Dossier Sicurezza Macchine n°8 Redatto a cura della Attività Controllo Industriale Scopo del documento è di fornire una guida alla corretta applicazione della Direttiva Macchine; per ciascun punto, quando necessario, vengono fornite delle precisazioni che ne facilitano l’interpretazione o dei rimandi agli articoli della/e norma/e applicabili. Si tratta comunque di libere scelte Schneider, prevalentemente concentrate sui casi che prevedano applicabilità di propri prodotti, che non possono essere considerate a valenza legale. Per una completa analisi dei requisiti della norma e dell’esigenza della macchina potrebbe essere necessaria la consultazione dell’edizione ufficiale di essa Prevenzione degli avviamenti involontari I circuiti di potenza 1. Le prescrizioni normative 2 1.1. EN 1037 2 1.2. EN 60204-1: 1998 5 2. Esempi pratici 8 2.1. La norma EN 692: 1997 Presse meccaniche 8 2.2. La norma 289: 1994 Presse per gomma 9 2.3. Le norme EN 693 Presse idrauliche ed EN 12622 Presse piegatrici idrauliche 10 3. Prodotti e soluzioni Schneider 11 3.1. Contattori 11 3.2. Interruttori automatici “salvamotori” 12 3.3. Interruttori - Sezionatori 13 3.4. Avviatori completi per motore 13 Questa pubblicazione fa parte della collana "Dossier Sicurezza Macchine" coordinata dai Servizi Tecnici Centrali di Schneider Electric S.p.A. I Dossier Sicurezza rappresentano un agile strumento di lavoro frutto del patrimonio di esperienze e competenze aziendali. La collezione ha lo scopo di fornire informazioni più approfondite ed essere un valido strumento di riferimento nei campi specifici delle apparecchiature elettromeccaniche, dell'elettronica industriale, del trasporto e della distribuzione dell'energia elettrica. Prevenzione degli avviamenti involontari I circuiti di potenza 1. Le prescrizioni normative In materia di prevenzione dei rischi legati agli avviamenti involontari abbiamo visto nel precedente dossier le prescrizioni legali a cui deve attenersi il progettista in fase di concezione della macchina e le norme di carattere generale a ciò inerenti. Entriamo adesso nel merito delle norme più strettamente legate all'argomento. 1.1. La prevenzione degli avviamenti involontari; la EN 1037: 1995 La EN 1037 è la norma specifica sulla prevenzione dell'avviamento intempestivo quale che sia il tipo d'energia, sia proveniente da una sorgente (elettrica, idraulica, pneumatica) od accumulata (molle compresse, peso), ed anche le influenze esterne (ad esempio il vento). Considera avviamenti intempestivi quelli causati da un comando di messa in moto conseguente ad un guasto o ad un'influenza esterna sul sistema di comando, da un'azione umana inopportuna, come per esempio su di un sensore o su un attuatore, da ritorno dell'alimentazione d'energia dopo un'interruzione, ed ancora da agenti esterni/interni come vento, pesi o autocombustione (per i motori a combustione). Si afferma che una macchina è in funzione quando tutti od alcuni suoi elementi mobili sono in movimento; analogamente se questi sono fermi la macchina sarà definita ferma. Nel concetto vanno incluse anche azioni diverse dal movimento come ad esempio l'emissione di un raggio laser. La EN 292-1 al punto 3.15 definisce l'avviamento inatteso (o imprevisto) in questi termini: "qualsiasi avviamento che, a causa della sua natura imprevista, genera un pericolo per la persona". Per evitarne i pericoli conseguenti, fra i vari aspetti da considerare nel progettare e nell'utilizzare la macchina è importante fare in modo che la macchina sia ferma quando vi sono persone nelle zone pericolose. La funzione di sicurezza che impedisce tale avviamento è da considerare critica e specifica. Possiamo dire che la norma, nella specifica dei metodi da utilizzare, si sviluppa come segue: ■ isolamento e dissipazione dell'energia; ■ altre misure preventive affinché in fase di progetto si possa scegliere quella più idonea al caso in esame - come rappresentato schematicamente dalla fig. 1 di pag. 11 della EN 1037, che riporta 5 livelli d'applicazione (da A ad E) per evitare che comandi accidentali provochino una messa in moto intempestiva -. Dalla fig. 1 della EN 1037:1995 2 SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 L'operazione d'isolamento e dissipazione dell'energia è mirata soprattutto a permettere rilevanti interventi di manutenzione, lavori sui circuiti di potenza o per la messa fuori servizio della macchina; come descritto al punto 3.3, è un particolare procedimento costituito da quattro passaggi: a) "la separazione della macchina (o d'elementi definiti della macchina) da tutte le sorgenti d'energia, b) se necessario (per esempio in macchine di grandi dimensioni o impianti) bloccaggio (ricorso ad un mezzo per impedire l'azionamento) di tutti gli apparecchi di separazione in posizione di separazione, c) dissipare o confinare tutte le energie accumulate suscettibili di essere all'origine di un fenomeno pericoloso (1); d) verifica per stabilire, in modo sicuro, che le misure prese secondo a), b) e c) siano efficaci". Nei casi in cui gli interventi nella zona pericolosa sono brevi e frequenti, e in ogni modo in tutti quei casi in cui l'isolamento non fosse idoneo, occorrerà prevedere altre misure di sicurezza (scelte valutando il rischio), e le soluzioni relative le troveremo al punto 6 più avanti esaminato. Se sono previsti più modi operativi o vari modi d'intervento per manutenzione, è importante tenere sempre ben presenti le esigenze produttive e funzionali della macchina, al fine di evitare di indurre gli operatori all'uso di modi macchina più pratici ma anche più pericolosi. In genere può essere opportuno ricorrere a dispositivi complementari di segnalazione od allarme. Vediamo ora più dettagliatamente come realizzare correttamente i precedenti punti da a) a d) sopra elencati. I dispositivi che separano la macchina dalle fonti d'energia devono essere affidabili non solo per la separazione ma anche nel collegamento meccanico tra l'attuatore e gli elementi separatori associati ed inoltre devono rendere certa l'identificazione dello stato del dispositivo di separazione che corrisponde a ciascuna delle posizioni del suo attuatore. Per la parte elettrica il dispositivo deve essere conforme ai punti 5.3 e 5.4 della EN 60204-1 ed al punto 5.3.2 se è una combinazione presa/spina. Tale combinazione, anche nelle varianti pneumatiche, idrauliche o meccaniche, è ritenuta particolarmente soddisfacente in termini di affidabilità e visibilità della separazione. Per SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 l'impianto idraulico e pneumatico si fa riferimento ai punti 5.1.6 del pr EN 982 e 5.1.6 del pr EN 983. Ogni dispositivo di separazione deve rendere facile l'indicazione, eventualmente con marcature durevoli, della parte di macchina che ha isolato; la quantità e l'ubicazione dei dispositivi necessari sono legate alla valutazione del rischio, al tipo di macchina ed alla presenza umana nelle zone pericolose. Se la macchina è isolata ma, per necessità particolari di lavoro (2), alcuni elementi devono restare