Museo Civico Guido Sutermeister Legnano Guida alle Collezioni a cura di Anna Maria Volonté e Patrizia Cattaneo In ricordo di Guido Sutermeister Indice Museo Civico Guido Sutermeister Presentazioni 4 6 Guido Sutermeister e il Museo di Legnano Legnano Guida alle Collezioni a cura di Anna Maria Volonté e Patrizia Cattaneo Città di Legnano Sindaco Alberto Centinaio Assessore alla Cultura Francesca Raimondi Dirigente del Settore 7 – Servizio Cultura Stefano Mortarino Museo Civico G. Sutermeister Direttore Teresa D’Antona Conservatore Anna Maria Volonté Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Soprintendente Filippo Maria Gambari 2 Il percorso espositivo Testi Anna Maria Volonté Patrizia Cattaneo Disegni ricostruttivi Pierluigi Dander Illustrazioni e rielaborazioni grafiche Donatella Guglielmetti Claudio Albé, Patrizia Cattaneo, Marilena Rimoldi Traduzioni Alessandra Pozzi, Gianmarco Rimoldi Fotografie Archivio Fotografico Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Archivio Fotografico Museo Civico G. Sutermeister, Legnano Comune di Canegrate Angela Guglielmetti, Franco Pozzi, Giulia Tremolada Documenti d’Archivio Biblioteca Società Arte e Storia, Legnano Collezione Dario Rondanini Progetto e impaginazione Donatella Guglielmetti, Oltre s.n.c. Ringraziamenti Si ringraziano per la gentile collaborazione: Mariangela Castiglioni, Eugenia De Giovannini, Angela Guglielmetti, Lucia Mordeglia, Dario Rondanini, Giuseppe Rovera, Marco Turri, Sara Zannardi Stampa Tipografia Menini Spilimbergo (PN) Approfondimenti Il museo diffuso Il portico-lapidario 8 12 La collezione Sala 18 La collezione numismatica 18 Monete greche 19 Monetazione romana repubblicana 19 Monetazione romana imperiale 20 Monetazione bizantina 20 Monetazione medievale e moderna 22 Archeologia del territorio 22 L’età del Rame 23 L’età del Bronzo 24 La prima età del Ferro 26 La seconda età del Ferro 28 L’età imperiale 32 L’età tardoromana 34 L’età longobarda 36 Legnano nei secoli 38 Un territorio tra terra e fiume La necropoli di Santa Colomba a Canegrate 40 Scoperte a Parabiago 42 Il Castello di San Giorgio a Legnano 44 La Torre Colombera a Legnano 46 3 Presentazioni 4 Presentazioni Esemplare, vogliamo sottolinearlo, e pro- uno strumento, curato nella sua veste Il comprensorio in cui si inserisce l’attuale Comune dell’edificio per proiettare in una complessa realtà E’ normale consuetudine che il visitatore di Secondo questa visione culturale nella pre- ficua nei fatti la sinergia tra Enti Statali ed editoriale e nelle informazioni scientifiche di Legnano rappresenta un ambito territoriale ambientale, geografica, sociale, economica i dati un Museo richieda materiale informativo a sente pubblicazione sono state introdotte Istituzioni Locali che, con l’impegno degli contenute, che sostanzia una progettualità particolarmente ricco di interrogativi e ancora - espressi dall’evidenza archeologica, declinati nel supporto del percorso che illustra le collezioni sezioni dedicate al “Museo diffuso” che illu- studiosi, ha fatto sì che un ragguardevole culturale volta alla conoscenza, alla compren- nonostante tanti ritrovamenti - non del tutto inter- loro divenire storico. Le stesse collezioni di origine ivi conservate per fruirne proficuamente. strano i luoghi di rinvenimento di significative panorama della vita passata della nostra zona sione e alla messa in relazione dei beni e dei pretato nell’attuale livello delle nostre conoscenze. eterogenea in questa situazione si collocano come Meglio allora se tale materiale si può portare testimonianze archeologiche, quali l’impor- possa raggiungere con le sue preziose infor- luoghi più significativi e carichi di storia del Se fin dall’età del Bronzo Recente la ricca necro- utili e fondamentali spunti di confronto. Da tutto a casa, come effettiva acquisizione; è questo, tante necropoli protostorica di Canegrate e la mazioni e testimonianze quanti si interessano territorio. poli di Canegrate mostra una densità demografica questo l’importanza di sussidi che guidino il visita- a mio avviso, il motivo fondamentale che nota, preziosa patera argentea di Parabiago, alla storia antica e all’antico della propria Di questo risultato possiamo dirci tutti insospettabile e fuori dall’ordinario, la posizione tore a leggere i reperti come documenti, in modo induce alla preparazione della guida di un oltre a due interessanti edifici legnanesi, storia personale e di comunità. insieme orgogliosi: ci motiva sempre più a di Legnano in corrispondenza dell’incrocio delle semplice ed accattivante. Museo: far in modo che i visitatori “portino a il Castello di San Giorgio e la casa/torre Il Museo Civico Guido Sutermeister è il frutto lavorare per promuovere e tutelare il nostro direttrici tra Milano ed il Lago Maggiore e tra Como La sempre intensa collaborazione e sinergia tra la casa” un agevole strumento esplicativo, sicu- Colombera; di questi è delineata in sintesi la di un lavoro che iniziò da lontano, con la patrimonio artistico e culturale; ce lo dice e Vercelli risulta strategica fin dall’età del Ferro e Soprintendenza ed il Comune di Legnano rappre- ramente utile nell’immediato, ma soprattutto storia da leggere e scoprire sul nostro territo- passione e la tenacia dell’Ing. Sutermeister, l’articolo 9 della Costituzione e ce lo sug- condiziona il ruolo del territorio, attraverso l’età senta una garanzia non solo dell’ottimizzazione utilizzabile anche a distanza di tempo per rio in una relazione costante e significativa tra di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo gerisce la sensibilità di noi tutti, cittadini e romana, fino ancora al determinarsi della batta- delle risorse anche in periodi di oggettiva difficoltà ripensare, approfondire le tematiche trattate il luogo della conservazione e quello dei nuclei anniversario della scomparsa, e che prosegue Istituzioni, in un percorso solidale e, ci augu- glia tra il Barbarossa e la Lega Lombarda. Dalla di reperimento ma soprattutto della concreta tra- ed eventualmente trovare spunti per nuovi di vita in epoche e momenti diversi, ma tutti con la dedizione e la professionalità di coloro riamo, condiviso. complessa articolazione dei ritrovamenti in questo duzione in risposte rapide e ben calate nella realtà quesiti o curiosità da appagare, nonché per espressione del nostro passato. che lo rendono oggi luogo vivo di presenze eccezionale contesto deriva coerentemente la stra- territoriale dei risultati delle ricerche e degli studi: ulteriori visite mirate a qualche luogo del Dunque un vero e proprio itinerario, che si e cultura, aperto a tutti i cittadini, solido ordinaria ricchezza, importanza e varietà di questo a tutti, ed in particolare alla squadra diretta con territorio. potrà compiere alla scoperta delle nostre punto di riferimento per la conservazione e la piccolo grande museo. tanta competenza, professionalità ed entusiasmo La nuova guida del Museo Civico Guido radici. valorizzazione del nostro patrimonio culturale. E’ quindi con particolare soddisfazione che si vede dalla bravissima Anna Maria Volonté, va il ringra- Sutermeister di Legnano vuole essere quindi Tale è infatti la “missione” del Museo Civico di proporre questa agile sintesi dello stato delle ziamento dell’Ufficio e mio personale per l’ottimo un agile libretto, di semplice consultazione Legnano, istituzione votata allo studio e alla conoscenze ed utile guida per i visitatori di un livello d’intesa raggiunto, che si confida di mante- ma nel contempo ricco di contenuti scientifici, salvaguardia dei beni archeologici, storici e museo che è davvero uno scrigno: i musei archeo- nere e consolidare ulteriormente. da usarsi come strumento di lavoro per chi artistici della realtà locale e quindi alla cono- Alberto Centinaio logici, soprattutto se rivolti ad una specifica realtà scenza e allo sviluppo della sua identità. Sindaco di Legnano territoriale, non possono limitarsi ad essere musei antica del nostro territorio ma anche “percor- Anna Maria Volonté E’ pertanto motivo di grande soddisfazione Francesca Raimondi di oggetti, per quanto significativi, ma devono Filippo M. Gambari rerla”, rendendo così personale un patrimonio Conservatore del Museo Civico per l’Amministrazione Comunale presentare Assessore alla Cultura di Legnano guidare l’utenza a sfondare idealmente le pareti Soprintendente per i Beni Archeologici che è ricchezza comune. G. Sutermeister di Legnano desidera non solo conoscere la storia più 5 Guido Sutermeister e il Museo di Legnano Le raccolte archeologiche del Museo Civico di Legnano sono in gran parte il risultato dell’assidua ricerca condotta dall’ingegner Guido Sutermeister tra il 1925 ed il 1964. Guido Sutermeister, cui il Museo è intitolato, nato ad Intra nel 1884, maturò la sua passione per l’archeologia, la storia e l’arte fin da quando, ventenne, ebbe occasione di recarsi in Egitto ed in Medio Oriente per lavoro. Il rinnovamento edilizio della città di Legnano e dei paesi limitrofi agli inizi del Novecento diede spunto all’appassionato ricercatore, intorno al quale si riunì ben presto un gruppo di sostenitori che diede vita alla “Società di Studi Patri Arte e Storia”, di raccogliere e documentare le testimonianze antiche che in quegli anni affioravano sempre più numerose dal terreno. L’opera di Sutermeister non si limitò al recupero ed alla tutela del materiale archeologico, ma riguardò anche la conservazione delle memorie storiche ed artistiche del territorio. Grazie alla sua tenacia nel 1928 venne eretto, nell’area dell’antico convento quattrocentesco di Sant’Angelo, l’edificio