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SEZIONE 8 MODULI FORMATIVI
1.I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
2. LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI, ERGONOMIA E MOVIMENTI
RIPETITIVI
3. LE SCALE
4. IL RISCHIO ELETTRICO
5. UTILIZZO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI
6. SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI
7. LA SEGNALETICA DEI LUOGHI DI LAVORO
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1. I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Definizione e requisiti
Per dispositivo di protezione individuale (Dpi) si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere
indossata e tenuta dal lavoratore, allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di
minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro , nonché ogni complemento o accessorio
destinato a tale scopo.
Tali dispositivi devono essere usati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente
ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o
procedimenti di organizzazione di lavoro.
I Dpi devono essere conformi alla direttiva CEE 686/89 e successive modifiche e ai requisiti delle
norme EN 345 nonché, al decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475 , devono essere:
-
Adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sè un rischio maggiore
Adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;
Tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute dei lavoratori;
Poter essere adattati all'utilizzatore secondo le proprie necessità;
In caso di rischi multipli, che chiedono l'uso simultaneo di più Dpi , questi devono essere tra loro
compatibili e tali da mantenere la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi
corrispondenti.
Il Datore di Lavoro fornisce ai lavoratori i Dpi conformi ai requisiti previsti dall'art. 42 e dal decreto
di cui all'art.45 comma 2.
Una volta forniti ai lavoratori i Dpi, il Datore di Lavoro assicura :
-
le condizioni di igiene, mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie;
provvede che i Dpi siano utilizzati soltanto per gli usi previsti, salvo casi specifici ed
eccezionali, conformemente alle informazioni del fabbricante;
fornisce istruzioni comprensibili per i lavoratori;
destina ogni Dpi ad uso personale;
informa preliminarmente il lavoratore, dei rischi dai quali il Dpi lo protegge;
rende disponibile, nella unità produttiva, informazioni adeguate su ogni Dpi
I lavoratori hanno l'obbligo di utilizzare i Dpi a loro assegnati e segnalare al Datore di Lavoro,
qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato.
Regole generali sull’utilizzo dei DPI
1. Conservazione
Rispettare le indicazioni del fabbricante sia a magazzino che in esercizio (temperatura, umidità
etc.)
I lavoratori sono stati istruiti su come conservare i DPI distinguendo fra i personali e quelli ad
uso collettivo
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Per DPI ad uso saltuario o necessari in caso di emergenza sono stati individuati i luoghi di
conservazione
Porre particolare attenzione a eventuali date di scadenza
2. Manutenzione
Va dal semplice esame visivo al lavaggio, bonifica, sterilizzazione etc.
I lavoratori sono stati addestrati a seguire le istruzioni del fabbricante
Utilizzare i ricambi originali
Per alcuni DPI (autorespiratori, maschere a gas, etc.) è necessaria una manutenzione
preventiva
La garanzia decade in caso di manutenzione errata o non autorizzata dal fabbricante
3. Segnaletica di sicurezza
In prossimità della zona in cui è presente il rischio, si segnala l’obbligo di indossare i DPI. Se il
rischio è genericamente presente nel locale il cartello potrà essere affisso all’ingresso mentre se il
rischio è solo in una zona o, per esempio, in prossimità di un macchinario andrà affisso nelle sue
vicinanze. Questi segnali sono obbligatoriamente tondi con pittogrammi bianchi su fondo blu.
Marcatura dei DPI
I DPI sono divisi in tre categorie a seconda della gravità dei rischi dai quali sono destinati a
proteggere, le tre categorie hanno regole diverse per quanto riguarda l’apposizione del marchio
CE.
I°
Rischi di danni fisici di
lieve entità di cui la
persona che usa i DPI
abbia la possibilità di
percepire il progressivo
verificarsi degli effetti lesivi
II°
Tutti i rischi non coperti
dalle altre categorie
III°
Rischi di morte o di lesioni
gravi e di carattere
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Azioni lesive di lieve entità prodotte da
strumenti metallici. Azioni lesive di
lieve entità causate da prodotti
detergenti. Contatto o urti con oggetti
caldi che non espongano ad una
temperatura superiore ai 50 °C.
Ordinari fenomeni atmosferici nel
corso di attività professionali. Urti lievi
e vibrazioni inidonei a raggiungere gli
organi vitali ed a provocare lesioni di
carattere permanente. Azione lesiva
dei raggi solari
Simbolo CE. (Attestato di
certificazione rilasciato da organismo
notificato previa verifica del prototipo)
Inquinamento dell’atmosfera
respirabile o deficienza di ossigeno
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Simbolo CE
(Dichiarazione di
conformità del
fabbricante o
mandatario
CE + n° di
riconoscimento
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permanente di cui la
persona che usa i DPI non
abbia la possibilità di
percepire
tempestivamente la
verificazione istantanea
degli effetti lesivi
nella stessa. Aggressioni chimiche e
radiazioni ionizzanti. Temperatura
d’aria non inferiore a 100°C o non
superiore a –50 °C. Cadute dall’alto.
Tensioni elettriche pericolose
dell’organismo
notificato che ha
rilasciato la
certificazione o ha
effettuato le verifica
annuale del sistema di
qualità del fabbricante
(Attestato di
certificazione
Indumenti ad alta visibilità
La norma EN471 specifica le caratteristiche che devono avere i capi aventi lo scopo di segnalare
visivamente la presenza dell’utente, al fine di rivelarlo e di renderlo ben visibile in condizioni di
pericolo, in tutte le condizioni di luminosità di giorno e di notte alla luce dei fari.
Ci sono tre classi di indumenti di segnalazione. Questi devono avere delle determinate superfici di
materiale con base fluorescente e di materiale retroriflettente o in alternativa costituiti da una
superficie di materiale con carattere combinato. Ogni classe deve avere delle superfici minime di
materiale con cui è fatto il capo e questo in conformità alla seguente tabella
Materiale di base fluorescente
Materiale retroriflettente
Materiale con caratteristiche combinate
Abbigliamento
di classe 3
0,80
Abbigliamento
di classe 2
0,50
Abbigliamento
di classe 1
0,14
0,20
0,13
0,10
no
no
0,20
Classe 3
La classe 3 definisce il grado di visibilità più elevato. Ad esempio: giacche con maniche lunghe,
parka, completo giacca/pantaloni.
- Classe 2
La classe 2 definisce un livello intermedio di visibilità. Ad esempio : gilet, casacche.
- Classe 1
La classe 1 definisce il livello di visibilità più debole. Ad esempio: le bretelle.
- Classe di superficie del materiale di base fluorescente (da 0 a 3):
Determina la classe del materiale visibile retroriflettente e fluorescente.
- Classe del materiale retroriflettente (da 0 a 2):
Determina la classe del materiale retroriflettente in funzione del suo coefficiente di retroriflessione.
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La marcatura deve essere presente sul prodotto stesso o stampata su un etichetta attaccata al
prodotto, messa in modo che sia visibile o leggibile.
Inoltre devono essere presenti il nome e il marchio commerciale, la designazione del tipo di
prodotto, la taglia, il numero della norma appropriato, l’etichetta per la manutenzione, i pittogrammi
e, se necessario, i livelli delle prestazioni. La “i” riportata sul pittogramma indica l’obbligo per
l’utilizzatore di consultare le istruzioni del fabbricante.
Nella confezione devono essere riportate le istruzioni per l'uso
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Protezione del capo
Gli elmetti ed i caschi sono copricapi a coppa, generalmente di materiale plastico resistente
(policarbonato termoplastico) o rinforzato (fibra di vetro) o metallico (alluminio o altra lega leggera)
usati come protezione della testa dall'impatto e dalla caduta di oggetti.
Sono destinati a proteggere le zone parietali, la sommità del capo e la nuca, quindi la parte della
testa compresa al di sopra di un piano orizzontale di riferimento (basic-plane) delimitato dalle linee
congiungenti la sommità del condotto uditivo esterno con il bordo inferiore dell'orbita.
Il grado di protezione che possono offrire caschi ed elmetti è condizionato, da una parte, dai limiti
fisiologici di tollerabilità della sollecitazione d'urto, dall'altra da difficoltà di ordine tecnico connesse
alla realizzazione di un mezzo che deve, nello stesso tempo, possedere una adeguata resistenza
meccanica, una elevata capacità ammortizzante ed un peso non elevato.
Le principali caratteristiche che caschi ed elmetti devono possedere sono:
1) assorbimento agli urti
2) resistenza alla perforazione
3) resistenza alla pioggia ed alla luce solare
4) ininfiammabilità
5) proprietà dielettriche (tensione di perforazione non inferiore a 10 kV).
Il copricapo (elmetto) deve soddisfare a specifiche condizioni in relazione alla natura del rischio
esistente (antiurto, anticaduta, dielettrico, ignifugo, ecc.).
Gli elmetti ed i copricapi sono realizzati in modo da assorbire l'energia d’urto tramite la distruzione
totale o parziale della calotta e della bardatura; il danno parziale può non essere immediatamente
visibile, quindi, qualsiasi protettore sottoposto a un grave urto deve essere sostituito.
Per salvaguardare l’integrità del DPI è vietato modificare o togliere uno qualsiasi dei componenti
originali, in modo diverso da quello raccomandato dal fabbricante, che applicare vernice, solventi,
adesivi o etichette autoadesive, se non in conformità con le istruzioni del fabbricante.