collegati con la loro fonte d'energia, la salvaguardia dell'operatore non deve venire meno e si utilizzeranno misure di sicurezza diverse, come ad esempio degli involucri apribili con chiavi od utensili speciali, dei cartelli e/o delle lampade di segnalazione. I dispositivi di separazione devono poter essere bloccati nella posizione di separazione e le soluzioni possono essere varie: l'uso di uno o più lucchetti, dispositivi interbloccati a trasferimento di chiave (3) (in cui una delle serrature blocca il dispositivo di separazione), od anche coperchi o involucri che possano essere bloccati. I metodi di bloccaggio non sono necessari quando la riconnessione non genera pericoli per le persone. Inoltre si può evitare l'uso di dispositivi di bloccaggio quando è utilizzato un connettore a spina e la presa è visibile dall'operatore che interviene sulla macchina. Se l'energia accumulata può generare dei rischi, la macchina deve essere munita di dispositivi che permettano di dissiparla (ad esempio dei freni progettati per assorbire l'energia cinetica delle parti in movimento, distributori o simili per depressurizzare gli accumulatori dei fluidi). Invece, se la dissipazione dell'energia accumulata limita la prestazione della macchina, occorre installare dei dispositivi addizionali che la confinino in modo affidabile. Entrambi i tipi di dispositivo - di dissipazione e di confinamento devono essere scelti e disposti in modo che la realizzazione della loro funzione non generi situazioni pericolose e che sia conseguente alla separazione della macchina o di una sua parte dalla/e fonte/i d'energia. Il metodo per dissipare o confinare l'energia dovrà essere chiaramente indicato sul manuale d'istruzioni e sugli avvertimenti posti sulla macchina. Anche gli elementi meccanici possono generare una situazione pericolosa a causa del loro peso o della posizione (per esempio ubicati in alto o squilibrati) od a causa dell'azione di una molla compressa; dovranno essere ricondotti al loro stato energetico più basso - in posizione bassa o allo stato di molla distesa - usando attuatori già in uso sulla macchina o dispositivi specifici con identificata la funzione. Se non è possibile porre gli elementi meccanici in uno stato intrinsecamente sicuro, essi devono essere mantenuti in una posizione idonea con dei mezzi come freni o dispositivi di ritenuta meccanica. Anche per questi dispositivi, se necessario, bisognerà prevedere la possibilità di un bloccaggio come visto in precedenza. Nei sotto-insiemi amovibili o smontabili che conservano dell'energia pericolosa (ad esempio molle compresse) devono esservi delle iscrizioni durevoli che avvisino dei pericoli derivanti dall'energia accumulata. Abbiamo già ricordato, che la verifica dei metodi d'isolamento e dissipazione deve avvenire in modo tale che sia del tutto affidabile senza però danneggiare la funzione. La verifica della separazione di una macchina dalle sue fonti d'energia avviene o rendendola evidente (taglio o interruzione visibile del circuito d'alimentazione) o dimostrandolo chiaramente con la posizione dell'attuatore del dispositivo specifico. Per ciò che riguarda la verifica della dissipazione dell'energia o del confinamento, i metodi sono un po' più complessi. Occorre, infatti, prevedere dei dispositivi integrati, come manometri o punti di misura, per controllare che, nelle parti di macchina interessate, non vi sia più energia. Nel manuale d'istruzioni devono esservi indicazioni precise sulle procedure che permettono di effettuare la verifica. Il punto 6 della Norma affronta l'argomento delle misure di sicurezza alternative all'isolamento o dissipazione dell'energia, quali strategie di progettazione, misure contro l'azionamento accidentale degli attuatori di messa in moto o che, se questi sono ugualmente azionati accidentalmente, non possano provocare un avviamento intempestivo ecc. (1) Alcuni esempi di energia accumulata sono: elementi meccanici che continuino il movimento per inerzia o suscettibili di spostarsi per gravità, dei condensatori o accumulatori, dei fluidi sotto pressione o delle molle. (2) Ad esempio per salvare la memoria di dati, illuminazioni, mantenimento di pezzi bloccati. (3) Un esempio di tale sistema è illustrato nell'allegato E della EN 1088. 3 Prevenzione degli avviamenti involontari I circuiti di potenza In quei casi in cui "l'isolamento e dissipazione" non è adatto a svolgere la sua funzione di sicurezza, il progettista dovrà scegliere la misura alternativa più idonea, in funzione della valutazione del rischio, fra le seguenti, utilizzabili anche in combinazione tra loro: I. misure destinate ad impedire la generazione accidentale di ordini di messa in moto a causa di fattori esterni od interni, - come progettazione, scelta e disposizione dei componenti -, II. misure relative all'architettura/ struttura del sistema di comando, destinate ad impedire che ordini accidentali di marcia generino un avviamento intempestivo, III. misure che arrestino automaticamente gli elementi pericolosi prima che si possa creare una situazione pericolosa in conseguenza del loro avviamento intempestivo. Tali misure non possono sostituirsi all'isolamento e dissipazione prima specificato. Vediamo in dettaglio come realizzare le suddette misure. Gli azionatori di messa in moto, punto I), devono essere progettati, disposti, protetti e marcati in modo tale da evitare l'azionamento accidentale. Inoltre, se un comando genera un movimento diverso da quanto atteso e ciò creasse pericolo per le persone, si rende necessario l'utilizzo di dispositivi di segnalazione, d'indicazione, marcatura che forniscano informazioni sulle varie possibili condizioni (sotto tensione, guasto, in attesa di messa in moto, ecc.. ) e sui diversi modi di funzionamento e di comando. Possono essere considerate misure preventive all'uopo anche il blocco dell'attuatore di messa in moto (ad esempio usando pulsanti con guardie di protezione o coperchi, ecc..) o il codice d'accesso (password) del sistema di comando programmabile. Altre indicazioni possono aversi dal punto 3.7.8 della EN 292-2:91, che esamineremo successivamente, e dalla EN 61310. Le parti relative alla sicurezza nell'apparecchiatura di memorizzazione ed elaborazione dei dati (controllori programmabili o elettronica in genere) devono essere progettate in modo tale che, eseguita la valutazione dei rischi, sia minima la probabilità che causino l'emissione di un ordine di marcia che generi un avviamento intempestivo. Il punto 4 6.2.2, dando indicazioni su ciò, rimanda al par. 3.7 della EN 292-2, agli articoli 9 e 12 della EN 60204-1:1992 (4) ed alla EN 954-1. In particolare sconsiglia di affidarsi per il comando di una macchina, in applicazioni in cui un guasto può originare un rischio significativo, ad un sistema elettronico programmabile a canale unico, rinviando al paragrafo 12.3.5 della EN 60204-1:1992 (5). I preazionatori (contattori, valvole, avviatori, ecc..