che ancora oggi custodisce le collezioni museali. La costruzione riprende la pianta della dimora quattrocentesca della nobile famiglia milanese Guido Sutermeister and the Civic Museum of Legnano dei Lampugnani, che la utilizzarono con ogni probabilità per lo svago ed il divertimento. Tale dimora, che originariamente era situata oltre il fiume Olona, lungo l’attuale corso Sempione, nei primi decenni del Novecento fu abbattuta per far posto alla mensa aziendale del Cotonificio Cantoni. Sutermeister recuperò e poté reimpiegare i soffitti a cassettone, le colonne del portico e quant’altro fu possibile nel nuovo edificio, ripropose poi la decorazione affrescata degli ambienti, interni ed esterni, i cui originali sono attualmente conservati nella sede distaccata del Museo denominata “Torre Colombera”. L’atto costitutivo del Museo Civico data al 1929; da allora le raccolte archeologiche si sono ampliate con successive acquisizioni, grazie a donazioni private ma soprattutto ad opera dei recuperi e degli scavi sistematici condotti in città e nel territorio circostante dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Nel 2004 la Regione Lombardia ha conferito il riconoscimento ufficiale dello status di “Museo” alle Civiche Collezioni, inserendo il Museo Civico Guido Sutermeister di Legnano nel novero delle sedi museali certificate. The Collections of the Civic Museum of Legnano are the result of careful researches carried out by Guido Sutermeister from 1925 to 1964 in the town and neighbouring areas. Guido Sutermeister, to whom the Museum is entitled, has developed his passion for Archaeology, history and art since he had the opportunity to go to Egypt and Middle-East for business purposes. Thanks to this enthusiast scholar and to the number of finds made, it was possible, in 1928, to build a structure that reproduced the plan of the XV century residence of the Lampugnani Family for the nascent Museum. The Museum mainly conserves Archaeological material; most of these objects come from finds made during excavation works for the demolition or construction of buildings undertaken in the town during the early years of the XX century, a period of extraordinary prosperity for our area thanks to the robust development of the mechanical and textile industries. The Museum Collections have been constantly enriched over the years with a wide range of items, both from excavations by the Soprintendenza per I Beni Archeologici of Lombardia and from various donations. In 2004, the Civic Museum was officially awarded “Museum status” by the Regione Lombardia, thus joining the category of certified museum. 1. Guido Sutermeister durante il suo lavoro come ingegnere all’industria meccanica Franco Tosi di Legnano. 2. La casa dei Lampugnani su corso Sempione prima della demolizione. Fotografia di Guido Sutermeister. 3. Il Museo Civico da poco edificato. Fotografia di Guido Sutermeister. 6 1 2 3 7 Il percorso espositivo The exhibition itinerary Il PORTICO LAPIDARIO Il PORTICO LAPIDARIO 1 8 Nel portico a cinque arcate, sostenute da colonne in serizzo e con soffitto a cassettoni, originali recuperati dalla demolita dimora quattrocentesca della famiglia Lampugnani, è conservata la collezione lapidea del Museo. Una stele funeraria, alcune are, ossuari, macine, parte di un’ancora in piombo, una sepoltura in cassa litica, risultano ascrivibili ad età romana imperiale, alcuni sarcofagi sono riconducibili al tardo impero. Alla parete sono allineati frontali di camini del XIV/XVI secolo, provenienti da edifici di Legnano e dintorni, decorati con gli stemmi araldici delle famiglie di appartenenza ed alcune iscrizioni rinascimentali. Accanto ai reperti di varia provenienza (ossuari a fungo o a capanna da Aquileia, ancora, macine), risultano significative per la storia locale le iscrizioni presenti su are e sarcofagi riferibili alla città ed ai dintorni. Due are erano dedicate a Vulcano e Diana, divinità che ben si inseriscono in quello che doveva essere l’ambiente in antico: una terra ricca di boschi, sfruttabili anche per la caccia. Degna di nota per la conoscenza del quadro storico, politico ed economico del territorio è l’iscrizione presente su una stele centinata proveniente dal cimitero di Parabiago: riporta alla sepoltura della gens Atilia, ben nota e diffusa in Italia settentrionale nell’ambito del I secolo d.C. Fu posta dal figlio Marco Atilio Primulo per sé, per i genitori, Marco Atilio Primo ed Ofillena Marcellina, e per le sorelle Seconda e Terza. La parte superiore dello specchio epigrafico risulta lacunosa per l’inserimento di una cassetta metallica destinata alla raccolta delle elemosine. Dei sarcofagi, uno reca, nella semplice tabula ansata, il ricordo di Valerio Secondo Petronio, un altro, databile tra IV e V secolo d.C., presenta un interessante e commovente testo epigrafico: il compianto dei genitori Basiliano e Sudenzia per la morte prematura della figlioletta Basiliana, scomparsa all’età di cinque anni, due mesi e ventitré giorni. Stele funeraria della gens Atilia da Parabiago I secolo d.C. [V(ivus) f(ecit)?] M(arcus) [Atil]i [us Pri]m ulus sibi et M(arco) Atilio Primo patri et Offillen ae Marcelli [na]e matri et Atilia Secund ae Tertiae sororibus Sarcofago di Basiliana da Parabiago IV-V secolo d.C. Dulcissimae filiae Basilianeis quae vixit annos V me(n)ses II dies XXIII in ++ e + ta Basili’a’nus et Sudentia parentes contra votum feceru{nu}nt dep(ositae) IIII (ante) idus Apriles “ Alla dolcissima figlia Basiliana che / visse fino all’età di 5 anni, 2 mesi e 23 giorni / i genitori Basiliano e Sudenzia / dedicarono contrariamente alla propria speranza / Deposta il 10 Aprile”. “ [Fece da vivo?] / Marco Atilio Primulo / per sé e per / il padre Marco Atilio / Primo / e per la madre / Ofillena / Marcellina e / per le sorelle / Atilia Seconda e Terza”. 9 Il percorso espositivo The exhibition itinerary The portico-lapidarium Il PORTICO LAPIDARIO 1-8. Frontali di camino del XV e XVI secolo. 9. Dedicazione del Convento dei Frati Minori a Santa Maria degli Angeli, 1468. 10. Lastra tombale della famiglia Quadrio dedicata dal padre Andrea ai figli Ermete e Alfonso,1555, da Milano. 11. Cornice superiore di lastra funeraria dedicata a Luigi Visconti, figlio di Galeazzo, XV secolo. 12. Acquasantiera romanica, provenienza locale indeterminata. 13. Lastra tombale di Francesco Fossati, 1595, da Arconate. 14-16. Chiavi di volta di tre archi, dalla chiesa romanica di S. Martino, a nord di Fagnano Olona. 17. Stele funeraria della famiglia degli Atilii, I secolo d.C., reimpiegata come supporto per cassetta da offerte nel cimitero di Parabiago. 18. Ara con iscrizione e dedica illeggibili, da Parabiago. 19. Ara dedicata a Vulcano, I secolo d.C., da Legnano. 20. Ara dedicata a Giove da Lucio 10 Cornelio Aurelio Valeriano, I secolo d.C., da Legnano. 21. Ara con iscrizione e dedica illeggibili, da Sant’Antonino Ticino. 22. Ara dedicata a Diana, I secolo d.C., da Gorla Minore. 23. Cippo funerario dedicato a un Octavius, I secolo d.C., da Legnano. 24. Cassa utilizzata come sepoltura a incinerazione, età augustea, da Canegrate. 25. Urna cineraria a cista, I secolo d.C., da Aquileia. 26. Urna a cassetta con coperchio, età ellenistica, da Taranto. 27. Urna cineraria a cista, I secolo d.C., da Aquileia. 28. Elemento di ancora in piombo, età romana, provenienza ignota. 29. Sarcofago dedicato a Valerio Secondo Petronio, I secolo d.C., da Dairago. 30. Macina per cereali, età romana, da Milano. 31. Macina per cereali, età romana, da Ischia di Castro. 32. Sarcofago dedicato dai genitori Basiliano e Sudenzia alla figlia Basiliana, IV-V secolo d.C., da Parabiago. 33. Urna a cassetta, età ellenistica, da Taranto. 34. Sarcofago anepigrafe, III-V secolo d.C., da Villa Cortese. 35. Urna a cassetta, età ellenistica, da Taranto. 36. Sarcofago con coperchio, età ellenistica, da Taranto. 37. Chiave di volta, XIV-XV secolo, da Legnano. 38. Sarcofago, III-V secolo d.C., da Magenta. 39. Capitello, XV secolo, da Legnano. In the five-arched Portico, supported by columns made of serizzo and with a coffered ceiling, the epigraphic Collection, hailing from the Lampugnani’s demolished fifteenth century mansion, is preserved: a funerary stele, some altars, urns, grinders, parts of an anchor made of lead, a sepulture in stone coffin and some late Roman sarcophagi. On the wall XIV-XVI century fronts of fireplaces are aligned, hailing from buildings of Legnano and surroundings, with heraldic coats of arms of families of Legnano and some inscriptions of the Renaissance. The fronts were recovered by Guido Sutermeister 1. Il camino Lampugnani in una composizione di fotografia e disegno di Guido Sutermeister. 1 or donated to him by the owners. Besides artifacts from various sources (mushroom shaped urn from Aquileia, anchor, grinder), the inscriptions on altars and sarcophagi, all related to the city and surrounding area, take on significant importance for the local history. Two altars show sacred dedications to Vulcan and Diana: these two gods are well integrated into what was the environment in the Roman Age, a land rich in forests and hunting. A unique example for the Altomilanese consists of a stele from the Parabiago cemetery, whose inscription refers to the tomb of the gens Atilia, well-known and widespread in the I century AD in northern Italy. Today it shows an obvious gap at the top of the epigraphic mirror, due to the insertion of a metal box for collecting alms. One of the sarcophagi contains, in the simple tabula ansata, the Valerio Secondo Petronio memory; another has an interesting epigraphic text: the mourning of the parents Basiliano and Sudenzia for the premature death of their daughter Basiliana. 