Prevenzione e protezione antincendio

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Prevenzione e protezione
ANTINCENDIO
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Individuazione generale delle problematiche
LA COMBUSTIONE
La combustione è una reazione chimica esotermica che si sviluppa tra due sostanze, una chiamata combustibile
ed un’altra chiamata comburente (ossigeno dell’aria), in presenza di temperatura.
Si può rappresentare il fuoco con un triangolo i cui tre lati sono costituiti da combustibile,
comburente e temperatura (calore); mancando uno di tali elementi non può sussistere il
fuoco.
Per una “buona riuscita “ di una combustione occorrono i seguenti elementi:
COMBUSTIBILE;
⇒
⇒
COMBURENTE;
ENERGIA PER L’INNESCO;
⇒
CAPACITÀ DI SOSTENERE LA REAZIONE (autocatalisi).
⇒
Fanno eccezione i fenomeni di autocombustione dove non è necessaria l’energia di innesco. Tuttavia la miscela
combustibile-comburente risulta infiammabile soltanto in determinate proporzioni percentuali che dipendono dal tipo
di combustibile (es. per il kerosene il campo di infiammabilità con concentrazioni in aria comprese tra 1.16 % e 6 % ).
L’ innesco di un incendio può avvenire per svariate cause; le più comuni sono:
⇒
fiamme libere,fornelli accesi,saldatrici elettriche o a gas in funzione,sigarette, fiammiferi e
accendisigari accesi,scariche atmosferiche,archi e scintille elettriche,cortocircuiti
elettrici,condutture elettriche a temperatura elevata,scintille da attrito o da urto (attrezzi,
utensili),scintille da motori a combustione interna,materiali incandescenti,cuscinetti meccanici
surriscaldati,combustione spontanea
I prodotti più comuni che derivano dalla combustione sono, oltre al fumo ed alle ceneri, l’anidride carbonica,
l’anidride solforosa, il vapore acqueo e l’ossido di carbonio; quest’ultimo è estremamente tossico anche in piccole
quantità.
L’eliminazione delle varie sorgenti di innesco è senz’altro il metodo più efficace per prevenire un incendio, ma non
sempre è possibile metterlo in pratica; comunque parecchie sorgenti di innesco possono essere controllate facendo
rispettare e stabilendo opportune norme di sicurezza e di comportamento del personale
I COMBUSTIBILI E LA CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI
I combustibili possono essere solidi, liquidi o gassosi.
⇒
⇒
I COMBUSTIBILI SOLIDI si dividono in:
9incombustibili (non possono bruciare)
9difficilmente combustibili (bruciano solo in costante presenza di un innesco)
9combustibili (una volta accesi bruciano per autocatalisi)
Quest’ultima categoria si divide, a sua volta, in due gruppi che sono:
−
sostanze facilmente accendibili (iniziano a bruciare anche con un innesco debole)
−
sostanze difficilmente accendibili ( richiedono inneschi di elevata energia )
I COMBUSTIBILI LIQUIDI si suddividono secondo la normativa italiana nelle seguenti categorie:
9categoria A: quelli con punto di infiammabilità inferiore ai 21°C
9categoria B: quelli con punto di infiammabilità compreso fra 21°C e 65 °C
9categoria C: quelli con punto di infiammabilità compreso fra 66°C e 125° C
(Il punto di infiammabilità è la temperatura alla quale un liquido emette sufficienti vapori perchè, miscelati con aria e in
presenza di energie di innesco, diano origine ad un fenomeno di combustione.)
Prevenzione e Protezione
ANTINCENDIO
⇒
I COMBUSTIBILI GASSOSI non hanno una specifica classificazione ai fini della combustione, ma vengono
classificati in base alle loro caratteristiche chimiche o di impiego:
9caratteristiche chimiche:
− gas infiammabili,gas ininfiammabili,gas reattivi ,gas tossici
9caratteristiche di impiego:
−
gas combustibili( ogni gas usato miscelato con aria )
−
gas industriali ( ogni gas usato per processi industriali )
−
gas per uso medico (ogni gas usato per scopi medici, anestesie e terapie respiratorie).
