8,80 mb - Comune di Legnano

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Museo Civico
Guido Sutermeister
Legnano
Guida alle Collezioni
a cura di Anna Maria Volonté e Patrizia Cattaneo
In ricordo di Guido Sutermeister
Indice
Museo Civico
Guido Sutermeister
Presentazioni
4
6
Guido Sutermeister e il Museo
di Legnano
Legnano
Guida alle Collezioni
a cura di Anna Maria Volonté e
Patrizia Cattaneo
Città di Legnano
Sindaco
Alberto Centinaio
Assessore alla Cultura
Francesca Raimondi
Dirigente del Settore 7 – Servizio
Cultura
Stefano Mortarino
Museo Civico G. Sutermeister
Direttore
Teresa D’Antona
Conservatore
Anna Maria Volonté
Soprintendenza per i Beni
Archeologici della Lombardia
Soprintendente
Filippo Maria Gambari
2
Il percorso espositivo
Testi
Anna Maria Volonté
Patrizia Cattaneo
Disegni ricostruttivi
Pierluigi Dander
Illustrazioni e rielaborazioni grafiche
Donatella Guglielmetti
Claudio Albé, Patrizia Cattaneo, Marilena
Rimoldi
Traduzioni
Alessandra Pozzi, Gianmarco Rimoldi
Fotografie
Archivio Fotografico Soprintendenza
per i Beni Archeologici della Lombardia
Archivio Fotografico Museo Civico
G. Sutermeister, Legnano
Comune di Canegrate
Angela Guglielmetti, Franco Pozzi,
Giulia Tremolada
Documenti d’Archivio
Biblioteca Società Arte e Storia, Legnano
Collezione Dario Rondanini
Progetto e impaginazione
Donatella Guglielmetti, Oltre s.n.c.
Ringraziamenti
Si ringraziano per la gentile
collaborazione:
Mariangela Castiglioni, Eugenia De
Giovannini, Angela Guglielmetti, Lucia
Mordeglia, Dario Rondanini, Giuseppe
Rovera, Marco Turri, Sara Zannardi
Stampa
Tipografia Menini
Spilimbergo (PN)
Approfondimenti
Il museo diffuso
Il portico-lapidario 8 12
La collezione Sala
18
La collezione numismatica
18
Monete greche
19
Monetazione romana repubblicana
19
Monetazione romana imperiale
20
Monetazione bizantina
20
Monetazione medievale e moderna
22
Archeologia del territorio
22
L’età del Rame
23
L’età del Bronzo
24
La prima età del Ferro
26
La seconda età del Ferro
28
L’età imperiale
32
L’età tardoromana
34
L’età longobarda
36
Legnano nei secoli
38
Un territorio tra terra e fiume
La necropoli di Santa Colomba
a Canegrate
40
Scoperte a Parabiago 42
Il Castello di San Giorgio a Legnano 44
La Torre Colombera a Legnano
46
3
Presentazioni
4
Presentazioni
Esemplare, vogliamo sottolinearlo, e pro-
uno strumento, curato nella sua veste
Il comprensorio in cui si inserisce l’attuale Comune
dell’edificio per proiettare in una complessa realtà
E’ normale consuetudine che il visitatore di
Secondo questa visione culturale nella pre-
ficua nei fatti la sinergia tra Enti Statali ed
editoriale e nelle informazioni scientifiche
di Legnano rappresenta un ambito territoriale
ambientale, geografica, sociale, economica i dati
un Museo richieda materiale informativo a
sente pubblicazione sono state introdotte
Istituzioni Locali che, con l’impegno degli
contenute, che sostanzia una progettualità
particolarmente ricco di interrogativi e ancora -
espressi dall’evidenza archeologica, declinati nel
supporto del percorso che illustra le collezioni
sezioni dedicate al “Museo diffuso” che illu-
studiosi, ha fatto sì che un ragguardevole
culturale volta alla conoscenza, alla compren-
nonostante tanti ritrovamenti - non del tutto inter-
loro divenire storico. Le stesse collezioni di origine
ivi conservate per fruirne proficuamente.
strano i luoghi di rinvenimento di significative
panorama della vita passata della nostra zona
sione e alla messa in relazione dei beni e dei
pretato nell’attuale livello delle nostre conoscenze.
eterogenea in questa situazione si collocano come
Meglio allora se tale materiale si può portare
testimonianze archeologiche, quali l’impor-
possa raggiungere con le sue preziose infor-
luoghi più significativi e carichi di storia del
Se fin dall’età del Bronzo Recente la ricca necro-
utili e fondamentali spunti di confronto. Da tutto
a casa, come effettiva acquisizione; è questo,
tante necropoli protostorica di Canegrate e la
mazioni e testimonianze quanti si interessano
territorio.
poli di Canegrate mostra una densità demografica
questo l’importanza di sussidi che guidino il visita-
a mio avviso, il motivo fondamentale che
nota, preziosa patera argentea di Parabiago,
alla storia antica e all’antico della propria
Di questo risultato possiamo dirci tutti
insospettabile e fuori dall’ordinario, la posizione
tore a leggere i reperti come documenti, in modo
induce alla preparazione della guida di un
oltre a due interessanti edifici legnanesi,
storia personale e di comunità.
insieme orgogliosi: ci motiva sempre più a
di Legnano in corrispondenza dell’incrocio delle
semplice ed accattivante.
Museo: far in modo che i visitatori “portino a
il Castello di San Giorgio e la casa/torre
Il Museo Civico Guido Sutermeister è il frutto
lavorare per promuovere e tutelare il nostro
direttrici tra Milano ed il Lago Maggiore e tra Como
La sempre intensa collaborazione e sinergia tra la
casa” un agevole strumento esplicativo, sicu-
Colombera; di questi è delineata in sintesi la
di un lavoro che iniziò da lontano, con la
patrimonio artistico e culturale; ce lo dice
e Vercelli risulta strategica fin dall’età del Ferro e
Soprintendenza ed il Comune di Legnano rappre-
ramente utile nell’immediato, ma soprattutto
storia da leggere e scoprire sul nostro territo-
passione e la tenacia dell’Ing. Sutermeister,
l’articolo 9 della Costituzione e ce lo sug-
condiziona il ruolo del territorio, attraverso l’età
senta una garanzia non solo dell’ottimizzazione
utilizzabile anche a distanza di tempo per
rio in una relazione costante e significativa tra
di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo
gerisce la sensibilità di noi tutti, cittadini e
romana, fino ancora al determinarsi della batta-
delle risorse anche in periodi di oggettiva difficoltà
ripensare, approfondire le tematiche trattate
il luogo della conservazione e quello dei nuclei
anniversario della scomparsa, e che prosegue
Istituzioni, in un percorso solidale e, ci augu-
glia tra il Barbarossa e la Lega Lombarda. Dalla
di reperimento ma soprattutto della concreta tra-
ed eventualmente trovare spunti per nuovi
di vita in epoche e momenti diversi, ma tutti
con la dedizione e la professionalità di coloro
riamo, condiviso.
complessa articolazione dei ritrovamenti in questo
duzione in risposte rapide e ben calate nella realtà
quesiti o curiosità da appagare, nonché per
espressione del nostro passato.
che lo rendono oggi luogo vivo di presenze
eccezionale contesto deriva coerentemente la stra-
territoriale dei risultati delle ricerche e degli studi:
ulteriori visite mirate a qualche luogo del
Dunque un vero e proprio itinerario, che si
e cultura, aperto a tutti i cittadini, solido
ordinaria ricchezza, importanza e varietà di questo
a tutti, ed in particolare alla squadra diretta con
territorio.
potrà compiere alla scoperta delle nostre
punto di riferimento per la conservazione e la
piccolo grande museo.
tanta competenza, professionalità ed entusiasmo
La nuova guida del Museo Civico Guido
radici.
valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
E’ quindi con particolare soddisfazione che si vede
dalla bravissima Anna Maria Volonté, va il ringra-
Sutermeister di Legnano vuole essere quindi
Tale è infatti la “missione” del Museo Civico di
proporre questa agile sintesi dello stato delle
ziamento dell’Ufficio e mio personale per l’ottimo
un agile libretto, di semplice consultazione
Legnano, istituzione votata allo studio e alla
conoscenze ed utile guida per i visitatori di un
livello d’intesa raggiunto, che si confida di mante-
ma nel contempo ricco di contenuti scientifici,
salvaguardia dei beni archeologici, storici e
museo che è davvero uno scrigno: i musei archeo-
nere e consolidare ulteriormente.
da usarsi come strumento di lavoro per chi
artistici della realtà locale e quindi alla cono-
Alberto Centinaio
logici, soprattutto se rivolti ad una specifica realtà
scenza e allo sviluppo della sua identità.
Sindaco di Legnano
territoriale, non possono limitarsi ad essere musei
antica del nostro territorio ma anche “percor-
Anna Maria Volonté
E’ pertanto motivo di grande soddisfazione
Francesca Raimondi
di oggetti, per quanto significativi, ma devono
Filippo M. Gambari
rerla”, rendendo così personale un patrimonio
Conservatore del Museo Civico
per l’Amministrazione Comunale presentare
Assessore alla Cultura di Legnano
guidare l’utenza a sfondare idealmente le pareti
Soprintendente per i Beni Archeologici
che è ricchezza comune.
G. Sutermeister di Legnano
desidera non solo conoscere la storia più
5
Guido Sutermeister e il Museo di Legnano
Le raccolte archeologiche del Museo Civico di Legnano sono in gran parte il risultato
dell’assidua ricerca condotta dall’ingegner Guido Sutermeister tra il 1925 ed il 1964.
Guido Sutermeister, cui il Museo è intitolato, nato ad Intra nel 1884, maturò la sua passione
per l’archeologia, la storia e l’arte fin da quando, ventenne, ebbe occasione di recarsi in
Egitto ed in Medio Oriente per lavoro.