11 Il percorso espositivo The exhibition itinerary la collezione Sala Sala della loggetta Salone d’onore 12 Emilio Sala, fine conoscitore delle arti ed appassionato cultore di archeologia, raccolse nella sua casa di Castellanza – proseguendo una felice consuetudine familiare – numerosi oggetti e reperti provenienti in gran parte dalla Magna Grecia come anche dall’Etruria e dall’Italia settentrionale. La collezione è stata acquistata, dopo la scomparsa del proprietario, dalla Fondazione Famiglia Legnanese; il sodalizio, sempre attento ai valori delle tradizioni locali, nel 1998 l’ha messa a disposizione del Museo cittadino. L’esposizione mira a ricostruire, con estro creativo, la collocazione di materiale archeologico in una casa privata; è stato dunque creato un interno arredato con mobili d’epoca e reperti archeologici, quale il collezionista avrebbe potuto allestire nella propria abitazione. Il pensiero va alle Wunderkammern, o “Stanze delle meraviglie”, amate nel Rinascimento dai principi dell’Europa centrale. Le decorazioni della sala riprendono la collezione Sala un vaso figurato o un tegame da cucina. Tra i reperti bronzei si distingue per le sue dimensioni ma soprattutto per l’elegante fattura, una fibula ad arco ingrossato con larga terminazione a disco, impreziosita da motivi decorativi incisi, che serviva come spilla per la chiusura di abiti e mantelli. Fu prodotta nel IX secolo a.C. probabilmente in ambito laziale. Sempre tra gli oggetti in bronzo, con funzione d’ornamento, è esposto un pettorale costituito da due lunghi fili di anellini a doppia maglia da cui scendono altre catenelle terminanti con quelle originali della dimora quattrocentesca dei Lampugnani e contribuiscono così ad evocare il senso di stupore prezioso che animava il collezionismo erudito. Il complesso è costituto da 57 oggetti d’esecuzione accurata e pregevole tecnica decorativa, provenienti da aree diverse, raccolti con gusto antiquario, il cui ambito cronologico va dal IX secolo a.C. al III secolo d.C. Ciascun pezzo, preso a sé, è degno di nota; in questa sede se ne segnalano alcuni tra i più significativi, pur ricordando che ogni manufatto lo è essenziamente in quanto documento storico, sia esso gruppi di anellini pendenti. Il pettorale era appuntato agli abiti con fibule che lo fissavano alle due estremità; è databile ai secoli VII-VI a.C. e sarebbe da attribuirsi ad artigiani attivi in Italia settentrionale. Il gruppo numericamente più consistente della collezione è costituito dalle ceramiche, che comprendono prevalentemente vasellame di qualità e pregio, con forme quali coppe e brocche, utilizzate per i diversi momenti del banchetto e destinate a comparire sulle mense dell’aristocrazia di ambiente etrusco ed italico dal VII al III secolo a.C. 2 1. Vaso biansato con coperchio (kantharos) e coppetta a vasca profonda con decorazione sovraddipinta (skyphos) di tradizione apula. IV secolo a.C. 2. Coppetta apula a vasca profonda (skyphos), stile di Gnathia, con motivi floreali, fontana e uccellino. IV-III secolo a.C. 3. Fibula in bronzo con larga terminazione a disco decorata ad incisioni di probabile area laziale. IX secolo a.C. 1 3 13 Il percorso espositivo The exhibition itinerary la collezione Sala la collezione Sala Degni di nota sono un alabastron, cioè un contenitore per unguenti e profumi, dalla caratteristica forma allungata, ornato con scene figurate e motivi vegetali, prodotto da botteghe corinzie nel VII secolo a.C. ed una bella oinochoe o brocca per liquidi, decorata da una teoria di animali al pascolo in vernice policroma; questi due esemplari erano destinati ad incrementare il numero di oggetti di lusso di proprietà dei facoltosi principes etruschi. Identica destinazione aveva il vasellame prodotto in Attica tra il VI ed il V secolo a.C. che annovera, oltre ad alcune coppe con funzione potoria, un grande cratere a colonnette a figure nere, usato durante il banchetto come contenitore per il vino mescolato con acqua ed altri ingredienti, ornato da scene figurate che rappresentano un combattimento tra giganti ed un sacrificio. La presenza di un’iscrizione graffita sul fondo del recipiente indica che il cratere era compreso in una partita di vasi venduti e costava quattro oboli. Altri due oggetti di pregio sono una patera umbilicata, decorata internamente a rilievo, ed una lekanis con ornamentazione plastica e dipinta. 4. Unguentario (alabastron) con decorazione figurata di produzione corinzia. Fine VII secolo a.C. 5. Cratere attico a figure nere. VI secolo a.C. Lato A: Atena e Posidone, spalla contro spalla, lottano con due giganti, piegati all’indietro sulle ginocchia, identificabili rispettivamente con Encelado sulla destra e Polibote sulla sinistra. Lato B: due officianti, entro una struttura architettonica, davanti ad un altare, celebrano un rito in onore del dio Hermes, raffigurato come erma. Sull’orlo decorazione floreale. Il fondo del recipiente reca un’iscrizione il cui testo è così decifrabile: “trenta lekythoi quattro oboli”. 14 4 5 15 Il percorso espositivo The exhibition itinerary la collezione Sala La patera, un oggetto fabbricato nel territorio dell’antica città campana di Cales tra il IV ed il III secolo a.C., è un elegante piatto per offerte rituali; si definisce umbilicata poiché ha il fondo internamente rilevato a formare una protuberanza emisferica, simile alla parte centrale dello scudo, che ne protegge l’impugnatura, chiamata umbone. Tutt’intorno al fondo si sviluppa una complessa decorazione figurata che rappresenta un corteo di quadrighe, guidate da divinità, che accompagna l’ascesa al cielo dell’eroe Ercole, quindi la sua apoteosi. Dalla produzione vascolare di Centuripe, antica città della Sicilia in provincia di Enna, proviene il grande vaso funerario con coperchio (lekanis), databile intorno alla fine del III secolo a.C. Tipica è l’esuberante decorazione plastica, ottenuta attraverso l’applicazione prima della cottura di elementi vegetali e floreali, protomi leonine e maschere gorgoniche, ottenute modellando l’argilla in matrici o stampi. Si aggiungeva un ricco apparato pittorico, 16 6 THE SALA COLLECTION oggi leggibile solo parzialmente, con tre fanciulle in atto di compiere sacrifici o libagioni. I colori dovevano essere particolarmente vivaci: per la scena sul coperchio si riconosce la prevalenza dell’azzurro e del verde su fondo rosa intenso, mentre la decorazione applicata conserva tracce di giallo, bianco ed azzurro su un fondo rosso-arancio. La parte inferiore della vasca, ornata con foglie d’acanto, era in verde-bruno ad imitazione dell’elemento realistico vegetale. Ancora non è certa la funzione di questo tipo di contenitori, complessi nella decorazione ma certamente delicati: se ne è supposta l’esposizione in ambito funerario, come elemento di corredo o segnacolo delle sepoltura. 6. Piatto per libagioni (patera umbilicata) di produzione calena. IV-III secolo a.C. 7. Grande vaso funerario con coperchio (lekanis) da Centuripe (EN). Fine III secolo a.C. The Collection entitled to Emilio Sala is preserved at the Civic Museum Guido Sutermeister as a result of a commodate contract between the Municipal Administration of Legnano and the Famiglia Legnanese; the latter decided to purchase it from Sala’s heirs and to make it available to the city in order to avoid dispersions among different collectors. In the Museum a hall has been set up with the purpose of giving an adequate position to the Collection within the museum tour. These highly interesting finds, from the IX century BC to the III century AD, enrich the Museo Civico’s material because artifacts from coeval periods illustrating other civilizations and cultures from the rest of the peninsula were not conserved. The findings from Magna Graecia and Etruria were composed of some terracottas illustrating: female statuette and divinities, bronze finds such as the great fibula with disk-shaped stirrup, a pectoral and a mirror. The most significant group was composed of ceramics which include high quality and value pottery such as cups, small cups, kraters, pitchers, containers of unguents, a small mono-handle jug, a deep container for liquids, a patera umbilicata and a great vase-container with lid. 7 17 Il percorso espositivo The exhibition itinerary LA COLLEZIONE NUMISMATICA 1 LA COLLEZIONE NUMISMATICA L’esposizione comprende monete reperite prevalentemente nel territorio legnanese; vi sono inoltre esemplari donati al Comune di cui rimane incerta la provenienza. Per illustrare il patrimonio conservato in Museo sono state scelte monete antiche (greche, romane e bizantine, VII secolo a.C.-VIII secolo d.C.) e moderne (emissioni della zecca di Milano dal Medioevo alla riforma di Maria Teresa d’Austria, (VIII-XVIII secolo). Il percorso vuole essere una sorta di “Storia della moneta”; oltre a rispettare l’ordine cronologico, presenta approfondimenti tematici in relazione all’origine, alla produzione e alle diverse funzioni delle emissioni monetali. Monete greche Gli esemplari appartengono a zecche della Magna Grecia, della Sicilia e delle genti italiche dell’Italia meridionale. (IV-III secolo a.C.). Le popolazioni greche insediatesi in quest’area mantennero gli usi ed i costumi della madrepatria, ma influenzarono le comunità locali; la loro monetazione è analoga a quella della Grecia propria. Le zecche di provenienza sono Tarentum, Posidonia, Thurium, Siracusa per il mondo ellenico; Cales, Caelia, Orra per quello italico. Sono presenti anche alcune monete cartaginesi coniate nei territori punici di Sicilia e Sardegna. La monetazione argentea dell’area italica si basava sullo statere, che a sua volta si divideva in due dracme ed in un numero di nominali minori, variabili da zecca a zecca. Monetazione romana repubblicana Il denario era il nominale più importante tra le serie argentee della Repubblica (circa IV secolo a.C.