Per quanto riguarda le tipologie di fuochi la normativa italiana prevede cinque classi in relazione al tipo di
combustibile che determina il fuoco:
CLASSE “A”
CLASSE “B”
CLASSE “C”
CLASSE “D”
CLASSE “E”
Fuochi di materie solide (legno, carta, gomma, ecc.)
La combustione avviene normalmente con produzione di braci che ardono allo
stato solido (carbone) con bassa emissione di fiamma.
Fuochi di materie liquide o solide che possono facilmente liquefarsi, ad
esempio cera, paraffina, olii minerali, alcoli, grassi, ecc.
Fuochi di gas infiammabili (metano, idrogeno)
La caratteristica peculiare di tali combustibili è quella di non possedere nè un
volume proprio, nè una forma propria.
Fuochi di metalli, come magnesio, sodio, alluminio, ecc..
Essi hanno la caratteristica di bruciare spontaneamente in presenza di aria,
Fuochi di natura elettrica.
Appartengono a tale categoria tutte le apparecchiature elettriche che nel corso
di un incendio, potrebbero trovarsi sotto tensione.
NB (Il principale obbiettivo di questa classificazione è quello di aiutare i tecnici nella scelta dei più idonei agenti estinguenti.)
I SISTEMI DI PROTEZIONE
I sistemi di protezione possono essere suddivisi in 2 categorie:
⇒
1 - PROTEZIONE PASSIVA
La protezione passiva si ottiene in fase progettuale:
9 riducendo il carico di incendio;
9attuando una opportuna
compartimentazione dei locali
Vie
a
fug
di
9conferendo alle strutture adeguata
resistenza al fuoco;
Per carico di incendio si intende il quantitativo di materiale
combustibile che sarà presente nei locali; tra l’altro è
necessario scegliere materiali di arredamento poco
combustibili;
Alcuni ambienti di lavoro, in relazione al materiale
depositato, alla lavorazioni e/o alla superficie degli
ambienti, possono essere compartimentati con protezioni
che hanno la funzione di limitare la propagazione di un
incendio agli altri ambienti e di garantire una resistenza del
compartimento stesso per un periodo di tempo definito. Tali
protezioni sono in pratica costituite da strutture di adeguata
resistenza al fuoco (pareti e solai) e da porte tagliafuoco
(chiamate anche porte REI)
Tali porte possono essere di tipo normalmente chiuso
(senza dispositivo di autochiusura ) o di tipo normalmente
aperto (dotate di un dispositivo che in caso di incendio
garantisce la chiusura automatica della porta stessa).
9prevedendo vie d’esodo e luoghi sicuri adeguati per numero, localizzazione e
caratteristiche dell’edificio.
Prevenzione e Protezione
ANTINCENDIO
⇒
2- PROTEZIONE ATTIVA
La protezione attiva è volta a ridurre al minimo le conseguenze che possono derivare dal verificarsi di un
incendio; a tal fine si dovrà prevedere, quando necessario:
9un impianto di estinzione, manuale o automatico;
9un impianto di estrazione dei fumi, naturale o forzato.
9un adeguato impianto di allarme automatico ( rivelazione - segnalazione), atto a
proteggere il contenuto dell’edificio, compensando eventuali carenze dovute, ad esempio,
alle vie di esodo;
In generale ogni incendio è tanto più controllabile quanto più celermente si interviene per
spegnerlo. E’ perciò necessaria una sollecita rivelazione, sia per una lotta efficace all’incendio,
sia per ridurre al minimo gli effetti dannosi che esso può provocare.
I sistemi fissi automatici di rivelazione d’incendio hanno appunto la funzione di rivelare e
segnalare a distanza, fin dal primo insorgere, un incendio.
L’impianto è generalmente costituito da:
−
alcuni sensori, posti nei vari ambienti, consistenti in rivelatori puntiformi di calore o di
fumo;
−
una centrale di controllo e segnalazione, dove i segnali vengono raccolti e
visualizzati per i successivi provvedimenti, ed eventualmente ritrasmessi a una
centrale di telesorveglianza;
−
alcuni circuiti di collegamento elettrico dei sensori alla centrale.
−
Un segnale di allarme visivo e/o acustico è emesso anche nell’ambiente interessato
dall’incendio, ed eventualmente in quelli circostanti.