Il rinnovamento edilizio della città di Legnano e dei paesi limitrofi agli inizi del Novecento
diede spunto all’appassionato ricercatore, intorno al quale si riunì ben presto un gruppo di
sostenitori che diede vita alla “Società di Studi Patri Arte e Storia”, di raccogliere e documentare le testimonianze antiche che in quegli anni affioravano sempre più numerose dal
terreno.
L’opera di Sutermeister non si limitò al recupero ed alla tutela del materiale archeologico,
ma riguardò anche la conservazione delle memorie storiche ed artistiche del territorio.
Grazie alla sua tenacia nel 1928 venne eretto, nell’area dell’antico convento quattrocentesco
di Sant’Angelo, l’edificio che ancora oggi custodisce le collezioni museali.
La costruzione riprende la pianta della dimora quattrocentesca della nobile famiglia milanese
Guido Sutermeister and the Civic Museum of Legnano
dei Lampugnani, che la utilizzarono con ogni
probabilità per lo svago ed il divertimento.
Tale dimora, che originariamente era
situata oltre il fiume Olona, lungo l’attuale
corso Sempione, nei primi decenni del
Novecento fu abbattuta per far posto alla
mensa aziendale del Cotonificio Cantoni.
Sutermeister recuperò e poté reimpiegare
i soffitti a cassettone, le colonne del portico e quant’altro fu possibile nel nuovo
edificio, ripropose poi la decorazione
affrescata degli ambienti, interni ed
esterni, i cui originali sono attualmente
conservati nella sede distaccata del Museo
denominata “Torre Colombera”.
L’atto costitutivo del Museo Civico data
al 1929; da allora le raccolte archeologiche si sono ampliate con successive
acquisizioni, grazie a donazioni private
ma soprattutto ad opera dei recuperi
e degli scavi sistematici condotti in
città e nel territorio circostante dalla
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia.
Nel 2004 la Regione Lombardia ha
conferito il riconoscimento ufficiale
dello status di “Museo” alle Civiche
Collezioni, inserendo il Museo Civico
Guido Sutermeister di Legnano nel
novero delle sedi museali certificate.
The Collections of the Civic Museum of Legnano are the result of careful researches carried out by
Guido Sutermeister from 1925 to 1964 in the town and neighbouring areas. Guido Sutermeister, to
whom the Museum is entitled, has developed his passion for Archaeology, history and art since he
had the opportunity to go to Egypt and Middle-East for business purposes.
Thanks to this enthusiast scholar and to the number of finds made, it was possible, in 1928, to
build a structure that reproduced the plan of the XV century residence of the Lampugnani Family
for the nascent Museum.
The Museum mainly conserves Archaeological material; most of these objects come from finds
made during excavation works for the demolition or construction of buildings undertaken in the
town during the early years of the XX century, a period of extraordinary prosperity for our area
thanks to the robust development of the mechanical and textile industries.
The Museum Collections have been constantly enriched over the years with a wide range of items,
both from excavations by the Soprintendenza per I Beni Archeologici of Lombardia and from
various donations.
In 2004, the Civic Museum was officially awarded “Museum status” by the Regione Lombardia,
thus joining the category of certified museum.
1. Guido Sutermeister durante il suo lavoro come
ingegnere all’industria meccanica Franco Tosi di
Legnano.
2. La casa dei Lampugnani su corso Sempione prima
della demolizione. Fotografia di Guido Sutermeister.
3. Il Museo Civico da poco edificato. Fotografia di
Guido Sutermeister.
6
1
2
3
7
Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
Il PORTICO LAPIDARIO
Il PORTICO LAPIDARIO
1
8
Nel portico a cinque arcate, sostenute da
colonne in serizzo e con soffitto a cassettoni, originali recuperati dalla demolita
dimora quattrocentesca della famiglia
Lampugnani, è conservata la collezione
lapidea del Museo.
Una stele funeraria, alcune are, ossuari,
macine, parte di un’ancora in piombo,
una sepoltura in cassa litica, risultano
ascrivibili ad età romana imperiale, alcuni
sarcofagi sono riconducibili al tardo
impero.
Alla parete sono allineati frontali di camini del XIV/XVI secolo, provenienti da edifici di Legnano e dintorni, decorati con gli
stemmi araldici delle famiglie di appartenenza ed alcune iscrizioni rinascimentali.
Accanto ai reperti di varia provenienza
(ossuari a fungo o a capanna da Aquileia,
ancora, macine), risultano significative
per la storia locale le iscrizioni presenti
su are e sarcofagi riferibili alla città ed ai
dintorni.
Due are erano dedicate a Vulcano e
Diana, divinità che ben si inseriscono in
quello che doveva essere l’ambiente in
antico: una terra ricca di boschi, sfruttabili anche per la caccia.
Degna di nota per la conoscenza del
quadro storico, politico ed economico del
territorio è l’iscrizione presente su una
stele centinata proveniente dal cimitero
di Parabiago: riporta alla sepoltura della
gens Atilia, ben nota e diffusa in Italia
settentrionale nell’ambito del I secolo
d.C.
Fu posta dal figlio Marco Atilio Primulo
per sé, per i genitori, Marco Atilio Primo
ed Ofillena Marcellina, e per le sorelle
Seconda e Terza. La parte superiore dello
specchio epigrafico risulta lacunosa per
l’inserimento di una cassetta metallica
destinata alla raccolta delle elemosine.
Dei sarcofagi, uno reca, nella semplice tabula ansata, il ricordo di Valerio
Secondo Petronio, un altro, databile tra
IV e V secolo d.C., presenta un interessante e commovente testo epigrafico:
il compianto dei genitori Basiliano e
Sudenzia per la morte prematura della
figlioletta Basiliana, scomparsa all’età di
cinque anni, due mesi e ventitré giorni.
Stele funeraria della gens Atilia da Parabiago
I secolo d.C.
[V(ivus) f(ecit)?]
M(arcus) [Atil]i
[us Pri]m
ulus sibi et
M(arco) Atilio
Primo patri
et Offillen
ae Marcelli
[na]e matri et
Atilia Secund
ae Tertiae
sororibus
Sarcofago di Basiliana da Parabiago
IV-V secolo d.C.
Dulcissimae filiae Basilianeis quae
vixit annos V me(n)ses II dies XXIII in ++ e + ta
Basili’a’nus et Sudentia parentes
contra votum feceru{nu}nt
dep(ositae) IIII (ante) idus Apriles
“ Alla dolcissima figlia Basiliana che / visse fino all’età di 5 anni,
2 mesi e 23 giorni / i genitori Basiliano e Sudenzia / dedicarono
contrariamente alla propria speranza / Deposta il 10 Aprile”.
“ [Fece da vivo?] / Marco Atilio
Primulo / per sé e per / il padre
Marco Atilio / Primo / e per la
madre / Ofillena / Marcellina e
/ per le sorelle / Atilia Seconda
e Terza”.
9
Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
The portico-lapidarium
Il PORTICO LAPIDARIO
1-8. Frontali di camino del XV e XVI
secolo.
9. Dedicazione del Convento dei Frati
Minori a Santa Maria degli Angeli, 1468.
10. Lastra tombale della famiglia Quadrio
dedicata dal padre Andrea ai figli Ermete
e Alfonso,1555, da Milano.
11. Cornice superiore di lastra funeraria
dedicata a Luigi Visconti, figlio di
Galeazzo, XV secolo.
12. Acquasantiera romanica, provenienza
locale indeterminata.
13. Lastra tombale di Francesco Fossati,
1595, da Arconate.
14-16. Chiavi di volta di tre archi, dalla
chiesa romanica di S. Martino, a nord di
Fagnano Olona.
17. Stele funeraria della famiglia degli
Atilii, I secolo d.C., reimpiegata come
supporto per cassetta da offerte nel cimitero di Parabiago.
18. Ara con iscrizione e dedica illeggibili,
da Parabiago.
19. Ara dedicata a Vulcano, I secolo d.C.,
da Legnano.
20. Ara dedicata a Giove da Lucio
10
Cornelio Aurelio Valeriano, I secolo d.C.,
da Legnano.
21. Ara con iscrizione e dedica illeggibili,
da Sant’Antonino Ticino.
22. Ara dedicata a Diana, I secolo d.C.,
da Gorla Minore.
23. Cippo funerario dedicato a un
Octavius, I secolo d.C., da Legnano.
24. Cassa utilizzata come sepoltura a incinerazione, età augustea, da Canegrate.
25. Urna cineraria a cista, I secolo d.C.,
da Aquileia.
26. Urna a cassetta con coperchio, età
ellenistica, da Taranto.
27. Urna cineraria a cista, I secolo d.C.,
da Aquileia.
28. Elemento di ancora in piombo, età
romana, provenienza ignota.
29. Sarcofago dedicato a Valerio Secondo
Petronio, I secolo d.C., da Dairago.
30. Macina per cereali, età romana, da Milano.
31. Macina per cereali, età romana, da
Ischia di Castro.
32. Sarcofago dedicato dai genitori
Basiliano e Sudenzia alla figlia Basiliana,
IV-V secolo d.C., da Parabiago.
33. Urna a cassetta, età ellenistica, da
Taranto.
34. Sarcofago anepigrafe,
III-V secolo d.C., da Villa Cortese.
35. Urna a cassetta, età ellenistica, da
Taranto.
36. Sarcofago con coperchio, età ellenistica, da Taranto.
37. Chiave di volta, XIV-XV secolo, da
Legnano.
38. Sarcofago, III-V secolo d.C., da
Magenta.
39. Capitello, XV secolo, da Legnano.
In the five-arched Portico, supported by
columns made of serizzo and with a coffered
ceiling, the epigraphic Collection, hailing
from the Lampugnani’s demolished fifteenth
century mansion, is preserved: a funerary
stele, some altars, urns, grinders, parts of
an anchor made of lead, a sepulture in stone
coffin and some late Roman sarcophagi.
On the wall XIV-XVI century fronts of
fireplaces are aligned, hailing from buildings
of Legnano and surroundings, with heraldic
coats of arms of families of Legnano and
some inscriptions of the Renaissance. The
fronts were recovered by Guido Sutermeister
1. Il camino Lampugnani in una composizione di fotografia e disegno di Guido Sutermeister.
1
or donated to him by the owners.