-26 a.C.); dopo una fase iniziale in cui le emissioni erano anonime, sulle monete comparvero le sigle o i nomi dei magistrati monetali. Il vittoriato era una frazione che valeva tre quarti di denario. Le emissioni in bronzo della Repubblica erano articolate anch’esse in serie anonime, contrassegnate con simboli; in seguito vi saranno apposte le sigle dei magistrati. Le emissioni in rame si articolavano in asse, semisse, triente, quadrante, sestante, oncia e semioncia. Monetazione romana imperiale La monetazione d’età imperiale (27 a.C. -476 d.C.) comprendeva emissioni in oro, argento, bronzo e leghe diverse. La monetazione argentea è rappresentata ancora dal denario; l’imperatore Caracalla introdusse l’antoniniano, del valore di due denari. Vi era poi il follis, moneta coniata dopo la riforma di Diocleziano (291 d.C.): realizzato con un minimo contenuto di argento nella lega e in bronzo argentato in superficie, circolava con un valore superiore a quello intrinseco. La monetazione bronzea fu riformata da Augusto nel 19 d.C.; come nominale maggiore si coniarono prima il sesterzio, poi il dupondio, quindi l’asse e, fino all’età flavia, il quadrante, un sottomultiplo dell’asse. Sulle emissioni d’età augustea compaiono i nomi dei magistrati monetali. Con il IV d.C. la coniazione delle monete in bronzo divenne sempre meno organica e perse di significato economico. La gran parte degli esemplari esposti proviene da contesti tombali; le monete costituivano il cosiddetto “ Obolo di Caronte”, un’offerta votiva fatta al defunto e deposta nella sepoltura così da assicurarne il passaggio nell’Aldilà. 2 1. 2. 3. 4. 18 1 2 Asse in bronzo di Tiberio. 22-30 d.C. Sesterzio in oricalco di Vespasiano. 71 d.C. Asse in bronzo di Traiano. 103-111 d.C. Follis di Massimiano in mistura. 300-303 d.C. 3 4 19 Il percorso espositivo The exhibition itinerary LA COLLEZIONE NUMISMATICA The numismatic collection Monetazione bizantina La monetazione d’età bizantina è documentata da pochi esemplari che inquadrano la prima fase di produzione dell’impero romano d’oriente. Di particolare pregio è il solido aureo dell’imperatore Basilisco (476-477 d.C.) che costituisce il punto di contatto tra emissioni romane e bizantine. Monetazione medievale e moderna E’ presentata la produzione della zecca di Milano, le cui monete erano il circolante diffuso nell’area legnanese. Sono riferibili all’epoca medievale tre denari emessi dagli imperatori del Sacro Romano Impero (Federico I di Svevia ed Enrico III, 1152-1198) che avevano anche autorità d’imperio sulla Lombardia. La monetazione dei Visconti, duchi di Milano (1329-1447), comprende un discreto numero di esemplari che forniscono un vero e proprio spaccato della circolazione minuta giornaliera: emissioni in mistura (lega con basso contenuto d’argento), quali i denari ed i sestini, e piccoli nominali in argento, come i soldi. Con gli Sforza (1450-1535) si affermò una piccola moneta di mistura, a bassissimo contenuto d’argento, la trillina. I tipi delle monete dei Visconti e degli Sforza erano piuttosto semplici e privilegiavano la raffigurazione delle “imprese” dei diversi appartenenti alle due famiglie. Durante l’occupazione spagnola (15351710) aumentarono in misura notevole le emissioni di monete di mistura come il pezzo da quattro soldi e la parpagliola; fu inoltre introdotto un nuovo nominale in rame, il quattrino. La prima monetazione asburgica (17111780) continuò nella tradizione delle produzioni spagnole; dal 1776 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria operò nella zecca di Milano un’ampia riforma monetaria. 5 20 6 5. Solido aureo di Basilisco. 476-477 d.C. 6. Denario terzolo in argento di Federico I di Svevia ed Enrico III. 1152-1198 d.C. 7. Nominale pegione in argento di Bernabò e Galeazzo II Visconti. 1354-1378 d.C. 8. Grosso in argento di Galeazzo Maria Sforza. 14661476 d.C. 9. Quattrino in rame di Carlo VI di Spagna. 1726 d.C. 10. Nominale da 10 soldi in argento di Carlo III e Carlo VI di Spagna. 1727 d.C. 11. Mezzo soldo in rame, progetto per la nuova monetazione austriaca. 1777 d.C. The numismatic Collection is housed in the Torretta. The coins are displayed according to chronological order and the arrangement is enriched with information about the origin, the production and the different functions of coin emissions. The visit starts with silver and bronze coins from Magna Graecia (IV-III centuries BC) and proceeds with coins from the Roman Republican, Imperial and Late Imperial Ages. There are also Byzantine coins and the emissions made by the lords ruling the Dukedom of Milan and annexed lands, first the Visconti, and then the Sforza. Finally, there are coins of the XVII and XVIII centuries, when northern Italy was ruled by Spain and Austria. 10 7 8 9 11 21 Il percorso espositivo The exhibition itinerary Archeologia del territorio La Sala delle esposizioni a piano terra, il Salone d’Onore e la Loggetta, dalla quale si consiglia di iniziare la visita, conservano ed illustrano i materiali provenienti dal territorio, con particolare attenzione a Legnano ed ai centri limitrofi. Abbracciano un ampio arco cronologico che va dall’età del Rame (2500-2300 a.C.) alla dominazione longobarda (VII secolo d.C.). L’età del Rame (3.400 – 2.200 a.C.) Il primo e più antico segno della frequentazione umana nel territorio risale alla fine dell’età del Rame; è dato da alcuni frammenti di vaso raccolti nella zona di confine tra Legnano e Castellanza, in località detta “Paradiso”. Si tratta dei resti di una scodella campaniforme, un 1. Vaso campaniforme da Castellanza su disegno di Guido Sutermeister. III millennio a.C. 2. Urna biconica e bicchiere da Canegrate, su diario di scavo di Guido Sutermeister. XIII secolo a.C. 22 1 Archeology of the territory recipiente il cui profilo somiglia ad una campana rovesciata, decorato a piccoli motivi geometrici impressi, confrontabile con esemplari simili della Francia meridionale e della Spagna; era probabilmente un oggetto d’importazione particolarmente pregiato. I vasi campaniformi appaiono in Italia settentrionale come “elementi estranei” inseritisi nella preesistente cultura di Remedello, la cui denominazione deriva dalla località in cui tali recipienti furono rinvenuti. In Lombardia le sepolture di questo periodo sono ad inumazione, in fossa nelle zone di pianura, in grotticella nelle località prealpine. I corpi erano deposti in posizione rannicchiata o supina. I corredi erano solitamente composti da vasellame e oggetti di ornamento personale (conchiglie, pendagli in rame, manufatti in argento). La frequenza delle armi nelle tombe fa pensare a gruppi di individui piuttosto bellicosi, dediti alla caccia ed alla ricerca del metallo. L’età del Bronzo (2200 – 900 a.C.) L’età del Bronzo viene convenzionalmente suddivisa in base ai caratteri tipologici dei reperti in antica, media, recente e finale. L’occupazione umana della pianura è meglio documentata nell’età del Bronzo recente (XIII secolo a.C.) grazie al rinvenimento di un esteso sepolcreto a Canegrate che ha segnato una tappa fondamentale per la conoscenza e lo studio di tale fase della Protostoria, denominata “Cultura di Canegrate”. Questa facies si diffuse in parte della Lombardia occidentale, nella provincia di Novara e nel Canton Ticino; era probabilmente legata a popolazioni di origine centroeuropea scese in Italia attraverso i valichi svizzeri. La maggior parte dei reperti è conservata al Castello Sforzesco di Milano; nel Museo di Legnano sono pervenuti i materiali recuperati nei primi sondaggi effettuati da Sutermeister, cui si aggiungono i resti di alcune strutture abitative (muretti a secco, tracce di pavimentazione in ciottoli, buche di pali) venuti a luce negli anni ottanta nella zona di confine tra Legnano e Castellanza, in località Gabinella, a seguito di uno scavo stratigrafico effettuato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. The ground floor Exhibition Hall, the Salone d’Onore and the Loggetta, from which we suggest to begin the tour, preserve and illustrate materials coming from the territory, with particular attention to Legnano and neighbouring centres. They cover a wide chronological period of time from the Copper Age (2500-2300 BC) to the Lombard domination (VII century AD). Copper Age The first and most ancient sign of human presence in the territory dates back to the end of the Copper Age (2500 BC); it is determined by some fragments of a bell beaker collected in the borderland between Legnano and Castellanza. Bronze Age Human occupation of the plain is well documented in the recent Bronze Age (XIII century BC) thanks to the discovery in Canegrate of an extended burial ground, composed by depositions with crematory rituals with an outfit made up of ornaments, armies, tableware and by remains of housing buildings in Legnano. 