Telecamera CCD colore e b/n 1/3” con risoluzione orizzontale superiore pari a 500 linee, possibile
sincronizzazione Line Lock od esterna; alloggiamento in alluminio, disegno compatto. Alimentazione
12 Vcc
Obiettivo varifocal manuale o automatico a secondo che siano per interno o per esterno, con ottica
variabile da 3,5 a 8mm con F=1,4. Attacco CS. con regolazione manuale automatica del diaframma e
manuale del fuoco.
Custodia per esterno per dare il massimo di protezione alla telecamera con ottica a focale variabile, in
lega alluminio anticorodal anodizzato e bulloneria in acciaio inox, IP66. Il corpo sarà trattato con
particolari procedimenti galvanici che lo rendono resistente a condizioni gravose come il clima marino.
È completo di tettuccio parasole e snodo di fissaggio.
ART.134. IMPIANTO ANTENNA TV - CARATTERISTICHE DEL SISTEMA E
APPARECCHIATURE
L'impianto di antenna TV/SAT utilizzato sarà del tipo misto terrestre e satellitare centralizzato per
zone. I canali satellitari in chiaro saranno distribuiti su canali UHF.
Alle antenne sono collegate le apparecchiature necessarie alla ricezione, alla sintonizzazione,
all’amplificazione dei segnali ed alla loro distribuzione. Tramite un partitore saranno realizzate le linee
principali dalle quali, con ulteriori partitori, vengono derivate le linee per ciascuna stanza.
Tale sistema, estremamente modulare, permette numerose possibilità di espansione.
I cavi impiegati per i collegamenti dovranno essere posati all’interno del canale a controsoffitto e di
tubazioni in materiale plastico sottotraccia e cassette di derivazione dedicate solamente agli impianti
speciali.
Tale sistema, estremamente modulare, permette numerose possibilità di espansione, non ultima la
possibilità, con l’integrazione delle apparecchiature necessarie, alla ricezione di canali via satellite sia
in chiaro che criptati.
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
212
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Il cavo da utilizzare è del tipo coassiale tipo SAT a basse perdite con isolante in polietilene espanso,
avente impedenza caratteristica di 75 ohm e attenuazione a 2000Mhz non inferiore a 28dB/100m.
La massa del centralino e lo schermo coassiale del cavo dovranno essere sempre collegati
all'impianto di terra generale dell'edificio.
I cavi impiegati per i collegamenti dovranno essere posati all’interno del canale a controsoffitto e di
tubazioni in materiale plastico sottotraccia e cassette di derivazione dedicate solamente agli impianti
speciali.
ART. 135. IMPIANTO DIFFUSIONE SONORA - CARATTERISTICHE DEL SISTEMA
E APPARECCHIATURE
Dovrà essere previsto un impianto di diffusione sonora che consentirà la diffusione di messaggi
(anche di allarme preregistrati) e musica in tutti i reparti. Saranno installate 5 basi microfoniche (una in
ogni livello), le quali consentiranno di effettuare chiamate per le singole zone o effettuare chiamate
generali in tutte le zone. I punti terminali per i diffusori sonori saranno previsti lungo i corridoi ed atrii,
sale di aspetto e zone comuni.
Il sistema interfonico previsto consentirà di mettere in comunicazione unidirezionale una postazione
centralizzata, con tutti gli ambienti comuni, sia singolarmente che a gruppi. In particolare il sistema è
costituito da un centralino di gestione con matrice audio che permette il controllo digitale diretto delle
zone. Ogni zona può essere visualizzata con il proprio nome. E’ possibile il controllo e l’assegnazione
di 14 livelli di priorità tra gli ingressi.
A tale centralino saranno collegate anche le centraline di allarme incendi e antintrusione.
Nella postazione di sorveglianza verrà installata una base microfonica, un diffusore amplificato ed una
tastiera selezione zone la quale consentirà di mettersi in comunicazione con una o più ambienti. A tale
centralina è possibile collegare sorgenti audio di diversa natura.
Gli altoparlanti saranno dotati di trasformatore di impedenza alimentati a 100V/75V/50V.
Tutti i cavi di collegamento saranno multipolari schermati di sezione minima 0,75mmq.
Il centralino sarà corredato installato su rack 19” e sarà dotato di centralina di regia, di moduli di
espansione zone, di alimentatore e di tutti i cavi di connessione.
Centrale di amplificazione
Sarà costituita dai seguenti elementi:
-
amplificatori di potenza;
-
preamplificatori / compressori per operatori e per microfoni d'ascolto;
-
dispositivo per il monitoraggio degli amplificatori, per scopi di manutenzione;
-
unita di elaborazione allarmi.
Amplificatori di potenza
Sono previsti amplificatori di potenza minima da 100 W (di carico effettivo), con uscita a
100V/75V/50V commutabile. Ciò significa che si prevede di caricare un amplificatore con un numero
di diffusori tale da sommare complessivamente una potenza non superiore a 100 W: in tale situazione
l'amplificatore deve presentare ancora un adeguato margine di potenza (min 20%) e deve trovarsi in
condizione di lavoro ottimale per quanto riguarda sia la distorsione che la temperatura di
funzionamento.
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Matrice audio e sistema di gestione
E' dedicata all'instradamento di tutti i segnali audio della centrale, in modo da inviare i vari ingressi
audio previsti sulle varie uscite. II modulo di gestione, gestisce anche gli instradamenti, le priorità, i
blocchi I'attivazione del DIN-DON, nonché I'autodiagnosi del sistema stesso.
Posto operatore (consolle dedicata)
II posto operatore sarà costituito da un microtelefono, da una tastiera con comandi e segnalazioni e
da un altoparlante.
La postazione comprenderà:
-
preamplificazione microfonica;
-
base microfonica;
-
compressore limitatore;
-
matrice audio;
-
rack contenitore.
Caratteristiche dei cavi
Tutti i cavi utilizzati devono soddisfare le seguenti norme:
I cavi utilizzati per portare il segnale audio ai diffusori dovranno essere di sezione minima 2 x 2,5 mm2
e di tipo schermato, con schermo composto da treccia di rame stagnate con copertura 85 e fasciatura
dello schermo composta da nastri di Mylor corrugato. Tali cavi devono rispondere alle norme CEI
20.45, CEI 20.22III, CEI 20.35, CEI 20.37, CEI 20.38;
Tutti i cavi, in fase di installazione, devono essere cartellinati in modo da permettere una loro
immediata identificazione.
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE
214
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO XIV
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 136.
NORME GENERALI
I prezzi contrattuali al netto del ribasso d'asta od aumento contrattuale sono comprensivi di tutti gli
oneri generali e speciali specificati negli atti contrattuali e nel presente Capitolato ed ogni altro onere
che, pur se non esplicitamente richiamato, deve intendersi consequenziale nella esecuzione e
necessario per dare il lavoro completo a perfetta regola d'arte.
Nei prezzi contrattuali sono, dunque, compensate tutte le spese principali ed accessorie, le forniture, i
consumi, la mano d'opera, il carico, il trasporto e lo scarico, ogni lavorazione e magistero per dare i
lavori ultimati nel modo prescritto, tutti gli oneri ed gli obblighi precisati nel presente Capitolato
Speciale, le spese generali e l'utile dell'Appaltatore.
I lavori saranno pagati in base alle misure fissate dal progetto anche se le stesse, all'atto della
misurazione, dovessero risultare superiori; potrà tenersi conto di maggiori dimensioni soltanto nel
caso che le stesse siano state ordinate per iscritto dalla Direzione Lavori.
L'Appaltatore dovrà presentarsi, a richiesta della Direzione Lavori, ai sopralluoghi che la stessa
ritenga opportuno per le misurazioni dei lavori ed in ogni caso l'Appaltatore stesso potrà assumere
l'iniziativa per le necessarie verifiche quando ritenga che l'accertamento non sia più possibile con il
progredire del lavoro.
Per tutte le opere oggetto dell'appalto le varie quantità di lavoro saranno determinate con misure
geometriche o a numero o a peso in relazione a quanto previsto nell'elenco dei prezzi.
ART. 137.
DEMOLIZIONI
I prezzi fissati in tariffa per la demolizione delle murature o strutture si applicheranno al volume o alla
superficie effettiva delle strutture o delle murature da demolire.
Tali prezzi comprendono i compensi per gli oneri ed obblighi specificati nel presente Capitolato
Speciale ed in particolare la scelta, l'accatastamento ed il trasporto a rifiuto dei materiali nonché i ponti
di servizio, le impalcature, e sbatacchiature.
I prezzi medesimi, al netto del ribasso d'asta od aumento contrattuale offerto sotto tutte le condizioni
del presente Capitolato Speciale e del contratto si intendono accettati dall'Appaltatore in base ai
calcoli di sua convenienza, a suo rischio e quindi sono fissi ed invariabili ed indipendenti da qualsiasi
eventualità, salvo l'eventuale applicazione delle leggi che consentono la revisione dei prezzi
contrattuali.
I materiali utilizzabili che, ai sensi del suddetto articolo, dovessero venire reimpiegati dall'Appaltatore,
a semplice richiesta della Direzione Lavori, verranno addebitati all'Appaltatore stesso, considerandoli
come nuovi, in sostituzione dei materiali che egli avrebbe potuto provvedere, e cioè allo stesso prezzo
fissato per questo elenco, ovvero, mancando esso, al prezzo commerciale al netto del ribasso d'asta
o all'aumento contrattuale.
L'importo complessivo dei materiali così valutati verrà detratto perciò dall'importo netto di lavori, in
conformità a quanto dispone l'art. 40 del Capitolato Generale.
ART. 138.