- vedi fig.1 della EN 1037) devono essere scelti e/o messi in funzione in modo tale che non possano cambiare il loro stato (da arresto a marcia) né sotto l'influenza di agenti esterni (vibrazioni, urti) né a causa di alterazioni dell'alimentazione di energia (variazioni della pressione o della tensione nei limiti della tolleranza). Inoltre devono essere protetti con un involucro, specie se sono dotati di un comando manuale. Il punto 6.3 descrive gli accorgimenti per impedire che degli ordini accidentali di messa in moto, punto II), provochino un avviamento intempestivo. Nel far ciò si fa riferimento ad un'architettura "tipo" schematizzata nella fig.1. "Degli ordini d'arresto mantenuti sono introdotti, separatamente o congiuntamente, nella macchina a differenti livelli (fig.1). Questi ordini d'arresto possono essere generati dai dispositivi di comando d'arresto (punto 6.3.2) o dai dispositivi di protezione (punto 6.3.3). Una separazione meccanica (punto 6.3.4) o l'immobilizzo delle parti mobili (punto 6.3.5) possono essere utilizzati in più o in sostituzione degli ordini d'arresto mantenuti. Un ordine accidentale di messa in moto non provocherà la messa in moto se è generato da/nel componente della macchina posto al di sopra del livello (A, B, o C) al quale l'ordine d'arresto mantenuto è stato introdotto, o se sono state utilizzate una separazione meccanica (livello D) od un immobilizzo delle parti mobili (livello E)". I punti 6.3.2 e.6.3.3 hanno per oggetto l'introduzione, ai livelli A, B o C di un ordine d'arresto mantenuto generato rispettivamente da un dispositivo di comando d'arresto e da un dispositivo di protezione. "Per impedire l'avviamento intempestivo generato da un ordine di messa in moto (compresi quelli generati all'interno del sistema di comando stesso), l'attuatore che permette l'arresto(o il dispositivo di comando d'arresto) può essere mantenuto nella sua posizione di "fermo" a condizione che, grazie alla progettazione del sistema di comando, gli ordini d'arresto lanciati dal dispositivo di comando d'arresto siano prioritari agli ordini di messa in moto (conformemente alle esigenze essenziali espresse al punto 1.2.4 dell'allegato A della EN 292-2:1991". Come poter mantenere la posizione di "fermo"? Ecco come: ■ con un dispositivo di comando d'arresto a chiave o ad aggancio meccanico oppure con un selettore bloccabile con indicate in modo certo le sue posizioni, che lanciano un ordine d'arresto mantenuto fino a quando il dispositivo non è riarmato manualmente; ■ con un coperchio bloccabile che, quando è bloccato in posizione di chiusura, mantiene il comando d'arresto su "fermo"; ■ con un protettore mobile che, appena si inizia ad aprire, mette il comando d'arresto in posizione di "fermo"; Inoltre, se il coperchio o il protettore mobile impediscono l'accesso al comando di messa in moto, impediranno anche il loro azionamento accidentale. Con quali criteri scegliere e progettare il mantenimento dell'ordine d'arresto? Affidabilità e chiarezza. Chiarezza dello stato in cui si trova il dispositivo quando lancia l'ordine d'arresto ed affidabilità intesa come idoneità, nel contesto specifico, del dispositivo a mantenere l'ordine d'arresto. "Quando un dispositivo di comando d'arresto è munito di mezzi che mantengono l'ordine d'arresto, la soppressione di questi mezzi non deve, da sola, generare un ordine di rimessa in moto". Se una persona si trova nella zona pericolosa, per impedire il funzionamento della macchina, occorre utilizzare uno o più dispositivi di protezione. L'ordine d'arresto mantenuto che lancia deve essere introdotto al livello opportuno (fig.1) da stabilire in base alla valutazione del rischio (EN 1050) (6). (4) Nell'edizione 1998 della EN 60204-1 il paragrafo 12 è diventato 11.3. (5) Nell'edizione 1998 è diventato 11.3.4. (6) Per ulteriori informazioni è opportuno consultare il punto 4.1 della EN 292-2:1991, la EN 1088, ed i pr EN 1760 e pr EN 50100-1/2. SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 Il punto 6.3.4, in riferimento al livello D) della fig.1, relativamente alla separazione meccanica tra azionatori ed elementi mobili (ad esempio una frizione) consiglia una sorveglianza automatica della scissione a supplemento di una corretta concezione, scelta ed utilizzo. Per il livello E) è richiesto che, quando un elemento mobile è reso immobile da un dispositivo di ritenuta meccanica facente parte integrante della macchina, quest'ultimo deve essere in grado di sopportare gli sforzi derivanti dalla messa in moto della macchina. Se ciò non è possibile, ma l'immobilizzo è reso necessario per impedire movimenti dovuti ad esempio al peso, si sceglierà un dispositivo d'interblocco che, agendo al livello B) o C), impedirà la messa in moto della macchina fin quando gli elementi mobili sono bloccati. Relativamente al punto III), bisogna sottolineare soprattutto che, se una macchina è ferma in seguito ad un ordine d'arresto di categoria 2, qualunque ordine accidentale di messa in moto provoca un avviamento intempestivo. Per evitarlo, tra i vari metodi, si può sorvegliare lo stato d'arresto e fare in modo che un arresto di categoria 0 sia automaticamente attivato nel momento in cui sono rilevati o un avviamento intempestivo o le condizioni che possano determinarlo. 1.2. L'equipaggiamento elettrico delle macchine; la EN 60204-1: 1997 La EN 60204-1:1998, che tratta la "Sicurezza del macchinarioEquipaggiamento elettrico delle macchine", dedica il punto 5.4 ai Dispositivi di interruzione per la prevenzione degli avviamenti intempestivi. Questa norma, ricordiamo, riporta provvedimenti per l'interruzione delle alimentazioni di energie solo elettriche. Possono soddisfare questa funzione i dispositivi di sezionamento che possiedono le caratteristiche che descriveremo dettagliatamente dal prossimo capoverso, ma anche, solo però se ubicati in aree di servizio elettrico chiuse (riservate a personale istruito ed avvertito), i sezionatori, le piastrine asportabili con fusibili e le piastrine asportabili. Per tale applicazione i dispositivi di sezionamento devono essere conformi alla EN 60947 parte 2 oppure 3 e corrispondenti ad uno dei seguenti tipi (descritti al punto 5.3.2. della medesima EN 60204-1): a) un interruttore - sezionatore, con o senza fusibili, nella categoria d'impiego AC-23B oppure DC-23B secondo EN 60947-3, b) un sezionatore, con o senza fusibili, con un contatto ausiliario ad azione anticipata (solitamente apertura) che in tutti i casi provochi l'interruzione del carico da parte di dispositivi di interruzione prima dell'apertura dei contatti principali del sezionatore, c) un interruttore automatico atto al sezionamento. Questi primi tre tipi devono avere precise caratteristiche (punto 5.3.3) e cioè: ■ garantire l'isolamento dell'equipaggiamento elettrico dall'alimentazione, avere una sola posizione di aperto ed una di chiuso, SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 con chiara indicazione di "0" e "I" e con direzioni di attuazione conformi alla EN 60447; è tollerata un posizione di ripristino, a seguito intervento, tra "0" e "I"; ■ l'avvenuta apertura dei contatti deve essere