L’allarme, generalmente, può essere attivato anche manualmente mediante pulsanti sotto vetro.
Inoltre l’attivazione dell’impianto di rilevazione determina anche, in molti casi, la chiusura
automatica delle porte resistenti al fuoco normalmente aperte disposte nei vani che mettono in
comunicazione due compartimenti diversi
L’impianto deve essere collaudato subito dopo la sua esecuzione, per verificarne il buon
funzionamento e l’efficacia.
I principali sistemi di rivelazione automatica di incendio sono:
1. I rivelatori puntiformi di calore possono essere di due tipi:
−
rivelatori con elemento statico. Al alcuni di essi possono essere realizzati per
entrare in funzione quando la temperatura supera una soglia elevata;
−
rivelatori di tipo velocimetrico, quindi senza elemento statico, che avvertono la
velocità di aumento della temperatura.
I rivelatori del secondo tipo non sono idonei, in certe condizioni, a rivelare un inizio
di incendio che presenti una bassa velocità di aumento della temperatura (minore
di 5°C/min.), per cui devono essere usati in combinazione con altri rivelatori.
2. I rivelatori puntiformi di fumo funzionano secondo uno dei principi seguenti:
− diffusione della luce;
Per incendi che sviluppano fumi visibili
− trasmissione della luce; }
Per tutti gli altri tipi di incendio
− ionizzazione.
Esistono anche rivelatori funzionanti secondo principi differenti, o aventi
caratteristiche speciali che li rendono adatti a coprire rischi particolari.
Prevenzione e Protezione
ANTINCENDIO
MEZZI DI ESTINZIONE
La protezione ossia la difesa attiva contro gli incendi si basa essenzialmente sull’impiego di una serie di sostanze
capaci di bloccare la combustione.
⇒
SOSTANZE ESTINGUENTI
La sostanza usata, il tipo di intervento e la modalità di impiego devono essere commisurate alla natura dei
prodotti che hanno preso fuoco e all’entità dell’incendio.
Riportiamo un elenco delle principali sostanze estinguenti con le loro caratteristiche :
9ACQUA
toglie il calore; frazionata in gocce aumenta la sua capacità estinguente
9CO2
raffredda e riduce il comburente
9SCHIUME
effetto coprente
9POLVERI
effetto coprente ed urto
9IDROCARBURI ALOGENATI (es
halon 1301)
rompono la reazione chimica della combustione
Di seguito si riporta una tabella indicante il tipo di estinguente adatto alla natura specifica dell’incendio:
Sostanza antincendio
acqua
Natura dell’incendio
MATERIALI COMUNI:
carbone, legname,tessuti, carta, paglia
LIQUIDI INFIAMMABILI
(più leggeri dell'acqua e miscibili o più pesanti
anche non miscibili): alcoli, acetone,
acrinolitrile, acido acetico, clorobenzolo,
dicloroetano.
SOSTANZE COMBURENTI:
nitriti, nitrati, permanganati, clorati, perclorati
SOSTANZE REAGENTI
(pericol. con l'acqua): carburo di calcio, sodio,
potassio, acidi forti, metalli fusi.
GAS INFIAMMABILI:
etilene, idrogeno, gas liquefatti, acetilene,
ossido di carbonio, metano.
APPARECCH.ELETTRICHE:
motori elettrici, cabine elettriche, interruttori,
trasformatori.
COSTRUZIONI PARTICOLARI:
apparecchiature delicate, documenti, quadri,
tappeti di valore, mobili d'arte.
⇒
Getto pieno
Getto
nebulizzato
Schiuma
Polvere
Anidride
carbonica
SI
SI
SI
SI
SI
NO
SI
SI
SI
SI
SI
NO
NO
NO
NO
NO
NO
NO
SI
SI
NO
SI
NO
SI
SI
NO
NO
NO
SI
SI
NO
NO
NO
SI
SI
ESTINTORI PORTATILI
L’estintore è un apparecchio costituito da un involucro
cilindrico di lamiera verniciata di rosso, sulla quale
sono riportate le norme di impiego,contenente un
agente estinguente che viene proiettato e diretto su un
fuoco sotto l’azione di una pressione interna.