Ogni elmetto o copricapo deve riportare una marcatura stampata o impressa con le informazioni
seguenti:
a) numero della presente norma;
b) nome o marchio di identificazione del fabbricante;
c) anno e trimestre di fabbricazione;
d) tipo di elmetto (designazione del fabbricante) sia
sulla calotta sia sulla bardatura;
e) taglia o gamma di taglie (in centimetri) sia sulla
calotta sia sulla bardatura.
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Protezione delle mani
La scelta dei guanti deve essere appropriata al tipo di attività svolta.
Per la scelta del guanto adatto è di essenziale importanza richiedere verso quali sostanze e a quali
concentrazioni sono stati testati è perciò necessario consultare sempre la nota informativa. I
materiali più comunemente utilizzati sono lattice, nitrile, butile, PVC etc.; per quelli privi di supporto
tessile all’interno è possibile utilizzare un sottoguanto in maglia che eviti il contatto diretto con la
pelle. Si ricorda che non è trascurabile la percentuale di persone allergiche al lattice è bene perciò
accertarsi di tali condizioni personali prima di fornire guanti di questo materiale, in questi casi è
necessario consultare anche il Medico Competente.
• I guanti monouso non devono mai essere riutilizzati
• Devono essere indossati tutte le volte che esiste un potenziale rischio di contatto con la pelle
• Per la scelta del materiale è necessario riferirsi alle tabelle specifiche.
• E’ necessario lavarsi sempre le mani dopo essersi tolti i guanti
Protezione degli occhi
Gli occhiali, insieme agli schermi ed alle visiere, sono i più importanti dispositivi di protezione
individuale (DPI) degli occhi contro i rischi meccanici (poveri, trucioli, schegge), ottici (raggi UV ed
IR, laser), chimici (vapori, nebbie e fumi, soluzioni acide ed alcaline) e termici (il freddo può
causare lacrimazione protratta, il calore può provocare infiammazioni o ustioni), generalmente tra
loro variamente associati nella maggior parte dei luoghi di lavoro (saldatura, fotocomposizione,
laboratori, industria metalmeccanica e del legno in particolare).
La protezione degli occhi contro diversi pericoli che potrebbero danneggiare l'occhio o alterare la
visione si può realizzare con diversi dispositivi anche in funzione della necessità di proteggere
l’intero volto:
1. Occhiali con o senza schermi laterali
2. Occhiali a visiera/maschere
3. Schermi facciali (incorporano generalmente fascia girotesta, protezione anteriore, elmetto,
cappuccio di protezione o altro dispositivo di supporto adeguato)
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4. Schermi a mano per la saldatura (dispositivo a mano che protegge gli occhi, il viso e il
collo).
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Protezione dei piedi
La scarpa di sicurezza è un dispositivo di protezione individuale atto a proteggere i piedi contro le
aggressioni esterne (schiacciamento, ustioni da scintille, fluidi caldi o scorie, freddo, perforazioni,
vibrazioni) e nel contatto verso il suolo (pericoli di scivolamento nel suolo roccioso o fangoso, su
superfici cosparse di olio o grasso o scorie incandescenti) mediante l'impiego di uno o più
particolari accorgimenti tecnologici quali l'adozione di puntale d'acciaio e/o di lamina metallica
antiperforazione (in alternativa al metallo si possono utilizzare materiali elettricamente non
conduttori ma di equivalente capacità protettiva), la predisposizione di particolari rilievi delle suole,
di impermeabilizzazione, il conferimento di resistenza al calore, l'adozione di protezione dei
malleoli, di un sistema di sfilamento rapido.
Tutte le scarpe antinfortunistica devono essere marcate in modo chiaro e indelebile, per esempio,
tramite stampa o marcatura a caldo, con le seguenti informazioni:
- Taglia
- Designazione tipo del fabbricante
- Marchio di identificazione del fabbricante
- Data di fabbricazione (o almeno trimestre e anno)
- Paese del fabbricante
- Riferimento alla norma europea
- Simbolo appropriato alla protezione fornita o, se è necessario, la categoria appropriata (SB,
S1,….S5)
Si distinguono due codici che corrispondono ad una serie di requisiti di base (categoria SB) diversi
a seconda del materiale e del tipo di lavorazione:
I
II
Calzature di cuoio e altri materiali, escluse calzature interamente di gomma o materiale
polimerico
Calzature interamente di gomma (completamente vulcanizzate) o materiale polimerico
(completamente stampate)
Ai requisiti di base si aggiungono dei requisiti supplementari per applicazioni particolari definiti
come segue:
Simbolo
A
E
WRU
P
CI
HI
C
HRO
Requisito
Calzatura antistatica
Assorbimento di energia al tallone
Impermeabilità dinamica del tomaio
Lamina antiforo
Isolamento dal freddo
Isolamento dal calore
Calzatura conduttiva
Resistenza al calore per contatto
Sono previste anche delle categorie che contemplano alcune delle combinazioni più diffuse fra
requisiti di base e requisiti supplementari:
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Categoria
Requisito di
base
SB
S1
I
S2
S3
S4
S5
I
I
II
II
Requisiti supplementari
I oppure II
Zona del tallone chiusa, proprietà antistatiche, assorbimento di
energia al tallone
S1 + impermeabilità dinamica del tomaio
S2 + lamina antiforo
Proprietà antistatiche, assorbimento di energia al tallone
S4 + lamina antiforo
La scelta di calzature inadatte può comportare molti problemi all’operatore. Peso eccessivo, cattiva
traspirazione, suola troppo rigida o scelta inadatta rispetto al tipo di suolo su cui dovranno essere
usate possono fare in modo che l’operatore rinunci all’utilizzo esponendosi così a rischio.
Protezione dell’apparato uditivo
Il rumore è un problema presente in moltissime situazioni lavorative: per questo esistono diversi
tipi di protettori ed è importante delineare i criteri di scelta per garantire ai lavoratori il protettore più
idoneo.
La protezione dell'apparato uditivo è basata sull'impiego di mezzi atti a ridurre l'intensità dell'onda
sonora che raggiunge l'orecchio. I mezzi individuali sono rappresentati dai tappi di lanapiuma o di
altro materiale, filtri acustici e cuffie.
Inserti auricolari (tappi)
Vengono introdotti nel condotto uditivo esterno e sono consigliati per pressioni sonore inferiori a
95/100 dB(A) e quando il dispositivo viene utilizzato per lunghi periodi durante la giornata. La loro
attenuazione va da 15 a 20 dB(A).
Si indossano sollevando il padiglione auricolare in modo da raddrizzare il condotto uditivo e
favorire l’introduzione del tappo ruotandolo leggermente. Bisogna maneggiarli con le mani pulite ed
essere sicuri, nel caso di inserti riutilizzabili, delle loro condizioni igieniche.
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2. LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI, ERGONOMIA E MOVIMENTI
RIPETITIVI
Movimentazione dei carichi e movimenti ripetitivi
Per movimentazione manuale dei carichi si intende quel complesso di operazioni di trasporto o di
sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre,
tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle
condizioni ergonomiche sfavorevoli, possono comportare rischi di lesioni dorso-lombari.
L’allegato VI del D.Lgs. 626/94 può essere utilizzato come punto di riferimento per riconoscere
l’esistenza di caratteristiche o condizioni ergonomiche sfavorevoli. Tale allegato nello specificare
quali sono le caratteristiche del carico che potrebbero costituire un rischio per il tratto dorsolombare indica un carico troppo pesante (Kg.30); ingombrante (se può impedire la visibilità) o
difficile da afferrare. Gestanti e madri fino a sette mesi dopo il parto non devono essere adibite a
sollevamento e trasporto di pesi (L.1204/71 e D.Lgs.645/96)
I seguenti valori sono considerati limite per quanto riguarda il sollevamento dei pesi:
• 30 kg maschi adulti
• 20 kg femmine adulte
Caratteristiche del carico.
La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio per il tratto dorso-lombare nei
casi seguenti:
- il carico è troppo pesante (kg 30);
- è ingombrante o difficile da afferrare;
- è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi;
- è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una certa distanza
dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco;
- può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in
particolare in caso di urto.
Sforzo fisico richiesto .
Lo sforzo fisico può presentare un rischio per il tratto dorso-lombare nei seguenti casi:
- è eccessivo;
- può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco;
- può comportare un movimento brusco del carico;
- è compiuto con il corpo in posizione instabile.
Caratteristiche dell'ambiente di lavoro .
Le caratteristiche dell'ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di rischio per il tratto
dorso-lombare nei seguenti casi:
- lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell'attività richiesta;
- il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o di scivolamento per le scarpe calzate
dal lavoratore;
- il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi
a un'altezza di sicurezza o in buona posizione;
- il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a
livelli diversi;
- il pavimento o il punto d'appoggio sono instabili;
- la temperatura, l'umidità o la circolazione dell'aria sono inadeguate.
Esigenze connesse all'attività .
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L'attività può comportare un rischio per il tratto dorso-lombare se comporta una o più delle
seguenti esigenze:
- sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo
prolungati;
- periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente;
- distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto;
- un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore.
Come Organizzare allora il lavoro durante la giornata
- Evitare di eseguire tutte le attività di movimentazione con ritmi troppo elevati;
- Alternare periodi con movimentazione manuale, ogni ora, con lavori leggeri riducendo in questo
modo la frequenza con periodi recupero frequenza di sollevamento e usufruendo di periodi di
recupero;
- Cambiare spesso posizione;
- Nei gesti ripetuti di sollevamento eseguiti anche in posti di lavoro ben progettati, per evitare
l’affaticamento e i danni alla schiena, è necessario rispettare il rapporto ideale previsto tra peso
sollevato e frequenza di sollevamento.