visibile, oppure deve esservi un indicatore di posizione che indichi la posizione di aperto solo se tutti i contatti sono aperti e c'è un'idonea distanza d'isolamento fra essi in conformità alla EN 60947-3; ■ salvo poche eccezioni (ad esempio in caso di servocomando a distanza), avere dei dispositivi di manovra esterni, per esempio una maniglia - grigia o nera (7) -, facilmente accessibile e situata fra 0,6 m e 1,9 m sopra il piano di servizio; ■ deve essere dotato di un mezzo che permetta di bloccarlo nella posizione di aperto (per esempio un lucchetto) impedendo la sua chiusura sia locale che a distanza; ■ interrompere tutti i conduttori attivi del relativo circuito di alimentazione; il sezionamento o meno del neutro sarà in funzione dello schema adottato; ■ il potere d'interruzione andrà calcolato sommando la corrente a rotore bloccato del motore di maggior potenza più la somma delle correnti di funzionamento nominali di tutti gli altri motori e carichi adottando, se opportuno, un adeguato fattore di contemporaneità, d) nel caso di piccole macchine (macchine con corrente nominale non superiore a 16 A e potenza totale non superiore a 3 KW) il dispositivo di sezionamento può essere costituito da una presa/spina, e) può essere utilizzata una combinazione spina e presa anche per alimentare macchine mobili (ad esempio con cavi flessibili e avvolgitori o festoni), ma a condizione che non sia possibile collegarle o scollegarle sotto carico se non hanno potere d'interruzione. La parte collegata all'alimentazione dovrà avere un grado di protezione IP 2X oppure IPXXB. Se la combinazione presa/spina ha un potere d'interruzione, esso dovrà essere uguale o superiore alla corrente nominale della macchina, calcolata alla tensione nominale. Se è necessario prevedere il disinserimento in sovraccarico, il potere d'interruzione sarà almeno uguale alla corrente a rotore bloccato e la macchina sarà dotata di comandi di marcia ed arresto. Occorre tenere presente che, se è necessario intervenire solo su alcune parti della macchina o dell'equipaggiamento elettrico o su una macchina facente parte di un insieme alimentato da una sbarra collettrice, si deve prevedere un sezionamento per ciascuna parte o macchina che richieda un sezionamento separato. Si ribadisce che tutti i dispositivi di interruzione previsti per la prevenzione degli avviamenti intempestivi devono essere adeguati all'uso cui sono destinati, correttamente posizionati e facilmente identificabili, anche con marcatura durevole. Devono essere dotati di mezzi di blocco nella posizione di aperto o nello stato di sezionamento per impedire la chiusura non intenzionale od erronea del dispositivo; per le combinazioni presa/spina collocate in modo da essere sotto la diretta sorveglianza dell'operatore si può derogare dalla prescrizione. (7) Se impiegati anche per arresto d'emergenza la maniglia sarà rossa su sfondo giallo. 5 Prevenzione degli avviamenti involontari I circuiti di potenza L'uso di dispositivi di sezionamento diversi da quanto finora descritto (ad esempio un contattore) è possibile solo quando: ■ gli interventi non richiedono smontaggi significativi della macchina; ■ le regolazioni richiedono tempi relativamente brevi; ■ non vengono effettuati lavori sull'equipaggiamento elettrico o non sono presenti pericoli elettrici, od ancora l'intervento non può annullare il comando di apertura (rialimentazione involontaria di un componente), od infine se l'intervento è di natura minore (sostituzione di dispositivi a spina). Cosa fare per proteggersi se un'interruzione dell'alimentazione o una riduzione di tensione ed il successivo ripristino possono creare una situazione pericolosa o danneggiare macchina e/o produzione? Si dovrà prevedere un dispositivo di minima tensione che, ad esempio, determini l'interruzione dell'alimentazione della macchina ad un livello di tensione predeterminato ma che non deve però compromettere il funzionamento di un qualsiasi comando d'arresto. Se la macchina sopporta una interruzione o una riduzione della tensione per un breve periodo, potrà essere utilizzato un dispositivo ritardato di minima tensione. Come ridurre invece la possibilità di un funzionamento involontario causato da un guasto dell'isolamento? Una protezione si può realizzare effettuando alla sorgente d'alimentazione del circuito di comando un collegamento tra un lato del circuito di comando alimentato da un trasformatore ed il circuito equipotenziale di protezione, con i dispositivi di comando collegati in conformità al punto 9.1.4.; in pratica un terminale (se possibile sempre con lo stesso tipo di contrassegno) della bobina di ogni dispositivo elettromagnetico oppure un terminale di un qualsiasi altro dispositivo deve essere connesso direttamente al lato collegato al circuito equipotenziale. Tutti gli elementi d'interruzione (ad es. pulsanti, interruttori di comando, ecc.) andranno inseriti tra l'altro terminale e l'altro lato del circuito (quindi non al circuito equipotenziale). I collegamenti nel tratto tra le bobine ed il circuito equipotenziale sono permessi solo se all'interno stesso del quadro e se in condizioni di improbabilità di guasto. Attenzione però: l'assenza della connessione delle masse dei dispositivi al circuito 6 equipotenziale di protezione può vanificare queste misure di sicurezza. Le conseguenze dei disturbi elettrici sul funzionamento dell'equipaggiamento elettrico sensibile possono essere ridotte "utilizzando un conduttore a bassa resistenza in una rete a bassa impedenza come livello di riferimento per i segnali ad alta frequenza all'interno dell'equipaggiamento elettrico (per esempio il telaio o il basamento). Il progetto delle connessioni di collegamento deve essere tale da ridurre il più possibile l'impedenza verso il basamento. Tali punti di connessione devono essere identificati mediante il segno grafico 5020 della IEC 60417-2 (vedi sotto). Segno grafico 5020 della IEC 60417-2 La connessione ad un potenziale di riferimento comune diverso da quello fornito dal circuito equipotenziale di protezione o al morsetto per la connessione ad un conduttore di terra esterno (terra senza rumore) è permessa solo rispettando le prescrizioni degli articoli 6 e7 (8). Ed ancora "la connessione ad un punto singolo, collegato direttamente ad un punto il più vicino possibile al morsetto PE (fig. 3 ➋) o al proprio morsetto per la connessione ad un conduttore di terra esterno (senza disturbi) deve essere adottata, se necessario per ridurre le interferenze di modo comune (fig. 3 ➧). Quest'ultimo morsetto deve essere identificato dal segno grafico 5018 della IEC 60417-2. Segno grafico 5018 della IEC 60417-2 e dis. pag. 44 della EN 60204-1: 1998. L'immagine che segue illustra praticamente quanto esposto sinora. Dalla fig. 3 della EN 60204-1: 1998 SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 Relativamente alle funzioni di comando e di controllo è importante ricordare che al punto 9.2.1 è prescritto che "le funzioni di avviamento devono operare mediante l'alimentazione del circuito