2 23 Il percorso espositivo The exhibition itinerary Archeologia del territorio Archeology of the territory La prima età del Ferro (IX - V secolo a.C.) Durante la prima età del Ferro, in Lombardia Occidentale fino al corso del Serio, in Piemonte fino al Sesia, nel Canton Ticino e nella val Mesolcina, si sviluppa la Cultura di Golasecca. Il nome è dato alla comunità celtica insediata in questo territorio dal luogo dei primi rinvenimenti, effettuati nel corso dell’800. La maggior densità demografica si ha nei dintorni di Como e Bellinzona e nell’area estesa fra il Ticino allo sbocco dal lago Maggiore, le colline prealpine e la pianura altomilanese che, grazie alla posizione privilegiata, si delinea come zona di contatto tra il mondo mediterraneo e quello continentale. La facies di Golasecca ha i suoi precedenti nell’Europa centrale dove, tra il XIII e il VI secolo a.C., si diffonde la Cultura di Hallstatt che prende nome dall’omonima cittadina nei pressi di Salisburgo. Qui a partire dal 1846, fu scoperta una grande necropoli. L’esame dei reperti ha consentito la suddivisione della Cultura di Golasecca in diversi periodi (Protogolasecca – Golasecca I – Golasecca II – Golasecca III), a loro volta articolati in fasi e sottofasi. Il rito funerario caratteristico e dominante era la cremazione con deposizione delle ceneri in urne di forma biconica, spesso chiuse da una ciotola capovolta, sepolte nella nuda terra o in un pozzetto rivestito di ciottoli o di lastre di pietra. Il corredo tombale era composto da vasellame, ornamenti e strumenti per la cura del corpo (nettaunghie, nettaorecchie, pinzette depilatorie) ed utensili per il lavoro. Legnano ha restituito reperti golasecchiani in diverse zone della città; in particolare una piccola necropoli è stata ritrovata proprio presso la sede del Museo Civico. Il sepolcreto era costituito da 8 tombe a pozzetto riconducibili alle ultime fasi della Cultura (VI-V secolo a.C). L’abbondanza di rinvenimenti assegnabili al periodo Golasecca III, caratterizzato nella ceramica e nella bronzistica da influenze dell’arte etrusca e la mancanza delle fasi precedenti nel territorio legnanese, si può forse mettere in relazione con la grande espansione commerciale etrusca nell’Italia settentrionale durante il V secolo a.C. Gli Etruschi esportavano infatti in quel periodo oggetti di lusso, destinati alla aristocrazia celtica dei paesi transalpini. Questi commerci avvenivano tramite le zone degli ultimi stanziamenti golasecchiani, la cui funzione era quindi quella di mediazione. First Iron Age During the first Iron Age (IX - V century BC) the Golasecca culture develops. The cremation with deposition of ashes in biconical urns, often closed by an overturned bowl and buried in the bare earth or in a small well covered by pebbles or by slabs of stone, was the characteristic and dominant funerary ritual. The mortuary equipment was composed by tableware, ornaments, body care instruments and work tools. Golasecca culture findings have been discovered in different areas of Legnano; in particular, a small necropolis was found exactly at the Civic Museum location. Necropoli di Legnano, Via Calatafimi. V secolo a.C. 3. Corredo della tomba 215. 4. Ciotola contenente fibule ed anelli in bronzo della tomba 311. 5. Corredo della tomba 309. Fotografia e diario di scavo di Guido Sutermeister. 6. Fibule a sanguisuga in bronzo, tomba 309. 24 3 4 5 6 25 Il percorso espositivo The exhibition itinerary Archeologia del territorio 7 La seconda età del Ferro (IV – I secolo a.C.) La seconda età del Ferro può essere collocata cronologicamente verso il IV secolo a.C. quando gruppi di Celti valicarono le Alpi stanziandosi in parte dell’Italia settentrionale e centrale. Secondo lo storico romano Tito Livio i Celti furono spinti alla migrazione verso l’Italia da un incremento demografico e quindi dalla necessità di trovare nuove terre da sfruttare. La cultura celtica è denominata La Tène, nome della località svizzera dove furono rinvenuti i primi materiali ad essa attribuibili; tale cultura, venuta a contatto con quelle locali, si modificò e si fuse con esse, assumendo un aspetto tipico che ne ha consentito la suddivisione in fasi Archeology of the territory e sottofasi (La Tène A – La Tène B – La Tène C – La Tène D). L’invasione, avvenuta in ondate successive, interessò in Italia settentrionale le zone subalpine e di pianura a nord del Po. In Lombardia le aree degli stanziamenti celtici erano due: quella compresa tra i fiumi Ticino e Oglio, abitata dagli Insubri, e quella tra i fiumi Oglio e Mincio, abitata dai Cenomani. I ritrovamenti sono costituiti da piccole necropoli prevalentemente a cremazione. I corredi funebri, composti da vasellame, armi, ornamenti, strumenti da lavoro, talvolta da recipienti in bronzo, hanno fornito utili informazioni sugli usi e costumi dei Celti. Tipica della loro cultura è la fiasca-contenitore di liquidi, denominata vaso a trottola. Particolare rilievo assume, trattandosi di popolazioni guerriere, la lavorazione del metallo. Nel territorio, le più antiche testimonianze di tale fase risalgono ad un lasso di tempo compreso tra il III ed il II secolo a.C. e sono documentate da alcune deposizioni recentemente recuperate nell’area sepolcrale di Bernate Ticino insieme a tombe ascrivibili ad epoca romana imperiale e tardoromana. Due sepolture recuperate a Castellanza nel 2002, databili tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., presentano interessanti corredi composti da vasellame fittile, utensili ed oggetti d’ornamento in bronzo e in ferro; tra questi si segnala in particolare il “servizio da bagno” della tomba 2, costituito da brocca, padella in bronzo e strigile in ferro utilizzato per le abluzioni durante il banchetto. L’armamento di un guerriero di II-I secolo a.C. è illustrato dai reperti di Pontevecchio di Magenta. Con la penetrazione romana, i corredi tombali mostrano una commistione di elementi di tradizione celtica e romana, che perdurerà anche nella prima età imperiale (I secolo a.C.). Nel Legnanese la documentazione materiale è in maggior parte relativa a questa fase dell’occupazione celtica, il momento di passaggio alla romanità, attestando in tal modo come le tribù galliche stanziatesi nel territorio pacificamente si integrarono con le popolazioni autoctone prima e con i “conquistatori” romani in seguito. 7. Vaso a trottola dalla necropoli di Bernate Ticino, tomba 38. III secolo a.C. 8. Servizio per abluzioni da banchetto in bronzo da Castellanza, tomba 2. II-I secolo a.C. 9. Materiali dalla necropoli di Pontevecchio di Magenta. II-I secolo a.C. 26 8 9 Second Iron Age The second Iron Age may be dated back to around the IV century BC when Celtic groups crossed the Alps and settled partially in the northern and central part of Italy. The findings are made up of small necropoleis mainly based on cremation. The mortuary equipment are composed by tableware, armies, ornaments, work tools. The flask-container of liquids, denominated vaso a trottola (spinning top shaped vase) is typical of their culture. In this territory testimonies are dated from the III to I century BC and come from the sepulchral areas of Bernate Ticino and Castellanza. A II - I century BC warrior equipment is illustrated by the findings in Pontevecchio di Magenta. With the roman penetration, the mortuary equipment shows a mixture of elements from the Celtic and Roman tradition which will last even in the First Imperial Age (I century BC). In Legnano surroundings, the material documentation is mostly related to this phase of Celtic occupation. 27 Il percorso espositivo The exhibition itinerary Archeologia del territorio L’età imperiale (I secolo a.C. - II secolo d.C.) Il processo di ‘romanizzazione’ dell’Italia Settentrionale si completa nel corso del I secolo a.C. L’area dell’Altomilanese gravita nell’orbita di Mediolanum, attorno alla quale si delinea un territorio organizzato in villaggi di piccole e medie dimensioni, tra cui anche Legnano. I rinvenimenti di abitati sono piuttosto scarsi; le testimonianze più significative si hanno a Castellanza, in località Castegnate, e a Legnano sulla via per Canegrate, dove sono emersi i resti di abitazioni di I-II secolo d.C. Le dimore di questo periodo sono definite domus rusticanae, sorta di fattorie adibite alla residenza ed allo svolgimento di attività Archeology of the territory agricolo-pastorali ed artigianali. Numerose sono le necropoli; generalmente situate all’esterno dell’area abitata, ospitavano sepolture a cremazione. Le modalità di deposizione variano anche in base alle disponibilità economiche delle famiglie dei defunti: in nuda terra, in anfora segata, in cassa di laterizi o in pietra. I corredi funebri sono composti da vari elementi, talvolta anche pregiati; gli oggetti forniscono molteplici informazioni sull’uso che se ne faceva durante la vita quotidiana (vasellame da mensa e da cucina, utensili, ornamenti e strumenti per la cura del corpo) ma anche sulla loro funzione nel rituale funerario (lucerne, monete, resti della barella funebre. Si distinguono i reperti di una tomba d’età augustea rinvenuta a Canegrate. Erano contenuti originariamente in una cassa litica (Lapidario n° 24): accanto ad un ricco servizio fittile per la mensa, costituito da coppe, ciotole, piatti e bicchieri, rari per il territorio dell’Altomilanese sono il balsamario in bronzo e la sella plicatilis in ferro, utilizzata dai magistrati nell’esercizio delle loro funzioni. Gli altri corredi esposti documentano le numerose necropoli distribuite nel Legnanese in particolare tra il I ed il II secolo d.C., indice di un popolamento capillare su entrambe le sponde del fiume Olona. Da Legnano si segnalano le aree sepolcrali di Via Novara, via Pietro Micca e via Fogazzaro/Casina Pace. 10. Patera a vernice nera con iscrizione da San Giorgio su Legnano, tomba 2. Metà I secolo a.C. Particolare del graffito con nome di persona in caratteri preromani. Fotografia di Guido Sutermeister. 