MURATURE
Tutte le murature in genere, salvo le eccezioni in appresso specificate, saranno misurate
geometricamente, a volume od a superficie, secondo la categoria, in base a misure prese sul vivo dei
muri, esclusi cioè gli intonaci. Sarà fatta deduzione di tutti i vuoti di luce superiori a mq. 1,00 e dei
vuoti di canne fumarie, canalizzazioni, ecc., che abbiano sezione superiore a mq. 0,25, rimanendo per
questi ultimi, all'Appaltatore, l'onere della loro eventuale chiusura con materiale in cotto. Così pure
sarà fatta deduzione del volume corrispondente alla parte incastrata di pilastri, piattabande, ecc., di
strutture diverse, nonché di pietre naturali od artificiali, da pagarsi con alti prezzi di tariffa.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Nei prezzi unitari delle murature di qualsiasi genere si intende compreso ogni onere per formazione di
spalle, sguinci, canne, spigoli, strombature, incassature per imposte di archi, volte e piattabande.
Nei prezzi delle murature di qualsiasi specie, qualora non debbano essere eseguite con paramento a
faccia vista, si intende compreso il rinzaffo delle facce visibili dei muri. Tale rinzaffo sarà sempre
eseguito, ed è sempre composto nel prezzo unitario, anche a tergo dei muri che debbono essere poi
caricati a terrapieni. Per questi ultimi muri è pure sempre compresa l'eventuale formazione di feritoie
regolari e regolarmente disposte per lo scolo delle acque ed in generale quella delle ammorsature e la
costruzione di tutti gli incastri per la posa in opera della pietra da taglio od artificiale.
Qualunque sia la curvatura data dalla pianta ed alle sezioni dei muri, anche se si debbano costruire
sotto raggio, le relative murature non potranno essere comprese nella categoria delle volte e saranno
valutate con i prezzi delle murature rette senza alcun compenso in più.
Le murature miste di pietrame e mattoni saranno misurate come le murature in genere di cui sopra e
con i relativi prezzi di tariffa s'intendono compensati tutti gli oneri precedentemente descritti nel
presente Capitolato per l'esecuzione in mattoni di spigoli, angoli, squarci, parapetti, ecc.
Le ossature di cornici, cornicioni, lesene, pilastri, ecc., di aggetto superiore a cm. 5 sul filo esterno del
muro, saranno valutate per il loro volume effettivo di aggetto con l'applicazione dei prezzi di tariffa
stabiliti per le murature, maggiorati dell'apposito sovrapprezzo di cui alla tariffa stessa.
Per le ossature di aggetto inferiore ai cm. 5 non verrà applicato alcun sovrapprezzo.
Quando la muratura in aggetto è diversa da quella del muro sul quale insiste, la parte incastrata sarà
considerata come della stessa specie del muro stesso.
Nei prezzi unitari delle murature da eseguire con pietrame di proprietà dell'Amministrazione, come in
generale in tutte le categorie di lavoro per la quali si impiegano materiali di proprietà
dell'Amministrazione (non ceduti all'Appaltatore), s'intende compreso ogni onere per trasporto,
ripulitura, adattamento e posa in opera dei materiali stessi.
Il riempimento di pietrame a secco a ridosso delle murature per drenaggi, vespai, ecc., sarà valutato a
mc. per il suo volume effettivo misurato in opera.
ART. 139.
INTONACI
I prezzi degli intonaci saranno applicati alla superficie intonacata senza tenere conto delle superfici
laterali, di risalti lesene e simili. Tuttavia saranno valutate anche tali superfici laterali quando la loro
larghezza superi cm. 5. Varranno sia per superfici piane che curve. l'esecuzione dei gusci di raccordo,
se richiesti negli angoli fra pareti e soffitto e fra pareti e pareti, con raggio superiore a cm. 15, è pure
compresa nel prezzo, avuto riguardo che gli intonaci verranno misurati anche in questo caso come se
esistessero gli spigoli vivi.
Nel prezzo degli intonaci è compreso l'onere della ripresa, dopo la chiusura, di tracce di qualunque
genere, della muratura di eventuali ganci al soffitto e delle riprese contro pavimenti, zoccolature e
serramenti.
I prezzi dell'elenco valgono anche per intonaci su murature di mattoni forati dello spessore maggiore
di una testa, essendo essi comprensivi dell'onere dell'intasamento dei fori dei laterizi.
Gli intonaci interni sui muri di spessore maggiore di cm. 15 saranno computati a vuoto per pieno, a
compenso dell'intonaco nelle riquadrature dei vani, che non saranno perciò sviluppate.
Tuttavia saranno detratti i vani di superficie maggiore a mq. 4, valutando a parte la riquadratura di
detti vani.
Gli intonaci interni su tramezzi in foglio o ad una testa saranno computati per la loro superficie
effettiva; dovranno essere pertanto detratti tutti i vuoti di qualunque dimensione essi siano, ed
aggiunte le loro riquadrature.
Gli intonaci esterni, su muri di qualsiasi tipo, saranno computati a vuoto per pieno, senza tenere conto
delle sporgenze e delle rientranze fino a cm. 25 dal piano delle murature che non saranno perciò
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
217
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
sviluppate; tuttavia saranno detratti i vani di superficie maggiore di mq. 4, valutando a parte la
riquadratura di detti vani.
Nelle pareti e/o soffitti ove sono necessarie riprese di intonaco susseguenti a demolizioni di tramezzi,
prescindendo dalla larghezza di tali riprese, si contabilizzerà una larghezza vuoto per pieno di cm 50
per l'altezza o la lunghezza misurata.
Nel prezzo degli intonaci sono compresi tutti gli oneri per l'esecuzione dei fondi, delle cornici, dei
cornicioni, fasce, stipiti, mostre, architravi, mensole, bugnati, ecc.
La superficie di intradosso delle volte, di qualsiasi forma e monta, verrà determinata moltiplicando la
superficie della loro proiezione per il coefficiente 1,20. Nessuno speciale compenso sarà dovuto per
gli intonaci eseguiti a piccoli tratti anche in corrispondenza di spalle e mazzette di vani di porte e
finestre.
L'intonaco dei pozzetti d'ispezione delle fognature sarà valutato per la superficie delle pareti senza
detrarre la superficie di sbocco delle fogne, in compenso delle profilature e dell'intonaco sulle
grossezze dei muri.
ART. 140.
TINTEGGIATURE, COLORITURE E VERNICIATURE
Nei prezzi delle tinteggiature, coloriture e verniciature in genere sono compresi tutti gli oneri
precedentemente descritti nel presente Capitolato oltre a quelli per mezzi d'opera, trasporto, sfilatura
e rinfilatura d'infissi, ecc.
Le tinteggiature interne ed esterne per pareti e soffitti saranno in generale misurate con le stesse
norme sancite per gli intonaci.
Per la coloritura o verniciatura degli infissi e simili si osserveranno le norme seguenti:
a) per le porte, bussole e simili, si computerà due volte la luce netta dell'infisso, oltre alla mostra e allo
sguincio, se ci sono, non detraendo l'eventuale superficie del vetro. E' compresa con ciò anche la
verniciatura del telaio per muri grossi o del cassettoncino tipo romano per tramezzi o dell'imbotto tipo
lombardo, pure per tramezzi. La misurazione della mostra e dello sguincio sarà eseguita in proiezione
su un piano verticale parallelo a quello medio della bussola (chiusa) senza tenere conto di sagome,
risalti o risvolti;
b) per le finestre senza persiane, ma con controsportelli, si computerà tre volte la luce netta
dell'infisso, essendo così compensata anche la coloritura dei controsportelli e del telaio (o
cassettone);
c) per le finestre senza persiane e senza controsportelli si computerà una volta sola la luce netta
dell'infisso, comprendendo con ciò anche la coloritura della soglia e del telaio (o cassettone);
d) per le persiane comuni si computerà tre volte la luce netta dell'infisso, comprendendo con ciò
anche la coloritura del telaio;
e) per le persiane avvolgibili si computerà due volte e mezzo la luce netta dell'infisso, comprendendo
con ciò anche la coloritura del telaio ed apparecchio a sporgere, salvo il pagamento a parte della
coloritura del cassettoncino coprirullo;
f) per il cassettone completo, tipo romano, cioè con controsportelli e persiane, montati su cassettone,
si computerà sei volte la luce netta dell'infisso, comprendendo con ciò anche la coloritura del
cassettone e della soglia;
g) per le opere in ferro semplici e senza ornati, quali finestre grandi a vetrate e lucernari, serrande
avvolgibili a maglia, infissi di vetrine per negozi, saranno computati i tre quarti della loro superficie
complessiva, misurata sempre in proiezione, ritenendo così compensata la coloritura dei sostegni,
grappe e simili accessori, dei quali non si terrà conto alcuno nella misurazione;
h) per le opere in ferro di tipo normale a disegno, quali ringhiere, cancelli anche riducibili, inferriate e
simili, sarà computata una volta l'intera loro superficie, misurata con le norme e con le conclusioni di
cui alla lettera precedente;
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
218
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
i) per le opere in ferro ornate, cioè come alla lettera precedente, ma con ornati ricchissimi, nonché per
le pareti metalliche e le lamiere stirate, sarà computata una volta e mezzo la loro superficie, misurata
come sopra;
l) per le serrande da bottega in lamiera ondulata o ad elementi in lamiera sarà computata tre volte la
luce netta del vano, misurato, in altezza, tra la soglia e la battitura della serranda, intendendo con ciò
compensata anche la coloritura della superficie non in vista;
m) i radiatori dei termosifoni saranno pagati ad elemento, indipendentemente dal numero delle
colonne di ogni elemento e della loro altezza.
n) l'applicazione della carta fodera e da parati sarà misurata per la sola superficie della parete
rivestita, senza cioè tenere conto delle sovrapposizioni, e nel relativo prezzo sono compresi tutti gli
oneri precedentemente descritti nel presente Capitolato.
Tutte le coloriture o verniciature s'intendono eseguite su ambo le facce e con i rispettivi prezzi di
elenco si intende altresì compensata la coloritura, o verniciatura, di nottole, braccioletti e simili
accessori.
ART. 141.
