L`impianto citofonico e videocitofonico

L’impianto citofonico e videocitofonico
L'impianto citofonico e videocitofonico
Pubblicato il: 11/02/2004
Aggiornato al: 11/02/2004
di Gianluigi Saveri
L’importanza assunta dagli impianti citofonici o videocitofonici negli impianti civili è nota a tutti.
La necessità di comunicare con l’esterno degli edifici in modo semplice, economico e sicuro ha
permesso infatti a tali apparecchi una larga diffusione soprattutto in ambito residenziale.
1. Microfono e ricevitore
L’importanza assunta dagli impianti citofonici o videocitofonici negli impianti civili è nota a tutti. La necessità di
comunicare con l’esterno degli edifici in modo semplice, economico e sicuro ha permesso infatti a tali apparecchi
una larga diffusione soprattutto in ambito residenziale.
Costruttivamente i citofoni si presentano costituiti da due parti, un microtelefono e una base, collegati fra loro per
mezzo di un cordone flessibile.
Il microtelefono, chiamato comunemente cornetta, contiene al suo interno un ricevitore e un microfono che fungono
da trasduttori elettroacustici, in grado di trasformare correnti elettriche in onde sonore o viceversa.
La base contiene al suo interno una morsettiera per i collegamenti dei cavi, alcuni contatti di commutazione azionati
dal peso dal microtelefono, un ronzatore ed in alcuni casi dei pulsanti per le chiamate e l’apertura del portone.
Più citofoni per comunicare fra loro e con un eventuale posto esterno necessitano di una alimentazione in corrente
continua fornita da un alimentatore dotato generalmente anche di una sorgente in corrente alternata per
l’alimentazione delle varie parti dell’impianto, come ad esempio il circuito di comando della serratura elettrica.
Il microfono e il ricevitore
Il microfono più diffuso è il
tipo a carbone (fig.1a). Una
capsula contenete granuli di
carbone è racchiusa da una
sottile lamina metallica in
grado di vibrare se investita
da
onde
sonore.
La
compressione più o meno
intensa subita dai granuli a
causa
di
tali
vibrazioni
provoca una variazione della
resistenza
elettrica
del
carbone e una conseguente
modulazione della corrente
microfonica che, raggiunto il
ricevitore, viene ritrasformata
in onde sonore.
Fig.1: a) Microfono a carbone – b) Ricevitore
Il principio di funzionamento del ricevitore (fig. 1b) si basa sull’attrazione che subisce una membrana di materiale
ferroso sottoposta al flusso prodotto da un elettromagnete. L’attrazione, che si manifesta con forza variabile, fa
vibrare la membrana che genera a sua volta onde sonore percepibili dall’orecchio umano.
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L’impianto citofonico e videocitofonico
2. Posto di chiamata esterno e alimentatore
Il posto di chiamata esterno
Il posto esterno viene solitamente installato nei pressi dell’ingresso principale sulla colonna del cancello.
Il modulo che lo compone contiene una pulsantiera e un porter costituito da un monoblocco contenente un
microfono e un ricevitore opportunamente separati fra loro in modo da evitare il cosiddetto effetto Larsen che, come
noto, si manifesta sottoforma di un fastidioso fischio.
In ogni caso il porter è dotato di due potenziometri per la regolazione del microfono e del ricevitore che permettono
entro certi limiti di ovviare a tale inconveniente e di migliorare la trasmissione e la ricezione dei segnali.
L'alimentatore
L’alimentatore
fornisce
l’alimentazione in corrente
continua per il circuito fonico e
in corrente alternata per i
circuiti ausiliari. Si utilizzano
generalmente
alimentatori
stabilizzati, in grado di
mantenere ad un valore
stabile la tensione continua
fornita al secondario, con
caratteristiche di tipo SELV
rispondenti alla Norma CEI
96-3 1a edizione Fasc 4710 –
“Trasformatori di isolamento e
trasformatori di sicurezza”.
Fig.2: Per garantire le caratteristiche SELV l’impianto del citofono deve essere separato da
quello dei cavi di energia
L’impiego della bassissima
tensione di sicurezza evita di
dover collegare tutte le masse (elettroserrature, placche metalliche del posto esterno, scatole con coperchio metallico,
ecc.) al PE come se l’impianto fosse alimentato a 230 V.