Gli estintori costituiscono in molti casi i mezzi di primo intervento più impiegati per spegnere i
principi di incendio assieme alle coperte antifiamma ed ai secchi di sabbia.
Prevenzione e Protezione
ANTINCENDIO
Essi vengono scelti in funzione del tipo di incendio da estinguere ovvero alla natura dei materiali
combustibili presenti.
Tutti gli estintori d’incendio portatili, devono essere rigorosamente di tipo approvato dal
Ministero dell’Interno.
Essi sono concepiti per essere portati e utilizzati a mano e pronti all’uso; hanno una massa
minore o al max. uguale a 20 kg.
Generalmente gli estintori sono sistemati a muro o su strutture fisse non addossate a sorgenti di
calore con apposita staffa di sostegno e posti in posizione tale che l’impugnatura non risulti
superiore a 1,5 metri. In prossimità di ciascun estintore va esposto un cartello indicatore allo
scopo di poter rilevarne facilmente l’ubicazione e l’eventuale mancanza.
⇒
IMPIANTI FISSI DI ESTINZIONE
Alcuni insediamenti produttivi, in funzione dell’attività svolta, dei materiali impiegati e delle dimensioni, sono
dotati di impianti fissi di estinzione incendi.
Gli impianti e le apparecchiature per l’estinzione di incendi possono essere di tipo automatico o manuale.
9Impianti manuali di estinzione
L’ impianto antincendio più comune è costituito dalla rete idrica
con tubazioni metalliche (preferibilmente chiuse ad anello e
opportunamente valvolate ) da cui si derivano stacchi per:
−
idranti e bocche antincendio
−
naspi
−
sistemi automatici a pioggia (sprinkler/lame d’acqua)
L’alimentazione della rete idrica, in pressione, può essere
costituita da:
−
acquedotto, purchè in grado di fornire le quantità di acqua
necessarie alla pressione voluta;
−
riserve di acqua in serbatoi o vasche con gruppi di pompa anche ad
integrazione dell’alimentazione da acquedotto.
Solitamente, inoltre, la rete idrica antincendio è dotata di uno o più attacchi unificati utilizzabili
dalle autopompe dei VVF in caso di intervento per il reintegro dell’acqua ed il potenziamento della
portata.
Gli idranti possono essere del tipo a muro, spesso dotati di colonna fuori terra, e, per depositi o
industrie di notevoli dimensioni, esterni ai fabbricati.
Gli idranti sono bocche dotate di attacco unificato e tubazione flessibile (manichette) con lancia,
dotate di saracinesca manuale e collegati a una rete di alimentazione idrica.
Nell’uso delle tubazioni flessibili ( manichette ), l’acqua, uscendo dal bocchello della lancia,
esercita per reazione una spinta sull’uomo che le manovra: spesso è necessario l’intervento di
due uomini. Nella stesura e nell’uso delle manichette occorre evitare piegamenti a curve strette,
schiacciamenti, tagli, forature, abrasioni,ecc. Le manichette dopo l’uso devono essere:
−
ispezionate per controllare che non abbiano subito danni;
−
fatte asciugare preferibilmente all’ombra;
piegate in due sulla lunghezza e arrotolate a partire dal ripiegamento e proseguendo
verso i due raccordi.
−
I naspi sono attrezzature antincendio costituite da bobina mobile su cui è avvolta una tubazione
semirigida collegata ad una estremità, in modo permanente, con la rete idrica in pressione e
terminante dall’altra estremità con una lancia erogatrice munita di valvola regolatrice di chiusura del
getto.
Essi, rispetto agli idranti presentano i seguenti vantaggi:
−
possono essere distesi per la lunghezza necessaria con più rapidità e minore
ingombro;
−
possono essere azionati direttamente dall’operatore all’estremità del tubo aprendo il
rubinetto e mettendo la lancia nella posizione desiderata. Rispetto ad un idrante a
muro i naspi hanno una portata molto minore ed una potenza del getto molto inferiore.
Prevenzione e Protezione
ANTINCENDIO
9Impianti automatici di estinzione
Fra gli impianti fissi di estinzione automatica è da segnalare quello a pioggia (Sprinkler).Esso
è costituito da tutti o parte
dei seguenti componenti:
−
alimentazione e reintegro, consistenti in acqua o altra sostanza estinguente;
−
collettore che collega l’alimentazione all’impianto;
−
stazione di controllo con le relative apparecchiature di allarme;
−
rete di distribuzione;
− erogatori distribuiti sull’area protetta.