PAVIMENTI
I pavimenti, di qualunque genere, saranno valutati per la superficie vista tra le pareti intonacate
dell'ambiente. Nella misura non sarà perciò compresa l'incassatura dei pavimenti nell'intonaco. Nella
misurazione verranno detratte le zone non pavimentate purché di superficie, ciascuna, superiore a
0,25 m2
I prezzi di elenco per ciascun genere di pavimento comprendono l'onere per la fornitura dei materiali e
per ogni lavorazione intesa a dare i pavimenti stessi completi e rifiniti come prescritto all'articolo 88,
escluso il sottofondo che verrà invece pagato a parte, per il suo volume, effettivo in opera, in base al
corrispondente prezzo di elenco.
In ciascuno dei prezzi concernenti i pavimenti, anche nel caso di sola posa in opera, si intendono
compresi gli oneri per le opere di ripristino e di raccordo con gli intonaci, qualunque possa essere
l'entità delle opere stesse.
ART. 142.
MARMI, PIETRE NATURALI ED ARTIFICIALI
I prezzi per la fornitura dei marmi e delle pietre naturali od artificiali, previsti in elenco, saranno
applicati alle superfici od ai volumi dei materiali in opera determinati con i criteri descritti per le
murature in pietre da taglio.
Ogni onere derivante dall'osservanza delle norme di posa si intende compreso nei prezzi.
Specificatamente detti prezzi comprendono gli oneri per lo scarico in cantiere, il deposito e la
provvisoria protezione in deposito, la ripresa, il successivo trasporto ed il sollevamento dei materiali a
qualunque altezza, con eventuale protezione, copertura o fasciatura; per ogni successivo
sollevamento e per ogni ripresa con boiacca di cemento od altro materiale, per la fornitura di lastre di
piombo, di grappe, staffe, chiavette, perni occorrenti per il fissaggio; per ogni occorrente
scalpellamento delle strutture murarie e per la successiva chiusura e ripresa delle stesse, per la
stuccatura dei giunti, per la pulizia accurata e completa, per la protezione di opportune opere
provvisorie delle pietre già collocate in opera, e per tutti i lavori che risultassero necessari per il
perfetto rifinimento dopo la posa in opera, escluse solo le prestazioni dello scalpellino e del marmista
per i ritocchi ai pezzi da montarsi, solo quando le pietre o i marmi non fossero forniti dall'Appaltatore
stesso.
I prezzi elenco sono pure comprensivi dell'onere dell'imbottitura dei vani dietro i pezzi, fra i pezzi
stessi o comunque tra i pezzi e le opere murarie da rivestire, in modo da ottenere un buon
collegamento e, dove richiesto, un incastro perfetto.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
219
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Il prezzo previsto per la posa dei marmi e pietre, anche se la fornitura è affidata all'Appaltatore,
comprende altresì l'onere dell'eventuale posa in diversi periodi di tempo, qualunque possa essere
l'ordine di arrivo in cantiere dei materiali forniti all'Appaltatore dalla stazione appaltante, con ogni
inerente gravame per spostamento di ponteggi e di apparecchi di sollevamento.
ART. 143.
RIVESTIMENTI
I rivestimenti in piastrelle o in mosaico verranno misurati per la superficie effettiva qualunque sia la
sagoma e la posizione delle pareti da rivestire. Nel prezzo a mq. sono comprese la fornitura e la posa
in opera di tutti quei pezzi speciali di raccordo, gusci, angoli, ecc. che saranno computati nella
misurazione, nonché l'onere per la preventiva preparazione con malta delle pareti da rivestire per la
stuccatura finale dei giunti.
ART. 144.
INFISSI
Gli infissi in legno con telaio fisso murato a parte, come porte, finestre, vetrate, coprirulli e simili, si
misureranno da una sola faccia sul perimetro esterno dei telai, siano essi semplici o a cassettoni,
senza tenere conto degli zampini di incassare nei pavimenti o soglie. Le parti centinate saranno
valutate secondo la superficie del minimo rettangolo circoscritto, ad infisso chiuso, compreso come
sopra il telaio maestro, se esistente.
Gli infissi in legno a controtelaio, come porte, finestre, vetrate e simili, si misureranno da una sola
faccia sul perimetro esterno dei controtelai, senza tenere conto degli zampini di incassare negli stipiti.
Le persiane avvolgibili si computeranno aumentando la relativa luce netta di cm. 5 in larghezza e cm.
20 in altezza; le mostre e contromostre saranno misurate linearmente lungo la linea di massimo
sviluppo, ed infine i controsportelli e rivestimenti saranno anch'essi misurati su una sola faccia,
nell'intera superficie vista.
Gli infissi in alluminio, PVC, ferro, siano essi con telaio fisso murato a parte o a controtelaio, come
porte, finestre, vetrate, coprirulli e simili, si misureranno da una sola faccia sul perimetro esterno della
parte visibile, senza tenere conto degli zampini di incassare negli stipiti.
Gli infissi ad imbotte si misureranno da una sola faccia sul perimetro esterno dell'imbotte stessa,
senza tenere conto degli zampini di incassare negli stipiti.
Tutti gli infissi dovranno essere provvisti delle ferramenta di sostegno e di chiusura, delle codette a
muro, pomoli, maniglie e di ogni altro accessorio occorrente per il loro buon funzionamento.
Gli infissi in legno dovranno essere trattati con una mano di olio di lino cotto, quando non siano
altrimenti lucidati o verniciati. Essi dovranno inoltre corrispondere in ogni particolare ai campioni
approvati dalla Direzione Lavori.
Gli infissi in ferro dovranno essere trattati con una mano di antiruggine al minio di piombo, quando non
siano altrimenti previsti verniciati. Essi dovranno inoltre corrispondere in ogni particolare ai campioni
approvati dalla Direzione Lavori.
I prezzi elencati comprendono la fornitura a piè d'opera dell'infisso e dei relativi accessori di cui sopra,
l'onere dello scarico e del trasporto sino ai singoli vani di destinazione, la posa in opera, sempre
quando non sia pagata a parte, e la manutenzione per garantirne il perfetto funzionamento sino al
collaudo finale.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
220
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 145.
VETRI, CRISTALLI E SIMILI
La misura dei vetri e cristalli viene eseguita sulle lastre in opera, senza cioè tenere conto degli
eventuali sfridi occorsi per ricavarne le dimensioni effettive. Il prezzo è comprensivo del mastice, delle
punte per il fissaggio, delle lastre e delle eventuali guarnizioni in gomma prescritte per i telai in ferro.
I vetri e i cristalli centinati saranno valutati secondo il minimo rettangolo ad essi circoscritto.
ART. 146.
OPERE IN FERRO
Tutti i lavori in ferro saranno, in genere, valutati a peso ed i relativi prezzi verranno applicati al peso
effettivo dei metalli stessi a lavorazione completamente ultimata e determinato prima della loro posa in
opera, con pesatura diretta fatta in contraddittorio ed a spese dell'Appaltatore, escluse bene inteso dal
peso le verniciature e le coloriture.
Nei prezzi dei lavori in ferro è compreso ogni e qualunque compenso per le forniture accessorie, per
lavorazioni, montaggio e posa in opera.
Sono pure compresi nei compensati:
l'esecuzione dei necessari fori ed incastri nelle murature e pietre da taglio, le impiombature e
suggellature, le malte ed il cemento, nonché la fornitura del piombo per le impiombature;
gli oneri e le spese derivanti da tutte le norme e prescrizioni contenute negli articoli specifici;
il tiro ed il trasporto in alto, ovvero la discesa in basso, e tutto quanto è necessario per dare i lavori
compiuti in opera a qualsiasi altezza.
In particolare i prezzi delle travi in ferro a doppia T o con qualsiasi altro profilo, per solai, piattabande,
sostegni, collegamenti, ecc., valgono anche in caso di eccezionale lunghezza, grandezza o sezione
delle stesse, e di tipi per cui occorra un'apposita fabbricazione. Essi compensano, oltre il tiro ed il
trasporto in alto, ovvero la discesa in basso, tutte le forature, tagli, lavorazioni, ecc., occorrenti per
collegare le teste di tutte le travi dei solai con tondini, tiranti, cordoli in cemento armato, ovvero per
applicare chiavi, coprichiavi, chiavarde, staffe, avvolgimenti, bulloni, chiodature, ecc., tutte le opere
per assicurare le travi ai muri d'appoggio, ovvero per collegare due o tre travi, tra di loro, ecc., e
qualsiasi altro lavoro prescritto dalla Direzione Lavori per la perfetta riuscita dei solai e per fare
esercitare alle travi la funzione di collegamento dei muri sui quali poggiano.
Nel prezzo del ferro per armature di opere in cemento armato normale o precompresso, oltre alla
lavorazione e allo sfrido, è compreso l'onere per la legatura dei singoli elementi con filo di ferro e la
posa in opere dell'armatura stessa.
ART. 147.
CONTROSOFFITTI
I controsoffitti piani saranno pagati in base alla superficie delle loro proiezione orizzontale, senza cioè
tenere dei raccordi curvi con i muri perimetrali.
I controsoffitti a finta volta, di qualsiasi forma e monta, saranno valutati per una volta e mezza la
superficie della loro proiezione orizzontale.
Nel prezzo dei controsoffitti in genere sono compresi e compensati tutte le armature, forniture,
magisteri e mezzi d'opera per dare i controsoffitti finiti come prescritto nei precedenti articoli specifici.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
221
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 148.
IMPIANTI MECCANICI
La valutazione dei vari elementi degli impianti sarà effettuata a numero, a massa, secondo la
lunghezza o con riferimento ad altre specifiche modalità di misura, in rapporto a quanto
particolarmente stabilito nell'elenco dei prezzi; ove invece il prezzo di ciascun impianto fosse stabilito
forfettariamente, esso comprende e compensa, se non diversamente previsto, tutte le forniture, le
lavorazioni, i montaggi, le prestazioni principali ed accessorie e gli oneri stabiliti nei relativi articoli del
Capitolato Speciale.
Tubazioni metalliche
Le tubazioni metalliche saranno valutate in base alla loro massa, in rapporto al tipo approvato dalla
Direzione dei Lavori, od in base alla loro lunghezza, misurata sull'asse delle tubazioni stesse, quando
ne siano indicate le caratteristiche.