Besides artifacts from various sources
(mushroom shaped urn from Aquileia,
anchor, grinder), the inscriptions on altars
and sarcophagi, all related to the city
and surrounding area, take on significant
importance for the local history.
Two altars show sacred dedications to Vulcan
and Diana: these two gods are well integrated
into what was the environment in the Roman
Age, a land rich in forests and hunting.
A unique example for the Altomilanese
consists of a stele from the Parabiago
cemetery, whose inscription refers to the
tomb of the gens Atilia, well-known and
widespread in the I century AD in northern
Italy. Today it shows an obvious gap at
the top of the epigraphic mirror, due to the
insertion of a metal box for collecting alms.
One of the sarcophagi contains, in the
simple tabula ansata, the Valerio Secondo
Petronio memory; another has an interesting
epigraphic text: the mourning of the parents
Basiliano and Sudenzia for the premature
death of their daughter Basiliana.
11
Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
la collezione Sala
Sala della loggetta
Salone
d’onore
12
Emilio Sala, fine conoscitore delle arti
ed appassionato cultore di archeologia,
raccolse nella sua casa di Castellanza
– proseguendo una felice consuetudine
familiare – numerosi oggetti e reperti
provenienti in gran parte dalla Magna
Grecia come anche dall’Etruria e dall’Italia settentrionale.
La collezione è stata acquistata, dopo
la scomparsa del proprietario, dalla
Fondazione Famiglia Legnanese; il sodalizio, sempre attento ai valori delle tradizioni locali, nel 1998 l’ha messa a disposizione del Museo cittadino.
L’esposizione mira a ricostruire, con estro
creativo, la collocazione di materiale
archeologico in una casa privata; è stato
dunque creato un interno arredato con
mobili d’epoca e reperti archeologici,
quale il collezionista avrebbe potuto allestire nella propria abitazione.
Il pensiero va alle Wunderkammern,
o “Stanze delle meraviglie”, amate nel
Rinascimento dai principi dell’Europa
centrale.
Le decorazioni della sala riprendono
la collezione Sala
un vaso figurato o un tegame da cucina.
Tra i reperti bronzei si distingue per
le sue dimensioni ma soprattutto per
l’elegante fattura, una fibula ad arco
ingrossato con larga terminazione a
disco, impreziosita da motivi decorativi
incisi, che serviva come spilla per la
chiusura di abiti e mantelli. Fu prodotta
nel IX secolo a.C. probabilmente in
ambito laziale.
Sempre tra gli oggetti in bronzo, con
funzione d’ornamento, è esposto un
pettorale costituito da due lunghi fili di
anellini a doppia maglia da cui scendono altre catenelle terminanti con
quelle originali della dimora quattrocentesca dei Lampugnani e contribuiscono
così ad evocare il senso di stupore prezioso che animava il collezionismo erudito.
Il complesso è costituto da 57 oggetti
d’esecuzione accurata e pregevole
tecnica decorativa, provenienti da aree
diverse, raccolti con gusto antiquario, il
cui ambito cronologico va dal IX secolo
a.C. al III secolo d.C.
Ciascun pezzo, preso a sé, è degno di
nota; in questa sede se ne segnalano
alcuni tra i più significativi, pur ricordando che ogni manufatto lo è essenziamente in quanto documento storico, sia esso
gruppi di anellini pendenti. Il pettorale
era appuntato agli abiti con fibule che
lo fissavano alle due estremità; è
databile ai secoli VII-VI a.C. e sarebbe
da attribuirsi ad artigiani attivi in Italia
settentrionale.
Il gruppo numericamente più consistente della collezione è costituito dalle
ceramiche, che comprendono prevalentemente vasellame di qualità e pregio,
con forme quali coppe e brocche, utilizzate per i diversi momenti del banchetto e destinate a comparire sulle mense
dell’aristocrazia di ambiente etrusco ed
italico dal VII al III secolo a.C.
2
1. Vaso biansato con coperchio (kantharos) e coppetta a
vasca profonda con decorazione sovraddipinta (skyphos)
di tradizione apula. IV secolo a.C.
2. Coppetta apula a vasca profonda (skyphos), stile di
Gnathia, con motivi floreali, fontana e uccellino. IV-III
secolo a.C.
3. Fibula in bronzo con larga terminazione a disco decorata ad incisioni di probabile area laziale. IX secolo a.C.
1
3
13
Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
la collezione Sala
la collezione Sala
Degni di nota sono un alabastron, cioè un contenitore per unguenti e profumi, dalla
caratteristica forma allungata, ornato con scene figurate e motivi vegetali, prodotto
da botteghe corinzie nel VII secolo a.C. ed una bella oinochoe o brocca per liquidi,
decorata da una teoria di animali al pascolo in vernice policroma; questi due esemplari
erano destinati ad incrementare il numero di oggetti di lusso di proprietà dei facoltosi
principes etruschi.
Identica destinazione aveva il vasellame prodotto in Attica tra il VI ed il V secolo a.C.
che annovera, oltre ad alcune coppe con funzione potoria, un grande cratere a colonnette a figure nere, usato durante il banchetto come contenitore per il vino mescolato
con acqua ed altri ingredienti, ornato da scene figurate che rappresentano un combattimento tra giganti ed un sacrificio.
La presenza di un’iscrizione graffita sul fondo del recipiente indica che il cratere era
compreso in una partita di vasi venduti e costava quattro oboli.
Altri due oggetti di pregio sono una patera umbilicata, decorata internamente a rilievo,
ed una lekanis con ornamentazione plastica e dipinta.
4. Unguentario (alabastron) con decorazione figurata
di produzione corinzia. Fine VII secolo a.C.
5. Cratere attico a figure nere. VI secolo a.C.
Lato A: Atena e Posidone, spalla contro spalla, lottano
con due giganti, piegati all’indietro sulle ginocchia,
identificabili rispettivamente con Encelado sulla destra
e Polibote sulla sinistra.
Lato B: due officianti, entro una struttura architettonica, davanti ad un altare, celebrano un rito in onore del
dio Hermes, raffigurato come erma.
Sull’orlo decorazione floreale.
Il fondo del recipiente reca un’iscrizione il cui testo è
così decifrabile: “trenta lekythoi quattro oboli”.
14
4
5
15
Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
la collezione Sala
La patera, un oggetto fabbricato nel territorio dell’antica città campana di Cales tra
il IV ed il III secolo a.C., è un elegante
piatto per offerte rituali; si definisce
umbilicata poiché ha il fondo internamente rilevato a formare una protuberanza
emisferica, simile alla parte centrale dello
scudo, che ne protegge l’impugnatura,
chiamata umbone. Tutt’intorno al fondo si
sviluppa una complessa decorazione figurata che rappresenta un corteo di quadrighe, guidate da divinità, che accompagna
l’ascesa al cielo dell’eroe Ercole, quindi la
sua apoteosi.
Dalla produzione vascolare di Centuripe,
antica città della Sicilia in provincia di
Enna, proviene il grande vaso funerario
con coperchio (lekanis), databile intorno
alla fine del III secolo a.C.
Tipica è l’esuberante decorazione plastica, ottenuta attraverso l’applicazione
prima della cottura di elementi vegetali
e floreali, protomi leonine e maschere
gorgoniche, ottenute modellando l’argilla
in matrici o stampi.
Si aggiungeva un ricco apparato pittorico,
16
6
THE SALA COLLECTION
oggi leggibile solo parzialmente, con
tre fanciulle in atto di compiere sacrifici
o libagioni. I colori dovevano essere
particolarmente vivaci: per la scena sul
coperchio si riconosce la prevalenza
dell’azzurro e del verde su fondo rosa
intenso, mentre la decorazione applicata
conserva tracce di giallo, bianco ed azzurro su un fondo rosso-arancio.
La parte inferiore della vasca, ornata
con foglie d’acanto, era in verde-bruno
ad imitazione dell’elemento realistico
vegetale.
Ancora non è certa la funzione di questo tipo di contenitori, complessi nella
decorazione ma certamente delicati: se
ne è supposta l’esposizione in ambito
funerario, come elemento di corredo o
segnacolo delle sepoltura.
6. Piatto per libagioni (patera umbilicata) di produzione calena. IV-III secolo a.C.
7. Grande vaso funerario con coperchio (lekanis) da
Centuripe (EN). Fine III secolo a.C.
The Collection entitled to Emilio Sala is
preserved at the Civic Museum Guido
Sutermeister as a result of a commodate
contract between the Municipal Administration
of Legnano and the Famiglia Legnanese; the
latter decided to purchase it from Sala’s heirs
and to make it available to the city in order to
avoid dispersions among different collectors.
In the Museum a hall has been set up with
the purpose of giving an adequate position to
the Collection within the museum tour. These
highly interesting finds, from the IX century BC
to the III century AD, enrich the Museo Civico’s
material because artifacts from coeval periods
illustrating other civilizations and cultures from
the rest of the peninsula were not conserved.
The findings from Magna Graecia and Etruria
were composed of some terracottas illustrating:
female statuette and divinities, bronze finds
such as the great fibula with disk-shaped
stirrup, a pectoral and a mirror. The most
significant group was composed of ceramics
which include high quality and value pottery
such as cups, small cups, kraters, pitchers,
containers of unguents, a small mono-handle
jug, a deep container for liquids, a patera
umbilicata and a great vase-container with lid.
7
17
Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
LA COLLEZIONE NUMISMATICA
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LA COLLEZIONE NUMISMATICA
L’esposizione comprende monete
reperite prevalentemente nel territorio
legnanese; vi sono inoltre esemplari donati al Comune di cui rimane incerta la
provenienza.
Per illustrare il patrimonio conservato in
Museo sono state scelte monete antiche
(greche, romane e bizantine, VII secolo
a.C.-VIII secolo d.C.) e moderne (emissioni della zecca di Milano dal Medioevo
alla riforma di Maria Teresa d’Austria,
(VIII-XVIII secolo).