corrispondente". Per evidenti ragioni di pericolosità si esclude quindi la possibilità di avviare movimenti tramite soppressione dell'alimentazione ad un dispositivo. Ogni macchina, a seconda del tipo e delle sue applicazioni, può avere uno o più modi di funzionamento; se la sua/loro selezione può generare pericoli, è necessario provvedere adeguatamente (per esempio un commutatore a chiave, codice d'accesso) e tenere presente che non deve attivare l'avviamento della macchina che sarà possibile solo con l'azione separata volontaria dell'operatore. Ad eccezione di alcuni casi in cui, come vedremo in seguito, si rende necessaria la sospensione delle misure di sicurezza, queste devono rimanere efficienti per tutti i modi di funzionamento e si deve fornire una chiara indicazione del modo scelto (per esempio la posizione del selettore di modo, la presenza di un indicatore luminoso, l'indicazione su un visualizzatore di messaggi). Se invece occorre sospenderle, per operazioni quali regolazioni o manutenzione, bisognerà prevedere la possibilità di bloccare il dispositivo di selezione del modo nella posizione scelta al fine di impedire il funzionamento automatico; inoltre vanno applicate misure supplementari affinché il movimento inizi solo a seguito azione volontaria su comandi ad azione mantenuta (9), oppure con comandi portatili che escludano altri possibili comandi d'avvio. La limitazione della velocità, della potenza o dell'ampiezza dei movimenti sono, come già visto, delle misure aggiuntive auspicate per limitare i rischi. Ricordiamo che, se sussiste il rischio di generare pericoli, occorre evitare che il movimento o il funzionamento della macchina venga attivato dalla richiusura o dalla riattivazione delle protezioni (come ribadito al punto 9.3.1). Come già detto, esclusi i citati casi, l'avviamento di un'operazione dovrà SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 realizzarsi solo se tutte le protezioni di sicurezza sono presenti e funzionanti. Nelle macchine in cui non è possibile utilizzarle, perché mobili o per determinati tipi di funzionamento, queste funzioni verranno avviate da dispositivi di comando manuale ad azione mantenuta, insieme, se necessario, a dispositivi di consenso. Nel caso di avviamenti sequenziali bisognerà prevedere degli adatti interblocchi che assicurino la corretta successione. Se sono necessarie più postazioni di comando per avviare il funzionamento della macchina bisogna prevedere dei requisiti supplementari: in particolare in ogni postazione vi sarà un comando manuale di avviamento separato e tutti i detti comandi saranno in posizione di aperto prima che possa essere autorizzato l'avviamento, saranno soddisfatte tutte le condizioni richieste per l'avviamento e tutti i dispositivi di comando dovranno essere azionati in modo concomitante - dove per concomitante s'intende un'azione congiunta (e non necessariamente sincrona) di due o più dispositivi di comando -. Se vi sono più postazioni, ma la macchina può essere avviata anche da una sola, in un determinato momento solo una postazione potrà essere attiva e deve essere indicato quale postazione abbia il controllo. Al punto 9.4 vengono illustrate le misure preventive per evitare l'originarsi di pericoli in caso di guasto nei circuiti di comando. In particolare (al punto 9.4.3.1) ritroviamo le misure di protezione contro un cattivo funzionamento dovuto a guasti verso terra; un tale guasto nei circuiti di comando non dovrà provocare un avviamento involontario o movimenti pericolosi o impedire l'arresto. Affinché sia adeguatamente realizzata la prescrizione occorrerà che il collegamento al circuito equipotenziale di protezione e i dispositivi siano collegati in modo conforme rispettivamente ai punti 8.2 (Generalità del circuito equipotenziale di protezione - a tal fine vedere la fig. 3 inserita a pag.14) e 9.1.4 (connessione dei dispositivi di comando e controllo) già visto prima. Nel caso di circuiti di comando alimentati da un trasformatore e non collegati al circuito di protezione, si dovrà prevedere l'utilizzo di un dispositivo di controllo dell'isolamento con la funzione o di interrompere automaticamente il circuito dopo un guasto verso terra o di segnalarne la presenza. Qualora il circuito di comando sia collegato direttamente tra i conduttori di fase o tra fase e neutro non collegato a terra (o messo a terra tramite un'impedenza elevata), gli interruttori di comando dovranno essere multipolari ed interrompere tutti i conduttori attivi per l'avviamento o l'arresto di quelle funzioni della macchina che possano generare danni per le persone o la macchina in caso di avvio involontario o mancato arresto. (8) Protezione contro la scossa elettrica e Protezione dell'equipaggiamento. (9) Al punto 9.2.5.6 è definito "il comando ad azione mantenuta, per svolgere l'operazione, richiede l'attivazione mantenuta dei dispositivi di comando". 7 Prevenzione degli avviamenti involontari I circuiti di potenza 2. Esempi pratici Facciamo ora qualche riferimento a casi pratici, basandoci su delle norme, di tipo C, specifiche per alcuni tipi di macchina. Non possiamo esaminare tutte le prescrizioni di sicurezza trattate dalle suddette norme; ci limiteremo pertanto ad analizzare solo gli aspetti più vicini alla prevenzione degli avviamenti intempestivi. 2.1. La norma EN 692: 1997 Presse meccaniche La norma EN 692 specifica le misure ed i requisiti tecnici di sicurezza delle presse meccaniche destinate alla lavorazione a freddo dei metalli o di materiali parzialmente metallici, nonché dei dispositivi ausiliari che sono parte integrante della presse. Al punto 5.4.8, che ha per oggetto gli organi di comando, si legge che per prevenire l'azionamento accidentale i comandi a pulsante, a pedale e di messa in moto devono essere protetti. I pedali a barra non devono essere utilizzati e quelli a pedale devono essere accessibili con un solo piede e da una sola direzione. I comandi d'arresto d'emergenza devono fermare ogni movimento pericoloso conformemente alla categoria 0 del punto 4.1.5 della EN 418:92 e non devono essere presenti nelle stazioni di comando che possano essere scollegate. Ogni operatore, compresi quelli addetti alla parte posteriore della pressa, deve avere almeno un comando d'arresto d'emergenza. Al fine d'evitare avviamenti accidentali, i piedistalli portatili o le pulsantiere pensili che incorporano organi d'avvio ciclo devono essere progettati in accordo con il punto 10.6 della EN 60204-1:1992 e, per quanto riguarda la stabilità ed il sostentamento, in accordo con il punto 4.4.7 della EN 60204-1:1992. Nelle fasi di registrazione stampi, prove o altre simili va garantita la protezione dagli avviamenti involontari, con ancor maggior attenzione dato che spesso si opera con le protezioni non funzionanti. Ogni lato accessibile della pressa dovrà essere dotato di organi di comando, in modo che per 8 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Slitta Flangia della slitta portastampo Piastra portastampo inferiore Tavola Pedale Cinghia Puleggio del