I prezzi di elenco comprendono oltre alla fornitura dei materiali, compresi quelli di giunzione e la
relativa posa in opera, anche ogni accessorio quali staffe, collari, supporti, ecc., nonché l'esecuzione
delle giunzioni, nei tipi prescritti e le opere murarie.
Nella valutazione delle masse si terrà conto unicamente di quelle relative ai tubi e ai manufatti
metallici di giunzione (flange, controflange, manicotti, ecc.) qualora non già compresi nei prezzi di
elenco, con esclusione del piombo (nei giunti a piombo), delle guarnizioni (corda di canapa, anelli di
gomma, ecc.) nonché le staffe, collari e materiali vari di fissaggio il cui onere, per quanto in
precedenza esposto, deve ritenersi incluso nel prezzo.
Nella valutazione delle lunghezze non dovrà tenersi conto delle sovrapposizioni.
Per quanto riguarda i pezzi speciali, l'onere della relativa fornitura e posa in opera è compreso nel
prezzo delle tubazioni.
La lunghezza delle tubazioni in acciaio, sia nere che zincate, sarà misurata sull'asse delle tubazioni,
senza tenere conto delle parti destinate a compenetrarsi. I pezzi speciali saranno ragguagliati alle
tubazioni del corrispondente diametro secondo le lunghezze effettivamente misurate lungo gli assi.
Il peso delle tubazioni sarà calcolato in base alle tabelle UNI 8863 serie media fino al diametro di 4",
alle tabelle UNI 7287/86 (tubi commerciali) per i diametri superiori, ed in base alle quali le tubazioni
dovrano essere acquistate.
Tubazioni in materie plastiche
La valutazione delle tubazioni in materie plastiche (PVC, polietilene, polipropilene, ecc.) dovrà essere
effettuata a metro lineare, misurando la lunghezza sull'asse delle tubazioni, senza tenere conto delle
parti destinate a compenetrarsi. I pezzi speciali saranno ragguagliati alle tubazioni del corrispondente
diametro secondo le lunghezze effettivamente misurate lungo gli assi.
Le sigillature e i materiali di giunzione devono intendersi comprese nei prezzi di Elenco corrispondenti
alle relative tubazioni.
Coibentazioni
Le lunghezze degli isolamenti termici delle tubazioni verranno effettuate sull'asse delle stesse, senza
tenere conto delle parti destinate a compenetrarsi. I pezzi speciali saranno ragguagliati alle tubazioni
di isolante di corrispondente diametro, secondo le lunghezze effettivamente misurate lungo gli assi. Lo
sviluppo delle coibentazioni da pagarsi al metro quadro sarà misurato considerando il diametro
esterno (diametro più spessore) e la lunghezza misurata come sopra.
Per le coibentazioni dei canali isolati esternamente ed applicate in cantiere, lo sviluppo sarà calcolato
considerando le misure esterne (lati più spessori) e la lunghezza misurata lungo l'asse delle
canalizzazioni.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
222
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Canalizzazioni aria
I vari tronchi delle canalizzazioni verranno pesati singolarmente su apposite bilance omologate ai
sensi di legge. Dovrà pesarsi il tronco di canale completo delle flange di collegamento e della
coibentazione di polietilene (sia quelli così rivestiti internamente che esternamente), escludendo le
staffe di sostegno, le graffe, i bulloni e le guarnizioni di tenuta, il cui onere è compreso nelle voci di
Elenco. I pezzi speciali verranno pagati secondo il loro peso, senza oneri aggiuntivi.
La pesatura dei canali, effettuata dopo aver numerato con pennarello indelebile i singoli tronchi, verrà
registrata in un apposito verbale redatto dal direttore dei lavori in contraddittorio con l'impresa e da
entrambi sottoscritto, e nel quale si riporteranno per ciascun elemento il numero progressivo, il tipo ed
il peso.
La contabilizzazione progressiva dei canali verrà eseguita indicando il peso complessivo della
pesatura ed il numero del verbale a cui fa riferimento.
ART. 149.
IMPIANTI ELETTRICI
La valutazione dei vari elementi degli impianti sarà effettuata a numero, a massa, secondo la
lunghezza o con riferimento ad altre specifiche modalità di misura, in rapporto a quanto
particolarmente stabilito nell'elenco dei prezzi; ove invece il prezzo di ciascun impianto fosse stabilito
forfettariamente, esso comprende e compensa, se non diversamente previsto, tutte le forniture, le
lavorazioni, i montaggi, le prestazioni principali ed accessorie e gli oneri stabiliti nei relativi articoli
delle presenti prescrizioni tecniche e del C.S.A..
Se non specificatamente detto nelle voci di tariffa relative, sono comprese tutte le opere murarie
necessarie all’installazione degli impianti elettrici, quali apertura e chiusura tracce, fori in solai e pareti,
ripristini, muratura mensole e staffe, basamenti per quadri, gruppi elettrogeni, di continuità, ecc.,
canalette a pavimento, ponteggi, tiri in alto, etc.
Conduttori
I conduttori per la realizzazione delle linee primarie e di dorsale, se non diversamente detto in elenco
prezzi, saranno pagate a metro lineare con il corrispondente prezzo di elenco. La misura verrà
effettuata da morsettiera a morsettiera lungo la linea di mezzeria del canale e comunque lungo il
percorso più breve.
I prezzi formulati per i conduttori delle linee principali e di dorsale comprendono la fornitura e posa in
opera dei conduttori sia in canale che in tubo (questi esclusi), il compenso forfettario per gli sfridi ed il
serpeggiamento e gli oneri per la fascettatura ed identificazione.
Tubazioni in P.V.C. portaconduttori
I prezzi di tariffa per le tubazioni relative alle linee principali e di dorsale poste sottotraccia
comprendono, oltre la fornitura del materiale, compresi gli elementi di giunzione e le curve
eventualmente occorrenti, le opere murarie relative all'apertura delle tracce della foratura dei muri e
dei solai e tutti i ripristini e le opere di rifinitura descritti in tariffa. Il prezzo oltre a quanto sopra è
comprensivo della fornitura e collocazione di eventuali cassette di derivazione o rompitratta,
generalmente di forma quadrata o rettangolare con lato pari almeno a 1,3 volte l'ingombro dei tubi.
La misurazione verrà effettuata a metro lineare, lungo la linea di mezzeria per gruppi di tubi accostati.
Canali portaconduttori
I prezzi di tariffa per il canale comprendono, oltre alla fornitura del materiale, i coperchi e le staffature,
di tutti i pezzi speciali occorrenti, le opere murarie per il fissaggio e l'attraversamento dei muri,
compreso la rifinitura ad intonaco delle luci aperte nei muri. La misurazione verrà effettuata nella
mezzeria del canale a partire dal quadro di derivazione sino alle testate di chiusura.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Punti luce e prese
Con il relativo prezzo si intendono compensati tutte le forniture e gli oneri alla installazione delle linee
secondarie di distribuzione eseguite come prescritte nella parte relativa alle modalità di esecuzione
dei lavori del presente capitolato. Nel prezzo è inoltre compensata la fornitura e collocazione dei frutti
per interruttori semplici, deviati, commutati, relè, dei ganci a soffitto ove previsto sul solaio entro
cassetta tonda diametro 65 mm, dei frutti per prese e quanto altro occorre per dare i punti
perfettamente efficienti.
ART. 150.
VERIFICHE IMPIANTI
Impianti elettrici
Verifiche e prove preliminari
Si intendono tutte quelle operazioni atte a consentire la verifica della conformità delle apparecchiature
e degli impianti alle pattuizioni contrattuali, la loro corretta installazione ed esecuzione ed il loro
regolare funzionamento.
Le prove e verifiche preliminari saranno eseguite in contraddittorio fra la D.L. e la Ditta e verbalizzate.
Verifica montaggio apparecchiature
Sarà eseguita una verifica intesa ad accertare che il montaggio di tutti gli apparecchi, materiali, etc.,
sia stato eseguito correttamente e secondo le buone regole dell’arte e che la qualità dei componenti
impiegati non sia inferiore alle prescrizioni contrattuali.
Verifica finale di funzionamento
All’ultimazione dei lavori o anche di parte di essi la D.L. eseguirà tutte le prove e verifiche che riterrà
opportune per controllare il corretto funzionamento degli impianti anche con riferimento alle
prestazioni e funzioni previste in capitolato.
In particolare le verifiche da eseguire sono:
- accertare la conformità degli impianti e dei lavori al progetto approvato;
- controllo a vista impianti.
- verifica del valore di resistività dell’impianto generale di terra in conformità a quanto previsto dalle
normative;
- misura dell’impedenza dell’anello di guasto e verifica coordinamento protezioni secondo C.E.I.
64-8;
- verifica collegamenti e nodi equipotenziali sempre secondo C.E.I. 64/4;
- verifica di funzionamento dei dispositivi di isolamento;
- misura resistenza di pavimenti antistatici;
- verifica misure di isolamento;
- verifica sfilabilità cavi e sezione dimensioni canalizzazioni;
- verifica funzionamento gruppo elettrogeno e apparecchiature annesse;
- verifica caduta di tensione tra QGBT e utenza più sfavorita;
- misura tensione di passo o contatto;
- verifica progetto impianto protezione contro le scariche atmosferiche;
- quanto altro previsto dalle normative vigenti o ritenuto necessario dalla D.L.;
La Direzione dei lavori potrà, in qualsiasi momento, procedere a verifiche sugli impianti, sia in corso
d'opera che dopo l'ultimazione dei lavori atte, tra l’altro, a:
- accertare la conformità degli impianti e dei lavori al progetto approvato;
- lo stato di isolamento dei conduttori;
- l'efficienza delle protezioni;
- l'efficienza delle prese di terra;
- quanto altro previsto dalle normative vigenti o ritenuto necessario dalla D.L.;
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Impianti meccanici
Si intendono tutte quelle operazioni atte a rendere l'impianto perfettamente funzionante, comprese le
prove prima delle finiture, il bilanciamento dei circuiti dell'acqua, la taratura dei circuiti dell'aria, la
taratura della regolazione elettronica, ecc..