Peso del carico
Maschi Femmine
18 Kg
12 Kg.
15 Kg
10 Kg
12Kg
8 Kg
6 Kg
4 Kg
Frequenza di sollevamento
Tutta la giornata
1 volta/5 minuti
1 volta/minuto
2 volte/minuto
5 volte/minuto
Non sollevare manualmente da soli pesi superiori ai valori limite e comunque anche nel caso di
sollevamento di pesi inferiori occorre ricordare che molte affezioni alla schiena sono causate dal
modo ERRATO con cui si sollevano i pesi.
NON BISOGNA:
• flettere la schiena;
• spingere eccessivamente in avanti il tronco;
• sollevare a strattoni;
• spostare oggetti troppo ingombranti che impediscono la visibilità;
• trasportare oggetti camminando su pavimenti scivolosi o sconnessi o utilizzando scarpe
inadeguate.
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Sollevando e deponendo carichi pesanti ricordatevi
sempre di tenere:
il tronco eretto
la schiena ritta
il peso da sollevare il più possibile vicino al corpo
salda la posizione dei piedi
la presa sicura
i movimenti senza scosse
le calzature adeguate
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POSTURA
Quanto più forte è l'inclinazione del
tronco tanto maggiore risulta il
carico dei muscoli dorsali e dei
dischi intervertebrali. Pesi anche
leggeri possono pure risultare
pericolosi se sollevati con il tronco
inclinato in avanti.
Sollevando invece con la schiena
ritta il tronco s'incurva all'altezza
delle anche: i dischi non si
deformano; essi vengono sottoposti
ad uno sforzo regolare minimo. Se il
tronco è eretto si possono sollevare
pesi senza correre nessun rischio.
ALCUNE REGOLE GENERALI PER LA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
1. evitare di prelevare o depositare oggetti a terra o sopra l’altezza della testa;
2. evitare di torcere il tronco e di tenere il carico lontano dal corpo;
3. è preferibile spostare oggetti nella zona compresa tra l’altezza delle spalle e le nocche
(mani a pugno lungo i fianchi).
Se si deve sollevare da terra
• Non tenere le gambe dritte;
• Portare l’oggetto vicino al corpo e piegare le ginocchia: tenere un piede più avanti dell’altro
per avere più equilibrio.
Se si devono spostare oggetti
• Avvicinare l’oggetto al corpo;
• Evitare di ruotare solo il tronco, ma girare tutto il corpo, usando le gambe.
Se si deve porre in alto un oggetto
• Evitare di inarcare troppo la schiena;
• Non lanciare il carico;
• Usare uno sgabello o una scaletta.
Il travaso di prodotti liquidi
• Non travasare liquidi a schiena flessa, tenendo a terra il contenitore da riempire;
• Appoggiare il contenitore da riempire ad esempio su un piano di bilancia alzato da terra;
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•
Se si deve versare del prodotto in una bocca di carico: non tenere completamente sollevato
il contenitore soprattutto se è molto lontano dal corpo, appoggiarlo al piano di carico e
svuotarlo e sollevarlo completamente solo alla fine quando è mezzo vuoto; mantenersi il
più possibile vicino al punto di carico.
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3. LE SCALE
Premessa
L’impiego di scale a mano può comportare rischi, anche gravi, tanto per le persone che le usano
quanto per coloro che si dovessero trovare nelle immediate vicinanze. Il 2% di tutti gli infortuni sul
lavoro è avvenuto in concomitanza con l’uso di scale. Di questi, meno di un quinto è imputabile a
difetto delle scale ed il resto ad imprudenza o superficialità. E’ pertanto necessario attenersi alle
norme dettate dalla legge (DPR 547/55 artt.18 – 21) e dalla buona tecnica.
L’uso delle scale a mano, così come delle altre attrezzature messe a disposizione, comporta
precisi obblighi da parte del lavoratore, per cui egli è tenuto a:
- averne cura ed utilizzarle in modo appropriato e conforme all’istruzione ricevuta;
- astenersi dall’apportarvi modifiche di propria iniziativa;
- segnalare immediatamente al datore di lavoro o al preposto qualsiasi difetto od inconveniente
rilevato.
Rischi
I rischi connessi con l’uso delle scale portatili sono fondamentalmente riconducibili a:
- caduta dall’alto per perdita di equilibrio del lavoratore o sbilanciamento rispetto alla
mezzeria della scala;
- caduta dall’alto per slittamento o spostamento improvviso, rottura della scala, cedimento
e ribaltamento degli appoggi;
- caduta di oggetti durante il lavoro sulla scala;
- urti (contro ostacoli o contro la scala durante lo spostamento della stessa).
Requisiti di sicurezza delle scale
Le scale dotate di marchio di omologazione o di conformità sono da preferire.
Le scale semplici devono (DPR 547/55, art.18)
- essere costruite con materiale adatto alle condizioni di impiego;
- essere sufficientemente resistenti nell’insieme e nei singoli elementi;
- avere dimensioni appropriate all’uso;
- disporre di dispositivi antisdrucciolevoli alle estremità inferiori dei due montanti e
dispositivi antisdrucciolevoli o ganci alle estremità superiori o, in alternativa ai dispositivi superiori
ed inferiori, dispositivi di trattenuta superiori anche scorrevoli su guide.
Le scale doppie devono (DPR 547/55, art.21)
- avere un’altezza non superiore a m 5;
- essere provviste di catena o altro dispositivo che ne impedisca l’apertura oltre il limite di
sicurezza.
Le scale semplici più sicure sono quelle dotate di dispositivo di appoggio o di agganciamento in
alto. Quelle scorrevoli lateralmente devono essere dotate di un sistema di bloccaggio, che ne
impedisce lo spostamento sotto carico.
Le scale doppie, per garantire la stabilità fin negli ultimi gradini, è opportuno terminino in alto con
una piccola piattaforma e con i montanti prolungati di almeno cm 60, 70 al di sopra di essa. Anche
quando gli stessi correnti siano sagomati in modo da impedire l’apertura oltre il limite previsto è
necessario dotare la scala di catene o tiranti, che assolvono anche allo scopo di impedire il transito
di persone sotto la scala aperta.
Operazioni preliminari
E’ necessario, in primo luogo, avere ben chiaro il lavoro da fare ed orientarsi previamente sulla
scelta del sistema e delle attrezzature da utilizzare.
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Una cattiva collocazione della scala in rapporto alla posizione ideale per il lavoro potrebbe indurre
l’utilizzatore a commettere pericolose leggerezze (come tentare di muovere la scala con persona a
bordo o di eseguire il lavoro operando in posizione sbilanciata).
Pertanto deve essere valutata a priori la disponibilità di spazio per la collocazione della scala, la
solidità degli appoggi al piano di calpestio e, se non si tratta di scala doppia o a forbice, degli
appoggi superiori.
Le scale che portano a posti rialzati devono sporgere con entrambi i montanti di un metro dal piano
di accesso superiore. Non è ammesso operare prolunghe improvvisate, inchiodando listelli alla
scala perché oltrepassi il piano di accesso superiore.
Occorre tenere presente che stando sulla scala si possono eseguire solo piccoli lavori di breve
durata. Lavori di tinteggiatura e di rifacimento dell’intonaco, ad esempio, esigono la disponibilità di
impalcature o attrezzature equivalenti.
Occorre inoltre escludere il caso che si debba salire e/o scendere dalle scale sostenendo pesi o
anche materiali ingombranti che possano ridurre pericolosamente la visuale, le possibilità di
ancoraggio o l'equilibrio.
Eseguite le scelte e le valutazioni di cui ai punti precedenti, prima di procedere alla
movimentazione della scala, se non lo si è già fatto, indossare i DPI previsti (casco di protezione
industriale, guanti di protezione dalle aggressioni meccaniche e, se non generano un intralcio tale
da sconsigliarne l’uso durante il lavoro sulle scale, calzature antinfortunistiche). Se è prevista la
permanenza in sommità, è necessario munirsi di cintura di sicurezza e individuare il punto di
aggancio più opportuno.
Utilizzazione delle scale
La base di appoggio deve essere robusta ed antisdrucciolevole. E’ assolutamente indispensabile
evitare l’inserimento di materiali di fortuna (ad esempio tavole o casse) come base di appoggio, in
quanto ciò rende precaria la stabilità dell’insieme e difficili da valutare le condizioni di equilibrio
statico.
Il punto di appoggio superiore deve essere altrettanto affidabile. Occorre valutare la resistenza ed
il tipo di superficie di cui l’appoggio è costituito. Superficie mobili o umide, ricoperte di alghe,
muschio o ghiaccio non forniscono alcuna garanzia. E’ da considerare insufficiente l’appoggio
costituito dallo spigolo di un pilastro o da un palo contro un piolo della scala.
L’opportuna inclinazione della scala costituisce un parametro fondamentale di sicurezza. La
distanza del punto di appoggio inferiore dal piano verticale deve essere all'incirca 1/4 della
lunghezza della scala. Nel caso di scale a forbice, per contro, è estremamente importante che i
punti di appoggio si trovino sullo stesso piano. Occorre inoltre verificare che al momento della
salita le catene di sicurezza o gli altri dispositivi previsti siano tesi. Ciò serve ad evitare che il carico
provochi un brusco movimento di assestamento dei montanti ed una conseguente perdita di
equilibrio o addirittura la rottura delle catenelle. Questo fenomeno è ovviamente più facile a
verificarsi nelle scale con correnti metallici, dotati di più elevata elasticità.