11. Cassa in pietra calcarea da Canegrate, tomba 326. Età augustea. 28 10 11 12. Disegni di Guido Sutermeister: corredo della tomba 326 di Canegrate e riproduzione grafica dei bolli e dei graffiti presenti su alcuni reperti. Particolari dei reperti iscritti e balsamario in bronzo. 12 Imperial Age 29 Il percorso espositivo The exhibition itinerary Archeologia del territorio Archeology of the territory 13 13. Necropoli di San Vittore Olona. I secolo d.C. Particolare del disco di una lucerna con rappresentazione di Ulisse in fuga dall’antro di Polifemo sotto il ventre di un ariete e bottiglia in vetro. 14. Bicchieri in pareti sottili e olpe carenata dalla necropoli di San Lorenzo di Parabiago. Età augusteo-tiberiana. 15. Ricostruzione ipotetica di una necropoli di età imperiale. 30 14 In the Imperial Age (I century BC - II century AD) the Altomilanese area (the area included between Varese and Milano provinces) gravitates in the Mediolanum’s orbit, around which a territory organized in small and medium size villages, including even Legnano, is delineated. The findings of housing buildings are rather scarce; the most significant testimonies are in Castellanza and Legnano at Per Canegrate Street, where remains of I - II century AD dwellings emerged. Dwellings of this period are defined domus rusticanae, which are a type of farms used as residence and for the development of pastoral-agricultural activities and handicraft. Several necropoleis hosted sepultures with crematory ritual. The deposition modalities vary according to the economic resources of the family of the deceased: in bare earth, in amphora which has been sawn or coffin made of bricks or stones. The mortuary equipment were composed by tableware and kitchenware, tools, ornaments, body care instruments, lamps and coins. 15 31 Il percorso espositivo The exhibition itinerary Archeologia del territorio Archeology of the territory L’età tardoromana (III - V secolo d.C.) Nel III secolo d.C. tutto l’impero romano attraversa un periodo di profonda crisi economica. Anche nei territori dell’Altomilanese si registrano segnali di impoverimento: i rinvenimenti archeologici diminuiscono drasticamente e i tesoretti di monete denunciano il clima di terrore e di instabilità del momento. Dalla fine del III secolo, quando Milano diventa una delle sedi della corte imperiale, la Lombardia occidentale vive un periodo di relativa prosperità. I segnali di questa ripresa sono In the III century AD the whole Roman Empire was experiencing a period of profound economic crisis. Even in the Altomilanese area signals of impoverishment are recorded; however, when Milan becomes one of the imperial court location, the Eastern Lombardy lives a period of new prosperity. Indeed, findings of IV century AD necropoleis are discreetly numerous in Legnano surroundings, testimony of a repopulation of the territory and of a new funerary ritual, the inhumation. The most diffused modalities of these practices are in bare earth, in wooden coffin, in cappuccina tomb and in lithic sarcophagus. The most common typology in the territory is the cappuccina tomb, composed by pantiles and roof flap-tiles ordered in such a way to form a sort of body protection roof. The equipment is made up of few objects generally functional for daily life activities. 17. Disegno della sepoltura alla cappuccina rinvenuta nel 1949 tra Castellanza e Legnano. Diario di scavo di Guido Sutermeister. 18. Necropoli di Bernate Ticino, Cascina Roma. La tomba 36 in fase di scavo e relativo corredo, armilla a testa di serpe della tomba 11. IV secolo d.C. 16. Necropoli di Legnano, Costa per San Giorgio. IV secolo d.C. Materiali di corredo e fibbie per cintura in bronzo. 32 Late Roman Age Le deposizioni rinvenute a Legnano, località Costa San Giorgio, via Fogazzaro/ Casina Pace, via XXIX Maggio, Bienate e Bernate Ticino comprendono corredi composti da pochi oggetti, nella gran parte dei casi funzionali alla vita quotidiana: vasellame d’uso domestico in ceramica comune (olle e tegami), olpi invetriate, utensili in ferro (coltelli, cesoie, raschiatoi), monili (armille in bronzo e ferro, vaghi per collane e per bracciali in pasta vitrea) ed accessori dell’abbigliamento dei defunti, in particolare fibbie per cinture in bronzo e ferro. documentati anche nel Legnanese: discretamente numerosi sono i ritrovamenti di necropoli di IV secolo d.C., testimonianza di un ripopolamento del territorio e di un nuovo rituale funerario, l’inumazione. Anche nel tardo impero le strutture tombali variano a seconda delle possibilità economiche del defunto; le modalità più diffuse sono in nuda terra, in cassa lignea, alla cappuccina, in sarcofago litico. La tipologia più comune nel territorio è quella alla cappuccina, costituita da coppi e tegole ad alette disposte in modo da formare una sorta di tetto a protezione del corpo. 16 17 18 33 Il percorso espositivo The exhibition itinerary Archeologia del territorio Archeology of the territory L’età longobarda (568-774 d.C.) I Longobardi, popolo originario dell’odierna Scandinavia, valicano le Alpi nel 568 d.C., guidati dal re Alboino, e si riversano nel Veneto e nella Pianura padana; in poco tempo occupano tutte le principali città dell’Italia settentrionale e parte dell’Italia centrale formando a sud i ducati di Spoleto e Benevento; il loro dominio sarà interrotto dai Franchi alla fine dell’VIII secolo. Durante l’epoca longobarda, l’Altomilanese era parte della Giudicaria del Seprio, un vasto territorio con funzioni commerciali e produttive, che aveva il suo centro principale in Sibrium, l’odierna Castelseprio. Le testimonianze archeologiche provenienti dal Legnanese non sono molto numerose e sono costituite esclusivamente da ritrovamenti di sepolture ad inumazione. I corredi documentati nel territorio, composti da vasellame ed armi, si riferiscono a deposizioni di defunti di sesso maschile legati alla classe guerriera. Di particolare 3 19. Vasi a fiasca da Legnano, Castellanza e Inveruno. Fine VI-VII secolo d.C. 20. Particolare della decorazione a stampiglia del vaso di Inveruno. Fine VI-VII secolo d.C. 21. Reperti longobardi da Inveruno. Fotografia di Guido Sutermeister. 22. Vasi longobardi rinvenuti nel centro di Legnano. Disegno di Guido Sutermeister. 34 19 Lombard Age pregio il vaso a fiasca decorato a stampiglia ritrovato ad Inveruno, riconducibile cronologicamente ancora alla fase iniziale dello stanziamento longobardo: i primi decenni del VII secolo d.C. A Legnano, durante lo scavo per la costruzione della platea del teatro INA, nel cortile dei Frati di Santa Maria (anni ‘50 del secolo scorso), furono recuperati due boccali a sacchetto ornati da un motivo a reticolo realizzato a stralucido. Attualmente i recipienti rappresentano l’unica testimonianza materiale dell’epoca proveniente dal territorio cittadino. 20 22 21 During the Lombard period (568-774 AD), the Altomilanese area was part of the Giudicaria del Seprio, an extended territory with commercial and productive functions whose principal centre was in Sibrium, today’s Castelseprio. Archeological testimonies coming from Legnano surroundings are not really numerous and are composed by findings of inhumation sepultures. The equipment composed of tableware and armies refer to depositions of male defuncts linked to the warrior class. 35 Approfondimenti Insights Legnano over the centuries La maggior concentrazione di reperti si ha però con la prima età imperiale. Oltre al rinvenimento di tombe isolate, si contano ben quattro nuclei di necropoli, la cui destinazione funeraria prosegue in alcuni casi fino al IV secolo d.C., situati in diverse aree della città e collocabili, secondo l’uso dell’epoca, lungo percorsi documentati da antiche fonti storiche e cartografiche. Il gran numero di sepolture recuperate è indice di un fitto popolamento che solo in anni recenti ha trovato riscontro in scavi Il territorio di Legnano si distingue archeologicamente per una discreta continuità insediativa: i recuperi, avvenuti a partire dal 1800 e proseguiti fino ad anni recenti, hanno portato alla luce testimonianze che si susseguono, pur con alcune cesure, dal XIII secolo a.C. fino al VII d.C. L’area in cui maggiormente si addensano i ritrovamenti è quella tra Castellanza e Legnano, detta del Confinante, favorita da una situazione geomorfologica e viabilistica ideale: un leggero rilievo che degrada dolcemente verso la zona pianeggiante in cui scorre il fiume Olona dove passavano, in età romana, l’arteria stradale che collegava Mediolanum col Verbano, in età longobarda, la via per Castelseprio. Il Confinante, pur essendo costantemente utilizzato per le sepolture, era un sito privilegiato anche per l’insediamento già nelle epoche più antiche: qui sono stati individuati i resti di un abitato dell’età del Bronzo, risalente al XIII secolo a.C., e di una necropoli golasecchiana di V secolo a.C. 1 36 1. Sequenza delle epoche storiche testimoniate a Legnano attraverso alcuni reperti esemplificativi. 2. Corredo della tomba 17 dalla necropoli di Legnano, Casina Pace. II secolo d.C. d’abitato. Particolarmente significativo è il ritrovamento, nell’area del Confinante, di una casa rustica il cui periodo di massima frequentazione è compreso tra la metà del IV e la metà del V secolo d.C.; una presenza umana fin dalla prima età imperiale è però suggerita da pochi frammenti ceramici di I d.C. e non si esclude una prosecuzione d’uso, giustificata dalla posizione strategica dell’edificio posto su un terrazzamento nei pressi del fiume e di un incrocio viario, anche in epoca longobarda. L’esistenza di una comunità stabile nell’Altomedioevo sembrerebbe del resto testimoniata, oltre che da notizie di rinvenimenti, dal recupero di due vasi a fiasca di VII secolo d.C. e da recenti scavi al castello di San Giorgio, intitolato peraltro ad un santo molto caro ai Longobardi. 