Le verifiche saranno eseguite in contraddittorio e verrà redatto apposito verbale. I risultati di dette
prove dovranno citarsi nei collaudi.
Sarà eseguita una verifica intesa ad accertare che il montaggio di tutti gli apparecchi, materiali, ecc.,
sia stato eseguito correttamente e secondo le buone regole dell’arte e che la qualità dei componenti
impiegati non sia inferiore alle prescrizioni contrattuali.
Prima della chiusura e del mascheramento delle condutture, si dovrà eseguire una prova idraulica a
freddo delle tubazioni; tale prova deve essere eseguita ad una pressione di 2,5 kg/cm2 superiore a
quella di esercizio e mantenuta per almeno 12 ore (se le condizioni lo consentono per 24 ore). La
prova sarà ritenuta positiva quando non si verificheranno abbassamenti di pressione o deformazioni.
Dopo la prova idraulica e prima della messa in esercizio degli impianti, le tubazioni saranno
accuratamente lavate. Il lavaggio dovrà essere fatto scaricando acqua dagli opportuni drenaggi sino a
che essa non esca pulita. Il controllo finale dello stato di pulizia avrà luogo alla presenza della
Direzione Lavori.
Sarà necessario provvedere, immediatamente dopo le operazioni di lavaggio, al riempimento
dell’impianto.
Non appena sarà possibile si dovranno eseguire prove di circolazione dell'acqua calda e fredda, ad
una temperatura pari a quella di regime, onde verificare le condizioni di temperatura e di portata nei
vari circuiti, agli utilizzatori e agli ambienti, verificare che non ci siano deformazioni permanenti e che i
giunti e le guide di scorrimento funzionano in modo efficiente, e che siano rispettate le condizioni
termoigrometriche di progetto e di rumorosità fissate dalle norme.
Le canalizzazioni dell'aria saranno provate per verificarne la tenuta, le portate e per procedere alla
taratura ove necessario.
I ventilatori dovranno funzionare per un periodo sufficiente ad assicurare la pulizia all'interno e il
bilanciamento dei circuiti. Per tale prova dovranno usarsi filtri provvisori, che si intendono a carico
dell'installatore. Tale prova dovrà essere eseguita prima dell'installazione delle bocchette e diffusori.
L’appaltatore avrà l’onere durante tutte le verifiche ed i collaudi di fornire l’energia necessaria, i
combustibili, le maestranze, gli strumenti di misura, gli eventuali ripristini e quanto altro sia ritenuto
necessario da parte della D.L. e/o del Collaudatore.
L'Appaltatore dovrà, prima della stesura del certificato di collaudo, rilasciare la dichiarazione di
conformità degli impianti, come stabilito all'art. 9 della L. 5 marzo 1990 n° 46, comprendente una
relazione contenente tra l'altro la tipologia dei materiali impiegati; detta relazione sarà inoltre parte
integrante del progetto definitivo di cantiere.
ART. 151.
PERIODO D’AVVIAMENTO E MESSA A PUNTO DEGLI IMPIANTI
A lavori ultimati avrà inizio un periodo di messa in esercizio e regolazione degli impianti, durante il
quale Ditta appaltatrice dovrà provvedere ad effettuare tutte le operazioni di messa a punto delle
installazioni. Durante tali prove gli impianti saranno gestiti dal personale della Ditta appaltatrice che
dovrà assicurare la necessaria manutenzione, la pulizia e la sostituzione dei materiali e prodotti di
consumo. Nello stesso periodo, per richiesta della Committente, il personale della Ditta appaltatrice
potrà essere affiancato da personale della Committente che dovrà essere istruito alla gestione degli
impianti dall’Appaltatore.
Al termine del periodo sopra descritto, su notifica dell’Appaltatore, la Committente predisporrà, nei
termini del programma generale, il collaudo provvisorio; esso potrà essere effettuato soltanto se gli
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
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Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
impianti saranno ultimati e, a giudizio della D.L., in condizioni tali da consentire una completa
valutazione delle installazioni.
È a carico della Ditta appaltatrice la messa a punto di tutte le apparecchiature di regolazione
automatica e d’eventuali software di gestione degli impianti, in modo da consegnarle perfettamente
funzionanti e rispondenti alle funzioni cui esse sono destinate.
La messa a punto dovrà essere eseguita, prima del collaudo provvisorio da personale specializzato,
inviato dalla casa costruttrice della strumentazione, rimanendo però la Impresa installatrice unica
responsabile di fronte alla Committente.
Per le operazioni di taratura dovrà essere redatto un verbale.
In particolare, a fine lavori, la Ditta appaltatrice dovrà consegnare una raccolta con la descrizione
dettagliata di tutte le apparecchiature di regolazione, gli schemi funzionali, le istruzioni per la messa a
punto e la ritaratura.
Gli oneri per la messa a punto e taratura dell’impianto di regolazione e per la predisposizione degli
schemi e istruzioni s’intendono compresi nei prezzi contrattuali e per questi, non potrà essere
richiesto nessun maggior costo.
Si precisa che le indicazioni riguardanti la regolazione fornite dalla Committente possono anche non
comprendere tutti i componenti necessari alla realizzazione della regolazione automatica, ma resta
però inteso che la Ditta appaltatrice, nel rispetto della logica e funzionalità richiesta, deve
comprendere nel prezzo della propria offerta e della propria fornitura tutti i componenti, anche se non
esplicitamente indicati negli schemi e tavole di progetto, necessari per fornire completa e
perfettamente funzionante la regolazione automatica.
Tutte le apparecchiature di regolazione s’intendono fornite in opera, e complete, dei collegamenti
elettrici necessari al loro funzionamento.
ART. 152.
PROVE TECNICHE DI FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI
Entro trenta giorni naturali dalla data di redazione del certificato di ultimazione dei lavori il Direttore dei
Lavori procederà all’avvio delle prove tecniche di funzionamento delle opere compiute, verbalizzando
in contraddittorio con la Ditta appaltatrice i risultati e gli eventuali difetti di costruzione ed in questo
caso invitando la Ditta appaltatrice ad eliminarli entro un termine ritenuto adeguato, che sarà precisato
nel verbale sopraddetto.
Le prove sugli impianti termici vanno eseguite quando le temperature esterne siano prossime a quelle
di progetto.
Le prove devono mirare alla verifica del funzionamento di tutto l’impianto, secondo le aspettative
previste in progetto e quindi gli impianti dovranno essere mantenuti in funzione per un periodo
sufficiente a valutare la “risposta” dell’intero sistema (circolazione dei fluidi, funzionamento del sistema
di regolazione, rumorosità, efficienza organi di controllo e sicurezza, ecc.)
In sede di verifica delle prove tecniche di funzionamento, la Ditta appaltatrice dovrà presentare tutta la
documentazione tecnica aggiornata al “come costruito”, nonchè le attestazioni delle avvenute
denuncie e/o collaudi da parte degli Enti aventi giurisdizione.
Il favorevole esito delle suddette prove funzionali costituirà soltanto la prova della generica
buon’esecuzione o del generico funzionamento e non quella del raggiungimento delle garanzie
prescritte dal contratto, nè della perfetta esecuzione e/o del regolare ed ineccepibile funzionamento.
Dalla data dell’ultimo verbale delle prove tecniche di funzionamento l’opera si intende completamente
eseguita, sempre che non sussistano, a giudizio della D.L., difetti tali da rendere l’opera “non
pienamente utilizzabile”, fermo restando l’obbligo della Ditta appaltatrice di procedere nel termine
fissato all’eliminazione dei difetti o manchevolezze riportandosi, allora, la data di completamento a
quella in cui si sarà verificata l’eliminazione stessa; si tenga altresì presente che la Ditta appaltatrice
sarà pure tenuta a fornire tutte le apparecchiature di misurazione dei parametri (distanze, velocità,
portate, temperature) richiesti dalla D.L..
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
In caso d’installazione di sistemi d’emergenza d’alimentazione elettrica, la Direzione lavori si riserva la
facoltà di scegliere le prove da effettuare alla presenza di tecnici della la Ditta appaltatrice e
dell’azienda produttrice del macchinario.
ART. 153.
COLLAUDO IMPIANTI
Il collaudo definitivo dell'impianto dovrà accertare :
- che gli impianti ed i lavori siano conformi al progetto approvato;
- che siano verificate negli ambienti le condizioni climatiche e d’illuminamento di progetto;
- lo stato di isolamento dei conduttori;
- l’efficienza delle protezioni;
- l'efficienza delle prese di terra;
- la resistenza all'isolamento;
- la corretta esecuzione dei circuiti di protezione contro le tensioni di contatto
- quanto altro previsto dalle normative vigenti o ritenuto necessario dal Collaudatore.
L’appaltatore avrà l’onere durante tutte le verifiche ed i collaudi di fornire l’energia necessaria, i
combustibili, le maestranze, gli strumenti di misura, gli eventuali ripristini e quanto altro sia ritenuto
necessario da parte della D.L. e/o del Collaudatore.
L'Appaltatore dovrà, prima della stesura del certificato di collaudo, rilasciare la dichiarazione di
conformità degli impianti, come stabilito all'art. 9 della L. 5 marzo 1990 n° 46, comprendente una
relazione contenente tra l’altro la tipologia dei materiali impiegati; detta relazione sarà inoltre parte
integrante del progetto definitivo di cantiere, con tutti gli elaborati di cui al punto di cui ai paragrafi
“documentazione finale"
Prima della consegna delle opere all’Amministrazione, l’appaltatore dovrà formare, anche per il
tramite di tecnici delle case costruttrici degli apparecchi installati (obbligatorio per il sistema di
regolazione), il personale dell'Amministrazione addetto alla conduzione, all'impiego, al funzionamento
e alla gestione dell'impianto.
Tale formazione dovrà essere eseguita anche non in un'unica soluzione a collaudo avvenuto, ma
anche durante il corso dei lavori se l’appaltatore accetta di consegnare in via provvisoria quei locali
ultimati, qualora l’Amministrazione ne richiede l’anticipata presa in possesso.