L’utilizzatore deve sempre essere orientato nel verso proprio (con il viso rivolto alla scala) sia che
salga sia che scenda sia che lavori. E’ pericoloso discendere da una scala portatile come se fosse
una scala fissa (con le spalle rivolte alla scala) così come posizionarvisi a cavalcioni: in questo
caso la spinta eventualmente esercitata sull’utensile che si sta eventualmente utilizzando può
compromettere l’equilibrio di tutto il sistema.
Non si deve salire fino all’ultimo piolo della scala: una tale posizione comporta intralcio, fatica
aggiuntiva e rischio di perdita dell’equilibrio.
Sono pericolosi gli spostamenti laterali della persona: il centro di gravità deve rimanere sempre
compreso tra i correnti della scala.
Le norme prevedono inoltre che quando l’uso delle scale, per la loro altezza o per altre cause,
comporti pericolo di sbandamento, esse devono essere adeguatamente assicurate da altra
persona che durante l’esecuzione dei lavori deve esercitare da terra una continua sorveglianza
della scala.
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Manutenzione
Le scale, in particolare, devono essere controllate regolarmente e sottoposte almeno una volta
l’anno ad una revisione approfondita. Le scale in cattivo stato non devono essere utilizzate.
Le scale danneggiate o deteriorate (con pioli mancanti o rotti) sono da mettere subito fuori uso.
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4. IL RISCHIO ELETTRICO
Definizioni
Gli infortuni connessi all'utilizzo dell'energia elettrica sono tra i più numerosi (sia in ambito
industriale che domestico) e, nella maggior parte dei casi, danno come conseguenze lesioni gravi
o mortali.
Le disposizioni legislative in materia di rischio elettrico sono in particolare quelle contenute nel
titolo VII del D.P.R. 27/4/55 nº 547, parte delle quali sono state sostituite o integrate da altre leggi e
circolari ministeriali. Dal punto di vista tecnico le leggi fanno spesso riferimento alle norme
elaborate dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
Grandezze fondamentali
Per comprendere quali siano i rischi connessi con l'utilizzo dell'energia elettrica bisogna introdurre
tre grandezze fondamentali:
- l'intensità di corrente, ovvero la quantità di corrente che passa attraverso un conduttore. Si
misura in Ampere (A); molto usato è anche un suo sottomultiplo il milliAmpere (1 mA=
0.001A)
- ;la resistenza, che si può considerare come la proprietà dei materiali di opporsi al passaggio
della corrente elettrica, quindi essa è elevata per le sostanze isolanti (come la plastica o la
gomma), mentre è bassa per i materiali conduttori (metalli). Si misura in Ohm (V);
- la tensione, che si misura in Volt (V) ed è legata alla resistenza e all'intensità di corrente
dalla legge di Ohm:
CORRENTE =
TENSIONE
RESISTENZA
Si può notare che a parità di tensione la corrente è tanto più elevata quanto più è bassa la
resistenza.
Effetti della corrente elettrica sul corpo umano
In caso di infortunio elettrico i danni saranno tanto maggiori quanto più è alta la corrente che
circola attraverso il corpo umano. Questa corrente, in base alla legge di Ohm, è legata alla
tensione con cui si viene a contatto e alla resistenza che il corpo umano offre al passaggio di
corrente. Questa resistenza non è costante e dipende da numerosi fattori quali: superficie e
pressione di contatto, umidità della pelle e del terreno, scarpe indossate (isolanti o meno).
Le conseguenze del passaggio della corrente elettrica attraverso il corpo umano dipendono, oltre
che dalla sua intensità, dalla durata dello shock elettrico e dal suo percorso. Le conseguenze più
gravi si hanno quando la corrente elettrica attraversa la testa e il torace.
I principali effetti del passaggio di corrente elettrica attraverso il corpo umano sono:
Valori di
corrente
Definizione
Effetti
Non si hanno rischi o pericoli per la salute
3-10 mA
SOGLIA DI
PERCEZIONE
ELETTRIFICAZIONE
10 mA
TETANIZZAZIONE
1-3 mA
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Produce una sensazione di formicolio più o meno forte e
può provocare movimenti riflessi.
Si hanno contrazioni muscolari.
Se la parte in tensione è stata afferrata con la mano si
può avere paralisi dei muscoli, rendendo difficile il
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Valori di
corrente
Definizione
25 mA
DIFFICOLTA’
RESPIRATORIE
25-30 mA
ASFISSIA
60-75 mA
FIBRILLAZIONE
Effetti
distacco.
Si hanno a causa della contrazione di muscoli addetti alla
respirazione e del passaggio di corrente per i centri
nervosi che sovrintendono alla funzione respiratoria.
La tetanizzazione dei muscoli della respirazione può
essere tale da provocare la morte per asfissia.
Se la corrente attraversa il cuore può alterarne il regolare
funzionamento, provocando una contrazione irregolare e
disordinata delle fibre cardiache che può portare alla
morte.
Inoltre il passaggio di corrente attraverso i tessuti provoca un aumento di temperatura. Valori di
corrente di alcuni mA/mmq per qualche secondo possono già provocare ustioni. Valori dell'ordine
di 50 mA/mmq provocano la carbonizzazione della pelle e anche dei tessuti più interni in pochi
secondi.
Altri effetti indiretti dello shock elettrico possono essere colpi contro oggetti e cadute dall'alto.
Gli infortuni di tipo elettrico si hanno quando una persona entra in contatto con la corrente elettrica.
Contatti diretti
Contatto accidentale di una parte del corpo con elementi che nel normale funzionamento sono in
tensione (es. un conduttore, un morsetto, l'attacco di una lampada, ecc.).
E' un infortunio tipico di alcune categorie di lavoratori, (es. elettricisti) che a causa delle mansioni
svolte si trovano a dover operare su parti elettriche in tensione.
E’ comunque possibile che tale fenomeno si riscontri anche in
altre categorie di lavoratori a causa di interventi di manutenzione
carenti o impropri, o a causa di manomissione di
attrezzature/apparecchiature.
Contatto Indiretto
Contatto accidentale di una parte del corpo con parti di apparecchiatura che durante il normale
funzionamento non è in tensione ma che si trova in tensione in seguito ad un malfunzionamento
In genere in un contatto indiretto solo una parte della corrente di guasto circola attraverso il corpo
umano, il resto della corrente passa attraverso i
contatti a terra della massa metallica.
Nonostante ciò non bisogna pensare che i
contatti indiretti siano meno pericolosi di quelli
diretti proprio perché possono portare
all'infortunio elettrico durante il normale uso di
attrezzi e utensili elettrici.
Arco elettrico
Fenomeno fisico di ionizzazione dell’aria con produzione di calore intenso, di gas
tossici e raggi ultravioletti, che si innesca a seguito di corto circuito. E’ un effetto tipico
del corto circuito specialmente in impianti elettrici ad alto potenziale; è molto pericoloso
in quanto provoca il raggiungimento di temperature elevatissime in grado di fondere
anche materiali molto resistenti, con conseguente pericolo di innesco di incendio e
produzione di gas tossici.
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Innesco di esplosioni e incendi
L’incendio è forse l’evento negativo più grave e più frequente legato all’impiego dell’energia
elettrica. Tale fenomeno è associabile ad una o più delle seguenti cause:
- cattiva realizzazione/progettazione degli impianti elettrici,
- carente manutenzione degli stessi,
- scorretto utilizzo di apparecchiature ad alimentazione elettrica (ad es. uso di prolunghe,
spine multiple, ciabatte)
L'incendio si innesca in seguito ad un arco elettrico che scaturisce da corto circuiti oppure a
causa di fenomeni di sovracorrenti (sovraccarichi) che possono innalzare la temperatura dei
componenti elettrici sino a provocarne l’innesco.
Dove è presente il rischio elettrico
Le situazioni di rischio più probabili sono associate:
- ad interventi tecnici effettuati sotto tensione senza adottare le dovute cautele
- alla realizzazione di impianti o parti di essi non idonei all'uso o all'ambiente in cui sono installati
- all'uso di componenti elettrici non completamente integri (conduttori con isolamento deteriorato,
prese o spine spaccate, ecc.)
- all'uso scorretto di utilizzi ad alimentazione elettrica (uso di spine multiple, ciabatte o adattatori)
Prevenzione del rischio elettrico
La prima precauzione da adottare è far installare impianti elettrici a cura di personale abilitato
in modo da garantire conformità alle norme ed ai criteri di sicurezza.
La protezione dai contatti diretti, si attua attraverso la segregazione delle parti elettriche in
tensione attraverso schermi isolanti (es. isolanti dei cavi) oppure attraverso distanziatori meccanici
che impediscono l’avvicinamento alle parti in tensione.
La protezione dai contatti indiretti, si attua essenzialmente mediante accorgimenti impiantistici,
come la messa a terra delle apparecchiature metalliche e la protezione differenziale costituita da
particolari dispositivi (cosiddetti "salvavita") che interrompono le correnti di dispersione delle reti
elettriche a valori molto bassi (ad es. 0.03 A.).