Generalmente l’impianto è mantenuto in pressione e gli erogatori sono dotati di una valvola a fiala
sensibile al calore che, rompendosi, determina l’apertura stessa dell’erogatore
TECNICHE DI ESTINZIONE
Su ogni estintore è applicata una etichetta in cui sono riportate
(utilizzando anche pittogrammi) le modalità di uso dell’estintore stesso
con la sequenza delle operazioni da compiere.
Per un efficace intervento con estintori portatili, dopo aver scelto il tipo più
idoneo a disposizione e averlo attivato occorre in generale:
⇒
⇒
agire con progressione iniziando lo
spegnimento dal focolaio più vicino
sino a raggiungere il principale, dirigendo il getto alla base delle fiamme e
avvicinandosi il più possibile senza pericoli per la
persona;
erogare con precisione, evitando gli sprechi;
⇒
non erogare contro vento né contro le persone;
⇒
Nel caso di erogazione contemporanea con 2 o più estintori gli operatori
devono agire parallelamente o fino a formare un angolo massimo di 90°.
⇒
90 °
non erogare sostanze conduttrici della corrente elettrica su impianti e apparecchiature in
tensione ( in particolare non utilizzare acqua su elementi in tensione ! )
Nel caso di erogazione su parti in tensione, a prescindere dalla scelta della sostanza che non deve risultare
conduttrice, l'operatore deve mantenersi a distanza di sicurezza dalle parti in tensione stesse.
Il focolaio appena estinto non va MAI abbandonato se non dopo un periodo di
tempo tale che il suo riaccendersi sia impossibile: va verificata SEMPRE la zona
incendiata smassando le ceneri e le parti parzialmente combuste per verificare
con assoluta certezza che il fuoco è spento:
Gli estintori lasciati a terra possono costituire un pericolo !
⇒ SPEGNIMENTO DI UN LIQUIDO INFIAMMABILE
L’azione dell’estinguente va indirizzata verso il focolaio con la direzionalità
rappresentata in figura.
Occorre peraltro fare attenzione a non colpire direttamente il pelo libero per il
possibile sconvolgimento e conseguente spargimento del liquido incendiato: in
tal caso l’effetto potrebbe essere una estensione dell’incendio !
⇒ SPEGNIMENTO DI UN COMBUSTIBILE SOLIDO
In questo caso il pericolo di facile estensione delle parti in combustione è
minore rispetto al caso precedente: ne risulta un angolo di impatto
fortemente accentuato per migliorare la penetrazione dell’estinguente
all’interno della zona di reazione.
Prevenzione e Protezione
ANTINCENDIO
⇒ SPEGNIMENTO IN OPERAZIONI COMPLESSE
A volte la direzione del getto del materiale estinguente richiede continue
variazioni per raffreddare zone diverse tutte concorrenti alla generazione
dell’incendio:
in questi casi solo l’esperienza e una costante pratica esercitata possono
suggerire il migliore utilizzo dell’estintore
Il focolaio appena estinto non va MAI abbandonato: va verificata SEMPRE la zona incendiata smassando le ceneri
e le parti parzialmente combuste per verificare con assoluta certezza che il fuoco è spento:
Gli estintori lasciati a terra possono costituire un pericolo !
LA GESTIONE DELL’EMERGENZA INCENDIO
Per gestire una eventuale emergenza incendio, il datore di lavoro, consultato il RLS e il Resp. SPP:
1. valuta il rischio di incendio nell’azienda/unità produttiva;
2. adotta le conseguenti misure necessarie;
3. redige il piano di emergenza, nei luoghi di lavoro con almeno 10 addetti e
comunque nelle attività soggette a controllo da parte dei VVF, elabora le
procedure e le norme comportamentali in caso di emergenza fornendo
istruzioni agli addetti anche mediante l’affissione di segnaletica (avvisi scritti,
planimetrie di orientamento, estratti di norme comportamentali, ecc);
4. designa, previa adeguata formazione, informazione ed addestramento, i lavoratori incaricati
di attuare le misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione, di
salvataggio, di pronto soccorso e di gestione delle emergenze in generale.