ART. 154.
GARANZIA DEGLI IMPIANTI - MANUTENZIONE E CONDUZIONE
L’Amministrazione Appaltante si riserva la facoltà di prendere in consegna tutti gli impianti o parte di
essi dopo l'ultimazione delle singole fasi di lavorazione, imponendo alla Ditta la messa in funzione
degli stessi, rimanendo però essa Ditta unica responsabile e con la totale conduzione e manutenzione
ordinaria e straordinaria in completo carico della Ditta stessa, fino a quando non avrà ottemperato alla
consegna della documentazione finale e delle verifiche sugli impianti da attivare. Restano esclusi dagli
oneri della Ditta, in tale periodo, i soli costi di energia elettrica.
Dovrà inoltre formare, anche per il tramite di tecnici delle case costruttrici degli apparecchi installati, il
personale dell'Amministrazione addetto alla conduzione, all'impiego, al funzionamento e alla gestione
dell'impianto, istruendolo circa le modalità di funzionamento, di conduzione e di manutenzione, come
già detto anche in più riprese in caso di consegne parziali e successive delle opere.
L’Appaltatore avrà l’onere e l’obbligo di garantire gli impianti, sia per la qualità dei materiali, sia per il
montaggio, sia ancora per il regolare funzionamento fino a due anni dall’approvazione amministrativa
e tecnica del certificato di collaudo dell’intera opera.
Pertanto, fino alla scadenza di tale periodo, l’Appaltatore dovrà riparare, tempestivamente ed a
proprie spese, tutti i guasti e le imperfezioni dovessero verificarsi negli impianti per effetto della non
buona qualità dei materiali o per difetto di montaggio o di funzionamento, esclusa solamente la
riparazione dei danni attribuibili all’ordinario esercizio.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Viene comunque stabilito che l’Appaltatore, prima della rata di saldo, rilasci polizza fideiussoria pari al
10% dell’importo dell’impianto stesso. Detta polizza sarà svincolata al termine del periodo di garanzia
sopra detta.
ART. 155.
REGOLA D'ARTE
Gli impianti oltre che essere realizzati rispettando le norme di cui al disciplinare ed al C.S.A., devono
essere eseguiti a regola d'arte, intendendosi indicare, con detto termine, tutte le norme più o meno
codificate di corretta esecuzione dei lavori.
Gli impianti devono realizzarsi il più possibile in conformità agli allegati di progetto; ogni discostamento
o modifica deve essere dettato da inconfutabili esigenze tecniche e comunque previa autorizzazione
scritta della Direzione dei Lavori.
Qualora la Ditta avesse eseguito opere in difformità, senza la preventiva approvazione, è in facoltà
della Direzione dei Lavori ordinarne la demolizione e il rifacimento secondo progetto, senza che la
ditta per questo abbia diritto ad alcun compenso.
ART. 156.
OPERE MURARIE DI ASSISTENZA E COMPLETAMENTO
Sono compresi nei prezzi di elenco degli impianti tutte le opere murarie che si rendessero necessarie
per la loro esecuzione.
Le opere e gli oneri di assistenza compensano e comprendono le seguenti prestazioni:
scarico dagli automezzi, collocazione in loco compreso il tiro in alto ai vari piani e sistemazione in
magazzino di tutti i materiali pertinenti agli impianti;
apertura e chiusura di tracce, predisposizione e formazione di fori ed asole su murature e
strutture di calcestruzzo armato;
ripristino muratura, intonaci, coloritura pareti, ripristino pavimentazione e quanto altro interessato
dalle tracce, dai fori, etc. di cui sopra;
muratura di scatole, cassette, sportelli, staffe per canali, supporti di qualsiasi genere;
fissaggio di apparecchiature in genere ai relativi basamenti e supporti.
formazione di basamenti di calcestruzzo o muratura e, ove richiesto, l’interposizione di strato
isolante, baggioli, ancoraggi di fondazione e nicchie;
smontaggio e rimontaggio di piccoli tratti di controsoffitto;
manovalanza e mezzi d'opera in aiuto ai montatori per la movimentazione inerente alla posa in
opera di quei materiali che per il loro peso e/o volume esigono tali prestazioni;
i materiali di consumo ed i mezzi d'opera occorrenti per le prestazioni di cui sopra;
il trasporto alla discarica dei materiali di risulta delle lavorazioni;
cavi e rinterri relativi a tubazioni od apparecchiature poste interrate;
ponteggi di servizio interni ed esterni;
le opere e gli oneri di assistenza agli impianti sono compresi integralmente nei prezzi di elenco;
nessun altro spetta all'appaltatore.
ART. 157.
LAVORI COMPENSATI IN ECONOMIA
Manodopera
Gli operai per i lavori in economia dovranno essere idonei al lavoro per il quale sono richiesti e
dovranno essere provvisti dei necessari attrezzi.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
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Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
L'Appaltatore è obbligato, senza compenso alcuno, a sostituire tutti quegli operai che non riescano di
gradimento alla Direzione Lavori.
Circa le prestazioni di manodopera saranno osservate la disposizioni e convenzioni stabilite dalle
leggi e dai contratti collettivi di lavoro, stipulati e convalidati a norma delle leggi sulla disciplina
giuridica dei rapporti collettivi.
1) Nell'esecuzione dei lavori che formano oggetto del seguente appalto, l'Appaltatore si obbliga ad
applicare integralmente tutte le norme contenute nel contratto collettivo nazionale di lavoro per gli
operai dipendenti dalle aziende industriali edili ed affini e negli accordi locali integrativi dello
stesso, in vigore per il tempo e nella località in cui si svolgono i lavori anzidetti.
L'Appaltatore si obbliga, altresì, ad applicare il contratto e gli accordi medesimi anche dopo la
scadenza e fino alla loro sostituzione e, se cooperativa, anche nei rapporti con i soci.
I suddetti obblighi vincolano l'Appaltatore anche se non sia aderente alle associazioni stipulanti o
receda da esse e indipendentemente dalla natura industriale stessa e da ogni altra sua
qualificazione giuridica, economica o sindacale.
2) L'Appaltatore è responsabile, in rapporto all'Amministrazione appaltante, l'osservanza delle norme
anzidette da parte degli eventuali subappaltatori nei confronti dei rispettivi loro dipendenti, anche
nei casi in cui il contratto collettivo non disciplini l'ipotesi del subappalto.
Il fatto che il subappalto non sia autorizzato non esime l'Appaltatore dalle responsabilità di cui al
comma precedente e ciò senza pregiudizio degli altri diritti dell'Amministrazione appaltante.
Non sono, in ogni caso, considerate subappalti le commesse date dall'Appaltatore ad altre
imprese:
a)
b)
per la fornitura dei materiali;
per la fornitura anche in opera di manufatti ed impianti idrici, sanitari e simili che si eseguono
a mezzo di ditte specializzate.
3) In caso di inottemperanza agli obblighi precisati nel presente articolo, accertata
dall'Amministrazione appaltante o ad essa segnalata dall'Ispettorato del Lavoro, l'Amministrazione
appaltante medesima comunicherà all'Appaltatore e, se del caso, anche all'Ispettorato suddetto,
l'inadempienza accertata e procederà ad una detrazione del 20 per cento sui pagamenti in
acconto, se i lavori sono in corso di esecuzione, ovvero alla sospensione del pagamento del saldo,
se i lavori sono stati ultimati, destinando le somme così accantonate a garanzia dell'adempimento
degli obblighi di cui sopra.
Il pagamento all'Appaltatore delle somme accantonate non sarà effettuato sino a quando
dall'Ispettorato del Lavoro non sia stato accertato che gli obblighi predetti sono stati integralmente
adempiuti.
Per le detrazioni e sospensioni dei pagamenti di cui sopra, l'Appaltatore non può opporre eccezioni
all'Amministratore appaltante, né ha titolo a risarcimento di danni.
Noleggi
Le macchine e gli attrezzi dati a noleggio debbono essere in perfetto stato di servibilità e provvisti di
tutti gli accessori necessari per il loro regolare funzionamento.
E' a carico esclusivo dell'Appaltatore la manutenzione degli attrezzi e delle macchine.
Il prezzo comprende gli oneri relativi alla manodopera, al combustibile, ai lubrificanti, ai materiali di
consumo, all'energia elettrica e a tutto quanto occorre per il funzionamento delle macchine.
Con i prezzi di noleggio delle motopompe, oltre la pompa sono compensati il motore, o la motrice, il
gassogeno e la caldaia, e la linea per il trasporto dell'energia elettrica e, ove occorra, anche il
trasformatore.
I prezzi di noleggio di meccanismi in genere si intendono corrisposti per tutto il tempo durante il quale i
meccanismi rimangono a piè d'opera a disposizione dell'Amministrazione, e cioè anche per le ore in
cui i meccanismi stessi non funzionano, applicandosi il prezzo stabilito per i meccanismi in funzione
soltanto alle ore in cui essi sono in attività di lavoro; quello relativo a meccanismi in riposo di ogni altra
condizione di cose, anche per tutto il tempo impiegato per riscaldare la caldaia e per portare a regime
i meccanismi.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
229
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
Nel prezzo del noleggio sono compresi e compensati tutti gli oneri e tutte le spese per il trasporto a
piè d'opera, montaggio, smontaggio ed allontanamento dei detti meccanismi.
Per il noleggio dei carri e degli autocarri il prezzo verrà corrisposto soltanto per le ore di effettivo
lavoro, rimanendo escluso ogni compenso per qualsiasi altra causa o perditempo.
Trasporti
Con i prezzi dei trasporti s'intende compensata anche la spesa per i materiali di consumo, la
manodopera del conducente, e ogni altra spesa occorrente.
I mezzi di trasporto per i lavori in economia debbono essere forniti in pieno stato di efficienza e
corrispondere alle prescritte caratteristiche.
La valutazione delle materie da trasportare è fatta, a seconda dei casi, a volume od a peso, con
riferimento alla distanza.