2 Legnano territory distinguishes itself archeologically for settlement continuity: recoveries brought to light some testimonies which are dated from the XIII century to VII century AD. Findings are more concentrated in the area between Castellanza and Legnano, where traces of a XIII century BC builtup area (Bronze Age) and of a V century BC funerary area have been identified. However, the most important concentration of findings belongs to the First Imperial Age: it is possible to count four nuclei of necropoleis, in different areas of the city, whose funerary purpose continues in some cases until the IV century AD. The discovery of a rural house, inhabited mainly between the half of the IV century and the V century AD but frequented from the I century AD maybe to the Lombard Age, is significant. The likely presence of a community in the Early Middle Age would be proven by the recovery of two flaskshaped vases and by the last excavations in the castle area. 2 Insights Approfondimenti Legnano nei secoli 37 Approfondimenti Insights 38 I numerosi reperti archeologici ci permettono di capire i diversi aspetti delle popolazioni che, in più di tremila anni di storia, hanno stabilito le proprie dimore nel territorio della media valle dell’Olona. Le occupazioni dei residenti dell’età del Bronzo sono illustrate dalla scoperta di un abitato in cui si svolgevano attività di lavorazione dell’argilla, agricole e pastorali. I resti di una necropoli golasecchiana e sepolture celtiche, talvolta con ricco corredo, testimoniano la frequentazione del luogo nell’età del Ferro. Un popolamento diffuso in tutto il comprensorio dell’Olona si avrà però con l’età romana. Alcuni oggetti scelti per i corredi funebri e le modalità dell’insediamento sono indice della lenta integrazione degli indigeni nel mondo romano. I villaggi, composti da fattorie dotate di piccoli fondi ed inframmezzati da boschi, pascoli e aree coltivate, si distribuiscono infatti in modo puntiforme, mantenendo la struttura precedente. Il rinvenimento di strumenti utili alle lavorazioni del legno, delle pelli e dei tessuti e l’abbondanza di vasellame documentano attività lavorative facilitate dalla vicinanza dell’acqua e dalla reperibilità delle materie prime. In ambito agricolo la coltivazione dei cereali e dei legumi è confermata dal ritrovamento di falcetti e macine. Nonostante l’ambiente rurale, i dati archeologici attestano un buon tenore di vita favorito dal sistema viabilistico del territorio che permetteva il commercio di prodotti di importazione ad ampio raggio, come le anfore, e di materiali di pregio frutto di scambi a medio raggio, quali la ceramica fine, i contenitori in vetro, gli oggetti d’ornamento. Questo quadro economico e produttivo, che ben si accorda con la descrizione della Transpadana proposta dalle fonti antiche, non muta neppure nella tarda età imperiale quando, grazie al positivo riflesso del trasferimento della corte imperiale a Milano, il Legnanese sembra godere comunque di un certo benessere. La presenza del fiume e della rete stradale avvalorerebbero l’ipotesi di un insediamento stabile anche in età longobarda, forse giustificato proprio da una funzione di controllo delle vie di comunicazione. A territory between earth and river Several archeological findings provide documentary evidence of various aspects of communities which, in the course of history, have established their own dwellings in the territory of middle Olona valley. In the Bronze Age employments of the residents are illustrated by the discovery of a built-up area in which agriculturalpastoral activities and clay workings were performed. Remains of necropoleis testify the inhabitation of that place in the Iron Age. However, the territory will become populated in the Roman Age when villages, composed by farms provided with small lands and interspersed by woods, grazing lands and cultivated areas, will rise in the whole Olona river area. Besides agriculture, wood carving, leather and pottery working were diffused and facilitated by the proximity with water and raw materials. Despite the rural environment, standard of living is discreetly high until the Late Imperial Age, favoured without any doubt by the presence of the river and by a road network whose control was guaranteed by settlements maybe even in the Early Middle Ages. Insights Approfondimenti Un territorio tra terra e fiume 1. Ricostruzione ideale della casa tardoantica rinvenuta a Legnano nel suo paesaggio. 39 Il museo diffuso Scattered Museum Il museo diffuso Tra il 1926 e il 1956, in località Santa Colomba a Canegrate, si rinvennero numerose sepolture databili all’età del Bronzo recente (XIII secolo a.C.). Il professor Ferrante Rittatore Vonwiller dell’Università degli Studi di Milano, che condusse gli scavi archeologici in collaborazione con Guido Sutermeister, propose di chiamare la facies, fino ad allora sconosciuta, “Cultura di Canegrate”. Lo scavo, la documentazione e lo studio della necropoli furono condotti con metodi scientifici innovativi: restauro dei reperti, analisi chimica di alcuni bronzi e, per la prima volta in Italia, analisi dei resti ossei. Le quasi 200 tombe venute alla luce attestano la diffusione del rito dell’incinerazione che prevedeva la cremazione del defunto e la deposizione delle ossa combuste e delle ceneri in un’urna collocata in una semplice buca in nuda terra, raramente con qualche ciottolo di protezione. La fossa veniva spesso riempita con la terra del rogo. Peculiare è la deposizione di urne capovolte forse, come 40 1 Santa Colomba necropolis in Canegrate sembrerebbero testimoniare le armi presenti nel cinerario, riservate agli uomini. Le ceneri erano collocate accanto ad un corredo funebre che poteva comprendere vasellame ceramico, ornamenti in bronzo (armille, orecchini, pendagli, spilloni, torques) ed armi (spade, pugnali, coltelli). Gli oggetti erano talvolta indossati dal defunto apparendo quindi deformati per effetto del rogo, spesso erano invece deposti, integri o spezzati ritualmente, come offerta. Per approfondire la conoscenza di questa Cultura ampie informazioni sono disponibili presso il Polo Culturale Catarabia a Canegrate: qui i visitatori potranno compiere un percorso all’aperto, seguendo i pannelli illustrativi, che li condurrà dal luogo del rinvenimento della necropoli fino alla sezione archeologica dedicata a Ferrante Rittatore Vonwiller ricca di ricostruzioni grafiche e scenografiche, copie di reperti, pubblicazioni specialistiche e documenti d’archivio dedicati all’eccezionale scoperta. Polo Culturale Catarabia Via Manzoni 20010, Canegrate Between 1926 and 1956 several sepultures, which may be dated back to the recent Bronze Age (XIII century BC) were discovered around Santa Colomba in Canegrate. Professor Ferrante Rittatore Vonwiller of the Università degli Studi di Milano, which led the archeological excavations in collaboration with Guido Sutermeister, proposed to call the facies, unknown so far, Canegrate Culture. Almost 200 tombs were brought to light and testify the diffusion of the incineration ritual which entailed the cremation of the defunct and the deposition of bones and ashes in an urn placed in a simple hole next to equipment objects. To deepen the knowledge of this Culture lots of information is available to the Polo Culturale Catarabia in Canegrate. CONTATTI Servizi Culturali Tel. 0331/463850-51 Email: [email protected] www.culturadicanegrate.org 1. Disegno ricostruttivo della tomba 83 della necropoli di Santa Colomba. Polo Culturale Catarabia. 2. Il percorso esterno. Polo Culturale Catarabia. Tra il 1926 e il 1956, in località Santa 2 Scattered Museum la necropoli di Santa Colomba a Canegrate 41 Il museo diffuso Scattered Museum Tra le località anticamente ubicate lungo il medio corso del fiume Olona si distingue nettamente quella di Parabiago; il sito ha infatti restituito reperti di elevata qualità e raffinatezza e documenti epigrafici significativi. I ritrovamenti, che si sono susseguiti tra il 1928 e il 1993, hanno portato alla luce tombe isolate ed un’ampia porzione di necropoli che attestano una lunga fre- Il museo diffuso 42 Discoveries in Parabiago quentazione del luogo dalla metà del I sec. a.C. al V d.C. Ad oggi non è noto il punto in cui sorgeva l’abitato, forse collocato su uno dei terrazzamenti che costeggiano il fiume in prossimità della città moderna, al riparo dalle esondazioni. La testimonianza più nota è sicuramente la preziosa patera argentea, la cui copia è visibile in museo. La patera di Parabiago, variamente datata dagli specialisti tra il II e il IV secolo d.C., è un grande piatto lavorato a sbalzo rinvenuto nel 1907, utilizzato come copertura di una tomba in anfora segata, nel giardino di Villa Gajo. Recuperata nel 1930 da Sutermeister in casa del proprietario, dopo la consegna ai funzionari della Soprintendenza entrò a far parte delle Raccolte Archeologiche di Milano ed è attualmente esposta nel Civico Museo Archeologico. La sintassi decorativa della patera rac- 1 1 2 1. La patera argentea di Parabiago. 2. Villa Gajo in una cartolina del 1911 circa. 