Il percorso vuole essere una sorta di
“Storia della moneta”; oltre a rispettare
l’ordine cronologico, presenta approfondimenti tematici in relazione all’origine, alla
produzione e alle diverse funzioni delle
emissioni monetali.
Monete greche
Gli esemplari appartengono a zecche
della Magna Grecia, della Sicilia e delle
genti italiche dell’Italia meridionale.
(IV-III secolo a.C.). Le popolazioni greche
insediatesi in quest’area mantennero gli
usi ed i costumi della madrepatria, ma
influenzarono le comunità locali; la loro
monetazione è analoga a quella della
Grecia propria.
Le zecche di provenienza sono Tarentum,
Posidonia, Thurium, Siracusa per il mondo
ellenico; Cales, Caelia, Orra per quello italico.
Sono presenti anche alcune monete
cartaginesi coniate nei territori punici di
Sicilia e Sardegna.
La monetazione argentea dell’area italica
si basava sullo statere, che a sua volta si
divideva in due dracme ed in un numero di
nominali minori, variabili da zecca a zecca.
Monetazione romana repubblicana
Il denario era il nominale più importante
tra le serie argentee della Repubblica
(circa IV secolo a.C.-26 a.C.); dopo una
fase iniziale in cui le emissioni erano
anonime, sulle monete comparvero le
sigle o i nomi dei magistrati monetali.
Il vittoriato era una frazione che valeva
tre quarti di denario. Le emissioni in
bronzo della Repubblica erano articolate
anch’esse in serie anonime, contrassegnate con simboli; in seguito vi saranno
apposte le sigle dei magistrati.
Le emissioni in rame si articolavano
in asse, semisse, triente, quadrante,
sestante, oncia e semioncia.
Monetazione romana imperiale
La monetazione d’età imperiale (27 a.C.
-476 d.C.) comprendeva emissioni in
oro, argento, bronzo e leghe diverse.
La monetazione argentea è rappresentata ancora dal denario; l’imperatore
Caracalla introdusse l’antoniniano, del
valore di due denari.
Vi era poi il follis, moneta coniata dopo
la riforma di Diocleziano (291 d.C.):
realizzato con un minimo contenuto di
argento nella lega e in bronzo argentato
in superficie, circolava con un valore
superiore a quello intrinseco.
La monetazione bronzea fu riformata
da Augusto nel 19 d.C.; come nominale
maggiore si coniarono prima il sesterzio,
poi il dupondio, quindi l’asse e, fino
all’età flavia, il quadrante, un sottomultiplo dell’asse.
Sulle emissioni d’età augustea compaiono i nomi dei magistrati monetali.
Con il IV d.C. la coniazione delle monete
in bronzo divenne sempre meno organica e perse di significato economico.
La gran parte degli esemplari esposti
proviene da contesti tombali; le monete costituivano il cosiddetto “ Obolo
di Caronte”, un’offerta votiva fatta al
defunto e deposta nella sepoltura così
da assicurarne il passaggio nell’Aldilà.
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Asse in bronzo di Tiberio. 22-30 d.C.
Sesterzio in oricalco di Vespasiano. 71 d.C.
Asse in bronzo di Traiano. 103-111 d.C.
Follis di Massimiano in mistura. 300-303 d.C.
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Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
LA COLLEZIONE NUMISMATICA
The numismatic collection
Monetazione bizantina
La monetazione d’età bizantina è documentata da pochi esemplari che inquadrano la prima fase di produzione dell’impero
romano d’oriente.
Di particolare pregio è il solido aureo
dell’imperatore Basilisco (476-477 d.C.)
che costituisce il punto di contatto tra
emissioni romane e bizantine.
Monetazione medievale e moderna
E’ presentata la produzione della zecca di
Milano, le cui monete erano il circolante
diffuso nell’area legnanese.
Sono riferibili all’epoca medievale tre
denari emessi dagli imperatori del Sacro
Romano Impero (Federico I di Svevia ed
Enrico III, 1152-1198) che avevano anche
autorità d’imperio sulla Lombardia.
La monetazione dei Visconti, duchi di
Milano (1329-1447), comprende un
discreto numero di esemplari che forniscono un vero e proprio spaccato della
circolazione minuta giornaliera: emissioni
in mistura (lega con basso contenuto d’argento), quali i denari ed i sestini, e piccoli
nominali in argento, come i soldi.
Con gli Sforza (1450-1535) si affermò una
piccola moneta di mistura, a bassissimo
contenuto d’argento, la trillina.
I tipi delle monete dei Visconti e degli
Sforza erano piuttosto semplici e
privilegiavano la raffigurazione delle
“imprese” dei diversi appartenenti alle
due famiglie.
Durante l’occupazione spagnola (15351710) aumentarono in misura notevole
le emissioni di monete di mistura come il
pezzo da quattro soldi e la parpagliola;
fu inoltre introdotto un nuovo nominale in
rame, il quattrino.
La prima monetazione asburgica (17111780) continuò nella tradizione delle produzioni spagnole; dal 1776 l’imperatrice
Maria Teresa d’Austria operò nella zecca
di Milano un’ampia riforma monetaria.
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5. Solido aureo di Basilisco. 476-477 d.C.
6. Denario terzolo in argento di Federico I di Svevia ed
Enrico III. 1152-1198 d.C.
7. Nominale pegione in argento di Bernabò e Galeazzo
II Visconti. 1354-1378 d.C.
8. Grosso in argento di Galeazzo Maria Sforza. 14661476 d.C.
9. Quattrino in rame di Carlo VI di Spagna. 1726 d.C.
10. Nominale da 10 soldi in argento di Carlo III e Carlo
VI di Spagna. 1727 d.C.
11. Mezzo soldo in rame, progetto per la nuova monetazione austriaca. 1777 d.C.
The numismatic Collection is housed
in the Torretta. The coins are displayed
according to chronological order and the
arrangement is enriched with information
about the origin, the production and the
different functions of coin emissions.
The visit starts with silver and bronze
coins from Magna Graecia (IV-III
centuries BC) and proceeds with coins
from the Roman Republican, Imperial
and Late Imperial Ages. There are also
Byzantine coins and the emissions made
by the lords ruling the Dukedom of Milan
and annexed lands, first the Visconti, and
then the Sforza. Finally, there are coins
of the XVII and XVIII centuries, when
northern Italy was ruled by Spain and
Austria.
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Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
Archeologia del territorio
La Sala delle esposizioni a piano terra, il
Salone d’Onore e la Loggetta, dalla quale
si consiglia di iniziare la visita, conservano ed illustrano i materiali provenienti
dal territorio, con particolare attenzione a
Legnano ed ai centri limitrofi. Abbracciano
un ampio arco cronologico che va dall’età
del Rame (2500-2300 a.C.) alla dominazione longobarda (VII secolo d.C.).
L’età del Rame (3.400 – 2.200 a.C.)
Il primo e più antico segno della frequentazione umana nel territorio risale alla
fine dell’età del Rame; è dato da alcuni
frammenti di vaso raccolti nella zona di
confine tra Legnano e Castellanza, in
località detta “Paradiso”. Si tratta dei
resti di una scodella campaniforme, un
1. Vaso campaniforme da Castellanza su
disegno di Guido Sutermeister. III millennio a.C.
2. Urna biconica e bicchiere da Canegrate,
su diario di scavo di Guido Sutermeister.
XIII secolo a.C.
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Archeology of the territory
recipiente il cui profilo somiglia ad una
campana rovesciata, decorato a piccoli
motivi geometrici impressi, confrontabile
con esemplari simili della Francia meridionale e della Spagna; era probabilmente
un oggetto d’importazione particolarmente pregiato.
I vasi campaniformi appaiono in Italia
settentrionale come “elementi estranei”
inseritisi nella preesistente cultura di
Remedello, la cui denominazione deriva
dalla località in cui tali recipienti furono
rinvenuti.
In Lombardia le sepolture di questo
periodo sono ad inumazione, in fossa
nelle zone di pianura, in grotticella nelle
località prealpine. I corpi erano deposti in
posizione rannicchiata o supina. I corredi
erano solitamente composti da vasellame
e oggetti di ornamento personale (conchiglie, pendagli in rame, manufatti in
argento).
La frequenza delle armi nelle tombe fa
pensare a gruppi di individui piuttosto
bellicosi, dediti alla caccia ed alla ricerca
del metallo.
L’età del Bronzo (2200 – 900 a.C.)
L’età del Bronzo viene convenzionalmente suddivisa in base ai caratteri tipologici dei
reperti in antica, media, recente e finale.
L’occupazione umana della pianura è meglio documentata nell’età del Bronzo recente
(XIII secolo a.C.) grazie al rinvenimento di un esteso sepolcreto a Canegrate che
ha segnato una tappa fondamentale per la conoscenza e lo studio di tale fase della
Protostoria, denominata “Cultura di Canegrate”. Questa facies si diffuse in parte della
Lombardia occidentale, nella provincia di Novara e nel Canton Ticino; era probabilmente
legata a popolazioni di origine centroeuropea scese in Italia attraverso i valichi svizzeri.
La maggior parte dei reperti è conservata al Castello Sforzesco di Milano; nel Museo
di Legnano sono pervenuti i materiali recuperati nei primi sondaggi effettuati da
Sutermeister, cui si aggiungono i resti di alcune strutture abitative (muretti a secco,
tracce di pavimentazione in ciottoli, buche di pali) venuti a luce negli anni ottanta nella
zona di confine tra Legnano e Castellanza, in località Gabinella, a seguito di uno scavo
stratigrafico effettuato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia.
The ground floor Exhibition Hall, the
Salone d’Onore and the Loggetta, from
which we suggest to begin the tour,
preserve and illustrate materials coming
from the territory, with particular attention
to Legnano and neighbouring centres.
They cover a wide chronological period
of time from the Copper Age (2500-2300
BC) to the Lombard domination (VII
century AD).
Copper Age
The first and most ancient sign of human
presence in the territory dates back to
the end of the Copper Age (2500 BC);
it is determined by some fragments of a
bell beaker collected in the borderland
between Legnano and Castellanza.