Materiali a pie d'opera o in cantiere
Tutti i materiali in provvista saranno misurati con metodi geometrici, con le prescrizioni indicate qui
appresso ovvero nei vari articoli delle presenti Prescrizioni e nell'art. 34 del Capitolato Generale.
Inoltre:
Pietra e marmi
Le pietre e marmi a piè d'opera saranno valutati a volume, applicando il prezzo al volume del minimo
parallelepipedo retto circoscrivibile a ciascun pezzo.
Le lastre, i lastroni, ed altri pezzi da pagarsi a superficie saranno valutati:
- in base al minimo rettangolo circoscrivibile quando trattasi di elementi isolati (soglie, stipiti,
copertine, ecc.);
- in base alla superficie effettiva, dopo il collocamento in opera, senza tenere conto degli sfridi
relativi a ciascun pezzo, quando trattasi di materiali per pavimenti e rivestimenti.
Con i prezzi dei marmi in genere s'intende compensata, salvo contrario avviso, la lavorazione delle
facce viste a pelle liscia, la loro arrotatura e pomiciatura.
Legnami
Il volume e la superficie dei legnami saranno computati in base alle lunghezze e sezioni ordinate,
intendendosi compreso nei prezzi stessi qualunque compenso per spreco di legname e per la sua
riduzione alle esatte dimensioni prescritte.
Per i legnami rotondi e grossolanamente squadrati, il volume è dato dal prodotto della lunghezza
minima per la sezione di mezzeria.
Le assicelle, le tavole, i tavoloni, i panconi si misureranno moltiplicando la larghezza di mezzeria per
la lunghezza minima.
Apparecchiature e manufatti impiantistici
Le apparecchiature ed i manufatti, sia quelle fornite monoblocco o in elementi da assemblare in
cantiere, sia quelli assemblati in officina (gruppi frigo, centrali di trattamento aria, gruppi elettrogeni e
di continuità, cabine elettriche, quadri elettrici, ventilconvettori, ecc.) potranno essere posti in
avanzamento in contabilità: saranno valutati applicando il relativo prezzo a piè d'opera, ovvero
corrispondendo la percentuale d'incidenza del prezzo elementare a piè d'opera sul prezzo di
applicazione globale dell'apparecchiatura o manufatto, che risulta dall'analisi dei prezzi.
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
230
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POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
SOMMARIO
CAPITOLO I_____________________________________________________________________________1
OGGETTO DELL’APPALTO - FORMA E PRINCIPALI DIMENSIONI DELLE OPERE..........................1
ART. 1.
ART. 2.
ART. 3.
ART. 4.
ART. 5.
ART. 6.
ART. 7.
ART. 8.
ART. 9.
OGGETTO DELL'APPALTO............................................................................................................................................. 2
AMMONTARE DELL'APPALTO ..................................................................................................................................... 2
DESCRIZIONE DELLE OPERE ........................................................................................................................................ 2
OPERE ESCLUSE DALL'APPALTO ................................................................................................................................ 3
FORMA E DIMENSIONI DELLE OPERE........................................................................................................................ 3
CONDIZIONI DI APPALTO.............................................................................................................................................. 3
VARIAZIONE ALLE OPERE PROGETTATE ................................................................................................................. 5
ECCEZIONI DELL'APPALTATORE ................................................................................................................................ 6
CONDIZIONI DI AMMISSIONE ALL'APPALTO........................................................................................................... 6
CAPITOLO II ____________________________________________________________________________7
DISPOSIZIONI PARTICOLARI RIGUARDANTI L'APPALTO....................................................................7
ART. 10.
ART. 11.
ART. 12.
ART. 13.
ART. 14.
ART. 15.
ART. 16.
ART. 17.
ART. 18.
ART. 19.
ART. 20.
ART. 21.
ART. 22.
ART. 23.
ART. 24.
ART. 25.
ART. 26.
ART. 27.
ART. 28.
ART. 29.
ART. 30.
ART. 31.
ART. 32.
ART. 33.
ART. 34.
ART. 35.
ART. 36.
ART. 37.
ART. 38.
ART. 39.
ART. 40.
ART. 41.
ART. 42.
ART. 43.
ART. 44.
ART. 45.
ART. 46.
ART. 47.
ART. 48.
ART. 49.
ART. 50.
ART. 51.
ART. 52.
OSSERVANZA DEL REGOLAMENTO, DEL CAPITOLATO GENERALE, DI LEGGI E DI NORME..................... 8
CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE .................................................................................................................................. 8
GARANZIE E COPERTURE ASSICURATIVE ............................................................................................................... 9
CONTRATTO DI APPALTO ........................................................................................................................................... 10
SPESE DI CONTRATTO ED ACCESSORIE.................................................................................................................. 10
RISERVATEZZA DEL CONTRATTO............................................................................................................................ 11
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI .................................................................................................................... 11
DOCUMENTI CHE FANNO PARTE DEL CONTRATTO............................................................................................ 11
PROGETTO ESECUTIVO ............................................................................................................................................... 11
CONSEGNA ED INIZIO DEI LAVORI .......................................................................................................................... 13
DOMICILIO E RAPPRESENTANTE TECNICO DELL'APPALTATORE................................................................... 14
CUSTODIA DEI CANTIERI ............................................................................................................................................ 15
PERSONALE DELL’APPALTATORE E DISCIPLINA NEI CANTIERI ..................................................................... 15
SUBAPPALTI E COTTIMI – NOLI A CALDO – CONTRATTI DI FORNITURE – DIVIETI ................................... 15
RISERVA DI FORNITURE E LAVORAZIONI............................................................................................................. 17
TRATTAMENTO E TUTELA DEI LAVORATORI....................................................................................................... 17
ESTENSIONE DI RESPONSABILITÀ ........................................................................................................................... 18
ADEMPIMENTI E RESPONSABILITÀ IN MATERIA DI SICUREZZA..................................................................... 18
OBBLIGHI ED ONERI DELL’APPALTATORE............................................................................................................ 19
OBBLIGHI ED ONERI DEI LAVORATORI AUTONOMI E DELLE IMPRESE SUBAPPATATRICI ..................... 21
OBBLIGHI ED ONERI DEL DIRETTORE TECNICO DI CANTIERE ........................................................................ 21
ADDESTRAMENTO PER LA SICUREZZA .................................................................................................................. 21
SOSPENSIONE DEI LAVORI PER PERICOLO GRAVE ED IMMEDIATO O PER MANCANZA DEI
REQUISITI MINIMI DI SICUREZZA............................................................................................................................. 22
ONERI, OBBLIGHI E RESPONSABILITÀ DELL'APPALTATORE ........................................................................... 22
TEMPO UTILE PER L'ULTIMAZIONE DEI LAVORI - PENALE PER IL RITARDO...................................................................... 25
ORDINE DA TENERSI NELL'ANDAMENTO DEI LAVORI ...................................................................................... 26
PROROGA DEI TERMINI CONTRATTUALI ............................................................................................................... 26
SOSPENSIONE E RIPRESA DEI LAVORI .................................................................................................................... 27
ANTICIPAZIONI DI SOMME ......................................................................................................................................... 28
PAGAMENTI IN ACCONTO .......................................................................................................................................... 28
INDICAZIONE DELLE PERSONE CHE POSSONO RISCUOTERE........................................................................... 29
PREZZI DI ELENCO ........................................................................................................................................................ 29
NUOVI PREZZI ................................................................................................................................................................ 30
PERIZIE DI VARIANTE E/O SUPPLETIVE.................................................................................................................. 30
REVISIONE DEI PREZZI ................................................................................................................................................ 31
ULTIMAZIONE DEI LAVORI ........................................................................................................................................ 32
PREMIO DI ACCELERAZIONE ..................................................................................................................................... 32
CONTO FINALE............................................................................................................................................................... 32
COLLAUDO...................................................................................................................................................................... 32
MANUTENZIONE DELLE OPERE FINO AL COLLAUDO ........................................................................................ 33
DANNI DI FORZA MAGGIORE..................................................................................................................................... 33
DEFINIZIONE DELLE CONTROVERSIE ..................................................................................................................... 33
CONTENZIOSO................................................................................................................................................................ 34
CAPITOLO III __________________________________________________________________________35
Sommario
a
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI .........................................................................................35
ART. 53.
ART. 54.
ART. 55.
ART. 56.
ART. 57.
ART. 58.
ART. 59.
ART. 60.
ART. 61.
ART. 62.
ART. 63.
ART. 64.
ART. 65.
MATERIALI IN GENERE................................................................................................................................................ 36
ACQUA, CALCE, LEGANTI IDRAULICI, POZZOLANE, GESSO............................................................................. 36
SABBIA, GHIAIA, PIETRISCO, ARGILLA ESPANSA, POMICE............................................................................... 37
PIETRE NATURALI, MARMI......................................................................................................................................... 38
LATERIZI.......................................................................................................................................................................... 39
MATERIALI FERROSI E METALLI VARI ................................................................................................................... 39
LEGNAMI ......................................................................................................................................................................... 40
MATERIALI PER PAVIMENTAZIONI.......................................................................................................................... 40
MATERIALI PER RIVESTIMENTI ................................................................................................................................ 42
TUBAZIONI ...................................................................................................................................................................... 43
IDROPITTURE - PITTURE - VERNICI - SMALTI........................................................................................................ 44
APPARECCHI IGIENICO-SANITARI............................................................................................................................ 47
MATERIALI DIVERSI..................................................................................................................................................... 47
CAPITOLO IV __________________________________________________________________________49
MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI EDILI............................................................................................49
ART. 66.
ART. 67.
ART. 68.
ART. 69.
ART. 70.
ART. 71.
ART. 72.
ART. 73.
ART. 74.
ART. 75.
ART. 76.
ART. 77.
ART. 78.
ART. 79.
ART. 80.
ART. 81.
