LineMed Medical Instruments Fattori Bio-Elettrici del corpo umano Più l'acqua ha un potenziale negativo, più è ricca di elettroni e la tensione superficiale delle sue molecole si abbassa; il sangue umano ha, per esempio, una tensione superficiale di 45 dyn/cm (misura ottenuta con un zetametro). Piu' un organismo e' complesso e piu' sono necessarie riserve di elet-troni (emanati anche dai mitocondri, quando funzionano a dovere) e di protoni (Gli acidi sono “dispensatori di protoni”, secondo quanto ha affermato nel 1923 Broenstedt. Nel 1925, Charles Laville, noto maggiore della Scuola superiore di Elettricità di Parigi, scriveva nella sua pubblicazione: “l’Elettrodinamica del muscolo”, che questi si comportano come condensatori e fondava la teoria del funzionamento elettrico della cellula, teoria che fu ripresa più tardi dal fondatore della Bio Elettronica, il prof. L.C. Vincent. La teoria di Laville fu molto combattuta, ma 25 anni dopo fu ripresa da diversi laboratori di ricerca tra i quali il laboratorio di Fisiologia della Sorbona a Parigi, che dimostrarono con maggiore chiarezza che le funzioni della cellula erano di ordine elettro magnetico. Dal 1941 al 1943, G. Stromberg, alla Fondazione Carnegie (USA) effettuò delle rilevazioni di correnti, mettendo in evidenza la produzio-ne di campi elettro magnetici da parte degli esseri viventi, che spariscono alla loro morte. Attorno al 1943 F. Vless, professore all’Università di Strasburgo, con i suoi collaboratori, hanno studiato le variazioni del pH e dello rH sanguigno in diverse malattie, scoprendone l’interesse diagnostico in medicina. Fin dal 1948 il prof. L.C. Vincent (francese), pur ignorando i lavori di Vless aggiunse al pH, rH, lo rò cioè la resistività ed elaborò questa tecnica Bio Elettronica su basi scientifiche completamente nuove, facendo intervenire esclusivamente questi 3 fattori elettro magnetici necessari e sufficienti per caratterizzare esattamente una soluzione ed in L’evoluzione di un metodo Con la parola Bio-Elettronica si intendono generalmente tutte le apparecchiature elettroniche utilizzate per qualsiasi analisi, test su elementi e/o parti del corpo, ma in particolare la tecnica che descri-viamo qui di seguito, è chiamata “Bio Elettronica Vincent” o BEV/BTA. BTA, BCA, QFA, (Biological Terrain Analysis, BioCellular Analysis - Quantitative Fluid Analysis) Questa tecnica di analisi è poco conosciuta e poco applicata in Italia, mentre in altri paesi essa è rientrata nella disciplina mutuabile e riconosciuta come una tecnica sanitaria che ha un fondamento certo e scientifico. La BEV o BTA è la scienza che misura oggettivamente, con apparecchiature elettroniche, qualsiasi soluzione liquida o resa liquida con aggiunta di acqua distillata; nel caso dell’uomo essa misura il “Terreno”, le acque corporee, di conseguenza si analizzano sangue, urina, saliva. Ricordiamo che la materia viva si distingue da quella inerte per il suo potenziale elettronico (ORP - Potenziale Ossido/Riduttivo); L'ORP dell'acqua inerte (quella imbottigliata) è di circa + 300 mV; quella del succo di carota (coltura non organica) è di - 100mV; del succo di carota fresca di coltura organica è di - 120mV; del succo di grano giovane è di - 250mV; l' acqua naturale degli Hunza (popola-zione che beve l'acqua che scende dai ghiacciai dell'Himalaia) arriva fino a -350 mV. -1- LineMed Medical Instruments seguito ogni stato organico o biologico nei quali l’acqua rappresenta la parte più importante. Il Prof. L.C. Vincent dovendosi occupare di acqua potabile e problemi idrici, ha riconsiderato negli anni ‘50 i meccanismi biologico fisici che sono legati all’acqua, mettendo in evidenza le caratteristiche e le costanti più importanti. Sappiamo che essa è composta da Idrogeno ed Ossigeno, ma è molto meno