Bronze Age
Human occupation of the plain is well
documented in the recent Bronze Age
(XIII century BC) thanks to the discovery
in Canegrate of an extended burial
ground, composed by depositions with
crematory rituals with an outfit made up
of ornaments, armies, tableware and by
remains of housing buildings in Legnano.
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Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
Archeologia del territorio
Archeology of the territory
La prima età del Ferro
(IX - V secolo a.C.)
Durante la prima età del Ferro, in
Lombardia Occidentale fino al corso
del Serio, in Piemonte fino al Sesia, nel
Canton Ticino e nella val Mesolcina, si
sviluppa la Cultura di Golasecca. Il nome
è dato alla comunità celtica insediata
in questo territorio dal luogo dei primi
rinvenimenti, effettuati nel corso dell’800.
La maggior densità demografica si ha nei
dintorni di Como e Bellinzona e nell’area
estesa fra il Ticino allo sbocco dal lago
Maggiore, le colline prealpine e la pianura
altomilanese che, grazie alla posizione
privilegiata, si delinea come zona di
contatto tra il mondo mediterraneo e
quello continentale.
La facies di Golasecca ha i suoi precedenti
nell’Europa centrale dove, tra il XIII e il
VI secolo a.C., si diffonde la Cultura di
Hallstatt che prende nome dall’omonima
cittadina nei pressi di Salisburgo. Qui a
partire dal 1846, fu scoperta una grande
necropoli.
L’esame dei reperti ha consentito la suddivisione della Cultura di Golasecca in diversi periodi (Protogolasecca – Golasecca
I – Golasecca II – Golasecca III), a loro
volta articolati in fasi e sottofasi.
Il rito funerario caratteristico e dominante
era la cremazione con deposizione delle
ceneri in urne di forma biconica, spesso
chiuse da una ciotola capovolta, sepolte
nella nuda terra o in un pozzetto rivestito
di ciottoli o di lastre di pietra.
Il corredo tombale era composto da vasellame, ornamenti e strumenti per la cura
del corpo (nettaunghie, nettaorecchie, pinzette depilatorie) ed utensili per il lavoro.
Legnano ha restituito reperti golasecchiani in diverse zone della città; in particolare una piccola necropoli è stata ritrovata
proprio presso la sede del Museo Civico.
Il sepolcreto era costituito da 8 tombe a
pozzetto riconducibili alle ultime fasi della
Cultura (VI-V secolo a.C). L’abbondanza
di rinvenimenti assegnabili al periodo
Golasecca III, caratterizzato nella ceramica e nella bronzistica da influenze
dell’arte etrusca e la mancanza delle fasi
precedenti nel territorio legnanese, si può
forse mettere in relazione con la grande
espansione commerciale etrusca nell’Italia settentrionale durante il V secolo a.C.
Gli Etruschi esportavano infatti in quel
periodo oggetti di lusso, destinati alla
aristocrazia celtica dei paesi transalpini.
Questi commerci avvenivano tramite le
zone degli ultimi stanziamenti golasecchiani, la cui funzione era quindi quella di
mediazione.
First Iron Age
During the first Iron Age (IX - V century
BC) the Golasecca culture develops.
The cremation with deposition of ashes
in biconical urns, often closed by an
overturned bowl and buried in the bare
earth or in a small well covered by
pebbles or by slabs of stone, was the
characteristic and dominant funerary
ritual. The mortuary equipment was
composed by tableware, ornaments,
body care instruments and work tools.
Golasecca culture findings have been
discovered in different areas of Legnano;
in particular, a small necropolis was found
exactly at the Civic Museum location.
Necropoli di Legnano, Via Calatafimi. V secolo a.C.
3. Corredo della tomba 215.
4. Ciotola contenente fibule ed anelli in bronzo della
tomba 311.
5. Corredo della tomba 309. Fotografia e diario di scavo di Guido Sutermeister.
6. Fibule a sanguisuga in bronzo, tomba 309.
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Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
Archeologia del territorio
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La seconda età del Ferro
(IV – I secolo a.C.)
La seconda età del Ferro può essere collocata cronologicamente verso il IV secolo
a.C. quando gruppi di Celti valicarono le
Alpi stanziandosi in parte dell’Italia settentrionale e centrale. Secondo lo storico
romano Tito Livio i Celti furono spinti alla
migrazione verso l’Italia da un incremento
demografico e quindi dalla necessità di
trovare nuove terre da sfruttare.
La cultura celtica è denominata La Tène,
nome della località svizzera dove furono
rinvenuti i primi materiali ad essa attribuibili; tale cultura, venuta a contatto
con quelle locali, si modificò e si fuse con
esse, assumendo un aspetto tipico che
ne ha consentito la suddivisione in fasi
Archeology of the territory
e sottofasi (La Tène A – La Tène B – La
Tène C – La Tène D).
L’invasione, avvenuta in ondate successive, interessò in Italia settentrionale le
zone subalpine e di pianura a nord del Po.
In Lombardia le aree degli stanziamenti
celtici erano due: quella compresa tra i
fiumi Ticino e Oglio, abitata dagli Insubri,
e quella tra i fiumi Oglio e Mincio, abitata
dai Cenomani.
I ritrovamenti sono costituiti da piccole
necropoli prevalentemente a cremazione.
I corredi funebri, composti da vasellame,
armi, ornamenti, strumenti da lavoro,
talvolta da recipienti in bronzo, hanno
fornito utili informazioni sugli usi e costumi dei Celti. Tipica della loro cultura è la
fiasca-contenitore di liquidi, denominata
vaso a trottola. Particolare rilievo assume,
trattandosi di popolazioni guerriere, la
lavorazione del metallo.
Nel territorio, le più antiche testimonianze
di tale fase risalgono ad un lasso di tempo compreso tra il III ed il II secolo a.C. e
sono documentate da alcune deposizioni
recentemente recuperate nell’area sepolcrale di Bernate Ticino insieme a tombe
ascrivibili ad epoca romana imperiale e
tardoromana.
Due sepolture recuperate a Castellanza
nel 2002, databili tra la fine del II e gli
inizi del I secolo a.C., presentano interessanti corredi composti da vasellame fittile,
utensili ed oggetti d’ornamento in bronzo
e in ferro; tra questi si segnala in particolare il “servizio da bagno” della tomba 2,
costituito da brocca, padella in bronzo e
strigile in ferro utilizzato per le abluzioni
durante il banchetto. L’armamento di un
guerriero di II-I secolo a.C. è illustrato
dai reperti di Pontevecchio di Magenta.
Con la penetrazione romana, i corredi
tombali mostrano una commistione di elementi di tradizione celtica e romana, che
perdurerà anche nella prima età imperiale
(I secolo a.C.).
Nel Legnanese la documentazione materiale è in maggior parte relativa a questa
fase dell’occupazione celtica, il momento
di passaggio alla romanità, attestando in
tal modo come le tribù galliche stanziatesi
nel territorio pacificamente si integrarono
con le popolazioni autoctone prima e con i
“conquistatori” romani in seguito.
7. Vaso a trottola dalla necropoli di Bernate Ticino,
tomba 38. III secolo a.C.
8. Servizio per abluzioni da banchetto in bronzo da
Castellanza, tomba 2. II-I secolo a.C.
9. Materiali dalla necropoli di Pontevecchio di Magenta.
II-I secolo a.C.
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Second Iron Age
The second Iron Age may be dated back
to around the IV century BC when Celtic
groups crossed the Alps and settled
partially in the northern and central part
of Italy. The findings are made up of small
necropoleis mainly based on cremation.
The mortuary equipment are composed
by tableware, armies, ornaments, work
tools. The flask-container of liquids,
denominated vaso a trottola (spinning top
shaped vase) is typical of their culture. In
this territory testimonies are dated from
the III to I century BC and come from the
sepulchral areas of Bernate Ticino and
Castellanza. A II - I century BC warrior
equipment is illustrated by the findings in
Pontevecchio di Magenta. With the roman
penetration, the mortuary equipment
shows a mixture of elements from the
Celtic and Roman tradition which will last
even in the First Imperial Age (I century
BC). In Legnano surroundings, the
material documentation is mostly related
to this phase of Celtic occupation.
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Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
Archeologia del territorio
L’età imperiale
(I secolo a.C. - II secolo d.C.)
Il processo di ‘romanizzazione’ dell’Italia
Settentrionale si completa nel corso del I
secolo a.C.
L’area dell’Altomilanese gravita nell’orbita
di Mediolanum, attorno alla quale si delinea un territorio organizzato in villaggi di
piccole e medie dimensioni, tra cui anche
Legnano.
I rinvenimenti di abitati sono piuttosto
scarsi; le testimonianze più significative si hanno a Castellanza, in località
Castegnate, e a Legnano sulla via per
Canegrate, dove sono emersi i resti di
abitazioni di I-II secolo d.C. Le dimore
di questo periodo sono definite domus
rusticanae, sorta di fattorie adibite alla
residenza ed allo svolgimento di attività
Archeology of the territory
agricolo-pastorali ed artigianali.
Numerose sono le necropoli; generalmente situate all’esterno dell’area abitata, ospitavano sepolture a cremazione.
Le modalità di deposizione variano anche
in base alle disponibilità economiche
delle famiglie dei defunti: in nuda terra,
in anfora segata, in cassa di laterizi o in
pietra.
I corredi funebri sono composti da vari
elementi, talvolta anche pregiati; gli
oggetti forniscono molteplici informazioni
sull’uso che se ne faceva durante la vita
quotidiana (vasellame da mensa e da
cucina, utensili, ornamenti e strumenti
per la cura del corpo) ma anche sulla loro
funzione nel rituale funerario (lucerne,
monete, resti della barella funebre. Si
distinguono i reperti di una tomba d’età
augustea rinvenuta a Canegrate. Erano
contenuti originariamente in una cassa
litica (Lapidario n° 24): accanto ad un
ricco servizio fittile per la mensa, costituito da coppe, ciotole, piatti e bicchieri,
rari per il territorio dell’Altomilanese
sono il balsamario in bronzo e la sella
plicatilis in ferro, utilizzata dai magistrati
nell’esercizio delle loro funzioni.