motore Volano Gruppo freno/frizione Riparo del volano Figura 1 della EN 692 l'avviamento si renda necessaria la presenza di almeno una persona su ogni lato con ben visibile sia l'area di accesso che di stampo, a meno che i dispositivi di protezione utilizzati nell'impiego normale possano essere mantenuti operanti. Se, tenuto presente l'uso previsto, ci può essere più di una persona in un lato, occorre fornire dispositivi supplementari come selettori, segnali di avvertimento, dispositivi di abilitazione ecc.. I movimenti della slitta possono essere provocati con rotazione manuale dell'albero (ed alimentazione sezionata secondo i criteri già visti), oppure a velocità ridotte con comandi ad azione mantenuta o comandi ad impulsi, tutti in categoria 2 secondo EN 954-1, o comandi a due mani di tipo II che avviino solo frazioni di ciclo non utilizzabili per la produzione. Nel caso della rotazione manuale deve essere impedita l'accessibilità fintantoché il volano sia in rotazione, adoperando ad esempio un rilevatore di moto. I ripari che vengono aperti per le regolazioni devono essere controllati con contatti ad apertura positiva interfacciati con più di un relé. Inoltre se l'avviamento è realizzato tramite protezioni mobili con bloccaggio della protezione, comandanti la messa in marcia, deve essere impossibile l'avviamento della corsa finché la protezione non è completamente chiusa. Il circuito di comando di tali protezioni deve essere in categoria 4 secondo EN 954-1. Per altre prescrizioni concernenti il circuito di comando, le protezioni con barriere luminose, e le precauzioni in genere rimandiamo al capitolo 2.3 a pag. 10 del presente dossier relativo alle presse idrauliche. SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 2.2. La norma EN 289: 1994 Presse per gomma La EN 289 specifica i requisiti di sicurezza per la progettazione di presse idrauliche con movimento di chiusura verticale per lo stampaggio a compressione e per trasferimento di materie plastiche e gomma. Le prescrizioni generali rimandano alla EN 60204-1 per le caratteristiche base del circuito elettrico di comando. Se un guasto avviene in un singolo componente della parte relativa alla sicurezza, il circuito di comando deve essere in grado di impedire sia l'avviamento involontario che ulteriori movimenti di chiusura (11). In particolare al punto 9 si riporta che il circuito elettrico deve essere tale da non permettere che, in caso di guasto improvviso del circuito stesso, si realizzi un movimento di chiusura. Pressa per lo stampaggio a compressione raffigurata con lo stampo aperto e caricata con materiale da stampaggio I segnali provenienti dai dispositivi di sicurezza devono essere elaborati nel circuito di comando mediante una logica cablata. Pressa per lo stampaggio a compressione raffigurata con lo stampo chiuso e il materiale da stampaggio sagomato nell’impronta (11) Ciò va riferito anche a tutti i movimenti di chiusura involontari, compresi quelli causati da gravità. SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 9 Prevenzione degli avviamenti involontari I circuiti di potenza 2.3. Le norme EN 693 Presse idrauliche ed EN 12622 Presse piegatrici idrauliche La EN 693 si applica alle presse idrauliche destinate alla lavorazione a freddo dei metalli o di materiali parzialmente costituiti da metalli. È applicabile anche a macchine che effettuino le medesime lavorazioni su altri materiali in fogli, quali cartone, plastica, gomma o cuoio oppure polveri metalliche. L'energia può essere elettrica o meccanica oppure prodotta dalla pressione idrostatica. La EN 12622, ad oggi ancora progetto, specifica le esigenze tecniche da rispettare nella costruzione delle presse piegatrici idrauliche per la lavorazione dei medesimi materiali. Il punto 5.4 dedica la propria attenzione ai sistemi di comando e di autosorveglianza ed è applicabile ai componenti legati alla sicurezza che comandano o controllano, sia direttamente che indirettamente, il funzionamento delle parti mobili della pressa o i suoi utensili, ricordando che la progettazione dei sistemi elettrici deve essere conforme all EN 60204-1 mentre quella dei sistemi elettrici, idraulici, pneumatici e meccanici relativi alla sicurezza alla EN 954-1. In particolare entrambe le norme prescrivono che, se la macchina è dotata di barriere luminose, protettori con dispositivo di interblocco e/o protettori che comandano la messa in moto, dispositivi di comando a due mani utilizzati fuori del normale funzionamento (escludendo però i casi in cui funzioni solo in marcia o ciclo automatico con protezioni dotate di dispositivo di bloccaggio e, per le presse, alimentazione o scarico automatici e, per le piegatrici, con avanzamento automatico) quando si presenta un guasto negli elementi del dispositivo di protezione o del sistema di comando (che riguardi la sicurezza), occorre che siano soddisfatte tutte le condizioni seguenti: 1. Non sia possibile un avviamento intempestivo. 2. Deve essere mantenuto il funzionamento in sicurezza del dispositivo di protezione. 3. Deve essere possibile fermare la macchina durante il movimento pericoloso. 4. Il dispositivo di comando deve fermare la macchina immediatamente, se si trova nella fase pericolosa della corsa di chiusura, o prima del seguente ricorso alla funzione 10 di sicurezza o al più tardi alla fine del ciclo nei casi sotto elencati: 4.1 Se un guasto avviene in uno dei canali del sistema di ridondanza mentre l'altro continua a funzionare, 4.2 Se un guasto avviene durante le fasi del ciclo oltre la fase pericolosa della corsa di chiusura. 5 Il sistema di comando deve impedire il lancio del ciclo di produzione successivo fino a quando non sia stato eliminato il guasto. Per soddisfare queste prescrizioni, tutte le parti del sistema di comando relative alla sicurezza devono essere conformi alla categoria 4 della norma EN 954-1:1996, e le funzioni d'arresto e di messa in moto devono essere ridondanti, autosorvegliate ed in logica cablata. L'impiego di PLC non deve ridurre le prestazioni di questi circuiti e, se l'avvio è comandato dal PLC, le funzioni di sicurezza non devono dipendere solo da esso. Le norme EN 693 e 12622 presentano anche altre analogie; rispettivamente ai punti 5.4.4 e 5.4.3, prevedono l'utilizzo di selettori quando è possibile scegliere il modo di funzionamento (per es. impulsi o continuo, avanti o indietro, ecc.) e specificano alcune precauzioni tra cui un dispositivo di bloccaggio per impedire il lancio della messa in moto quando si aziona il selettore che, inoltre, se si trova in una posizione intermedia, non deve rendere possibile nessun funzionamento. Se è previsto un selettore, lo si utilizzerà anche per selezionare il modo di protezione adeguato (due o più protettori o dispositivi di protezione); se sono previsti più selettori ed il modo di protezione è definito dal sistema di comando, il modo di funzionamento scelto deve automaticamente innescare il modo di protezione corrispondente. Relativamente alle presse idrauliche, se utilizzabili con stampo chiuso