Un altro sistema di protezione da tali fenomeni, consiste nell’utilizzo esclusivo di apparecchiature
elettriche definite a doppio isolamento, in cui l’involucro che racchiude la parte elettrica attiva, è
costituito da due strati protettivi di cui quello esterno è sempre in materiale non conduttivo
(isolante es. plastica). Gli apparecchi a doppio isolamento sono individuabili dal simbolo
rappresentato a lato (doppio quadrato) e non devono essere collegati a terra.
La protezione da arco elettrico e dall'incendio elettrico è fondamentalmente basata sulla
corretta realizzazione dell’impianto elettrico in base alle norme di buona tecnica.
Tuttavia, è bene sottolineare che anche impianti ed apparecchi elettrici correttamente
dimensionati e selezionati possono diventare molto pericolosi quando non sono utilizzati
secondo criteri di sicurezza. A tal fine è necessario osservare alcune elementari avvertenze:
-
-
non introdurre né utilizzare apparecchiature non fornite dall'azienda (ad es. piastre elettriche,
caffettiere elettriche);
evitare riparazioni o interventi "fai da te" (in particolare spine, adattatori, prese multiple,
prolunghe). Ad esempio, l'alimentazione di più apparecchi da una sola presa può provocare il
riscaldamento dei conduttori e della presa stessa con pericolo di innesco di incendio. E' invece
necessario richiedere l'installazione di un numero adeguato di prese adatte;
non utilizzare apparecchiature elettriche per scopi non previsti dal costruttore;
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-
-
ricordarsi che spesso i conduttori di un impianto elettrico sono incassati nei muri; usare quindi
la dovuta attenzione nel piantare chiodi o nel forare le pareti;
prestare particolare attenzione all'uso di apparecchi elettrici nei locali umidi (ad es. i bagni)
oppure con mani o piedi bagnati: in questi casi possono diventare pericolose anche tensioni
che abitualmente non lo sono;
segnalare prontamente al Datore di lavoro o al Responsabile del Servizio di Prevenzione e
Protezione ogni situazione anomala (senso di scossa nel toccare un'apparecchiatura,
scoppiettii provenienti da componenti elettrici, odore di bruciato proveniente dall'interno di
un'apparecchiatura, ecc.) nonché eventuali cattive condizioni manutentive di impianti o
apparecchiature.
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Intervento di primo soccorso in caso di folgorazione
E' bene distinguere le folgorazioni da corrente per uso domestico o industriale, in cui la tensione è
inferiore a 1000 volts, dalle folgorazioni in cui il voltaggio supera i 1000 volts.
Questa distinzione è importante in quanto il comportamento del soccorritore dovrà essere diverso
nei due casi.
Di solito l'alta tensione viene indicata con una freccia a zig-zag, che ricorda un fulmine, di colore
rosso.
Pericoli
La corrente può determinare 4 tipi di lesione :
- Nel punto di contatto con il cavo elettrico si crea una ustione, per cui la pelle resta
semicarbonizzata lungo tutto il percorso della corrente.
- Contrazione invincibile dei muscoli, che solo se la corrente è bassa (sotto i 9 mA) permette il
distacco volontario dalla fonte della corrente. Al di sopra dei 9 mA il soggetto non è più in
grado di staccarsi, e se per esempio, è rimasto appeso a un cavo a una certa altezza,
rimarrà sospeso finchè non venga staccata la corrente.
- Arresto della respirazione, in quanto si bloccano anche i muscoli che regolano la
respirazione.
- Arresto del cuore, in quanto anche il cuore è un muscolo.
Pronto intervento (Corrente fino a 1000 Volts)
- Staccare la corrente (aprendo l'interruttore, staccando la spina, togliendo le valvole di
sicurezza, ecc.).
- Se non si può, o se si dovesse impiegare troppo tempo, a togliere la tensione, è necessario
staccare l'infortunato dalla fonte di corrente; per non rimanere a propria volta folgorati, è
indispensabile isolarsi, salendo sopra un'asse di legno asciutto o sopra stoffa asciutta o su uno
strato di giornali ripiegati.
- Per staccare il folgorante dalla corrente, ci si può servire di bastoni di legno, cinture di cuoio,
tubi di gomma o, alla peggio, si può trascinarlo via tirandolo per i vestiti senza toccargli la pelle,
sempre che i vestiti siano ben asciutti.
- Non toccare pareti o altri oggetti durante tale manovra.
- Controllare subito il polso e il respiro.
- Se si ha arresto respiratorio e/o cardiaco iniziare subito la rianimazione cardiorespiratoria,
come già detto in precedenza.
- Proteggere le ustioni con materiale sterile o almeno ben pulito.
Pronto intervento (Corrente oltre i 1000 Volts)
- Non avvicinarsi a meno di 4-5 metri dall'elemento in tensione, per evitare "l'arco voltaico".
- Togliere senz'altro la tensione.
- Per il resto vale quanto detto per i casi in cui la tensione è inferiore a 1000 Volts.
- Se il folgorato è cosciente si può dargli da bere acqua e sale.
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5. UTILIZZO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI
Definizioni
Per videoterminale ( VDT ) si intende qualsiasi apparecchiatura dotata di schermo alfanumerico o
grafico, a prescindere dal tipo di visualizzazione costituite da personal computer, sistemi di video
scrittura, di elaborazione dati, di testi o immagini.
Per posto di lavoro si intende l’insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale,
eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, ovvero software per
l’interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse, comprendenti
l’unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di
lavoro, nonché l’ambiente immediatamente circostante.
Per lavoratore si intende il lavoratore che utilizza una attrezzatura munita di videoterminali, in
modo sistematico o abituale, dedotte le interruzioni, per almeno 20 ore settimanali.
Fattori di rischio
L’uso di videoterminali comporta per i lavoratori una serie di rischi derivanti da molteplici fonti.
I principali fattori di rischio sono:
1. Posture incongrue e movimenti ripetitivi.
Le posture incongrue e i movimenti ripetitivi
Il lavoro si svolge in posizione seduta e spesso prolungata, per cui particolare attenzione deve
essere prestata al tipo di arredamento.
Le operazioni di digitazione su tastiera avvengono con movimenti ripetitivi e rapidi delle dita con le
braccia sovente non appoggiate.
2. Stress e fatica mentale
Lo stress negli lavoratori addetti ai VDT si manifesta a causa di:
caratteristiche di contenuto della mansione svolta;
rapporto conflittuale con il PC;
ridotti rapporti interpersonali
fattori ambientali sfavorevoli
3. Qualità dell’aria.
La qualità dell’aria negli uffici è influenzata da diversi fattori:
l’aria prelevata dall’esterno deve essere della miglior qualità possibile, evitando che eventuali
impianti di condizionamento prelevino l’aria esterna da zone fortemente inquinate.
l’aria che circola all’interno dell’ufficio è soggetta alla presenza di microrganismi come funghi e
virus;
inoltre, l’aria interna è inquinata anche dalla presenza di materiali di arredo come le fotocopiatrici,
che rilasciano nell’aria ozono.
4. Microclima.
Elemento di rischio riguardo il microclima è la mancata osservanza di un regime di confort termico,
cioè il disagio da caldo o da freddo, l’eccessiva secchezza dell’aria, gli spifferi o la disomogeneità
termica tra le varie parti dell’ufficio.
5. Illuminazione.
L’illuminazione può essere inadeguata per quantità e qualità.
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Riguardo la quantità sia la scarsa che l’eccessiva illuminazione possono provocare disturbi e
affaticamenti delle funzioni visive
Per quanto riguarda la qualità, è preferibile l’illuminazione naturale, è importante evitare i riflessi ed
abbagliamenti, curando la qualità della luce artificiale, il posizionamento dei posti di lavoro rispetto
alle fonti, la manutenzione delle stesse, il tipo e la qualità degli arredi.
6. Rumore.
Negli uffici le maggiori fonti di rumore sono costituite dalle macchine da scrivere, dalle stampanti e
da altri strumenti di lavoro come fotocopiatrici, telefoni.
I livelli si mantengono comunque generalmente sotto i valori considerati nocivi per la funzione
uditiva, ma superano di sovente i livelli di 55 dBa, livello consigliato per garantire le attività mentali
tipiche del lavoro di ufficio.
Le radiazioni e i campi elettromagnetici
I VDT possono essere sorgente di emissione di diversi radiazioni:
a) radiazioni X;
b) radiazioni UV;
c) radiazioni IR;
ma l’entità di queste attualmente trasmesse sono estremamente modeste perciò non comportano
rischi specifici.
Inoltre i VDT emettano campi elettromagnetici, ma la presenza della marcatura CE sul VDT
comporta che tali campi sono mantenuti al di sotto dei limiti raccomandati.
Conseguenze di uso scorretto dei vdt
Dall’esame dei fattori di rischio derivanti dall’uso dei VDT ne derivano una serie di patologie e di
disturbi raggruppabili in:
1. disturbi da affaticamento mentale;
I disturbi mentali sono la conseguenza principalmente del fattore stress, ma anche del fattore
rumore.
I disturbi maggiormente riscontrati si suddividono in due categorie:
- disturbi con manifestazione di tipo emozionale, quali ansietà, depressione, irritabilità;
- disturbi di tipo psicosomatico, quali insonnia, anoressia, epigalstralgie.