Gli altri corredi esposti documentano
le numerose necropoli distribuite nel
Legnanese in particolare tra il I ed il II
secolo d.C., indice di un popolamento
capillare su entrambe le sponde del
fiume Olona.
Da Legnano si segnalano le aree sepolcrali di Via Novara, via Pietro Micca e via
Fogazzaro/Casina Pace.
10. Patera a vernice nera con iscrizione da San
Giorgio su Legnano, tomba 2. Metà I secolo
a.C.
Particolare del graffito con nome di persona in
caratteri preromani. Fotografia di Guido Sutermeister.
11. Cassa in pietra calcarea da Canegrate,
tomba 326. Età augustea.
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12. Disegni di Guido
Sutermeister: corredo della tomba 326 di Canegrate
e riproduzione grafica dei
bolli e dei graffiti presenti
su alcuni reperti.
Particolari dei reperti
iscritti e balsamario in
bronzo.
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Imperial Age
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Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
Archeologia del territorio
Archeology of the territory
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13. Necropoli di San Vittore
Olona. I secolo d.C.
Particolare del disco di una
lucerna con rappresentazione
di Ulisse in fuga dall’antro di
Polifemo sotto il ventre di un
ariete e bottiglia in vetro.
14. Bicchieri in pareti sottili e
olpe carenata dalla necropoli
di San Lorenzo di Parabiago.
Età augusteo-tiberiana.
15. Ricostruzione ipotetica di
una necropoli di età imperiale.
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In the Imperial Age (I century BC - II
century AD) the Altomilanese area (the
area included between Varese and Milano
provinces) gravitates in the Mediolanum’s
orbit, around which a territory organized in
small and medium size villages, including
even Legnano, is delineated. The findings
of housing buildings are rather scarce;
the most significant testimonies are in
Castellanza and Legnano at Per Canegrate
Street, where remains of I - II century AD
dwellings emerged. Dwellings of this period
are defined domus rusticanae, which are
a type of farms used as residence and for
the development of pastoral-agricultural
activities and handicraft.
Several necropoleis hosted sepultures with
crematory ritual. The deposition modalities
vary according to the economic resources
of the family of the deceased: in bare earth,
in amphora which has been sawn or coffin
made of bricks or stones. The mortuary
equipment were composed by tableware
and kitchenware, tools, ornaments, body
care instruments, lamps and coins.
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Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
Archeologia del territorio
Archeology of the territory
L’età tardoromana
(III - V secolo d.C.)
Nel III secolo d.C. tutto l’impero romano
attraversa un periodo di profonda crisi
economica. Anche nei territori dell’Altomilanese si registrano segnali di impoverimento: i rinvenimenti archeologici
diminuiscono drasticamente e i tesoretti
di monete denunciano il clima di terrore
e di instabilità del momento.
Dalla fine del III secolo, quando Milano
diventa una delle sedi della corte imperiale, la Lombardia occidentale vive un
periodo di relativa prosperità.
I segnali di questa ripresa sono
In the III century AD the whole Roman
Empire was experiencing a period
of profound economic crisis. Even
in the Altomilanese area signals of
impoverishment are recorded; however,
when Milan becomes one of the imperial
court location, the Eastern Lombardy
lives a period of new prosperity. Indeed,
findings of IV century AD necropoleis
are discreetly numerous in Legnano
surroundings, testimony of a repopulation
of the territory and of a new funerary
ritual, the inhumation. The most diffused
modalities of these practices are in bare
earth, in wooden coffin, in cappuccina
tomb and in lithic sarcophagus. The most
common typology in the territory is the
cappuccina tomb, composed by pantiles
and roof flap-tiles ordered in such a way
to form a sort of body protection roof.
The equipment is made up of few objects
generally functional for daily life activities.
17. Disegno della
sepoltura alla cappuccina rinvenuta nel
1949 tra Castellanza
e Legnano. Diario di
scavo di Guido Sutermeister.
18. Necropoli di Bernate Ticino, Cascina
Roma.
La tomba 36 in fase di
scavo e relativo corredo, armilla a testa di
serpe della tomba 11.
IV secolo d.C.
16. Necropoli di Legnano,
Costa per San Giorgio. IV
secolo d.C.
Materiali di corredo e fibbie
per cintura in bronzo.
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Late Roman Age
Le deposizioni rinvenute a Legnano,
località Costa San Giorgio, via Fogazzaro/
Casina Pace, via XXIX Maggio, Bienate
e Bernate Ticino comprendono corredi
composti da pochi oggetti, nella gran
parte dei casi funzionali alla vita quotidiana: vasellame d’uso domestico in
ceramica comune (olle e tegami), olpi
invetriate, utensili in ferro (coltelli, cesoie, raschiatoi), monili (armille in bronzo
e ferro, vaghi per collane e per bracciali
in pasta vitrea) ed accessori dell’abbigliamento dei defunti, in particolare fibbie
per cinture in bronzo e ferro.
documentati anche nel Legnanese:
discretamente numerosi sono i ritrovamenti di necropoli di IV secolo d.C.,
testimonianza di un ripopolamento del
territorio e di un nuovo rituale funerario,
l’inumazione. Anche nel tardo impero le
strutture tombali variano a seconda delle
possibilità economiche del defunto; le
modalità più diffuse sono in nuda terra,
in cassa lignea, alla cappuccina, in sarcofago litico. La tipologia più comune nel
territorio è quella alla cappuccina, costituita da coppi e tegole ad alette disposte
in modo da formare una sorta di tetto a
protezione del corpo.
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Il percorso espositivo
The exhibition itinerary
Archeologia del territorio
Archeology of the territory
L’età longobarda (568-774 d.C.)
I Longobardi, popolo originario dell’odierna Scandinavia, valicano le Alpi
nel 568 d.C., guidati dal re Alboino, e
si riversano nel Veneto e nella Pianura
padana; in poco tempo occupano tutte le
principali città dell’Italia settentrionale e
parte dell’Italia centrale formando a sud
i ducati di Spoleto e Benevento; il loro
dominio sarà interrotto dai Franchi alla
fine dell’VIII secolo.
Durante l’epoca longobarda, l’Altomilanese era parte della Giudicaria del Seprio,
un vasto territorio con funzioni
commerciali e produttive, che aveva il
suo centro principale in Sibrium, l’odierna
Castelseprio.
Le testimonianze archeologiche provenienti dal Legnanese non sono molto
numerose e sono costituite esclusivamente da ritrovamenti di sepolture ad
inumazione.
I corredi documentati nel territorio, composti da vasellame ed armi, si riferiscono
a deposizioni di defunti di sesso maschile
legati alla classe guerriera. Di particolare
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19. Vasi a fiasca da Legnano,
Castellanza e Inveruno. Fine
VI-VII secolo d.C.
20. Particolare della decorazione a stampiglia del vaso di
Inveruno. Fine VI-VII secolo
d.C.
21. Reperti longobardi da
Inveruno. Fotografia di Guido
Sutermeister.
22. Vasi longobardi rinvenuti
nel centro di Legnano. Disegno di Guido Sutermeister.
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Lombard Age
pregio il vaso a fiasca decorato a stampiglia ritrovato ad Inveruno, riconducibile cronologicamente ancora alla fase iniziale dello stanziamento longobardo: i primi decenni del
VII secolo d.C.
A Legnano, durante lo scavo per la costruzione della platea del teatro INA, nel cortile
dei Frati di Santa Maria (anni ‘50 del secolo scorso), furono recuperati due boccali a
sacchetto ornati da un motivo a reticolo realizzato a stralucido. Attualmente i recipienti
rappresentano l’unica testimonianza materiale dell’epoca proveniente dal territorio
cittadino.
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22
21
During the Lombard period
(568-774 AD), the Altomilanese
area was part of the Giudicaria
del Seprio, an extended territory
with commercial and productive
functions whose principal
centre was in Sibrium, today’s
Castelseprio. Archeological
testimonies coming from Legnano
surroundings are not really
numerous and are composed by
findings of inhumation sepultures.
The equipment composed of
tableware and armies refer to
depositions of male defuncts
linked to the warrior class.
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Approfondimenti
Insights
Legnano over the centuries
La maggior concentrazione di reperti si
ha però con la prima età imperiale. Oltre
al rinvenimento di tombe isolate, si
contano ben quattro nuclei di necropoli,
la cui destinazione funeraria prosegue in
alcuni casi fino al IV secolo d.C., situati
in diverse aree della città e collocabili,
secondo l’uso dell’epoca, lungo percorsi
documentati da antiche fonti storiche e
cartografiche.
Il gran numero di sepolture recuperate è
indice di un fitto popolamento che solo in
anni recenti ha trovato riscontro in scavi
Il territorio di Legnano si distingue archeologicamente per una discreta continuità insediativa: i recuperi, avvenuti a partire dal 1800 e proseguiti fino ad anni recenti, hanno
portato alla luce testimonianze che si susseguono, pur con alcune cesure, dal XIII secolo a.C. fino al VII d.C.
L’area in cui maggiormente si addensano i ritrovamenti è quella tra Castellanza e
Legnano, detta del Confinante, favorita da una situazione geomorfologica e viabilistica
ideale: un leggero rilievo che degrada dolcemente verso la zona pianeggiante in cui
scorre il fiume Olona dove passavano, in età romana, l’arteria stradale che collegava
Mediolanum col Verbano, in età longobarda, la via per Castelseprio.
Il Confinante, pur essendo costantemente utilizzato per le sepolture, era un sito privilegiato anche per l’insediamento già nelle epoche più antiche: qui sono stati individuati
i resti di un abitato dell’età del Bronzo, risalente al XIII secolo a.C., e di una necropoli
golasecchiana di V secolo a.C.
1
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1. Sequenza delle epoche storiche testimoniate a
Legnano attraverso alcuni reperti esemplificativi.