o protezioni fisse a segregazione totale senza altri dispositivi di protezione, questo modo di funzionamento deve essere scelto tramite un selettore supplementare bloccabile con una chiave specifica o situato in un contenitore bloccabile a chiave. La selezione di questo modo deve automaticamente fornire una chiara indicazione sulla pressa che devono essere utilizzati lo stampo chiuso o le protezioni fisse a segregazione totale. stampo piastra d'estrazione matrice Fig. C1 pag. 50 EN 693 In generale, per entrambe le tipologie di macchina, se l'avviamento è realizzato tramite protezioni mobili comandanti la messa in marcia, deve essere impossibile l'avvio del movimento finché la protezione non è completamente chiusa. Il circuito di comando di tali protezioni deve essere in categoria 4 secondo EN 954-1. Analogamente, l'impiego delle barriere luminose per l'avvio ciclo è subordinato a varie condizioni: la capacità di rilevamento deve essere di 30 mm, le eventuali protezioni supplementari devono essere fisse o associate ad un dispositivo di blocco e, se vi sono più barriere, una sola - in un dato momento - potrà autorizzare la marcia; per ultimo, ma non meno importante, la possibilità di avviare automaticamente il ciclo tramite liberazione dei fasci luminosi deve essere limitata ad un tempo proporzionato al ciclo normale (comunque non più di 30 secondi dalla fine del ciclo operativo precedente) superato il quale dovrà essere obbligatorio il riarmo del sistema e l'avvio manuale. Come per le presse meccaniche, anche in queste macchine i dispositivi di comando di marcia devono essere protetti con coperchi che impediscano l'azionamento accidentale, ed ai pulpiti di comando e le pulsantiere pensili di comando dovrà essere assicurata un'adeguata stabilità ed un corretto montaggio per evitare effetti indesiderati a seguito urti o vibrazioni. SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 3. Prodotti e soluzioni Schneider Schneider Electric è in grado di offrire diversificate soluzioni preassemblate per l'avviamento ed il controllo dei motori, idonee a soddisfare pienamente la funzione di interdizione dell'avviamento involontario o intempestivo. Alla realizzazione di tali soluzioni di sicurezza, concorrono in ogni caso dei normali prodotti standard che per loro natura costruttiva ben si adattano ad essere integrati anche in applicazioni personalizzate, sviluppate dagli stessi costruttori o utilizzatori delle macchine. Illustriamo qui di seguito le principali famiglie di componenti impiegate e le loro caratteristiche tecniche ponendo l'accento in particolare su quei dati che in ottica di impedimento degli avviamenti intempestivi assumono importanza rilevante. 3.1. Contattori LC1-K, LC1-D, LC1-F Gamme da 6 a 800 A in categoria AC3, vale a dire per motori fino a 450 kW a 380/415 V Certificati presso tutti i più importanti organismi di omologazione internazionali tra i quali UL e CSA nonché presso enti navali quali il RINA. Aspetti salienti relativi agli avviamenti intempestivi: contatti a guida forzata per idoneità d'impiego con moduli di sicurezza (es. PREVENTA); garantiscono che in caso di saldatura di un polo normalmente aperto (NO), tutti gli altri poli normalmente chiusi ■ LC1 - Serie K SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 (NC) non possano cambiare il loro stato, rendendo così impossibile l'invio di un segnale di controllo incompatibile con la situazione di difetto che si è venuta a creare a causa della saldatura stessa; ■ insensibili ad urti e vibrazioni fino a 10 gn nella posizione "aperto"; questa caratteristica permette di eliminare o ridurre le possibilità che a fronte di applicazioni particolari su installazioni mobili, o soggette a vibrazioni meccaniche od urti, il nucleo magnetico del contattore si chiuda LC1 - Serie D accidentamente senza il comando della bobina,anche solo per frazioni di secondo, causando così la messa sotto tensione accidentale di un attuatore. ■ insensibilità della bobina per abbassamenti della tensione ausiliaria di comando fino a 0,6Uc; un campo di funzionamento più ampio dell'elettromagnete del contattore elimina o riduce le possibilità del cosidetto fenomeno del "battimento", sovente causa di saldature dei poli, avviamenti accidentali, nonché durata di vita ridotta del contattore stesso. LC1 - Serie F 11 Prevenzione degli avviamenti involontari I circuiti di potenza 3.2. Interruttori automatici "salvamotori" GV2-M, GV2-P, GV7-R 12 accessorio specifico per piombatura delle viti di chiusura della cassetta; qual'ora il salvamotore venisse installato all'interno della cassettina dedicata IP55, sarà possibile interdire l'apertura della stessa impiegando i dispositivi di piombarura GV2-V02 (fig. 4). L'apertura forzata causerebbe la rottura del filo di piombatura evidenziando così una possibile manomissione dell'apparecchiatura. ■ Fig. 2 - GV2-AX D2 D1 5/L3 3/L2 1/L1 10 Agl maxi E2 6/T3 In questo caso è possibile adottare l'accessorio GV2-AK00 che tra le altre cose permette anche il lucchettaggio e l'asportazione dei coltelli di sezionamento, in modo tale da interdire qualsiasi possibilità materiale di messa sotto tensione anche accidentalmente; Fig. 1 4/T2 lo sgancio automatico di quest'ultimo in caso di mancanza anche momentanea dell'alimentazione di rete. Al suo ripristino, sarà necessario un intervento volontario dell'operatore di macchina per riavviare il motore, naturalmente dopo verifica che sussistano le condizioni di sicurezza necessarie. Esiste inoltre una versione particolare di bobina di minima tensione (fig. 2)‚ (GV2-AX…) definita INRS o VDE0113, particolarmente indicata per macchine pericolose quali ad esempio quelle del settore lavorazione legno. Costruttivamente esse prevedono al loro interno due contatti ausiliari a chiusura anticipata (fig. 3) che separano onnipolarmente i due morsetti di alimentazione della bobina, collegati tra due fasi a monte dell'interruttore. In questo modo viene garantito l'effettivo; sezionamento del dispositivo di sganco impedendo che un contatto elettrico accidentale possa autorizzare la chiusura dei poli di potenza dell'interruttore; ■ accessorio specifico per sezionamento a monte dell'interruttore con indicazione visiva della posizione; pur essendo i salvamotori GV. della Schneider Electric tutti idonei al sezionamento come più in alto idicato, è possibile che qualche utilizzatore desideri avere una indicazione di sezionamento avvenuto particolarmente evidente. 