DEMOLIZIONI E RIMOZIONI ....................................................................................................................................... 50
MALTE .............................................................................................................................................................................. 50
MURATURE IN GENERE ............................................................................................................................................... 52
MURATURE DI TUFO, BLOCCHETTI ......................................................................................................................... 53
CONTROSOFFITTI .......................................................................................................................................................... 53
INTONACI ........................................................................................................................................................................ 56
PAVIMENTI...................................................................................................................................................................... 58
RIVESTIMENTI................................................................................................................................................................ 60
OPERE DI MARMO, PIETRE NATURALI ED ARTIFICIALI ..................................................................................... 60
INFISSI IN LEGNO .......................................................................................................................................................... 62
OPERE IN FERRO............................................................................................................................................................ 63
TUBAZIONI ...................................................................................................................................................................... 64
OPERE DA PITTORE....................................................................................................................................................... 65
IMPIANTO IDROSANITARIO........................................................................................................................................ 65
COLLOCAMENTO IN OPERA DEI MATERIALI ........................................................................................................ 66
LAVORI EVENTUALI NON PREVISTI ........................................................................................................................ 67
CAPITOLO V ___________________________________________________________________________68
IMPIANTI MECCANICI CRITERI DI PROGETTAZIONE .........................................................................68
ART. 82.
ART. 83.
ART. 84.
ART. 85.
ART. 86.
PRESCRIZIONI GENERALI ........................................................................................................................................... 69
CARATTERISTICHE PRINCIPALI ................................................................................................................................ 70
LIVELLI DI RUMORE AMMISSIBILI ........................................................................................................................... 71
MISURE ANTIACUSTICHE ........................................................................................................................................... 72
COLLAUDO IMPIANTI................................................................................................................................................... 72
CAPITOLO VI __________________________________________________________________________73
TIPOLOGIE IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO.....................................................................................73
ART. 87.
ART. 88.
ART. 89.
ART. 90.
ART. 91.
TIPOLOGIE D’IMPIANTO .............................................................................................................................................. 74
RIFERIMENTI NORMATIVI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO........................................................................ 75
DATI TECNICI DI PROGETTO ...................................................................................................................................... 76
RUMOROSITÀ ................................................................................................................................................................. 80
RISULTATO DEI CALCOLI DI MASSIMA .................................................................................................................. 80
CAPITOLO VII _________________________________________________________________________81
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO .......................81
ART. 92.
ART. 93.
ART. 94.
ART. 95.
ART. 96.
ART. 97.
ART. 98.
ART. 99.
ART. 100.
Sommario
MATERIALI IN GENERE................................................................................................................................................ 82
CENTRALE TERMICA E FRIGORIFERA..................................................................................................................... 82
CENTRALI TRATTAMENTO ARIA PRIMARIA ......................................................................................................... 88
CENTRALI TRATTAMENTO ARIA SALE OPERATORIE E LOCALI ANNESSI.................................................... 90
ESTRATTORI D’ARIA .................................................................................................................................................... 92
CANALI DI DISTRIBUZIONE ARIA ............................................................................................................................. 93
TERMINALI IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO ................................................................................................... 96
SISTEMI AUSILIARI DI CONDIZIONAMENTO ......................................................................................................... 99
TUBAZIONI .................................................................................................................................................................... 100
b
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
ART. 101.
ART. 102.
ART. 103.
ART. 104.
ART. 105.
ISOLAMENTO TERMICO............................................................................................................................................. 103
FINITURA LAMIERINO ALLUMINIO........................................................................................................................ 104
COMPARTIMENTAZIONE........................................................................................................................................... 105
SISTEMA DI REGOLAZIONE E CONTROLLO ......................................................................................................... 105
REGOLAZIONE ELEMENTI IN CAMPO.................................................................................................................... 108
CAPITOLO VIII________________________________________________________________________110
IMPIANTO GAS MEDICALI.......................................................................................................................110
ART. 106.
ART. 107.
ART. 108.
GENERALITà GAS MEDICALI.................................................................................................................................... 111
RIFERIMENTI NORMATIVI PRINCIPALI ................................................................................................................. 111
PRESCRIZIONI MATERIALI ....................................................................................................................................... 112
CAPITOLO IX _________________________________________________________________________121
IMPIANTO IDRICO SANITARIO–SCARICO E ANTINCENDIO ............................................................121
ART. 109.
ART. 110.
ART. 111.
ART. 112.
ART. 113.
ART. 114.
ART. 115.
PRESCRIZIONI MATERIALI ....................................................................................................................................... 122
IMPIANTO ANTINCENDIO ......................................................................................................................................... 124
RETI DI SCARICO ......................................................................................................................................................... 126
COLLOCAMENTO IN OPERA IMPIANTI IDRICO-SANITARI ............................................................................... 128
RETE DI DISTRIBUZIONE ACQUA DEMINERALIZZATA .................................................................................... 130
CRITERI GENERALI DI PROGETTO IMPIANTI IDRICO-SANITARI.................................................................... 131
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI IMPIANTI IDRICO-SANITARI - CAMPIONATURE ............................. 134
CAPITOLO X __________________________________________________________________________146
IMPIANTI ELETTRICI.................................................................................................................................146
ART. 116.
DIMENSIONAMENTO E CRITERI DI PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI .............................................. 147
CAPITOLO XI _________________________________________________________________________152
IMPIANTI ELETTRICI - QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI.............................................152
ART. 117. QUADRI ELETTRICI..................................................................................................................................................... 153
ART. 118. INTERRUTTORI............................................................................................................................................................. 157
ART. 119. CAVI E CONDUTTORI ................................................................................................................................................. 160
ART. 120. TUBI PROTETTIVI, CANALI PORTACAVI E CONDUTTURE ............................................................................... 163
ART. 121. APPARECCHI DI COMANDO - UTILIZZATORI....................................................................................................... 168
ART. 122. IMPIANTO DI MESSA A TERRA ED EQUIPOTENZIALITÀ................................................................................... 174
ART. 123. CONDUTTORI DI PROTEZIONE E DI TERRA ............................................................................................................. 174
ART. 124. GRUPPO ELETTROGENO............................................................................................................................................ 176
ART. 125. GRUPPO DI CONTINUITÀ ASSOLUTA..................................................................................................................... 183
ART. 126. ILLUMINAZIONE DI AMBIENTI MEDIANTE LUCE ARTIFICIALE..................................................................... 187
CAPITOLO XII ________________________________________________________________________190
IMPIANTI SPECIALI - CRITERI DI PROGETTAZIONE..........................................................................190
ART. 127. IMPIANTO DI CHIAMATA INFERMIERI – NORMATIVA E ELEMENTI DI PROGETTAZIONE ......................... 191
ART.128. CABLAGGIO STRUTTURATO (FONIA-DATI) – NORMATIVA ED ELEMENTI DI
PROGETTAZIONE......................................................................................................................................................... 191
ART. 129. IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDI – NORMATIVA ED ELEMENTI DI PROGETTAZIONE........................ 193
CAPITOLO XIII________________________________________________________________________197
IMPIANTI SPECIALI - CARATTERISTICHE APPARECCHIATURE.....................................................197
ART. 130.
IMPIANTO DI CHIAMATA INFERMIERI – CARATTERISTICHE DEL SISTEMA E
APPARECCHIATURE ................................................................................................................................................... 198
ART. 131. CABLAGGIO STRUTTURATO – CARATTERISTICHE DEL SISTEMA E APPARECCHIATURE ..................... 199
ART.132. IMPIANTO DI RIVELAZIONE INCENDI – CARATTERISTICHE DEL SISTEMA E
APPARECCHIATURE ................................................................................................................................................... 207
ART.133. SISTEMA TVCC - CARATTERISTICHE DEL SISTEMA E APPARECCHIATURE ................................................... 212
ART.134. IMPIANTO ANTENNA TV - CARATTERISTICHE DEL SISTEMA E APPARECCHIATURE.................................. 212
ART. 135. IMPIANTO DIFFUSIONE SONORA - CARATTERISTICHE DEL SISTEMA E APPARECCHIATURE ................. 213
Sommario
c
Ristrutturazione D.A.M.I. ZONA DEGENZE
POLICLINICO PALERMO
Disciplinare Descrittivo degli Elementi Tecnici
CAPITOLO XIV________________________________________________________________________215
NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI......................................................215
ART. 136.
ART. 137.
ART. 138.
ART. 139.
ART. 140.
ART. 141.
ART. 142.
ART. 143.
ART. 144.
ART. 145.
ART. 146.
ART. 147.
ART. 148.
ART. 149.
ART. 150.
ART. 151.
ART. 152.
ART. 153.
ART. 154.
ART. 155.
ART. 156.
ART. 157.
Sommario
NORME GENERALI ...................................................................................................................................................... 216
DEMOLIZIONI ............................................................................................................................................................... 216
MURATURE ................................................................................................................................................................... 216
INTONACI ...................................................................................................................................................................... 217
TINTEGGIATURE, COLORITURE E VERNICIATURE ............................................................................................ 218
PAVIMENTI.................................................................................................................................................................... 219
MARMI, PIETRE NATURALI ED ARTIFICIALI........................................................................................................ 219
RIVESTIMENTI.............................................................................................................................................................. 220
INFISSI 220
VETRI, CRISTALLI E SIMILI....................................................................................................................................... 221
OPERE IN FERRO.......................................................................................................................................................... 221
CONTROSOFFITTI ........................................................................................................................................................ 221
IMPIANTI MECCANICI ................................................................................................................................................ 222
IMPIANTI ELETTRICI .................................................................................................................................................. 223
VERIFICHE IMPIANTI.................................................................................................................................................. 224
PERIODO D’AVVIAMENTO E MESSA A PUNTO DEGLI IMPIANTI.................................................................... 225
PROVE TECNICHE DI FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI .............................................................................. 226
COLLAUDO IMPIANTI................................................................................................................................................. 227
GARANZIA DEGLI IMPIANTI - MANUTENZIONE E CONDUZIONE .................................................................. 227
REGOLA D'ARTE .......................................................................................................................................................... 228
OPERE MURARIE DI ASSISTENZA E COMPLETAMENTO................................................................................... 228
LAVORI COMPENSATI IN ECONOMIA .................................................................................................................... 228
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