noto che l’acqua è sempre acida od alcalina (non acida); l’equilibrio chimico è instabile; gli atomi che la compongono hanno strani rapporti geometrici fra di loro; che ha del magnetismo e caratteristiche elettriche, quindi essa è sensibile ai campi elettro magnetici (terrestri, lunari, solari, cosmici) e chissà con quanti altri fattori essa interagisce. Nel 1953 il prof. J.Kemeny, vice rettore dell’Università e prof. di Biologia/Matematica del politecnico di Budapest, ha dimostrato che ogni Terreno Biologico, può essere rappresentato, totalmente e veramente, da 3 unici fattori (vedi il suo trattato: “Contribuzione alla spiegazione fisico matematica della capacità di reazione degli organismi viventi”), pur ignorando anch’egli i lavori del prof. Vincent. Nel 1962 al primo Congresso Internazionale di Elettronica Medicale tenuto a Parigi al palazzo dell’Unesco, dopo l’esposto del prof. Vincent sulla Bio Elettronica, questa fu subito contestata nei suoi principi, prima da un prof. Americano ed in seguito da un’Inglese. Il prof. Kemeny, presente al convegno, comunicò i risultati delle proprie ricerche in Biologia/Matematica, pubblicati nel 1953. In opposizione ai suoi relatori precedenti che contestavano la rela-zione del prof. Vincent, confermò il valore rappresentativo e perfetto dei 3 Fattori della Bio Elettronica. Quindi da circa 50 anni circa abbiamo a disposizione una “mappa Bio Elettronica” che ci permette di “posizionare” il Terreno analizzato. Ricordiamo che la stessa NASA, (Ente Spaziale Americano) utilizza oggi la Bio Elettronica per l’analisi in diretta delle urine degli astronauti. Solo recentemente questa tecnica è stata più perfezionata e reintitolata: BTA (Biological Terrain Assessment), cioè Analisi Biologica del Terreno da parte del dott. Hanns Jurgen Roll. Dobbiamo dare comunque atto al francese Prof. Vincent, vero padre della Bio-elettronica, di aver precorso i tempi della medicina, fornendo scientificamente le prove della veridicità della nozione di “Terre-no”. Il fattore "rh" Il fattore "rh" definisce la concentrazione di molecole di idrogeno in una soluzione, più molecole vi sono e più l'rh assume valori elevati. Questa concentrazione è assai importante perché da essa dipendono numerose reazioni biochimiche che permettono la nascita e l'esistenza degli organismi viventi. Dal punto di vista patologico le nefriti abbassano il fattore rh mentre i tumori tendono ad innalzarlo. Il fattore "rh" si può misurare con metodologie elettriche oppure con indicatori colorati. Ossidazione e ossidoriduzione Con il termine "ossidazione" si indica la perdita di atomi di idrogeno o di elettroni oppure l'assunzione di atomi di ossigeno. Durante l'ossidazione si vengono a creare degli atomi anomali definiti "ioni posi-tivi". Con "riduzione", si indica il fenomeno opposto, ovvero l'acquisizione di atomi di idrogeno o di elettroni oppure la perdita di atomi di ossigeno. Durante la riduzione si vengono a creare degli atomi anomali definiti "ioni negativi". -2- LineMed Medical Instruments Si parla perciò di ossidazione quando vi è la tendenza a donare elettroni e di riduzione quando vi è la tendenza ad assumerli. Il fattore "rh2" Quando accade che l'ossidazione di una molecola è contemporanea alla riduzione di un'altra si ottiene una "ossido-riduzione", un fenomeno che provoca un passaggio di elettroni dalla prima alla seconda sostanza. Il rapporto di ossidoriduzione, chiamato "rh2", definisce pertanto la capacità di scambio tra i componenti organici. Appare perciò evidente quanto sia utile che un tale rapporto possa essere misurato ed eventualmente corretto. Gli elettrodi sono classificabili come: • elettrodi di Ia e IIa specie, • elettrodi di ossidoriduzione, • elettrodi a membrana. Gli elettrodi di IIa specie M/MxAy(s)/Axsono