2/T1 Gamme da 0,1 a 220 A ,vale a dire per motori fino a 110 kW a 380/415 V (fig. 1). Certificati presso tutti i più importanti organismi di omologazione internazionali tra i quali UL e CSA nonché presso enti navali quali il RINA. Aspetti salienti relativi agli avviamenti intempestivi: ■ attitudine al sezionamento secondo IEC 947-3; permette di isolare la macchina da qualsiasi sorgente di energia elettrica che potrebbe provocare una messa sotto tensione involontaria durante interventi di manutenzione; ■ alto potere di interruzione: da 15 a 100 kA in base ai modelli ed alle tarature; a seguito di eventuali corto circuiti, un elevato potere di interruzione contribuisce ad eliminare la possibilità di distruzione dell'interruttore o la saldatura dei suoi poli, fatto questo che impedirebbe il sezionamento del circuito di potenza interessato dal corto circuito; ■ tenuta agli urti sino a 30 gn; questa caratteristica permette di eliminare le possibilità che a fronte di applicazioni particolari su installazioni mobili, o soggette a vibrazioni meccaniche od urti, i poli dell'interruttore possano subire un cambiamento di stato senza alcuna manovra da parte dell'operatore ed analogamente, che determinati accessori specifici come la bobina di minima tensione possano dare origine a micro interruzioni indesiderate; ■ d'origine possibilità di blocco in posizione "aperto" con 1 lucchetto, o dispositivo accessorio per 3 lucchetti; è una possibilità che garantisce all'operatore di intervenire su una apparecchiatura sicuramente sezionata, evitando l'accidentale inserimento sotto tensione del circuito, causato da una manovra involontaria magari di un altro operatore; ■ ampia dotazione di bobine di minima tensione o lancio di corrente. La bobina di minima tensione (GV2-AU…) montata in associazione ad un interruttore salvamotore, garantisce E1 Fig. 3 - Collegamento dello sganciatore di minima tensione per macchine pericolose (secondo INRS) solo su interruttori GV2-V Fig. 4 - GV2-V02 SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 3.3. Interruttori-Sezionatori modelli VARIO e MINIVARIO Una gamma completa, idonea alla funzione di interruttore pricipale o interruttore generale e di emergenza. Per correnti di impiego da 12 a 175 A Aspetti salienti relativi agli avviamenti intempestivi: d'origine possibilità di blocco in posizione "aperto" con 1 - 3 lucchetti; è una possibilità che garantisce all'operatore di intervenire su una apparecchiatura sicuramente sezionata, evitando l'accidentale inserimento sotto tensione del circuito, causato da una manovra involontaria magari di un altro operatore (fig. 5); ■ ■ cassettina IP65 dedicata (fig. 6); Fig. 5 Fig. 6 Installato in prossimità del motore, l'interruttore montato in cassetta (VCF e VBF) viene impiegato come dispositivo supplementare di sezionamento, e consente di operare su un unico motore (separato dall'alimentazione), pur salvaguardando la presenza della tensione di rete sulla restante parte di apparecchiatura elettrica. 3.4. Avviatori completi per motori Abbiamo detto in precedenza che oltre a proporre tutti i componenti sopra descritti come prodotti unitari destinati ad essere associati a cura dei propri clienti all'interno di apparecchiature elettriche costruite secondo le prescrizione della norma EN 60204-1, Schneider Electric è in grado di offrire in versioni standard preassemblate, una vasta offerta di avviatori per motori in cassetta stagna fino a 45 kW così organizzata: ■ diretti 1 senso di marcia; ■ diretti 2 sensi di marcia; ■ progressivi mediante stella triangolo; ■ progressivi mediante avviatore elettronico; ■ con variazione di velocità; ■ con circuito di controllo comunicante su Bus; ■ a conformità Europea. Tutti gli avviatori sopradescritti sono indicati per macchine o applicazioni "monomotore", nel senso che ciascuna cassettina contiene una singola partenza motore, ma naturalmente nulla impedisce di associare fra loro più avviatori qualora le utenze da pilotare fossero molteplici. Resta all'utilizzatore la scelta sul tipo SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8 Alcuni modelli di avviatori in cassetta di comando da effettuare, vale a dire "manuale" o "automatico"; per manuale si intende che le azioni di avviamento ed arresto del motore possono avvenire solo localmente a bordo della cassettina agendo meccanicamente cioè in maniera manuale sull'organo di commutazione che generalmente sarà un interruttore automatico od un interruttore rotativo. Avviamento di tipo automatico significa invece che la marcia e l'arresto avverranno sempre tramite un contattore o meglio, tramite la sua bobina che potrà essere pilotata sia localmente con i due pulsanti "I" ed "O" che a distanza da qualsiasi altro segnale ausiliario di comando. 13 Prevenzione degli avviamenti involontari I circuiti di potenza Nella parte qui di seguito desideriamo mettere in evidenza l'ultimo tra i gruppi di avviatori motore sopra citati, vale a dire quelli definiti a conformità europea o in forma abbreviata di sicurezza; essi non si limitano a prendere in carico le raccomandazioni normative inerenti l'eliminazione dei rischi di avviamenti intempestivi, bensì soddisfano sotto forma di "un unico riferimento per l'ordinazione" tutti i 7 requisiti fondamentali (ed obbligatori) della sicurezza applicata alle partenze motore che sono: 1. Sezionamento 2. Protezione termica 3. Protezione magnetica 4. Coordinamento delle protezioni 5. Lucchettabilità per potenze >3kw 6. Sganciamento automatico in caso di mancanza tensione 7. Arresto di emergenza Montati e cablati a regola d'arte da Schneider Electric all'interno di cassettine in resina molto compatte di tipo IP 657 a doppio isolamento, questi avviatori di sicurezza coprono potenze d'impiego per motori fino a 11 kW e si suddividono naturalmente tra versioni "manuali" e "automatiche"; queste ultime offrono tra le altre cose la possibilità di scegliere l'opzione del comando della bobina del contattore direttamente dalla rete (LG…) o tramite trasformatore a 24V (LJ…) per poter collegare ad esempio dei sensori o dei finecorsa esterni. 14 Avviatori diretti a comando manuale Avviatori diretti o invertitori con comando modello GV2 tramite contattori; modelli LG, LJ. Queste le funzionalità integrate agli avviatori ed espressamente dedicate alla prevenzione degli avviamenti involontari: ■ interruttore automatico idoneo al ■ interruttore automatico idoneo al sezionamento secondo IEC 947-3; sezionamento secondo IEC 947-3; ■ dispositivo di lucchettaggio in posizione ■ dispositivo di lucchettaggio in posizione "O" per potenze d'impiego superiori a 3 kW; "O"; ■ bobina di minima tensione; ■ bobina di minima tensione; ■ contattore/i con contatti a guida forzata; ■ pulsante di arresto di emergenza a fungo in versione ad aggancio, con o ■ cablaggio dei circuiti di comando dei senza sblocco a chiave; contattori con Schema "a tre fili", che in caso di mancanza di tensione, obbliga ■ pulsante di marcia inattivo (svincolo all'azionamento del pulsante di marcia meccanico) a pulsante di arresto (fornito) per il riavviamento del motore; azionato. ■ interblocco meccanico tra i contattori nel caso dei teleinvertitori; ■ organo di arresto di emergenza; a fungo ad aggancio o a comando rotativo lucchettabile; ■ interruttore-sezionatore supplementare con funzione di blocco porta (modello LG1). Gli avviatori sopra descritti risultano essere la soluzione ideale per la messa in conformità delle apparecchiature elettriche di macchine già installate o per l'equipaggiamento delle nuove soggette alla direttiva macchine 89/392/CEE. SCHNEIDER Dossier Sicurezza Macchine n° 8