2. Corredo della tomba 17 dalla necropoli di Legnano,
Casina Pace. II secolo d.C.
d’abitato. Particolarmente significativo è il ritrovamento, nell’area del Confinante, di una
casa rustica il cui periodo di massima frequentazione è compreso tra la metà del IV e la
metà del V secolo d.C.; una presenza umana fin dalla prima età imperiale è però suggerita da pochi frammenti ceramici di I d.C. e non si esclude una prosecuzione d’uso,
giustificata dalla posizione strategica dell’edificio posto su un terrazzamento nei pressi
del fiume e di un incrocio viario, anche in epoca longobarda. L’esistenza di una comunità stabile nell’Altomedioevo sembrerebbe del resto testimoniata, oltre che da notizie
di rinvenimenti, dal recupero di due vasi a fiasca di VII secolo d.C. e da recenti scavi al
castello di San Giorgio, intitolato peraltro ad un santo molto caro ai Longobardi.
2
Legnano territory distinguishes itself
archeologically for settlement continuity:
recoveries brought to light some
testimonies which are dated from the XIII
century to VII century AD.
Findings are more concentrated in the
area between Castellanza and Legnano,
where traces of a XIII century BC builtup area (Bronze Age) and of a V century
BC funerary area have been identified.
However, the most important concentration
of findings belongs to the First Imperial
Age: it is possible to count four nuclei of
necropoleis, in different areas of the city,
whose funerary purpose continues in
some cases until the IV century AD.
The discovery of a rural house, inhabited
mainly between the half of the IV century
and the V century AD but frequented from
the I century AD maybe to the Lombard
Age, is significant. The likely presence of a
community in the Early Middle Age would
be proven by the recovery of two flaskshaped vases and by the last excavations
in the castle area.
2
Insights
Approfondimenti
Legnano nei secoli
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Approfondimenti
Insights
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I numerosi reperti archeologici ci permettono di capire i diversi aspetti delle popolazioni
che, in più di tremila anni di storia, hanno stabilito le proprie dimore nel territorio della
media valle dell’Olona.
Le occupazioni dei residenti dell’età del Bronzo sono illustrate dalla scoperta di un abitato
in cui si svolgevano attività di lavorazione dell’argilla, agricole e pastorali.
I resti di una necropoli golasecchiana e sepolture celtiche, talvolta con ricco corredo,
testimoniano la frequentazione del luogo nell’età del Ferro.
Un popolamento diffuso in tutto il comprensorio dell’Olona si avrà però con l’età romana.
Alcuni oggetti scelti per i corredi funebri e le modalità dell’insediamento sono indice della
lenta integrazione degli indigeni nel mondo romano. I villaggi, composti da fattorie dotate di piccoli fondi ed inframmezzati da boschi, pascoli e aree coltivate, si distribuiscono
infatti in modo puntiforme, mantenendo la struttura precedente.
Il rinvenimento di strumenti utili alle lavorazioni del legno, delle pelli e dei tessuti e l’abbondanza di vasellame documentano attività lavorative facilitate dalla vicinanza dell’acqua e dalla reperibilità delle materie prime. In ambito agricolo la coltivazione dei cereali
e dei legumi è confermata dal ritrovamento di falcetti e macine.
Nonostante l’ambiente rurale, i dati archeologici attestano un buon tenore di vita favorito
dal sistema viabilistico del territorio che permetteva il commercio di prodotti di importazione ad ampio raggio, come le anfore, e di materiali di pregio frutto di scambi a medio
raggio, quali la ceramica fine, i contenitori in vetro, gli oggetti d’ornamento.
Questo quadro economico e produttivo, che ben si accorda con la descrizione della
Transpadana proposta dalle fonti antiche, non muta neppure nella tarda età imperiale
quando, grazie al positivo riflesso del trasferimento della corte imperiale a Milano, il
Legnanese sembra godere comunque di un certo benessere.
La presenza del fiume e della rete stradale avvalorerebbero l’ipotesi di un insediamento
stabile anche in età longobarda, forse giustificato proprio da una funzione di controllo
delle vie di comunicazione.
A territory between earth and river
Several archeological findings provide
documentary evidence of various aspects of
communities which, in the course of history,
have established their own dwellings in the
territory of middle Olona valley.
In the Bronze Age employments of the
residents are illustrated by the discovery
of a built-up area in which agriculturalpastoral activities and clay workings were
performed. Remains of necropoleis testify
the inhabitation of that place in the Iron
Age. However, the territory will become
populated in the Roman Age when villages,
composed by farms provided with small
lands and interspersed by woods, grazing
lands and cultivated areas, will rise in the
whole Olona river area. Besides agriculture,
wood carving, leather and pottery working
were diffused and facilitated by the
proximity with water and raw materials.
Despite the rural environment, standard
of living is discreetly high until the Late
Imperial Age, favoured without any doubt
by the presence of the river and by a road
network whose control was guaranteed by
settlements maybe even in the Early Middle
Ages.
Insights
Approfondimenti
Un territorio tra terra e fiume
1. Ricostruzione ideale della casa tardoantica rinvenuta a Legnano nel suo paesaggio.
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Il museo diffuso
Scattered Museum
Il museo diffuso
Tra il 1926 e il 1956, in località Santa
Colomba a Canegrate, si rinvennero
numerose sepolture databili all’età del
Bronzo recente (XIII secolo a.C.). Il
professor Ferrante Rittatore Vonwiller
dell’Università degli Studi di Milano, che
condusse gli scavi archeologici in collaborazione con Guido Sutermeister, propose
di chiamare la facies, fino ad allora sconosciuta, “Cultura di Canegrate”.
Lo scavo, la documentazione e lo studio
della necropoli furono condotti con metodi
scientifici innovativi: restauro dei reperti,
analisi chimica di alcuni bronzi e, per
la prima volta in Italia, analisi dei resti
ossei.
Le quasi 200 tombe venute alla luce
attestano la diffusione del rito dell’incinerazione che prevedeva la cremazione
del defunto e la deposizione delle ossa
combuste e delle ceneri in un’urna
collocata in una semplice buca in nuda
terra, raramente con qualche ciottolo di
protezione. La fossa veniva spesso riempita con la terra del rogo. Peculiare è la
deposizione di urne capovolte forse, come
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1
Santa Colomba necropolis in Canegrate
sembrerebbero testimoniare le armi presenti nel cinerario, riservate agli uomini.
Le ceneri erano collocate accanto ad un
corredo funebre che poteva comprendere
vasellame ceramico, ornamenti in bronzo
(armille, orecchini, pendagli, spilloni,
torques) ed armi (spade, pugnali, coltelli). Gli oggetti erano talvolta indossati
dal defunto apparendo quindi deformati
per effetto del rogo, spesso erano invece
deposti, integri o spezzati ritualmente,
come offerta.
Per approfondire la conoscenza di questa
Cultura ampie informazioni sono disponibili presso il Polo Culturale Catarabia a
Canegrate: qui i visitatori potranno compiere un percorso all’aperto, seguendo
i pannelli illustrativi, che li condurrà dal
luogo del rinvenimento della necropoli
fino alla sezione archeologica dedicata a
Ferrante Rittatore Vonwiller ricca di ricostruzioni grafiche e scenografiche, copie
di reperti, pubblicazioni specialistiche e
documenti d’archivio dedicati all’eccezionale scoperta.
Polo Culturale Catarabia
Via Manzoni
20010, Canegrate
Between 1926 and 1956 several
sepultures, which may be dated back to
the recent Bronze Age (XIII century BC)
were discovered around Santa Colomba
in Canegrate. Professor Ferrante
Rittatore Vonwiller of the Università
degli Studi di Milano, which led the
archeological excavations in collaboration
with Guido Sutermeister, proposed to call
the facies, unknown so far, Canegrate
Culture.
Almost 200 tombs were brought to light
and testify the diffusion of the incineration
ritual which entailed the cremation of the
defunct and the deposition of bones and
ashes in an urn placed in a simple hole
next to equipment objects.
To deepen the knowledge of this Culture
lots of information is available to the Polo
Culturale Catarabia in Canegrate.
CONTATTI
Servizi Culturali
Tel. 0331/463850-51
Email: [email protected]
www.culturadicanegrate.org
1. Disegno ricostruttivo della tomba 83 della necropoli
di Santa Colomba. Polo Culturale Catarabia.
2. Il percorso esterno. Polo Culturale Catarabia.
Tra il 1926 e il 1956, in località Santa
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Scattered Museum
la necropoli di Santa Colomba a Canegrate
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Il museo diffuso
Scattered Museum
Tra le località anticamente ubicate lungo il
medio corso del fiume Olona si distingue
nettamente quella di Parabiago; il sito ha
infatti restituito reperti di elevata qualità
e raffinatezza e documenti epigrafici
significativi.
I ritrovamenti, che si sono susseguiti tra
il 1928 e il 1993, hanno portato alla luce
tombe isolate ed un’ampia porzione di
necropoli che attestano una lunga fre-
Il museo diffuso
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Discoveries in Parabiago
quentazione del luogo dalla metà del
I sec. a.C. al V d.C. Ad oggi non è noto
il punto in cui sorgeva l’abitato, forse
collocato su uno dei terrazzamenti che
costeggiano il fiume in prossimità della
città moderna, al riparo dalle esondazioni.
La testimonianza più nota è sicuramente
la preziosa patera argentea, la cui copia è
visibile in museo.
La patera di Parabiago, variamente datata
dagli specialisti tra il II e il IV secolo
d.C., è un grande piatto lavorato a sbalzo rinvenuto nel 1907, utilizzato come
copertura di una tomba in anfora segata,
nel giardino di Villa Gajo. Recuperata nel
1930 da Sutermeister in casa del proprietario, dopo la consegna ai funzionari
della Soprintendenza entrò a far parte
delle Raccolte Archeologiche di Milano ed
è attualmente esposta nel Civico Museo
Archeologico.
La sintassi decorativa della patera rac-
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1
2
1. La patera argentea di Parabiago.
2. Villa Gajo in una cartolina del 1911 circa.
3. Oggetti per la cura del corpo da San Lorenzo di
Parabiago. I-II secolo d.C.