FORMAZIONE, INFORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, ESERCITAZIONI
⇒
Ciascun lavoratore riceve una adeguata informazione su:
9Procedure aziendali che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione
dei lavoratori
9i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi, lotta
antincendio e gestione delle emergenze e pronto soccorso;
9il nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell'azienda.
9rischi di incendio legati all'attività svolta ed alle mansioni svolte
9misure di prevenzione e di protezione incendi adottate nel luogo di lavoro
9ubicazione delle vie di uscita;
9 procedure da adottare in caso di incendio quali:azioni da attuare in caso di incendio
⇒
Ricevono una adeguata formazione tutti i lavoratori esposti a particolari rischi di incendio
I lavoratori incaricati dell’attività di gestione delle emergenze (prevenzione incendi e lotta antincendio,
evacuazione, salvataggio, pronto soccorso) devono essere adeguatamente formati.
⇒
Inoltre nei casi in cui è previsto l’obbligo di redazione del piano di emergenza vengono effettuate le esercitazioni
antincendio almeno una volta l’anno.
Prevenzione e Protezione
ANTINCENDIO
Norme comportamentali
COMPORTAMENI DI PREVENZIONE INCENDI
⇒ MATERIALI INFIAMMABILI E FIAMME LIBERE
9I prodotti infiammabili compresi quelli utilizzati per la pulizia (es. alcool) devono essere riposti
dopo ogni uso in modo accurato nei loro contenitori originali ben chiusi e stoccati nei luoghi
predisposti;
9È vietato fumare e usare fiamme libere durante la manipolazione di materiali infiammabili;
9Non effettuare manipolazione di infiammabili presso sorgenti di calore o fonti di innesco o
superfici calde;
9Eventuali lavorazioni con fiamme libere, qualora necessarie, devono essere
preventivamente autorizzate e avvenire in presenza di adeguati presidi antincendio;
⇒ SEZIONAMENTI FONTI DI ENERGIA
9mantenere sempre agibili le valvole di intercettazione del combustibile ed i pulsanti di sgancio
elettrici/quadri generali;
9non danneggiare i comandi di emergenza per il sezionamento delle fonti di energia e
garantirne l’accessibilita’ ;
9segnalare al diretto superiore ogni anomalia o danneggiamento relativo ai dispositivi di
sezionamento;
⇒ IMPIANTO ELETTRICO
9E’ vietato utilizzare l’impianto elettrico in modo diverso da quello previsto; in particolare è
vietato realizzare allacciamenti e derivazioni precarie;
9non fare un uso abnorme delle spine elettriche multiple e rispettare i loro limiti di potenza
per evitare surriscaldamenti;
9Non effettuare interventi sull’impianto elettrico di propria iniziativa;
9evitare di collocare lampade vicino a materiali che possono incendiarsi;
⇒ DIVIETO DI FUMARE
9E’ vietato fumare nelle aree a rischio di incendio;
9I mozziconi di sigarette devono essere gettati negli appositi posacenere;
⇒ LAVORI DI MANUTENZIONE E RISTRUTTURAZIONE
9Possono essere effettuati solo da ditte esterne autorizzate e secondo le procedure previste
dagli accordi con l’azienda;
⇒ AREE NON FREQUENTATE
Nelle aree non frequentate o scarsamente frequentate non si deve:
9accumulare rifiuti o scarti dell’attività suscettibili di incendiarsi;
9attivare sorgenti di calore non previste;
9tenere attivi gli impianti elettrici non utilizzati;
9mantenere focolai attivi o mozziconi di sigarette per terra;
⇒ DISATTIVAZIONE IMPIANTI E APPARECCHI
All’inizio ed al termine della giornata lavorativa i Responsabili di Reparto devono:
9verificare l’osservanza delle norme sopra riportate;
9disattivare le alimentazioni elettriche delle utenze non più utilizzate agendo sui relativi
interruttori;
9controllare che tutti i rifiuti e gli scarti combustibili siano stati rimossi;
9controllare che le aree non frequentate siano in condizioni di sicurezza;
Prevenzione e Protezione
ANTINCENDIO
RISCHI SPECIFICI DI INCENDIO
FATTORE DI RISCHIO
RISCHIO
DEPOSITO DI SOSTANZE
INFIAMMABILI.