2. disturbi all’apparato muscolo-scheletrico;
I problemi posturali sono strettamente correlati all’utilizzo dei VDT in quanto la posizione seduta
protratta, sia essa ortodossa, sia essa scorretta, costituisce la causa principale di disturbi
all’apparato muscolo scheletrico.
I disturbi lamentati vanno dal fastidio al dolore, e colpiscono per lo più disturbi cronici alla colonna
vertebrale e infiammazione di muscoli e tendini, ma anche la congestione venosa a livello del
bacino e, nelle lavoratrici, infiammazioni e infezioni vaginali.
3. Cumulative trauma desorders (CDT)
Per CDT si intendono i disturbi, causati da lavori ripetitivi senza pause adeguate, che colpiscono i
tendini, soprattutto del polso, provocando parestesie e formicolio agli arti superiori. Inoltre sono
possibili episodi di algie e crampi.
4. Disturbi dell’apparato visivo
Questi disturbi sono sicuramente i più intensi poiché l’attività lavorativa al VDT comporta una
considerevole sollecitazione dell’appartato oculo-visivo.
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Infatti, la visione occupazionale ravvicinata, protratta e statica, con scarsa possibilità di alternanza
con la visione per lontano, insieme con l’atmosfera tipica degli ambienti indoor, è una delle
principali condizioni di disagio a breve termine.
L’uso di attrezzature munite di VDT non comporta comunque danni permanenti, anatomici o
funzionale, all’apparato oculo-visivo, ma provoca fenomeni di fatica visiva o astenopia.
L’astenopia è una sindrome causata da noxae occupazionali in grado di determinare un disagio
nella visione, che si manifesta con un insieme di sintomi e segni in prevalenza oculari e visivi, ma
anche generali, con una componente psico-emotiva.
Le cause dei disturbi dell’apparato visivo sono l’illuminazione, il microclima e le posture incongrue.
Indicazioni per limitare i disturbi
Le indicazioni per limitare e prevenire l’insorgenza di problemi connessi all’uso dei VDT sono
contenute nella linea guida G.U. 244 del 18.10.2000.
Occorre ricordare che l’attrezzatura di lavoro non deve in alcun modo rappresentare un rischio per
i lavoratori.
Il videoterminale
1. Lo schermo
a) Lo schermo deve avere caratteri di buona definizione e forma chiara, con grandezza
sufficiente e uno spazio adeguato tra linea e carattereb) L’immagine deve essere stabile, esente da farfallamento o da altre forme di instabilità.
c) Il contrasto tra i colori e lo sfondo dello schermo devono essere facilmente regolabili e
adattabili alle condizioni ambientali.
d) Lo schermo deve essere inclinabile e orientabile per adeguarsi alle esigenze
dell’utilizzatore e non deve avere riflessi o riverberi nocivi lo stesso.
2. La tastiera
a) La tastiera deve essere inclinabile e dissociata dallo schermo.
b) Lo spazio davanti alla tastiera deve essere sufficiente per consentire al lavoratore di
appoggiare le mani e gli avambracci.
c) Deve avere una superficie opaca per evitare i riflessi.
d) La disposizione della tastiera e le caratteristiche dei tasti devono tendere ad agevolare
l’uso della stessa.
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e) I simboli devono essere chiari e leggibili dalla normale posizione di lavoro.
L’arredo della postazione
1. La scrivania
La scrivania deve:
a) avere una superficie sufficientemente ampia ( lunghezza consigliata di circa 150 – 160 cm)
per disporre i materiali necessari e le attrezzature ( video, tastiera ecc..) e consentire un
appoggio per gli avambracci dell’operatore davanti alla tastiera nel corso della digitazione
in modo tale che le braccia dell’operatore siano parallele e l’angolo avambraccio – braccio
sia tra i 70° e i 90°..
b) Avere una profondità di circa 90 – 100 cm, tale da assicurare una corretta distanza visiva
tra lo schermo e il viso dell’operatore (circa 50 cm), tenendo presente che tanto maggiore è
la dimensione dello schermo, quanto più distante deve essere dall’operatore.
c) Avere il colore della superficie chiaro, possibilmente diverso dal bianco, e con grado di
riflessione tra il 20 e il 50 %.
d) Essere stabile e di altezza, fissa o regolabile, tra i 70 e gli 80 cm.
e) Avere uno spazio idoneo per il idoneo per il comodo alloggiamento e la movimentazione
degli arti inferiori e per infilarvi il sedile.
2. Il sedile
a) Il sedile deve essere di tipo girevole, saldo al controslittamento e rovesciamento, dotato di
basamento stabile o a cinque punti di appoggio.
b) Disporre del piano e dello schienale regolabili in maniera indipendente così da assicurare
un buon appoggio dei piedi e il sostegno della zona lombare. L’altezza consigliata del
sedile è compresa tra a 40 e i 55 cm, inclinazione tra i 2° in avanti e i 15° indietro, mentre lo
schienale deve avere altezza di circa 50 cm dal sedile con imbottitura a livello della sede
lombare a 10 – 20 cm dal sedile
c) Avere bordi del piano smussati, in materiale non troppo cedevole, permeabile al vapore
acqueo e pulibile.
d) Essere facilmente spostabile.
e) Se necessario, essere dotato di un poggiapiedi staccato per far assumere all’operatore una
postura adeguata degli arti inferiori.
L’ambiente
Componenti di disturbo all’attività lavorativa connessi all’ambiente sono il rumore, il microclima e
l’illuminazione.
1. Il rumore
Per limitare le fonti di rumore occorre segregare stampanti e fotocopiatrici in ambienti dove non
operano solitamente i lavoratori.
Lo spostamento della fotocopiatrice lontana dai lavoratori è anche dovuta alla necessità di evitare
che i lavoratori siano a contatto con il toner della stessa, sostanza tossica.
Durante le operazione di manutenzione e in occasione dei cambi di toner, si raccomanda l’uso di
idonei dpi ( guanti) al fine di limitare il fattore di rischio.
2. Il microclima
È necessario che nella postazione di lavoro la velocità dell’aria sia molto ridotta, evitando la
presenza di correnti d’aria provenienti da porte, finestre, bocchette di condizionamento, ventilatori
ecc; inoltre l’aria non deve essere eccessivamente secca per evitare l’insorgere di possibili
irritazioni agli occhi.
Valori raccomandabili:
- temperatura in inverno 20°-22° C;
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-
temperatura in estate 24°-25° C;
umidità dell’aria tra 40 % e 80 %, garantita anche nell’archivio grazie alla presenza di
apposito impianto;
velocità dell’aria < 0,2 m/s
3. L’illuminazione
- artificiale: deve essere realizzata con lampade provviste di schermi ed esenti da
sfarfallio, poste in modo che siano al di fuori del campo visivo degli operatori. Va in
ogni modo evitato l’abbagliamento dell’operatore e la presenza di riflessi sullo schermo
qualunque sia la loro origine.
- Naturale: per evitare riflessi sullo schermo è necessario orientare le postazioni di
lavoro rispetto alle finestre presenti nell’ambiente.
L’uso del vdt
Durante l’uso del VDT, per limitare i possibili danni, si raccomanda di:
1) assumere la postura corretta di fronte al video, con piedi ben poggiati al pavimento e
schiena poggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l’altezza
della sedia e l’inclinazione dello schienale.
2) Posizionare lo schermo di fronte in maniera che, agendo su eventuali meccanismi di
regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po’ più in basso dell’orizzontale
che passa per gli occhi dell’operatore e a una distanza dagli occhi pari a circa 50 cm.
3) Disporre la tastiera davanti allo schermo e il mouse, o altri dispositivi di uso frequente, sullo
stesso piano della tastiera e in modo che sia facilmente raggiungibile.
4) Eseguire le digitazioni e utilizzare il mouse evitando irrigidimenti delle dita e del polso,
curando di tenere gli avambracci appoggiati sul piano di lavoro e in modo di alleggerire la
tensione di muscoli e spalle.
5) Evitare per quanto possibile posizioni fisse di lavoro per tempi prolungati. Se ciò non fosse
possibile si raccomanda di eseguire esercizi di rilassamento per collo, schiena e arti.
6) Seguire le indicazioni e le formazione ricevuti per l’uso dei programmi e delle procedure
informatiche.
7) Utilizzare il software per il quale si è ricevuto l’informazione e la formazione necessaria.
8) In caso di anomalie del software o delle attrezzature segnalarle al datore di lavoro.
9) Ogni due ore consecutive di lavoro si raccomanda di eseguire una pausa di circa quindici
minuti.
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6. SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI
ESPLOSIVI
Le sostanze e i preparati solidi, liquidi, pastosi o gelatinosi che, anche senza l’azione dell’ossigeno
atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in
determinate condizioni di prova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento
in condizione di parziale contenimento. Contrassegnati dal simbolo E. Obbligatoria una frase relativa ai rischi
da scegliere in base a:
R 2: rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione;
R 3: elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d’ignizione;
COMBURENTI
Le sostanze e i preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte
reazione esotermica. Contrassegnati dal simbolo O e dall’indicazione di pericolo “comburente”. Obbligatoria
una frase indicante i rischi specifici:
R 7: può provocare un incendio;
R 8: può provocare l’accensione di materiale combustibile;
R 9: esplosivo in miscela con materiale combustibile.