3. Oggetti per la cura del corpo da San Lorenzo di Parabiago. I-II secolo d.C. 4. Corredo della tomba 28 dalla necropoli di San Lorenzo di Parabiago. I secolo d.C. conta il matrimonio mistico tra Cibele ed Attis, divinità che hanno origine nel Vicino Oriente Antico. La dea è raffigurata nella parte centrale, seduta accanto ad Attis, su una quadriga trainata da leoni e scortata dai coribanti che danzano armati di scudo e pugnali. Intorno le divinità del cielo, della terra e del mare partecipano al loro trionfo: si riconoscono, in alto, i carri del sole e della luna, a destra Atlante che regge l’ellisse dello zodiaco in cui è Aion, il tempo eterno, in basso le quattro stagioni, la Terra e gli dei delle acque fluviali e marine. Il reperto testimonia la diffusione nel territorio di un culto orientale non attestato altrove nell’Altomilanese. Among the ancient locations along the medium flow of Olona river it is possible to distinguish clearly the Parabiago’s one; the site has indeed returned high quality and refinement findings, significant epigraphic documents and the precious silver patera, certainly the most popular testimony of the territory, whose copy is visible in the museum. The Parabiago’s patera, dated by the experts between the II and IV century AD, is a great embossed plate discovered in 1907, used to cover a tomb in amphora which has been sawn, in the Villa Gajo garden. Retrieved in 1930 by Sutermeister in the owner’s house, it came to be a part of the Milan’s Archeological Collection and is presently exhibited in the Archeological Civic Museum. The mystic marriage of Cybele and Attis, gods originated in the Ancient Near East, in the presence of gods of sky, earth and sea is illustrated. Civico Museo Archeologico Corso Magenta,15 20123 Milano CONTATTI Tel.: 02/88445208, 02/88445200 Email: c.museoarcheologico@comune. milano.it www.comune.milano.it/museoarcheologico www.poliarcheo.it 3 4 Scattered Museum Scoperte a parabiago 43 Il museo diffuso Scattered Museum Antichi documenti riportano che a Legnano, dove oggi sorge il castello, nel XIII secolo d.C. si trovavano una chiesetta dedicata a San Giorgio ed un convento di frati agostiniani. Questi ultimi nel 1261 cedettero in permuta la chiesa, gli edifici del convento e i terreni circostanti ai Della Torre, la famiglia più potente di Milano, che nel 1273 ebbero modo di ospitare in un fortilizio a Legnano i sovrani d’Inghilterra. Nel XIII secolo il castello era formato da una torre a base quadrata alla quale i San Giorgio castle in Legnano recuperato e restaurato. Le modifiche operate nel corso dei secoli sono molteplici; recenti scavi archeologici hanno verificato la presenza di un luogo di culto già nel IX-X secolo e hanno confermato l’esistenza del convento dei frati agostiniani già all’inizio del XIII secolo. Sono stati portati alla luce resti di necropoli che attestano un uso funerario della zona a partire dal VII fino al XV secolo. È stata inoltre ritrovata la struttura di un forno utilizzato per riscaldare le stanze attraverso l’aria calda convogliata in appositi condotti. Attualmente il castello è sede di un’esposi- Torriani aggiunsero successivamente due costruzioni a due piani. Questa parte della struttura, pur rimaneggiata, è tuttora riconoscibile negli edifici situati sulla destra del torrione principale. A seguito della sconfitta dei Della Torre ad opera dei Visconti, nel 1277, il castello passò nelle mani di Ottone, nuovo vescovo di Milano. I Visconti ne mantennero la proprietà fino alla metà del XV secolo, quando Filippo Maria lo donò ad Oldrado II Lampugnani con permesso di ampliarlo e fortificarlo: si deve al Lampugnani la costruzione delle opere di difesa - il torrione d’ingresso con il ponte levatoio, la merlatura ghibellina, le torri circolari, il fossato allagabile - e di una parte dell’ala destra. Nel XVIII secolo alterne vicende videro l’edificio dapprima patrimonio dell’Ospedale Maggiore di Milano, poi del marchese Carlo Cristoforo Cornaggia. In seguito, non più utilizzato come residenza signorile, fu trasformato in un’azienda agricola e solo nel 1973, divenuto di proprietà del Comune di Legnano, iniziò ad essere zione permanente: al suo interno si possono vedere il Trittico della Battaglia di Legnano di Gaetano Previati e le sculture di Ugo Riva; una sala ospita i mantelli, gli abiti e gli accessori riprodotti per la sfilata storica del Palio. In 1261, where nowadays the castle rises, there was a convent dedicated to San Giorgio given up by Augustinian friars to the Della Torre. This family probably started the construction of a fortalice where in 1273 hosted the sovereigns of England. After 1277 the building was given to the Visconti who kept the ownership until the half of XV century, when Filippo Maria gave it to the Lampugnani. After several changes of property in the XVIII century, it was subsequently transformed into an agricultural firm and only in 1973, after having become property of the Legnano Municipality, recoveries and restorations started. Recent archeological excavations led to interesting discoveries on the most ancient phases of the occupation of that place, dated back to the Early Middle Ages. Currently, the castle is the location of a permanent exhibition which displays the Triptych of the Legnano Battle by Gaetano Previati, Ugo Riva’s sculptures, cloaks, garments and accessories reproduced for the Palio. Castello di San Giorgio Via Cuzzi, 25 20025, Legnano CONTATTI Servizio Cultura Tel: 0331/545726-456487 Fax: 0331/456488 Email: [email protected]; sale.cultura@ legnano.org www.legnano.cultura.org 1. Il castello di San Giorgio oggi e in un acquerello del 1820 circa, conservato presso il Museo Sutermeister. 2. Trittico della Battaglia di Gaetano Previati, La Preghiera. 1915-1918. 44 1 2 Scattered Museum Il museo diffuso Il Castello di San Giorgio a legnano 45 Il museo diffuso Scattered Museum 46 La Torre Colombera deve il suo nome alla forma alta e stretta e alla destinazione che in passato contraddistingueva le strutture di questo tipo, spesso adibite all’allevamento dei colombi. Fu scoperta nel 1934 quando Guido Sutermeister notò che le sue pareti erano quasi completamente ricoperte da affreschi. Al piano terra la fascia al di sotto del soffitto era decorata con volute e figure di ippogrifi che reggevano stemmi appartenenti a nobili casati. Grazie all’identificazione e alla collocazione di questi emblemi, Colombera tower in Legnano nonché al rinvenimento di un sopracamino graffito con uno scudo gentilizio oggi visibile sopra l’ingresso, lo studioso poté attribuire la proprietà dell’abitazione alla famiglia Lampugnani che, nella seconda metà del XV secolo, la usò forse come casa di campagna e di caccia. Al piano superiore le pareti dei due vani erano affrescate con scene raffiguranti atti eroici di epoca romana, il cui significato iconografico, ad oggi, non è stato interpretato con certezza. L’edificio e i dipinti sono stati restaurati tra il 1972 e il 1990. Lo strappo degli affreschi si limitò a quelli del secondo piano, dove sono tuttora collocati, perché i decori del piano terra, così come le pitture esterne, erano ormai perduti. Qui è conservato anche il frammento con motivo a rombi formati da ghirlande e melograni che racchiudono al centro il sole radiante, giunto a noi dalla dimora quattrocentesca dei Lampugnani, i cui resti sono stati riutilizzati nella costruzione del Museo Civico. Al piano terra sono ospitati dipinti provenienti da case nobili ed edifici religiosi della Legnano rinascimentale demoliti nel corso del Novecento. 1. La torre Colombera. 2. Affresco con episodio di storia romana proveniente dalla Colombera. XVI secolo d.C. 3. Affresco con scena di caccia proveniente da casa Vismara. XV secolo d.C. 4. Affresco dalla Sala delle corone di casa Vismara. XV secolo d.C. 1 2 3 Di casa Vismara restano solo alcuni frammenti. La “sala da ballo” era decorata da figure di musicanti e danzatori e da un ritratto della famiglia con i santi protettori. Nelle due sale dette “delle corone da marchese”, tra ghirlande di rami verdi, spiccavano corone e mattoni con la data di fondazione della casata, il 1043. Nella cornice gli stemmi di famiglia si alternavano a tondi con ritratti a mezzobusto. Ad un quarto ambiente apparteneva l’affresco allegorico raffigurante una scena di caccia. L’immagine degli Evangelisti, in origine affiancata dalla Vergine con Bambino e da S.Cristoforo, decorava invece l’arco di ingresso di casa Corio, edificio che si conserva tuttora parzialmente lungo la strada del Sempione. Da cenobi dell’ordine degli Umiliati provengono un affresco con le nozze mistiche di S.Caterina, collocato nel convento intitolato alla santa alessandrina, e la Deposizione che adornava la chiesa di S. Maria del Priorato. La chiesa di S.Maria Annunciata ha restituito il dipinto dell’Annunciazione con S.Sebastiano. Torre Colombera Via Gigante 20025, Legnano Apertura su richiesta The Colombera, the country and hunting house of the Lampugnani family in the fifteenth century, is a small three-storey building. The ground floor is composed of a single room whose decoration was limited to a band of coats of arms below the ceiling. At present, frescos detached from contemporary noble mansions and religious buildings demolished during the last century are displayed here. A series of frescos from Colombera, detached in 1970s, is, instead, displayed on the second floor. These frescos represent episodes taken from roman history whose interpretation is still uncertain. CONTATTI Servizio Cultura Tel: 0331/545726-456487 Fax: 0331/456488 Email: [email protected]; www.legnano.cultura.org 4 Scattered Museum Il museo diffuso La Torre Colombera a legnano 47