Per garantire le caratteristiche SELV l’impianto del citofono deve essere separato da quello dei cavi di alimentazione,
l’ideale sarebbe utilizzare condutture totalmente indipendenti da quelle di tutti gli altri impianti.
I cavi di collegamento possono comunque essere posati insieme ai cavi di energia purché anche per il citofono si
utilizzino cavi con lo stesso grado di isolamento, in ogni caso si devono prevedere cassette di derivazione o scatole
portafrutta distinte o munite di setti separatori inamovibili.
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3. Circuiti di chiamata e serratura elettrica
L’elettroserratura serve per l’apertura del portone o del cancello ed è alimentata, come tutto il circuito di chiamata, in
corrente alternata sistema SELV.
Lo scatto d’apertura viene caricato al momento della chiusura della serratura e scaricato in apertura, per mezzo di un
elettromagnete comandato a distanza, quando si preme il un pulsante d’apertura posto su ciascun citofono.
Nel cablaggio dell’impianto occorre porre particolare attenzione alla sezione dei conduttori che può essere scelta non
inferiore a 0,5 mm2, come prescritto dalle norme per i circuiti ausiliari, oppure, per le linee lunghe, di sezione
adeguata a limitare le cadute di tensione.
In tabella 1 sono riportati, in funzione della lunghezza dei circuiti, i valori di alcune possibili sezioni per conduttori in
rame.
Distanza Circuito fonico e chiamata Circuito elettroserratura
50 m
0,5
1
100 m
0,75
1,5
200 m
1
2,5
Tab. 1 - Valori indicativi della sezione in mm2 dei conduttori per limitare la caduta di tensione in relazione alla distanza dei componenti
dall’alimentatore.
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L’impianto citofonico e videocitofonico
4. L'impianto citofonico tipico e la legge 46/90
L'impianto citofonico tipico
L’impianto citofonico tradizionale (fig. 3), a seconda
dello scopo e del tipo di apparecchi utilizzati,
presenta solitamente le seguenti soluzioni:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Impianti citofonici in coppia;
Impianti citofonici con portiere elettrico;
Impianti citofonici intercomunicanti;
Impianti citofonici con centralino di portineria
e commutazione al posto esterno.
Fig.3: Impianto citofonico tipico
Mentre si rimanda per una conoscenza
più approfondita agli schemi specifici
proposti dai costruttori, di seguito, a titolo
di esempio, si propone uno schema base
di collegamento di citofoni (fig. 4).
L’impianto prevede la possibilità di
effettuare una chiamata da un posto
esterno installato all’ingresso di un
condominio verso uno dei citofoni installati
nei quattro appartamenti.
Il chiamato, alzando il microtelefono,
determina l’inserimento dell’apparecchio
sul circuito di conversazione stabilendo in
tal modo il collegamento col chiamante.
Se la persona che ha chiamato è stata
riconosciuta è possibile azionare un
apposito
pulsante
per
comandare
l’apertura dell’elettroserratura del portone
o del cancello di’ingresso.
Fig.4: Impianto citofonico con portiere elettrico
L'impianto citofonico e la legge 46/90
Se l'impianto citofonico è realizzato in un edificio adibito ad uso civile l’impresa installatrice deve essere abilitata alla
realizzazione degli impianti di cui all'art. 1 comma 1b) della legge 46/90 e iscritta nell'albo provinciale delle imprese
artigiane, mentre se viene realizzato in un edificio non adibito ad uso civile (attività produttive, commercio, terziario ed
altri usi) non occorre alcuna particolare abilitazione.
Il progetto degli impianti citofonici, essendo considerati impianti elettronici, è previsto solo quando sono installati negli
edifici civili e sono alimentati da impianti elettrici soggetti a progettazione (es. superficie superiore a 400 mq).
La dichiarazione di conformità viene richiesta solo se l'impianto viene realizzato in un edificio adibito ad uso civile
(dove per civile si intendono le unità immobiliari adibite ad uso abitativo, a studio professionale o a sede di persone
giuridiche private, associazioni, circoli o conventi e simili).
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