4. Corredo della tomba 28 dalla necropoli di San
Lorenzo di Parabiago. I secolo d.C.
conta il matrimonio mistico tra Cibele ed
Attis, divinità che hanno origine nel Vicino
Oriente Antico.
La dea è raffigurata nella parte centrale,
seduta accanto ad Attis, su una quadriga
trainata da leoni e scortata dai coribanti
che danzano armati di scudo e pugnali.
Intorno le divinità del cielo, della terra e
del mare partecipano al loro trionfo: si
riconoscono, in alto, i carri del sole e della
luna, a destra Atlante che regge l’ellisse
dello zodiaco in cui è Aion, il tempo eterno, in basso le quattro stagioni, la Terra e
gli dei delle acque fluviali e marine.
Il reperto testimonia la diffusione nel territorio di un culto orientale non attestato
altrove nell’Altomilanese.
Among the ancient locations along the
medium flow of Olona river it is possible
to distinguish clearly the Parabiago’s one;
the site has indeed returned high quality
and refinement findings, significant
epigraphic documents and the precious
silver patera, certainly the most popular
testimony of the territory, whose copy is
visible in the museum.
The Parabiago’s patera, dated by
the experts between the II and IV
century AD, is a great embossed plate
discovered in 1907, used to cover a
tomb in amphora which has been sawn,
in the Villa Gajo garden. Retrieved in
1930 by Sutermeister in the owner’s
house, it came to be a part of the Milan’s
Archeological Collection and is presently
exhibited in the Archeological Civic
Museum. The mystic marriage of Cybele
and Attis, gods originated in the Ancient
Near East, in the presence of gods of
sky, earth and sea is illustrated.
Civico Museo Archeologico
Corso Magenta,15 20123 Milano
CONTATTI
Tel.: 02/88445208, 02/88445200
Email: c.museoarcheologico@comune.
milano.it
www.comune.milano.it/museoarcheologico
www.poliarcheo.it
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Scattered Museum
Scoperte a parabiago
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Il museo diffuso
Scattered Museum
Antichi documenti riportano che a
Legnano, dove oggi sorge il castello, nel
XIII secolo d.C. si trovavano una chiesetta dedicata a San Giorgio ed un convento
di frati agostiniani. Questi ultimi nel 1261
cedettero in permuta la chiesa, gli edifici
del convento e i terreni circostanti ai Della
Torre, la famiglia più potente di Milano,
che nel 1273 ebbero modo di ospitare in un fortilizio a Legnano i sovrani
d’Inghilterra.
Nel XIII secolo il castello era formato da
una torre a base quadrata alla quale i
San Giorgio castle in Legnano
recuperato e restaurato.
Le modifiche operate nel corso dei secoli
sono molteplici; recenti scavi archeologici
hanno verificato la presenza di un luogo
di culto già nel IX-X secolo e hanno confermato l’esistenza del convento dei frati
agostiniani già all’inizio del XIII secolo.
Sono stati portati alla luce resti di necropoli che attestano un uso funerario della
zona a partire dal VII fino al XV secolo.
È stata inoltre ritrovata la struttura di un
forno utilizzato per riscaldare le stanze
attraverso l’aria calda convogliata in
appositi condotti.
Attualmente il castello è sede di un’esposi-
Torriani aggiunsero successivamente due costruzioni a due piani. Questa parte della
struttura, pur rimaneggiata, è tuttora riconoscibile negli edifici situati sulla destra del
torrione principale.
A seguito della sconfitta dei Della Torre ad opera dei Visconti, nel 1277, il castello passò nelle mani di Ottone, nuovo vescovo di Milano. I Visconti ne mantennero la proprietà fino alla metà del XV secolo, quando Filippo Maria lo donò ad Oldrado II Lampugnani
con permesso di ampliarlo e fortificarlo: si deve al Lampugnani la costruzione delle
opere di difesa - il torrione d’ingresso con il ponte levatoio, la merlatura ghibellina, le
torri circolari, il fossato allagabile - e di una parte dell’ala destra.
Nel XVIII secolo alterne vicende videro l’edificio dapprima patrimonio dell’Ospedale
Maggiore di Milano, poi del marchese Carlo Cristoforo Cornaggia.
In seguito, non più utilizzato come residenza signorile, fu trasformato in un’azienda
agricola e solo nel 1973, divenuto di proprietà del Comune di Legnano, iniziò ad essere
zione permanente: al suo interno si possono vedere il Trittico della Battaglia di
Legnano di Gaetano Previati e le sculture
di Ugo Riva; una sala ospita i mantelli, gli
abiti e gli accessori riprodotti per la sfilata
storica del Palio.
In 1261, where nowadays the castle rises,
there was a convent dedicated to San
Giorgio given up by Augustinian friars
to the Della Torre. This family probably
started the construction of a fortalice
where in 1273 hosted the sovereigns of
England. After 1277 the building was given
to the Visconti who kept the ownership
until the half of XV century, when Filippo
Maria gave it to the Lampugnani. After
several changes of property in the XVIII
century, it was subsequently transformed
into an agricultural firm and only in 1973,
after having become property of the
Legnano Municipality, recoveries and
restorations started. Recent archeological
excavations led to interesting discoveries
on the most ancient phases of the
occupation of that place, dated back to the
Early Middle Ages.
Currently, the castle is the location of a
permanent exhibition which displays the
Triptych of the Legnano Battle by Gaetano
Previati, Ugo Riva’s sculptures, cloaks,
garments and accessories reproduced for
the Palio.
Castello di San Giorgio
Via Cuzzi, 25
20025, Legnano
CONTATTI
Servizio Cultura
Tel: 0331/545726-456487 Fax: 0331/456488
Email: [email protected]; sale.cultura@
legnano.org
www.legnano.cultura.org
1. Il castello di San Giorgio oggi e in un acquerello del
1820 circa, conservato presso il Museo Sutermeister.
2. Trittico della Battaglia di Gaetano Previati, La Preghiera. 1915-1918.
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1
2
Scattered Museum
Il museo diffuso
Il Castello di San Giorgio a legnano
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Il museo diffuso
Scattered Museum
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La Torre Colombera deve il suo nome alla
forma alta e stretta e alla destinazione che
in passato contraddistingueva le strutture
di questo tipo, spesso adibite all’allevamento dei colombi.
Fu scoperta nel 1934 quando Guido
Sutermeister notò che le sue pareti erano
quasi completamente ricoperte da affreschi. Al piano terra la fascia al di sotto del
soffitto era decorata con volute e figure di
ippogrifi che reggevano stemmi appartenenti a nobili casati. Grazie all’identificazione e alla collocazione di questi emblemi,
Colombera tower in Legnano
nonché al rinvenimento di un sopracamino graffito con uno scudo gentilizio oggi visibile
sopra l’ingresso, lo studioso poté attribuire la proprietà dell’abitazione alla famiglia
Lampugnani che, nella seconda metà del XV secolo, la usò forse come casa di campagna e di caccia. Al piano superiore le pareti dei due vani erano affrescate con scene raffiguranti atti eroici di epoca romana, il cui significato iconografico, ad oggi, non è stato
interpretato con certezza. L’edificio e i dipinti sono stati restaurati tra il 1972 e il 1990.
Lo strappo degli affreschi si limitò a quelli del secondo piano, dove sono tuttora collocati, perché i decori del piano terra, così come le pitture esterne, erano ormai perduti. Qui
è conservato anche il frammento con motivo a rombi formati da ghirlande e melograni
che racchiudono al centro il sole radiante, giunto a noi dalla dimora quattrocentesca dei
Lampugnani, i cui resti sono stati riutilizzati nella costruzione del Museo Civico.
Al piano terra sono ospitati dipinti provenienti da case nobili ed edifici religiosi della
Legnano rinascimentale demoliti nel corso del Novecento.
1. La torre Colombera.
2. Affresco con
episodio di storia
romana proveniente
dalla Colombera.
XVI secolo d.C.
3. Affresco con
scena di caccia
proveniente da casa
Vismara. XV secolo
d.C.
4. Affresco dalla
Sala delle corone di
casa Vismara. XV
secolo d.C.
1
2
3
Di casa Vismara restano solo alcuni frammenti. La “sala da ballo” era decorata da
figure di musicanti e danzatori e da un
ritratto della famiglia con i santi protettori. Nelle due sale dette “delle corone da
marchese”, tra ghirlande di rami verdi,
spiccavano corone e mattoni con la data
di fondazione della casata, il 1043. Nella
cornice gli stemmi di famiglia si alternavano a tondi con ritratti a mezzobusto. Ad
un quarto ambiente apparteneva l’affresco
allegorico raffigurante una scena di caccia. L’immagine degli Evangelisti, in origine affiancata dalla Vergine con Bambino e
da S.Cristoforo, decorava invece l’arco di
ingresso di casa Corio, edificio che si conserva tuttora parzialmente lungo la strada
del Sempione.
Da cenobi dell’ordine degli Umiliati provengono un affresco con le nozze mistiche
di S.Caterina, collocato nel convento
intitolato alla santa alessandrina, e la
Deposizione che adornava la chiesa di S.
Maria del Priorato. La chiesa di S.Maria
Annunciata ha restituito il dipinto dell’Annunciazione con S.Sebastiano.
Torre Colombera
Via Gigante
20025, Legnano
Apertura su richiesta
The Colombera, the country and hunting
house of the Lampugnani family in the
fifteenth century, is a small three-storey
building.
The ground floor is composed of a single
room whose decoration was limited
to a band of coats of arms below the
ceiling. At present, frescos detached
from contemporary noble mansions and
religious buildings demolished during the
last century are displayed here.
A series of frescos from Colombera,
detached in 1970s, is, instead, displayed
on the second floor. These frescos
represent episodes taken from roman
history whose interpretation is still
uncertain.
CONTATTI
Servizio Cultura
Tel: 0331/545726-456487
Fax: 0331/456488 Email: [email protected];
www.legnano.cultura.org
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Scattered Museum
Il museo diffuso
La Torre Colombera a legnano
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