costituiti da un metallo ricoperto da un suo sale poco solubile e immerso in una soluzione contenente l'anione del sale poco solubile. Due esempi importanti sono: Ag/AgCl/ClAgCl + eAg + Cl(saturo E° = 0.222 V) Hg/Hg2Cl2/ClHg2Cl2 + 2e- 2Hg + 2Cl(a calomelano saturo in inglese standard calomel electrode, SCE, E° = 0.268 V). • rh2: fattore elettrico espresso in millivolt. ELETTRODI DI RIFERIMENTO CLASSIFICAZIONE DEGLI ELETTRODI Gli elettrodi metallici inerti per sistemi redox sono costituiti da un conduttore metallico inerte (Pt, Au) immerso in una soluzione contenente entrambe le specie di una coppia di ossidoriduzione. Due elettrodi di ossidoriduzione sono i seguenti: Pt/Fe3+, Fe2+ Pt/MnO4-, Mn2+, H+ Gli elettrodi impiegati per la misura dell'attività di un certo analita sono chiamati elettrodi indicatori. Un elettrodo indicatore ideale dovrebbe rispondere rapidamente e in modo riproducibile ad ogni variazione di attività dell'analita in esame. In pratica è spesso possibile che un elettrodo di misura risponda anche a variazioni di attività di altre specie, che non sia cioè perfettamente specifico, o che risponda solo lentamente. Per misurarne il potenziale, gli elettrodi indicatori devono essere accoppiati ad un elettrodo di riferimento, cioè ad un elettrodo a potenziale noto, Erif, in modo che dal valore sperimentale della diffe-renza di potenziale misurata ai capi della cella elettrochimica così realizzata, ΔE, si possa risalire per differenza al potenziale dell'elettrodo indicatore. Gli elettrodi di riferimento ideali dovrebbero avere un potenziale noto e costante (anche qualora la cella sia attraversata da una corrente elettrica di bassa intensità) oltre che indipendente dalla composizione della soluzione in cui deve essere immerso. Le corrispondenti reazioni elettrodiche sono: Fe3+ + e- Fe2+ MnO4- + 8H+ + 5e- Mn2+ + 4H2O e le equazioni di Nernst sono: E Fe = E° Fe + E Mn = E° Mn a 3+ 0.059 log Fe 1 a Fe2+ a MnO − (a H + )8 0.059 4 log + 5 a Mn 2+ In elettrochimica, l'equazione di Nernst esprime il potenziale d'elettrodo (E), relativamente al potenziale d'elettrodo standard (E0), di una coppia -3- LineMed Medical Instruments di elettrodi o di una semielemento di un pila. In altre parole serve per vedere il potenziale dell'elettrodo in condizioni diverse da quelle standard. quindi anche la direzione della reazione redox, variano al cambiare della concentrazioni dei reagenti e dei prodotti: una reazione spontanea in condizioni standard può invertire la sua dire-zione qualora reagenti e prodotti siano presenti in condizioni non standard. Quando ∆E = 0 indica che la pila è esaurita e il sistema ha raggiunto l'equilibrio. Gli elettrodi utilizzati nel sistema OXI-MED corrispondono a tali impostazioni scientifiche di misurazione del potenziale redox. Per soluzioni non troppo concentrate, la relazione si può esprimere attraverso le concentrazioni: dove: • R è la costante universale dei gas, uguale a 8.314472 J K-1 mol-1 o 0.082057 L atm mol-1 K1 • T è la temperatura assoluta • a è l'attività chimica • F è la costante di Faraday, uguale a 9.6485309*104 C mol-1 • n è il numero di elettroni trasferiti nella semireazione •[red] è la concentrazione dell'agente ossidante (la specie ridotta) •[ox] è la concentrazione dell'agente riducente (la specie ossidata) Raggruppando i termini costanti e riferendosi alla temperatura standard di 298.15K (25 °C), si ottiene il termine frazionario 0.05916. Attraverso l'equazione di Nernst è possibile calcolare il valore della costante di equilibrio di una reazione redox. Il potere ossidante o riducente varia al variare delle attività (concen-trazione) della forma ossidata, Ox, e ridotta, Red, rispetto alla capacità manifestata in condizioni standard. Conseguentemente, il poten-ziale di cella ∆E, e -4-