ESTREMAMENTE INFIAMMABILI
Le sostanze e i preparati liquidi con i punti di infiammabilità estremamente bassi e un punto di ebollizione
basso che a temperatura e pressione ambiente sono infiammabili a contatto con l’aria. Contrassegnati dal
simbolo F+ e dall’indicazione di pericolo “ estremamente infiammabile”. Obbligatoria la frase:
R 12: altamente infiammabile: sostanze e preparati liquidi che hanno un punto di infiammabilità inferiore a
0°C e un
punto di ebollizione inferiore o uguale a 35°C.
FACILMENTE INFIAMMABILI
Le sostanze e i preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è molto basso. Contrassegnati dal simbolo F e
dall’indicazione di pericolo “ facilmente infiammabile”. Con una delle seguenti frasi:
R 11 facilmente infiammabile:
- sostanze e preparati solidi che possono facilmente infiammarsi in seguito a un breve contatto con una
sorgente di ignizione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche dopo l’allontanamento da tale
sorgente;
- sostanze e preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è inferiore a 21°C ma che non sono estre mamente
infiammabili.
R 15: a contatto con l’acqua libera gas altamente infiammabili.
R 17: spontaneamente infiammabile all’aria.
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INFIAMMABILI
Le sostanze e i preparati liquidi con un basso punto di infiammabilità. Devono riportare la seguente frase:
R 10 infiammabile: sostanze e preparati liquidi il cui punto di infiammabilità è uguale o superiore a 21°C e
minore o uguale a 55°C.
MOLTO TOSSICI
Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccolissime
quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche. Contrassegnati dal simbolo T+ e
dall’indicazione di pericolo “ molto tossico”. Con una delle seguenti frasi:
R 28 molto tossico per ingestione: DL50 per via orale, ratto < 25 mg/Kg;
R 27 molto tossico a contatto con la pelle: DL50 per via cutanea, ratto o coniglio < 50 mg/Kg;
R 26 molto tossico per inalazione: CL50 per inalazione, ratto, per aerosol o particelle < 0,25 mg/litro/4h; per
gas e vapori < 0,5 mg/litro/4h;
R 39 pericolo di effetti irreversibili molto gravi: un’unica esposizione può provocare danni irreversibili alle dosi
comprese nell’intervallo summenzionato.
TOSSICI
Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccole quantità,
possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche. Contrassegnati dal simbolo T e
dall’indicazione di pericolo “tossico”. Con una delle seguenti frasi:
R 25 tossico per ingestione: DL50 per via orale, ratto, 25 < DL50 < 200 mg/Kg;
R 24 tossico a contatto con la pelle: DL50 per via cutanea, ratto o coniglio, 50 < DL50 < 400 mg/Kg;
R 23 tossico per inalazione: CL50 per inalazione, ratto, per aerosol o particelle, 0,25 < CL50 < 1 mg/litro/4h;
per gas e vapori, 0,5 < CL50 < 2 mg/litro/4h;
R 39 pericolo di effetti irreversibili molto gravi: un’unica esposizione per via appropriata può provocare danni
irreversibili con una dose nel range summenzionato;
R 48 pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata: gravi danni potrebbero essere
causati da esposizioni ripetute o prolungate.
NOCIVI
Le sostanze e i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono essere
letali oppure provocare lesioni acute o croniche. Contrassegnati dal simbolo Xn e dall’indicazione di pericolo
“nocivo”. Con una delle seguenti frasi:
R 22 nocivo per ingestione: DL50 per via orale, ratto, 200 < DL50 < 2000 mg/Kg;
R 21 nocivo a contatto con la pelle: DL50 per via dermica, ratto o coniglio, 400 < DL50 < 2000 mg/Kg;
R 23 nocivo per inalazione: CL50 per inalazione, ratto, per aerosol o particelle, 1 < CL50 < 5 mg/litro/4h; per
gas e vapori, 2 < CL50 < 20 mg/litro/4h;
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R 65 nocivo può provocare danni ai polmoni in caso di ingestione: le sostanze e i preparati liquidi che
presentano un rischio di aspirazione per l’uomo data la ridotta viscosità. Sostanze e preparati liquidi che
contengono idrocarburi alifatici, aliciclici e aromatici in concentrazione totale pari o superiore al 10%;
R 68 possibilità di effetti irreversibili;
R 48 pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.
CORROSIVI
Le sostanze e i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono esercitare su di essi un’azione distruttiva.
Contrassegnati dal simbolo C e dall’indicazione di pericolo “corrosivo”. Con una delle seguenti frasi:
R 35 provoca gravi ustioni: distrugge l’intero spessore del tessuto cutaneo dopo un’esposizione di non oltre
3 minuti;
R 34 provoca ustioni: distrugge l’intero spessore del tessuto cutaneo dopo un’esposizione di non oltre 4 ore.
Idroperossidi organici tranne se si hanno prove del contrario.
IRRITANTI
Le sostanze e i preparati non corrosivi, il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose
può provocare una reazione infiammatoria.
Contrassegnati dal simbolo Xi e dall’indicazione di pericolo “irritante”. Con una delle seguenti frasi:
R 38 irritante per la pelle;
R 36 irritante per gli occhi;
R 41 rischio di gravi lesioni oculari;
R 37 irritante per le vie respiratorie.
SENSIBILIZANTI
Le sostanze e i preparati che, per inalazione o assorbimento cutaneo, possono dar luogo
ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza o al preparato
avverse caratteristiche.
Contrassegnati dal simbolo Xn, dall’indicazione di pericolo “nocivo” e dalla frase di
provocare
sensibilizzazione per inalazione;
Contrassegnati dal simbolo Xi, dall’indicazione di pericolo “irritante” e dalla frase di
comportare una sensibilizzazione per contatto con la pelle;
Ulteriori frasi sono assegnate: R29, R31, R32, R33,R64, R66, R67.
a una reazione di
produce reazioni
rischio R42 può
rischio R43 può
TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO
Le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare o
rendere più frequenti effetti nocivi non ereditari nella prole o danni a carico della funzione o delle capacità
riproduttive maschili o femminili.
Suddivise in Categoria 1, 2, 3;
Categoria 1:
Sostanze che danneggiano la fertilità negli esseri umani: simbolo T e frase R60 può ridurre la fertilità.
Sostanze che danneggiano la fertilità negli esseri umani: simbolo T e frase R61 può danneggiare i bambini
non ancora nati.
Categoria 2:
Sostanze da considerare potenzialmente in grado di danneggiare la fertilità negli esseri umani. Simbolo T e
frase di rischio R60 può ridurre la fertilità.
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Sostanze da considerare potenzialmente in grado di provocare effetti tossici sullo sviluppo degli esseri
umani. Simbolo T e frase di rischio R61 può danneggiare i bambini non ancora nati.
Categoria 3:
Sostanze che potrebbero avere effetti sulla fertilità umana. Simbolo Xn e frase di rischio R62 possibile
rischio di ridotta fertilità.
Sostanze che potrebbero produrre danni sugli esseri umani a causa dei loro probabili effetti tossici sullo
sviluppo.
Simbolo Xn e frase di rischio R63 possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati.