9Esplosioni
9Incendio
9Intossicazione
9Ustioni
MANIPOLAZIONE E
IMPIEGO DI SOSTANZE
INFIAMMABILI
9Incendio
9Intossicazione
9Ustioni
Presenza di cisterne
contenenti prodotti
infiammabili o
combustibili.
9Sversamenti
9Incendio
9Intossicazione
Presenza di materiale
combustibile vario (pianali
di legno, fustini di plastica
vuoto) all’interno dei vari
reparti e/o all’esterno.
Presidi antincendio
(idranti, estintori) non
facilmente raggiungibili.
Presenza d’accumulo di
polvere su macchinare,
attrezzature o motori
elettrici
NORME COMPORTAMENTALI
9Divieto di fumare od usare fiamme libere
9Rispettare i divieti e gli avvisi di pericolo affissi nel
deposito
9Verificare la presenza degli estintori e denunciarne
l’eventuale mancanza
9Divieto di effettuare prove, preparazione, pesatura o
altre manipolazioni;
9Mantenere una disposizione interna dei prodotti
ordinata, con contenitori facilmente accessibili;
9Manipolare e travasare i prodotti infiammabili con
cautela
9Eseguire le operazioni di pesatura e travaso all’aperto
o sotto aspirazione e mai in presenza di fiamme
libere
9Alimentare le macchine utilizzatrici (pigmentatore,
impregnatrici, velatrici, ecc.) con appositi carrelli
mantenendo i contenitori chiusi.
9Verificare la presenza, in vicinanza delle cisterne, di
un estintore idoneo per fuochi di classe B (liquidi)
segnalato con apposito cartello;
9Rispettare gli avvisi di divieto di fumare ed usare
fiamme libere presenti presso ogni cisterna
9Conoscere dai cartelli esposti il liquido contenuto ed il
suo grado di pericolosità e tossicità.
9Caduta
9Incendio
9Rimuovere tutto il materiale in deposito non pertinente
e non necessario per l’attività; se occorre realizzare
un’apposita zona lontana da zone di transito, vie
d’esodo o aree di movimentazione, dove sistemare
detto materiale.
9Estensione di un
principio d’incendio
9Cadute
9Non ingombrare i percorsi per raggiungere i presidi
antincendio (idranti, estintori)
9Non far sostare veicoli o depositare pancali o altri
materiali anche temporaneamente di fronte agli idranti
ed agli estintori
9Usare gli idranti solo dopo aver avuto garanzia che è
stata tolta tensione
9Incendio
9Evitare accumuli di polvere su macchinari o impianti
che potrebbero raggiungere temperature elevate
durante l’utilizzo; (motori elettrici, circuiti idraulici).
9Non introdurre nel locale asciugaggio sorgenti di
innesco o fiamme libere o lampade elettriche portatili
9Non introdurre sorgenti di riscaldamento dell’aria a
scambio diretto ulteriori all’impianto di aria calda
specificamente espressamente previsto
9Depositare il materiale secco combustibile (rasatura)
all’esterno in apposite zone delimitate o containers
metallici per impedire il disperdersi delle polveri
Asciugaggio di pelli
trattate superficialmente
con prodotti in solvente
9Esplosione
9Incendio
9Intossicazione
Deposito di rasatura e
materiale secco
combustibile
9Dispersione
nell’ambiente
9Incendio
Impianto d’aspirazione
filtrazione e deposito
smerigliatura
9Dispersione
nell’ambiente
9Incendio
9Verificare periodicamente l’efficienza del rilevatore di
scintilla presente sulla tubazione principale
d’aspirazione.
9Rispettare il divieto di fumare ed usare fiamme libere
in prossimità dell’impianto
9Intrappolamento
9Inalazione sostanze
tossiche
9Cadute
9Propagazione Incendio
9Ustioni
9Ricordare i nominativi degli addetti alle squadre
antincendio.
9Partecipare con attenzione alle esercitazioni
periodiche antincendio
Mancato allarme o ritardo
nell’evacuazione dei locali.
Ritardo nell’intervento su
un principio d’incendio.
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