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Frasi di rischio (R) che caratterizzano le materie e i preparati etichettati
R 1 Esplosivo allo stato secco
R 2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti di ignizione
R 3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti di ignizione
R 4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili
R 5 Pericolo di esplosione per riscaldamento
R 6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria
R 7 Può provocare un incendio
R 8 Può provocare l'accensione di materie combustibili
R 9 Esplosivo in miscela con materie combustibili
R 10 Infiammabile
R 11 Facilmente infiammabile
R 12 Estremamente infiammabile
R 14 Reagisce violentemente con l'acqua
R 15 A contatto con l'acqua libera gas estremamente infiammabili
R 16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti
R 17 Spontaneamente infiammabile all'aria
R 18 Durante l'uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili
R 19 Può formare perossidi esplosivi
R 20 Nocivo per inalazione
R 21 Nocivo a contatto con la pelle
R 22 Nocivo per ingestione
R 23 Tossico per inalazione
R 24 Tossico a contatto con la pelle
R 25 Tossico per ingestione
R 26 Molto tossico per inalazione
R 27 Molto tossico a contatto con la pelle
R 28 Molto tossico per ingestione
R 29 A contatto con l'acqua libera gas tossici
R 30 Può divenire facilmente infiammabile durante l'uso
R 31 A contatto con acidi libera gas tossico
R 32 A contatto con acidi libera gas molto tossico
R 33 Pericolo di effetti cumulativi
R 34 Provoca ustioni
R 35 Provoca gravi ustioni
R 36 Irritante per gli occhi
R 37 Irritante per le vie respiratorie
R 38 Irritante per la pelle
R 39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi
R 40 Possibilità di effetti cancerogeni – prove insufficienti
R 41 Rischio di gravi lesioni oculari
R 42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione
R 43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle
R 44 Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato
R 45 Può provocare il cancro
R 46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie
R 47 Può provocare malformazioni congenite
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R 48 Pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata
R 49 Può provocare il cancro per inalazione
R 50 Altamente tossico per gli organismi acquatici
R 51 Tossico per gli organismi acquatici
R 52 Nocivo per gli organismi acquatici
R 53 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico
R 54 Tossico per la flora
R 55 Tossico per la fauna
R 56 Tossico per gli organismi del terreno
R 57 Tossico per le api
R 58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente
R 59 Pericoloso per lo strato di ozono
R 60 Può ridurre la fertilità
R 61 Può danneggiare i bambini non ancora nati
R 62 Possibile rischio di ridotta fertilità
R 63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati
R 64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno
R 65 Nocivo: può causare danni ai polmoni in caso di ingestione
R 66 L'esposizione ai vapori può provocare secchezza e screpolature alla pelle
R 67 L'inalazione dei vapori può provocare sonnolenza e vertigini
R 68 Possibilità di effetti irreversibili
Combinazioni delle frasi di rischio (R)
R 14/15 Reagisce violentemente con l'acqua liberando gas infiammabili
R 15/29 A contatto con l'acqua libera gas tossici ed estremamente infiammabili
R 20/21 Nocivo per inalazione e contatto con la pelle
R 20/22 Nocivo per inalazione e contatto con la pelle
R 20/21/22 Nocivo per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione
R 21/22 Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione
R 21/23 Nocivo a con tatto con la pelle e per ingestione
R 23/24 Tossico per inalazione e contatto con la pelle
R 23/25 Tossico per inalazione e ingestione
R 23/24/25 Tossico per inalazione, contatto con la pelle e ingestione
R 24/25 Tossico a contatto con la pelle e per ingestione
R 26/27 Molto tossico per inalazione e contatto con la pelle
R 26/28 Molto tossici per inalazione e per ingestione
R 26/27/28 Molto tossico per inalazione, contatto con la pelle e per ingestione
R 27/28 Molto tossico a contatto con la pelle e per ingestione
R 36/37 Irritante per gli occhi e le vie respiratorie
R 36/38 Irritante per gli occhi e la pelle
R 36/37/38 Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle
R37/38 Irritante per le vie respiratorie e la pelle
R 39/23 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione
R 39/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle
R 39/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione
R 39/23/24 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle
R 39/23/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e ingestione
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R 39/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per ingestione
R 39/23/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione,
R 39/26 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione
R 39/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle
R 39/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione
R 39/26/27 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto con la pelle
R 39/26/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto per inalazione e per ingestione
R 39/26/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con la pelle e
per ingestione
R 40/20 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione
R 40/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle
R 40/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione
R 40/20/21 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle
R 40/20/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e ingestione
R 40/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione
R 40/20/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione
R 42/43 Può provocare sensibilizzazione per inalazione e a contatto con la pelle
R 48/20 Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata per inalazione
R 48/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle
R 48/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione
R 48/20/21 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a
contatto con la pelle
R 48/20/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e
ingestione
R 48/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la
pelle e per ingestione
R 48/20/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a
contatto con la pelle e per ingestione
R 48/23 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione
R 48/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la pelle
R 48/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per ingestione
R 48/23/24 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e a
contatto con la pelle
R 48/23/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione e per
ingestione
R 48/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a contatto con la
pelle e per ingestione
R 48/23/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione, a
contatto con la pelle e per ingestione
R 50/53 Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per
l'ambiente acquatico
R 51/53 Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente
acquatico
R 52/53 Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente
acquatico
Consigli di prudenza (S) che caratterizzano le materie e i preparati etichettati
S 1 Conservare sotto chiave
S 2 Conservare fuori dalla portata dei bambini
S 3 Conservare in un luogo fresco
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S 4 Conservare lontano da locali di abitazione
S 5 Conservare sotto ...(liquido appropriato, vedi scheda di sicurezza)
S 6 Conservare sotto ...(gas inerte, vedi scheda di sicurezza)
S 7 Conservare il recipiente ben chiuso
S 8 Conservare al riparo dall'umidità
S 9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato
S 12 Non chiudere ermeticamente il recipiente
S 13 Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande
S 14 Conservare lontano da ... (sostanze incompatibili, vedi scheda di sicurezza)
S 15 Conservare lontano dal calore
S 16 Conservare lontano da fiamme e scintille - Non fumare
S 17 Tenere lontano da sostanze combustibili
S 18 Manipolare e aprire il recipiente con cautela
S 20 Non mangiare ne bere durante l'impiego
S 21 Non fumare durante l'impiego
S 22 Non respirare le polveri
S 23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosoli (termine(i) appropriat(o)i, vedi scheda di sicurezza)
S 24 Evitare il contatto con la pelle
S 25 Evitare il contatto con gli occhi
S 26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare
un medico
S 27 Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati
S 28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente e abbondantemente con... (prodotti idonei, vedi
scheda di sicurezza)
S 29 Non gettare i residui nelle fognature
S 30 Non versare acqua sul prodotto
S 33 Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche
S 34 Evitare l'urto e lo sfregamento
S 35 Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni
S 36 Usare indumenti protettivi adatti
S 37 Usare guanti adatti
S 38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto
S 39 Proteggersi gli occhi/la faccia
S 40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto usare ... (vedi scheda di sicurezza)
S 41 In caso di incendio e/o esplosione non respirare i fumi
S 42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto (termine(i)
appropriato(i), vedi scheda di sicurezza)
S 43 In caso di incendio usare ... (mezzi estinguenti idonei, vedi scheda di sicurezza. Se l'acqua aumenta il
rischio precisare "Non usare acqua"
S 44 In caso di malessere consultare il medico (se possibile mostrargli l'etichetta)
S 45 In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile mostrargli
l'etichetta)
S 46 In caso di ingestione consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l'etichetta
S 47 Conservare a temperatura non superiore a ...°C (vedi scheda di sicurezza)
S 48 Mantenere umido con ... (mezzo appropriato, vedi scheda di sicurezza)
S 49 Conservare soltanto nel recipiente originale
S 50 Non mescolare con ... (vedi scheda di sicurezza)
S 51 Usare soltanto in luogo ben ventilato
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S 52 Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati
S 53 Evitare l'esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell'uso
S 54 Procurarsi il consenso delle Autorità di controllo dell'inquinamento prima di scaricare negli impianti di
trattamento delle acque di scarico
S 55 Utilizzare le migliori tecniche di trattamento disponibili prima di scaricare nelle fognature o nell'ambiente
acquatico
S 56 Smaltire questo materiale e relativi contenitori in un punto di raccolta di rifiuti pericolosi o speciali
autorizzati
S 57 Usare contenitori adeguati per evitare l'inquinamento ambientale
S 58 Smaltire come rifiuto pericoloso
S 59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio
S 60 Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi
S 61 Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in materia di sicurezza
S 62 In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare immediatamente un medico
S 63 In caso di ingestione per inalazione, allontanare l'infortunato dalla zona contaminata e mantenerlo a
riposo
S 64 In caso di ingestione, sciacquare la bocca con acqua (solamente se l'infortunato è cosciente)
Combinazione dei consigli di prudenza (S)
S 1/2 Conservare sotto chiave e fuori dalla portata dei bambini
S 3/7 Tenere il recipiente ben chiuso in un luogo fresco
S 3/9/14 Conservare in un luogo fresco e ben ventilato, lontano da... (materiali incompatibili da precisare da
parte del fabbricante)
S 3/9/14149 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato, lontano da...
(materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante)
S 3/9/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato
S 3/14 Conservare in luogo fresco lontano da... (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante)
S 7/8 Conservare il recipiente ben chiuso al riparo dall'umidità
S 7/9 Tenere il recipiente ben chiuso in luogo ben ventilato
S 7/47 Tenere il recipiente ben chiuso e a temperatura non superiore a ...°C (da precisare da parte de l
fabbricante)
S 20/21 Non mangiare, ne bere, ne fumare durante l'impiego
S 24/25 Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle
S 29/56 Non gettare i residui nelle fognature
S 36/37 Usare indumenti protettivi e guanti adatti
S 36/37/39 Usare indumenti protettivi e quanti adatti e proteggersi gli occhi / la faccia
S 36/39 Usare indumenti protettivi adatti e proteggersi gli occhi / la faccia
S 37/39 Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi / la faccia
S 47/49 Conservare soltanto nel contenitore originale a temperatura non superiore a ...°C (da precisar e da
parte del fabbricante)
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7. LA SEGNALETICA DEI LUOGHI DI LAVORO
CARTELLONISTICA GESTIONE EMERGENZE
I percorsi d’esodo e le uscite di sicurezza sono quelle indicate dai cartelli verdi di sicurezza previsti
dal D.L.vo 14/8/1996, n. 493: Attuazione della direttiva 92/58/C.E.E. concernente le prescrizioni
minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute nel luogo di lavoro.
Invece i presidi antincendio quali estintori idranti etc. sono indicati da cartelli di colore rosso.:
Estintore
Uscita di emergenza
Naspo
Punto di ritrovo
Pulsante di allarme
Presidio sanitario
Idrante
Scala di emergenza
Direzione da seguire
per presidio
antincendio
Via di fuga
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI
È obbligatorio l’uso
degli occhiali
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È obbligatorio l’uso
dei guanti
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È obbligatorio l’uso
delle scarpe
protettive
È obbligatorio l’uso
di otoprotettori
È obbligatorio l’uso
del casco
È obbligatorio l’uso
della mascherina
CARTELLI DI DIVIETO
Vietato l’ingresso
alle persone non
autorizzate
Vietato fumare
Non rimuovere i
dispositivi di
sicurezza e le
protezioni della
macchina
Vietato sostare o
passare sotto i
carichi sospesi
CARTELLI DI AVVERTIMENTO
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Attenzione, pericolo
di scivolamento,
inciampo
Attenzione carichi
sospesi
Attenzione, pericolo
schiacciamento mani
Attenzione, materiali
infiammabili
Attenzione, zona con
elevata rumorosita’
Attenzione, corrente
elettrica
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